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cognomi_italiani_b

Italian Surnames - Cognomi Italiani - B

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BABARE Assolutamente rarissimo, quasi unico, potrebbe essere vicentino, potrebbe derivare da una modificazione dell'aggettivo babarus (barbaro) modificazione istriana del vocabolo barbarus.
BABBARO Assolutamente rarissimo, quasi unico, potrebbe essere salernitano, potrebbe derivare da una modificazione dialettale dell'aggettivo barbarus (barbaro).
BABBI
BABBO
BABI
BABO
Babbi è tipicamente romagnolo, del cesenate in particolare, di Cesena, Gambettola nel cesenate e Rimini, Babbo ha un ceppo veneto, ad Eraclea, San Donà di Piave ed Iesolo nel veneziano, un ceppo nell'aquilano ad Avezzano e Rocca di Mezzo, ed uno a Conversano nel barese ed a Lecce, Babi, quasi unico è forse toscano, Babo, molto raro, sembrerebbe avere un ceppo a Pozzuoli nel napoletano, questi cognomi potrebbero derivare da soprannomi originati dal termine italiano babbo (padre), ma è anche possibile che in molti casi derivino dal nome medioevale di origine franca Babo, Babonis, di cui abbiamo un esempio nel Dictorum ed factorum memorabilium: "..Vixit autem hic Babo sub D. Henrico Rom.Imperat. fuitque D. Chunegundae aulae praefectus. Contigit autem, cum Caesar Reginoburgii circa annum Domini 1015. habitaret, atque solatii causa venationem indixisset, quo Babonem una venatum ire iussit cum paucis comitib. Babo itaque sperans opportunum se tempus nactum quo liberos suos Caesari commendaret: iuvenes scitos admodum, cultu egregie ornat, et unicuique comitem adiungit: cumque tali filiorum comitatu ad Imperatorem venatum venit. Caesar visa multitudine Comitum, Babonem vocat sciscitaturque Curnam, cum paucis venire iussus, rorequites adduceret? Babo respondit: Cum unoequidem duntaxat famulo praestosum. ..".
BABILANI
BABILI
BABILIO
BABILONI
Babilani e Babiloni, quasi unici sembrerebbero del nord Italia, Babili, altrettanto raro, parrebbe del centro, Babilio, se possibile ancora più raro, sembrerebbe del sud, dovrebbero derivare dai nomi medioevali Babilius o Babilonius di cui abbiamo un esempio nell'anno 1200 a Cremona in una Carta dati nomine venditionis: "...atque Arnoldi, devoti de eadem ecclesia, et Buxoli atque Iacopini, servientes Petri Babilonii, et Romei de Pampuris atque Dognini de Sancto Baxiano, testium rogatorum, Petrus Babilonius, qui fuit confessus se lege vivere Longobardorum, fecit datum vendicionis nomine in domino Rainoldo,...".
BABUSCI
BABUSCIO
Babusci è specifico di San Vincenzo Valle Roveto nell'aquilano e della città di Roma, Babuscio, estremamente raro, sembra del napoletano, dovrebbero derivare dal nomen latino Babudius, portato ad esempio da Babudius Severus centurione della IXa legione sotto la guida di Cesare in Spagna, come leggiamo in questa antica lapide latina: "L(uci) Semproni Fla - vini mil(i)t(i)s leg(ionis) VIIII - |(centuria) Babudi Severi - aer(um) VII an(n)or(um) XXX - (H)ispani Galeria - Clunia".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
BABUSCI, BABUSCIO - Presente nel Lazio e in Puglia (Foggia), è una variante soprannominale del cognome Babbo, dal latino parlato *babbu(m), come vocabolo di formazione (ba,ba,ba.) e d'uso per indicare il padre.
BACCALA' Baccalà, molto raro, è specifico di Vasto nel teatino, potrebbe trattarsi di un'italianizzazione del cognome slavo Bakal.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
BACCALÀ - Dal latino medievale 'baccalaris' = persona che ha seguito degli studi, che è un baccalaureato. Cfr. O. Lurati, Perchè ci chiamiamo così?, 2000, p. 105.
BACCARANI
BACCARI
BACCARIN
BACCARINI
BACCARINO
BACCARO
Baccarani è abbastanza raro ed è specifico del modenese, Baccari sembra laziale, Baccarin è tipicamente veneto, del padovano, di Padova, Abano Terme, Torreglia ed Albignasego, e del vicentino, di Dueville, Villaverla e Vicenza, Baccarini ha un grosso ceppo emiliano, a Ravenna, Faenza e Bagnacavallo nel ravennate, a Modena, Reggio Emilia, Parma ed Argenta nel ferrarese, uno umbro, a Città di Castello e Gubbio nel perugino ed uno a Roma e Lanuvio nel romano, Baccarino è quasi unico, Baccaro tipico del sud ha un ceppo importante in Puglia, uno secondario in Campania e forse nel basso Veneto, dovrebbero derivare, direttamente o attraverso modificazioni ipocoristiche, dal nome medioevale italiano Baccario derivato dal nome iberico latino Bacurius di cui abbiamo esempio nel Rerum gestarum del IV° secolo di Ammiano Marcellino : "...Cui malo aliud quoque accedebat exitiale, quod homines et iumenta cruciabat inedia gravis sagittari et scutarii, quos Bacurius Hiberus quidam tunc regebat et Cassio, avidius impetu calenti progressi,..."; tracce di queste cognominizzazioni si trovano a Napoli nel XVIII° secolo con il mastro argentiere Luca Baccaro.
BACCEGA
BACCIGA
BACEGA
BACIGA
Baccega è tipicamente veneto, di Iesolo nel veneziano, di Galliera Veneta, Piombino Dese e Piazzola sul Brenta nel padovano e di Mussolente nel Vicentino, Bacciga è estremamente raro ed è tipico del veronese, Bacega, estremamente raro, parrebbe emiliano, Baciga, leggermente meno raro, è specifico del veronese, di Povegliano Veronese soprattutto e di Verona, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale, originato dal termine baccega o bacciga (bilancia), riferito al capostipite, che potrebbe essere stato una persona incerta e poco propensa a prendere decisioni, o anche uno che usava lo strumento da pesca detto bilancere, utilizzato ancor oggi, soprattutto sui fiumi e canali lagunari.
BACCELIERE
BACCELIERI
BACELIERE
BACELIERI
Baccelliere, molto molto raro, è specifico di Oppido Lucano (PZ), Baccellieri altrettanto raro è tipico di Sannicandro (BA), Baceliere e Bacelieri sono probabilmente errori di trascrizione dei precedenti, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal vocabolo baccelliere che nel medioevo individuava il primo livello dei cavalieri, o tra i discepoli di un'università quanti avessero studiato studiato per cinque anni Diritto Canonico e per sette anni Diritto Civile.
integrazioni fornite da Carlo Baccellieri
Il cognome Baccellieri è molto diffuso anche a Reggio Calabria, oltre che in Emilia-Romagna e Genova. Un'antica famiglia Baccellieri è documentata anche a Pistoia. Un mio avo giunse a Reggio Calabria da Marsiglia o Marselle (Corsica). Nel libro di Orsu Ghjuvanni Caporossi Cronica di A CORSICA (Aiaccio) che fa un elenco delle famiglie nobili della Corsica si legge: ".BACCELLIERI ou BACCIALERI Ghjuvanni (ou Ghjuseppe) Maria: (quinzième siècle) De Ville di Parasu en Balagna. En 1454, il reçoit une reconnaissance de noblesse, de la part de l'Ufficio di San Giorgio. Il est à l'origine de la famille Baccialleri ou Baccellieri de Ville di Parasu."
integrazioni fornite da Prof.Vito Zullo
le origini della parola baccelliere sono diverse, si riferisce sia a colui che ha ottenuto il primo grado accademico allo studio delle scienze o delle lettere, sia al giovane gentiluomo che faceva il primo passo nella professione delle armi e della cavalleria; de baccilleriis si hanno notizie a partire dal 1530 in Cassano (ora delle Murge) comune limitrofo a Sannicandro di Bari. L'antico cognome è presente nei registri dei benefici in favore della chiesa madre di Cassano: "...iuxta vineas ecclesiae possedeva danesij de baccilleriis..." Inoltre in Cassano rogava dal 1563 "...iudice terra Cassani me notaro stepho de riccha seu de baccillerio".
BACCHI
BACCHIN
BACCHINI
BACCHINO
BACCO
BACHI
BACHIN
BACHINI
Bacchi ha un ceppo nel cremonese e mantovano, in Emilia e Romagna, nel fiorentino e pisano, nell'anconetano, perugino, ternano, viterbese e romano ed in Sicilia nel palermitano, trapanese ed agrigentino, Bacchin è specifico dell'area veneta che comprende il vicentino, il padovano soprattutto, il trevisano ed il veneziano, Bacchini ha un ceppo tra vicentino e padovano uno in Emilia, in particolare nel parmense ed in Romagna, in particolare nel ravennate e riminese, ed un ceppo a Roma, Bacchino è praticamente unico, Bacco ha un ceppo veneto nel veronese, rovigoto, vicentino, veneziano e soprattutto padovano, un ceppo nell'alessandrino, uno nel salernitano ed uno nel barese, Bachi è decisamente toscano, di Fucecchio nel fiorentino, di Castelfranco di Sotto e Santa Croce sull'Arno nel pisano e di Livorno, Bachin, quasi unico è del sud della Lombardia, Bachini ha un nucleo in Toscana nel pisano a Santa maria a monte, Castelfranco di Sotto, Pontedera e San Miniato, a Livorno, a Bibbiena nell'aretino, a Borgo a mozzano nel lucchese ed a Fucecchio nel fiorentino, un ceppo a Perugia ed uno a Canino nel viterbese ed a Roma, dovrebbero derivare da forme apocopatiche del nome Bachisius, anche attraverso ipocoristici, in qualche caso dialettali, o anche da forme alterate del nome latino Bacchus, nome del dio del vino e dei vizi (equivalente del Dioniso greco), ma anche dal nome Bacco di un santo martire san Bacco compagno di San Sergio, tutti nomi forse portati dai capostipiti, ma la cosa più probabile è che derivino invece dall'aferesi di forme peggiorative del nome Jacobus.
BACCHIEGA
PACCHIEGA
Bacchiega è tipico di Rovigo e del rovigoto, con un ceppo anche a Bolzano, anche Pacchiega è veneto, ma più tipico di Caverzere nel veneziano, di difficile interpretazione, potrebbero derivare, direttamente o tramite una modificazione fonetica che abbia sostituito la P alla B, da un soprannome originato dal termine bacchio (bastone).
BACCHIS
BACHIS
Bacchis, molto raro, è specifico dell'iglesiente, Bachis decisamente molto meno raro, è specifico del cagliaritano, in particolare di Silòiqua, ma anche di Decimomannu, Cagliari e Selargius e di Villamassargia e Sant'Antioco nell'iglesiente.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BACHIS; BACCHIS:  cognome diffuso nella Sardegna meridionale, con la punta più alta a Siliqua 149. Siamo convinti che  il cognome sia nato in questo paese di 4150 abitanti,della provincia di Cagliari. Diversi anziani di Siliqua, i quali portano questo cognome, da noi interpellati per telefono hanno affermano che i loro lontani parenti provenivano dal centro Sardegna, da Fonni alcuni, da Bolotana altri. Sta di fatto che Siliqua, Domusnovas, Vallermosa, Villamassargia e altri paesi della valle del Cixerri, sono stati sottoposti, nell'arco dei secoli, per l'abbondanza dei pascoli, a forte immigrazione dai pastori della Barbagia. Quello che ci sembra strano è il fatto che il cognome Bachis, oggi non è presente né a Fonni, né a Bolotana e neppure in centro Sardegna. Ciò però non costituisce impedimento a credere alle affermazioni di quelli intervistati, in quanto il cognome deriva dal nome Bachisio, e quindi originariamente era de Bachisio, poi de Bachis ed infine Bachis. Uno degli intervistati dichiara addirittura che un suo antenato fu tra i primi colonizzatori della valle del Cixerri, nel territorio ove oggi sorge Siliqua. Come centro abitato medioevale, Villa, Siliqua, è registrato per la prima volta nel 1272. E' del 1289 l'episodio dantesco del Conte Ugolino della Gherardesca, di parte Guelfa, signore del Castello di Siliqua, S'Acqua Frida di Siliqua ( Divina Commedia - Inferno canto XXXIII° : La bocca sollevò dal fiero pasto// quel peccator, forbendola ai capelli// del capo ch'elli avea di retro guasto"". ), imprigionato, e insieme a lui due figli e due nipoti, per ordine dell'arcivescovo Ruggieri e di alcune potenti famiglie pisane di parte ghibellina,  nella torre del Castello e tenuti lì senza cibo sino alla morte.  Siliqua fu villa romana poi abbandonata e ripopolata in periodo giudicale probabilmente dagli abitanti del borgo del Castello. Fece parte dei possedimenti del Conte Ugolino della Gherardesca e successivamente divenne villaggio dei territori oltremarini della Repubblica comunale di Pisa. Da 1324 appartenne al Regno catalano aragonese di Sardegna, poi al Giudicato di Arborea e dal 1409 tornò a far parte del Regno di Sardegna. Andò quindi spopolandosi, ma non del tutto. Negli ultimi due secoli il suo territorio e quello dei centri vicini, Vallermosa, Domusnovas etc., come sopra detto, ricchi di pascoli sono divenuti meta preferita dei pastori barbaricini. Non sembra strano dunque che un (de) Bachis o più (de) Bachis, pastori di Barbagia, abbiano contribuito alla colonizzazione della valle del Cixerri. Rimane caratteristica, non solo a Siliqua, ma in tutto il territorio del Cixerri ed in Campidano, l'espressione: "Custu ti dhu nàrat tziu Bachis"! ("Questo te lo dice zio Bachis"!). Quando si afferma una cosa con certezza assoluta! Il cognome Bachis è attualmente presente in 66 Comuni italiani, di cui 27 in Sardegna: Siliqua 149, Decimo 25, Cagliari 24, Selargius 15, Villamassargia 12, etc. Bacchis ( per errore anagrafico) è presente in 33 Comuni italiani, di cui 16 in Sardegna: Sant'Anna Arresi 12, Domusnovas 9, Villamassargia 6, etc
BACCI
BACCINI
BACCINO
Bacci è tipico della fascia centrale che comprende bolognese, Toscana, Umbria ed alto Lazio, con un ceppo anche nel veneziano, Baccini è tipicamente del fiorentino, con un ceppo anche nel basso Lazio, Baccino è esclusivo del savonese, derivano o dall'ipocoristico contratto di nomi come Brancaccio, Fortebraccio e simili o dal cognomen tardo latino Baccinus di cui abbiamo un esempio in un'antica lapide funeraria: "Marcius L(uci) l(ibertus) Baccinus / an(norum) LV h(ic) s(itus) e(st) Kania · W(mulieris) · l(iberta) / Phyrallis uxor · pos(t) · mor(tem) · / faciendum curavit", tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio nella dichiarazione che  nel 1228 scrissero 4300 Pisani giurando di mantenere l'alleanza fatta con Siena, Pistoia e Poggibonsi, dove si individua unb certo Bartalomeus Baccini.
BACCIGALUPI
BACCIGALUPPI
BACIGALUPI
BACIGALUPPI
BACIGALUPPO
Baccigalupi è genovese, Baccigaluppi, estremamente raro è ligure, Bacigalupi rarissimo sembrerebbe dello spezzino, Bacigaluppi, assolutamente rarissimo, è specifico di Camporosso (IM), Bacigaluppo è praticamente unico, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Ventimiglia (IM) nel 1700 con il prelato monsignor Antonio Maria Bacigaluppi.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Tipico cognome ligure, è una variante del più diffuso Bacigalupo, particolarmente presente nei comuni di Genova, Chiavari e Lavagna. Altre forme cognominali derivate, sempre liguri ma riscontrabili anche in altre regioni per migrazioni avvenute in passato, sono Bacigalupi e Baccigalupo. Il cognome è di difficile interpretazione: deriva da una frase composta dal verbo, sicuramente dialettale ligure, baciga, terza persona singolare di bacigare unito al termine lupo. Più interpretazioni etimologiche possono assere avanzate per la spiegazione del significato del verbo bacigare: la prima ipotesi considera il termine francese bac, che significa letteralmente traghetto, battello; bacigare potrebbe derivare dalla acquisizione del vocabolo francese con italianizzazione in senso dialettale e trasformazione nel verbo bac-igar. Il cognome potrebbe essere originato dal soprannome attribuito ad un uomo che traghettava i lupi o il lupo, forse connotazione dispregiativa di un predone che costituiva una minaccia proveniente dal mare. Altra tesi, forse più plausibile, prende in esame i termini greci bactereùo o bactreùa (bastone, verga) e bactaricrousa (picchio col bastone), nonchè il vocabolo latino baculum (bastone, verga) ed il suo diminutivo bacillum (bastone, verga usata dai littori; quindi usata da chi esercitava un potere), da cui potrebbe derivare in dialetto ligure arcaico bacigo nel senso di picchio con il bastone. Considerando il fatto che il bastone della tradizione latina, il bacillum, era quello adoperato da un uomo che esercitava il potere, si può sostenere che il cognome Bacigalupo sia nato nei secoli scorsi come soprannome assegnato in maniera canzonatoria ad un personaggio che era solito coraggiosamante colpire i lupi con la sua verga probabilmente per allontanarli dalla sua abitazione o dalle sue bestie se era un pastore; probabile anche che fosse un lavoratore di pelli di lupo allo scopo di produrre capi di abbigliamento.  Tra i Bacigalupo vanno ricordati alcuni personaggi illustri: Nicolò (1837 - 1904), tesoriere del comune di Genova e poeta di nota fama, il colonnello Bacigalupo, cui toccò l'onore di scortare, con uno scelto drappello di truppe a cavallo, gli ospiti francesi (fra cui Giuseppina Bonaparte) lungo la strada della Bocchetta negli anni della Repubblica Ligure (1797 - 1799); negli stessi anni del colonnello un tale Paolo Bacigalupo fu autore di una sommossa a Chiavari.
integrazioni e stemma forniti da Alessandro Bacigalupo
Nello stemma dei Bacigaluppo c'è un lupo che tiene le quattro zampe su un piatto da bilancia che in genovese si dice bansiga. Si potrebbe ipotizzare una derivazione dal mestiere di commerciante di pellame.
integrazioni fornite da Alberto Bacigalupi
Bacigalupi è cognome originario esclusivamente di una frazione del comune di Rezzoaglio, in Val d'Aveto - entroterra di Chiavari (Liguria provincia di Genova, Levante). Non è originario dello spezzino dove nasce circa verso il 1900 per il trasferimento di emigranti che in attesa di imbarco per le Americhe trovano lavoro all'Arsenale di La Spezia e lì si fermano.
BACCON Baccon è un cognome molto raro tipico del torinese, di Chiomonte e Salbertrand, dovrebbe essere di origini francesi, potrebbe derivare dal soprannome e nome longobardo Bacco, Bacconis, nome a sua volta originato dal termine bag (lotta, contesa, battaglia), di questo nome abbiamo un esempio nel 1146 a Milano in un Breve finis: "...Presentia bonorum hominum quorum nomina subter leguntur, per lignum et pergamenum que suis tenebant manibus Anselmus Tintore et Vuerenzo filius quondam Bregongii et Amizo qui dicitur Ruzo et Scoto qui dicitur Bacco de civitate Mediolani, decani de scola Sancti Michaellis...".
BACCONE
BACCONI
Baccone è unico, Bacconi è tipicamente toscano dell'aretino e di Civitella In Val Di Chiana ed Arezzo in particolare, dovrebbe derivare dal soprannome e nome longobardo Bacco, Bacconis (vedi BACCON).
BACCUZZI
BACUZZI
Baccuzzi, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione del cognome Bacuzzi, che è caratteristico di Sorisole nel bergamasco, e che dovrebbe derivare da un soprannome originato dal fatto che il capostipite di mestiere allevasse i bachi da seta o li lavorasse per produrre il filato di seta.
BACIOCCHI
BACIOCCO
Baciocchi, presente in modo sporadico nell'Italia centrosettentrionale, ha un ceppo a Roma, Baciocco, assolutamente rarissimo, sembrerebbe ligure, dovrebbero derivare da un soprannome forse attribuito al capostipite, originato dal termine italiano, ormai caduto in disuso, baciocco (sciocco, sempliciotto).
BADALA
BADALA'
Badala è una forma probabilmente dovuta ad un errore di trascrizione del cognome Badalà, tipico di Acireale (CT).
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Originari entrambi del catanese, Badala e Badalà derivano dal nome medievale Badalà (variante del più comune Vadalà), l'italianizzazione cioè del personale arabo Abd Allah, col significato di servo di Dio (vedi Vadalà). Si tratta, dunque, delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
BADALAMENTI Cognome tipico del palermitano che dovrebbe derivare da un soprannome originato dall'attività di organizzatore delle prefiche, cioè di coloro che erano adibite alle lamentazioni funebri, colui quindi che aveva l'incarico di badare alle lamentazioni in onore del defunto.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Secondo un'ipotesi interessante, l'origine dei cognomi Badalamente e Badalamenti andrebbe ricercata nel nome medievale Badalamenti, nato come adattamento popolare del personale arabo Abd Al-Amin, col significato di servo del Fedele o, in senso lato, servo di Maometto (nella religione musulmana, infatti, Al-Amin è un epiteto attribuito al profeta Maometto); da non escludere, tuttavia, anche una derivazione dal nome arabo Abd Al-Aman, col significato di servo della Fede. In conclusione, dunque, si tratterebbe delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
BADALATI
BADALATO
Badalati, molto raro, è specifico di Adrano e Biancavilla (CT), Badalato, molto più raro, è comunque siciliano, potrebbe derivare da nomi di località o da un soprannome.
BADALUCCHI
BADALUCCO
Badalucchi, assolutamente rarissimo, è toscano, Badalucco ha un piccolo ceppo tra fiorentino e bolognese ed un nucleo importante nel trapanese, potrebbero derivare da soprannomi dialettali, difficilmente possono essere stati originati dal toponimo Badalucco (IM).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
La parola 'badalucco' significa 'trastullo'. Cfr: G. Villani "Terrèmogli in badalucchi e schermugi gran parte del dì." in 'Crestomazia di prose del Trecento', Firenze, 1887, p. 347. Il cogn. Badalucco, presente a Catania, deriva secondo G. Rohlfs 46, dal siciliano 'badaloccu' = babbeo.
integrazioni fornite da Marco Faraldi
Il nome del paese di Badalucco dovrebbe derivare dalla parola composta da bada, forma contratta ed alterata del termine baudo che dovrebbe significare bosco, derivando dall'antico termine germanico vaud (bosco) (n.d.r. ricordiamo che in longobardo bosco si diceva wald).
BADANAI Molto raro, parrebbe veneto, dovrebbe derivare da un soprannome.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Badanai è un tipico cognome veneto, registrato in larga misura nella provincia di Venezia, con picchi di intensità nel comune di Cinto Caomaggiore. Badanai è anche presente, con ogni probabilità per conseguenza di flussi migratori dalla provincia veneziana, in Lombardia, Piemonte, Liguria e Lazio. A mio avviso, il cognome in questione trae origine dall'espressione badare ai denari, ai propri interessi, attribuita come soprannome al capostipite in senso canzonatorio per mettere in risalto lo spirito avido di guadagni e vistosamente avvezzo al denaro.
integrazioni fornite da Gigi Colombo
Nel dizionario veneziano di Giuseppe Boerio si trovano l'aggettivo badanà e il verbo badanarse col significato di affannato e affannarsi.
BADARACCHI
BADARACCO
BALDARACCHI
Badaracchi, assolutamente rarissimo ha un piccolo ceppo a Campo nell'Elba sull'Isola d'Elba ed uno a Tivoli e Roma nel romano, Badaracco, tipico del genovese, di Rezzoaglio, Chiavariu, Recco e Borzonasca, ed ha un ceppo anche a Roma e Tivoli, Baldaracchi, quasi unico, ha un piccolissimo ceppo a Roma, potrebbero derivare dal nome medioevale Baldracus, ma non si può escludere che possano avere avuto origine da un'italianizzazione del nome ebraico Barachias, meno probabile una connessione con il nome Badache diffuso in Africa del nord, tracce di queste cognominizzazioni in Liguria si trovano almeno dal 1100.
BADARELLI
BADARELLO
Sia Badarelli che  Badarello sono estremamente rari ed entrambi piemontesi, si potrebbe trattare di forme medioevali italianizzate derivate dal termine medioevale francese badelaire (tipico coltellaccio ricurvo), ma è anche possibile trattarsi di forme ipocoristiche del nome medioevale francese Badaut, nel 1600 in Valsesia è notaio un certo Bartolomeo Badarello di Campertogno (VC).
BADAS Badas è specifico del cagliaritano, di Monserrato, Cagliari e Selargius, dovrebbe derivare da un soprannome attribuito al capostipite.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BADAS: Significato ed etimo incerti. In sardo l'espressione de badas significa inutilmente: "D' has fattu de badas"! = "L'hai fatto inutilmente"! E viene dallo spagnolo de badas, con lo stesso significato. Non è presente negli antichi documenti della lingua sarda. Attualmente è presente in 12 Comuni italiani, di cui 11 in Sardegna: Monserrato 36, Cagliari 35, Selargius 33, Musei 9, etc.
BADESSA
BADESSI
BADESSO
Badessa assolutamente raro sembra avere un ceppo torinese ed uno siciliano, Badessi molto molto raro sembra romano, Badesso rarissimo è tipico del trevigiano, potrebbe derivare da soprannomi legati a rapporti con un'abbazia.
integrazioni fornite da Antonello Badessi
Il Cognome Badessi non è di origine romana. Di probabile origine romagnola. Il ceppo di Roma deriva da un unico capostipite Romeo Badessi, (mio trisnonno) nato a Ravenna nel 1849. Nel 1870, dopo aver militato giovanissimo nei garibaldini, si trasferiva a Roma  e sposava una donna romana.
BADI
BADO
Badi ha un ceppo a Luino nel varesotto, che si estende anche a Germignaga sempre nel varesotto e ad Erba nel comasco, ed un ceppo molto piccolo a Genova, Bado ha presenze nel cuneese, savonese e genovese ed un ceppo nel padovano, a Piove di Sacco, Brugine, Padova, Codevigo e Vigonza, ed a Treviso, dovrebbero derivare dal nome medioevale germanico Bado, probabilmente portato dai capostipiti e basato sul vocabolo bad (battaglia, combattimento).
BADIA
BADII
BADIO
Badia ha un ceppo romano ed un piccolo ceppo a L'Aquila, un probabile ceppo in Calabria, uno nel veronese e alcuni altri, Badii è specifico dell'area fiorentino, aretina, Badio, assolutamente rarissimo, è veneto, del rovigoto e padovano, questi cognomi dovrebbero derivati da soprannomi originati dal fatto di essere i capostipiti particolarmente abbienti, tanto da essere indicati con il termine di badia (abbazia, ma, nell'uso comune, casa e situazione molto confortevole, abbondanza, ricordiamo l'espressione ormai caduta in disuso "casa mia, casa mia per piccina che tu sia tu mi sembri una badia"), in alcuni casi potrebbero derivare dai vari toponimi contenenti il termine Badia, come Badia (CZ), Badia Calavena (VR), ecc. o anche dal fatto che la famiglia vivesse nella vicinanza di una Badia.
BADIALE
BADIALI
Badiale ha un ceppo nello spezzino, Badiali, molto più diffuso, ha un nucleo principale nel bolognese e ceppi nelle Marche ed in Toscana, dovrebbero derivare dall'essere la famiglia connessa o legata ad una badia (abbazia), perchè ad esempio stanziata su terreni dell'abbazia o da essa dipendente.
BADINI Badini è molto diffuso nel biellese, nel verbanese, in Lombardia, soprattutto nel bresciano, nel bolognese, nel fiorentino ed aretino, nel grossetano e nel Lazio, dovrebbe derivare da una forma aferetica di un ipocoristico dialettale del nome o soprannome Sabato.
BADINO Badino è tipico della zona occidentale dell'Italia settentrionale, del torinese, cuneese, alessandrino, imperiese, savonese e genovese, dovrebbe derivare da una forma contratta del nome medioevale Balduinus o Baldovino (vedi BADOINO), o da una forma aferetica ipocoristica di nomi medioevali germanici come Theobaldus.
BADOINO
BADOVINI
BADUINI
BADUINO
BALDOVINI
BALDOVINO
Badoino, abbastanza raro, è del savonese, Badovini rarissimo è del piacentino, Baduini, assolutamente rarissimno, è tipico del milanese e bergamasco, Baduino, ancora più raro, è specifico dell'area allessandrino, ligure, Baldovini, sempre rarissimo, parrebbe del riminese e pesarese, Baldovino è piemontese, dell'area alessandrino, astigiana, Balduini, sempre abbastanza raro, ha piccoli ceppi nel centronord, in particolare nel pesarese e riminese, Balduino ha un piccolo ceppo nel torinese, uno nel reggiano ed uno nel crotonese, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da variazioni più o meno dialettali del nome Baldovino portato dai capostipiti, un esempio dell'uso misto di questi nomi li troviamo in questo scritto dell'anno 1096: "...comitisse dux Godefridus et frater eius Balduinus.. ..Baduinus Jherosolimitanus duxit uxorem Idam, filiam Henrici imperatoris quarti....".
BADOLATI
BADOLATO
Badolati, molto molto raro, ha un ceppo a Napoli, Badolato, tipico di Catanzaro e provincia, dovrebbero derivare dal nome di toponimi francesi come ad esempio Badolle di Saint Jean Saint Maurice sur Loire o altri simili, il cui nome di origine occitana starebbe per posto di guardia.
BADOLIN Badolin, molto molto raro, è tipicamente veneziano, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale, probabilmente attribuito al capostipite, basato sul termine veneziano arcaico badolin (sciocchino, credulone).
BADUENA Specifico del sassarese, zona di Valledoria, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal fatto che il capostipite abitava presso un guado e sarebbe originato dalla fusione di due vocaboli badu (guado) ed ena (fonte).
BAFFA Baffa è un tipico cognome calabrese, del cosentino in particolare e del crotonese, con un piccolo ceppo anche nel leccese, l'ipotesi più probabile è che possa trattarsi di un cognome di origini grecoalbanesi, derivato dal nome della città di Paphos, situata sull'isola di Cipro, e che sia giunto in Italia nel 1400 all'epoca dellla guerra di aggressione ad opera dei turchi contro le terre greche e della Repubblica Serenissima di Venezia, esiste, anche se non molto probabile, la possibilità che possa, in qualche caso, trattarsi di un'alterazione del cognome Baffi (vedi BAFFI).
BAFFI
BAFFO
Baffi ha un ceppo lombardo, soprattutto nel bergamasco, ma diffuso anche nel cremonese, nel lodigiano, nel pavese e nel piacentino, Baffo è un cognome oggi tipico del maceratese con un ceppo anche tra ternano e viterbese, potrebbero derivare da un soprannome originato da caratteristiche fisiche. Tracce di questa cognominizzazione si trovano a Venezia nel 1400 dove un certo Ambrogio Baffo, che è elencato tra i Notai della Serenissima dal 1409 al 1445, e nel 1500 a Marostica (VI) dove un certo Vincenzo Baffo ne è il Podestà.
integrazioni fornite da Guido Baffo
Antichissimo cognome veneziano. La presenza della nobile famiglia Baffo,nella città di Venezia,è documentata sino dal V sec.("Il campidoglio veneto" di G.A.Capellari Vivaro).  Questa famiglia, già presente nel Maggior Consiglio, vi rimase inclusa durante la famosa Serrata del 1297.  La discendenza di questo casato è documentata fin dal 1100. Baffo, toponimo, identifica appunto la città (Paphos) di origine di questa famiglia, città dell'isola di Cipro.  A questa famiglia appartennero: Cecilia Venier-Baffo, la futura Nurbanu 1525-1587 (figlia di Nicolo Venier e di Violante Baffo) moglie prediletta di Selim II° detto "lo stolto" imperatore dei Turchi e madre adorata di Amurat III° ; Giorgio Baffo 1694-1768, poeta lubrico del 700 veneziano. Primo cognome di questa famiglia fu Brafo.
BAGAGLI
BAGAGLIA
BAGAGLIO
Bagagli ha un ceppo nel pisano, soprattutto a Capannoli, con ramificazioni anche a Livorno ed Empoli, ha un nucleo perugino ed uno romano, Bagaglia ha un ceppo perugino ed uno a Capriati a Volturno nel casertano, Bagaglio, abbastanza raro, ha un ceppo a Mercallo nel varesotto, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale relativo al mestiere di addetto al trasporto di acqua o legname presso i pastori, ma per il ceppo lombardo si può anche ipotizzare una derivazione dal termine dialettale bagàj (peso) usato come soprannome.
BAGANTE
BAGANTI
Bagante è tipicamente veneto, di Padova e di Sovizzo e Vicenza nel vicentino, Baganti decisamente più raro, è toscano, dovrebbero derivare da soprannomi basati sul termine semidialettale medioevale bacante o bagante, con il significato di giocherellone, spirito festoso ed allegro, forse una caratteristica comportamentele dei capostipiti.
BAGARDI
BAGORDI
BAGORDO
Bagardi è praticamente unico e potrebbe essere di origini bergamasche, Bagordi, quasi unico, sembrerebbe pugliese, Bagordo ha un ceppo a Noale nel veneziano, uno piccolissimo a Monfalcone nel goriziano ed a Trieste, ed uno, il principale, in Puglia a Monopoli nel barese, a Cellino San Marco e Fasano nel brindisino ed a Montemesola nel tarentino, questi cognomi potrebbero derivare da soprannomi stanti ad indicare nei capostipiti probabilmente dei mangioni, ma molto più probabilmente derivano direttamente o tramite alterazioni dialettali dal nome medioevale germanico Baghard, a sua volta composto dai termini baga (guerra, contesa) e hard (duro).  Tracce di queste cognominizzazioni si trovano nel testamento di Bonvesin de la Riva stilato a Milano nel 1313, dove tra l'altro si può leggere: "... Paganinus filius quondam Bagardi de Cortina de Vicomercato (Vimercate (MI)) contrate Sanctii Michallis ad Cluxam...".
BAGAT
BAGATO
BAGATTO
Bagat, quasi unico, è goriziano, Bagato, molto più raro, sembra della zona al confine tra padovano e veneziano, Bagatto sempre rarissimo è tipico dell'area tra San Daniele del Friuli e Ragogna (UD), dovrebbero tutti derivare da un soprannome dialettale originato dal termine dialettale lombardoveneto bagatt (ciabattino), forse originato dal mestiere del capostipite, bisogna però considerare che in epoca medioevale il bagatto era una specie di imbonitore da poco o apprendista ciarlatano, che si poteva incontrare nelle fiere di paese, quindi questa potrebbe anche essere l'origine di questi cognomi, sia riferiti a quel tipo di attività, sia come soprannome scherzoso riferito ad un particolare modo di comportarsi dei capostipiti.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cognome veneto che viene dalla voce veneta 'baga' = otre, e metaforicamente 'panciuto'. D. Olivieri, Cognomi della Venezia Euganea, 220.
BAGATIN
BAGATINI
Bagatin molto raro probabilmente di origini veneziane è tipico del rovigoto, Bagatini è unico, dovrebbero derivare dal termine dialettale arcaico veneto bagatin , il bagatin era una monetina corrispondente ad un dodicesimo di soldo veneto, veniva anticamente inteso anche come cosa da poco e riferito alle persone come uno insignificante: "no ti vale un bagatin" = non vali niente, si hanno tracce di questa cognominizzazione a Venezia fin dal 1600, in una specie di censimento veneziano del 1642 si legge di un certo Agostin Bagatin, artesano de S. Canciano.
BAGGI
BAGGINI
BAGGIO
BAGINI
Baggi è specifico dell'area che comprende le province di Lodi, Milano e Bergamo, Baggini abbastanza raro è tipico del pavese, Baggio ha due nuclei, uno nel milanese e comasco ed uno in Veneto tra vicentino, padovano e trevisano, Bagini, rarissimo, è del nordest della Lombardia. Il cognome deriva dal toponimo Baggio, sobborgo di Milano. Personaggio famoso è stato S. Anselmo da Baggio (1036-1086), mantovano, vescovo di Lucca che divenne Papa Alessandro II°.
integrazioni fornite da Riccardo Baggio
Il personaggio famoso sopraindicato è Anselmo da Baggio nato intorno all'anno 1010, vescovo di Lucca, che diventa Papa nel 1061 con il nome di Alessandro II°; muore nel 1073 ed è sepolto a Roma nella Basilica Lateranense.  Anselmo II° da Baggio, nipote del precedente, nato nel 1035-1036, anch'egli vescovo di Lucca (per nomina dello zio Papa), consigliere spirituale di Matilde di Canossa, è il santo protettore di Mantova dove morì nel 1086 e dove è sepolto nel pavimento del Duomo.  La famiglia Baggio risiedeva allora a Milano in una casa-fortezza in quel di Brera - Ponte Vetero; negli anni dal 1054 al 1056 Anselmo occupa ai danni del Monastero di S. Vittore  la Pieve di Cesano, nei pressi di Baggio ("Badaglum" romano), località d' origine della famiglia e con una donazione fa costruire la chiesa di S. Apollinare; a Milano fonda l' Oratorio di Sant'Ilario nell'odierna via Lauro.
BAGIACCHI
BAGIACCI
Bagiacchi sembra essere specifico della zona di Città di Castello (PG), Gubbio (PG) e dintorni, Bagiacci è praticamente unico e dovrebbe trattarsi di un errore di trascrizione del primo, dovrebbe derivare da modificazioni dialettali del termine medioevale baglio, che dal tardo medioevo serviva ad indicare personaggi che occupavano posizioni rilevanti sia politiche che amministrative o giudiziarie.
integrazioni fornite da Siro Bargiacchi
Bagiacchi potrebbe essere un errore di trascrizione del cognome Bargiacchi, cognome di derivazione ebraica (bar-jacob) introdotto dalla Spagna (negli USA esiste un Barjacoba) nel 1492 è attestato lungo la Firenze Mare.
BAGLI
BAGLIETTI
BAGLINI
BAGLIO
BAGLIONE
BAGLIONI
BAGLIVI
BAGLIVO
BAIONE
BAIONI
BAJETTA
BAJETTI
BAJONI
Bagli, rarissimo, è tipico del riminese, Baglietti è settentrionale ed è assolutamente rarissimo, Baglini, molto raro, è tipico del pisano e livornese, Baglio parrebbe siciliano, Baglioni è tipico della fascia centrale dell'Italia, Baglione è diffuso principalmente in Piemonte, Sicilia e Lazio, Baglivi ha un ceppo nel salernitano a Perito ed Agropoli ed uno nel leccese a Lecce e Vernole, Baglico ha un ceppo campano a Cicciano (NA) ed a Casal Velino (SA) ed un importante ceppo pugliese a Tricase (LE) e, sempre nel leccese Presicce, Specchia, Taurisano e Galatina, Baione, molto raro, è tipico dell'area salernitana e della Lucania, di Salerno, Altavilla Silentina (SA) e di Potenza, Baioni è specifico dell'area milanese e bergamasca, della Romagna e delle marche, Bajoni, assolutamente rarissimo, parrebbe del milanese, Bajetta, molto molto raro, è del milanese, Bajetti decisamente molto più raro, potrebbe essere lombardo. L'origine di questi cognomi è ascrivibile alla funzione di Baglio o Baglivo che dal tardo medioevo serviva ad indicare personaggi che occupavano posizioni rilevanti sia politiche che amministrative o giudiziarie. Il Baglio o Balio o Balivo era il magistrato o il consigliere reggente una città per conto del sovrano e appartenere alla famiglia di un Balivo era motivo onorifico, tanto da renderlo un attributo da trasmettere alla discendenza, identificando così un'origine che si distingueva dalla norma. La distribuzione del cognome è in tutta Italia, anche se più rappresentata in quella centrale.
BAGLIANI
BAGLIANO
Bagliani è tipicamente piemontese di Alessandria, ma ha anche un ceppo ligure, probabilmente secondario, a Genova, Sanremo e Finale Ligure, Bagliano, molto raro, parrebbe di origini piemontesi, sempre dell'alessandrino, con un ceppo anche a Genova e Torino, potrebbero derivare dal toponimo Casalbagliano (AL), ma è pure possibile una derivazione dal nome medioevale Balianus, Baliani, di cui abbiamo un esempio in un atto di vendita della seconda metà del 1100: "...In nomine Sancte et Individue Trinitatis Patris, et Filis et  Spiritus Sancti Amen. Notum sit omnibus tam futuris, quam presentibus quod Ego Balduinus Ramatensis Dominus consilio et voluntate Baliani Fratris mei nec non assensu Filiorum mearum · Eschite et Stephanie et virorum eanim Hemerici · Et Amalrici vicecomitis Neapolitani...".
BAGLIERE
BAGLIERI
BAGLIERO
BALIERI
Bagliere, Bagliero e Balieri sono quasi praticamente unici, Baglieri è invece specifico del sud della Sicilia, tipico del ragusano e del siracusano, con presenze comunque significative anche nel catanese, dovrebbero originare dal fatto che il capostipite fosse appunto un bagliere o bailiere termine medioevale per messo ufficiale di un'autorità, una specie di Ufficiale Giudiziario medioevale, uso che troviamo ad esempio citato nell'opera antichissima Leggenda di Barlaam e Josafat tradotta in volgare da Bernardo Pulci nel 1474: "...Quando lo reo Avemur udicte queste cose che cutale gente s'erano levate che mispregiavano suoi idule et predicavano lo nome di Yhesu Cristo, et che non doctavano morte, molto fu pieno di grande ira et di grande trestitia et comandò per tucta sua terra ai suoi bailieri et ai suoi siniscalchi che tucti quelli ch' ei potesseno trovare che credesseno indel nome di Yhesu Cristo, che per diverse morte li facesseno morire...".
BAGNARA
BAGNARI
BAGNARO
Bagnara ha un ceppo nel vicentino a Conco, Camisano Vicentino, Vicenza, Bressanvido, Sarego, Sandrigo e Dueville, un ceppo nel ravennate a Ravenna, Lugo e Faenza, presenze a Roma ed a Terracina nel latinense, dovute probabilmente all'emigrazione in occasione della bonifica Pontina, un piccolo ceppo a Montoro Superiore nell'avellinese, ed uno in Sicilia a Caltagirone nel catanese, Bagnari è specifico del ravennate, di Bagnacavallo, Ravenna e Faenza, Bagnaro, assolutamente rarissimo, è campano, dovrebbero derivare dal nome di paesi come Bagnara frazione di Cremona, Bagnara nel veneziano e nel rovigoto, Bagnara di Romagna nel ravennate, Bagnara nel beneventano ed altri simili, nome che dovrebbe derivare dal latino balnearia, dovuto probabilmente alla presenza di paludi nel territorio.
BAGNASCHI Molto molto raro è tipico del lodigiano, dovrebbe derivare dal nome di un'antica località ora scomparsa.
BAGNASCO Tipico dell'areale che comprende le province di Cuneo, Asti, Alessandria, Savona e Genova, dovrebbe derivare dai toponimi Bagnasco (CN) o Bagnasco (AT).
BAGNATI
BAGNATO
Bagnati sembrerebbe specifico del varesotto, Bagnato invece ha un ceppo pugliese, uno siciliano nel messinese, ma iò nucleo principale è calabrese.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Bagnato, da intendere probabilmente nel senso di battezzato, purificato con l'acqua santa (vedi anche Battezzato e Battiato). Dal punto di vista etimologico, infatti, si riscontra un'esatta corrispondenza fra i verbi bagnare e battezzare, in quanto quest'ultimo trae origine dal greco baptizein, che letteralmente significa proprio bagnare, immergere nell'acqua: seguendo questo ragionamento, allora, è possibile supporre che in passato il verbo bagnare fosse utilizzato come variante del verbo battezzare (che, di fatto, consiste in una forma più dotta del latino medievale, trattandosi di una voce di origine straniera) e di qui scaturirebbe l'equivalenza fra i nomi medievali Bagnato e Battezzato. Dal punto di vista storico, comunque, tracce di questo nome si riscontrano a Siena nel corso del '200, con un certo Bagnato del Borgo d'Arbia, padre di Baroccio e marito di Imilia. Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti, anche se in alcuni casi non è esclusa una derivazione da soprannomi ad essi attribuiti.
BAGNATICA Assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico del bresciano, dovrebbe derivare dal toponimo Bagnatica (BG).
BAGNESCHI Molto molto raro è tipico di Capannori (LU), dovrebbe derivare da toponimi come Bagni di Lucca (LU).
BAGNETTI Bagnetti, molto raro, è specifico di Perugia e del perugino, potrebbe derivare da forme etniche di toponimi come Bagnaia, Bagnera o Bagni, tutti ben presenti nel perugino.
BAGNI
BAGNO
Bagni è specifico dell'area che comprende le province di Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Firenze, Pistoia e Prato, Bagno ha un ceppo nel padovano, uno tra casertano e napoletano ed uno nel Salento, dovrebbero derivare dai vari toponimi contenenti la radice bagn-, toponimi molto molto diffusi in Italia.
BAGNINI Bagnini, molto raro, sembrerebbe specifico di Città di Castello nel perugino, potrebbe trattarsi di una forma etnica riferita ad un capostipite proveniente dal paese senese di San Casciano dei Bagni o da Bagno di Romagna nel forlivese o da altri paesi viciniori contenenti la radice bagno.
BAGNOLI Molto diffuso in Emilia, Romagna ed in Toscana, ha ceppi probabilmente non secondari, nel milanese, nel napoletano ed in Molise, dovrebbero derivare da toponimi come Bagnoli (AR), (GR), (NA), (IS), ecc., toponimo molto diffuso normalmente impiegato per indicare località termali. Una località con questo nome esisteva anche nel milanese in epoca longobarda, come si evince da quest'atto di vendita del 1138 tratto dal Codice Diplomatico della Lombardia medievale: "...Anno ab incarnacione domini nostri Iesu Christi millesimo centesimo trigesimo octavo, die mercurii mensis octubris, indicione prima. Constat nos Lanfrancum, filium quondam Alberici, de loco Capriani, et Ottam iugales, qui professi sumus lege vivere Longobarda, ...... pro nostra porcione de tota illa terra quam habere visi sumus in illo loco tantum qui dicitur in Lama et est in pertinentia Bagnoli, cum quanto de nostro iure in ipso loco inveniri potest...".
BAGNUS Bagnus, molto raro, sembrerebbe del cuneese, potrebbe derivare dal nome di un antico toponimo.
BAI
BAJ
Bai ha un nucleo nel milanese e varesotto, uno nel bolognese, uno nel grossetano, Baj ha un ceppo nel milanese e nel varesotto, uno a Torino ed uno a Roma, dovrebbero derivare dall'apocope dell'aferesi del nomen latino Liberale di cui abbiamo un esempio nel VITA DIVI VESPASIANI di Svetonio: "...reciperatorio iudicio pronuntiatam, patre asserente Flavio Liberale Ferenti genito nec quicquam amplius quam quaestorio scriba....", ma è pure possibile una derivazione dalla troncatura di funzioni pubbliche come quella del Baglivo.
BAIAMONTE
BAIAMONTI
BAJAMONTE
Baiamonte è tipico del palermitano e dell'agrigentino, assieme a Bajamonte, Baiamonti rarissimo potrebbe essere veneto o emiliano, derivano dal nome medioevale Baiamons, Baiamontis, di cui abbiamo traccia ad esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale, dove, sotto l'anno 1168, si può leggere: "...manuum Carli de Curte Nova et Pandemilii et Baiamontis Ferrarii et Suzi Sartoris, testium...". Questa cognominizzazione la troviamo ad esempio a Modena nel 1170 con Rolando di Baiamonte. uno dei firmatari della carta di fedeltà ai Consoli di Modena contro  Montecuccolo, i Conti di Gomola e altri capitani e valvassori del modenese.
BAIARDI
BAIARDO
BAJARDI
BAJARDO
Baiardi ha un ceppo nell'alessandrino ed uno nel forlivese, con presenze anche in centro Italia, Baiardo sembrerebbe genovese, Bajardo, estremamente raro, è genovese, Bajardi, estremamente raro, ha un nucleo palermitano ed uno probabilmente secondario a Torino, possono derivare dal nome medioevale Bajardus, derivato da un soprannome originato dal colore bruno dei capelli o della carnagione (simile a quella di un cavallo baio), in alcuni casi derivano dal toponimo Bajardo (IM), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1277 a Fabriano (AN) quando è console Girardus Baiardus, nel 1500 è Governatore di Narni e Spoleto un Ioannes Baptista Baiardi di Parma: "...domino Joannes Baptista Baiardi iudex utriusque doctor et eques parmenses civitatis Narnie gubernator...".
BAIGUERA
BAIRA
Baiguera è tipico del bresciano, di Brescia, Manerbio, Verolavecchia, Quinzano d'Oglio, Orzinuovi, Pontevico e Pavone del Mella, Baiera è quasi unico, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale originato da un termine che identifica un particolare tipo di pala, specifico del bresciano, forse ad indicare nel capostipite un manovale addetto a lavori pesanti.
BAILI
BAILO
BAILONE
BAILONI
BALIO
BALLIO
Baili, quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione di Bailo, che è tipicamente settentrionale, in particolare dell'alessandrino, del torinese e del milanese, con ceppi anche nel triveneto, nel fiorentino e nel romano, Bailone, molto molto raro, sembrerebbe decisamente piemontese, di Torino e di Saluzzo nel cuneese, Bailoni è specifico del Trentino, di Vigolo Vattaro soprattutto e di Trento, Balio, assolutamente rarissimo, potrebbe essere dell'Italia centrosettentrionale, in particolare del milanese, dove è sicuramente concentrato il quasi altrettanto raro Ballio, dovrebbero tutti derivare dal termine latino baiulus o bailus (reggente), magistrato medioevale che gestiva il potere politico di un paese alle dipendenze dirette del feudatario o per conto del Principe (vedi anche BAGLI): "...Civitate ex antiquo usu dicitur Bailus, id est, negotiorum director seu potius ex gerulo, qui onera gerit, Baiulur, id est, Orator diceretur. Cicero enim de Orat inquit: [Remigem aliquem, aut Baiulum nobis Oratorem descripseras.] Tempore graeci dominii Venetus Orator Mpailus vocabatur. [Magistratus vero, qui certis temporibus eo mittuntur Venetorum Mpailus, sive Curator Pisanorum, et Genuensium Potestas appellatur....", ma è pure possibile che in qualche caso i ceppi piemontesi possano derivare dal nome del paese di Castro Bailone citato nella charte dite de Clovis del XII° secolo.  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio a Trento nel 1235, come possiamo leggere in un atto di compravendita".. Anno 1235 die 6 novembris Antonius quondam Petri de Bailonis de Supramonte vendidit egregio domino Thomae quondam domini Stephani de Cazuphis civi, et habitatori Tridenti, in Contrata Lata, seu Plateae, unam petiam terrae aratoriam, positam in pertinentiis Supramontis, in loco ubi dicitur a Novalina, a tribus partibus apud ipsum emptorem. ..".
BAIMA Baima è specifico della zona del torinese molto circoscritta, di circa tre chilometri di diametro, che comprende Nole, Ciriè e San Carlo Canavese, dovrebbe derivare dal nome della frazione Baima di San Carlo Canavese, l'origine del cui nome potrebbe essere da una forma medioevale germanica per boemo.
BAINADO Bainado, assolutamente molto raro, è tipicamente veneziano, di Cavallino Treporti in particolare, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale.
BAIO
BAJO
Cognomi abbastanza rari, si individua un nucleo siciliano che dovrebbe essere di derivazione spagnola dal termine bajo (basso) e corrisponderebbe all'italiano Basso che sarebbe legato ad una caratteristica fisica del capostipitei, un ceppo veneziano, forse autoctono, ma che potrebbe anch'esso essere proveniente dalla Spagna; esiste poi un piccolo ceppo piemontese che potrebbe derivare dal toponimo Baio Dora (TO) ed un nucleo lombardo del quale si potrebbe supporre una derivazione dal vocabolo baglio (vedi Bajetta).
ipotesi fornita da Enzo Lauricella
Per il nucleo siciliano esiste un'ipotesi affascinante secondo la quale il cognome Bajo deriverebbe dal nome del mitico compagno d'arme d'Enea di Troia,  Bajos morto vicino Salerno in località golfo (di) Bajos, dove esiste una colonna in sua memoria sotto la quale si dovrebbe trovare sepolta la sua salma.
ipotesi fornita da Gianna Ferrari De Salvo
Baio e Bajo, potrebbero derivare dal termine italiano baio a sua volta derivato dal latino medioevale badius (di colore rosso bruno).
BAIOCCHI
BAIOCCHINI
BAIOCCHINO
BAIOCCO
BAJOCCHI
BAJOCCO
Baiocchi è diffuso in Lombardia Emilia ed Italia centrale, Baiocco è tipico della fascia centrale che comprende Marche, Umbria, Lazio ed Abruzzo, Baiocchini, Baiocchino, Bajocchi e Bajocco, assolutamente rarissimi sembrerebbero avere la stessa origine nell'Italia centrale, dovrebbero derivare da un soprannome mezzo bajocco equivalente al moderno mezza cartuccia, o per evidenziare una corporatura minuta o la bassa statura o intendendo comunque qualcuno di poco conto. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel lodigiano in una Manifestatio feudi della seconda metà del 1100: "...que iacet ad Mayragum; et terram quam tenet Garardus Baiocco; et quam tenet Cagamosto ad Sanctum Martinum - et dicimus quod de omnibus suprascriptis terris, videlicet de Basiascho et de Mayrago et de Cagamosto et de Baiocco et de Algisio Sancti Viti...".
BAIRO
BAJRO
BAYRO
Bairo è tipicamente piemontese, di Ciriè nel torinese in particolare, Bajro e Bayro sono forme arcaiche di questo cognome, che dovrebbe derivare dal nome del paese di Bairo Canavese nel torinese, paese il cui nome dovrebbe a sua volta derivare da una forma dialettale contratta del termine bavaro (bavarese, di Baviera).
BAIT
BAJT
Tipici entrambi della zona di confine tra udinese e goriziano con la Slovenia, dovrebbe derivare da una modificazione dialettale del toponimo Veit (il nostro San Vito) la cui pronuncia è Fait modificato dalla parlata slovena in Bait.
BALAN
BALLAN
Balan, molto raro, ha un ceppo a Bevilacqua e Minerbe nel veronese e a Dolo nel veneziano, Ballan, più diffuso, ha un ceppo a Castelfranco Veneto nel trevisano, nel padovano a Villa del Conte, Santa Giustina in Colle e Camposampiero, a Lonigo nel vicentino, a Santa Maria di Sala nel veneziano e nel veronese a Coliogna Veneta e San Giovanni Lupatoto, potrebbero essere di origine illirica e derivare dal nome Balan, molto presente come toponimo ancora oggi in Romania, ma non dobbiamo dimenticare che Balan era anche un nome celta presente anche come antichissimo toponimo in Balanodunum.
BALANGERO Balangero è tipico della provincia di Cuneo, di Saluzzo, Envie, Cavallermaggiore, Racconigi e Revello e di Carmagnola (TO), dovrebbe derivare dal toponimo Balangero (TO), i Balangero costituirono un nobile casato ghibellino feudatario della zona, ricordiamo il visconte Giacomo di Balangero detto di Viù (1266 -1318).
BALANSINO
BALANZINO
BILANCIA
BILANCINO
Balansino, molto molto raro, è tipico del torinese, Balanzino è rarissimo e sembrerebbe del novarese, Bilancia ha un ceppo a priverno nel latinense, uno a Napoli, uno nel potentino a Tolve e Potenza ed uno nel foggiano a Sansevero e Lucera, Bilancino è quasi unico, dovrebbero tutti derivare direttamente o tramite ipocoristici anche dialettali da soprannomi originati dal termine bilancia o bilancino, balansa o balanza in dialetto, forse ad indicare che il capostipite facesse il mercante o fosse di carattere molto accorto ed economo, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio a Brescia nel 1500 con Jacomo Balanzinus liutaio: "...Poliza de mi Balanzino et Gio. Iacomo mio fratello, maestri de archetti cioè instrumenti...".
BALBI
BALBIS
BALBO
Balbi ha un ceppo nell'alessandrino e genovese ed uno nel napoletano e salernitano, Balbis, molto più raro, ha un ceppo nell'imperiese e savonese, con presenze anche in Piemonte ed in Val d'Aosta, Balbo, il più diffuso, è specifico dell'area ligure, piemontese, con un ceppo anche in Veneto nel veronese, vicentino, padovano e rovigoto, un piccolo ceppo anche nel salernitano e nel nisseno, di chiara origine latina, origina dal cognomen Balbus derivato dall'aggettivo latino balbus (balbuziente), secondo un'altra ipotesi deriverebbe invece dal nome del pesce balbus (barbo).
BALBINI
BALBONI
Balbini è assolutamente rarissimo, Balboni è tipico emiliano, della zona che comprende le province di Modena, Bologna e Ferrara, derivano da una modificazione del cognomen latino Balbus (vedi Balbi)
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Balboni è un cognome prettamente romagnolo, diffuso anche a Milano, Genova, Torino e Roma e quasi assente nel Sud della Penisola. Ha alla base i cognomina latini Balbus e Balbinus, di età repubblicana, derivati dal soprannome balbus (balbuziente).
BALBINOT Balbinot è tipico dell'area trevisano bellunese, di Vittorio Veneto (TV) e Farra d`Alpago (BL) in particolare, dovrebbe derivare da un ipocoristico dialettale del nome latino Balbinus di cui abbiamo un esempio nelle Historiae Augustae: "...Balbinus nobilissimus et iterum consul, rector provinciarum infinitarum. Nam et Asiam et Africam et Bithyniam et Galatiam et Pontum et Thracias et Gallias civilibus administrationibus rexerat, ducto nonnumquam exercitu, sed rebus bellicis minor fuerat quam in civilibus...".
BALCON
BALCONE
BALCONI
Balcon, non molto comune è specifico del bellunese, di Belluno, Limana, Sedico e Ponte nelle Alpi, Balcone è quasi unico, Balconi è specifico della Lombardia, del milanese in particolare, di Gorgonzola, Milano, Pessano con Bornago, Agrate Brianza, Bernareggio, Vimercate, Melzo, Paderno Dugnano e Cernusco sul Naviglio, di Cremona, Lodi e di Busto Arsizio e Comabbio nel varesotto,  dovrebbero derivare dal nome germanico Balko, Balkonis di cui abbiamo un esempio cognominizzato nella Historia prussiana: "..Noverit Universitas vestra, quod Nos, cum ad partes Prussiae pro negotiis plurimis venissemus promovendis, inter alia, quae nobis dissinienda occurrerunt ibidem negotia, Cives Culmenses ac Thorunienses turbatos invenimus pro eorum Privilegio, quondam eis a Magistro bonae memoriae Fratre Hermanno dicto de Salcza, et Fratre Hermanno Balkone, primo ejusdem Terrae Commendatore, donato, et postmodum per incendium Civitatis Culmensis amisso, cujus rei veritatem a Fratribus nostris ac aliis viris honestis Nos plenius cognoscentes, de communi consilio Fratrum nostrorum ibidem existentium, pariter et consensu dictos Cives laetificantes, Privilegium praedictum ipsis restaurandum duximus, in hunc modum. ..".
BALDACCI
BALDAN
BALDANI
BALDAZZI
BALDECCHI
BALDELLI
BALDESCHI
BALDI
BALDIN
BALDINI
BALDINO
BALDINU
BALDINUCCI
BALDO
BALDONE
BALDONI
Baldacci è molto diffuso nella fascia che comprende il lucchese, il pisano, il livornese, il pistoiese, il fiorentino, il forlivese e cesenate ed il riminese, con un ceppo anche nel perugino e nel romano, Baldan è di origine veneziana dove la concentrazione è massima anche se esistono dei nuclei sostanziosi pure in Lombardia e Piemonte, Baldani, non comune, ha un nucleo in Romagna ed un piccolo ceppo nel veronese, che dovrebbe essere originato da un errore di trascrizione del cognome Baldan, Baldazzi ha la massima concentrazione in Emilia e Romagna, Baldecchi è tipicamente toscano, di Marliana, Montecatini Terme, Pieve a Nievole e Pistoia nel pistoiese, di Pian di Sco nell'aretino e di Firenze, Baldelli ha un ceppo nel bergamasco, uno nel modenese ed il nucleo tra Romagna, Marche, Umbria e Lazio, Baldeschi è tipicamente toscano, di Livorno e Pisa in particolare, Baldi è praticamente diffuso in modo massiccio in tutto il territorio nazionale, Baldin è tipico del Veneto e Friuli, Baldini è molto diffuso in tutto il centronord, Baldino ha ceppi nel sassarese ad Alghero principalmente, a Roma, nel napoletano e nel beneventano, ma soprattutto nel cosentino, Baldinu è specifico del sassarese, di Alghero, Villanova Monteleone e Ittiri, Baldinucci ha un ceppo a Gubbio nel perugino ed uno a Napoli ed Afragola nel napoletano, Baldo è diffuso in tutto il nord, ma soprattutto in Veneto, anche se presenta tracce anche tra Roma e Latina, nel salernitano ed a Vibo Valentia, Baldone, molto molto raro, sembrerebbe siciliano, Baldoni è molto diffuso nella fascia che comprende Emilia e Romagna, Marche, Umbria e provincia di Roma, dovrebbero derivare, direttamente o tramite vari tipi di forme ipocoristiche, anche composite, od accrescitivi, dal nome di origine longobarda Baldus, o anche da varie modificazioni o ipocoristici dell'aferesi di nomi medioevali di origine germanica come Ubaldo o Teobaldo o altri nomi composti con il vocabolo medioevale germanico bald (baldo, coraggioso), un esempio di quest'uso lo abbiamo a Vercelli in un atto del 1397: "...Ego Baldinus de Trasis de Conflentia civis Vercellensis, filius quondam Gratiani de Trasis, publicus imperiali auctoritate notarius ...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
BALDINI - Per questo cognome si potrebbe risalire, oltre che a Baldus, anche al personale (Ri)baldinus, documentato a Modena dal 1176 e movente da Ribaldus, vivo in Modena dal 1125, dal personale longobardo Rîdbald. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
BALDANTONI Baldantoni , molto molto raro, è tipicamente marchigiano, della zona che comprende il pesarese, in particolare Fossombrone, l'anconetano ed il maceratese, dovrebbe derivare dal nome del capostipite che doveva essere composto dai nomi Baldo ed Antonio.
BALDANZA
BALDANZI
BAUDANZA
Baldanza parrebbe avere un ceppo tra Bologna e Castel di Casio sempre nel bolognese ed uno in Sicilia a Palermo e Geraci Siculo con presenze significative anche a Vittoria (RG), s Naro e Camastra (AG) ed a Catania, Baudanza, più raro, è siciliano di Mineo (CT) e Salemi (TP), Baldanzi è tipicamente toscano di Livorno, Firenze e Prato.
ipotesi fornite da Stefano Ferrazzi
Baldanza, presente a bassa frequenza dal nord al sud del paese, ha ceppi maggiori nel bolognese e, in misura minore, nel palermitano e nel messinese, Baldanzi è più tipicamente toscano, con ceppi maggiori nel livornese, nel fiorentino e nel grossetano e ceppi minori nel pratese e nel pisano, Baudanza, più raro dei precedenti, si riscontra maggiormente in Sicilia, con un nucleo maggiore fra il catanese e il trapanese, tutti questi cognomi derivano dal nome medievale Baldanza, attribuito al neonato come augurio di fierezza, ardimento, coraggio (vedi anche Baldo). In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
BALDARI
BALDARO
Baldari ha un ceppo molto grosso a Roma, uno a Napoli, uno nel Salento a Latiano, Oria e Mesagne nel bribdisino, a Manduria ed Avetrana nel tarantino ed a Galatina, Ruffano ed Aradeo nel leccese, ed un ceppo a Stilo nel reggino, Baldaro, molto meno comune, tipicamente pugliese, ha un piccolo ceppo a Brindisi ed a Carosino nel tarentino, dovrebbero derivare dal nome germanico Baldhari (il più coraggioso dell'esercito, soldato senza paura), a sua volta composto dai termini germanici medioevali bald (coraggio), unito ad hari (esercito).
BALDAS
BALDASSA
BALDASSI
BALDASSO
Baldas è tipicamente friulano, di Trieste in particolare, Baldassa è veneto del trevisano tra Resana, Castelfranco Veneto e Camposampiero (PD), Baldassi ha un ceppo friulano a Trieste e nell'udinese tra Codroipo e Buia, ed un ceppo a Fabrica di Roma (VT), Baldasso è specifico del trevigiano tra Spresiano, Povegliano, Villorba e Giavera del Montello, dovrebbero tutti derivare da forme contratte del nome Baldassarre derivato dall'ebraico Balthazar.
BALDASSANO Molto raro è specifico di Sciacca (AG), dovrebbe derivare da modificazioni del nome Balthazar.
BALDASSARI
BALDASSARINI
BALDASSARRE
BALDASSARRI
BALDASSARRO
BALDESARI
BALDESSARE
BALDESSARI
BALDESSARO
BALDESSARRE
BALDESSARRI
BALDESSARRO
Baldassari ha un ceppo romagnolo, uno tra le province di La Spezia e Lucca, uno marchigiano ed uno laziale, Baldassarini è tipico del romano, Baldassarre è molto diffuso in Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia e Basilicata, Baldassarri è diffuso invece in Romagna, Toscana, Marche, Umbria e Lazio, Baldassarro, molto raro, è tipico del foggiano, di Deliceto e della stessa Foggia, Baldessare, Baldessarre, Baldessaro, Baldessarro e Baldessarri, sono praticamente unici e molto probabilmente dovuti ad errori di trascrizione, Baldessari è tipico del trentino, Baldesari, è dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, derivano dal nome medioevale Baldassarre  derivato dall'ebraico Balthazar, l'uso della forma Baldessarre è provata da questo testo della seconda metà del 1400: "...Item quod caniparius mayor presens possit facere unum dare de libris duodecim imperialibus Baldessari quondam Zanni Bruni pro ficto annorum sex proxime preteritorum unius campi extimati heredi...", tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1600 a Riva del Garda (TN) in un processo civile contro un certo Francesco de Baldessaribus.
BALDASSINI
BALDASSINO
Baldassini ha ceppi laziali a Roma, Sora (FR), Aprilia e Sezze (LT), uno a La Spezia ed Aulla (MS) e Firenze, Baldassino, quasi unico è friulano e potrebbe derivare da un ipocoristico del cognome Baldas, dovrebbero derivare dal nome medioevale Baldassinus, nella Lista degli scolari dello Studio di Perugia dell'anno 1583 troviamo già questa cognominizzazione con un certo Pyrrus Baldassinus marchigiano.
BALDIRAGHI Cognome presente quasi esclusivamente in provincia di Milano.
BALDISSER
BALDISSERA
BALDISSERI
BALDISSEROTTO
Baldisser, molto raro è tipico trevisano, Baldissera è tipico del Veneto orientale, bellunese, trevisano e veneziano, con presenze significative anche nel Friuli occidentale, Baldisseri è specifico della zona tra la provincia di Vicenza e quella di Padova, Baldisserotto è vicentino, la derivazione di tutti questi cognomi è evidentemente dal nome Baldassarre (uno dei magi), derivato derivato dall'ebraico Balthazar nome di origine medioorientale.
BALDISSERO Assolutamente rarissimo sembra essere piemontese e dovrebbe derivare da un toponimo come Baldissero Canavese (TO) o Baldissero d'Alba (CN).
BALDOLI
BALDOLINI
Baldoli è tipico di Vimodrone (MI), Baldolini ha un ceppo tra riminese e pesarese ed uno romano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Baldolus, o da un suo diminutivo, nell'atto di Giuramento della Lega Toscana del novembre 1197 tra i firmatari risulta anche un certo Baldolus condam Boiamontis, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Perugia agli inizi del 1300 con il pittore miniaturista Giovanni Baldoli: "Vannes Baldoli et socii fecerunt me sub annis domini MCCCXXXIII".
BALDRIGHI Cognome presente solo nel nord ovest con massima concentrazione nelle provincie di Milano Lodi e Piacenza. L'origine del nome è germanica e deriva da Baldrich (signore del coraggio, coraggioso oltre ogni modo), dal termine germanico medioevale bald (coraggio) e rich (ricco), attraverso la sua modificazione latina Baldericus di cui abbiamo un esempio in una Designationes terrarum nel Codice diplomatico della Lombardia medioevale a Maderno nel 1191: "...In Christi nomine. Die sabati .XIII. exeunte mense ianuarii. In loco Materni ubi dicitur Prementor. In presentia domini presbiteri Ugonis, Uberti Ricardi, Vanacii et Balderici et Materni Cavucii ...".
BALDUCCHI
BALDUCCI
BALDUCCIO
BALDUZZI
BALDUZZO
Balducchi, molto molto raro, ha un ceppo a Tavernola Bergamasca nel bergamasco, uno nel modenese ed uno in Toscana, Balducci è tipico del bolognese, Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio con un ceppo anche nel barese, Balduccio, assolutamente rarissimo, parrebbe del trapanese, Balduzzi ha un ceppo nel bolognese, uno tra bergamasco e bresciano ed uno piemontese nell'alessandrino con ramificazioni nel pavese, nel parmense e nel genovese, Balduzzo, assolutamente rarissimo, è dell'area tra trentino e vicentino, dovrebbero derivare, direttamente o tramite italianizzazioni, dal nome medioevale Balduccius di cui abbiamo un esempio in un testamento del 1296 a Colle Val d'Elsa: "...Ego Balduccius vocatus Duccius olim Meluccius de Colle Valle Elsa, Imperiale auctoritate Notarius, praedictis omnibus memoratis et hac acta rogata subscripsi propria manu.", nella seconda metà del 1500 troviamo Giovanni Francesco delli Ferrari detto Balduzio (o Balduzzo) agrimensore di Castel Arquato (PC) incaricato di misure catastali.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
BALDUCCI - Come per Baldini, anche per Balducci si potrebbe risalire, oltre che a Baldus, al personale (Ri)balduccius, nominato dal 1148 e movente da Ribaldus, vivo in Modena dal 1125, dal personale longobardo Rîdbald. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
BALEGNO Balegno è specifico del Piemonte, del vercellese in particolare, di Cigliano e Tronzano Vercellese, e di Torino, dovrebbe derivare dal nome di Balegno, una località montana a circa una decina di chilometri a nordovest di Collegno nel torinese.
BALEN
BALLEN
Balen, abbastanza raro, è tipico del bellunese, di Feltre in particolare, Ballen, quasi unico, è ora presente solo a Spresiano nel trevigiano.
integrazioni fornite da Michele Balen
BALENA
BALENI
BALENO
Balena ha un ceppo ad Ascoli Piceno, uno a Bari ed uno a Galatina e Maglie nel leccese, ed un piccolo ceppo a Misilmeri nel palermitano, Baleni, quasi unico, sembrerebbe del pesarese, Baleno, rarissimo, ha un piccolo ceppo a Cosenza e nel cosentino, potrebbero derivare dal nome turco Balêm, così come potrebbero derivare dal nome della divinità celtica Balenos, il dio della luce e del fuoco.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
BALENA - Potrebbe essere un soprannome derivato dal nome del cetaceo per indicare una persona grassa, ma siccome il lat. 'ballaena' deriva dal greco 'phàlaina', è accostabile al nome della falena, farfalla notturna.
BALENZANO Balenzano è tipico di Sannicandro di Bari, di Modugno e di Bari stessa, tutti nel barese, si dovrebbe trattare di un'alterazione per betacismo del toponimo Valenzano sempre nel barese, indicando quella come probabile località di provenienza del capostipite.
BALESTRA
BALESTRI
BALESTRIERI
BALESTRINI
BALESTRINO
BALESTRO
BALISTRERI
BALLESTRA
BALLESTRERI
BALLESTRERO
BALLESTRI
BALLESTRIERO
BALLESTRO
Balestra è diffuso in tutta l'Italia peninsulare, Balestri è tipico della zona che comprende Toscana, modenese, bolognese, ravennate e forlivese, Balestrieri ha un nucleo nel napoletano, uno nel Lazio ed uno nel parmense, con ceppi secondari sparsi a macchia di leopardo, Balestrini ha un nuleo nel milanese e Lombardia a nord di Milano, nel genovese e cagliaritano e nelle Marche, Balestrino ha un nucleo a Genova, uno a Cagliari ed uno nel salernitano, Balestro. molto raro, ha un ceppo nel vicentino ed uno in Umbria, Balistreri sembrerebbe tipico della Sicilia centrooccidentale, del palermitano in particolare, Ballestra sembrerebbe tipico di Ventimiglia (IM), con un ceppo anche nel veronese, Ballestreri è quasi unico, Ballestrero sembrerebbe della zona tra alessandrino e genovese, probabilmente originario dell'area tra Serravalle Scrivia e Novi Ligure, Ballestri è tipicamente emiliano, di Vignola e Castelfranco Emilia nel modenese e di Bologna, Ballestriero, abbastanza raro, è tipico del rovigoto e del basso padovano, Ballestro è quasi unico, dovrebbero tutti derivare dal mestiere o dalla qualifica militare di operatore alla balestra.  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo in un atto del 1434 a Bormio con un certo Giacomino Balestrus e nel 1500 a Milano con l'architetto ed ingegnere idraulico Giovanni Balestrieri o Balestrini (esistono entrambi i riferimenti), nel 1534 risulta podestà di Bergamo Nicola Balestro, a Piacenza agli inizi del 1600 con Maria Caterina Balestrieri, un'ava di Giuseppe Verdi, in Valtellina nel 1700 con Lodovico Balestra fu Mariano, abitante a Fusine (SO), tesoriere della veneranda Scuola del Santissimo Sacramento.
BALI
BALI'
BALIC
BALICE
BALICI
Bali, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere una forma alterata di Balì, che, molto molto raro, ha una presenza nell'area veneta ed una nell'area napoletana, Balic è praticamente unico, Balice è specifico dell'area pugliese, lucana, di Bari e Minervino Murge nel barese in particolare, ma anche di Barletta, Valenzano e Molfetta, sempre nel barese e di Serracapriola nel foggiano, e di Montalbano Jonico nel materano e Rapolla nel potentino, Balici, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, dovrebbero tutti derivare da italianizzazioni del nome patronimico e cognome slavo Balič, che significa figlio di Valentino.
BALIA Balia è un tipico cognome sardo della provincia di Carbonia, di Sant'Antioco, Santadi e Carbonia, dovrebbe derivare da un soprannome attribuito ai capostipiti, originato dal termine sardo balia, che ha vari significati, dall'equivalente italiano di balia o levatrice, a baldanza, brio, vigore, forza.
BALICCHI
BALICCO
Balicchi, quasi unico, è della zona tra aretino e perugino, Balicco, estremamente raro, è dell'area bergamasca e dovrebbe derivare da un soprannome dialettale originato dal termine bergamasco balìcc (pallino).
BALICCHIA Balicchia, molto molto raro, ha qualche presenza nell'anconetano a Senigallia ed a Camerano, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale con il significato letterale di pallina, ma che potrebbe riferirsi anche all'aspetto fisico.
BALLABIO Tipico del nord milanese e comasco, deriva dal toponimo Ballabio nel comasco.
BALLARIN
BALLARINI
BALLARINO
BALLERIN
BALLERINI
BALLERINO
Ballarin ha un ceppo friulano tra Trieste e Fontanafredda (PN) ed uno veneto molto importante a Venezia, Chioggia e Cavallino-Treporti nel veneziano e Vittorio Veneto (TV), Ballarini è molto diffuso tra Lombardia, Veneto, Emilia e Marche, Ballarino ha un ceppo tra Genova e Montoggio (GE), uno a Margherita Di Savoia (FG) e Galatina (LE), con presenze significative anche nel messinese e nel catanese, Ballerin ha un ceppo tra Castello Tesino (TN) e Trento, Ballerini è tipico di Lombardia, Emilia e Toscana, Ballerino ha un ceppo a Napoli. L'origine di questi cognomi è molto probabilmente un soprannome relativo o alla capacità nella danza o al tipo di comportamento.
integrazioni fornite da Marco Ballarin
Ballarin è un cognome che può avere due derivazioni.La prima dalle cosi dette terre ballerine, cioè dal Friuli, quindi colui che viene da quei paesi. La seconda legato al ballo che compie chi si ritrova nelle scarpe un pezzo di vetro incandescente.Infatti questo cognome è assai noto nella provincia di Venezia.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
BALLARINI - Unitamente alla variante Ballerini è cognome d'origine soprannominale da ballare, ma non è da escludere che per taluni Ballarini, nel Veneto Ballarìn, il significato sia «mercante di palle» dal dialetto bala «palla».
BALLICCU
BALLICU
Balliccu è praticamente unico e dovrebbe trattarsi di una forma alterata del cognome Ballicu, che è specifico di Cagliari e di Selegas nel cagliaritano, che dovrebbe derivare da un soprannome dialettale arcaico con il significato di luogo dove si incontrano diverse strade, o un valico montano, forse ad indicare che quella fosse una caratteristica del luogo di provenienza del capostipite.
BALLO
DI BALLO
Ballo ha presenze nel settentrione, nel ternano, nel napoletano, nel tarentino ed in Sicilia, a Palermo, ad Aragona nell'agrigentino, a Catania e ad Alcamo nel trapanese, Di Ballo, quasi unico, ha una sparuta presenza nell'agrigentino, dovrebbero derivare, direttamente o tramite una forma patronimica, dove il prefisso Di- stia per il figlio di, riferito a capostipiti il cui nome fosse, o il cui padre si chiamasse con il nome longobardo o germanico Balo o Ballo, che dovrebbero essere delle forme apocopaiche del nome germanico Balowulf o Ballowulf, con il significato di lupo cattivo, lupo feroce.
BALLOI Balloi è tipicamente sardo, di Cagliari e Goni nel cagliaritano, di Fonni, Sarule e Nuoro nel nuorese, di Lanusei ed Arzana nell'Ogliastra, e di Gonnesa nel Carbonense, si tratta di una forma aferetica vezzeggiativa del nome Sarbadori (Salvatore).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BALLOI: è uno dei tanti cognomi derivanti dal nome Salvatore > Sarba-dore >Sarba-lloi > Balloi > Loi  (vedi i cognomi Dettori e Loi). È relativamente recente, visto che non figura nelle carte antiche. E' maggiormente diffuso nel centro Sardegna, anche se Cagliari ne conta il maggior numero: Cagliari 38, Fonni 28,  Sarule 26, Lanusei 26, etc.
BALLONE
BALLONI
Ballone ha vari ceppi, uno nel pavese a Cassolnovo e Vigevano, uno abruzzese a Pescara ed a Francavilla al Mare nel teatino, uno a Napoli, uno ad Alghero nel sassarese ed uno in Sicilia a Casteltermini nell'agrigentino ad Acquedolci nel messinese ed a Vittoria nel ragusano, Balloni ha un piccolo ceppo a Milano ed a Mantova, uno in Toscana, a Massa, a Firenze, Calenzano e Vaglia nel fiorentino, a Livorno ed a San Giuliano Terme nel pisano, uno nelle Marche, a San Benedetto del Tronto nell'ascolano, a Recanati nel maceratese ed a Gradara nel pesarese, ed uno a Blera nel viterbese, dovrebbero derivare dal nome longobardo Ballo, Ballonis, di cui abbiamo un esempio d'uso nel Codex diplomaticus cavensis in uno scritto dell'anno 956: "...orta est inter nos convenientiam, ut utrisque partibus pergeremus super eadem rebus, et inter nos rebus ipsa termitaremus, et aliqua partem ex dicta rebus haberemus nos et aliqua parte habere illis, et sine sacramentum illud inter nos diffiniremus. et perreximus in ipsum montem de Locolanu super nominata rebus, et utraque partes termitavimus ipsa terra a capite de ipso Ballone, ubi ipse nominatus Ballone finem facit usque in serra de ipsum monte, et a super ipso Ballone similiter termitabimus rebus ipsa per traversum, et regressi fuimus ante prephato Castaldeo, et ego qui supra Stephanus manifesta ad ipsi germani,...".
BALLOTTA
BALLOTTI
BALOTTA
BALOTTI
Ballotta ha un ceppo emiliano nel piacentino e nel modenese e bolognese, con tre ceppi anche in Sicilia a Palermo, Augusta nel siracusano ed a Trapani, tipico della zona che comprende il modenese, il bolognese ed il fiorentino Ballotti, mentre Balotti oltre che in quell'areale sembra avere anche un ceppo nel grossetano ed uno nell'alto bresciano, Balotta ha un ceppo lombardo nel milanese e nel bresciano con presenze anche nel bolognese, dovrebbero derivare dal nome gallico Ballot originato dal termine balo (tormento, ma anche capace di provare odio), potrebbe però anche derivare da soprannomi legati al vocabolo ballo, o per una particolare abilita appunto nel ballo o per episodi ad esso connessi.
BALOCCO Diffuso nell'area nord occidentale dell'Italia settentrionale questo cognome potrebbe derivare dal toponimo Balocco (VC) l'antica Badalocus, ma potrebbe anche essere il prodotto di un Bella Duco (guido alla guerra) o di un Bardi Loco (proveniente dal luogo del bardo, del poeta, quindi derivare da un nome o dall'attributo di un luogo.
BALOSSI
BALOSSINI
BALOSSINO
BALOSSO
Balossi è un cognome lombardo concentrato in modo massimale nelle provincie di Como e Milano, Balosso, assolutamente rarissimo, e Balossini, un poco più diffuso, sono del varesotto, Balossino sembrerebbe invece piemontese, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal soprannome dialettale baloss (birbantello).
BALSAMELLI
BALSAMELLO
BALSAMINI
BALSAMO
BALZAMO
BALSIMELLI
Balsamelli, quasi unico, è del palermitano, Balsamello molto molto raro è anch'esso specifico del palermitano, Balsamo è diffuso in tutto il sud Italia e Sicilia, con un ceppo anche in Piemonte e Liguria, Balsamini molto raro è tipico del pesarese, Balzamo ha un ceppo a Napoli e nel napoletano ed uno a Manfredonia nel foggiano, Balsimelli è tipicamente toscano, di San Giovanni Valdarno e Montevarchi nell'arertino e di Firenze, derivano tutti, direttamente o tramite varie forme ipocoristiche, anche alterate dal dialetto, dal nome beneaugurale medioevale Balsamus, con il significato di toccasana per la famiglia, che dal suo arrivo avrebbe solo ottenuto buone cose.  Esempio di questa cognominizzazione si ha ad esempio a Solofra (AV) nel 1100 con il notaio Balsamus, come si legge in un suo atto: "...sui et illius heredibus viginti auri solidos constantinatos, et in suprascripta divisione semper firmiter permanere. Et taliter tibi Balsamus clericus et notarius scribere precepi ...". Personaggio famoso con questo cognome fu l'avventuriero, alchimista e guaritore Giuseppe Balsamo (1743-1795) detto Conte Cagliostro.".
BALSARI Rarissimo, probabilmente lombardo, dovrebbe derivare dal nome medioevale Balsarus, di cui si hanno tracce fin dalla fine del VII° secolo con un vescovo con questo nome, come si legge in un atto: "In nomine domini Dei nostri Iesu Christi. Repromitto tibi Balsari Deo gratia episcopus me Adroald filio meo Iohannes...".
BALUCANI Balucani è specifico di Magione e Perugia nel perugino, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale balucano (molto miope, mezzo cecato), sottolineando così un probabile difetto del capostipite.
BALUS Balus, assolutamente rarissimo sembrerebbe tipico della valle del Natisone nell'udinese, dovrebbe derivare dal nome Valus contrazione di Valentinus, la V iniziale in sloveno spesso si trasforma in B.
BALZA
BALZAR
BALZI
BALZO
Balza è specifico di Alessandria, Balzar, assolutamente rarissimo, quasi unico, è piemontese, Balzi ha un ceppo nel pavese, uno nel riminese, uno nel pistoiese ed uno tra viterbese e romano, Balzo, molto più raro, ha un piccolo ceppo nel veronese e nel napoletao ed uno a Taranto, tutti questi cognomi dovrebbero derivare o dal nome provenzale Balzar, o da sue varianti, che come quello siano forme contratte del nome Balthazar (Baldassarre).
BALZAN
BALZANI
BALZANO
Balzan è tipicamente veneto, soprattutto del rovigoto, del vicentino e del bellunese, Balzani ha un ceppo romagnolo, uno nell'anconetano, uno a roma ed uno nel sassarese, Balzano è sicuramente panitaliano, molto diffuso in tutta l'Italia continentale ed in Sardegna, dovrebbero derivare dal nome medioevale Balzanus di cui abbiamo un esempio a Trento nella seconda metà del 1400 con il notaio Balzano de' Balzani che nel 1486: "Balzanus de Balzanis notarius Tridenti. Protocolla quondam egregii iurisperiti domini Balzani de Balzanis olim civis Tridenti et matriculati, obtinuit...", tracce si trovano anche nel 1300 a Pisa, nel Convento di Santa Caterina, dove, negli Annali, tra l'altro si può leggere: ".. Frater Augustinus Balzanus, MCCCLXXXI. .. ..Frater Raynerius Balzani, MCCCCXXIV ...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
BALZAN, BALZANO - Diffuso soprattutto nel Veneto ma anche in Lombardia, ha alla base il soprannome 'balzano' = "stravagante, bizzarro". Olivieri, 220.
BALZARETTI
BALZARINI
BALZAROTTI
Cognomi con la massima diffusione in Lombardia, ma presenti in modo sostanzioso anche nel resto del nord Italia. Potrebbero derivare per contrazioni successive dal nome Baldassarre, come potrebbero essere storpiature di soprannomi.
integrazioni fornite da Andrea Balzarotti
I Balzarotti di Weissenstein, attualmente residenti in Corbetta (MI), hanno il seguente stemma: scudo partito in palo: nel primo, campo d'azzurro a nove sbarre d'argento; nel secondo, campo d'azzurro caricato a tre gigli d'oro male ordinati.  Varianti nello stemma: Capo dell'Impero (dal 1796 al 1858): d'oro all'aquila spiegata di nero, imbeccata, rostrata e coronata di nero; sbarre varianti in numero da nove a sei; gigli di Firenze sostituiti a quelli di Francia. Lo stemma è sormontato dall'elmo di Conte: d'argento, rabescato dello stesso, bordato d'oro, posto per un terzo in profilo verso destra, graticolato di diciassette pezzi d'oro, colla gorgeretta dello stesso.  L'elmo  è sormontato a sua volta dalla corona comitale: un cerchio d'oro rabescato e gemmato cimato da sedici perle (nove visibili) sostenute da altrettante punte. L'elmo è accompagnato da un cercine e dagli svolazzi nei colori dello stemma, azzurro ed oro.  Varianti nelle armi: manto di grande uffiziale di stato come distintivo personale (dal 1772 al 1796) di velluto porpora, soprappannato di seta bianca e bordato d'oro. (R.I.D. 1772); corona di Conte del Sacro Romano Impero (R.I.D. 1772); coroncina tornearia cimata di quattro fioroni (tre visibili) alternati da quattro perle (due visibili); Tenenti su concessione della I. R. Casata d'Austria: due aquile nere, affrontate, rostrate, imbeccate, coronate d'oro, controrampanti e rimiranti all'infuori.
Godono inoltre dei seguenti titoli nobiliari: Conte di Weißenstein (mpr), Conte del S.R.I. (mpr), Conte Palatino Imperiale (mpr), Conte in Baviera (mpr), Conte dell'Impero Austriaco (mpr), Barone di Kals (mpr), Barone di Virgen (mpr), Signore di Mitteldorf (m), Signore di Haslach (m), Signore di Lesach (m), Signore di Großdorf (m), Signore di Welzelach (m), Signore di Feld (m), Signore di Wallhorn (m), Signore di Berg (m), Barone dell'Impero Austriaco (m), Signore di Froßnitz (m), Signore di Bichl (m), Signore di Gruben (m), Signore di Niedermauer (m), Signore di Seblas (m), Signore di Raneburg (m), Signore di Gries (m), Signore di Gunggenberg (m), Signore di Bobojach (m), Signore della Virgental (mpr), Signore della Tauerntal (mpr), Signore della Kalsertal (mpr), Signore di Matrei in Oßtirol (mpr), Signore di Prägraten (m), Signore di Hinterbichl (m), Signore di San Giorgio in Salici (m), Signore di Palazzolo (m), Signore di Torriano (m), Signore di Weißenstein (mpr), Nobile dei Conti di Weißenstein (mf), Nobile cittadino di Weißenstein (m), Nobile Cittadino di Castelnuovo di Verona (m), Nobile Cittadino di Corbetta (m) Patrizio Veneto (mf), Patrizio Milanese (mf), Nobile dell'Impero Austriaco (mf), Cavaliere dell'Impero Austriaco (m), Gran Maestro e Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Confraternita di San Nicolao (mpr), Gran Maestro e Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito dei Santi Amedeo e Leopoldo (mpr).
BAMBAGIONI Bambagioni è specifico di Grosseto e di Campagnatico e Arcidosso nel grossetano, con un ceppo anche a Signa nel fiorentino ed uno a Perugia, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale toscano arcaico bambagione (viziato, vissuto nella bambagia).
BAMBERGA Bamberga, assolutamente rarissimo , parrebbe specifico di Invorio nel novarese, dovrebbe derivare da Bamberga, il nome medioevale della città di Bamberg, cognome che dovrebbe essere arrivato portato da appartenenti alla truppa imperiale verso la fine dell'alto medioevo in occasione di una delle tante discese in Italia per affermare il potere dell'impero.
BAMBERGHI Cognome scarsissimamente presente, limitato alla provincia di Milano, l'origine è ignota anche se farebbe pensare all'italianizzazione recente di un cognome austriaco., il berghi terminale ricorda il termine tedesco berg (montagna).
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
potrebbe essere l'italianizzazione di Bamberger, un cognome baverese derivato dal nome della città di Bamberg, in italiano Bamberga, città storica della Baviera.
BAMBINA
BAMBINI
BAMBINO
Bambina sembrerebbe specifico del trapanese, di Alcamo in particolare e di Castellamare del Golfo, e di Palermo, Bambini è molto diffuso, ha ceppi in Lombardia, soprattutto nel bresciano, in Romagna, in particolare nel ferrarese, in Toscana, Marche settentrionali, Umbria e Lazio, Bambino, molto molto raro, ha un piccolo ceppo nel foggiano ed uno nel messinese, questi cognomi dovrebbero derivare dal nome Bambino, Bambina, in uso già nel tardo medioevo, nome attribuito in segno di devozione per il culto di Gesù Bambino e di Maria Bambina.
BAMPA
BAMPI
Bampa è tipico veneto, del trevisano e del veronese ed in particolare di San Giovanni Lupatoto (VR), Bampi è tipico del Trentino Alto Adige ed in particolare di Civezzano (TN), potrebbe derivare dal toponimo Bampi, frazione di Civezzano (TN), tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1600 nelle campagne di Conegliano (TV), in uno scritto del 1631 si legge: "...alcune casette de' signori Bampi nel borgo di S. Maria fuori della porta Altilia...".
integrazioni fornite da Franco Bampi .francobampi.it
Il cognome Bampa dovrebbe derivare da una modificazione del termine vampa o vampo ad indicare una fiamma alta e impetuosa, ma un documento sembrerebbe avallare la tesi che il cognome Bampi derivi dal nome di una frazione: "Correndo l'anno 1554 in giorno di Martedì li 19, del mese di Novembre ai Bampi, nella stufa dell'infrascritto R. Sig. Testatore, alla presenza ecc. Ivi personalmente constituito, e sopra una lettiera di noce giacendo il M. R. Sig. D. Antonio f. q. Francesco Bampi della Villa dei Bampi, distretto di Civezzano...", questo cognome è quindi presente a Civezzano almeno dal 1500. Personaggio famoso è stato il prete poeta Francesco Bampi sempre di Civezzano.  È curioso osservare che i documenti del 1816 riportano moltissimi Bampa, mentre nel 1846 i Bampa sono poche unità mentre sono presenti numerosissimi Bampi. Nelle epoche passate i cognomi erano più ballerini di adesso (ad esempio si declinavano), tuttavia qualcosa deve essere successo in quel periodo se quasi tutti i Bampa si sono trasformati in Bampi. Posso supporre che fosse entrata nell'uso comune la forma Bampi e che a un certo punto questa venne ufficializzata.
BANA
BANE
Bana è tipicamente lombardo, del bergamsco, di Premolo, Zanica, Arcene e Bolgare, con un ceppo anche a Tirano nel sondriese ed a Milano, ed un piccolo ceppo anche a Genova, dovre troviamo anche il quasi unico Bane, dovrebbe derivare dal nome dacio Bana, nome, in uso anche presso altri popoli barbari della Pannonia e della Germania, di cui abbiamo un esempio nel Gesta Hungarorum: ".. Et quia gratia dei antecedebat eos, non solummodo ipsos subiugauerunt, uerum etiam omnia castra eorum ceperunt, quorum nomina hec sunt usque modo: Stumtey, Colgoucy, Trusun, Blundus et Bana, et ordinatis custodibus castrorum: iuerunt usque ad fluuium moroa. Et firmatis obstaculis constituerunt terminos regni hungarorum usque ad Boronam, et usque ad saruuar. Et adepta uictoria reuersi sunt ad ducem arpad, et omnes infideles illius terre ferreis caathenis ligatos secum duxerunt. ..".
BANCALARI
BANCALARO
Tipicamente liguri, Bancalari ha un ceppo a Chiavari, Genova e Cogorno nel genovese ed a La Spezia, Bancalaro è praticamente unico, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale ligure arcaico basato sul termine bancalaro (falegname), indicando così quale fosse stata l'attività dei capostipiti.
BANCHERI
BANCHERO
Bancheri è tipico del nisseno in Sicilia, di Delia e di San Cataldo, Banchero, decisamente genovese, ha anche un ceppo secondario nel cagliaritano,dovrebbero derivare dal mestiere di bancherus (venditore ambulante), nel genovese il termine ha acquisito nel dialetto anche il significato di negoziante, nel liber primus del Baldus di Teofilo Folengo, opera del '500, si legge: ".. Mox positis trespis, mensam sibi praeparat ante, ac si bancherus vellet numerare monetam. Praestiter hic brazzos tunica, manicisque camisae liberat ad cubitos, ut fitur quando parecchiat fluminis ad ripam fantesca lavare bugadam, atque bretarolis grossas ostendere gambas. ..".
BANCHIO Specifico del Piemonte occidentale, sembrerebbe di origine spagnola.
BANDELJ
BANDELLI
BANDEU
Bandelli ha un ceppo nel goriziano e triestino, uno a Firenze ed uno tra tarentino e leccese, Bandelj e Bandeu, quasi unici, hanno un piccolissimo ceppo giuliano, si dovrebbe trattare di forme ipocoristiche del nome medioevale Bandus (vedi BANDI).
integrazioni fornite da Walter Bandelj
Il cognome originario Bandelj è stato modificato durante il periodo fascista in Bandelli, molto diffuso a Gorizia infatti prima si trovavano i cognome come Bandelj e Bandeu. Bandeu (perchè in sloveno si legge Bandeu ma si scrive Bandel), il cognome Bandeu è probabilmente dovuto ad una trascrizione errata. Nel dizionario che la CRUP ha trasmesso in allegato nel giornale "Il piccolo" scrive così: BANDELLI Diminutivo dell'antico nome di persona, di origine germanica, Bando. Bonifacio 1995 cita un Bandus de Grado vivente a Pirano d'Istria nel 1360. Molto diffuso a Gorizia dove potrebbe trattarsi, però della italianizzazione di epoca fascista di cognomi come Bandelj e Bandeu; presente a Monfalcone (idem come per Gorizia) e Udine.
BANDERA
BANDERALI
BANDIRALI
Bandera, Banderali e Bandirali sono tutti cognomi lombardi con massima diffusione nelle provincie di Varese, MIlano e Brescia il primo e Milano, Lodi, Pavia, Piacenza e Cremona gli altri due. L'origine è ascrivibile al vocabolo bandiera, bandera in dialetto, quindi può descrivere coloro che abitavano nel luogo delle bandiere o che portavano la bandiera.
BANDI
BANDINI
BANDINO
BANDO
BANDUCCI
Bandi è tipico del milanese, varesotto e pavese, Bandini è specifico dell'area che comprende Emilia e Toscana, Bandino molto raro è assolutamente tipico del cagliaritano, Bando, molto molto raro, presente in tutta Italia in misura sporadica, presenta un ceppo significativo a Taranto, Banducci è toscano, della provincia di Lucca in particolare, derivano tutti dal nome medioevale Bandus o dal suo diminutivo Bandinus o dal vezzeggiativo Banduccius, di cui abbiamo un esempio a Pisa nella prima metà del 1300, in un atto vengono citati: "...Ser Banduccius Bonconte. Lorensus Rosselmlni. Bectus de Pontehere...".
BANDIZIOL Bandiziol è tipico di Portogruaro (VE), dovrebbe derivare dal nome della località Bandiziol di San Stino di Livenza, probabile luogo d'origine del capostipite, il nome della località prende a sua volta il nome da una forma dialettale del termine, ormai in disuso, bandita (luogo dove è proibita la caccia).
BANDOLI
BANDOLO
Bandoli è molto raro ed è tipico del ravennate, di Bagnacavallo e Ravenna, Bandolo, estremamente raro, ha un piccolo ceppo a Palermo ed uno ancora più piccolo nel napoletano, derivano da una forma ipocoristica del nome medioevale germanico Bandus (vedi BANDI), di cuest'uso abbiamo un esempio a Perugia in un atto del 1170: "...omnia usaria et servitia que adquirebamus aliquo modo iuste vel iniuste in Petio de Bandolo vel in suis heredibus..".
BANDOLIN
BANDOLINI
BANDOLINO
Bandolin, molto raro, è tipico della zona tra veneziano ed udinese, di Portogruaro e San Michele al Tagliamento nel veneziano e di Latisana nell'udinese, Bandolini, quasi unico, è del milanese, Bandolino, quasi unico, sembrerebbe del bresciano, dovrebbero derivare da una forma ipocoristica composita del nome medioevale germanico Bandus (vedi BANDI).
BANDOR Bàndor, assolutamente rarissimo, è specifico di Agliana e Quarrata nel pistoiese, dovrebbe derivare dal termine medioevale toscano di origine provenzale bandor (coraggio, baldanza), forse usato come Nome attribuito al capostipite.
BANELLA
BANELLI
BANELLO
BANETTA
BANETTI
BANI
BANO
Banella è tipico del perugino, zona di Castiglione Del Lago (PG), Banelli ha un nucleo ad Arezzo ed uno originario in Friuli, nella zona di Arta Terme (UD) e Tolmezzo, Banello è specifico friulano, della zona di Medeuzza e Trivignano Udinese (UD), Banetta, molto molto raro, è di Perugia e del perugino, Banetti è quasi unico, Bani è molto diffuso in Lombardia, soprattutto nel bergamasco e nel bresciano, in Toscana, soprattutto nel pisano e nel fiorentino ed in Umbrua, Bano è tipicamente veneto, in particolare del padovano, le ipotesi sulla derivazione possono essere diverse, direttamente o tramite ipocoristici, dall'aferesi del nomen latino Albanus o Columbanus, o dal nome medioevale Banus, del cui uso abbiamo un esempio in uno scritto del 1203 in Veneto: "...Accepimus autem, quod cum nuper Venerabilis frater noster Spalatensis Archiepiscopus Patarenos non paucos de Spalatensi et Traguriensi Civitatibus effugasset, nobilis vir Culinus Banus Bossinus iniquitati eorum non solum tutum latibulum, sed et presidium contulit manifestum...", nome probabilmente derivato dal termine medioevale germanico banus, carica politica ed amministrativa medioevale: "...Nos Joannes Corvinus liptoviensis et opaviensis dux, regnorum quoque Dalmatiae, Croatiae, Sclavoniae Banus...", non possiamo escludere, anche se improbabile una derivazione da modificazioni di nomi derivati dai vocaboli germanici barth o bandwo.
BANFI Cognome diffuso in tutta l'Italia centro settentrionale sembrerebbe avere origini multiple. Il Ceppo toscano potrebbe discendere dalla Nobile famiglia Banfi il cui nome è dato ad un castello di Montepulciano, mentre nella zona di massima concentrazione, la Lombardia, il cognome avrebbe una diversa origine probabile, il soprannome dialettale derivato dal verbo banfà (avere il fiatone).
BANGIUS Bangius è ormai quasi scomparso, quasi non più presente oggi in Sardegna, è di chiare origini sarde.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BANGIUS: (per il significato, l’etimologia ed i riferimenti storici, vedi Angius): - In Italia esiste  il cognome Bangius, nonostante chi lo porti sia tuttora un numero ristrettissimo di persone, esteso infatti ad una sola famiglia (per quanto noi sappiamo), che fa capo a Bangius Piero, originario di Iglesias, cittadina mineraria della Sardegna Meridionale, ma trasferitosi anzitempo, con parte della sua famiglia, in Piemonte. Per curiosità, se andiamo a vedere il documento storico, importantissimo per la storia della Sardegna, che ha per titolo Il Codice Diplomatico di Villa di Chiesa, di Carlo Baudi di Vesme, possiamo constatare che tra i firmatari della famosa Petizione di Eleonora, del 1388, per la città di Villa di Chiesa, è presente, tra i tanti altri, de Bangius Petro (su citato).
BANTERLA
BANTERLE
Banterla è specifico del veronese, di Affi, Verona, Bussolengo e Bardolino, Banterle è anch'esso tipico di Verona e di Bussolengo nel veronese, dovrebbero derivare da soprannomi germanici basati sul vocabolo medioevale germanico bant (nastro, legame) e sul vocabolo germanico erle (ontano), con il significato di legato all'ontano, forse perchè i capostipiti fossero nati nel periodo dedicato dai popoli germanici a quell'essenza arborea, cioè l'inizio di primavera.
BANTI
BANZI
Banti è tipicamente toscano, del livornese, pisano soprattutto e fiorentino, Banzi è invece specifico dell'area che comprende il mantovano, il modenese, il bolognese, il ferrarese ed il rovigoto, dovrebbero entrambi derivare dal nome personale latino Bantius, di cui abbiamo un esempio nel libro di Tito Livio Ab Urbe condita: ".. Nolam Marcellus non sui magis fiducia praesidii quam voluntate principum habebat; plebs timebatur et ante omnes Lucius Bantius, quem conscientia temptatae defectionis ac metus a praetore Romano nunc ad proditionem patriae, nunc, si ad id fortuna defuisset, ad transfugiendum stimulabat. Erat iuvenis acer et sociorum ea tempestate prope nobilissimus eques. Seminecem eum ad Cannas in acervo caesorum corporum inventum curatumque benigne, etiam cum donis Hannibal domum remiserat. ..", troviamo tracce antiche di queste cognominizzazioni in un atto dell'anno 1222, redatto a Sant'Arcangelo di Romagna nel riminese, dove si legge: "..die ultimo mensis decembris. Ego Petrus abbas concedo tibi Gabrieli quondam Dominici Banti unam peciam terre et vinee...".
BAR Bar è un cognome ormai quasi scomparso, originario della Val di Susa, potrebbe derivare dall'apocope del termine germanico baro (uomo libero).
integrazioni fornite da Fabrizio Bar
potrebbe derivare dal nome Bar di una frazione del comune di Moncenisio in Val di Susa.
BARABASCHI Barabaschi ha un ceppo nel piacentino, a Piacenza e Podenzano, ed un ceppo molto piccolo a Silvi nel teramano, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine latino barbascum (tasso barbasso), una pianta medicinale usata anticamente nella cura delle malattie da raffreddamento, delle irritazioni bronchiali e polmonari, e come emoliente, probabilmente ad indicare nel capostipite un erborista o un guaritore.
BARACA
BARACCA
BARACCANI
BARACCHI
BARACCHINI
BARACCHINO
BARACHINI
BARACHINO
BARACCO
La distribuzione di questi cognomi è limitata al settentrione d'Italia: Baraca è unico, Barachini è tipicamente toscano di Pisa e del pisano, Barachino, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'area veneto, friulana, Baracca, molto raro, è tipico del mantovano, di Mantova, San Martino dall'Argine e Rivarolo Mantovano, Baraccani è tipicamente emiliano, del modenese e bolognese in particolare, Baracchi ha vari ceppi, in Lombardia nel milanese e bergamasco, nel genovese, nel piacentino, parmense, reggiano e soprattutto modenese, ed in Toscana nel fiorentino ed aretino, Baracchini ha un ceppo a Buia nell'udinese, uno a Genova e nello spezzino a Lerici e La Spezia, uno a Cervia nel ravennate ed uno a Città di Castello nel perugino, Baracchino, molto più raro, ha qualche presenza tra veronese e vicentino ed un piccolo ceppo nel livornese, Baracco è molto diffuso in tutto il Piemonte, nel torinese, cuneese ed alessandrino in particolare, in Liguria nel savonese, genovese e spezzino, in Veneto nel padovano e veneziano. L'origine potrebbe essere duplice, la più nobile dal termine medioevale germanico baro (uomo libero) con diverse modificazioni mentre l'altra potrebbe essere più antica, ma meno qualificante, dal celtico bar (ramo d'albero), o, meglio ancora, barac (capanna fatta di rami d'albero), quindi stante ad indicare chi abitava in questo tipo di capanne.
BARACCHIA
BARRACCHIA
Baracchia, quasi unico, dovrebbe essere un alterato di Barracchia, che è specifico del barese, di Trani e Barletta, con un ceppo secondario anche a Roma, circa l'origine etimologica di questi cognomi si possono formulare almeno due ipotesi, la prima consiste in una derivazione da un soprannome basato sul vocabolo spagnolo barracho (grosso contenitore), la seconda presuppone un origine araba da un soprannome originato dal termine arabo barraak (mugnaio).
BARADEL
BARADELLO
BARATELLA
BARATELLI
BARATTA
BARATTELLI
BARATTI
BARATTIN
BARATTINI
BARATTINO
BARATTO
Baradel è specifico di Venezia e del veneziano, Baradello, molto molto raro, ha un piccolo ceppo nel trevisano a Salgareda ed uno nell'udinese, in particolare a Ronchis, Baratella è specifico dell'area veneta, del veneziano, padovano e soprattutto rovigoto e del vicino ferrarese, con presenze anche nel romano e latinense, conseguenti alla migrazione forzata di veneti in occasione della bonifica delle paludi pontine, Baratelli sembrerebbe tipicamente lombardo, abbastanza raro, è specifico del varesotto, con ceppi anche nel milanese, nel bergamasco e nel genovese, Baratta è assolutamente panitaliano, Barattelli ha un ceppo a L'Aquila ed uno a Roma, Baratti ha un grosso ceppo in Lombardia, in particolare nel bresciano, ma presenta ceppi anche nel Piemonte orientale, nel bolognese, nel fiorentino e nel romano, Barattin, decisamente veneto, del bellunese soprattutto, ma radicato anche nel trevisano e padovano, Barattini ha un ceppo nella Liguria di Levante, carrarese e lucchese ed uno tra modenese e bolognese, Barattino è tipico dell'area che comprende il vercellese, l'alessandrino ed il genovese, Baratto ha un nucleo nel Veneto con importanti ceppi anche nel napoletano e nel tarentino, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dall'attività del baratto o di mercanti svolta dai capostipiti. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Brescia in una Carta Venditionis del 1188: "...Preterea Graciadeus Baratellus, patruus iamdicti Petri, promissit prefato abati stipulanti, et sub pena dupli dampni quod ei accideret, quod faciet perpetuo predictam vendicionem ratam habere Agnetem sororem ipsius Petri. ..." e più tardi ne  il Processo degli untori fatto in Milano anno pestis 1630 leggiamo: "...Franciscus Baratellus Causidicus ex officio vocatus suo iuramento dicit: "che fossero onti li muri delle case di questa Citta me ne raccordo , perche ho visto darli il fuoco, ma del tempo preciso non me ne raccordo, e particolarmente viddi in tutta la parochia di S. Paolo, et in molti altri luoghi...".
BARAGATTI Molto raro è tipico toscano della zona al confine tra fiorentino e pisano.
BARAL
BARALE
BARRAL
Baral, assolutamente molto raro, è tipico del torinese, di Perosa Argentina in particolare, Barale è molto diffuso in tutto il Piemonte, ma soprattutto nel torinese e nel cuneese, Barral, meno raro, è tipico di Roure (TO) con ceppi anche a Perosa Argentina, dovrebbero essere di origini francesi e derivare dal toponimo Baralle della regione di Calais, ma è pure possibile una derivazione dal vocabolo occitano barralh (palizzata, ricovero).
BARALDI
BARALDINI
BARALDO
Baraldi è tipico emiliano e lombardo, della zona che comprende le province di Mantova, Modena, Bologna e Ferrara, con un ceppo probabilmente secondario nel milanese, Baraldini è proprio esclusivo del modenese, di Modena, Finale Emilia, Mirandola, San Felice sul Panaro e Medolla, Baraldo è padovano, con un probabile ceppo secondario nel milanese, derivano direttamente o tramite ipocoristici dal nome longobardo Baraldus a sua volta derivato dai termini baro (uomo libero) e wald (forte condottiero).  Si ricorda a tal proposito Baraldo che combattè con Genserico nel V° secolo.
BARANA Barana è specifico di Verona, con ceppi anche a San Bonifacio ed Arcole sempre nel veronese, dovrebbe derivare dal nome della Contrada Barana, una lunga via di Verona, che attualmente si chiama Via Colonnello Fincato, che probabilmente è il luogo originario delle famiglie.
BARANZELLI Baranzelli, molto raro, è specifico del varesotto, di Biandronno, Besozzo, Malgesso ed Ispra, potrebbe derivare dal nome della località Baranzello vicino ad Arcisate nel varesotto, traccia di questa cognominizzazione le troviamo a Biandronno nel 1600, quando in un atto amministrativo, la Notta delli huomini della comunità di Biandron intervenuti alla procura per il lago, viene citato un certo Andrea Baranzello quondam Cesare.
BARASSI
BARASSO
Barassi è tipico del varesotto, di Castelveccana, Bardello e Porto Val Travaglia, Barasso è quasi unico, dovrebbero derivare dal nome del paese varesotto di Barasso, il cui nomne a sua volta dovrebbe derivare da un nome celtico basato sul termine barros (rovo), mentre secondo un'alta ipotesi proverrebbe dal termine sempre celta bar (altura).
BARATTE' Barattè, assolutamente estremamente raro, è tipico di Milano e Bareggio (MI), dovrebbe derivare da un soprannome dialettale originato dal termine baratà (barattare), forse ad indicare che il capostipite fosse un barattiere o mercante, o direttamente dalla contrazione del termine baratamestè (incostante).
BARATTIERI Barattieri è abbastanza raro ed è tipico dell'area che da Parma arriva a Milano via Piacenza e Pavia, deriva dal mestiere di mercante con un comportamento  levantino.
BARAVALLE
BARAVALLI
Baravalle è tipicamente piemontese, molto diffuso nel torinese, a Carmagnola, Torino, Pralormo e Moncalieri, e nel cuneese a Savigliano, Mondovì, Scarnafigi e Caramagna Piemonte, Baravalli, quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, che dovrebbe derivare da un'italianizzazione del nome medioevale germanico Barwald, composto dalla radice Bar (orso) con l'aggiunta di wald (governo), con il significato di colui che governa con l'imponenza e la forza di un orso, latinizzato in Barvaldus, di cui abbiamo un esempio in un atto del 1234: "In Era post millesima CCXXXIV. mense Decembris. Notum sit omnibus presentibus, et futuris, quod ego Gundinsalvus Toquidi, condam Prelatus .. .. Evenit mihi de patre meo tercia de tercia de tota Ecclesia: dico vobis, quia Barvaldus Eimiriz fuit primus filius de prima muliere de Domno Eimiro, postea nubxit cum alia, et generavit duos filios, Diacus Eimiriz et Sandius Eimiriz, et Domnus Barvaldus occidit mulierem novam patris sui, et criminatorem Clericum: propter vindictam petivit Patri suo duas partes hereditatum illius, et tertia pars filiis de mortua. ..".
BARAZZUTTI Tipico dell'udinese, potrebbe derivare da modificazioni dialettali del termine barattiere (vedi Barattieri), ma è altrettanto probabile una derivazione da un soprannome originato dal vocabolo dialettale baruz (cespuglio di rovo) con il diminutivo in ut, personaggio di rilievo è stato nella seconda metà del 1700 il pittore Felice Barazzutti di Gemona del Friuli.
BARBA
BARBE'
BARBETTA
BARBETTI
BARBI
BARBIN
BARBINI
BARBINO
BARBO
Barba è presente a macchia di leopardo in tutt'Italia, Barbè, molto raro, è tipico del pavese, Barbetta è panitaliano, ma con massima concentrazione in Puglia, Barbetti è diffuso a macchia di leopardo in tutta l'Italia centrosettentrionale, soprattutto in Toscana ed Umbria, ma con ceppi significativi anche nell'udinese, nel bresciano, nel genovese e nel romano, Barbi è molto diffuso in tutta l'Italia centrosettentrionale, con un ceppo anche nel tarantino, Barbin è tipicamente veneto, del rovigoto in particolare, Barbini è specifico della fascia che comprende Toscana, Marche, Umbria e Lazio, Barbino, molto molto raro, semprerebbe dell'area umbrolaziale, Barbo, molto raro, è specifico di Trieste e di Monfalcone nel goriziano, questi cognomi possono avere derivazioni diverse, una prima ipotesi è che derivino, direttamente o attraverso ipocoristici, da un soprannome germanico indicante un uomo barbuto, un'altra possibilità è che derivino dall'appellativo dialettale barba (zio).
BARBACCI
BARBACCIA
BARBATA
BARBATTI
BARBAZZA
BARBAZZI
Barbacci ha un ceppo in Toscana, soprattutto a Firenze, uno in Umbria a Gubbio e Perugia e nel ternano a Terni Amelia, Narni e Penna In Teverina, Barbaccia ha un piccolo ceppo nell'anconetano, uno nel ternano, ed il ceppo principale in Sicilia nel palermitano, Barbata, abbastanza raro, è siciliano, del palermitano e del trapanese, Barbatti è tipico del varesotto, Barbazza ha un nucleo veneto tra veneziano e trevisano ed un ceppo, probabilmente secondario,  nel milanese, Barbazzi, praticamente unico, è lombardo, ma è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dalla Gens plebea Barbatia o dal suo nome gentilizio Barbatius, Barbatia, ma è pure possibile che in alcuni casi derivino da soprannomi originati da una barba particolare del capostipite.
BARBACETO
BARBACETTO
Barbaceto sembrerebbe unico e dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione di Barbacetto, che è caratteristico dell'alto udinese, di Ravascletto e Paluzza, che dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine friulano barbacèit (terreno incolto), che deriva a sua volta dal termine friulano barbace (verbasco o tasso barbasso), a sua volta derivato dal latino barbascum (peloso, barbuto), il verbasco è una specie caratteristica ed invasiva delle terre friulane incolte, questo soprannome stava probabilmente ad indicare una caratteristica della zona di provenienza del capostipite.
BARBAFIERA
BARBAFIERI
Barbafiera è tipicamente toscano, con un ceppo a Volterra nel pisano ed uno a Castiglione della Pescaia nel grossetano, Barbafieri, assolutamente rarissimo, è dell'area pisano, livornese, dovrebbero derivare da un soprannome attribuito al capostipite, probabilmente dotato di una barba molto particolare.
BARBAGALLI
BARBAGALLO
Barbagalli, quasi unico dovrebbe essere un'errore di trascrizione di Barbagallo che è tipico della Sicilia orientale, Catania in particolare, ma con ceppi forse secondari anche nel cosentino, dovrebbe derivare da soprannomi legati a caratteristiche somatiche del capostipite, tracce di questa cognominizzazioni le troviamo nel 1700 con lo scrittore Benedicti Barbagallo autore della Practica novissima, ac theorica super ritu magnae regiae curiae Regni Siciliae.
BARBAGELATA Barbagelata è tipico del genovese, di Genova, Santa Margherita Ligure e Camogli, dovrebbe derivare dal nome del paese di Barbagelata di Lorsica nel genovese, tracce illustri di questa cognominizzazione le troviamo nel 1400 con il pittore genovese Giovanni Barbagelata  (~1459 - ~1508).
BARBAGIANNI Assolutamente rarissimo Barbagianni sembrerebbe della zona tra Marche ed Umbria, dovrebbe derivare da un recente soprannome originato dall'atteggiamento o da caratteristiche di fissità dello sguardo del capostipite, tanto da poter essere appunto paragonato ad un barbagianni (tipo di uccello notturno).
BARBAGIOVANNI Barbagiovanni è tipicamente siciliano, di Tortorici in particolare e sempre nel messinese di San Fratello e Castell`Umberto, di Bronte e Belpasso nel catanese e di Montemaggiore Belsito nel palermitano, dovrebbe derivare da un soprannome  originato dal termine barba, probabilmente come zio, e starebbe ad indicare la famiglia di Zio Giovanni.
BARBAGLI
BARBAGLIA
BARBAGLIO
Barbagli è un cognome tipicamente toscano, di Arezzo, di Civitella In Val Di Chiana e dell'aretino in particolare, Barbaglia è tipico della zona tra la Lombardia nordoccidentale ed il Piemonte nordorientale, particolarmente presente ad Ossona (MI) nell'alto milanese e basso varesotto, a Borgomanero (NO) e nel basso novarese, Barbaglio è tipicamente lombardo di Crema e del basso bresciano, potrebbero derivare da una modificazione del nome medioevale Barbarius di cui abbiamo un esempio in quest'atto di vendita del giugno del 1232: "...De qua etiam vendiciaonepredictis decano et capitulo prout dictum est garentienda, Ebrardus Philipi et Gaufridus Barbarius pro dictis Johanne et uxore ejus plegii extiterunt....".
BARBAINI
BARBAINO
Barbaini è caratteristico di Milano e del pavese, Barbaino, quasi unico, è del pavese, dovrebbero derivare da una forma etnica arcaica riferita al paese di Barbaiana nel milanese, anche se non si può escludere che possano derivare anche da un soprannome dialettale basato sul termine lombardo arcaico barbaj (che si accende con poco, irascibile), forse a caratterizzare un particolare atteggiamento del carattere del capostipite.
BARBALACE Barbalace è tipicamente calabrese, di Limbadi, Nicotera ed Joppolo nel vibonese e di Rosarno e San Ferdinando nel reggino, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale calabrese barbalàce (chiocciola, lumaca), forse per il fatto che il capostipite fosse un cacciatore ed un venditore di lumache.
BARBAN
BARBANI
BARBANO
Barban è tipicamente veneto, dell'area che comprende il vicentino, il padovano, il veneziano ed il trevisano, Barbani è tipicamente toscano, di Prato e Pisa, Barbano ha un ceppo tra Liguria e Piemonte, in particolare a Casale Monferrato nell'alessandrino, a Genova ed a quiliano nel savonese, con un ceppo anche a Grotte di Castro nel viterbese ed a Roma, uno nel potentino a Maschito ed uno nel foggiano a San Giovanni Rotondo, potrebbero derivare dal termine medioevale barbanus (zio), di cui abbiamo un esempio in un Dicta testium (deposizione di testimoni) del 1180 a Lodi: "...et dixit quod Riboldus Encelsum tunc habitabat ad Cavenagum quando sententia fuit data inter comune de Cavenago et episcopatum et dixit quod non vidit Riboldum Encelsum dare fodrum episcopo vel eius misso neque audivi quod daret, sed audivi quod pater Riboldi et barbanus eius dederunt fodrum episcopatui et dixit quod vilani loci dant aquaticum lini episcopatui, sed non vidit quod Riboldus daret...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
questi cognomi possono essere derivati dal sostantivo barba, soprannome medievale dato a persona che si caratterizzava per la propria barba, e che ha dato origine a una lunga serie di cognomi in tutta Italia, ma si potrebbe anche pensare a derivazioni dalla forma latinizzata, anch'essa medievale, barbanus, sinonimo di zio.
BARBANERA Specifico del perugino, dovrebbe derivare da un soprannome originato da caratteristiche fisiche.
BARBANTE
BARBANTI
BRABANTE
BRABANTI
Barbante ha un ceppo nella fascia centrale che comprende Montegranaromnel fermano nel Piceno, Rieti soprattutto e Rocca di Papa e Frascati nel romano, con un ceppo anche a Palermo, ed a Vittoria nel ragusano, Barbanti ha un ceppo a Modena ed a Bomporto e Cavezzo nel modenese, a Cervia e Ravenna nel ravennate, a Rimini ed a Pesaro, uno a Roma ed uno a Militello in Val di Catania e Licodia Eubea nel catanese, Brabante, molto raro, è specifico di Bitonto nel barese, Brabanti, quasi unico, sembrerebbe emiliano, dovrebbero derivare direttamente o tramite alterazioni dialettali medioevali dal nome della regione del Brabante nei Paesi Bassi, ma è pure possibile una derivazione dal Brabant francese nelle Argonne o dalle città francesi di Brabant sur Meuse o Brabant le Roi in Lorena.
BARBARA
BARBARI
BARBARO
Barbara è tipicamente meridionale, con un ceppo a Roma, uno nel napoletano, uno nel barese ed uno in Sicilia tra trapanese ed agrigentino, Barbari, rarissimo è specifico della zona tra Modena e Bologna, Barbaro è presente a macchia di leopardo in tutt'Italia, dovrebbero derivare dal praenomen latino Barbarus, o Barbara, derivante dal modo greco di definire chi aveva una parlata incomprensibile, cioè "bar bar",o anche da un soprannome barbaro (straniero).
BARBARACE
BARBARACI
Barbarace è praticamente unico, Barbaraci è specifico di Palermo, si dovrebbe trattare di una forma ipocoristica greca in ace o aci, probabilmente ad indicare che il capostipite era il figlio di un barbiere.
BARBARESCHI
BARBARESCO
Barbareschi, molto raro, sembra avere oltre al ceppo lombardo, nel milanese e nel basso bresciano, anche uno nel napoletano, Barbaresco, ancora più raro, sembra del trevigiano, potrebbero derivare dal praenomen latino Barbarus, ma è pure possibile una derivazione dal termine medioevale barbaresco per indicare chi fosse stato designato come responsabile della cura di cavalli arabi, forse il mestiere del capostipite. (vedi Barbari)
BARBARESE
BARBARESI
Barbarese, quasi unico, è specifico di Terni, Barbaresi  è molto diffuso nel pesarese a Fossombrone, Fano, Pesaro e Mombaroccio, e nell'anconetano a Mergo, Ancona e Sassoferrato, con un piccolo ceppo nel maceratese a Civitanova Marche e San Severino Marche, uno a Terni ed un ceppo a Roma, questi cognomi dovrebbero derivare dal termine italiano arcaico barbarese, che significa straniero, ma può riferirsi anche a chi proviene dalla Barberia, zona del Africa settentrionale occidentale, probabilmente ad identificare i capostipiti come estranei al corpo cittadino.
BARBARIA Barbaria ha un ceppo a Salerno e Pagani nel salernitano ed uno in Sicilia a Palermo e Cefalà Diana nel palermitano, dovrebbero derivare dal termine arabo barbariyah (Berberia, la patria dei berberi) e dal medioevale Barbaria da questo derivato: "...(17 maggio 1509) fo il dì dila Sensa, il principe fo in Bucintoro a sposar il mar de more, con li Oratori ut supra, et portò la spada.  Zuam Moro va capitanio dile galie di Barbaria, suo compagno Zuam Francesco da Moliu quondam Piero et altri invitadi, el forzo quelli vanno in Pregadi per diversi officij...", ma è pure possibile che derivi dal nome tardo latino Barbaria: "...Igitur illustris femina Barbaria beatum Severinum, quem fama vel litteris cum suo quondam iugali optime noverat, religiosa devotione venerata est. Quae post obitum eius audiens corpusculum sancti in Itallam multo labore perductum et usque ad illud tempus terrae nullatenus commendatum, venerabilem presbyterum nostrum Marcianum, sed et cunctam congregationem litteris frequentibus invitavit. ...".
BARBARINI
BARBARINO
Barbarini, molto raro, ha un nucleo nel pavese ed uno nel parmense, Barbarino, non comune, sembra avere un ceppo sulla fascia orientale della Sicilia, uno nel napoletano ed uno in Friuli nell'area di Resia, dovrebbero derivare da Barbarinus, diminutivo del nome Barbarus. Tracce di questo cognome le troviamo a Correggio (RE) nel 1500 con il musicista e compositore Manfredus Barbarinus Lupus, personaggio di rilievo è stato il Cardinal Antonio Barbarino nel 1600.
BARBARIOL
BARBARIOLI
Barbariol, molto molto raro, ha un ceppo a Roveredo in Piano nel pordenonese ed uno a Trieste, Barbarioli, quasi unico, è dovuto ad un'italianizzazione del precedente, potrebbero derivare da un soprannome veneto originato dal fatto che il capostipite fosse stato un barbariol, cioè fosse stato un Patrizio Veneto ammesso dal Doge, con diritto di voto, al Gran Consiglio nel giorno di Santa Barbara, tracce di queste cognominizzazioni a Roveredo le troviamo in atti almeno dal 1700.
BARBAROTTI
BARBAROTTO
Barbarotti, quasi unico, parrebbe del parmense, Barbarotto ha un ceppo tra trevisano, e Friuli ed uno in Sicilia a Piazza Armerina nell'ennese con ramificazioni a palermo e nel palermitano, potrebbero derivare da etnici di toponimi come Santa Barbara, presenti un pò in tutt'Italia, per il ceppo veneto si potrebbe anche ipotizzare trattarsi di una forma patronimica dal nome Barbara o Barbaro.
BARBATI
BARBATO
Barbati ha un ceppo nel cremonese, uno nel modenese, uno tra Roma e L'Aquila, uno tra napoletano ed avellinese ed uno nel tarantino, Barbato ha un importante ceppo nel Veneto ed uno ancora più importante in Campania, dovrebbero derivare dal cognomen latino Barbatus portato ad esempio da Lucius Cornelius Scipio Barbatus console di Roma nell'anno 298 a.C. all'epoca della terza guerra sannitica, in epoca medioevale ricordiamo ricordiamo San Barbato nato a Vandano di Cerreto Sannita (BN) nei primi anni del VII° secolo.
BARBATOSTA Barbatosta, assolutamente rarissimo, è specifico della zona tra Rimini e Pesaro, dovrebbe derivare da un soprannome attribuito ad un capostipite dotato probabilmente di una barba particolarmente rigogliosa.
BARBERA Barbera ha un nucleo piemontese e lombardo ed uno siciliano, per i cognomi settentrionali è ipotizzabile un'origine  da soprannomi legati al nome dell'uva o del vino barbera, forse a caratterizzare l'attività di vignaiolo o di produttore di vino, ma anche forse di forte bevitore, nel caso invece dei cognomi siciliani si può ipotizzare un'origine collegata al mestiere di barbiere.
BARBERI
BARBERIS
BARBERO
BARBIERATO
BARBIERI
BARBIERO
La derivazione di tutti questi cognomi è la professione del barbiere,. In epoca antica, ma anche in epoche abbastanza recenti, il barbiere era una specie di medico in scala minore. La distribuzione del cognome Barbieri è notevole in tutt'Italia, Barbiero ha un ceppo veneto, uno friulano, ma presenta ceppi anche in Campania, Molise e Calabria, Barberis è tipicamente ligure e piemontese, mentre Barbierato, dove la terminazione in -ato sta per figlio di Barbiero o figlio del barbiere, ha una particolare concentrazione nel Veneto e Barberi nelle regioni centrali, quest'ultimo potrebbe in qualche caso derivare dal toponimo Barberi (PE), Barbero è tipicamente piemontese e della Liguria centrale ed occidentale.
BARBERINI Cognome tipico dell'Italia centrale che potrebbe derivare da toponimi come Barberino val d'Elsa (FI) o Barberino del Mugello (FI), che deriva, probabilmente dallo stemma della casata dei Cattani (Capitani) che lo possedeva nell'undicesimo secolo e che raffigurava una testa umana con tre barbe; un'altra ipotesi è che derivi dall'aferesi del cognomen latino Ahenobarbus. .Personaggio famoso della casata dei Barberini fu il papa Urbano VIII  (Maffeo Barberini) [Firenze 1568 - Roma 1644], papa  dal 1623 al 1644, diventato famoso per il processo a Galileo e per il suo nepotismo che diede origine ad una vera e è propria casata nobiliare, trasformando dei semplici proprietari terrieri toscani in Cardinali e Principi. Famoso è anche l'autore del "Guerin Meschino", Andrea da Barberino nato nel 1370.
BARBESI
BARBESSI
Sia Barbesi che Barbessi sono tipici del veronese, di Fumane, Sona e Sant`Ambrogio di Valpolicella, nonchè di Verona, si dovrebbe trattare di forme patronimiche dialettali venete in -ssi ad indicare probabilmente le famiglie dei figli di un Barba (vedi BARBA).
BARBESIN
BARBESINI
BARBESINO
BARBISIN
BARBISINI
BARBISINO
Barbesin, molto molto raro, è tipico del pordenonese, di Pordenone e di Azzano Decimo, Barbisin, caratteristico della medesima zona, è il frutto di errate registrazioni, Barbesini è unico e sembrerebbe piemontese, come Barbesino che è tipico dell'alessandrino, di Casale Monferrato e Giarole, Barbisino, sempre dell'alessandrino, quasi unico, dovrebbe essere il frutto di errori di trascrizione, così come il ligure Barbisini, dovrebbero derivare da forme ipocoristiche del termine dialettale per baffuto, probabilmente motivati dall'abitudine dei capostipiti, dotati forse di piccoli baffetti.
BARBIERI CORREALE integrazioni fornite da Walter Barbieri Correale
il mio è un doppio cognome Barbieri Correale. Barbieri è il cognome paterno, mio padre Rodolfo  è nato a Nicotera (VV) nel 1934, mentre mia madre Maria Carmela Correale è nata a Candidoni (RC) nel 1944. La famiglia di mio padre era un'antica famiglia proprietaria terriera di Nicotera, la famiglia di mia madre era un'antica famiglia di professionisti e notai.  Il doppio cognome nacque per l'interessamento di un pronipote dei Correale di Vibo Valentia, che portò nel 2004 l'allora ministro degli interni a concedergli l'uso del doppio cognome.
BARBISOTTI La derivazione più probabile è da un soprannome originato dal vocabolo dialettale lombardo barbis (baffi). La distribuzione è concentrata in Lombardia.
BARBOLAN
BARBOLANI
BARBOLINI
Barbolan, assolutamente rarissimo, è dell'area veneto, friulana, Barbolani è unico, Barbolini è tipico di Modena e del modenese, possono derivare dal nome medioevale Barbolus di cui abbiamo un esempio nel Cartularium caritatis andegavensis: "...Dilectus, famulus domni Archelai et vicarius comitis, fecit homines suos piscari in vivario S. Marie de Fossis. Unde clamorem fecit abbalissa Theburgis Archelao qui habuit hominem suum , in die Ascensionis, ad justiciara; et facto judicio, ille vadiavit pisces quos piscaverat injuste, vadiumque misit in manu abbatisse Theburgis et in manu Bernardi prepositi. Quod viderunt isti et audierunt, ex parto Archelai : Hervcus, Robertas, Pipinus Chamallardi, Matheus lilius Giraldi prepositi, Audulfus miles, Bobinus de Fossis; ex parte abbatisse Guitto de Ponte, Marquerius Almauguini, Meno, Garinus Losduni, Engelbautlus villanus , Bovetus, Barbolus vicarius, Albericus de Fossis, Hervcus fîlius Algardi, Goffridus de Carnoto. ..", un principio di queste cognominizzazioni lo troviamo a Budrio (BO) nel 1400 con Petrus de Barbolus, ma è pure possibile che derivi da un soprannome legato alla pesca.
BARBON Tipico trevisano, dovrebbe derivare da un soprannome originato dalla barba e baffi fluenti del capostipite.
BARBONE
BARBONI
BARBONETTI
Barbone ha ceppi in Abruzzi, Lazio, Campania e Puglia, Barboni in Emilia, Marche, Toscana, Umbria e Lazio, Barbonetti è tipico della zona tra la provincia di Roma e quella dell'Aquila, potrebbero derivare o dal nome tardo medioevale Barbone, di cui abbiamo un esempio nella prima metà del 1500 con il calvinista romagnolo Barbone Morisi, o anche da soprannomi originati da caratteristiche fisiche del capostipite.
BARBOSA
BARBOSI
BARBOSO
Tutti e tre assolutamente rarissimi, quasi scomparsi, potrebbero essere del centro Italia, sembrerebbero di origini portoghesi, si pensi ad esempio a Agostinho Barbosa (1590-1649), uno dei canonisti più illustri del Portogallo.
BARBUSCA
BARBUSCI
BARBUSCIA
BARBUSCIO
BARBUSCO
Barbusca, tipicamente siciliano, è specifico di Enna, Barbusci è quasi unico, Barbuscia ha ceppi in Sicilia a Messina, Mirabella Imbaccari nel catanese, Palermo ed Alcamo nel trapanese, Barbuscio è del cosentino, di Castiglione Cosentino, Castrolibero e San Pietro in Guarano, Barbusco è unico, dovrebbero essere di origini albanesi e derivare dal nome slavo Barbushe, o anche da un soprannome originato da una modificazione del termine albanese bareshë (pastore), troviamo tracce di questa cognominizzazione in un atto del 1575 che cita la costituzione di una società per il commercio di panni, della quale fa parte un certo Fabio Barbuscia di Cirò nel crotonese.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
BARBUSCIA, BARBUSCA - Cognome siciliano e calabrese che deriva dalla voce dialettale 'varvusca' (barbùscia) che significa 'paletta del pungolo con cui si pulisce il vomere dell'aratro'. Rohlfs 48.
BARBUTI
BARBUTO
Barbuti ha un ceppo a Parma e Bardi nel parmense ed uno a San Giuliano Terme, Pisa e Vecchiano nel pisano, ed a Lucca, Barbuto è tipicamente meridionale, con un ceppo nel napoletano e salernitano, uno nel barese ed uno, il più consistente, in Calabria, nel cosentino, crotonese, catanzarese e vibonese, con presenze anche nel reggino e nel messinese e catanese, dovrebbero derivare da soprannomi originati probabilmente dall'abitudine dei capostipiti di portare una folta barba.
BARBUZZA
BARBUZZI
Barbuzza, molto molto raro, sembrerebbe siciliano, con un piccolo ceppo nel messinese ed uno nel palermitano, Barbuzzi ha un ceppo a Palazzo San Gervasio nel potentino ed uno a San Marzano di San Giuseppe nel tarentino ed uno piccolo a San Pancrazio Salentino nel brindisino, l'ipotesi più probabile è che si tratti di italianizzazioni del nome slavo Barbushe (vedi BARBUSCI), ma non si può del tutto escludere una derivazione da soprannomi originati da un particolare tipo di barba portata dai capostipiti.
BARCA Barca è un cognome assolutamente panitaliano, in alcuni casi possono derivare dai molti toponimi contenenti la radice barca, come ad esempio Barca (TO), (PU), Barca del Grazi (GR), Pian di Barca (SP) o Piano della Barca (CH), in altri casi può derivare da un soprannome originato dal mestiere del capostipite, in qualche modo collegabile alla barca, in altri ancora può derivare dall'italianizzazione di nomi come il provenzale Barachel o il fenicio e turco Barak., ricordiamo a dimostrazione di quest'ultima tesi che il famosissimo Annibale Barca, quello delle guerre puniche, in effetti si chiamava Hanibaal Barak che tradotti sono Dono di Baal (il dio fenicio) e fulmine.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BARCA: barca, zattera, battello, piattaforma galleggiante etc. Dal tardo latino barca, dal greco βάρις (baris), che significa inoltre fabbricato, palazzo etc. Parola di antica origine egiziana. È chiaro che non vi è alcuna relazione tra barca, battello ed il cognome Barca portato dal grande generale cartaginese Amilcare detto Barca, dal fenicio Barak = fulmine, lampo, per la velocità delle azioni di guerra. Non è da escludere l'ipotesi che il cognome Barca, diffuso in tutta Italia, almeno in qualche ceppo, possa derivare da Barak. Il cognome è presente negli antichi documenti della Sardegna. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388 figurano: Barca (de) Parasono, jurato ville Sammungleo. * Sammungleo.odierno Samugheo. Mandrolisay o Barbagia di Belvì; Barca Nicolao, ville Setini* Setini.odierno Sedini. Contrate de Anglona - Chiaramente; Barcha Barisono, ville Nuruci. * Nuruci...odierno Nureci (Laconi.Contrate Partis Alença); Barcha Joanne, ville Pardu. * Pardu.distrutto: Pardu - Partis de Montibus; Barcha Petro, ville Sellùri (Sanluri; Seddòri). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo, sono presenti ben 11 Barca: Barca Andria e Barca Goantine fratelli; Barca Comida armentario a Tune (l'armentario era l'amministratore generale; Tune o Tunis è un abitato scomparso di origini nuragiche; in periodo medievale fu Villa del regno giudicale di Arborea; i suoi resti si trovano nelle vicinanze del centro abitato di Narbolìa, nella provincia di Oristano). Barca Goantine, fratello di Comita; Barca Gunnari di Bauladu; Barca Mariane, maiore de portu (il maiore de portu aveva il compito di vigilare sulla qualità dei prodotti in commercio, di punire le frodi, di fissare il giusto prezzo, di ispezionare i pesi e le misure e di risolvere le controversie in materia di mercato tramite il tribunale specifico detto appunto Corona de Portu; Barca Arsoco; Barca Arsoco su de Baratiri (quello di Baratili); Barca Arsoco de Scudu; Barca Remundinu, prete, converso di Santa Maria di Bonarcado; Barca Furadu. Ricordiamo che Barake( scomparso verso la fine del XII° o l'inizio de XIII° secolo, fu centro abitato fondato dai Fenici, da cui il significato di "lampo", "luce", verso il VII° secolo  a. C.; in periodo medievale fu Villa(villaggio) appartenente alla Curadorìa di Nurra, del regno giudicale di Torres. Rammentiamo inoltre che Barca o Barce (Вάρκη, in greco, il cui etimo deriva dal semitico) è attualmente centro abitato della Cirenaica, nella omonima provincia. Il cognome Barca è attualmente presente in 320 Comuni d'Italia, con diffusione per lo più omogenea. In Sardegna è presente in 21 Comuni: Baunei 84, Sarule 26, Ottana 24, Osilo 14, etc.
BARCACCI
BARCACCIA
Barcacci, assolutamente rarissimo, ha qualche presenza in Toscana ed in Umbria, Barcaccia ha un ceppo nel perugino a Deruta, Perugia, Torgiano e Marsciano, ed uno a Roma, dovrebbero derivare da nomi di località come Barcaccia sulla strada per Gubbio nel perugino.".
BARCARI
BARCARO
Barcari è unico, dovrebbe trattarsi di un errore di trascrizione di Barcaro, che è tipicamente veneto, con un ceppo nel vicentino, a Vicenza, Monticello Conte Otto, Lonigo e Sossano, ad Abano Terme nel padovano ed a Rovigo, dovrebbe derivare dal termine veneto arcaico barcarol, un precursore del più recente barcariol (barcaiuolo), probabilmente indicandolo come il mestiere svolto dal capostipite.".
BARCAROLI
BARCAROLO
Barcaroli è tipico dell'Italia centrale, ha un ceppo a Todi nel perugino ed uno a Terni, ha un piccolo ceppo a Castellalta nel teramano ed a Pescara, un ceppo a Roma ed uno a Tarquinia nel viterbese, Barcarolo, decisamente più raro, è specifico di Malo e Vicenza nel vicentino, dovrebbero derivare da soprannomi attribuiti ai capostipiti, che di mestiere probabilmente facevano i barcaioli.".
BARCELLA
BARCELLI
BARCELLO
Barcella, oltre al ceppo, forse di origine trentina, tipicamente lombardo, presente in particolare nel bergamasco, a Nembro, Albano Sant'Alessandro, Scanzorosciate, Cenate Sotto, Torre de' Roveri, Trescore Balneario, Seriate, Zandobbio, Dalmine, Carobbio degli Angeli, Villa di Serio, Gorlago, Alzano Lombardo e Bergamo, ne ha uno a Reggio Calabria ed uno a Catania, Barcelli, assolutamente rarissimo, ha un piccolo ceppo nello spezzino ed uno nel pesarese, Barcello, altrettanto raro, sembrerebbe avere un piccolo ceppo nel cosentino, potrebbero derivare da soprannomi originati dal termine arcaico barcella (barella), ma in alcuni casi protrebbero derivare dal termine dialettale lombardo barcella (baionetta da caccia) o anche da un'alterazione sempre dialettale del termine per indicare il magazzino adiacente alla casa colonica, tracce di questo cognome le troviamo almeno dal 1500, l'ipotesi del soprannome trova conferma in trentino nel 1560, quando in un atto leggiamo: ".. dominus Antonius de Barcellis curator dicti domini Francisci Beseni. .." e nel 1564: ".. dominus Michael Barcella nacensis. Dominus Matthaeus de Besenis. ..", in Lombardia le tracce risalgono almenno al 1700, in un atto redatto nel 1725 in Valtellina in cui risultano accordate a Bartolomeo Castellanello di Bianzone detto Barcella cinque tavole della vigna "al loco delle olive" e più tardi a Bormio alla fine del 1700: "...Locazione di Antonio Nicolina fu Giambattista, di Bormio, quale locatario dei beni esistenti in Bianzone di ragione del collegio gesuitico di Bormio, a Giacomo Castellanelli fu Bartolomeo e a Giuseppe Castellanelli fu Domenico, detti Barcella, delle case site in Bianzone, nella contrada di Cambremo, e dei fondi "opolivi" descritti nella precedente locazione, fatta agli stessi massari il 4 novembre 1778, per un fitto annuo di 5 some di vino sulle case e di 2 some di vino sui fondi...".
BARCELLONA Barcellona ha un nucleo in Sicilia, soprattutto a Palermo, Alia e Castronovo di Sicilia nel palermitano, a Catania e Ramacca nel catanese, a Messina ed a Barcellona Pozzo di Gotto nel messinese, a Leonforte (EN), a Mussomeli nel nisseno, a San Biagio Platani nell'agrigentino, un ceppo c'è anche a Crotone, dovrebbero derivare dal toponimo Barcellona Pozzo di Gotto nel messinese.
BARCELLONE Barcellone, molto raro è specifico dello spezzino, di Beverino e La Spezia, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale con il significato di uno che barcolla, ma anche di portantino, cioè di chi porta la barella.
BARCHERINI Barcherini ha un ceppo ad Amelia nel ternano, con presenze significative anche a Giove, Narni e Penna in Teverina sempre nel ternano ed a Roma, di origini etimologiche oscure.
BARCHIESI Barchiesi ha un ceppo marchigiano nell'anconetano, soprattutto a Jesi, ma anche a Falconara Marittima, Ancona, Senigallia, Chiaravalle, Ostra, Castelbellino, Monte San Vito, Montemarciano e Monsano, ed uno a Roma, dovrebbe trattarsi di una forma etnica riferita agli abitanti del paese di Barchi nel pesarese, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
BARCHIETTO Barchietto, molto molto raro, è tipico di Biella e Novara., dovrebbe riferirsi ad un soprannome originato dal mestiere di barcaiolo forse svolto dal capostipite.
BARDARI
BARDARO
Bardari ha un ceppo napoletano ed uno molto piccolo tra Pizzo e Pizzoni nel vibonese in Calabria, Bardaro, più diffuso, ha un piccolo ceppo a Formia nel latinense, uno a Castel Baronia nell'Avellinese ed a Napoli, ed uno in Puglia, a Massafra nel tarantino, a Latiano e Mesagne nel brindisino e ad Altamura nel barese, e qualche presenza nella Sicilia orientale, questi cognomi dovrebbero derivare dal mestiere dei capostipiti, che probabilmente erano artigiani che producevano barde (armature di cuoio e di ferro per cavalli), con le quali si guarniva e contemporaneamente si proteggeva il collo ed il petto dei cavalli da guerra o da torneo.
BARDAZZI
BARDELLA
BARDELLI
BARDELLO
BARDELLONE
BARDELLONI
BARDI
BARDINO
BARDO
BARDO'
BARDONE
BARDONI
BARDUCCI
La derivazione di questi cognomi, che hanno in comune la radice Bard- è sicuramente molto diversificata, essendo possibili molte origini diverse. Una è la derivazione dal nome Bardus, Pardus diffuso nell'alto medioevo, un'altra possibilità è da un soprannome riferentesi all'origine longobarda del capostipite, altre più recenti sono di tipo toponomastico, esistendo molte località con nomi di origine celtica come Bard (AO), Bardello (VA), Bardi (PR), Bardinetto (SV),Bardino (SV), Bardolino (VR), Bardonecchia (TO), che possono aver dato origine a questo tipo di cognomi. La distribuzione dei cognomi è concentrata nell'Italia settentrionale. Bardazzi è tipicamente toscano di Prato e di Firenze, con presenze significative anche a Sesto Fiorentino e Barberino di Mugello nel fiorentino ed a Vaiano, Carmignano e Montemurlo nel pratese, Bardella è molto diffuso nel milanese e bergamasco, nel veneziano e rovigoto, con presenze anche nel vicentino, padovano e pordenonese, Bardelli è diffusissimo in Lombardia, in particolare nel varesotto, milanese  e cremonese, in Emilia, in particolare nel modenese e soprattutto in Toscana, Bardello è quasi unico, Bardellone, molto raro, è specifico del padovano, Bardelloni è tipico della bassa bresciana, del livornese e del perugino, Bardi è tipico della bassa Romagna e della Toscana.con un probabile ceppo anche nel Salento, Bardo sembra del torinese, Bardò, assolutamente rarissimo, parrebbe del carrarese, Bardoni e Bardone, sono specifici del lodigiano e del pavese al confine con il lodigiano, dovrebbero essere modificazioni dell'estinta famiglia Bardonazzi, originaria di LodiVecchio, che diede numerosi Capitanei nel periodo delle signorie, famoso fu un Tebaldo Bardonazzi, uomo d'arme e valoroso guerriero, Barducci è tipico dell'area tra Romagna e Toscana, del ravennate, forlivese e riminese e del fiorentino.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
BARDELLA - Potrebbe derivare direttamente dal toponimo Bardella, frazione di Castelnuovo del Bosco, Asti.
BARDOSCIA Bardoscia è tipicamente pugliese del leccese, di Galatina, Veglie, Miggiano e Lecce.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Con buona probabilità, il cognome Bardoscia nasce da un adattamento del nome albanese Bardhosh, che, composto dalla radice Bardhë (l'italiano Bianco) e dal suffisso -osh (con valore ipocoristico), può essere tradotto col nome Bianchino o Bianchetto (vedi Bianca): in questo contesto, in effetti, va notato che sia Bardhosh (con una variante in Bardhush) sia Bardhë (con una variante in Bardh) sono nomi piuttosto diffusi in Albania e proprio da questi nomi derivano i cognomi albanesi Bardhi, Bardhoshi, Bardhushi, etc. In conclusione, dunque, si tratterebbe della cognominizzazione del nome personale del/la capostipite, anche se non è esclusa una derivazione da un semplice soprannome.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Secondo Minervini, Diz. cogn. pugliesi, 78, si tratta di un derivato del cognome base Bardi, che oltre a una derivazione dal personale germanico Bardus, Pardus, può anche essere un etnico da Bardi (PR), Bard (AO).
BARELL
BARELLA
BARELLI
BARELLO
Barell è assolutamente rarissimo, Barella ha ceppi nel torinese, nella Lombardia occidentale, nel parmense, tra rovigoto e padovano, tra viterbese e romano e nel brindisino, Barelli, non comune, ha un ceppo nel milanese e comasco ed uno in Toscana, Barello è specifico del Piemonte occidentale, dovrebbero derivare dal nome medioevale Barellus, Barella, di cui abbiamo un esempio nel bergamasco nel 1100, come possiamo leggere in una pergamena lodigiana: "Anno ab incarnacione domini nostri Iesu Christi millesimo centesimo nonagesimo septimo, nono kallendas decembris, indictione prima manifestavit Barellus, filius Alberti Schilini libras quatuor imperialium, quas Anselmus Arothi mutuo accepit ab Alberto Caxola...", troviamo un principio di questa cognominizzazione nella seconda metà del 1200 con il notaio Barellus de Osio (BG) e nel 1400 in Friuli con: "...Gotfredus qui dicitur Barellus ...".
BARENCO
BARENGHI
BARENGO
Barenco, estremamente raro, parrebbe dello spezzino, Barengo sembrerebbe specifico di Mazzè (TO) con un ceppo anche nel rovigoto, Barenghi ha un nucleo a Magenta ed Abbiategrasso dovrebbero derivare dal toponimo Barengo (NO), ma è pure possibile in alcuni casi che derivi dall'aver svolto il capostipite l'incarico di Barengo il Barengo in epoca rinascimentale era una sorta di Cancelliere papale: "...Et a me è stato detto da persona che udì che sua santità comandò al Barengo che facesse ditta bolla più gagliarda et più forte che si possa... ...et l'illustrissimo di Napoli diede commissione al vescovo di Thilesia che lo dicesse al Barengo perché faccia li brevi...", come leggiamo nei Dispacci da Roma al Doge ed al Senato inviati nel 1558 da Bernardo Navagero.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cognome piemontese derivato dal toponimo Barengo, Novara, in dialetto Baréngh; = Belingum (- vicus), a. 1025-36; dal 1200 in poi fu chiamato Barengum. Il Massia (Nomi Novaresi, VI, 15 e IX, 3), insieme col Barengo di Mazzè, Ivrea, e quello di Montiglio, Asti, pensa sia forse riportabile al nome personale celtico 'Belus'. Può competere, però, il personale germanico 'Barino' o 'Bering', registrato dal Förstemann.
BARESI Tipico bresciano, dovrebbe derivare da un nome di località come l'antica Contrada Bares o De Baresis in Val di Scalve nel bergamasco, e anche possibile che il cognome derivi dalla Val di Bares nel comasco.
BARETTA Il cognome è distribuito al settentrione con tre nuclei distinti, Nel Veneto, in Lombardia ed in Piemonte. Si possono ipotizzare più origini, ma probabilmente sempre legati ad un soprannome da un dialettale barett (berretto) o ad un mestiere che avesse a che fare con le onoranze funebri.
BARETTI
BARETTO
BARO
BAROLINI
BARON
BARONE
BARONI
BAROTTI
Baretti è tipico del bergamasco, Baretto è dell'alessandrino e genovese, Baro è tipicamente veneto, di Padova, di Pianiga e Spinea nel veneziano e di Maserada sul Piave ed Ormelle nel trevisano, Barolini, quasi scomparso parrebbe del Lazio, Baron è concentrato nelle Venezie, Barone è distribuito massicciamente in tutt'Italia, Baroni è diffuso al centro nord, Barotti è specifico dell'area tra rovigoto e ferrarese, di Canaro e Castelmassa nel rovigoto e di Voghiera e Ferrara nel ferrarese. Questi cognomi dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite ipocoristici dal termine germanico baro (uomo libero) declinato baroni (dell'uomo libero): : "...sic dictus Dominus Baro voluit et ita ei placuit et placet fieri...", in alcuni casi possono derivare da forme dialettali del termine berretto (copricapo). Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio a Grosio in Valtellina nella seconda metà del 1400, quando un certo Giacomo del Baretto fu Giorgio è sacrestano della chiesa di S. Giorgio in Grosio, a Bormio, nel 1630 una tale Catherina del Baron è testimone in un processo per stregoneria.
BARGELLI
BARGELLINI
BARICELLI
BARRICELLI
Bargelli sembra avere un ceppo a Massa Marittima (GR), uno nel fiorentino ed uno perugino, Bargellini ha un ceppo nel fiorentino e pistoiese ed uno nel riminese, Baricelli, ha un piccolo ceppo lombardo, uno genovese ed uno leccese, Barricelli è tipicamente campano di Benevento e di Macerata Campania, Portico di Caserta e Santa Maria Capua Vetere nel casertano, e di Serrara Fontana e napoli nel napoletano, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite ipocoristici o alterazioni, dal termine medioevale bargello (magistrato di polizia o comandante delle guardie).  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel livornese nel 1400 con i Conti Bargellini.
BARGI Bargi ha un piccolo ceppo tra reggiano e modenese ed uno tra pisano, pistoiese e fiorentino, dovrebbero derivare dal nome dei paesi di Bargi nel bolognese o di Ponte a Bargi nel pistoiese, probabili luoghi d'origine dei capostipiti.
BARGIACCHI Tipico del pistoiese orientale, Pistoia, Agliana e Quarrata, ha un ceppo anche a Villa Minozzo  nel reggiano, dovrebbe avere radici giudaiche e derivare dall'ebraico bar Jacob (figlio di Giacobbe), tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Casellina (FI) nel 1700 con il Camarlingo: Jacopo Bargiacchi.
BARGIGGIA Bargiggia è tipico di Milano e Lacchiarella nel milanese e di Pavia, dovrebbe derivare da una forma dialettale del nome del paese bergamasco di Barzizza.
BARI Bari è presente a macchia di leopardo in tutt'Italia, anche se la massima concentrazione è in Puglia, deriva dal nome della città pugliese di Bari, in molti casi può trattarsi di famiglie ebraiche.
BARIANI
BARIANO
DA BARIANO
Bariani ha un ceppo nel bergamasco ed uno nel pavese, a Voghera soprattutto, ed un ceppo emiliano a Portomaggiore nel ferrarese, Bariano in Italia è ormai scomparso, come l'antico cognome dei Da Bariano, potrebbero derivare da toponimi come Bariano nel bergamasco, Bariana nel milanese o Castelnovo Bariano nel rovigoto, come pure è possibile un'origine dal nome medioevale Barianus, di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale nell'anno 1171 a Milano: "...Signum + + + (k) manuum Gasspari et Churadi qui dicuntur Menclocii, Bariani de Pusterla, Guidrici de Ugionno, Arderici Spate testium. ...", tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio in un atto di vendita del 1326 a Bergamo dove un certo Alberto fu Martino Barianus di borgo Sant'Alessandro in Colonna compare come cedente, a Piacenza verso la fine del 1400: "...Nicolaus Barianus placentinus, congregationis Insubricae nobilis Alumnus, ut testatur ipsemet in dedicatoria sui Quadragesimalis Herculi Estensi Ferrariae Duci, ubi inter alia haec adsunt verba...".
BARICHELLO
BARRICHELLO
Barichello è tipico della zona tra trevigiano e padovano, Barrichello, quasi unico è dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, potrebbe derivare da un soprannome.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cognome di Treviso che viene dal termine dialettale mantovano 'barichei' = 'birilli'. Olivieri 235.'Bering', registrato dal Förstemann.
BARIGAZZI Barigazzi è tipicamente emiliano, di Parma, di Reggio Emilia, Correggio, San Martino in Rio e Rubiera nel reggiano e di Pievepelago e Carpi nel modenese, dovrebbe derivare dal nome di Barigazzo, una frazione di Lama Mocogno nel modenese, toponimo che sembrerebbe molto molto antico ed il cui nome dovrebbe derivare dal termine medioevale ligure barga (capanna).
BARIGHINI Barighini sembrerebbe tipico del genovese, anche se l'origine parrebbe dell'area veneta, potrebbe derivare da un ipocoristico dell'aferesi del nome medioevale Barbarigus, di cui abbiamo un esempio in un'iscrizione a Noventa Vicentina risalente all'anno 1367: "BARBARIGUS DIVI MARCI PROCURATOR MAXIMUM REI PUB(LICE) NAVALE CAPESSIT IMPERIUM ANNO MCCCLXVII", potrebbe, anche se improbabile, derivare da un soprannome originato dal termine bergamasco barighi che significa muri di sassi.
BARIGLIANO Barigliano, assolutamente rarissimo, probabilmente di origini abruzzesi, dovrebbe derivare da Barigliano, un antico nome del paese di Barisciano in provincia de L'Aquila, probabilmente il luogo d'origine del capostipite.
BARIGOZZI Barigozzi, basandosi sulla distribuzione geografica attuale del cognome, che individua due diversi nuclei, uno in Liguria l'altro in Romagna, si possono ritenere esistano almeno due diverse origini per questo cognome, che dovrebbero derivare dal termine germanico baro (uomo libero), ma è pure possibile una derivazione da un soprannome occitano con il senso di panciuto.
BARILA
BARILARI
BARILARO
BARILE
BARILI
BARILLA
BARILLARI
BARILLARO
BARILLI
Barila è quasi unico, Barilari ha un ceppo nello spezzino ed uno tra riminese e pesarese, Barilaro e Barillaro hanno un ceppo nel torinese, uno nel genovese, uno nel romano ed uno in Calabria in particolare nel reggino, Barillari ha un ceppo nel torinese, uno piccolo a Genova, il nucleo più consistente nel ferrarese, un ceppo nel romano ed uno tra catanzarese e crotonese, Barile è panitaliano, con maggiore concentrazione al sud peninsulare, Barili ha un ceppo lombardo, soprattutto nel cremonese ed uno parmense, Barilla, molto raro, ha un ceppo nel parmense ed uno nel reggino, dove è probabilmente una forma alterata da errori di trascrizione del cognome Barillà, Barilli è molto diffuso in tutta l'Emilia, dal piacentino al bolognese, nel bolognese in particolare, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal fatto di essere il capostipite un artigiano produttore di barili, la forma con la doppia elle è arcaica, come vediamo anche nel Baldus di Teofilo Folengo: "...Zambellus ait suspirans, «et ayme tapinum! // non habeo panem, sacchellam cerne vodatam, // non habeo vinum, vacuum quoque cerne barillum. // Oyde utinam, sic sic ut ego, disinasset et ipse // Baldus, et ipsa mei mangiatrix Berta poderi. ...", tracce molto antiche di queste cognominizzazioni le troviamo a Bergamo già nella seconda metà del 1300 con un certo Leonardo d. Zanfinus fu Lanfranco Barilli di Bergamo agricoltore, e ancora in uno scritto del 1577: "...uditi longamente gli ecc.ti  Phisici, i ceroici.. ..et Pietro Brocco, et Rinaldo Barilli spetiali et interuenienti per il loro paratico et ueduti gli ordini in questo proposito della inclita città di Venetia, di Roma, di Padova, di Milano, di Pavia et de altre città d'Ittalia'...".
BARILA'
BARILLA'
Barilà, non rarissimo, è tipico di Bagnara Calabra, Barillà è molto diffuso nel reggino nella zona dello stretto, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal mestiere di scaricatore o movimentatore di barili in porto, ma è pure probabile un riferimento al mestiere di bottaio. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Seminara (RC) fin dal 1700.
BARISON Il cognome ha una grossa concentrazione nel veneto, ma è presente in miodo significativo anche in Piemonte e Lombardia, dovrebbe derivare dal termine germanico baro (uomo libero).
integrazioni fornite da Giovanni Barison Sestri di Ripavecchia
I Barison sono stati Signori di Vigonza (PD) dal 1178 al 1229 e successivamente Conti di Vigonza.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cognome veneto; secondo Olivieri 198, è voce del dialetto milanese per  'carrettonaio',  per designare chi trasportava roba nel 'carrettone' che era una sorta di carro simile a una cassa senza coperchio per trasportare calcinacci, scarichi, immondizia e anche cadaveri. Il 'caratòun' era anticamente a Modena il carro funebre dei poveri.
BARISONZI Concentrato in Lombardia e in particolare nel sud milanese dovrebbe derivare dal termine germanico baro (uomo libero).
BARIVIERA
BAROVIER
Bariviera è specifico del trevigiano di Santa Lucia di Piave in particolare, Barovier è specifico di Venezia, di Murano in particolare, il cognome Barovier risale almeno al 1450 quando Angelo Barovier inventa un nuovo modo di creare il vetro con una formula che darà il via ai cristalli di Murano, l'origine di entrambi i cognomi sembrerebbe del trevigiano dove probabilmente il capostipite era un barriviere o berroviere, cioè un armato il cui compito era di difendere il Capitano del Popolo.
BARLA
BARLI
BARLINI
BARLINO
BARLO
BARLONE
BARLONI
Barla ha un ceppo principale nell'imperiese ad Imperia, Taggia e Cesio, con un ceppo anche ad Asti ed a Torino,  Barli, molto molto raro, è ligure, sia dell'imperiese che dello spezzino, Barlini, assolutamente rarissimo, ha presenze nella Sardegna meridionale, Barlino, quasi unico, è del napoletano, Barlo sembrerebbe unico, forse ligure, Barlone è specifico di Monte San Biagio in provincia di Latina, Barloni, quasi unico, è della Lombardia settentrionale, potrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici o accrescitivi, da soprannomi originati dal termine medioevale francese barle, che identifica un posto dove tenere le mandrie, ma che veniva anche usato con il significato di barilotto, panciuto riferito forse a capostipiti con questa caratteristica, una seconda ipotesi propone sempre una derivazione dal francese arcaico, ma dal termine berl (crescione).
BARLAAM Barlaam, assolutamente rarissimo, sembrerebbe abruzzese, della zona tra teramano e pescarese, dovrebbe derivare dal nome di origine greca Barlaam, famoso è stato il teologo bizantino Barlaam che nel 1334 venne scelto dall'imperatore Andronico III° per rappresentarlo in un confronto teologico tra le Chiese Greco Ortodossa e quella Cattolica: "...Etenim sicut ille Barlaam, Basilij caesariensis monacum, litterarum graecarum imprimis peritissimum, audire voluit ut suo insatiabili legendi desiderio per graecorum librorum lectionem penitus satisfaceret, quando latine legens satiari non poterat;...".
BARLASSINA Abbastanza raro è tipico del milanese, deriva dal toponimo Barlassina (MI), troviamo traccia del casato dei Da Barlassina a Monza fin dal 1400.
BARLETTA Molto diffuso nel Lazio e nel sud peninsulare con ceppi anche in Sicilia, dovrebbe derivare dal toponimo Barletta (BA).
BARLOCCHI
BARLOCCO
Barlocchi, molto raro, parrebbe del milanese, Barlocco è tipico della provincia di Savona, dovrebbero derivare dal nome medioevale Barlocco di cui abbiamo un esempio in una registrazione senese dell'anno 1241 dove viene citato un certo Dietisalvi, figlio di Bernardo del fu Barlocco.
BARMINA
BARMINI
Barmina è tipicamente sardo, di Sassari, Nule e Benetutti nel sassarese e di Orune nel nuorese, Barmini è unico, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal termine dialettale sardo arcaico barminai (scardazzare, cardare la lana), stando così ad indicare probabilmente il mestiere di pastore o di cardatore svolto dal capostipite.
BARNA
BARNA'
BARNI
BARNO
Barna ha un piccolo ceppo nel milanese, uno nel perugino, ed in Sicilia uno a Sciacca nell'agrigentino, uno molto piccolo a Palermo ed uno altrettanto piccolo a Castell'Umberto nel messinese, Barnà ha un ceppo a Messina, Barni ha un ceppo nel milanese a Giussano, Monza, Inveruno, Milano, Mesero, Seregno, Sovico, Limbiate e Cesano Maderno, ed uno più piccolo a Mariano Comense e Cabiate nel comasco, ha un ceppo toscano a Prato e Pistoia soprattutto ed a Monsummano Terme, Montale,, Serravalle Pistoiese, Montecatini Terme ed Agliana nel pistoiese, a Vaiano e Montemurlo nel pratese, a Firenze, a Sansepolcro nell'aretino ed a Chiusi nel senese, ed un ceppo a Roma e Segni nel romano, Barno, quasi unicosembrerebbe avere qualche rara presenza nel varesotto ed in Sicilia tra agrigentino e nisseno, il ramo lombardo potrebbe derivare dal toponimo Barni nel comasco, tutti dovrebbero derivare dal nome longobardo Barna, Barno, o dal nome celtico Barna, ma potrebbero anche derivare da una forma apocopaica del nome medioevale Barnaba. I Barni, famiglia nobile, si trovano nel Repertorio delle famiglie nobili dell'anno 1227, conservato in Duomo a Milano, nel 1413 compare a Lodi Andrea Barni, forse il capostipite del ramo lodigiano, che era stato Generale di un armata di Filippo Maria Visconti, nel 1697 Antonio Barni, feudatario di Roncadello, vengono fatti Conti.
BARNABA
BARNAVA
Barnaba è specificatamente pugliese, della zona tra il barese, il tarentino ed il brindisino, presenta un probabile ceppo nel Friuli, dove è presente anche la forma Barnava modificata dal precedente per betacismo della seconda B, derivano dal nome Barnaba di origine ebraica bar nàbìah con il significato di figlio della profezia o del profeta, nome probabilmente portato dal capostipite.
BARNABE'
BARNABEI
BARNABO'
BERNABE'
BERNABEI
BERNABÓ
Romagnolo Barnabé e marchigiano Barnabei, lombardo e trentino Barnabò, distribuito in tutto il nord Bernabè, particolarmente concentrato al centro Bernabei, anche se presente anche al nord, Bernabò è specifico della zona tra spezzino e piacentino, tutti questi cognomi hanno in comune la derivazione dal nome ormai desueto Barnabas di origine ebraica con il significato di figlio della profezia, usato nelle varie accezioni durante il medioevo: "...Dominus Barnabas Sanseverinus erat Dominus Veritoni....", ricordiamo Bernabò Visconti: "...Barnabas Mediolanensium Vicecomes cum tanta saevitia apud Insubres imperavit, ut integram aliquando familiam, quae aprum occisum sale conditum comedisset, suspendio punire non veritus sit....".
BARNI Dovrebbe avere due ceppi, uno nel milanese e nel comasco ed uno nel lucchese e pistoiese, il ramo lombardo potrebbe derivare dal toponimo Barni (CO), ma anche da una contrazione del nome medioevale Barnaba. I Barni, famiglia nobile, si trovano nel Repertorio delle famiglie nobili dell'anno 1227, conservato in Duomo a Milano, nel 1413 compare a Lodi Andrea Barni, forse il capostipite del ramo lodigiano, che era stato Generale di un armata di Filippo Maria Visconti, nel 1697 Antonio Barni, feudatario di Roncadello, vengono fatti Conti.
BAROC Baroc, quasi unico, sembrerebbe originario dell'area siculo, calabrese, potrebbe derivare dal nome turco Baroc, ma non si può escludere invece che derivino da alterazioni del nome provenzale Baruch, che può essere giunto nell'Italia meridionale al seguito degli angioini.
BAROCCHIERE
BAROCCHIERI
Entrambi assolutamente rarissimi, sembrerebbero siciliani, Barocchiere ha qualche presenza nel palermitano, Barocchieri ha un ceppo a Palermo, dovrebbero derivare da un soprannome basato sul termine arcaico barocchio, che significava sia usura, che vendita di prodotti ad un prezzo esagerato.
BAROCCI Barocci è tipico dell'area basso rimagnola ed alta marchigiana,, con un ceppo anche a Roma, dovrebbe derivare dal termine italiano ormai in disuso baroccio (biroccio o carretto) derivato dal termine latino birotius (dotato di due ruote), forse perchè il mestiere del capostipite era quello di carrettiere.
BAROLI
BAROLO
Baroli è specifico del milanese e del verbanese, Barolo è tipico del Piemonte occidentale, avrebbe un ceppo anche nel padovano, dovrebbero derivare dal toponimo Barolo (CN) o da antichi toponimi simili ricordiamo che Barolum era un nome di città di chiara derivazione celtica, presente in varie zone in epoca latina (ricordiamo ad esempio Barletta che anticamente si chiamava Barolum).
BARONCELLI
BARONCINI
BARONETTI
BARONETTO
Baroncelli ha un ceppo romagnolo a Ravenna e Cervia nel ravennate, ed uno toscano, a Prato, a Firenze, Signa, Campi Bisenzio e Scandicci nel fiorentino, a Pistoia, Agliana e Montale nel pistoiese, a Livorno ed a Forte dei Marmi nel lucchese, Baroncini è tipico della zona tra le province di Bologna, Ravenna e Toscana settentrionale, Baronetti ha un piccolo ceppo a Chioeti ed uno a Casarano nel leccese, Baronetto ha un ceppo piemontese a Giaveno nel torinese ed a Rivoli e Pinerolo, sempre nel torinese, con tracce anche in Calabria, dovrebbero tutti derivare da varie forme ipocoristiche del termine germanico baro (uomo libero), declinato baroni (dell'uomo libero).  Esempio di queste cognominizzazioni lo troviamo a Lucca nel 1300 dove il Vicario del conte Ranieri della Gherardesca conte di Donoratico capitano Generale di Pisa e di Lucca è tal Giovanni Baroncini d'Arezzo, come si legge in un atto del 1346: "...Existente eius Vicario in dicta civitate lucana, sapiente viro domino Iohanne Baroncini de Aritio, legumdoctore....".
BARONIO Baronio ha un ceppo lombardo molto consistente, a Brescia e nel bresciano a Verolanuova, Lumezzane, Dello, Alfianello, Pontevico e Quinzano d'Oglio, ma presenta anche un ceppo romagnolo a Cesena e Rimini, dovrebbe derivare dal nome medioevale latino Baronius derivato dal termine e nome germanico baro (uomo libero) (vedi BARETTI), di questo nome abbiamo un esempio nel testo di Mabillonio Venerabilis Bedae Elogium Historicum: "..Dignus quidem fuit Beda quem consulerent Romani pontifices, sed interest certa secernere ab incertis. Sane Bedam nunquam adiisse Romanam urbem vel inde recte colligit Baronius, quod ea quae ad texendam suae gentis historiam Roma expetere opus erat, non a se ablata, sed opera Nothelmi qui Gregorio papa II Romam petierat ..".
BARONTI
BARONTINI
BARONTINO
Baronti, tipico toscano, è specifico della zona che comprende il livornese, il pisano, il pistoiese ed il fiorentino, con ceppi anche nel grossetano e nel lucchese, Barontini ha un ceppo toscano, a Livorno, Rosignano Marittimo e Cecina nel livornese, a Prato, a Pistoia, Agliana e Quarrata nel pistoiese, a Cascina, Pisa e Pontedera nel pisano, a Firenze ed a Viareggio nel lucchese, uno marchigiano nell'anconetano, ad Osimo, Ancona e Castelfidardo, un piccolo ceppo a Cannara nel perugino ed a Roma, Barontino, praticamente unico, è un alterato del precedente, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome longobardo Baronte o Barontus di cui si hanno tracce fin dal VII° secolo, come possiamo leggere in un atto: "...Signum + manus Baronte viri devoti, qui pro mercide patris vel barbanis suis seo et sua anima et de germano suo Auderat offerse...": nel 1300 in una lettera redatta a Pisa si legge: "...Religiosus vir fr. Barontus olim Dati de Pisis, vicarius fr. Laurentii olim Marci de Urbeveteri prioris claustralis conventus Sancte Caterine de Pisis ordinis fratrum Predicatorum..."
BAROSSO
BAROTTO
Barosso ha un ceppo nel torinese, a Torino e Collegno ed a Viale nell'astigiano, ed un ceppo a Genova e Montoggio nel genovese, Barotto è piemontese, di Cavour, Pinerolo e Campiglione-Fenile nel torinese e di Barge nel cuneese, dovrebbero derivate da un soprannome originato dal termine dialettale ligure baròs (bastone) o da modificazioni del piemontese baròt (randello, bastone).
BAROZZI
BAROZZINI
Barozzi è tipico dell'area lombardo emiliana, con un ceppo anche nel basso trentino, Barozzini è specifico del modenese, dovrebbero derivare dal termine dialettale barozzo (carretto) derivato dal termine latino birotius (dotato di due ruote), forse perchè il mestiere del capostipite era quello di carrettiere.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Il cognome Barozzi, col diminutivo Barozzini, mediamente diffuso nel Modenese, deriva dal nome proprio Barocius (germ. baro «uomo», attestato a Modena dal 1105). Difficile, ma non da escludere a priori, anche un'origine soprannominale dalle voci dialettali: baròz «birroccio» e baruzèin «birroccino». Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese, 1996.
BARP Barp è tipico del bellunese e del vicino trevigiano, di Trichiana, Mel, Sedico, Sospirolo, Feltre, Belluno, Santa Giustina nel bellunese e di Montebelluna nel trevigiano, dovrebbe derivare dal nome del paese di Barp, una frazione di San Gregorio nelle Alpi nel bellunese.
BARRA
SBARRA
Barra è un cognome molto diffuso nel torinese e cuneese, in Sardegna, in Campania e nel foggiano e potentino, con presenze significative anche in Sicilia, esiste un ramo nobile napoletano di questa famiglia, Sbarra ha vari ceppi sparsi qua e là nella penisola, con consistenti presenze nel cosentino, nel napoletano, in Umbria e nal Lazio centrosettentrionale, quest'ultimo potrebbe essere una diversa forma del cognome precedente, con l'aggiunta di una S- epentetica, potrebbero derivare da nomi di località o dal fatto di essere stato il capostipite responsabile di una barra, o sbarra (barriera doganale) per conto del Signore o del Re, o di essere una guardia daziaria.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BARRA: cognome diffuso in tutta Italia. Il suo significato di base è sbarra o asta di legno o di ferro o d'altro materiale che serve da leva. Il termine è usato in tantissime espressioni. L'etimo del vocabolo rimane incerto. In catalano abbiamo barra, nello stesso significato. Non esiste voce latina alla quale si possa fare riferimento. Esiste invece la radice greca "bar-" (βαρ), che indica peso,  pressione, da cui βαρέω (Barèo) = gravo, premo, opprimo; βάρος (baros) = peso, pressione, potenza; etc. Qui in Sardegna assume diversi significati: sbarra, spranga, catenaccio, ma soprattutto quello di mascella: is barras = le mascelle, di animale o persona. Fai is barras de pressi = mangiare in fretta, di buona lena; de barra bella = mangione, buongustaio; homini de barra o barras mannas (in aragonese home de barras) = uomo di fegato, coraggioso, sinonimo di barròsu o barroni (Barroi, presente anche come cognome) (spagnolo barròso) = coraggioso. Il cognome Barra non è presente nelle carte antiche in nostro possesso, supponiamo sia recente o perlomeno arrivato in periodo spagnolo. Citiamo Giovanni Barra, sassarese del XVI°/XVII° secolo, padre gesuita autore del libro "de Arte Rettorica" , del 1614, e di una Orazione all'arcivescovo Gavino Manca Cedrelles, pubblicata a Barcellone nel medesimo anno. Attualmente il cognome Barra è presente in 472 Comuni d'Italia, con maggiore diffusione in Piemonte (Torino 123),  ed in Campania(Cardito  - NA, 729). In Sardegna il cognome è presente in 22 Comuni, per lo più dell'alta Sardegna: Codrongianus 48, Sassari 32.
BARRACANI
BARRACANO
Specifico di Bari Barracano, quasi unico Barracani, potrebbero derivare da un soprannome originato dal fatto di essere il capostipite o un arabo o abituato ad indossare vesti come il barracano derivato dall'arabo barcan (classico indumento grezzo nordafricano di lana di capra o di pelo di cammello), forse in quanto mercante che trafficava appunto con quelle zone.
BARRACCA
BARRACCU
Barracca ha un piccolo ceppo nel casertano, a San Marcellino ed Aversa, ed uno a Desulo nel nuorese, Barraccu è specifico invece di Santu Lussurgiu , Bosa e Bonarcado nell'oristanese.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BARRACCA; BARRACCU: baracca, capanna; dal catalano barraca, probabilmente di origine prelatina. Barraccu in centro Sardegna (in sos barraccos perdidos de su monte), corrisponde per lo più a pinnetta = capanna dei pastori, costruita generalmente con frasche, su basamento in pietra, prevalentemente di forma tondeggiante. Quando uno perde tutto si usa l'espressione: "Addio baracca e burattini"! Che si traduce in sardo: "Adiosu barracca"! Senza riferimento alla sfortunata vicenda dei fratelli Baracca! Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo, troviamo un certo Barraca Furatu (154), servo in Noracucuma, in una donazione: positinke Comita Icalis pro anima sua sa parçone sua de Noracucuma: et domos  et terras de agrile et binjas et salto et homines, filios de Furatu Barraca..= donò (a San Nicola) Comita Icalis per (salvare) la sua anima la sua parte di Noragugume (attuale paese di 378 abitanti della provincia di Nuoro): e le case e le terre da semina e le vigne e il salto e gli uomini (servi)figli di Furato Barraca. Il cognome Barràcca è presente in 34 Comuni italiani, di cui 7 in Sardegna: Desulo 16, Nuoro 5. Il cognome Barràccu è presente in 8 Comuni italiani di cui 3 in Sardegna: Sassari 30, Mores 15, Tula 11.
BARRACCO
BARRACO
Sia Barracco che Barraco sono tipici siciliani del trapanese, ma è presente anche un ceppo originario in Valtellina, potrebbero essere di origini spagnole e derivare dal vocabolo barracho (grosso contenitore), ma è pure possibile una derivazione dal nome di una località, come potrebbe essere a solo titolo di esempio: "...Dallo lito del mare dove discende il fiume chiamato Barraco, et sale per lo detto fiume ..." in uno scritto nel 1400.  Tracce di questo cognome le troviamo nel 1300 a Spezzano (CS) dove la famiglia viene annoverata tra i nobili di parte aragonese, nel crotonese nel 1600 con il nobile proprietario terriero di Montespinello (KR) Bernardo Barracco e, in Valtellina nella seconda metà del 1500 Giovanni de Barracco fu Galeazzo è decano della comunitò di Fusine (SO), nel 1800 i Barracco possono fregiarsi nel casertano del titolo di Barone.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cognome siciliano, calabrese e napoletano, potrebbe derivare dallo spagnolo 'varraco' = 'verro' o dall'arabo 'barrāk' = 'mugnaio'. Rohlfs, 45.
BARRALE Barrale è tipico del palermitano, di Palermo e Belmonte Mezzagno soprattutto, potrebbe derivare dal termine medioevale barrale derivato a sua volta dal vocabolo latino barragium (barriera doganale, cancello o steccato per interrompere l'accesso), forse ad intendere che il capostipite faceva il doganiere o la guardia daziaria.
BARRANCOTTO Barrancotto, molto molto raro, è tipico della provincia di Palermo, dovrebbe derivare dall'etnico della località Barranco di Fondachelli nel palermitano, ma potrebbe anche derivare dal cognome francese Barrachon, o anche dal nome sempre francese Barreault.
BARRANU Barranu, molto molto raro, è tipicamente sardo, di Baunei nell'Ogliastra, potrebbe derivare da una forma dialettale originata dal vocabolo sardo barrancu (impedimento, imbarazzo).
BARRAVECCHIA Barravecchia è tipicamente siciliano, ha un ceppo a Vittoria nel ragusano ed uno nel palermitano a Cefalù e Palermo, di difficile interpretazione, potrebbe derivare da un soprannome o da un nome di località.
BARRECA
BARRICA
Barreca è ben diffuso in Sicilia, soprattutto nel palermitano, in Calabria, soprattutto nel reggino e nel napoletano, Barrica, assolutamente rarissimo, parrebbe del catanese, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal termine arcaico francese barreque, l'attuale barrique (piccola botte o barile), che anticamente era una misura di capacità in uso in Francia pari a circa 225 litri, soprannome attribuito forse per caratterizzare una corporatura grassottella del capostipite.
BARRELLA Barrella è tipico di Napoli, e di Salerno, Baronissi e Mercato San Severino nel salernitano, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale campano barrella (carriola, carretto sgangherato), vocabolo del cui uso abbiamo un esempio nella Vita di Padre Camillo de Lellis: "..Onde piu volte con una veste di tela addosso quando si fabricava portava con la barrella calce, pietre, mattoni, overo uscendo in strada portava della legna dentro, o spandeva li panni con gli altri. Nel suo modo d'andare e pratticare procedeva con tanto dispreggio di se stesso e tanto povero di vestimenti che se non havesse portata la Croce haverebbe parso un povero prete forastiero...".
BARRERA
BARRERI
BARRERO
Barrera ha un ceppo piemontese a Torino e nel torinese e ad Asti e nell'astigiano, ed uno siciliano, nel ragusano a Pozzallo in particolare, Barreri è tipicamente pienontese, di Torino e del cuneese, Barrero, praticamente unico, è del cuneese, si dovrebbe trattare di italianizzazioni del cognome francese Barrere, derivato a sua volta dal termine barrière (barriera, varco doganale), ad indicare probabilmente funzionari cittadini adibiti alla riscossione dei dazi o alla sorveglianza delle barriere doganali, o anche derivati dal fatto di abitare le famiglie nei pressi di confini cittadini.
BARRESE
BARRESI
Barrese, ha un ceppo nel reggino ed uno in Campania, Barresi è tipico della Sicilia e del reggino, dovrebbero derivare dall'etnico di Barrafranca (EN), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Napoli nella seconda metà del 1200 con il nobile siciliano Alaimo Barresi, nel 1330 Abbo Barresi, titolare del feudo di Militello, acquisisce il feudo di Convicino e nel 1336 quello di Caltabellotta (AG): "...Dominus Abbas Barresius pro Petrapercia, Militello, Feudo et Molendinis...", nel 1500 troviamo Pietro Barresi, marchese di Pietraperzia (EN).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cognome calabrese e siciliano, ricalca il cognome francese Barrès = originario di Barre. Rohlfs 48.
BARRETTA Tipico del napoletano, con ceppi anche nel salernitano, nel crotonese e nel palermitano, potrebbe derivare da un soprannome dialettale originato da un particolare tipo di copricapo portato dal capostipite, potrebbe anche in alcuni casi derivare dal cognome francese Barrett.
BARRI
BARRO
Barri, molto raro, è tipico di Dubino nel sondriese, Barro è specifico dell'area tra Veneto e Friuli, di Arcade, Conegliano e Nervesa della Battaglia nel trevisano, di San Donà di Piave nel veneziano e di Cordenons nel pordenonese, dovrebbero derivare dal nomen latino Barrus, di cui abbiamo un esempio in Cicerone: "...omnium autem eloquentissumus extra hanc urbem Titus Betutius Barrus Asculanus, cuius sunt aliquot orationes Asculi habitae; illa Romae contra Caepionem nobilis sane...", ma più probabilmente deriva o dal nome del Monte Barro tra Lecco e Sondrio o dall' antico toponimo Barra, che risale ad un insediamento di Ostrogoti in quella zona.
BARRILI Barrili, assolutamente rarissimo, è tipicamente sardo dell'Ogliastra ed in particolare di Bari Sardo, originato probabilmente da un soprannome derivato da caratteristiche fisiche o dal mestiere del capostipite.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BARRILI: barile. Barrìli o barrìbi (betacismo) in Campidano. Come etimo è più vicino allo spagnolo barrìl che all'italiano barile. Cognome raro, presente in soli 7 Comuni italiani, di cui 5 in Sardegna: Barisardo 32, Viallagrande Strisaili 9, Cagliari 5, etc. non è presente negli antichi documenti della Sardegna.
BARROCCU
BARROCU
Barroccu, molto raro, è specifico del nord della Sardegna, Barrocu, ancora più raro, sembrerebbe del nuorese, dovrebbero entrambi derivare da soprannomi originati da caratteristiche della località di dimora identificabile dalla presenza di un barroccu che in lingua sarda sta per pantano.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
non ne conosciamo con esattezza il significato e quindi nemmeno l'etimo. Se derivano da Barocco o Barrocco, il loro significato è di stravagante, dal francese baroque o dal portoghese barroco = perla variegata. Abbiamo inoltre l'italiano barroccio = carro generalmente a due ruote, a trazione umana o animale. Se si trattasse di un cognome solo sardo potremmo pensare alla forma accorciata di barraccòccu > grande, riferito a frutta (ceresia barraccòcca = ciliegie giganti, o anche a persona: unu barraccòccu de pippìu = un bambino bello, grande. Non sappiamo altro! Non l'abbiamo trovato nelle carte antiche da noi consultate. Barroccu è attualmente presente in 30 Comuni italiani, di cui 16 in Sardegna: Sassari 30, Mores 15, Tula 11, etc. Barrocu è presente in  39 Comuni: Sassari 18, Mores 16, Ozieri 9. La presenza dei due cognomi si registra per lo più negli stessi centri, per cui è facile pensare a ceppi comuni, con trascrizione anagrafica errata.
BARROI Barroi, molto molto raro, è tipico dell'Ogliastra, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo sardo bárriu (soma, carico), forse a descrivere l'attività del capostipite.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BARROI: barrôi sta per barroni; probabilmente da barra (vedi BARRA); barroni = barras mannas; barrosu = coraggioso, ma anche presuntuoso, borioso. Si tratta di un cognome raro, presente solo in 18 Comuni italiani, di cui 10 in Sardegna: Tortoli 22, Girasole 17, Mogoro 12, etc.
BARROTTA Barrotta ha un ceppo pugliese nel leccese, a Nardò, Salice Salentino, San Donato di Lecce, Vernole e Lecce, con qualche presenza anche nel siracusano, dovrebbe derivare da un soprannome, originato dallo spagnolo barrote, a sua volta derivato dall'arabo barr (fango), di quest'uso abbiamo un esempio nel Rerum Sicularum libri di Saba Malaspina: "... Sicque dum octingenti stipendiarii equites gallici apud Seminariam commorantur, quae distabat per duas leucas tantum a plano Coronae, ubi Petrus de Aragona cum exercitu residebat, contingit, quod quodam magistro Henrico dicto Barrotta portante VI. M. unciarum auri pro stipendiariis praedictis, apud Seminariam commorantibus, qui thesaurarii vices in hac parte gerebat, dum ibi nocte manerent, adventus suus cum hujusmodi pecunia, exploratorum praedictorum relatibus, ad aures dicti Petri de Aragonia est perlatus. ...".
BARRUFFI
BARRUFFO
BARUFFO
Molto rari sono specifici del napoletano, potrebbero essere di origine iberico portoghese.
BARRUI Barrui, molto raro, è tipico dell'Ogliastra, di Ilbono e Tortolì.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BARRUI: secondo noi sta per barrîu e quindi bàrrinu o barrìnu > barrûi per metatesi. Prende il significato di piccolo, nano, e probabilmente deriva da "barra", che nel Sàrrabus prende il significato oltre che di spranga o mascella, anche di gonna > barrèddu = gonnellino di tela bianca dei bambini; cognome raro, presente in 15 Comuni italiani, di cui 7 in Sardegna: Ilbono 42, Tortolì 20, Quartu S. E. 12, etc.
BARSACCHI Barsacchi è tipicamente toscano, di Livorno, Collesalvetti, Castagneto Carducci e Cecina nel livornese e di Pisa, Cascina, San Giuliano Terme e Crespina nel pisano, dovrebbero stare ad indicare un'origine francese dei capostipiti, probabilmente originari del paese di Barsacus, l'attuale Barsac nei pressi di Bordeaux.
BARSANTI Barsanti è tipicamente toscano, diella zona settentrionale della regione, di Lucca, Pietrasanta, Viareggio, Borgo a Mozzano, Capannori, Camaiore, Stazzema e Bagni di Lucca, di Pisa, Vecchiano e San Giuliano Terme nel pisano, di Livorno, Pescia nel pistoiese e Firenze, dovrebbe derivare dall'unione dei termini baro (uomo nobile, uomo libero) e Sanctus (Sante, Santo), indicando una probabile origine longobarda dei capostipiti, di nome Sanctus, che essendo di stirpe longobarda erano ovviamente uomini liberi rispetto alle popolazioni italiche sottomesse.
BARSOTTI Cognome massimamente concentrato in Toscana, dovrebbe derivare dal termine germanico baro (uomo libero).
BARTALESI Bartalesi è tipicamente toscano di Firenze, San Casciano in Val di Pesa, Barberino Val d'Elsa, Scandicci, Tavarnelle Val di Pesa ed Impruneta nel fiorentino e di Poggibonsi nel senese, potrebbe trattarsi di una forma etnica arcaica riferita a persone provenienti dai paesi di San Bartolo a Cintoia o Pian di San Bartolo nel fiorentino.
BARTALI
BARTALINI
BARTALONI
BARTALOTTA
BARTALUCCI
BARTOLETTI
BARTOLINI
BARTOLO
BARTOLONI
BARTOLOTTA
BARTOLOTTI
BARTOLUCCI
Bartali è specifico del fiorentino e del senese, Bartalini è tipicamente toscano, Bartaloni è decisamente toscano, dell'area che comprende le province di Firenze, Pisa e Livorno, con massima concentrazione nel pisano, a Volterra, Peccioli, Palaia, Pontedera e Cecina, Bartalotta è un cognome di origine calabrese, Bartalucci è decisamente toscano, anche se presente in misura significativa in tutta la regione, parrebbe originario del grossetano, Bartoletti è tipico della fascia che da Lucca arriva alla Romagna, Bartolini è molto diffuso dall'Emilia al Lazio, Bartolo è tipico del sud, ha ceppi nel napoletano, nel barese, in Sicilia ed in Calabria, nel reggino soprattutto e nel catanzarese, Bartoloni è molto diffuso nell'area che comprende la Toscana, soprattutto il fiorentino, le Marche e l'Umbria ed il Lazio, soprattutto il romano, Bartolotta sembrerebbe siciliano, Bartolotti è specifico del bolognese e ravennate, Bartolucci è molto diffuso nella fascia centrale che comprende Romagna, Marche, Toscana, Umbria, Abruzzo e Lazio, derivano tutti, direttamente o tramite modificazioni ipocoristiche o accrescitive, dal nome medioevale Bartalus o Bartolus di cui abbiamo un esempio in un atto del 1308 a Siena: "Anno Domini millesimo CCCVIII°, indictione secunda, die X° mensis ianuarii. Actum Senis .. ..titulo locationis ad pensionem a kalendis januarii proxime pretoritis ad duos annos proxime venturos, loco et concedo tibi Cecchini Guidi vinaiolo de populo sancti Desiderii de Senis quondam domum dicti Musciatti cum camara que est iuxta dictorum domum versus fundacum calzolaiorum de la vacca, que camera est super cella quam ego dicrus ser Monte teneo,, posita subtus domun et casamentum dicti Musciatti, senis in poulo sancti Desiderii, cui ex uno latere est domus dicti Musciatti quam teneo ego dictus ser monte, ex uno est turris quam domum consuevit tenere Bartalus vinaiolos, et siqui dicte domus sunt plure confines pro annua pensione XIII libr. denariorum Senarum ..", o anche con l'insigne giurista bolognese Bartolus de Saxoferratus (1314-57) ed in quest'atto del 1400 nel cesenate: "...Postquam super venit Bartolus predictus filius dicti Sanctis et armatus una stanga lignea fecit insultum, impetum et aggressuram contra dictum Ser Joannem...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Vengono dal nome proprio Bartolomeo, derivato dal nome aramaico "Barthalmay" = figlio ("bar") di Tolmai.
BARTESAGHI
BARTEZAGHI
BARTEZZAGHI
Bartesaghi è tipico della zona del comasco, di Inverigo, Erba, Como, Pusiano ed Albavilla e soprattutto del lecchese, di Annone Di Brianza, Lecco e Mandello Del Lario, e di Giussano nel milanese, Bartezaghi è tipico di Bareggio nel milanese, Bartezzaghi è sempre tipico del milanese, di Vittuone in particolare, sono entrambi molto molto rari, dovrebbero derivare da un nome di località originata dal vocabolo celtico barto = foresta, bosco forse ad intendere appunto una zona boscosa il suffisso -aghi è chiaramente il plurale del celtico -ago (campo) ad intendere la zona coltivata in prossimità di un bosco.
BARTOLACELLI Bartolacelli è tipicamente emiliano del modenese, di Modena, Castelfranco Emilia, Serramazzoni, Sassuolo e Maranello, dovrebbe trattarsi di un ipocoristico di una forma peggiorativa del nome Bartolo (vedi BARTALI).
BARTOLAZZI Estremamente raro sembrerebbe attualmente specifico del maceratese, ma con probabili origini emiliane, troviamo tracce di questa cognominizzazione nel modenese nel 1600 con Bartolazzi Agostino fu Giovanni, da Vignola (MO).
BARTOLESCHI
BARTOLI
Bartoleschi è tipico di Montefiascone nel viterbese, con un ceppo anche a Roma, il suffisso -eschi, che intende, soprattutto in Toscana e limitrofe, una relazione riduttiva con la radice Bartoli cui il suffisso si riferisce, fa pensare quindi che si tratti di un ramo cadetto di una famiglia Bartoli, cognome questo diffusissimo in tutt'Italia, in particolare nell'area che comprende l'Emilia, la Romagna, la Toscana, le Marche, l'Umbria ed il Lazio, cognome che deriva da una forma apocopaica del nome Bartolomeo.
BARTOLOMEI
BARTOLOMEO
BARTOLOMUCCI
Bartolomei ha un ceppo nel padovano, ed è molto diffuso nell'area che comprende il bolognese, la Romagna, la Toscana, il pesarese, l'Umbria, il Lazio, il Piceno ed il teramano, Bartolomeo invece è specifico del Lazio, aquilano, Molise, Puglia, Basilicata, napoletano e salernitano, della Calabria ed in Sicilia soprattutto dell'agrigentino, Bartolomucci è tipicamente laziale, del romano e del frusinate in particolare, questi cognomi dovrebbero derivare direttamente o tramite ipocoristici dal nome Bartolomeo di origine ebraica dal nome Bar Talmay (figlio di Tolomeo, figlio di colui che vince, considerando una derivazione dal greco Ptolemaios o del contadino secondo il significato aramaico della radice).
BARTOLOZZI Tipico toscano della zona che comprende le province di Pistoia, Prato e soprattutto Firenze, deriva da modificazioni del nome Bartolomeo, troviamo questa cognominizzazione a Prato nel 1600, in un testo dell'epoca leggiamo di un notabile con questo cognome: "...Et inoltre furono cavati tutti i prigioni che erano carcerati per debito con denari fatti in un accatto per Prato. Solo tre case non fecero fuochi né allegrezze di alcuna sorte, che furono il Sig. Cavaliere Giovanni Francesco Buonamici, il Sig. Cavaliere Niccolò Bizzocchi ed il Sig. Giovanni Bartolozzi, senza penetrarsi la cagione....", tra i personaggi rinomati citiamo il pittore ed incisore Francesco Bartolozzi nato a Firenze nel 1725.
BARTOMEO Bartomeo è ormai quasi scomparso in Italia, sembrerebbe del sud, probabilmente del salernitano o del leccese, si tratta di una forma contratta del nome Bartolomeo, probabilmente portato dal capostipite.
BARUCCA
BARUCCHI
BARUCCO
Barucca è tipicamente marchigiano con un ceppo anche tra viterbese e romano, Barucchi, assolutamente rarissimo, ha un piccolo ceppo nell'imperiese ed uno nel romano, Barucco ha un nucleo nel bresciano, un piccolo ceppo nel cuneese, uno, ancora più piccolo nel trevigiano, nel napoletano e nel siracusano.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Barucco, l'italianizzazione cioè del personale ebraico Baruch, col significato letterale di benedetto (vedi Benedet e Barucchelli). Con questo nome, ad esempio, la Bibbia ricorda il personaggio di Baruch ben Neriah, discepolo e segretario del profeta Geremia (a lui, inoltre, è attribuita la stesura del Libro di Baruch, uno dei testi apocrifi e deuterocanonici della Bibbia); nella storia della filosofia, invece, si può citare l'esempio del filosofo ebreo-olandese Baruch Spinoza (Amsterdam, 1632 - L'Aia, 1677), che nelle antiche trascrizioni latine è ricordato appunto come Benedictus de Spinoza. Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
BARUCCHELLI
BARUCCHELLO
BARUCHELLI
BARUCHELLO
Barucchelli, assolutamente rarissimo, ha un piccolissimo ceppo nel bresciano ed uno ancora più piccolo nel barese, Barucchello è quasi unico, Baruchelli, molto molto raro, è tipico del basso trentino, Baruchello ha un piccolissimo ceppo tra rovigoto e ferrarese ed uno nel romano.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Baruchello, da intendere o come vezzeggiativo del nome Barucco (vedi Barucca) o come adattamento del personale ebraico Barachel, col significato di benedetto da Dio (si tratta comunque di una variante di Baruch, derivando entrambi i nomi dalla radice ebraica berakhah): nella Bibbia, ad esempio, Barachel è il padre di Elihu, uno degli antagonisti di Giobbe nel Libro di Giobbe. Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
BARUFFA
BARUFFETTI
BARUFFI
BARUFFINI
BARUFFINO
Baruffa ha un ceppo nel ferrarese ed uno tra aquilano e romano, Baruffetti, molto molto raro, è di Massa, Baruffi, oltre ai ceppi lombardi, ne ha uno anche nel modenese, Baruffini ha un ceppo nel comasco ed uno nel reggiano, Baruffino, quasi unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione, diffusi solo in Lombardia ed in Emilia questi cognomi potrebbero derivare da un soprannome legato al vocabolo italiano baruffa o addirittura all'originario longobardo baraufen (azzuffarsi), ma è pure possibile che derivino da modificazioni del nome germanico Baro (uomo libero).  Questa cognominizzazione la troviamo ad esempio nel 1500 a Caravaggio con un tal Giovanni Baruffi e nel 1700 con Don Carlo Baruffi, Parroco di Sant'Agata a Basiglio dal 1680 al 1710, proprietario di alcuni terreni a Melegnano.
integrazioni fornite da Aldo Piglia Milano
I rari Baruffini della provincia di Sondrio dovrebbero derivare il loro nome dalla località Baruffini, frazione di Tirano, una volta importante perché vi passava la mulattiera che portava dalla Valtellina verso il Bernina, passando per lo xenodochio di S.Remigio (ora S. Romerio) di proprietà di Tirano, malgrado sia in territorio svizzero.
BARUFALDI
BARUFFALDI
Barufaldi, quasi unico è del lombardoveneto, Baruffaldi ha un nucleo nel lecchese a Primaluna, nel mantovano a Viadana ed a Cento (FE), questi cognomi dovrebbero derivare dal termine medioevale germanico beraufen nel senso lato di mettere d'accordo, concordare tra due, abbiamo tracce di queste cognominizzazioni a Ferrara agli inizi del 1700: "..Ad rituale Romanum commentaria, auctore Hironymo Baruffaldo Ferrariensi, ..." (vedi integrazione di Massimiliano Fabbri).
integrazioni fornite da Maura Baruffaldi
La famiglia Baruffaldi, antichissima nella città di Cento in provincia di Ferrara, vanta una tradizione gentilizia di otto secoli; le vicende che l'hanno portata ancora a sussistere tutt'oggi vanno ricercate nelle concesioni enfiteutiche vescovili ed ai beni allodiali delle quali ha beneficiato sin dal XIII° secolo; il cognome Baruffaldi ha proprio origine a Cento, così come attesta la grandissima fonte di documentazione che proviene dall'archivio del comune di Bologna e da quello storico di Cento, tutta documentazione inerente i rapporti di concessione e vendita di terreni tra il vescovo ed alcune famiglie tra le quali la mia. La documentazione è vastissima ed io stessa, quale studiosa medievista, ho potuto consultarla direttamente.  Tali ricerche mi hanno portato ad individuare il capostipite, Baruffaldus Albrici figlio di Galvanus insieme ai fratelli Thomax, Gandolfus, Albricus. Questa documentzione si rifà ad estimi fatti dalla universitas homini Centi pro acquisizione di terreni dal nobile De Cazanemicis. Tali famiglie erano inserite all'interno di quel contesto magnatizio che, un pò per grazia vescovile e un pò per la maggiore attenzione rivolta verso i grandi magnati in epoca antimagnatizia, non risentirono delle ripercussioni che, per molti altri di loro, erano state prese sul finire del XIII° secolo. Attualmente il nucleo più cospicuo và individuato nel ferrarese e nel mantovano.  Dai primi secoli della presenza di tale famiglia nel centese assistiamo ad uno spostamento veso nord (città di Ferrara metà del XV° secolo) e verso il Mantovano.
integrazioni fornite da Massimiliano Fabbri
A proposito della citazione sul "Ad rituale Romanum commentaria, auctore Hironymo Baruffaldo Ferrariensi" tale Girolamo Baruffaldi, Protonotario apostolico per il vicariato di Cento discendeva, come tutti i Baruffaldi di Ferrara da quelli di Cento, ne sono riprova l'appartenenza a quel gruppo di famiglie patrizie che, sin dal XIII sec. godevano di privilegi fondiari ereditari che costituiscono di fatto l'elemento incontrovertibile della loro appartenenza alle genti di Cento. Inoltre la cooptazione al consiglio e alla arcipretura della collegiata di S.Biagio era appannaggio esclusivo delle famiglie patrizie centesi. Girolamo Baruffaldi fù inoltre l'artefice dell'erezione di Cento a Città per opera del pontefice Benedetto XIV nel 1754 elargita in seguito all'analisi della relazione redatta dallo stesso Baruffaldi.  Dal 1754 la collegiata di S.Biagio, oggi Basilica minore (Giovanni Paolo II) è co-cattedra arcivescovile con S.Pietro in Bologna.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Baruffaldi è un cognome lombardo che deriva dal soprannome 'baruffaldo' = venditore di cavalli. Fonte: O. Lurati, 114. Per F. Violi è derivato dal nome di mestiere medievale barufaldus «sensale; mediatore»  passato a nome di persona.
BARZAGHI Tipico lombardo della zona del milanese e del comasco, deriva dal toponimo Barzago (LC).
BARZAGLI
BARZAGLIA
Barzagli è tipicamente tosco-emiliano, ha un ceppo tra bolognese, fiorentino e basso ravennate ed uno nel grossetano, Barzaglia, quasi unico è dell'area bolognese, ravennate, potrebbero derivare da soprannomi originati dal vocabolo antico alto tedesco barezzo (prosciutto), che potrebbe così indicare che il capostipite era o un allevatore di maiali o un produttore di prosciutti, la seconda ipotesi è invece che derivino dal vocabolo medioevale germanico barskalk inteso come servus ecclesiae (servo alle dipendenze di prelati o di comunità religiose), o anche come servo della gleba.
BARZI Ha un ceppo nel trevisano e uno a Fabro (TR) e nel viterbese, potrebbe derivare dal nome medioevale Barthaeus (Bartius) di cui abbiamo un esempio nel XV° secolo: "...Barthaeus vocatus, Aretinus, clarus musices praefectus...".
BARZIO
BARZO
Sia Barzio che Barzo sono estremamente rari e sembrerebbero del milanese, se per entrambi si potrebbe ipotizzare una derivazione dal toponimo Barzio (LC) va detto che Barzo ad esempio potrebbe essere di origini ebraico russe della zona di Leonpol.
BARZIZZA Tipico dell'alessandrino e del milanese, potrebbe derivare dal toponimo Barzizza (BG) o anche da Barzio (LC).
BASAGLIA Basaglia ha un ceppo tra mantovano, modenese, ferrarese e rovigoto, cognome reso tristemente famoso dal veneziano Franco Basaglia ideatore della famosa legge 180 del 1978, che, nella folle utopia basata sul concetto che i matti potessero essere in grado di auto gestirsi, ha condotto alla disperazione molti poveri familiari di pazienti con gravi disturbi mentali, e molti familiari delle loro vittime innocenti.
BASANA
BASANI
Questi cognomi possono derivare probabilmente da toponimi quali: Basiano (MI), Bassano (BS), Bassano (VI), Bassano Bresciano (BS), Bassano del Grappa (VI), Bassano Romano, si collocano geograficamente in Lombardia e nel Veneto.
BASARI
BASARRI
VASARRI
Basari, praticamente unico, è una forma alterata di Basarri, che, estremamente raro, sembrerebbe del grossetano, e che dovrebbe essere una forma betacistica del cognome Vasarri, che è toscano di Firenze e dell'aretino, di Montevarchi, Monte San Savino, San Giovanni Valdarno ed Arezzo, e che dovrebbe derivare dal nome illirico Vasar o Vassar.
BASCAPE' L'origine può essere o dal toponimo Bascapè (PV) o come modifica del nobile cognome Basilica Petri. La distribuzione è limitata alla provincia di Pavia.  Le prime tracce probabili di questo cognome risalirebbero a prima del 1000, in un atto di vendita del 2 aprile 993, nei confini di un terreno è menzionato "... terra Petri ..." ed il riferimento sarebbe all'antico Basilica Petri.  Il 31dicembre 1167, Oldradus de Basegapei, console Mediolani, firma i patti d'alleanza tra le città di Cremona, Bergamo, Milano, Brescia e Lodi.  Da una carta dell'11 marzo 1181, sappiamo che Oldradi Basilica Sancti Petri e Johannis de Basericapetri avevano possedimenti a Valera Fratta.  Un'altra carta del 13 maggio 1184, riporta che Oldradi de Basegapei aveva possesioni anche a Castel Lambro. Nel 1264, ma l'indizione indica il 1274, Petro de Barsegapè, finisce la stesura del "Sermon Divin", composto da 2440 versi "Del novo e del vedre Testamento", scritti in volgare. Di Petro, sappiamo che era un "fanton" , uomo d'arme, come scritto alla fine del suo poema (in cui si cita quattro volte), oltre ad annotare di averlo finito in quell'anno, il venerdì primo giugno, sul calare del sole.  Pare sia "sua" la lettera datata 31 marzo 1260, mandata al Podestà di Firenze, nella quale "Petro de Bazagapè de Mediolano" si offre di aiutarlo con alcuni cavalieri, ma persona di indubbia cultura, in un rogito del 17 dicembre 1279, compare "Petrus filius domini Maynfredi de Basilicapetri, civitati Mediolani .", notaio del Capitolo del Duomo. L'11 novembre 1268, Alberto de Basilicapetri "Mediolanensis ecclesario ordinario, vicario generale domini", dà la facoltà al vescovo di Lodi, Bongiovanni Fissiraga di benedire e porre la prima pietra della nuova chiesa carmelitana in Milano. Dal 1595 la famiglia Bascapè compare tra gli appartenenti al Collegio dei Nobili di Milano. Importante personaggio è stato il melegnanese Carlo Bascapè
BASCHENIS Estremamente raro è tipico bergamasco, l'origine etimologica è oscura, secondo alcuni si potrebbe ipotizzare una derivazione dall'etnico basco, a noi sembra un'ipotesi molto azzardata, tracce importanti di questa cognominizzazione le troviamo fin dal 1400 con una famiglia di pittori originaria della Contrada Colla di Santa Brigida in Valle Averara nel bergamasco, il primo pittore della famiglia in ordine di tempo fu Antonio Baschenis (1450-1490) figlio di Giacomo e nipote di Lanfranco che nel 1451 risulta avere una bottega a San Michele all'Arco in Bergamo.
BASCHIAZZORRE Assolutamente rarissimo, quasi scomparso, sembra tipico della zona del vogherese ai confini con l'alessandrino.
BASCHIERA
BASCHIERI
Baschiera, molto raro, ha piccoli ceppi nel pavese, alessandrino e genovese, e nel veneziano, pordenonese ed udinese, Baschieri è tipicamente emiliano, di Modena, Formigine, Sassuolo e Palagano nel modenese, di Bologna e Castel Maggiore nel bolognese e di Scandiano e Reggio Emilia nel reggiano, con un ceppo a Buti nel pisano ed uno a Roma, dovrebbero derivare dal nome medioevale Baschiera, Baschiere, di cui abbiamo un esempio in questo scritto del 1200: ".. Item legavit' domino Nerio domini libertini de Gaville, vel Gughelmino eius filio, et Baschiere domini Bindi della Tosa de Florentia, fideicoimmssariis suis, .." o all'inizio del 1300 con Baschiera della Tosa che tentò la riconquista di Firenze alla guida di una compagine i ghibellini Bianchi, come scrive Leonardo Bruni: ".. per riverenzia del Papa e della Casa di Francia ricevuto nella città, di subito rimise i cittadini confinati, e appresso cacciò la parte Bianca per rivelazione di certo trattato fatta per messer Piero Ferranti suo barone: il quale disse essere stato richiesto da tre gentili uomini della parte Bianca, cioè da Naldo di messer Lottino Gherardini, da Baschiera della Tosa e da Baldinaccio Adimari, di adoperar sì con messer Carlo di Valois che la lor parte rimanesse superiore nella terra; e che gli aveano promesso di dargli Prato in governo, se facesse questo ..".
BASCIU Basciu è molto diffuso soprattutto nel cagliaritano, iglesiente e Medio Campidano.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BASCIU: basso (probabilmente riferito alla statura), dal tardo latino bassus. Bassu nei dialetti centrali (direttamente dal latino bassus); basciu in Campidano, più probabilmente dallo spagnolo bajo o baxo. A pat'e basciu = giù, nella parte di giù. De sùsu a basciu = da su a giù. Giù si dice inoltre a jòssu. Basciùra = luogo pianeggiante, ma al livello del mare o sotto: depressione. La locuzione "basciu de"  ha valore avverbiale = prima di o a condizione che. Basciu de accabbài su trabàllu no fùrriu a domu = prima di terminare il lavoro non torno a casa. Attualmente il cognome Basciu è presente in 101 Comuni italiani, di cui 49/377 in Sardegna: Sant'Antioco 141, Cagliari 100, Quartu S. E. 53, Donori 49, S. G. Suergiu 38, Sanluri 33, Carbonia 28, etc. In Continente è Roma ad avere il numero più alto con 53, Genova 11, Varese 9, Carmagnola (TO) 5. Nelle carte antiche non è presente il cognome Basciu, ma troviamo Bas (de)o Basso (de). Quella dei Bas(de) fu una delle casate più potenti della Sardegna Giudicale. Trae origine da Beatrice de Bas (o de Basso), figlia di Udalardo Bernardo e di Ermessenda d'Empùries, di Catalogna. Beatrice fu chiamata seconda viscontessa de Bas, essendo succeduta, nel viscontado, al figlio del nipote Raimondo Udalardo. Sposò nel 1110 Poncio Ugo de Cervèra, che ebbe, anche lui, il titolo di visconte de Bas, da cui discendono i Bas di Arborea, che regnarono direttamente per ben 224 anni, dal 1196, al 1383, anno in cui la regina e giudicessa Eleonora dovette abdicare, per volontà della Corona De Logu, in favore del figlio Federico Doria Bas, anche se in effetti, poiché Federico era minore, continuò lei a tenere il potere, sino alla morte, avvenuta, sembra per malaria, nel 1403, a Oristano o forse nel castello di Monreale. I visconti de Bas ereditarono, per discendenza indiretta, il trono d'Arborea dai De Lacon - Serra (Di-Sto-Sa). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, *CSMB, XI°, XIII° secolo, ai capitoli 33, 34, 99, 100, 101, 209 troviamo Ugo, visconte de Basso (o de Bas), giudice d'Arborea, marito a (di) Preciosa de Lacon, e Petru de Basso, detto anche de Serra, perché marito a "donna" Diana de Serra, figlio di Ugo e di Preciosa, succeduto al trono, alla morte del padre.
BASIGLI
BASIGLIO
Basigli è tipico di Ravenna, Basiglio è tipico del cuneese ed alessandrino, di Mondovì (CN) e Castelnuovo Scrivia e Tortona (AL), con un ceppo anche a Corciano nel perugino, dovrebbero derivare da toponimi come Mombasiglio nel cuneese, o da nomi come il medioevale Basilicus, o il meno antico Basilio da lui derivato.
BASILE
BASILI
Basile è diffuso in tutta Italia, Basili è più specifico della fascia centrale che comprende le Marche, l'Umbria ed il Lazio, ternano, viterbese e provincia romana in particolare, potrebbero derivare dal nome Basilio o meglio dal suo equivalente greco Basileios (regale).
BASILICO
BASILICO'
BASILIO
Basilico sembra avere oltre al ceppo lombardo nella zona tra Saronno (VA) e Cogliate e Solaro (MI), anche uno a Gissi nel chietino, Basilicò è rarissimo e sembra specifico del trapanese, Basilio, quasi altrettanto raro, ha un ceppo nel milanese ed uno nel potentino, derivano o dal nome medioevale Basilicus inteso come regale o dal toponimo Basiglio (MI) nella sua forma arcaica Basilico, in Basilicata dovrebbe invece derivare dal termine Basilicus (governatore). (vedi anche BASIGLIO)
BASILONE E'un cognome tipico della provincia di Benevento, formatosi a Colle Sannita nella seconda metà del '500. Sfogliando infatti le pagine dei Libri Baptizatorum dell'archivio parrocchiale della chiesa arcipretale di San Giorgio Martire del suddetto Comune, si evince che il cognome è presente già a partire dal 1588 nella forma BATILONE o BATILONI, poi diventato Basilone a partire dalla fine del '600. Il cognome dovrebbe derivare, come suggerisce Emidio De Felice nel suo "Dizionario dei cognomi italiani", dalla cognominizzazione del nome Basilio, continuazione del latino Basilius che è l'adattamento del personale greco Basìleios, col significato di "regale", affermatosi in Italia già nell'alto medioevo, specialmente per il culto di tradizione greco-bizantina di San Basilio il Grande di Cesarea, vissuto nel IV secolo.  Considerando il fatto che a Colle Sannita, accanto ai Basilone sono documentati anche i Basile, si potrebbe ipotizzare che Batiloni si sia formato dalla forma cognominale base Basile: dal mio punto di vista i due cognomi sembrano assolutamente distinti. Batilone si può essere formato da un soprannome derivato da una specifica attività (come quella del "battere" il ferro, o anche il legno, da cui "bati") svolta dal capostipite. Ad accreditare questa ipotesi può essere la presenza nel passato locale di molti artigiani con questo cognome, tra cui un "Consalvo Batiloni" che nel 1610 relizzò il pulpito ligneo per la duecentesca chiesa dell'Annunziata di Colle.  Nell'Ottocento tra i briganti della "terra del Colle" si annovera anche un Luciano Basilone fu Nicolantonio.  Attualmente sono presenti a Colle Sannita molte famiglie con questo cognome che presenta ancora un carattere tipicamente locale.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
BASINI Tipico del piacentino e di Bardi nel parmense, dovrebbe derivare dal nome gallico Basinus, ricordiamo con questo nome nel V° secolo il re della tribù gallica dei Turingi, nome di cui abbiamo un esempio a Pavia nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale sotto l'anno 1173: "...Anno ab incarnacione domini nostri Iesu Christi millesimo centesimo septuagesimo tertio, sestus kalendas marcii, indicione sexta. Ego Bertholomeus Scernanus, filius quondam Pagani, qui professus sum ex nacione mea lege vivere Romana, dono et offero a presenti die, hospitale Betlehem scitum ultraTicinum , per Pacianum missum et ministrum eiusdem hospitalis, nominative me et meam partem universe mee substantie in casis et furnum et aliis meis rebus mobilibus et inmobilibus ubicumque inveniri potuerit, preter libras viginti denariorum bonorum Papiensium quas conservo, ut Basinus ipsas habeat post meum decessum, in casa illa infra quam nunc habitare videor;...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cognome veneto. Secondo Olivieri, Diz. cognomi Venezia Euganea, p. 133 n. 2, rappresenterebbe una forte contrazione di Bortolemasini, invece di riprodurre il nome Basin dell'epica francese.
BASOLU Basolu è tipicamente sardo, soprattutto di Nuoro, deriva da un soprannome originato dal termine in lingua sarda logudurese basolu (fagiolo).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BASOLU: fagiolo; basòlu nelle parlate del Logudoro; fasòlu nel centro sud della Sardegna. Dal latino phaseolus. Fasòlu in alcuni centri del Campidano, significa anche sciocco! In alcune parti del Logudoro il cece, che in Campidano viene detto cìxi o cìxiri, è chiamato basòlu tundu. Sempre in Logudoro su basòlu caddìnu è il lupino. Cognome raro, attualmente presente in 23 Comuni italiani, di cui 12 in Sardegna: Nuoro 32, Iglesias 11, Ottana 9, etc. Non l'abbiamo riscontrato nelle carte antiche consultate.
BASSAN
BASSANELLO
Bassan è specifico della zona che comprende le province di Padova e Vicenza, Bassanello è tipicamente veneto della fascia che va dal veneziano all'alto bellunese, attraverso il trevigiano, derivano direttamente o tramite ipocoristici dal toponimo Bassano del Grappa (VI). Tracce di questa cognominizzazione si hanno ad esempio nel 1500 a San Bonifacio (VR) dove i Provveditori Paolo Capello e Domenico Contarini, scrivono: "...Il latore della presente, Bassan da Bergamo, fedelissimo della Signoria, in passato da buon soldato fece prigioniero certo Giotton Poli da Gandino. Fu data taglia di 80 ducati, di cui si ha buona garanzia, ma i 18 ducati che restano non sono stati pagati. Voglia costringere il garante a dare il resto al più presto, amministrando giustizia sommaria." e, nel 1600, a Battaglia Terme (PD) dove troviamo Anzolo Bassan maestro muratore.
BASSANELLA
BASSANELLI
Bassanella è praticamente unico, dovrebbe trattarsi di un errore di trascrizione di Bassanelli, che ha un ceppo nel bergamasco a Premolo, Bergamo e Alzano Lombardo, ed uno tra grossetano, viterbese e romano, con nucleo a Canepina (VT), dovrebbero derivare da un ipocoristico del cognomen latino Bassanus (vedi BASSANI).
BASSANI
BASSANO
BAZZANI
Bassani è tipico di Lombardia e Veneto, con un ceppo nel bolognese, Bassano, abbastanza raro, ha un ceppo campano, uno bolognese, uno livornese ed uno ligure, Bazzani è molto diffuso nell'area che comprende bresciano, veronese, mantovano e cremasco, modenese e bolognese e fiorentino, dovrebbero tutti derivare dal cognomen latino Bassianus o Bassanus di cui abbiamo un esempio con Bassanus Mangus (340 - 250 a.C.) e poi in epoca carolingia: "...Bassano multum debet Corvinus; honorem iure suo, gratum munificoque animum...", ma è pure possibile una derivazione da uno dei tanti toponimi contenenti la radice Bassano, come Bassano Bresciano, Bassano del Grappa (VI), Bassano (AN), Bassano in Teverina (VT), Bassano Romano (RM) ed altri. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Vignola (MO) nel 1500 con il capitano Giovanni Ludovico Bazzani fattore dei conti Contrari dal 1551 al 1555, a Jesi (AN) nel 1600 con il sacerdote Don Giandomenico Bazzani e a Mantova nel 1700 con il pittore Giuseppe Bazzani.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Il ceppo emiliano dei Bazzani deriva dal nome del comune bolognese di Bazzano, che a sua volta è un fundus Badianus, d'età romana, dal personale latino Badius. Fonte: F. Violi: Cognomi a Modena e nel Modenese, 1996
BASSANINI Tipico del milanese e lodigiano, potrebbe deribvare dal nome Bassiano ricordiamoci che San Bassiano è il Patrono di Lodi.
integrazioni fornite da Giancarlo Bassanini
il cognome dovrebbe derivare dal termine lodigiano bassanino stante ad indicare appunto i devoti di San Bassiano, cioè i lodigiani, il cognome equivarrebbe appunto a Lodigiani.
BASSETTI
BASSETTO
BASSI
BASSINI
BASSINO
BASSO
BASSOTTI
Bassetti, tipico del centronord, particolarmente diffuso nel milanese, nel trentino, in Umbria ed in provincia di Roma, Bassetto è decisamente veneto, con massima consentrazione nel trevigiano, Bassi è assolutamente panitaliano anche se con massima concentrazione al nord, Bassini, ben radicato in Lombardia, soprattutto nel bresciano ed in Emilia, in particolar modo nel bolognese, ha ceppi anche tra aretino e perugino, Bassino è specifico del torinese, Basso ha una grossissima presenza al nord, in Piemonte, Lombardia e soprattutto Veneto, con presenze significative anche in Lazio, Puglia, Campania e Sicilia, Bassotti ha un ceppo marchigiano nell'anconetano ad Jesi ed Ancona e nel pesarese a Mondolfo e Fano, ma il nucleo più importante è a Roma, possono avere diverse origini che derivando dal cognomen latino Bassus, sia direttamente che tramite ipocoristici, come possiamo vedere in un Instrumentum venditionis del 1502 a Bergamo dove è citato un tale Bassettus de Gerardis della Costa, o derivando anche dal soprannome con riferimento alla bassa statura. Un ramo lodigiano della famiglia Bassi compare dal 1500, famiglia nobile che diede Decurioni alla città. (i Decurioni erano i Consiglieri della consulta nobiliare della città), nella seconda metà del 1600 a Trento troviamo il Cancelliere Claudius Vigilius Bassettus cancellarius.
BASSICH Bassich, molto raro, è specifico di Venezia, dovrebbe derivare dal cognome slavo Basić ed essere originario della Dalmazia, agli atti dell'Archivio di Stato di Venezia risulta una richiesta di convalida di titolo nobiliare risalente ai primi anni del 1800, ma la presenza nella città di Venezia si riscontra almeno dagli inizi del 1700 con il Kapetan Zuane Bassich abitante nell'isola veneziana di San Pietro a Castello.
BASSIGNANA
BASSIGNANI
BASSIGNANO
Bassignana è tipicamente piemontese, Bassignani è più tipico del massese, di Villafranca In Lunigiana e Licciana Nardi, Bassignano, estremamente raro, è del nord Italia, dovrebbero derivare dal toponimo Bassignana (AL), ma è pure possibile una derivazione diretta dalla Gens Bassinia o dal nome da essa derivato Bassinianus di cui abbiamo un esempio negli atti del Concilio di Calcedonia dell'anno 451: "...Consulatu domini nostri Marciani piissimi augusti et, qui fuerit nuntiatus, IIII Kal. Novemb. in Calcedonia secundum iussionem divinissimi et piissimi nostri domini convenientibus in sanctissimam ecclesiam sanctae martyris Eufemiae magnificentissimis iudicibus et sancto et universali concilio ex divali decreto in Calcedonensium civitate collecto et residentibus omnibus ante cancellos sancto altaris ingressus Bassinianus res pridem factus episcopus in Ephesiorum metropoli adhaerente sibi etiam Cassiano reverentissimo episcopo dixerunt...".
BASSOLI
BASSOLINI
BASSOLINO
Bassoli è tipico dell'area che comprende le province di Reggio Emilia, Modena e Mantova, Bassolini, molto molto raro, parrebbe tipico di Nave nel bresciano, Bassolino è tipico del napoletano, di Afragola in particolare, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome medioevale Bassolus, una derivazione dal franco Bassel per i ceppi settentrionali e dal greco basileus (re, monarca) per i ceppi meridionali, ricordiamo con questo nome Bassolus il Vescovo di Angoulême nella prima metà del 600.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bassoli è un cognome modenese derivato dal cognome base Bassi, come del resto Bassetti, Bassini, Bassotti, presenti con diversa frequenza nel Modenese. Tutti rientrano nel novero dei cognomi da soprannomi ed indicano la «bassa statura di un individuo». Fonte: F. Violi: Cognomi a Modena e nel Modenese, 1996.
BASSU Bassu, tipicamente sardo, ha un ceppo a Sassari, Osilo. Porto Torres ed Alghero nel sassarese, uno ad Orgosolo, Oliena, Nuoro, e Desulo nel nuorese, a Cagliari ed a Olbia.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BASSU: per significato ed etimologia vedi Basciu. Si trova nelle carte antiche nella variante de Basso o de Bas (vedi Basciu). Attualmente il cognome Bassu è presente in 61 Comuni italiani, di cui 33 in Sardegna: Sassari 74, Orgosolo 69, Cagliari 30, Osilo 25, etc.
BASTA
BASTELLI
BASTI
BASTO
Basta è tipicamente meridionale, con piccoli ceppi nel napoletano, potentino, e palermitano e ceppi più consistenti in Puglia nel foggiano e nel tarentino ed in Calabria nel cosentino e nel crotonese, Bastelli ha un ceppo a Bologna ed a San Lazzaro di Savena nel bolognese, ha un ceppo a Napoli ed uno a Ginosa nel tarentino, Basti, quasi unico, sembrerebbe del teatino con sparute presenze nel Piceno e nel romano, Basto, il meno comune, ha un piccolo ceppo a Novi Ligure nell'alessandrino ed a Stornara nel foggiano, questi cognomi dovrebbero derivare , direttamente o tramite ipocoristici, dal mestiere di bastaio o produttore di basti per animali da soma, ma non si può escludere che in qualche caso derivino da modificazioni aferetiche del nome medioevale Sebastus, di cui abbiamo un esempio d'uso nel 1080 nelle Dissertazioni sulle Antichità italiane di Ludovico Antonio Muratori: ".. Domnus Marinus Sebastus Dux Amalphitanorum concessit Sergio, ec., totum plateaticum de omnibus piscibus, et septem loca pro construendis planchis juxta locum ubi carnes et pisces vendunt in Amalfia ..".
BASTANZA
BASTANZIO
Assolutamente rarissimi, sembrerebbero originari dell'alto cosentino ai confini con la Basilicata, potrebbero derivare da modificazioni dell'aferesi del nome Sebastiano.
BASTARDI
BASTARDO
Bastardi ha un ceppo emiliano tra reggiano e modenese ed uno pugliese nel foggiano, Bastardo invece rarissimo è del salernitano, derivano dal nome soprannome medioevale Bastardus di cui abbiamo un esempio in un Breve investiture dell'anno 1123 a Cremona: "...Ita ut ipse Bastardus et sui heredes et cui ipsi dederint iam dicta pecia de terra una cum accessione et ingresu abeat et teneat et faciant exinde sicut hic subter legitur quicquid voluerint, sine omni eidem patre et filio et iugalium eorumque heredum contradicione...." ed in una Sententia dell'anno 1175 a Milano: "...Interfuerunt Iohannes iudex qui dicitur Bastardus, Laurentius de Concorezo, Guilielmus Matonus et Cignamaccus. ...".
BASTARELLI
BASTARI
Bastarelli è tipico di Fermo nel Piceno, Bastari ha un ceppo nell'anconetano a Staffolo, Jesi, Monsano, Castelbellino, Chiaravalle ed Ancona, ed uno a Tarquinia nel viterbese ed a Roma, potrebbero derivare da un soprannome originato dal vocabolo germanico vastwarth (colui che s'occupa della casa), ma la cosa più probabile è che derivino invece da un soprannome originato dal mestiere di produttore di basti (specie di grossa e rozza sella di legno, che si metteva sul dorso delle bestie da soma per il trasporto di ceste, o altro carico), in entrambi i casi il cognome deriverebbe dal mestiere svolto dal capostipite. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Firenze, dove nella primavera del 1303 è priore Porte S. Petri un certo Cionettus Giovenchi de Bastaris , a Fabriano nell'anconetano in un atto del 1724 si cita un tale Leandro Bastari".
BASTERI
BASTERO
BASTIERI
Basteri è specifico di Massa, con un piccolo ceppo anche a Carrara ed a Parma, Bastero è praticamente unico, Bastieri, decisamente toscano, ha un ceppo a Massa, uno ad Arezzo ed uno nel livornese, questi cognomi dovrebbero derivare dal mestiere medioevale di bastiere o bastero, cioè di costruttore di selle e basti per animali da soma, svolto dal capostipite, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo in un atto di matrimonio del febbraio 1471, in S. Maria in Campo a Firenze, con il quale un certo pittore Cosimo di Lorenzo di Filippo Rosselli sposa una tale Caterina Basteri, a Varese Ligure nello spezzino troviamo la famiglia notarile dei Basteri che incomincia nel 1577 con il notaio Vincenzo Basteri seniore.
BASTIA Cognome caratteristico dell'Italia nord occidentale, può derivare da toponimi quali Bastia Mondovì e da contrazioni del nome Sebastiano.
BASTIANELLI
BASTIANELLO
BASTIANINI
BASTIANINO
BASTIANO
Bastianelli è molto diffuso nella fascia centrale che comprende Marche, Umbria e Lazio, con ceppi anche nella Toscana settentrionale, Bastianello è specifico del Veneto, in particolare del vicentino, padovano e veneziano, Bastiani è diffuso nell'Italia centro settentrionale, Bastianini ha variceppi nel riminese, in Toscana, nel fiorentino, pisano, livornese e grossetano, nel perugino, nel viterbese e nel romano, Bastianino, praticamente unico, sembrerebbe piemontese, Bastiano, assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico del materano, dovrebbero derivare, direttamente o tramite forme ipocoristiche, dal nome Bastiano, l'aferesi del nome Sebastiano.
BASTITA Bastita, molto molto raro, è tipico dell'area alessandrino, genovese, dovrebbe derivare dal termine medioevale bastita (fortificazione o muro di difesa o bastione anche di legno) derivato a sua volta dal termine provenzale bastida, con etimologia comune a quella della fortezza prigione di Parigi la Bastille (la famosa Bastiglia) o all'italiano moderno bastione, vocabolo usato ad esempio in una carta del 1276 a Torino: "...in finibus Taurini iuxta rivum Padinum in gerbo sive pascuo desubtus bastitam...", il cognome si dovrebbe riferire quindi a caratteristiche della località di provenienza, caratterizzata dalla presenza di una fortificazione o bastione.  Un esempio di questa cognominizzazione lo troviamo in un atto dell'anno 1465: "Anno 1465, indictione 13, die dominico 22 septembris ad Mansos Novaledi, praesentibus Pelegrino habitatore ad Brentam filio quondam Antonii dicti Sdramassi de villa Caldonatii, Dominico filio quondam Sepi de praedicta villa, Iohanne Rubeo filio quondam Iohannis de la Bastita de Mansis praedictis, Nicolao filio mei Iacobi notarii infrascripti, Micaele filio quondam Dominici Ceschati de villa Carcedranigae...".
BASTOGI Bastogi ha un ceppo a Prato, uno a Livorno ed uno molto piccolo a La Spezia, dovrebbe derivare dal nome della località Poggio del Bastogio nel pratese, probabile luogo d'origine del capostipite.
BASTONE
BASTONI
Bastone, abbastanza raro sembrerebbe avere più ceppi presenti nel meridione, nel napoletano, nel cosentino, nel trapanese e nel Salento, di Bastoni si individuano più nuclei, in Lombardia, nel modenese e bolognese, nel forlivese e sulla costa ligure fino a Massa,  la derivazione di questi cognomi è dubbia, si può ipotizzare che siano stati originati da soprannomi. Tracce di queste cognominizzazioni si trovano già nel 1100 a Brescia, in un atto di compravendita risalente al 1178 si legge: "...Carta aquisti case que fuit Petri Ferarii et Airaldi Brugnoli et iaccet in Broilo, Heredes Iacobi Bastoni tenent, Donadeus Cavalerius..." e nel 1279 in un testamento redatto dal notaio genovese Ugolino Scarpa si cita il milite Ponzio Bastone.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bastoni è diffuso nel Centro Nord, è un soprannome polisemantico dal lat. parlato *bastone(m), parallelo di 'bastum' = basto. Per Minervini 82 sarebbe un derivato dal cognome base Basta, dall'antico toponimo pugliese Basta, attualmente Vasta (LE).
BATELLA
BATELLI
BATELLO
BATTELLA
BATTELLI
BATTELLO
Batella ha un piccolo ceppo nel viterbese ed uno più consistente a Roma, Batelli è molto raro, potrebbe avere più ceppi, in Toscana, nel fiorentino e senese e nel napoletano, Batello, estremamente raro, è settentrionale, Battella, tipicamente laziale, ha presenze nel reatino ed un ceppo a Roma, Battelli anche lui molto raro, potrebbe essere dell'Emilia e Romagna, bolognese e riminese, con un probabile ceppo nel fiorentino, Battello, rarissimo è tipicamente dell'udinese e alto trevisano. Questi cognomi dovrebbero derivare dal nome tardo latino di origine greca Bathyllus, ma, in qualche caso è pure possibile che derivino da soprannomi originati da una modificazione bvetacistica del vocabolo latino vatillum (bracere), nel 1500 troviamo nell'alta Campania un Thomasius de Palmerio de Casale Batelli, e da questo toponimo, potrebbe essere disceso il ceppo napoletano della famiglia Batelli.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
A proposito di Batelli scrive Franco Violi, il grande studioso modenese  di toponomastica e onomastica recentemente scomparso (Franco Violi: Cognomi a Modena e nel Modenese, Aedes Muratoriana, Modena, 1996): II cognome, scritto tanto Batelli quanto Battelli, per influsso di «battello», è forma aferetica del nome proprio (A)batellus, registrato anche in carte modenesi fin dal 1148. Muove da abbas (cfr. Abbati). È di modesta diffusione nel Modenese.
BATETTA Batetta, decisamente piemontese è assolutamente rarissimo, quasi unico, potrebbe derivare dall'antico nome di una località, come ad esempio l'Isola di Batetta, antico nome di una zona del cuneese nei pressi di Bagnolo Piemonte.
BATI
BATONI
Bati, molto raro, è specifico di Firenze e Pelago nel fiorentino e di Prato, Batoni, anch'esso tipicamente toscano, ha un ceppo a Vicopisano nel pisano, uno a Poggibonsi e Colle Val d'Elsa nel senese, uno a Livorno ed uno a Firenze, dovrebbero derivare dal nome goto Bato, Batonis, ricordiamo con questo nome Batone capo dei Desidiati e Batone dei Breuci ,che in epoca augustea lottarono in Pannonia contro il generale Tiberio, quello che venne indicato dallo stesso Augusto come suo successore alla guida dell'Impero Romano.
BATIGNANI Batignani è tipicamente toscano, ha ceppi nel fiorentino senese e grossetamo e sull'isola d'Elba, dovrebbe derivare dal nome della frazione di Grosseto chiamata Batignano, ma è pure possibile che derivi da altre località individuabili come ager vatinianus (campo di Vatinio) o fundus vatinianus (proprietà terriera di Vatinio), cui l'italianizzazione ed il fenomeno del betacismo abbia prodotto la modifica in Batignano.
BATILDE
BATILDI
Batilde, assolutamente molto raro, è tipico di Ariano Irpino nell'avellinese, Batildi, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, che dovrebbe essere un matronimico e derivare dal nome celta Bathilde, ricordiamo con questo nome la Regina Bathilde (~626 - 680) moglie di Clodoveo II° Re dei Franchi, il nome dovrebbe significare colei che combatte.
BATISTA
BATISTI
BATISTINI
BATTISTA
BATTISTELLA
BATTISTELLI
BATTISTELLO
BATTISTI
BATTISTINI
BATTISTINO
BATTISTON
BATTISTONE
BATTISTONI
Batista è quasi unico, Batisti è specifico del fiorentino, di Firenze e di Sesto Fiorentino e Pontassieve, anche Batistini è decisamente toscano di Firenze di Sesto Fiorentino e Pontassieve, di Monte San Savino nell'aretino e di Piombino nel livornese, Battista è tipico del centrosud peninsulare, Vattistella è tipico di Veneto e Friuli, con ceppi anche in Abruzzo e Lazio, Battistelli è tipico della fascia che comprende Marche, Umbria, Lazio ed Abruzzo, Battistello è veneto, del vicentino e padovano, Battisti è tipico del centronord, Battistini è molto diffuso in Lombardia, Emilia e Romagna, Liguria, Toscana, Marche, Umbria e Lazio, Battistino, assolutamente rarissimo, è piemontese, Battiston è proprio dell'area veneto friulana, delle province di Pordenone, Treviso e Venezia in particolare, Battistone, estremamente raro, parrebbe avere un ceppo abruzzese ed uno campano, Battistoni ha un ceppo veronese, uno nel lucchese ed uno nella fascia che comprende Marche, Umbria e Lazio, L'origine del cognome è legato, direttamente o tramite ipocoristici più o meno dialettali, al vocabolo tardo latino baptista (colui che battezza) che potrebbe essere stato usato come soprannome, ma in molti casi si rifà al culto di San Giovanni Battista; non è trascurabile, ma sicuramente secondaria, una derivazione legata all'uso di chiamare il cameriere con questo nome.
BATTAGGI
BATTAGGIA
BATTAIA
Battaggi, assolutamente rarissimo, parrebbe lombardo, Battaggia, presente sporadicamente al nord, ha un grosso ceppo a Venezia e dintorni ed a Mogliano Veneto (TV), Battaia, molto raro, è presente nel milanese ed in Friuli.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Battaggi, rarissimo, si riscontra quasi esclusivamente in Lombardia, Battaggia, più comune del precedente, ha un nucleo principale fra il veneziano e il trevigiano, Battaia, piuttosto raro, è presente maggiormente nel pordenonese, nell'udinese e nel milanese, tutti questi cognomi derivano da varianti arcaiche o dialettali del nome Battaglia, nato all'interno della cultura guerriero-cavalleresca tipica dell'era medievale (così come i nomi Guerra, Vinciguerra, Guerriero, etc.). Si tratta, dunque, delle cognominizzazioni dei
nomi personali dei capostipiti.
BATTAGLIA
BATTAGLIERI
BATTAGLIERO
BATTAGLINI
BATTAGLINO
Battaglia è massicciamente diffuso in tutta l'Italia, Battaglieri, molto molto raro, ha un piccolo ceppo nel cuneese e savonese, uno nel teramano ed uno nel trapanese, Battagliero, estremamente raro, ha qualche presenza in Piemonte, nel romano ed in Puglia, Battaglini è ben rappresentato in tutto il centronord, in Toscana, Marche, e Lazio in particolare, Battaglino ha un ceppo piemontese, uno nel beneventano, avellinese, foggiano soprattutto e potentino, possono avere diverse origini, da quella da toponimi, peraltro presenti in tutta la penisola, alla derivazione da soprannomi legati al carattere battagliero o alla partecipazione ad eventi bellici.
BATTAGLIESE
BATTAGLIESI
Battagliese, molto raro, sembrerebbe campano, con un ceppo nel salernitano, ad Alfano, Vallo della Lucania ed Ascea, che dovrebbe derivare da una forma etnica riferita alla frazione Battaglia di Casaletto Spartano nel salernitano o alla frazione Battaglia di Carbonara di Nola nel napoletano, o ad altre località simili, Battagliesi, quasi unico, è probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione del precedente.
BATTAGLION
BATTAGLIONE
BATTAGLIONI
Battaglion, molto raro, è tipicamente veneto, di Casale sul Sile, Scorzè e Treviso nel trevigiano, Battaglione ha un piccolissimo ceppo a Roma e presenze nel frusinate, Battaglioni ha un piccolissimo ceppo a Cellere nel viterbese, con presenze qua e là nel viterbese e nel romano, dovrebbero derivare da alterazioni del cognome francese Bataillon, un diminutivo del molto più comune cognome Bataille, che dovrebbe a sua volta derivare da un soprannome forse causato dal carattere battagliero dei capostipiti.
BATTAGLIOTTI Battagliotti sembra caratteristico del torinese, di Piscina, Avigliana, Giaveno e Piossasco, nella zona occidentale dei dintorni torinesi, dovrebbe derivare dal nome della Borgata Battagliotti di Borgo Paglierino, una frazione di Avigliana nel torinese, probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
BATTAINI Cognome diffuso in tutta l'Italia del nord che parrebbe derivare da soprannomi legati al carattere battagliero o alla partecipazione ad eventi bellici.
BATTECCA Cognome originario del parmense probabilmente legato ad un soprannome.
BATTEZZATI
BATTEZZATO
Battezzati è un cognome forse originario del Piemonte, ma presente anche nelle Puglie, Battezzato è presente anch'esso sia in Piemonte che in Puglia, derivano dallo stato di battezzato che si diversifichi dagli altri, quindi di origine non molto recente, potrebbe anche essere originato da un soprannome.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Battezzato, in cui il riferimento al rito battesimale va inteso come simbolo di adesione al cristianesimo (in questo senso, è facile notare un rapporto col nome medievale Cristiano, molto diffuso ancora ai giorni nostri). Dal punto di vista storico, tracce del nome Battezzato si trovano a Bergamo nel corso del '300, con un certo Battezzato de Caversenio. Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti, anche se in alcuni casi non è esclusa una derivazione da soprannomi ad essi attribuiti.
BATTIATA
BATTIATI
BATTIATO
Battiata, molto raro, è del trapanese, Battiati è siciliano ed è una forma meno diffusa di Battiato che è anch'esso tipico siciliano, del catanese in particolare, derivano tutti dal vocabolo dialettale siciliano vattiatu (battezzato, cristiano) usato per deffinire lo stato di cristiano, ma in alcuni casi potrebbero derivare dal toponimo Sant'Agata Li Battiati (CT).
BATTIFERRO Battiferro, molto molto raro, sembrerebbe tipico del veronese, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal mestiere di fabbro svolto dal capostipite.
BATTILORO Tipico di Torre del Greco (NA) e del napoletano, ma con un antico ceppo senese, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal mestiere lucroso del battiloro (chi ribatteva lamine d'oro su stampi in legno o opere in materiale povero come ceramica o metallo per nobilitarli), il ceppo senese fu molto ricco e venne annoverato tra imaggiorenti della città, mentre il ceppo napoletano conquisto il titolo di marchese, nel 1724 Monsignor Pietro Abbondio Battiloro fu proclamato Vescovo di Guardialfiera (CB): "MEMORIAE SEMPITERNAE / PETRI ABUNDII BATTILORII ARPINATIS / VIRI JURIS PRUDENTIAE SACRAE DOCTRINA LITTERISQUE POLITIORIBUS / ORNATISSIMI / QUI GUARDIAE ALFERIAE PRIMUM A BENEDICTO XIII / CUI ADSTITIT IN CONCILIO BENEVENTANO...".
BATTINI
BATTINO
Battini parrebbe avere tre ceppi, nel livornese e pisano, nel reggiano e nel piacentino, Battino è molto raro ed è tipico della Gallura in Sardegna, potrebbero derivare da modificazioni del nome medioevale Betto o da variazioni dal nome germanico Badtin, ma è anche possibile che derivi dall'aferesi del nome Giobatta (GiovanBattista). In Lombardia ci sono tracce del nome Battino riscontrabili ad esempio in quest'atto notarile dei primi del 1500:"...Datum Gabriellis domini Bernardi de Tercio et fratrum a Paxino Bassi de Obertis da Gro... ,,,compra di Gabriele, Giovanni Battino et Bertolomio quondam domini Bernardo Terzo da Paxino Oberti da Grone di un pezzo di terra prativa et castegniva nel territorio di Grone ove si dice al Col Cò per lire 75".
integrazione fornita da Andrea Malavolti
La variante gallurese, Battino, è di origine ebraico-sefardita
BATTIPAGLIA Cognome diffuso in tutta l'Italia, quindi con più di un'origine, quali: il toponimo Battipaglia o un soprannome legato al mestiere.
BATTO Praticamente unico, forse genovese, potrebbe derivare dall'aferesi di modificazioni dialettali di nomi come Giovan Battista da cui Giobatta, Giobatto, Batto.
BATOCCHIO
BATTOCCHI
BATTOCCHIO
Batocchio è praticamente unico, Battocchi è tipico di Tione di Trento nel trentino, Battocchio è decisamente veneto, in particolare del vicentino, di Tezze sul Brenta, Romano d'Ezzelino, Rossano Veneto, Rosà, Bassano del Grappa, Cassola e Mussolente, con un ceppo anche a Rovigo ed a Fontaniva e Cittadella nel padovano ed a Loria e Castelfranco Veneto nel trevisano, dovrebbero derivare da un soprannome basato sul termine veneto arcaico batòchio (la clava di ferro che fa suonare le campane, ma anche in senso lato un poco di buono), potrebbero stare ad indicare che i capostipiti facessero i campanari.
BATTOIA Battoia, assolutamente rarissimo, sembrerebbe friulano dell'udinese, un'ipotesi è che possa derivare dal toponimo Casali Battoia, una frazione del comune di Montenars.
BATTOLLA Battolla è specifico dello spezzino, di Follo e La Spezia, dovrebbe derivare dal nome della località Piana Battolla, una frazione di Follo, probabilmente il luogo d'origine del capostipite.
BAU
BAU'
Bau, molto raro, è specifico del vicentino e trevigiano, Baù più diffuso, oltre al ceppo primario nell'area che comprende le province di Padova, Vicenza e Treviso, parrebbe averne uno, probabilmente secondario in Piemonte, potrebbe derivare da una modificazione dialettale dell'aferesi di nomi germanici contenenti la radice bald modificata in baud, come ad esempio Sigebaudus.  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Montemerlo (PD) dove in un atto del 24 gennaio 1289  si legge che un certo Nicola figlio del fu Oberto Baudus del fu Naso di Cane è teste in una controversia e a Gallio (VI) nel 1669 dove nel resoconto di un'ambasceria al Cardinale Gregorio Barbarigo vescovo di Padova si legge: "...Domenico e Bartolomeo Baù di Stocharedo e Saibena di Ronchi, colonnelli di Gallio, zelosi della maggior gloria di Dio et propria salute...".
BAUDI
BAUDINI
BAUDINO
BAUDO
BAUDONE
BAUDONI
Baudi, assolutamente rarissimo, è del settentrione d'Italia, Baudini è distribuito in Lombardia, Baudino in Piemonte, Baudo in Piemonte ed in Sicilia, Baudone è specifico di Sarzana (SP), Baudoni, molto molto più raro, questi cognomi dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite accrescitivi o forme ipocoristiche, dal nome medioevale di origine germanica Baudus o dall'aferesi di nomi composti con bald (baldo, coraggioso), come Ubaldo, Teobaldo ecc.   Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo già in una pergamena del 1110: "...ipse post eum habuit, videlicet in hospite, in terris, in vineis, in paagio, in roagio, excepto feodo molendini quem Radulphus Baudus tenebat de eo...".
BAUDUCCO Bauducco è specifico del torinese, di Moncalieri, Torino, Carignano e Nichelino, dovrebbe derivare dal nome della località Bauducco di Moncalieri nel torinese. (vedi anche BAUDI)
BAULEO Decisamente calabrese Bauleo è tipico del cosentino ed in particolare di Rossano, dovrebbe derivare dal cognomen latino Bauleus di cui abbiamo un esempio nel legionario romano Septimius Bauleus: eques capsarius.
BAUMGARTEN
PAUMGARDEN
PAUMGARDHEN
Baumgarten, quasi unico, è dellazona veronese, trentina, Paumgarden, praticamente unico, è napoletano, Paumgardhen, assolutamente rarissimo, ha un ceppo a Livorno ed uno a Napoli e nel napoletano, questi ultimi due cognomi dovrebbero essere delle alterazioni del primo, forse accentuando la pronuncia dura germanica della B iniziale, questo dovrebbe essere di origine tedesca e derivare da un cognome originato da un soprannome derivato dal termine germanico baumgarten (frutteto).
BAUSAN
BAUSANI
BAUSANO
Bausani è tipico di Monte Argentario (GR), Bausano ha un ceppo nel torinese ed uno a Napoli dove era presente anche il nobile casato dei Bausan, potrebbero derivare da soprannomi originati dal termine provenzale bausan (bordo, fascia, ma anche specie di cavallo dal manto nero con ciuffi di peli bianchi sulle zampe), ma è pure da prendere in considerazione, soprattutto per il ceppo toscano e per quello napoletano, una derivazione dal termine latino bausanus (tasso), personaggio di rilievo è stato l'ufficiale di marina italiano Giovanni Bausan nato a Gaeta nel 1757 e morto a Sorrento nel 1825 che divenne poi deputato della Repubblica Partenopea.
integrazioni fornite da Fiorenzo Bausani
da una ricerca da me fatta risulta che i Bausani presenti in Monte Argentario derivano da un certo GioBatta Bausano da Savona che si sposò in Orbetello nel 1652 il cognome in seguito ha cambiato il finale in  da o ad i.
BAUSILIO Bausilio è tipicamente napoletano, dovrebbe derivare dall'italianizzazione del nome di Bausile un santo martire del terzo secolo, le cui reliquie, prima conservate nella città di Nimes in Francia fino all'anno 878, vennero poi traslate in Borgogna. e la cui devozione venne portata a Napoli dai normanni.
BAVA Bava ha un grosso ceppo piemontese a Torino, a Castelnuovo Don Bosco nell'astigiano, a Novi Ligure e Cabella Ligure nell'alessandrino ed a Mondovì nel cuneese, un ceppo a Genova, uno a Roma, uno a Napoli ed uno in Calabria nel catanzarese a Catanzaro e Guardavalle, a Placanica nel reggino ed a Spadola nel vibonese, dovrebbe derivare dal nome medioevale longobardo Bava, citato ad esempio in questa Cartula venditionis del 1132 a Pavia: "Anno ab incarnacione domini nostri Iesu Christi millesimo centesimo trigesimo secundo, decimo die mensis decembris, indictione undecima. Constat nos Folglerium, filium quondam Anselmi, et Anselmum, patrem et filium, et Zachariam , iugales, filiam quondam Otonis, qui professi sumus omnes ex nacione nostra lege vivere Longobardorum, ipso iugale seu genitore nostro nobis consentiente et subter confirmante et, iuxta legem in qua nata sum, una cum noticia de propinquioribus parentibus meis, id sunt Ubertus Bava, consobrinus meus, et Vuido, filius eius sobrinus, in quorum presencia vel testium certam facio professionem quod nullam pateo violenciam a quopiam homine nec ab ipso iugale ...".
BAVARI
BAVARO
Bavari è quasi unico, Bavaro ha ceppi nel napoletano ed avellinese, nel foggiano e soprattutto nel barese, a Giovinazzo e Bitritto in particolare, dovrebbero derivare dalla forma etnica medioevale bavarus (bavaro), intendendo quindi un'origine germanica del capostipite; i Bavari erano una potente tribù barbara di germani, stanziata originariamente in Boemia, i bavari giunsero inizialmente in Italia nelle schiere dell'esercito longobardo, poi arrivarono come forse alleate dell'esercito svevo di Federico.
BAVASTRO
BAVASTRELLO
BAVESTRELLO
Bavastrello è praticamente unico, Bavastro è di Genova, Bavestrello è tipico della zona di Rapallo e Santa Margherita Ligure (GE), dovrebbero tutti derivare da toponimi come Bavastri di Torriglia (GE) e Bavastrelli di Propata (GE).
BAVILA Rarissimo sembra tipico della zona che comprende tarentino, materano e cosentino, potrebbe derivare dal nome germanico Bavo, si ricordi San Bavo XIII° secolo, nome di cui abbiamo un esempio in una lettera del 1642 che così inizia: "Godofredi a Bavo, jurisconsulti clarissimi ...".
BAZZA
BAZZARA
BAZZARIN
BAZZARO
BAZZO
Bazza è padovano, Bazzara e Bazzaro sono friulani, Bazzo è più trevigiano, mentre Bazzarin, rarissimo, potrebbe essere dell'entroterra veneziano.  Cognomi comunque di origine veneta.  La "Barza" era un vascello da carico veneziano del 1500, e i cognomi potrebbero essere derivati da soprannomi o mestieri legati a questo tipo di naviglio, almeno questa è l'ipotesi più probabile, vista la tipicità veneta del loro areale. Non si può escludere comunque che derivino da soprannomi legati alla caratteristica di avere il mento sporgente, la bazza appunto. Tra i personaggi di una certa fama si individua un Antonio Bazzarin (o Bazzarini) di Rovigno, istriano, (1784-1850) insigne filologo e vocabolarista.
BAZZAN Tipico della zona tra Vicentino e padovano, dovrebbe derivare dal toponimo Bassano (VI).
BAZZANELLA
BAZZANELLI
Bazzanella è tipico del Trentino, Bazzanelli è praticamente unico e dovrebbe trattarsi di un errore di trascrizione del precedente, dovrebbero derivare dal vocabolo trentino bazana (il baccello dele fave) derivato direttamente dal termine latino baiana (fava).
BAZZICA
BAZZICHI
Bazzica è tipicamente perugino, Bazzichi è tipico di Pietrasanta e Seravezza (LU), dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo bazza (guadagno) e potrebbe indicare il mestiere di usuraio o atteggiamenti di estremo interesse per il lucro.
integrazioni fornite da Franco Pettinato
Bazzichi è cognome toscano e più esattamente della Versilia. Si trova già nelle carte catastali di Pietrasanta nel 1549 un Giovanni Del Bazicha fabbro. Il significato potrebbe venire da un soprannome nel senso di accanito giocatore di Bazzica (gioco di carte di origine francese), ma anche da Bazzico, (compagno confidente in senso forse spregiativo) cfr . il verbo bazzicare.
Fonte: Alessandro Bramanti Etimologia e origine dei cognomi versiliesi, in: Rivista " Le Apuane A. 18 n° 35 ...Nov 1996"
BAZZICALUPI
BAZZICALUPO
BAZZIGALUPI
BAZZIGALUPO
BAZZIGALUPPI
Bazzicalupi, molto molto raro, sembrerebbe tipico di Massa, Bazzicalupo, sempre molto raro, parrebbe del napoletano e casertano, di Giugliano in Campania (NA), Lusciano ed Aversa (CE), Bazzigalupi e Bazzigalupo sono probabilmente dovuti ad errori di trascrizione dei precedenti, Bazzigaluppi rarissimo sembrerebbe della zona tra milanese e pavese.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Bazzicalupi, rarissimo, è originario del massese, Bazzicalupo, più comune del precedente, ha un ceppo maggiore nel casertano e ceppi minori nel nord del paese, Bazzigalupi, anch'esso estremamente raro, sembra essere originario del pistoiese, Bazzigalupo, unico, si riscontra soltanto a Genova, tutti questi cognomi derivano dal termine arcaico bazzicalupo, sul cui significato si possono trarre almeno due ipotesi, peraltro molto simili fra loro. Secondo una prima interpretazione, bazzicalupo potrebbe derivare dall'espressione bazzicare il lupo o i lupi, che, letta in senso metaforico, va intesa come frequentare brutta gente, avere a che fare con persone poco raccomandabili: il verbo bazzicare, infatti, ha spesso una connotazione negativa (come risulta, per esempio, dalle espressioni bazzicare luoghi pericolosi o bazzicare cattive compagnie) e il termine lupo, usato in senso metaforico, sembra qui assumere il significato di persona spregevole, abietta, se non addirittura malavitosa (per associazione, naturalmente, alle caratteristiche di ferocia e di violenza che spesso si attribuiscono a questo animale, come la favolistica e i proverbi popolari ricordano di frequente). La seconda ipotesi, invece, considera la radice bazzica non come un verbo (da bazzicare) ma come un sostantivo, riportandone l'origine all'antico italiano bazzica: si tratta, in effetti, di un termine ormai obsoleto, ma che un tempo aveva significato di compare, socio, da intendersi nell'accezione di persona disonesta o addirittura di malaffare, un individuo cioè che prende parte ad azioni illegali o comunque eticamente scorrette; in questo contesto, è veramente singolare l'associazione dei termini bazzica e lupo, che sembra richiamare la figura di Compare Lupo, nata all'interno della favolistica come simbolo di prepotenza, di aggressività (la si trova spesso in compagnia di Comare Volpe, simbolo invece di astuzia, di sagacia). Secondo entrambe le ipotesi, dunque, questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi indicanti la reputazione sociale dei capostipiti, ritenuti cioè degli uomini disonesti, di malaffare.
BAZZICHETTO Bazzichetto, molto molto raro, è tipico del trevisano, di Santa Lucia di Piave e di Oderzo, dovrebbe derivare da un soprannome attribuito ad un giocatore di bazzica, un antico gioco di carte sul tipo della briscola, ma anche un gioco del biliardo, probabilmente una passione del capostipite.
BAZZOCCHI Bazzocchi è specifico di Forlì e Cesena e nella provincia di Bertinoro, Cesenatico e Forlimpopoli, di Ravenna e Cervia nel ravennate e di Bologna, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine dialettale emiliano arcaico bazòch (stanga o bastone usata per trasportare pesi appesi alle due estremità), forse per indicare nel capostipite qualcuno aduso a questo tipo di strumento.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bazzocchi è un cognome romagnolo che deriva da 'bazza' = "mento molto sporgente".
BAZZOLA
BAZZOLI
Bazzola, quasi unico, è dell'area cremonese, mantovana, Bazzoli sembrerebbe specifico dell'area che comprende il bresciano ed il trentino soprattutto, ma anche il mantovano ed il veronese, con piccolissimi ceppi nell'udinese, nel reggiano, nel forlivese e nel romano, Bazzolo, molto meno diffuso, è tipico del padovano, di Padova e Legnaro, con qualche presenza nel latinense, probabilmente frutto dell'emigrazione veneta in occasione della bonifica Pontina, sembrerebbe avere due possibili origini, la prima da una forma ipocoristica riferita a capostipiti con il mento sporgente (bazza), la seconda da un termine dialettale arcaico veneto bazòlo per alticcio, o anche per pazzerello.
BAZZONI Distribuito sia nell'Italia settentrionale che centrale che al nord della Sardegna questo cognome è di origine incerta non sicuramente unica, data la distribuzione, potrebbe essere derivato da toponimi scomparsi o da soprannomi legati al vocabolo "basso" o da un riferimento alla caratteristica di avere il mento sporgente (bazza).
BEALLI Cognome presente nelle sole provincie di Milano e Lodi, se ne può ipotizzare un'origine recente forse legata all'italianizzazione di un cognome francese. La connessione con il toponimo Beaulard (TO) sembrerebbe da escludersi, data la distribuzione geografica.
BEARZI Specifico friulano, della zona di Tolmezzo, è presente anche ad Udine, dovrebbe derivare dal termine dialettale di origine ostrogota beàrz (recinto, terreno chiuso), ma è pure possibile una derivazione dal toponimo Biarzo nelle valli del Natisone.
BEARZOT Molto raro è tipico del basso udinese, dovrebbe derivare da antichi nomi di località identificati con il termine tardo latino bagartius divenuto poi beartius e quindi bearzo che definiva un fondo rurale chiuso tra edifici, o circondato da mura, staccionate o siepi, bearzot starebbe ad indicare chi abitava appunto in uno di questi fondi.
BEATI
BEATO
Beati ha un ceppo lombardo a Cremona ed uno a Castiglione Olona nel varesotto, con presenze significative anche nel bergamasco e nel milanese, ha un picco lo ceppo a Bedonia e Salsomaggiore terme nel parmense, ha un ceppo a Perugia ed a Todi (PG), uno a Giulianova nel teramano ed uno a Matera, Beato è presente a macchia di leopardo in tutt'Italia, potrebbero derivare dal nome medioevale Beatus, attribuito dalla devozione popolare ai figli come auspicio di una vita in Cristo, ma è pure possibile possa trattarsi di cognomi attribuiti a neonati affidati alla carità di monasteri dei Beati Apostoli Pietro e Paolo.
BEATRICE
BEATRICI
Beatrice è tipico della Campania e della provincia di Foggia, Beatrici è tipico dell'alto bresciano e basso trentino, dovrebbe trattarsi di un matronimico del nome medioevale Beatrice, famosa la musa ispiratrice del sommo poeta Dante.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Beatrice è prevalentemente campano, ma presenta ceppi minori anche nel foggiano, nel materano e fra il nord e il centro nord del paese, Beatrici è tipicamente settentrionale, con un nucleo principale nel trentino e nuclei secondari nel bresciano, nel parmense e nell'imperiese, entrambi questi cognomi derivano dal nome Beatrice, forma corrotta dell'originale Viatrice: si tratta, infatti, di un vecchio nome latino carico di valenza religiosa, che, nato all'interno dei primi ambienti cristiani, significa letteralmente colei che attraversa la vita (il termine via, in questo contesto, va inteso nel senso metaforico di cammino, viaggio attraverso la vita); tramite la successiva alterazione del nome in Beatrice, avvenuta per associazione col latino beatus, il nome ha poi assunto il significato di colei che porta beatitudine, felicità. In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali delle capostipiti.
BEATRIZOTTI
BEATRIZZOTTI
Beatrizotti, assolutamente rarissimo è proprio dell'area lombardoemiliana, Beatrizzotti, meno raro, è specifico del parmense, dovrebbero derivare da una forma patronimica in -otti, che starebbe per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre, probabilmente spagnolo si fosse chiamato Beatrizo, forma spagnola maschile di Beatriz (Beatrice).
BEAUX
BEUX
Beaux è quasi unico, Beux, molto raro, è tipico del torinese, di San Germano Chisone, Inverso Pinasca e Pinerolo, si potrebbe trattare di una forma francese del nome germanico Boso, molto più probabilmente si tratta di un soprannome originato dal vocabolo medioevale francese beux, forma arcaica per beaux (belli), anche se non si può escludere possa trattarsi di un soprannome derivato dal vocabolo bretone beuz (bosco).
BEBBO Assolutamente rarissimo, forse del nord della Sardegna, potrebbe derivare da una modificazione dell'aferesi del nome Roberto.
BECALOSSI
BECCALOSSI
Becalossi è dovuto ad un errore di trascrizione di Beccalossi che è tipico del bresciano, dovrebbe derivare da un soprannome forse dovuto all'attività di becchino svolta dal capostipite.
BECATTINI Becattini, molto diffuso, è decisamente toscano, del fiorentino ed aretino, dovrebbe derivare da un soprannome a sua volta derivato da una forma aferetica del termine latino bombycatus (baco da seta), forse a sottolineare che l'attività delle famiglie interessate fosse quella dell'allevamento dei bachi da seta.
BECCACECE
BECCACECI
Beccacece è specifico dell'area anconetano, maceratese, Beccaceci è tipico dell'anconetano, con un piccolo ceppo nel teramano ed uno a Roma, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale marchigiano basato sul termine beccacece (credulone, scioccone in senso bonario), probabilmente attribuito ai capostipiti.
BECCALLI Beccalli è tipicamente lombardo, di Milano, Albiate, Paderno Dugnano e Seregno nel milanese, di Bosisio Parini e Nibionno nel lecchese e di Offanengo e Crema nel cremasco, dovrebbe derivare dal nome di un antico toponimo, nel bergamasco nel 1300 si trovava un bosco del Becall ed una località chiamata Becallo.
BECCARI
BECCARIA
BECCARINI
BECCARIS
BECCARO
BECCHERINI
BECHERINI
Beccari è molto diffuso nell'area che comprende il mantovano, il modenese, il bolognese ed il ferrarese con presenze sporadiche anche in Toscana e nel Lazio,  Beccaria, distribuito nell'area piemontese lombarda, con presenze anche in Sicilia ed al centro ha sicuramente diverse origini, Beccarini è distribuito in due sole regioni in maniera significativa, in Lombardia ed in particolare nelle provincie di Milano e Lodi e nel Lazio, Beccaris, tipicamente piemontese, ha un ceppo a Torino ed uno a Costigliole d`Asti (AT), Beccaro oltre al nucleo principale veneto a Cadoneghe (PD), Padova e Campodarsego (PD) ha piccoli ceppi in Piemonte e Liguria, Beccherini è quasi unico, Becherini è decisamente toscano, probabilmente tutti questi cognomi sono derivati dall'attività del capostipite legati cioè a soprannomi originati dal vocabolo beccaro (macellaio).   Importante la famiglia Beccaria di Pavia con propaggini anche a Milano e importante per la storia milanese il Generale piemontese Bava Beccaris Regio commissario straordinario sabaudo con pieni poteri a Milano che con le sue cannonate distrugge le barricate di Porta Garibaldi e Porta Ticinese issate per protesta dai cittadini milanesi ed arriva perfino ad assaltare un convento di Cappuccini in corso Monforte, per questo servizio i Savoia gli conferirono la Croce di Grande ufficiale dell'Ordine militare di Savoia.
BECCERICA
BECERICA
Beccerica è tipicamente marchigiano, di Corridonia nel maceratese e di Monte San Pietrangeli nell'ascolano, Becerica, molto molto raro, è sempre del maceratese, dovrebbero derivare dal nome del paese di Becerica, una frazione del comune di Montelupone sempre nel maceratese.
BECCHERE
BECHERE
Becchere, assolutamente rarissimo è dovuto a errori di trascrizione di Bechere che, tipico di Bultei (SS), è molto raro, potrebbe derivare da una modificazione dialettale dell'aferesi del nome Domenico. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1500: "...Gulielmus Becherus, agens pro rege nostro in Gallia, iubetur ut se suis aedibus contineat....".
BECCHERI
BECCHERO
Beccheri è praticamente unico, Becchero, assolutamente rarissimo, è tipico della zona tra cuneese e torinese, dovrebbero derivare dal mestiere di pastore o di beccaio.
BECCHERLE Beccherle è specifico del veronese, di Verona e Bosco Chiesanuova in particolare, dovrebbe derivare dal nome della località Beccherli di Valdiporro di Bosco Chiesanuova, che dovrebbe a sua volta derivare dal termine cimbro bekch (strada, via) unito al toponimo Erle (vedi ERLE), forse ad indicare che il capostipite abitasse o provenisse dalla via per la località di Erle, o anche che abitasse sulla via (bekch) degli ontani (erlen), è pure possibile che in qualche modo il cognome sia collegato con il mestiere di fornaio e che derivi dal termine medioevale germanico becko (pane, che ha a che vedere con il pane).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Beccherle è un cognome tipico dei Sette Comuni di Asiago; viene da 'bäckerle', a sua volta dal tedesco Bäcker = 'fornaio'. Si veda anche il vocabolo trentino 'bècarla' = 'schiacciata dolce'. Fonte: D. Olivieri 199.
BECCHINA
BECCHINI
BECCHINO
Becchina è siciliano, di Castelvetrano nel trapanese e di Palermo e Giuliana nel palermitano, Becchini è assolutamente rarissimo, forse di origini toscane, Becchino, estremamente raro, sembrerebbe della zona che comprende l'astigiano, l'alessandrino, il savonese ed il genovese, anche se le tracce meno recenti portano all'area campana ed a Castelvetrano nel trapanese, potrebbero derivare dal mestiere dei capostipiti, forse dei necrofori addetti alla sepoltura dei defunti, ma la cosa più probabile è che invece si tratti di forme ipocoristiche aferetiche Becchinus e Becchina, derivate dal nome medioevale di origini ebraiche Rebekah, o dal nome normanno Lambekin, o anche da una forma ipocoristica latinizzata del nome ebraico Becher, di quest'uso abbiamo un esempio d'uso nel libro di Boccaccio Genealogie deorum gentilium: "...Nec non labentibus annis factum est, ut Becchinus Bellincionus, familiaris tuus et concivis meus, e Cypro veniens, apud Ravennam urbem me conveniret, et postquam placidis verbis clementiam atque gratiam celsitudinis tue erga me inmeritum monstravit .... Vivit Becchinus, et Paulus Geometra vivit, hos ego et regiam fidem tuam veritatis huius testes in terris habeo. Te igitur cum illis invoco, tuum hunc, si necessitas exigat, laborem esse oportunum est, oppugnationi scilicet huic obsistere...".
BECCHIO Tipico dell'area tra Torino e Cuneo, potrebbe derivare da un soprannome dialettale derivato dal termine "vecchio", si hanno tracce di questo cognome nella seconda metà del 1400 con Guglielmo Becchio, il quale dopo essere stato Generale dell'Ordine Agostiniano per dieci anni, fu fatto Vescovo di Fiesole da Papa Paolo II°.
BECCI Cognome presente in tutta la penisola e nel sud della  Sardegna ha ovviamente origini diverse da luogo a luogo, per la Sardegna si può ipotizzare che derivi dall'aggettivo becciu (vecchio) del dialetto locale, corrisponderebbe quindi a vecchi, per le altre località si possono ipotizzare derivazioni dal celtico becci (becchi) al nord e dal latino beccus al sud con significato analogo quindi da soprannomi relativi a caratteristiche fisiche o a mestieri.
BECHELLI
BECHELLONI
BECHI
BECHINI
BECHIS
BECO
BECUCCI
Bechelli è tipicamente toscano, del lucchese soprattutto, di Lucca, Barga, Pieve Fosciana, Piazza al Serchio, Castelnuovo di Garfagnana e Capannori, Bechelloni, estremamente raro è del centro Italia, Bechi è tipicamente toscano, Bechini è anch'esso toscano, del pistoiese a Monsummano Terme, Montecatini Terme, Pieve a Nievole, Massa a Cozzile e Pistoia, del senese a Piancastagnaio ed Abbadia San Salvatore, di Pisa, e San Miniato nel pisano e di Empoli e Firenze nel fiorentino, Bechis è tipicamente piemontese, di Torino e del torinese, ma anche dell'astigiano di Buttigliera d`Asti e Villanova d`Asti, Beco, molto molto raro, sembrerebbe del ternano, Becucci è tipicamente toscano, del fiorentino a Firenze, Scandicci, Greve in Chianti, Lastra a Signa e Tavarnelle Val di Pesa, di Prato, di San Gimignano e Monticiano nel senese e di Livorno, dovrebbero derivare da modificazioni dialettali, anche ipocoristiche o accrescitive, di forme aferetiche contratte del nome Domenico, un esempio di quest'uso lo troviamo in un atto del 1274 a Firenze dove si parla di un rimborso da parte della città di Firenze ad un certo: "Beco Bonaccorsi mercadante fiorentino".
BECKER Becker, molto raro, è tipico del nord Italia, dovrebbe essere di origini trentine e derivare dal cognome tedesco omonimo probabilmente attribuito al capostipite per la sua attività di fornaio o panettiere.
BEDETTI
BEDIN
BEDINI
BEDINO
Bedetti ha un ceppo nel comasco, uno tra modenese e bolognese ed uno tra riminese, pesarese ed anconetano, Bedin è specifico delle province di Padova e Vicenza, Bedini sembra essere tipico dell'Italia centrale, con un ceppo nella zona che comprende la provincia di Massa, il reggiano ed il modenese, uno nel perugino ed anconetano ed uno in provincia di Roma, Bedino, molto raro, è caratteristico del cuneese. Questi cognomi potrebbero derivare da forme ipocoristiche del nome normanno Beda, o dal suo precursore celtico Betha, o anche da variazioni dialettali del cognomen latino Betto anch'esso di derivazione celtica.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bedetti potrebbe in alcuni casi essere forma diminutiva del cognome base Beda, che viene dalla voce dialettale 'bèda' = bietola, lat. 'beta'.
BEDOGNE' Bedognè è specifico di Valdisotto, Talamona e Valfurva nel sondriese, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale arcaico originato dal termine bedogna (sorta di polenta molliccia, ma anche Rosario).
BEDOLIS
BEDOLO
Bedolis, assolutamente rarissimo, è del bergamasco, Bedolo è specifico di Soncino nel cremonese, potrebbero derivare dal nome dell'Alpe Bedolo nel comasco, o dal nome della località Bedolo nella Val Trompia, nel bresciano, o, anche se meno probabile, dal nome di un paese come Bedollo nel Trentino.
BEDONI Diffuso in tutto il nord, ma con grande prevalenza in Lombardia e nel Veneto ed in provincia di Milano in particolare, lo troviamo anche nel centro con una buona presenza nel Lazio. Questo cognome potrebbe derivare da un termine dialettale derivato dal franco betun (fango), potrebbe anche essere in qualche caso derivato dal toponimo "ligure" Bedonia (PR), come potrebbe pure aver avuto origine da un soprannome derivato da un francese bedon (grasso).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bedoni è un cognome d'origine patronimica, movente dal nome proprio medievale Beldonum «bel dono», applicato al neonato che veniva ad allietare la casa. Fonte: F. Violi: Cognomi a Modena e nel Modenese, 1996.
BEDONNI Bedonni, abbastanza raro, è specifico dell'area modenese e bolognese, di Pavullo nel Frignano, Zocca e Vignola nel modenese e di Argelato nel bolognese, dovrebbe trattarsi di un'alterazione dialettale del nome medioevale Beldonus (Beldono), attribuito al proprio figlio da genitori felici del suo arrivo, nome derivato dalla traduzione italiana del nome greco Eudore, Eudora, quest'ultimo era il nome di una ninfa delle nereidi (figlia di Nereo).
BEDOSTI Bedosti è tipico di Bologna e del bolognese, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine dialettale emiliano arcaico bdost o bedost (terreno non coltivato, normalmente duro e sassoso), forse ad indicare la caratteristica della zona di provenienza del capostipite.
BEGARELLI Cognome presente solo in Lombardia potrebbe derivare dal tedesco dialettale begar (contendere) tramite un soprannome legato alla litigiosità, come potrebbe pure essere originato dal francese begayer (balbettare) sempre attraverso un soprannome.
BEGGIO Beggio è decisamente veneto, di Scorzè e Venezia nel veneziano, di Vicenza, Brendola, Montecchio Maggiore e Lonigo nel vicentino, di Noventa Padovana, Correzzola e Brugine nel padovano, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale veneziano begiòra (un tipo di uccello). (vedi BEGGIORA)
BEGGIORA Beggiora è tipico dell'area padovano, veneziana, di Trebaseleghe nel padovano e di Mira e Santa Maria di Sala nel veneziano, dovrebbe derivare da un soprannome attribuito ai capostipiti, originato dal termine dialettale padovano e veneziano arcaico begiora (rigogolo), una specie di uccello molto ghiotto di fichi.
BEGHI Cognome concentrato al nord ed in particolare in Lombardia ed Emilia potrebbe essere legato all'allevamento di bachi tramite un termine dialettale beghin (bigattini).
BEGNARDI Begnardi è tipico dell'area che comprende il mantovano con Poggio Rusco, il modenese con Mirandola e Concordia sul Secchia e Luzzara nel reggiano, dovrebbe trattarsi di una forma medioevale arcaica del nome Bernardus (vedi anche BIGNARDELLI).
BEGNIS Begnis è tipico del bergamasco, di Lenna, San Giovanni Bianco, Bergamo e Valnegra, dovrebbe trattarsi di una forma dialettale del nome medioevale germanico Benisius (vedi BENISI), nome probabilmente portato dal capostipite.
BEI Bei è specifico della zona tra pesarese e perugino, di Cantiano nell'urbinate e soprattutto di Gubbio e Città di Castello nel perugino, di difficile interpretazione, si potrebbe trattare di una forma tronca di nomi medioevali come Beinato, alterazione del nome Benenatus (vedi BEINAT).
BEINAT
BEINATI
Beinat è tipico dell'udinese, di Colloredo di Monte Albano e Majano, Beinati è praticamente unico, dovrebbero derivare da modificazioni dialettali del nome medioevale Benenatus di cui abbiamo un esempio in un atto giudiziario pisano del 1180: "...Econtra Benenatus Bondelaccus per illos testes nil contra se fore probatum dicebat nec illis testibus in aliquo fides est adhibenda cum discordes sint inter se...".
BELARDETTI
BELARDI
BELARDINELLI
BELARDINI
BELARDINO
BELARDO
BELLARDI
BELLARDIN
BELLARDINI
BELLARDINO
BELLARDO
Assolutamente rarissimo Belardetti, molto meno raro Belardi, dovrebbero essere originari del centro Italia, decisamente del napoletano Belardo, Bellardi ha un ceppo nel torinese, in particolare a Borgomasino, Torino e Collegno, ed uno a Roma, Belardinelli è specifico dell'area che comprende le Marche, l'Umbria, il viterbese, il romano ed il latinense, Belardini, molto più raro, ha un piccolo ceppo tra fiorentino ed aretino, uno nel maceratese ed uno nel romano, Belardino è quasi unico, Bellardi ha un ceppo piemontese nel torinese, a Borgomasino, Torino e Collegno, uno lombardo, a Cremona ed a Bagnolo San Vito nel mantovano, qualche presenza in Emilia e Romagna ed un ceppo romano, Bellardin è praticamente unico, Bellardini è tipicamente laziale, di Roma, di Sgurgola nel frusinate e di Latina, Bellardino, quasi unico, ha sparute presenze al nord e qualcuna al sud, Bellardo è specifico di Torino, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite alterazioni ipocoristiche o dialettali, dall'aferesi del nome medioevale Abaelardus o direttamente o tramite modificazioni dal nome Belardus di cui si conosce ad esempio Belardus de Esculo (1112-1120) (Belardo da Ascoli) autore della Descriptio Terrae Sanctae.  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio nel frusinate nel 1500 con Francesco de Belardo da Caira nel frusinate.
BELCAMINO Belcamino è specifico di Catanzaro, dovrebbe derivare dal nome gratulatorio medioevale Belcamino, che augura al proprio figlio un del cammino nella vita, nome ovviamente del capostipite.
BELCASTRO Cognome originario della Calabria, più specificatamente della provincia di Catanzaro e più propriamente dell'area di Belcastro (CZ), centro agricolo della Sila Piccola.
BELCORE
BELCUORE
Belcore, molto raro, sembrerebbe campano, Belcuore, assolutamente rarissimo, è presente in modo isolato in tutto il paese, dovrebbe essere di origini meridionali e dovrebbe derivare dal nome tardorinascimentale Belcore, ricordiamo con questo nome il sergente dell'Elisir d'amore di Donizzetti.
BELDOMENICO Beldomenico è tipico di Jesi nell'anconetano, e di Falconara Marittima ed Ancona, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal nome composto Bello e Domenico, o anche da un soprannome originato dall'aggettivo bello attribuito a Domenico, nome del capostipite.
BELDONI
BELDONO
Beldoni, praticamente unico, potrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione del cognome Beldono, che, quasi unico, dovrebbe derivare dal nome medioevale Beldonus attribuito da genitori che vedevano nel proprio figlio un bel dono del Signore, un esempio d'uso di questo nome lo troviamo ad esempio in un Breve sententie del 1164 a Villa di Tirano nel sondriese, che così si conslude: "... Anno ab incarnacione domini nostri Iesu Christi milleximo centeximo sexageximo quarto, indicione supradicta. Interfuerunt dominus Guilielmus camerarius et Beldonus de Crosce et Ubertus Buccaneta et Albertus de Belaxio, hii vocati sunt testes et alii aderant quamplures. Ego Ugo iudex domini Fedricii imperatoris interfuy et iussu suprascripti domini episcopi Henricii, ut supra legitur, scripsi.".
BELELLA
BELELLI
BELELLO
Belella è tipicamente laziale, di Viterbo e del viterbese e di Roma, Belelli ha un ceppo marchigiano nell'anconetano ad Osimo, Ancona, Santa Maria Nuova e Monte San Vito, e nel maceratese a Recanati, ed uno romano, Belello è praticamente unico, questi cognomi dovrebbero derivare dal nome medioevale Belella, Belellus, probabilmente portato dai o dalle capostipiti, nomi di cui abbiamo un esempio d'uso in un documento della Cancelleria Veneziana risalente al 1345: "..et bono nostrorum, super eis ponant suum consilium in scriptis cum quo erimus hic et fiet sicut videbitur et quilibet possit ponere partem et habeant terminum expediendi se per totum mensem presentem, et si ante fuerint expediti detur eis consilium et vocetur sub pena soldorum X. Electi sapientes: ser Belellus Venerio, ser Marcus Dandulo Sancte Agnetis, ser Nicolletus Zeno quondam ser Blaxii." e in questo del 1333: "..Johannis Grisostomi, nomine ipsius Commissarie, cum Belella olim filiâ et similiter nominatâ commissariâ dicti Marci Paulo de duabus proprietatibus terrarum et casis copertis et discopertis positis in dicto confinio..".
BELENGHI
BELLENGHI
BELLINGHI
Belenghi. assolutamente rarissimo, ha presenze nel mantovano, nel bolognese e nel ravennate, Bellenghi è tipico del ravennate, di Cotignola, Faenza e Ravenna, con un piccolissimo ceppo anche a Ferrara, Bellinghi, quasi unico, è del parmense, dovrebbero derivare dall'italianizzazione del nome medioevale Belingus, di cui abbiamo un esempio d'uso in uno scritto del 1600: "..Statim ea nocte vel sequenti ego fui vocatus ad castrum Dubliniense coram Prorege, praesentibus solum Walche et Belingo Patre ejus Belingi qui fuit Romae anno 1663 .... Tandem Belingus, vos inquit, qui admittitis Papam esse infallibilem nunquam evaditis boni subditi, quia quidquid diceritis hodie, si Papa improbaverit, detrectabitis. Nihil respondens, tacui...".
BELFIORE
BELFIORI
BELLAFIORE
Belfiore è diffuso a macchia di leopardo in tutta l'Italia, ha un nucleo principale nella Sicilia sudorientale, un ceppo in Puglia, a Napoli, nel Lazio e nel genovese, Belfiori, decisamente meno diffuso, ha un ceppo a Roma, uno nel cagliaritano ed uno nelle Marche, Bellafiore è specifico del trapanese, di Santa Ninfa, Marsala, Castelvetrano e Campobello di Mazara, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale maschile Belfiore, o femminile Bellaflos, di cui abbiamo un esempio d'uso nelle Marche in un documento del 1379: ".. dicta domina Bellaflos non potuisset, post mortem dicti sui mariti, continuato stare et habitare in domo dicti testatoris caste et honeste et vitam ducere vidualem tam propter mortem virorum de Rollandis de Cingulo... ex quibus quondam Coloccinus Junctii de Rollandis fuit mortuus in dicta domo, et in ea missi stipendiari ad custodiendam domum predictam..", ricordiamo con questo nome Galeotto Belfiore Malatesta (1377-1400) erede della Signoria di Cesena.
BELFORT
BELFORTE
BELFORTI
Belfort, quasi unico, parrebbe romagnolo, Belforte ha un ceppo nell'alessandrino, uno a Roma ed a Ripi e Castelliri nel frusinate, uno a Marcianise nel casertano ed uno a Bari, Belforti ha un ceppo a Corbetta nel milanese ed uno nel piacentino a Vernasca e Castell`Arquato, dovrebbero derivare dal nome medioevale Belforte, è anche possibile una derivazione da toponimi come Belforte Monferrato nell'alessandrino, o Belforte nel parmense, ma è pure possibile una derivazione dal nome germanico Balfrid, derivato dalla fusione dei termini  bald (audace) e frid (pace) o anche una derivazione dal cognome francese Beaufort o Belfort.
BELGERI
BELGERO
Belgeri è tipico della zona tra le province di Como e Lecco che comprende Barni (CO), Oliveto Lario e Mandello Del Lario(LC), Belgero, più raro, è tipico di Asti, dovrebbero derivare dalla contrazione del nome Belingerius. (vedi Belingeri)
BELGIOVANE
BELGIOVINE
Belgiovane, rarissimo sembra un errore di trascrizione di Belgiovine che è tipico della zona tra Margherita di Savoia (FG) e Molfetta (BA), dovrebbe derivare da un soprannome.
BELGRANO Belgrano è tipico di Imperia, Genova, Savona e San Remo, potrebbe trattarsi di un'alterazione del nome medioevale germanico Baldegarius, ma molto più probabilmente si tratta di un'italianizzazione del cognome francese Beaugrain o Beaugrand, cognome che proporrebbe una ricca origine contadina della famiglia.
BELICCHI
BELLICCHI
Belicchi ha un piccolo ceppo nel cremonese, che probabilmente proviene dal parmense, dove è presente un ceppo a Parma, a Fidenza ed a Torrile, Bellicchi, più raro, è sempre del parmense, di Noceto in particolare, dovrebbero derivare dal nome latino medioevale Belicius, di cui abbiamo un esempio d'uso in un atto del 1134: "..In nomine sanctæ et individuæ Trinitatis, ego Hugo Autissiodorensis episcopus, et ego Ebrardus Molismensis abbas, et ego Willelmus Nivernensis comes, convenimus Crisennoni propter quasdam dissentiones quæ emerserant de priori ordinatione ... Hujus retractationis testes et auditores: Albericus abbas Virziliacensis; Gervasius abbas S. Germani; Hugo de Crano; Renardus monachus; Hugo decanus S. Petri; Hurricus prior S. Amatoris; Gaufridus cantor S. Stephani; Atto archipresbyter; Herveus capellanus; Belicius clericus comitis; Rodulphus de Tociaco; Renaudus de Varsiaco ...".
BELIGNI Beligni è tipicamente toscano, con ceppi a Cortona nell'aretino, a Prato, a Firenze ed a Siena e Sinalunga nel senese, dovrebbe derivare dal nome medioevale Belignus, di cui abbiamo un esempio in una causa per maltrattamenti della seconda metà dell'anno 1324, presso l'Avogaria de Venezia, tra la moglie Marina Volpe ed il marito Belignus Signolo.
BELINGARDI
BELLINGARDi
BELLINGARDO
Belingardi, quasi unico, è del nordmilanese, Bellingardi è tipicamente lombardo, molto molto raro, ha un piccolissimo ceppo nel lecchese a Pescate e Lecco, Bellingardo, assolutamente rarissimo, è dell'area tra novarese, pavese ed alessandrino, con presenze anche nel padovano e veneziano, dovrebbero derivare dal nome dei capostipiti prodottisi da una forma alterata del nome medioevale germanico Belingard, a sua volta originatosi dalla fusione dei termini a.a.t. belina (splendente, luminoso) e gard (giardino), con il significato di giardino di luce (Paradiso).
BELINGERI
BELINGHERI
BELINGHIERI
BELLINGERI
BELLINGHERI
BELLINGHIERI
BERLINGERI
BERLINGERIO
BERLINGHERI
Belingeri è quasi unico, Bellingeri, sembrerebbe originario dell'alessandrino, zona di Sant`Agata Fossili, Novi Ligure e Casale Monferrato, Belinghieri, estremamente raro, potrebbe avere un ceppo nel bergamasco come Belingheri che ha un nucleo importante a Colere (BG), Bellingheri, assolutamente rarissimo, potrebbe avere un ceppo messinese, Bellinghieri è ben radicato a Messina, Berlingeri ha ceppi nel milanese, nel genovese ed in Calabria, Berlingerio, molto molto raro, ha un ceppo triestino ed uno più consistente a Mola Di Bari, Berlingheri, molto molto raro, è di Genova, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale di origine franca Bellingerius, Belingerius o Berlingerus, ad esempio nel 1200 è Console di Firenze: "Berlingerius filius olim Iohannis Pesci"; tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio in Puglia nella prima metà del 1200: "...Ille alter, qui de palma manus facit lectum guanciae, est Raymundus Berlingerius socer dicti Ludovici et Karoli veteris de Apulia...", personaggio di rilievo è stato il pittore lucchese Berlinghiero Berlinghieri.
BELISARI
BELISARIO
BELLISARI
BELLISARIO
Belisari, molto raro, è tipicamente romano, Belisario, meno raro, oltre al ceppo romano ne ha uno nell'imperiese, uno nel reggiano ed uno nel potentino, Bellisari ha un ceppo romano con presenze significative anche a Frascati (RM) ed a Cisterna di Latina (LT), Bellisario ha un nucleo tra Lazio ed Abruzzo, un ceppo nel napoletano ed alcuni in Puglia nel barese e nel leccese, derivano tutti dal nome tardo latino Belisarius nome a sua volta derivato dallo slavo beli (bianco) e tsar (duce, condottiero), ricordiamo Flavius Belisarius (505? - 565), forse il più grande generale dell'impero bizantino che sotto l'imperatore Giustiniano I°  fu impegnato in campagne contro i persiani ed in Africa, ma è soprattutto famoso per aver egli sconfitto gli Ostrogoti pur avendo forze militari decisamente indferiori numericamente, Gli Ostrogoti alla fine offrirono a Belisario il titolo di Imperatore d'Occidente ma egli rifiutò.
BELLA Cognome siciliano, presenta alcuni ceppi nella parte occidentale dell'Italia settentrionale, deriva dal nome tardo medioevale Bello di cui abbiamo tracce ad esempio nella vita di Dante scritta nel 1400 da Leonardo Bruni detto l'Aretino, che parlando appunto dell'Alighieri così scrive: ".... Case in Firenze ebbe assai decenti, congiunte con le case di Geri di messer Bello suo consorto; ....".
notizie ulteriori  fornite dal barone Ugo Antonio Bella
Armasi giusta il Villabianca: campo azzurro con fascia d'argento accompagnata in capo da tre stelle dello stesso, ed in punta da tre bande d'oro accorciate.  Il Blasone della famiglia Bella è stato adottato dal Comune di Campobello di Licata (AG) con delibera del Podestà Vincenzo Salvatore Bella con i poteri del Consiglio comunale del 31-12-1929 n.280.  Di questa famiglia, della quale troviamo nel 1283 un Giovanni tra i cavalieri della città di Piazza, il Galluppi dice che fu decorata della baronia di Cavachi e godette nobiltà in Messina nei secoli XV e XVI ma in detta città troviamo un Nicolò giudice straticoziale nel 1312, 1312, e 1347 ed un Bernardo giurato.  Secondo il Minutoli questa è una delle più antiche e nobili famiglie di Liguria e Toscana, venuta in Sicilia al XV secolo in Girgenti (Agrigento) ove un Pietro fu Senatore, un Gerlando Capitano Giustiziere e un Libertino Magistrato.
BELLAFEMINA
BELLAFEMMINA
BELLEFEMINE
BELLIFEMINE
BELLIFEMMINE
Bellafemina, estremamente raro, è del barese, dovrebbe trattarsi di unì'errata trascrizione del cognome Bellafemmina, che, molto molto raro, è tipico di Canosa di Puglia, nel barese, Bellefemine, che sembrerebbe unico, è pugliese come Bellifemine, che è specifico di Molfetta nel barese, Bellifemmine, sempre di Molfetta, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, sembrerebbero tutti cognomi matronimici, che dovrebbero derivare dal nome femminile medioevale Bellafemina, probabilmente portato dalla capostipite.
BELLAFORTUNA Bellafortuna, quasi unico, decisamente meridionale, dovrebbe derivare dal nome augurale Bellafortuna, attribuito ad un figlio cui si augurasse di essere fortunato nella propria vita.
BELLAFRONTE Cognome assolutamente rarissimo, potrebbe essere originario del Salento, deriva da un soprannome medioevale legato alle caratteristiche somatiche del capostipite. 
BELLAGAMBA Bellagamba ha un ceppo nel genovese a Sestri Levante, Chiavari e Genova, ed è molto diffuso nella fascia che comprende il ferrarese, la Romagna, le Marche, parte della Toscana, soprattutto il pisano, l'Umbria ed il Lazio, dovrebbe derivare da un soprannome originato dall'aspetto fisico del capostipite o da un nome augurale che prospettasse per il capostipite un bel cammino nella vita.
BELLALBA Bellalba, quasi unico, è siciliano, dovrebbe derivare dal nome augurale Bellalba, attribuito ad un figlio cui si augurasse che ogni giorno della sua vita fosse un bel giorno.
BELLAMANO Bellamano, quasi unico, forse siciliano, dovrebbe derivare dal nome augurale Bellamano, attribuito ad un figlio cui si augurasse di poter avere mani valenti ed in grado di aiutarlo nel proprio lavoro o incarico.
BELLAN
BELLANI
BELLANO
Bellan è tipicamente veneto, del rovigoto, veneziano e trevisano, Bellani è un cognome diffuso in tutto il nord Italia con presenze significative anche nel centro, Bellano ha un ceppo tra milanese e lecchese ed uno tra teatino e molisano, la loro origine è attribuibile o ad una derivazione dal nome latino, di origini sannite, Bellanus, o dal nome celta Belanos o Bellanos (dio della luce presso i celti) o a uno dei tanti toponimi con la radice bell- come ad esempio Bellano (LC) o ad un soprannome sempre legato al vocabolo bello usato come attributo.
BELLANDA
BELLANDI
BELLANDO
Bellanda, molto molto raro sembrerebbe del cremonese con un ceppo anche in Alessandria, Bellandi ha un nucleo nel bresciano incentrato nell'area di Montichiari ed uno autonomo nella Toscana settentrionale e a Livorno, Bellando ha un nucleo in Val di Susa nell'area di  Bussoleno e Mattie (TO) ed uno probabilmente secondario a Genova, derivano dal nome medioevale Bellandus di cui abbiamo un esempio in una Carta venditionis del 1189 riportata nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale: "...et similiter receperunt a Gussceto Musello et ab Ambroxio Ruzo et Bellando Pescis et Alberto Ramusino - et per illos a Nigro Lione - libras viginti imperialium pro quarta parte predicte venditionis: Bellandus debet habere tertiam partem de ipsa quarta...".
BELLANIMO Bellanimo, molto molto raro, è specifico di Siracusa, dovrebbe derivare dal nome augurale Bellanimo, attribuito ad un figlio cui si augurasse di poter essere buono d'anico ed in sintonia con i dettami della religione cristiana.
BELLANTE
BELLANTI
Bellante ha vari ceppi in Italia, uno a Cavalese in trentino, uno a La Spezia, uno a Città Sant'Angelo, Montesilvano, Pescara e Penne nel pescarese, e nel teramano, uno a Roma, uno a Tiggiano nel leccese, ed in Sicilia a Palermo e Bagheria nel palermitano, ed a Catania, Bellanti ha un ceppo a Roma ed uno a Barrafranca nell'ennese, uno a Palma di Montechiaro nell'agrigentino, uno a Bagheria nel palermitano ed uno a Caltanissetta, in alcuni casi potrebbero derivare da toponimi come Bellante nel teramano, in tutti gli altri casi dovrebbero derivare dal nome medioevale Bellante, con il significato di pugnace, battagliero., nome di cui troviamo traccia a Palermo, in un'ambasceria risalente al 1290, dove è presente un certo Gualtiero figlio di Bellante.
BELLANTONI
BELLANTONIO
Bellantoni è tipico di Scilla (RC) con presenza significative anche a Villa San Giovanni sempre nel reggino, Bellantonio ha un ceppo napoletano ed uno a Bagnara Calabra nel reggino, dovrebbe derivare dal nome soprannome Bellantonio originato a volte dalle caratteristiche fisiche del capostipite, a volte da suoi atteggiamenti.
BELLANTUONO Bellantuono è tipicamente pugliese, di Mola di Bari e Monopoli nel barese e di Torremaggiore nel foggiano, dovrebbe derivare da modificazioni dialettali del nome e soprannome Bellantonio. (vedi BELLANTONI)
BELLARIA Estremamente raro, presente nel milanese, in Veneto, PIemonte e Sicilia, dovrebbe derivare da toponimi omonimi molto diffusi in tutt'Italia.
BELLASI Cognome estremamente raro, probabilmente originario della zona del ducato milanese, deriva dal toponimo Bellagio (CO), le prime tracce si hanno nel 1400. Un Muzio Bellasi fu Segretario della città di Lodi nel 1435, dove la famiglia veniva annoverata tra i nobili lodigiani.
BELLASSAI Bellassai sembrerebbe tipico della Sicilia meridionale, del catanese, del siracusano e in particolare del ragusano, dovrebbe derivare dal nome gratulatorio tardo medioevale Bellassai, troviamo tracce di questa cognominizzazione a Comiso (RG) fin dal 1700.
BELLATO Cognome con origini differenti concentrate nel Veneto, in Piemonte e nel Lazio, la sua origine è attribuibile o a uno dei tanti toponimi con la radice bell- o ad un soprannome sempre legato al vocabolo bello usato come attributo.
BELLAVER
BELLAVERE
Bellaver, quasi unico, sembrerebbe del bellunese, Bellavere è specifico del padovano, di Padova, Albignasego ed Abano Terme, potrebbe derivare dal nome medioevale Bellavere, di cui abbiamo un esempio d'uso in un atto del 1279 a Monselice nel padovano: "... Item, de una pecia terre unius campi vel circa, jacente in dicto confinio et in dicta hora, coheret ei ab uno latere fovea, que vadit ad Consilve, de alio latere Martinus Mecorio et Micael, eius nepos, et ab uno capite Bellavere de Bertrame. Item, de una petia terre pratalive decem camporum et undecim perticarum vel circa, jacente in dicto confinio et in dicta hora, coheret ei ab uno latere versus meridiem Martinus Mecorio et Michael, eius nepos, et ab alio latere Facinus de Braida, et ab uno capite Rolandus de Roma de Montesilice, et ab alio Bellavere de Bertrame. ...", e nel 1300 a Padova, con un fra' Bellavere de Bruna di Padova, in qualche caso potrebbero anche derivare dal nome della località padovana di Bellavere, il cui nome sembrerebbe essere di origini celtiche e derivare dal nome celta Beloer, con il significato di luminoso.
BELLAVIA
BELLINVIA
Bellavia è tipicamente siciliano, soprattutto del palermitano, agrigentino e nisseno, ma comunque bel presente in tutta l'isola, Bellinvia, sempre siciliano, è persò più specifico del messinese, possono sia derivare da nomi augurali, che i genitori avessero dato ai propri figli perchè la via della vita fosse loro favorevole, sia cognomi attribuiti, con identica finalità augurale, da funzionari degli orfanotrofi a dei fanciulli abbandonati.
BELLAVITE
BELLAVITI
Diffuso in Lazio, Veneto e Lombardia il primo e particolarmente in Lombardia il secondo, la loro origine è ipotizzabile derivi da un attributo legato alle qualità delle vigne.
BELLE' Bellè ha un ceppo veneto nel veronese, nel trevigiano e nel veneziano, uno nel carrarese ed uno nel reggino, la sua possibile origine è dalla troncatura dialettale di nomi come il nome medioevale Bellebonus (vedi BELLEBONI) o Bellentanus (vedi BELLENTANI), ma è anche possibile che derivino dalla forma tardo latina bellè habere (star bene di salute), forma lessicale usata senza l'accento finale sulla e anche da Cicerone e da Giulio Cesare, si tratterebbe comunque anche in questo caso di un nome gratulatorio attribuito al capostipite.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bellè, cognome calabrese, per G. Rohlfs 47 è l'equivalente italiano del cognome greco Bελλές.
BELLEI Bellei è tipico del modenese di Modena, Sassuolo e Formigine in particolare, ma anche di Bomporto, Pavullo nel Frignano, Carpi, Mirandola, Maranello, Ravarino, Nonantola, Vignola, Soliera, San Felice dul Panaro e Finale Emilia, e nel reggiano di Scandiano e Reggio Emilia e di Bologna, difficile individuarne l'origine etimologica, potrebbe forse derivare da una forma apocopaica dell'ipocoristico dialettale Bellein (Bellino), forse il nome o soprannome deil capostipite.
BELLEBONI
BELLEBONO
BELLEBUONO
BELLIBONI
Bellebono è rarissimo e sembrerebbe bergamasco, Belleboni è praticamente unico anch'esso di origini lombarde e probabilmente bergamasco, Bellebuono, molto raro, è specifico del foggiano, di Foggia e Deliceto, Belliboni quasi scomparso è del nord Italia, derivano tutti dal nome medioevale Bellebonus che troviamo citato in una carta del tribunale di Milano del 1 marzo 1137: "...Nos in Dei nomine Ambrosius et Petrus et Bellebonus germani, filii quondam item Ambrosii qui fuit dictus Treginta Capillos de burgo Porte Ticinensis, qui professi sumus lege vivere Longobardorum.", traccia di questo casato si trova a Parre (BG) dove i Baroni Belleboni divennero feudatari del castello e di almeno una parte dei territori parresi ed a Varese nel 1180, dove in un atto di vendita si può leggere: "...territorio de suprascripto Busti et dicitur ad Rossoram, cui coehret a mane et a meridie predicti Algisii, a sero via quam vadit ad Divinigam, a monte Petri Belleboni, tali tenore ut de cetero ipse Algisius et eius succesores et cui dederint tenere et habere debeant suprascriptam petiam terre ...".
integrazioni fornite da Mr. Bellebon France
un ramo dei Belleboni emigrò in Francia dalla Lombardia verso la fine del XIV° secolo i fratelli Luc Bellebonus e Balzarinus Bellebonus.  Un ramo emiliano dei Belliboni lo troviamo a Ferrara dove nel 705 Anastasio Belliboni fu console della città.
BELLELLI
BELLELLO
Bellelli ha un ceppo nem modenese a Carpi e Modena, e nel reggiano a Correggio, Rio Saliceto e Reggio Emilia, un ceppo ad Ancona ed uno a Roma, Bellello. quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del precedente, dovrebbe derivare da un soprannome medioevale Bellellus, forma ipocoristica arcaica per carino, bellino, divenuta poi nome e quindi cognome, dell'uso di questo nome abbiamo un esempio nel verbale di un processo penale del 1287, dove Bellello Paltoni de Pregio (Preggio frazione di Umbertide nel perugino) viene assolto deficientibus probationibus.
BELLEN Bellen, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere triestino, tracce di questa cognominizzazione le troviamo già nelle Historiae di Ammiano Marcellino: "...dumque haec aguntur, reverterunt Gildo et Maximus, Bellen e principibus Mazicum et Fericium gentis praefectum ducentes, qui factionem iuverant quietis publicae turbatoris ...".
BELLENTANI
BELLINTANI
Bellentani sembra specifico del modenese, di Modena, Carpi e Formigine, Bellintani è tipico del mantovano, di San Benedetto Po e Mantova, dovrebbero derivare dal nome medioevale Bellentanus di cui abbiamo un esempio in una Carta commutacionis dell'anno 1144 a Chieve (CR): "...inter Iohannem et Petrum seu Maifredum germanos, filios quondam Uberti, seu Imildam, iugalem suprascripti Iohannis, consenciente ipso Iohanne eidem uxori sue et subter confirmante iuxta legem una cum noticia Lanfranci et Bellentani, fratrum eius, in quorum presencia et testium certam fecit promisscionem et manifestacionem quod nullam se pati dixit violenciam...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bellentani: in una carta modenese del 1108 troviamo registrato il nome personale Belentius; in altra del 1158 compare un «Umberto fìlius quondam Belenzano de loco Valle». Il cognome Bellentani, attestato nel Modenese da diversi secoli, o è forma corrotta di Belenzano (< Belentius), per errata trasmissione, o risale ad un *Belentus > *Belentanus, che dovette vivere allato di Belentius e Belenzanus. A base di questi nomi è sempre il personale medievale Bellus, dal lat. bellus «bello, leggiadro». Fonte: F. Violi: Cognomi a Modena e nel Modenese, 1996.
BELLENZIER Bellenzier è  un cognome specifico del bellunese, di Alleghe in particolare, si dovrebbe trattare di una forma dialettale germanica del nome di origine franca Bellingerius (vedi Belingeri).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bellenzier è un cognome veneto e trentino, anticamente (a. 1531) Bellenziero :  proviene dal nome dell'epica carolingia Belençer. Fonte: D. Olivieri, 132.
BELLERI Cognome con origini differenti concentrate in Lombardia soprattutto nella provincia di Brescia e di Milano, in Piemonte e in Umbria., la sua origine è attribuibile o a uno dei tanti toponimi con la radice bell- o ad un soprannome sempre legato al vocabolo bello usato come attributo.
BELLESI Cognome con origini differenti concentrate nelle Marche, Toscana e Lombardia, la sua derivazione è attribuibile o a uno dei tanti toponimi con la radice bell- o ad un soprannome sempre legato al vocabolo bello usato come attributo.
BELLETTI
BELLETTO
Belletti è tipico del nord Italia, soprattutto in Lombardia ed Emilia, ha un ceppo anche nel maceratese ed uno in Liguria, Belletto, molto molto raro, è dell'estremità occidentale del torinese, derivano da Bellettus, una modificazione del nome gratulatorio medioevale Bellus (vedi Di Bella), di questo uso abbiamo un esempio nel 1200 nel Codice Diplomatico Bresciano: "... Petrus de Oriolo, Zanettus et Bellettus eius filii...".
BELLETTATI Bellettati è specifico del ferrarese, di Ferrara, Argenta ed Ostellato, dovrebbe trattarsi di una tipica forma patronimica della zona emiliana confinante con il Veneto, dove il suffisso -ati sta per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si fosse chiamato con il nome medioevale Bellettus (vedi BELLETTATO).
BELLETTATO Bellettato è specifico del rovigoto, di Adria, Fratta Polesine e Rovigo, dovrebbe trattarsi di una tipica forma patronimica veneta, dove il suffisso -ato sta per il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si fosse chiamato con il nome medioevale Bellettus (vedi BELLETTI).
BELLEZZA Bellezza è panitaliano, ha ceppi in Lombardia nel bergamasco, nella fascia centrale che comprende l'anconetano, il pergino, il ternano, il viterbese ed il romano, un ceppo campano, in particolare nel napoletano, in Basilicata, nel foggiano e nel barese, dovrebbe derivare dal nome augurale rinascimentale italiano Bellezza, attribuito a figli cui si augurava di essere una bellezza, cioè molto belli.
BELLI
BELLO
Belli è molto diffuso in tutta l'Italia centrosettentrionale, Bello è diffuso al sud, nel Triveneto, in Piemonte ed in Sicilia, dovrebbero derivare dal soprannome divenuto successivamente nome augurale medioevale Bellus di cui abbiamo un esempio nel 1400 a Bergamo: "...Cristoforus dictus Bellus filius quondam Pedrini Bardelle de Rota...", tracce di queste cognominizzazioni le abbiamo nella seconda metà del 1100 con il notaio "Petrus Bellus filius Iohannis Rastelli de Osenago civitatis Mediolani notarius", personaggio famoso è stato il poeta dialettale romanesco Giuseppe Gioachino Belli (1791-1863).
BELLÍA Tipicamente siciliano del catanese in particolare, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo siciliano billìa (bellezza).
BELLIA
BELLITTI
BELLITTO
BELLIZZI
BELLIZZO
Cognomi diffusi in tutt'Italia, con prevalenze in zone diverse, Bellia è soprattutto siciliano, del catanese in particolare, ma anche del palermitano, agrigentino e nisseno, Bellitti è meridionale, con piccoli ceppi nell'agrigentino, nel napoletano, nel foggiano e potentino e nel tarentino, Bellitto, sicuramente anch'esso meridionale, ha un ceppo nel messinese e catanese ed uno nel materano, Bellizzi ha un grosso ceppo nel cosentino, a San Basile, Castrovillari, Sant'Agata di Esaro, Firmo e Saraceno,  con un ceppo anche nel crotonese a Rocca di Neto, un ceppo a Bari ed a Napoli, Bellizzo sembrerebbe unico, la loro origine è attribuibile o a uno dei tanti toponimi con la radice bell- , come a solo titolo di esempio Bellizzi nel salernitano, nell'iserniese o nell'avellinese, o San Lorenzo Bellizzi nel cosentino, o ad un soprannome sempre legato al vocabolo bello usato come attributo.
BELLINCIONI Cognome assolutamente rarissimo, probabilmente toscano, dovrebbe derivare dal nome medioevale Bellincio, Bellincionis, italianizzato in Bellincione, nome di cui abbiamo un esempio in un atto del 1105 scritto in Castelnovo ne' Monti (RE): "...Gualdone, Rozone, Teuzone, Bellincio fratribus, fillis Rozonis...".
integrazioni inserite da Andrea Ferreri - Milano
Il cognome è raro. Pare presentare un nucleo piemontese originario della provincia di Biella ed un nucleo toscano tra la provincia di Pisa e Firenze. Dovrebbe avere alla base il nome Bellincione.
BELLINA
BELLINO
Bellina ha un ceppo friulano nell'udinese a Venzone, Gemona del Friuli, Udine e Paluzza ed uno siciliano, particolarmente nel palermitano a Palermo, Castellana Sicula, Petralia Sottana e Cerda, ha un ceppo importante anche a Ragusa e Trapani, Bellino ha un ceppo nel Piemonte occidentale, nel savonese ed uno anche nel sud Italia, con maggiori concentrazioni in Puglia ed in Sicilia, potrebbero derivare da toponimi come Bellino (CN) o dall'aferesi di toponimi come Gibellina (TP), ma l'ipotesi più probabile è una derivazione dal nome medioevale Bellina o Bellinus di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico Bresciano ne Le carte di S. Pietro in Monte Ursino in una Sententia dell'anno 1176 a Nuvolento (BS): "...Item dixit ille Bellinus se fuisse postea in vicinia de Serlis ubi ille Malvezatus fecit tale sacramentum quale predictus Fretholandus fecerat in vicinia de Nuvolera, et dixit similiter predictum abatem et consules de Serlis...".
BELLIN
BELLINI
Bellin è tipicamente veneto, in particolare di Venezia e del veneziano, di Padova e di Vicenza e del vicentino, Bellini è un cognome diffuso in tutt'Italia, ma particolarmente presente nel centro nord, la loro origine è ovviamente molteplice ed è attribuibile o a uno dei tanti toponimi con la radice bell- o ad un soprannome sempre legato al vocabolo bello usato come attributo, ma l'ipotesi più probabile è che derivino, direttamente o tramite una forma dialettale , dal nome medioevale Bellinus (vedi BELLINA). Molti sono stati gli uomini famosi con questo cognome, dal pittore veneziano Zoanne Bellini, nel 1501 Isabella d'Este, marchesa di Mantova, scrive: "Se Zoanne Bellini fa tanto malvoluntieri quella historia ... siamo contente remetterne al judicio suo, purché 'l dipinga qualche istoria o de sua inventione ne finga una che representi cosa antiqua et de bello significato", al famosissimo musicista catanese Vincenzo Bellini.
BELLINZIS Bellinzis è un cognome assolutamente rarissimo, tipico del nord della Sardegna, si dovrebbe trattare di una modificazione dialettale del nome di origine franca Bellingerius (vedi BELINGERI).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bellinzis è un cognome sardo. Si tratta del plurale di famiglia, di forma campidanese, del cognome Bellini corrispondente al cognome Bellizzi il quale, a sua volta, corrisponde ai due toponimi omonimi in provincia di Avellino e Salerno. Fonte: M. Pittau, Dizionario dei Cognomi di Sardegna, 1, p. 102.
BELLINZONI Cognome d'origine lombarda particolarmente presente nelle provincie di Milano, Lodi e Cremona, la derivazione dal toponimo ticinese Bellinzona è molto probabile.
BELLOCCHIO Bellocchio è un cognome diffuso in tutt'Italia, la sua origine è ipotizzabile da un soprannome legato al vocabolo bell'occhio, ma può essere pure derivato dal nome medioevale Bellocchio.
BELLODI Cognome diffuso in Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte
BELLOFATTO Bellofatto ha un piccolo ceppo toscano a Montopoli in Val d'Arno nel pisano e ad Empoli nel fiorentino, ed un ceppo a Torella dei Lombardi nell'avellinese e nel napoletano ad Ercolano e Torre del Greco, dovrebbe derivare dal nome medioevale Bellofatto, una forma alternativa del nome augurale gratulatorio medioevale Benefactus, ma potrebbe anche derivare da nomi di località, come quella indicata in questo testo cinquecentesco: "..Prete Chirobino Laface, del casale di Sambatello, paga ogn'anno di censo, secondo la bolla, uno ducato sopra lo suo loco, tenimento di Calanna in contrata Bellofatto, limito lo loco di Gioanne Cola Muscato, lo loco di Petruccio di santa Crispina e l’altri. Dico...".
BELLOLA
BELLOLI
BELLOLO
Belloli ha un ceppo lombardo concentrato ad Inveruno e Milano nel milanese, a Bergamo, Verdello, Castel Rozzone, Cividate al Piano, Pontirolo Nuovo, Treviglio e Brignano Gera d'Adda, ed un ceppo emiliano a Parma, Fornovo di Taro e Collecchio, ed a Baricella nel bolognese, Bellola e Bellolo, quasi unici, sono probabilmente o forme arcaiche del precedente o sono dovuti ad errori di trascrizione, dovrebbero derivare dal nome medioevale Belolus, forma ipocoristica del nome Bellus, di questo nome abbiamo un esempio nel milanese, in uno scritto degli inizi del 1300, "...Dux approbavit, laudavit et ratificavit, et approbat, laudat et ratificat, per respectum ad infrascripta bona, quae particulariter declarantur, et sunt haec, vidilicet: Primo: domus Cortacciae, computatis canepa quam tenere solebat qu. D. Belolus de Ozeno, et ficto libellario caponi unius , qui annuatim praestari debet per haeredes qu. Iohannolum Comoli de Marchalo. ...", ed a Lomazzo (CO) nel Liber Statutorum Consulum Cumanorum Justicie et Negotiatorum, anno 1282, leggiamo: "Ioannes permissione divina episcopus cumanus universis presentes litteras inspecturis salutem in Domino. Intendentes per semitam recte iustitie procedere contra impios et sceleratos viros.. ..Fomaxium eius filium, Galolum Frixanum, Guillelmum Leonum, Belolum Rubeum, omnes de Interlignis, ...".
BELLOMI
BELLOMINI
BELLOMO
BELLUOMI
BELLUOMINI
BELLUOMO
Cognome diffuso in tutto il nord Italia Bellomi e in tutta la penisola Bellomo, Bellomini, è specifico di Pisa, Belluomini, sempre toscano, è molto più diffuso ed è tipico di Viareggio, Capannori e Lucca nel lucchese, Belluomi è quasi unico e Belluomo ha un ceppo romano, uno tra casertano e napoletano ed uno nella Sicilia orientale, derivano tutti da nomi medioevali come Bellomus , di cui abbiamo un esempio nel documento dell'anno 1228 con il quale i cittadini di Pisa giurano di mantenere l'alleanza fatta con Siena, Pistoia e Poggibonsi, nel quale documento tra gli altri vengono citati come cofirmatari alcuni Bellomus, come ad esempio un certo Bellomus topparius o un Bellomus faber, ma è pure possibile una derivazione da soprannomi legati al vocabolo bell'uomo, inteso come augurio al proprio figlio, che possa essere nella vita un bell'uomo.
BELLON
BELLONI
Bellon è tipicamente veneto, di Vicenza, Breganze e Noventa Vicentina nel vicentino, di Padova, San Martino di Lupari, Albignasego ed Este nel padovano e di Castelfranco Veneto nel trevisano, Belloni è un cognome diffuso in tutto il centro e nord Italia ed in Sardegna, la loro derivazione è attribuibile o a uno dei tanti toponimi con la radice bell- o ad un soprannome sempre legato al vocabolo bello usato come attributo, ma la più probabile è dal nome medioevale italiano Bellono, di cui abbiamo tracce già dal 1000, in un atto del 1070, redatto a Lomello (PV(, leggiamo:"...Canonica sancte Dei genitricis et virginis Marie constructa infra kastro Lomello nos Otto notarius filius quondam Iohanni et Andreas qui et Bellono filius quondam Alberti, qui professi sumus ex nacione nostra legem vivere Langobardorum, presens presentibus dixi...".
BELLOPEDE Bellopede è caratteristico del casertano, di Marcianise e Frignano, con un ceppo secondario importante anche a Napoli, nel 1500 si trovano però i Bellopede a Monopoli (BA) dove figurano tra i notabili della città, dovrebbe derivare dal nome gratulatorio medioevale Bellopede che augurava al figlio di poter partire con il piede buono nell'affrontare la vita, ma potrebbe anche trattarsi di soprannomi originati da maestria nella danza, nel 1400 in Sicilia maestro di danza della baronessa di Militello Aldonza Santapau veniva chiamato Bellopede.
BELLOSGUARDO Bellosguardo ha un ceppo nel salernitano, nel barese ed in provincia di Taranto, dovrebbero derivare dal toponimo Bellosguardo nel salernitano.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questo cognome va ricercata nel nome medievale Bellosguardo (variante del più comune Bellocchio), attribuito al neonato in senso affettivo o augurale. In conclusione, dunque, si tratta della cognominizzazione dei nomi personali dei capostipiti, anche se non è esclusa una derivazione da soprannomi ad essi attribuiti.
BELLOTI
BELLOTTI
Belloti, presente solo a Palermo è probabilmente dovuto ad un'errore di trascrizione, Bellotti, presente in tutto il nord, ha un forte nucleo in Lombardia, ma anche in Emilia ed in Ligura e sono presenti ceppi anche nel foggiano, e nel napoletano, la loro origine è attribuibile o a uno dei tanti toponimi con la radice bell- o ad un soprannome sempre legato al vocabolo bello usato come attributo o alla derivazione dal nome medioevale Bellotto.  Bellotti è stata anche una nobile famiglia che ha annoverato tra i propri membri dei Decurioni di Lodi, ricordiamo Manfredi che fu console nel 1143, Achille console nel 1198 e Pari della Curia vescovile e Guido e Bellotto, Podestà di Castione, nominato dal Vescovo nel 1220.
BELLOVINO Bellovino, molto molto raro, sembrerebbe originario della Sicilia, dove dovrebbe esservi giunto al seguito degli angioini e che dovrebbe derivare da un'italianizzazione del cognome francese di Picardia Bellavoine, con il significato di bell'avena, probabilmente un antico toponimo di quella regione.
BELLU Bellu è diffuso in tutta la Sardegna, presenta dei ceppi a Sant`Antonio Di Gallura e Luras (OT), Riola Sardo (OR), Ozieri e Pattada (SS), Decimoputzu (CA) e Serrenti (MD), dovrebbero derivare da soprannomi originati dal vocabolo sardo bellu (bello, grazioso).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BELLU;(BELLO): bellu, viene dall'italiano bello. In sardo, pur mantenendo generalmente il significato italiano, in certe espressioni assume diverse sfumature: andai a bellu, a bellu, significa andare piano, piano. Essiri bellu a.= essere capace di.Jei est bellu a buddìri custu cardàxu = Ci mette molto tempo a bollire questa caldaia. Fiat camminendi in su mori 'e su monti, est lissiàu e nci est arrùtu; su bellu est ca apustis nci dh'est arrumbuàu asuba u' langoni 'e arrocca. Stava camminando lungo il sentiero della montagna, è scivolato ed è caduto; il "bello" è che dopo gli è rovinato addosso un grosso macigno. Il cognome è presente nelle carte antiche. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388 figura : Bellu Joanne, jurato ville de Biti (* Bitti ( Contrate Montis Acuti). Attualmente il cognome Bellu è presente in 151 Comuni italiani, di cui 63/377 in Sardegna: Luras 77, Siniscola 63, Riola Sardo 58, Decimoputzu 51, Ozieri 47, Sassari 47, etc. Il cognome Bello è presente in 743 Comuni italiani: Martina Franca  (Taranto) 241, Roma 167, Torino 157, Milano 112, Napoli 197, Venezia 90, Bologna 15, etc.
BELLU' Bellù, estremamente raro, ha un ceppo lombardo a Seregno nel milanese ed a Cassina Rizzardi nel comasco, ed un ceppo veneto a Santa Giustina in Colle nel padovano, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale.
ipotesi fornita da Marco Bellù
Potrebbe in qualche caso derivare da un errore nella trascrizione all'anagrafe del cognome belga Belleu.
BELLUCCI
BELLUCCIO
BELLUGI
BELLUTI
BELLUTO
BELLUZZI
BELLUZZO
Bellucci è tipico del centro Italia con ceppi anche nel modenese ed al sud, Belluccio, assolutamente rarissimo, sembrerebbe campano, Bellugi, abbastanza raro, è tipicamente toscano, del senese in particolare, Belluti, estremamente raro, parrebbe del mantovano, Belluto, molto molto raro, è specifico di Brandizzo (TO), Belluzzi ha un ceppo nel bolognese e basso mantovano ed uno nel vicentino, Belluzzo ha un ceppo a Legnago nel veronese e nel vicentino, uno tra la provincia di Udine e quella di Venezia, ed uno a Favara (AG), dovrebbero tutti derivare dal nome latino Bellutus di cui abbiamo un esempio in un'antica lapide: "D(is) M(anibus) - L(ucius) Sicinius A(uli) f(ilius) Arn(ensi) - Bellutus IIIIvir - iter(um) i(ure) d(icundo) Clusi".  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel Montefeltro e a San Marino agli inizi del 1400 con la nobile famiglia dei Belluzzi, nel cosentino nel 1600 a Frascinento in un atto leggiamo: "Die 16 men[sis] 9[m]bris 11 Ind[itioni]s 1612 in Casali S[anct]i Cosmi et Constitutis in n[ost]ri p[rae]sentia Horatio Belluccio sindico In p[rae]sentis dicti Casalis...", agli inizi del 1600 troviamo l'arciprete Giovanni Bellugio, morto nel 1624, il cui monumento sepolcrale è conservato a Grottaminarda nell'avellinese, nel modenese, sempre nel 1600 un  Pietro Belluzzi è bargello di Vignola.
integrazioni fornite da Marcello
Il cognome Bellucci presente in Capitanata (Puglia) deriva da un ceppo proveniente verso il 1600 dalla Sicilia dove era dedito al commercio e dove era giunto precedentemente provenendo dalla Spagna, molto probabilmente durante uno dei trasferimenti o delle conquiste spagnole.
integrazioni fornite da Andrea Manni
Il cognome Bellucci al sud, in particolare in Calabria e Puglia, potrebbe anche essere l'italianizzazione di Belushi (o Blushi), un cognome arbëreshë (o arvanita) che ha dato origine anche ad un altro cognome italiano, Bellusci, presente soprattutto in Calabria nel cosentino e nella provincia di Catanzaro. Ipotesi che ovviamente non esclude le altre già presenti nel sito.
BELLUMORE
BELLUMORI
Bellumore ha un ceppo ad Alviano nel ternano e presenze nel Piceno, Bellumori è specifico del grossetano, di Sorano, Capalbio, Orbetello, Magliano in Toscana e Grosseto, con un ceppo anche a Roma, dovrebbero derivare dal nome tardo medioevale Bellumore, attribuito da genitori che auspicassero per il proprio figlio un carattere gaio e sempre allegro.
BELLUSCI
BELUSCI
Bellusci è diffuso particolarmente in Calabria nel cosentino, a Grisolia, Frascineto, Plataci, Spezzano Albanese, Trebisacce e Villapiana, e nel potentino a Senise e Venosa, presenta anche un ceppo a Roma ed uno molto piccolo a Napoli, Belusci, praticamente unico è probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, che dovrebbe derivare da un'italianizzazione del cognome albanese Belushi.
BELMESSIERI Assolutamente rarissimo è del parmense.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
è un cognome raro, presente soltanto in area emiliana. Esso è stato originato dalla cognominizzazione del soprannome tardomedievale bel messere, attribuito al capostipite in relazione al suo piacente aspetto fisico oppure per la finezza e il garbo che contraddistinguevano i suoi modi.
BELMONTE Distribuito a macchia di leopardo in tutto il centrosud Italia, dovrebbe derivare da toponimi come Belmonte Calabro (CS), Belmonte in Sabina (RI), Belmonte Piceno (AP), Belmonte Castello (FR), Belmonte del Sannio (IS), Belmonte Mezzagno (PA) e molti altri.
BELOTTI Tipico lombardo, del bergamasco in particolare, dovrebbe derivare dal nome medioevale Bellotto, tracce di questa cognominizzazione si trovano fin dal 1500 a Bergamo con il notaio: "Io(hannes) Antonius Belottus Notarius De Contra(ta) S(anc)te Eufemie in studio Ecc(ellentissi)mi Roboretti de Contrata Mercati Novi".
BELPERIO Tipico di San Giorgio La Molara (BN) potrebbe derivare dal nome medioevale germanico Welper o Welber.
BELPIANO Belpiano è quasi unico, potrebbe derivare da un toponimo come Belpiano di Borzonasca nel genovese.
BELSITO Belsito, pur avendo qualche ceppo a Roma, Napoli e Bari, è tipicamente calabrese del cosentino, di Acri, Cosenza, Montalto Uffugo, Bisignano e Rossano, dovrebbe derivare dal nome del paese cosentino di Belsito.
BELTEMPO Beltempo, molto raro, sembrerebbe specifico del meridione, dovrebbe trattarsi di un cognome attribuito come augurio a dei trovatelli.
BELTRAM Beltram, molto raro, è presente in Lombardia e nel goriziano a Capriva del Friuli e Gorizia, casato che sembra essere di origini catalane, deriva dal nome medioevale Beltram di cui abbiamo un esempio in una Sententia del luglio 1175 a Milano, riportata nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale: "...ex altera parte, domnum Iohannem, abbatem monasterii Sancti Ambrosii, ubi eius sanctum requiescit corpus, nomine ipsius monasterii, per suos missos domnum Beltram Iustum presbiterum et domnum Iohannem qui dicitur de Marliano, monachos ipsius monasterii...", tracce di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio nel 1517 quando Giacomo, il primogenito di Ugo Sanseverino,sposò Maria Aldonsa Beltram, nipote di un mercante molto ricco il marrano (ebreo convertito) catalano Paolo Tolosa.
BELTRAMA
BELTRAME
BELTRAMELLI
BELTRAMELLO
BELTRAMETTI
BELTRAMI
BELTRAMME
BELTRAMMI
BELTRAMO
BERTRAM
BERTRAMI
Beltrama, assolutamente rarissimo, è specifico valtellinese, Beltrame è del nord, in particolare del triveneto e della zona tra Piemonte e Lombardia con una grossa presenza nel milanese, Beltramelli ha un ceppo lombardo ed un piccolo ceppo nel padovano, probabilmente derivato da modificazioni di Beltramello, che è tipicamente veneto di Rossano Veneto nel vicentino in particolare, di Strà nel veneziano e di Cittadella nel padovano, Beltrametti, molto raro, ha un piccolo ceppo nel novarese ed uno nel piacentino, Beltrami è più specifico di Lombardia ed Emilia, Beltramme è specifico di Cave nella provincia romana, Beltrammi, assolutamente rarissimo e probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, è tipico dell'area laziale, abruzzese, Beltramo è tipico del torinese e cuneese, di Torino e di Barge (CN) soprattutto, Bertram, quasi unico, ha qualche presenza nel varesotto, Bertrami, estremamente raro, parrebbe del perugino. Questi cognomi hanno origini diverse, ma avente in comune la radice germanica bertha (luminoso) o quella celtica bert (portatore). Si trovano tracce di questo cognome, fin dal medioevo, nel 1195 troviamo un Cristiano Beltrame come podestà di Genova. In uno scritto del 1200 dell'archivio notarile di Tirano (SO), leggiamo: "...Milleximo ducenteximo sexageximo secundo die dominico secundo intrante aprilis indictione quinta. Ser Egenus filius condam ser Bertrami Capitanei de Stazona investivit ad massaricium nomine et iure locacionis fratrem Rugerium de Beccaria recipientem nomine et ad partem capituli sancti Remigii de plebe Ville nominative de pecia una terre campive iacentis in territorio Tirani...".
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Beltrame o Beltramo, l'italianizzazione cioè del personale germanico Bertram, che, composto dagli elementi bert (splendente, illustre) e hraban (corvo), può essere tradotto come corvo splendente o illustre (il corvo era un animale pressoché sacro per le antiche popolazioni germaniche): secondo la mitologia nordica, infatti, lo stesso dio Odino si serviva dell'aiuto di due corvi, Huginn e Muninn, in qualità di informatori; grazie al loro volo, Huginn e Muninn erano in grado di viaggiare in tutto il mondo, raccogliendo notizie e informazioni e riportandole ad Odino. Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
BELTRAMINI
BELTRAMINO
Beltramini è diffuso nell'Italia settentrionale con particolare concentrazione In provincia di Milano e nel Veneto, Beltramino, molto raro, è tipico del torinese, derivano da un nome derivato a sua volta da una radice germanica bertha (luminoso) o celtica bert (portatore). (vedi Beltrame), esempio dell'uso di questo nome si ha nel 1300: "...Beltramino Paravicino Milanese Vescovo di Como giunse a Bologna col carattere di Nunzio Apostolico..." e; "...menzionati negli Istromenti di Proteste fatte dalli ditti Uomini di Cassago in maggio 1348 per rogito di Beltramino dito Jamino Molteno Notario, per anni cinque prossimi avvenire incominciati nella Festa di S. Martino prossima passata e per l'annuo fitto di Ducati 112 d'oro e Capponi n. 12...".
BELTRAND
BELTRANDI
BELTRANDO
BELTRANI
BELTRANO
Beltrand, quasi unico è piemontese, Beltrandi è tipicamente emiliano, di Imola e Medicina nel bolognese, Beltrando è decisamente piemontese, di Carmagnola, Torino e Carignano nel torinese e di Saluzzo, Sanfront, Barge e Revello nel cuneese, Beltrani ha un ceppo nel ravennate, uno molto piccolo nell'anconetano, uno nel romano e latinense ed uno nel napoletano, Beltrano è specifico del cosentino, di Rende, Dipignano, Montalto Uffugo e Cosenza, dovrebbero derivare dal nome francese di origini germaniche Beltran o Beltrand, una modificazione del più comune Bertrand (vedi BERTRAND ed anche BELTRAMA).
BELVEDERE Cognome tipicamente derivato da uno dei molti toponimi con questo nome, ed è di conseguenza diffuso in ogni parte d'Italia.
BELVISO Belviso è un cognome tipico del meridione, con un grosso ceppo nel barese, presenze significative nel foggiano, nel potentino, nel romano, nel latinense, nel napoletano ed in Sicilia, si dovrebbe trattare di una forma matronimica, con la capostipite che probabilmente si chiamava Belviso, dell'uso medioevale del nome femminile Belvisus abbiamo un esempio in un atto scritto nel 1134 a Milano: "Anno dominice incarnationis milleximo centeximo trigeximo quarto, mense novembris, indictione terciadecima. Placuit atque convenit inter Manfredum qui dicitur de Catenago, et Dimiam, iugales, atque Bentivolo Curardi, filium quondam Rodulfi, et Belvisum, matrem et filium, omnes de civitate Mediolani,...".
BEMBO Bembo ha presenze nel veneziano, un ceppo a Trieste ed uno ad Avellino, dovrebbe derivare da una forma ipocoristica medioevale per Guglielmo, ricordiamo con questo cognome il letterato veneziano Pietro Bembo (1470 - 1547).
BENA Bena ha un ceppo nel torinese, a Torino, Chivasso, Brandizzo e San Benigno Canavese, ed un ceppo lombardo nel bergamasco a Trescore Balneario e Zandobbio, dovrebbe derivare da nomi di località, o da forme apocopaiche di nomi come Benaduce, Benaccolto o altri simili.
BENACCHIO Benacchio è tipicamente veneto, del vicentino, di Bassano del Grappa, San Nazario, Marostica, Rosà e Romano d'Ezzelino, di Padova ed Abano Terme nel padovano e di San Zenone degli Ezzelini e Loria nel trevisano, con un piccolo ceppo anche a Trento, dovrebbe derivare da una forma contratta di un ipocoristico del nome Benedictus, ma potrebbe anche derivare dal nome medioevale augurale franco Benaches, troviamo tracce di questa cognominizzazione in un atto del 1506: "... Magister Alfonsius Yspanus, qui anno elapso obtinuit lecturam in philosophya doctoratus fuit in artibus, pro illa lectura promotores magister Jacobus Benachius, Magister Lodovicus de Arengeria, Magister Lodovicus Vitalis et Magister Alexander Achilinus elictus qui ipsum insignivit nemine discrepante...".
BENACCOLTO
BONACCOLTA
BONACCOLTO
Tutti siciliani, Benaccolto, estremamente raro, è dell'agrigentino, Bonaccolta, leggermente meno raro, è decisamente dell'agrigentino anch'esso, della zona ai confini con il palermitano, di Cammarata e Casteltermini in particolare, Bonaccolto è quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, dovrebbero derivare dal nome medioevale Bonaccoltus, attribuito come benvenuto ai capostipiti da genitori particolarmente desiderosi di quel figlio, nome di cui abbiamo un esempio d'uso in questa quietanza rilasciata al comune di Poggibonsi da un banchiere fiorentino nell'anno 1275: "..transactionem et pactum de non petendo de omnibus actionibus competentibus adversus ipsum comune et homines dicti comunis, occasione personarum predicti comunis obligatarum, ratione et occasione promissionis et obligationis mille novecentum quimquagintatrium librarum et solidorum quatordecim bonorum denariorum florenorum parvorum quos dominus Bonaccoltus quondam Alberti  sindacus comunis Podiiboniczi, nomine et vice dicti comunis, sindacatus nomine prò ipso comuni et dominis ..".
BENADDUCE
BENADUCE
BENADUCI
BENDUCI
BENEDUCE
BENEDUCI
BENEDUSI
BONADDUCE
BONADUCE
Benadduce, molto molto raro, ha un piccolo ceppo nel casertano, con presenze tra reggiano e modenese, Benaduce, molto molto raro, è specifico di San Martino in Pensilis e Termoli nel campobassano, Benaduci sembrerebbe ormai scomparso, Benduci è praticamente unico, Beneduce è tipicamente campano, soprattutto del napoletano e di Sant`Anastasia, Pomigliano D'Arco, e Napoli in particolare, ma ben presente anche a Somma Vesuviana, Sant'Antimo, Castello di Cisterna, Marigliano, Cercola, Casandrino e Pollena Trocchia sempre nel napoletano, Beneduci, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del bergamasco, in particolare di Spirano, Benedusi è diffuso in Lombardia nel mantovano, in particolare a Magnacavallo, ed in Emilia a Crevalcore nel bolognese, Bonadduce, assolutamente rarissimo, ha qualche presenza nel teramano, Bonaduce è diffuso nel teramano, a Roseto degli Abruzzi, Giulianova, Teramo e Mosciano Sant'Angelo, tutti questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o attraverso modificazioni, dal nome augurale medioevale Beneduce, ispirato alla religione cristiana, di auspicio, con il senso che il figlio Dio ben conduca, che proceda con la guida del Signore; in molti casi potrebbe trattarsi di cognomi attribuiti a dei trovatelli.
BENAMATI
BENEAMATI
Benamati è specifico della zona tra trentino e veronese, di Riva del Garda nel trentino e di Malcesine nel veronese, con un piccolo ceppo a Castiglione dei Pepoli sull'appennino bolognese, Beneamati, praticamente unico, è di Camugnano sull'appennino bolognese, dovrebbero derivare dal nome medioevale Benamatus di cui abbiamo un esempio d'uso a Riva del Garda nel 1340 in un atto: "...ex auctoritate et licentia suprascripta eis data per suprascriptum dominum episcopum et omni iure modo et forma quibus melius potuerunt ellegerunt discretos viros dominum Pelegrinum condam domini Federici, ser Bonapasium condam magistri Tutboni, ser Benamatum condam domini Benrecevuti et ser Pasium condam ser Avantii dicti Ochi omnes de Rippa predicta ad predicta facienda et exequenda ...".
BENANATO
BENENATI
BENENATO
BENINATI
BENINATO
BONANATI
BONANATO
Benanato, quasi unico, è del catanese, Benenati oltre al ceppo romano ne ha uno a Stintino nel sassarese, ma il vero nucleo è in Sicilia, nel trapanese ad Alcamo e Salemi, a Barcellona Pozzo di Gotto nel messinese, a Caltagirone nel catanese ed a Niscemi nel nisseno, Benenato, assolutamente rarissimo, ha un ceppo in Campania ed uno nel catanese, Beninati ha un grosso ceppo a Palermo, nel messinese a Messina, Barcellona Pozzo di Gotto e Lipari, ed a Catania, Beninato ha un ceppo nel napoletano ed in Sicilia a Messina, a Misterbianco e Catania nel catanese, a Nicosia nell'ennese, ma soprattutto nel siracusano a Pachino, Bonanati e Bonanato, sono assolutamente rarissimi, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal nome Bonenatus, uno dei nomi augurali attribuiti al neonato con l'intento di augurargli ogni bene, di questo nome abbiamo un esempio in un atto del 1438 dove come testimoni compaiono: "Testes: Bonenatus Pujada, curritor auris, et Iacobus Sala, mercator, cives Barchinone.".
BENANTE
BENANTI
Benante, assolutamente rarissimo, parrebbe avere un ceppo nel palermitano ed uno nel napoletano, Benanti è tipicamente siciliano, del palermitano, di Palermo, Bolognetta, Misilmeri e Marineo, di Catania e di Siracusa, esistono due ipotesi circa l'origine etimologica di questi cognomi, la prima è che si tratti di forme dialettali contratte di cognomi come Benenati, la seconda è che si tratti di una derivazione dal nome del capostipile attraverso modificazioni dialettali da Beninnante (che possa avere dinnanzi una buona via).
BENARRIVO
BONARIVA
BONARRIVO
BUONARRIVO
Benarrivo è quasi unico, Bonariva è tipicamente lombardo, del milanese e del bresciano, Bonarrivo, quasi unico anch'esso, sembrerebbe dell'area siculo, calabrese, Buonarrivo, assolutamente rarissimo, è panitaliano, dovrebbero tutti derivare da nomi augurali medioevali che augurassero ai figli di poter avere un buon arrivo nella vita, cioè di poter raggiungere quanto da loro desiderato.
BENASSA
BENASSAI
BENASSI
BENASSINI
BENASSO
BENAZZI
BENAZZO
Benassa, assolutamente rarissimo, parrebbe lombardo, Benassai sembrerebbe tipico del fiorentino, Benassi è tipicamente emiliano, ma con presenze significative anche in Toscana, Benassini sembrerebbe caratteristico di Massarosa nel lucchese, Benasso è ligure, Benazzi ha un ceppo a Genova e nel genovese a Fontanigorda, un ceppo nel mantovano a Roncoferraro, Mantova e San Giorgio di Mantova, mentre il ceppo più consistente è in Emilia a  Codigoro, Ferrara, Cento, Comacchio, Copparo e Mesola nel ferrarese, a Bologna, San Giovanni in Persiceto, Molinella e Anzola dell'Emilia nel bolognese ed a Ravenna e Faenza nel ravennate, Benazzo ha un ceppo nell'alessandrino e nel genovese ed uno nel rovigoto, dovrebbero tutti derivare o dal nome gratulatorio medioevale Benassai e da sue modificazioni o da trasformazioni del nome medioevale Bene forma italianizzata dal nomen latino Bonus.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Benassi è un cognome attestato specialmente a Modena e a Carpi, riflette una forma imperativale italiana Be(ne)nasci, che è bene augurante per la venuta al mondo di un bimbo. Fonte: F. Violi: Cognomi a Modena e nel Modenese, 1996.
BENATI
BENATO
BENATTI
BENNATI
BENNATO
Benati è emiliano, del modenese e bolognese, soprattutto, Benato è veneto, del padovano, veronese e veneziano, Benatti è specifico dell'area che comprende in particolare il reggiano, il modenese ed il mantovano, ma che si estende anche al rovigoto, al ferrarese ed al bolognese, Bennati, decisamente toscano, dell'aretino in particolare, con ceppi anche nel veronese e nel Lazio, Bennato sembrerebbe tipico del napoletano, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Benenatus, di cui si hanno tracce ad esempio fin dal VII° secolo dove in un atto di nozze compare come testimone: "...manus Benenato viri devoti testis..."
BENAVOLI Tipico del reggino di Brancaleone e Bovalino, troviamo tracce di questa cognominizzazione a Napoli nel 1500 con Ludovico di Benavola feudatario anche di Tricase (LE).
BENCI
BENCICH
BENCINI
Benci ha un ceppo triestino e nel goriziano ed in Toscana nel fiorentino, nell'aretino e nel livornese, Bencich è decisamente del triestino e goriziano, Bencini, decisamente toscano, ha un ceppo particolarmente importante nel fiorentino, si dovrebbe trattare, direttamente o attraverso forme ipocoristiche, della forma tronca di nomi come Bencivegna probabilmente portati dal capostipite, ma è più probabile possa trattarsi di derivazione dal nome medioevale Bencius, Bentius o Bencio di cui abbiamo un esempio in una Cartula venditionis dell'anno 1178 a Sartirana nel pavese: "Anno dominice incarnacionis millesimo centesimo septuagesimo octavo, tercio decimo die mensis septembris, indictione .XI. Roba, filius quondam Rustici, vivens lege Lombarda .... Insuper etiam Maria, filia quondam Alberti Calegarii et uxor suprascripti Robe, consensu eiusdem viri sui et una cum noticia et interrogacione propinquorum parentum suorum, hii sunt Guibertus de Bencio et Servusdei Raviza , renunciavit iuri ypothecarum quod ei pertinebat in suprascripta vendicione ...", a Montaperti  nel 1247 troviamo un tal Grossolus filius Benci Altomanni tra i Guelfi cacciati da Firenze, in una lettera pisana del 1397 troviamo traccia di questa cognominizzazione: "Como penssamo che sapiaty, lo vostro fatore Filipo di Giovanni Benci, in vostro nome, me asechurò, suvi la nave de Polo Lercharo e suvi quela de Cristiano Lomelino...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Il cognome triestino Benci/Bencich è perlopiù un adattamento italiano del cognome sloveno Benčič, patronimico in -čič di Beno, abbreviazione di Benedikt. Fonte: M. Bonifacio, Cognomi triestini, 49.
BENCIVEGNA
BENCIVENGA
BENCIVENNI
Bencivegna, estremamente raro, dovrebbe essere del napoletano, Bencivenga è tipico del napoletano e casertano, Bencivenni è specifico del bolognese, derivano entrambi dal nome medioevale beneaugurale Bencivenga, Bencivegna, o Bencivenni, di cui si hanno svariate tracce in atti già dal 1200. A titolo di esempio, in un atto notarile del 1218 si legge: "...silicet Ildebrandino et Jacopo Cavalcantis et Ranerio Ranucci pro tertia parte et Gundo et Ranuccino et Bencivenni Gislincionis recipientibus pro se et Boninsegna predicto ...".
BENCREATI Bencreati è specifico di Livorno, dovrebbe derivare dal nome augurale medioevale Bencreato.
BENE
BENI
BENIN
BENINI
BENINO
Bene ha un ceppo a Cagliari ed uno nel leccese, Beni ha un ceppo nel trevisano, uno tra fiorentino ed aretino, uno tra anconetano, maceratese e perugino ed uno romano, Benin, decisamente veneto, ha un ceppo nel veronese ed uno tra vicentino, trevisano e veneziano, Benini è molto diffuso nell'area che comprende la Lombardia, il Veneto, l'Emilia e Romagna, la Toscana ed il romano, Benino, quasi unico, parrebbe del napoletano, dovrebbero tutti derivare dal nome gratulatorio medioevale Bene di cui abbiamo un esempio in uno scritto del 1209: "Pisa In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti amen. Hec sunt nomina Pisanorum civium qui pacem compositam inter civitatem Pisanam et civitatem Massilie iuraverunt sicut in tenore pacis continetur... Bene de Vico ...", o anche da forme tronche di nomi come Benenatus o dall'aferesi di nomi come Abbracciabene.  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio in una lettera del 1399 a Firenze: "...L'una da Ruosino è miglore che tutte l'altre quatro; e poi Chalchaferro seghue; e l'altre tre a uno modo. acutenne un'altra a Ruosino, che fa lavorare Bertolino Benini, che non è sì buona chome quell'una di Panicho. ...".
BENECCHI Benecchi sembrerebbe emiliano, di Parma in particolare e del parmense a Mezzani, Traversetolo e Fidenza ed a Brescello nel reggiano, dovrebbe derivare dal nome franco Benech, o Benek o dalla sua cognominizzazione francese, di questo nome abbiamo un esempio d'uso in un atto del 1259: ".. Paulo et Martino, item Sigyarto, filio Iacobi, et duobus germanis suis Iacobo et Iob; item Tege, Dionysio et Prus; item Paulo, filio Pangratii pro se et patre suo, ipsisque consentientibus, et permittentibus, terram vnius aratri, cum arabili terra et foeneto sequestratam de terra sua haereditaria in ipsa terra Kogol existente, ex parte superiori, vt dicebat, vendidit Martino filio Benek, pro quinque marcis argenti iure perpetuo possidendam; asserens hanc pecuniam ab eodem Martino se plenarie percepisse; hoc modo: quod si quis vnquam hanc terram ab ipso Martino repetere voluerit, dictus Boleslaus, et filii eius, et praedictus filius fratris sui, tenebuntur eum modis omnibus expedire ..".
BENEDET
BENEDETTA
BENEDETTELLI
BENEDETTI
BENEDETTINI
BENEDETTINO
BENEDETTO
BENEDETTUCCI
Benedet è tipico del trevigiano e delle vicine aree bellunesi e pordenonesi, Benedetta è quasi unico, Benedettelli ha un piccolo ceppo a Grosseto e nel grossetano ed uno nell'anconetano ad Osimo ed Ancona in particolare, Benedetti è molto diffuso in tutto il centro nord, Benedettini ha un ceppo nel bolognese, uno nel forlivese e riminese, uno nel pisano ed uno nel romano, Benedettino, assolutamente rarissimo, è del romano, Benedetto è molto diffuso al sud e nel Piemonte,  Benedettucci è praticamente unico, tutti questi cognomi derivano, direttamente o tramite forme ipocoristiche, dal nome tardo latino della tradizione cristiana Benedictus, ricordiamo Sanctus Benedictus de Nursia (480 - 547 d.C.), di questo nome abbiamo traccia nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale sotto l'anno 1102 a 1102 a Vittadone (LO): "...una cum noticia de propinquioribus parentibus meis cui supra femine, id sunt Petrus filio meo et Benedictus parentes meo, in eorum presencia et testium,...".
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
 Il cognome Benedetti è presente in tutte le province della Lombardia; in modo particolare nelle province di Milano,Varese,Bergamo e Brescia. E' piuttosto diffuso in tutto il Centro-Nord, più raro al Sud. L'emigrazione dei Benedetti negli USA è stata notevole sul finire degli anni '20, a partire dal 1890 si segnalano 1598 Benedetti in arrivo a New York: numerosi provengono dall'Italia centrale, significativo il numero degli emigranti dalla provincia di LUCCA.  Benedetti è il 2141° cognome francese: è molto diffuso nella zona di Marsiglia. pero un discreto nunero di B. Francesi dovrebbe essere di origine corsa. Quasi un centinaio di famiglie Benedetti si trovano anche sulle guide telefoniche tedesche. In Argentina quelli che portano questo cognome sono numerosi già nella sola Buenos Aires.
BENEGIAMO Benegiamo è un tipico cognome salentino, di Giuggianello, Cutrofiano, Muro Leccese, Giurdignano, Nardò e Galatina nel leccese, dovrebbe essere dovuto ad un'italianizzazione del nome sia normanno che spagnolo Benjamin, a sua volta derivato dal nome ebraico Benjamin (il preferito).
BENEINCASA
BENINCASA
BENINCA
BENINCA'
Beneincasa è praticamente unico, Beninca è una forma dovuta ad errori di trascrizione di Benincà, cognome diffuso nel trevigiano a Follina, Benincasa è distribuito in tutt'Italia, derivano, direttamente o attraverso modifiche dialettali, dal nome gratulatorio medioevale Benencasa  o Benincasa di cui abbiamo un esempio Nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale a Cremona in un del 1092: "...a meridie Anselmi, a sera de filii quondam Aginoni, a montibus Benincasa et via. Tercia pecia de | terra aratoria, in loco ubi dicitur Breida...", e anche a Solofra nel 1178: "...Ante me Iohannem Iudicem, Dominus Robertus comes Caserte, coniuctus est cum Baiulardo Monacho Monasterio Sanctae et Individuae Trinitatis, quod constructum est foris Salernitanam Civitatem in foro Metiliano, cui dominus Benencasa Dei gratia venerabilis ac Religiosus Abbas preest....".
BENELLI
BENETTI
Cognome diffuso in tutta l'Italia centro settentrionale e nel nord della Sardegna, ha origini diverse, quali: una contrazione di Benedictus, la derivazione da un toponimo, la deformazione di un altro cognome Benni, la modifica di un nome augurale Bene.. contratto.
BENEMEGLIO Benemeglio, molto molto raro, sembrerebbe laziale, di Genazzano nel romano, dovrebbe trattarsi di un cognome beneaugurante attribuito ad un trovatello, cui si auspicava che la vita riservasse un futuro che potesse andare di bene in meglio.
BENERECETTI
BENERICETTI
Benerecetti ha un piccolo ceppo nel bresciano, ma il nucleo principale è a Marradi (FI) e nel vicino ravennate, Benericetti è specifico dell'area che comprende il ravennate, dove è più diffuso in particolare a Faenza, Ravenna, Forlì ed il forlivese, ed il fiorentino a Marradi, dovrebbero entrambi derivare dal nome medioevale Benereceptus (ben accolto, benvenuto) dato al figlio molto desiderato e atteso.
BENES Benes è tipico di Monfalcone e San Canzian d`Isonzo nel goriziano, dovrebbe derivare da una forma contratta dialettale del nome Benedetto.
BENETTON
BENETTONI
Benetton è tipico del padovano con ramificazioni anche nel trevigiano, Benettoni, assolutamente rarissimo, sembra dovuto ad errori di trascrizione, dovrebbero derivare dalla forma dialettale contratta dell'accrescitivo del nome Benedetto.
BENEVELLI
BENEVELLO
Benevelli è specifico di Reggio Emilia e dintorni, con un ceppo anche a Monforte D'alba (CN), Benevello, molto molto raro, è tipico della zona di Alba (CN).
integrazioni fornite da Andrea Ferreri - Milano
Benevelli è un cognome emiliano, molto diffuso a Reggio Emilia e provincia. Potrebbe avere alla base un nome gratulatorio e augurale formato da "bene" e "velle", col significato di "voler bene". Il cognome Benevelli presente in provincia di Cuneo ed in particolare nel comune di Monforte d'Alba, ha invece alla base il toponimo cuneese Benevello, situato a pochi chilometri da Alba. Tale nucleo si sarebbe formato proprio a Monforte, dove si trovano tracce dei Benevelli negli archivi parrocchiali sin dal 16° secolo. Benevello, raro, è un cognome tipicamente piemontese, presente nelle province di Cuneo (Diano d'Alba) e Torino. Ha alla base il toponimo cuneese Benevello.
BENEVENTANO Beneventano, tipico dell'area campana, del napoletano e del salernitano e del potentino, ha ceppi anche a Roma, Genova e nel catanese, la derivazione è ovviamente dall'etnico di Benevento.
BENEVENTI
BENEVENTO
BENIVENTO
Beneventi ha un nucleo importante emiliano, tra reggiano e modenese, uno a Comacchio nel ferrarese ed uno in Lucania a Castelmezzano (PZ) e dintorni, Benevento ha un nucleo in Campania, un ceppo nel potentino ed uno nella Calabria settentrionale, il ceppo campano potrebbe derivare dal toponimo Benevento, Benivento, praticamente unico, dovrebbe essere un errore di trascrizione del precedente, in tutti gli altri casi dovrebbero derivare dal nome augurale medioevale Beneventus (buon evento), di cui si ha un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale sotto l'anno 1148 dove tra i testimoni di un atto compare: "Ego Beneventus presbiter ac prepositus interfui et a me facto subscripsi." o in una charta oblationis campana del 1198, dove leggiamo: "...nunc habent de suis lignaminibus casam hedificatam Beneventus clericus et Nicolaus dictus de Ysa Germani ...".  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a San Miniato (PI) nel 1500 con il notaio criminale Livio Beneventi di Pierangelo da San Gimignano.
BENEVIERI Benevieri è tipicamente toscano, di Firenze e di Loro Ciuffenna nell'aretino, con qualche presenza anche a Civitavecchia nel romano, potrebbe derivare dal nome del Castello e Abbazia medioevale di Beneviere o Benevivere in Spagna, l'attuale Bembrive nei pressi di Vigo, ma potrebbe anche più probabilmente derivare dal nome e cognome medioevale francese Beneviere.
BENFANTE
BENFANTI
Benfante è specifico di Palermo, Benfanti, quasi unico, è dovuto probabilmente ad un'errata trascrizione del precedente, dovrebbero derivare dal nome medioevale Benefante (che ben agisce, che fa del bene), ma è pure possibile che possa essere una forma alterata del cognome Bonfante (vedi BONFA' ).
BENFATTI
BENFATTO
Benfatti, molto molto raro, è del mantovano, Benfatto presenta tre ceppi autonomi, nel padovano, in provincia di Macerata ed in quella di Catania, derivano dal nome augurale gratulatorio medioevale Benefactus.
integrazioni fornite da Alessandro Benfatto
La famiglia Benfatto era una famiglia nobile veneziana,che nel 1700 possedeva a Tresievoli un'azienda con casa per la villeggiatura.La famiglia è iscritta nei registri dei capifamiglia di Borbiago del 1885, ma il cognome esiste già dal 1200 nei registri delle famiglie veneziane. Benfatto compare a Verona,con il celebre pittore Alvise Benfatto dal Friso, nipote per via di sorella di Paolo Caliari detto Veronese. Notizie di questo cognome compaiono nei registri di Borbiago, dove si parla di detto cognome augurale,che deriverebbe dal latino benefactus, opposto a Malfatto, cognome presente a Borbiago dal 1585.  Il cognome Benfatto, ricompare, però modificato, nel calabrese, dove si parla dell'eremo del duca o Castello Bonifati, che deriva dal latino benefactus (benfatto) ed in Sicilia,dove si troverebbe un monte ed un castello con tale nome:Bonifati da benefactus.  Pare,che coloro i quali dettero origine ai castelli suddetti fossero dei conti normanni sfuggiti al Guiscardo da Hiele intorno al 1200. Tale famiglia diede origine in tale anno, al comune di Bonifati, vicino Cosenza.  Il cognome Bonifati,nel corso dei secoli fu modificato in Bonfatti, questo casato annovera un conte Benfatti, un arcivescovo fatto poi santo Benfatto, un pittore,a cui per meriti artistici fu conferito il titolo di nobile di Verona, titolo peraltro già ereditato dalla madre in quanto patrizia Veronese,per aver sposato il padre di Alvise,d i cui purtroppo non si rinvengono altre notizie se non quelle che lo vedono iscritto tra le famiglie nobili di S.Apolonal.
BENFENATI Benfenati è specifico di Bologna e del bolognese, di Ozzano dell'Emilia, Imola, Budrio, San Pietro in Casale e Minerbio, con un ceppo nel ferrarese a Ferrara , Copparo e Voghiera, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale bolognese arcaico con il significato di pigro, lento nel parlare, probabilmente sottolineando così una caratteristica comportamentale del capostipite.
BENFORMATO Benformato è specifico di Marcianise nel casertano, potrebbe derivare da un nome attribuito ad un figlio in epoca antica o, più probabilmente si potrebbe trattare di un cognome attribuito da funzionari borbonici ad un trovatello.
BENIGNI
BENIGNO
Benigni è specifico della fascia centrale che comprende Toscana, Marche e Lazio, ma con ceppi anche in trentino, nel bergamasco e nel genovese, Benigno è diffuso al sud ed al nord dell'Italia, questi cognomi sembrano aver avuto origine dal nome latino Benignus, ricordiamo San Benigno Bossi, che fu arcivescovo di Milano dal 465 al 472, un altro San Benign fu allievo e discepolo prediletto di San Patrizio patrono d'Irlanda.  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio nei Fragmenta historiae pisanae pisana dialecto conscripta nell'anno 1278: "...MCCLXXVIII. In del cui tempo si fecie la pacie cho li Fiorentini, Lucchezi, Senesi, Pistoresi, e li autri Comuni de la Compagnia de' Guelfi di Toscana, essendo a oste di fuori dal fosso a Rinonichi; e feciesi in del padiglione di Fiorenza; e funno Ambasciatori e Sindichi del Comuno di Pisa Messere Marzucho Iscornigiano, Messere Nicolò de' Benigni, e Messere Guido da Vada;...".
BENISI
BENISIO
Benisi, estremamente raro, ha qualche presenza nel milanese e nell'astigiano, Benisio è praticamente unico, dovrebbe derivare dal nome medioevale germanico Benisius, di cui abbiamo un esempio d'uso in questo scritto del 1317 a Magonza (Mainz nella Germania occidentale): "... Wilhelmus de Waldek dictus Lepus, regni Boemie camerarius, et Winandus de Buhzes de Reni partibus oriundus. Adversarii autem regine, qui procaciter resistunt, hii sunt: Henricus de Lypa cum Henrico et Stenkone, filiis suis, Benisius de Wartinberch iuvenis, Benisius de Mychahelberch, baro fortis, Albertus de Seberch senilis, Wilhelmus de Landestein, filius Witigonis, Berka et Heynaczo germani, filii Heymanni de Duba ...".
BENIZI
BENIZZI
Entrambi molto rari, dovrebbero derivare da una modificazione del nome medioevale Bonizzone. Tracce di questa cognominizzazione si trovano nel 1200 a Firenze con San Filippo Benizzi (1233-1285).
BENNONI
BENONI
Benoni è tipico dell'area tra trentino e veronese, di Ronzo-Chienis soprattutto e di Mori e Rovereto nel trentino e di Verona nel veronese, Bennoni è quasi unico, dovrebbero derivare dal nome medioevale di origini germaniche Benno, Bennonis, di cui abbiamo un esempio in una Carta libelli, commutationis, finis et refutationis dell'anno 1129 a Pavia: "Anno dominice incarnationis milleximo centeximo vigeximo nono, medio mense madii, indictione septima . Placuit atque convenit inter Albericum, filium quondam Gislezonis, de civitate Papia, et Donnanam, iugales, necnon et inter Bennonem, filium quondam Lanterii qui dicebatur Curtus, de civitate Mediolani, predicto Alberico eidem Donane coniugi sue consentiente et subter confirmante et, ut in lege continetur, una cum notitia Amizonis iudicis et missi donni regis ...". Un primo esempio di queste cognominizzazioni lo troviamo nell'anno 927: "...Heribertus comes legatos suos trans Rhenum dirigit ad Heinricum; quibus reversis, evocatur ad colloquium Heinrici per eosdem, ad quod properans, cum Hugone Rotberti filio pace firmata, muneribus Heinricum honorat et honoratur ab illo. Ibi etiam Heinricus episcopium Mettensium, contempta electione ipsorum, cuidam, ut ferebatur, Dei servo dedit, cognomento Bennoni...".
BENOCCI
BENOTTI
BENOTTO
BENOZZI
BENOZZO
Benocci è tipicamente toscano, di Siena, Trequanda, Monteroni d'Arbia, Montalcino e Buonconvento nel senese e di Grosseto e Campagnatico nel grossetano, Benotti ha un ceppo tra torinese ed astigiano, un piccolo ceppo nel ferrarese, ed uno a Roma, Benotto ha un ceppo nell'area che comprende il torinese, il cuneese e l'astigiano, ed uno nel trevisano, Benozzi ha un ceppo veneto nel padovano, a Piombino Dese e Trebaseleghe, e nel veneziano, a Venezia e Scorzè nel veneziano, ed uno toscano a Firenze e Signa nel fiorentino, Benozzo, molto raro, è specifico del padovano, di Santa Giustina in Colle e Villa del Conte, dovrebbero tutti derivare da varie forme alterate del nome tardo medioevale Benoctus o Benottus, o da una forma ipocoristica del nome Bono, i ceppi piemontesi possono essere il frutto di italianizzazioni del cognome francese Benoit, un'alterazione del nome latino Benedictus.
BENOZZATO Benozzato, molto molto raro, tipico del vicentino, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica veneta con suffisso -ato per figlio di, del nome medioevale Benozzo (vedi BENOTTI), nome probabilmente portato dal padre del capostipite.
BENSA
BENSI
BENSO
BENSONI
Bensa ha un ceppo nell'imperiese ed uno nel goriziano, Bensi è diffuso nell'alessandrino ad Alessandria e Castelnuovo Scrivia, a Nizza Monferrato nell'astigiano ed a Torino, in Toscana a Firenze e Scandicci nel fiorentino, ad Abbadia San Salvatore nel senese, a Prato, a pisa ed a Piombino e Livorno nel livornese, con un ceppo anche a Gualdo Tadino nel perugino ed uno a Trieste e Muggia nel triestino, Benso ha un ceppo nell'area ligure, piemontese, uno a Roma ed uno a Bisceglie nel barese, Bensoni è praticamente quasi unico, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite una forma accrescitiva, dal nome di origini longobarde Benza, Benzo (vedi BENZA).
BENSAI
BENSAIA
Bensai, estremamente raro, è di Mazara del Vallo nel trapanese, Bensaia, molto raro, è tipico di Messina, sembrerebbero derivare da un'italianizzazione del nome arabo Ben Sahid (figlio della felicità), cognome nobilitato dalla presenza di due garibaldini che parteciparono alla spedizione dei mille, i fratelli messinesi Giov.Battista e Nicolò Bensaia.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bensaia è un cognome messinese che secondo G. Rohlfs 49 deriva dall'espressione 'bene si abbaia!'
BENTI Benti, molto molto raro, ha un ceppo tra milanese e bergamasco ed uno tra livornese e grossetano, dovrebbe derivare dalle forme tronche di nomi medioevali come Bentivegna o Bentivoglio. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo in Versilia tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500 con lo scultore ed intagliatore Donato Benti.
BENTIVEGNA
BENTIVEGNI
BENTIVENGA
Bentivegna, abbastanza raro, è tipico siciliano, Bentivegni, assolutamente molto molto raro, sembrerebbe romagnolo, Bentivenga, rarissimo, sembra lucano, con un ceppo non secondario in Sicilia, derivano dal nome beneaugurale medioevale Bentivegna di cui abbiamo un esempio in uno scritto del 1243 a Montieri (GR): "...tradidimus atque cessimus Bentivegne Davanzati mercatori Florentiae filio quondam Ugolini fedeli nostro...", o anche nell'ottava giornata del Decamerone di Boccaccio: "...Ora avvenne che, tra l'altre sue popolane che prima gli eran piaciute, una sopra tutte ne gli piacque, che aveva nome monna Belcolore, moglie d'un lavoratore che si facea chiamare Bentivegna del Mazzo, la qual nel vero era pure una piacevole e fresca foresozza, brunazza e ben tarchiata...".
BENTIVOGLI
BENTIVOGLIO
Bentivogli è tipico del bolognese, con un ceppo probabilmente secondario nel forlivese, Bentivoglio ha ceppi nel bolognese, nel marchigiano e nel Lazio, dovrebbero derivare dal nome beneaugurale Bentivolus (Bentivoglio), usato nel medioevo e normalmente attribuito a figli molto desiderati, in alcuni casi potrebbe anche derivare dal toponimo Bentivoglio (BO).  Il casato dei Bentivoglio si fa risalire ad un figlio naturale di Federico II° fatto Re di Sardegna, nel 1300 erano tra le famiglie più nobili e potenti di Bologna, nel 1401, dopo la cacciata del Legato Pontificio, Giovanni Bentivoglio si alleò con i Visconti di Milano e divenne Signore di Bologna eletto Gonfalone di Giustizia a vita, fu proprio nel 1400 che i Bentivoglio raggiunsero il loro massimo splendore e alleatisi con il Re d'Aragona, il Duca di Milano ed altri regnanti divennero anche una delle famiglie dominanti di Ferrara.  Tra i personaggi famosi ricordiamo il cardinale Guido Bentivoglio  (1579-1644) nunzio apostolico prima nelle Fiandre e poi in Francia e che divenne poi ministro plenipotenziario del Re di Francia presso il papato o il cardinale Cornelio (1668-1732) arcivescovo di Cartagine, nunzio apostolico a Parigi e ministro plenipotenziario del Re di Spagna presso il Vaticano.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bentivoglio è la cognominizzazione del nome proprio medievale Bentivolio «ben ti voglio», che la celebre famiglia comitale di questo nome lasciò anche alla località bolognese di Bentivoglio, che fu suo feudo. Un Bentivolio compare in una carta nonantolana del 1130. La variante Bentivogli è poco rappresentata nel Modenese. Val qui la pena di ricordare che taluni fanno risalire l'origine della famiglia comitale, signora di Bologna, a re Enzo, lo sfortunato figlio di Federico II di Svevia, morto nel 1262, prigioniero dei Guelfi bolognesi, dopo la disfatta della Fossalta del 1249. Egli avrebbe infatti dato il nome Bentevolio, come prova del suo affetto, a un figlio natogli in cattività. Fonte: F. Violi: Cognomi a Modena e nel Modenese, 1996.
BENTOGLIO Bentoglio è tipico del bergamasco, di Zanica, Carobbio degli Angeli, Grassobbio e Bolgare, potrebbe derivare da una forma contratta del nome medioevale Bentivoglio (vedi BENTIVOGLI).
BENTROVATO Bentrovato, assolutamente rarissimo, è tipicamente meridionale, le tracce più antiche sembrerebbero campane, del salernitano e dell'avellinese, dovrebbe derivare dal nome Bentrovato attribuito a figli molto graditi, anche se non si può escludere possa trattarsi di un cognome attribuito ad un trovatello.
BENUCCI
BENUSSI
BENUZZI
BENUZZO
Benucci è tipicamente toscano, del fiorentino in particolare, Benussi sembrerebbe triestino, Benuzzi ha un ceppo tra bresciano e trentino ed uno tra modenese e bolognese, Benuzzo, praticamente unico, è meridionale, dovrebbero derivare dal nome medioevale Benuccius di cui abbiamo tracce già nel 1200 in Toscana, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Rovigno in Istria fin dal 1300 con la famiglia Benussi.
BENVENUTI
BENVENUTO
Diffuso in tutto il centro nord Benvenuti, con un nucleo in Liguria, uno nell'udinese e molti ceppi nel sud peninsulare Benvenuto, derivano dal nome beneaugurale medioevale Benvenutus. Nella prima metà del 1200 troviamo ad Arezzo un notaio Benvenutus, nel 1300 a Ferrara è noto il ceramista "Benvenutus filius quondam Anzelerii ab ullis de contrata Rupte".
BENZA
BENZI
BENZO
BENZON
BENZONE
BENZONI
Benza è specifico dell'imperiese, di Imperia, Dolcedo e Sanremo, Benzi ha un nucleo principale nelle province di Genova e Alessandria, ma esistono anche ceppi secondari nel milanese, nel modenese e tra forlivese e riminese, Benzo è abbastanza diffuso nel Piemonte occidentale, in Liguria e nell'alessandrino, Benzon, molto molto raro, è tipico del veneziano, Benzone è quasi scomparso, Benzoni è presente in tutto il nord, ma è particolarmente concentrato in Lombardia, deriva da un nome germanico longobardo Bendizo (alfiere), trasformatosi in Benzo, tracce molto antiche del nome Benzo si hanno nel 986 quando troviamo un Benzo come messo imperiale di Ottone. Nel 1059 c'è un vescovo Benzone d'Alba (CN), messo imperiale a Roma  e fautore di Enrico IV°. Di Benzoni si hanno notizie fin dal 1185, quando Federico Barbarossa investì il Dominus Benzone di Crema, assieme ad altri, dei privilegi di amministratore della città cremasca. Nel 1300 troviamo un personaggio famoso, lo scrittore preumanista Benzo d'Alessandria, circa l'antichità del ramo ligure, basti vedere come nella storia di Quiliano (SV) in uno scritto del 1432, si parli dei Benzi come di un'antica famiglia di proprietari terrieri, mentre in un atto di compravendita del un Vivaldo de Petro e Bomo de Benzo, entrambi di Montenero (SP), comprano da Venturino de Bonamico taverniere,una quantità di pesce salato per soldi 20.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Il cognome Benzi ha alla base il nome gotico - francone Benzo, divenuto poi Penzo in longobardo dove si è attuato il passaggio B/P in seguito alla seconda rotazione consonantica. Tale nome è forma ipocoristica dal visigotico 'bandwa' = bandiera, vessillo di combattimento (cfr. Bandini) in nomi come Pandolfo o Bandiperto. Potrebbe anche derivare dalle forme nominali Beno/Benno che a loro volta si rifanno al pers. Bernhard.
BEO Praticamente unico, si presume sia originario del padovano, potrebbe derivare da un soprannome dialettale generato dal vocabolo beo (bello).
BEOLCHI
BIOLCHI
BIOLCATI
BOLCATO
Beolchi ha un ceppo a Milano e nel milanese, Biolchi ha un ceppo tra piacentino, cremonese e mantovano ed uno pistoiese, Biolcati ha un nucleo nel ferrarese, nel rovigoto e nel bolognese, Bolcato, tipicamente veneto, dell'area che comprende il veronese, il vicentino soprattutto, il padovano ed il rovigoto, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal termine beolca o biolca, forse identificando così lo stato di piccolo proprietario terriero attribuito al capostipite, non si può comunque non considerare anche la possibilità che questi cognomi in alcuni casi derivino dalla contrazione del termine bifolco (contadino). La biolca era ed è un'unità di misura di superficie agraria in uso in Emilia e nelle vicine zone confinanti del Lombardoveneto, corrisponde alla superficie di terreno che si stimava di potere arare in una giornata di lavoro con un aratro trainato da due buoi quindi con un valore molto diverso da zona a zona, da poco meno di tremila metri quadrati del modenese ai poco più di seimila e cinquecento metri quadrati del ferrarese.
BEORCHIA Beorchia è tipico della parte settentrionale dell'udinese, di Lauco, Ovaro ed Enemonzo, dovrebbe derivare dall'italianizzazione del nome della località carnica di Beòrcje, ricordiamo che il termine beòrcje significa bivio in friulano, quindi è anche possibile che il cognome possa derivare dal fatto che il capostipite abitasse in prossimità di un bivio.
BEOZZI
BEOZZO
Entrambi molto rari, Beozzi è specifico di Legnago (VR), Beozzo è tipico di Aldeno (TN), derivano dal nome medioevale Beotius, variazione del nome Boethius, ricordiamo Anicius Manlius Severinus Boethius (480-525) autore del Consolatio Philosophiae.
BERA
BERRA
Bera ha un ceppo piemontese, soprattutto nel torinese, ed uno lombardo nell'alto bresciano, Berra è tipico dell'Italia settentrionale, ha ceppi sia in Piemonte, che in Lombardia, nel Veneto e nel Friuli, tutti questi ceppi dovrebbero derivare direttamente, o tramite una modificazione, dal nome medioevale germanico Bera di cui abbiamo un esempio in quest'atto del 1246: "..de prefatum preceptum, huno hore responderunt atque manifestaberunt ante prefatum seniore, quod hoc quod supra dicitur Bera essent, qui dum prefatus comes fecit toti suprascripti qui continunt eadem preceptum guadiam dare ut retderent sortio qui fuit iamdicti disideo et Iohannis, et nobis precepit ut exinde hanc cartulam firmaret...".
BERALDI
BERALDINI
BERALDO
Beraldi è tipico del cosentino, Beraldini, assolutamente rarissimo, sembrerebbe veneto, Beraldo, è specifico del Veneto, del trevisano in particolare, dovrebbero derivare dal nome medioevale Beraldus di cui abbiamo un esempio in questa recensione del 1534: "...Nicolai Beraldi Aurelii dialogus quo rationes quaedam explicantur quibus  dicendi ex tempore facultas parari potest....".
BERANI
BERRANI
BERRANINI
Berani e Berrani sono praticamente unici, Berranini, comunque assolutamente rarissimo, è specifico della zona del varesotto e lecchese, dovrebbero derivare direttamente da soprannomi originati dal termine nordmilanese arcaico beranìn (agnellaio), probabilmente intendendo che il mestiere dei capostipiti fosse quello del pastore, con il compito specifico di macellare e di vendere le carni degli agnelli più giovani.
BERARD
BERARDELLI
BERARDI
BERARDINI
BERARDINO
BERARDO
DE BERARDIS
Berard, molto raro, è tipicamente valdostano, Berardelli ha un ceppo nel bresciano, a Brescia e Travagliato, e nel bergamasco a Dalmine e Fonteno, uno a Roma, uno piccolo a Napoli ed uno in Calabria a San Mango d'Aquino nel catanzarese ed a Cosenza, Berardi è diffuso notevolmente in tutt'Italia, Berardini ha un ceppo ad Ascoli Piceno, uno in Abruzzo, a Gioia dei Marsi e Carsoli nell'aquilano, uno piccolo a Campobasso, uno grosso a Roma ed uno ad Adelfia nel barese ed a Lecce, Berardino ha un ceppo a Roma, uno nell'avellinese ad Atripalda ed Avellino, ed uno in Puglia, ad Andria, Casamassima, Bari ed Adelfia nel barese ed a Foggia, Berardo ha un ceppo nel Piemonte occidentale, uno nel veronese, uno in provincia di Campobasso ed uno a Roma e Latina, De Berardis ha un piccolo ceppo in Val D'Aosta ed uno in Abruzzo a Teramo, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite varie forme ipocoristiche, dal nome di origine germanica Baerhard da baer (orso) e hard (forte, duro, possente) con il significato quindi di forte ors, o dal suo derivato francese Bérard.
BERBENNI Berbenni è tipicamente lombardo, specifico del sondriese di Bormio, Valdidentro e Sondrio, con un ceppo anche a Serina nel bergamasco, dovrebbe derivare dal nome di paesi come Berbenno di Valtellina nel sondriese o Berbenno nel bergamasco, probabili luoghi d'origine dei capostipiti.
BERCELLESI Bercellesi, assolutamente rarissimo è specifico del milanese, possibile una derivazione dall'etnico della località Bercelli di Valeggio sul Mincio nella bassa veronese, ma potrebbe anche trattarsi di una forma betacistica dell'etnico della città piemontese di Vercelli.
BERCHICCI Berchicci è specifico della provincia di Campobasso, di Petacciato, Palata, Termoli, Guglionesi e Montecilfone.
informazioni fornite da Stefano Ferrazzi
D'origine slava, il cognome Berchicci sembra nascere da un adattamento del cognome slavo Brkić, che, per tramite del suffisso -ić, può essere tradotto come figlio di Brko o Berko: il prefisso Brk-, in effetti, dovrebbe riflettere una contrazione dell'originale Berk-, secondo una pronuncia tipica di diverse lingue slavo-meridionali - tanto per fare un esempio, si pensi al cognome slavo Bernardić, anche noto nella forma Brnardić per l'appunto. Ora, dal punto di vista etimologico, esistono almeno due ipotesi sul significato di Brko/Berko, molto diverse l'una dall'altra. A una prima lettura, innanzitutto, si può pensare a una connessione col termine brk (brki in sloveno), che, sia in serbo che in croato, significa letteralmente baffi, mustacchi: a questo proposito, va detto che il soprannome Brko - nel vero e proprio senso di baffone o persona coi baffi - viene effettivamente usato ai giorni nostri nella Penisola Balcanica, come dimostrano anche dei casi di cronaca moderna. Nonostante ciò, nell'ambito dei cognomi, è più verosimile una derivazione dal nome slavo Berko, che, per tramite del suffisso -ko, va ad abbreviare nomi quali Bernard (l'italiano Bernardo) e Bertalan (l'italiano Bartolomeo): l'onomastica slava, in effetti, ricorre spesso al suffisso -ko in funzione ipocoristica, basti pensare a nomi quali Miroslav/Mirko, Stanislav/Stanko, Zlatan/Zlatko, etc. Prima di concludere, ad ogni modo, va aggiunta un'ultima informazione riguardo all'etimologia del nome Berko: nell'Est Europa, il nome Berko è in uso anche presso la comunità ebraica e, in ambito ebreo-slavo, viene accostato per lo più al nome ebraico Baruch, col significato letterale di benedetto (per una spiegazione più approfondita, vedi Barucca).
BERETTA Specifico del nord, questo cognome potrebbe aver avuto origine da un soprannome legato ad un termine dialettale per berretto.
BERGAGNA
BERGAGNI
Bergagna sembra avere un ceppo in Piemonte nel torinese a Monastero di Lanzo, Ciriè e Torino, un piccolissimo ceppo ad Udine ed uno ancora più piccolo a Trieste, Bergagni, quasi unico, sembrerebbe piemontese, dovrebbero derivare da soprannomi derivati dal termine tedesco berg (montagna) e dovrebbero indicare una provenienza montanara dei capostipiti, in Piemonte potrebbero anche derivare da una forma arcaica dialettale bergagna (abito grossolano da lavoro indossato dai contadini).
BERGAGNIN
BERGAGNINI
Bergagnin è specifico di Santo Stefano di Cadore (BL), Bergagnini invece è specifico di Arta Terme (UD), ma è comunque ben presente in tutta la provincia di Udine, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal termine dialettale arcaico bergagnin stante ad indicare l'allevatore di vacche da latte, solito portare le stesse nei pascoli alpini durante il semestre estivo.
BERGALLA
BERGALLI
BERGALLO
Bergalla, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del basso cuneese, Bergalli è praticamente unico, Bergallo, sempre estremamente raro, è tipico del savonese, dovrebbero derivare dal toponimo Bergalla (SV), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo già nel 1600 con un certo Bartolomeo Bergallo citato tra gli amministratori di Albenga (SV).
BERGAMASCHI
BERGAMASCO
BERGOMI
Diffuso in tutto il centro nord, ma con particolare presenza in Lombardia Veneto ed Emilia Bergamaschi e al nord ed al sud Bergamasco, mentre è decisamente lombardo Bergomi, derivano tutti dal toponimo Bergamo e dal suo dervato bergamasco (cittadino di Bergamo).
BERGAMI
BERGAMO
Bergami è tipico emiliano, della zona che comprende il bolognese ed il ferrarese, Bergamo è molto presente nelle Tre Venezie, dovrebbero derivare dal toponimo lombardo Bergamo, al sud sono presenti ceppi del secondo nel Salento, nel salernitano ed in Sicilia, più probabilmente questi cognomi derivano dal toponimo Pergamo (Bergamo) importante città dell'impero bizantino (in Turchia).
BERGAMIN
BERGAMINI
BERGAMINO
Bergamin è veneto, del padovano e trevisano in particolare, Bergamini è presente in tutto il nord, Lombardia ed Emilia in particolare, Bergamino, molto meno diffuso, sembrerebbe piemontese, potrebbero derivare dal toponimo Bergamo, ma in molti casi, più probabilmente deriva dal termine bergamino (mandriano che cura le vacche da latte così chiamato perchè la transumanza aveva spesso come traguardo appunto le prealpi bergamasche).
BERGANDI
BERGANDO
BERGANTE
BERGANTI
Bergandi, molto raro, è del torinese, di Mazzè in particolare, Berganti, quasi unico, è probabilmente semplicemente dovuto ad errori di trascrizione del precedente, Bergando, estremamente raro, è dell'area che comprende il biellese con Coggiola ed il vercellese con Gattinara, Bergante, assolutamente rarissimo, è tipico di Casale Monferrato, nell'alessandrino, questi cognomi potrebbero derivare da soprannomi dialettali originati dal vocabolo tedesco berg (montagna) ed avrebbero il significato di montanaro, è pure possibile una derivazione dal vocabolo catalano bergant (brigante) o dall'occitano bregand con il medesimo significato, non si può inoltre escludere che possa in alcuni casi trattarsi di un'alterazione del nome di origini germaniche Berigand.
BERGER
BERGERA
BERGERI
BERGERO
BERGIA
Berger ha un ceppo in provincia di Bolzano ed uno nel torinese, Bergera, assolutamente rarissimo è del torinese, Bergero ha un ceppo nel savonese ed uno nel torinese, Bergeri, quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione dei precedenti, Bergia è decisamente piemontese dell'area cuneese di Bernezzo, Cuneo e Racconigi e del torinese di Carmagnola e Torino, potrebbero essere di origine provenzale ed identificare un'origine pastorizia della famiglia derivando i cognomi dal termine berger (pastore), ma è pure possibile una derivazione germanica dal termine berge (montagne) ipotizzando quindi un'origine montanara.  Il casato nobile dei Bergera conti di Brassicarda e Marene e signori di Beinasco e Piobesi Torinese, acquisirono anche nonchè il baronato di Cly tramite il matrimonio di Maria Margherita Roncas figlia del barone con un Conte Bergera il dominio del casato si estenderà quindi dal cuneese alla Val d'Aosta, un Bergera fu arcivescovo di Torino agli inizi del 1600. Anche i Bergia annoverano personaggi di rilievo nella loro storia, quali ad esempio Chiaffredo Bergia che nacque a Paesana (CN) il primo gennaio 1840 e, da aspirante carabiniere che all'età di 23 anni era già riuscito ad ottenere una medaglia d'argento al valore, fece carriera tanto da arrivare al grado di capitano dell'arma e medaglia d'oro ricevendo la Croce di cavaliere dell'Ordine Militare dei Savoia.
BERGINC Berginc è un cognome molto raro, tipico del goriziano e del trietino, dovrebbe derivare dal toponimo sloveno Breginj vicino a Caporetto.
BERGNACH Bergnach, molto molto raro, è tipico della valle del Natisone nell'udinese, dovrebbe derivare da modificazioni slave del nome Bernardo.
BERGNESI Molto raro sembrerebbe riminese.
BERGO Tipico del Veneto zona che comprende il rovigoto, il padovano e la provincia di Venezia, dovrebbe derivare dall'aferesi di toponimi come Spilimbergo (PN) o Solimbergo (PN), ma è pure possibile che derivi da soprannomi legati al vocabolo germanico berg (monte).  Troviamo nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale, già nel 1170 citata questa cognominizzazione: "...et Albertus qui dicitur Marratius Bergo, Ambrosius qui dicitur de Ronco...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bergo è un cognome veneto che deriva dal personale Beriko. Olivieri 157. Per altri origina dalla parola germanica "Berg" (monte).
BERGOGLIO
Bergoglio è specifico del torinese, di Torino, Santena, ma presente anche a None e Collegno, e di Robella nell'astigiano e di Portula nel biellese, Bergolo, quasi unico, potrebbe essere piemontese e deriverebbe come Bergoglio dal nome dell'antica località di Bergolio nell'alessandrino, di cui abbiamo una citazione in una lettera del novembre 1496 al Duca di Milano: "...Item aricordiamo ala V. Ex. ultra la ruyna del ponte dessa cita ; il Tanaro è stato in periculo grandissimo di submergere il loco de Bergolio et venendo una altra volta a crescere per ogni modo rumpera li muri desso loco et lo ruynerà se la S. V. non li prouede. La quale suplicamo se degna de concederne che se ne faccia uno argeno de fora de la fossa desso loco, et uno terragio de dentra apresso ele mure et a questo fare sieno astricti li homini de le ville ...", o dal toponimo Bergolo Cortemilia nel cuneese.
BERGOLI Bergoli è rarissimo e sembra tipico del bresciano di Passirano e Cazzago San Martino dovrebbe derivare da un soprannome legato al vocabolo veneto bergolo (uomo instabile, leggero; di poco senno).
BERGONZI
BERGONZINI
BERGONZONI
Bergonzi ha una presenza decisamente lombarda e piemontese, Bergonzini, decisamente emiliano, è soprattutto del modenese, ma con presenze anche nel bolognese e nel ferrarese, Bergonzoni, che occupa lo stesso areale, è però soprattutto del bolognese, questi cognomi dovrebbero tutti aver avuto origine, sia direttamente sia attraverso forme ipocoristiche, dal vocabolo germanico berg (monte), quindi indicare una derivazione geografica di gente che provenga appunto dalle montagne sarebbe quindi un equivalente ad esempio di Montanini.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bergonzoni - È sicuramente la cognominizzazione del nome personale medievale Bergonçonus, che compare in una carta modenese del 13 aprile 1182. Assai più diffuso di questo cognome, nella nostra area, è Bergonzini, a lui strettamente legato. L'ipotesi più plausibile è che entrambi i cognomi muovano da un derivato in -one ed in -ino del personale latino Ver(e)cundius, dall'agg. verecundus «morigerato; venerabile», presto entrato anche nella onomastica cristiana, in forza del vescovo africano Verecondio , fiorito nel sec. VI e ricordato negli annali della Chiesa.  Dal punto di vista fonetico è normale il passaggio di V- in B- e la risoluzione del nesso -dj- in -z-, come avviene nel nome locale piacentino Bergonzo, che è appunto un Ver(e)cundius, e nel nome locale reggiano Bergonzano (com. di Quattrocastella), che è un Ver(e)cundianus  fundus.
Mi riesce invece arduo pensare ad un nome personale *Bergundius per Burgundius dall'etnico Burgundi, quando l'esito italiano di Burgundia è Borgogna e di Burgundiones è Borgognoni.  Se poi il suono originale, rappresentato dalla -c- era sordo (ma resterebbe un dilemma il suono sonoro attuale), si potrebbe pensare a derivati del nome proprio latino Bregontius (CIL, V, 3729), divenuto *Bergontius per metatesi e per l'incontro col personale latino Bergonius (CIL, IX, 1644). Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese, 1996.
BERICI
BERICO
Berici, quasi unico, è ora presente praticamente solo nel milanese, mentre Berico è di fatto unico, dovrebbero derivare da una possibile origine dalla zona dei monti Berici nel vicentino.
BERINI Berini ha un ceppo friulano tra udinese e goriziano, ed uno romano, dovrebbe derivare dal nome tardo latino Berinus di cui abbiamo un esempio in questo epigramma: "...Pegaseo dum se miratur fonte Berinus, interiit misere captus amore sui...", ricordiamo il Vescovo Berinus che battezzò nel 635 il Re sassone Guinigildo.  Personaggio di rilievo è stato il dotto friulano Giuseppe Berini, storico e botanico vissuto a cavallo tra il 1700 ed il 1800.
BERINO
BERRINI
BERRINO
Berino, quasi unico, sembrerebbe dell'area ligure, piemontese, Berrini è caratteristico del varesotto, di Taino ed Angera con sparute presenze nel vicino novarese, Berrino ha un ceppo piemontese, soprattutto a Bra nel cuneese, ed in Liguria a Cogoleto e Genova nel genovese ed a Savona ed Alassio nel savonese, dovrebbero derivare da forme ipocoristiche derivare dal vocabolo sia lombardo che piemontese bero (montone, agnello), di cui berin (agnellino) è la forma ipocoristica, indicando forse così che i capostipiti fossero dei pastori.
BERISSO Tipico della zona di Chiavari e Lavagna è molto raro, potrebbe essere di origine spagnola e derivare da un nome proprio, meno probabile una derivazione dal toponimo Berissa in Asia Minore.
BERLANDA
BERLANDI
BERLENDA
Berlanda è un cognome tipicamente trentino, di Trento, Pergine Valsugana, Arco, Isera e Cavedine in particolare, Berlandi, quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del precedente, Berlenda è quasi unico, esistono varie teorie sull'origine etimologica di questi cognomi, che vanno dalla più probabile, cioè una cognominizzazione del nome medioevale germanico Beriland composto dal termine ber (orso) con land (paese, terra), ad una derivazione da un soprannome legato al vocabolo tirolese wallender (vagabondo) attraverso varie corruzioni italiane fino a giungere al vocabolo dialettale trentino balandra (bizzarro) e di qui al termine berlanda.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Berlanda è un cognome originario della Valle dei Laghi. La sua etimologia è incerta: potrebbe derivare dal nome germanico Perelant (composto da 'berra' = "guerra" e 'lanth' = "ardito", col significato di "audace in guerra"); ma potrebbe anche essersi originato dal germanico 'wallen' = "andare in pellegrinaggio, camminare", da cui si è prodotto Wallender "girovago, vagabondo", poi corrotto in Ballender, Balandro, Balandra, Berlanda. In effetti, il dialettale "balandra" significava "stravagante, volubile, sbalestrato". Da Wallender è derivato anche il cognome VALANDRO, diffuso in Valsugana.
BERLANGERI
BERLANGIERI
BERLINGERI
BERLINGERO
BERLINGHIERI
BERLINGIERE
BERLINGIERI
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Berlangeri, unico, si trova solo a Platania (CZ), Berlangieri, rarissimo, è presente soprattutto in Campania, Berlingeri, oltre al ceppo calabrese, presenta nuclei originari anche nel nord del paese, per lo più nel genovese, Berlingero, unico, si riscontra solo a Vallecrosia (IM), Berlingiere, anch'esso unico, si trova soltanto a Cosenza, Berlingieri è diffuso soprattutto nel cosentino, nel napoletano e nell'isernino, Berlinghieri ha un ceppo maggiore nel messinese e ceppi minori anche nel nord, tutti questi cognomi si prestano ad almeno due ipotesi riguardo al loro significato. Una prima interpretazione li fa derivare dal nome provenzale Berenger o Bellenger, col significato di valoroso combattente (alcuni, tuttavia, ritengono che il nome sia d'origine germanica, formato dai termini beran, orso, e gaira, lancia, col significato, dunque, di orso con la lancia o lancia dell'orso, in relazione alla forza di questo animale). Un'altra interpretazione li fa invece derivare dalla voce arcaica berlingiere (o da sue varianti), col significato di chiacchierone, ciarlone: l'origine del termine va ricercata nell'antico francese brelenc o berlenc (tavola da gioco o da pranzo), da cui l'italiano berlengo, di uguale significato, e dunque il verbo berlingare, cioè chiacchierare, spettegolare, così che il berlingiere è letteralmente colui che chiacchiera molto. In definitiva, si tratta allora di cognomi derivati o dai nomi personali dei capostipiti o da soprannomi loro attribuiti.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Berlingeri, frequente a Catania città e Berlinghieri a Messina città e provincia, oltre che in Calabria, nel Salento e a Napoli. Nel 1158 è attestato ad Adernò un Willelmus Berlingerius. Cfr. Berlingiero nell'Orlando Furioso che potrebbe avere alla base l'antico francese bellengier = giocatore ai dadi, o l'antico italiano berlinghiere = chiacchierone. Rohlfs, 50.
BERLINGUER Specifico della Sardegna, deriva dal nome catalano Berenguer che deriva dal nome alto medioevale germanico Berengar (Berengario) in uso presso i Franchi.
BERLINGUER Specifico della Sardegna, deriva dal nome catalano Berenguer che deriva dal nome alto medioevale germanico Berengar (Berengario) in uso presso i Franchi.
BERLOCCO
BERLOCO
Berlocco, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione di Berloco, che è caratteristico di Altamura nel barese, e che potrebbe essere di origini normanne e derivare dal nome del paese di Berloch, una frazione di Languidic, un paese francese della Bretagna, come è pure possibile una derivazione in epoca successiva dal nome del paese di Brloh chiamata nel 1300 Berloch, di paesi con questo nome  ne esistono almeno tre nei pressi di Praga, paesi che potrebbero essere state le località d'origine del capostipite.
BERLOCHI
BERLUCCHI
Berlochi è praticamente unico, Berlucchi, abbastanza poco comune, è tipico del bresciano, di Brescia, Urago d'Oglio e Corte Franca, dovrebbero derivare dal nome medioevale francogermanico Berluc, che dovrebbe aver avuto il significato di pieno di fascino, prezioso.
BERLUSCONI Ha origine probabilmente dal vocabolo del dialetto milanese berlusch (strabico, storto) ed è situato nelle provincie settentrionali della Lombardia.
BERNA
BERNI
BERNO
Berna ha un ceppo lombardo, in particolare nel bresciano, uno in centro Italia ed uno nell'area dello stretto, nel messinese e nel reggino, Berni ha un piccolo ceppo triestino, ma il nucleo è situato tra Emilia e Romagna, Toscana e Lazio, Berno, decisamente veneto, è in particolare del padovano e delle vicine aree trevigiane e vicentine, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal nome medioevale Bernus o Berno derivato dal nome germanico Bern (Orso), di cui abbiamo un esempio in un documento pisano dell'anno 1161: "In nomine domini nostri Ihesu Christi Dei eterni. Anno ab incarnatione eius millesimo centesimo sexagesimo primo, decimo kalendarum aprilium indictione VIIII. Manifestus sum ego Allone filius quondam Berni quia tu Glandulfus abbas consentiente tibi omnibus fratribus tuis monachis ecclesie et monasterii Sancti Nicholai per hanc cartam libellario nomine ad censum persolvendum dedisti michi unam petiam de terra ..", o anche in una Carta venditionis dell'anno 1182 a Velate (MI): "Anno dominice incarnacionis milleximo centeximo hoctuageximo secondo, mensse agusti, indicione quintadecima . Cartam vendicionis ad propium fecit Berno filius quondam Anselmi de loco Casgiago , qui vivit lege Longobarda  , in manum Varixii filius quondam Paganus Millicie de loco Varixii et nunc abitatorem loco Vellate..", ma è pure possibile che possa trattarsi in alcuni casi di contrazioni del nome Bernardo. Tracce illustri di queste cognominizzazioni le troviamo con il poeta Francesco Berni (1498-1535).
BERNABOVI Bernabovi, estremamente raro, specifico del sudmilanese e pavese, e del massese, dovrebbe derivare da una forma arcaica del nome Bernabò (vedi Barnabè), di quest'uso abbiamo un esempio nel Ducato di Milano in epoca viscontea: "...Dum tandem impositam gauderent pendere multam. Elisabetha, quinta Ludo. Sponsi atavia: filia Bernabovis Ducis Mediolanensis e Regina, Beatrice comite Scalana : neptis Stephan. proneptis Mathai Vice comitum Mediolanensium Uxor Elisa tibi, quam casto in amore marito Bernabovi peperit, Scalanae gloria gentis Regina: Stephano comiti proavoque Mathaeo. Insignem pietate nurum: qua flumine magno Populifer, maris Adriaci delatus in undas, It Padus: et longis habitata Insubria Bardis, Anguigeris quondam iussa est parere Dynastis. ...".
BERNACCHI
BERNACCHINI
BERNACCHIONI
Bernacchi ha un ceppo lombardo tra nordmilanese e varesotto, un ceppo toscano tra lucchese, pistoiese e pisano, uno nell'aretino e perugino, ed uno romano, Bernacchini ha un piccolo ceppo in Toscana a Certaldo nel fiorentino ed a Orbetello nel grossetano, ed un ceppo più consistente nel maceratese a Montelupone, Macerata e Corridonia, Bernacchioni ha un ceppo toscano nel fiorentino, a Firenze, Reggello, Bagno a Ripoli e Figline Valdarno, ed un piccolo ceppo a Montecopiolo nell'urbinate, dovrebbero derivare, direttamente o tramite forme ipocoristiche diminutive o accrescitive, dal nome gallico Bernach latinizzato in Bernacus, ricordiamo con questo nome il santo contemporaneo di San Patrizio che evangelizzò il Galles, potrebbe anche derivare da soprannomi originati dal termine provenzale bernache (tipo di anatra), tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Perugia in un atto del 1347 dove si cita Bartolus Bernacchi canonico del Capitolo del convento della chiesa perugina.
BERNAGOZZI Bernagozzi è tipicamente emiliano, di Bologna e San Lazzaro di Savena nel bolognese, di Ferrara e del ferrarese, dovrebbe derivare dall'italianizzazione del nome medioevale germanico Bernegaudus, in epoca medioevale leggiamo di un tale Bernegaudus Ferrariensis autore di una Expositio super septem visiones libri Apocalypsis.
BERNARD Distribuito su tutto l'arco alpino, deriva dal nome Bernardo.
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
presente in modo significativo in almeno cinque province del nord Italia: Torino, Bolzano, Trento e Belluno. Cognome a diffusione regionale, in ognuna delle province questa forma cognominale è il prodotto di tradizioni locali diverse: quella provenzale e occitana della parte montana della provincia di Torino, quella tedesco-tirolese della provincia di Bolzano e infine la realtà veneta bellunese, in
una provincia, quella di Belluno, dove i cognomi di tipo dialettale sono particolarmente numerosi. Per curiosità si può anche ricordare che Bernard, come ortografia almeno, è identico in diversi paesi europei: Italia, Francia, Belgio, Germania, Austria, Gran Bretagna più qualche paese slavo.
BERNARDAZZI Ormai scomparso in Italia, Bernardazzi rimane ancora vivo in Francia ed in Svizzera, deriva da un ipocoristico del nome Bernardus.
integrazioni fornite da Giovanni Panzera
La famiglia Bernardazzi é presente nel Ticino meridionale da circa tre secoli. Oggi é diffusa in Ticino in varie regioni. Nel secolo scorso un ramo della famiglia ha impiantato una fornace ad Alice Bel Colle (AL) chiusa verso il 1910/1920. Fra i vari membri annotiamo la presenza di Carlo Bernardazzi impresario costruttore in Cordoba (Argentina) negli anni '20 del 1900.
BERNARDELLI
BERNARDI
BERNARDINELLI
BERNARDINELLO
BERNARDINI
BERNARDINO
BERNARDO
BERNARDONE
BERNARDONI
Presente in tutto il nord Bernardelli e in tutta la penisola, ma particolarmente al centro nord Bernardi ed al sud Bernardo, Bernardini è tipico del bolognese, Romagna e della fascia dell'Italia centrale, Bernardinelli, molto raro, parrebbe del veronese, Bernrdinello, più comune, è tipico dell'area che comprende il veneziano, il padovano ed il rovigoto, Bernardino, assolutamente rarissimo, potrebbe essere meridionale, Bernardo è molto diffuso in Campania, Calabria, Basilicata e nel Salento ed è presente in modo significativo a Pantelleria, Bernardone, molto molto raro, ha un ceppo abruzzese ed uno nel trapanese, Bernardoni, ha nuclei tra Milano e Varese, tra mantovano, modenese e bolognese, nel fiorentino e nel senese, questi cognomi hanno origini diverse tra le quali possiamo ritenere valide la derivazione dal nome tardo latino Bernardus o Bernardinus oppure dal germanico Baerhard (forte orso).
notizie ulteriori  fornite dal barone Ugo Antonio Bella
Diffuso  e molto frequente in tutta l'Italia nel tipo "Bernardi", con punte massime in Lombardia, nel Veneto e in Emilia, è proprio della Toscana e del centro (ma anche dell'Emilia e della Venezia Giulia, dove è specifica la variante Bernich. Alla base è il nome di origine germanica Bernardo, già frequente e documentato in italia dell'Alto Medio Evo, ma affermatosi nel XII e XIII secolo per il prestigio e il culto di San Bernardo di Chiaravalle, e l'ipocoristico apocopato Bèrna  e Bèrno (Bernus è attestato a Firenze nel 997). Bernardo è l'adattamento del nome franco Bernhard, formato dal germanico "beran - orso, e hardhu - duro, fortte, valoroso". Significato originario quindi " forte, valoroso come un orso".
BERNARDESCHI Bernardeschi è tipicamente toscano, dell'area livornese e pisana, di Livorno, Rosignano Marittimo e Cecina nel livornese e di Capannoli, Pontedera, Pisa e San Miniato nel pisano, con una presenza importante anche a Lucca, indica con il suffisso -eschi, una modificazione di stampo germanico della forma latina in -esi,  l'appartenenza ad un ceppo, probabilmente cadetto, dei Bernardi, tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel senese agli inizi del 1200, infatti in un atto del 1220 si legge: "..tertiam partem pro indiviso terre poste in loco qui dictum est Molendinum Bernardesarum in fluvio Merse in vado Bonacheta ad construendum et rehedificandum ibi molendinum ..".
BERNASCA
BERNASCHI
BERNASCO
BERNASCONE
BERNASCONI
Bernasca che Bernasco sono quasi unici e sembrerebbero lombardi, Bernaschi oltre al piccolissimo ceppo lombardo ne ha uno a Frascati (RM) ed a Roma, Bernasconi, presente in tutt'Italia, soprattutto in quella settentrionale, è prevalente in Lombardia e Piemonte, ma con ceppi significativi anche in Umbria e Lazio, potrebbero essere stati originati da nomi di località come Bernasca di Besano (VA) in Valceresio, Bernasca di Camnago nel sondriese dove esiste l'Alpe Bernasca,  o anche Prà Bernasca di Rivalta nel torinese, consideriamo inoltre che a Pombia nel novarese esiste un'area con questo nome, il vocabolo bernasca è di origine celta e significa valle o costa degli orsi, è pure probabile una derivazione da alterazioni del nome Bernardo.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bernasconi, Bernascone sono cognomi lombardi, derivano da Bernasca, frazione di Cannago Faloppio (CO), a sua volta da un nome gallico Barna; è diffuso soprattutto nella Lombardia nord-occidentale, anche se presenze più rare si trovano in tutta Italia e specialmente in Liguria. Lurati propende però a collegarlo, così come Ber(r)a, al germanico 'Bär' = orso, nonostante l'invitante correlazione al dialettale 'ber, bera' = ariete, pecora. Attestazioni scritte si hanno a partire dal 1577.
BERNAUDO Bernaudo ha qualche presenza campana, un ceppo nel foggiano a Castelnuovo della Daunia ed uno nel cosentino a Rogliano, Cosenza, Mangone e Rende,  dovrebbe derivare dal nome medioevale germanico Bernaudus, una forma alterata arcaica del più comune Bernardo, nome che troviamo in un testo della seconda metà del 900: "...Simili modo Girberto abbati Sancti Maxentii successit Bernaudus, qui recepit donum ab Aldearde vicecomitissa de coenobio Sancti Leodegarii, quod erat antiquitus juris Sancti Maxentii, post sepulturam mariti sui Arberti vicecomitis, et pro anima sua et filii Aimerici. ...".
BERNAZZANI Bernazzani è tipicamente lombardo, potrebbe essere stato originato dai toponimi Bernate (CO), (MI), (PV), o anche da forme etniche di aree del Bernina, ma è pure probabile una derivazione da alterazioni del nome Bernardo.
BERNAZZI
BERNIZZONI
BERNUZZI
BERNUZZO
Bernazzi, molto raro, è del senese, della zona di Monteroni D'Arbia e Montalcino (SI), Bernizzoni, molto raro, è del piacentino, Bernuzzi ha un nucleo nel pavese ed un ceppo non secondario nel parmense, Bernuzzo, estremamente raro sembrerebbe del vercellese o biellese, derivano tutti da modificazioni del nome Bernardo.
BERNELLI
BERNELLO
Bernelli, molto raro, è specifico di Mondovì e Pianfei nel cuneese, con un piccolo ceppo ad Afragola nel napoletano, Bernello, molto molto raro, ha un piccolo ceppo nel cuneese ed uno a Cavarzere nel veneziano ai confini con il rovigoto, si dovrebbe trattare di forme contratte di Bernardello, l'ipocoristico di Bernardo (vedi BERNARDELLI ), ma è pure possibile possa trattarsi di forme ipocoristiche del nome medioevale Berno (vedi BERNA).
BERNERI
BERNERIO
BERNERO
Berneri è tipicamente lombardo, di Brescia, Milano e Pieve Porto Morone nel pavese, Bernerio, quasi unico, è del milanese nella zona di confine con il novarese, Bernero, molto raro, ha un piccolo ceppo a Borzonasca e Chiavari nel genovese di Levante, dovrebbero derivare da Bernerius una forma betacistica del nome medioevale Vernerius, una latinizzazione del nome germanico Werner originato dalla fusione dei termini medioevali germanici warin (protettore) ed hari (esercito), con il significato di colui che protegge l'esercito, dell'uso di questo nome abbiamo un esempio in questo scritto medioevale: "..Apud Cartiniacum debebant monachi Sancti Albini duos solidos de censu uxori Herberti, Arenburge, et filiis suis. Sed Bernerius, monachus Sancti Albini et prepositus illius obedientie1, redemit illum censum de Arenburga et filiis suis, redactum ad sex denarios, uno quoque anno solvendos..".
BERNICH Molto molto raro è tipico triestino e dovrebbe essere di origini slovene e corrispondere al cognome Bernik derivato a sua volta dal latino Bernardus. (vedi Bernardi)
BERNIERI
BERNINI
Emilia e Toscana sono le aree dove Bernieri è più presente mentre Bernini lo si trova in tutto il centro nord, questi cognomi hanno origini diverse tra le quali possiamo ritenere valide la derivazione dal nome tardo latino Bernardus o Bernardinus oppure dal germanico Baerhard (forte orso) con varie modificazioni dialettali.
BERNOCCHI
BERNOCCO
Bernocchi, presente solo in Lombardia ed in Toscana, Bernocco ha un ceppo piemontese nel cuneese a Cherasco, Bra, Fossano e Racconigi, con un ceppo anche a Torino e nel barese ad Andria, Ruvo di Puglia, Corato e Bari, possono derivare da alterazioni del nome tardo latino Bernardus o Bernardinus, oppure dal germanico Baerhard (forte orso), ma la cosa più probabile è che derivino dal nome germanico Bernoch, nelle lingue longobarde, la parola bar o ber significa orso e la parola noch o nok significa testa, capo, cima, se consideriamo una derivazione longobarda, si può ritenere quindi che Bernocchi significasse "testa d'orso" o "cima dell'orso".
BERNOLA Bernola è un cognome tipico del basso Lazio, di Sezze nel latinense e di Supino nel frusinate, potrebbe derivare da una forma ipocoristica del nome medioevale Berna (vedi BERNA), ma è pure possibile possa trattarsi di una forma dialettale del nome Bernalda.
BEROLDI
BEROLDO
Beroldi, assolutamente rarissimo, è specifico della zona individuata dal pavese, alessandrino, genovese e savonese, Beroldo, abbastanza raro, è specifico del genovese, di Vobbia, Crocefieschi e Genova, dovrebbero derivare dal nome di origine franca Beroldus, una variante del più comune Bertholdus, dell'uso di questo nome abbiamo un esempio in una Carta venditionis
 del 1154 a Rosate nel milanese: "Anno dominice incarnationis milleximo centeximo quinquageximo quarto, undecimo die mensis marcii, indictione secunda. Constat nos Beroldum qui dicor de Morcianum, de loco Roxate, et Adelaxiam, iugalis, qui professi sumus lege vivere Longobardorum, michi que supra Adelaxie consentiente suprascripto Beroldo iugali et mondoaldo meo, ut lex  est, per interrogatione de propinquioribus parentibus meis, de quibus interrogata et inquisita et in eorum presentia et testium professa sum quod nullam patior violenciam, sed sponte hanc cartam vendicionis facere visa sum ...".
BERRETTA
BERRETTI
BERRETTINI
BERRETTINO
BERRETTO
Berretta ha vari ceppi sparsi qua e là in Italia, uno nel cuneese, alessandrino, savonese e genovese, uno nel bolognese, fiorentino, pisano e livornese, uno nel pesarese, perugino, ternano, viterbese e romano ed uno nel catanese, Berretti ha un piccolo ceppo nel reggiano, un ceppo romagnolo nel ravennate, forlivese e riminese ed uno in Toscana in particolare nel fiorentino e nel grossetano, Berrettini ha un ceppo nell'area che comprende il senese, il perugino, il maceratese e l'anconetano, ed uno a Roma, Berrettino, quasi unico, è meridionale, Berretto, molto molto raro, è tipicamente siciliano di Vizzini nel catanese, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal fatto di essere i capostipiti dei produttori di berretti o di avere gli stessi l'abitudine di indossarne di particolari.
BERRETTARI Berrettari, quasi unico, è dell'area fiorentino, aretina, dovrebbe derivare da un soprannome del capostipite, probabilmente un fabbricante di berretti.
BERRI Specifico del pavese, dovrebbe derivare indicare una provenienza dalla provincia francese del Berry o essere legato in qualche modo al casato nobile dei Duchi di Berri di cui si ricorda il mecenate Jean de France, duc de Berri (1340-1416) zio di Carlo VI°.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
II cognome Berri, poco rappresentato nel Modenese, richiama i nomi locali Berri savonese e Berri cuneense e ad essi andrà congiunto. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese, 1996.
BERRIGHI Berrighi, non comune, è tipico del livornese, di Campiglia Marittima in particolare e di Castagneto Carducci e Piombino, dovrebbe derivare dal nome medioevale germanico Baldrich composto dall'unione dei termini bald (coraggio) e rich (ricco), attraverso una modificazione dialettale.
BERRO Berro, molto raro, sembrerebbe originario della zona di Bordighera nell'imperiese, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul vocabolo ligurepiemontese bero (montone, agnello), indicando forse così che il capostipite facesse di mestiere il pastore.
BERRUTI
BERRUTO
BERRUTTI
BERRUTTO
Cognome tipico dell'area ligure piemontese Berruti,  tipico del torinese Berruto, Berrutti, assolutamente rarissimo e Berrutto quasi unico, sono dovuti molto probabilmente ad errori di trascrizione dei precedenti, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal vocabolo tardo latino berrutum (biroccio, carretto) ed essere quindi legati all'attività di carraio.  Già nel 1300 tra i nobili tortonesi troviamo i Berruti che sedevano al Consiglio dei Savi, alla Credenza e al Consiglio generale della città.
BERSAN
BERSANI
BERSANO
Bersan è specifico del veronese, Bersani è tipico del nord Italia con epicentro in Emilia e nel sud della Lombardia, Bersano è decisamente piemontese, derivano dal nome medioevale Bersanus di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico Bresciano in una Cartula Venditionis del 15 marzo 1198 redatta a Nuvolento (BS): "...Signum + manum testium ibi fuerunt Bersanus conversus et Iohannes Verone, Leonardus atque Truckellus de Cuncis testes rogati..." . Nel 1436 Chilisto de Bersani da Brescia viene eletto Podestà di Scalve direttamente dalla Repubblica Veneta, nei primi anni del 1700 troviamo un Giulio Cesare Bersani Croce capitaneo della città di Monza.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Come i cognomi Bresciani e Bressàn (d'area veneta) indicano la loro provenienza da Brescia, così pure il modenese Bersani, che è la forma dialettale emiliana bersàn «bresciano». Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese, 1996.
BERSANTI Bersanti, estremamente raro, dovrebbe essere una forma alterata del cognome Barsanti  (vedi BARSANTI).
BERSELLI
BERSELLINI
BERSELLINO
Berselli è tipico della fascia che comprende le province di Reggio, Modena e Bologna, Bersellini è molto raro ed è specifico del parmense, Bersellino è ormai quasi scomparso, potrebbero derivare dal toponimo Bersellus (la moderna Brescello).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Berselli è un cognome diffuso soprattutto in area modenese-reggiana. Deriva dal toponimo Brescello (RE), nel dialetto bersèl, ed indica gli oriundi di detto centro, l'antico Brixellum, filiazione di Brixia, Brescia, città dei Galli Cenomani. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese, 1996.
BERSEZIO Tipico di Cuneo, deriva dal toponimo Bersezio di Argentera (CN).
BERT Bert è tipicamente piemontese del torinese, di Torino, Villar Dora, Pinasca, Bricherasio, Almese, Caprie e Pinerolo, con un ceppo a Mezzolombardo in Trentino e presenze sparse nel Friuli, dovrebbe derivare dal nome germanico Berth originato dal termine medioevale germanico berth (lucente, splendido, splendore).
BERTACCA Bertacca è specifico di Viareggio nel lucchese, dovrebbe derivare da nomi di località come Cà Bertacca nello spezzino o Bertacca di Castell'Arquato nel piacentino, o altre simili.
BERTACCHI
BERTACCHINI
BERTACCO
Bertacchi ha un ceppo fra Milano e Bergamo ed uno tra Modena e Bologna, Bertacchini, molto diffuso nel modenese  e nelle zone limitrofe del reggiano e del bolognese, ha un ceppo anche nel bresciano a Caino nel bresciano ed uno ad Aulla nel massese, Bertacco è tipicamente veneto, del vicentino in particolare, di Marostica, Conco, Trissino, Vicenza e Bressanvido, derivano tutti da modificazioni dell'aferesi di nomi come Roberto, Alberto o Umberto, nel 1500 troviamo troviamo tracce di queste cognominizzazioni a Vagli nel lucchese dove il parroco si chiama Petrus Bertachius, nella seconda metà del 1500 Dominicus Bertacchius nato a Camporgiano (LU) è il Medico personale di Alfonso II° d'Aragona, nel 1600 Carolus Bertacchius di Modena è noto come giureconsulto.
BERTACCI
BERTAZZI
BERTAZZO
Bertacci è specifico del bolognese, di Camugnano, Castel di Casio, Casalecchio di Reno e Bologna, Bertazzi è specifico del bresciano, di Polpenazze del Garda, Desenzano del Garda e Brescia, con un ceppo importante anche a Milano, Bertazzo ha un ceppo tra Piemonte e Lombardia, nell'area che comprende l'alessandrino, il novarese, il vercellese, il pavese. il varesotto ed il milanese, ed un ceppo in Veneto, tra vicentino e padovano soprattutto, dovrebbero derivare da una forma aferetica di un ipocoristico del nome Alberto, prima passando per Albertaccio, poi Albertazzo e quindi Bertazzo, nome probabilmente portato dai capostipiti.
BERTAGLIA Bertaglia sembrerebbe specifico dell'area ferrarese, rovigota, con ceppi forse non secondari anche in Piemonte, si dovrebbe trattare di una forma patronimica del nome Berto, il suffisso -aglia sta ad indicare il gruppo dei figli di un Berto (vedi BERTE'), abbiamo tracce di questa cognominizzazione a Cento nel bolognese nel 1403: "Nativitati ejusdem Anno Millesimo quadrigentesimo tertio.. ..Congregatis simulque coadunati Hominibus Castri Centi Dioecesis Bononiensis ad Arengum, et Concionem sono Campanae et voce praeconis super Domum Commumis .et mandato Discretorum Virorum Guidanis Jacobi de Busigattis, et Antonij Ser. Goannis de Baschinis Confulum dicti Castri, nec non Benedicti quandam Martini Gucy de Bertaglia ejusdem Castri.".
BERTAGNA
BERTAGNI
BERTAGNIN
BERTAGNINI
Bertagna ha un ceppo tra bresciano, mantovano e veronese, uno nel torinese ed uno tra spezzino, massese e lucchese, Bertagni ha un ceppo a Genova ed uno nel lucchese, Bertagnini, molto raro, sembra essere tipico di Carrara (MS), Bertagnin ha un nucleo tra San Bonifacio (VR) e Legnago (VI), ed uno a Calalzo Di Cadore (BL), sembra improbabile una derivazione da Bertagna, forma arcaica per Bretagna, dovrebbero derivare da nomi gotici, longobardi e germanici contenenti la radice germanica bertha (luminoso) o quella celtica bert (portatore). Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Pisogne (BS) nella seconda metà del 1700, in un atto viene citato un certo Giovan Battista Bertagni di Pisogne.
BERTAGNOLI
BERTAGNOLLI
BERTAGNOLLO
BERTAGNOLO
Specifico della provincia di Verona Bertagnoli, Bertagnolli invece è del Trentino Alto Adige, Bertagnolo e Bertagnollo, praticamente unici, sembrerebbero del rovigoto, potrebbero derivare dall'etnico di Bertagna, forma alterata di Bretagna usata nel Veneto nel 1500 come dimostra questo pezzo tratto dal Relazione di Francia di Marino Giustinian del 1535: "...E perché le cose di Milano hanno certa colliganza con vostra serenità, perché, o ad una via o all'altra, esse ponno alterare la fortuna sua, dico che se bene il re cristianissimo ha per principale obietto la grandezza di Cesare, non però si parte dalle ragioni di successione che egli dice avere nello stato di Milano e nella contea d'Asti: aggiognendovi il gran desio che egli ha di allogare monsignor d'Orliens in quello stato, per il dubio che ha che egli non vogli aver la duchea di Bertagna. Della recuperazione dello stato di Milano sua maestà ha avuto diverse speranze...."., ma possono anche derivare da variazioni di nomi gotici, longobardi e germanici contenenti la radice germanica bertha (luminoso) o quella celtica bert (portatore) ...berto. (vedi Bertagna)
BERTAGNON
BERTAGNONI
Molto molto raro Bertagnon sembrerebbe del padovano, Bertagnoni, ancora più raro, parrebbe vicentino, dovrebbero derivare da nomi gotici, longobardi e germanici contenenti la radice germanica bertha (luminoso) o quella celtica bert (portatore) ...berto.
BERTAINA Bertaina è tipico di Cuneo e dei paesi vicini, dovrebbe derivare dal nome medioevale Berteraymus (Bertaino) di cui abbiamo un esempio a Celano (AQ) nel 1200: "...Berteravmus Berlingerio, Milis habet in donum medietatem Turris Montanarii de comitatu Celani, propter rebellionem Montanari de Palena ...", ma è pure possibile che derivi in alcuni casi da toponimi come Bertaina, frazione di Bernezzo (CN).
BERTANI
BERTANO
Bertani è un cognome tipicamente emiliano, ma con ceppi anche in Liguria, Lombardia e Veneto, Bertano, assolutamente rarissimo, sembra specifico di La Spezia, derivano dal nome medioevale Bertanus di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale in una Charta Consensi scritta nell'anno 1197 a Varese: "...Guifredus de Henduno et Bertanus de Aci, omnes vicini de loco Galliate, et Gualbertinus Birianus et Ardicionus Birianus, item vicini de ipso loco, dixerunt omnes et consentierunt per omnia in electione sacerdotis...", troviamo tracce di queste cognominizzazioni a Venezia nella seconda metà del 1500 con il libraio tipografo Ioannes Antonius Bertanus.
BERTANZA
BERTANZETTI
BERTANZI
Bertanza è specifico del bresciano della zona di Concesio, Bertanzetti, estremamente raro e Bertanzi, ancora più raro, sembrano essere originari della Val Sabbia gardesana nel bresciano, dovrebbero derivare dal nome germanico Berthans; tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Capovalle fin dal 1600, e sul Garda fin dal 1500, personaggio famoso è stato il pittore cinquecentesco Giovanni Andrea Bertanza nativo di Padenghe (BS).
BERTARELLI
BERTARINI
BERTATINI
Specifico dell'Emilia e Romagna Bertarelli, dell'Emilia e della Lombardia Bertarini, presente solo in provincia di Milano Bertatini (probabile un errore di trascrizione del cognome Bertarini), tutti questi cognomi derivano da variazioni di nomi gotici, longobardi e germanici contenenti la radice germanica bertha (luminoso) o quella celtica bert (portatore) ...berto.
BERTASI
BERTASINI
BERTASO
Bertasi ha un ceppo nel milanese, uno tra bresciano, mantovano e veronese, ed uno tra rovigoto e ferrarese, Bertasini è specifico del veronese, di Villafranca di Verona, San Giovanni Lupatoto, Verona e Sommacampagna, Bertaso è specifico del veronese, di Verona, San Bonifacio e Grezzana, dovrebbero derivare, direttamente o tramite un ipocoristico,  da una latinizzazione del nome germanico Berhtwald, composto dai termini berhta (luce, brillante, splendente) con l'aggiunta del termine  wald (governo), con il significato di chi governa in modo illuminato, nome probabilmente portato dai capostipiti.
BERTE'
BERTI
BERTO
Bertè è abbastanza raro, sembrerebbe avere 3 ceppi nel messinese, nel piacentino e nel Trentino, Berti è diffuso in tutta l'Italia centro settentrionale, Berto presenta un ceppo Veneto ed uno lombardo piemontese, possono derivare dall'aferesi del nome latino Libertus (tipico di schiavo messo in libertà) come possono pure derivare dal nome medioevale Bertus a sua volta proveniente dal vocabolo longobardo bertha (luminoso) o dal celtico bert (portatore), o anche dall'aferesi di nomi come Adalberto, Giselberto, Otberto e simili; l'uso di questo nome è presente ad esempio a Firenze nel 1300, dove troviamo un Bertus de Busticis.  Tracce di questa cognominizzazione si trova in un manoscritto del 1404 dove si legge: "...per me Iohannem Bertum de Foroiulii (Cividale) scripturae finem adumpsit 1404 fluente mensis augusti luce 19 dum Bononiae in domo spectabilium militum Domini Melchionis et Barptolomei de Mozolis de Bononia permanerem....".
BERTEA Tipico piemontese, di Pinerolo (TO) e dintorni, è molto molto raro, dovrebbe derivare da una modificazione dell'aferesi di nomi come Alberto; tracce a Pinerolo di questo cognome si hanno almeno dal 1700.
BERTELLA
BERTELLE
BERTELLI
BERTELLINI
BERTELLINO
BERTELLO
BERTELLONI
BERTELLOTTI
Bertella ha un ceppo bresciano a Toscolano Maderno, Gargnano, Gardone Val Trompia, Gardone Riviera, Villanuova Sul Clisi e Brescia, ed un ceppo nello spezzino a Lerici, Arcola, Castelnuovo Magra e La Spezia, Bertelle è specifico veneto, del bellunese in particolare, di Pedavena, Feltre, Lozzo Atestino, Fonzaso e Seren del Grappa, Bertelli è diffuso in tutto il nord, Lombardia Emilia, Veronese e Toscana settentrionale in particolare, Bertellini è specifico del mantovano di Suzzara, Gonzaga e Pegognaga, Bertellino sembrerebbe tipico di Nole (TO), Bertello è caratteristico del piemonte occidentale, di Torino, Bra (CN), Moncalieri (TO) e Montaldo Roero (CN), Bertelloni sembrerebbe specifico di Massa e della sua provincia, Bertellotti è specifico della provincia di Lucca, di Pietrasanta, Stazzema, Forte dei Marmi e Seravezza, derivano tutti da forme ipocoristiche, anche complesse, del nome medioevale Bertus (vedi BERTE'), ma è pure possibile una derivazione da toponimi come Casa Bertella (PV), Fontana Bertelli (BG) citata ad esempio in un Iudicatum del 1023 a Bergamo: "...videtur non multum longe da Fontana que Bertelli dicitur..." o anche altri, come leggiamo in una Cartula commutationis del 1059 sempre a Bergamo: "...in loco qui dicitur Castanee Bertelli prope Calfe...".
BERTENI Berteni è tipicamente lombardo, di Manerbio, Angolo Terme e Carpenedolo nel bresciano e di Castiglione delle Stiviere nel mantovano, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale arcaico basato sul termine bertenna (della vacca), probabilmente indicante il mestiere di mandriano o di addetto alle stalle svolto dal capostipite.
BERTERAME
BERTERAMO
Berterame ha un piccolo ceppo ad Empoli ed uno nel potentino ad Abriola, Potenza e Viggiano, Berteramo ha un ceppo a Cerignola nel foggiano.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Berterame, che, assieme alla sua variante Berteramo, nasce da un adattamento del personale germanico Bertram, col significato di corvo splendente o illustre (vedi Beltrama). Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
BERTESI Bertesi, sicuramente del modenese, sembrerebbe originario della zona di Carpi, il suffisso-esi dovrebbe stare ad indicare quelli del Berto (vedi BERTE') e riferirsi quindi alla discendenza di un certo Berto.
BERTIN
BERTINA
BERTINELLI
BERTINETTI
BERTINETTO
BERTINI
BERTINO
Bertin, tipico veneto, sembra essere particolarmente diffuso nel padovano, Bertina, assolutamente rarissimo, parrebbe piemontese, Bertinelli ha vari piccoli ceppi in Lombardia ed in Emilia, con un ceppo significativo nel parmense e nel bolognese, un ceppo nel perugino ed uno a Roma, Bertinetti è tipicamente piemontese, specifico di Torino e di Baldissero torinese, Buttigliera Alta e Castiglione Torinese nel torinese e di Mongrando nel biellese, Bertinetto è specifico del Piemonte occidentale, di Cavour, Torino, Villafranca Piemonte e Piossasco nel torinese,  Bertini è diffuso in tutto il centronord, particolarmente in Toscana, Bertino ha un nucleo piemontese, nel torinese in particolare ed uno siciliano, tra messinese e catanese, derivano tutti, direttamente o tramite alterazioni dialettali o ipocoristiche, dal nome medioevale Bertinus, di cui abbiamo un esempio nel Monferrato nel 1300: "Anno domini millesimo cccv, indizione tercia, die martis VIII mensis marcii, in burgo Tridini sub caxina marchionatus, presentibus... ...Thome de Guasto, Bertino de Castagnolio, et pluribus aliis testibus vocatis et rogatis...", nome che deriva a sua volta da un ipocoristico del nome Berto (vedi BERTE'). Troviamo tracce di queste cognominizzazioni a Lucca fin dal 1400.
BERTINAT Bertinat, assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico di Bobbio Pellice e Torre Pellice nel basso torinese, dovrebbe derivare da un'alterazione dialettale del nome francese Bertinaud, una forma ipocoristica del nome Bertinus (vedi BERTIN), ma non si può escludere anche una possibile derivazione dal nome del paese francese di Bertinat in Aquitania.
BERTOCCHI
BERTOCCHINI
BERTOCCHIO
BERTOCCO
Bertocchi ha un nucleo lombardo tra le province di Milano, Bergamo e Brescia. un ceppo toscoemiliano nella fascia tra le province di Massa, Lucca e Bologna ed un nucleo a Trieste, Bertocchini, molto raro, è tipico del lucchese, Bertocchio, assolutamente rarissimo, è specifico della zona tra Pinerolo e Perosa Argentina, Bertocco, sicuramente veneto, è tipico del padovano e veneziano, derivano da modificazioni dell'aferesi di nomi come Roberto, Alberto, Umberto o Ruperto. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Bologna nella seconda metà del 1400 con il letterato Dionysius Bertochus.
BERTOGLI
BERTOGLIA
BERTOGLIO
BERTOLLI
BERTOLLINI
BERTOLLO
Bertogli, molto raro, è tipico del modenese, di Palagano e Modena in particolare, Bertoglia è quasi unico, Bertoglio è tipico dell'Italia settentrionale centroccidentale, del bresciano, del milanese, del pavese, del lodigiano e del cremonese, del genovese e savonese, del vercellese, torinese e cuneese, Bertolli sembra avere oltre ad un ceppo nel milanese e varesotto, anche uno nel pistoiese ed uno nel trentino, Bertollo è tipico del vicentino e padovano, Bertollini molto raro è della provincia di Roma, dovrebbero derivare dal nome medioevale Bertolius, una variazioni del nome medioevale Bertus a sua volta proveniente dal vocabolo longobardo bertha (luminoso) o dal vocabolo celtico bert (portatore), del nome Bertolius abbiamo un esempio ad Aquileia datato 1619 un opera lignea dovew si può leggere "Bertolius ligno incidit".
BERTOLA
BERTOLAIA
BERTOLAN
BERTOLANI
BERTOLAZZI
BERTOLETTI
BERTOLI
BERTOLIN
BERTOLINI
BERTOLINO
BERTOLO
BERTOLONE
BERTOLONI
BERTOLOTTI
BERTOLOTTO
BORTOLI
BORTOLINI
BORTOLINO
BORTOLAZZI
BORTOLO
BORTOLOT
BORTOLOTO
BORTOLOTTI
BORTOLOTTO
Bertola e Bertolotti sono tipici della zona centrooccidentale dell'Italia settentrionale, Bertolaia, rarissimo, è tipico milanese, Bertolan, quasi unico, sembrerebbe veneto, Bertolani è tipico del modenese e delle vicine province di Mantova, Reggio Emilia e Lucca, Bertolazzi ha un ceppo nel milanese, uno tra veronese e bresciano ed uno nel parmense, Bertoletti, tipicamente lombardo è specifico della zona che comprende bresciano, bergamasco, milanese e cremasco, Bertoli, Bertolini e Bortolotti sono diffusi in tutto il nord, Bertolin è tipicamente veneto, particolarmente diffuso nel padovano e nel veneziano, Bertolino è tipicamente piemontese, Bertolo ha un ceppo nel torinese ed uno nel Veneto, Bertolone ha un ceppo piemontese, in particolare tra vercellese, biellese e torinese, un ceppo genovese ed uno siciliano, soprattutto nel nisseno e nel catanese, Bertoloni è invece tipico del bresciano, di Mazzano, Brescia e Travagliato, Bertolotto è decisamente pimontese e ligure, del torinese, cuneese, savonese, genovese e spezzino in particolare, Bortoli ha un ceppo vicentino ed uno modenese, Bortolazzi ha un ceppo veronese ed uno emiliano, Bortolini ha un ceppo nel basso trentino, uno veneto, in particolare nel trevigiano, ed uno tra modenese e bolognese,  Bortolino è quasi unico, Bortolo, assolutamente rarissimo, parrebbe del milanese, Bortolot è specifico di Vittorio Veneto nel trevisano e di Zoppè di Cadore e Lentiai nel bellunese, Bortoloto, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione di Bortolotto che ha un nucleo veneto in particolare a Resana, Castelfranco Veneto, Conegliano, Vittorio Veneto e Treviso nel trevisano, a Padova, Maserà di Padova, Albignasego ed Abano Terme nel padovano, a Vicenza ed a Venezia, derivano tutti, direttamente o tramite modificazioni ipocoristiche o accrescitive, dal nome medioevale Bartolus, Bertolus o Bortolus (Bartolomeo) di cui abbiamo un esempio in questi atti medioevali: "...Postquam super venit Bartolus predictus filius dicti Sanctis...", "...Bertolus filius quondam Petri de Ceronibus, Zeninus dictus Cuchetus de Buscho,..." ed a Trento nel 1649 leggiamo: "...Spectabiles domini notarii Bortolus Nicolini de Prasio et Felix Honoratus de Bono ambo Iudicariarum...", o da variazioni come questa in una Cartula Donationis dell'anno 1165 a Pavia: "Anno ab incarnatione domini nostri Iesu Christi millesimo centesimo sexagesimo quinto, quarto die mensis septembris, indictione tercia decima. Tibi Ottoni de Bibiano, filio quondam Rufini, nos Bertolottus, filius quondam item Rufini de Gumberto, et Sigebaldus, pater et filius, qui professi sumus ex nacione nostra lege vivere Longobardorum, ipso genitore meo mihi consentiente et subter confirmante, amici et benecupientes atque donatores tui presentes presentibus dicimus...". Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio nella seconda metà del 1700 nel Trentino con il conte Lodovico Bertolazzi di Trento e in Valtellina dove Andrea Bertola fu Santino di Bianzone è Decano della magnifica comunità di Bianzone per l'anno 1796.
BERTOLDI
BERTOLDO
Bertoldi è diffuso in tutto il centro nord ed è probabilmente originario del Veneto occidentale e del Trentino, Bertoldo sembra avere un ceppo nel cuneese, uno nel nord milanese ed uno nel Veneto e Lombardia orientale, derivano dal nome medioevale di origini longobarde Bertholdus di cui ad esempio si hanno tracce nel 1100 nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale, dove si legge: "...predictus Otto dedit vuadiam in manu suprascripti Anselmi et ad partem suprascriptorum germanorum suorum tamquam ad suam, ita ut postquam Bertoldus et Incaldia, germani infantuli, nepotes ipsius Ottonis et fillii quondam Arderici,..." e nel 1200 a Cividale (UD) come prototipo di cognominizzazione: "...D. Bertoldus Dei gratia S. Sedis Aquilegensis Patriarcha investivit Magistrum Valterium scutarium eiusque liberos et heredeset omnes ex eo descendentes in perpetuum de quadam domo sita in curia Patriarchali ante solarium civitatense...".
BERTOLERO Bertolero, estremamente raro, è tipicamente piemontese, del torinese, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica riferita ad un capostipite il cui padre si fosse chiamato Bertolo, tracce di questa cognominizzazione le troviamo agli inizi del 1700 con lo stampatore Francesco Bernardo Bertolero.
BERTOLIZIO
BERTOLIZZI
BERTOLUCCI
BERTOLUZZI
BERTOLUZZO
Sia Bertolizio che Bertolizzi sono quasi unici, sicuramente del nord Italia, Bertoluzzi, assolutamente rarissimo, è leggermente meno raro, Bertoluzzo, molto molto raro, ha un ceppo tra vicentino e padovano ed uno tra cuneese e savonese, Bertolucci è sicuramente il più diffuso, tipico della Toscana nordoccidentale, delle province di Massa e Lucca soprattutto, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Bertolicius o Bertolutius, di cui abbiamo un esempio in un atto dell'anno 1301: "Questio domini Bertolutii de Pretis doctoris legum disputata sub MCCCI die tertia intrante apreli. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti amen. Questio talis est: cavetur in statuto communis Bonon. In alio cavetur quod nullus de lingua forasteria possit habere officium. ...".
BERTOLUSSO Bertolusso è tipicamente piemontese, di Sommariva Perno nel cuneese in particolare, dovrebbe derivare da una forma ipocoristica dialettale del nome medioevale Bartolus (vedi BARTALI), da Bartolo a Bertolo, poi Bertoluccio e di lì a Bertolusso, o anche da forme aferetiche di nomi di origine franca terminanti per -berto, come ad esempio Guiniberto o Ariberto.
BERTOMORO Cognome apparentemente di origine veneta, ma presente anche in provincia di Milano ed in Piemonte e Liguria, potrebbe essere stato originato da un Berto il Moro soprannome indicante uno scuro di capelli o di carnagione.
BERTON
BERTONA
BERTONE
BERTONI
Berton è tipico veneto, Bertona è specifico della zona di Borgomanero e Cressa nel novarese, Bertone è tipico del Piemonte e Liguria occidentali, con un ceppo anche nel napoletano ed iserniese, Bertoni è tipico di Lombardia, Emilia e Liguria orientale, con ceppi anche nella Toscana nordoccidentale e nell'udinese, derivano da modificazioni del nome medioevale Bertus (vedi Bertè), modificazione di cui abbiamo tracce già in epoca longobarda, come possiamo leggere in un atto del 753 stilato in Piacenza, dove si può leggere: "...Signum + manus Bertoni filio quondam Antonino uiri honesti exercitalis testis...", potrebbero anche derivare dal termine bertone che in epoca medioevale indicava chi avesse le orecchie mozzate o anche chi fosse figlio di una donna di malaffare.
integrazioni fornite da Daniele Zaia
Etimologia alternativa per questi cognomi potrebbe essere riferito al termine medioevale bertone, con questo termine gli italiani fino al 1400 indicavano i mercanti provenienti dal Nord Europa.
BERTONATI
BERTONATTI
Bertonati è decisamente ligure, caratteristico dello spezzino, di La Spezia in particolare e di Riccò del Golfo di Spezia e Riomaggiore, Bertonatti è praticamente unico, dovrebbero derivare da un'italianizzazione del nome franco, provenzale Bertonnaud, una forma ipocoristica del nome germanico Berthon, che origina dal termine medioevale germanico berht  (brillante, luminoso).
BERTONCELLI
BERTONCINI
Bertoncelli ha un ceppo nel novarese, uno nel veronese e vicino bresciano ed uno nel modenese e bolognese, Bertoncini è tipico dell'area che dal piacentino arriva al pisano, tramite il parmense, il massese ed il lucchese, derivano da una variazione ipocoristica di un accrescitivo del nome Bertus (vedi Berton)
BERTORELLA
BERTORELLI
BERTORELLO
Bertorella è unico, Bertorelli è specifico del parmense, di Bardi, Parma e Salsomaggiore Terme con ceppi anche a Piacenza e nel pavese, Bertorello ha un grosso nucleo genovese ma presenta ceppi anche piemontesi a Paesana, Revello e Rifreddo nel cuneese ed a Torino, derivano dal nome medioevale Bertorellus, di cui abbiamo traccia nel Monferrato fin dal 1300, si tratta di una forma ipocoristica del nome Bertus.
BERTOS
BERTOSSI
BERTOSSIO
BERTOSSO
BERTOZZI
BERTOZZO
Bertòs, molto molto raro, è tipico delle province di Gorizia e Trieste, Bertossi è molto diffuso in tutto l'udinese, Bertossio è specifico di Tricesimo (UD), Bertosso, estremamente raro, parrebbe veneto, Bertozzi è molto diffuso in Emilia, Toscana settentrionale e pesarese, con un ceppo anche tra milanese e novarese e nel bresciano, ed uno a Roma, Bertozzo, molto raro, è specifico dell'area che comprende il veronese ed il vicentino, dovrebbero derivare tutti da modificazioni dialettali dell'aferesi di forme ipocoristiche di nomi come Alberto, Umberto, Roberto ecc.
BERTOTTI
BERTOTTO
Bertotti sembrerebbe avere due ceppi, uno trentino ed uno piemontese, Bertotto è tipico veneziano con un ceppo, probabilmente secondario, in Piemonte, derivano dal nome medioevale Bertus a sua volta proveniente dal vocabolo longobardo bertha (luminoso) o dal celtico bert (portatore).
notizie ulteriori  fornite da Luca Bertotti
per approfondimenti: http://www.bertotti.it/storia.asp

La Storia della Famiglia Bertotti inizia alla fine del 1400 in una località ancora oggi chiamata Oltrecastello di Povo che, a quel tempo, faceva parte del distretto e della giurisdizione di Trento. Oltrecastello, a quel tempo, contava sì e no una cinquantina di abitanti e tra questi vi era già formata una famiglia: i Bonvecchio, ancora oggi esistente. Tra i membri di questa famiglia c'era un personaggio nato attorno al 1468 di nome Berto, che diede origine al cognome che ancora oggi i Bertotti portano. Berto nel 1493 diventò padre di Cristoforo , il quale assieme a dei fratelli, è menzionato in una pergamena del 1541 per una vertenza con il Comune di Povo, con la quale, il Massaro Vescovile autorizza i detti fratelli a far pascolare solo per 12 giorni l'anno le loro 400 pecore, pagando una tassa per quelle condotte dal Mantovano, che saranno poi tenuti a foraggiare con fieno proprio. Nel 1547 Cristoforo, indicato nell'Atto Notarile "Ser Cristophoro f.q. Berti dicti de Bovechio", acquista del terreno "arativo, vineato e rabullato (prativo)", come si soleva scrivere, a Povo in località detta "Cornicchio" per la somma di 447 Ragnesi (fiorini del Reno), pagando in "ducati aurei" e fiorini d'argento, acquistando dagli eredi del fu Nobile Signore Giovanni Battista de Geremia, Consigliere di Sua Maestà del Sacro Romano Impero. Questo è l'inizio del cognome Bertotti. Cristoforo per la prima volta è indicato con il patronimico latino derivato dal nome del padre e quindi i figli di Berto sono divenuti i Bertoti. E' in questo periodo che i cognomi della gente comune si definiscono e anche per i Bertotti la necessità di distinguersi dal resto della Famiglia Bonvecchio ne fa assumere uno proprio.
BERTRAND
BERTRANDA
BERTRANDI
BERTRANDO
Bertranda, quasi unico, è del Piemonte occidentale, Bertrandi, altrettanto raro, è del nord Italia, sia Bertrand che Bertrando, assolutamente rarissimi, sono del torinese, con presenze anche nel milanese, dovrebbero derivare dal nome germanico Bertrand composto dai termini berht (luminoso) e hramn (corvo), l'uso di questo nome sia al maschile che al femminile lo troviamo in un testo del 1200: "...Anno quo supra nonas iulii Bertranda uxor quondam Bertrandi de Mons, uxor Iordani de Lantario t.i. nichil. Dixiit tamen quod vidit Alamandum de Roaxio de h. cond. in domo i.t. apud Tholosam et resalutavit ipsum et rogavit i.t. quod rogaret maritum suum pro ipso, quod ipsa facere noluit, sed dixit viro suo sic: "Alamandus rogavit me quod rogarem vos pro ipso". Aliter non rogavit ipsum virum suum pro dicto heretico....".
BERTUCCELLI
BERTUCCI
BERTUCCIO
Bertuccelli ha un ceppo tra lucchese e massese ed uno nel messinese, Bertucci ha ceppi nel genovese, nel lucchese, nel Lazio, in Calabria ed in Sicilia, Bertuccio, molto più raro, ha un nucleo nel messinese ed un ceppo nel genovese, derivano da modificazioni ipocoristiche semplici o composite del nome Berto (vedi BERTE'), o dall'aferesi di diminutivi di nomi come Lamberto, Roberto o simili, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Roma nel 1400 con il Notario Apostolico Lamberto Bertucci.
BERTUGLI
BERTUGLIA
Bertuglia, molto raro, sembra originario del trapanese, Bertugli, ancora più raro, sembrerebbe del modenese.
BERTULLI
BERTULLO
Bertulli, molto raro, ha un ceppo nel bresciano ed uno nelle Marche tra Pesaro e Fano, Bertullo, praticamente unico, potrebbe essere del reggino, derivano da modificazioni del nome medioevale Bertus (vedi Bertè).
notizie ulteriori  fornite da Cesare Bertulli
Verosilmilmente, data la radice, il nome è di origine Carolingia o Longobarda. A Travagliato (Brescia) I Bertulli sono già presenti alla fine del 1400 e  numerosi Bertulli risultavano in Brescia, città della cui cittadinanza godevano. La genealogia dei Bertulli di Travagliato è già stata ricostituita dalla fine del XV° secolo. La presenza di numerosi Bertulli a Fano e Pesaro è probabilmente dovuta a Pandolfo Malatesta che fu Signore di Brescia dal 1402 al 1420. Alcuni Bertulli potrebbero averlo seguito a Fano (unitamente ai Coradelli che però rientrarono a Travagliato nel 1424) dopo la sua sconfitta a Montichiari ad opera del Carmagnola nel 1420.  Fonti sono sia l'Archivio Notarile di Brescia presso ASB e gli estimi del tempo e, a partire dal 1570, l'Archivio Parrocchiale di Travagliato. Un Bertulli (o Bertul, genitivo Bertulis) risulta essere stato Console e Sindico del Paese nell'anno 1534. I Bertulli di Brescia avevano il titolo di Dominus e quelli di Travagliato di Dominus o Magister.
BERTUOL
BERTUOLO
Bertuol è tipico di San Pietro di Feletto, Preganziol e di Carbonera nel trevisano, di Lentiai nel bellunese e di Iesolo, Bertuolo, assolutamente molto raro, è tipico del rovigoto, con un ceppo anche nel varesotto, Bertuol è una forma dialettale lombardoveneta del nome Bertoldo, si tratta quindi della cognominizzazione del nome del capostipite.
BERTUZZI
BERTUZZO
Bertuzzi è tipico del nord, con un ceppo importante in Lombardia, uno nell'Emilia centroorientale ed in Romagna ed uno nel Friuli, Bertuzzo, meno comune, è specifico del vicentino, dovrebbero derivare da modificazioni del nome Berto (vedi Bertè), in alcuni casi possono derivare da nomi di località come Valle Bertuzzi nel bolognese. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Vicenza in un atto del 1545 dove viene citato il consegliere del Comun Lorenzo Bertuzzo, nel 1700 è famoso il pittore anconetano Nicola Bertuzzi (1710-1777) operante soprattutto a Bologna.
BERUTI
BERUTO
BERUTTI
BERUTTO
Beruti, estremamente raro, è ligure, Beruto, leggermente meno raro, oltre al piccolo ceppo ligure ne ha uno piemontese nel torinese, Berutti, abbastanza raro, sembra avere 3 ceppi, uno nel torinese, uno nel basso cuneese e genovese ed uno nel cagliaritano, quest'ultimo dovrebbe essere proveniente da quello genovese, Berutto molto raro è tipico del torinese, potrebbero derivare da soprannomi (vedi BERRUTI), in qualche caso magari anche dall'aferesi di ipocoristici di nomi derivanti dal cognomen latino Hiberus, o da modificazioni sempre ipocoristiche del nome germanico Bero.
BERZI Tipico bergamasco, deriva dal toponimo Berzo S. Fermo (BG).
BESALDUCH Assolutamente rarissimo sembrerebbe originario di Sinnai (CA), ma probabilmente trae origine dalla Spagna.
BESANA
BESANI
Besana è tipico del nordmilanese, lecchese, comasco e varesotto, Besani, assolutamente rarissimo, è del varesotto, dovrebbero derivare da toponimi come Besano (VA) o Besana in Brianza (MI).  Il casato dei De Besana o Da Besana, nobili  milanesi di origini longobarde diede a Milano anche alcuni Arcivescovi come Varimperto o Gariberto di Besana Arcivescovo dal 918 al 921.
BESCA Besca, molto molto raro, è del teatino, di San Salvo, Vasto e Cupello, dovrebbe essere di origini croate e derivare dal nome di una località dell'isola di Veglia in Croazia.
BESCAPE' L'origine può essere o dal toponimo Bascapè (PV) o come modifica del nobile cognome Basilica Petri. La distribuzione è limitata alle provincie di Milano, Lodi e Pavia.
BESCHI
BESCO
Beschi è tipico della zona tra il mantovano ed il bresciano, area di Castiglione delle Stiviere e Castelgoffredo nel mantovano, Carpenedolo e Montichiari nel bresciano, Besco è vicentino della zona di Valdagno, dovrebbero essere di origini germaniche e derivare dal cognome medioevale Bescus, ricordiamo l'editore di Lipsia del periodo tra 1400 e 1500 Julianus Bescus.
BESI
BESIA
BESIO
Besi ha un ceppo toscano a Sansepolcro nell'aretino ed a Roma, Besia, molto raro, sembrerebbe lombardo, abbiamo tracce di questa cognominizzazione a Cannero Riviera con il Notaio Filippo Besia, figlio del notaio Cristoforo Besia che esercitò agli inizi del 1600 ed a Bianzone nel sondriese, in un atto di compravendita del 1737 dove viene citato un certo Simone Besia, della Compagnia di Gesù, Besio ha un ceppo ligure nel savonese, a Savona, Albissola Marina e Vado Ligure, ed a Genova, ed uno in Lombardia a Grosio e Tirano nel sondriese ed a Grandate nel comasco, questi cognomi sono probabilmente derivati dal nomen latino Besius che farebbe riferimento alla Gens Besia, la cui collocazione geografica sarebbe stata anche in Brianza, ma potrebbero anche essere derivati, pur essendo meno probabile, da un soprannome originato dal termine dialettale settentrionale besíūs (pungente, ma anche sarcastico).
BESOZZI Distribuito in Lombardia e Piemonte, ma concentrato nelle provincie di Como e Milano dovrebbe aver avuto origine dal toponimo Besozza (VA).
BESSEGHINI Cognome tipico di Grosio (SO), deriva da un soprannome originato dal vocabolo dialettale bessegh (mento prominente) e starebbe ad indicare che il capostipite era affetto da prognatismo.  Troviamo tracce di questo cognome a Grosio nel 1600 con un certo Francesco Besseghini, un certo Giovanni Besseghini  è decano della comunità agli inizi del 1700 come risulta da atti dell'epoca.
informazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
BESSER
BESSERO
Besser, quasi unico, sembrerebbe piemontese, Bessero, assolutamente rarissimo, ha sporadiche presenze in Piemonte, in Liguria e nel sud della Sardegna, potrebbero derivare dal cognome francese Besserer, a sua volta derivato da un termine medioevale per ufficiale giudiziario, secondo un'altra ipotesi deriverebbero da un soprannome medioevale provenzale originato dal fatto che i capostipiti provenissero da un luogo caratterizzato dalla presenza di un bosco di betulle.
BESSON
BESSONE
Besson rarissimo è tipico del cuneese, Bessone è tipico del Piemonte e della Liguria occidentali, dovrebbero derivare dal nome franco Bessone di cui abbiamo traccia in uno scritto del 531: "...Amalaricus rex cum Hildiberto Francorum rege in Gallia superatus Narbonensi in proelio Barcinonem fugiens venit ibique a Franco nomine Bessone angone percussus interiit...", nome che troviamo usato come cognome in Francia almeno dal 1400.
BESTA
BESTETTI
BESTI
BESTO
Besta, assolutamente rarissimo, è tipicamente lombardo, specifico della provincia di Sondrio, Besti è praticamente unico, così come Besto, Bestetti, il più diffuso, anch'esso lombardo, è tipico dell'area settentrionale della regione, del varesotto, comasco, lecchese, sondriese, bergamasco e milanese, dovrebbero derivare direttamente o tramite ipocoristici dal nome germanico Besta, che troviamo citato in uno scritto dell'anno 1059: "..Besta Bladisthlabi filius, Prusiani frater..", che dovrebbe a sua volta derivare dal termine medioevale germanico best (treccia, legaccio), troviamo tracce di queste cognominizzazioni a Chiuro nel sondriese almeno dal 1600: "..Confessio facta per illustrissimum dominum doctorem Philippum Besta alias Tilii prestorem illustrissimo et excellentissimo domino doctori Fabio Besta decano magnificis communitatis Clurii, 1694 (in carica da almeno 35 anni) ..".
integrazioni fornite da Andrea Riva
Il cognome Bestetti deriva dalla località di Bestetto, oggi frazione del comune di Colle Brianza (LC).
BETA
BETTA
Beta è quasi unico, probabilmente dell'area lombardo, emiliana, Betta, tipico della provincia di Trento, ha un ceppo forse non secondario in quella di La Spezia, dovrebbero derivare, direttamente o tramite una modificazione dialettale, dall'aferesi del nome Elisabetta.
BETTANIN
BETTANINI
Bettanin è caratteristico del vicentino, della zona di Thiene e Sarcedo, Bettanini, molto molto raro, è tipico della sponda bresciana del lago di Garda, della zona di Tignale in particolare, si dovrebbe trattare di forme ipocoristiche dialettali, composite, relative al nome medioevale Bettus (vedi BETTI), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nella prima metà del 1700 con lo scrittore veneto Homobonus Bettaninus autore a Venezia del Novum Lexicum geographicum edito nel 1738.
BETTARIN
BETTARINI
BETTARINO
Bettarin e Bettarino sono praticamente unici, dovrebbero essere dovuti ad errate trascrizioni di Bettarini, che è tipicamente toscano, di Prato, del fiorentino, di Sesto Fiorentino, Firenze, Campi Bisenzio, Calenzano, Fucecchio, Empoli e Certaldo, e di Livorno, dovrebbero derivare da ipocoristici del nome medioevale Bettus (vedi BETTI)./font>
BETTAZZA
BETTAZZI
BETTAZZO
Bettazza è molto molto raro ed è tipico del bresciano, Bettazzi è specifico del pratese e del fiorentino, Bettazzo è ormai scomparso in Italia ed è presente solo in America del sud, derivano tutti dall'ipocoristico dell'aferesi di nomi come Elisabetta.
ipotesi fornite da Stefano Bettazzi
L'origine di questi cognomi, in realtà, va ricercata nel nome medievale Betto o nel suo corrispettivo femminile Betta (anche se, in quest'ultimo caso, non si può escludere una derivazione dall'aferesi del nome Elisabetta): il suffisso -azzo o -azza ha semplice valore accrescitivo o, in alcuni casi, peggiorativo. Dal punto di vista etimologico, esistono due diverse teorie riguardo questo nome: alcuni, infatti, ritengono si tratti d'una variante del nome Berto/a, il quale a sua volta trae origine dal personale germanico Bertho/a, col significato di splendente, illustre, famoso (dall'antico tedesco bertha); altri, invece, sostengono si tratti semplicemente della contrazione del nome Benedetto o Benedetta (allo stesso modo in cui dal nome Giovanni si sarebbe formato, per contrazione, il nome Gianni). In ogni caso, dunque, si tratta di cognomi derivati dai nomi personali dei capostipiti.
BETTE' Cognome tipicamente milanese, potrebbe essere una corruzione dialettale del vocabolo germanico contenente la radice germanica bertha (luminoso) o quella celtica bert (portatore), come potrebbe derivare dal nome Benedetto troncato e trasformato dal dialetto.
BETTEGA
BETTIGA
Bettega sembra avere un ceppo nel vicentino e trentino, ed uno nel lecchese, Bettiga è specifico di Colico (LC), dovrebbero derivare da una variazione dell'aferesi del nome Elisabetta.
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
La singolarità dei Bettega è quella di vivere in piccoli centri, con la sola eccezione dei Bettega vicentini dei quali un ceppo vive ad Arzignano (VI), oggi importante centro industriale, che conta più di 20.000 abitanti.  Anche se la maggioranza dei Bettega vive in Trentino: in Val Cismon, sono da
considerarsi veneti, poiché di fatto questa valle è da considerarsi un'appendice del Feltrino (BL).  Del tutto indipendente è il ceppo lombardo dei Bettega, che sembrerebbe avere le sue origini a Dorio (LC) e si sarebbe poi ramificato nelle vicine Dervio  e Colico. Anni fa il grande giornalista Gianni Brera parlando del famoso calciatore Roberto Bettega (Bettega è di origine feltrina), avanzò l'ipotesi che il cognome derivasse dal verbo bettegà (balbettare), parola che è usata in tutti i dialetti lombardi, ma che è simile anche nel veneziano (bettegar).  L'ipotesi di Brera potrebbe essere verosimile, ma è da verificare. Invece in Trentino trova credito un'altra supposizione: il cognome deriverebbe dalla parola barbabietola o meglio dalla parola veneta che indica la barbabietola.
BETTI
BETTIN
BETTINELLI
BETTINI
BETTINO
BETTO
BETTON
BETTONI
BETTOSCHI
Diffusi al nord, con prevalenza nel Veneto per Bettin ed in Lombardia per Bettinelli, ed al centro nord con prevalenza in Toscana, Umbria, Marche e Lazio per Betti, Bettini è diffusissimo in tutto il centronord, Bettino, molto raro, ha un ceppo a Piedimonte Matese nel casertano ed uno a Messina, Betto è tipicamente veneto, del padovano in particolare, di San Giorgio delle Pertiche, Campo San Martino, Padova e Castelfranco Veneto nel trevisano, Betton rarissimo è del trevigiano, Bettoni è specifico lombardo della zona che comprende le province di Milano, Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona, Bettoschi è un tipico cognome di Trescore Balneario nel bergamasco, questi cognomi potrebbero derivare da modificazioni, ipocoristiche, accrescitive o patronimiche, del nome medioevale Bettus, di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale in un atto di vendita dell'anno 1180 redatto a Varese, dove leggiamo: "...Cartam vendicionis ad proprium fecit Braggius filius quondam Arnulfi qui dicebatur Bettus de burgo Varisio...", o anche potrebbero essere una corruzione dialettale di vocaboli contenenti la radice germanica bertha (luminoso) o quella celtica bert (portatore), come potrebbero pure derivare dal nome Benedetto troncato e trasformato dal dialetto.
BETTINESCHI Bettineschi è tipicamente lombardo, del bergamasco soprattutto ed in particolare di Colere, ma anche di Bergamo, Costa Volpino ed Azzone, e del bresciano, a Darfo Boario Terme e Piancogno, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica, dove il suffisso -eschi stia per, dei figli non primogeniti di un Bettino (vedi BETTI).
BETTINZOLI Bettinzoli è tipico di Brescia e del bresciano, di Lumezzane, Lodrino e Flero, dovrebbe derivare da una forma arcaica del nome del paese bresciano di Bedizzole, probabile zona d'origine dei capostipiti.
BETTIO
BETTIOL
BETTIOLO
Bettio è specifico del padovano, Bettiol è tipico della zona di Treviso e dintorni, Bettiolo molto raro è veneziano, derivano tutti da modificazioni dialettali del nome Benedetto, di quest'uso si hanno tracce ad Oderzo (TV) in una sentenza del 1354 dove si parla di un tale Bettio di Saccon (località di Oderzo).
BETTOLA Bettola ha un ceppo nel milanese e basso piacentino ed uno a Bergantino (RO), dovrebbero derivare da uno dei molto toponimi come Bettola (PC) o i vari Bettola (MI) ne esistono almeno quattro, o Bettola (BS) e molti altri.
BETTOLINI Bettolini è tipico del milanese, dovrebbe derivare da toponimi locali come Bettolino di Mediglia, Bettolino di Pogliano Milanese o Bettolino di  Usmate Velate.
BEUZER Molto molto raro è tipico della zona di Cividale del Friuli (UD) e dintorni, dovrebbe derivare dal toponimo sloveno Beuzarji nei pressi di Kambresko in Slovenia.
BEVACQUA
BIVACQUA
Bevacqua è tipico dell'area che comprende la Calabria e la Sicilia, particolarmente diffuso a Gangi (PA), a Messina, Tortorici e Castell`Umberto nel messinese ed in Calabria a Tiriolo, Catanzaro e Motta Santa Lucia nel catanzarese, a Villa San Giovanni nel reggino ed a Cosenza, Bivacqua è una forma dello stesso cognome tipico di Tostorici, dovrebbero derivare da soprannomi probabilmente scherzosi attribuiti a chi invece aveva la passione per il vino o anche a chi era stranamente astemio.
BEVERINA Molto raro è tipico di Besozzo (VA).
BEVILACQUA Assolutamente panitaliano, può derivare sia da soprannomi probabilmente legati ad un amore particolare per il vino, sia da toponimi come Bevilacqua (FE) - (VR) - (BO) o altri; esempio di questa consuetudine si trova in uno scritto del 1050 dove si legge: "...Gregorius qui dicitur bibit aquam ...".  La nobile famiglia veronese dei Bevilacqua è originaria di Ala (TN) Guglielmo divenne nel 1300 Vassallo del Vescovo di Verona; alla Corte degli Scaligeri il suo casato crebbe d'importanza con Francesco che come ambasciatore dei Della Scala ricevette onorificenze dai Visconti, dai Carraresi, dagli Estensi e dal papa Clemente VI°.
BEVINI Bevini è specifico di Modena e Nonantola, con un ceppo anche a Parma, dovrebbe derivare dal nome longobardo Bevinus, che troviamo menzionato in un atto a Pavia, e che dovrebbe derivare dalla latinizzazione del termine medioevale germanico bewen (pronto ad agire).
BEZZI
BEZZO
Bezzi è diffuso nel basso trentino, Lombardia ed Emilia, ha anche un ceppo a Firenze ed uno a Roma, Bezzo, molto raro, è del nord Italia, dovrebbero derivare da nomi di località come Bezzo frazione di Rivoli Veronese (VR) o Pian di Bezzo nel cesenate o Bezzo (SV), potrebbero anche derivare da soprannomi originati dal nome di un'antica moneta veneziana il bezzo. Un principio di queste cognominizzazioni lo troviamo nell'elenco dei parroci di Rovetta (BG) con Padre Lorenzo da Bezzo parroco dal 1471 al 1489.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bezzi è diffuso anche in Romagna. Secondo alcuni autori, sarebbe forma derivata dal personale germanico Obizzo, Opizzo. Tale nome deriva dal personale longobardo Audo che viene a sua volta da un germanico *audha = ricchezza (ant. sassone Od, ted. Hort) e si può ritrovare anche in nomi franchi come Audbert o burgundi come Audiberths.
BEZZOLA
BEZZOLI
Bezzola, estremamente raro, sembrerebbe del milanese, Bezzoli, ancora più raro, dovrebbe essere del verbanese, potrebbero derivare da una modificazione del toponimo Bettola (MI).
BIA Ha un nucleo a Parma ed uno probabilmente non secondario a Modugno (BA) e a Matera.
BIACCA
BIACCHI
BIACCO
Biacca ha un piccolissimo ceppo nel milanese a Cesano Maderno e Milano, un ceppo a Parma e Collecchio nel parmense ed a Brescello nel reggiano, ed un piccolissimo ceppo a Reggio Calabria, Biacchi ha un ceppo lombardo a Menaggio nel comasco, a Milano, a Viadana nel mantovano ed a Casalmaggiore nel cremonese,  ed uno a Parma e Colorno nel parmense ed a Brescello nel reggiano, Biacco, quasi unico, sembrerebbe del padovano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Blaccus di origine slava, probabilmente dacia, che a sua volta sarebbe la latinizzazione del termine Vlach o Blach (valacco, rumeno, ma anche gallico), forse a denunciare un'origine del capostipite dalla Dacia.
BIADEGO
BIADICO
BIADIGO
Biadego, quasi scomparso parrebbe veneto, Biadico e Biadigo sempre rarissimi sono tipici del milanese, dovrebbero indicare la condizione di nipoti di particolari nonni forse importanti, si tratterebbe di una deformazione dialettale del termine medioevale latino ablatichus (nipote) dal latino avia (nonna) un esempio di quest'uso lo abbiamo nel 1515 in un atto a Bormio: "...loquendo verba nequam et suprascripta Clareta fuit in stuffa suprascripti Thonii et quedam puella ablaticha seu nepotis ipsius Thonii..." da si sarebbe arrivati in dialetto lombardo al termine arcaico biàdich (nipote).
BIAFORA
BIAFORI
Biafora è tipicamente calabrese, di San Giovanni in Fiore nel cosentino e di Scandale nel crotonese, Biafori è quasi unico e dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, che dovrebbe essere di origini francesi e che dovrebbe derivare da un soprannome originato probabilmente dal fatto di essere il capostipite un cittadino addetto alle grida, in epoca medioevale, verso il 1100, 1200 in Francia il grido biafora era il segnale con il quale si dichiarava il coprifuoco e si dava avvio alla caccia ai malfattori.
BIAGETTI
BIAGIOTTI
Biagetti è tipico della fascia che comprende le Marche, l'Umbria e l'alto Lazio, Biagiotti è tipico della fascia che comprende Toscana, pesarese e perugino con un ceppo probabilmente secondario in provincia di Roma, derivano da modificazioni del nome Biagio (vedi Biagi), troviamo tracce di questa cognominizzazione nel 1500 con la marchesa Euridice Biagiotti di Terrarossa (MS).
BIAGGI
BIAGGIO
BIAGI
BIAGINI
BIAGINO
BIAGIO
BIAGIONE
BIAGIONI
Biaggi ha un ceppo lombardo ed uno laziale a Roma e provincia ed a Viterbo, Biaggio, decisamente lombardo di Legnano (MI) e di Pontevico (BS), Biagi e Biagini sono propri della fascia che comprende Liguria, Emilia e Romagna, Toscana, Marche, Umbria ed alto Lazio, Biagino, assolutamente rarissimo, è del napoletano, così come l'altrettanto raro Biagione, Biagio è assolutamente rarissimo, Biagioni è molto diffuso nel modenese, in tutta la Toscana, in particolare nella fascia settentrionale, nel pesarese, nel perugino, nel viterbese e nel romano, derivano tutti, direttamente o tramite ipocoristici o accrescitivi, dal nomen latino Blasus o dal praenomen Blaesus (con il significato di balbuziente), tracce di questi cognomi si trovano a Lucca nel 1300, la famiglia de' Biagini viene citata in una lettera di Bernardino Baroni Arciprete della locale Cattedrale ed a Brescia nel 1500, in una lettera del 1568 viene citato: "Ioseffo quondam Francesco Biagini in Bressa sonador di violino".
BIALE Biale è tipicamente ligure di Savona e della provincia, di Albisola Superiore, Varazze e Stella, potrebbe derivare da una italianizzazione del cognome francese Bial, come potrebbe anche se non è molto probabile derivare dal nome medioevale di origine germanica Bilawald con il significato di colui che governa con dolcezza.
BIAMONTE
BIAMONTI
Biamonte, molto raro, è specifico calabrese, di Catanzaro e dintorni con un ceppo anche nel cosentino, Biamonti, anch'esso molto raro, è tipico della provincia di Imperia, zona di Ventimiglia, Bordighera e dintorni, derivano dal nome medioevale Baiamons (tis). (vedi Baiamonti)  Traccia di questa cognominizzazione la troviamo a Crotone nel 1600 con una certa Porzia Biamonte.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Biamonte è un cognome calabrese e napoletano, attestato come Baimundos nel 1188 a Oppido, deriva dal germanico Boiamund. Rohlfs 48. Il primo elemento del nome risale alla tribù dei Boi, il secondo alla voce 'munt' = protezione.
BIANCA
BIANCACCI
BIANCARELLI
BIANCHELLA
BIANCHELLI
BIANCHESSI
BIANCHET
BIANCHETTA
BIANCHETTI
BIANCHETTO
BIANCHI
BIANCHIN
BIANCHINI
BIANCO
BIANCOTTI
BIANCOTTO
BIANCU
BIANCUZZI
BIANCUZZO
Derivano dal vocabolo bianco usato come nome o come soprannome derivante da una caratteristica fisica, i capelli, il colore della carnagione o da una caratteristica ambientale, case bianche, o da un toponimo, o dal nome di una zona, ecc. Bianca ha un ceppo siciliano, soprattutto nel siracusano e catanese, con un ceppo anche nel palermitano, ed un ceppo nel napoletano, Biancacci, molto molto raro, sembrerebbe tipico della zona che comprende il Piceno ed il teramano, Folignano nel Piceno e Sant`Egidio alla Vibrata nel teramano, Biancarelli è caratteristico del perugino, di Gubbio e di Perugia, Bianchella è specifico dell'anconetano, di Ancona e Falconara Marittima, Bianchelli ha un piccolo ceppo a Finale Ligure ed uno ad Ancona e nell'anconetano a Jesi e Falconara Marittima, Bianchessi, già documentato in epoca medioevale, è presente solo in Lombardia ed è probabilmente di origine cremonese, Bianchet è specifico del bellunese edella vicina area trevigiana, pordenonese ed udinese, Bianchetta, decisamente del torinese, è tipico di Salassa (TO), Bianchetti ha un ceppo lombardo, soprattutto a Brescia e nel bresciano, ma anche nel milanese e nel cremonese, un piccolo ceppo tra anconetano e maceratese, uno tra reatino e romano ed uno nel napoletano, Bianchetto ha un ceppo nel vercellese ed uno tra vicentino, padovano e veneziano, Bianchino è tipico della zona tra barese, potentino e salernitano, Bianchi, Bianchini e Bianco sono diffusi fortemente in tutto il territorio nazionale, con prevalenza al centro nord per Bianchini ed al centro sud e Piemonte per Bianco, Bianchin è tipico dell'area veneto, friulana, dove è molto diffuso, Biancotti ha un ceppo a Villa di Tirano e Tirano in Valtellina ed uno nel Livornese a Piombino, Livorno e Portoferraio, Biancotto ha un ceppo a Demonte e Aisone nel cuneese ed a Beinasco e Torino nel torinese ed uno nel veneziano a San Donà di Piave ed a Torre di Mosto e Musile di Piave, Biancu è molto diffuso, in modo omogeneo, in tutta la Sardegna, Biancuzzi, molto molto raro, è specifico dell'udinese, Biancuzzo sembrerebbe specificatamente siciliano, di Messina in particolare, ma anche di Capo d`Orlando e Villafranca Tirrena.  I Bianchi di Firenze risalgono almeno al 1000, nel 1200 sono inseriti fra le casate nobili consolari, cioè la classe di ricchi e potenti feudatari più aristocratica di Firenze. Il casato Bianchi di Milano dovrebbe provenire da Bologna, il capostipite sembra sia stato Ugolino Bianchi, che nel 1390 Gian Galeazzo Visconti nominò Maresciallo del Ducato di Milano.
BIANCALANA
BIANCALANI
Biancalana ha un ceppo ligure a Genova, uno nel lucchese a Viareggio, Lucca, Capannori e Massarosa, uno nel perugino a Perugia, Corciano e Marsciano e ad Orvieto nel ternano,  ed uno a Roma ed a Nepi e Montefiascone nel viterbese, Biancalani è tipico del pratese, di Prato, Vaiano e Montemurlo, del fiorentino, di Firenze, Calenzano, Sesto Fiorentino e Barberino Di Mugello e di Quarrata, Montale ed Agliana nel pistoiese, dovrebbero derivare dal mestiere di preparatore, lavatore e sbiancatore della lana svolto dal capostipite. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio ad Urbino nel 1610 in un Diploma in Iure pontificio et caesareo rilasciato a Curzio Merluccius da San Leo, dove fra i promotori figura un certo Federico Biancalana.
BIANCARDI
BIANCARDO
Traggono origine dal nome germanico Blankhard (bianco duro, bianco forte) o dal cognome francese Blanchard; Biancardi è presente in tutta Italia, ma con forte prevalenza al nord ed in Campania, con particolare intensità in provincia di Milano e di Napoli, Biancardo, molto molto raro, è del napoletano ed avellinese.
BIANCAT
BIANCATI
BIANCATO
Biancat è rarissimo ed è presente solo ad Aviano (PN) ed a Venezia, si tratta della forma dialettale del più comune Biancato, che è specifico di tutta l'area che comprende le province di Padova, Treviso e Venezia, Biancati, praticamente unico, è sicuramente dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, potrebbero derivare da modificazioni del nome medioevale Blancus di cui abbiamo esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale sotto l'anno 1170 in una Cartha investiturae redatta in Cremona: "...Die dominico primo intrante mense februarii, in burgo Sancti Michaelis. Presentia bonorum hominum quorum nomina subter leguntur, cum ligno quod in sua tenebat manu Blancus qui dicitur Pistor de suprascripto burgo, verbo et consensu Gontilde, abatisse monasterii Sancti Leonardi...".
integrazioni fornite da Alessandro Biancat
Dal catapan della parrocchia di Aviano (PN) luglio 1653 risulta che la famiglia Blanchiat pagava messa in perpetuo per il signor Marchet per campo ricevuto. Ora io abito ad Aviano in Via Biancat, dove i Biancat possegono ciò che rimane di una braida di terra. L'origine etimologica del cognome Biancat e della successiva italianizzazione Biancato potrebbe essere francese (GATTO BIANCO) O gallicana (BLANC=BIANCO CATUS= AUDACE) o una trasformazione dialettale del comune cognome friulano Del Bianco.
BIANCHEDI Molto raro è tipico di Faenza, deriva da un soprannome dialettale originato dal vocabolo bianco, personaggio di rilievo è stato il converso domenicano frà Girolamo Bianchedi (1802-1849) architetto di Faenza.
BIANCHERI
BIANCHIERI
Biancheri ha un ceppo nell'imperiese, a Bordighera in particolare ed a Ventimiglia, San Remo, Vallecrosia, Seborga, San Biagio della Cima, Soldano, Camporosso ed iMperia, con un ceppo anche a San Cataldo nel nisseno, Bianchieri, quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, che dovrebbe derivare dall'italianizzazione del termine provenzale blanquier (conciatore di pelli), probabile occupazione dei capostipiti.
BIANCIFIORI
BIANCOFIORE
Biancofiore è tipicamente pugliese, di San Giovanni Rotondo e Cerignola nel foggiano, e di Bari, Noicattaro, Capurso, Triggiano e Trani nel barese e di Martina Franca nel tarantino, Biancifiori ha un ceppo a Terni ed uno più piccolo a Roma, dovrebbero derivare, direttamente o tramite alterazioni dialettali, dal nome medioevale Biancofiore, in uso sia al femminile, usato ad esempio nel Filocolo (un romanzo avventuroso scritto dal Boccaccio), sia al maschile.
BIANCOLELLA
BIANCOLILLA
BIANCOLILLO
BIANCULLI
BIANCULLO
Biancolella, molto molto raro, è tipico di Mugnano di Napoli nel napoletano e di Aversa e Cancello ed Arnone nel casertano, Biancolilla, ancora più raro, parrebbe del siracusano, Biancolillo sembrerebbe del barese, con un ceppo anche a Roma ed uno a Trieste, Bianculli è specifico della zona tra salernitano e potentino, di Montesano sulla Marcellana e Sanza nel salernitano e di San Martino d`Agri, Moliterno e Grumento Nova nel potentino, Biancullo è specifico di Battipaglia nel salernitano, dovrebbero tutti derivare da forme ipocoristiche dialettali meridionali del nome Bianco o Blancus (vedi Bianca).
BIANCOLI
BIANCOLIN
BIANCOLINI
BIANCOLINO
Biancoli è tipico dell'area bolognese e ravennate, Biancolin è tipico della zona che sta tra il trevisano ed il pordenonese, Biancolini ha un ceppo tra carrarese, reggiano e modenese, uno tra senese e grossetano ed uno nel romano, Biancolino ha un ceppo a Moggio Udinese in Friuli, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da forme ipocoristiche dialettali toscoemiliane o venete del nome Bianco o Blancus (vedi Bianca).
BIANCON
BIANCONE
BIANCONI
Biancon è tipico di Caorle nel veneziano, Biancone ha un ceppo tra romano ed aquilano ed uno nel palermitano, Bianconi è diffusissimo nell'area che comprende la Lombardia, il Veneto occidentale, l'Emilia, la Toscana, l'Umbria , le Marche ed il Lazio, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da forme soprannominali accrescitive derivate dal nome Bianco o Blancus (vedi Bianca), forse a caratterizzare la mole imponente del capostipite o la sua particolare bonarietà.
BIANCUCCI Biancucci è tipico del centro Italia, sembrerebbero esserci tre ceppi uno nelle Marche sud orientali con epicentro nel maceratese, uno nel senese ed uno nel Lazio, l'origine del cognome dovrebbe essere derivata da una caratteristica fisica, i capelli, il colore della carnagione o da una caratteristica ambientale, case bianche, o da un toponimo, o dal nome di una zona, ecc.  Tracce di questa famiglia si trovano in Toscana già dal 1300, in un atto del 1389 leggiamo: "...domus et terre contigue in Villa Lavachi districtus Masse..., locata ad un certo Iacobuccio et Fosco del fu Biancucci del Comune di San Vitale (sottoposta alla signoria di Lucca)". Nelle Marche, a Senigallia, parroco della chiesa di Santa Maria della Neve nella seconda metà del 1600 è un tale don Pierfrancesco Biancucci che si ricorda soprattutto per avere lui fondato nel 1669 la Compagnia della "Santissima Trinità del Riscatto".
BIASIBETTI Di probabile origine veneta, potrebbe essere l'unione di due cognomi Biasi (vedi) e Betti (vedi).
BIASI
BIASINI
Chiara l'origine, dal nome latino Blasus o dal prenome Blaesus (con il significato di balbuziente), presenti in tutt'Italia, ma prevalente nelle Venezie, nelle Puglie ed in Piemonte Biasi e nel Lazio e nella pianura padana Biasini.
BIASIO
BIASIOTTO
Biasio è specifico della zona tra Villafranca Padovana e Piazzola sul Brenta (PD) ai confini con il vicentino, Biasiotto è tipico dell'area che comprende il trevisano ed il veneziano, di Mira (VE), Venezia e Valdobbiadene (TV), con presenze significative anche nel padovano, derivano, direttamente o per ipocoristici, da modificazioni dialettali del nome medioevale Blasius di cui abbiamo un esempio in un atto del 1390: "...dictis nominibus seu monacis capitulo et conventu monasterij predicti fideiussi extitissent Blasius et Curadinus fratres de Casternago filij quondam Adanij...".
BIASUTTI
BIASUTTO
Biasutti ha un ceppo a Venezia, ma il nucleo principale è in Friuli nell'udinese ad Udine, Forgaria nel Friuli, Castions di Strada e San Daniele del Friuli, e nel pordenonese a Casarsa della Delizia, Aviano e Pordenone, Biasutto, meno comune, ha piccoli ceppi nel veneziano, a Venezia e San Donà di Piave, ed a Meduna di Livenza nel trevisano, una piccola presenza a Chiusaforte nell'udinese ed a Valvasone nel pordenonese, si dovrebbe trattare di forme patronimiche veneto, friulane, dove i suffissi -utti ed -utto stanno per uno dei  figli di, riferito a capostipiti, il cui padre si chiamasse Biagio.
BIASUZ Assolutamente rarissimo, sembrerebbe del bellunese e dovrebbe derivare da modificazioni dialettali del nome Biagio.
BIAVA
BIAVATI
BIAVASCHI
Biava ha un nucleo lombardo, nel bergamasco ed uno nel torinese, Biavaschi rarissimo è tipico della zona di Chiavenna e Gordona (SO), Biavati, molto poco comune, è tipico di Bologna e della zona di Argenta e Portomaggiore nel ferrarese, dovrebbero derivare da soprannomi connessi con il vocabolo medioevale dialettale biava (biada) di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale all'anno 1136: "...reddunt fictum omni anno ad mensuram Mediolanensem de biava modios quinque...", ma Biava era anche un nome diffuso nel bergamasco nel tardo medioevo, si ricorda ad esempio nei primi anni del 1400 il notaio Biava Savioni di Taleggio (BG), a Gordona (SO) nella seconda metà del 1700 è procuratore della comunità Bernardino Biavaschi.
BIBBIANI Bibbiani è tipicamente toscano, di Cecina nel livornese e di Pisa, Volterra e Pontedera nel pisano, potrebbe derivare da toponimi come Bibbiana nel fiorentino o Bibbiano nel senese o nell'aretino, ma è pure possibile che possa derivare dal nome latino Bibianus (vedi BIBBIANO).
BIBBIANO Bibbiano, quasi unico, ha un piccolissimo ceppo nel napoletano ed uno nel leccese, dovrebbe derivare dal nome latino Bibianus , un nome personale della Gens Baebia, ricordiamo con questo nome San Bibiano (Viviano): "..S. Bibianus sequitur S. Eutropium. Eum aiunt ex comite Santonensi factum esse monachum, & monasterium condidisse juxta urbem, sub titulo S. Petri : nunc est prioratus conventualis canonicorum Regular. S. Augustini qui nunc unitus est seminario clericorum. Olim non longe ab hoc monafterio erat ecclefia & adjunctum coenobium S. Seronio ..".
BIBBO' Cognome tipico di Castelvetere In Val Fortore (BN).
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
cognome tipico dell'area compresa tra Capitanata e Sannio, è specifico dei comuni di Castelvetere in Val Fortore, dove è primo in ordine di frequenza, Volturara Appula nel Foggiano e Tufara in provincia di Campobasso. Tra le molteplici ipotesi da me formulate, quelle che ritengo più accreditate sono:
1) la derivazione etimologica dal nome di persona greco Biblos, romanizzato nella forma Bibulus e divenuto Bibbò nel latino popolare parlato; con il termine biblos era anche designato il papiro, o meglio, la membrana della corteccia da cui si ricavava il papiro.
2) una possibile conseguenza della cognominizzazione di un soprannome canzonatorio derivato dal verbo latino di terza coniugazione bibo, is, bibi, bibitum, ere, attribuito al capostipite del ceppo con specifico riferimento alla sua propensione a bere vino; va ricordato, che veniva definito bibosus colui che era avido di bere, ubriacone, mentre il vocabolo bibo, onis dava il nome ad un moscerino del vino.
3) l'origine del cognome dal termine italiano "bibelot", derivato dal termine dialettale francese di origine onomatopeica pronunciato bi'blò e adoperato per designare un oggettino di poco conto, un ninnolo.
BIBLICO Biblico è praticamente unico, sembrerebbe originario di Napoli, potrebbe derivare dal fatto di essere stato il capostipite un biblicus o lector Bibliae (lettore della Bibbia presso un convento).
BIBINI Bibini, abbastanza raro, è specifico delle province di Macerata ed Ascoli Piceno, di Tolentino nel maceratese e di Fermo nel Piceno, dovrebbe derivare dal nome tardo latino Bibinus, ma è pure possibile che origini invece dalla Gens Baebia o Bebia, una Gens plebea che annoverò alcuni pretori e consoli e che ebbe una larga diffusione in Emilia, Romagna, Marche ed Abruzzo.
BIBIRI
PIBIRI
Entrambi tipicamente sardi del sud dell'isola, Bibiri è quasi unico, mentre Pibiri è ben presente nel cagliaritano a Selargius, Cagliari, Uta, Quartu Sant'Elòena, Monserrato, Samatzai e Sinnai, e nel Medio Campidano a Villacidro e Serrenti, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal termine sardo pibiri (pepe), ma è pure possibile un significato diverso, collegato con l'espressione sarda pibiripibiri (suscettibile, che non accetta scherzi o prese in giro).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BIBIRI: pepe, sta per Pibiri, ( probabile errore anagrafico) vedi Pibiri. Bibiri è presente in soli 7 Comuni italiani, di cui 3 della Sardegna: Goni 11
PIBIRI: pepe, dal latino piper. Su pìbiri è detto inoltre il pizzicore d'amore: portat pìbiri. Pibirùda è sinonimo di civettuola > in  andaluso mujer pipirìta. Pibirudu = spiritoso. Il cognome è presente nelle carte antiche. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388 figurano: Pibiri Nicolao, jurato(aiutante del majore) ville Petra Veurra. * Petra Veurra.villaggio distrutto. Campitani Majoris; Pipiri Silvestro, majore (sindaco, amministratore) ville Jenuri. * Jenuri.odierno Gennuri. Contrate Marmille. Attualmente è presente in 103 Comuni italiani, di cui 56 in Sardegna: Selargius 116, Cagliari 78, Uta 75, Quartu S. E. 55, Monserrato 54, Villacidro 42, etc.
BICA Bica è decisamente siciliano, della zona sudoccidentale dell'isola, di Valderice, Trapani, Custonaci, Erice e Buseto Palizzolo nel trapanese, dovrebbe derivare da nomi di località galiziane, o portoghesi, in galiziano ed in portoghese il termine bica significa fragolino.
BICCARI
BICCARINO
BICCARIO
Biccari ha un piccolo ceppo a Gubbio nel perugino, uno a Roma ed uno a Foggia e San Severo nel foggiano, Biccarino, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del foggiano, Biccario, quasi unico, parrebbe del barese, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici etnici, dal toponimo Biccari nel foggiano.
BICCHEDDU
BICCU
Entrambi tipicamente sardi, Biccheddu è specifico di Porto Torres e Sassari nel sassarese, Biccu è invece caratteristico di Lei nel nuorese.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BICCU; BICCHEDDU: becco, dal latino beccus. Biccai/re = beccare, "Pilloni ki no biccat hat biccadu" (vedi Dicius di Giuseppe Concas). Da noi in Campidano è sinonimo di su pitzu. Su pitzu(g)russu o su biccu (g)russu = il beccofrosone (un uccello della famiglia dei fringillidi). In tono scherzoso su biccu è anche la bocca umana: "Serra su biccu"! = "Chiudi il becco"! Su giogu de is biccus, per noi bambini sardi di 40, 50 anni fa, era il gioco dei birilli, di pietra. Biccheddu è , nel ricamo, l'orlo a becco - a frastaglio. Non figurano negli antichi documenti. Attualmente il cognome Biccu è presente in 6 Comuni italiani, di cui 4 in Sardegna: Lei 25, La Maddalena 4, Oristano 3, Sindia 2.  Biccheddu è presente in 9 Comuni italiani, di cui 6 in Sardegna: P. Torres 36, Sassari 35, Carbonia 5, Cagliari 3, etc.
BICCONE Assolutamente rarissimo, tipicamente sardo, deriva da un soprannome originato dal vocabolo sardo biccuni (grande becco), probabilmente nato da un naso molto pronunciato del capostipite.
BICEGO Specifico del veronese e vicentino.
BICOCCHI Cognome di origine tosco emiliana, può aver avuto origine da un soprannome (quelli delle bicocche) o da una pratica agraria.
BIDDAU Biddau è molto diffuso nella Sardegna centrosettentrionale, a Sassari, Ittiri, Uri, Ozieri e Olmedo in particolare, ma con ceppi rappresentativbi anche nell'oristanese a Bosa e Modolo,  dovrebbe derivare da un soprannome in lingua sarda originato dal termine biddau (abitante del villaggio, contadino).
integrazioni di Giuseppe Concas
BIDDAU: biddâu sta per biddànu = villano, dal latino villanus = abitatore della villa = villaggio. Qui in Campidano, noi abitanti dei paesi, usiamo il termine biddùncu,  per distinguerci da is casteddàius, abitanti della città di Cagliari (Castèddu). Nelle carte antiche non troviamo Biddàu, troviamo invece il cognome Villan (oggi presente soprattutto in Veneto, tipico di Chioggia). Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, troviamo  Villan Andrea potestate burgi de Osilo; Villan Marcho - de Bosa; Villan Martinus, ville Sasseri. Si tratta senza dubbio di persone provenienti dalla penisola - terramannèsus, continentàlis. Il cognome Biddâu è attualmente presente in 76 Comuni italiani, di cui 37 in Sardegna: Sassari 92, Ittiri 46, Uri 36, Ozieri 35, etc.
BIDDIRI Biddiri è assolutamente rarissimo, dovrebbe essere di origini sarde e derivare da un soprannome basato su di un termine sardo arcaico per abbeveratoio, forse presente nel luogo d'abitazione del capostipite.
BIDDOCCU Biddoccu, molto raro, è del sassarese, dovrebbe derivare da un soprannome originato da una variazione ipocoristica del termine sardo beddu (bello), ma non si può escludere una possibile derivazione da un altro soprannome in lingua sarda originato dal termine bidduncu (abitante di un villaggio, contadino).
BIDUT Bidut, molto molto raro, è friulano dell'udinese, di Cervignano del Friuli e Terzo d`Aquileia, potrebbe derivare da un soprannome originato da una specie di participio passato della voce cimbrica bidan (torcere), forse ad indicare che la famiglia filava la lana.
BIELLA
BIELLI
BIELLO
Biella è tipico lombardo, Bielli ha un ceppo laziale, uno nel nordmilanese e varesotto ed uno nel vercellese, Biello, abbastanza raro, sembra avere un ceppo vercellese ed uno nel Molise, potrebbero in alcuni casi derivare dal toponimo Biella, ma più spesso derivano da forme arcaiche del nome medioevale Bellus di cui abbiamo un esempio a Clusone nel 1500 con un certo Biello Fanzago citato in un testamento.  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1800 con Pietro Biello, Regio Giudice del Circondario di Calabritto (AV).
BIFARA
BIFARI
BIFARO
Bifara è tipicamente siciliano, ed è specifico di Partinico nel palermitano, Bifari, quasi unico, è meridionale, Bifaro ha un ceppo a Napoli ed a Benevento ed uno in Puglia, a Cerignola nel foggiano ed a San Vito dei Normanni nel brindisino, dovrebbero derivare da un soprannome basato sul termine dialettale grecanico bifara (naso grosso), forse a sottolineare una particolarità fisica dei capostipiti.
BIFARELLA
BIFARELLI
BIFARELLO
Bifarella, molto molto raro, è tipicamente siciliano, del nisseno in particolare di Sommatino e Caltanissetta, Bifarelli, quasi unico, dovrebbe essere il frutto di errate trascrizioni del precedente, così come il praticamente unico Bifarello, dovrebbe derivare da un soprannome basato su di un ipocoristico del termine dialettale grecanico bifara (naso grosso), forse a sottolineare una particolarità fisica dei capostipiti.
BIFFI Di origine lombarda questo cognome è di derivazione incerta, potrebbe aver avuto origine dal vocabolo milanese arcaico biff (paline.pertiche) con riferimento al mestiere di agrimensore, come potrebbe essere una derivazione dal latino bifer (che fruttifica due volte) sempre legato ad una qualifica agraria, oppure potrebbe derivare da un vocabolo catalano (dominazione spagnola) bifi (labbro in fuori) ed essere quindi un soprannome legato ad un carattere fisico.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Biffi è un cognome frequentissimo nel Nord per il quale si postulano diverse ipotesi: per O. Lurati 130 è un plurale metafonetico di 'beffa' e di 'beff' = persona che inclina a scherzare. Per S. Pieri 329 verrebbe dall' italiano 'biffa' = asta dell'agrimensore, da cui anche il toponimo Biffa (La), poggio, Sociville, (SI). Per Francipane 333 dalla voce 'biffa' di origine germanica che in toponomastica significa 'segno di confine' e in dialetto calabrese 'naso grosso'. Quest'ultima ipotesi è attestata anche dal Rohlfs.
BIFOLCHI
BIFOLCO
BIFULCA
BIFULCO
Bifolchi ha un ceppo a Perugia ed Umbertide sempre nel perugino ed uno a Sora nel frusinate ed a Roma, Bifolco, decisamente campano, ha un ceppo a Pagani e Sarno nel salernitano ed a Napoli ed Ercolano (NA), Bifulca sembrerebbe unico, Bifulco è tipicamente campano, del casertano, del napoletano soprattutto e del salernitano.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Sull'origine di questi cognomi confluiscono perlomeno due ipotesi, entrambe valide a spiegare la loro diffusione. Cominciando con la prima, innanzitutto, è facile immaginare una relazione diretta col mestiere di bifolco, termine che, alla lettera, significa semplicemente bovaro o mandriano di buoi: dal punto di vista etimologico, infatti, questa parola deriva dal latino bufulcus (variante fonetica di bubulcus, probabilmente di origine greca), col significato letterale di custode di bovini (vedi anche Boero e Vaccaro). Passando invece alla seconda ipotesi, va detto che in molti casi questi cognomi derivano dal nome medievale Bifolco, che, aldilà del suo significato originale, va probabilmente letto nella stessa simbologia del nome medievale Pastore (per una spiegazione più approfondita, vedi il cognome Pastore). Dal punto di vista storico, infatti, tracce di questo nome si riscontrano più di una volta nella Siena del '200, con personaggi quali Bifolco del fu Riccio di Chiusdino, Bifolco di Bandino e un certo notaio Bifolco. Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni o dei nomi personali dei capostipiti o di soprannomi o nomi di mestiere ad essi attribuiti.
BIGANZOLI Biganzoli è specifico del varesotto, di Bardello, Jerago con Orago, Gavirate, Cardano al campo e Varese, dovrebbe derivare dal nome del paese di Biganzolo, una frazione di Verbania.
BIGARAN
BIGARANI
Bigaran ha un ceppo nell'area che comprende il trevisano, il pordenonese ed il veneziano, Motta di Livenza nel trevisano, Cordenons nel pordenonese e Santo Stino di Livenza, San Michele al Tagliamento e Torre di Mosto nel veneziano, con presenze anche a Trento e nell'udinese, Bigarani è tipico di Massa, dovrebbero derivare da un soprannome basato sul termine veneziano arcaico bigaran (pane di altissima qualità confezionato a piccoli panini uniti fra loro), forse ad indicare che il capostipite fosse un'ottima persona, o più se,plicemente un bravo panificatore.
BIGATTI
BIGATTIN
BIGATTINI
BIGATTO
BIGATTON
Bigatti è tipicamente lombardo del milanese, bergamasco e bresciano, Bigattin, quasi unico, è friulano, Bigattini, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del centro Italia, Bigatto, molto molto raro, parrebbe dell'alessandrino, Bigatton è specifico di Maniago e Pordenone nel pordenonese, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite ipocoristici o accrescitivi, da un soprannome originato dal vocabolo dialettale bigatt (baco), il che starebbe ad indicare probabilmente che il mestiere del capostipite fosse quello di allevatore di bachi da seta.
BIGAZZI
BIGOZZI
Entrambi tipicamente toscani, Bigazzi, il più diffuso, è soprattutto specifico di Firenze e del fiorentino in particolare di Reggello, Certaldo, Castelfiorentino, Empoli, Rignano sull'Arno e Montaione, di Cecina, Rosignano Marittimo, Livorno nel livornese, di Volterra e Peccioli nel pisano, di Castelfranco di Sopra, Montevarchi, San Giovanni Valdarno e Pian di Sco nell'aretino e di San Gimignano nel denese, Bigozzi ha un ceppo a Foiano della Chiana nell'aretino, uno a Grosseto ed uno a Firenze e Rufina nel fiorentino, ed a Torrita di Siena nel senese, questi cognomi dovrebbero derivare da forme contratte di nomi come Balderigo, Bigotius, ma si deve anche considerare l'ipotesi che possano pure derivare dal termine medioevale Bigoz, Bigaz usato in Provenza per indicare i Brettoni o Normanni, soprannome originato dalla consuetudine di questi di utilizzare, come intercalare, il termine bî got (by God in inglese), che sembrava suonare all'orecchio dei provenzali circa come bigaz o bigoz, troviamo tracce di questa cognominizzazione nel Registro dei Mandati di Pagamento dell'ospedale di S. Giacomo di Roma., dove sotto l'anno 1583 viene indicata una somma pagata all'infermiero Filippo Bigazzi Fiorentino.
BIGGI
BIGGIO
BIGI
BIGIO
BIGIOLI
BIGIOLLI
BIGIOTTI
Biggi ha un ceppo nella Liguria centrorientale, nel carrarese , nel parmense, nel piacentino e nel pavese, Biggio ha un ceppo nel genovese ed uno nel cagliaritano, Bigi è molto diffuso iun Emilia, soprattutto nel reggiano e nel modenese, in Toscana nel fiorentino ed aretino ed in Umbria, Bigio, estremamente raro, ha un ceppo a San Remo (IM) ed uno a Portoferraio (LI), Bigioli è caratteristico di Pieve Santo Stefano (AR), Bigiolli, molto molto raro, è tipico della zona di Dubino in Valtellina, tracce di questo cognome nel sondriese si trovano fin dal 1600, Bigiotti ha un ceppo a Buglio In Monte (SO, uno a Firenze ed uno a Grotte di Castro (VT), tutti questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, da soprannomi originati dal termine bigio (grigio) forse dovuto al fatto che il capostipite aveva i capelli o la barba grigi.  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Roccatagliata nel genovese in un atto del 1468, dove figurano tra i sottoscrittori Longo dei Biggi, Giacomino dei Biggi, Pasquale Antonio e Bernardo dei Biggi, Guglielmo dei Biggi, Marco e Giacomino dei Biggi, Nicolao dei Biggi, tutti cittadini di Fontanigorda sempre nel genovese, in un atto del 1767 a Priosa d'Aveto sempre nel genovese troviamo 19 famiglie Biggio.
BIGGIOGERO
BIGGIOGGERO
BIGIOGERO
BIZOZZERO
BIZZOZERO
BIZZOZZERO
Cognomi tipici della provincia milanese e del varesotto, potrebbero derivare dal toponimo Bizzozero (VA), toponimo già presente in età medioevale, come possiamo vedere nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale in quest'atto di vendita del 1189: "Anno dominice incarnacionis milleximo centeximo octuageximo nono, die martis, quinto die decembris, indicione octava. Vendicionem fecerunt ad libellum dominus Obizo et Honricus nepos et Rugerius quondam Obizonis, omnes de loco Bexozaro , domino Algixio prepossito ecclesie Sancti Victoris de Varixio...", è anche possibile che questi cognomi possano avere una derivazione da un vocabolo dialettale milanese, nel 1850 bigiogin (guercino) stava ad indicare uno dalla vista molto corta, nulla vieta pensare che precedentemente si dicesse biggioger in dialetto per indicare uno molto miope. un'altra possibilità, ma molto meno probabile, è che il cognome derivi da Bigio (antica riduzione di Luigi).
BIGIARINI Bigiarini è tipicamente toscano, dell'aretino, di Bibbiena, Poppi, Pieve di Santo Stefano, Arezzo, Caprese Michelangelo e Montevarchi, con un ceppo anche a Firenze ed uno a Capalbio nel grossetano, dovrebbe derivare dal nome della località Bigiarino frazione di Caprese Michelangelo nell'aretino, probabile luogo di provenienza dei capostipiti.
BIGLIA
BIGLINO
Tipici cognomi piemontesi e liguri con presenze anche in Lombardia (i conti Biglia di Milano furono feudatari di Casalmaiocco), possono aver avuto origine da un tardo latino billia (legni utilizzati per serrare le some) o dal francese bille (mazza) oppure dal nome germanico Willian (volontà) da cui deriva il nome italiano Guglielmo.
BIGLIARDI
BIGLIARDO
BILIARDI
Bigliardi è tipicamente emiliano, di Reggio Emilia in particolare e di Parma, ben presente nel reggiano a Novellara, Montecchio Emilia, Poviglio, Boretto, Cavriago, Quattro Castella, Bagnolo in Piano e Sant'Ilario d'Enza, ed a Modena e Formigine nel modenese, mentre Bigliardo, molto raro è tipico di Acerra nel napoletano, Biliardi è quasi unico, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da italianizzazioni betacistiche del nome germanico Wilhard con il significato di fortemente volitivo, ma potrebbero anche derivare dal nome germanico Bilihard, composto dai termini bili (dolce, tenero) e hard (duro, forte) con il significato di affettuosamente fermo nel carattere, il ceppo campano potrebbe derivare dal cognome francese Billard, giunto al seguito degli angioini.
BIGLIETTO Biglietto è specifico di Napoli, dovrebbe trattarsi di un cognome attribuito a dei trovatelli durante il periodo borbonico.
BIGNAMI
BIGNAMINI
Diffuso in tutto il centro nord Bignami e tipicamente lombardo Bignamini, la derivazione dal nome Beniamino è evidente.
BIGNARDELLI
BIGNARDI
Bignardelli è quasi unico, Bignardi è tipicamente emiliano del modenese, di Modena e Mirandola, Bologna e con un ceppo che si spinge fino al rovigoto a  Fiesso Umbertiano, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, da una modificazione dialettale del nome medioevale Binardus, forma non rarissima del nome medioevale di origine germanica Bernardus (vedi anche BERNARDELLI).
BIGNAZZI Bignazzi, assolutamente rarissimo, è tipicamente lombardo, forse del pavese, dovrebbe derivare da una forma contratta di un ipocoristico dell'apocope del nome ebraico Benjamin.
BIGNOTTI
BIGNOTTO
Sono entrambi specifici della zona che comprende bresciano e mantovano, potrebbe derivare dal nome di località Bigno, ne esiste una nel varesotto. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Pavia con un tal Bignotto de Zimenasco, console di giustizia di Pavia; in un atto del 1194 si può leggere: "...Interfuere Bignottus de Ciminassco, Montenarius Porcus adque Bergondius de Macucco testes...."
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
Bignotti è piuttosto diffuso nel bresciano e nel Mantovano, ma è presente anche in provincia di Milano. Rarissimo invece nel Bergamasco e in provincia di Sondrio dove però è presente in maniera stabile a partire dalla seconda metà dell'Ottocento a Villa di Tirano. Fuori dalla Lombardia le presenze di questo cognome sono di scarso rilievo e si limitano al Piemonte e all'Emilia Romagna
Secondo alcuni studiosi bresciani Bignotti deriverebbe da un soprannome che ha alla base la parola del dialetto bresciano "bignù", bubbone, ma lo ritengo improbabile.
BIGNU
BIGNU'
BIGNUCOLO
Bignu, praticamente unico, è probabilmente un errore di trascrizione di Bignù, che, molto raro, è tipico del trevigiano, Bignucolo, altrettanto raro, è sempre del trevigiano, questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi dialettali originati dal termine dialettale veneto bignucolo (bernoccolo, foruncolo, bubbone).
BIGOGNO Tipico del milanese, Bigogno dovrebbe derivare dal toponimo Bigogno d'Agra nel Canton Ticino.
BIGOLIN Bigolin è tipicamente veneto, di Galliera Veneta nel padovano, di Rossano Veneto nel vicentino e di Arcade, Spresiano e Treviso nel trevisano, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine dialettale veneto arcaico bigolin (vermicello, spaghetto), probabilmente originato dalla struttura fisica del capostipite, forse molto secco di corporatura.
BIGOLOTTI Presente solo nella provincia di Milano, Lodi ed in Emilia, potrebbe essere originato dal termine milanese arcaico bigolott (mestiere di merciaio ambulante).
BIGONZI Bigonzi ha un ceppo nel pesarese a Pergola, Serra Sant'Abbondio e Pesaro ed uno nel romano a Roma e Marino, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine arcaico bigonzio (bigoncio, vaso di legno principalmente usato per la vendemmia, ma anche unità di misura per liquidi), forse motivato dal fatto che il capostipite facesse il coltivatore di viti.
BIGOTTO Bigotto, molto raro, è caratteristico dell'area veneto, friulana, con presenze significative a Padova e nel padovano ed a Teor nell'udinese, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine veneziano bigòto (baciapile, bigotto, falsamente devoto).
BILARDI
BILARDO
Bilardi ha vari ceppi a Genova, Roma, ad Alghero nel sassarese, a Casoria, Ischia e Napoli nel napoletano, a Crotone ed a Gela e Riesi nel nisseno ed a Palermo, Bilardo ha un ceppo a Genova e Roma, ma il nucleo principale è in Sicilia, a Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, Milazzo e Patti nel messinese, a Mazzarino, Caltanissetta e Gela nel nisseno,  a Palermo ed a Piazza Armerina nell'ennese, dovrebbero derivare dal nome germanico Bilihard composto dai termini bili (dolce, amabile) e hard (duro, forte) con il significato di dal carattere dolcemente fermo.
BILECI
BILLECI
Bileci, molto molto raro, è tipicamente siciliano, di Palermo, di Trapani e del trapanese, Billeci è tipicamente siciliano, di Palermo in particolare e di Isola delle Femmine, Capaci e Monreale nel palermitano, di Lampedusa e Linosa nell'agrigentino e di Trapani, dovrebbero derivare da un'alterazione apocopaica dilettale derivata dal nome medioevale Belingerius (vedi BELINGERI), secondo un'altra ipotesi deriverebbero invece da un'alterazione del nome Belice, forse area d'origine del capostipite.
BILIBIO Bilibio è specifico del trevisano, di Vedelago in particolare, secondo alcuni deriva dal toponimo spagnolo Bilibio in Navarra.
BILLAI Billai, assolutamente rarissimo, sembrerebbe sardo del cagliaritano, di Assemini, Settimo San Pietro ed Uta.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BILLAI: di etimo e significato incerto. Billai in Campidano significa vegliare, stare svegli; bitzare in Logudoro. S'abillai = svegliarsi; abillu = sveglio. Nel testo del Wagner troviamo il nome sardo dell'usignolo: su passarillanti, del quale ricostruisce l'etimo passari(b)illanti > passero che veglia? Il cognome non è presente nelle carte antiche da noi consultate. Attualmente è presente in 24 Comuni italiani, di cui 12 in Sardegna: Assemini12, Settimo 10, Uta 9, etc
BILLE' Tipico messinese, potrebbe derivare da una modificazione del nome germanico Willian.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Il cognome Billè è tipico dello stretto di Messina, ma presenta nuclei consistenti anche nel resto della Sicilia e in Italia peninsulare probabilmente per effetto della migrazione dal Sud. Etimologicamente Billè può derivare dall'attività di selliere billia erano nella tarda antichità i legni utilizzati per serrare le some o di pastore bille significa in francese mazza (vedi Biglia). Più plausibile per Billè è la derivazione dai nomi medievali Ghiglia, Guiglia, Viglia e Biglia, documentati fin dal IX° secolo, che rappresentano l'ipocoristico, abbreviato per apocope, del nome germanico Guglielmo (da wilian, ovvero volontà, in tedesco appunto Wille).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Billè Cfr. Bellè.
BILLERA
BILLERI
BILLERO
Billera, molto molto raro, parrebbe del perugino, con un ceppo anche nell'agrigentino, Billeri è tipicamente toscano di Empoli e Fucecchio nel fiorentino e di San Miniato, Pontedera e Santa Croce sull`Arno nel pisano, Billero, assolutamente rarissimo, ha un ceppo secondario nel pistoiese ed uno originario in Sicilia, tutti questi cognomi potrebbero derivare da soprannomi attribuiti ai capostipiti originati dal termine arcaico italiano billera (burla, affronto scherzoso), ma è anche possibile che derivino invece per betacismo dal termine villero, una forma arcaica per villano, cioè abitante del contado.
BILLI
BILLO
BILLO'
BILLONE
BILLONI
Billi è tipico dell'area che comprende il bolognese, la Romagna, la Toscana ed il Lazio, con un ceppo anche nel napoletano, nel palermitano e nel sassarese, Billo è tipico del veronese e vicentino, Billò, assolutamente rarissimo, ha un ceppo nel bellunese ed uno nel cuneese, Billone è siciliano, con un ceppo a Nicosia nell'ennese, a Castel di Lucio nel messinese ed a Gangi nel palermitano,i, quasi unico, sembrerebbe settentrionale, forse il frutto di un'errata trascrizione del precedente da parte di ufficiali anagrafici avvezzi a cognomi terminanti per -i, potrebbero derivare da modificazioni dialettali, anche accrescitive, del nome Bellus, è anche possibile che derivino dall'apocope di nomi medioevali come Billiricus di cui abbiamo un esempio in un Breve investiture del 1122 a Pavia: "...Iamdicta pecia de prato cum area sua iacet iusta Causta; coheret ei: de una ipsa Causta, de alia terra Armanni, de tercia Simeon Balbo, de quarta Billirici de Mangano....", o anche da toponimi come Billi, l'attuale Pennabilli (PU).
integrazioni fornite da Franco Menci
per le varianti toscane si può anche tenere presente il fatto che in toscano il billo corrisponde al tacchino.
BILOTTI
BILOTTO
Bilotti è presente in tutto il territorio nazionale, ma soprattutto in Lombardia, Romagna, Lazio, Campania e Calabria, Bilotto, molto raro, ha un ceppo in Irpinia ed uno nel cosentino, dovrebbero avere diverse origini, al sud potrebbero derivare dal nome medioevale Bilottus originato da variazioni dell'aggettivo bello di questo nome abbiamo un esempio a Castrovillari (CS) in un atto del 1378: "...Item legat siri Bilotto Ferrari de Castrovillari Cassani canonico ius patronatus, quos habet idem testator in ecclesia Sancte Catherine edificate de novo per testatorem eundem intus eandem terram Castrovillari in loco, ubi dicitur la Iudeca...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Secondo Rohlfs 48 potrebbe essere l'italianizzazione del cognome francese Billotte, derivato probabilmente da un toponimo evocante una foresta, un bosco o per connotare comunque chi forniva legno. Si potrebbe inoltre pensare a una forma aferetica di Robillot, diminutivo di Robert.
BIMBATI
BIMBATO
BIMBATTI
Tutti molto rari, Bimbati è tipico dell'area che comprende il mantovano, il rovigoto ed il ferrarese, Bimbato è specifico del veronese, Bimbatti è specifico dell'area di confluenza delle province di Mantova, Ferrara e Rovigo, si dovrebbe trattare di forme patronimiche in -ati od in -ato, che vanno intese come figlio di uno chiamato Bimbo (vedi BIMBI), il capostipite doveva quindi probabilmente essere figlio di uno che di nome o come soprannome veniva riconosciuto come Bimbo.
BIMBI
BIMBO
Bimbi è tipicamente toscano, dell'area che comprende le province di Firenze, Lucca, Pisa e Livorno, Bimbo ha un ceppo nell'anconetano, uno nel romano ed uno nel barese, dovrebbero derivare da soprannomi, divenuti in qualche caso nomi, forse attribuiti al capostipite per una sua immagine particolarmente giovanile.
BIN Bin sembrerebbe tipico delle tre Venezie, del rovigoto, veronese, padovano, veneziano e trevisano soprattutto, del pordenonese ed udinese in particolare e del triestino, con ceppo anche nel varesotto, potrebbe derivare da forme aferetiche dialettali di nomi come Albino o Giacobino o di forme apocopate di nomi come il nome medioevale di origine germanica Bindus, di cui abbiamo un esempio negli archivi pisani in un atto del 1275: "In eterni Dei nomine, amen. Ex hoc publico instrumento omnibus pateat evidenter quod Bindus barlectarius de cappella Sancti Georgii Pordemaris civitatis pisane, qui moratur in Sassari, quondam Venture, coram me Henrico notario et testibus infrascriptis recepit et habuit ab Henrico Sannuto de Baldovinaschis quondam item Henrici libras viginti denariorum...".
BINA Ha un nucleo a Travedona Monate (VA), uno nel mantovano ed uno nel bolognese, dovrebbero tutti derivare dall'appartenenza della famiglia ai maggiorenti del paese, in epoca medioevale la Bina era un Minor Consiglio di 12 anziani scelti tra i componenti del Maggior Consiglio, esiste anche la possibilità che in alcuni casi derivino dall'aferesi di nomi come Albina, Colombina e simili.
BINACCHI Binacchi è tipico della zona tra mantovano e reggiano, di Suzzara e Motteggiana nel mantovano e di Luzzara e Guastalla nel reggiano, con un piccolo ceppo anche nel parmense a Borgo Val di Taro, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale emiliano arcaico binach o binaca (serpentina, un tipo di pianta con le radici lunghissime, così resistenti da arrivare ad impedire l'avanzamento dell'aratro, chiamata anche arrestabue), probabilmente ad indicare nei capostipiti tipi molto testardi, ostinati e caparbi.
BINAGHI
BINAGO
Binaghi è tipico del nordmilanese, varesotto e comasco, di Busto Garolfo (MI) in particolare, di Milano, di Vedano Olona (VA), di Guanzate (CO) e di Como, Binago è quasi unico, dovrebbero derivare dal toponimo Binago (CO).
BINARELLI Binarelli è tipico dell'area che comprende la Toscana meridionale, il senese in particolare, Montepulciano, Chianciano Terme e Torrita Di Siena, l'Umbria, Perugia e Terni ed il Lazio, Roma e Manziana, potrebbe derivare da forme ipocoristiche dell'aferesi di nomi come Albino, Colombino o simili.
BINASCO Tipico dell'alessandrino, di Novi Ligure (AL) in particolare, deriva dal toponimo Binasco (PV).
BINCI Binci è specifico dell'anconetano, di Osimo in particolare, ma anche di Ancona, Jesi e Castelfidardo, presenta un ceppo secondario anche a Roma, dovrebbe derivare dal nome medioevale Bincius di cui abbiamo un esempio in un atto dell'anno 1345: "Anno Domini millesimo trecentesimo quadragesimo quinto, indictione tertia decima, die quarta decima mensis madii. Pateat omnibus evidenter quod Guelfus domini lacobi Gualterotti de Lanfranchis de Pisis pro se ipso et suo proprio et privato nomine ac etiam vice et nomine domine Ceche uxoris sue, filie olim et nunc universalis heredis Petruccii Berengherii de Grosseto civis pisani, pro qua de rato et rati habitatione promisit sub infrascripta pena, et Andreas domini Fredi de Tholomeis de Senis procurator dictorum Guelfi et domine Ceche et utriusque eorum in solidum ad infrascripta solenniter constitus, ut patet in publico instrumento facto manu lacobi filli Lapi condam Binci de Certaldo notarii, procuratorio nomine pro eis et utroque ipsorum in solidum omni via et modo quibus melius potuerit ..".
BINDA
BINDI
Cognomi presenti in tutto il nord, ma con una concentrazione assoluta di Binda in Lombardia e di Bindi in Toscana. La derivazione più probabile è come diminutivo di nomi longobardi (branda = spada)  o germanici (brand = spada) terminanti per -brando (Aldobrando, Ildebrando ecc.).
integrazioni fornite da Luigi Colombo
Varesino di Cittiglio, Alfredo Binda ha vinto 5 giri d'Italia e una quarantina di tappe della "corsa rosa". Pochissimi hanno fatto meglio di lui al "Giro". Naturalmente Binda ha vinto diverse altre corse, tra queste spiccano tre campionati del mondo. Non ha mai vinto il "Tour de France": strano destino per uno come lui, che aveva vissuto a Nizza per diversi anni, a partire dagli anni '20, lavorando come stuccatore e decoratore, e , proprio in Francia aveva iniziato a correre e a vincere, seguendo le orme del fratello Primo. Insomma al Tour partecipò praticamente una sola volta, ma senza fortuna, si ritirò quasi subito. Binda ha smesso di correre nel 1936, a causa di un incidente durante una gara. Tra i grandi campioni ciclisti di tutti i tempi il sito americano "The Cycling Hall of Fame" lo classifica al 15° posto, solo quattro campioni italiani lo precedono: nell'ordine, Coppi, Bartali, Gimondi e Moser.Alfredo Binda è scomparso nel 1986, a 84 anni.
BINETTI
BINETTO
BINI
BINO
BINOTTI
BINOTTO
Binetti sembra avere un ceppo lombardo, probabilmente bresciano ed uno pugliese, Binetto, praticamente unico, dovrebbe essere un errore di trascrizione dl Binetti, Bini è diffuso in tutto il centro nord, con un ceppo anche nel barese, Bino, molto raro, ha un ceppo bresciano ed uno bellunese, Binotti, molto molto raro, parrebbe romagnolo, Binotto è specifico della zona che comprende il vicentino, il padovano ed il trevigiano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Binus ottenuto per aferesi di nomi come Albinus, Cerbinus ed altri, uso che si può vedere in questo scritto dell'XI° secolo: "...Cerbínus qui Binus dicitur filius Guidi Saltetelli...", nome già utilizzato nel 1300 come vediamo in quest'atto del marzo del 1310 redatto a Gemona: "...Presentibus Reverendo viro domino Gualione archidiaconus Aquilegiensis......Jacobutio de Glemona domicello dicti archidiaconis et Bino de Sancto Miniato. Testibus vocatis et rogatis...".  troviamo traccia di questa cognominizzazione a Firenze in quest'atto del 1308: "...Actum apud dictam ecclesiam Sancte Marie, presentibus testibus ser Iohanne Gini notario, Goccio Vengne et Manecto Bini de Calenzano ad hoc habitis et vocatis...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Binetti è un cognome pugliese formato dal toponimo Binetto (BA).
BIOLATTO Biolatto, assolutamente rarissimo, è tipico del cuneese, potrebbe derivare da una forma aferetica dell'etnico di toponimi come Gabiola nel cuneese, ma potrebbe anche trattarsi di un'italianizzazione del cognome francese Biolet. (vedi comunque anche BIOLLA)
BIOLLA
BIOLLINO
BIOLLO
Biolla ha qualche presenza nel biellese ed un piccolo ceppo in Sardegna a Terralba nell'oristanese, Biollino, estremamente raro, è caratteristico del biellese, Biollo, altrettanto raro, ha presenze nell'alessandrino e nel veneziano, questi cognomi dovrebbero tutti essere di origini piemontesi e derivare da un nome di località come Biolla, una frazione di Coggiola nel biellese, o, col lo stesso nome, una frazione del paese di Montegrosso d'Asti nell'astigiano, o da sue forme etniche, indicando probabilmente la provenienza dei capostipiti da uno di quei paesi.
BIONAZ Bionaz è tipicamente valdostano di Aosta in particolare, deriva dal toponimo Bionaz (AO).
BIONDA
BIONDELLI
BIONDELLO
BIONDETTI
BIONDI
BIONDILLO
BIONDIN
BIONDINA
BIONDINI
BIONDINO
BIONDO
BIONDOLINO
BIONDUCCI
Bionda ha un ceppo nella provincia di Verbania ed uno tra quella di Como e Milano, Biondelli, molto raro,  è specifico della zona che comprende il basso bresciano, il mantovano ed il ferrarese, Biondello, assolutamente rarissimo, sembrerebbe piemontese, Biondetti, estremamente raro, dovrebbe essere del veronese, Biondi è assolutamente panitaliano, Biondillo è specifico del casertano, di San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico e Baia e Latina, Biondin è friulano, di San Giorgio di Nogaro, in prossimità del veneziano, Biondina, praticamente unico è meridionale, Biondini è ben presente nella fascia centrale che comprende il modenese appenninico, la Romagna, l'aretino, l'anconetao, il maceratese e l'Umbria, il romano ed il latinense, Biondino ha un ceppo a Torre del Greco nel napoletano, a Trentola e Ducenta nel casertano ed a Pagani nel salernitano, un piccolo ceppo nel leccese ed in Calabria, Biondo ha un ceppo siciliano ed uno veneto, Biondolino, quasi unico, parrebbe toscano,Bionducci è quasi scomparso, dovrebbero tutti derivare da soprannomi originati dal fatto dell'avere i capostipiti i capelli biondi e o la carnagione chiara.
BIONDAN
BIONDANI
Biondan, molto molto raro, è della bassa veronese, si dovrebbe trattare di una forma dialettale del cognome Biondani, che è specifico di Verona, ma è presente in tutto il veronese, potrebbe derivare da un'italianizzazione del termine medioevale germanico blantan (dai capelli speziati di grigio), forse ad indicare che il capostipite aveva questa caratteristica fisica.
integrazioni fornite da Francesco Biondani
In provincia di Verona esistono varie località che si chiamano Bionda. Nella Biblioteca Capitolare di Verona esiste un atto notarile dell'anno 882 sullo scambio alla pari di due appezzamenti di terreno uno dei quali denominato Biunda o Bionda. E' facile allora pensare che i Biondani, o Biondan come in uso in Veneto, non siano altro che gli abitanti della Bionda. Bionda è uin nome di origine germanica che designava un campo recintato e coltivato. In un'epoc in cui il terreno era spesso incolto la Biunda designava un appezzamento di terra con case di contadini che traevano sostentamento da questo stesso, terreno che, per motivi di sicurezza, era spesso recintato e difeso con un muro.
N.d.R. il termine bionda dovrebbe derivare dal longobardo pionte con il medesimo significato.
BIOSA Tipico del sassarese, dovrebbe derivare da una modificazione del soprannome dialettale originato dal vocabolo catalano diosa (dea), troviamo i Biosa a Bonorva (SS) fin dal 1700 dove si distinsero nell'allevamento dei cavalli.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Biosa è un cognome sardo che potrebbe corrispondere al sostantivo italiano antiquato 'bioscia' = brodaglia o al piemontese 'biocia' = piccolo ritaglio di stoffa. Fonte: M. Pittau, Cognomi di Sardegna, 1, 110.
BIRAGHI Cognome decisamente lombardo concentrato nella provincia di Milano, derivante probabilmente dal toponimo Birago (MI).
BIRAL Biral, estremamente raro è del trevigiano.
BIRARDI Birardi, molto molto raro, è tipico della zona che comprende Casamassima (BA), Palo del Colle (BA) e Bari, deeriva dal nome germanico Baerhard. (vedi Berardi)
BIRIBO' Biribò, assolutamente rarissimo, sembrerebbe toscano, circa le sue origini etimologiche si possono formulare due ipotesi: la prima è che derivi da un soprannome generato da un'alterazione dialettale del termine provenzale birebent (martin pescatore), in Toscana non sono poche le tracce provenzali, ma l'ipotesi più probabile è che si tratti di un'italianizzazione del cognome francese Birembeaux (pronuncia Birembò), a sua volta probabilmente derivato dal cognome germanico ebreo askenazita Birnbaum (albero di pere).
BIROCCHI
BIROCCI
BIROCCIO
BIROCCO
Birocchi, molto molto raro, ha un piccolo ceppo in Lombardia ed uno nel cagliaritano, Birocci, quasi unico, ha qualche presenza nel pavese e piacentino e nel riminese, Biroccio, estremamente raro, è specifico di Reggio Calabria, Birocco, assolutamente rarissimo, è piemontese, del vercellese e del torinese, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal termine italiano biroccio (calesse o carro a due ruote) o dalla sua versione dialettale biroch.
BIROLI
BIROLLA
BIROLLI
BIROLLO
BIROLO
Biroli ha un ceppo milanese ed uno veronese, Birolla, quasi unico, è del triveneto, Birolli, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'area veronese, Birollo è specifico di Fontaniva nel padovano, Birolo ha un ceppo piemontese a Torino ed a San Sebastiano da Po nel torinese, ed uno veneto a Cavarzere nel veneziano e ad Adria e Pettorazza Grimani nel rovigoto, potrebbero derivare da nomi di località, o anche da soprannomi originati dal termine dialettale veneto birol (piccolo spavento) o dal termine dialettale settentrionale birlo (trottola).
BIROLINI Originario della provincia di Bergamo questo cognome potrebbe essere derivato da un vocabolo dialettale birlo (trottola) tramite un soprannome.
BIRTIG Molto molto raro è tipico della zona di Pulfero e San Pietro al Natisone nell'udinese, dovrebbe derivare dal vocabolo tedesco wirt indicante il mestiere di locandiere, o, più probabilmente dal termine dialettale sloveno birt (oste)tracce di questa cognominizzazione si trovano in zona fin dalla seconda metà del 1500.
BIRTOLA
BIRTOLI
BIRTOLO
Birtola, quasi unico, è del palermitano, Birtoli, estremamente raro, ha qualche sparuta presenza nel varesotto e nel leccese, Birtolo è tipico del brindisino, di Francavilla Fontana, Torre Santa Susanna ed Oria e di Monteiasi e Crispiano nel tarentino, dovrebbe trattarsi di forme ipocoristiche del termine dialettale sloveno birt (oste), indicando così sia una provenienza slava dei capostipiti, sia il loro probabile mestiere.
BISACCHI
BISACCO
BISSACCO
BISSACO
BISSACOT
Bisacchi è romagnolo, del ravennate, forlivese e riminese, di Cesena, Cesenatico, Gambettola e Savignano sul Rubicone nel cesenate in particolare e di Rimini, Bisacco, molto raro e Bissaco, ancora più raro, dovrebbero essere originati da un'errore di trascrizione del più comune Bissacco sono tutti tipici del padovano, Bissacot, assolutamente rarissimo, è del bellunese, potrebbero derivare da soprannomi dialettali originati dal vocabolo bissa (biscia, serpente).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bisacco è un cognome padovano derivato dal nome antico Byxacus, che risale all'italiano 'bisacca' 'bisaccia'. Olivieri 236.
BISACCI
BISACCIA
BISACCIO
Bisacci, estremamente raro, ha un ceppo a Pistoia e presenze sparse nelle Marche, Bisaccia è un cognome meridionale, ha un ceppo campano a Napoli e Portici nel napoletano ed a Volturara Irpina nell'avellinese, ed in Basilicata ha un ceppo nel potentino a Potenza e Vaglio Basilicata e ad Irsina nel materano, presenta poi anche un ceppo siciliano a Ravanusa e Favara nell'agrigentino, Bisaccio, quasi unico, è del napoletano, potrebbero derivare dal nome del paese di Bisaccia nell'avellinese, o anche dall'italianizzazione betacistica del nome longobardo Wisewach con il significato di mandriano, o anche da un soprannome come troviamo in questa lettera del 1421 a Firenze: "..vocato Bisaccia de Terranova anno proxime preterito vigore gravationum factarum in dicto loco per Antonium Berti dicti officii tunc exactorem exegit et recepit pro ecclesia Sancti Laurentii de Plano Trevigne ..".
BISANTE
BISANTI
Bisante, assolutamente rarissimo parrebbe della zona tra Lazio e Campania, Bisanti, un pò meno raro, è tipico del sud, della penisola salentina in particolare, con ceppi anche nel palermitano e nel napoletano, derivano dal nome medioevale Bisante a sua volta derivato dal nome di una moneta d'oro dell'impero romano d'Oriente di Bisanzio, il bisante appunto.  Traccia di questo cognome la troviamo nel 1500 con il vescovo dalmata Trifone Bisanti.
BISARO
BISSARO
Bisaro, molto raro, è specifico di Spilimbergo (PN), Bissaro, ancora più raro, sembra del padovano, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale medioevale bisarius o bissarius, originato dal vocabolo bissa (biscia, serpente), come ad esempio in questa lettera scritta a Vicenza nel 1451: "...Magnifico et prestan(tissi)mo militi d. Francisco Bar. Matheus Bisarius...."
integrazioni fornite da Renè Bisaro
Bisaro e un cognome molto diffuso solo nella zona di Spilimbergo (Gradisca) (PN). Don Bisaro Antonio nato nel 1682 era il Reverendo di Gradisca di Spilimbergo. Ci sono numerose famiglie Bisaro a Gradisca.
BISCARDI
BISCARDO
VISCARDI
VISCARDO
Biscardi ha un ceppo fiorentino, uno tra le province di Napoli, Caserta e Benevento, uno a Bari ed un nucleo principale a Terranova da Sibari (CS), Biscardo e Viscardo sono quasi unici, Viscardi ha un nucleo tra le province di Milano, Lecco e Bergamo, uno a Napoli ed uno nel tarentino, dovrebbero tutti derivare da modificazioni del nome germanico Wiscard originato dai termini medioevali germanici wisi (saggezza, conoscenza) ed hard (forte, duro), con il significato di fortemente saggio o molto sapiente, nome latinizzato in Viscardus o Biscardus, grazie ad una trasformazione della V in B per il fenomeno del betacismo, e nome in uso anche presso i normanni, soprattutto nella forma alterata Guiscard, a seguito della trasformazione del fonema germanico w- nei fonemi romanzi gh- o gu-; del nome Viscardus abbiamo un esempio in una Pagina privilegii Milonis Mediolanensis archiepiscopi a Milano nel 1193 dove un testimone così si firma: "...Ego Viscardus presbiter subscripsi....".  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo fin dal 1500 in Val Brembana (BG).
BISCARI
BISCARO
Biscari, molto molto raro, sembrerebbe avere tre piccoli ceppi, uno tra viterbese e romano, uno nel Gargano ed uno nel ragusano, Biscaro sembrerebbe tipicamente veneto, con ceppi anche in Piemonte e nel Lazio, potrebbero derivare da soprannomi originati dal termine arcaico bischero o biscaro (piolo, legnetto colindrico), usato, soprattutto in Toscana, con il significato di persona sciocca o peggio, ma più probabilmente si tratta di forme alterate da betacismo del nome germanico Wiscard, il ceppo siciliano potrebbe invece derivare dal toponimo Biscari, antico nome di Acate nel ragusano.
BISCEGLIA
BISCEGLIE
BISCEGLI
Bisceglia è tipico di Manfredonia, Monte Sant`Angelo, Cerignola, San Giovanni Rotondo e Foggia nel foggiano, con presenze anche a Terlizzi (BA) e Lavello (PZ), Bisceglie è tipico del barese, Trani, Corato, Bari, Bitonto e Ruvo Di Puglia, Biscegli, quasi unico, è dovuto ad errori di trascrizione, dovrebbero tutti derivare dal toponimo Bisceglie (BA), una derivazione diretta come per il toponimo dal vocabolo latino vigiliae = sentinelle, veglie è molto azzardata come ipotesi.
BISCELLA Biscella è specifico di Cislago nel varesotto, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale attribuito ad un capostipite dai capelli mossi come una biscia, cioè riccioluti in modo scomposto.
BISCHETTI Bischetti è tipicamente laziale, probabilmente del reatino, di Rocca Sinibalda e Poggio Mirteto, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine italiano arcaico bischetto (piccolo desco da lavoro del calzolaio, tavolino), probabilmente ad indicare che il capostipite facesse il calzolaio.
BISCIONE
BISCIONI
Biscione è tipico del potentino, di Potenza e Cancellara e di Vaglio Basilicata e Pietragalla, Biscioni è invece toscano di Firenze, con un piccolo ceppo anche a Pontremoli nel massese, l'origine etimologica dovrebbe essere dal termine biscione (grossa biscia o serpente), la motivazione è oscura.
BISCOLA
BISCOLO
BISCUOLA
BISCUOLI
BISCUOLO
Biscola, assolutamente rarissimo, è specifico del veronese, così come il quasi unico Biscolo, Biscuola è specifico della zona tra padovano e rovigoto, a Merlara nel padovano, ed a Lendinara e Rovigo nel rovigoto, Biscuoli, quasi unico, e Biscuolo, estremamente raro, son specifici del rovigoto, dovrebbero tutti derivare da un soprannome originato dal termine dialettale veneto biscola o biscuola (altalena), difficile individuare i possibili motivi di un simile soprannome, che potrebbero andare da episodi giovanili a caratteristiche comportamentali dei capostipiti.
BISCONTI Diffuso in tutt'Italia, ma particolarmente in Sicilia, Puglie e Toscana, questo cognome è una modificazione betacistica di un originario Visconti. Deriva dal latino vice comes (sostituto del conte), funzionario imperiale o vescovile, il cognome può essere anche originato da un soprannome legato al lavorare presso dei Visconti o abitare in proprietà di Visconti.
BISCONTRI
VISCONTRI
Biscontri è tipicamente toscano, di Grosseto e di Sorano nel grossetano, sempre della stessa zona sembrerebbe originario il praticamente unico Viscontri, l'origine etimologica è oscura, l'unica ipotesi che ci sentiamo di formulare è quella di un'errata trascrizione del nome medioevale Visconte.
BISDOMINI Bisdomini, molto raro, ha un piccolo ceppo a San Quirico d'Orcia nel senese, a Grosseto e Campagnatico nel grossetano ed a Corciano e Perugia nel perugino, si dovrebbe trattare della forma betacistica del termine medioevale visdominus con il quale si individuava un alto funzionario medioevale, cioè un vero e proprio aiutante del feudatario o del Vescovo, o anche l'ufficiale laico comandante degli armati, che agiva per conto del vescovo e che, in alcuni casi ,era anche un magistrato (vedi VICEDOMINE).
BISESTI
BISESTO
Bisesti ha un ceppo a Trento ed Aldeno nel trentino, uno ad Ardea e Pomezia nel romano ed uno a Napoli, Liveri e Sant'Antimo nel napoletano, Bisesto, molto più raro, ha un ceppo a Grazzanise nel casertano, dovrebbero derivare da un soprannome, nome attribuito a capostipiti nati in un anno bisestile.
BISETTI
BISI
BISINI
BISINOTTO
BISIO
BISO
Bisetti, molto molto raro, ha un piccolo ceppo nel novarese ed uno ancora più piccolo nel modenese, Bisi è tipicamente emiliano, del piacentino e del modenese in particolare, con ceppi anche nel genovese, nel mantovano, ferrarese e rovigoto, Bisini, estremamente raro, è del modenese, di Soliera in particolare, Bisinotto sembrerebbe ormai scomparso in Italia, dovrebbe essere stato originario del rovigoto, Bisio è tipico dell'area milanese, pavese, Alessandrino, genovese, Biso è tipico dello spezzino, dovrebbero derivare, direttamente o tramite forme ipocoristiche anche complesse, dal nome medioevale Bisus di cui abbiamo un esempio in questo scritto relativo all'anno 630: "...Sed Bisus a Foelice quartus, cum aetate ingravescente et adversa valetudine, tantae provinciae minime par esset, in duas sedes divisit: altera vero in hac permansit, alteram in North Elmehom opidulo constituit. Rege Guilielmo Primo regnante, CCXXXVI burgenses habuit, pauperes 100, valebat 30 libras et sexaginta millia allectum de dono, sic in censuali Angliae tabula legitur....".  Un esempio di queste cognominizzazioni le troviamo a Trento in un atto del 1488: "Ego Bernardinus filius quondam Iohannis de Biso publicus imperiali autoritate notarius suprascriptum exemplum sumptum et extractum ex autentico originali litterarum apostolicarum per suprascriptum ser Franciscum de la Strucha...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bisetti, Bisi e Bisini sono cognomi diffusi in tutto il Modenese, muovono dall'aggettivo italiano bigio, usato come soprannome per chi aveva «capelli e/o barba grigi». Il soprannome divenne nome proprio e poi  cognome. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese, 1996.
BISETTO Bisetto è tipico della provincia di Treviso, di Carbonera in particolar modo, ma con presenze significative anche a Treviso, Breda di Piave, Maserada sul Piave, Vedelago e Villorba, potrebbe derivare da un soprannome originato dall'ipocoristico del termine veneto bissa (biscia, serpente), ma è pure possibile una derivazione da un ipocoristico del termine veneto biso (pisello).
BISIACH Molto raro è specifico di Gorizia, secondo alcuni deriverebbe dal latino bis aquae, fra la due acque, e starebbe ad indicare gli abitanti della zona tra l'Isonzo ed il Timavo, secondo altri deriverebbe da un soprannome legato al termine bislacco, ma l'ipotesi più probabile  è che derivi dal vocabolo sloveno bezjak (transfuga, profugo).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
La base del cognome Bisiach è lo sloveno bezják/bizják (sciocco) e il croato bezják (villano, rozzo, zoticone) cioè 'bisiàco/bislàco' con contaminazione di bislacco (stravagante) (a sua volta incrocio di 'bilènco' (storto, sbilanciato a sinistra) col detto aggettivo sloveno/croato bezják), riferito alle popolazioni di confine nel Friuli (si vedano i Bisiachi o Bisiacchi del Monfalconese tra l'Isonzo e il Timavo) e in Istria (ove si vedano i croati Besiachi del Montonese e Pisinese e i Fučki del Pinguentino). Fonte: M. Bonifacio, Cognomi triestini, p. 63
BISIGNANO Bisignano è tipicamente meridionale, ha ceppi a Fragagnano e Taranto nel tarentino, in Basilicata, a Stigliano e Policoro nel materano, nel cosentino, a Bisignano ed Acri, ed in Sicilia, a San Pietro Patti nel messinese, a Catania, Palermo, Siracusa e Gagliano Castelferrato nell'ennese, dovrebbe derivare dal nome del paese di Bisignano nel cosentino, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
BISOFFI Bisoffi è tipicamente trentino, di Trambileno e Rovereto in particolare, dovrebbe trattarsi dell'italianizzazione del termine tedesco Bischof (Vescovo), forse motivato dal fatto che il capostipite fosse alle dipendenze di un Vescovo o che ne fosse figlio illegittimo.
BISOGNI
BISOGNO
Bisogni ha un piccolo ceppo nel piacentino, ne ha vari in Toscana, uno nel perugino, uno a Roma, uno tra napoletano e salernitano ed uno nel valentiano, Bisogno è tipico del napoletano e soprattutto del salernitano, si dovrebbe trattare di cognomi attribuiti a trovatelli, indicando in alcuni casi, soprattutto per i ceppi meridionali, che il bambino era probabilmente il figlio di un militare spagnolo, con il termine bisoños venivano indicate, in epoca aragonese, le  reclute spagnole inviate come rincalzi dalla Spagna (vedi DE BISOGNO).
BISOGNOSI
BISOGNOSO
Sia Bisognosi che Bisognoso sono quasi unici, probabilmente originari della Sicilia, si dovrebbe trattare di cognomi attribuiti a dei trovatelli, ad indicarne probabilmente lo stato d'indigenza in cui si trovavano.
BISON Tipico veneto delle province di Padova, Venezia e Treviso. deriva da un soprannome dialettale originato da caratteristiche fisiche legate al vocabolo biso (grigio).
BISONNI Bisonni, tipico dell'Italia Centrale, ha un ceppo a San Severino Marche e Macerata nel maceratese ed uno piccolo ad Ascoli Piceno, un ceppo a Terni ed Acquasparta nel ternano ed uno a Roma e Zagarolo nel ternano ed a Fara in Sabina nel reatino, potrebbe derivare da un soprannome originato dal termine dialettale arcaico bisone (grigione), usato per indicare uno grigio di capelli e di corporatura massiccia, ma, molto più probabilmente deriva dal nome galloromano Bessonius o Bissonius, possibile anche una derivazione da un toponimo: "...Frater Johannes de Bisonio Bituricensis diocesis dixit quod vult defendere suo posse. ..".
BISONTE
BISONTI
Sia Bisonte che Bisonti sono quasi unici, sembrerebbero entrambi del casertano, dovrebbero derivare da soprannomi abbastanza recenti.
BISORTOLE Bisortole, molto molto raro, è specifico dell'area vicentino, padovana, potrebbe derivare da un soprannome originato da un termine dialettale arcaico stante ad indicare un tipo di legume molto povero simile al pisello, usato come mangime per i piccioni.
BISSON
BISSONE
BISSONI
Bisson è tipicamente veneto, del vicentino, padovano e trevigiano, Bissone ha un ceppo nel torinese, ma è probabilmente di origini venete ed è dovuto ad errori di trascrizione del precedente, Bissoni è romagnolo, soprattutto di Cesena, dovrebbero derivare da soprannomi originati da un accrescitivo del termine dialettale bissa (biscia), probabilmente grazie a caratteristiche comportamentali del capostipite.
BISSOLO Tipico del basso veronese.
integrazioni di Giovanni Vezzelli
Bissólo (con accento sulla prima o) è un cognome veronese e trentino. Viene dalla voce trentina. bissól che designa un afide, il gorgoglione. Olivieri 212
BISTERZO Bisterzo, sicuramente settentrionale, forse veneto, potrebbe derivare da un soprannome originato da un'italianizzazione del termine veneto bisteto (matassina, ma anche fronzolo), esiste anche la possibilità che derivi invece da un nome attribuito al sesto figlio, cioè al figlio due volte (bis) terzo, nome probabilmente portato dal capostipite.
BISTOLFI
BISTOLFO
Bistolfi ha un ceppo tra alessandrino Casale Monferrato, Acqui Terme e Prasco, Genova e Savona, Bistolfo è assolutamente rarissimo, dovrebbe derivare da una forma modificata del nome medioevale Guisulfus , in un atto del 1327 Guisulfus Cottalorda (Sindaco di Breil) firma un importante accordo di pace con Tenda, passando probabilmente per il nome Wisulfus e quindi per sostituzione (molto comune) della w con la b.
BISUTTI
BISUTTO
Bisutti è tipicamente friulano, di San Giorgio della Richinvelda nel pordenonese in particolare, Bisutto, assolutamente rarissimo, è probabilmente una variazione veneta del precente, dovrebbe trattarsi di forme patronimiche friulane in -utti  e -utto (molto meno diffusa), che stanno per il figlio di, riferite a capostipiti i cui padri venissero chiamati con il soprannome di derivazione veneta bís (grigio), probabilmente per indicare che avesse i capelli grigi.
BITETTA
BITETTO
Bitetta è specifico di Venosa nel potentino, Bitetto è tipico del barese, dovrebbero derivare dal toponimo Bitetto nel barese cognome di cui si hanno tracce molto antiche, nasce inizialmente come Da Bitetto (indicando chiaramente la derivazione dal toponimo), si ricorda a titolo di esempio un Frà Antonio Da Bitetto vissuto nel 1400,riportato nell'archivio della Curia.
BITI Biti, molto raro, sembra avere due ceppi, nel pratese e nel perugino, dovrebbe derivare dalla forma etrusca Bitus del nomen latino Vitus, di questo uso si hanno tracce ad esempio in un atto del 1086 dove si legge: "In nomine Sancte et Individue trinitatis Anni ab incarnatione domini nostri ihesu christi millesimo hoctogesimo sesto... ...qui supra comes est pertinente da Maraldo filii Biti. et...".
BITONTE
BITONTI
BITONTO
Bitonte, molto molto raro, è tipico del materano, di Policoro e Valsinni in particolare, Bitonti ha un grosso ceppo calabrese soprattutto a San Giovanni in Fiore (CS) a Catanzaro ed a Cotronei (KR) ed un ceppo salentino a Montesano Salentino (LE) e, sempre nel leccese, a Nardò e Taurisano, Bitonto ha un ceppo nel materano a Montescaglioso e Ferrandina ed in Puglia nel barese a Barletta, Ruvo Di Puglia, Bisceglie, Bari ed Andria, a Trinitapoli e Lucera nel foggiano ed a Taranto, l'origine più probabile di tutti questi ceppi è quella dal toponimo Bitonto (BA).
BITTARELLI Di origine umbra questo cognome potrebbe essere una deformazione da Vitus nome latino  equivalente quindi a Guidarelli.
BITTELLI
BITTI
BITTO
Bittelli, estremamente raro, sembrerebbe emiliano, Bitti ha un ceppo laziale a Roma, Vejano nel viterbese ed Aprilia nel latinense, e presenta anche un ceppo sardo, soprattutto nel sassarese, a Sassari, Nule e Castelsardo ed un ceppo secondario a Nuoro, Bitto ha un ceppo nel trevisano ed uno nel messinese, si potrebbe trattare, direttamente o attraverso ipocoristici, di forme betacistiche del nome Vito, probabilmente portato dai capostipiti, con il raddoppio dialettale della consonante t.
BITTU Bittu, molto molto raro, ha un ceppo a Samugheo nell'oristanese ed uno a Badesi in Gallura, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo sardo bittu (capriolo), forse per la leggiadria del capostipite o per la sua timidità o velocità di riflessi.
BIUNDO Biundo è caratteristico della Sicilia, di Gela nel nisseno, di Cinisi, Castelbuono, Palermo e Terrasini nel palermitano, di Vittoria nel ragusano, di Partanna e Castelvetrano nel trapanese e di Messina.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questo cognome va ricercata nel soprannome o nome medievale Biundo, termine che, nel linguaggio arcaico o dialettale, significa letteralmente biondo, dai capelli dorati (vedi Bionda). Storicamente, un esempio famoso del nome Biondo si ha con lo storico e umanista romagnolo Biondo Biondi (Forlì, 1392 - Roma, 1463), passato alla storia con lo pseudonimo di Flavio Biondo - Flavio è semplicemente un latinismo del nome Biondo, in quanto il suo etimo risiede proprio nel latino flavus (biondo): da molti considerato come il precursore degli studi archeologici, Flavio Biondo fu autore di celebri opere di carattere storico, fra le quali si può citare Italia illustrata e Historiarum ab inclinatione Romanorum imperii decades - in quest'ultima opera Biondo definisce per la prima volta il concetto di Medio Evo, nel senso storico da noi tutti conosciuto ai giorni nostri. In conclusione, dunque, si tratta della cognominizzazione del soprannome o del nome personale dei capostipiti.
BIVI
BIVIO
Bivi è un cognome specifico della zona tra veneziano ed udinese, di San Michele al Tagliamento nel veneziano in particolare, e di Lignano Sabbiadoro nell'udinese, Bivio è quasi unico, potrebbero derivare dal fatto che i capostipiti abitassero in prossimità di un bivio, ma è pure possibile che derivino dal nome medioevale istriano e dalmata Bivius.
BIVONA Bivona è tipicamente siciliano, di Adrano, Catania e Biancavilla nel catanese, di Palermo, Marineo e Bolognetta nel palermitano, di Sciacca e Menfi nell'agrigentino, di Gibellina, Salemi, Mazara del Vallo e Castelvetrano nel trapanese, di Caltanissetta e di Messina, dovrebbe derivare dal nome della città di Bivona nell'agrigentino, probabile luogo d'origine dei capostipiti, il cui nome secondo alcuni dovrebbe derivare dal nome greco Hipponium, mentre secondo altri deriverebbe dal latino bisbona (due volte buona).
BIXIO Bixio è tipicamente ligure del genovese in particolare, di Genova e di Sestri Levante, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale dovuto probabilmente al fatto di avere il capostipite i capelli grigi (bigi).
BIZ Il cognome Biz è specifico del trevisano, di Vittorio Veneto, Cordignano, Follina, Orsago, Conegliano, Nervasa della Battaglia e Sernaglia della Battaglia e di Belluno, potrebbe derivare da un soprannome originato dal termine medioevale germanico (a.h.d.) biz (morso, puntura d'insetto, ma anche sasso o pietra).
BIZANTINO
BIZZANTINI
BIZZANTINO
Sia Bizantino che Bizzantini sono quasi unici, Bizzantino è specifico di Salerno, potrebbero derivare dall'etnico di Bisanzio, non tanto in quanto originari di quella città, quanto dai territori dell'impero d'oriente.
BIZARRI
BIZARRO
BIZZARI
BIZZARO
BIZZARRA
BIZZARRI
BIZZARRINI
BIZZARRO
Bizarri e Bizarro sono quasi unici, Bizzarra, molto molto raro, è tipica del tarantino, di Taranto e di San Marzano Di San Giuseppe, Bizzari è rarissimo, probabilmente del centro Italia, Bizzarrini, molto raro, ha un ceppo nel ternano ad Allerona, con presenze anche nel viterbese, Bizzaro è tipicamente veneto, di Monselice e Solesino (PD) e di Concordia Sagittaria e Cavarzere (VE), Bizzarri è tipico dell'Italia centrale, Emilia e milanese, Bizzarro è campano, soprattutto del napoletano e casertano, derivano, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome tardo medioevale Bizarus o Bizarrus derivato probabilmente da un soprannome, un esempio di questa cognominizzazione lo troviamo già nella seconda metà del 1500 con Petrus Bizarrus autore tra l'altro del Senatus Populique Genuensis Rerum Domi Forisque Gestarum Historiae Atque Annales.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bizzarri e Bizzarrini sono cognomi veneti dall'italiano bizzarro,
in veneto anche bizarin (agnelletto). Olivieri 221.
BIZZETI
BIZZETTI
Cognomi pochissimo diffusi, ma presente in Piemonte, Liguria, Toscana e Sicilia Bizzetti e in Toscana Bizzeti, potrebbero essere derivati da soprannomi legati alla bassa statura o alla corporatura minuta, tramite un pizzetti dialettale per piccini.
BIZZINI Bizzini ha un ceppo emiliano, a Bolkogna e Modena in particolare, uno abruzzese a L'Aquila ed uno siciliano, il più consistente a Caltagirone nel catanese, con ceppi anche a Gela nel nisseno ed a Catania, che dovrebbe derivare dall'antico nome arabo Bizini della città di Vizzini nel catanese, ma può anche trattarsi di una forma betacistica successiva.
BIZZOCA Bizzoca è un cognome tipicamente pugliese, specifico di Barletta, dovrebbe trattarsi di un matronimico e derivare da un soprannome basato sul termine arcaico bizzoca (monaca di casa, una donna devota spesso appartenente ad ordini come Terziarie).
BIZZOTTI
BIZZOTTO
Bizzotti è romano e dovrebbe trattarsi di una forma alterata di Bizzotto, che è tipicamente veneto, del vicentino, di Rosà, Bassano del Grappa, Cassola, Rossano Veneto, Tezze sul Brenta, Romano d'Ezzelino, Cartigliano, Mussolente, Pove del Grappa, Marostica e Vicenza, del padovano a Cittadella, Tombolo, Fontaniva, Piazzola sul Brenta, San Martino di Lipari, di Vigonza e Padova, e di Castelfranco Veneto  e San Zenone degli Ezzelini nel trevisano, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale veneto arcaico con il significato di agnelletto, forse riferito al mestiere di pastore dei capostipiti.
BLAIOTTA Molto raro è tipico calabrese della zona di Frascineto nel cosentino al confine con la Basilicata questo cognome è di origine albanese.
BLANC
BLANCA
BLANCHET
BLANCHETTI
BLANCHI
BLANCHINI
BLANCO
BLANCONE
BLANCUZZI
Blanc è specifico della Val d'Aosta e del torinese, Blanca è tipico del messinese e catamese, Blanchet, assolutamente rarissimo, è tipico della Val d'Aosta, Blanchetti ha un ceppo a Niardo nel bresciano ed uno a Lodi, Blanchi ha un ceppo nel torinese ed uno tra romano e reatino, Blanchini, estremamente raro, è dell'udinese, Blanco ha un grosso ceppo siciliano nell'area che comprende il nisseno, il catanese, il ragusano ed il siracusano, ha un piccolo ceppo nel napoletano ed avellinese ed uno nel leccese, Blancone, molto molto raro, è del salernitano e Blancuzzi, estremamente raro, è dell'udinese.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Blanco, che, nell'onomastica arcaica, consiste in una variante del più comune Bianco (vedi Bianca): va notato, infatti, che l'aggettivo bianco nasce da un adattamento del basso latino blancus (dall'antico alto tedesco blanch) e solo in un secondo momento la consonante -l- ha lasciato il posto alla vocale -i- nella sillaba iniziale (secondo un principio altamente riscontrabile nella trasposizione latino - italiano moderno). E' anche vero, però, che questa spiegazione non esclude una parziale origine spagnola per il cognome Blanco (si tratta probabilmente di una discendenza ebreo-sefardita), mentre nel caso di Blanc bisogna pensare per lo più a un'influenza francese, almeno per ciò che riguarda i ceppi valdostani e piemontesi. Prima di concludere, ad ogni modo, va aggiunta un'ultima ipotesi riguardo a questi cognomi (anche se, probabilmente, si tratta di una fonte secondaria): in alcuni casi è possibile che Blanco e le sue varianti nascano da una corruzione del nome medievale Branca, se si tiene conto del fenomeno del rotacismo (vedi Blancato); quest'ipotesi, in effetti, è avvalorata dalla stessa distribuzione geografica del cognome Blanca, riscontrabile principalmente nella provincia messinese (in una zona molto simile a quella del ceppo messinese delle famiglie Branca). Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti, anche se, in alcuni casi, non è esclusa una derivazione da soprannomi ad essi attribuiti (soprattutto in relazione al significato di bianco).
BLANCARDI Blancardi, molto molto raro, specifico della provincia di Imperia, dovrebbe derivare dal cognome francese Blanchard.
BLANCATO Blancato è specifico del sud della Sicilia, di Sortino nel siracusano in particolare, ma anche di Caltagirone nel catanese, Catania e Siracusa.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questo cognome va ricercata nel nome medievale Blancato, che, a causa del fenomeno del rotacismo, nasce come variante del più comune Brancato (vedi Brancati). Nel nord Italia, tuttavia, non è escluso che il cognome Blancato derivi talvolta dal nome medievale Blanco (vedi Blanc), tenendo conto che in queste aree del paese il suffisso -ato assume spesso un valore patronimico o matronimico (da confrontare col cognome Biancat). In conclusione, dunque, si tratta della cognominizzazione del nome personale dei capostipiti.
BLANCHOD Blanchod è tipicamente valdostano, sembrerebbe specifico di Chatillon, dovrebbe trattarsi di una forma diminutiva arcaica del nome francoprovenzale Blanc (Bianco).
BLANDI
BLANDINI
BLANDINO
BLANDO
Blandi ha un ceppo a Palermo, con presenze significative a Sant'Agata di Militello nel messinese ed a Lattarico nel cosentino, Blandini ha un ceppo a Siracusa e nel catanese a Palagonia e Catania, ed uno nel leccese a Seclì, Blandino, sempre siciliano, di Modica nel ragusano, ha ceppi interessanti anche nel siracusano ad Augusta e Siracusa, a Palermo e Monreale nel palermitano, a Caltanissetta e Messina e nel ragusano a Ragusa e Scicli, presenta inoltre un ceppo a Rocca di Neto nel crotonese, Blando, anch'esso siciliano, è del palermitano, di Gangi e Bagheria, ma, anche se in misura decisamente ridotta, di Cefalù e Palermo, potrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal nomen latino Blandus, ricordiamo con questo nome Gaius Rubellius Blandus, di una famiglia equestre dell'antica Roma del primo secolo dopo Cristo, che ricoprì cariche consolari, fu questore, pretore e nel 36 d.C. proconsole in Africa, può anche derivare dal nome medioevale Blando con il significato di colmo di carezze, o del nome medioevale Blandinus (forma ipocoristica del precedente), di cui abbiamo un esempio in questo scritto del 761: "Evoluto anno, id est, anno decimo regni ipsius, omnes optimates Francorum ad Dura in pago Riguerinse ad Campo Madio, pro salute patriae et utilitate Francorum tractanda, placito instituto ad se venire praecepit. Dum haec agerentur, Waifarius inito iniquo consilio, contra Pippinum regem Francorum insidias parat, exercitum suum cum Uniberto comite Bitorino et Blandino comite Arvernico, qui dudum ante annum superiorem ad praedictum regem Pippinum cum Bertellanno episcopo Bitoricae civitatis missus fuerat...".
BLANZAN Blanzan è tipico dell'udinese di Paularo in particolare, deriva da un soprannome originato dal termine friulano blanz (bianco) ad indicare una caratteristica probabilmente fisica del capostipite, forse un precoce incanutimento.
BLASETIG
BLAZETIC
BLASUTTIG
Blasetig, assolutamente rarissimo è tipicamente friulano, Blazetic è praticamente unico, Blasuttig è molto molto raro ed è specifico della valle del Natisone, dovrebbero tutti derivare dal patronimico in -ic o -ig del nome slavo Blaze, Blazeta (Biagio), ad indicare la famiglia dei figli di un figlio di un Biagio, o da un suo diminutivo dialettale in -utti ad indicare la famiglia del figlio del piccolo Biagio.
BLASI
BLASIO
BLASO
Blasi è un cognome distribuito in tutt'Italia, ma prevalentemente al centro sud, Blasio è più tipicamente campano, del napoletano e del salernitano, Blaso, estremamente raro, parrebbe avere un ceppo nel beneventano e forse uno nel barese, hanno tutti origine, dal nome latino Blasus o dal prenome Blaesus (con il significato di balbuziente).
BLASINGER Assolutamente rarissimo è tirolese, dovrebbe derivare da una modificazione del nomen latino Blasus.
integrazioni fornite da Gigi Colombo
può essere una derivazione dalla variante tedesca del nome Biagio, è stato italianizzato talvolta in Di Biasi o Debiasi.
BLASON Blason è tipicamente friulano, di Trieste, Gradisca d`Isonzo, San Lorenzo Isontino e Monfalcone nel goriziano e Talmassons nell'udinese, dovrebbe derivare da una variazione maggiorativa di una modificazione dialettale del nome Blasius (Biagio).
BLAU Blau è assolutamente rarissimo.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BLAU; (BRAU): brau in Campidano ed in Barbagia significa celeste, azzurro; blau in Logudoro. Viene dal catalano blau, con lo stesso significato. Biaittu = celestino. Il cognome Brau è presente in 59 Comuni italiani, di cui 32/377 in Sardegna: Orotelli 61, Oniferi 42, Nuoro 35, San Gavino Monreale 32, Sassari 27, Caglairi 24, Carbonia 19, Sardara 15, etc. Nella Penisola, in 6 Comuni è presente il cognome Blau, probabilmente con lo stesso significato e la stessa provenienza linguistica: 2 in Liguria, 1 in Lombardia, 1 Piemonte, 1 Em. Romagna, Trieste.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Blau è un cognome tedesco che potrebbe derivare dal nome del colore 'blau' = blu, azzurro, o dall'idronimo Blau che è un affluente del Danubio nel Baden-Württemberg.
BLEDIG Assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico della zona di San Leonardo (UD), dovrebbe derivare da un soprannome originate da caratteristiche della carnagione del capostipite essendo legato al vocabolo sloveno bled (pallido, smorto) Bledig starebbe ad indicare il figlio dello smorto.
BLEFARI Blefari è tipicamente calabrese, di Bovalino e Benestare nel reggino, di Cirò e Cirò Marina nel crotonese e di Crosia e Rossano nel cosentino, dovrebbe derivare da un soprannome grecanico originato dal termine blefares (palpebra).
BLEVE
BLEVIO
Bleve è tipico della zona di Corsano nel leccese, Blevio, quasi unico, è del cosentino.
integrazioni fornite da Cosimo De Giovanni Centelles
Bleve deriverebbe dal francese blé (=grano). Secondo alcuni sarebbe di origine celtica. Il ceppo è tipicamente di origine salentina. Localizzato in Montesardo, Corsano, Alessano e Gagliano - tutti nella provincia di Lecce. Infatti ultimo sindaco nel XVI° secolo dell'Università di Valiano (LE) oggi scomparso, sarebbe stato un tal don Sebastiano Bleve. Nelle località menzionate ha goduto di nobiltà fregiandosi dei titoli di don ma non esiste certezza sulla loro nobiltà.  A mio avviso questo sarebbe sì di derivazione francese, ma stanziatosi in Salento con la discesa delle truppe di Carlo Magno sul luogo di Campo Lo Re per combattere le truppe di re Desiderio.  In Corsano i due rami che hanno goduto di nobiltà sono quello del cav. Vito fu Biagio e quello di d. Luigi fu Biagio. gli altri rami sarebbero una maggiore proliferazione e diffusione del ceppo originario stanziatosi nella cittadina nella prima metà del sec. XVIII°.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bleve è un cognome lucano presente a Policoro, Scanzano, ma anche siciliano e nel Salento (in particolare diffusione), attestato come Blevio in Calabria. Secondo G. Rohlfs deriva dall' antico francese "blef " = blu.
BLINI
BLINIO
BLINO
Blini è tipico del bergamasco, di Calvenzano, Treviglio e Casirate d'Adda, Blinio, quasi unico, è piemontese, così come il quasi unico Blino, potrebbero derivare dal nome della Valle di Blenio in Canton Ticino o dal nome del comune svizzero di Blenio, o anche dal nome medioevale latino Blinius.
BLO Blo è caratteristico di Bondeno nel ferrarese, di origini etimologiche oscure, potrebbe trattarsi di una forma apocopaica del termine germanico blond (biondo).
BLOISE Tipico del cosentino, zona di Cassano Calabro, Castrovillari e Morano Calabro (CS).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bloise potrebbe essere l'italianizzazione del cognome francese Blois che può designare una persona originaria di Blois (Rohlfs 49). Blois potrebbe però anche venire dall'antico francese blois (persona che balbettava o parlava bleso), oppure dall'aggettivo "bloi" = biondo, o ancora da una variante del nome personale Blaise.
BLONDA
BLONDI
BLONDO
BLUNDA
BLUNDI
BLUNDO
Blonda è tipicamente pugliese, del brindisino in particolare, di Cisternino, Fasano ed Ostuni, Blondo, quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, Blondi, assolutamente molto raro, è tipico del parmense, Blunda è tipico del trapanese, di Alcamo, Salemi, Trapani ed Erice, Blundi è praticamente unico, Blundo ha un ceppo nell'avellinese, ad Ariano Irpino e Montecalvo Irpino, ed uno nel sud della Sicilia, nel siracusano a Siracusa, Pachino e Sortino, e nel ragusano a Ragusa, Santa Croce Camerina, Modica e Vittoria, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da una latinizzazione dell'aggettivo germanico blond (biondo), derivato dal vocabolo medioevale germanico a.a.t. blantan (mischiare, detto anche di capelli chiari), o direttamente dal termine tardo latino blundus, dallo stesso blond derivato, probabilmente ad identificare il fatto che i capostipiti o le capostipiti avessero i capelli biondi o fossero di carnagione chiara.
BO
BO'
Bo sembra essere tipico del Piemonte, con un ceppo importante a Sestri Levante (GE) e Genova, a Milano, a Parma e Guastalla (RE), a Olbia (SS) e Ala dei Sardi (SS), Bò, molto molto raro, parrebbe del milanese e del genovese, si dovrebbe trattare di forme dialettali contratte del termine bove usate anticamente ad indicare una certa agiatezza della famiglia.
BOAR
BOARA
BOARI
BOARO
BOER
BOERA
BOERCHI
BOERCHIO
BOERETTO
BOERI
BOERO
BOVERI
BOVERIO
Cognomi legati a soprannomi relativi al vocabolo latino bovarius (relativo ai buoi) o al vocabolo italiano bove, quindi correlati con il lavoro agricolo o di mandriano, oppure derivati da uno dei molti toponimi correlati con la parola Bove, i ceppi liguri, piemontesi potrebbero anche derivare dal termine francese arcaico bouvier (bovaro, mandriano), o dal termine catalano antico boher (guardiano dei buoi), in alcuni casi è possibile inoltre che derivino da alterazioni del nome medioevale germanico Bodhari, originato a sua volta dall'unione dei termini medioevali germanici bod (messaggero) ed hari (esercito), con il significato di portaordini, messo militare, alfiere. Boar, quasi unico, sembrerebbe piemontese, Boara, assolutamente rarissimo, parrebbe del milanese, Boari ha un ceppo nel milanese, uno tra bolognese e ferrarese, ed uno nell'area che comprende l'anconetano, il maceratese ed il perugino, Boaro ha un ceppo nel trevisano, uno nell'udinese ed uno nell'anconetano, Boer è tipicamente veneto mentre Boera, Boerchi e Boerchio sono tipici dell'area milanese, pavese e delle provincie limitrofe, Boeretto, estremamente raro, parrebbe originario del veneziano, Boeri ha un ceppo nell'astigiano a Costigliole d`Asti in particolare, un ceppo nel piacentino a Piacenza ed a Ferriere, ma il nucleo principale è in Liguria nell'imperiese soprattutto, a Badalucco, Taggia e San Remo, Boero è ligure piemontese con un ceppo anche a Agliari ed a Capoterra nel cagliaritano, concentrato in particolar modo a Torino, Asti, Mazzè nel torinese ed a Genova soprattutto, Boveri proviene dall'alessandrino, ma diffuso molto anche nelle provincie di Pavia e Piacenza, Boverio, assolutamente rarissimo, è tipico dell'area alessandrino, pavese. Nel 1568 a Saluzzo nel cuneese troviamo Zaccaria Boverio che diventerà padre cappuccino e ci lascerà scritti di teologia.
BOASSA
BUASSA
Boassa, molto raro, è tipicamente sardo, di San Nicolò d'Arcidano, Uras e Terralba nell'oristanese, di Serramanna nel Medio Campidano e di Cagliari, Buassa è praticamente unico.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BOASSA; BUASSA: boassa o buassa in Campidano, buatta in Logudoro, è riferito a malattia esantematica simile al morbillo, ma più grave: lo si chiama anche vaiolo benigno! Il vocabolo deriva da bua, voce infantile onomatopeica per indicare il dolore. Mentre il vero vaiolo viene comunemente chiamato sa pigòtta o sarrosa cun su cristallu mascu. Sa buatta è inoltre la "veste" della pannocchia del granoturco, ma deriva dal francese boite = involucro o anche scatola; buatta o boatta anche in italiano (region.). Buattone in Logudorese è il fantoccio di carnevale e buatta o buattina è una bambola di stracci o cenci; così anche in piemontese. Il cognome Boassa è attualmente presente in 21 Comuni italiani, di cui 14 in Sardegna: San Nicolò Arcidano 34, Serramanna 28, Uras 14, Cagliari 13, Terralba 13, etc. La variante Buassa è presente solo nel Comune di Gonnosfanadiga (un nucleo familiare) e si tratta evidentemente di trascrizione anagrafica errata, perché  i Buassa di Gonnosfanadiga hanno dichiarato di provenire dalla zona di Arcidano -Terralba.
BOASSO
BUASSO
Boasso è tipicamente piemontese, di Torino, Carmagnola e Collegno nel torinese e di Alba, Fossano e Grinzane Cavour nel cuneese, con un piccolo ceppo anche a Genova, Buasso, quasi unico, è del cuneese, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale basato sul termine dialettale piemontese arcaico böass (grosso bue), forse a sottolineare l'imponenza del capostipite.
BOATI
BOATO
BOATTI
BOATTO
Boati e Boatti sono tipici del milanese e del pavese, Boato è tipicamente veneto, dell'area veneziano, trevisana, Boatto, oltre al ceppo veneziano, ne ha uno nell'alessandrino e nel pavese, tutti questi cognomi nascono da soprannomi dialettali aventi per argomento il bove, sia per il mestiere del capostipite legato a quelle bestie, sia anche per una particolare forza o costanza.
BOBBA Bobba, decisamente piemontese, in particolare del vercellese, di Cigliano, Saluggia, Bianzè e Vercelli, dovrebbe derivare da un soprannome provenzale originato dal termine bobe, un'alterazione del latino balbus (balbuziente), forse ad indicare che il capostipite fosse affetto da questo tipo di difetto.
BOBBIESE
BOBBIESI
Entrambi molto molto rari sono tipici del pavese, dovrebbero derivare dall'etnico di Bobbio nel piacentino.
BOBBIO Bobbio ha un ceppo principale tra pavese, alessandrino e genovese, con massima concentrazione ad Alessandria e Novi Ligure ed uno nel torinese tra Torino e San Benigno Canavese, e nel novarese a Novara e Cameri, tutti i ceppi dovrebbero derivare dalla toponomastica, da Bobbio Pellice nel torinese o dai Piani di Bobbio nel piacentino, tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Soncino (CR) tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600 con il notaio Gianbattista Bobius, circa cinquant'anni dopo troviamo nel bresciano un certo Gerolamo Bobius pretore di Pumenengo (BG).
BOCA Tipico del novarese, deriva dal toponimo Boca (NO).
BOCALETTI
BOCALETTO
BOCCALETTI
BOCCALETTO
Bocaletti e Bocaletto sono quasi unici, Boccaletti è specifico della zona di confine tra modenese, reggiano e mantovano, zona di Novi di Modena e Carpi (MO), Boccaletto, rarissimo, è tipico della zona tra trevisano e veneziano, dovrebbero derivare da soprannomi forse legati al mestiere di oste.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
II cognome Boccaletti è di derivazione soprannominale e deriva dal nome medievale bucaletus «piccolo boccale», ad indicare forse «persona piccola e grossa». È d'area modenese-reggiana. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese, 1996.
BOCCA Tipico del nord ovest ha un nucleo a Vigevano nel pavese e nell'alessandrino, ha un ceppo anche a Torino, dovrebbe derivare da nomi di località quali lo sbocco di un torrente o di un fiume come Bocca D'Adda e simili.
BOCCACCI
BOCCACCIO
BOCCADORO
BOCCATO
BOCCHETTA
BOCCHETTI
BOCCHETTO
BOCCHI
BOCCHINI
BOCCHINO
BOCCHIOLA
BOCCHIOLI
BOCCIARELLI
BOCCON
BOCCONE
BOCCONI
BOCCOTTI
BOCCUCCI
BOCCUCCIA
BUCCIARELLI
BUCCUCCIA
Tutti questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi originati da caratteristiche fisiche legate all'aspetto o all'uso della bocca, ma in alcuni casi possono anche essere collegati al luogo di dimora della famiglia collocato nelle vicinanze di una bocca o sbocco di un fiume o comunque di un corso d'acqua, ma è pure possibile che derivino direttamente o tramite accrescitivi od ipocoristici dal nome medioevale di origine germanica Bocco, Bocconis, di cui abbiamo un esempio in questo scritto del 1610: "..Consimilis est Bocco Humalda, vir devotus, modestus, ac sobrius, cum quo tuo te posse conversari existimo. Lamberti nuncii illius, quem nosti, aedes quantum potes fugias...". Boccacci ha un ceppo nel parmense, uno nell'anconetano ed il nucleo principale nel Lazio, Boccaccio particolarmente presente in Piemonte, Liguria, Puglie e Sicilia, Boccadoro in tutto il centro nord, ma particolarmente in provincia di Milano, solo al nord, ma con forte concentrazione nel Veneto ed in Lombardia e Piemonte Boccato, in tutto il centro nord Bocchi, ma soprattutto in Lombardia ed Emilia, Bocchetta, abbastanza raro, ha un piccolo ceppo nel perugino, uno a Roma, uno a Cagliari, uno nel napoletano ed uno nel potentino, Bocchetti ha un grosso ceppo a Napoli e nel napoletano, ed a Roma, e nel viterbese, Bocchetto, quasi unico, parrebbe avere un piccolissimo ceppo nel veneziano ed uno altrettanto piccolo nel napoletano, Bocchini, massimamente concentrato nel forlivese, è ben diffuso in tutta l'area che comprende le Marche, l'Umbria, il viterbese ed il romano, Bocchino ha un nucleo campano, particolarmente nel beneventano, uno nel ternano, viterbese e romano, uno nell'astigiano ed uno nel catanzarese, Boccon, molto molto raro, è del padovano, Boccone ha un ceppo nel genovese ed uno secondario a Carloforte (CA), Bocconi ha un ceppo emiliano tra parmense e reggiano ed uno fiorentino, originari dell'area milanese Bocchiola, Bocchioli e Boccotti, piacentino Bocciarelli, Bucciarelli invece oltre al ceppo nel reggiano, è ben diffuso in Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio e Campania, Boccucci è del casertano, di Sessa Aurunca in particolare, Boccuccia è specifico del romano, di Cave e di Roma, Buccuccia, quasi unico, è laziale. Giovanni Boccacci (il famoso Boccaccio del Decamerone) scrittore, nasce nel 1313 a Parigi, ma da padre originario di Certaldo (FI).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bocchi è cognome veneto, presente nel secolo XII come Bocho, Buco, Bocco, viene dal nome germanico Bocco, Buchilo registrato in Förstemann 344. Fonte: Olivieri 157. Secondo F. Violi è invece la cognominizzazione del nome personale medievale Boca, dal lat. bucca «bocca», con valore soprannominale, documentato nel Modenese dal 1164. La sua diffusione è maggiore nel Mirandolese.
BOCCADIFUOCO Boccadifuoco è tipicamente siciliano, di Siracusa e di Vittoria, Pozzallo e ragusa nel ragusano e di Butera nel nisseno, si dovrebbe trattare di un soprannome attribuito a capostipiti particolarmente adusi all'alterco, in molti casi si può trattare anche di un cognome attribuito a trovatelli dai funzionari degli orfanotrofi borbonici.
BOCCAFUSCA
BUCCAFUSCA
BUCCAFUSCHI
BUCCAFUSCO
Boccafusca, praticamente unico, parrebbe campano, Buccafusca ha un ceppo calabrese a Nicotera nel vibonese ed uno siciliano a Palermo e Milazzo nel messinese, Buccafuschi, quasi unico è del palermitano, Buccafusco, abbastanza raro, ha un ceppo a Palermo, dovrebbero derivare da soprannomi dialettali originati probabilmente dal compostamento del capostipite, forse aduso a parlar male degli altri, o a rispondere in modo ombroso, in molto casi si potrebbe trattare di cognomi attribuiti da funzionari borbonici a dei fanciulli abbandonati.
BOCCALARI
BOCCALINI
Cognomi derivati probabilmente dal termine spagnolo bocal (brocca) tramite soprannomi relativi al mestiere di oste o di servitore. Tipicamente dell'area milanese, pavese e mantovana Boccalari, mentre è specifico dell'Italia centrale Boccalini.  Nella seconda metà del 1500 troviamo a Carpi l'architetto Giovanni Boccalini.
BOCCANEGRA
BOCCANERA
Boccanegra è specifico genovese anche se ora è presente soprattutto a Venezia, Boccanera è tipico del centro, ha vari ceppi nelle province di Roma, Rieti, Macerata ed Ancona, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal nome medioevale Bocca o Bucca o anche da toponimi contenenti la radice Bocca come ne esistono molti in tutto il paese, tracce illustri di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1200 a Genova con il Capitano del Popolo Guglielmo Boccanegra di una ricca famiglia di mercanti e nel 1300 con suo nipote Simon Boccanegra primo Doge di Genova eletto il 24 Settembre 1339.
BOCCANFUSA
BOCCANFUSO
Boccanfusa è quasi unico, Boccanfuso è specifico dell'isola d'Ischia, di Ischia, Barano di Ischia, Forio e di Napoli, presenta inoltre un ceppo a Taranto, si dovrebbe trattare di cognomi attribuito a dei trovatelli, individuati dal funzionario dell'orfanotrofio come bocca bagnata, 'nfuso o 'nfoso in dialetto campano significa appunto bagnato.
BOCCARDI
BOCCARDO
BOCCIARDI
BOCCIARDO
BUCCARDI
BUCCARDO
Boccardi ha vari ceppi in giro per l'Italia, dal torinese alla Toscana, al Lazio, al Molise e alla Puglia, Boccardo ha un nucleo genovese e ceppi sparsi sia al nord che al centrosud, Bocciardi, molto molto raro, è toscano di Santa Croce Sull`Arno e Castelfranco Di Sotto nel pisano in particolare, Bocciardo è specifico di Genova, Buccardi e Buccardo sono quasi unici, dovrebbero derivare dal nome medioevale germanico Burghard. attraverso la sua versione latina Bociardus di cui abbiamo un esempio a Milano in una Sententia dell'anno 1138: "...Et ibi statim, per laudamentum ipsorum consulum, iuraverunt ipsi testes, ad sancta Dei Euvangelia, ita esse verum, sicut supra testificati sunt, et ipse Bociardus insuper iuravit, in suo sacramento, quod habet valente libras septem et dimidiam denariorum Mediolanensium...".
BOCCHICCHIO
BOCHICCHIO
Bocchicchio ha un ceppo a Prato ed a Cascina nel pisano, ed uno a Panni nel foggiano ed a Montecalvo Irpino nell'avellinese, Bochicchio è tipico della zona di Potenza ed Avigliano nel potentino, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale anche se la presenza di una località Bochicchi di Morcone (BN) potrebbe far erroneamente pensare ad una derivazione dalla toponomastica, (in realtà il toponimo deriva dal nome della famiglia colonica che vi abitò) (vedi anche BUCCHICCHIO).
ricerche fornite da Fabio Paolucci (Salerno)
Il cognome Bochicchio deriva da un'antica famiglia di origine albanese, i Bosichio, che trapiantatisi in Lucania tra Potenza e Avignano italianizzarono la propria forma cognominale in Bochicchio.  Il ceppo Bochicchio di Forenza annovera nell'800 molte figure di spicco come i fratelli patrioti Antonio, Nicola e Vincenzo (figli di Canio Bochicchio, benestante di Forenza), Francesco Saverio, Michele Antonio Gaetano e Vincenzo Antonio Francesco (figli di Giuseppe), Gabriele fu Vincenzo Antonio e Nicola fu Pasquale.
BOCCI
BOCCIA
BOCCIO
Bocci è molto diffuso nella fascia centrale che comprende la Toscana, le Marche, l'Umbria ed il Lazio, con piccoli ceppi in Emilia, a Genova ed a San Giovanni Rotondo e Monte Sant'Angelo nel foggiano, Boccia è panitaliano, ma la sua massima concentrazione la troviamo tra Lazio e Campania,  Boccia è panitaliano, ma la sua massima concentrazione la troviamo tra Lazio e Campania, Boccio ha un ceppo nel ternano ed uno a Roma, dovrebbero derivare dal nome medioevale Boccio, Boccia di cui abbiamo un esempio a S.Giovanni Valdarno nel 1401 con  Boccia di Niccolò del Rosso eletto Commissario della Repubblica Fiorentina, nome esistente sia in forma autonoma, che come apocope di nomi come Bocciardo.
BOCCIANTI
BUCCIANTE
BUCCIANTI
BUCCIANTINI
Boccianti, estremamente raro, sembrerebbe dovuto ad un errore di trascrizione, Bucciante ha un solo ceppo nel teatino a Fossacesia, Buccianti è tipico del fiorentino, Bucciantini, sicuramente toscano, parrebbe più tipico del pistoiese, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal nome medioevale Bocciante o Bucciante derivato da una modificazione dell'aferesi del nome Iacobus, tracce di queste cognominizzazioni le abbiamo a Firenze ad esempio in questo contratto dell'anno 1446: "...Facemo novo contratto, dove si chiarisce come Piero detto è tenuto per di qui a x anni proximi a venire a rivendermi detta casa a ogni mia richiesta per detto prezo di f. d, pagandogli ne' tenpi e termini si saranno ricevuti da lui come dovere, benché nel contratto non si chiarisce. E dal dì ch'io la ricomperassi glela debbo apigionare per 5 anni e per f. 24, e f. jº per la casetta overo striscia di sopra nominata. E in caso ch'io in detti x anni non la ricomperassi, volendola vendere in tra[n]sattione, m'obligo darla a detto Piero per f. secento, computandovi detti f. d di prima ricevuti, o per quel pregio più che se ne trovassi da altri. Rogato ser Matheo di ser Batista Bocciante da Pisa e ser Piero di Michele di messer Rinaldo Partigiani da Sa·Miniato...", agli inizi del 1800 troviamo a Fossacesia nel teatino il Gran Maestro della Carboneria Nicolantonio Bucciante.
BOCELLI Bocelli ha un ceppo a Parma ed uno in Toscana nel livornese, a Rosignano Marittimo, Campiglia Marittima e Cecina, a Lajatico, Volterra e Pisa nel pisano, ed a Grosseto, dovrebbe derivare dal nome medioevale Bocellus, di cui abbiamo un esempio d'uso in un testo rinascimentale: ".. et aliquot regij milites duce Cantoclaro sacrifico, qui aggredienteis Protestanteis aliquanto tempore morati, quosdam etiam ex illis interfecerunt. qua re iritati Bocellus et Siluagius praecipui Protestantium duces maiore vi inuecti templum et circumpositas porticus perrumpunt ..".
BOCOLA Molto raro, sembra specifico del foggiano, di San Severo in particolare, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo latino bucula (giovane mucca).
BODDI Boddi è tipico del fiorentino, di Firenze, Bagno a Ripoli e Reggello, di Ponsacco nel pisano, di Piombino (LI, e di Follonica e Massa Marittima nel grossetano, secondo alcuni deriverebbe dalla voce celtica boddi (che sommerge, sommerso), nel Glossario delle antiche voci Celtiche del Boxhornio boddi significa sommergere, ma è altamente improbabile.
BODEI Bodei è specifico del bresciano, di Serle e Novolento in particolare, ma anche di Nuvolera, Mazzano, Brescia, Bedizzole, Gavardo, Paitone e Vallio Terme, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine dialettale bodei (budelli), probabilmente ad indicare che il o i capostipiti facessero di mestiere i salumai, cioè utilizzassero appunto i budelli di animale per insaccare i loro prodotti, nella zona di Serle è molto antica la tradizione della produzione di salumi, ma potrebbe anche derivare da modificazioni del nome celtico Boduos (il vincitore).
BODI
BODO
Bodi è tipico di Cavallino-Treporti nel veneziano, Bodo, decisamente più comune, ha un ceppo nel padovano, e nel bellunese ed uno tra novarese e vercellese, dovrebbero derivare da Bodo, antico toponimo celtico del vicentino, Castello ormai scomparso con feudo annesso in prossimità di Sarcedo (VI), questo toponimo celtico è abbastanza diffuso: "...Bodo enim vel bodum profundum antiqua Gallorum lingua significare author est Plinius,  unde Bodincomagus urbs, ut habet ille, ubi maxima Padi altitudo,..." , ma potrebbero anche derivare da modificazioni del nome celtico Boduos (il vincitore).
BODINI Cognome tipico del lombardo veneto potrebbe derivare dalla parola latina botellus (budello) usato anticamente per fare sanguinacci, quindi identificante, come soprannome, un mestiere, ma più probabilmente potrebbe anche essere un ipocoristico del nome celtico Boduos (il vincitore).
BODRATI
BODRATO
Bodrati, quasi unico, è ligure, piemontese, Bodrato ha un ceppo ad Ovada nell'alessandrino ed a Torino, ma il nucleo principale è genovese, con un piccolo ceppo anche ad Urbe nel savonese, dovrebbero derivare dal nome medioevale di origini germaniche Boderatus, di cui abbiamo un esempio d'uso a Roma nell'anno 901, quando tra gli iudices domni imperatoris compare un certo Vivencius alias Boderatus, in uno scritto del 1343 ad Avignone troviamo citato un tale Bodratus Malabayla di Asti, questo nome dovrebbe essere nato da una latinizzazione del nome germanico Edelrad, composto dai termini edel (nobile) e rad (Consiglio), con il significato di nobile Consigliere, potrebbe anche in qualche caso derivare dal toponimo tedesco Edelrath., secondo un'altra ipotesi deriverebbero invece dal nome medioevale germanico Bodhard, composto da bod (messaggero) ed hard (duro, deciso).
BODRITI
BODRITO
Bodriti, quasi unico, è piemontese, così come il più diffuso Bodrito, che ha un ceppo a Vesime nell'astigiano ed a Torino, dovrebbe trattarsi di forme alterate derivate dal nome medioevale e di origini germaniche Boderatus (vedi BODRATI).
su suggerimento di Daniele Zaia
BOE
BOI
Boe ha un ceppo a Cagliari, a Dorgali, Orosei (NU) ed a Nuoro, a Ghilarza (OR), Boi è molto diffuso in tutta la Sardegna, ma nel cagliaritano in modo particolare, derivano da soprannomi originati dal vocabolo sardo boi (bue), soprannomi che caratterizzavano normalmente persone abbienti.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BOE; BOI: hanno in comune significato ed etimo: boe in Logudoro e boi in Campidano = bue e derivano dal latino bos o dal greco βοΰς. Su boe/i marinu è la foca monaca; su boi tomasu è lo scarabeo unicorno, che io ho ribattezzato: bombus rinoceronticus; s'erbiòi (erba 'e boi) è il rosolaccio; s'oghiòi (ogu 'e boi) è un uccellino: testa di moro, altrimenti detto su kerri (onomat.). Boinargiu = allevatore o custode di buoi:; dal greco βόες + άρχω (boes + arko) = guido, conduco buoi.  Soprattutto Boi è presente in tutta la Sardegna (con maggior diffusione in centro sud). Boe è molto meno diffuso ed ha maggiori presenze nel centro nord. Nelle carte antiche è invece più frequente Boe. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE, del 1388, figurano: Boe Arsòco, ville Uta (*distrutto. Contrate Partis Varicati - Barigadu - non si tratta quindi dell'attuale Uta); Boe Barono, ville Gonnos de Codina(*Gonnoscodina -  Contrate Partis de Montibus); Boe Gonnario, jurato ville Palmas de Ponte(* distrutto: Isca de su Ponti. Contrate Campitani Simagis); Boe Guantino, jurato ville Leonessa(* distrutto..Lunissa (Atzàra). Mandrolisay o Barbagia di Belvì); Boe Joanne, ville Genone (* odierno Genoni - Contrate Laconi et Partis Alença); Boe Margiano, jurato ville Nuradau (* odierno Nurallao - Contrate Partis Alença); Boi Comita, jurato ville Uta (* l'attuale Uta - Curatoriae Decimi (Decimomannu). Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, *CSNT, XI°, XIII° sec., troviamo: Boe Iusta(18), serva in Usune (villa - l'attuale Usini, la cui chiesa di San Pietro era associata a quella di San Nicola - * Il Condaghe di San Nicola di Trullas - a cura di Paolo Merci ; Ed. Delfino - ): - donazione (cap. 18)- positinke(donò) donna Elene de Bosove, ki fuit muliere de donnu Yçoccor de Athen .IIII.(4) homines a Sanctu Nicola, cun boluntade dessu maridu, cando es morta.et de cussos .IIII. homines deitnosinde su maritu .II.(di quei 4, 2 celi diede il marito) : a Presnaki Manicas et a Iusta Boe.; Gosantine Boe(cap. 151), servo rapisce in moglie Elene Manicas, serva di San Nicola, ma ne è allontanato dal priore, il quale non aveva dato il consenso: Ego Petrus Prior (di San Nicola di Trullas) ponio intu Condace pro Elene Manicas, ki mi levait a llarga(rubò) Gosantine Boe, kene boluntade mea et de armentariu meu (né del  mio amministratore).Al cap. 290, sempre del *CSNT, abbiamo uno scambio(tramutu) di servi:.ego Petru Manno, prior de S.N. . Tramutai cum Petru de Serra Boe(un nobile, proprietario terriero) homines: isse deitimi pede(egli mi diede un quarto - del servizio)in Mariane Lasso, et pede in Manikella, fiia de Petru d'Orane, servu de Sanctu Nichela; et ego deitili (gli diedi in cambio) latus (la metà- del servizio) in Maria Virrake, fiia de Iorgi Virrake.seguono i testimoni. Il cognome Boe è attualmente presente in 43 Comuni italiani, di cui 22 in Sardegna: Sassari 63, Orosei 31, Oliena 21, Nuoro 18, Lula 15, etc. Boi è invece presente in ben 378 Comuni italiani, di cui 130 in Sardegna: Cagliari 696, Quartu S. E. 308, Oliena 138, Iglesias 113, Guspini 100, etc. Nella storia contemporanea ricordiamo Boi Antonio, storico autodidatta, di Sassari, 1912 - 1958 ( Dizionario Storico Sardo, di Francesco Cesare Casula).
BOEDDU Tipico sardo di Dorgali (NU), Sant`Antonio Di Gallura (SS) e Ghilarza (OR) dovrebbe derivare dal diminutivo del vocabolo sardo boe (bue) forse in quanto il capostipite era o figlio di un Boe o Boi o era moderatamente agiato, secondo alcuni deriverebbe da soprannomi originati dal vocabolo sardo boidu (vuoto) è starebbe ad indicare invece una persona dappoco.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BOEDDU: boèllu, diminutivo di boe = piccolo bue? In latino bovillus per bubulus = bovino. Improbabile da metatesi di boddèu (gruppo di persone o di case - furriadròxus). È un cognome raro, assente nelle carte antiche, attualmente presente in 28 Comuni italiani di cui 14 in Sardegna: Dorgali 59, Ghilarza 34, Nuoro 23, Bolotana 10, etc.
BOEM
BOEMO
BOHM
Boem è veneto del veneziano, ha un ceppo importante a San Donà di Piave e ceppi ad Eraclea, Iesolo e Musile di Piave, ed uno a Codroipo nell'udinese, Boemo sembrerebbe più tipicamente friulano, di Grado nel goriziano e di Carlino ed Udine nell'udinese, Bohm, molto molto raro, è triestino, dovrebbero tutti derivare da soprannomi originati dal fatto di essere i capostipiti provenienti dalla Boemia, una regione dell'attuale Repubblica Ceca.
BOEMI Boemi è siciliano, ha un ceppo importante a Messina ed uno a Catania, dovrebbe derivare da un soprannome originato dall'essere stato  il capostipite un agente daziario, bisogna sapere che in Sicilia i boemi erano gli incaricati della riscossione dei dazi e del plateatico (diritto di superficie) nei mercati.
BOEZI
BOEZIO
Boezi è tipico di Alatri (FR), di Roma e del frusinate, Boezio ha un ceppo a Gemona del Friuli (UD) e nell'udinese ed uno a Capurso (BA) e nel barese, dovrebbero derivare dal nome tardo latino Boetius o Boethius derivato dal greco Boethus, ricordiamo con questo nome il famosissimo Anicio Manlio Torquato Severino (480-526), l'autore del De consolatione philosophiae, meglio conosciuto come Severino Boezio: "...ego Boetius qui quondam tempore prosperitatis studio meo florente, peregi, idest composui, carmina, supple delectabilia et jucunda, nunc tempore adversitatis, flebilis, idest dignus ut defleam. Vel flebilis, idest tristis, cogor inire, idest inchoare moestos modos, idest tristia metra de mea miseria....".
BOERIO Tipico del Canavese, dovrebbe derivare dal cognomen latino Boerius (Boverius), tracce di questa cognominizzazione si hanno nel 1300 con Pietro Boerio vescovo d'Orvieto e nel 1500 con lo scrittore di Montpellier Nicolò Boerio: "...Nicolaus Boerius dicit, id quod Cornelius Tacitus de Germanis quoque scribit, Franciae consuetudine, uxorem a matito postulatam adulterii, et convictam, tonderi, et capillis...".
BOF
BOFF
BOFFI
BOFFO
Bof, tipicamente veneto, è specifico dell'area trevisano, bellunese, di Seren del Grappa, Feltre e Lentiai nel bellunese e di Mareno di Piave, Montebelluna e Segusino nel trevisano, Boff è quasi unico, Boffo è tipico di Dueville nel vicentino, di San Zenone degli Ezzelini, Chiarano ed Asolo nel trevisano, e di Mestrino nel padovano, Boffi sembrerebbe tipicamente lombardo di Giussano, Milano, Lentate Sul Seveso e Varedo nel milanese, di Lodi e Dalmine nel bergamasco, con un ceppo anche nel Lazio a Roma ed Arce nel frusinate, dovrebbero derivare, direttamente o tramite forme apocopate dialettali, dal nome medioevale Boffus, di cui abbiamo un esempio nelle Cronache fermane sotto l'anno 1383: ".. Eodem millesimo et die viii februarii , foro cohadunato, Pucciarellus Vannis de Firmo, spiritu diabolico instigatus, in platea magna, percussit Antonium Vannis Case Marchitti, in gula post auriculam dexteram; et cecidit in terra semivivus; et demum, non contentus predictis, in dicto impetu, percussit Stephanum Thome de Gruptis in capite; et non cecidit: et Franciscus Vagnotii domini Dominici percussit, in dieta platea et in dicto contextu, magistrum Dominicum de Tolentino medicum communis, credens ipsum occidisse: et demum dictus Franciscus cucurrit per stratam et venit in Campiletium, dicendo: « che facete? pigliate l'armi perchè in piazza se grida - viva lo populo -, et sunt interfecti sex cives ». Et dictus Pucciarellus subito exivit plateam, et in introita, sive via per quam itur ad Sanctum Dominicum, stabant quam plures, et maxime Sirectus magistri lannetti, Boffus Coluctii Paccarò, Trintia lustiniani de Firmo et Ranaldus de Monte Florum, Grassus de Cosignano, armati ad faciendum spallas predictis, et dicentes: « viva lo populo »; et feribantur cives stantes in platea videntes predicta obstupefacti. Aliqui cucurreruut retro ipsum Pucciarellum dicendo: « pigliatelo »; sed supradicti , qui faciebant spallam cum bergamaschis in manibus , retinuerunt gentes, et tunc dum Vannes Cisci Marchitti, et dominus Vannes Andreutii Andree fuerunt versus predictos ...", e nel 1400 con il capitano Boffo Grillo di Salerno reggente di Montefuscoli nel Sannio dal 1425.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Boffo è un cognome veneto dal termine valsuganese 'boffo' = gonfio. Olivieri 222.
BOFONDI Bofondi, quasi unico, sembrerebbe essere di origini illiriche e derivare dall'albanese pa fundi (senza sedere, dal sedere piatto), indicando probabilmente così una caratteristica fisica del capostipite.
BOGANI
BOGGI
BOGGIA
Due ceppi per Bogani uno dell'area nord milanese l'altro toscano. Presente sopratutto nel sud milanese e nella Toscana e Lazio occidentali e nelle Marche Boggi, Boggia ha un ceppo nel nord della Lombardia, uno tra spezzino e carrarese, uno napoletano ed uno brindisino, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da un soprannome come ne abbiamo esempio in una Carta investiture per massaricium del 1161 a Milano: "...suprascriptum Arduinum interim esse tacitum et contentum in suprascripta investitura; et sic posuit fideiussorem Azonem qui dicitur Bogia, de ipsa civitate...", o da nomi di località come ne troviamo ad esempio in Valtellina.
BOGETTI Bogetti è tipico del cuneese, di Cherasco, Brà, Fossano e Sanfrè, si dovrebbe trattare di una forma ipocoristica del nome medioevale germanico Bogius, una latinizzazione di Bogio (vedi BOGGIONI), dell'uso di questo nome/cognome abbiamo un esempio nel 1376 nell'obituario della Collegiata di San Lorenzo a Cuvio nel varesotto: "...MCCCLXXVI VII mensis aprilis. ...Obiit Guarimbertus de Vercelio qui iudicavit predium suum Cuveli. Obiit Dominicus de Ranzio: denarios II. Obiit Domina Franda de Brincio que iudicavit solidos X. Obiit Ugo Bogius qui iudicavit culcidram I et pulvinum I et linteamina II: valentia libras III....".
BOGGIONI Estremamente raro è tipico del sudmilanese e del pavese orientale, dovrebbe derivare dal nome medioevale germanico Bogio (Bogionis) di cui abbiamo traccia ad esempio in una lapide tardo latina: "Teutio Verco[n] Bogionis f(ilius) magis(ter) structorum Aravisco h(ic) s(itus) e(st)" e nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale in un atto di vendita del 1145, dove si legge: "...Signa + + + + + manuum Alberti de Vila et Ambroxi Bogioni et Alegri et Bruni Spiringoni et Vuilitioni et Alberti, testium...".  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Chiavenna (SO) nel 1500 dove in un atto leggiamo: "...Domenico Bogioni del Toscho di Giovanni e Giovan Pietro dell'Olzadello ..:".
BOGHI
BOGO
BOGONI
Boghi ha un piccolo ceppo romagnolo ed uno a Roma ed a Tivoli, Bogo ha un ceppo a Genova ed uno a Belluno e nel bellunese, in particolare a Limana e Sedico, Bogoni è tipicamente veneto, in particolare del veronese di Verona e di Monteforte d'Alpone, ma anche di Rovolon nel padovano e di Vicenza e Lonigo nel vicentino, dovrebbero derivare dal nome germanico Bogo, Bogonis, di cui abbiamo un esempio d'uso in uno scritto del 1200: "Querela Comitis Cornubiae, versus Bogonem de Clare & Priorem Sanctae Trinitatis London, quòd ipsi tempore Parliamenti ipsum comitem in medio aulae Westm' ad procurationem ipsius Bogonis citaverunt, quòd compareret coram Archiepiscopo Cantuar' &c. Ipse prior venit & Bogo similiter, & ponunt se in gratiam, misericordiam, & voluntatem Regis de alto & basso, ob quod mandantur turri London: Postea venit dictus Bogo & finem fecit domino regi pro praedicta transgressione per duas mille marcas, &c. & quoad praedict' Comitem respondeat Comiti 1000. li. pro transgressione sibi fact', &c. & praedictus Prior mittitur ibidem ad faciend' secund? quod thesaurius ei dicet ex parte dñi Regis.".
BOGNANNI
BOGNANNO
Bognanni ha un ceppo a Genova ed uno in Sicilia nel nisseno in particolare a Mazzarino con presenze significative anche a Riesi, Caltanissetta e Gela, Bognanno è assolutamente rarissimo, dovrebbero derivare con una lieve modifica dialettale, dal nome medioevale Bonusannus, (vedi BONANNI)
BOIAN
BOIANI
BOIANO
BUIANO
Boian sembra essere unico ed è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione di Boiani, che ha un ceppo valtellinese ad Ardenno (SO), uno a Novara ed uno ad Arquata Scrivia nell'alessandrino, uno nel bolognese ed uno a Fano e Pesaro nel pesarese, Boiano è tipicamente campano, del napoletano soprattutto, di Napoli, Portici ed Ercolano e del casertano di Gallo Matese e San Gregorio Matese, Buiano, molto raro, specifico del napoletano è una forma modificata del precedente, dovrebbero derivare dal nome medioevale Boianus di cui abbiamo un esempio in un Breve immissionis in tenutam dell'anno 1191: "..Alla Lama, pertice quinque et plus. Et sedimen quod tenet Girardus de Solperto, pertice IIIIor et plus, inter sedimen et subter In Pratello, unum sedimen, tabula una. In Castello, a monte portus. Et sedimen quod tenet Ugo de Solperto Ferarius de Rainer. Et sedimen quod tenet Boianus.. ..Anno Domini factum est MC nonagesimo primo, suprascripto die, indictione X...", ma ricordiamo anche che con il nome di Bos Boianus si identificavano in epoca medioevalei bufali e che quindi i ceppi campani potrebbero derivare proprio dall'attività di allevatore di bufali svolta dal capostipite.
BOIARDI
BOIARDO
BOJARDI
Boiardi è tipicamente emiliano, di Piacenza e reggioemilia e relative province, Bojardi, praticamente unico, è una forma arcaica del precedente, Boiardo, quasi unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione, dovrebbero derivare dal nome medioevale di origine germanica Boiardus, un importantissimo esempio di queste cognominizzazioni le troviamo con Matteo Maria Boiardo, l'autore del romanzo cavalleresco Orlando innamorato, nato a Scandiano (RE) nel 1441 e morto a Reggio Emilia, nel 1494.
BOIERI
BOIERO
Boieri è specifico di Novara, Boiero è specifico del Piemonte di Cavour, Pinerolo e Luserna San Giovanni nel torinese e di Bagnolo Piemonte nel cuneese, dovrebbero derivare dal nome tardo medioevale Boierus di cui abbiamo un esempio nel Iacobi Augusti Thuani Historiarum sui temporis: "...itaque arx Damuillae tradita est, quam ille cum diu postea tenuisset, tandem Ioannes Bellofortius Alesiae vicecomes cum ipso transegit, et permutationis titulo Sergij fanum in Aruernis ab Astremonio Boiero homine vanitatis insulsae olim Momorantio patri donatum pro Alesia accepit...".
BOIN
BOINI
BOINO
Boin è tipicamente veneto, con un ceppo nel trevisano a Vedelago, Altivole e Castelfranco Veneto, uno a Cinto Euganeo nel padovano e Cassola e Rosà nel vicentino, Boini, quasi unico, sembrerebbe emiliano, Boino, altrettanto raro, è piemontese e dovrebbe essere di origini venete e dovuto ad errori di trascrizione, dovrebbero derivare da un soprannome veneto originato dal vocabolo boin (bulino, attrezzo per intagli o intarsi su metallo), forse ad identificare i capostipiti come artigiano del rame o di altri metalli, non si può comunque escluderer che possa in alcuni casi trattarsi di una forma aferetica, anche dialettale, del nome medioevale longobardo Albwin italianizzato in Alboino, nome probabilmente portato dai capostipiti.
BOIOCCHI Presente nell'Italia settentrionale occidentale, ma con massima concentrazione in Lombardia, questo cognome dovrebbe derivare da soprannomi legati al vocabolo baiocco (denaro) o ad un dialettale boiocch (rapa, navone).
BOLATTI
BOLATTO
Molto molto rari sembrerebbero entrambi originari del torinese, potrebbero derivare da forme locali derivate dal nome di origine franco germanica Bolland (generato dalla fusione dei termini bolo (amico) e land (terra, paese) con il significato forse di conterraneo o derivato forse dal nome germanico Bolohard.
BOLA
BOLI
BOLLA
BOLLI
BOLLO
BOLO
Bola, quasi unico, è dell'Italia settentrionale occidentale, Bolla è molto diffuso in Piemonte, nel savonese e nel genovese, nella Lombardia occidentale e nel Veneto, soprattutto nel veronese, ma anche nel vicentino, padovano e veneziano, Bolli ha presenze in Lombardia, nel milanese, cremonese e bresciano e nel centro, nella fascia che comprende l'anconetano, il perugino, il ternano ed il romano, Bollo è tipicamente piemontese, del torinese e dell'alessandrino, biellese e vercellese in particolare, Bolo, quasi unico, sembrerebbe piemontese, Boli, altrettanto raro è dell'Italia centrale, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dalla cognominizzazione di nomi germanici come Bolland, derivato dall'unione dei termini bol[o] (amico) e land (terra, patria) o come Bolo (amico).
BOLDI
BOLDIN
BOLDINI
BOLDINO
BOLDO
BOLDONI
Boldi è tipicamente lombardo, soprattutto del bresciano e del milanese, con un ceppo anche in Toscana, Boldin è quasi unico, così come Boldino, Boldini, particolarmente lombardo del bresciano, ha un ceppo nel verbanese e novarese ed uno nel bolognese, Boldo è tipicamente veneto del bellunese in particolare, con un ceppo forse non secondario anche nel milanese, Boldoni, abbastanza raro, è del milanese, potrebbero derivare da toponimi come San Boldo nel trevigiano, ma molto più probabilmente derivano, direttamente o tramite ipocoristici, dall'aferesi di nomi come Uboldus o Ramboldus o simili, portati dal capostipite, di quest'uso abbiamo un esempio in un Atto d'Investitura dell'anno 1152 a Brescia: "...decima iacet in Camolengo, iuxta fossatum quod vadit versus montem, tabule centum .XXII. et duo pedes: a mane fossatum, ab omnibus partibus Sancti Cosme, a meridie Boldus et Raimundus et Codeporci tenent, a sero et monte Rastel tenet; undecima iacet in Camolengo...".
BOLDRIN
BOLDRINI
Boldrin è di origine veneta, Boldrini è diffuso in tutto il centronord, dovrebbero discendere da Boldrinus nome derivato da uno dei nomi con terminazione boldo (baldo) o poldo (Uboldo, Leopoldo ecc.) che derivano da un nome germanico composto con bald (baldo, coraggioso), esempio di questo nome lo abbiamo verso la fine del 1300 con Boldrino da Panicale, famoso capitano di ventura; tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Venezia nel 1500 con l'incisore Nicolaus Boldrinus.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Boldrini è un cognome veneto dal termine veronese 'boldro' (sboldro) = enfiato. Olivieri 222.  Secondo Bongioanni (Nomi e cognomi, Torino, 1928 p. 128) deriverebbe invece dal pers. germ. *Waldhari evolutosi poi nella forma Walther da aat. 'waltan' = reggere, governare + aat. 'heri' = esercito. Tali forme si sono latinizzate in Vualterius, Gualterius, Walterius in età franca, ma in quella longobarda avevano avuto esiti come: Waltarius, Gualtarius, originando cosi il cognome base Gualtieri (cfr.) da cui discenderebbero anche i derivati Baldari, Baldorini. Significato approssimativo: capo dell'esercito.
BOLELLI Bolelli è specifico di Bologna soprattutto e di Modena, si dovrebbe trattare di una forma ipocoristica dell'aferesi del nome medioevale Christobolus, che dapprima per aferesi sia divenuta Bolus e quindi, tramite una forma sia diminutiva che vezzeggiativa, Bolellus, Bolello è però anche una forma utilizzata, anche se raramente, in alternativa al termine e nome Bellino.
BOLETTI Cognome di origine bresciana, dovrebbe essere originato dal nomen latino Paulus, Paoletti, Poletti .
BOLGAN Bolgan è specifico del veneziano, di Salzano, Venezia, Spinea e Mira, dovrebbe derivare da un soprannome basato su di un termine arcaico per identificare un piccolo pesce d'acqua dolce, per estensione, una cosa da poco.
BOLIA Tipico della Liguria di ponente, in particolare nella zona di Albenga è assolutamente rarissimo.
integrazioni fornite da Eugenio Bolia
Famiglia ligure di origine provenzale, risulta derivare dalle variazioni subite da Boglio, antichissima stirpe viscontile di Nizza che godette la Signoria del feudo omonimo. Un ramo della famiglia successivamente si  trova a Carrara, dove era iscritta fra le famiglie nobili, come appare dagli almanacchi di Corte Estiensi e dai Libri d'Oro della città. Si è divisa poi in due rami il primo dei quali è passato in Firenze. Nel XVII sec. la Famiglia Bolia è presente nella Liguria di ponente, nell'entroterra di Albenga, dove fu particolarmente fiorente a Bosco di Casanova Lerrone con Lazzaro, considerato il capostipite del ramo "Ingauno".
BOLIGNANI
BOLIGNANO
Rarissimi sono specifici del reggino, non è probabile una derivazione dal toponimo Bolignano nelle Marche (località di Ancona).
BOLIS Tipico dell'area che comprende le province di Milano, Como, Bergamo e Brescia, dovrebbe derivare dal nome latino Bolo di cui si hanno tracce ad esempio nel I° secolo a.C. con il filosofo, medico e fisico Bolo di Mende l'uso successivo lo si può ad esempio trovare ad Albino (BG) nel 1500 dove in un atto del 1545 si parla di un Bolo fu Giovanni Maria dell´Omo sottopriore del convento di S. Maria della Ripa di Albino.  Traccia di questa cognominizzazione si trova a Bergamo nel 1500 , in un atto del 1583 viene citato un certo Martino de Bolis Giudice dei pubblici incanti .
BOLLATI Concentrato nell'Italia settentrionale occidentale, con massima presenza nella provincia di Milano e Cuneo dovrebbe avere origini diversificate, dal toponimo Bollate (MI) e dal vocabolo latino bullatus (ornato di borchie) tramite un soprannome.
BOLLETTIN
BOLLETTINI
Bollettin è caratteristico del padovano, di Conselve, Arre, Correzzola e Selvazzano Dentro, Bollettini è tipico di San Benedetto del Tronto nel Piceno, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal termine veneziano bollettin (atto di convocazione giudiziaria o anche atto di pignoramento), forse ad indicare così nei capostipiti degli Ufficiali Giudiziari della Repubblica Veneta.
BOLLINA
BOLLINI
BOLLINO
Bollina è un cognome non molto diffuso e concentrato nelle province di Milano, Lodi e Bologna, così come il più rappresentato Bollini che ha un grosso ceppo nel milanese, varesotto e comasco, uno nel mantovano ed uno nel bolognese e nel vicino ravennate, ha presenze anche a Genova, nel fiorentino, nel riminese e nel teramano, Bollino che ha un nucleo nel foggiano e nel barese, presenta ceppi, probabilmente secondari anche nel torinese, nel milanese e nel romano, ed un piccolo ceppo a Palermo, dovrebbero derivare dal nome medioevale Bollinus, Bollina, formae ipocoristiche del nome germanico Bollo, derivato dal termine medioevale germanico a.a.t bollo (freccia, dardo, proiettile).
BOLOGNA Deriva direttamente dal toponimo Bologna, questo cognome non compare fra quelli degli ebrei safarditi, ma non è impossibile qualche ceppo ebreo.
BOLOGNANI Specifico trentino, di Cavedine nel trentino in particolare, deriva dal toponimo Bolognano in provincia di Trento.
BOLOGNESE
BOLOGNESI
BOLOGNINI
Diffuso in tutt'Italia, ma prevalentemente al sud Bolognese ed al centro nord Bolognesi e Bolognini, tutti questi cognomi derivano dai toponimi Bologna, Bolognano nel pescarese, Bolognetta nel palermitano, o Bolognola nel maceratese.
BOLOGNI
BOLOGNO
Bologni ha un piccolissimo ceppo a Prato ed a Carmignano nel pratese, ed a Certaldo e Firenze nel fiorentino, un ceppo decisamente più consistente a San Giustino nel perugino, ed uno a Roma e Latina, Bologno ha qualche rara presenza nel biellese e nel vercellese, dovrebbero derivare dal nome medioevale Bolognius o Bolonius, di cui abbiamo un esempio nella Hierographia del Concilio di Nicea nell'anno 325: ".. Sic tua nos virtus quemcunqe tandem Mysta affatur trahit, rentinet, deuincit sibi ; quemadmodum Scombrus Alausas ducit, & quo vult amore sui ductas rapit. Quod satis causae visum est Gallis, ut narrat Bolonius, has virgines, melius meretrices, illum Leonem si digne, appellandi, quanquam nonnulli dubitent ...", e nel 1187 con il crociato Godfridus Bolonius vittorioso sui saraceni invasori del Santo Sepolcro.
BOLZAN Bolzan è tipico veneto delle province di Belluno, Pordenone, Treviso, Vicenza e Venezia, dovrebbero derivare da toponimi come Bolzano di Belluno (BL) o Bolzano Vicentino (VI).
BOLZICCO Bolzicco è specifico dell'udinese, di Buttrio, Corno di Rosazzo, San Giovanni al Natisone ed Udine, dovrebbe derivare da un nome di località o forse da un'alterazione del nome del paese di Bonzicco di Dignano, sempre nell'udinese.
BOLZONARO Molto raro è tipico della zona tra padovano e rovigoto, dovrebbe derivare dal toponimo Bolzano Vicentino (VI).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bolzonaro è un cognome veneto che potrebbe significare 'fabbricante di balestre', dal termine veneto 'bolzon'  = 'dardo' 'balestra'.
BOLZON
BOLZONI
Bolzon, decisamente veneto, ha un ceppo a Castello di Godego, Castelfranco Veneto e Resana nel trevisano, uno a Trissino, Castelgomberto e Sovizzo nel vicentino ed a San Martino di Lupari nel padovano, ed un ceppo friulano a Bucinicco nell'udinese, Bolzoni è un cognome molto diffuso in Lombardia, nel piacentino, parmense, reggiano e modenese e nel veronese e rovigoto, può essere derivato da toponimi, ma non è improbabile anche una derivazione da un soprannome originato dal vocabolo veneto bolzon (punzone, ma anche zimbello ed ariete per rompere le mura), forse a ricordare il mestiere di orafo o argentiere svolto dai capostipiti, o la loro particolare irruenza, o dal vocabolo lombardo bolson (cuneo, ma anche colui che cava d'impaccio gli altri).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bolzoni è un cognome veneto che deriva dal termine veneto 'bolzon'  = 'dardo' 'balestra'. Cfr. Bolzonaro. Olivieri 236.
BOMBA Bomba è specifico di Lanciano nel teatino, dovrebbe derivare dal nome del paese di Bomba sempre nel teatino, situato ad una trentina di chilometri da Lanciano, probabile paese d'origine del capostipite o dal fatto che questi provenisse dalla zona bagnata dal lago omonimo.
BOMBARDELLI Bombardelli è tipico del trentino, di Arco, Drena, Trento e Riva del Garda, dovrebbe derivare da una forma ipocoristica del nome medioevale Bombardus di cui abbiamo un esempio in uno scritto del 1600: "...Quas Praeside Clariss. Viro, Bombardo Strevarzio, Clarefortensi, Defendere conabitur, Buldrianus Sclopetarius, Blesensis...", ma è pure possibile che derivi semplicemente da un soprannome, troviamo tracce di questa cognominizzazione nel bresciano a San Gervasio Bresciano agli inizi del 1600 con il malgese et fattore Giovanni Bombardello, a Rovereto, nel trentino, troviamo una causa del 1649 "Pro domina Margarita Benvenuta contra dominum Georgium Bombardellum et eius uxorem".
BOMBARDI Cognome tipico romagnolo può essere legato a soprannomi relativi o al mestiere di soldato o altro.  Tracce di questo cognome si trovano a Firenze nel 1400 con un certo Jacopo Bombardi.
BOMBARDIERE
BOMBARDIERI
Bombardiere è rarissimo, sembrerebbe calabrese, Bombardieri è tipico lombardo, potrebbe esserci un ceppo secondario nel reggino derivato dal primo, dovrebbero derivare da soprannomi legati forse alla funzione di servente o di costruttore di bombarde (tipo di cannone). Tracce di questa cognominizzazione le troviamo in Valcamonica nel 1500 con il mastro ferraio Venturino Bombardieri, a Sondrio si trovano tracce di una famiglia Bombardieri dalla metà del 1600.
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
Cognome presente in Lombardia, soprattutto nel Bergamasco e meno frequentemente in provincia di Sondrio, Brescia, Milano, Varese, presente anche in Calabria. Molto più sporadico nel Lazio e in Piemonte. In provincia di Sondrio è presente soprattutto a Tirano e
Chiuro.  Deriva dal nome di un corpo degli eserciti di molti secoli fa, quelli che usavano le bombarde (prima dell'avvento del cannone).
BOMBASSEI Bombassei, assolutamente rarissimo, tipico del bellunese, dovrebbe derivare da un soprannome originato da una specie di italianizzazione del plurale del termine veneto antico bombaser (mercante di cotone e bambagia), mestiere probabilmente svolto dal capostipite.
BOMBELLI Cognome tipicamente lombardo può derivare da un nome tardo latino Bonusbellus (buono e bello).
BOMBEN Bomben è specifico di Pordenone e di Zoppola, Fiume Veneto, Cordenons e Roveredo in Piano nel pordenonese, potrebbe derivare da una forma dialettale apocopaica del nome tardo latino Bonusbellus (vedi BOMBELLI), ma, molto più probabilmente, deriva da un soprannome originato dal termine dialettale bomben (tipica carrozza bassa e panciuta), ma potrebbe anche sottolineare un aspetto rotondetto del capostipite, bisogna inoltre considerare che la voce bombèe indicava in maniera infantile e scherzosa il vino, e potrebbe essere stata usata per prendere in giro capostipiti che indulgessero nel bere.
BOMBINI Specifico di Bisceglie (BA), ha pure un ceppo cosentino, il ceppo pugliese dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo dialettale bommìne (bambini), tracce di questa cognominizzazione le troviamo su di una lapide del 1700 conservata nella Cattedrale di Cosenza: "...CONSENTINUS EQUES THOMAS BOMBINUS...", personaggio di rilievo è stato lo storiografo gesuita cosentino Pietro Paolo Bombini (1575 - 1648).
BOMBOI Bomboi è tipicamente sardo, specifico di Siniscola nel nuorese, dovrebbe derivare da un soprannome in lingua sarda basato sul termine dialettale nuorese bomboi (sciocco).
BOMBONATI
BOMBONATO
BOMBONATTI
Bombonati ha un ceppo milanese ed uno nel rovigoto tra Fiesso Umbertiano e Canaro, Bombonatti è dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, Bombonato ha un ceppo tra milanese e bergamasco ed uno  nella provincia di Rovigo tra Rovigo, Lendinara e Pontecchio Polesine, derivano dal nome gratulatorio medioevale Bonattus di cui abbiamo un esempio: "...De Pineo geniti sunt Iafus et Guidolus laici et Bonattus clericus Iafus pro parte sua acepit quattuor solidos a canonicis..." con il rafforzativo Bonus ottenendo Bonus Bonattus come nome di buon auspicio.
BOMBONE
BOMBONI
BOMBONINI
Bombone, quasi unico, parrebbe del sud, Bomboni è assolutamente rarissimo, parrebbe toscano, Bombonini è praticamente unico, dovrebbero derivare dal nome medioevale Bonusbonus o Benebonus forma rafforzativa del nome Bonus, quest'uso abbiamo un esempio in una Carta venditionis del 1194 a Rosate (MI): "...Revegiadus et Ugetus et Gervasinus, filii quondam Anselmi de Castelleto, omnes de loco Gudi Antibiago, qui professi sunt lege vivere Longobardorum, quibus videlicet Maiorice et Gervasino Mainfredus Benbonus, missus donni Flederici imperatoris, licentiam et auctoritatem tribuit, in manibus fratris Martini de Garbaniate et fratris Ugonis de Gudi...".
BOMPADRE
BONPADRE
BUONPADRE
Bompadre, molto raro, ha piccoli ceppi nelle Marche, in particolare a Civitanova Marche nel maceratese, a Foligno, Spoleto e Trevi nel perugino e nel romano, Bonpadre e Buonpadre, quasi unici, sono dovuti ad errate trascrizioni del precedente, dovrebbe derivare dal nome augurale medioevale Bonuspater (Buonpadre), con il quale si augurava al proprio figlio che il Padre Eterno fosse buono con lui, in qualche caso potrebbe anche trattarsi di un cognome attribuito ad un fanciullo abbandonato.
BOMPEDE
BONPEDE
BUOMPEDE
BUONPEDE
Bompede, Buompede, Bonpede e Buonpede sono quasi unici, l'origine sembrerebbe essere campana, potrebbero aver avuto origine da soprannomi, ma la cosa più probabile è che si tratti invece di cognomi attribuiti anticamente a dei trovatelli, l'uso di dare ai bambini abbandonati cognomi, che descrivessero qualche loro qualità o difetto, era molto diffuso in Campania in epoca sia angioina che aragonese, dato il loro elevatissimo numero, negli orfanotrofî i funzionari furono costretti a far ricorso a tutta la loro fantasia pur di poter differenziare questi poveri fanciulli ed evitare di attribuire loro un marchio.
BOMPENSIERO
BONPENSIERO
BUOMPENSIERO
BUONPENSIERO
Bompensiero, Buompensiero e Bonpensiero sono praticamente unici, Buonpensiero ha un ceppo a Napoli ed uno, più importante, a Foggia, si tratta con molta probabilità di cognomi attribuiti a dei trovatelli, ma è pure possibile che possano in qualche raro caso derivare da nomi di località di cui non siamo però riusciti a trovare traccia nelle zone dove questi cognomi vengono riscontrati.  Un personaggio interessante con questa cognominizzazione lo troviamo a Giovinazzo nel barese nella seconda metà del 1700 con lo scultore Nicola Buonpensiero.
BON
BONIN
Bon è tipico del Veneto e basso Friuli, Bonin è anch'esso veneto con un ceppo triestino, dovrebbero derivare direttamente dall'aggettivo veneto e friulano bon (buono) e dal suo diminutivo bonin, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Venezia in atti registrati agli inizi del 1300 dal notaio Nicolò Bon e all'inizio del 1400 da un certo notaio Moretto Bon, il primo Capitano e Podestà di Mestre fu nel 1338 il veneziano: Francesco Bon da San Cassiano.
BONA
BONACINA
BONACINI
BONI
BONI'
BONO
Bonacina è un cognome presente in tutto il nord nel Lazio ed in Sicilia, Bonacini sembrerebbe tipicamente emiliano, del reggiano e del modenese, Bona, in tutto il centro nord, Boni e tipico della Lombardia settentrionale (provincie di Como, Varese, Milano, Bergamo, Brescia), Bonì, molto raro, è tipicamente siciliano, del trapanese e di Alcamo in particolare, Bono è diffusissimo in Piemonte, Liguria e Lombardia, nelle province di Roma e latina, nel Salento, in Calabria ed in Sicilia. Tutti questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici o alterazioni dialettali, dal nome latino Bonus passato in uso anche presso i barbari conquistatori, Bono è anche nome longobardo, di cui abbiamo un esempio a Pavia in una Cartula venditionis del 1144: "...manuum suprascriptorum iugalium qui hanc cartulam vendicionis fieri rogaverunt et suprascriptum precium acceperunt et ipse Bonus Iohannes eidem coniux sua consensit ut supra...", tracce di queste cognominizzazioni le troviamo già nel 1204 a Cesena nel Convento di Santa Maria dove uno dei frati citati in uno scritto si chiama Joanne Bono ed a Verona dove nel 1500 si legge: "...interrogatus Dominus Julius Bonaccinus, veronensis, rector dictae ecclesiae, super primum capitulum dixit...".
BONACCHI
BONACCI
BONACCIO
BONASSI
BONASSO
Bonacchi è tipico della zona tra Agliana e Pistoia, Bonacci, presente soprattutto nell'Italia centrale, ha un ceppo anche a Decollatura (CZ), Bonaccio, molto raro è tipico di Pastorano (CE), Bonassi ha un grosso ceppo tra bergamasco e bresciano, un ceppo nel parmense ed uno in Friuli, Bonasso ha un ceppo a Torino ed uno a San Giovanni in Fiore nel cosentino, derivano, direttamente o tramite alterazioni dialettali, dal nome medioevale Bonaccius, di cui abbiamo un esempio nel 1100 con Bonaccius padre del famoso matematico Leonardo di Pisa, alias Fibonacci, un esempio di questa cognominizzazione si ha in un atto del 1164 a Pisa dove si legge: "...Ugo Buccha dictus filius quondam Rainerii Bonacci...".
BONACCORDI
BONACCORDO
Sia Bonaccordi, che Bonaccordo sono quasi unici, è dell'Italia centrale il primo, probabilmente siciliano il secondo, dovrebbero derivare dal nome medioevale italiano Bonaccordo, troviamo un esempio di questo nome in un atto del 1287 a Padova, dove leggiamo di un Antonio figlio quondam Bonaccordo di Cornolo, figlio quondam Pietro di Cornolo, notaio da Piove di Sacco.
BONACCORSI
BONACCORSO
BONACORSI
BONACORSO
BUONACCORSI
BUONACCORSO
Presenti in tutta Italia, ma di origine prevalentemente siciliana sia Bonaccorsi che Bonaccorso, Bonacorsi è specifico del modenese, Bonacorso, quasi unico è dovuto ad un errore di trascrizione del cognome Bonaccorso, Buonaccorsi è decisamente toscano, di Viareggio e Capannori nel lucchese e di Livorno, con presenze anche a Roma e nel romano, Buonaccorso è tipicamente siciliano di Palermo, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal nome bene augurale tardo latino Bonacusrsus. Tracce di questo cognome si hanno già nel 1100 a Brescia con il notaio Bonacursus, dal 1272 arcivescovo di tiro è Franciscus Bonacursus, in un atto del 1279 stilato in Sarzana si legge: "...Ego Bonacursus, filius Petri notarii de castro Sarzane, notarius sacri pal....", negli anni 1324-1325 a Tricarico viene fatto vescovo un Bonacursus.
BONACCORTI Bonaccorti è quasi unico, e sembrerebbe dell'Italia centrosettentrionale, dovrebbe derivare dal nome medioevale italiano Bonaccorto, di cui abbiamo un esempio d'uso con Bonaccorto Ghiberti, il padre dello scultore ed orafo medioevale fiorentino Lorenzo Ghiberti.
BONACETO Bonaceto sembrerebbe specifico di Barcellona Pozzo di Gotto nel messinese, dovrebbe trattarsi di una forma ipocoristica dialettale del nome di origine greca Bonakis.
BONACOLSI Casata nobile, ormai estinta in Italia, di origine mantovana, troviamo già nel 1272 un Pinamonte Bonacolsi rettore del comune di Mantova in qualità di Capitano del Popolo che divenne poi nel 1291 Capitaneus et Rector Perpetuus. Nel 1328 Rinaldo detto il Passerino, l'ultimo dei Bonacolsi, fu ucciso durante una rivolta popolare fomentata dai Gonzaga. Il cognome Bonacolsi dovrebbe derivare da un nome medioevale con il senso di bene accolto, riferito evidentemente al capostipite, un figlio probabilmente molto atteso.
BONACQUISTI
BONACQUISTO
BUONACQUISTI
BUONACQUISTO
Bonacquisti ha un piccolo ceppo nel bergamasco ed il nucleo principale è laziale, a Ferentino (FR) ed a Roma, Bonacquisto ha un ceppo nel frusinate, ma il nucleo principale è a Francofonte nel siracusano, sempre laziali sono Buonacquisti e Buonacquisto, probabilmente dovuti o ad errori di trascrizione o derivati dal toponimo Buonacquisto (TR), dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Bonacquisto nome stante ad indicare il nuovo nato come un beneaugurato buon acquisto per la famiglia, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a roma fin dal 1600 con il padre dell'ordine ospedaliero camilliano Giulio Bonacquisto.
BONADDIO Specifico di Lamezia Terme (CZ), dovrebbe derivare dal nome medioevale Bonadeus. (vedi Bonadei)
BONADEI
BONADEO
BONADIA
BONADIO
Bonadei è tipico del bergamasco e del bresciano al confine con il bergamasco, Bonadeo sembra avere due ceppi, in Valtellina e nell'alessandrino, Bonadia è assolutamente rarissimo, probabilmente originario della zona che comprende Campania, MOlise, Abruzzo e Lazio, Bonadio oltre ad un ceppo veneto, sembra averne anche uno calabrese, dovrebbero derivare dal nome medioevale Bonadeus, o da sue alterazioni successive, di questo nome si hanno tracce ad esempio nel 1180 a Isola di Capo Rizzuto dove troviamo come vescovo un certo Bonadeus de Negronibus, esempio di questa cognominizzazione si ha nella seconda metà del 1400 nel bergamasco, dove a Ponte San Pietro come parroco c'è: "Bonadeus, presbiter et beneficialis ecclesje S. Petri", in Valtellina nel 1600 come esattore delle gabelle del comune di Bianzone (SO) troviamo un certo Lorenzo Bonadeo.
BONADDUCE
BONADUCE
Molto raro Bonadduce, leggermente più diffuso Bonaduce, sono entrambi specifici del teramano, derivano dal nome medioevale beneaugurale Bonaduce.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bonaduce da una espressione latina corrotta che forse sottintende "bona duce fortuna" = "con buona fortuna come vostra guida".
BONADONNA Tipico del palermitano, deriva dal nome medioevale Bonadonna di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale nell'anno 1197, dove in un atto di compravendita leggiamo: "...vendicionem fecerunt ad proprium Nicola Gariverti et Bonadonna eius uxor, qui professi sunt se lege vivere Longobardorum...".
BONAFE
BONAFE'
BONAFEDE
BONAFIDE
BUONAFEDE
Bonafe, estremamente raro è una forma errata di Bonafè che ha un ceppo nel bolognese ed uno nel rovigoto, presenta inoltre una diffusione significativa nella fascia che comprende le province di Milano, Pavia ed Alessandria, Bonafede ha un nucleo siciliano soprattutto tra palermitano e trapanese, un ceppo romano e presenze significative nel bresciano, milanese e torinese, Bonafide, assolutamente rarissimo, parrebbe del torinese, Buonafede, molto raro, parrebbe avere un ceppo nel napoletano ed uno nel ferrarese, derivano tutti dalla forma diretta o contratta del nome medioevale Bonafides di cui abbiamo un esempio negli Annali Spoletani sotto l'anno 1180: "Anno domini Millesimo CLXXX. Indictione XIII mense Januarij, temporibus Alesandri tertij, Summi Pontificis et Frederici Imperatoris... ...Ofreducius avultrinus, Bonafides,Amedeus henrici, Jacobus Judex, Transaricus albertucij cives spoletani...", tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio nel Codice diplomatico della Lombardia medievale sotto l'anno 1188 in un atto di Iuramenta fidelitatis hominum Paxilliani, Montis, Casalis et aliorum locorum: "...Interfuerunt testes Ardericus Nasus, Benno Curtus, Montenarius Iudex, Rogerius Rigizonus, Otto Plattus et Ariprandus Bonafides et quamplures alii de civitate Mediolani....".
BONAFFINE
BONAFFINI
BONAFINE
BONAFINI
BONFINE
BONFINI
BUONAFFINI
Bonaffine e Buonaffini sono praticamente unici, Bonaffini ha un ceppo a Pioltello nel milanese, probabilmente frutto dell'immigrazione dal sud, ed uno siciliano nell'ennese a Barrafranca e Pietraperzia, a Messina e nel nisseno a Niscemi, Caltanissetta e Mazzarino, Bonafine sembra specifico dell'area al confine tra Basilicata e Calabria soprattutto a Viggianello (PZ), Bonafini è tipico dell'area che comprende il bresciano, il veronese ed il mantovano, Bonfine è praticamente unico, Bonfini ha un ceppo tra ascolano e teramano ed uno nel romano, derivano tutti dal nome augurale medioevale Bonafinis con il significato di buon parente, cioè di buon acquisto per la famiglia, o anche dal nome medioevale Bonafine nel senso che il proprio figlio consegua dei buoni risultati.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bonafini, presente anche in Trentino (Giudicarie), deriva dal nome Bonafine buon esito; ma è anche possibile che sia stato composto con Fina, diminutivo di Serafina (Bonafina la buona Serafina).
BONAFIGLIA
BUONAFIGLIA
Bonafiglia è tipico del casertano, di Riardo e Pietramelara, Buonafiglia, quasi unico, è una diversa forma del precedente, si dovrebbe trattare di cognomi attribuiti a delle fanciulle abbandonate, da funzionari di istituti di assistenza borbonici.
BONAFORTUNA
BUONAFORTUNA
Bonafortuna, assolutamente rarissimo, è panitaliano, Buonafortuna ha qualche presenza in Abruzzo, e qua e là nel meridione, dovrebbero derivare dal nome medioevale Bonafortuna, di cui abbiamo un esempio d'uso in un atto del 1263: "..Ego Bonafortuna domini regis Conradi notarius autenticum huius exempli vidi et legi et ut in eo continebatur ita et in suprascripto legitur exemplo, nichil plus vel minus adens nec diminuens quod sententiam muttet, signum meum apposui et me subscripsi...".
BONAGIUNTA
BONAGIUNTI
BUONAGGIUNTA
BUONAGIUNTA
BUONAGIUNTO
Bonagiunta è praticamente unico, Bonagiunti, assolutamente rarissimo, è del veronese, Buonaggiunta, quasi unico, sembrerebbe del napoletano, così come Buonagiunta che è praticamente unico, Buonagiunto, solo leggermente meno raro, è del salernitano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Bonajonta o Bonejonte (Bonagiunta), di cui abbiamo un esempio a Spoleto in un atto di donazione dell'anno 1293: "nostra plana et spontanea voluntate vobis dominis Symoni, Petro Transarici, Munaldo Transarici, atque Bonajonte Oderisij, consulibus civitatis Spoleti existentibus et pro ipsa civitate et comunitate ipsius recipientibus titulo donationis inter vivos et inrevocabiliter damus...", questo nome veniva attribuito al figlio molto desiderato ed il cui arrivo era veramente una buona aggiunta alla composizione della famiglia.
BONAGURA
BONAGURI
BONAGURO
BONAUGURI
BONAUGURO
BUONAUGURA
BUONAUGURIO
BUONAUGURO
Bonagura è tipico di Poggiomarino e Torre del Greco nel napoletano, Bonaguri è tipico di Forlì, Bonaguro sembrerebbe specifico di Caltrano nel vicentino, con ceppi anche tra rovigoto e ferrarese, Bonauguri e Bonaugurio sono quasi unici, Buonagura è specifico di Palma Campania (NA), Buonauguro è di Nola (NA), Buonagurio, estremamente raro, sembrerebbe campano, dovrebbero tutti derivare dal nome gratulatorio medioevale Bonaugurius, tracce di queste cognominizzazioni nella zona vicentina dei sette comuni cimbri le troviamo in un atto del 1632: "... Quia coram nobis conquestus est Ioannes de Bonaguro de Caltrano Juridictionis Scledi nobis comissae qualiter per nonnulos subditos spectabilitatis Vestrae in pertinentiis septem Comunium jurisdictionis Vestrae comissae...".
BONAITA
BONAITI
BONAIUTI
BONAIUTO
BONAJUTO
BUONAIUTI
BUONAIUTO
Tipicamente lombardi Bonaita e Bonaiti, Bonaita è del bergamasco in particolare, di Martinengo, Romano di Lombardia e Bergamo, Bonaiti è molto diffuso soprattutto nel lecchese, a Calolziocorte, Lecco, Carenno e Torre de' Busi, ed a San Giovanni Bianco, San Pellegrino Terme, Cisano Bergamasco e Caprino Bergamasco nel bergamasco, toscano Bonaiuti, Buonaiuti, rarissimo, è di Firenze, caratteristico di Prato e del fiorentino, di Firenze, Pontassieve, Sesto Fiorentino e Calenzano, con un ceppo anche nel bolognese, a Casalecchio di Reno e Bologna, siciliano Bonaiuto, specialmente del siracusano, di Siracusa, Palazzolo Acreide, Canicattini Bagni e Pachino, di Nicosia nell'ennese e di Pachino nel catanese, rarissimo e di origini antecedenti Bonajuto, Buonaiuto è specifico di Sarno nel salernitano, con un ceppo importante anche a Napoli, Saviano, San Gennaro Vesuviano, Scisciano e Nola nel napoletano, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dai nomi medioevali Bonaita o Bonaiutus, un nome medioevale bene augurale tardo latino, composto dai termini bon o buon per buono e aita o aiuto per aiuto, nome attribuito ai propri figli nella speranza che gli stessi costituissero un buon aiuto per la famiglia.
BONALDA
BONALDI
BONALDO
Bonalda è tipicamente lombardo, Bonaldi oltre al ceppo lombardo, soprattutto nel bergamasco, ha anche un ceppo veneto, uno nel lucchese ed uno nell'aquilano,Bonaldo è tipicamente veneto, anche se presenta un ceppo probabilmente secondario in provincia di Latina, probabilmente frutto dell'emigrazione veneta in epoca fascista in occasione della bonifica Pontina, dovrebbero tutti derivare dal nome mediovale Bonaldus, nato dalla latinizzazione del nome germanico Bonwald, di questo nome abbiamo un esempio d'uso in un atto dell'anno 993: "..Isti monachi semper habebunt totam terram raptam (ruptam) et nos qui dicimur Vestitores, quandoque erimus illusi nihil habentes, etc. Domine abba, colligite me in medietatem terræ, et vestite me in tali conventione ..... Domine abba, isti vestri Vestitores  exhibuerunt vobis umquam mel vel ceram Bonaldus debet ipsam terram Vestire et edificare, ..", troviamo una prima traccia di queste cognominizzazioni in una Carta venditionis del 1198 a Comabbio nel varesotto, dove compare come teste: "..Interfuere ibi testes dominus Teitus et Gisolfus eius filius et Bovuus filius quondam Iniberti de Besoço, de loco Comabio, et Petrus Bonaldus, de loco Marcallo. Ego Guilielmus iudex qui dicor de Lonate tradidi et scripsi hanc cartam.".
BONALUCE
BONALUME
BONALUMI
Bonaluce, quasi scomparso, è del nord Italia, Bonalume, estremamente raro, sembra specifico del lecchese, Bonalumi è tipico del bergamasco e del milanese, dovrebbero derivare da nomi gratulatori medioevali.
BONAMICI
BONAMICO
BUONAMICI
BUONAMICO
Bonamici ha un ceppo emiliano tra Berra (FE e Forlimpopoli (FC), uno a San Giuliano Terme (PI) e nel pistoiese a Monsummano Terme e Montecatini Terme, ed uno a Roma, Magliano Sabina (RI) e Acquapendente (VT), Bonamico ha un nucleo siciliano tra Melilli (SR), Militello In Val di Catania e Catania, con ceppi probabilmente secondari in Piemonte ed a Roma, Buonamici parrebbe toscano con ceppi a Ponte Buggianese (PT), Lucca e Firenze, Buonamico è specifico di Bari, derivano tutti dal nome gratulatorio medioevale Bonamicus di cui abbiamo un esempio nel 1200 a Volterra (PI): "...Item confirmavit dictus sindicus, nomine et vice comunis dicti castri et ratificavit supradicto domino Rainerio potestati et capitaneo vulterani comunis recipienti pro ipso comuni vulterano et ipsi comuni vulterano suppositiones, omnes promissiones et obligationes factas a Bonamico Pastriccie sindico comunis dicti castri de Monteviridi ..."
BONAMIGO Bonamigo è tipico del vicentino, di Bassano del Grappa soprattutto, ma anche di Cassola e Rosà e del vicino trevisano come Castello di Godego, si tratta della forma dialettale veneta del cognome Bonamico (vedi BONAMICI) e deriva anch'esso dal nome gratulatorio medioevale Bonamicus., esempi dell'uso del nome Bonamigo li troviamo ad esempio in un atto del 1346 a Dermulo in trentino, personaggio di rilievo con questo cognome è stato l'umanista Lazzaro Bonamigo (1479-1552) di Bassano del Grappa (VI).
BONAMINI
BONAMINO
Bonamini ha un ceppo nello spezzino soprattutto a La Spezia ed Arcola ed uno a Verona e nel veronese a Tregnago, Illasi, San Martino Buon Albergo e Zevio, Bonamino è tipico dell'alessandrino, dovrebbero derivare dal nome medioevale Bonaminus, una variante del nome Beniamino, troviamo tracce di queste cognominizzazioni a Pergine Valsugana in trentino nel 1555, in un atto si legge che Pietro Fitzer, vicario della giurisdizione di Pergine, su istanza di ser Lorenzo Planitzer, sindaco della chiesa di S. Maria di Pergine, dà mandato a Michele Bonaminus, giurato della curia di Pergine, di pignorare un bosco sito nel territorio di Madrano, in un fascicolo processuale veneziano del 1629 leggiamo: "...È vero che avanti che togliesse per marito il detto signor Francesco Bonamin, hebbi intentione di maritarmi in un giovane greco mercante, il quale mi diede simplicemente annello, mentre io ero in monastero delle donne di San Zorzi qui a Venetia. ..".
BONANDI
BUONANDI
BUONANDI'
Bonandi, molto molto raro, ha un ceppo nell'area bresciano, mantovana, ad Asola (MN) e nel bresciano a Visano e Gottolengo, ed uno nell'area forlivese, riminese, Buonandi, ancora più raro, sembrerebbe del napoletano, come il praticamente unico Buonandì, dovrebbero derivare dal nome medioevale augurale Bonandus, di cui abbiamo un esempio a Rimini in un atto del 1279 dove un certo Bonandus quondam Ugolini Bonandi cede a domno Alberto, priore dell'Ospedale di S. Spirito di Rimini, due orti posti in civitate Arimini, l'uno in contrada S. Giorgio antico, e l'altro in contrada S. Maria in Trivio, et Broilo, si potrebbe anche trattare, in qualche caso, di cognomi attribuiti a dei trovatelli come augurio bivalente "che ti vada bene la vita" o anche "che tu vada verso il bene".
BONANNI
BUONANNO
Bonanni è molto diffuso in tutto il centro Italia, ha ceppi anche nel fiorentino, nella Liguria centro orientale e nell'udinese, Buonanno è specifico della Campania, delle province di Caserta, Napoli e Benevento, dovrebbero tutti derivare dal nome augurale Bonusannus. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Pisa nel 1130 con il letterato Buonanno Bonanni, in Friuli a Cividale nel 1300, in Irpinia nel 1600 con la famiglia Buonanno che si insedia a Solofra proveniente dalla Toscana, in Sicilia nel 1600 con  il pittore Giuseppe Bonanni, nella seconda metà del 1600 a Paganica (AQ) con un Cesare Bonanni, citato in una lapide: "...cum beneficio Cesaris Bonanni de Paganica..:", questo cognome a Paganica è comunque presente fin dalla fine del 1200.
BONANNO Cognome siciliano di probabile origine pisana (vedi Bonanni) deriva dal nome augurale Bonusannus, le prime tracce dei Bonanno in Sicilia si trovano a Caltagirone nella seconda metà del 1200, quando Giangiacomo Bonanno fu promosso a gran cancelliere del regno dall'imperatore Federico II°, personaggio degno di nota è stato Filingieri Bonanno che nel 1700 fu capitano di Giustizia di Palermo e Governatore della nobile compagnia della Pace.
BONANOMI Bonanomi è molto diffuso in Lombardia, soprattutto nel lecchese a Merate, Santa Maria Hoè, Lomagna, Olgiate Molgora, Osnago, Lecco, Cernusco Lombardone e Monte Marenzo, nel milanese a Milano, Triuggio, Cinisello Balsamo, Muggiò e Cassano d'Adda, ad Erba nel comasco ed a Bergamo, dovrebbe derivare da una forma alterata del nome augurale medioevale Bonushomus (buonuomo) (vedi anche BONOMI).
BONAPACE Molto raro sembra essere di origini trentine, deriva dal nome beneaugurale medioevale Bonapasia (Bonapace), tracce di questo cognome le troviamo a Rovereto (TN) nel 1500 con ser Antonio Bonapace, notaio di Roncone (TN).
approfondimenti forniti da Massimiliano Bonapace 
Bonapace è un patronimico che deriva dall'antico nome beneaugurale tedesco Hud fried'u ovvero Pace di Dio che venne poi italianizzato in Goffredo o tradotto in Bonapace. I Bonapace di tutto il mondo discendono da Bonapasium de Tocculis, nato a Ledro nel 1342 e morto nel 1391. Il vero cognome de Torcolo venne perso con la Rivoluzione Francese.
BONAPERSONA Bonapersona, estremamente raro, sembrerebbe avere un ceppo veneto ed uno nel varesotto, deriva da un soprannome originato da caratteristiche comportamentali del capostipite divenuto anche nome in epoca rinascimentale.
BONARDELLI
BONARDELLO
BONARDI
BONARDINI
BONARDO
BONIARDI
Bonardelli, molto raro, ha un ceppo nel bresciano ed uno nel messinese, Bonardello, altrettanto raro, è specifico di Dronero nel cuneese, Bonardi è tipico della parte occidentale dell'Italia settentrionale, ma prevalentemente lombardo, Bonardini, quasi unico, sembrerebbe dell'Italia settentrionale, Bonardo è decisamente piemontese, di Torino e nel cuneese di Mondovì, Fossano e Bra, Boniardi, molto raro, è specifico del milanese, e basso varesotto, possono derivare, direttamente o tramite forme ipocoristiche, da soprannomi originati dal nome bonarda (tipo di vino dell'oltrepò), ma, molto più probabilmente, derivano dal nome longobardo Bono con l'aggiunta di un hard (duro, coraggioso).
BONAROTA
BONAROTI
BONARROTI
BUONAROTA
BUONAROTI
BUONARROTA
BUONARROTI
Bonarota sembrerebbe specifico di Formello (RM), Buonarota è tipico di Foggia, Bonaroti, Bonarroti, Buonaroti, Buonarrota e Buonarroti, sono assolutamente estremamente rari, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Bonarrota con il significato di ringraziamento per la buona aggiunta al nucleo famigliare.
integrazione dovuta a Stefano Ferrazzi
Buonarota ha un nucleo maggiore nel foggiano, Buonarrota, unico, si riscontra soltanto a Loreto Aprutino (PE), Buonaroti, rarissimo, è un errore di trascrizione di Buonarroti, che, anch'esso molto raro, sembra avere due ceppi, uno nel fiorentino e uno fra il trapanese e il ragusano, tutti questi cognomi derivano dal nome medievale Buonarrota, che letteralmente significa buona aggiunta (dal latino arrogere o arrogare, col significato di aggiungere, integrare): così come Buonaccorso, Buonacquisto, Buonguadagno, Buonaggiunta, etc, anche Buonarrota rientra nella categoria dei nomi gratulatori, nati cioè come espressione di gioia e gratitudine per l'arrivo (o l'aggiunta) di un nuovo membro nella famiglia. Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
BONASEGALE Bonasegale è tipicamente lombardo, di Magenta nel milanese in particolare, dovrebbe derivare dal nome medioevale Bonasegale, attribuito ad un figlio cui si augurava di essere un buon uomo, una pasta d'uomo.
BONASERA
BUONASERA
Sia Bonasera che Buonasera sembrerebbero tipici di Messina, anche se il primo è molto più diffuso, con ceppi anche ad Enna e Palermo, entrambi presentano un ceppo anche nel pisano soprattutto a San Giuliano Terme e Pisa.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Bonasera è più tipicamente siciliano, con ceppi maggiori nel messinese, nell'ennese e nel nisseno, ma ceppi minori si riscontrano anche fra il nord e il centro nord del paese, Buonasera, più raro del precedente, è diffuso maggiormente nel messinese, ma, come Bonasera, è presente a bassissima frequenza anche nell'area settentrionale e centro settentrionale della penisola, entrambi questi cognomi derivano dal nome medievale Bonasera, nato in senso gratulatorio e commemorativo per celebrare la sera in cui è stato partorito il bambino (così come i nomi medievali Bongiorno e Bonanotte). Si tratta, dunque, delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
BONASORTE
BONASORTI
BUONASORTE
Bonasorte, assolutamente rarissimo, parrebbe del sud, così come il cognome Buonasorte, un pò meno raro, che sembrerebbe campano, Bonasorti invece è quasi unico, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da nomi beneaugurali attribuiti al proprio figlio come viatico per la vita futura o da cognomi attribuiti a bambini abbandonati perchè possano avere miglior sorte nella vita.
BONATI
BONATO
BONATTI
BONATTO
Bonati è tipico della parte occidentale dell'Italia settentrionale, ma prevalentemente concentrato nel milanese e nel bergamasco con presenze significative anche in Emilia ed in Liguria, Bonato è specifico del Veneto, del Trentino e del nord della Lombardia, Bonatti è molto diffuso nell'area che comprende il bresciano, il mantovano, il veronese ed il Trentino, ha ceppi nel milanese, varesotto e comasco, nel piacentino, parmense spezzino e carrarese, e nel fiorentino, Bonatto, molto più raro, è specifico del torinese, dovrebbero tutti derivare da modificazioni del nome medioevale Bonatus di cui abbiamo un esempio in questo scritto del 1531 nel Canton Grigioni a Brusio: "...omnes consiliarii dicte vicinantie de Bruxio et cum eis affuerunt hii infrascripti videlicet Bonatus filius quondam Iohannis de Gasparro, Petrus et Betinus eius fratres,...", in alcuni casi deriva dal nome latino Bonus passato in uso anche presso i barbari conquistatori, Bono è anche nome longobardo mentre il ceppo bergamasco potrebbe derivare dal toponimo Bonate (BG).
BONAVENA Bonavena ha un piccolo ceppo in Calabria nel vibonese, a Cessaniti e Briatico in particolare, potrebbe avere diverse origini possibili, la prima consiste nell'identificare il bona vena come buon carattere e potrebbe essere stato sia un nome attribuito ad un figlio particolarmente tranquillo, sia un cognome attribuito ad un trovatello, la seconda ipotizza una derivazione da un nome di località caratterizzata da una buona vena d'acqua o minerale, la terza, ed anche la meno probabile, propone una derivazione da un nome di località caratterizzata dalla produzione di un tipo di avena particolarmente gradita.
BONAVENTURA
BONAVENTURI
DI BONAVENTURA
Bonaventura sembra avere tre ceppi autonomi, tra le province di Venezia e Treviso, in quelle di Viterbo, Roma e l'Aquila ed in Sicilia nel catanese, Bonaventuri, praticamente unico, parrebbe toscano, Di Bonaventura è specifico di Teramo, Roseto degli Abruzzi e del teramano, derivano dal nome beneaugurale Bonaventura, di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale in un atto del 1184 redatto in Brescia"...Ego Bonaventura notarius interfui et rogatus hoc breve scripsi..." e anche in uno scritto del 1261 a Firenze: "...Tunc florebat in ordine fratrum minorum frater Bonaventura, patria Tuscus et magister in theologia,..." Tracce di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio nell'archivio di Stato di Modena dove nel repertorio dei Notai del 1200 troviamo un notajo Albertino Bonaventura.
BONAVERA
BONAVERI
Bonavera è un cognome non comune, ma presente a macchia di leopardo in tutta la penisola, dove la zona di massima concentrazione è la Liguria, Bonaveri ha un ceppo piemontese a Torino ed a Buttigliera Alta nel torinese, ed uno emiliano, a Bologna e Minerbio nel bolognese, la derivazione dal nome Bonavera, (veramente buona), sembrerebbe la più plausibile per entrambi, ma non è improbabile anche una possibile derivazione dal nome augurale medioevale Bonavere, con il quale i genitori auguravano ai propri figli un avvenire ricco di beni, nome derivato da bona plurale di bonum cioè beni e da un avere, che stesse per che potesse avere.
BONAVIA
BUONAVIA
Bonavia è specifico del nordovest, del cuneese, di Cuneo, Genola e Savigliano e dell'imperiese, di Imperia e Bordighera, Buonavia è quasi unico, dovrebbero derivare dal nome augurale medioevale Bonavia, attribuito a figli cui si augurava una buona via, cioè un buon cammino nella vita.
BONAVIGO Bonavigo ha un ceppo nel vicentino ed uno nel rovigoto a Guarda Veneta, dovrebbe derivare dal toponimo Bonavigo nel veronese.
BONAVITA
BONAVITE
BUONAVITA
Bonavita è diffuso in Romagna, a Roma, in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Bonavite è sicuramente una forma dovuta ad un errore di trascrizione del precedente, Buonavita, molto raro, è tipicamente campano.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Bonavita, presente dal nord al sud del paese, è più tipicamente meridionale, con ceppi maggiori nel cosentino, nel reggino, nel foggiano, nel potentino, nel materano, nel messinese e un po' in tutta la Campania, ma con un ceppo non secondario anche nel forlivese e cesenate, Bonavite, praticamente unico, dovrebbe essere un errore di trascrizione del precedente, Buonavita, piuttosto raro, si riscontra a bassa frequenza dal nord al sud della penisola, con una concentrazione maggiore in Campania, tutti questi cognomi derivano dal nome medievale Bonavita, che, al pari di altri nomi quali Bonifacio, Bonaventura, Bontempo, etc, veniva attribuito al neonato come augurio di buona vita. In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
BONAVITACOLA Bonavitacola è tipico dell'avellinese, di Montella e Bisaccia in particolare, dovrebbe derivare da un capostipite cui era stato imposto il nome composto dai nomi Bonavita e Nicola, la fusione del primo con l'aferesi del secondo ha dato luogo prima al nome e quindi al cognome.
BONAVOGLIA
BUONAVOGLIA
Bonavoglia sembrerebbe tipico dell'area barese, ma presenta ceppi anche a Taranto, nel leccese, a Roma, nel napoletano e nel salernitano e potentino, Buonavoglia ha un ceppo a Bari e nel barese, uno nel potentino ed uno a Napoli e nel napoletano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Bonavolia di cui abbiamo un esempio in un documento pisano del 1227: "...Rainerii Marcii constituit et ordinavit atque creavit, nomine comunis Pisane civitatis et pro ipso comuni, Ricomannum de Sancta Christina quondam Roboani et Bonavoliam filium Guicciardi absentes, sindicos et actores ac procuratores et speciales nuntios ad exigendum et petendum et recipiendum nomine dicti comunis Pisani et pro ipso comuni solutionem ...".  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio a Conversano (BA) in un atto del 1645 che cita: "...pro Ersilia Bonavoglia contra don Lonardum, e don Givanni Lazza...".
BONAVOLTA
BUONAVOLTA
Bonavolta, molto molto raro, ha un piccolo ceppo a Maniago nel pordenonese ed uno a Napoli, Buonavolta, quasi unico, parrebbe del napoletano, dovrebbero derivare dal nome augurale medioevale Bonavolta di cui abbiamo un esempio nel Petri Cantinelli Chronicon degli inizi del 1300 dove viene citato un certo Dominus Bonavolta Tuçimaninus de Malavoltis.
BONAZZA
BONAZZI
Bonazza sembra avere un ceppo nel ferrarese, uno a Trieste ed uno tra basso Trentino e bresciano, Bonazzi è tipico dell'area che comprende la Lombardia orientale, il veronese e l'Emilia, derivano dal nome latino Bonus o dal longobardo Bono.  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo in un atto del 1183 a Sartirana (PV) conservato nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale: "...a mane Uberti Bonatii, a meridie de Zaziis, a sero illorum de Floa, a monte Ottonis Iudicis...", o a Viadana (MO) nel 1400 con Don Cavalerio de' Bonazzi investito nel 1442 della rettoria.della chiesa di San Martino di Viadana, o a Bologna nel 1500 con un Andrea Bonazzi ripetitore di Retorica all'Università di Bologna.
BONAZZOLA
BONAZZOLI
BONIZZOLI
Bonazzola è tipico del lecchese, di Dervio, Sueglio e Vestreno, Bonazzoli, più diffuso, oltre al ceppo lombardo dell'area che comprende il cremonese, il bresciano ed il mantovano, ha un piccolo ceppo nel pesarese, Bonizzoli, una forma arcaica del precedente, è abbastanza raro ed è tipico di Pralboino e Brescia nel bresciano, dovrebbe trattarsi di forme ipocoristiche originate dal nome medioevale Bonizzo (vedi BONISOLI).
BONCI
BONCIO
BONZI
BONZO
Bonci è diffuso in centro Italia, Boncio molto raro è umbro, Bonzi sembra avere due ceppi, nell'area che comprende il milanese, il bergamasco ed il bresciano, e nel bolognese, Bonzo rarissimo sembrerebbe del torinese ed astigiano, derivano tutti dal nome medioevale Boncius, un esempio di questa modificazione si ha nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale, sotto l'anno1175, a Brescia, dove, in una testimonianza, si legge: "...Marchesium Peccorarium custodire illam silvam per Sanctum Petrum et per vicinos de Nuvolera; et post istos vidit Bonzolum et Scaliam et alios quamplures, scilicet Walterium et Rubeum, custodire similiter illam silvam per vicinos ...".  Traccia di questa cognominizzazione la troviamo nell'elenco degli allievi dell'Università di Perugia dove, sotto l'anno 1577, compare un certo Mercurius Boncius, o a San Giovanni Bianco (BG) dove nel 1718 diventa Parroco della locale chiesa di San Gallo un certo Don Vittorio Bonzi.
BONCOMPAGNI
BUONCOMPAGNI
Boncompagni è tipico della fascia che comprende la Toscana centroccidentale, l'Umbria, le province di Roma e di Rieti, Buoncompagni  è originario dell'area compresa tra le Marche e la Toscana, derivano dal nome Boncompagnus e dalla forma gratulatoria (che tu abbia buoni compagni), abbiamo un esempio di quest'uso: "...Ego, Boncompagnus video et considero, quod homo derivatus ab humo subiacet vanitati Dies Domini sicut fur venit et repente concludit,...". Personaggio importante con questo cognome è stato il cardinale bolognese Ugo Boncompagni (1502-1585) che divenne nel 1572 Papa Gregorio XIII, la cui famiglia era originaria della zona di Norcia.
BONCONTE
BONCONTI
BONINCONTRI
BONINCONTRO
BUONICONTI
BUONINCONTI
BUONINCONTRI
BUONINCONTRO
Sia Bonconte che Bonconti sono quasi unici, Bonincontri è specifico di Tignale nel bresciano, Bonincontro è tipicamente siciliano, di Barrafranca nell'ennese e di Scicli nel ragusano, con piccoli ceppi anche a San Cono nel catanese ed a Gela nel nisseno, Buoninconti è specifico dell'area casertano, napoletano, salernitana, di Aversa (CE), Castellammare di Stabia (NA), Napoli e Nocera Inferiore e Sant`Egidio del Monte Albino nel salernitano, si tratta, come per Buoniconti, che occupa lo stesso areale, di forme alterate del cognome Buonincontri che assieme a Buonincontro è sempre tipico del napoletano di Marigliano il primo e di Acerra il secondo, dovrebbero tutti derivare direttamente o attraverso modificazioni e corruzioni da trascrizione dall'antico nome gratulatorio medioevale Bonincontro o Buonincontro, nome attribuito come augurio al neonato, sia nel senso che lui fosse sempre fonte di buoni incontri sia che potesse essere lui stesso considerato dagli altri come un buon incontro, un esempio dell'uso di questo nome lo troviamo ad esempio agli inizi del 1300 con Buonincontro da Fiorano, Vescovo di Modena, un altro esempio lo possiamno vedere in quest'atto del 1348 nel trentino: "Anno 1348, indictione 1, die 28 iulii. Super castrum de Besseno Tridentini episcopatus. Praesentibus Bonincontro quondam ser Cerboni a Vulpe de Rovredo, Iohanne dicto Longino quondam Lotti de dicto loco de Rovredo, et Nasinbeno quondam Calzabrunae de burgo Avollani dicti episcopatus, egregia domina, domina Florida filia quondam et heres nobilis militis domini Alberti dicti Vivarii de Vivario, constituit discretum virum dominum Nicolaum de Gosmaris de Verona, habitatorem Vincentiae, suum nuncium, missum, et procuratorem ad omnes suas causas, lites, et controversias in quacumque Curia civitatis Vincentinae, et cuiuslibet alterius civitatis, et loci coram domino protestate Vincentiae, et coram quocumque iudice, et officiale tam ecclesiastico, quam saeculari. ...".
BONCORAGGIO
BUONCORAGGIO
Boncoraggio, quasi unico, sembrerebbe siciliano, forse del siracusano, Buoncoraggio ha un piccolissimo ceppo genovese ed uno piccolissimo nel ragusano, dovrebbero derivare dal nome augurale medioevale Boncoraggio, attribuito a figli cui si augurasse di avere nella vita tanto coraggio da poterla tranquillamente affrontare.
BONCORDI
BONCORDO
Boncordi è quasi unico, Boncordo, molto molto raro, è sicuramente siciliano, con un piccolo ceppo a Messina ed uno ancora più piccolo a Siracusa, dovrebbe trattarsi di un cognome attribuito a fanciulli abbandonati affidati secondo il modo di dire latino bono cordi (al buon cuore) della gente.
BONCORE
BONOCORE
BUONCORE
BUONCUORE
BUONOCORE
Boncore, molto raro, è panitaliano, con un ceppo a Genova ed uno a Reggio Emilia, Bonocore, assolutamente rarissimo, sembrerebbe panitaliano, Buoncore, estremamente raro, parrebbe dovuto a diverse trascrizioni di Buonocore, che è invece molto diffuso, soprattutto nel napoletano e nel salernitano, ma è comunque presente in misura significativa in tutt'Italia, Buoncuore ha un ceppo a Taranto ed in Sicilia a Caltagirone nel catanese ed a Corleone e Palermo nel palermitano, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Bonocore, ma è pure possibile che in alcuni casi si tratti di cognomi attribuiti a fanciulli abbandonati, affidati al buon cuore di chi li ha trovati, troviamo tracce di queste cognominizzazioni in una registrazione del 1451 a Castellammare di Stabia (NA): "Item VI de agusto donay ad mastro Costanzo Bonocore e ad mostro Trophonello de Balsano de Vico magistri intallyaturi de petra per succurrimento delo escunalio e doye porte  e lo bastione dela Torre Alfonsina quactro alfonsinj secundo appare per contracto per mano de notare Jacobo Coppola de Castelloamare", o anche in uno scritto del 1527 a Solofra (AV), dove viene citato un certo artigiano napoletano Sebastiano Bonocore battargento (che lavora l'argento).
BONCRISTIANI
BONCRISTIANO
BUONCRISTIANI
BUONCRISTIANO
Boncristiani ha un piccolo ceppo a Fucecchio nel fiorentino ed uno ancora più piccolo a Roma, Buoncristiani ha un ceppo nel pisano a Castelfranco di Sotto e Pisa, uno a Foligno nel perugino ed uno a Roma, Boncristiano sembrerebbe originario di San Severo nel foggiano, Buoncristiano oltre al ceppo nel foggiano a San Severo e San Nicandro Garganico ne ha uno anche a Potenza, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Boncristiano, ma è pure possibile che in alcuni casi si possa trattare di cognomi augurali attribuiti da istituti confessionali a dei trovatelli.
integrazioni e stemmi forniti da Giovanni Boncristiani - Pisa
Il cognome relativo al casato Boncristiani è quasi sicuramente di origine toscana, ciò si evince anche dalla troncatura tipica del parlato toscano che traduce un più corretto buoncristiani in quello sopra indicato.  Si trovano tracce di tale cognome nella Pisa del duecento relativamente all'Anziano Leopardus Bonaccorsi Boncristiani consigliere al governo pisano nel 1256. A Firenze è presente tra il  1306 ed il 1313 Vannes Boncristiani come indicato su un testo dell' Archivum Fratrum Praedicatorum - Archivio Domenicano tra XIII e XIV secolo.  Altra personalità nota è tale Andrea Boncristiani (1343) pittore pisano alla corte sabauda, fidanzato con Maria appartenente al prestigioso casato Savoia. Nel 1400 ca. i Boncristiani sono banchieri a Certaldo Fiorentino che, successivamente, si spostano a Verona per motivi politici (guelfi-ghibellini). Notai in Firenze risultano Boncristiani Virgilio (1571 - 1577) di Bastiano da Santa Croce e Boncristiani Giovanni Battista di Raffaello (1569 - 1606). Più recentemente si possono trovare tracce del casato in sudamerica (Brasile) probabilmente a causa delle migrazioni di fine ottocento, in Francia e negli Stati Uniti. L'attuale Arcivescovo di Siena è il Monsignor Antonio Boncristiani.
Sono presenti due stemmi di detto casato, il primo assimilabile alla città di Pisa l'altro al ceppo fiorentino. L'arma del primo, come rilevato dal testo Dizionario Storico Blasonico delle Famiglie Nobili e Notabili Italiane dell'araldista Giovan Battista di Crollalanza recita: d'azzurro, alla banda d'argento accompagnata da una croce trifogliata dello stesso in punta. La croce trifogliata è ancora oggi presente nello stemma della città di Pisa.  L'altro stemma, quello riferibile al ceppo fiorentino, recita in Blau 3 liegende silberne Halbmonde (rilevato da una traduzione tedesca di un testo fiorentino, probabilmente il famoso Stemmario Fiorentino) è di colore azzurro con tre mezzelune poste a triangolo di color argento. Nella cittadina di Cingoli (Marche) in via filati c'è il palazzo Boncristiani.
BONDANZA Cognome poco diffuso che parrebbe avere più di una zona d'origine, la provincia di Milano, di Genova e forse anche nelle Puglie. Parrebbe derivare da un nome augurale tardo latino Abundantia (abbondanza).
BONDAVALLI Cognome originario della zona tra le provincie di Mantova, Reggio e Modena potrebbe derivare dai toponimi Bondeno di Gonzaga (MN) o Bondanello (MN).
BONDI
BONDINI
BONDINO
Toscoemiliano Bondi, tipicamente romagnolo di Cesena Bondini con ceppi anche a Ferrara ed a Ronciglione nel viterbese, Bondino, rarissimo, ha ceppi nel torinese e nell'udinese, dovrebbero derivare direttamente o tramite ipocoristici dall'aferesi del nome medioevale Abundius di cui abbiamo un esempio in un atto del 1600: "...Coram domino Joanne Petro Zenono regente, citatus fuit Abundius quondam Joannis del Sertor de Semogo...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
è anche possibile una derivazione dal nome proprio medievale Bonadies, Bondie, Bondi, cioè «buon dì», che si dava ai neonati come augurio per il loro ingresso nella vita. Il corrispondente meridionale di questo cognome è Buongiorno. Anche questo nome, usato in ambiente cristiano con significato morale, era di buon auspicio preconizzando al neonato «abbondanza di doni celesti».
BONDIOLI Lombardo emiliano con due distinte aree di concentrazione, la provincia di Modena e Bologna e quella di Milano, parrebbe derivare da un nome augurale tardo latino Abundantia (abbondanza)o dalla sua corruzione dialettale bondant (abbondante).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
è cogn. ligure - toscano, derivato dal cognome Bondi  (vedi)
BONDIONI Bondioni è specifico di Niardo nel bresciano, dovrebbe derivare, o dal nome dell'antico paese di Bondione, in Alta Val Seriana, l'attuale frazione del paese di Valbondione, situato nel bergamasco, o anche dal nome dei territori vicini al lago di Bondione o al torrente omonimo.
BONDONNO
BUONDONNO
Bondonno è decisamente piemontese, del vercellese e di Alice Castello in particolare, Buondonno è specifico del napoletano, di Pompei, Torre Annunziata, Castellammare di Stabia e Santa Maria la Carità, e del salernitano, soprattutto di Scafati, entrambi questi cognomi dovrebbero derivare dal nome medioevale Bonusdominus (buon signore), nome a volte attribuito in epoca medioevale ad ebrei, di questo nome abbiamo un esempio a Casalmaggiore (CR) in un atto del 1417 dove compare come teste un certo Bondomino Camisa Pilipacio.
BONELLI
BONELLO
Bonelli è molto diffuso in tutt'Italia, con prevalenza in quella centro settentrionale, Bonello è più tipicamente piemontese, con un ceppo anche nel padovano ed uno nel palermitano, dovrebbero derivare da forme ipocoristiche del nome latino Bonus passato in uso anche presso i barbari conquistatori, Bono è anche nome longobardo; l'ipocoristico di Bonus è anche diventato un nome e cognome medioevale Bonellus del cui uso abbiamo un esempio nel Liber de Regno Siciliae di Hugo Falcandus: "..Matheus ergo Bonellus, prout ei imperatum fuerat, in secretiore domus parte militibus convocatis, rem eis totam exponit, paucisque admonet ut audaci fortique sint animo ..". In Val Seriana troviamo una famiglia Bonelli nel  1400, nel piacentino la nobile famiglia Bonelli possedeva terreni e castelli, nel 1500 il Cardinale piemontese Michele Bonelli era legato pontificio.
BONERA
BONORA
BONORI
BONORINO
BONORO
BUONORA
Bonera è tipico di Brescia e del bresciano, di Collebeato soprattutto, ma anche di Rezzato, Castel Mella, Castenedolo e Manerbio, Bonora è molto diffuso in tutto il nord centrorientale, ha un forte nucleo nel bolognese e ferrarese ed aree circostanti, uno nel Triveneto con massima concentrazione nel trevigiano, uno nella Lombardia orientale ed uno nel tarentino, Bonori molto raro è tipico del bolognese, Bonorino, quasi unico, è della zona tra astigiano, alessandrino e savonese, Bonoro, quasi unico, è meridionale, Buonora, sempre rarissimo, ha piccoli ceppi nel salernitano, nel tarentino e nel siracusano, dovrebbero derivare, direttamente o attraverso forme ipocoristiche, dal nome medioevale Bonera e Bonora di cui abbiamo un esempio nel documento con il quale nell'agosto 1228 quattromilaetrecento Pisani giurano di mantenere l'alleanza fatta con Siena, Pistoia e Poggibonsi, nell'elenco compare tra gli altri un certo Bonera De populo Sancti Salvatoris in Ponte , in un praeceptum dell'anno 1280 a Guzzanica di Dalmine nel bergamasco si legge di un Alberto figlio di Bonera di borgo Sant'Alessandro in Colonna in qualità di procuratore della chiesa di S. Giacomo della Porta, i nomi Bonera, Bonora e Buonora dovrebbero essere un'alterazione del nome medioevale più antico Bonahora (ora buona, cioè che sia fortunato) attribuito a figli molto desiderati.   Tracce di questa cognominizzazione l'abbiamo ad esempio a Rimini nel 1400 con un eremita di nome Ondidei Bonora che diede il nome al famoso Santuario della Madonna di Bonora di Montefiore Conca nel riminese.
BONERBA
BUONERBA
Bonerba è tipicamente pugliese, con un ceppo a Bari ed uno a Squinzano nel leccese, Buonerba ha un ceppo a Napoli e Pompei nel napoletano ed a Salerno, ed uno molto piccolo a Castellana Grotte nel barese ed a Lecce, questi cognomi potrebbero essere derivati dal nome medioevale Bonerba, che tenda ad identificare i capostipiti come di buona razza, troviamo un principio di queste cognominizzazioni in un atto del 1384: "In nomine Domini amen. Anno Incarnationis 1384 mense Julii III Indictionis. Regnante Serenissima nostra Regina Maria Dei gratia inclita Regina Siciliae, ducissa Athenarum et Neopatriae Regni ejus anno VIII feliciter . Amen. Nos Franciscus Golochianus et Petrus de Petroconte judices terrae S. Philippi de Argirione, Donadeus Bonerba Regius Publicus Civitatem terminum et locum Castri Joannis et Demine nec non et ipsius terrae S. Philippi Notarius, et testes subscripti ad hoc vocati specialiter et rogati pp. scripto publico transumpto notum facimus et testamur quod ad nostram accedendo praesentiam  ..", più tardi, agli inizi del 1600 troviamo il frate agostiniano Raphael Bonerba Argyrensis che studiò teologia prima a Palermo e poi a Milano e Bologna, non si può ignorare che è anche possibile, che possa trattarsi di cognomi di fantasia attribuiti a fanciulli abbandonati da funzionari borbonici, i quali avevano la consuetudine di attribuire dei cognomi beneauguranti, o che rispecchiassero particolari qualità o difetti del trovatello.
BONESCHI Tipico delle provincie di Milano e circostanti, deriva dal nome latino Bonus passato in uso anche presso i barbari conquistatori, Bono è anche nome longobardo.
BONESSI
BONESSO
Bonessi ha un ceppo nell'udinese, uno nel savonese ed uno nel crotonese, Bonesso è tipicamente veneto del veneziano e del trevisano, si dovrebbe trattare di una forma patronimica dialettale veneta in -esso ed indicherebbe quindi il fatto che i capostipiti fossero figli di un Bono o di una Bona.
BONETTI
BONETTO
BONOTTI
BONOTTO
Bonetti è diffuso in tutt'Italia, con forte prevalenza nella fascia centrale dell'Italia settentrionale, Bonetto invece ha un ceppo piemontese ed uno veneto, Bonotti ha un ceppo a Chiari nel bresciano, uno a Massa e Carrara ed uno a Roma, Bonotto è decisamente veneto, di Mogliano Veneto, Vazzola, Cimadolmo, San Polo di Piave, Treviso ed Oderzo nel trevisano, di Venezia e Marcon nel veneziano, di Marostica, Bassano del Grappa, Molvena e VIcenza nel vicentino, dovrebbero tutti derivare da modificazioni ipocoristiche del nomen latino Bonus, passato in uso anche presso i barbari conquistatori, Bono infatti è anche nome longobardo.
BONEVENTO
BONIVENTI
BONIVENTO
Bonevento è unico, Boniventi, assolutamente rarissimo, è della provincia romana, Bonivento invece ha un ceppo a Roma ed uno a Trieste, ma la massima concentrazione è a Venezia e Chioggia, dovrebbe derivare dal nome augurale medioevale Bonevento con la duplice funzione di definire la nascita del figlio come un buon evento ed anche con lo scopo di augurare una buona fortuna al neonato.
BONEZZI Bonezzi ha un ceppo a Cremona e nel cremonese ed uno a Reggio Emilia e nel reggiano ed a Modena e nel modenese, dovrebbe trattarsi di una forma patronimica riferita a capostipiti i cui padri si chiamassero con il nomen latino Bonus o con il nome longobardo Bono, la terminazione in -zzi è di tipo aggregativo o cumulativo, indica cioè coloro che appartenevano al gruppo dei Bone-, cioè quelli della famiglia di un Bonus o di un Bono, si potrebbe considerare un equivalente dei prefissi o suffissi di clan.
BONFA'
BONFANT
BONFANTE
BONFANTI
BONIFANTE
BONIFANTI
BUONFANTE
BUONFANTI
Bonfà sembra tipico dell'area che comprende il veronese, il rovigoto, il mantovano, il modenese ed il reggiano, Bonfant è quasi unico ed è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione di Bonfanti che è diffuso in tutt'Italia, con forte prevalenza nella fascia individuata dalla Lombardia Emilia, Toscana e Lazio, con un ceppo anche in Sicilia, Bonfante ha un nucleo importante in Veneto, soprattutto nel veronese, un ceppo nell'imperiese ed in Sicilia, Bonifante è del centro Italia e sembrerebbe praticamente unico, Bonifanti, molto molto raro, ha un piccolo ceppo piemontese ed uno laziale, Buonfante, assolutamente rarissimo, ha varie presenze qua e là per l'Italia, con il ceppo più rappresntativo, comunque minuscolo, nel napoletano, Buonfanti, quasi unico, ha qualche presenza anch'esso nel napoletano, sembrano derivare, direttamente o tramite apocope, dal nome augurale tardo latino Bonusinfans (buon fanciullo). Le prime tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Genova con un Bonusinfans cancellarius, che opera dal 1132 al 1141 in qualità di cancelliere comunale, una specie di notaio consolare.
BONFADINI
BONFADINO
BONFANTINI
BONFANTINO
BONFARDINI
BUONFANTINI
BUONFANTINO
Bonfadini è tipico bresciano, Bonfadino, praticamente unico, è anch'esso bresciano, Bonfantini, rarissimo, sembrerebbe comunque lombardo, Bonfantino, quasi unico, è della zona tra Puglia e Basilicata, Bonfardini, estremamente raro è veneto e dovrebbe essere dovuto ad una forma epentetica del primo, Buonfantino è specifico di Napoli e di Portici nel napoletano, così come l'assolutamente rarissimo Buonfantini, dovrebbero tutti derivare dal nome beneaugurale medioevale Bonfantinus (buon bambino), esempio di questo nome si trova a Firenze verso la fine del 1200 con un "frater Bonfantinus Florentinus". (vedi anche BONFA')
integrazionie fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
Bonfadini è un cognome regionale della Lombardia, particolarmente presente nel Bresciano, in provincia di Milano, Bergamo e Sondrio. Bonfadini valtellinesi originari di Boffetto (comune di Piateda), sono attualmente presenti soprattutto a Sondrio città. Cognome derivato da un antico nome augurale, significato "il destino ti sia propizio".
BONFERRARO
BONFIRRARO
Bonferraro, assolutamente rarissimo, è tipico dell'agrigentino, zona di Casteltermini e Santa Elisabetta, Bonfirraro, meno raro, è dell'ennese, di Barrafranca in particolare e di Pietra perzia, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal mestiere del capostipite, a  quanto sembra, un buon fabbro ferraio.
BONFICHI Bonfichi, molto molto raro, decisamente lombardo, è tipico del milanese, potrebbe derivare da un soprannome originato dal fatto che il capostipite possedesse una pianta che producesse fichi particolarmente gustosi, ma non si deve escludere che possa trattarsi di una forma alterata, a seguito di un'errata trascrizione, del cognome Bonfigli.
BONFIGLI
BONFIGLIO
BONFIGLIOLI
BONFIGLIUOLI
BUONFIGLI
BUONFIGLIO
BUONFIGLIOLI
BUONFIGLIUOLI
Bonfigli ha due ceppi, uno nella provincia di Massa ed uno tra maceratese e Piceno, Bonfiglio sembrerebbe siciliano, ma con un nucleo probabilmente autonomo in Liguria ed uno nel milanese, Bonfiglioli è specifico del bolognese, Bonfigliuoli, molto molto raro, sembrerebbe del modenese, Buonfigli, assolutamente rarissimo, parrebbe del marchigiano, in particolare del Piceno, Buonfiglio ha un ceppo nel romano, uno tra napoletano e salernitano, uno nel foggiano ed uno tra nisseno e catanese, Buonfiglioli, rarissimo, è del bolognese, Buonfigliuoli è quasi unico, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal nome beneaugurale medioevale Bonfilius; esempio di questo nome si ha nel XI° secolo con San Bonfilius nato a Osimo nel Piceno e divenuto vescovo benedettino di Foligno nel 1078, l'uso del nome Bonfilius come inizio di cognominizzazione si ha ad esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale dove in un atto del 1186 si legge: "Anno dominice incarnacionis milleximo centeximo octuageximo sesto, duodecimo die mensis februarii, indicione quarta. Vendicionem ad proprium sub dupla defensione fecit Otto filius quondam Iohannis qui dicebatur Bonfilius de loco Albariate in Arderico qui dicitur de Moecia de civitate Mediolani pro accepto precio argenti denariorum bonorum Mediolanensium nove monete...". Tracce di questa cognominizzazione si trovano nel 1600 ad Arezzo con lo scultore Jacopo Bonfiglioli di Arezzo.
BONFITTO Bonfitto è tipico del foggiano e in particolare di San Marco in Lamis, di San Nicandro Garganico e di Foggia, dovrebbe derivare da una forma contratta del cognomen tardo romano Bonifitus, un'alterazione del più antico Bonifatius, ricordiamo con questo nome il generale romano che negli anni 423, 425 prese il controllo del nord Africa e che in alcuni testi è indicato come Bonifitus.
BONFORTE
BONFORTI
BONIFORTE
BONIFORTI
Bonforte e Bonforti, assolutamente rarissimi, sembrerebbero lombardi, Boniforte, assolutamente rarissimo, è tipico di Osasio (TO), Boniforti è specifico del milanese, derivano dal nome medioevale Boniforte di cui abbiamo un esempio a Brescia nel 1500: "...Magistro Petro quondam magistri Arusini de Salinis de Placentia et magistro Boniforte, fratres, magistri a liriis...".
BONFRATE
BONFRATELLO
BONFRATI
BUONFRATE
Bonfrati, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione di Bonfrate, che è specifico dell'area tarantina, di Grottaglie, Taranto e Crispiano e di Cellino San Marco e San Donaci nel brindisino, Buonfrate della stessa zona, è specifico di Martina Franca, Taranto e Manduria nel tarentino e di Monteroni di Lecce nel leccese, Bonfratello, estremamente raro, parrebbe caratteristico di Marsala nel trapanese, questi cognomi dovrebbero derivare dal nome medioevale Bonusfrater, attribuito ai propri figli con l'augurio che fossero dei buoni ragazzi, bisogna però considerare che forse in alcuni casi potrebbe anche derivare da un soprannome tratto dal portoghese bonifrate (marionetta, burattino).
BONFRISCO
BUONFRISCO
Bonfrisco è tipico di Magliano Vetere, Capaccio e Battipaglia nel salernitano, Buonfrisco, della stessa zona, è dovuto ad errori di trascrizione, dovrebbe derivare da nomi dialettali di località.
BONGARZONE
BUONGARZONE
Bongarzone, ha un ceppo a Roma e nel viterbese a Civita Castellana e Fabrica di Roma, ed a magliano Sabina nel reatino, un secondo ceppo si trova in Calabria a Vallefiorita ed Amaroni nel catanzarese, Buongarzone è un cognome ormai quasi scomparso in Italia, presente in misura accettabile solo a Macerata e nella sua provincia, dovrebbe essere originario della provincia di Catanzaro, zona di Vallefiorita e Palermiti, entrambi dovrebbero derivare dal nome e cognome medioevale Buongarzone, inteso come auspicio che il bambino possa diventare da grande un bravo ragazzo, appunto un buon garzone, nome e cognome attribuito a dei trovatelli.
BONGIANNI
BONGIOANNI
BONGIOVANNI
Bongianni ha un ceppo lombardo a Piuro e Chiavenna nel sondriese, uno a Sesto Fiorentino (FI) e San Giuliano Terme (PI), ed a Roma, Bongioanni è tipico del cuneese, Bongiovanni sembrerebbe avere più ceppi, in Sicilia, in Piemonte e Liguria, nel bolognese ed in Lombardia e basso Veneto, deriva dal nome medioevale Bonus Johannes.  Tracce di questa cognominizzazione la si trova a Piacenza nel 1100 con il notaio Bonus Johannes, si ricorda inoltre il Cardinale di Mantova fatto poi Beato  Bonus Johannes (1168-1249).
BONGIORNI
BONGIORNO
Bongiorni è specifico di Piacenza e del piacentino con un ceppo anche a Massa, Bongiorno è tipico siciliano ha un ceppo, probabilmente secondario in Puglia, derivano dal nome beneaugurale medioevale Bongiorno.
integrazioni fornite da Cosimo De Giovanni Centelles
La famiglia Bongiorno è molto diffusa nel Sud Italia soprattutto nel Siciliano con larga presenza in Messina Catania e Paesi limitrofi. Secondo il Crollallanza - ed altri valenti studiosi - essa deriverebbe da Patti o da Lentini ottenendo privilegi da parte dei sovrani aragonesi per i servigi resi. Secondo altri sarebbe di origine spagnola e scesa in Italia sul terminare del secolo XV°.   Pare che un ramo abbia ottenuto il titolo di Baroni di Santo Stefano e il governatorato della Città di Messina.  Un tal Alfonso Bongiorno di Aci Reale si è unito con una discendente dei Borboni delle Due Sicilie del ramo dei Conti di Roccaguglielmina, la cui discendenza ancora esiste.   A Gangi esiste tuttora il Palazzo Bongiorno del XVIII° secolo.  Presente nel comune di Giarre e di Riposto (CT) rappresentato dalla signora donna Venera Bongiorno Buscemi fu Isidoro.
BONGIOVI
BONGIOVI'
Bongiovi è tipico di Sciacca (AG), Bongiovì ha presenze significative a Caltabellotta sempre nell'agrigentino, a Palermo ed a Villarosa (EN).
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Più tipicamente siciliani, ma presenti anche nel nord e centro nord del paese, entrambi questi cognomi derivano dal nome medievale Bongiovi o Bongiovì, che, assieme a Bongianni, Bongioanni, Bonzanni, etc, nasce come forma contratta o dialettale del nome Bongiovanni, un tempo piuttosto diffuso nel nostro paese (per lo più in Sicilia e nel nord Italia). Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
BONICCHIO
BONICHI
Bonicchio è specifico di Seriate nel bergamasco, Bonichi, estremamente raro, ha qualche presenza in Piemonte, in Liguria ed in Toscana, dovrebbe trattarsi di forme ipocoristiche con suffisso diminutivo germanico -ich del nome longobardo Bono (vedi BONA), dando luogo ai vari nomi Bonicho, Bonichio, Bonicchio, di cui abbiamo un esempio d'uso in una lettera commerciale del 1260 spedita da un mercante senese: "...E anche intendemo da te per la detta tua lettara, chome tu e Talomeo Pelachane eravate istati a Bonicho Maniardi, e avàteli detto come voi volavate andare a Leona, per sapere se voi poteste trare achordo o chapo neuno cho lui; e el detto Bonichio vi rispose e disse, che voi andaste in buonora, che egli no pagarebe de le spese neuna chosa, se Mino Pieri no li li mandasse dicendo...".
BONICELLI Tipico dell'Italia settentrionale, con buona presenza nella provincia di Bergamo, deriva dal nome latino Bonus passato in uso anche presso i barbari conquistatori, Bono è anche nome longobardo.
BONIFACCI
BONIFACI
BONIFACINI
BONIFACINO
BONIFACIO
BONIFAZI
BONIFAZIO
BONIFAZZI
Bonifacci ha un piccolo ceppo nel mantovano ed uno a bologna e nel bolognese, Bonifaci, rarissimo sembra avere un ceppo nel vicentino ed uno in Abruzzo, Bonifacini, quasi unico è dell'Italia settentrionale centroccidentale, Bonifacino è specifico del savonese, di Cairo Montenotte in particolare, Bonifacio è diffuso in tutta Italia, Bonifazi è specifico della fascia che comprende Marche, Umbria e Lazio, Bonifazio sembra avere un ceppo nel torinese, uno nel savonese, uno nel crotonese ed uno in Sicilia, Bonifazzi, molto raro, è specifico del ferrarese occidentale, di Bondeno, Sant'Agostino e Poggio Renatico e del bolognese settentrionale, derivano, direttamente o tramite ipocoristici o alterazioni dialettali, dal nomen latino Bonifatius (buona fortuna) di cui si ha un esempio con il Papa del VII° secolo Bonifatius natione Marsorum (Bonifacio IV°) o dalla forma medioevale Bonifazio.  Tracce di questa cognominizzazione si trovano nel 1300 con ser Pietro di Giovanni de' Bonifazi da Cascia citato come giudice a Firenze in alcune sentenze del 1340 e seguenti.
BONINA
BONINI
BONINO
Bonina è tipicamente siciliano, delle province di Enna, Catania e Messina, Bonini è presente in modo significativo in Lombardia, Emilia, Toscana e Lazio, Bonino è tipicamente piemontese, derivano dal nome medioevale Boninus, Bonina di cui abbiamo un esempio nello scrittore del XIII° secolo Boninus Mombritius, autore del de dominica passione: "...quate Boninus Mombritius, qui ut alias dixi, acta Sanctorum duobus tomis impresserat...", tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Verona nella seconda metà del 1400 con il letterato Boninus de Boninis.
BONINSEGNA
BONINSEGNI
BONSEGNA
Trento, Brescia, Verona e Bologna sono le province dove si riscontrano le massime concentrazioni del cognome Boninsegna, diffuso in tutta l'Italia settentrionale, Boninsegni è tipicamente toscano delle province di Firenze ed Arezzo, Bonsegna è specifico del leccese, in particolare di Nardò, questi cognomi hanno origine dal nome augurale medioevale Boninsegna con il significato di segnato dal bene, dalla fortuna, di questo nome abbiamo un esempio, in un atto notarile del 1218 dove si legge: "...silicet Ildebrandino et Jacopo Cavalcantis et Ranerio Ranucci pro tertia parte et Gundo et Ranuccino et Bencivenni Gislincionis recipientibus pro se et Boninsegna predicto ...".
BONIOLI
BONIOLO
Bonioli parrebbe del veronese, di Verona in particolare, Boniolo è tipico di Rovigo, di Padova e del padovano, di Castelbaldo e Boara Pisani, dovrebbero derivare da soprannomi originati da una forma ipocoristica di appartenenza dell'aferesi del termine dialettale veneto imbonio (zona ripianata, interrata, recuperata dai fiumi), probabilmente ad indicare che i capostipiti provenissero da aree bonificate o recuperate di quel tipo.
BONIPERTI Molto raro è specifico di Barengo nel novarese, deriva dal nome longobardo Bonipertus, di cui si hanno tracce ad esempio nel Codex Diplomaticus Longobardorum nell'anno 770 a Chiusi si legge: "...Dilectissimis mihi semperque amantissimis Bonipertulo et Leopert neputibus meis...." e nel 950 nel Codex Cavensis Diplomaticus si legge: "...qui fuit bisabio mulieri nomine grusu, que est uxor predicti ursi, can dede bonipertus de uniano cum uxore et filiis et omnia eius pertinentia. cum autem precepta illa relegere fecimus,...". Tracce di questa cognominizzazione la si trova a Cravegna ora integrata nel comune di Crodo (VB) nella seconda metà del 1500 era vicario generale della diocesi un certo Carlo Boniperti.
integrazioni fornite da Andrea Manni
Il cognome Boniperti deriva dal nome Boniperto, un ibrido latino-longobardo composto dal latino bonus (in uso anche presso i Longobardi) e dal germanico pertus o bertus da Bertha (luminoso). Il nome Boniperto è attestato nel 762 a Grosseto, nel 770 a Brioni, nel 771 a Chiusi (Cfr. Nicoletta Francovich Onesti, L'incontro fra le culture latina e germanica nell'Italia longobarda alla luce dell'antroponimia, in D. Hägermann, W. Haubrichs, J. Jarnut (a cura di), Akkulturation. Probleme einer germanisch-romanischen Kultursynthese, Berlin/New York, Walter de Gruyter , 2004, p. 207)
BONISIOL
BONISIOLI
Bonisiol, quasi unico, è del trevigiano, Bonisioli, unico, è veneziano, questi cognomi dovrebbero derivare da alterazioni dialettali venete dell'ipocosristico Bonizolo del nome medioevale Bonizzo, derivato a sua volta dal nome longobardo Bono (vedi BONA).
BONISOLI Molto raro, è tipico della zona che comprende il cremonese, il mantovano ed il reggiano, potrebbe essere originario della bassa veronese, deriva dal nome medioevale Bonizzo (vedi Bonizzi), tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Lonigo (VR) con l'umanista Ognibene de' Bonisoli (1412-1474), detto "Leonicenus", che insegnò retorica alla Scuola Pubblica di Vicenza, a Cremona nel 1633 nasce il famoso pittore di storia e ritratto Agostino Bonisoli (1633 - 1700).
integrazioni fornite da Alfredo Bonisoli
la casata Bonisoli ha lasciato antiche ed illustri memorie a Cremona, dove Lanfranco Bonezolo nel 1211 fece acquisto di un terreno e nel 1219 altro Lanfranco, qualificato Chierico della Pieve di Casalbuttano.Giovanni, la cui iscrizione sepolcrale datata 1511 si vede nella chiesa S.Agata,fu padre di Giovanni Battista, abitante col fratello Paolo, nelle vicinanze di San Leonardo. Da Giovanni Battista discese Prospero, che nel 1594 figura aggregato al Collegio dei Notai, e dal quale discese Giovanni Battista, che fu padre di Agostino, nato nel 1638, valente pittore.
BONISSONE
BONISSONI
BONIZZONE
BONIZZONI
Bonissone è tipico della zona tra alessandrino e genovese, di Spineto Scrivia (AL) in particolare, Bonissoni, molto molto raro, è lombardo, dell'area bergamasco bresciana, Bonizzone, assolutamente rarissimo, potrebbe essere genovese, Bonizzoni è tipico lombardo del pavese, milanese e cremonese, derivano tutti, direttamente o tramite modificazioni dialettali, dal nome medioevale Bonizzone, citato ad esempio in un atto redatto a Cremona nel 753, dove si legge: "...manibus testi Gyselprando et Ildeprando germanis, seu Bonifredo et Eldefrido atque Uuini zonis et Amezonis atque Bonizonis, huius ciuitatis habitatoribus, rogati sunt testes. ...".  Traccia di questa cognominizzazione si trova in un atto di vendita del 1154 scritto in Milano, dove si legge: "...manuum Uberti Bonizoni, Iohannis Cagadenarii...".
BONITATIBUS Molto raro è tipico abruzzese, della zona circoscritta al comune di Sulmona e Pettorano sul Gizio, deriva dal termine tardo latino bonitas (bontà) potrebbe essere riferito ad un nome di località Bonitatibus Divinis (Alle Bontà Divine) forse per la presenza di un monastero od un'opera pia, può anche derivare da caratteristiche caratteriali del capostipite.
BONITI
BONITO
Boniti, quasi unico, sembrerebbe umbro, Bonito è tipicamente meridionale, diffuso in Campania a Minori nel salernitano, a Montefusco e Montemiletto nell'avellinese ed a Napoli, con un piccolo ceppo a Termoli nel campobassano e nel foggiano ad Accadia, Foggia e Zapponeta, ed un ceppo a Palermo, dovrebbero derivare dal nome tardo latino Bonitus, di cui abbiamo un esempio d'uso in un testo di epoca imperiale latina: "...Claudius Regaliano multam salutem. felicem rem publicam quae te talem virum habere in castris bellicis18 meruit, felicem Gallienum, etiamsi ei vera nemo nec de bonis nec de malis nuntiat pertulerunt ad me Bonitus et Celsus, stipatores principis nostri, qualis apud Scupos in pugnando fueris, quot uno die proelia et qua celeritate confeceris. dignus eras triumpho, si antiqua tempora exstarent...".
BONIZZARDI Bonizzardi è tipico del bresciano, di Prevalle, Brescia e Gavardo, dovrebbe derivare da una forma di appartenenza con suffisso in -ardi riferito a capostipit,i che fossero appartenuti ad una famiglia il cui capostipite fosse stato riconociuto dal nome medioevale Bonizzo (vedi BONIZZI)
BONIZZI Cognome lombardo veneto con un ceppo originario nella provincia di Cremona, deriva dal nome medioevale Bonizzo derivato dal nome longobardo Bono, nome di cui abbiamo tracce nel milanese in un atto di vendita del 1084 dove si legge: "...mea bona et spontanea voluntatem, accepisemus sicuti et in presencia testium accepimus ad vos Ato et Bonizo iermanis, filii quondam Enrici, per miso tuo ipso Ato...".
BONMASSAR
BONMASSARI
Bonmassar è tipicamente trentino, di Trento, Gargazzone, Civezzano ed Arco, Bonmassari sembrerebbe unico ed è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, dovrebbe essere originario del basso Trentino e derivare da un soprannome che esalti le qualità di massaro (fattore) del capostipite.
BONOLI
BONOLIS
BONOLO
Bonoli è tipico del forlivese, soprattutto della zona di Cesenatico, Cesena e Forlì e di Ravenna, Bonolis, molto più raro, ha un piccolo ceppo nel teramano, a Roma ed a Napoli, Bonolo è specificatamente romano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Bonolus,  nella prima metà del 1300 a Caldes (TN) opera ad esempio il notaio Bonolus da Idullo.
BONOMETTI
BONOMETTO
BONOMI
BONOMINI
BONOMO
BUONOMINI
BUONOMO
BUONUOMO
Bonometti è tipicamente lombardo dell'area bresciana in particolare, ma anche del bergamasco, mantovano e cremonese, con espansione anche nel vicino veronese, Bonometto, molto raro, è veneziano, Bonomi è diffuso in tutta l'Italia centro settentrionale con grossa prevalenza nella zona centro settentrionale (Milano, Como, Varese, Bergamo, Brescia, Sondrio, Trento, Verona), Bonomini è specifico del bresciano, Bonomo ha un nucleo siciliano, uno laziale ed uno nel veronese, Buonomini è tipico della Toscana, Buonomo ha un ceppo nell'area che comprende il romano, il latinense, il casertano, il napoletano ed il salernitano, ha un ceppo nel tarentino ed uno in Sicilia tra siracusano e ragusano, Buonuomo, assolutamente rarissimo, è del ragusano, tutti questi cognomi traggono origine, direttamente o tramite alterazioni ipocoristiche, dal nome augurale medioevale Bonushomus (buonuomo) o da sue modificazioni più o meno dialettali, quali ad esempio quella che troviamo in un atto di vendita del 1144 redatto in Pavia: "Constat nos Bonumiohannem, filium quondam Donumdei de Valli , et Purpuram iugalis, filia quondam Niger Bonum Marro, qui professi sumus ambo ex nacione nostra lege vivere Longobardorum ipso namque iugale et mundoaldo meo mihi consençiente et subter confirmante et iusta ex meam lege una cum noticia propinquorum parentum meorum qui supra Purpura visi sunt Lanfranco germano meo et Vasallo consobrino meo, in quorum presentia et testium certam facio professione quod nullam me pati violentiam ad quopiam hominem nec ab ipso iugale et mundoaldo meo nisi mea bona et spontanea voluntate, accepisse communiter sicuti et in presentia testium accepimus a te Oberto presbitero canonice Sancte Marie de loco Lomello, a parte ipsius ecclesie Sancte Marie argenti denariorum bonorum Papiensium libras decem, finito precio pro pecia una de terra aratoria iuris nostri, quam habere visi sumus super fluvio Ticini in loco et fundo Octabiano et in eius territorio ad locus ubi dicitur Plozone, et est pecia ipsa de terra aratoria per mensuram iustam iugeas duas....", o nella forma corretta in un atto dell'anno 1166 tratto dal Codice Diplomatico della Lombardia medievale dove leggiamo: "...inter Bonomum qui dicitur da Syrone germanum suum de loco Salvano ut in Dei nomine debeat dare, sicut a presenti dedit, ipse presbiter Arnoldus eidem Bonomo germani suo ...".  Abbiamo tracce inoltre di un Giovanni Francesco Bonomi nel 1536, Vescovo di Vercelli e letterato.
BONONCINI
BONONI
Bononcini è tipico della provincia di Modena e Bologna, Bononi ha un ceppo tra alessandrino e genovese, uno tra reggiano e modenese, ed uno tra padovano, rovigoto e ferrarese, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome medioevale Bononius, ricordiamo con questo nome il santo del 1000, discepolo di San Romualdo, o anche dall'antico nome latino Bononia della città di Bologna. Nel 1640 abbiamo a Modena un Giovanni Maria Bononcini, celebre violoncellista e compositore.
BONSAVER Bonsaver, molto molto raro, è specifico del veronese, di Pescantina, Pastrengo e Caprino Veronese, dovrebbe derivare da una forma dialettale tronca del nome medioevale Bonsaverio, composto dall'aggettivo bon (buono) unito al vocabolo saver (sapere), nome che auspicava per il proprio figlio un domani di conoscenza e preparazione, di questo nome abbiamo un esempio d'uso a Trento, in un atto del 1305, dove si dice che un certo Bonsaverio detto Pesatino del fu Pesato da Trento, abitante nella contrada di Santa Maria Maddalena, riconsegna un terreno ai canonici Gislimberto da Brentonico e Guglielmo figlio di Alberto da Rovione, che agiscono in rappresentanza del Capitolo della Cattedrale.
BONSERVIZI Bonservizi, quasi unico, parrebbe marchigiano, probabilmente di Urbisaglia nel maceratese, dovrebbe derivare dal nome medioevale Boniservizi attribuito ad un figlio sul quale si faceva affidamento, tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1800 con il fabbro di Urbisaglia Adolfo Bonservizi.
BONSI
BONSO
Bonsi ha un ceppo tra bresciano e veronese ed uno tra ferrarese e bolognese, Bonso, tipicamente veneto, è del padovano e veneziano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Bonso, di cui abbiamo un esempio a Vallombrosa nel fiorentino nella seconda metà del XI° secolo, quando tra i notai roganti è indicato un certo Bonso,  e qualche secolo dopo a Firenze, dove nel 1346 troviamo un tale Bonso Bianchi elencato fra i Consiliari Communis Florentiae, possono anche derivare da nomi di località come quella citata in questo testo emiliano del 1400: ".. Et causa adveniente quod predicta uxor sua pacifice non posset, vel stare nollet cum dicto eius herede, eidem reliquit, toto tempore vite sue, usufructum, redditus et proventum molendini ipsius testatoris siti in villa Sabloni, necnon possessionis site in territorio Scandiani, in loco dicto Al Bonso quod molendinum et qua possessio ibidem pro legitime expressis et confinatis haberi voluit. ..", un esempio di queste cognominizzazioni lo troviamo nel 1700 con il Prepositus fiorentino Bonso Pio Bonsi, autore di una volgarizzazione degli inni sacri del breviario romano.
BONSIGNORE
BONSIGNORI
Bonsignore è tipicamente siciliano, Bonsignori è toscano, di Livorno in particolare, con un ceppo anche a Pontedera e nel pisano, derivano dal nome medioevale Bonussenior (Buonsignore), di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale in uno scritto del 1115 a Milano: "...Mediolani, in burgo Porte Ticinensis, prope ecclesia Sancti Laurentii, necnon et inter Ugonem filium quondam Vuariberti qui fuit dictus de Sabladore et Bonumseniorem filium quondam item Bonisenioris  qui dicitur Guita de Auro de suprascripta civitate...".
BONTEMPI
BONTEMPO
BUONTEMPO
Esistono diversi ceppi, nelle Marche, nel Lazio, in provincia di Brescia e di Milano per Bontempi, mentre è diffuso in tutta Italia Bontempo, Buontempo è distribuito a macchia di leopardo al centrosud, in particolare nel chietino ed in provincia di Roma, derivano dal nome augurale medioevale Bontempo (che il tempo ti sia propizio), in molti casi può trattarsi di cognomi attribuiti come augurio a dei trovatelli.
BONUCCELLI
BONUCELLI
Bonuccelli è tipico della provincia di Lucca, di Camaiore, Viareggio, Pietrasanta e Massarosa, Bonucelli, assolutamente raro, è tipico della provincia di Massa, dovrebbero derivare dal nome medioevale composto dai nomi Bono e Uccello. (vedi BONA e UCCELLI )
BONUCCI Bonucci è tipico di Toscana, Umbria e Lazio centrosettentrionale, dovrebbe derivare dal nome medioevale Bonuccius di cui abbiamo un esempio nell'anno 1301 dove tra gli Anziani della città di Pisa incaricati dell'Ordine di Controllo per il mese di novembre è annoverato Bonuccius de Brachiis, tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Roma nella prima metà del 1500 con il Padre Servita Agostino Bonucci Servita, generale dell'ordine e teologo, e più tardi, sempre nel 1500 con Stefano Bonucci aretino, prima vescovo di Arezzo dal 1574 al 1589 poi cardinale.
BONUGLI
BONUGLIA
Bonugli, assolutamente rarissimo, sembrerebbe originario di Fosciandora in Garfagnana in provincia di Lucca, Bonuglia, decisamente più diffuso è specifico di Roma e di Olevano Romano nel romano, questi cognomi dovrebbero derivare da un'italianizzazione del casato nobile francese De Bonnelles, originato dal toponimo Bonnelles di Yvelines, a sud di Versailles, vicino a Chartres, secondo altri deriverebbe invece dal casato de Bonneuil, originato dal nome del paese francese Vouneuil-sous-Biard, situato presso Vienne, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Roma in una lettera del Cardinal Bentivoglio datata novembre 1620: "Or ora parte da me il nostro Signor di Bonuglio, che è venuto a rallegrarsi meco in nome del Signor Duca di Luines di questo felice successo di Boemia, avendomi fatto dire il medesimo Signor Duca, che il Re n' ha sentita allegrezza grandissima. ...".
BONURA Bonura è decisamente siciliano, del palermitano e del trapanese, si dovrebbe trattare di una forma dialettale del nome medioevale Bonora probabilmente portato dal capostipite, Bonura era un nome femminile in uso in Sicilia almeno dalla seconda metà del 1300, quando vediamo, in un testamento, citata come beneficiaria una certa Bonura Mayda.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bonura è un cognome siciliano che significa 'ora buona'. Rohlfs 52.
BONUSI
BONUSO
Bonusi sembra specifico del bresciano, di Lodrino e Gardone Val Trompia, Bonuso ha un piccolissimo ceppo nel napoletano, uno nel leccese a Copertino, Galatina e Nardò, ed uno a Palermo, dovrebbero entrambi derivare dal nome medioevale Bonuso, attribuito al proprio figlio augurandogli che possa fare un buon uso della propria vita, i ceppi meridionali potrebbero essere cognomi attribuiti a trovatelli da funzionari borbonici.
BONVEGNA Sembrerebbe siciliano, del mesasinese e di Catania in particolare, si tratta di una modificazione del cognome Bencivegna (vedi Bencivegna).
BONVENTRE
BUONVENTRE
LO VENTRE
LOVENTRE
VENTRE
VENTRI
VENTRONE
Bonventre ha un ceppo romano, uno nel napoletano, ma il nucleo principale è nel trapanese ad Alcamo, Trapani, Castellammare del Golfo, Erice, Marsala, Calatafimi e Valderice, Buonventre, estremamente raro è del napoletano, Loventre, molto raro, è tipico di Napoli, Lo Ventre è quasi unico e sempre del napoletano, Ventre è molto diffuso nel Lazio centromeridionale, in Campania, in particolare nel casertano, napoletano e salernitano, nel potentino ed in Calabria nel cosentino, ma soprattutto nel reggino, Ventri, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, Ventrone ha un ceppo a Roma, uno a Latina, ed il ceppo principale in Campania nel casertano a Maddaloni, Curti, Santa Maria Capua Vetere, Casapulla, Mondragone e Macerata Campania, tutti questi cognomi hanno in comune la radice in un soprannome probabilmente attribuito ai capostipiti per la loro capacità o abitudine di mangiare oltremodo o per un'adipe molto prominente, si tratta in molti casi di cognomi attribuiti a dei trovatelli da funzionari di orfanotrofi che così intendevano meglio caratterizzare i loro assistiti.
BONVICINI
BONVICINO
Bonvicini è diffuso in tutto il centro nord, con nuclei importanti in Emilia Romagna e, a seguire, Lombardia e Veneto, Bonvicino dembrerebbe avere un'origine nella fascia centrooccidentale dell'Italia settentrionale, ma con presenze anche al sud, questi cognomi possono avere diverse origini, dal nome augurale Bonvicinus o Bonovesinus, di cui abbiamo un esempio in una Cartula vinditione del 1070 a Grumello del Piano: "...Constat nos Bonovisino et Alberto seu Petro germanis et filiis quondam Vualperti, de loco Gromole, qui profesi summus ex natione nostra legem vivere Langobardorum , accepisemus nos communiter sicuti et in presentia testium...", ricordiamo lo scrittore milanese Bonvicinus de Rippa meglio noto come Bonvesin della Riva (~1240 -1315), al soprannome alla derivazione dal toponimo Bonvicino (CN). Pietro e Alessandro Bonvicini, figli di Moretto di professione lanaiolo, furono pittori a Brescia nel 1400.
BONVINI
BONVINO
Bonvini è distribuito al centro nord con massima concentrazione in Lombardia, ma con un ceppo importante nelle Marche ed alcuni non trascurabili in Liguria, Bonvino invece sembra tipico di Giovinazzo (BA) e di Pietramontecorvino (FG), potrebbero derivare da un soprannome collegato alla qualità dei vini della zona o al mestiere di oste, come potrebbe essere originato dalla contrazione di nomi come Bonvicino, intorno al 1450 opera a Genova il notaio Jacobo Bonvino, nella seconda metà del 1500 troviamo a Bisceglie (BA) un certo Marco Bonvino, a Fano in un registro si legge: "Adì 25 giugno 1634 ho pagato scudi quattro a Tomasso Bonvino per avere fatto buttare giù et accatastato migliara di pietra rotta e ottocento matoni sani della torre del Molino del Metaro".
BONVISSUTO Bonvissuto è Stipicamente siciliano, di Licata nell'agrigentino e di Gela nel nisseno, con un ceppo significativo anche a Palermo.
ipotesi fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questo cognome va ricercata nel nome medievale Bonvissuto, che, nell'onomastica augurale, assume il significato di che tu abbia una buon vissuto, una buona vita (vedi Bonavita). In conclusione, dunque, si tratta della cognominizzazione del nome personale dei capostipiti.
BONZI
BONZIN
BONZINI
BONZO
Bonzi, tipico lombardo, ha un nucleo nella zona che comprende il varesotto, il milanese, il bergamasco ed il bresciano, ha anche un ceppo non secondario nel bolognese, Bonzin è praticamente unico, Bonzini, molto raro è specifico del varesotto, Bonzo, molto molto raro sembrerebbe dell'astigiano.(vedi Bonci)
notizie ulteriori  fornite da Daniele Todeschini
Il cognome Bonzi deriva dalla nobile e potente famiglia Bonghi  o Bongis che nel medioevo aveva palazzo in citta alta e che godeva dei diritti feudali su buona parte di Dossena. Le persone e le famiglie soggette al feudo erano chiamate boncio o bonci, la Famiglia faceva parte della compagnia dei Bastazi della dogana di Venezia. La Famiglia vanta illustri personaggi nel campo della medicina e della giurisprudenza.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bonzo, Bonzi, Bonzini - Dal nome medievale 'Boncius' diffuso in Lombardia e derivato dal latino 'bonus' che può essere riferito sia a qualità morali che fisiche. Ad esempio troviamo a Brescia nel 1175 "Bonzulum". Bonzini è il diminutivo è può riferirsi sia a un avo di piccola statura sia a un nucleo familiare numeroso il cui capostipite era un Bonzo. Questa forma la troviamo anche in dialetto: i figli di Bonzo sono "i Bunzit".
BOR Bor, tipicamente piemontese, ha un ceppo nel vercellese a Santhià ed Alice Castello ed a Biella, dovrebbe essere di origini francesi e derivare dal nome di paesi come Bor-et-Bar a nordest di Toulose o Bor à Plaigne a sud di Limoges.
BORA Bora è tipicamente marchigiano di Tolentino, Treia e Appignano nel maceratese, e di Sirolo e Montemarciano nell'anconetano, potrebbe derivare dal toponimo Bora di Mercato Saraceno nel cesenate, secondo alcuni potrebbe derivare da un soprannome originato dal fatto che il capostipite proveniva dal levante (direzione del vento di bora), ma è pure possibili che derivi dal nome medioevale germanico Bora (vedi BORI).
BORACCHI
BORACCO
Boracchi è tipicamente lombardo, Boracco, molto più raro, è dell'area piemontese, lombarda, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal termine dialettale lombardo piemontese arcaico borach (ometto, omuncolo, bassottello), forse ad indicare che i capostipiti fossero abbastanza piccoli di statura e di corporatura minuta.
BORAGINA
BORAGINE
BORAGINI
BORRAGINE
Boragina, molto molto raro, sembrerebbe tipicamente calabrese, del vibonese, con un ceppo anche a Genova, Boragine ha qualche presenza nel Lazio, un ceppo a Teano e Sant'Arpino nel casertano ed uno a Terlizzi nel barese, Boragini, estremamente raro, sembrerebbe del bolognese, Borragine, quasi unico sembrerebbe laziale, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi originati dal nome della pianta di borragine (borago officinalis), una tra le piante selvatiche più utilizzate in cucina, molto utilizzata anche in erboristeria per le sue proprietà diuretiche, decongestionanti, depurative ed antiflogistiche.
BORAGNI
BORAGNO
Boragni è assolutamente rarissimo e anche Boragno è molto raro, dovrebbero essere originari del savonese, della zona tra Finale e Pietra Ligure, dovrebbero derivare da Boragni, località di Finale (SV), a Boragni si trova la lunga falesia che si vede arrivando da Savona. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo nelle Cinque Terre nella seconda metà del 1200 con il notaio forse genovese Simone Boragno.
BORASI
BORASO
Borasi ha un ceppo a Villaromagnano (AL) con diramazioni a Genova, Boraso è invece veneto, delle province di Verona, Padova e Venezia, potrebbero derivare da soprannomi originati o da voci dialettali per Borraggine (Borrago officinalis, pianta alimentare) o per borace (un minerale, borato idrato di sodio, utilizzato nell'artigianato vetrario).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Boraso è diffuso nel nord-est d'Italia, dovrebbe avere alla base il sostantivo Bora, "vento di est-nord-est freddo, secco, violento, che scende dalle Alpi orientali sul golfo di Trieste", quindi 'boraso' assumerebbe il significato di luogo dove soffia particolarmente vento freddo.
BORDALOTTA Bordalotta, assolutamente rarissimo, è specifico del cuneese, dovrebbe derivare da un antico soprannome basato sul termine medioevale francese bordelon, che identificava una piccola fattoria, probabilmente a caratterizzare così le caratteristiche abitative del capostipite.
BORDANI Bordani è un cognome del foggiano, praticamente unico.
BORDI
BORDIN
BORDINI
BORDINO
BORDO
BURDIN
BURDINO
Bordi ha un ceppo nel parmense e nel vicino piacentino e genovese, ed ha un nucleo nella fascia centrale che comprende le Marche, l'Umbria ed il Lazio, Bordin è molto diffuso in tutto il Veneto, con un ceppo anche a Bolzano e Brunico (BZ), Bordini ha un ceppo nella fascia che comprense mantovano, reggiano, modenese, bolognese e ravennate ed un ceppo nel perugino e nel romano, Bordino ha un ceppo piemontese tra torinese e cuneese, uno tra ternano, viterbese e romano ed uno nell'agrigentino e nel palermitano, Bordo ha un ceppo nel genovese e savonese, uno nell'area che comprende il grossetano, il viterbese soprattutto ed il romano, ed uno nel foggiano e barese, Burdin è quasi unico, Burdino, molto raro, ha un ceppo a Girifalco (CZ) ed uno in Piemonte, tutti questi cognomi potrebbero derivare direttamente o tramite ipocoristici del praenomen latino Burdus ( vedi BURDO), ma in alcuni casi potrebbero anche derivare dal nome medioevale germanico di origine burgunda Bordinus o Burdinus, di cui abbiamo un esempio in un atto del 1090: "...Hujus rei testes sunt ex sua parte: Winerannus de Parvoponte, Aszo panetarius; Bernerius, Fulbertus de Stampis; Amalricus viator, Burdinus frater ejus..."; un esempio di queste cognominizzazioni lo troviamo nell'Antipapa Gregorio VIII° Mauritius Burdinus posto sul seggio papale dall'imperatore Enrico V° il  giorno 8 Marzo 1118, questi interrogato dall'imperatore rispose come riportato in questo testo: "Quem ellectum imperator duxit in pulpitum, ubi ipse ellectus interrogantibus de nomine suo dixit: "Meum nomen est Burdinus; sed quando papa Urbanus ordinavit me episcopum, nominavit me Mauritium".".
BORDIGA
BORDIGHI
BORDIGONI
Bordiga è tipicamente lombardo, in particolare del bresciano, di Bagolino, Brescia, Erbusco, Castelcovati, Orzinuovi ed Orzivecchi, Bordighi, praticamente unico, è valtellinese, Bordigoni ha un ceppo tra spezzino e massese, a La Spezia e Pignone nello spezzino ed a Massa e Carrara, oltre ad avere un piccolo ceppo a Cagliari, potrebbero derivare, direttamente o tramite un accrescitivo, da un soprannome originato dal termine dialettale sia ligure che lombardo bordega (macchia, sbrodolamento), ma potrebbero anche derivare da soprannomi originati dal termine medioevale bordigare (rimestare nel torbido, ordire imbrogli, tramare), verbo di cui abbiamo un esempio in questa poesia del 1311: "...Ché atrui ponze e peciga / en [ tuto] zo che lo meschin / fa, tegnando tal camin; / e 'n tuto zo ch'elo bordiga / conseigo lo paire liga, / che de paga à tar quartim / che tristo quelo a la fim / chi so fijo mar noriga...", tracce di questa cognominizzazione le troviamo nei verbali di un processo per stregoneria nel contado di Bormio nel 1630: ".. Die jovis 21 mensis novembris 1630. Antonius del Cotolo addidit: Io sentii de Andrea Bordiga, pegoraro che alpegiava in Dosdé, qual mi disse: Questa Domeniga è una vera et grande stria. Ho visto cose che la tengo proprio per una strega. Essendo venuta in casa mia Martholina, circa un mese avanti fosse fatta prigione, col solo vederla mi spaurii talmente, che mi durò per quattro o 5 giorni tal paura. Et io sospettai di lei, non essendo mai solita venir in casa mia. Ritrovandosi Antonio della Moniga et io insieme, dissi che sì, che vengono ancora a tuorre Martholina. Lui disse: Vorrei giocare 50 scudi. Et io li giocai, così burlando. ..".
BORDIGION
BORDIGIONI
BORDIGNON
BORDIGNONI
BORTIGNON
BORTIGNONI
Bordigion e Bordigioni sono dovuti a diverse trascrizioni del cognome Bordignon, che è tipicamente veneto, della zona che comprende le province di Vicenza, Treviso e Padova, è probabilmente originario del vicentino di Romano d'Ezzelino in particolare, Bordignoni, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere dovuto ad errori di trascrizione del precedente, Bortignoni, quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione di Bortignon, che è molto diffuso nel vicentino e nel vicino trevigiano, dovrebbero derivare da un soprannome.
integrazioni fornite da Gabriele Farronato
questi cognomi derivano dal nome Bartolomeo che in Veneto si dice Bortolo, per distinguere un ceppo famigliare dagli altri si è fatto ricorso a varie modificazioni soprannominali com Bortoli, Bortignoli, Bortignon con successivo mutamente della dentale in d. da Bordignon derivano anche le varianti Bordigion e Bordigioni.
BORDON
BORDONI
Bordon è tipicamente veneto, di Rovigo e di Iesolo e Campolongo Maggiore nel veneziano, Bordoni è diffuso in tutto il centro nord con nuclei importanti in provincia di Sondrio, di Milano, di Rimini, in Umbria e nel Lazio, potrebbero derivare da soprannomi legati a vocaboli tardo latini quali burdonem (asino selvatico) o al medioevale bordone (bastone da pellegrino, sostegno).
integrazioni fornite da Riccardo Bordoni
la famiglia Bordoni in Firenze è sempre stata di primaria importanza e di indiscussa fede guelfa (neri); ha avuto importanti cariche cittadine nell'età comunale fino all'avvento della dinastia Medicea per poi continuare ad essere una ragguardevole stirpe di possidenti nel contado Fiorentino gestendo ampie fattorie e ville signorili. Nella storia ricordiamo Gherardo Bordoni che combatte al fianco di  Corso Donati, (illustrato pure dal Villani dove si vedono i due cavalieri con i relativi stemmi delle famiglie sugli scudi da guerra). Ricordiamo che la famiglia contribuisce generosamente, assieme ad altre nobilissime famiglie fiorentine , alla edificazione di Santa Maria Novella , il famoso palazzo Antinori nella piazza omonima di Firenze viene costruito sulle case comprate da messer Lionardo Bordoni, la via accanto al palazzo, fino a cento anni fa ha portato il nome di questa storica famiglia per poi '"forse" trovare maggior lustro diventando via degli Antinori. Lo stemma , codificato gia dal 1292 ,è così: d'argento al lupo rapace d'azzurro. Nel 1500 circa , (come lamenta il Borghini nei suoi studi sull' arme Fiorentine) ,per dare forse più importanza al loro stemma , aggiungono un '" bordone d'oro in palo '" e rimane invariato fino ai giorni d'oggi.
BOREA Borea ha un ceppo a San Remo nell'imperiese, uno nel cagliaritano a Quartu Sant'Elena, Cagliari ed Assemini, uno a Roma, uno a Calitri, Manocalzati, San Mango sul Calore nell'avellinese, uno a Orta Nova nel foggiano, ed uno a Fardella e Roccanova nel potentino, dovrebbe derivare dal nome latino Borea di origine greca, così veniva chiamato nella mitologia greca il vento del nord (la tramontana), impersonificato nel figlio del titano Astreo e dell'Aurora, è pure possibile che il cognome abbia avuto origine da un soprannome attribuito ai capostipiti in quanto provenienti da regioni settentrionali, da dove appunto spira la tramontana o borea.
BOREALE
BOREALI
BORREALE
Boreale ha qualche presenza nel napoletano e nel ragusano con un piccolo ceppo nel barese, Boreali è unico, Borreale, quasi unico, è del napoletano, potrebbero derivare da un soprannome attribuito ai capostipiti in quanto provenienti da regioni settentrionali o boreali, dove spira appunto la tramontana o borea, ma potrebbero anche derivare dal nome catalano Borreil o Boreil.
BOREANAZ Boreanaz, molto molto raro, è tipico dell'udinese, della zona di Ponteacco e Premariacco, si dovrebbe trattare della forma dialettale del cognome sloveno Borjanac, dove il suffisso -ac sta ad indicare provenienza, ed è riferito al toponimo sloveno di Borjana, zona di Kobarid, vicina il confine con l'Italia.
BOREL
BORELLA
BORELLI
BORELLO
BORIELLI
BORIELLO
BORRELLA
BORRELLI
BORRELLO
BORRELI
BORRELO
BORRIELLI
BORRIELLO
Borelli, cognome molto comune, è decisamente panitaliano, distribuito in tutt'Italia, ma particolarmente presente nel Piemonte occidentale ed in Calabria Borello, tipici dell'Italia centro meridionale Borrelli e Borrello, quest'ultimo particolarmente in Sicilia e Calabria, con chiara derivazione dai toponimi Borrello di Catania (CT), Borrello d San Mauro (PA) e Laureana di Borrello (CZ), tipicamente campano Borriello. La derivazione di questi cognomi, oltre che da toponimi potrebbe essere ascritta al termine borro (torrente, orrido, crepaccio), o anche in alcuni casi dal vocabolo celtico borro (altero, fiero), che sembra aver anche generato il nome medioevale Borellus, di cui abbiamo un esempio in quest'atto di vendita del 24 giugno 1010: "In nomine Domini, ego Borellus vobis emtoribus meis Bernard et filiis suis Onoffredus et Dominico. Per hanc scripturam vindicionis mee vindo vobis .I. sorte de terra cum suis arboribus que est in valle Nepetana, in ipso Vilare, et est ad ipsos .", che sembra essere l'origine più probabile di questi cognomi.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Borel, quasi unico, sembra essere originario del torinese, Borella, molto più comune, ha una vasta concentrazione nel nord del paese, Borelli, anch'esso diffuso per lo più nel nord e centro nord, presenta ceppi secondari anche nel sud, soprattutto nel catanzarese e nel leccese, nonché nel Lazio, fra il romano e il latinense, Borello è  prevalentemente piemontese, ma ha un ceppo originario anche nel vibonese, Borielli, unico, è probabilmente un errore di trascrizione di Borrielli, concentrato per lo più nel sassarese, Boriello, rarissimo, è anch'esso un errore di trascrizione di Borriello, che, presente un po' in tutto il paese, ha un largo epicentro nel napoletano, Borrel, unico, si riscontra soltanto a Collegno (TO), Borrelli, distribuito più o meno in tutta Italia, ha una maggiore frequenza nel napoletano, Borrello ha ceppi maggiori nell'area siculo-calabrese, nonché nel leccese, e ceppi minori sparsi per l'intera penisola, Borrelo, unico, si riscontra solo ad Altomonte (CS), per Borreli e Borrella, quasi unici, è invece molto difficile indicare una precisa provenienza. Per quanto concerne l'aspetto etimologico, si possono trarre diverse ipotesi riguardo a tutti questi cognomi, anzi, data la loro grande varietà, è molto probabile che non tutti condividano la stessa origine: per alcuni, cioè, può essere valida un'interpretazione in senso topografico o toponomastico, per altri una derivazione da un vecchio soprannome e per altri ancora (probabilmente la maggior parte di essi) può infine valere la cognominizzazione di un antico nome di battesimo. Iniziando con la prima categoria, quella cioè relativa alla toponomastica o a identificatori di località, bisogna ricordare che nel nostro paese numerosi sono i toponimi contenenti i termini borello, borella e simili (solo per citarne qualcuno, Borrello (CH), Borella (PD), Valle del Borello, nell'Appennino Romagnolo, etc.): alla loro base si trova spesso (ma non sempre) il termine borro, col quale si indica o un burrone o un luogo scosceso attraversato dall'acqua. In tal caso, allora, il cognome potrebbe derivare o direttamente dalla toponomastica o dall'abitare i capostipiti nei pressi di un borro. Come ho già detto prima, però, alcuni dei suddetti toponimi non traggono necessariamente origine dal termine borro. Interessante, ad esempio, è la storia del comune di Borrello, un tempo parte della cosiddetta Terra Borrellense: estesa fra l'Alto Molise e il chietino, questa terra, in effetti, era un grande possedimento feudale appartenente a una potente famiglia franca, che portava il nome di Borrello (l'italianizzazione, cioè, del francese Borel; per chiunque fosse interessato alla storia della Terra Borrellense, si può consultare il sito www.borrellosite.com/fidibo.htm). In particolari casi, allora, non si può escludere una discendenza diretta da alcuni rami dei cosiddetti Figli di Borrello o, comunque, dall'aver lavorato i capostipiti presso tale famiglia. La seconda ipotesi, quella cioè relativa alla derivazione da un soprannome, prende in considerazione i diversi significati che, nel corso del tempo, hanno assunto i termini burella o burello (di cui borella, borello e simili potrebbero essere varianti): con burella, ad esempio, si intendeva un corridoio sotterraneo, angusto e buio e, per estensione, il termine veniva usato anche nel significato di carcere; in un'altra accezione di significato, poi, il vocabolo burella era anche sinonimo di budella, intestino; burello, infine, era il nome dato a un tipo di panno scuro e grezzo. A mio parere questa seconda ipotesi è quella che gode di minore validità poiché, data l'alta diffusione e varietà di questi cognomi, pare strano che essi possano trarre origine da termini così specifici; tuttavia proprio questi termini mi aiutano a introdurre la terza e ultima ipotesi, che ritengo essere la più probabile o, per lo meno, quella che meglio giustifica la varietà e la frequenza dei cognomi presi in esame. Nella maggior parte dei casi, infatti, Borello, Borriello e simili dovrebbero derivare dal nome medievale Borellus: si tratta di un personale piuttosto comune nel Medioevo, non solo in Italia a dire il vero (in Francia, ad esempio, era conosciuto come Borel, Bouriel, etc., in Spagna come Borrell e Burrel, nei paesi anglofoni come Borel, Burrel, etc. e così via). Secondo un'interessante teoria, l'origine di questo nome (di cui, tuttavia, non si hanno certezze assolute) dovrebbe essere ricercata nel termine tardo latino burrus (di cui burellus o borellus sono forme ipocoristiche), col significato di rosso fuoco, fiammeggiante (in latino, in realtà, il termine ha assunto anche l'accezione di rosso cupo, tetro): burrus, mutuato dal greco pyrrhos, è la stessa voce che ha dato origine anche ai vocaboli burella e burello sopra citati, nonché al termine buio (che, nell'italiano arcaico, era infatti conosciuto come buro). Per riassumere, allora, il nome Borellus non significherebbe altro che rossiccio, rossastro e equivarrebbe al nome greco Pyrrhos (noto in Italia come Pirro); se si pensa, ora, all'altissima diffusione di nomi e cognomi derivati dall'antico nome e soprannome italiano Rosso (Rossi, ad esempio, è il cognome più diffuso in tutta Italia), si capisce allora perché Borello, Borriello e simili siano così largamente presenti nel nostro paese (e anche all'estero). A conferma di questa teoria, in conclusione, si può citare un illustre personaggio francese del XI secolo: Oddone I, meglio conosciuto col soprannome di Borel, cioè il Rosso, fu duca di Borgogna dal 1079 al 1103.
BORESTA
BORESTI
Boresta è assolutamente rarissimo, tipicamente marchigiano  dell'area pesarese, anconetana, Boresti, quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del precedente, che dovrebbe derivare da un'alterazione del nome medioevale Borista citato in un Dialogo di Giordano Bruno: "Amice Borista, in lectione Circaei cantus, eiusdémque fictorum successuum, exigui quo uti licet temporis trivisse partem, non potest metedere. Ibi non modicam rerum conspicio varietatem, ibi multos in ipso verborum cortice sensus explicitos: intentiones quoque medullitus implicitas, innumeras esse coniicio, de quibus omnibus id quod seriosum est atque praecipuum, ignorare me fateor...", o da italianizzazioni di ipocoristici del nome slavo Borislav.
BORGATELLI
BORGATELLO
BORGATI
BORGATO
BORGATTI
BORGATTO
Borgatelli, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'area tra vercellese, alessandrino e pavese, Borgatello ha qualche presenza nel vercellese ed un piccolo ceppo nel padovano, a Legnaro in particolare, ed uno ancora più piccolo a Merano in Alto Adige, Borgati è assolutamente rarissimo, Borgatti è invece molto diffuso in Emilia, soprattutto nel bolognese e nel ferrarese, Borgatto sembrerebbe unico ed è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione di Borgato che è decisamente veneto del veneziano e del rovigoto e soprattutto del padovano, dovrebbero tutti derivare da forme semipatronimiche derivate, direttamente o tramite ipocoristici, dal termine borgo (villaggio rurale) originato dal celtico borg (luogo fortificato, paese), stanti ad indicare famiglie originarie del borgo o di figli del borgo.
BORGES
BORGIS
Borges, quasi unico, sembrerebbe dell'area lombardo, piemontese, Borgis è tipico del torinese, di Bruzolo, Bussoleno, Torino e Rivoli, dovrebbero essere di origini provenzali e derivare dal fatto di essere i capostipiti originari di un Borgo.
BORGESE
BORGESI
Borgese sembrerebbe tipico dell'area calabro, siciliana, con ceppi nel reggino nel palermitano e nel ragusano, presenta anche dei ceppi a Napoli e soprattutto a Roma, Borgesi, estremamente raro, è tipicamente siciliano, di Catania, dovrebbero derivare dal termine dialettale arcaico borgese (abitante del borgo, ma poi divenuto un equivalente di appartenente alla Borghesia, benestante).
BORGHERO Abbastanza raro sembra avere due ceppi, uno padovano ed uno cagliaritano, quest'ultimo originario della Liguria si sarebbe insediato nella zona di Carloforte (CA) nel 1700.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Borghero, cognome veneto che per Olivieri 185 deriverebbe dall'etnico 'Bulgarus' che ha dato anche il cognome Bulgarelli (Bulgarellus). Di diversa opinione M. Pittau (Cognomi sardi) per il quale significa 'abitante di uno dei tanti centri chiamati Borgo' Questa seconda ipotesi sembrerebbe la più corretta.
BORGHESAN
BORGHESANI
BORGHESANO
Borghesan è tipicamente veneto, del padovano in particolare, di Padova, Santa Margherita d'Adige e Casale di Scodosia, di Breganze nel vicentino e di Noale e Dolo nel veneziano, Borghesani ha un piccolissimo ceppo tra mantovano e veronese ed uno nel bolognese, a San Giovanni in Persiceto e Bologna, Borghesano è praticamente unico, dovrebbe derivare dal fatto che i capostipiti fossero abitanti del Borgo, cioè non fossero dei campagnoli.
BORGHESE
BORGHESI
Borghese ha ceppi nel Piemonte occidentale, a Milano, in Friuli, a Roma, a Napoli e nella Sicilia orientale, Borghesi è molto diffuso in tutto il centronord, sono cognomi originati probabilmente da una provenienza cittadina, in contrasto con l'ambiente villano, probabilmente come soprannome prima e poi come indicativo di appartenenza famigliare, ricordiamo il nobile casato dei Principi Borghese iniziato con Agostino Borghese che nel 1432 divenne Conte del Sacro Romano Impero e nel 1458 fu fatto Conte Palatino del Laterano 1458 e Patrizio di Siena, a questo casato appartenne il Papa Paolo V°.
BORGHESU Borghesu, quasi unico è sardo.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BORGHESU: cognome presente in soli due Comuni della Sardegna: Guspini (VS) con 6, Aggius (OT) con  5. Può derivare dall'italiano borghese, cioè abitante del borgo, per distinguerlo dagli abitanti del contado. Ma può avere anche il significato di appartenente o sostenitore della borghesia, o anche di civile, non militare, in abiti borghesi. A Guspini, storico centro minerario della Sardegna sud-occidentale, dall'ultimo '800 sin quasi ai giorni nostri (2009), chi non era politicamente schierato con la cosiddetta "classe operaia", era ritenuto un "borghese", cioè sostenitore della politica della "borghesia" e quindi  "nemico" del popolo.
ipotesi fornita da Elisabetta Borghesu
I Borghesu di Guspini sono otto e sono tutti originari di Sennori nel sassarese. Mio nonno, nato e vissuto a Sennori si trasferì a Guspini nel Medio Campidano per lavorare in miniera. L'origine del cognome è probabile che derivi da Burgos, e che stia quindi per abitante di Burgos, piccolo comune in provincia di Sassari. E' inoltre molto probabile che i Borghesu di Aggius siano lontani parenti dei Borghesu di Guspini.
BORGHETTI
BORGHETTO
BORGHEZIO
Borghetti ha un ceppo nel milanese e nord della Lombardia, uno nel bresciano ed uno tra le province di La Spezia e Massa, Borghetto è sicuramente veneto, Borghezio, molto raro è tipico di Rivoli e Torino, dovrebbero derivare dal fatto di abitare la famiglia in borgo, cioè in contrade periferiche, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1600 a Lissago (VA) dove è console un certo Carlo Borghetti: "...Dicta die perventus ad locum Lissaghi plebis suprascriptæ, assumptus fuit per dictum Ostiarium Carolus Borghettus Consul et habitator suprascripti loci iuratus...".
BORGHI
BORGO
Borghi, abbastanza diffuso, ha un nucleo importante nell'area che comprende le province di Varese, Como e Milano ed un ceppo nella zona che dal mantovano e ferrarese comprendendo il reggiano, il modenese ed il bolognese arriva nel fiorentino e nel senese, Borgo è diffuso in tutto il nord, con un ceppo anche a Roma e nel napoletano, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal nome di uno dei tanti toponimi che contengono la radice Borgo, come ad esempio: Borgo Capanne (BO), Borgo Castelletto (MN), Borgo Lombardo (MI), Borgo Rivola (RA) e moltissimi altri, o anche da una delle moltissime contrade paesane e cittadine denominate il Borgo.
BORGHINI
BORGHINO
BORGIANI
Borghini è distribuito in tutta l'Italia centro settentrionale, ma soprattutto in Toscana ed Emilia, Borghino, decisamente più raro, è tipicamente piemontese, del cuneese in particolare, Borgiani ha un ceppo nel maceratese ed uno nel romano, dovrebbero tutti derivare dal fatto di abitare le famiglie in un borgo o in una località con quel nome, anche Melegnano possiede un rione con questa denominazione, ma in epoca medioevale Borghinus era anche un nome e potrebbe essere questa l'etimologia più corretta, dell'uso di questo nome abbiamo un esempio a Firenze, dove dal 15 agosto al 14 ottobre 1298 è Priore Borghinus del Bieco Baldovinetti.  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio a Firenze nella seconda metà del 1500: "..etiam Raph. Borghinus qui eodem tempore corrigebat vitam beati Jo: Gualberti ab eo in meliorem formam redactam quis correctores tenentur etiam denuo corrigere opera ab auctoribus vel ab aliis eorum nomine correcta quia ut superius dixit ..".
BORGI Borgi ha un ceppo toscano tra fiorentino e pratese, con massima concentrazione a Prato ed uno tra romano, ad Allumiere e Civitavecchia ed aquilano, dove è ben presente a Carsoli, dovrebbe derivare dalla forma genitiva del termine medioevale borgus (borgo, contrada), indicando così che il capostipite era quello del borgo.
BORGIA Presente a macchia di leopardo in tutta Italia, con ceppi importanti al sud, soprattutto in Puglia e nel Lazio.  Il casato dei Borja o Borgia, di origine spagnola, il cui nome deriva dal termine arabo burj (torre), era già nel 1400 tra i più nobili e potenti di Aragona, un'antica città vicino a Saragoza, l'antica Bursao, chiamata Burija dagli arabi (città della torre) porta il loro nome e da quel toponimo possono essere derivati alcuni ceppi italiani. Questo casato ha dato i natali a Papi, come Callisto III° e Alessandro VI°, a Cardinali e principi come Cesare Borgia, detto il Valentino, famosissima fu Lucrezia Borgia (1480-1519) figlia di Papa Alessandro VI°, a questa famiglia appartiene anche Francisco de Borja (1510 - 1572) che fu dichiarato santo da Clemente X nel 1671.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Borgia è l'italianizzazione del cognome spagnolo Borja. Il cognome potrebbe però anche derivare dal toponimo omonimo in provincia di Catanzaro, fondato per iniziativa del principe Borgia di Aragona.
integrazioni fornite da Daniele Borghini
Il cognome Borgia, in alcuni casi specifici, può essere l’italianizzazione del cognome spagnolo “Borja”. Il cognome Borja in Spagna ha più ceppi distinti e più derivazioni, la celebre famiglia italiana di origine spagnola dei Borgia derivava da uno di questi ceppi, per la precisione da una famiglia valenciana-catalana di antiche origini aragonesi (Borja è toponimo in Aragona). Inoltre nel sud Italia, soprattutto in Sicilia (Piana degli Albanesi, Contessa Entellina), Borgia è anche l’italianizzazione di un cognome greco-albanese (“Tre millenni di storia linguistica della Sicilia\": atti del Convegno della Società italiana di glottologia, Palermo, 1983).  Tuttavia, essendo il cognome Borgia diffuso praticamente in tutta Italia con ben 1163 (Pagine Bianche del 2010), non si può assolutamente escludere che per la maggioranza dei ceppi di cognome Borgia presenti in Italia (difficilmente legati alla celebre famiglia Borgia di origine valenciana-catalana che dovrebbe essere estinta) esistano altre spiegazioni, oltre a quella spagnola e a quella greco-albanese. A mio modesto parere, Borgia nella maggioranza dei casi in Italia ha un legame etimologico con la parola latina “borgus”, che ha generato i cognomi Burgisi, Borghi, Borghetti, Borghese, Borgese.
BORGIN
BORGINI
BORGINO
Borgin è praticamente unico, Borgini ha un ceppo a Novara ed a Garbagna novarese, con presenze anche in Lombardia, Borgino ha qualche presenza a Novara, dovrebbero derivare da un soprannome basato sul termine dialettale piemontese arcaico borgìn, che assume almeno due diversi significati, uno di borsellino e potrebbe così stare a sottolineare forse una certa tirchieria del capostipite, mentre l'altro significato è quello di abitante del borgo, cioè di paesanotto.
BORGNA
BORGNI
BORGNINI
BORGNINO
BORGNO
Borgna è molto diffuso in Liguria a Genova, Savona, Albenga (SV), San Remo (IM) ed Imperia, ed in Piemonte dove il nucleo principale è nel cuneese a Mondovì, Garessio, Ceva, Albaretto della Torre e Cuneo, con un ceppo anche a Torino, ha un ceppo nell'udinese a Fagagna ed uno nel viterbese a Caprarola ed a Roma, Borgni, molto molto raro, ha un ceppo nell'aretino a Cortona, Mentre Borgnini, ancora più raro, è del perugino, Borgnino ha un ceppo torinese ed uno astigiano, Borgno, assolutamente rarissimo, ha un ceppo nel cuneese occidentale, dovrebbero tutti derivare o direttamente o tramite ipocoristici dal termine dialettale settentrionale borgno derivato dal francese borgne (guercio) probabilmente causato da un difetto fisico del capostipite.
BORGOBELLO Borgobello è tipicamente friulano, di Udine, Casarsa della Delizia e Palazzolo dello Stella, dovrebbe derivare dal nome del toponimo Borgobello di Tricesimo, probabile luogo d'origine del capostipite.
BORGOGNA
BORGOGNI
BORGOGNO
Borgogna ha un piccolo ceppo nel novarese, uno nel bresciano, uno nel maceratese ed uno tra casertano e napoletano, Borgogni è tipicamente toscano, di Arezzo in particolare e di Montevarchi, Terranuova Bracciolini, Monte San Savino, Cavriglia e Bucine nell'aretino, di Siena e Poggibonsi nel senese, Di Firenze e di Grosseto, Borgogno ha un grosso ceppo piemontese nel torinese a Torino, Pinerolo, Volvera, Collegno e Castagnole Piemonte, nel cuneese a La Morra, Alba e Bra, ad Asti e Roasio nel vercellese, e nell'imperiese a Perinaldo e San Remo, ed uno in trentino a Telve di Sopra, Borgo Valsugana e Trento ed a Bolzano in Alto Adige, dovrebbero derivare dal termine francese Bourgogne (Borgogna) ed indicarne probabilmente la provenienza dei capostipiti, probabilmente di razza burgunda, i Burgundi, una popolazione germanica di origini scandinave, che divenne foederata di Roma ed acquisì il diritto di stanziarsi tra la Savoia, e l'attuale Svizzera francese, regione da cui facilmente arrivarono nel Piemonte occidentale, in Liguria e di lì in Toscana.
BORGOGNONE
BORGOGNONI
Borgognone ha un ceppo tra l'agrigentino ed il palermitano ed uno in Piemonte, Borgognoni ha un ceppo nel bolognese, uno nell'anconetano ed uno nel Lazio.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Borgognone, col significato di nativo o proveniente dalla Borgogna (regione storica della Francia, un tempo suddivisa fra il Ducato di Borgogna e la Contea di Borgogna). Dal punto di vista storico, tracce di questo nome si trovano a Siena nel corso del 1200, con personaggi come Borgognone di Lotringo, Borgognone di Luttieri, Borgognone di Vernaccio, Borgognone del fu Guido, etc. Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti, anche se in alcuni casi non è esclusa una derivazione da soprannomi ad essi attribuiti.
BORGONOVI
BORGONOVO
Borgonovi ha un ceppo nel milanese e tra reggiano e mantovano, soprattutto a Toano, Reggiolo e Rottofreno nel reggiano, Borgonovo invece è tipico del milanese, di Cesano Maderno, Milano, Seregno, Verano Brianza, Meda, Giussano, Monza, Sesto San Giovanni e Bovisio Masciago, e nel comasco di Mariano Comense, Cabiate ed Erba, con un piccolo ceppo anche a Genova, potrebbero derivare da uno dei molti toponimi contenenti la radice Borgonovo.
BORGU
BORGU'
Borgu sembrerebbe unico e dovrebbe essere una forma alterata del cognome Borgú, che, assolutamente rarissimo, è tipico dell'udinese centrorientale, dovrebbero derivare dal termine tedesco burg (paese, città) ed indicare un'origine cittadina dei capostipiti.
BORI
BORO
Bori, molto raro, è piemontese, con un ceppo a Torino e Chieri nel torinese ed a Savigliano nel cuneese, ha anche un piccolo ceppo  in Umbria, a Gualdo Tadino e Perugia, Boro, ancora più raro, ha un piccolo ceppo nel vicentino a Montecchio Maggiore, dovrebbero derivare dal nome medioevale germanico Boro, probabilmente portato dal capostipite, nel 1319 troviamo un Boro condam Saffiri Giudice ad Arezzo citato nel contratto di matrimonio tra sua figlia Bora ed un certo Angelus Bindi Vachi di Castiglione Ugolino.
BORIA
BORJA
Boria ha un ceppo nell'udinese in particolare a Verzegnis, alcuni nella fascia centrale che comprende le Marche, l'Umbria ed il Lazio, nell'anconetano ad Ancona, Jesi, Senigallia e Chiaravalle, nel ternano a Narni e Terni, ed a Roma, ed uno a Caltagirone nel basso catanese, Borja è quasi unico, potrebbero derivare da un soprannome originato dal termine, in antico alto tedesco, borjan (innalzare, elevare) o anche dal gotico bairan (trasportare), e fare così riferimento al mestiere del capostipite; in alcuni casi si potrebbe trattare di collegamenti antichi con il casato dei Borgia.
BORIANI
BORIOTTI
Tipico delle provincie di Milano e Lodi, con ceppi consistenti anche in provincia di Bologna, di Como, nelle Marche e nel Lazio per Boriani, mentre Boriotti è limitato alle provincie di Milano, Lodi e Piacenza. La derivazione è incerta, potrebbero derivare da soprannomi dialettali legati in qualche modo alla famiglia Borja spagnola o al carattere. 
BORIN
BORINI
BORINO
Borin è molto diffuso in tutto il Veneto, Borini ha un ceppo tra veronese, mantovano e rovigoto, uno nel forlivese ed uno nell'anconetano, Borino ha un ceppo tra casertano e beneventano ed uno nel palermitano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Borinus di cui abbiamo un esempio in un atto del 1216 nel torinese: "...dominus Hanricus et nepos eius Borinus investiverunt...", o anche dal termine tardo latino borinus (settentrionale, che proviene dal nord).
BORINATO Borinato, molto raro, sembrerebbe tipico del vicentino, Borinatto è praticamente unico, e potrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, potrebbe trattarsi di una forma patronimica tipicamente veneta con suffisso in -ato, che assume il valore di il figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si chiamasse Borinus (vedi BORIN), ma non si può escludere che in qualche caso possa derivare dal termine veneto antico borinato (che stringe il vento, che va diretto alla meta), ma potrebbe anche essersi originato dal termine sempre veneto antico borina (brina), forse ad indicare nel capostipite uno dai capelli grigi.
integrazione fornite da Francesco Borinato
la zona di origine del cognome è quella di Pozzolo di Villaga in provincia di Vicenza, è un cognome poco diffuso che, secondo l'opinione comune, deriva dal nome proprio Liborio, poi Borio e diminutivo Borin, quindi nato da Borin.
BORIO Cognome decisamente piemontese.
integrazioni fornite da Roberto Borio di Tigliole
cognome di sicure origini esclusivamente piemontesi. Appare nel 1149 nel primo documento sulla composizione del consiglio comunale di Torino.  Deriverebbe o dal sostantivo provenzale "borio" che vuol dire maniero, cascinale o stazzo oppure dal sostantivo romano "boria" caverna.  Nel Piemonte occidentale si ritrovano alcuni agglomerati urbani dal nome Borio, Boria, Bosia.
BORIOSI Boriosi ha un ceppo tra aretino e perugino, ad Anghiari e Sansepolcro nell'aretino ed a Città di Castello soprattutto e San Giustino nel perugino, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine italiano borioso (arrogante, altero, superbo).
BORLA Borla è tipicamente piemontese, ha un ceppo a Torino e nel torinese a Lanzo Torinese, Ciriè, Caselle Torinese, Condove e San Maurizio Canavese ed a Trino nel vercellese, dovrebbe prendere il nome dalla località Borla tra Fiano e Robassomero, a nordovest di Torino nel torinese, si trovano tracce di questa cognominizzazione a Chivasso già nel 1600.
BORLANDI
BORLANDO
BURLANDI
BURLANDO
Borlandi e Burlandi sono assolutamente rarissimi, Borlando, molto raro, sembrerebbe tipico del novarese, Burlando, decisamente il più diffuso, sembrerebbe specifico di Genova, dove è largamente presente, con piccoli ceppi nel torinese e nell'alessandrino, tracce di queste cognominizzazioni si hanno nel Canavese in Piemonte fin dalla seconda metà del 1400, quando troviamo un de la Facia alias Burlandus, proseguito poi come Burlandus, che sembra originato da un soprannome collegato al mestiere del capostipite, probabilmente un cacciatore, che acchiappava le volpi servendosi di burelle (trappole), ma le prime tracce di questo cognome si hanno con lo scrittore Hadrianus Burlandus, che nell'anno 869 scrive, a Bressanone, di una pioggia rossa durata tre giorni, le tracce storiche a Genova risalgono ai tempi della prima Crociata.
BORLENGHI
BORLENGO
Borlenghi è tipico del piacentino e del parmense con un ceppo anche nel milanese e nel cremonese, Borlengo, molto raro, è tipico del Piemonte occidentale, potrebbe derivare dal toponimo Borlengo della Pieve di Brivio nel lecchese, ma è pure possibile una derivazione da forme etniche di toponimi come Borla nel piacentino, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nell'anno 1133 a Vimercate in un Libellum: "...Prima petia terre iacet ad locum ubi dicitur a Canova et Turrigla: coheret ei a mane Petri da Cambiago, a meridie Stefanardi et in aliquo Petri da Buirade, a sero Grimerrii Pamporro, et in aliquo Iohannis Balla, a monte Petri Borlengo. ..".
BORLINI Cognome lombardo presente anche nella provincia di Novara potrebbe derivare da un soprannome dialettale, come da una contrazione di Bortolini (vedi Bertoli).
BORMETTI Tipica famiglia valtellinese, dovrebbe derivare dal toponimo Bormio (SO)  ipotesi suggerita da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (Sondrio.
BORMIOLI Bormioli è tipico di Altare nel savonese, dovrebbe derivare da Bormia, il nome arcaico della val Bormida, probabile luogo d'origine del capostipite.
BORMOLINI Tipica famiglia valtellinese, dovrebbe derivare dal toponimo Bormio (SO) ( ipotesi suggerita da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (Sondrio) ), presente a Livigno fin dal 1600 come si evince dagli atti di un processo del giugno 1651 dove viene citato un tal Martino Bormolini.
BORNAGHI
BORNAGO
Bornaghi è specifico di Treviglio nel bergamasco e di Cassano d'Adda nel milanese, Bornago, assolutamente rarissimo è tipico del milanese verso il bergamasco, dovrebbero derivare dal nome del paese di Bornago situato nel milanese lungo la strada per Treviglio, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
BOROMEI
BORROMEI
Boromei, molto molto raro, ha un piccolo ceppo nel riminese ed uno nel Piceno, Borromei, assolutamente rarissimo, parrebbe marchigiano, si dovrebbe trattare di rami cadetti della famiglia milanese dei Borromeo.
BOROTTO Cognome di origine veneta dovrebbe derivare dalla contrazione di Bortolotto (vedi Bertoli).
BORRA
BURRA
Borra è molto diffuso in Piemonte, soprattutto nel torinese e cuneese, in Lombardia, in Liguria, nel genovese in particolare, e nel piacentino e parmense, con un ceppo anche a Porto Torres nel sassarese, Burra, molto molto raro, è specifico dell'udinese, potrebbero derivare da un'italianizzazione del nome germanico Bodrad, a sua volta derivato dall'unione dei termini bod (messaggero, ma anche bolla o editto) e rad (consiglio, organo di governo), con il significato di voce del governo, ma potrebbe anche derivare da un'alterazione del vocabolo latino burra (stoffa pesante di lana).
BORRACCI
BORRACCIA
BORRACCIO
BORRASSO
Borracci è tipico della zona di Noicattaro e Rutigliano nel barese, ma ha anche un ceppo, forse secondario, nel Piceno, Borraccia è specifico di Pisticci (MT), Borraccio, quasi unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione, Borrasso, molto molto raro, sembrerebbe specifico di Santa Maria Capua Vetere (CE), potrebbero derivare dal nome normanno Bourachot, o dal nome di origine slava Borya, ma è pure possibile che derivino dal nome arabo Bourach.
BORRASSA Nel 1530 Monopoli viene ceduta da Venezia a Carlo V. Nella città entrano gli spagnoli. Tra di essi Diego Borrassa o Borrassà, , nobile di  Valencia, ma discendente della famiglia Borràs o Borrasà di Majorca (è documentato),  cui viene affidato il comando "nella torre dell'Ancina territorio di Monopoli". Nel 1563 tale Matteo Borrassa compera una casa da Antonio Lorusso dove c'era, vicino al Castello di Carlo V, "la torre et chiesa di S.Nicola della pinna". Nel 1593  Giulio Cesare Borrassa, figlio della nobile spagnola Margherita Moncon, sposo di Raimonda De Magistris, lascia al figlio Gio.Giacomo metà delle sue terre in Locorotondo. Al secondogenito Gio.Geronimo lascia proprietà varie in Cisternino e, al terzogenito Gio.Battista, ulteriori beni nello stesso paese. Alla moglie lega la seconda metà dei beni in Locorotondo. Denari ed altri beni lascia alle figlie Vittoria, Beatrice, Giustina, Lucrezia e Laura, nonché alla sorella Antonia. Ordina, quindi, a tutti, lasciando opportuni mezzi, di costruire una cappella di famiglia nella Cattedrale. Nel 1604 la famiglia Borrassa compera dalla famiglia Figueroa la metà del feudo di Locorotondo essumendone la baronia e il sindacato. Il loro stemma viene riprodotto, assieme a quelli delle maggiori famiglie, all'interno del chiostro di S.Francesco di Paola in Monopoli: "Di azzurro al leone d'oro tenente nella branca destra un giglio d'oro".
Successivamente, in seguito ad una furiosa lite fra i Borrassa e il vescovo di Monopoli Francesco Surgente (1640-1651), la moglie di Gio.Battista viene scomunicata.  Nel 1645 i Borrassa devono vendere la baronia di Locorotondo per debiti contratti con l'Ospedale e Banco della Santissima Annunziata di Napoli. Comprano feudo e baronia i Caracciolo. Di qui inizia un veloce declino del casato. Alla fine del '600 la famiglia Borrassa è ancora annoverata fra le famiglie nobili della prima piazza di Monopoli, ma nella prima metà del  secolo successivo scompare nel nulla. Nel 1750, nel corso di una radicale ristrutturazione della Cattedrale, fu distrutta anche la cappella di famiglia dei Borrassa che ospitava il quadro della Madonna della Madia, la maggior reliquia di Monopoli. La famiglia Borrassa, nel corso di due secoli, si era imparentata con le maggiori famiglie nobili di Monopoli
informazioni fornite da Ezio Simini
BORRECA Borreca ha un ceppo a Roma, uno campano a Pannarano nel beneventano, a Cervinara (AV) ed a Napoli, a Lagonegro nel potentino ed a Foggia, dovrebbero tutti derivare dal toponimo Borreca Caputi di Pannarano (BN).
BORRERI
BORRERO
Borreri, estremamente raro, sembrerebbe del parmense, Borrero è praticamente unico, dovrebbero derivare da un soprannome basato sul termine dialettale parmigiano borrer (scovare la selvaggina, far levare gli uccelli), forse attribuito ad un guardiacaccia o guardiaboschi ducale.
BORRI
BORRINI
BORRINO
BORRO
BORRONE
BORRONI
Borri è diffuso in tutta l'Italia centrale e nella parte occidentale dell'Italia settentrionale, Borrini ha ceppi in Lombardia tra varesotto, milanese e cremonese, nel piacentino, carrarese e spezzino ed a Roma, Borrino e Borrone sembrano specifici di Pozzuoli (NA), Borro, presente a Santhià e Tronzano Vercellese nel vercellese ed a Garbagna (AL), ha un ceppo a San Remo e Vallecrosia (IM) e nel savonese a Pallare, Carcare e Pietra Ligure, ma il nucleo principale è a Velletri (RM), Borroni ha il nucleo principale in Lombardia nel milanese a Milano, Solaro, Lainate, Cesate, Cogliate, Legnano, Bollate, Garbagnate Milanese e Rho, e nel varesotto a Saronno, Origgio, astellanza, Caronno Pertusella ed Uboldo, e nel comasco a Turate, ha un piccolo ceppo a Trieste ed uno , probabilmente secondario, nell'anconetano, dovrebbero derivare dal soprannome medioevale, poi divenuto nome, Borro, Borronis di cui abbiamo un esempio a Milano in un Breve investiture feudi del 1150: "...Anno dominice incarnationis milleximo centeximo quinquageximo, mense februarii, indictione tertiadecima. Presentia bonorum hominum, quorum nomina subter leguntur, per lignum et pergamenum, quod in sua tenebat manu, Guidottus qui dicitur Borro, filius quondam Alberti, investivit per feudum Guasconem ...", in alcuni casi potrebbero anche derivare dai toponimi Borro (AR) o Borroni (PG) o anche dal termine borro (grande fossato) forse ad indicarne una vicinanza di un grosso fossato o canale all'abitazione della famiglia.
BORROMEO Tipica famiglia nobile milanese, dovrebbe discendere come ramo cadetto dal casato dei Vitaliani di Padova assumendo l'identificativo di Vitalianus Bonus Romeus (buon pellegrino) trasformatosi poi nel tempo in Borromeo, di lì si trasferirono a San Miniato (PI) dove come banchieri di fede ghibellina accumularono grandi sostanze, con la vittoria dei guelfi nel 1370 vennero privati dei loro beni e mandati in esilio arrivarono nel milanese a Lainate (MI), troviamo tracce di questo casato in un atto del 1422 dove si legge: "...Vitalianum de Vitalianis dictus de Borromeis filius quendam domini Joacob...nominatiae de sedime jacens in loco Leynate plebis..."; il Visconti fece Vitaliano Borromeo proprio feudatario della contrada di Arona nel 1439 e gli conferì il titolo di Conte nel 1445.  Il personaggio più famoso di questa famiglia fu San Carlo il milanese Carolus Borromeus (1538-1584) arcivescovo di Milano.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Il cognome Borromei deriva dalla nobile famiglia milanese i cui membri più insigni furono il cardinale Federico Borromeo e San Carlo Borromeo, la cui origine è da ricercare nei Vitaliani di Padova; infatti il banchiere Vitaliano Vitaliani prese nel 1406 il cognome Borromeo dalla famiglia della madre. Per l'etimologia: 'Buon Romeo', cioè buon pellegrino diretto a Roma.
BORROMINI Borromini è un tipico cognome valtellinese, che sembrerebbe specifico di Buglio in Monte nel sondriese,  dovrebbe derivare dal toponimo Bormio (SO).
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano
personaggio famoso è stato Francesco Borromini (1559 -1667), il famoso architetto originario di Bissone nel Canton Ticino, che iniziò a Milano, probabilmente come scalpellino nel cantiere della Fabbrica del Duomo, per poi trasferirsi a Roma dove esercitò al massimo livello la professione di architetto, lavorò anche in San Pietro.
BORSA Borsa è tipico della Lombardia centroccidentale, del milanese e del pavese soprattutto, con piccoli ceppi anche nell'aquilano, nel latinense, nel napoletano e nel salernitano, dovrebbe derivare da soprannomi originati dal mestiere di produttore di borse, ma, soprattutto per il ceppo lombardo potrebbe trattarsi di soprannomi originati dall'attività di banchiere o usuraio svolta dal capostipite.
BORSACCHI
BURSACCHI
Borsacchi è specifico di Prato e Carmignano nel pratese e di Pisa, Bursacchi è corso, quest'ultimo potrebbe derivare da un'alterazione del primo, ma, molto più probabilmente deriva da una forma indicante la provenienza dalla città ora turca di Bursa, Borsacchi potrebbe derivare da nomi di località, come, solo a titolo di esempio, il teramano Borsacchio, un Parco abruzzese.
BORSANI Tipico del basso varesotto e nordmilanese, zona di Uboldo, Saronno, Castellanza (VA) e Legnano, Parabiago (MI), dovrebbe derivare dal toponimo Borsano (VA), tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Milano nel 1500 con il patrizio milanese Gian Ambrogio Borsani.
integrazioni fornite da Mario Colombo - Gruppo Ricerche Storiche Borsano
Nel Trecento erano numerosi i borsanesi residenti a Milano per lavoro (artigiani tessitori), e sono noti i seguenti personaggi, nativi di Milano e con cognome Borsano-Brossano: Francescuolo, genero del Petrarca, Simone, cardinale e arcivescovo di Milano, Beltramo o Bertrando, vescovo di Parma e poi di Como, e Luchino, pure vescovo di Como.
Parenti di Beltramo Borsano rimasero a Parma dopo la sua nomina a vescovo di Como. Alcuni si trasferirono a Piacenza, dove il cognome è ancora presente. Uno di loro, notaio, acquistò  sui monti di Calestano (PR) un casale che diventò Villa Borsana e poi crebbe  diventando l'attuale borgo di Borsano (12 case). Il cognome Borsano è attestato nei dintorni di Calestano almeno fino al 1600.
BORSARI
BORSARO
Borsari è tipicamente emiliano, di Modena in particolare e del modenese, di Carpi, Mirandola, Finale Emilia, Nonantola,San Giovanni in Persiceto, Formigine, Crevalcore, San Felice sul Panaro e Medolla, con ramificazioni nel mantovano a Bagnolo San Vito e Moglia, e con un ceppo secondario importante a Bologna ed a Ferrara, Borsaro, molto raro, è specifico di Verona e del veronese, dovrebbe trattarsi di soprannomi legati al fatto che il mestiere dei capostipiti, probabilmente consisteva nel produrre e vendere borse. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nell'archivio dei notai della Serenissima, dove un Antonio de Borsari esercita la professione notarile dal 1358 al 1377.
BORSATI
BORSATO
BORSATTI
BORSATTO
Borsati è tipico del veronese, Borsato è molto diffuso nella zona che comprende il vicentino, il padovano, il veneziano e soprattutto il trevisano, Borsatti ha un ceppo nel pordenonese ed uno tra mantovano e ferrarese, Borsatto è specifico dell'area vicentino, padovana e trevisana, possono essere forme patronimiche in -ati ed in -ato del nome medioevale Borso, che avrebbero la funzione di figlio di, ma potrebbe pure trattarsi di soprannomi originati dal mestiere di fabbricante di borse svolto dai capostipiti.
BORSELLINI
BORSELLINO
BORSI
BORSO
BORSOI
Borsellini ha un ceppo a Gubbio nel perugino, con presenze anche in Toscana, Borsellino è tipicamente siciliano, dell'area agrigentina in particolare e del palermitano, Borsi è molto diffuso in Lombardia, in Emilia, nel goriziano e triestino e nel pistoiese, Borso è tipico del vicentino mentre Borsoi lo è del trevigiano, dove potrebbe anche derivare dal toponimo Borso del Grappa (TV), ma presenta un ceppo anche a Grignasco nel novarese, la più probabile derivazione per tutti questi cognomi è, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome medioevale Borso, che dovrebbe essere una forma contratta del nome medioevale italiano Bonaccorso, del nome Borso abbiamo un esempio in uno scritto del 1200: "Anno incarnationis domini MCCLIIII, VIII Kal. Februarii Borso nobilis vir detentus est...", ricordiamo con questo nome il Duca di Modena e Ferrara del 1400 Borso d'Este, non si può comunque escludere che in alcuni casi si tratti di cognomi derivanti da soprannomi originati dal mestiere di produttore artigianale di borse o anche da aspetti particolari di tirchieria o , al contrario, di liberalità del capostipite.
BORSETTI
BORSETTO
BORSOTTI
BORSOTTO
Borsetti h un ceppo piemontese, nel torinese, biellese e vercellese, un ceppo nel rovigoto, ferrarese e bolognese ed uno a Roma, Borsetto ha un piccolo ceppo nel varesotto, ma il grosso è in Veneto, a Padova, Solesino, Albignasego e Maserà di Padova nel padovano, di Santa Maria di Sala, Mirano e Scorzè nel veneziano e di Rovigo, Villadose e San Martino di Venezze nel rovigoto, Borsotti è diffuso in Lombardia ed in provincia di Piacenza con un ceppo anche in Toscana, Borsotto è tipico del cuneese, di Cuneo, Bernezzo e Caraglio, dovrebbero derivare da varie forme ipocoristiche del nome medioevale Borso (vedi BORSELLINI).
BORSIER
BORSIERI
Borsier sembrerebbe unico, Borsieri, assolutamente rarissimo, parrebbe toscano, forse di  Comano (MS) o di Firenze, ma potrebbe anche avere un ceppo lombardo, dovrebbero derivare dal nome del mestiere svolto dal capostipite, quello di artigiano produttore di borse.
BORTINI Cognome bolognese presente anche nelle provincie limitrofe potrebbe derivare da una contrazione di Bortolini (vedi Bertoli).
BORTOLATO
BORTOLATTO
Bortolato è specifico del veneziano, soprattutto di Noale, Venezia, Scorzè e Salzano, con un'ottima distribuzione anche a Mira, Santa Maria di Sala, Mirano, Spinea e Martellago, con un ceppo anche a Zero Branco nel trevisano e Campodarsego, Massanzago, Trebaseleghe, Padova e Borgoricco nel padovano, Bortolatto è specifico di Scorzè nel veneziano, si dovrebbe trattare di forme patronimiche in -ato o -atto, tipicamente venete, dove il suffisso sta per quelli di o del, cioè i figli di o del, riferito a capostipiti i cui padri si chiamassero Bortolo (vedi BERTOLA).
BORTOLUSSI
BORTOLUSSO
BORTOLUTTI
Bortolussi è tipico dell'area veneto, friulana, del veneziano, pordenonese ed udinese, Bortolusso è caratteristico della zona di confine tra veneziano ed udinese, Bortolutti è assolutamente rarissimo, si dovrebbe trattare di forme patronimiche tipicamente friulane con suffisso -uss- ed -utt- che stanno per il figlio di, riferito a capostipiti i cui padri si fossero chiamati Bortolo (vedi BERTOLA).
BORTONE
BORTONI
Bortone è tipico del Lazio centromeridionale, della Campania, del casertano in particolare, e della Puglia, Bortoni, assolutamente rarissimo, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del precedente, si dovrebbe trattare di corme contratte dell'accrescitivo del nome Bortolo, da Bortolone, per contrazione Bortone.
BORTOT Bortot è molto diffuso nel Veneto, in particolare nel bellunese e trevisano, a Belluno, Ponte nelle Alpi, Sedico, Limana nel bellunese ed a Conegliano, Sernaglia della Battaglia e Montebelluna nel trevisano, dovrebbe derivare dal nome veneto Bortot, una forma ipocoristica dialettale derivata dall'apocope del nome Bortolo, o anche una forma dialettale contratta dell'ipocoristico Bortolotto.
BORZACCHIELLI
BORZACCHIELLO
Borzacchielli, quasi unico, è una forma alterata di Borzacchiello, che è decisamente campano, di Sant'Antimo, Casalnuovo di Napoli, Napoli, Giugliano in Campania e Casandrino nel napoletano e di Cesa, Lusciano, Aversa, Trentola Ducenta e Santa Maria a Vico nel casertano, dovrebbero derivare da una forma ipocoristica dialettale basata sul termine grecanico βύρσης byrsis (cuoiame), forse ad indicare il mestiere di pellettiere svolto dai capostipiti.
BORZELLI
BORZILLI
BORZILLO
Borzelli, abbastanza raro, ha un ceppo romano ed uno napoletano, Borzilli è praticamente unico, Borzillo, assolutamente rarissimo, è tipico della Campania centrosettentrionale,  dovrebbero derivare da una modificazione dialettale del nome medioevale Bortius. (vedi Borzi)
BORZI
BORZINI
Cognomi molto rari, per Borzi si individua un ceppo nel catanese, uno in provincia di Roma e forse uno nel milanese e comasco, per Borzini forse uno nel novarese ed uno nel ternano, dovrebbero derivare entrambi dal nome medioevale Bortius (derivato dal nome gentilizio latino Portius), ma per il ceppo catanese è pure possibile ipotizzare una derivazione la mestere di conciatore di pellami (byrseos in greco).
BORZI'
BURZI'
Borzì è specifico del catanese, di Paternò, Belpasso, Acireale, Catania e Nicolosi in particolare, ma ben presente anche a Misterbianco, Mascalucia, Aci Catena e Sant'Alfio, sempre nel catanese e di Messina, Burzì ha un ceppo a Joppolo nel valentiano ed uno a Rizziconi nel reggino, presenta inoltre qualche piccola presenza nell'ennese, dovrebbero derivare da soprannomi grecanici svuluppati attorno al termine greco βύρσης byrsis (cuoiame), forse ad indicare il mestiere di pellettiere svolto dai capostipiti.
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
secondo il Dott. Alfio Borzì professore all'Università di Graz in Austria, il cognome sarebbe di origine albanese e
significherebbe "neve nera" (bor -zi) si tratterebbe della neve dell'Etna dopo le eruzioni. I Borzì sarebbero originari di Belpasso (CT) e di un altro comune.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Borzì, Burzì - Cognome frequente nel Messinese e nel Catanese, presente anche in Calabria, che riproduce il cognome greco Βουρτζής (Burźís). Rohlfs 55.
BOSA
BOSELLI
BOSELLO
BOSI
BOSO
BOSONE
BOSONI
Bosa ha un ceppo tra vicentino, padovano e soprattutto trevisano ed uno nell'udinese, diffuso in tutta la pianura padana Boselli, nel padovano e veneziano Bosello, in tutta l'Italia centro settentrionale, ma particolarmente in Emilia e Romagna Bosi, Boso ha un ceppo in Trentino a Castello Tesino ed uno nel veneziano, ad Eraclea e San Donà di Piave, ed a Padova, Bosone è essenzialmente del napoletano, di San Gennaro Vesuviano e di Napoli, Bosoni ha ceppi in Lombardia, Piacenza, Alessandria e Genova. Tutti questi cognomi hanno diverse zone di origine e diverse derivazioni che vanno da distorsioni del nome latino Ambrosius a modifiche del nome germanico Boso (declinato Bosoni) a soprannomi originati dal vocabolo germanico böse (superbo), a derivazione da toponimi quali Bosi (CN) e (TO), ma è anche possibile una derivazione da soprannomi originati dall'ipocoristico del vocabolo latino boscus. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio a Zogno in Val Brembana già nella prima metà del 1600 con il Vicario Iohannes Baptista Bosellus
BOSATRA Tipico del milanese, lodigiano e pavese.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Tipicamente lombardo, con un ceppo maggiore nel milanese e ceppi minori nel pavese e nel lodigiano, questo cognome dovrebbe derivare dal termine bosadra o bosatra, variante arcaica o dialettale dell'aggettivo bugiarda: l'origine di questo vocabolo, infatti, va ricercata nel tedesco bösartig, col significato letterale di malvagio, cattivo (solo in italiano il termine ha poi assunto, per estensione, il significato di falso, ingannevole). Si tratta, dunque, della cognominizzazione di un soprannome attribuito alla capostipite.
BOSC Bosc, molto molto raro, ha presenze in Val d'Aosta ed in Piemonte, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale piemontese, ma anche occitano bosc (bosco), ad indicare probabilmente che i capostipiti provenissero da una zona boschiva.
BOSCA Specifico piemontese, tipico dell'area che comprende torinese, astigiano e cuneese, deriva da un soprannome legato al vocabolo bosco, cioè di uno che fa il boscaiolo od abita nei pressi o all'interno di un bosco o ci ha comunque a che fare.  Tracce di questo cognome le troviamo a Sondalo nella seconda metà del 1700 con il Notaio Matteo fu Domenico della Bosca.
BOSCAGLIA Boscaglia ha ceppi sparsi a macchia di leopardo in tutt'Italia anche se in modo rado, dovrebbe derivare o da toponimi come Boscaglie (VI) o dal fatto che la famiglia abitava all'interno od in prossimità con un bosco.
BOSCARATO Boscarato è un cognome tipicamente veneto, del trevisano e veneziano in particolare, si dovrebbe trattare di una forma patronimica in -ato riferentesi a figli di un Boscaro, da intendersi sia come cognome che come boscaiolo.
BOSCARDELLI
BOSCARDI
Entrambi quasi scomparsi potrebbero essere emiliani o mantovani, derivano dal nome medioevale Boscardus di cui abbiamo un esempio nel 1500 con il monaco Carolus Boscardus.
BOSCARELLI
BOSCARELLO
Boscarelli, pur molto raro, sembra avere tre ceppi, nel beneventano, nel cosentino e nel catanese, Boscarello oltre al ceppo catanese, parrebbe avere anche un nucleo nel vicentino, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal vivere o presso boschi o dal lavorare nei boschi. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1600 a Caltagirone con l'illustre medico Gian Leonardo Boscarelli, medico personale di Donna Giovanna d'Austria, figlia di Giovanni d'Austria, il vincitore della battaglia di Lepanto.
BOSCARI
BOSCARO
BOSCHERI
BOSCHERO
BOSCHIERI
BOSCHIERO
Boscari, molto molto raro, è tipico dell'area vicentino, padovano, veneziana, Boscaro è invece molto diffuso in tutto il Veneto, in particolare nel padovano e nel veneziano, Boscheri è tipicamente trentino di Egna in Alto Adige e di Trento in trentino, Boschero, molto molto raro, è piemontese, del cuneese, di Busca, Piasco e Saluzzo, Boschieri, molto raro, ha un piccolo ceppo nel bolognese ed uno nel vicentino, Boschiero, anch'esso veneto, è specifico del vicentino, trevisano e veneziano, dovrebbero tutti derivare da soprannomi originati dall'attività di boscaiolo svolta dal capostipite, il ceppo piemontese potrebbe derivare da una forma etnica dialettale del paese di Busca.
BOSCARIOL
BOSCARIOLO
Boscariol è tipico del trevigiano e della provincia di Pordenone, in particolare della zona di Oderzo e dintorni, Boscariolo è assolutamente rarissimo, derivano da un soprannome dialettale originato dal mestiere di boscaiolo.
BOSCATI
BOSCATO
Boscati, estremamente raro, parrebbe del milanese, Boscato invece è tipicamente veneto, del vicentino, si dovrebbe trattare di forme patronimiche in -ati o in -ato riferentesi a figli di un Bosco, soprannome che probabilmente si riferiva ad un boscaiolo.
BOSCH
BUSCH
Bosch è specifico di Romans d'Isonzo nel goriziano, Busch, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'area toscoemiliana, dovrebbero derivare, direttamente o attraverso un'alterazione dialettale, da un soprannome basato sul termine germanico busch (bosco), ad indicare probabilmente che i capostipiti provenissero da una zona boschiva.
BOSCHETTI
BOSCHETTO
BOSCHI
BOSCHIN
BOSCHINI
BOSCHIROLI
BOSCO
Diffusi in tutt'Italia, ma particolarmente al centro nord Boschetti è egualmente presente in tutto il centronord, Boschetto è tipicamente veneto, Boschi è tipico lombardo, Boschin è veneto, friulano, con ceppi a Salzano, Noale,e Portogruaro e a Trieste, Boschini con un ceppo nel bergamasco ed uno nel mantovano, soprattutto al sud ed al nord Bosco, tipicamente lombardo Boschiroli, questi cognomi dovrebbero derivare dall'attività di tagliaboschi o dal luogo d'origine o da soprannomi relativi ad un carattere ombroso.
BOSCHIGLIA Boschiglia, quasi unico, parrebbe del vicentino, dovrebbe derivare da un nome di località.
BOSCHIGLIO
BOSCIGLIO
Boschiglio, praticamente unico, è siciliano, e dovrebbe essere una forma alterata di Bosciglio, che, molto molto raro, è tipicamente siciliano, di Cianciana nell'agrigentino, che dovrebbe derivare da un soprannome grecanico originato dal termine greco antico βόσκω  bosko (condurre al pascolo), probabilmente motivato dal fatto che il capostipite facesse il pastore.
BOSCOLO Tipico veneto è molto diffuso dal rovigoto all'alto veneziano, dovrebbe derivare da soprannomi legati al vocabolo bosco o al mestiere di boscaiolo, tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Firenze nel 1400 è famosa la congiura antimedicea di Pier Paolo Boscolo di cui fu sospettato di far parte anche il Macchiavelli.
BOSCOSCURO Boscoscuro è specifico di Torrebelvicino nel vicentino, dovrebbe derivare da un nome di località con quel nome.
BOSETTI
BOSETTO
Bosetti sembra avere due ceppi nel nord milanese e varesotto e nel bresciano e basso Trentino, Bosetto rarissimo parrebbe avere un ceppo torinese ed uno veronese, potrebbero derivare da nomi di località, come Bricco Bosetto frazione del comune di Cassinasco (AT), ma è pure possibile che derivino dal nome italo germanico Bosius, di cui abbiamo tracce ad esempio nel cremonese nel 1281, in un atto infatti si legge: "...MCCLXXXI, indictione X, die veneris penultimo ianuarii dominus Bosius de Dovaria, civis et nobilis civitatis Cremone...".
BOSIA
BOSIO
DE BOSIO
Bosia è tipicamente piemontese di Asti, con ceppi anche a Genova, Bosio ha ceppi in Piemonte, Lombardia ed in provincia di Verona, De Bosio, assolutamente rarissimo, sembrerebbe della zona tra nordmilanese e varesotto, potrebbero derivare da toponimi come Bosia (CN) o Bosio (AL).  (vedi anche Boselli) Tracce di questa cognominizzazione si trova a Vicenza nel 1600, in un atto si legge: "...Alexander Bosius filius quondam Curtii cancellarius archivii scripturarum notariorum defunctorum magnificæ civitatis Vincentiæ...".
BOSINCO
BOSINCU
BUSINCO
BUSINCU
Tutti estremamente rari e tipicamente sardi, Bosinco è specifico di Sassari, Bosincu, quasi unico, è sempre del sassarese, Businco è di Cagliari, mentre Busincu è di Porto Torres, sempre nel sassarese.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BOSINCO; BOSINCU; BUSINCU: cognomi rarissimi. Bosinco, Bosincu o Busincu = di Bosa, proveniente da.. Bosa, bellissima cittadina della costa occidentale, di 8.000 abitanti, della provincia di Oristano, della regione Planargia. Trae origine da Bosa Manna o Vetusta (antica). Dal fenico bos = stanziamento, agglomerato di case, secondo il canonico Giovanni Spano; fondata, secondo la leggenda, da Calmedia, figlia dell'eroe Sardus, della stirpe di Ercole! Nel Medioevo fu capoluogo della Curadorìa di Planargia. Fu abbandonata verso l'inizio del XII° sec .ma di li a poco fu fondata Bosa nuova, l'attuale. Bosa nuova continuò la storia dell'antica; assurse a grande importanza durante tutto il periodo medioevale e fu sede inoltre di una importante Diocesi Ecclesiastica, oggi fusa con quella di Alghero( per saperne di più vedi Bosa nel Dizionario Storico Sardo di F. C. Casula o visita il sito Web, Bosa; vedi inoltre nei dicius di Giuseppe Concas: Fai accumenti fainti in Bosa!). Nei documenti antichi non troviamo Bosinco, Bosincu o Busincu, ma de Bosa. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388 troviamo: De Bosa Petro e Mele Margiano, majoribus ville de Sardara(** SARDARA MONTIS REGALIS...(11 GENNAIO 1388), et ego...Gadulesu Margiano habitator ville Sardara, sindicus actor et procurator universitatis Contrate Montis Regalis et villarum et etc. In posse Virde Andrea, Virde Joanne, de Civitate Sasseri, notarii publici, die XI Januarii 1388). Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° sec. troviamo: de Bosa Petru (131, 132, 133, 134), teste in due vendite (comporaili) ed in due scambi (tramutai) di terre in agro di Kerki, villa (bidda) scomparsa, in agro di Usini, presso il monte Kerkos. De Bosa Furatu (24), teste in una vendita (comporaili)di una vigna, in territorio di Balle de Nuce(valle di Nuce o Nuke): in agro d'Iscano (probabilmente l'attuale Scano Montiferro). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, *CSMB, XI°, XIII° secolo, figurano: de Bosa Costantine, prete (208): ego Perdu, priore de Bonarcado, fatzo regordatione pro kertu ki feci pro fundamentu ki poserat Mariane d'Orruu de Nuragi de vinias ad Sancta Maria de Bonarcado in Villa Longa(* Ville Longe.Villalonga: distrutto. Campitani Majoris). Kertei in Corona de Logu in Aristanis, sendo in kida de Berruda Toroodori Seke. Kertei cun sos homines c'aviant levadu custu fundamentu: preideru Costantine de Bosa et Mariane de Sivi et Costantine d'Orruvu de Villalonga et ipsos  frades et Pedru de Vrca etc. etc. Trad : io Pietro, priore di Santa Maria di Bonarcado faccio presente la lite che feci per il "fondamento"(su fundamentu è il nucleo patrimoniale di una collettività di un  villaggio, comprensivo di terre e d'animali etc.), che diede Mariane d'Orrùu de Nuragi  a Santa Maria, in Villalonga. Feci causa nel tribunale  di Oristano, nella settimana di vigilanza di Troodori Seke. Feci causa agli uomini che avevano preso questo "fondamento":..Attualmente il cognome Bosinco è presente in 18 Comuni italiani, di cui 7 in Sardegna: Sassari 35, Laerru 5, Sennori 3, Olbia 3, etc. Bosincu è presente in 4 Comuni italiani, di cui 3 in Sardegna: Alghero 5, Sassari 3, Pozzomaggiore 2. Busincu è presente in 5 Comuni italiani, di cui 4 in Sardegna: Porto Torres 15, Olbia 3, Sassari 3, Nulvi 3.
BOSIS
DE BOSIS
Bosis è tipicamente lombardo, del bergamasco in particolare e delle zone viciniori del milanese e del bresciano, De Bosis, assolutamente rarissimo, ha un piccolo ceppo nel teatino ed uno a Roma, dovrebbero derivare dal nome germanico Boso (vedi BOSELLI), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Lovere in un Instrumentum cessionis del 1474: "...Cessione di Battista fu Oliviero de Guinizonibus di Crema, ab. a Lovere, a Giovanni fu Bartolomeo de Bonaldis, ab. a Lovere, di ogni suo diritto verso Matteo fu Marchisio de Bosis di Bergamo in ragione di ducati d'oro 95 e carantani d'argento 40, dovuti da Matteo a Battista. notaio: Celeri (de Celeris Giuseppe fu Giovanni..." e in Val Seriana nel 1616 è Vicario di Nembro un tale Castellus Cararia de Bosis.
BOSSA Bossa ha ceppi a Paesana nel cuneese, a Roma, ad Ercolano, Napoli ed Afragola nel napoletano, a Melissa nel crotonese ed a Messina, potrebbe trattarsi di un matronimico da una forma femminile del nome medioevale germanico Bosso, Bossonis, (vedi BOSSO).
BOSSERO Bossero, ormai quasi scomparso in Italia, dovrebbe essere originario di Boissano nel savonese, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine medioevale francese, di origini brettoni, bosser (macellaio), una forma dialettale del francese boucher (sempre macellaio), indicando così probabilmente l'occupazione del capostipite.
BOSSETTI
BOSSETTO
Molto raro Bossetti sembrerebbe tipico bergamasco, anche Bossetto è raro, ma parrebbe del torinese, potrebbero derivare da modificazione del cognome Bossi.
BOSSI Bossi, presente praticamente in tutt'Italia, anche se le aree di elezione sono il Piemonte e la Lombardia, l'origine potrebbe essere dal nome germanico Boso, anche se si potrebbe anche ipotizzare una connessione con le caratteristiche della vegetazione della località d'origine. Le tracce del cognome sono antichissime, un'iscrizione su di un sigillo di ferro avente l'insegna di un bue riporta incise:  BEN.US  BOSS.  EPISC. MED, che starebbe per Benignus Bossius Episcopus Mediolanensis e determina così lo stemma di San Benigno Bossi, che fu arcivescovo di Milano dal 465 al 472. Nell''Archivio Capitolare di S. Vittore a Varese, è conservato un atto di compravendita risalente al giugno 1173, con il quale Stefano, Corbella e Lanfranco Bossii de Aciate (Azzate (VA))vendono una vigna.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Lurati indica il cognome Bossi, diffusissimo in area lombarda, come esito di Jacobossi, da Jacopo (Giacomo). Si chiarirebbe così, in area piemontese, con l'invalsa desinenza in -o, anche Bosso. Altra ipotesi: variante del ceppo "Bosio" che deriva dal personale medioevale "Boso" (cfr.)
BOSSIO Bossio ha un piccolo ceppo piemontese a Valenza nell'alessandrino ed un ceppo calabrese nel cosentino ad Amantea, Belmonte Calabro e Crosia, e nel crotonese a Cirò Crucoli e Verzino, dovrebbe derivare dal nome medioevale Bosius originato dal nome germanico Boso.
BOSSO
BOSSONE
BOSSONI
Bosso è tipico ed è molto diffuso in Piemonte e nel genovese, ma presenta un grosso ceppo anche nel napoletano, soprattutto a Napoli, Bossone ha piccoli ceppi piemontesi a Torino, a Pieia nell'astigiano ed a Domodossola nell'ossolano, ed un ceppo a Lauro e Pago del Vallo di Lauro nell'avellinese ed a Napoli, Bossoni è tipico del bresciano, di Brescia, Salò, Verolanuova, Azzano Mella, Gottolengo, Pontevico e Quinzano d'Oglio, potrebbero derivare, in qualche raro caso, dalla troncatura del toponimo Bossolasco nel cuneese, ma molto più probabilmente derivano da modificazioni del nome germanico Bosso, Bossonis , di cui abbiamo un esempio in una Charta venditionis dell'anno 1198 a Comabbio (VA): "...et ita possuere fideiussores, omni tempore defensores, Iohannem Ruinum et Ianuarium Bossonem, consules de loco Comabio, et Tempinum, deganum ipsius loci...", o da alterazioni del nome medioevale germanico Bozo o Bozzo (vedi BOZZA), o potrebbero anche derivare da soprannomi in qualche modo legati alla pianta del bosso.
BOSSOLA
BOSSOLETTI
BOSSOLI
BOSSOLINI
BOSSOLO
Bossola, abbastanza raro, è tipico piemontese, con un ceppo a Vercelli ed uno forse secondario a Torino, Bossoletti, molto molto raro, è tipico dell'anconetano, Bossoli, altrettanto raro, dovrebbe essere toscano, Bossolini, assolutamente rarissimo, parrebbe avere un ceppo nel pavese a Retorbido, ormai scomparso, ed uno toscano tra senese, area di Torrita di Siena, ed aretino, area di Foiano della Chiana, Bossolo, estremamente raro, sembrerebbe piemontese, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome medioevale Bosolus, anch'esso un ipocoristico del nome medioevale germanico Boso, Bosonis (vedi BOSELLI), dell'uso di questo nome abbiamo un esempio ad Arezzo in uno scritto del 1476: "...Cunizellus clericus iudicavit canonicis medietatem su partis eiusdem altaris; pro alia medietate filius eius Bosolus et nepotes sui, filii Brittoli, acceperunt XII solidos ab ipsis.", o anche da nomi di località originati dalla presenta di piante di bosso, ma è pure possibile che derivino da nomi di località come Bossola (AT), Bossola di Castelnoceto (AL) o Bossolasco (CN).
integrazioni fornite da Daniele Zaia
Bossola potrebbe derivare anche da due altri toponimi, una frazione del Comune di Nizza Monferrato (AT) e una frazione del Comune di Carmagnola (TO).
BOSURGI Abbastanza raro è tipico della zona dello stretto di Messina, dovrebbe derivare dal cognome arabo Buzurg ricordiamo Kiya Buzurg Ummid persiano del 1100 studioso che contribuì a costruire un governo ismailita in Persia, ma è pure possibile una connessione con un soprannome derivato dall'arabo busurg o buzurg (grande, grosso).
BOTER
BOTERI
BOTERO
BOTTER
BOTTERI
BOTTERO
Boter è praticamente unico, Boteri è piemontese ed è praticamente unico, Botero è quasi unico, Botter ha un ceppo lombardo nell'area bergamasco, bresciana ed uno veneto nel trevisano, a Treviso, Asolo, San Zenone degli Ezzelini e Silea, e nel veneziano, a San Donà di Piave, Venezia, Caorle e Portogruaro, Botteri ha un ceppo tra pavese e piacentino, dove è più diffuso, ed uno a Trieste, Bottero è tipico del Piemonte centromeridionale, in particolare del cuneese, e della Liguria centrooccidentale, con un ceppo tra trevisano e padovano, dovrebbero derivare dal termine medioevale boterus o botterus (chi svolgeva il mestiere di bottaio o fabbricante di botti), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1500 con lo scrittore e storico Giovanni Botero (1543-1617) originario di Bene Vagienna (Cuneo).
BOTRUGNO Abbastanza raro è tipico della zona dello stretto di Messina, dovrebbe derivare dal cognome arabo Buzurg ricordiamo Kiya Buzurg Ummid persiano del 1100 studioso che contribuì a costruire un governo ismailita in Persia, ma è pure possibile una connessione con un soprannome derivato dall'arabo busurg o buzurg (grande, grosso).
BOTTA
BOTTI
BOTTO
Botta è diffuso nella fascia centro occidentale dell'Italia settentrionale, ma sono presenti ceppi importanti anche in Campania, in Puglia ed in Sicilia, Botti è molto diffuso in Lombardia, Liguria, Emilia ed alta Toscana, con ceppi anche nel Lazio ed in Campania, Botto è specifico di Piemonte e Liguria, dovrebbero derivare dal nome medioevale Bottus di cui ad esempio si hanno tracce nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale, dove, in un atto del 1169 si legge: "...Albertum qui dicitur de Rivolta et Bottum qui dicitur Salinarius de Meleniano, nominative de ponte de Meleniano edificato supra flumen Lambri et de omnibus rebus territoriis et buschis...".  Tracce di questa cognominizzazione si trovano ad esempio ad Ardesio (BG) nel 1500 con il notaio Agostino Botto di Giovan Antonio di Ardesio e a Milano nel 1502 con Bergonzio Bottus uno dei conduttori delle entrate dello stato di Milano.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Botti è un cognome veneto che secondo Olivieri 158 deriva dal personale germanico 'Boto, Botgis'. (Förstemann 323). Invece per F. Violi è la cognominizzazione del nome personale medievale Bottus che muove dal mediolatino 'buttis' = botte, usato come soprannome a indicare 'persona tozza e corpulenta'.
BOTTA' Molto raro sembra specifico della Valtellina.
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
deriverebbe da una parola dialettale che significa "persona grassoccia".
BOTTAI Tipico della zona che comprende le province di Pisa, Livorno e Firenze, deriva dal nome di mestiere di bottaio (costruttore e riparatore di botti).
BOTTAIOLI Bottaioli, assolutamente rarissimo, ha un piccolo ceppo a Cremona ed uno ad Anagni nel frusinate, dovrebbe derivare dal nome del mestiere del capostipite che, molto probabilmente costruiva e riparava botti.
BOTTALICO Bottalico ha un grosso ceppo a Bari ed a Manfredonia nel foggiano, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal fatto che i capostipiti lavorassero ai bottali, dei tipici contenitori utilizzati nella conciatura delle pelli, composti da sorte di botti cilindriche sdraiate e ruotanti.
BOTTAMEDI Bottamedi è specifico di Andalo in trentino, di origini etimologiche oscure.
BOTTAN
BOTTANI
BOTTANO
Bottan ha il ceppo originario tra la provincia di Treviso e quella di Venezia, con un ceppo secondario nel latinense, dovuto all'esportazione di manodopera veneta per la bonifica delle paludi Pontine, Bottani è concentrato in Lombardia anche se presente in Piemonte, Liguria, province di Treviso, Roma e Cagliari, Bottano sembrerebbe quasi unico, questi cognomi dovrebbero derivare dal mestiere di bottai o costruttori di botti.
BOTTARELLI
BOTTARELLO
BOTTARI
BOTTARIN
BOTTARINI
BOTTARO
Bottarelli ha un ceppo lombardo a Bedizzole e Brescia nel bresciano, a Milano, a Covo e Bariano nel bergamasco, a Canneto sull'Oglio nel mantovano ed a Cremona, ed un ceppo emiliano, nel parmense, a Parma, Salsomaggiore Terme, Fidenza e Fontanellato, e ad Alseno nel piacentino, Bottarello, praticamente unico, è dovuto ad un'errata trascizione del precedente, Bottari è presente a macchia di leopardo in tutt'Italia, in Emilia, in Toscana, in Abruzzo, in Puglia, nel reggino e soprattutto nel messinese, Bottarin è rarissimo e dovrebbe essere trentino, Bottarini, molto raro, è specifico del varesotto, Bottaro ha un grosso ceppo ligure, uno veneto, uno napoletano ed in Sicilia, nel messinese, nel siracusano e nell'agrigentino, tutti questi cognomi derivano direttamente o tramite ipocoristici da soprannomi derivanti dal mestiere di bottaio o bottaro, cioè fabbricante di botti, svolto dal capostipite.
BOTTAZZI
BOTTAZZO
Bottazzi è molto diffuso in Lombardia ed in Emilia, nell'alessandrino e nel genovese, Bottazzo ha un ceppo veneto nel padovano e veneziano ed uno pugliese soprattutto nel leccese, questi cognomi potrebbero essere derivati da un soprannome caratterizzato dalla corporatura grassoccia dei capostipiti, tale da richiamare l'immagine della botte, o anche, ma meno probabilmente, dall'attività di bottai.
BOTTECCHIA Bottecchia sembra specifico del trevisano, di Colle Umberto, Vittorio Veneto e Conegliano, dovrebbe derivare da un soprannome originato probabilmente dalla conformazione fisica del capostipite che forse era leggermente grassottello.  Personaggio famoso è stato il corridore ciclista Ottavio Bottecchia  di San Martino di Colle Umberto (TV), prima muratore, poi medaglia al valore militare durante la prima guerra mondiale vinse il Tour de France nel 1924 e nel 1925.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bottecchia è derivato del cognome base Botti, viene dal latino 'butticùla' = botticella.
BOTTEGA Tipico del trevigiano, tra Conegliano e Vittorio Veneto, potrebbe derivare da un nome di località.
BOTTICELLA
BOTTICELLI
Botticella è specifico di Sant'angelo a Cupolo (BN), Botticelli presente in tutta la penisola, dovrebbe essere originario del Lazio, anche se è ben rappresentato anche nelle Marche, potrebbero essere derivati dal mestiere del bottaio, o più probabilmente da un soprannome, come fu il caso nel 1400 del famoso pittore Sandro Filipepi detto il Botticello (Botticelli il famoso autore della Primavera e della Nascita di Venere).
BOTTIGLI
BOTTIGLIO
BOTTIGLIONE
BOTTIGLIONI
BUTTIGLI
BUTTIGLIO
BUTTIGLIONE
BUTTIGLIONI
Bottigli, assolutamente rarissimo, è presente nel perugino e nel livornese, Bottiglio è praticamente unico, Bottiglione ha un piccolo ceppo a Pescara e all'Aquila ed uno a Taranto, Bottiglioni, abbastanza raro, ha presenze significative nello spezzino, nel lucchese e nel senese, Buttigli, molto molto raro, è di Perugia, Buttiglio è praticamente unico, Buttiglione è tipicamente pugliese, del barese e del tarentino, Buttiglioni, unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, potrebbero derivare dal nome di una località come Monte Bottigli nel grossetano o anche, sia direttamente che per accrescitivi, dal nome medioevale Bottilio di cui abbiamo un esempio in un documento pisano del 1185: "...Presentibus Bottilio quondam Rubi de Cologole et Ciabatto pellario quondam Pinthuli et Ventura calsulario filio Moretty pellarii ...".
integrazioni fornite da Ubaldo Bottigli
Cognome presente in Umbria (in particolare Perugia) e Toscana. Il cognome è presente in un catasto del 1427 a Firenze.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Buttiglione è un cCognome frequente nel Barese, è un derivato accrescitivo di 'bottiglia' (la forma 'buttiglione' è dei dialetti meridionali). In senso metaforico come soprannome potrebbe indicare una persona bassa e tozza, dal collo particolare. Minervini 109.
BOTTIN
BOTTINA
BOTTINELLI
BOTTINERI
BOTTINI
BOTTINNERI
BOTTINO
Tutti questi cognomi dovrebbero derivare da un diminutivo del nome medioevale Bottus (vedi BOTTA), di quest'uso abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale in una Carta venditionis scritta in Nerviano (MI) nel 115 si legge8: "Anno dominice incarnationis millesimo centesimo quinquagesimo octavo, primo die mensis februarii, indictionæ sesta. Constat me Massium filium quondam Alkerii qui dicebatur de Fargano de loco Parabiago qui professus sum lege vivere Longobardorum, accepisse, sicuti et in presentia testium manifestus sum quod accepi, a te Bottino filio quondam Amizonis qui dicebatur Botto de loco Axillano...".
integrazioni fornite da Andrea Ferreri - Milano
Bottineri e Bottinneri, quasi unici, sono presenti solo a Messina, Bottina, assolutamente rarissimo, si trova solo a Vigevano (PV) è si è probabilmente formato per un errore di trascrizione del cognome Bottini, Bottin è diffuso nel padovano, trevigiano e veneziano, con epicentro nel comune di Due Carrare (Padova), Bottinelli, tipicamente lombardo, è diffuso tra le province di Como e Varese (Olgiate Comasco-Co, Cagno-Co, Solbiate-Co, Appiano Gentile-Co, Malnate-Va, Besano-Va, Viggiù-Va, Vedano Olona-Va) con un nucleo nel bergamasco (Lurano, Brignano Gera d'Adda, Treviglio), e nel sud-milanese (Lacchiarella). Discreta la presenza del cognome nel Piemonte nord-orientale (vercellese e verbano), nella Liguria centro-orientale e nel grossetano, Bottini è diffuso nell'Italia centro-settentrionale con ceppi significativi nella quasi totalità delle province lombarde, con maggior frequenza tra le province di Milano e Varese (Busto Arsizio-Va, Lonate Pozzolo-Va, Solbiate Olona-Va, Busto Garolfo-Mi, Casorezzo-Mi, Inveruno-Mi, Legnano-Mi, Parabiago-Mi), in Piemonte è presente a Torino, nel verbano e nel novarese. In Liguria a Sanremo (Imperia), nel genovese e a Varese Ligure (La Spezia). In Emilia Romagna nel parmense (Salsomaggiore Terme) e nel ferrarese (Codigoro). In Umbria a Perugia. In Abruzzo nel pescarese. Nel Lazio nelle province di Frosinone (Alatri, Anagni) e Roma, Bottino è diffuso in Liguria, Piemonte, Sicilia, Campania e Calabria, in Liguria è tipico del genovese e del Ponente ligure, in Piemonte è presente a Torino e nel Canavese, nell'alessandrino ed astigiano, in Sicilia particolarmente nel catanese (Acireale e dintorni), in Campania principalmente nel napoletano, in Calabria nel cosentino. Alla base di tutti questi cognomi dovrebbe esserci un soprannome legato al mestiere del bottaio (chi fabbrica, ripara e vende botti).
BOTTONARO Probabile l'origine dal mestiere del fabbricante di bottoni, è molto raro ed è presente solo in provincia di Milano e di Napoli.
BOTTONE
BOTTONI
Bottone è tipico del napoletano e salernitano, Bottoni è presente in tutta Italia, con zona prevalente nel Lazio, ma anche in provincia di Milano, Ferrara, Bologna, nelle Marche ed in Toscana, l'origine del cognome può essere dal mestiere di fabbricante o venditore di botti o di bottoni o da un soprannome transitato dal dialetto.  Tracce di questa cognominizzazione si trova a Cento (FE) fin dal 1200 dove opera Gioanni di Jacopo Bottoni Notajo del Vicario Generale di Bologna.
BOTTOS
BOTTOSSO
Entrambi dell'area veneto, friulana, Bottos è di Caorle, Gruaro e Venezia nel veneziano e di Treviso, e di Azzano Decimo, Pasiano di Pordenone, Pordenone, Pravisdomini e San Vito al Tagliamento nel pordenonese e di Codroipo nell'udinese, Bottosso è del veneziano, di Portogruaro, Santo Stino di Livenza, Ceggia, San Donà di Piave e Fossalta di Portogruaro, con un piccolo ceppo a Pordenone, dovrebbero derivare da forme ipocoristiche del nome germanico medioevale Boto, di cui abbiamo un esempio in una Carta venditionis del 1152 a Magenta nel milanese: ".. Ego Petrus, notarius sacri palaci, scripsi, post tradita complevi et dedii. Ibi statim coram ipsis testes, in ipso die, ligno et carta que sua tenebat manum, suprascripto Massio invistivit suprascripto Amizo dicitur Boto de loco Axiglane, nominative de suprascriptorum camporum et prato et sedimen que leguntur suprascripta carta, sicut dicernitur in suprascriptas coerentias in tali tenore ad tenendum et ad ficto redendum homnique anno argentum denariorum bonorum solidos decem per omnem festum sancti Martini usque ad annos quatuor...", nome a sua volta derivato dal termine germanico bod (messaggero), potrebbero però anche derivare da un soprannome basato su di una variazione dialettale del termine veneto boto (botta, scoccare delle ore, fracasso), improbabile, ma non impossibile, un collegamento con il termine gotico bauths (stupido, ottuso).
BOTTURA
BOTTURI
BOTURA
Bottura è tipico del mantovano, veronese e basso trentino, Botturi del basso bresciano e mantovano, Botura, quasi unico, sembrerebbe veneto, dovrebbero derivare da soprannomi legati al mestiere di bottaio, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo fin dal XVII° secolo a Rovereto (TN) con varie famiglie Bottura ed a Calcio (BG) con dei Botturi, a Malcesine (VR) nasce nel 1770 Antonio Bottura insigne poeta.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bottura è la cognominizzazione del nome proprio medievale augurativo Bonaventura, abbreviato per sincope in Botura.
BOVA Tipico calabrese, dell'area del reggino, ha un ceppo secondario nel palermitano ed uno nel napoletano e casertano, deriva dal toponimo Bova (RC), si ha traccia di questa cognominizzazione fin dal 1700 ad Aversa (CE).
BOVE Tipico di Lazio e Campania e Puglie, dovrebbe derivare o da soprannomi legati alla parola bove, ad esempio indicatori del mestiere di bovaro, o da toponimi simili a Bova (RC).  Riferimenti storici di questo cognome si trovano ad esempio a Solofra (AV) fin dal 1700 quando i Bove risultano fra i notabili della città.
BOVI
BOVO
BOVONE
BOVONI
Bovi ha vari ceppi, nel veronese a Verona, Illasi e Badia Calavena, a Ferrara, Bologna e Luzzara nel reggiano, a Roma ed a Sgurgola nel frusinate, e nel salernitano a Battipaglia, Acerno e Pontecagnano Faiano, Bovo è tipicamente veneto, ma presenta ceppi anche a Torino, Alessandria, Cossato nel biellese ed a Genova, Bovone è specifico dell'alessandrino, di Alessandria, Tortona, Novi Ligure e Pozzolo Formigaro, Bovoni è praticamente unico, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Bovo, Bovonis, di cui abbiamo un esempio d'uso nel pavese in un Breve investiture del 1152: "Die dominico qui est sesto kalendas iunii, in loco Castello Novo. In presencia bonorum hominum corum nomina subter leguntur, investivit Ventura, filius quondam Iohannisboni Mazaboe, cum lingno et bergamena quod in sua manu tenebat, Bovum, filius quondam Arderici, nominative de sedimine uno quod est de suo feodo ex parte, quod iacet in loco et fundo suprascripto Castello Novo infra ipsum burgum et est per mensuram iustam pertica una, coheret ei a mane Arialdi et Bovonis fratres, a meridie et a sero via ..." o dal nome Bovus, citato nello stesso documento o di cui abbiamo un esempio anche in una Carta refutationis dell'anno 1143 a Milano: "...Presentia bonorum hominum quorum nomina subter leguntur, per lignum et cartam quam sua tenebat manu, Bovus, filius quondam Ariprandi Advocati, de civitate Mediolani, qui refutavit hereditatem patris sui, fecit finem et refutationem in manu Petri qui dicitur Brullia, de suprascripta civitate...", in alcuni casi potrebbero derivare da toponimi come San Bovio nel milanese, San Bovo nel cuneese, o Bovo nel veronese.
BOVINA
BOVINI
Bovina è decisamente del bolognese, Bovini è molto raro sembra avere oltre alceppo emiliano, tra ferrarese e bolognese, anche un ceppo nel senese, dovrebbero derivare da soprannomi legati a mestieri collegati con il vocabolo bove.
BOVINO Sembra tipico della Puglia, con un ceppo anche nel beneventano, dovrebbero derivare dal toponimo Bovino (FG).
BOVIO Bovio è tipicamente piemontese e dell'area nordoccidentale della Lombardia, ha un ceppo anche nel napoletano e nel beneventano ed uno nel barese, dovrebbe derivare dal cognomen latino Bovius di cui abbiamo un esempio in Lucius Bovius della tribù Falerna duumvir quinquenalis, augur , praefectus fabrum, tribuno militare della terza legione cirenaica in epoca augustea citato in una stele funeraria: "Lucius Bovius L(uci) l(ibertus) Lucrio, Barbia T(iti) f(ilia) Maxuma v(iva) f(ecit) sib(i) et suis libertis libertabus.  L(ocus) p(edum) q(uadratorum) XVI".
BOVISIO Bovisio, assolutamente rarissimo, è tipico dell'area che comprende il bergamasco ed il milanese, dovrebbe derivare dal nome del comune di Bovisio nel milanese.
BOVOLENTA Originario delle provincie di Rovigo e Ferrara un ceppo e cuneese l'altro, questo cognome è presente in tutto il nord Italia, potrebbe essere originato dal toponimo Bovolenta (PD) in alcuni casi e, in altri, dal termine latino benevolentia (indulgenza) usato come nome augurale.
BOZ Originario della provincia di Udine potrebbe essere di origine slava, dal nome croato Boz, o anche derivare dall'apocope del nome germanico Bozo (vedi BOZZA).
BOZA
BOZI
BOZO
Boza è unico, Bozi lo è quasi, Bozo sembrerebbe scomparso ormai in Italia, dovrebbero derivare dal nome medioevale germanico Bozo (vedi BOZZA).
BOZANO
BOZZANO
Bozano, molto molto raro, è ligure, di Busalla e Genova, Bozzano è tipico di Genova, ma è comunque diffuso in tutto il genovese e savonese, con un ceppo anche a Imperia, dovrebbero derivare dal nome medioevale Bozanus, un' alterazione del nome germanico Bozo (vedi BOZZA), tracce di questa cognominizzazione le troviamo nella descrizione della guerra contro i turchi della seconda metà del 1500: "...Tria haec agmina, centum, vna ac sexaginta triremibus constabant, et ita instructa erant, vt media acies cum binis cornibus iuxta se vtrinque positis, aequis passibus progrederentur: tantum aunt distabant cornua ab acie media, vt interponi potuissent in illud spacium ternae quaternaeve triremes: idque in eum finem relictum erat, vt singula agmina, prout vsus postularet, sese conuertere possent. Subsidiorum agmini Aluarus Bozanus S. Crucis Marchio imperabat, cuius signum album erat dissectum in puppi. Caeterum habebat hoc agmen triginta et octo triremes: ex quibus octo vniuersam classem praeuidendi caussa, sub Ioanne Cardona duce, viginti circiter aut viginti quinque passuum millibus praecedebant...", non si può anche escludere una possibile derivazione dal toponimo Bozano Pisanis, l'Attuale Bozzano (LU) o da Bossaneu, il nome ligure di Bolzaneto (GE).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
BOZANO, BOZZANO - Cognome ligure caratteristico di Voltri e delle sue valli (Mele), e di qui diffusosi da Genova verso ovest fino a Savona (più sporadicamente fino ad Albenga) e con minore frequenza nella Riviera di Levante. Per l'etimo, è da connettere con l'altro cognome ligure Bozzo, che riprende l'aggettivo bozzo = 'acerbo'.
BOZIC
BOZICH
Entrambi tipicamente friulani, Bozich è praticamente unico, Bozic, comunque assolutamente rarissimo, e tipico di Trieste.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
D'origine slava, i cognomi Bozic e Bozich nascono da un adattamento del cognome slavo Bozic, col significato letterale di Natale (per una spiegazione più approfondita, vedi Natale). Secondo un'ipotesi alternativa, invece, Bozic sarebbe la cognominizzazione del nome slavo Bozo o Boza, abbreviazione di nomi quali Bozidar (dono divino), Bogdan (dono di Dio), Bogomil (caro a Dio), Boguslav (gloria di Dio), etc: va notato, infatti, che in questo caso il suffisso -ic assumerebbe un valore d'appartenenza - come avviene di frequente nei cognomi slavi - e il cognome Bozic andrebbe così tradotto come figlio di Bozo o Boza. In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti, anche se, in alcuni casi, non è esclusa una derivazione da soprannomi ad essi attribuiti.
BOZZA
BOZZETTI
BOZZETTO
BOZZI
BOZZINI
BOZZINO
BOZZO
Bozza e Bozzi sono diffusi in tutta l'Italia peninsulare, Bozzetti è tipicamente lombardo, con un ceppo anche nel vicentino, Bozzetto è decisamente veneto, diffuso in particolare nel vicentino, nel trevisano e nel veneziano, è ben presente anche nel pordenonese nel vicino Friuli, Bozzini è settentrionale, dell'area che comprende il genovese, la Lombardia, il veronese ed il piacentino, Bozzino è assolutamente rarissimo, Bozzo ha un nucleo importante in Liguria ed in Piemonte, uno nel Veneto, uno nel cosentino e con presenze significative un pò in tutt'Italia, potrebbero derivare dal nome medioevale Bozo (famoso è il Bozo o Bozzo reggitore di Bologna per conto dell'Imperatore che nel 1165 viene ucciso dai cittadini di quella città), Bozo è la modificazione in volgare del cognomen latino Butius; in un atto di vendita del 1361 rogato a Roma dal notaio Paulus Serromani si cita un certo Tebalduccio che eredita il patrimonio di famiglia dal padre Butius Annibaldi, può anche derivare dal medioevale Boetius, famoso è Anicio Manlio Torquato Severino (480-526), l'autore del De consolatione philosophiae. tracce di queste cognominizzazioni si trovano in Valtellina nel 1700 in un atto del comune di Bianzone (SO) si legge: "...1771 li gienaro nota del maneggio fatto da me Pietro quondam Giovanni Giacomo Bozzo di Bianzone per il deganato del suddetto anno come segue tanto per il speso, et ricavato...", nel vicentino a Nogarolo, in un atto del 1658 si legge: "...citado Mattio Bozzo instò predetto essersi sentenziato in £ire 31...".
BOZZATO Bozzato è tipicamente veneto, del veneziano in particolare, di Cavallino Treporti, Chioggia, Campagna Lupia, Venezia, Portogruaro, Iesolo, Teglio Veneto, Concordia Sagittaria e Caorle, e del padovano, di Arzergrande, Padova e Piove di Sacco, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine veneto arcaico bozzato (operatore di porto addetto alle gomene, ma anche apicultore).
BOZZOLI
BOZZOLO
Bozzoli è tipico del mantovano e delle zone limitrofe come modenese e bolognese, Bozzolo sembra avere un ceppo nel genovese ed uno nel veronese e vicentino, derivano dal toponimo Bozzolo (MN). Tracce di questa cognominizzazione si trovano a Bedizzole (BS) nel 1600 dove troviamo: "...Pietro Belotto, Giulio Bozzolo e Bartolomeo Buono, deputati alla carità del comune di Bedizzole...".
BRACACCIA Cognome di origine umbro laziale, potrebbe derivare da un soprannome.
BRACAGLIA
BRAGAGLIA
BRAGUGLIA
Bracaglia è specifico del Lazio, di Frosinone in particolare, Bragaglia ha un ceppo emiliano a Bologna e Malalbergo nel bolognese ed a Ferrara, ed uno a Roma, con presenze significative anche a Frosinone e Ceccano nel frusinate ed a Viterbo, Braguglia, assolutamente rarissimo, sembrerebbe romano, potrebbero derivare da soprannomi originati dal termine medioevale bracale (sorta di alta cintura di stoffa che avvolge le reni), forse ad identificare nei capostipiti delle specie di bellimbusti.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bragaglia è un cognome diffuso specialmente in Emilia e nel Lazio, deriva probabilmente dal termine latino mediato dal celtico 'bracae' = pantaloni. Tale voce ha originato il cognome base Braga con i derivati Bragoni, Braguglia, Braghetta, ecc.
BRACALE Bracale è specifico di Napoli e del napoletano, potrebbe derivare da un nome di località, uso riscontrabile in epoca medioevale in quest'atto dell'anno 1094 a Calcinate nel bergamasco: "...sicut inter nobis convenit pro peciis duabus de terra aratories iuris megi quam abere viso sum in suprascripto loco Sosiago. Prima pecia de terra iaceat allo cus ubi dicitur Bracale, et est per mensura iusta pertices legiptimes iuiales trex et tabules legiptimes viginti et una et pedes legiptimes novem...", in Toscana in un atto del 1250 è citato un certo Uguccione del fu Ranieri da Bracale, ma è pure possibile che il cognome possa derivare da un soprannome originato dal termine medioevale bracale (sono le brache o larghi pantaloni dell'epoca), dell'uso di questo termine abbiamo un esempio nel Processo ai Templari del 1309: "...qui recepit eum in quadam capella dicte domus, cum idem testis exuisset sibi omnes vestes quas deferebat, exceptis camisia et bracis, tradidisse sibi vestes ordinis et mantellum; et quod inmediate fuit osculatus eundem testem, primo in ore, secundo in umbilico, tertio in spina dorsi, supra locum quo defertur bracale, dicens quod idem frater P. levavit vestes ipsi testi ante et retro, quando fuit eum osculatus in umbilico et in spina dorsi predictis...", non deve stupire che un soprannome possa nascere da un simile termine, in un'epoca in cui l'uso delle brache era abbastanza insolita, preferendo gli uomini l'uso di tuniche o di sai, tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Vietri nel salernitano, nella seconda metà del 1600, con il produttore laniero Alessio Bracale di Acquamela (SA).
ipotesi fantasiosamente suggerita da Raffaele Bracale
la strada che mi sembra la  piú percorribile è quella che lega bracale  all'antico verbo bracare = dissodare  e per estensione scavare, ed anche investigare su fatti e cose altrui;  il verbo bracare (che è da un antico tedesco brahon) indicò un mestiere quello appunto di dissodatore e poi quello di investigatore e come indicatore di mestiere e/o arte ben si prestava a diventar cognome; né può lasciar dubbiosi il fatto che un bracare  abbia prodotto un bracale, atteso che in campo linguistico non fa meraviglia l'alternanza tra le liquide r e l.
BRACALONE
BRACALONI
Bracalone, quasi unico, sembrerebbe laziale, Bracaloni è decisamente toscano, in particolare del pisano, di Pontedera, Pisa, Ponsacco e Cascina e di Livorno, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal termine arcaico bracalone (detto di chi ha le brache molto larghe soggette a cascare).
BRACARDI Bracardi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe di Perugia, si dovrebbe trattare di una forma alterata derivata dal nome Brocardus (vedi BROCARDO).
BRACCA Bracca, molto raro, è tipicamente lombardo del bresciano, dovrebbe derivare dal nome del paese bergamasco di Bracca, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
BRACCHI
BRACCHITTA
Diffuso in tutto il centro nord con prevalenza in Lombardia ed in provincia di Bergamo in particolare Bracchi, mentre Bracchitta sembra essere specifico del Piemonte, entrambi questi cognomi potrebbero derivare da un nome tardo latino Brachius (Braccio) o anche qualche ceppo dal toponimo Bracchio (NO) o Bracca (BG).
BRACCI
BRACCIO
Bracci, molto comune nella fascia centrale, Braccio sembra avere più ceppi, nelle Puglie, in Campania ed in Calabria, derivano dall'aferesi del nome medioevale Fortebraccio, troviamo tracce di questo uso ad esempio nel 1400 con Braccio di Fortebraccio da Montone Capitano di Ventura comandante delle milizie al soldo delle signorie bolognesi e dei mercenari del Papa.
integrazioni fornite da Mario Bracci Devoti
La prima traccia documentata, "alias Bracciu" a San Giorgio di Cascia 1447, abitante in una masseria fortificata detta "casa di Braccio". Il figlio Bartolomeo Bracci 1469, Agostino Domenico dei Bracci 1553, Bartolomeo Bracci 1640 si trasferisce a Roma con il figlio Pietro sotto la protezione del cardinale Poli suo conterraneo. Il figlio Bartolomeo Cesare abita a palazzo Lante a Sant'Eustachio. Il figlio Pietro (1700-1773) massimo scultore romano autore della fontana di Trevi. il figlio Virginio (1748-1815) architetto principe del consiglio del buon governo. Il figlio Emilio alto funzionario vaticano. Il figlio Luigi Nicola avvocato dello Zar presso il vaticano, cavaliere di prima classe dell'ordine di Sant'Anna. Il figlio Costantino Bracci-Devoti cavaliere della corona d'Italia e dell'ordine dei SS Maurizio e Lazzaro. Il figlio Carlo alto funzionario del ministero dell'areonautica. Lo scrivente, architetto Mario Bracci-Devoti. La memoria storica della famiglia fa risalire il capostipite, Bracciu, da una relazione tra Fortebraccio ed una Trinci di Foligno. La casa di Braccio a Cascia, di cui i Trinci erano signori, la forte amicizia tra le due famiglie ed il nome Bartolomeo, come il conte Bartolomeo Trinci ucciso a tradimento nel 1421, sono elementi a riprova di una memoria tramandata in via orale da molti secoli.
BRACCIAFORTE
BRACCIFORTI
BRANCAFORTE
BRANCIFORTE
BRANCIFORTI
Bracciaforte, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del cosentino, Bracciforti, estremamente raro, dovrebbe essere lombardo, Brancaforte ha qualche presenza nel napoletano e presenze nel sud della Sicilia, in particolare a Noto nel siracusano, Branciforte è siciliano, di Catania e Mirabella Imbaccari nel catanese, di Melilli nel siracusano, di Enna e di Vittoria nel ragusano, Branciforti è anch'esso siciliano, con il ceppo principale a Caltagirone nel catanese, dove è ben presente anche a Catania ed a Mirabella Imbaccari, con un ceppo anche a Mazzarino nel nisseno, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da nomi augurali attribuiti a figli cui si auguravano braccia forti che permettessero loro di affrontare le difficoltà della vita, o cui si augurava che abbracciassero con forza la fede in Dio.
BRACCIALE
BRACCIALI
Bracciale ha un ceppo ad Ortona, Chieti e San Salvo nel teatino ed a Pescara, un ceppo laziale a Fondi nel latinense, a Roma ed a Cervaro nel frusinate, un ceppo a Torre del Greco ed Ercolano nel napoletano ed uno a San Pietro Vernotico nel brindisino ed a Squinzano nel leccese, Bracciali ha un ceppo toscano ad Arezzo, Monte San Savino, Foiano della Chiana, Civitella in Val di Chiana e Marciano della Chiana nell'aretino, a Sinalunga, Torrita di Siena e Siena nel senese, a Grosseto e nel pistoiese ad Agliana, dovrebbero derivare da soprannomi basati sul termine tardomedioevale arcaico bracciale (manovale, bracciante, lavoratore agricolo), probabile mestiere dei capostipiti.
BRACCO Bracco è un cognome ligure piemontese, dovrebbe derivare dal nome medioevale germanico Brachus, ma in molti casi potrebbe derivare da un nome di località come Bracco di Moneglia nel Levante ligure, o come Monte Bracco nel cuneese, cognominizzazione molto antica già presente nel 1172 come riporta un atto nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale: "Oprandum iudicem qui dicitur Braccus de civitate Mediolani et Amizonem iudicem qui dicitur Daiberti, ambo de civitate Mediolani, necnon et inter domnum Guifredum prepositum ecclesie Sancti Georgii que dicitur in Palatio...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bracco è un cognome presente anche nella Sicilia orientale, in Calabria ed a Napoli. In queste regioni viene dalla voce calabrese 'braccu' = basso e paffuto'. Rohlfs 53
BRACESCHI Si individuano due ceppi uno in provincia di Verona ed uno in provincia di Piacenza entrambi dovrebbero avere in comune l'origine dal nome medioevale Braccio o dall'aver militato sotto ad un Braccio o ad un Fortebraccio.
BRACONE
BRACONI
Bracone è specifico della provincia di Campobasso in Molise nella zona che comprende Termoli, Palata e Petacciato, Braconi è tipico della fascia centrale che comprende Toscana, Marche, Umbria e Lazio, potrebbe derivare dal nome normanno Bracon.
BRADI Bradi, molto molto raro, è tipicamente sardo di Alghero, potrebbe derivare da un soprannome dialettale sardo con il probabile significato di smargiasso, ma potrebbe anche derivare da una forma apocopaica del termine sardo bradinu (acquitrino), in questo caso si farebbe forse riferimento a caratteristiche del luogo di provenienza del capostipite.
BRAGA
BRAGALINI
BRAGATO
BRAGHIERI
Diffuso in tutto il nord Braga, specifico delle provincie di Milano e Cremona Bragalini, decisamente veneto Bragato, piacentino Braghieri. Tutti questi cognomi hanno diverse origini ma potrebbero avere in comune una derivazione celtica sia dal vocabolo brac (palude) che dal vocabolo braca (calzoni). Circa l'antichità del cognome Braga, in un atto di cessione di terreni, risalente all'anno 1136, leggiamo: "Duodecima iacet in via de Cario et est pertice .V.; ab una parte terra Bernardi Braga, ab alia Pagani clerici, a tercia via de Aqua Longa. Tercia decima petia iacet in via de Cario, in loco Candiani et est pertice .X.; ab una parte terra Bernardi Braga, ab alia Pagani clerici, a tercia Sancte Marie."
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BRAGA: non è propriamente un cognome sardo, ma del nord Italia: Veneto, Lombardia, Piemonte, etc. Attualmente Verona ne conta 220, Milano 181, Torino 68, Genova 29, Ferrara 32, etc. Braga è la variante antica di braca. È un vocabolo di origine gallica, usato per lo più al plurale: bracae - arum. Nome con cui si indicava un tempo (soprattutto nel medioevo) un indumento maschile simile ai calzoni, ma più corto e meno ampio. Dalle brache o meglio braghe hanno tratto origine i "mutandoni" maschili! È tipica l'espressione, "calarsi le brache", nel significato di sottomettersi, cedere vilmente, per paura! In Sardegna il cognome è presente solo in due centri: Cuglieri 2, Stintino 2. anche se di poca consistenza, per numero s'intende, il ceppo sardo ci pare autoctono, o se si tratta di importazione, questa risale ai primi secoli del secondo millennio. Infatti ritroviamo il cognome negli antichi documenti della lingua sarda da noi consultati. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, figurano: Braga Nicolao - de Castri Januensis. ** Castri Januensis Civitas (Castel Genovese - Castel Sardo). Omnibus habitantibus .in ville de Coginas ... die undecima januarii .in posse De Valle Anthoni filii); Braga Joanne - ville Terrenove et Fundi Montis. ** Terranova et Fundi de Montis (Olbia e Monti). Sempre De Yola Petro et Filio Guantino di Sassari, notai imperiali( 15 - gennaio - 1388). Habitatoribus Fundi Montis...XV Januarii 1388; in posse ...). Ed ancora nel Condaghe di San Nicola di Trullas, *XI°, XIII° secolo, troviamo Braca Mariane (190),  di Kilemuli (odierna Cheremule già villa (bidda) medioevale appartenente alla Curadorìa di Caputabas, nel regno giudicale di Torres), in una donazione di servi: positinke donna(nobildonna) Secuçana (de Athen)a Gosantine (Braca), fiiu de Mariane Braca, su de Kilemuli, pro s'anima sua - diede donna Secutana de Athen, Gosantine, figlio di Mariano braca, per(salvare) l'anima sua. Nella lingua sarda, sa braga (raramente is bragas) è un indumento caratteristico dei sardi, oggi non più usato se non da pochissimi anziani pastori di Barbagia. È comunque parte integrante dei costumi antichi sardi, che possiamo osservare nelle sfilate durante le sagre o le feste popolari e religiose, o nelle manifestazioni canore e di balli sardi. È il gonnellino nero di orbace, sotto cui sono i calzoni bianchi di lino.
BRAGADIN
BRAGADINI
Bragadin, assolutamente rarissimo, è veneto, in particolare del padovano e veneziano, Bragadini, molto molto raro, è di Parma e del parmense, dovrebbero derivare dal mestiere di calafatore (chi impermeabilizza con il catrame le imbarcazioni) svolto dal capostipite, dal termine medioevale brago (catrame, ma anche melma), ricordiamo che famosissimo fu il veneziano Marcantonio Bragadin (1523 - 1571), Capitano Generale di Famagosta del corpo dei Fanti da Mar della Serenissima Repubblica di Venezia, che ricoprì la carica di Governatore di Cipro e la difese contro i turchi passando alla storia sia per la sua bravura, capacità organizzativa e coraggio, che per la morte orrenda che il comandante turco Mustafà Pascià gli inflisse tradendo la parola data. Nonostante il trattato di resa stabilisse che i militari superstiti potessero ritirarsi a Candia con i civili, il Bragadin, dopo una lunga serie di umiliazioni, fu sottoposto ad un orribile supplizio: lo scorticamento da vivo. Le sue membra squartate vennero distribuite tra i vari reparti dell'esercito e la pelle, riempita di paglia e ricucita, venne rivestita delle insegne militari e portata a cavallo di un bue in corteo per Famagosta (tratto da Wikipedia).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bragadin è un cognome veneto dal latino 'bracatus' = vestito con calzoni ma anche forestiero'. Olivieri 222.
BRAGAGIA Bragagia, estremamente raro, sembrerebbe originario del trevigiano o comunque del Veneto, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale probabilmente originato dall'abitudine del capostipite ad indossare una sorta di braghe larghe e corte, ma è pure possibile che il soprannome si rifaccia ad alterazioni dell'antico termine veneziano bragagnar (stazzonare, palpeggiare).
BRAGAGLIO
BREGAGLIO
Bragaglio è lombardo del bresciano, in particolare di Nave, di Brescia, Mairano e Lonato, Bregaglio, sempre lombardo, è specifico di Lecco, dovrebbero derivare dalla Val Bregaglia, nella fascia svizzera della valle di Chiavenna (SO).
BRAGAJA Bragaja è quasi unico, sembrerebbe del veronese, potrebbe derivare da una forma etnica dialettale del paese di Braga nel veronese, ma è pure possibile, se non più probabile, che derivi da un soprannome originato dal termine dialettale lombardoveneto arcaico bragaja (finimenti dei cavalli da tiro), forse ad indicare il mestiere del capostipite.
BRAGHINI
BRAGONE
BRAGONI
Braghini ha un ceppo lombardo, a Brescia, Gussago e Rodengo Saiano nel bresciano, uno a Vergiate, Varese e Somma Lombardo nel varesotto, con presenze anche nel bergamasco e nel mantovano, ha un ceppo emiliano a Ferrara ed Imola nel bolognese ed uno laziale, a Velletri e Roma nel romano ed a Sabaudia nel latinense, Bragone è quasi unico, Bragoni ha un ceppo a La Spezia e nello spezzino con presenze sporadiche nella fascia che comprende il marchigiano, l'Umbria ed il Lazio, potrebbero derivare da soprannomi originati da forme ipocoristiche o accrescitive del termine celta braca (sorta di larghi calzoni).
BRAIDA
BRAYDA
BRAYDE
Braida è tipico dell'udinese, presenta un ceppo forse secondario nel milanese, Brayda estremamente raro, e Brayde praticamente unico sono tipici della Val di susa nel torinese, derivano tutti dal termine longobardo breda o braida equivalente al latino proedium (podere, prato), come pure può derivare dai molti toponimi contenenti il termine Braida, come San Giorgio in Braida (UD), Braida di Valperga (TO), Braida di Vaglio Serra (AT), ecc..  In un atto rogato a Tortona si legge che ilgiudice e vicario del vescovo Pietro Busseti il 24 ottobre 1234 sentenzia ed arbitra una vertenza sorta tra i fratelli De Braida ed il Monastero di S. Eufemia in merito ad una vigna, un rinomato pittore genovese del 1500 fu Giovanni Battista Braida.
BRAINA Braina è specifico di Ozieri nel sassarese.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BRAINA: in logudorese settentrionale significa pozzanghera, acquitrino e deriva dal toscano antico braina. È un cognome raro, presente in 18 Comuni d'Italia, di cui 9 in Sardegna: Ozieri 30, Cagliari 8, Arbus 6, etc. Non è presente nelle carte antiche da noi consultate. Pensiamo si tratti di un cognome arrivato in Sardegna con i toscani tagliatori di sughero e carbonai verso la seconda metà del XIX° sec. Per il momento non abbiamo altri suggerimenti.
BRAITO Braito è decisamente trentino, di Daiano, Trento, Denno e Cavalese e di Bolzano, dovrebbe derivare da un soprannome originato da un'alterazione dialettale del termine medioevale germanico braidus, detto probabilmente indicando chi abitava in un'estesa zona pianeggiante dell'altopiano.
BRAJ
BRAY
Molto rari sono tipici del Salento di Martignano e Lecce in particolare, Braj sembra dovuto ad errori di trascrizione del cognome Bray che potrebbe derivare dalla regione gallica Bray: "...Nominis reliquiae supersunt planissime, Bibracte Galliae etiam nunc in Bray contrahitur, et non procul hinc Caesar Tamisim cum suis transmisit ...", ma più probabilmente discende dal nome normanno Bray derivato appunto da Bray in Normandia.
BRAMANTA
BRAMANTE
BRAMANTI
Bramanta, quasi unico, parrebbe piemontese, Bramante ha ceppi nel foggiano, nel siracusano e nel torinese con particolare concentrazione a Giaveno, presenta ceppi probabilmente secondari anche a Roma, Napoli e Milano, Bramanti ha un piccolo ceppo a Romagnese (PV), a Pietrasanta (LU) ed a Firenze ed un nucleo importante tra siracusano e ragusano a Modica (RG), Augusta e Priolo Gargallo (SR), dovrebbero tutti derivare dal nome soprannome medioevale Bramante di cui abbiamo un illustre esempio nel famosissimo pittore ed architetto Donato di Angelo di Pascuccio, detto il Bramante (1444 - 1514), l'autore del progetto originario della Basilica di San Pietro a Roma, il nome Bramante si trova nella forma femminile anche nei poemi cavallereschi come l'Orlando furioso di Ludovico Ariosto.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
BRAMANTE, BRAMANTI - Etimologicamente risale al participio presente del verbo 'bramare' = desiderare intensamente, dal germanico *brammōn = muggire.
BRAMATI
BRAMATO
Bramati è specifico di Monza e della bassa bergamasca, ma ha un ceppo che sembrerebbe non secondario a Monte Compatri (RM), Bramato è tipico del Salento, di Tricase e di Miggiano (LE, potrebbe derivare da un nome medioevale Bramatus (molto desiderato, molto atteso). il ceppo lombardo potrebbe, in alcuni casi, anche derivare da una contrazione del cognome Brambati.
BRAMBATI
BREMBATI
Specifico della provincia di Milano Brambati e della provincia di Bergamo Brembati, hanno origine dal toponimo Brembate (BG)
BRAMBILLA
BREMBILLA
Specifico lombardo, anche se presente in modo significativo anche in Piemonte e Liguria Brambilla mentre è assolutamente bergamasco Brembilla che dovrebbe derivare dal toponimo omonimo.
integrazione di Sergio Fantini
Nel 1300 gli abitanti di Brembilla in Val Brembilla (BG) erano feroci Ghibellini e alleati dei signori di Milano contro tutto il vicinato Guelfo fedele ai Veneziani. Dopo la pace di Verona tra Venezia. e Milano nel 1441, Milano cedette Brembilla a Venezia. Ogni occasione era buona per provocare Venezia, finchè nel 1443, furono convocati i capi Brembillesi in Bergamo, dove vennero arrestati e un messo intimò che tutti i Brembillesi se ne andassero da Brembilla per cento anni, questo doveva essere attuato in tre giorni altrimenti gli ostaggi sarebbero stati giustiziati. Quasi tutti si trasferirono nel milanese accolti molto bene e anche se avevano tanti nomi come Carminati, Pesenti, ecc, furono soprannominati tutti Brambilla o Brembilla che rimasero loro come cognomi.
BRAMBILLASCA Brambillasca è specifico dell'area che comprende Carugate, Agrate Brianza e Monza, il suffisso -asca si riferisce alla radice Brambilla con il significato di appartenenza o partecipazione, potrebbe perciò riferirsi a capostipiti provenienti dalla Valle Brembilla o dal paese di Brembilla nel bergamasco, con apertura dialettale della e fino a farla diventare una a, è pure possibile un riferimento al toponimo Brambilla di Concorezzo, ma molto meno probabile.
BRAMINI
BRAMINO
Bramini, tipicamente lombardo, di Casalpusterlengo nel lodigiano e del milanese, Bramino, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un errata trascrizione del precedente, dovrebbero derivare da soprannomi dialettali originati dal termine milanese bràmina (nuvolaglia grigiastra che anticipa i temporali, ma anche acquerugiola tipica autunnale) e per estensione i mandriani che con l'inizio della stagione autunnale riportano le vacche alle stalle in pianura.
BRANCA
BRANCHI
BRANCO
Branca è molto diffuso in tutto il sud ed in Sardegna, Branchi ha ceppi nel bresciano, nel parmense, nel fiorentino ed in Toscana ed a Roma, Branco ha un piccolo ceppo tra veronese e vicentino, uno a Roma ed uno nel casertano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Branca o Branco, in una Cartula iudicati del 1106 a Teglio (SO) leggiamo: "...Signa manuum Ottoni de Cluri et Iohannis de Veridha et Venerandi de Pradho et Giaselberti Branco et Adammi testium. ...", nel 1300 leggiamo invece di un: "...miles Branca Frumentinus...", ma è pure possibile una derivazione da nomi di località come ad esempio Branca (PG) o Branco (UD).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BRANCA: cognome attualmente presente in tutte le regioni italiane, con ceppi più o meno consistenti: Roma 179, Specchia (Lecce) 139, Milano 91, Napoli 55, Torino 48, Genova 47, Messina 44, M. San Giovanni (R. Calabria) 36, etc. Ha diversi significati, tutti più o meno simili: zampa di animale, munita di artigli; mano avida; tentacolo del polipo; branche delle tenaglie; ramo portante di un albero; suddivisione, ripartizione, in scienze, letteratura, arte, etc; etc. Il vocabolo deriva dal tardo latino branca = zampa. Nella lingua sarda il significato è simile a quello italiano: branca = zampa, branca. In bràncas o meglio, in farrùncas = tra le mani o meglio zampe, in senso spregiativo. Is brancas o meglio is francas, sono le branche uncinate (gen. di ferro), che servono per ripescare qualcosa che è caduto nel pozzo, esempio, il secchio. Maria Farrànca, personaggio delle leggende e fiabe di Sardegna, è una strega che ruba, abbranca i bambini. Una farrancàda è una giumella, una manciata piena, di sabbia, di farina, di monete, o d'altro. Il cognome è attualmente presente in 44 Comuni della Sardegna: Sassari 140, Cagliari 49, Sennori 40, Ossi 28, Dorgali 26, Cheremule 25, etc. Nei documenti antichi della Sardegna, non abbiamo trovato il cognome Branca, se non legato ai Doria (Brancadoria) e alla loro potente famiglia, di origine genovese: i Doria ebbero un ruolo importantissimo nella storia medioevale di Sardegna; il più famoso di loro fu forse Brancaleone Doria, marito di Eleonora regina di Arborea (vedi: Dizionario. Storico. Sardo. di Francesco Cesare Casula). Nella storia moderna ricordiamo: Branca, Alfredo Pino, storico. La sua opera principale, "La politica economica del governo sabaudo in Sardegna - 1773 - 1848"; e "Vita economica della Sardegna Sabauda". Altro famoso Branca fu Sebastiano (1738 - 1812), poeta nazionale, conosciuto in Sardegna per le sue rime in lingua sarda, in dialetto sassarese.
BRANCACCI
BRANCACCIO
Brancacci è assolutamente rarissimo, Brancaccio ha un nucleo romano, uno campano tra casertano,napoletano e salernitano con massima concentrazione a Napoli, Torre del Greco (NA), Orta di Atella (CE) ed a   Scafati (SA), ed ha un ceppo anche nel barese a Modugno ed a Martina Franca (TA)possono derivare da modificazioni del nome medioevale Branco (vedi BRANCA), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio nel 1294 quando Celestino V° consacra cardinale Landulfus Brancaccius di illustre famiglia napoletana.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Brancaccio è un cognome presente nella Sicilia orientale, in Calabria ed a Napoli. È una corruzione di Pancrazio, latino Pancratius. Rohlfs 53.
BRANCADORE
BRANCADORI
BRANCADORO
Brancadore è quasi scomparso, Brancadori, molto molto raro, ha un ceppo nel maceratese ed uno nel romano, Brancadoro ha un ceppo a Roma ed uno a Pescara, dovrebbero derivare dal termine arcaico semidialettale branchador (colui che acchiappa, che prende), usato nel periodo rinascimentale anche come nome.
BRANCALEONE Molto raro sembra avere due nuclei, uno nel bellunese ed uno in Campania; dovrebbe essere derivato dalla fusione di due nomi medioevali Branca e Leone personaggio famoso con questo nome composto fu nel 1300 il capitano di ventura Brancaleone Doria; nel 1200 troviamo già la cognominizzazione di questo nome con il Cardinale Leone Brancaleone, originario della provincia di Latina,  nel 1500, nel beneventano, troviamo il medico e filosofo Giovanfrancesco Brancaleone.
BRANCALION Originario della provincia di Rovigo dovrebbe essere derivato da una modificazione dialettale della fusione di due nomi medioevali Branca e Leone.
BRANCATELLI
BRANCATELLO
Brancatelli sembrerebbe tipicamente siciliano, soprattutto del messinese, Brancatello, decisamente più raro, è del palermitano, si dovrebbe trattare di forme ipocoristiche del nome tardo latino Brancatius (vedi BRANCATI).
BRANCATI
BRANCATO
BRANCAZI
BRANCAZIO
Brancati, molto raro, è presente nella provincia di Siracusa, Reggio Calabria, Catanzaro, in Basilicata ed in Campania, Brancazi sembra essere specifico di Roviano in provincia di Roma, Brancazio, assolutamente rarissimo, è del casertano, Brancato è specifico siciliano con un ceppo nel potentino e nel napoletano che potrebbero derivare dal toponimo San Brancato (PZ), gli altri dovrebbero tutti derivare dal nome tardo latino Brancatius, che discende dal nome bizantino Pancratius (Pancrazio), di questo nome abbiamo un esempio nel 1500: "...Te prima doctae gloria Purpurae Franciscus Maria Card. Brancatius Brancatiorum gloria fascium, Orbique Praesul sat regendo Saepe oculis leget eraditis...".  Tracce di questa cognominizzazione si trovano a Malta fin dal 1500: "...quod tota hereditas predicta devolvatur hori Petro Brancato ipsius testatricis patruo et...".
BRANCATISANO Questo raro cognome potrebbe indicare una provenienza del capostipite dal paese di San Brancato nel potentino, secondo un'altra ipotesi starebbe invece ad indicare una provenienza dal paese di Brancaleone nel reggino.
integrazioni fornite da Alessio Bruno Bedini
Cognome diffuso in modo esclusivo nella zona Locri (RC) - Gerace (RC). Risulta una nobile famiglia originaria di Samo (RC).
integrazioni fornite da Alessio Bruno Bedini
integrazioni fornite da Antonio Brancatisano
Da notizie tramandate il ceppo è unico e proviene da Papanice nel crotonese. Agli inizi 1600 quando avvenne la migrazione della verso il sud della Calabria ad un certo punto, la famiglia, si divise: una parte andò verso la costa jonica, come segnalato, ed un'altra parte si stabilì in S. Cristina d'Aspromonte el reggino. Famiglia, quest'ultima, di ricchi proprietari terrieri.
BRANCIANI Branciani, assolutamente rarissimo, ha qualche presenza nel maceratese e nel romano, dovrebbe derivare da un'alterazione dialettale del nome del paese romano di Bracciano.
BRANDALESE
BRANDALISE
BRANDOLESE
BRANDOLESIO
BRANDOLISI
BRANDOLISIO
Brandalese, molto molto raro, ha un ceppo nel padovano ed uno nel pavese, Brandalise è tipico del bellunese, di Arsiè in particolare, Brandolese è un cognome tipico del rovigoto, di Lendinara (RO) in particolare, Brandolesi e Brandolesio sono probabilmente dovuti ad un errore di trascrizione del primo e di Brandolisio che ha un ceppo a Maniago (PN), uno a Trieste ed uno a Venezia e Mestre, derivano dal nome tardo medioevale Brandalisius o Brandolisio una variante di Brando , di cui abbiamo un esempio in un atto del 1308: "...Et de predictis omnibus et singulis preceptum fuit mihi Francisco Trossello notario ipsius d. marchionis unum intrumentum et plura fieri et refci, semel et pluries, ad consilium sapientes. Nomina predictorum vassallorum et nobilum sunt hec.. ..Henricus Thalomeus et Brandalisius de Cochonato fratres...", queste cognominizzazioni si riscontrano a Padova fin dalla seconda metà del 1700 con un libraio ed editore chiamato Pietro Brandolese.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Secondo Olivieri 158 Brandalise deriva dal personale germanico Brando, Förstemann 234.
BRANDANO Tipico sardo della Gallura di Olbia, San Teodoro e Loiri Porto San Paolo, potrebbe derivare dal nome medioevale Brandanus di cui abbiamo un esempio nel 1500: "...Bartholomaeus Brandanus Carosius, Senensis, in loco natus, cui vulgare nomen erat Palatium de Manacia in municipio Montis Fullonici;...", poco probabile, anche se non impossibile, una connessione con il vocabolo gallurese brandali (alare del cammino, treppiede).
BRANDELLI
BRANDELLO
BRANDINI
BRANDINO
BRANDONE
BRANDONI
Brandelli, assolutamente rarissimo, sembra essere del centro Italia, Brandello, ancora più raro, forse potrebbe essere casertano, Brandini molto meno raro è toscano, Brandino è piemontese, Brandone, assolutamente rarissimo, ha un ceppo tra basso Piemonte e Liguria ed uno in Molise, Brandoni ha un ceppo nell'anconetano ad Ancona, Castelfidardo, Osimo e Camerano ed uno a Viterbo ed a Roma, derivano tutti, attraverso ipocoristici o accrescitivi, dal nome medioevale di origine germanica Brando (vedi BRANDI), tracce di queste cognominizzazioni si trovano nel 1300 a Firenze, come possiamo leggere nella Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi di Dino Compagni: "...Vermiglio d'Iacopo Alfani, e Piero Brandini Gonfaloniere di Giustizia; i quali come furono tratti, n'andarono a Santa Croce, però che l'uficio degli altri non era compiuto...".
BRANDI
BRANDO
Brandi è diffuso in tutta l'Italia peninsulare, Brando sembrerebbe avere due nuclei, uno nel napoletano ed uno nella zona costiera di confine tra Basilicata, Calabria e Campania, derivano dal nome medioevale di origine germanica Brando, di cui abbiamo un esempio in un atto scritto a Ravenna nel 1081: "...Innovacio Ungani et Brandi germanorum facta Scole piscatorum de omnibus iuribus suis que habebant in valibus Iusverti et Fenarie, sub pensione omni anno sacharum triginta piscium...", anche attraverso l'aferesi dei suoi composti come Ildebrando ecc. Questo nome, abbastanza diffuso nel tardo medioevo venne portato ad esempio nel 1400 dal Cardinal Brando Brancacci.
BRANDIMARTE Tipico della zona costiera tra il Piceno ed il pescarese, deriva dal nome medioevale Brandimarte, reso famoso dalla Chanson de  Roland e dall'Ariosto. L'uso di questo nome lo troviamo ad esempio in un atto della seconda metà del 1500 stilato in Cremona, dove viene citato il canonico Brandimarte Brunelli prevosto della chiesa dei SS. Maria e Sigismondo di Rivolta d'Adda (BG).
BRANDOARDI
BRANDOVARDI
BRANDUARDI
Brandoardi e Brandovardi sono quasi unici, Branduardi è più diffuso, sono tutti specifici  del milanese, dovrebbero derivare dal nome germanico Brandward.
BRANDOLINI Si individuano tre ceppi uno nelle provincie di Pavia e Milano, uno in Romagna ed uno nel Lazio e Abruzzi, dovrebbe derivare da nomi germanici  composti con Brando (Aldobrando, Ildebrando ecc) o da soprannomi legati alla stessa radice.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Brandolini è derivato diminutivo del cognome Brandoli, attestato a Modena da gran tempo, si lascia ricondurre al personale longobardo Brandilo, da cui muove anche il toponimo Bràndola (in com. di Polinago modenese) nominato dal 1001, che potrebbe, per altro, essere all'origine del cognome stesso.
BRANZANI
BRANZI
BRANZINI
Branzi ha un piccolo ceppo a Verona e neò veronese ed uno nel fiorentino e nel pisano, Branzini è praticamente unico, così come Branzani, dovrebbero derivare direttamente o tramite ipocoristici dal nome medioevale Branzo, a sua volta derivato dal nome celtico Brancus, nell'Archivio di Stato di Venezia, fra i titolati ai feudi troviamo un certo Branzo de Loschi  di Vicenza.
BRARDINONI Brardinoni, molto molto raro, è specifico di Urbania nel pesarese, si dovrebbe trattare di una forma accrescitiva di un ipocoristico del nome Berardo derivato derivare dal nome di origine germanica Baerhard. (vedi BERARD)
BRASA Brasa è specifico del bolognese, di Gaggio Montano in particolare, dovrebbe derivare dal nome della vicina località di Passo Brasa a qualche chilometro dal paese, ma a poco più di un chilometro in linea d'aria.
BRASCA
BRASCHI
BRASCO
Brasca è un cognome presente a macchia di leopardo in tutta la parte continentale d'Italia ha la sua massima concentrazione in provincia di Milano e nelle provincie lombarde, ma è presente in modo significativo anche in Piemonte, Liguria, Marche e Calabria, Braschi ha ceppi soprattutto in Romagna ed in Toscana, con buone presenze anche nel genovese, nel bolognese, nel romano e nel foggiano, Brasco è quasi unico. L'origine dovrebbe essere dal vocabolo gotico brakia (lotta) tramite un soprannome, o da un'alterazione del termine medioevale germanico *brahsinoo (merluzzo), secondo un'ipotesi giuntaci recentemente, che difficilmente può essere estesa a tutti i casi, potrebbe anche trattarsi di una derivazione dal vocabolo dialettale lombardo, piemontese e ligure brasca (brace, anche un tipo di fungo).
BRASCIOLU Brasciolu, assolutamente rarissimo, tipicamente sardo, potrebbe derivare da un soprannome originato dal termine gallurese braciolu (bracciolo) o dal termine nuorese brasciolu (culla, lettino).
BRASI Ha un ceppo bergamasco nella zona di Clusone ed uno a Venezia, potrebbe derivare da un antico nome di località, come quello citato in un testo del 1251: "...fratris Hilarij Prioris S. Salvatoris de Cavina, alias de Cassina; fratris Bonavogliae Prioris Eremi de Brasi, alias de Buyo; fratris Huguccionis Prioris de Corbaria, alias Cerbaria...", , un'altra ipotesi è che derivi dal nome medioevale Blasius (vedi Biasio) di cui abbiamo un esempio in uno scritto del 1563 a Pavia: "...Ego Blasius, filius egregii Baptiste de Saliis de Auxiliano, ducalis et appostolicus notarius, habitans in civitate Vercellarum et in vicinia Sancti Laurenti...".
BRASILE
BRASILI
BRASILIO
Brasile ha vari piccoli ceppi, nel teatino, nel napoletano, nel catanzarese, nel catanese e soprattutto nel palermitano, Brasili ha un ceppo nelle Marche, nell'anconetano, maceratese ed ascolano, ed uno nel viterbese e nel romano, Brasilio, quasi unico, è del casertano, si dovrebbe trattare di forme alterate dialettalmente del nome Basilio, o da forme arcaiche, anch'esse alterate, del più comune cognome Basile, che dovrebbe derivare dal termine greco basileios (regale), forse a sottolineare un portamento particolarmente imponente dei capostipiti.
BRASIOLI
BRASOLA
Brasioli, molto raro, sembrerebbe veneto, del veronese in particolare, Brasola, molto raro anch'esso, è specifico del padovano, dovrebbero derivare da un soprannome basato sul termine veneto arcaico brasiola (braciola, per estensione una persona dal volto di colore rosso vivo), forse ad identificare nei capostipiti dei ristoratori, o persone molto timide.
BRATTA Bratta è specifico di Bari, potrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo dialettale bratta = scarafaggio.
BRATTI
BRATTO
BRATUS
Bratti, è tipico della zona che comprende le province di Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì, con un ceppo forse non secondario nel Friuli, Bratto è assolutamente rarissimo, Bratus, estremamente raro, è istriano, dalmata, dovrebbero derivare dal nome tardo latino Brattus derivato dal celtico Brath o anche direttamente da quest'ultimo,  Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Umago in Istria nel 1200 con il nobile Almerigo Bratti e nel 1300 a Carpi (MO) troviamo il giureconsulto Ingrano Bratti.
integrazioni fornite da Marco Pasquali - Roma
BRATUS oltre che istriano è anche dalmata, e potrebbe derivare dal nome greco Brathos dell'odierna isola di Brazza.
BRATTULICH
BRATULIC
BRATULICH
Brattulich, Bratulich e Bratulic sono tutti quasi unici, dovrebbe trattarsi di forme patronimiche riferite a capostipiti i cui padri si fossero chiamati con il nome slavo di origini rumene Bratul, tracce importandi di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1600 con Simone Bratulich, nativo di Zagabria, dove ne divenne vescovo.
BRAU Brau, tipico sardo, ha un ceppo tra Orotelli e Oniferi nel nuorese ed uno nel cagliaritano, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale legato al termine brau (blù, turchino), ma potrebbe anche essere di origine occitanica o basca e deriverebbe dal termine occitanico brau (torello, o anche grezzo, duro).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BRAU; (BLAU): brau in Campidano ed in Barbagia significa celeste, azzurro; blau in Logudoro. Viene dal catalano blau, con lo stesso significato. Biaittu = celestino. Il cognome Brau è presente in 59 Comuni italiani, di cui 32/377 in Sardegna: Orotelli 61, Oniferi 42, Nuoro 35, San Gavino Monreale 32, Sassari 27, Caglairi 24, Carbonia 19, Sardara 15, etc. Nella Penisola, in 6 Comuni è presente il cognome Blau, probabilmente con lo stesso significato e la stessa provenienza linguistica: 2 in Liguria, 1 in Lombardia, 1 Piemonte, 1 Em. Romagna, Trieste.
BRAVETTI
BRAVI
BRAVIN
BRAVINI
BRAVO
Distribuito in tutt'Italia con una prevalenza nel centro nord Bravi. più specifico del centro Bravetti, Bravin è del Friuli e del vicino trevisano, Bravini è tipico del ternano, del viterbese e del romano, Bravo è ben presente in tutta l'Italia settentrionale, nel Lazio ed Abruzzo e nel palermitano, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal termine rinascimentale bravo (guardia), incarico spesso caratteristico di gente di ceppo germanico, a volte anche semplicemente come soprannome originato da atteggiamenti del capostipite, ma è pure possibile che derivino dal nome Bravo entrato in uso in Italia in epoca tardo rinascimentale.
BRAZALE
BRAZZALE
BRAZZALI
Brazzale è specifico del vicentino, di Calvene, Sarcedo, Thiene, Zanè, Dueville, Zugliano, Lugo di Vicenza, Fara Vicentino, Caltranò, Villaverla, Schio, Vicenza e Malo, con piccoli ceppi anche in Val d'Aosta, nel verbanese e nel varesotto, Brazzali, estremamente raro, sembrerebbe dell'area trentina, Brazale è praticamente unico, dovrebbero derivare da un soprannome originato probabilmente dalla consuetudine dei capostipiti di indossare il bracciale, cioè un'antica armatura protettiva del braccio, normalmente utilizzata dagli arceri.
BRAZZIT Brazzit, assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico del pordenonese, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine dialettale brazzit (braccino, braccio corto), che potrebbe essere stato originato da una caratteristica fisica del capostipite, ma, molto più probabilmente, sottolineerebbe invece la caratteristica comportamentale del risparmiatore, probabilmente un poco tirchio.
BREDA Breda ha un nucleo lombardo tra milanese, bergamasco e bresciano ed uno veneto tra padovano e trevisano, deriva o da toponimi come Breda di Piave nel trevisano, Breda Libera nel bresciano o da nomi di località, originate dal termine di origine longobarda brayda che nel basso medioevo aveva il significato di campo erboso.
BREDY Bredy, specifico della Valle d'Aosta, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine francese medioevale bredeler (balbettare), forse a sottolineare così un difetto del capostipite.
BREGALDA Bregalda, molto molto raro, è specifico del vicentino, sembrerebbe originario di Castelgomberto (VI), dovrebbe trattarsi di un matronimico derivando dal nome medioevale Beregalda, forma arcaica del nome Berengaria, femminile del più diffuso Berengario.
BREGALINI
BREGALLINI
Bregalini è praticamente unico, Bregallini sembrerebbe prevalentemente dell'anconetano, in alcuni casi può trattarsi di un errore di trascrizione del cognome Bragalini (vedi), ma per il ceppo di Fabriano (AN) è più probabile un'origine differente.
BREGLI
BREGLIA
BREGLIO
Bregli ha un piccolissimo ceppo romagnolo a Forlì, Breglia è tipicamente meridionale, ha un ceppo a Napoli e Vico Equense nel napoletano ed a Castel San Lorenzo e Sanza nel salernitano, un ceppo nel potentino a Senise e Teana ed uno pugliese a Molfetta nel barese, a Foggia ed a Taranto, Breglio è quasi unico, potrebbero derivare da un soprannome originato dal termine arcaico breglia (briglia), ma è molto probabile anche una derivazione da nomi di località, bisogna inoltre considerare la possibilità di un'origine slava e di una derivazione dal nome e cognome sia saraceno che slavo Brelius.
BREGOLA
BREGOLI
Bregola è specifico dell'area rovigoto, ferrarese, di Castelmassa e Trecenta nel rovigoto e di Ferrara in particolare, Bregoli ha un ceppo nel bresciano ed uno nel ferrarese, con presenze significative anche nel mantovano, nel modenese e nel bolognese, potrebbero derivare da nomi di località come Bregolo nel vicentino, ma è pure possibile una derivazione dalla contrazione di una modificazione tronca di nomi medioevali come Beregaldus, una delle tante modificazioni del nome Berengarius, in un atto del 1475 si legge: "...Beregaldus Notarii Litterae ad fratres provinciae Provinciae contra equitationis excessus...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
BREGOLI, BREGOLA - Alla base di questo cognome dovrebbe esserci un soprannome derivante dal termine dialettale 'bregola', con il quale si identifica un bastone usato per aiutarsi a camminare su terreni non regolari, tipo le stradine di montagna, ma usato un tempo anche in campagna.
BREMBI Limitato alla provincia di Milano e Cremona, molto raro potrebbe derivare dal toponimo Brembio (LO).
BREME Breme, quasi unico, presente oggi tra Pavese e milanese, dovrebbe essere di origini germaniche, potrebbe derivare dal nome medioevale germanico Brehm, ma, molto più probabilmente deriva dal nome della città di Bremen (Brema) in Germania.
BRENA Brena è tipicamente lombardo del bergamasco, di Bergamo, Ponte San Pietro, Mozzo, Scanzorosciate e Ranica, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine dialettale arcaico brena (briglia), probabilmente ad indicare che il capostipite facesse il carrettiere o il vetturino.
BRENCA
BRENGA
Brenca è tipico di Roccadaspide nel salernitano e di Capaccio, Salerno e Battipaglia, sempre nel salernitano, Brenga è tipico di Altavilla Silentina ed Eboli, sempre nel salernitano, dovrebbero derivare, direttamente o tramite una modificazione dialettale, dal nome del paese di Brenca Canne, una frazione del comune di Roccadaspide nel salernitano.
BRENCI
BRENCIO
Brenci, rarissimo, sembra del perugino, Brencio, molto molto raro, sembra tipico di Fabriano (AN), anche se potrebbe avere un ceppo nell'alessandrino.
BRENDANI
BRINDANI
Brendani, molto molto raro, è tipico dell'area genovese, spezzina, Brindani, più diffuso, è tipico del reggiano, Montecchio Emilia, Reggio Emilia e Bibbiano e del parmense, di Parma in particolare, dovrebbero entrambi derivare dal nome medioevale Brendanus a sua volta derivato dal nome brettone Brendanig, ricordiamo con questo nome il Sanctus Brendanus, irlandese, del VI° secolo: "Sanctus Brendanus filius Finloca nepotis Alti de genere Eogeni stagnili regione Mumenensium ortus fuit. Erat vir magnae abstinentiae et in virtutibus clarus trium milium fere monachorum pater...".
integrazioni fornite da Romano Brindani
ho effettuato una ricerca genealogica sul cognome Brindani, cognome che mi risulta essere derivato dalla cognominizzazione del nome, del primo ascendente, Brendano de Palude (1315-1398ca) (Quattro Castella) discendente dalla storica famiglia reggiana Da Palude.  (NdR = Con il toponimo De Palude ci si riferiva anticamente all'area di Fabbrico nel reggiano)
BRENDOLINI Abbastanza raro originario della Liguria e provincia di Alessandria (vedi Brandolini).
BRENGOLA Brengola, quasi unico presente nel latinense e nel salernitano, potrebbe derivare da un nome di località come la barese Torre di Brengola, o, più probabilmente, potrebbe trattarsi di una forma etnica dialettale riferita al paese di Brenca Canne nel salernitano.
BRENNA
BRENNI
BRENNO
Brenna ha un nucleo tra milanese, varesotto e comasco, un ceppo a Roma ed uno a Rionero in Vulture nel potentino, sia Brenni che Brenno sembrano quasi unici, dovrebbero derivare da toponimi come Brenna nel comasco o Brenno Useria nel varesotto, potrebbero anche derivare dal nome celtico Brennus, che significa capo, ricordiamo il purtroppo famoso: "Brennus rex Gallorum, qui apud Senonas urbem regnabat, cum trecentis milibus Gallorum Senonum ad Italiam venit eamque usque ad Senogalliam, quae a Gallis Senonibus vocitata est, occupavit....", ma non si può escludere anche una possibile derivazione dal termine dialettale arcaico brenna (rastrelliera, greppia, dove si pone il fieno per gli animali).
BRENNER
BRENNERI
BRENNERO
Brenner, assolutamente rarissimo è altoaltesino, Brenneri e Brennero sono praticamente unici e dovrebbero essere dovuti ad un'italianizzazione del precedente, che dovrebbe derivare dal nome del paese di Brennero in provincia di Bolzano, paese che dovrebbe trarre il suo nome da quello della tribù alpina dei Breuni, che sembrerebbero essere stati di origini illiriche.
BRENTAZZOLI
BRINTAZZOLI
Rarissimo Brentazzoli, molto raro anche Brintazzoli, sono tipici del bolognese, derivano da un soprannome originato dal vocabolo dialettale arcaico brintazzo (recipiente di legno per il trasporto del vino), forse ad indicare la professione di vinaio del capostipite.
integrazioni fornite da Angela Bonora
a seguito di ricerche storiche relative alla provincia di Bologna ho scoperto che nel Medioevo XII sec. esisteva già nel Bolognese la zona di Brento vicino a Pianoro. Era zona vinicola, inoltre con il termine brentatori venivano chiamati i trasportatori di uve entro cesti (brenti) o altri contenitori a spalla. Brintazzoli è un cognome della mia famiglia (bolognese) ed alcuni componenti portavano il cognome Brentazzoli alternativamente.
BRERA Brera è specifico del milanese e pavese, deriva da nomi di località, brera è l'antica corruzione dialettale milanese del termine di origine longobarda brayda che nel basso medioevo aveva il significato di campo erboso.
BRERO Brero è tipico del torinese e alto cuneese, deriva da nomi di località come Brero di Lagnasco (CN).
BRESCELLI
BRESCELLO
Brescelli è quasi unico, Brescello, assolutamente rarissimo, sembrerebbe avere un ceppo nel padovano ed uno nell'area bergamasca, milanese, una prima ipotesi porterebbe ad una derivazione di questi cognomi dal toponimo Brescello nel reggiano che, in epoca romana prima e medioevale poi, aveva raggiunto ragguardevoli dimensioni ed un altrettanto ricca popolazione, ma l'ipotesi più probabile resta quella di una derivazione dal nome medioevale Brixellus di cui abbiamo un esempio in questo scritto della prima metà del XII° secolo: "Ut autem hec concordia robustior esset, II kalendas julii, id est die translationis Sancti Albini, venit ipse Gaufridus in capitulum nostrum cum Agnete, uxore sua, et Rotberto, filio suo, ibique pariter predictam superfluitatem dimiserunt, et terram et pratum de quibus sermo est, sicut suprascriptum est, Sancto Albino concesserunt, et de sua concessione domnum Rotbertum abbatem cum uno rotulo revestierunt, et eundem rotulum super altare Sancti Albini detulerunt. Hoc viderunt et audierunt: Ex parte ejus: Johannes de Rupeforti, Corbinus, Rainaldus de Vileriis. Ex parte nostra: Guiddo Carbonellus, Brixellus, Peregrinus, Rotbertus Ortolanus.".
BRESCI
BRESCIA
Bresci ha un nucleo toscano nelle province di Firenze, Prato e Pistoia, ed un piccolo ceppo nel cosentino, Brescia è diffusissimo in Puglia con un probabile ceppo secondario nel napoletano e nel catanzarese, dovrebbero derivare dal toponimo Brescia.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Sull'origine di questi cognomi confluiscono perlomeno due ipotesi, che, sommate l'una all'altra, ne giustificano l'alta diffusione all'interno del paese (soprattutto nel sud Italia). Cominciando con i ceppi settentrionali e centro-settentrionali, è molto probabile una connessione col toponimo lombardo Brescia, che, in realtà, può valere anche per diverse famiglie meridionali. Nel Meridione, tuttavia, va detto che in molti casi i cognomi Bresci e Brescia non sono d'origine italiana, bensì albanese, e nascono da un'italianizzazione del termine Arbëreshë o Arbresha (anche usato come nome di persona), che in lingua madre significa appunto albanese: dal punto di vista etimologico, comunque, va notato che l'adattamento in Brescia nasce in realtà dall'aferesi di Abbrescia (vedi Abbrescia), anche se il richiamo al toponimo lombardo ha permesso al cognome Brescia di diffondersi in misura maggiore; solo per curiosità, inoltre, si può aggiungere che esiste uno stretto rapporto fra i cognomi Albanese e Brescia, nati entrambi dallo stesso termine, nonostante il primo risenta di una vera e propria latinizzazione piuttosto che di un adattamento popolare. Prima di concludere, comunque, è importante precisare che il termine Arbëreshë non si applica ai moderni albanesi (che si definiscono col termine Shqiptar), ma solo a quelle famiglie che, in seguito all'occupazione ottomana dell'Albania (1478), decisero di abbandonare il loro paese e di emigrare in Italia, fondando delle grandi comunità albanesi-italiane per lo più nel Meridione (in realtà pare che quest'emigrazione fosse già in atto in un'epoca precedente alla guerra contro gli Ottomani).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Nel suo Toponomastica italiana § 79, G.B. Pellegrini connette Brixia (Brescia) con una nota voce celtica, affine a briga. Anche l'Olivieri, DTL 109, accenna a tale nome e ad altri di origine verosimilmente celtica come Brexa in Spagna, Bressa in Gallia e Bressanone (Alto Adige). Ma molti studiosi, tra i quali soprattutto Alessio 1948, tendono a riportare tale tema toponimico nel senso di rocca, altura al preceltico preindeuropeo. Il Gröhler I, 198 sotto il gallico Brixus, Brixius = saltus, riportato al gallico brica, briga, menziona anche la nostra Brixia. Se si vuole invece vedere in Brescia una origine albanese, allora   per F. Altimari Tracce onomastiche albanesi nella comunità calabrese di Gizzeria (http://www.catanzaroarberia.org/it/testi.php?id_section=3&id=14) la forma cognominale  Brescia /Abbrescia, presente anche in comunità albanofone di Calabria, rappresenta sicuramente una forma di adattamento italianizzato, con scambio delle liquide alveodentali l ~ r, del cognome originario Blescia [alb. Blesha] e non viene dall'etnonimo popolare briesh (m.) ~ bresh (f.) - derivato a sua volta dall'etnico interno albanese (ar)bëresh - diffuso nella Calabria settentrionale, in zona romanza e non albanofona, per indicare l'albanese d'Italia.
BRESCIANI Deriva ovviamente dal toponimo Brescia è distribuito in tutto il centro nord Italia, ma la massima concentrazione è in Lombardia.
BRESCON
BRESKON
Brescon è ormai quasi scomparso, Breskon, quasi unico, è dell'udinese, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine sloveno bréska, che è il nome di un tipo di pecora, ma viene anche usato per indicare i montanari, ed è questo probabilmente il significato che ha dato origine al soprannome.
BRESOLIN Cognome decisamente veneto di derivazione incerta.
BRESSAN
BRESSANI
BRESSANIN
BRESSANINI
BRESSANO
Bressan è tipico del Veneto con ceppi anche nel nord milanese e nel torinese, Bressani è tipico della Lombardia centromeridionale, ma presenta anche un ceppo friulano, Bressanin, decisamente veneto, è tipico di Arquà Petrarca nel padovano, con un ceppo anche a Campagna Lupia e Venezia nel veneziano, Bressanini ha un ceppo a Scurelle nel trentino, ed uno molto piccolo nel bergamasco, Bressano, molto molto raro, sembrerebbe del cuneese, dovrebbero derivare, direttamente o attraverso forme ipocoristiche, o da soprannomi dialettali originati da bressan, l'etnico della città di Brescia (bresciano) o direttamente dalla forma medioevale bressanus, appunto per indicare un'origine bresciana, di quest'uso abbiamo un esempio nel 1100: "...Interim Anacleto Mortuo Victor IV. surrogatus est, sed is moxsponte cessit. Conc. dein 2. Lateranense habuit, A. C. 1139. quo Abaillardus et Arnoldus Bressanus damnati. ..."; tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Bergamo nella seconda metà del 1400 con lo scrittore e poeta Ioannes Bressanus Bergomensis (1490-1560).
BRESSANELLI Deriva dal toponimo Brescia ed è un cognome decisamente lombardo.
BRESSO Bresso sembrerebbe del torinese, di Torino, Verolengo, Pinerolo e perosa Argentina, dovrebbe derivare dal nome medioevale Bressus o, più probabilmente, da un'italianizzazione del nome francese Bresson, nome portato ad esempio dal vescovo di Tours che successe a San Martino alla fine del quarto secolo.
BREUSA
BREUZA
Entrambi specifici del torinese, Breusa in particolare di Pomaretto e di Perosa Argentina così come Breuza che è diffusa anche a Pinasca, Perrero e Salza di Pinerolo sempre nel torinese, dovrebbero essere originati dal mestiere di carbonari e derivare da una distorsione del termine francese braise (mercante o produttore di carbone di legna).
BREVEGLIERI
BREVIGLIERI
BREVIGLIERO
Breveglieri è decisamente emiliano, specifico dell'area che comprende il modenese, il bolognese ed il ferrarese, Breviglieri è specifico della zona che comprende il mantovano, il modenese, l'alto bolognese ed il rovigoto, Brevigliero, assolutamente rarissimo, è del rovigoto, potrebbe derivare dal fatto che i capostipiti fossero cacciatori di uccelli con il breviceglio (sorta di bastone cosparso di vischio), una seconda ipotesi li farebbe addirittura derivare dal termine gallico briva (ponte) e vorrebbe che questi cognomi avessero origine dal mestiere di addetto al controllo e manutenzione dei ponti svolto dai capostipiti.
BRIANA
BRIANI
Briana, quasi unico, è del veneziano, Briani ha un ceppo in trentino a Storo e Trento ed uno a Verona, potrebbero derivare dal nome del paese di Brian o di Briana di Noale nel veneziano o di Cà Briani nel veneziano e nel padovano.
BRIANESE Brianese tipicamente veneto del trevisano in particolare e specificatamente di Istrana, dovrebbe derivare dall'etnico del toponimo Briana di Noale (VE).
BRIANO Briano è specifico di Savona, con ceppi nel savonese a Quiliano, Cairo Montenotte, Albisola Superiore, Altare, Carcare, Vado Ligure ed Albissola Marina ed a Genova, potrebbe derivare dal nome del paese astigiano di Briano, o anche dal nome medioevale Brianus, di origini britanniche, ma molto più probabilmente deriva da un soprannome originato dal termine provenzale arcaico brian (piccolino), forse ad indicare che il capostipite avesse una corporatura minuta.
BRIANTA
BRIANTE
Brianta assolutamente rarissimo esclusivamente nel sudmilano, Briante molto raro sembra avere un ceppo nell'udinese, uno nel napoletano ed uno nel reggino, dovrebbe il primo derivare dal nome geografico Brianza, il secondo probabilmente deriva dal nome normanno Brian italianizzato in Briante.
BRIANZA
BRIANZOLI
Brianza ha un ceppo tra milanese e varesotto ed uno nel bresciano, Brianzoli è esclusivamente milanese, derivano dal nome Brianza, l'area geografica limitrofa al milanese.
BRIASCHI
BRIASCO
Briaschi, assolutamente rarisssimo, è tipico del lodigiano e sudmilanese, Briasco è tipicamente genovese,di Arenzano, Genova, ma con presenze significative anche a Varazze nel savonese, dovrebbero derivare dal nome del monte Briasco in Valsesia nel vercellese, probabile località d'origine dei capostipiti.
BRIATORE Briatore è un cognome tipicamente piemontese del cuneese, di Garessio, Mondovì, Priola, Torre Mondovì, Pamparato e Ceva, ma ben diffuso anche a Torino e nel torinese, a Savona, ad Imperia e nell'imperiese, probabilmente originario proprio del cuneese, dovrebbe derivare da un termine dialettale brijador per postiglione, cioè chi regge le bria (briglie) di una carrozza, esiste, anche se ben poco condivisibile, l'ipotesi di un riferimento alla regione francese de La Brie posta a sudest di Parigi.
BRICCA
BRICCHI
BRICCO
Bricca ha tre ceppi, in Umbria, Lazio e Piemonte, Bricchi è tipico del sudmilanese, lodigiano, cremonese e piacentino, Bricco ha un ceppo nel varesotto ed uno nel torinese, dovrebbero avere diverse origini una delle quali è che possano derivare dal termine celtico bri (cima, rupe) indicando un'origine montana del capostipite, un'altra li fa discendere da soprannomi originati dal vocabolo germanico antico bricho (assaltatore, predone), una terza, ma non ultima ipotizza una connessione con il termine burìcco (ronzino, piccolo asino) per contrazione.
integrazioni fornite da Daniele Zaia
Bricco, cognome ormai molto raro, originario di Aramengo. Dalla voce piemontese "bric", collina.
BRICCARELLO Briccarello, sicuramente piemontese è specifico di Torino e Moncalieri nel torinese e di Cortazzone nell'astigiano.
integrazioni fornite da Daniele Zaia
Deriva dalla parola piemontese bric (collina) a sua volta originato dal celtico brig (alto), significa originario o abitante delle colline. Pare originario del piccolo comune di Cortazzone, in provincia di Asti.
BRIENZA Tipicamente lucano, del potentino, di Potenza, Forenza e Rionero in Vulture, deriva dal toponimo Brienza (PZ) nome di radici germaniche simili a quelle di Brianza (territorio lombardo).
BRIGA
BRIGHI
BRIGO
Briga, abbastanza raro, ha un piccolo ceppo a Pescara, uno a Massafra nel tarantino ed uno in Sicilia, a Niscemi nel nisseno, e ad Agira nell'ennese, Brighi ha un ceppo romagnolo, a Cesena soprattutto, a Rimini ed a Cervia e Ravenna nel ravennate, a Forlì, Cesenatico, Bertinoro e San Mauro Pascoli nel forlivese ed a Sant'Arcangelo di Romagna nel riminese, Brigo è tipicamente veneto, del padovano, di Anguillara Veneta, Vigonza, Tribano e Monselice, di Verona, di Venezia, di Rovigo e di Schio nel vicentino, dovrebbero derivare dal nome medioevale Briga, Brigo, del quale abbiamo un esempio d'uso a Besozzo nel milanese nella seconda metà del 1500: "...Item dove se dice in Sorvia, campo pertiche tre, conuerenza messer Giovanni Antonio de Daverii, et messer Hercolo Besozzo et il signor Francesco Besozzo. et gli heredi de Brigo delli Daverii de Bozzio. Item la selva detta delli Morti, quasi tutta dissipata, de pertiche 12 vel circa, 5 conuerenza gli soprascritti heredi de Brigo da tre parti, et dall'altra parte messer Giovanni Petro Soresina, et il signor Francesco Besozzo. ..", o anche da antichi nomi di località basati sul termine gallico briga (rocca altura) o sul germanico medioevale briha (pietraia), ma è pure possibile una derivazione da soprannomi basati sul termine tardo latino briga (contesa, rissa), termine probabilmente nato dal gotico brikan (rompere spezzare, combattere), pensiamo ad esempio al nome della famosa maschera Brighella, che ha avuto origine proprio da quest'ultimo termine.
BRIGANTE
BRIGANTI
BRIGHENTI
Brigante ha un ceppo nel Salento ed uno nel salernitano che si allarga ai vicini napoletano e potentino, Briganti è assolutamente panitaliano, Brighenti è tipico dell'area lombardo, veneto, emiliana, con un ceppo anche nel romano e nel latinense, probabile frutto dell'emigrazione veneta forzata, indirizzata alla bonifica delle Paludi Pontine, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi originati dal termine italiano brigante (attaccabrighe), quello stesso termine in epoca medioevale era attribuito a soldati di ventura inseriti in una forza di circa una trentina di uomini al soldo di un Connestabile, mentre secondo altri il termine deriverebbe dal celtico briga (altura, collina fortificata) e intenderebbe un appartenente a forze militari medioevali alpine, solamente in tempi posteriori il termine acquisì il senso di grassatore e malandrino, probabilmente proprio a causa del comportamento di quegli uomini armati prima citati, esiste però anche la possibilità che si tratti di un nome proprio ispirato alla dea celtica Brigantia, protettrice dei fabbri.
integrazioni fornite da Luciano Comelli
Il cognome Brighenti della zona di Latina non ha  origini venete, benchè  effettivamente esista effettivamente anche in Veneto e Trentino ed abbia un suono tipicamente veneto, che, nella mia personale esperienza e non solo, ha tratto in inganno proprio in questo senso. Il cognome BRIGHENTI presente a Latina e dintorni è infatti storicamente originario del vicino comune collinare di Sonnino, dove con la variante di Briganti risulta molto diffuso, essendo molto probabilmente motivato dallo storicamente ben documentato fenomeno del brigantaggio (il paese si è trovato per secoli a ridosso della cosidetta terra di nessuno, ampia fascia di confine tra stato pontificio e regno borbonico meta e rifugio di briganti e fuorilegge: ancora oggi, per scherzoso campanilismo, si è soliti chiamare briganti i sonninesi in genere). Solo a partire da Sonnino, antico paese collinare, il cognome si è quindi diffuso nel capoluogo con un'emigrazione a carattere locale.  Mi sento infine di escludere che a fianco di Brighenti di origine sonninese, sicuramente presenti in larga maggioranza, possa esistere un qualche nucleo di origine veneta, poichè nell'elenco dei pionieri veneti (che, vale la pena di puntualizzare per amor di storia, non emigrarono affatto in modo forzato, se per forzatura non si considerano fame e indigenza) ricostruito di recente dagli studi dell'Associazione Veneti dell'Agro Pontino, tale cognome è assente. Al contrario, almeno per quanto ne so, non è da escludere che parte dei Brighenti presenti nella zona di Pomezia, Ardea ed Aprilia abbiano lontane origini trentine: uno studio completo sulle famiglie dei coloni trentino-bosniaci, per quanto non tantissime, infatti non è stato fino ad oggi approntato.
BRIGATI Brigati ha un ceppo a Piacenza e Ponte dell'Olio nel piacentino ed a Tornolo nel parmense, uno a Bolgare nel bergamasco ed a Cremona ed uno a Genova, dovrebbe derivare da soprannomi stanti ad indicare nei capostipiti gente proveniente da zone collinari, basandosi il soprannome sul termine celta briga (collina) e vorrebbe dire abitante delle colline.
BRIGATTI Tipico della Lombardia nord occidentale e della provincia di Novara dovrebbe derivare dal toponimo Briga Novarese (NO).
BRIGIDA
BRIGIDI
BRIGIDO
Brigida ha un ceppo molto piccolo in Liguria a Genova ed a Varazze nel savonese, un ceppo nel romano a Genazzano ed a Roma, ed uno in Puglia a Manfredonia nel foggiano ed a monopoli nel barese, Brigidi, molto raro, sembrerebbe dell'area tra Rimini e Pesaro, Brigido è specifico di Polignano a Mare nel barese, tutti questi cognomi derivano dal nome celtico Brighid (eccelsa somma).
BRIGLIADORI Brigliadori è tipicamente romagnolo, di Cesena, Savignano sul Rubicone, Borghi e Roncofreddo nel cesenate, di Ravenna e di Bellaria Igea Marina, Rimini e Santarcangelo di Romagna nel riminese, con un ceppo anche a Roma, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale originato dal mestiere di postiglione, cioè reggitore di briglie, probabilmente svolto dal capostipite.
BRIGNANI Brignani è tipicamente lombardo, del cremonese, bresciano soprattutto e mantovano, di Ostiano nel cremonese, di Gambara, Pavone del Mella, Brescia e Fiesse nel bresciano e di Cavriana, Solferino e Casalromano nel mantovano, con un piccolo ceppo nel ravennate a Lugo e Massa Lombarda, dovrebbe derivare dal nome del paese Brignano Gera d'Adda nel bergamasco, probabile località d'origine dei capostipiti, paese il cui nome dovrebbe derivare da un ager brinnianus, cioè proprietà agricola di un Brinnius.
BRIGNARDELLI
BRIGNARDELLO
Brignardelli ha un ceppo a Roma, Brignardello è tipico del genovese, di Cogorno, Ne e Lavagna, dovrebbero derivare da forme ipocoristiche di alterazioni del nome medioevale Binardus (vedi BIGNARDI), o anche da alterazioni dialettali del nome Bernardello.
BRIGNOCCOLI
BRIGNOCOLI
Brignoccoli, assolutamente raro, sembrerebbe dell'area romagnolo marchigiana, Brignocoli è un cognome talmente raro da sembrare unico, dovrebbero derivare da soprannomi dialettali originati dal vocabolo italiano bernoccolo a sua volta derivato dal prefisso peggiorativo bar e dal termine latino nucula (piccola noce), soprannome forse originato dalla presenza di significative escrescenze che caratterizzavano il capostipite.
BRIGNOLE Brignole è tipico di Genova e di Chiavari, sempre nel genovese, deriva dal nome di località.Brignole nella riviera di levante, si hanno tracce di questo cognome fin dal 1100, il casato venne ascritto al Patriziato Genovese fin dal 1528, annovera dei Dogi di Genova, il primo Doge fu Gian Francesco Brignole nel 1600.
BRIGNOLI
BRIGNOLO
Brignoli è decisamente lombardo, in particolare del bergamasco, di Scanzorosciate, Trescore Balneario, Bergamo, Peia, Nembro, Cenate Sopra, Carobbio degli Angeli, Pedrengo, Palosco, Alzano Lombardo, Urgnano, Gorlago, Villongo, Torre de' Roveri, Romano di Lombardia e Gorle, di Milano, di Urago d'Oglio, nel bresciano, di Voghera e Varzi nel pavese, Brignolo invece è piemontese, di Torino e Collegno nel torinese, di Asti e di Govone nel cuneese, dovrebbero derivare da brignolus, il nome arcaico delle piante di susine, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio nel De bello italico, storia delle campagne in Italia degli anni 1745 e 1746: "...Ipse Dux Brignolus in tantâ rerum perturbatione, incredibili animi robore, consiliique prostantiâ neque nimis populari concitationi indulgebat, neque fatis repugnabat. Venientes enim ad se cujuscumque generis homines, impotentissimumque Austriacorum dominatum...".
BRIGNONE
BRIGNONI
Brignone ha un ceppo a Cuneo e tra cuneese e savonese, in particolare a Cairo Montenotte (SV), uno a Roma e Nettuno e nel latinense ad Aprilia, Latina e Cisterna di Latina, ed uno nel trapanese a Pantelleria, nell'agrigentino a Lampedusa e Linosa ed a Palermo, Brignoni, molto molto raro, ha un piccolo ceppo a Novara, dovrebbero derivare soprannomi originati dal vocabolo italiano arcaico brignone (varietà di prugna), forse per l'abbondanza di questi frutti nella località d'abitazione delle famiglie, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel ragusano a Modica nel 1500 con un certo Magnificus Fredericus Brignone, in un atto del 1599 dove ad un certo Francesco Brignone trapanese viene affidato un carato (un ventiquattresimo) di una tonnara, a Savona ad esempio nella seconda metà del 1600, quando Giovannantonio Brignone compare tra gli amministratori della città.
BRIGONI Brigoni, molto raro, è specifico di Medole nel mantovano, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine celtico briga (collina, monte), che al plurale fa brigoni, indicando quindi un'antica provenienza da zone montane della famiglia, ma è pure possibile una derivazione da un soprannome originato dal termine gotico brikan (rompere, spezzare, combattere), forse ad indicare un'origine guerriera del capostipite o anche a stigmatizzare un comportamento da attaccabrighe dello stesso.
BRINA
BRINI
BRINO
Brina ha un ceppo tra milanese e bergamasco, un nucleo nel ferrarese e bolognese ed un piccolo ceppo nel genovese, Brini ha un ceppo tra lecchese, milanese e bergamasco, un nucleo nel bolognese nelle province emiliane e nel fiorentino ed un ceppo importante in provincia di Roma, Brino, molto più raro, ha un piccolo ceppo nel torinese ed uno ancora più piccolo tra trevigiano e bellunese, dovrebbero derivare dal nome medioevale Brina o da località chiamate appunto Brino: "...quam fecit Iohannes de terra de Brino..." o Brina: "...il 21 Agosto del 1389 il marchese Spinetta acquistò da Franceschino di Podenzana le quote che questo marchese possedeva sul poggio di Brina nei pressi di Ponzano...", tracce di un principio di queste cognominizzazioni le troviamo nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale in un atto del 1178 a Lodi: "...et Rogerius et Bellebonus et Boldo de Salarano et Alliotto Brina et Mazo Piroldus et ...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Brini è cognome principalmente emiliano. Risale ai nomi personali medievali Brina e Bruina, allusivi alla freschezza e al candore della carnagione. Dal latino 'pruina' = brina. Un «Albertus Brina» è presente in una carta modenese del 1108.
BRIO Brio ha un piccolo ceppo a Torino, probabilmente secondario, uno a Mesagne nel brindisino, uno a Molfetta nel barese ed uno a Lecce, uno a Crotone ed uno ad Adrano nel catanese, potrebbe derivare dall'italianizzazione di ipocoristici medioevali francesi di nomi come Aubry.
BRIOLA
BRIOLI
BRIOLO
Briola, ha piccoli ceppi tra torinese ed astigiano, nel bresciano, nel napoletano e nel potentino, Brioli, molto raro, ha un ceppo a Rimini ed uno molto piccolo nel teramano a Silvi ed Atri e nel pescarese, Briolo ha un piccolissimo ceppo nel torinese, potrebbero derivare da nomi di località come quella citata in questa Cartula venditionis dell'anno 1028 nel bergamasco: "In Christi nomine. Hcunradus gracia Dei imperator augustus, anno imperii eius secundo, tercio die mensis aprelis, indicione undecima. Constad nos Ambroxio filius quondam Iohanni et similiter Iohanne et Raimpaldus diaconus germanis filii quondam Petri de loco Leviate accepisemus sicuti et in presencia testium accepimus ad vos Andrea et Petro germanis filii quondam item Petri de loco Briolo argentum denarios bonos solidos novem, finitum precium pro pecia una de terra aratoria iuris nostris ...", o da altre simili, sempre connesse con il termine celta briva (ponte).
BRIONE
BRIONI
Brione è praticamente unico, Brioni ha un ceppo nel bresciano ed uno tra mantovano e reggiano, dovrebbero derivare da toponimi come Brione (BS) o l'antica Brioni (LO). Troviamo il casato dei Brioni come feudatari di Bovezzo (BS) nel 1200.
BRIOSCHI Specifico della provincia di Milano e Bergamo dovrebbe derivare dal toponimo Briosco (MI).
BRIOTTI Non è stato possibile identificarne l'origine, sembra esserci un ceppo in Valtellina ed uno in provincia di Roma, potrebbe derivare da un soprannome originato dal termine latino briotus (carretto a due ruote).
integrazioni fornite da Giuseppe Briotti
Sembra possibile il riferimento al toponimo Briotti frazione di Ponte in Valtellina (SO), esiste inoltre nella zona di Nantes il castello Briottieres.
integrazioni fornite da Stefano Briotti
i Briott erano cesellatori della Lorena, poi ancora all'epoca in cui  la Savoia comprendeva i territori sul versante francese delle Alpi, sembra si siano trasferiti nella zona della Valtellina. Da lì, con la scesa dei piemontesi, hanno seguito le sorti delle varie capitali; prima a Firenze, dove per qualche tempo si sono stabiliti; poi a Roma, in particolare nella zona tra Fiuggi e Palestrina. Il capostipite romano ed i suoi successori hanno avuto molti figli, di primo e secondo letto; alcuni di essi sono a Roma, altri nella zona tra Terni e Perugia, alcuni sparsi per il mondo.  Nel 1919 a Virgilio Briotti è stato concesso di fregiarsi del titolo di Conte di Bebbio.
BRIOZZI Estremamente raro è del vicentino, potrebbe derivare da un soprannome originato dal termine latino briotus (carretto a due ruote).
BRIOZZO Specifico del savonese, di Calizzano in particolare, potrebbe derivare da un soprannome originato dal termine latino briotus (carretto a due ruote).
integrazioni fornite da Pier Luigi Briozzo
Cognome sicuramente originario di Mereta fraz. di Calizzano (SV), dove 50 anni fà erano tutti Briozzo, tutta la frazione, circa 300 persone. Tutti i Briozzo sparsi per l'Italia e nel mondo sono di origine Meretese, secondo uno studio fatto da  don Pietro Suffia parroco di Calizzano negli anni 50.
BRISCA
BRISCAS
Quasi scomparso Briscas, dovrebbe essere sardo, Brisca, assolutamente rarissimo, è invece genovese, dovrebbero derivare da un soprannome originato o da una voce dialettale per briscola o dalla voce catalana brisca (canaglia, birbante).
BRISCHETTA
BRISCHETTI
BRISCHETTO
Brischetta, molto raro, ha un piccolo ceppo a Piazza Armerina nell'ennese, Brischetti, estremamente raro, è del catanese, Brischetto è tipico del catanese, di Acireale, Catania, Aci Sant'Antonio, Mascali e Santa Venerina, questi cognomi dovrebbero derivare da una forma ipocoristica del termine catalano brisca (canaglia, birbante), con il significato di birbantello, ma secondo un'altra teoria si tratterebbe di un origine soprannominale basata sul termine siciliano brischettu (la parte del quarto anteriore della carcassa della pecora o del montone), in questo caso si riferirebbe forse a dei capostipiti pastori.
BRISCIOLI Cognome molto raro, presente solo in provincia di Milano e di Messina.
BRISINELLO Brisinello è specifico di Pontebba nell'udinese, potrebbe derivare da un soprannome originato da una forma ipocoristica del termine veneto brisìn (pezzettino, cosa molto minuscola), forse ad indicare che il capostipite fosse molto piccolo di corporatura.
BRITELLI Britelli, assolutamente molo molto raro, sembrerebbe specifico di Sacrofano nel romano, dovrebbe derivare dal nome medioevale Britellus, una forma ipocoristica del cognomen latino Britus (britannico o brettone), che potrebbe essere stato portato da un legionario romano veterano della campagna in Britannia, o del nome germanico Brito, dell'uso di questo nome abbiamo un esempio : "... Verum, quod rursus ad castrum seu oppidum, S. Bernardi natalitium, Fontanas spectat, cavendum monet Manricus, ne ultra meritum nobilitetur, et locis aliis eidem annexis locupletetur. «Recentiores, inquit, dum oppidum patris legunt, comitatum confingunt, et plures alios pagos illi adjungunt, queis e Fontanis Tescelinus jura daret,» citatur ab ipso Brito, qui chronicon Cisterciense idiomate Lusitano vulgavit, ...", troviamo un certo Britellus de Ambreres (Cambridge) tra la fine del 1200 e gli inizi del 1300.
BRITTI
BRITTO
Britti sembrerebbe avere un ceppo romano ed uno calabrese a Crucoli nel crotonese, Cariati nel cosentino e Montebello Ionico nel reggino, Britto, assolutamente rarissimo, è del casertano, potrebbe trattarsi di forme aferetiche del termine e cognome Calabritto (vedi CALABRITTO), ma è anche possibile, se non più probabile, una derivazione dal termine celtico britto (abitante della Britannia) divenuto nome acquisito come Brittus da legionari romani provenienti appunto dalla Britannia.
BRIVIO Decisamente lombardo ha origine dal toponimo Brivio (LC). Famosi i conti Brivio e la loro Rocca in quel di San Giuliano. Si hanno tracce di questo casato fin dal 1100 quando un casato di origine germanica, di Brunswich in particolare, si stabilisce nel milanese, nel 1377 troviamo i Brivio elencati tra i nobili dell'elenco metropolitano, nel 1300 Franzino Brivio fu tra i riformatori degli statuti milanesi e, nel 1400, Delfino Brivio è uno dei più autorevoli collaboratori di Giangaleazzo Visconti, i marchesi Brivio divennero signori di Casal Majocco, Roncoli, Sordio e Isola Baìba.
BRIZI
BRIZIA
BRIZIO
BRIZZI
BRIZZIO
Brizi è tipico della fascia centrale che comprende le province di Roma e Viterbo soprattutto, nonchè il ternano, il perugino ed il Piceno, Brizia è unico, Brizio è specifico del Piemonte occidentale, Brizzi è diffuso in tutta Italia, Brizzio, molto raro, è di Luino nel varesotto, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Britius, nome portato ad esempio da Britius Visconti, poeta, podestà e tiranno di Lodi nel 1339, era figlio naturale di Luchino Visconti, signore di Milano, morì nel 1357. ma in alcuni casi può anche essere possibile una derivazione da soprannomi originati da caratteristiche fisiche del capostipite.  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo secondo Vincenzo Angius già nella prima metà del 1100 ad Asti dove nel 1141 diventano consoli della città i fratelli Grossolano e Ruffino Brizio, più tardi, tra gli allievi dell'università di Perugia del 1561 troviamo un Paulus Britius originario della Tuscia.
BRIZIOBELLO Briziobello, assolutamente rarissimo, decisamente laziale, dovrebbe derivare dal nome composto dall'aferesi del nome Fabrizio aggiunto al nome Bello.
BRIZZOLARA
BRIZZOLARI
Brizzolara sembra essere specifico genovese con un ceppo secondario nel parmense e piacentino, Brizzolari si distribuisce sul percorso che da Genova arriva al padovano attraverso il piacentino, il lodigiano, il milanese, il bergamasco, il bresciano ed il veronese,
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
Brizzolara è il cognome originario, tra i due il più diffuso soprattutto in provincia di Genova. Deriverebbe dal toponimo Brizzolara, frazione del comune di Borzonasca (GE). Il cognome si è diffuso, secondo l'ORLANDI dapprima a Tornolo, nel Parmense e successivamente in Lombardia. I Brizzolara sarebbero stati in origine dei rifugiati politici dediti al commercio ambulante. In seguito il nome è stato cambiato in Brizzolari. Ugualmente molto sporadica la presenza dei due cognomi nel piacentino e nel parmense. I  primi Brizzolari arrivati in Lombardia si sono stabiliti a Pasturo in Valsassina e poi in Brianza e altrove.
BROCARDO Brocardo è un cognome tipicamente piemontese, con un ceppo a Murazzano nel cuneese ed uno probabilmente secondario a Torino, dovrebbe derivare da Brocardus, nome derivato dal nome provenzale Brochart, a sua volta derivato dal nome medioevale germanico Burcard composto da burg (cittadella fortificata, rocca) e hard (duro, resistente) dal significato quindi di forte e duro come una rocca., un esempio dell'uso di questo nome lo troviamo in una cessionis et positionis in locum del 1191: "...Petrus de Cremia et Dominicus Macius et Ambroxius de Dubino et Brocardus filius Iohannis Ferrarii et Otta de Montanea..." .
BROCCA
BROCCHETTA
BROCCHI
BROCCHIERI
BROCCHIERO
BROCCO
BROCHETTA
Diffuso in tutta Italia, ma particolarmente in provincia di Milano, Cremona, Venezia e Brindisi Brocca, pavese Brocchetta, Brocchi è tipico della Toscana, Romagna, Urbinate ed alto Lazio, dell'aretino in particolare, proprio delle provincie di Milano e Cremona Brocchieri, mentre Brocchiero, molto molto raro, è specifico del cuneese, di Verzuolo in particolare, Brocco ha un ceppo veneto, uno abruzzese e laziale a Formia (LT), Veroli (FR) e Roma, triestino Brochetta, tutti questi cognomi hanno diverse origini che vanno dal soprannome legato al vocabolo brocchia (vaso con il beccuccio) relativo al servizio in tavola, al bucularius (scudiero) tramite la trasformazione spagnola in broquer, al vocabolo celtico brocc (essere a punta) relativo a caratteristiche fisiche del luogo di abitazione o di provenienza della famiglia.
BROCCOLI
BROCCOLO
Broccoli ha un ceppo a Bologna e tra Romagna e Marche, a Rimini e Sant'Arcangelo di Romagna nel riminese, a Cesena e Savignano sul Rubicone nel forlivese, ad Argenta nel ferrarese, ad Imola, Crevalcore e Castel San Pietro Terme nel bolognese, a Pesaro, a Fano nell'anconetano, ed a Città di Castello nel perugino, un altro ceppo è invece collocato tra Lazio e Campania, a Roma, a Sant'Ambrogio sul Garigliano e Sant'Apollinare nel frusinate, a Vairano Patenora nel casertano, a Napoli ed a Forio d'Ischia nel napoletano, Broccolo, molto più raro, ha piccoli ceppi a Civitanova Marche nel maceratese, a Foligno nel perugino, a Roma, a Rende, Santa Sofia d'Epiro e San Pietro in Guarano nel cosentino, ed a Ciminna e Palermo nel palermitano, potrebbero derivare da alterazioni per betacismo del nome medioevale Procolus, a sua volta derivato dal vocabolo latino procul (lontano), a volte attribuito a figli nati quando il padre era impegnato lontano in campagne militari, ricordiamo con questo nome il quarto vescovo di Verona (310-330 d.C.) poi divenuto santo ed il santo martire del VI° secolo, patrono di Pozzuoli, di questo tipo di alterazione abbiamo un esempio nella Cronica fiorentina: "... e giù per la via di Sa· Martino, e della Badia di San Brocolo, rimanendo le dette chiese e più che mezzi i popoli loro nel detto quartiere; e fu al diritto per la via di San Brocolo per la Città Rossa..." e nella Nuova Cronica di Giovanni Villani possiamo leggere: "...Negli anni di Cristo MCCLXXV, del mese di giugno, i Bolognesi per comune andarono ad oste in Romagna sopra la città di Forlì e quella di Faenza, perché riteneano i loro usciti ghibellini; e di loro era capitano messer Malatesta da Rimine; dalla parte de' Romagnuoli era capitano il conte Guido da Montefeltro, il quale col podere de' Ghibellini di Romagna, e cogli usciti di Bologna, e cogli usciti ghibellini di Firenze, ond'era capitano messer Guiglielmino de' Pazzi di Valdarno, si feciono loro incontro al ponte a San Brocolo aboccandosi a battaglia; nel quale aboccamento la cavalleria de' Bolognesi non resse, ma quasi sanza dare colpo si misono alla fugga, chi dice per loro viltà, e chi dice perché il popolo di Bologna...".
BROCCU Broccu, estremamente raro, è tipico del nuorese, dovrebbe derivare da soprannomi derivati dal termine sardo logodurese  broccu  (piolo, palo) forse grazie all'estrema magrezza del capostipite o a caratteristiche comportamentali dello stesso, come ad esempio la cocciutaggine.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BROCCU: su bròccu o su ròccu è un piolo, un paletto; ad esempio il paletto, infisso nel muro della stalla, sporgente 40 o 50 centimetri, per legarvi il cavallo. In latino abbiamo l'aggettivo  brocchus o broccus o broncus = sporgente. In sardo troviamo anche bruncu = sterpo, ramo, brocco; brunconi, brunkioni, sempre sterpo, bronco. Su bruncu, su 'runcu è anche il muso. Quando uno è musone si dice: portat su (b)runcu. Quindi broccu potrebbe stare per bruncu, ambedue dalla stessa radice latina. Anche l'italiano brocco ha il significato di sporgente e deriva sempre dal latino broccus. Il termine brocco, riferito a un cavallo, ma anche a persona sta a indicare il poco valore: un cavallo scheletrito, con gli ossi sporgenti.crediamo! Il sardo bruncu, riferito a persona potrebbe indicare la caratteristiche fisiche del capostipite: il muso sporgente, ben pronunciato; o le caratteristiche abitudinarie: musone. Non abbiamo trovato il cognome Broccu negli antichi documenti da noi consultati. È molto raro; attualmente è presente in soli 5 Comuni italiani, di cui 3 in Sardegna: Gadoni, 5, Siniscola 3, Posada 3, tutti nella provincia di Nuoro.
BRODA
BRODI
BRODO
Estremamente raro Broda e Brodo sembrerebbero del napoletano, Brodi sempre rarissimo dovrebbe essere del perugino, dovrebbero derivare da un soprannome. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Meleti (LO) nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale all'anno 1146: "...Ibi fuerunt Crispo de Mola et Ugo Broda seu Petri Ungaronis, testes." e nel 1260 a Mairano (LO): "...usque ad viginti novem annos proximos completos Martino Brode et sui heredibus omnia novaria que modo sunt vel a modo aparissent in loco et teritorio de Villa Rubra et in loco et teritorio de Mayrano..." (vedi)
BRODU Brodu, decisamente sardo, ha un ceppo nel nuorese a Desulo, potrebbe derivare da un antico toponimo.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BRODU: significa brodo e viene dall'italiano. In Logudoro si usa il termine brou, probabilmente dal catalano brou. È un cognome presente solo in Sardegna, in 14 Comuni su 377: Desulo 27, Domusnovas 6, Sardara 6, Decimoputzu 6, Assemini 6, Pabillonis 6, Guspini 6, etc. In agro di Oniferi, in provincia di Nuoro, esiste una località denominata Brodu, sede di una necropoli preistorica, caratterizzata da 4 grotte ipogeiche artificiali del tipo delle domus de janas (vedi nell' Web: Sardegna Cultura - Luoghi di Cultura, Monumenti - Oniferi, Necropoli di Brodu).
BROGGI
BROGGIAN
BROGGIN
BROGGINI
BROGGIO
BROGI
BROGIN
BROGINI
BROGIO
BROGIONI
Broggi è tipicamente lombardo, del milanese, comasco e lecchese in particolare, Broggian è specifico del vicentino e padovano, Broggin, assolutamente rarissimo, parrebbe del padovano, Broggini ha un ceppo nel comasco e nel vicino nordmilanese, Broggio, oltre al ceppo lombardo nel milanese e varesotto, ne ha anche uno alto piemontese ed uno nel Veneto tra veronese e padovano, Brogi è decisamente toscano, Brogin, molto raro, ha un ceppo tra milanese e pavese ed uno nel padovano, Brogini, decisamente toscano, è in particolare del fiorentino e del senese, Brogio, molto molto raro, è del padovano, Brogioni, anch'esso toscano, è specificatamente del fiorentino, tutti questi cognomi derivano, direttamente o tramite ipocoristici e accrescitivi, dall'aferesi del nome Ambrogio, o anche da relazioni di provenienza riferite a uno dei molti paesi italiani dedicati a San'Ambrogio.
BROGLI
BROGLIA
BROGLIO
Brogli, assolutamente rarissimo sembrerebbe del ferrarese, Broglia è diffuso in tutto il centro nord, particolarmente rappresentato in provincia di Milano e Pavia, Broglio ha un nucleo nel nodmilanese ed un ceppo nel vicentino che potrebbe derivare dal toponimo Bogliano (VI), possono essere derivati da broglio (luogo di adunanza dei mercanti), quindi inerente alla professione oppure da broglio il brollus (bosco, frutteto) quindi derivato dalle caratteristiche di una località. Tracce illustri di queste cognominizzazioni le troviamo a Venezia nel 1700 con il Marchese Broglio Solari, nel 1600 è vescovo di Asti Ottavio Broglia.
BROGNARA Di origine veronese potrebbe essere collegata alla radice del toponimo Brognoligo (VR), un'interessante teoria di un cortese lettore ipotizza una connessione con il vocabolo dialettale brognara (susino).
BROGNI
BROGNOLI
Brogni è tipico del bergamasco, potrebbe essere legato al nome del toponimo Brigniano Gera d'Adda (BG), Brognoli è tipicamente lombardo, del bresciano in particolare, dell'area di Orzinuovi, Borgo San Giacomo, Brescia, con piccoli ceppi anche a Villachiara, Quinzano d'Oglio ed Orzivecchi, dovrebbero derivare, direttamente o tramite una forma ipocoristica da soprannomi originati dal termine dialettale brogneau (prugna selvatica, ma usato anche per indicare un forestiero), forse ad indicare che i capostipiti non fossero del posto.
BROGNO Brogno è calabrese, del cosentino in particolare, di Luzzi, Montalto Uffugo, Cosenza, Rende, Corigliano Calabro, Castrolibero ed Acri, potrebbe derivare dall'italianizzazione del nome slavo Bronius, anticamente in uso anche presso le popolazioni germaniche, sicuramente più diffuso nella forma Bronislaw.
BROI Due ceppi uno nel Cagliaritano, l'altro in provincia di Belluno, potrebbe essere originato da un vocabolo dialettale.
BROILI
BROILO
BROLLO
Entrambi assolutamente rarissimi, Broili è friulano, Broilo è del Trentino al confine con il vicentino, Brollo è abbastanza diffuso in Veneto nel veneziano e nel vicino trevisano ed in Friuli nell'udinese e nel vicino pordenonese, derivano tutti da nomi di località derivate a loro volta dal termine celtico brogilos (frutteto, giardino) o dal suo derivato broglio (territorio di caccia, territorio chiuso). Traccia di queste cognominizzazioni la troviamo in Carnia nell'anno 1608 con un certo Leonardo Broili da Siaio, convocato a Udine davanti alla Sacra Inquisizione, accusato, con altri compaesani, di mancata osservanza dei Precetti della Santa Madre Chiesa.
BRONDI
BRONDO
BRUNDI
BRUNDO
Brondi è tipico dell'arco costiero che dal savonese arriva al livornese, di Lerici nello spezzino in particolare e di Livorno, Brondo è più specificatamente del savonese, di Quiliano soprattutto, Brundi è quasi unico, Brundo ha vari piccolissimi ceppi, a Cagliari, Roma, nel salernitano e nella Sicilia orientale, dovrebbero derivare da una forma tronca del nome germanico ed in particolare longobardo Brondolf o Brundulf, ma potrebbero anche derivare da soprannomi originati dalla voce dialettale arcaica brondo (bronzo, pentola), forse ad indicare che il capostipite lavorasse il bronzo o producesse pentole. Ormai scomparso il ceppo sardo cagliaritano dei Brondo, mercanti di origine ebrea originari dell'isola di Maiorca ,che ottennero nel 1616 il titolo di conte di Serramanna e nel 1629 quello di marchese di Villacidro.
BRONTE Tipicamente siciliano, ha un ceppo a Butera (CL) ed uno a Palermo, deriva dal toponimo Bronte (CT).
BRONTESI Brontesi è tipicamente lombardo del bresciano, di Ghedi in particolare e di Leno, Brescia e Montichiari, l'ipotesi che possa trattarsi di un etnico della località trentina La Bronta è poco plausibile, si può ipotizzare una derivazione da un soprannome generato dal vocabolo latino brontes (genere di ciclopi che fabbricano folgori) e quindi per estensione fonditori o fabbri.
BROSEGHINI
BRUSEGHIN
BRUSEGHINI
Broseghini è tipico di Baselga Di Pine' (TN), Bruseghin ha un ceppo nella zona di Campo San Martino (PD) e San Giorgio Delle Pertiche (PD), Bruseghini ha due ceppi, uno trentino a Rovereto (TN) ed uno lombardo a  Caspoggio (SO), potrebbero derivare dall'etnico di Brusago (TN),difficile un collegamento con il nome della località Bruseghin in Val Camonica,  ma è pure possibile derivino in alcuni casi da un soprannome originato dal vocabolo dialettale bruseghin (bruciore).
BROSOLO Brosolo, estremamente raro, è friulano, di Pinzano al Tagliamento, Fiume Veneto e Pordenone nel pordenonese, di Udine e di Trieste, potrebbe derivare da una forma aferetica del nome medioevale Ambrosolus (vedi AMBROSOLI), esiste una teoria, abbastanza improbabile, che propone una derivazione dal nome del paese di Brosolo (oggi Brozolo) nel torinese.
BROTTI
BROTTO
Brotti ha qualche presenza in Lombardia, nel sondriese e nel bergamasco, potrebbe trattarsi di una forma etnica aferetica riferita al paese bergamasco di Nembro, Brotto è tipicamente veneto, di Cittadella, Galliera Veneta, Padova, Cadoneghe, Fontaniva, Campodarsego, San Martino di Lupari, Campo San Martino e Camposampiero nel padovano, di Tezze sul Brenta, Rossano Veneto, Camisano Vicentino, Romano d'Ezzelino, Cassola, Dueville, Bassano del Grappa e Rosà nel vicentino, di Venezia, Verona e di Loria e Borso del Grappa nel trevisano, ha anche qualche presenza nel goriziano e nell'udinese, l'origine di questi nomi potrebbe essere dal nome medioevale germanico Brotul, o dal nome slavo di origini greche Brotus, o anche da una forma afereticadel nome medioevale Nebrotto, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Padova fin dal 1400 con lo stampatore Johanne Brotto.
BROTZA
BROTZU
BROZZU
Brotza, molto molto raro, è di Nuoro e del nuorese, Brotzu è specifico di Nuoro, Brozzu invece è del sassarese, di Sassari, Nulvi e Castelsardo, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal termine sardo bròtzu (coltello), forse ad indicare che il capostipite era particolarmente abile con il coltello o molto lesto a prenderlo in mano.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BROTZU; BROZZU: bròttsu, bròcciu, broccìttu, brocchìttu, significano stocco, coltello, lama, rasoio del ciabattino; dallo spagnolo brotxa - punxò deis sabaters. Nell'italiano antico abbiamo broccio = stocco. Nella lingua sarda esiste anche bròtzu, bròčču, nel significato di ricotta, quaglio; di etimo incerto. I cognomi quindi possono essere riferiti sia al mestiere del coltellinaio, sia a quello della preparazione del formaggio (casàiu). Non li abbiamo trovati negli antichi documenti della lingua sarda. Nella storia contemporanea ricordiamo Brotzu Giuseppe, cagliaritano (1895 - 1976), politico, per diverse volte assessore e presidente della Giunta Regionale della Sardegna, ed infine sindaco di Cagliari. Attualmente il cognome Brotzu è presente in 25 Comuni italiani, di cui 13 in Sardegna: Nuoro 65, Quartu S.E. 6, Orgosolo 6, Santa Maria Coghinas 5, Cagliari 5 - Roma 15. Brozzu è presente in 41 Comuni italiani, di cui 14 in Sardegna: Sassari 62, Nulvi 52, Castelsardo 13, Tempio 9, Sedini 8, etc.
BROVADAN
BROVEDAN
BROVEDANI
Brovadan è quasi unico, Brovedan, assolutamente rarissimo, è tipicamente friulano, così come il più diffuso Brovedani, che ha un ceppo nel pordenonese, a Spilimbergo, Clauzetto e San Vito al Tagliamento, ad Udine ed Venezia e Trieste, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal vocabolo dialettale friulano brovada, un cibo locale a base di rape messe sotto vinaccia, e potrebbe stare ad indicare che i capostipiti fossero dei preparatori di quel tipo di preparato alimentare.
BROVARONE Brovarone cognome specifico dell'area biellese, di Vigliano Biellese in particolare, dovrebbe derivare dal nome della località Brovarone, una frazione di Vigliano Biellese, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
BROVELLI Brovelli è specifico della zona che comprende il verbanese, soprattutto a Verbania, il novarese, ad Arona in particolare, il varesotto ed il milanese, con massima concentrazione nel varesotto ad Angera, Ranco, Taino e Luino, con un piccolo ceppo secondario anche nell'oristanese, dovrebbero stare ad indicare la provenienza dei capostipiti dal paese di Brovello nel verbanese, il cui toponimo dovrebbe derivare dall'italianizzazione del termine piemontese arcaico brova o brua (confine, bordo, orlo).
BROZZONI Brozzoni è tipico del bergamasco, di Zogno e di Costa Di Serina in particolare, potrebbe derivare da una forma accrescitiva dialettale dell'aferesi del nome Ambrogio, molto improbabile una derivazione dal toponimo bresciano di Brozzo situato troppo lontano dall'area bergamasca interessata.
BRUCCHIERI Brucchieri, molto raro, è siciliano, dell'area tra catanese ed ennese, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale siciliano brucchièri (chi guida i mietitori, chi sta a capo dei mietitori).
BRUCCI Brucci sembrerebbe specifico di Acerra nel napoletano, dovrebbe derivare da una forma aferetica di un ipocoristico del nome di mestiere del fabbro, che diventa fabbruccio, per aferesi bruccio e con il classico genitivo patronimico Brucci.
BRUCCULERI Brucculeri è tipicamente siciliano, dell'agrigentino, di Grotte, Castrofilippo, Agrigento, Racalmuto e Canicattì, con un ceppo anche a Palermo, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale per produttore o venditore di broccoli.
BRUFANI Brufani è tipico del perugino, di Assisi in particolare e di Foligno e Bastia, si dovrebbe trattare di una forma etnica del paese di Brufa di Torgiano, sempre nel perugino.
BRUGALETTA Brugaletta è siciliano, di Ragusa in particolare, con presenze anche a Vittoria, Santa Croce Camerina e Comiso nel ragusano, potrebbe derivare dal nome di una non meglio identificata località.
BRUGELLIS Brugellis è un cognome assolutamente rarissimo che sembrerebbe calabrese, potrebbe derivare da un ipocoristico del termine latino brugius, una variante del vocabolo latino phrygius (abitante di una regione dell'Anatolia, la Frigia, nell'attuale Turchia), meno probabile una derivazione dal termine brugo, una pianta simile all'erica.
BRUGGI
BRUGHI
BRUGI
Bruggi, molto molto raro, è tipico della zona tra milanese e pavese, Brughi è quasi unico, Brugi è tipicamente toscano con un ceppo nel lucchese a Minucciano, Coreglia Antelminelli, Lucca e Capannori ed uno nel grossetano a Grosseto e Manciano, dovrebbero derivare da termini caratterizzanti le località di residenza delle famiglie probabilmente caratterizzate dalla presenza di una brughiera.
BRUGHITTA Brughitta è tipicamente sardo, del cagliaritano, di Cagliari, Quartucciu e Gergei, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo cagliaritano, campidanese brugu (borgo, sobborgo) forse ad indicare la tipologia del luogo di abitazione della famiglia.
BRUGNANO
BRUGNERA
Brugnano, oltre al ceppo a Reggio nell'Emilia, è tipico dell'area calabrese e palermitana, di Cutro nel crotonese in particolare, di Locri nel reggino e di Partinico nel palermitano, dovrebbe derivare da nomi di località originati da dei possedimenti terrieri medioevali chiamati ager apronianum, cioè podere di Apronius.
BRUGNETTI
BRUGNOLA
BRUGNOLI
Brugnetti ha un ceppo nel bergamasco ed uno tra romano e frusinate, Brugnola è rarissimo con ceppi in Friuli ed in Puglia, è diffuso in tutta l'Italia centro settentrionale Brugnoli, tutti questi cognomi derivano, tramite ipocoristici, dal nome Bruno, presente nell'uso italiano dall'epoca medioevale ma già esistente presso i Goti e i Franchi, o da un soprannome legato al colore della carnagione o dei capelli. Testimonianze del cognome Brugnoli si trovano in un atto notarile del 1262:"...interfuerunt ibi testes ser Morandus et Casparus fratres filii condam ser Redulfi Capitanei de Stazona et Bertramus filius condam Ottoboni Brugnolli de Nobiallo qui stat Blazono.  Ego Mayfredus notarius filius condam Viviani Bazonis de Bellaxio hanc cartam tradidi et scripsi.".
BRUGNONE
BRUGNONI
Brugnone ha un ceppo tra genovese ed alessandrino, un ceppo nel napoletano ed uno tra trapanese e palermitano, Brugnoni sembrerebbe tipico della fascia che comprende Marche, Umbria e Lazio, del perugino in particolare di Gubbio, Perugia ed Umbertide, dovrebbero essere modificazioni accrescitive del nome Bruno.
BRUGO Brugo è tipico del novarese di Romagnano Sesia in particolare, dovrebbe derivare dal nome del brugo, pianta che ha dato origine a vari toponimi ed al termine brughiera per indicare un'area campestre dove appunto il brugo è diffusissimo e che caratterizza la riserva delle Baragge appunto nella zona di Romagnano Sesia.
BRUGORA Brugora è specifico del milanese, di Desio, Monza e Biassono in particolare, dovrebbe derivare dal nome del paese di Brugora , una frazione di Besana Brianza nel monzese, toponimo che prende il nome dal termine celta bruko (erica), probabilmente ad indicare che quella zona ne era infestata.
BRUMANA
BRUMANI
BRUMANO
Brumana è specifico del bergamasco, di Costa Valle Imagna in particolare, ma è ben presente anche a Varese, Como, Travagliato nel bresciano e Premana nel lecchese, Brumani e Brumano, quasi unici, sono probabilmente dovuti ad errori di trascrizione del primo, che dovrebbe derivare dal toponimo bergamasco di Brumano, ma è pure possibile una derivazione da soprannomi originati dal termine arcaico bruma o brum (brina, ma anche inverno, freddo, gelo) ad indicare chi proveniva dal nord, a solo titolo di informazione ricordiamo che con il termine bruman o brumanus, in epoca medioevale, i Franchi indicavano dei fittavoli di arcivescovi o di altri feudatari imperiali.
BRUN
BRUNA
BRUNACCI
BRUNATO
BRUNATTI
BRUNATTO
BRUNETTI
BRUNI
BRUNINI
BRUNINO
BRUNITTO
BRUNO
BRUNONE
BRUNONI
BRUNOTTI
BRUNOZZI
BRUNU
Brun è molto diffuso nel settentrione d'Italia, nel triveneto in particolare, Bruna è diffuso in Piemonte ed in provincia di Ragusa, Brunacci è diffuso nel forlivese, riminese, fiorentino, aretino, perugino, anconetano e maceratese, con un ceppo nel romano ed uno nell'alto cosentino, Brunato è senz'altro veneto, del trevisano in particolare, con un ceppo anche nell'udinese, sia Brunatti che Brunatto sono molto rari e specifici del torinese, molto presente in tutta la nazione Brunetti, Bruni e Bruno, Brunini ha un ceppo tra milanese e varesotto, uno nel lucchese ed uno nel bolognese, Brunino, assolutamente rarissimo, è del padovano, Brunitto, molto raro, è tipico del casertano, di Lusciano ed Aversa, con un ceppo anche a Giugliano in Campania, Brunone. abbastanza raro, è diffuso a macchie di leopardo nel meridione, Brunoni, anch'esso molto raro, ha un ceppo lombardo ed uno toscano, Brunotti, specifico dell'Italia centrale, del ternano, viterbese e romano, è particolarmente presente a Terni e Narni nel ternano ed a Roma, Brunozzi, anch'esso della fascia centrale, ha un ceppo ad Assisi nel perugino ed uno a Roma, Brunu, estremamente raro, è sardo, tutti questi cognomi derivano, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome Bruno.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Bruno, che, nell'onomastica descrittiva, allude o al colore dei capelli o alla carnagione scura (vedi Fusca). In alcuni casi, tuttavia, non si può escludere una connessione con la toponomastica, considerando che in Italia vi sono diversi toponimi  contenenti la radice brun- (soprattutto nel nord). In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti, anche se in alcuni casi non è esclusa una derivazione da un soprannome (talvolta connesso con la toponomastica nazionale).
BRUNALDI
BRUNIALDI
BRUNIALTI
Brunaldi, molto molto raro, è specifico del ferrarese, di Argenta Ferrara e Voghiera, Brunialdi, quasi unico, parrebbe dell'area lombardo, piemontese, Brunialti invece, comunque molto raro, è specifico dell'area trentino, vicentina, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Brunealdus, o Brunaldus, italianizzazione del nome germanico Brunalt.
BRUNATI Tipicamente comasco deriva dal toponimo Brunate (CO).
BRUNDO
BRUNDU
Brundo, molto raro, è specifico del cagliaritano, Brundu, molto più diffuso, è tipicamente sardo equamente distribuito in tutta l'isola, derivano entrambi dal vocabolo sardo brundu (biondo) o da una sua italianizzazione.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BRUNDU: biondo; dallo spagnolo blondo. Generalmente sta ad indicare il colore dei capelli. Mi viene in mente un proverbio (vedi Dicius di Giuseppe Concas): su civràxu fai beni su piu brùndu e s'ogu bràxu: il pane nero fa diventare i capelli biondi e gli occhi azzurri. Non l'abbiamo riscontrato nei documenti antichi della lingua sarda. Attualmente è presente in 152 Comuni italiani, di cui 66 della Sardegna: Erula 91( in un paesino di 807 abitanti, della provincia di Sassari, ben 91 portano il cognome Brundu!), Sassari 86, Orani 69, Cagliari 56, etc.
BRUNELLA
BRUNELLI
BRUNELLO
Brunella è molto raro e sembrerebbe del varesotto, Brunelli è diffuso in tutto il centro nord, Brunello è decisamente veneto, derivano tutti dal nome Bruno o da soprannomi originati dal colorito della pelle o dei capelli. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Cremona, dove troviamo una lettera di intimazione della curia vescovile di Cremona datata 5 febbraio 1571, rivolta ai canonici della chiesa dei SS. Maria e Sigismondo di Rivolta d'Adda, per il versamento di lire 20 ciascuno a Brandimarte Brunelli, prevosto della suddetta chiesa. Personaggio abbastanza famoso fu il padre francescano Gregorio Brunelli insigne predicatore e lettore nella provincia veneta confessore di Silvestro Valerio Principe di Venezia.
BRUNENGO Brunengo ha un piccolo ceppo a Torino ed a Mondovì nel cuneese, ha un ceppo importante ad Imperia e nell'imperiese a Pieve di Teco e Chiusanico, un ceppo a Genova e ad Albenga nel savonese, potrebbe derivare dal nome medioevale burgundo Brunengus o Bruningus di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale nell'anno 986 a Lodi: "...Andreas, episcopus episcopio sancte Laudensis Ecclesie, nec non et Adam qui et Bruningus  et Gotefredus seu Raginpaldus germanis, filii quondam Rikerii, qui professi sunt ipsis germanis ex nacione suorum legem vivere Langobardorum....".
BRUNETTA
BRUNETTI
BRUNETTO
Brunetta ha un nucleo importante tra la provincia di Pordenone e quella di Treviso, con un ceppo, probabilmente autoctono, a Carpignano Salentino (LE), Brunetti è assolutamente panitaliano, Brunetto ha un nucleo nel torinese, uno a Villafranca Di Verona (VR), uno a Rialto (SV) e vari ceppi in Sicilia, derivano tutti dal nome Brunetto, Brunetta di cui abbiamo un esempio nel famoso, notaio e giudice di parte guelfa, Brunetto Latini (~1220 - 1294), che fu guida di Dante Alighieri e che venne da lui citato nel canto XIV° dell'Inferno: "... «Siete voi qui, ser Brunetto?». - E quelli: «O figliuol mio, non ti dispiaccia - se Brunetto Latino un poco teco - ritorna 'n dietro e lascia andar la traccia». ...".
BRUNOLI Brunoli è oggi tipicamente lombardo, tipico della provincia di Sondrio, di Mello in particolare, dovrebbe derivare da un soprannome Brunolus, di cui abbiamo un esempio d'uso in una registrazione nel padovano di epoca medioevale, dove viene citato un tale Petrus dictus Brunolus quondam Çenari de Cona, o dal nome Brunolus, una forma ipocoristica del nome Brunus, di questa cognominizzazione abbiamo un esempio d'uso a Trento nel XVI° secolo: "..Dictus fuit etiam Magnifcius iuris utriusaque doctor dominus Gaspar Brunolus nobilis ferrariensis, honorandus Praetor civitatis Tridenti. Idem fuit Tridenti non Praetor,sed cancellarius, et secretarius principis episcopi tridentini Christophori Madrutii anno 1545,..".
BRUSADIN
BRUSADINI
BRUSATIN
Brusadin, presente nell'area che comprende il veneziano, il trevisano e soprattutto il pordenonese, è molto diffuso a Pordenone, ma con significative presenza anche a Fiume Veneto, Brusadini è praticamente unico, Brusatin è presente nel trevisano e veneziano con un ceppo molto piccolo anche a Trieste, gli ultimi due dovrebbero essere stati originati da italianizzazioni del precedente, che dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo veneto brusadìn (bruciaticcio, residuo di un piccolo incendio), forse ad indicare che i capostipiti avessero subito un piccolo incendio, o anche che non eccellessero per la loro grande capacità decisionale.
BRUSAFERRI
BRUSAFERRO
Brusaferri è tipicamente lombardo, del sudmilanese, lodigiano e cremonese, Brusaferro è presente qua e là nel settentrione, soprattutto in Piemonte e nel Veneto, dovrebbero derivare da un soprannome probabilmente attribuito ad un fabbro, anche se in qualche caso possono derivare da nomi di località come l'antico paese di Brusaferro "inter curatiam Villazani et curatiam vallis Surdae", una località anticamente esistente vicino al paese trentino di Villazzano, personaggio di rilievo è stato il pittore veneziano Girolamo Brusaferro (1679-1745).
BRUSAMENTO Brusamento è specifico di Montegrotto Terme nel padovano, dovrebbe derivare da un soprannome basato su di un deverbale del termine dialettale veneto brusare (bruciare), forse con riferimento ad un incendio o ad un particolare evento bellico.
BRUSAMOLIN
BRUSAMOLINI
BRUSAMOLINO
Brusamolin, molto raro, è tipicamente veneto di Padova e di Piazzola sul Brenta nel padovano, con un piccolissimo ceppo anche nel vicentino a Vicenza ed a Torri di Quartesolo, Brusamolini è praticamente unico e dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, Brusamolino è specifico del milanese, di Inzago, Cassano d'Adda, MIlano, Melzo e Pozzuolo Martesana, dovrebbero derivare da soprannomi basati sul termine sia lombardo che veneto brusa (brucia, ma anche marinare, abbandonare temporaneamente), molto più probabilmente basati sul secondo significato, sottintendendo forse in modo scherzoso che i capostipiti non fossero dei gran lavoratori.
BRUSASCHI
BRUSASCHETTO
BRUSASCO
Brusaschi, praticamente unico, è tipico di Villa Tirano (SO) e dovrebbe derivare dal toponimo Brusio (GR) a 5 chilometri da Villa Tirano e attualmente in Svizzera, Brusaschetto, rarissimo, e Brusasco, abbastanza raro, sembra abbiano due ceppi nell'alessandrino, e nel torinese, derivano dai toponimi Brusasco (TO) e Brusaschetto (AL).
Precisazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
BRUSATERRA Brusaterra è specifico del vicentino, di Thiene in particolare, dovrebbe derivare da un soprannome probabilmente attribuito ad un capostipite contadino solito al particolare uso della bruciatura delle stoppie di grano, una pratica agricola molto antica con lo scopo sia di concimare e di bonificare il terreno da parassiti di ogni genere, sia per proteggere da rischi d'incendio i boschi viciniori.
BRUSATI
BRUSATTI
Brusati è tipico della zona tra novarese, Bellinzago novarese in particolare, Novara ed Oleggio, e milanese, Milano soprattutto, Brusatti, quasi unico, è una forma alterata probabilmente da errori di trascrizione, le ipotesi possibili sono almeno due, la prima è che si tratti di una forma patronimica in -ati riferita ad un padre dei capostipiti il cui nome fosse stato Ambrogio, che per aferesi e successiva modificazione dialettale sia diventato Brös e quindi, per successiva chiusura della vocale, Brus, la seconda ipotesi è che derivi dal fatto che la famiglia provenisse da località che avessero subito un incendio, in dialetto brüsad (bruciate).
BRUSCA
BRUSCAGLIONI
BRUSCHETTA
BRUSCHETTI
BRUSCHETTO
BRUSCHI
BRUSCHINI
BRUSCHINO
BRUSCO
BRUSCONE
BRUSCONI
Di origine palermitana Brusca, Bruscaglioni è specifico di Firenze e del fiorentino, molto raro e tipico di Rovereto, Bruschetta ha un ceppo veneto, tra veronese, padovano e trevisano ed uno siciliano nel messinese, Bruschetti, presente in misura limitatissima anche in centro Italia, è presente nel centro nord, Bruschetto, quasi unico, è siciliano, Bruschi, ma particolarmente rappresentato nelle provincie di Milano e Lodi, in Toscana, nelle Marche e nel Lazio, Bruschini, specifico della fascia centrale che comprende le Marche, l'Umbria ed il Lazio, è particolarmente concentrato nel romano, a Roma, Anzio, San Vito Romano ed a Cori nel latinense, Bruschino, quasi unico, sembrerebbe campano, Brusco ha un ceppo nell'area ligure, piemontese, uno nella zona tra trentino e veronese, uno nel napoletano ed uno nel cosentino, Bruscone è quasi unico ed è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione di Brusconi, che, assolutamente rarissimo, è tipico dell'Italia centrale. Questi cognomi possono derivare, direttamente o tramite ipocoristici o accrescitivi, da soprannomi, transitati per il dialetto, relativi ad aspetti del carattere o del mestiere brusca (spazzola per cavalli), brusco (pungitopo) e bruscare (ripulire gli alberi), o anche dal nome medioevale Bruscus di cui abbiamo un esempio nel trattato dell'anno 1209, con il quale si definisce la pace tra Pisa e Marsiglia: "In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti amen. Hec sunt nomina Pisanorum civium qui pacem compositam inter civitatem Pisanam et civitatem Massilie iuraverunt sicut in tenore pacis continetur.. ..Ugolinus Cappellus, Treuguanus, Bernardus Pisani, Ugolinus Ferioli, Rodione filius Alcherii, Albertus Rascha, Gerardus aurifex, Blancus casearius, Guido Caccialoga, Boninsigna speciarius, Petrus Bardellonis, Bruscus Paucefarine, Ventura erovarius, Bonacursus massarius, Fredericus Blanci, Leonardus Galli, Paganellus vinarius, Orlandus calthularius, Melanensis, ...".
BRUSCI
BRUSCIA
Brusci è unico, Bruscia ha un ceppoa Rimini e nel pesarese, a Fano, Pesaro, Cagli e Fermignano,  ed un ceppo in Sicilia, a Gela nel nisseno e nel palermitano a Palermo, Roccamena e Santa Cristina Gela, dovrebbe essere di origini normanne e derivare da un soprannome basato sul termine medioevale francese brusse (spazzola, pennello), forse ad indicare nei capostipiti degli stallieri o degli imbianchini.
BRUSIN
BRUSINI
Brusin, assolutamente rarissimo, è specifico dei San Vito al Tagliamento nel pordenonese, Brusini ha un piccolo ceppo nel mantovano a Goito, Guidizzolo e Mantova ed uno nell'udinese in particolare a Cividale del Friuli, questi cognomi dovrebbero derivare da un soprannome dialettale originato dal termine veneto bruso (al limite, alo sgocciolo), forse ad indicare che il capostipite vivesse sempre in bilico sulla lama di un rasoio, o per carattere o per il particolare mestiere svolto.
BRUSON
BRUSONE
BRUSONI
BRUZONE
BRUZZONE
Bruson è tipico del padovano e veneziano, Brusone, assolutamente rarissimo sembra essere ligure come Bruzone che è praticamente unico e dovrebbe derivare da un errore di trascrizione di Bruzzone, che è molto diffuso e che occupa l'areale che comprende le province di Savona, Genova ed Alessandria, Brusoni è tipico del milanese e del pavese, dovrebbero tutti derivare da modificazioni del nome medioevale italiano Bruzzo derivato dal cognomen latino Brutus, ricordiamo il Bruzzo figlio bastardo di Luchino Visconti messo da questi al governo del lodigiano nel 1314 governo che Bruzzo detenne fino alla morte di Luchino nel 1319, ma è pure possibile che derivino da toponimi come Castello Bruzzo (AL) nel tortonese o anche da soprannomi legati al vocabolo bruzzo, sorta di ricotta tipica dell'imperiese.  troviamo tracce di questa cognominizzazione ad Altare (SV) fin dalla seconda metà del 1400.
integrazioni fornite da Pierluigi Bruzzone
cognome diffusissimo in tutta la Liguria e più precisamente nella zona fra Varazze e Voltri.  La sua origine secondo alcuni potrebbe derivare dall'antico francese brusson (mirtillo). Punto di partenza di questo cognome fu la località detta bruxinetti nell'entroterra di Voltri.
BRUSSOLO Brussolo è specifico della zona che comprende il veneziano, in particolare San Donà di Piave, Eraclea e Musile di Piave, ed il pordenonese, a Sesto al Reghena, Azzano Decimo e San Vito al Tagliamento, dovrebbe derivare da un soprannome veneziano arcaico basato sul termine brùssolo (cyprinus amarus), che corrispondeva ad un pesciolino d'acqua dolce dal sapore amaro e cattivo, probabilmente ad indicare che il capostipite fosse un uomo molto minuto, forse con un carattere scostante. Troviamo tracce dei Brussolo a Portogruaro nel veneziano fin dalla seconda metà del 1600, quando li troviamo all'opera come mugnai.
BRUSTOLIN
BRUSTOLINI
Brustolin è tipicamente veneto, di Vidor e Pieve di Soligo nel trevisano e di Arsiè e Feltre nel bellunese, Brustolini, assolutamente rarissimo, è del trentino, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal vocabolo veneto brustolin (sentore di bruciato, il tipico sapore amarognolo di bruciaticcio che assume a volte il cibo che si attacca al fondo della pentola), difficile immaginare quale possa essere stata la motivazione dell'attribuzione di un simile nomignolo.
BRUTI
BRUTO
BRUTTI
BRUTTO
Bruti oltre al ceppo romano ne ha uno tra Orvieto (TR) e Bolsena (VT), Bruto, assolutamente rarissimo ha un unico ceppo a Manduria (TA) pur essendo presente in maniera sporadica in Campania e Lazio, Brutti ha un ceppo tra veronese a Verona, Isola della Scala e Zevio e mantovano a Goito e Porto Mantovano, uno nell'anconetano a Falconara Marittima, Ancona e Jesi, ed uno molto importante a Roma, Brutto ha un ceppo veneto a Verona ed a Noventa Vicentina (VI) ed uno calabrese a Catanzaro e provincia, dovrebbero tutti derivare dal praenomen latino Brutus, ma è pure possibile un collegamento con la Gens Bruttia.
BRUZICHE
BRUZICHES
BRUZZECHESSE
BRUZZICHES
Bruziche, praticamente unico, è una forma alterata del cognome Bruziches, che è specifico di Caprarola nel viterbese, Bruzziches, oltre che a Caprarola è ben presente anche a Civita Castellana sempre nel viterbese, Bruzzechesse è specifico di Matelica nel maceratese, dovrebbero derivare da alterazioni del cognomen latino Brutticus, riferito ad un origine dei capostipiti dal vicino Bruttius (Abruzzo), non risulta probabile un'origine germanica e neppure un'origine spagnola proposta da alcuni.
BRUZZESE Presente in tutt'Italia, ma senza una zona specifica che consenta di identificarne l'origine, particolarmente presente in Piemonte, Liguria e Calabria, potrebbe derivare dall'indicativo regionale (bruzzese degli Abruzzi).
BRUZZI
BRUZZO
Bruzzi, tipicamente emiliano, ha un ceppo nel piacentino ed uno tra modenese e bolognese, Bruzzo ha un nucleo importante a Genova ed uno a Gambellara (VI), potrebbero derivare da toponimi come Bruzzi di Boccolo Noce (PC), ma più probabilmente derivano o dal nomen latino Brutius (pronuncia Bruzius) di cui abbiamo un esempio: "...Sunt foederati plurimi, plures erunt, Iunget Tarentum se mihi, et Graecae plagae, Samnisque, Lucanusque, et audax Brutius, Iuncta Quirites oppriment mecum manu....", o dal nome medioevale italiano Bruzzo. (vedi Bruzone)
BUA
BUO
Bua ha ceppi in Sardegna ed in Sicilia, con piccoli nuclei in Calabria e nel basso Lazio, Buo, molto raro, ha un ceppo nel napoletano ed uno nel foggiano, potrebbero derivare da soprannomi originati dal vocabolo dialettale indicante il bove, ma in alcuni casi è pure possibile una derivazione da una modificazione dialettale del toponimo Bova (RC), o potrebbe, soprattutto per i ceppi meridionali, derivare dal cognome nobile albanese Bua, nel 1400 i Bua sono Baroni di Morea, dal 1358 al 1400 Ghin Bua Spatas è Despota di Angelocastro in Albania, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Carolei (CS) in un atto del 16 novembre 1612: "...Horatio Belluccio sindico In p[ræ]sentis dicti Casalis, Thodaro Buscia, M[agist]ro Fabio Squillizza et Basile Bua electis dicti Casalis huius...".
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BUA: voce infantile, onomatopeica, per significare il dolore > sa bùa o sa bubùa è il graffio o la pustola che causa dolore al bambino. Bua a Cagliari è la boa, ma significa anche donna grassa. Attualmente il cognome Bua è presente in 227 Comuni italiani, di cui 42 in Sardegna: Oschiri 62, Sassari 44, Olbia 37, Alà dei Sardi 36, Orosei 31, etc. Non l'abbiamo trovato nelle carte antiche da noi consultate.
integrazioni fornite da Svetko Buha
Il cognome Bua deriva dal cognome bosniaco Buha, a seguito dell'invasione turca intorno al XV° secolo, molti abitanti della Bosnia ed Erzegovina scapparono verso la Dalmazia ed altre zone d'Italia.
BUCALOSSI Bucalossi è tipicamente toscano, diffuso nel fiorentino a Castelfiorentino, Gambassi Terme, Certaldo, Empoli, Vinci e Firenze, a Cascina e Pomarance nel pisano ed a Poggibonsi e San Gimignano nel senese, con un ceppo anche a Roma, dovrebbe derivare da un soprannome, probabilmente attribuito ai capostipiti a causa della loro indigenza che li costringeva ad accontentarsi di spolpare gli ossi per sfamarsi, cibandosi di midollo.
BUCCA
BUCCELLA
BUCCELLI
BUCCELLO
BUCCHI
BUCCO
Bucca è tipicamente siciliano, in particolare del messinese e di Barcellona Pozzo di Gotto soprattutto, di Messina, Milazzo, San Filippo del Mela, Merì, Terme Vigliatore, Pace del Mela e Falcone, con un ceppo importante a Palermo ed a Mazara del Vallo nel trapanese, Bucchi è diffuso nel bolognese e fiorentino, in Romagna, Marche settentrionali, perugino e, soprattutto, a Roma, Bucco ha un ceppo nel pordenonese ed uno nel teatino, Buccella ha un ceppo nel basso trentino , uno nel basso bresciano, uno nel pescarese, aquilano e romano ed uno nel salernitano, Buccelli ha un ceppo nel basso bresciano, uno nel forlivese ed uno nel napoletano, Buccello, quasi unico, è meridionale, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Bucca o da suoi ipocoristici, ma è pure possibile una derivazioni da soprannomi originati da forme particolarmente graziose o al contrario esageratamente grandi della bocca dei capostipiti.
BUCCAFURI
BUCCAFURRI
Buccafuri, molto raro è tipico di Lamezia Terme nel catanzarese, mentre Buccafurri, altrettanto raro e sempre del catanzarese con ceppi anche nel reggino, è più tipico di Sersale (CZ), dovrebbero derivare da soprannomi dialettali con il significato di bocca di forno, forse ad indicare il mestiere del capostipite, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad Oppido Mamertina (RC) nel 1700, in un testamento ivi redatto nel 1757 si legge di un lascito ad un certo Francesco Buccafurri.
BUCCARELLA
BUCCARELLI
BUCCARELLO
Buccarella è tipicamente pugliese del leccese, di Gallipoli, Nardò, Sannicola e Tricase, con un piccolo ceppo anche a Monfalcone nel goriziano, Buccarelli, molto più raro, ha un piccolo ceppo a Fossombrone nell'urbinate, ed uno ad Andrano nel leccese, Buccarello è specifico del Salento, del leccese in particolare, di Gagliano del Capo, Castrignano del capo, Lecce, Alessano e Corsano, potrebbe trattarsi di forme ipocoristiche stanti ad indicare la provenienza dei capostipiti da Bukar nell'attuale Croazia, ricordiamo la famosa beffa di Buccari, tra il 10 e l'11 febbraio del 1918, quando il capitano di fregata Costanzo Ciano, con trenta uomini a bordo di tre M.A.S. ( motoscafi armati Svan, nome della ditta veneziana che li produceva, e che più tardi vennero indicati come motoscafi anti sommergibile) riuscirono a sgaiattolare per circa 45 miglia (83 chilometri circa), tra le difese costiere austriache e raggiunta la baia di Buccari, lanciarono sei siluri contro alcune navi avversarie, solo un siluro esplose, lasciando gli austriaci di stucco, non si può comunque escludere anche la possibilità che in alcuni casi derivino da soprannomi originati da una bocca particolarmente piccola del capostipite.
BUCCETTI
BUCCI
BUCCIO
BUCETTI
Presente in tutta Italia Bucci, umbro Buccetti e molto raro e di origine non individuabile Bucetti, tanto da far pensare ad errori di trascrizione della forma con due t, Buccio ha due ceppi uno bresciano a Bagolino ed uno campano a San Nicola Baronia (AV). L'origine potrebbe essere dal vocabolo latino bucca tramite un soprannome dialettale la finale in i identifica la forma quelli della bocca.
ntegrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bucci e Buccio vengono dal nome personale medievale Buccio, ipocoristico aferetico di Giacobo, variante di Giacomo che significa Dio ha protetto.
BUCCHERI
BURCHERI
Tipicamente siciliano Buccheri, con grossi ceppi a Palermo, a Catania e nel catanese, nell'agrigentino, a Siracusa e nel siracusano, Burcheri è specifico di San Cataldo (CL), dovrebbero derivare da soprannomi originati dal mestiere di beccaio o macellaio attraverso il termine arabo baker (vaccheria), secondo altri deriverebbe dal termine francese boucher (macellaio).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Buccheri è un cognome siciliano, calabrese e napoletano, potrebbe venire direttamente dal toponimo omonimo in provincia di Siracusa o essere l'italianizzazione del cognome francese Bouquier, dalla voce 'boucher' = macellaio. Rohlfs 54
BUCCHIANERI Bucchianeri, assolutamente rarissimo, è decisamente toscano, di Capannori nel lucchese con presenze anche nella vicina Pescia nel pistoiese, dovrebbe derivare dal mestiere del capostipite, probabilmente pilota di un burchio (antica imbarcazione utilizzata per i trasporti fluviali), o che vi lavorava come marinaio.
BUCCHIANICO
DI BUCCHIANICO
Bucchianico è quasi unico, Di Bucchianico invece è molto meno raro e sembra specifico di Lanciano nel teatino, dovrebbe derivare dal nome del paese di Bucchianico nel teatino, probabile luogo d'origine delle famiglie, che migrarono probabilmente verso il 1500.
BUCCHICCHIO
BUCHICCHIO
Bucchicchio, estremamente raro, parrebbe della zona tra teatino e campobassano, Buchicchio ha un ceppo a Roma, uno nel foggiano a Cerignola e Casalnuovo Monterotaro, ed uno nel potentino ad Anzi, Potenza e Bella.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
D'origine arbëreshë, i cognomi Buchicchio e Bucchicchio nascono come varianti dei cognomi Bochicchio e Bocchicchio, che, il più delle volte, riflettono un'italianizzazione del cognome albanese Bozhiqi (per una spiegazione più approfondita, vedi Bocchicchio e Buscicchi): per maggiore chiarezza, in effetti, va notato che i documenti antichi riportano il cognome nella forma Bosichio - ad esempio, un certo Vreto Bosichio fu un capo degli stradioti nella prima metà del Cinquecento - e, in questo senso, la trasformazione in Bochicchio e nelle sue varianti è dovuta probabilmente a un adattamento popolare del cognome Bosichio (in seguito a un accostamento paretimologico col termine bocca). Detto questo, ad ogni modo, bisogna aggiungere che, nel centro e centro-nord Italia, i cognomi Bocchicchio, Bochicchio e Buchicchio non sono necessariamente dei cognomi arbëreshë, ma anzi la loro origine potrebbe essere ricercata nel nome medievale Bocca (con una variante in Bocco), di cui si hanno diverse testimonianze nei documenti antichi (vedi Boccacci): in questo caso, infatti, il suffisso -icchio assumerebbe semplicemente un valore ipocoristico (derivando dal latino -iculus), come avviene di frequente nei cognomi centro-settentrionali.
BUCCIGROSSI Proprio dell'area Lazio, Abruzzi e Molise, con presenza significativa anche in Puglia deriva da soprannomi relativi alla forma della bocca (vedi Buccetti), si può anche trattare di un cognome attribuito ad un trovatello, comunque motivato dalla forma della bocca del capostipite.
BUCCINI
BUCCINO
BUCCIONE
BUCCIONI
BUCCIOTTI
Buccini è specifico della zona che comprende l'aquilano, il reatino ed il romano, con un ceppo anche nel napoletano e casertano, Buccino è tipicamente meridionale, con un ceppo campano, soprattutto nel napoletano e salernitano, ed uno nel foggiano, Buccione ha un ceppo abruzzese a Chieti e Pescara ed uno campano a San Bartolomeo in Galdo nel beneventano ed a Napoli, Buccioni ha un ceppo fiorentino ed uno a Roma e Rieti, Bucciotti, estremamente raro, è tipico della zona tra ternano e viterbese, questi cognomi potrebbero derivare da soprannomi originati dall'avere il capostipite una bocca grossa, ma è più probabile che derivino dal nome medioevale Buccio, una forma ipocoristica contratta di nomi come Jacobo o anche da alterazioni per contrazione del nome Berto, aferesi dei vari Alberto, Umberto, Lamberto ecc., da Berto a Bertuccio, quindi per contrazione Buccio e di lì Buccini, Bucciotti e Buccione, dell'uso di questo nome abbiamo un esempio ad Ancona nella prima metà del 1300 con Buccione Andree de Barnabeis esecutore degli Ordinamenti di Giustizia della città, non si può poi escludere una possibile derivazione da ipocoristici aferetici del nome Jacobo, attraverso Jacobuccio, per aferesi Buccio, quindi per ulteriore ipocoristico Buccino o con suffisso accrescitivo Buccione ecc..
BUCCOLIERO
BUCOLI
BUCOLIERO
BUCOLO
Buccoliero è molto diffuso nel Salento, a Bucoliero è quasi unico, entrambi siciliani gli altri due, Bucoli è praticamente unico, Bucolo è tipico della Sicilia orientale, di Catania, Calatabiano e Misterbianco nel catanese e di Falcone, Messina, Mazzarrà Sant`Andrea, Giardini Naxos, San Filippo del Mela e Furnari nel messinese, dovrebbero tutti derivare, direttamente o attraverso francesismi normanni, da soprannomi originati dal termine greco bukòlos (pastore, guardiano di animali da pascolo), probabilmente a definire il mestiere del capostipite.
BUCHIGNANI Buchignani è tipicamente toscanodi Lucca, di Massarosa nel lucchese e di San Giuliano Terme nel pisano, potrebbe derivare da un nome di località come Bocchiniano nel reatino, o da un non meglio specificabile ager buchinianum, cioè dal nome della proprietà terriera di un Buchinus (cognomen tardo latino) di cui abbiamo un esempio d'uso in questo scritto dell'anno 836: "..Nam Buchinus ex gentili conversus, postea, inquit, Venerabilis, id est monachus, exstitit, ac Ferrariensi coenobio praefuit, et Thillo vernaculus Eligii, postmodum venerabilem, id est, monasticam vitam duxisse dicitur..".
BUCHINIZ Assolutamente rarissimo, potrebbe essere friulano, dovrebbe essere di origini slovene e derivare dal termine slavo bukev (faggio).
BUDA Presente a macchia di leopardo in tutt'Italia, ha un grosso nucleo siciliano, soprattutto nel catanese e messinese, e nel reggino, un'altro nel forlivese, uno nel chietino, uno triestino ed altri ancora, dovrebbe derivare da soprannomi originati dal vocabolo tardolatino buda (tipo di giunco utilizzato nelle impagliature) e starebbe probabilmente ad indicare il mestiere del capostipite od il suo carattere, potrebbe essere stato un raccoglitore di giunchi o un produttore di sedie o di fiaschi, o anche un tipo particolarmente flessibile.
BUDETTI Budetti, molto raro, è specifico del salernitano, potrebbe derivare da una forma ipocoristica del nome catalano di origini germaniche Budo o Bodo, originato dal termine germanico bod (messaggero), ma potrebbe anche derivare da modificazioni e ipocorismi dei nomi normanni Budic o Budin.
BUDRONI Budroni è specifico della Sardegna settentrionale, di Olbia ed Oschiri in Gallura e di Sassari, Valledoria, Codrongianus, Perfugas, Ploaghe e Porto Torres nel sassarese.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BUDRONI: budròni, budròne, burdòne, butròne, butròni, burdòni, etc. = grappolo, generalmente di uva. Qui in Campidano: u''tròni; u''dròni de axina = un grappolo d'uva. Dal latino botruus = grappolo d'uva; o botryonis = graspo, ma anche grappolo. Il cognome, fondamentalmente sardo, è probabilmente legato all' attività di viticoltore. Lo troviamo negli antichi documenti della lingua sarda. Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, *CSNT, XI°, XIII° secolo, figura: Butrone Furatu(260), teste in una vendita di terre: Comporaili (ho comprato) a Gosantine  de Cappattennor sa parzone de su nipote(la parte del nipote)sa ke li ditavat (quella che gli spettava) in Frassinettu (località in agro di Cheremule), ca sa sua mi aveat data innanti (la sua parte me l'aveva data in precedenza), etc. etc. Fra i testimoni (testes) della vendita c'è appunto Furatu Butrone.
BUEMI Buemi è tipicamente siciliano, del messinese, di Novara di Sicilia, Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Fondachelli-Fantina e Rodì - Milici, e del catanese, di Paternò e Catania, dovrebbe essere di origine araba e si dovrebbe trattare di una forma contratta del cognome Buscemi (vedi BUSCEMA).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Il cognome Buemi è siciliano, secondo Rohlfs 54 viene dall'aggettivo 'boemo'.
BUFAINO
BUFALI
BUFALINI
BUFALINO
BUFALO
BUFALONI
Bufaino, quasi unico, sembrerebbe del cosentino, Bufali è specifico di Perugia e del perugino, Bufalini sembra specifico dell'area che comprende Marche, Umbria e Toscana, Bufalino, abbastanza raro, sembrerebbe originario del siracusano, con possibili ceppi probabilmente secondari nel cosentino, Bufalo ha vari ceppi, uno molto piccolo a Fano nel pesarese, uno a San Severo nel foggiano ed uno a Brindisi, uno piccolissimo a Dinami ed Acquaro nel vibonese ed uno a Lucca Sicula nell'agrigentino ed a Palermo e Palazzo Adrano nel palermitano, Bufaloni, assolutamente rarissimo, sembrerebbe umbro, di Terni e del perugino, dovrebbero tutti derivare, sia direttamente che tramite ipocoristici o accrescitivi, dal nome medioevale Bufalus di cui abbiamo esempio nel 1300 con Bufalus de Cancellariis sepolto nel 1404 in ecclesia in platea Columnae a Roma.  Troviamo tracce di questa cognominizzazione a Città di Castello (PG) nel XIV° secolo con il castellano Niccolò di Manno Bufalini; personaggio famoso è stato l'architetto Francesco Antonio Bufalini (1670-1716 ) che operò sia a Roma che a Urbino.
integrazioni fornite da Vincenza Magi
una leggenda sulla famiglia Bufalini di San Giustino (PG), dice che un cavaliere al servizio dell'imperatore di nome Paolo di Riccomanno durante un torneo di caccia avrebbe ucciso una bufala e ne avrebbe preso la testa come emblema della sua famiglia da questo il soprannome Bufalino.  I Bufalini furono signori di San Giustino dove è visitabile il loro palazzo fatto erigere da loro nel 1492, con tanto di giardino all'italiana con ancora intatto il labirinto. Personaggi della famiglia più conosciuti sono: il cardinale Giovanni Ottavio, Ortensia madre del famoso cardinale Mazzarino e la poetessa Francesca Turina. La famiglia è estinta,l o stemma è una testa di bufalo con anello al naso nera, credo in campo dorato.
BUFANI
BUFANO
Bufani è unico, Bufano invece è tipico del meridione, in particolare della Puglia, del salernitano, del potentino e del cosentino, potrebbero derivare dall'etnico latino bufani, una tribù germanica citata anche da Cesare: "..C. Caecilius Plinius de avunculo ad Marcum scribit, IIII historiae natur. c. XVII haec memoriae prodit. Rhenum accolentes, Germaniae gentes in eadem provincia, Nemetes, Triboci, Vangiones, hinc Ubii, Colonia Agrippinensis, Guberni, Bufani, et quos in insulis Rheni diximus, hi sunt Batavi, Cannefates, Frisii, Chauci, Frisiaboni, Sturii, Morsatii..".
BUFFA
BUFFI
BUFFINI
BUFFINO
BUFFO
Buffa ha svariati ceppi, nel trapanese e palermitano, nel sud della Sardegna, nel catanzarese, nel romano, nel trentino ed in Piemonte, Buffi ha un ceppo nel trentino a Tione di Trento in particolare, uno nel mantovano a Gazoldo Degli Ippoliti soprattutto, in Toscana a Firenze ed in Umbria a Nocera Umbra, Buffini è tipico del pratese, di Prato e di Poggio a Caiano, con presenze anche nel perugino, Buffino, quasi unico, è probabilmente dovuto ad errore di trascrizione del precedente, Buffo ha vari ceppi, nel torinese, nel veronese e nel trevigiano, nel genovese, in Puglia nel foggiano e nel leccese, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dall'aferesi del  nome medioevale Rebufus o Robufus (vedi REBUFFI).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
La radice del cognome Buffa è storicamente la seguente: dal tedesco Büffel, cioè bufalo. I Büffel erano famiglie bavaresi trasferitesi in Italia, esistenti ancor oggi in Baviera con lo stesso cognome. Nel 1050 un Oddo Buffa si distingueva già come guerriero. I Buffa si stanziarono e si diffusero nella bassa Lombardia e nel Piacentino. Nel basso Medioevo i Buffa li troviamo nel Pinerolese e a Mondovì. Buffa è una frazione di Mondovì. È possibile che dalla bassa Lombardia e dal Piacentino scendessero per tutta l'Italia altre famiglie Buffa che italianizzarono il cognome Büffel in altri modi: BUFALO (Messina), BUFALO o BUFALI (Velletri), BUFALINI (Città di Castello), BUFARELLI (Velletri), BUFFERI (Genova), BUFFI (Pesaro). Buffa è presente anche in Sicilia e nel Napoletano, dove però viene dalla voce dialettale 'buffa' = rospo. Rohlfs 54
BUFFELE
BUFFELE'
Sia Buffele che Buffelè sono quasi unici e tipicamente lombardi, potrebbero derivare da un termine dialettale originato dal vocabolo bufà (soffiare) oppure dal termine buffè (credenza, dispensa), ma non si può escludere una contaminazione del termine ufelè (pasticcere), in tutti i casi sembrerebbe riferirsi al mestiere svolto del capostipite.
BUFI
BUFIS
BUFO
Bufi è tipico di Molfetta (BA), Bufis, molto molto raro,  ha un ceppo a Rodi Garganico (FG), Bufo ha un ceppo a Castiglione Messer Raimondo (TE), uno a Roma, ma il grosso ceppo è in Puglia nel barese tra Molfetta e Barletta, ed uno  Margherita Di Savoia e Cerignola nel foggiano, potrebbero derivare da soprannomi originati dal termine latino bufus (rospo), dall'aferesi del nome medioevale Rebufus di cui abbiamo un esempio nel 1100: "...Rigizo qui dicitur de Pettorano et Rebufus qui dicitur Ricius de suprascripta civitate, et qui ambo dixerunt..:", tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1151 in una Carta donationis: "...manus suprascripti Bernardi, qui hanc cartam donationis ut supra fieri rogavit. Signa + + + manuum Anselmi de Ozano et Alberti Bufo et item Alberti testium...".
BUGANE
BUGANE'
Bugane, quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione di Buganè, che è tipico del bolognese, di Bologna, Monzuno, Loiano, Pianoro ed Imola, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale arcaico per lavandaia o lavandaio, indicando che questo era probabilmente il mestiere del capostipite.
BUGATTI
BUGATTO
Bugatti ha un nucleo importante a Lumezzane nel bresciano, uno nel milanese ed uno nell'anconetano, Bugatto, estremamente raro, è del genovese.  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel bresciano fin dal XII° secolo, in un atto della seconda metà del 1100 vengono citati degli Heredes Petri Bugatti, nel 1200 nell'estremità occidentale della Provenza, ai confini con l'Italia troviamo in un atto: "...Actum fuit hoc .II. idus Iuni  anno Domini .M. CC. LXX. VII.  Philipo regnante B. comite Convenarum Raimundo episcopo Coseranensi Testes huius rei son Amelis de Bugato Arnaldus de Sancto Saturnino presbiteri et Arnaldus de Bugato Arnaldus Faber notarius publicus Vallis longe scripsit...", nel 1400 a Milano il pittore ritrattista Zanetto Bugatto è alle dipendenze di Francesco Sforza e decora fra l'altro la cappella delle reliquie nel Castello di Pavia.
BUGEA
BUGIA
Bugea è tipico di Agrigento, Bugia, decisamente più raro, ha un ceppo a Palma di Montichiaro nell'agrigentino ed uno a Caltanissetta, dovrebbero entrambi derivare, direttamente o tramite un'alterazione dialettale, dal nome dell'antico toponimo algerino Bugea, citato ad esempio da Matteo Bandello nelle sue Novelle: "...Dopo questi vi furono aggiunti Serreffo, gran dottore de la legge maometana, nato in Bugea, nobile cittá, ove sogliono essere le publiche scole degli studi arabici. Questa Bugea fu appo gli antichi Uzicata. ..." e di cui abbiamo traccia già negli Annales Pisani: "...Quedam alia galea de Porta Aurea Gigerim applicuit, cuius galee homines capti pro piratis ducti sunti ad Bugeam, et omnes, preter quatuor parvulos et XX alios quos fortuna liberavit, truncati sunt. Alie vero XVIIII, nescientes de aliis quid inde esset, infra XI dies Novembris Pisas cum triumpho de inimicis rediere. A. D. MCLXVII, indictione XIIII, ..", probabilmente ad indicare la provenienza del capostipite da quella città.
BUGELLA Bugella, quasi unico, è piemontese, dovrebbe derivare da Bugella, l'antico nome della città di Biella, probabilmente il paese d'origine del capostipite.
BUGELLI Bugelli ha qualche presenza nel ferrarese, nel pistoiese, nel livornese e nel grossetano, dovrebbe derivare da un nome di località il cui nome potrebbe essere derivato dal celtico buga (brughiera), probabilmente indicando così una caratteristica del luogo d'origine dei capostipiti.
BUGGE
BUGGE'
BUGGI'
Bugge è praticamente unico, così come il calabrese Buggì, Buggè, estremamente raro, è specifico dell'area reggino, messinese, dovrebbero derivare da soprannomi basati su alterazioni del termine dialettale calabro,siculo buggìa (borsetta, carniere), forse ad indicare nei capostipiti degli artigiani produttori di borse o carnieri da pesca o da caccia.
BUGGIANI
BUGIANI
Buggiani è tipicamente toscano, ha un ceppo a San Miniato nel pisano, a Carrara ed a Fucecchio ed Empoli nel fiorentino, Bugiani è tipico di Pistoia, Serravalle Pistoiese e Quarrata nel pistoiese e di Prato, dovrebbero derivare dal nome del paese pistoiese di Buggiano, probabile paese d'origine dei capostipiti.
BUGLI
BUGLIA
BUGLIAZZINI
BUGLIO
BUGLIONE
BUGLIONI
Buglia, molto raro, è tipico della zona di Frascati e Monte Porzio Catone nel romano, Bugli ha un grosso nucleo nel riminese a Rimini, Riccione e Santarcangelo di Romagna, un piccolo ceppo a Rignano Sull`Arno e nel fiorentino, Bugliazzini è specifico di Canale Monterano nel romano, Buglio, molto raro ha un piccolo ceppo ad Albosaggia nel sondriese, che potrebbe derivare dal nome del paese Buglio in Monte sempre nel sondriese, uno piccolissimo nel veronese ed uno a Catania, Buglione è ben radicato in Campania, soprattutto nel casertano e napoletano, ed in Basilicata nel potentino, Buglioni è specifico della fascia centrale che comprende Marche, Umbria e romano, dovrebbero tutti derivare, direttamente, tramite ipocoristici anche compositi, o tramite accrescitivi, dal nome medioevale Bullius di cui abbiamo un riscontro ad Arcene nel bergamasco in una Carta finis del 1157: "Carta finis, quam fecit Mazolus, filius condam Marchixi qui dicebatur Bullius, de terris quas habebat | in territorio de Baniollo, facta .MCLVII. in manu Ugonis qui dicitur Platus et quorumdam aliorum ...", ma è pure possibile una derivazione da un soprannome forse originato dal termine dialettale settentrionale buiol (sorgente calda, spesso solforosa) o anche dall'antico vocabolo italiano buglia (confusione, gazzarra), tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Siena in un atto che riporta l'inventario dei beni del comune di Siena in Montemassi (GR) nel 1381, dove si legge: "... L'eredi del Buglia da Montemassi, del contado di Siena, anno terra e vignia posta nela detta cortee luoco detto nela contrata di Battifolle...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Bugli deriva probabilmente dall'antico italiano 'buglia' = moltitudine confusa di persone o cose, dal lat. 'bullare' = far bolle, ribollire, da cui anche le voci  'bugliolo', 'gar-buglio', 'sub-buglio' = zuffa, quasi bollore di più persone che fanno rumore. O forse anche da un personale latino Bullius.

stemma fornito da Juliana Buglia Magi
BUGLIANI Bugliani, tipico di Massa, Carrara ed Aulla nel massese, potrebbe essere di origini fiorentine e derivare dal nome del feudo fiorentino di Bugliano, ma molto probabilmente deriva invece da una forma arcaica del nome del paese pistoiese di Buggiano.
BUGLIARI
BUGLIARO
Sia Bugliari che Bugliaro, molto molto rari, sono tipici del cosentino, si dovrebbe trattare di cognomi di origine albanese, che potrebbero derivare da soprannomi originati dal termine albanese bullgar (bulgaro o dal termine, sempre albanese, bulijar (nobile, persona di rilievo).
BUGNA
BUGNI
BUGNO
Bugna è tipico di Bersone (TN), Bugni è un cognome abbastanza raro, tipico del biellese, con un possibile ceppo secondario nel mantovano, Bugno altrettanto raro è specifico della provincia di Venezia,  dovrebbero derivare da soprannomi originati o dal termine bugna (arnia, bernoccolo) o dal vocabolo bugno (cesto, qualcosa di convesso). I Bugni possedevano beni nelle Chiusure di Cremona il notaio Giuseppe Bugni, figlio o nipote di Redulfo, risultava operante nel 1270. Nel XIII° secolo a Pistoia si trova un Meo di Bugno poeta e rimatore.
BUGNOLA
BUGNOLI
BUGNOLO
Bugnola, quasi unico, sembrerebbe del veronese, Bugnoli ha un ceppo emiliano nel ferrarese a Goro, Ferrara e Comacchio ed a Ravenna ed un ceppo a Siena, Bugnolo, molto raro, è piemontese, di Novara e Gattinara nel vercellese, potrebbero derivare da nomi di località come Bugnolo nel senese, ma molto più probabilmente derivano da soprannomi basati sul termine arcaico bugnola o bugnolo (vaso di paglia usato per tenervi dentro la biada).
BUGONI Attualmente circoscritto al piacentino, zona di Nibbiano e Pianello Val Tidone (PC), dovrebbe derivare dal nome medioevale Bugo (Bugo filius quondam Arioaldi de loco Belusco anno 962) e Bugone di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale  nell'anno 1030 a Bergamo: "...Primo campo dicitur Mururano; coeret ei a mane Vualpertii, a meridie Bugoni et Algisi germanis, et est campo ipso per iustam mensuram perticas iugiales sex et tabulas quattuor...".
BUI
BUY
Bui ha un ceppo tra bergamasco e bresciano, uno uno nel ferrarese, uno tra senese e perugino ed uno romano, Buy è quasi unico, l'origine di questi cognomi è incerta, potrebbero derivare da una troncatura del nome celta Buic, da forme aferetiche di nomi come il franco Lebuin, o da alterazioni sia aferetiche che apocopaiche del nome longobardo Albuin.
BUIAN
BUIANI
Buian, quasi unico, è una forma arcaica del cognome Buiani che sembra tipico di San Giovanni al Natisone e di Udine, dovrebbero entrambi derivare dall'etnico di Buia (UD), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo in un atto del 1213: "...Item vendo vobis aliam domum cum pertinentiis suis, quam tenet Pierus Orlandi homo quondam Teghiarii, cui ex duabus est via ex alia parte tenet Filippus et ex alia tenet Iohannes Buiani et sunt posite in dicto castello et has quas vobis vendo ego Falcone et omnia que ambo nos Falcone et Ugolinus vendimus nomine dicti Teghiarii vendimus vobis pro pretio ..:".
BUIZZA Buizza è tipicamente lombardo, specifico in particolare di Brescia e del bresciano, di Paderno Franciacorta, Travagliato, Cazzago San Martino, Ospitaletto, Rovato, Passirano e Castrezzato, di origine etimologica oscura.
BULANTE
BULANTI
Bulante, praticamente unico è valtellinese, Bulanti è specifico di Morbegno, Talamona e Tartano nel sondriese, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale originato dalla forma aferetica del termine ambulante, probabilmente ad indicare che i capostipiti facessero di mestiere i commercianti ambulanti, troviamo tracce di queste cognominizzazioni in un atto del 1686 che cita un certo Battista Bulante di Talamona.
BULDREGHINI
BULDRIGHINI
Buldreghini, quasi unico è quasi sicuramente dovuto ad un errore di trascrizione del pur rarissimo Buldrighini, che dovrebbe derivare dall'ipocoristico del nome medioevale Buldrico di cui si ha un esempio negli Annali Bertiniani dove si narra che "nell'anno 820 i popoli della Carniola e Carintia si diedero a Buldrico marchese o duca del Friuli" citazione tratta da Antichità italiane di Ludovico Antonio Muratori.
BULF
BULFONE
Bulf, molto raro, è tipico di Taibon Agordino (BL), Bulfone, abbastanza poco comune, è tipico friulano, della zona tra Tavagnacco (UD), Fagagna (UD) e lo stesso capoluogo, qust'ultimo potrebbe derivare dal toponimo Bulfons (UD), ma più probabilmente derivano tutti da una modificazione del nome germanico Wulf (lupo), Bulfone è da intendersi come italianizzazione dialettale del nome germanico Wolfgang.
BULFAMANTE Bulfamante, assolutamente molto raro, è decisamente siciliano del palermitano, dovrebbe derivare dal nome medioevale germanico Bulfman, forma betacistica alterata del nome Wolfman (uomo lupo).
BULGARELLI
BULGARELLO
BULGARI
BULGARINI
BULGARINO
Bulgarelli è tipico della zona tra le province di Mantova, Modena e Ferrara, Bulgarello sembra veneziano, Bulgari e Bulgarini sono del bresciano, così come il rarissimo Bulgaro, che è tipico del basso bresciano, Bulgari oltre che di Brescia è anche tipico di Manerbio, Pavone del Mella, Milzano e Pontevico sempre nel bresciano, Bulgarini invece è specifico di Pozzolengo e Desenzano del Garda, sempre nel bresciano, Bulgarino, assolutamente rarissimo, sembra cosentino, derivano, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome medioevale Bulgarus di cui abbiamo un esempio nel Codice diplomatico della Lombardia medioevale in una Cartula venditionis scritta in Pavia nell'anno 1178: "...Bulgarus, filius quondam Petri Ferrarii, et Airaldus Brugnolus , qui professi sunt vivere lege Longobardorum, vendiderunt Bernardo de Montebello pro precio librarum septem denariorum bonorum Papiensium nominative casam unam...", o anche dal nome Bulgarellus, che troviamo in uno scritto del 1100: "Per idem tempus invitatus est reverentissimus Iohannes a Guilihelmo comite, qui et Bulgarellus vocabatur, et a monachis Septimensis monasterii, quatenus id sub regimine susciperet suo. ", i nomi provenivano dalla presenza di mercenari unni al seguito dei longobardi.
BULGINI Bulgini, molto raro, è specifico di Porto San Giorgio nell'ascolano, potrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale bulgino (foruncolo).
BULLA
BULLI
BULLO
Bulla ha ceppi lombardi, soprattutto nel bresciano, a Roma, nel catanese e nel nord della Sardegna, Bulli ha un ceppo nel fiorentino ed uno romano, Bullo è tipico di Venezia e del veneziano, dovrebbero derivare dal nome medioevale latino Bullus, Bulla di cui abbiamo un esempio in questo epitaffio: "En carnifex Bullus iacet sepultus hic, - Notus celebri in urbe furcifer nimis. - Taurus (novum est) et carnifex una iacent, - Funus cruentum! Hunc mortuum lugent viri...", potrebbero anche derivare da modificazioni dell'aferesi del nome longobardo Rebollus (vedi REBOLLO), ma è pure possibile che derivino da un soprannome legato al termine bulla (bolla, messa al bando).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BULLA: bulla è la bolla: una bubùlla de saboni = una bolla di sapone. Una bubùlla o bubulùcca de sa peddi = una grossa pustola. Sa pinjàda fait bubullas = la pentola bolle, fa le bolle. Il cognome è presente negli antichi documenti della Sardegna. Il cognome è presente nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo. Bulla Iohanne, sposo a Maria de Petra ed a Maria Campana? (90): Ego Remundu, priore de Bonarcado, fazo recordazione pro fiios de Iohanne Bulla, ki partivi cun presbiteru Orzoco de Luketas. Ipse levedi a Iorgi fiiu de Maria de Petra et ego levei  a Petru fiiu de Maria Campana. Et Gregori ladus a ladus; Bulla Petru e Bulla Iorgi sono i figli di Iohanne. Attualmente il cognome Bulla è presente in 223 Comuni italiani, di cui 20 in Sardegna: Sassari 59, Anela 19, Alghero 15.
BULLIRI Bulliri, quasi unico, sembrerebbe della Sardegna sudoccidentale.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BULLIRI: di etimo e significato incerti. Bùlliri potrebbe derivare da bùllire, che in logudorese settentrionale è sinonimo di bullone = pollone. L'espressione bùlliri, bùlliri significa "superficialmente"; si usa  per dare significato ad un qualcosa di poco aderente, che si sta per staccare dal suo sito, da un momento all'altro.Il cognome Bùlliri è molto raro e presente in soli5 Comuni italiani, di cui 2 in Sardegna: Serramanna 6, Marrubiu 3.
BULTRINI Bultrini ha un piccolissimo ceppo a L'Aquila ed uno, molto più consistente, a Roma, dovrebbe derivare dal nome medioevale Bultrinus, di cui abbiamo un esempio d'uso in questo scritto delle Cronache Fermane del 1386: "MCCCLxxxvi, de mense .februarii, dominus Gentilis et Rodulfus de Camerino, cum gentibus de Camerino, expulerunt Gentilem et Berardum domini Berardi de Camerino, et combuserunt demos eorum et inceperunt guerram : qui Gentilis et Berardus habuerunt ad eorum stipendium subito Bultrinum et Grassum cum sexcentis equitibus vel circa, ut asserebant , in terra Tolentini , et fecerunt guerras ad insimul...".
BULUGGIU Assolutamente rarissimo, è tipico della Sardegna settentrionale, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo dialettale buluzu (nausea, subbuglio).
BULZI Specifico della provincia di Milano e Lodi.
BULZOMI Bulzomi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe originario del reggino in Calabria, probabilmente del paese di Cinquefrondi.
BUONADONNA Deriva dalla forma gratulatoria Bonadomina (buona signora), è presente in tutta Italia a macchia di leopardo. Area geografica d'origine probabilmente il sud.
BUONADOSA
BUONADOSE
Buonadosa e Buonadose, quasi unici, sembrerebbero campani, si tratta probabilmente di cognomi attribuiti a dei trovatelli in epoca borbonica.
BUONANNO vedi BONANNI
BUONASPEME Buonaspeme, assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico del teramano, di Martinsicuro in particolare, dovrebbe trattarsi di un cognome attribuito in epoca medioevale ad un trovatello cui si augurava così una buona speme, cioè una buona speranza nel futuro.
BUONCAMMINO Buoncammino è estremamente raro ed è tipico del napoletano, dovrebbe derivare dal nome augurale medioevale Buoncammino, attribuito a figli cui si augurava un buon cammino nella vita.
BUONFIGLIO Tipico del napoletano. (vedi Bonfigli)
BUONGIORNO Deriva dal nome augurale omonimo, originario probabilmente del sud ha come zona d'elezione le Puglie, anche se è diffuso in tutta Italia.
BUONI
BUONO
Buoni, molto raro, è tipico toscano, Buono è diffuso in Umbria e in tutto il sud, derivano dal nome medioevale Buonus derivato a sua volta dal nomen latino Bonus, ne abbiamo un esempio in una lettera al podestà di Pistoia del 1432, dove si legge: "...Doni et Buonus Niccolai Buoni de Businis ...".
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Come giustamente detto, l'origine di questi cognomi va ricercata nel soprannome o nome medievale Buono, che, nell'onomastica arcaica, assume un chiaro valore augurale (vedi Bona). In questo contesto, tuttavia, va notato che il cognome Buono non ha sempre un'origine italiana, per lo meno non in senso stretto: alcune di queste famiglie, infatti, sono di antica origine arbëreshë, mentre altre hanno una lontana discendenza ebraica. Nel caso arbëreshë, innanzitutto, pare che Buono traduca o l'albanese mirë o il greco kalòs, che, nelle rispettive lingue, significano appunto buono (in greco antico, a dire il vero, l'aggettivo kalòs aveva diverse sfumature, che spaziavano fra il concetto di bontà e il concetto di bellezza): fra le due ipotesi, in effetti, la più probabile è quella di un'origine arvanita (greco-albanese), se si pensa anche alla diffusione del cognome Calò nel sud Italia (vedi Calò). Passando ora alla fonte ebraica, va notato che qui bisogna distinguere fra almeno tre origini, a seconda della diversa provenienza geografica. Nel caso il cognome sia nato in Italia, infatti, è probabile che queste famiglie abbiano adottato semplicemente un cognome italiano, sulla base dell'onomastica nazionale: si tratta di un fenomeno molto frequente nei cognomi ebreo-italiani, che, in molti casi, si confondono facilmente con cognomi puramente italiani (per lo meno, in senso linguistico). In alternativa, tuttavia, è anche possibile che i Buono ebreo-italiani abbiano origini straniere, in parte ashkenazite e in parte sefardite: nel primo caso, Buono nascerebbe da una traduzione del cognome tedesco Gut, che, assieme alla variante Guth, significa letteralmente buono (questo cognome, in effetti, presenta anche una fonte ebraica, nella fattispecie ashkenazita); nel secondo caso, invece, Buono deriverebbe da un adattamento del cognome spagnolo Bueno, di evidente significato (Bueno, in questo senso, è anch'esso un cognome ebraico, sefardita nello specifico).
BUONPASTORE Buonpastore sembrerebbe specifico di Montescaglioso nel materano.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questo cognome va ricercata nel nome cristiano medievale Buonpastore, nato in chiaro riferimento alla figura di Gesù Cristo, il Buon Pastore (per una spiegazione più approfondita sull'origine del nome, vedi il cognome Pastore). Si tratta, dunque, della cognominizzazione del nome personale del capostipite.
BUORA
BUORO
Buora, molto raro, è oggi distribuito in misura abbastanza sporadica in tutto il settentrione, con presenze in Piemonte, in Lombardia, nel Veneto e nel basso Friuli, Buoro è specifico del trevisano, di Oderzo, Orsago, Ponte di Piave, Mareno di Piave e Pieve di Soligo, i ceppi veneti dovrebbero derivare dal termine veneziano arcaico buora o buoro (borea, vento freddo del nordest) e potrebbe stare ad indicare la provenienza dei capostipiti dalle regioni austriache, le presenze piemontesi, ove, come sembra, non fossero gli esiti di migrazioni interne dal Veneto, potrebbero derivare da un soprannome basato sul termine dialettale arcaico buora (zona allagata, paludosa).
BUQUICCHIO Buquicchio è specifico del barese di Bitonto in particolare e di Bari, dovrebbe trattarsi dell'italianizzazione del cognome albanese Bozhiqi (vedi BOCCHICCHIO).
BURANELLI
BURANELLO
Assolutamente rarissimo Buranelli, meno raro Buranello sono veneziani e derivano dal toponimo Burano (VE), tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Venezia nel 1500 quando troviamo un certo Iseppo da Buran, detto Buranello, garzon de barca.
BURANA
BURANI
Burana, quasi unico, parrebbe del piacentino, Burani Sembra avere due ceppi, uno tra Modena e Reggio ed uno in provincia di Perugia, potrebbero derivare da toponimi come Burana (FE) o Burano località di Cagli nel pesarese, ma più probabilmente deriva dal nome medioevale germanico Bueren o Beuren citato ad esempio dal Guicciardini nella sua Storia d'Italia: "...Espedí adunque, Beuren, cameriere intimo e molto accetto, a notificare a' capitani la sua deliberazione e a visitare in suo nome il re di Francia,...".
BURASCA
BURASCHI
Burasca, estremamente raro, ha qualche presenza in Emilia e nelle Marche, Buraschi ha un ceppo lombardo nel milanese a Meda, Milano, Cormano e Cinisello Balsamo, a Saronno nel varesotto ed a Brescia ed Azzano Mella nel bresciano, ha presenze in Emilia, in particolare a Carpi nel modenese, ed un ceppo a Castelmassa nel rovigoto, dovrebbero derivare da soprannomi dialettali, che potrebbo essere stati originati dal termine dialettale arcaico bura (terra magra), forse ad indicare chi provenisse da una zona pietrosa o arida, o dal termine dialettale medioevale burass (setaccio), che potrebbe indicare il tipo di mestiere dei capostipiti, che probabilmente utilizzavano quel tipo di strumento.
BURATO
BURATTO
Burato è tipicamente veneto, del veronese in particolare,di Montecchia di Crosara, Verona, San Bonifacio, Arcole, Belfiore, Soave ed Illasi, ma anche di Vicenza e Lonigo nel vicentino, di Stanghella nel padovano e, soprattutto, di Eraclea, Meolo, Venezia e San Donà di Piave nel veneziano, Buratto è specifico anch'esso del Veneto, di Crocetta del Montello nel trevisano, di San Donà di Piave nel veneziano e di Verona e Montecchia di Crosara nel veronese, e di Pozzonovo nel padovano, dovrebbero entrambi derivare dal termine medioevale buratto (setaccio fatto con un tessuto sottilissimo e rado chiamato buro), relativo al lavoro dei mugnai, potrebbe anche derivare dall'essere produttori del buro, cioè del tessuto per setacci. Troviamo tracce di questa cognominizzazione in un atto di compravendita stilato a Portogruaro (VE) nel 1618 da un certo Giovanni Buratto.
BURATTI
BURATTINI
BURATTINO
Buratti è molto rappresentato in tutta l'Italia centro settentrionale, Burattini è specifico della fascia centrale, Burattino, molto molto raro, è specifico di orvieto nel ternano, dovrebbero tutti aver avuto origine da soprannomi originati dal termine medioevale buratto (setaccio fatto con un tessuto sottilissimo e rado chiamato buro) relativo al lavoro dei mugnai, potrebbero anche derivare dall'essere produttori del buro, cioè del tessuto per setacci, come potrebbero in qualche caso derivare da soprannomi scherzosi. Comunque sia questi cognomi dovrebbero far riferimento ad una professione.
BURCHI
BURCHIO
Burchi è tipico dell'area emiliana, del modenese in particolare, e della toscana, nel fiorentino e nel pisano, Burchio, estremamente raro, difficile individuarne la zona di origine, potrebbero derivare dal termine medioevale burchio (imbarcazione utilizzata per i trasporti fluviali e in Adriatico sotto costa, in questo caso, normalmente dotata di due alberi), forse ad indicare che il capostipite lavorasse appunto su di un burchio.
BURDESE
BURDESI
Burdese è tipico del Piemonte occidentale, del cuneese in particolare, di Bra, Alba e Sommariva del Bosco, e di Torino, Burdesi è unico, dovrebbe trattarsi di una forma etnica riferita probabilmente a capostipiti originari del paese di Crociera Burdina di Bra nel cuneese.
BURDI
BURDO
Burdi è specifico di Bari e Bitetto nel barese, con presenze significative anche a Gravina di Puglia e Binetto, sempre nel barese, Burdo, molto raro, sembra tipico della zona tra barese e materano, soprattutto nella zona di Andria (BA) e di Montescaglioso (MT), dovrebbero derivare dal praenomen latino Burdus di cui abbiamo un esempio in un'antica lapide di epoca romana: "M(arcus) Valer(ius) / M(arci) f(ilius) / Burdo / Valeriae / Inventae / coni(ugi) pientis(simae) / et Valeriis / Secundo / Valeriano / Invento / collibertis / vi(vis) et sibi".
BUREI
BURELLI
Molto raro Burei è sicuramente veneto sembrerebbe circoscritto al trevisano con una concentrazione significativa a Spresiano (TV), dovrebbe essere un'alterato di Burelli, che ha un ceppo a venezia ed uno nell'udinese a Fagagna, Dignano e Rive d'Arcano, potrebbero derivare da toponimi come Bure nel veronese, ma, molto più probabilmente, derivano da soprannomi originati dal termine veneto arcaico burèlo (sorta di cilindretto di legno a punta ovoidale usato dai carpentieri).
BURGASSI
BURGAZZI
Burgassi è tipicamente toscano, in particolar modo di Firenze e Greve In Chianti (FI), Burgazzi è tipico di Piacenza e del piacentino, di Fiorenzuola d`Arda, Cortemaggiore, Ponte dell`Olio e Vigolzone, dovrebbero derivare da nomi di località come Burgazzi di Vernasca (PC), tracce del cognome Burgassi si trovano nel pisano già dal 1500. (vedi Borghi)
BURGHESU Burghesu, tipicamente sardo e molto raro, ha un piccolo ceppo a Bonorva nel sassarese.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BURGHESU: proveniente dal centro abitato e/o castello di Burgos. Burgos attualmente è un piccolo centro abitato di 1051 abitanti, della provincia di Sassari, in regione Goceano,  a 500 m. s.l.m.; di cui è frazione Foresta Burgos, una delle più belle foreste dell'isola (visitare per credere). Il castello della Burgos sarda, che si erge a un lato del centro abitato, fu edificato, secondo Vittorio Angius, collaboratore sardo del Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli Stati di S. Maestà il re di Sardegna di Goffredo Casalis, del 1841, nel 1134 per volere del re di Torres  Gonnario II de Lacon -Gunale al suo ritorno da Pisa. Il toponimo, a nostro giudizio, non deriva direttamente dal latino burgus, come osservano alcuni linguisti, bensì dalla città spagnola di Burgos, oggi centro e capoluogo della omonima provincia, della regione autonoma spagnola di Castilla y Leòn, città famosa per la sua cattedrale, una delle più belle e significative dell'architettura gotica. Negli antichi documenti della lingua e della storia della Sardegna non abbiamo trovato il cognome Burghesu, ma figura fra Giacomo de Burgos, (sarda o spagnola?), dell'Ordine di sant'Agostino, eletto vescovo di Bisarcio (diocesi scomparsa), nel 1394, dall'antipapa Benedetto XIII° . Fra Giacomo de Burgos forse non occupò mai la diocesi, che nel 1412 vide insediato il suo successore Cristoforo Jadra (Di.Sto.Sa. di F. C. Casula). Attualmente il cognome Burghesu è presente in 13 Comuni italiani, di cui 5 in Sardegna (centro nord): Bonorva 18, Cossoine 5, Sassari 3, Bosa 3, Pozzomaggiore 2.
BURGHI
BURGIO
BURGO
Burghi è quasi unico, forse del centro Italia, Burgio è tipicamente siciliano, dove è molto diffuso in tutta l'isola, in particolare a Palermo e nel palermitano, nell'agrigentino, nel nisseno, nel ragusano, nel siracusano e nel catanese, Burgo, decisamente meno comune, ha un ceppo nel siracusano ed uno nel catanzarese e cosentino, dovrebbero derivare dal termine germanico burg (villaggio) e starebbero probabilmente ad indicare che i capostipiti fossero originari di un agglomerato agricolo, l'ipotesi più probabile è però che derivino dal cognome francese arcaico Burgeos, Burgeoise, e che siano quindi giunti in Sicilia con gli angioini, molto meno probabile un collegamento con il nome germanico Burgwin.
BURGNICH Burgnich, molto molto raro è tipico della zona di Ruda e Cervignano del Friuli (UD), dovrebbe essere di origini slovene e derivare da Bergnach a sua volta derivato dal nome latino Bernardus.
BURICHETTI
BURICO
BURRICO
Burichetti è toscano, con un piccolo ceppo a San Giuliano Terme nel pisano, Burico sembrerebbe umbro, di Castiglione del Lago (PG) in particolare, Burrico è quasi unico, dovrebbe derivare da un soprannome, o da suoi ipocoristici, legato al termine tardo latino buricus (puledrino), forse conseguente ad una struttura fisica particolarmente minuta o all'attività di allevatore di cavalli.
BURLA Originario dell'area compresa tra Lazio ed Umbria
BURLO
BURLOVICH
BUROLO
Molto molto raro Burlo ha un ceppo nel torinese ed uno triestino, Burolo, estremamente raro, è triestino, dovrebbe derivare dal personale latino Burolus.
integrazioni fornite da Denis Burolo
Cognome triestino molto raro di origine istriana, nella fattispecie dalla zona di Umago (Croazia) il qual comune ebbe in feudo Matterada e Carso, poi il suo territorio si estese comprendendo Petrovia, San Lorenzo, Bassanìa, Zambrattìa, Metti, Momo, Frattizzi e BUROLI. Località quest'ultima già documentata sin dal 1614 con il nome di Contrà Borlovichio ( conosciuta anche come casale dei Burlovich) ove vi era una stanzia (podere con casa colonica) di proprietà di tale Matteo Borlovichio. Il cognome inizia ad affermarsi come BUROLO verso la fine del 1700 ove è sicuramente documentata la presenza in Matterada di tale BUROLO Maria (1778-1840) moglie di COSLOVICH Thomas e successivamente con BUROLO Zuane (1806) per affermarsi definitivamente nel 1833, contestualmente alla presenza nella zona dell'Umaghese, dell'ultimo BURLOVICH tale Antonio figlio di Antonio dei Buroli. Eventi questi che sono il risultato di una lenta evoluzione del originario cognome triestino BURLO o de BURLO (dapprima signori, poi conti palatini ed infine baroni estinti come ramo nobile nel 1918 con la morte del Barone Antonio de BURLO), già riportato nel 1246 nel novero della "Vetustae Nobilitatis Tergestina Congregatio" con la presenza di Tebaldo Burlo (peraltro proprietario di terre e di una casa colonica ad Umago) figlio di Dominici e padre di Arno o Arnaldo, il quale viene indicato in alcuni scritti del 1291 come "mercator" o "peregrinus" e che sembrerebbe commerciasse il sale dal Mare alla CARNIOLA, regione questa della odierna Slovenia in cui si individua nella località di Castelnuovo d'Istria un punto di partenza per l'espansione della famiglia Burlo nell'Istria croata, avvalorata dalla presenza di tale Catarinus Burlo, che nel 1428 risulta essere uno dei dodici che insieme al capitano e Giudice avranno a nominare il Capitano di Castelnuovo dei Carsi (oggi d'Istria), pel comune di Trieste. Qui il Catarinus sembra stabilirsi con la famiglia e divenire successivamente anche lui Capitano di Castelnuovo d'Istria e da qui inizia pure la slavizzazione del cognome in Burlovic/Burlovich diffondendosi così verso i primi del 1600 nella zona del Umaghese ove come già preaccennato il cognome inizia ad assumere diverse varianti quali Borlovicchio (1614), Burol (1629), Borlo (1744) ed infine Burolo (1778) il quale quindi, non è altro che un riadattamento romanzo-istriano di Burlovich/Burlovic e che a sua volta è la slavizzazione di Burlo originariamente indicante un "burlatore, burlone" oppure un "grassottello" (borlo) oppure nel personale germanico di Buro/Burilo o infine nel personale latino di Burriolus/Burolus. Va evidenziata la presenza già dal 1700 ad Ercsi nella regione dello Fejer (Ungheria centrale) di una propaggine, nella forma slavizzata di BURLOVIC/BURLOVICH/BUROLOVIC/BUROLOVICH, dei Burlo/Burolo, si consideri a riguardo che la Corona d'Ungheria nel 1687 viene ereditata dagli Asburgo già protettori di Trieste dal 1382 e che il Fejer è da sempre al centro di vie commerciali che proseguono verso sud-ovest nella penisola balcanica.
BURLOTTI
BURLOTTO
Burlotti, molto raro, è specifico dell'area bresciana, in particolare di Sale Marasino e Darfo Boario Terme, Burlotto, assolutamente rarissimo, parrebbe dell'area novarese e verbanese, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal termine dialettale burlott (tappo della botte, ma anche persona piccola e grassottella), potrebbe anche trattarsi di forme ipocoristiche derivate dal nome latino Burolus, sembra invece che nessun collegamento possa esserci con il termine italiano arcaico burlotto o brulotto (piccola imbarcazione piena di materiale infiammabile utilizzata per tentare di bruciare le navi nemiche).
BURNELLI Burnelli ha un ceppo a Bologna e Molinella (BO) ed uno a Perugia, dovrebbe derivare da una modificazione per metatesi del nome Brunellus
BURO La derivazione dovrebbe essere dal termine buro (tessuto sottilissimo e rado) quindi al fatto di essere produttori del buro. Ha due aree d'origine, la provincia di Verona e la Campania. 
BURRO
BURRONE
BURRONI
Burro è caratteristico del veronese, di Verona, Mezzane di Sotto, Ronco d'Adige, Tregnago e San Martino Buon Albergo, Burrone ha un ceppo principale nell'alessandrino a Parodi Ligure e Novi Ligure, un piccolo ceppo a Garlasco nel pavese ed uno a Genova, ha anche un piccolissimo ceppo nel napoletano, Burroni ha un piccolo ceppo nel pavese a Voghera, Romagnese, Vigevano e Pavia, un piccolo ceppo a Genova e La Spezia, ma il ceppo più consistente è in Toscana, nel senese a Siena, Monteroni d'Arbia, Sovicille, Castelnuovo Berardenga, Asciano, Monteriggioni e Sinalunga, nell'aretino ad Arezzo, Cortona e Castiglion Fiorentino, a Firenze ed Impruneta nel fiorentino, a Livorno ed a Grosseto, queesti cognomi dovrebbero derivare dal nome medioevale longobardo Burro, Burronis, di cui abbiamo un esempio d'uso in una Carta donacionis dell'anno 1166 a Lambrate nel milanese: "In nomine Domini. Anno dominice incarnacionis milleximo centeximo sexageximo sexto, quarto die mensis ianuarii, indicione quartadecima. Hospitali pauperum de Brorio civitatis Mediolani ego in Dei nomine Ambrosius filius quondam Baiguerii qui dicebatur de Vicomercato, de Mediolano, qui professus sum lege vivere Longobardorum, dono et offero in suprascripto hospitale .... Quia sic decrevi mea bona voluntas pro salute anime mee et patris et matris mee. Actum in burgo Lambrate. Signum + manus suprascripti Ambrosii qui hanc cartam donacionis et offersionis ut supra fieri rogavit. Signum + + + manuum Burronis Dionisii, Amizonis qui dicitur Cigada, Cazurani testium. Ego Lanfrancus notarius sacri palatii tradidi et scripsi.", troviamo tracce di queste cognominizzazioni a Firenze fin dal 1400 con un certo Franciscus Burrone.
BURZA
BURZO
Burza ha un ceppo a Cosenza e nel cosentino, Burzo ha un ceppo a Pisticci nel materano ed uno a Napoli ed a Montesano sulla Marcellana nel salernitano, dovrebbero derivare da modificazioni dialettali del nome medioevale Borsus, ricordiamo Borso d'Este primo Duca di Modena e Reggio nel 1452, in alcuni casi potrebbero derivare da soprannomi originati dal termine latino bursa (borsa per contenere denari) probabilmente ad indicare lo stato di benestante del capostipite: "Bursa vacans aere vetat inter vina sedere", è anche possibile una derivazione dal toponimo turco Bursa.
BURZI
BURZIO
Burzi sembra avere un ceppo bolognese ed uno aretino, Burzio è tipicamente piemontese, tra torinese e cuneese, dovrebbero derivare dal nome medioevale Burtius, tracce di queste cognominizzazioni le abbiamo nella seconda metà del 1400 con il musicista e scrittore parmense Nicolaus Burtius,
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Burzio è un cognome prevalentemente del torinese e cuneese, dovrebbe derivare dall'aferesi del nome Tiburzio.
BUS Molto molto raro, è tipico della zona di confine della Val d'Aosta con il biellese, potrebbe derivare da una modificazione dialettale del nome germanico Boso, ma può anche derivare da una contrazione del cognome savoiardo Bussey.
BUSA Busa ha il ceppo più importante nel vicentino, con un ceppo secondario nel ravennate, uno piccolo nel cosentino ed uno nel nord della Sardegna. Il cognome, che sembra essere di origine vicentina, dovrebbe far riferimento alle caratteristiche della località di provenienza del capostipite, quello della buca, transitando dalla voce dialettale veneta busa (buca, ma anche località situata in basso).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BUSA: il cognome Busa, pur presente in 99 Comuni italiani, può contare su ceppi di scarso numero. In Sardegna lo troviamo in 7 Comuni: Sassari 18, Santa Giusta 6, Cagliari 5, etc. I ceppi più consistenti (si fa per dire) delle altre regioni d'Italia li troviamo a Messina 17, a Corigliano Calabro 10, a Chivasso 8 (Piemonte), a Monza (Lombardia), a Roma 7. In Sardegna is busas sono i ferretti per fare le calze, quindi il cognome potrebbe essere legato al fabbricante di buse, o al mestiere di fare le calze. Crediamo che il vocabolo sia siciliano e derivi dall'arabo bûs, che corrisponde ad una cannuccia, tratta dall'arundo aegyptiaca (canna egiziana), che serviva appunto per fare le calze, sostituita poi dal ferretto. Ancora oggi i ferretti sono chiamati busas o buse in Sardegna e Sicilia. È probabile che il cognome si sia poi divulgato nel resto d'Italia, più dalla Sicilia che dalla Sardegna; o che sia addirittura arrivato dalla Sicilia anche qui nell'isola sarda. Per ora non sappiamo altro.
BUSA' Busà è tipicamente siciliano, del messinese e del catanese,  dovrebbe derivare da un soprannome basato sul vocabolo arabo bûs (cannuccia utilizzata a coppie per fare la maglia delle calze), indicando così forse che i o le capostipiti producessero calze, magari utilizzando come ferri quel tipo di canne. (vedi anche BUSA)
BUSAGLIA
BUSSAGLI
BUSSAGLIA
Bussagli è tipicamente toscano, ha un ceppo a Poggibonsi nel senese, uno a Volterra nel pisano, uno a Certaldo nel fiorentino ed uno a Piombino nel livornese, Bussaglia ha un ceppo a Pergola ed a Fano nel pesarese ed uno a Roma, Busaglia, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, potrebbero derivare dal nome della località di Bussaglia in Corsica, secondo un'altra ipotesi deriverebbero invece da alterazioni dialettali del nome medioevale germanico Bussa, Busso, di cui abbiamo un esempio d'uso: "...Magna suae Busso pondera laudis habet. Marchia tunc equitum quo dicitur usa magistro, Opposuit patriam cum Pomeranus opem. Alvensleviacam quod si velit ordine gentem Verba ligans numeris Musa referre meis: Ilias est magno sua condita qualis Homero, Moliri temere tale viderer opus. ..".
BUSALACCHI Busalacchi è tipico di Palermo, potrebbe derivare dal nome della località libica Sidi Bu Salah nei pressi di Bengasi.
ipotesi suggerita da Carlo Barbieri
il cognome potrebbe derivare dall'arabo Abu Salah o Bu Salah.
BUSAN
BUSANA
Busan, assolutamente rarissimo, potrebbe essere friulano, Busana sembra tipico del trentino, ma con ceppi non secondari anche nel padovano e nel reggiano dove dovrebbe derivare dal toponimo Busana (RE), tutti gli altri ceppi, secondo un'interessante ipotesi deriverebbero dall'etnico busii (popolazione gallica), ma è pure possibile che derivino dal nome Busius, modificazione del nome germanico Boso (Bosonis) o Buso (Busonis), o da altre località con un simile nome, come il castello che ad esempio viene citato da Ammiano Marcellino del IV° secolo: "...cum prope castella Romana venisset, quorum unum Reman, alterum Busan appellatur...".
BUSATI
BUSATO
BUSATTI
BUSATTO
Busati, assolutamente rarissimo, è dovuto ad errori di trascrizione di Busato, che è tipico del Veneto, dove è molto diffuso ovunque, come la forma Busatto, solo un attimo meno diffusa, Busatti è invece specifico di Ferrara, si dovrebbe trattare di tipiche forme patronimiche, con terminazione in -ato o -atto le venete ed in -atti le emiliane, del nome Boso (vedi BUSI), modificato dal dialetto in Buso, probabile nome del padre del capostipite. Di queste cognominizzazioni si hanno tracce a Martellago (VE) fin dalla prima metà del 1400.
BUSCA Sembra avere un nucleo in Piemonte con un ceppo originario nel biellese ed uno nel cuneese, uno nel milanese ed uno nel Pesarese, può derivare da toponimi come Busca (CN) o Buscate (MI) ma in alcuni casi deriva da soprannome legato al vocabolo bosco, cioè di uno che fa il boscaiolo od abita nei pressi o all'interno di un bosco o ci ha comunque a che fare.  Tracce molto antiche di questa cognominizzazione si hanno in un atto di vendita datato 15 dicembre del 1141 a Morimondo (MI), dove si legge: "...Baldo, filio quondam Martini argenti denariorum bonorum Papiensium libras duodecim, finito pretio, pro casa una murata et tuvata cum area sua et curte uno tenente, iuris nostri, quam habere visi sumus intra hanc Ticinensem civitatem, in porta Pertuso, prope ecclesiam Sancte Eufemie>; coheret ei: a meridie Maraboti de Volta, ab aquilone et sero Ricard Busca, a mane via publica sive ibi alia sint coherentia, omnia cum omnibus ad ipsam casam et curtem cum areis suis pertinentibus, inintegrum; quam autem suprascrip>tam casam et curtem cum areis suis iuris nostri superius dictam, una cum accessionibus et ingressibus seu cum superioribus et inferioribus suis, qualiter supra legitur, inintegrum, ab hac die tibi cui supra Baldo pro suprascripto pretio vendimus, tradimus et mancipamus, nulli alii venditam, donatam, alienatam, obnoxiatam vel traditam nisi tibi, et fatias exinde a presenti die tu et heredes tui aut cui vos dederitis, iuris proprietario nomine, quicquid volueritis, sine omni nostra et heredum nostrorum contradictione....".  Nel 1700 a Ceriano (MI) si trovano i Marchesi Busca, il marchesato di Busca risale al  XII° secolo derivando dalla spartizione dei territori posseduti dal Marchese Bonifacio Del Vasto .
BUSCAGLIA
BUSCAGLIONE
BUSCAGLIONI
Buscaglia è tipico dell'area che comprende il milanese, il pavese, l'alessandrino e la Liguria centrale, Buscaglione, abbastanza raro, è tipico del biellese, Buscaglioni, praticamente unico, è dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, derivano da soprannomi originati o da toponimi contenenti la radice Bosco o dal nome di località individuabili con il nome medioevale di buscalia, come si può leggere in una Carta commutationis del 1024 a Brescia: "...buscalia est tabulas quattuor centi quadrainta ...".  Il Casato dei Buscaglia si espresse a Milano nel 1500 con il sovrintendente di Polizia Pietro Francesco il cui figlio venne fatto Cavaliere di Santo Spirito di Toscana, nel 1600 acquisì il feudo di Lamagna, nel 1661 Filippo IV° di Spagna concesse loro il rango nobiliare di Marchesi.
BUSCEDDU
BUSEDDU
Busceddu è tipico di Castelsardo (SS), Buseddu, assolutamente rarissimo, sembrerebbe della zona di Alghero (SS), dovrebbero derivare da un soprannome originato da una modificazione dell'ipocoristico del termine sardo buscia (borsa) con il significato di borsellino ad indicare forse una particolare disponibilità finanziaria del capostipite.
BUSCEMA
BUSCEMI
BUSSEMI
Buscema è tipico della Sicilia meridionale, del catanese, siracusano e ragusano in particolare, Buscemi è specifico di tutta la Sicilia, Bussemi, quasi unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, sono tutti cognomi di origine araba derivando dal toponimo Buscemi (SR) e dalla sua forma arcaica Bussema o Buscema.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Il cognome Buscemi ha un'altissima frequenza in tutta la Sicilia orientale. Deriva dall'arabo: abu-samah = dal grosso neo. Cfr. G. Rohlfs: Dizionario storico dei cognomi nella Sicilia orientale, Palermo, 1984, p.55
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Sull'origine di questi cognomi confluiscono per lo meno due ipotesi, che, sommate l'una all'altra, ne giustificano l'alta frequenza nel territorio siciliano. Da una parte, infatti, è piuttosto probabile una connessione col toponimo siracusano Buscemi, d'indubbia origine araba (dovrebbe trattarsi di un toponimo prediale). D'altra parte, però, va detto che in molti casi questi cognomi derivano direttamente dal nome medievale Buscema o Buscemi, l'italianizzazione cioè del personale arabo Abu Shama, che può essere tradotto come l'uomo dal neo o dalla voglia (uno dei tanti epiteti, cioè, del Profeta Maometto): in questo contesto, infatti, il termine shama fa riferimento a quello che i musulmani chiamano il Sigillo della Profezia (Khatam An-Nubuwwa), che consiste in un neo o in una voglia che Maometto portava sulla schiena, probabilmente in mezzo alle spalle; secondo un'interpretazione tratta dalla Bibbia, infatti, i musulmani ritenevano che l'Ultimo Profeta si sarebbe contraddistinto proprio tramite un segno portato sulla spalla (il verso, tratto da Isaia 9:6, cita "ci è nato un Bambino, ci è dato un Figlio: e il governo sarà sulla sua spalla"); per questo motivo, allora, lo shama che Maometto portava presso la spalla venne visto come la prova fisica e concreta della Sua Elezione, il vero e proprio Sigillo della Profezia (per saperne di più, vedi il sito http://answering-islam.org/Index/S/seal_of_prophethood.html). Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni o dei nomi personali dei capostipiti o di soprannomi ad essi attribuiti (in relazione al toponimo siciliano Buscemi).
BUSCETTA
BUSETTA
Buscetta è tipicamente siciliano, di Palermo e di Mazara del Vallo nel trapanese, Busetta è anch'esso specifico della Sicilia, di Palermo e del trapanese, di Pantelleria, Marsala e Trapani, dovrebbero entrambi essere di origini arabe e derivare dall'espressione araba Bu'sh Sayid (padre di Sayid).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Buscetta è cognome siciliano. Per Rohlfs 55 viene dalla voce siciliana 'buscetta' = pennello.
BUSCHETTU Assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico della provincia di Oristano, potrebbe derivare da un nome di località.
integrazioni fornite da Anna Maria Buschettu
L'origine del cognome  sardo Buschettu,potrebbe essere dal cognome catalano Busquets tipico di Barcellona e di Maiorca. Nel 1410 un Raimondo Busquets era responsabile delle rendite reali, mentre il figlio Tommaso fu consigliere del Castello.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BUSCHETTU: buscu, buschettu = bosco, piccolo bosco - italianismo. Non l'abbiamo ritrovato nelle carte antiche in nostro possesso, ma nella storia amministrativa di Cagliari figurano due Busquets (di origine catalana): Raimondo Busquets, 1410 e Giovanni Busquets, consigliere capo, 1535 - 1541 - 1545. Attualmente il cognome è presente in 7 Comuni italiani, di cui 5 in Sardegna: Palmas Arborea 21, Sassari 9, Cabras 6, etc.
BUSCICCHI
BUSCICCHIA
BUSCICCHIO
BUSICCHIO
Sia Buscicchi che Buscicchia sono quasi unici, Buscicchio è specifico della Puglia, di Lecce, Monopoli nel barese, Brindisi, Taranto e Foggia, Busicchio, assolutamente rarissimo, è quasi certamente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
D'origine arbëreshë, i cognomi Buscicchio, Busicchio, etc nascono dall'italianizzazione del cognome albanese Bozhiqi, sul cui significato si possono trarre almeno due ipotesi. Da una parte, innanzitutto, non è esclusa una connessione con la toponomastica albanese e, in particolar modo, con la località di Bozhiq o Bozhiqi (anche nota come Bardhaj), che si colloca nella prefettura di Lezhë. Più probabilmente, però, va notato che Bozhiqi dovrebbe essere un cognome slavo-albanese - soprattutto se si considera il suffisso -iqi (tipica albanesizzazione del suffisso slavo -ić) - e, in questo caso, l'ipotesi più probabile è che si tratti di un adattamento del cognome slavo Bozić, presente dal nord al sud della ex Jugoslavia (per una spiegazione più approfondita, vedi Bozic).
BUSET
BUSETT
BUSETTI
BUSETTO
Buset è caratteristico di Pordenone e di Pasiano di Pordenone ed Aiello del Friuli nel pordenonese, Busett, praticamente unico, è anch'esso del pordenonese e dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, , Busetti ha un ceppo lombardo nel bergamasco, uno in Trentino ed uno tra trevisano, pordenonese e veneziano, Busetto è tipicamente veneto, di Venezia in particolare, con presenze, digran lunga inferiori, ma comunque significative anche a Chioggia, Martellago, Spinea, Cavallino, Marcon e Scorzè nel veneziano, a Padova, a Pieve di Soligo, Gaiarine e Mogliano Veneto nel trevisano ed a Legnago nel veronese, e nel basso Friuli, nel pordenonese, a Pordenone e Sacile, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite modificazioni dialettali o alterazioni italianizzanti, dal nome di uno dei sestieri di Pellestrina, un'isola della laguna di Venezia, chiamato appunto Busetti, il cui nome si è originato dal termine veneto buseto (buchetto, ma anche nascondiglio), vocabolo che può aver dato luogo anche a soprannomi, indipendentemente dal fatto che i capostipiti provenissero dall'isola di Pellestrina.
BUSI
BUSO
BUSON
BUSONE
BUSONI
Busi è molto diffuso sia in Lombardia che in Emilia, Buso è specifico del Veneto, del padovano, veneziano e trevigiano in particolare, Buson è tipicamente veneto, in particolare del padovano, del vicentino e del rovigoto, Busone è praticamente unico, Busoni sembra specifico della fascia che da Firenze arriva a Livorno, potrebbero tutti derivare da una variazione del nome germanico Boso declinato Bosoni (vedi Busan).  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio nel 1541 con il milite Stepano Busi tra le forze della Repubblica Veneta sotto il comando del capitaneo Alessio Gambiera. Personaggi di rilievo sono stati il pittore Giovanni Busi (1480 circa - ? 1547) originario della Val Brembana ed il compositore Ferruccio Busoni (1866-1924).
BUSILACCHI
BUSLACCHI
Busilacchi, abbastanza raro, è specifico di Loreto nell'anconetano, Buslacchi anch'esso rarissimo, è tipico di Novara, si dovrebbe trattare di forme cumulative (quelli dei) in -acchi riferite ad una variazione dialettale del cognomen latino Bucius o Buccius, ma è pure possibile una derivazione da soprannomi originati  dal termine busillis (problema spinoso e di difficile soluzione, punto cruciale).
BUSILLI
BUSILLO
Busilli, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione di Busillo, che è tipicamente campano, del salernitano in particolare, di Campagna, Eboli e Battipaglia, le ipotesi possibili circa l'origine di questo cognome sono tre, la prima è che possa trattarsi di una forma ipocoristica dialettale del nome germanico Boso (vedi BOSELLI), la seconda e che possa derivare da un soprannome originato dal termine busillis (problema), divenuto busillo per alterazione dialettale, la terza ipotizza possa trattarsi di un cognome di fantasia attribuito ad un trovatello da qualche funzionario di orfanotrofio borbonico.
BUSINAROLO Businarolo, molto raro, è specifico del padovano, di Este e di Sant'Elena in particolare, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine dialettale padovano arcaico businar (fischiare, zufolare), forse a sottolineare un'abitudine del capostipite, termine che a sua volta si è originato dal termine latino buccina o bucina (strumento bronzeo a fiato usato dalle legioni romane per segnalazioni, come precursore della tromba).
BUSINELLI
BUSNE'
BUSNELLI
Busnè è tipicamente milanese e lodigiano, Busnelli è specifico dell'area che comprende il milanese, il varesotto ed il comasco, Businelli, assolutamente molto molto raro, è dell'area lombardoveneta, potrebbero derivare dal vocabolo dialettale lombardo büseree il cui ipocoristico era büsnèll o businell che indicava lo scaccino (chi spegne le candele in chiesa e provvede anche a mantenere pulito il pavimento della chiesa).
BUSIOL
BUZIOL
Molto rari sono entrambi specifici del trevigiano, dovrebbero derivare da soprannomi legati a caratteristiche della località di origine.
BUSOLIN Busolin, tipico dell'area veneziana e padovana, di Noale e Venezia nel veneziano e di Trebaseleghe e Camposampiero nel padovano, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine veneto busolin (piccolo buco).
BUSONERA
BUSONERO
Busonera è specifico di Cagliari e del cagliaritano, con un piccolo ceppo anche a Sassari ed a Sant'Antioco nell'iglesiente, Busonero è invece specifico di Monte Argentario e Grosseto nel grossetano, dovrebbero derivare da soprannomi, anche di origine spagnola,. la buzonera in catalano è la chiavica o pozzo nero, termini probabilmente usati per definire il mestiere di chi si occupava della pulizia di questo tipo di scarichi.
BUSSADORI Bussadori ha un piccolo ceppo a Genova, con presenze nel mantovano e nel modenese, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale bussador (scavabuche), originato dal mestiere dei capostipiti, probabilmente degli scavatori o manovali addetti a scavare buche.
BUSSO Si individua un nucleo importante tra il torinese ed il cuneese ed uno nel Veneto, potrebbe derivare dal vocabolo latino bussus che sta per boscus (bosco) come potrebbe derivare dal toponimo Bussoleno (TO) o Bussolino (TO) e per il ramo veneto da Bussolengo (VR). Personaggio famoso fu il pittore Aurelio Busso (nato attorno al 1500), discepolo di Raffaello e rinomato affrescatore di palazzi a Roma, a Genova e anche a Crema.
BUSSOLA
BUSSOLI
BUSSOLIN
BUSSOLINI
BUSSOLINO
BUSSOLO
BUSSOLON
Bussola sembra avere un nucleo principale nel veronese, uno nel napoletano ed uno nel barese, Bussoli decisamente raro ha un ceppo nel reggiano e modenese ed uno tra Abruzzo e Molise, Bussolin è decisamente veneto, di Monselice e Tombolo nel padovano e di Venezia, Bussolini, molto molto raro, ha un piccolo ceppo a Pavia, ed uno nel perugino a Perugia, Corciano e Magione, Bussolino è decisamente piemontese, di Torino e del torinese e dell'astigiano, di San Martino Alfieri, San Damiano d'Asti ed Asti, Bussolo molto molto raro parrebbe avere due nuclei, nel padovano e nel torinese, Bussolon è caratteristico di Padova, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite modificazioni ipocoristiche o accrescitive, anche dialettali, dal soprannome medioevale bussulus (piccolo bosso), forse collegato con la lavorazione del legno di bosso da parte del capostipite, il soprannome successivamente acquisì caratteristica di nome, bisogna comunque considerare che abbiamo tracce di un nome tardo latino Bussulus, citato in un'iscrizione ritrovata alla base delle Alpi Cozie, tracce di queste cognominizzazioni si trovano a Milano con un tale Petrus Bussulus Mediolanensis, o anche a Vignola nel modenese fin dal 1500.
BUSSOLETI
BUSSOLETTI
BUSSOLETTO
Bussoleti, laziale, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione di Bussoletti, che ha un piccolissimo ceppo a Senigallia nell'anconetano, uno a Narni e Terni nel ternano, ed uno a Roma, a Cave e Velletri nel romano, Bussoletto, quasi unico, è veneto, dovrebbero derivare da soprannomi basati sul termine medioevale, di origini bizantine, bussoletus, o busoletus (ostensorio composto da un vaso di cristallo contenuto all'interno di un vaso metallico o eburneo, spesso dorato ed istoriato).
BUSSOLOTTI
BUSSOLOTTO
Bussolotti è molto raro, sembra avere oltre al nucleo mantovano, anche un ceppo nell'anconetano, Bussolotto ancora più raro sembra avere un ceppo nel padovano ed uno nel maceratese, dovrebbero derivare da soprannomi.
BUSSU Bussu è molto diffuso in tutta la Sardegna, ma particolarmente nel nuorese ad Ollolai, con presenze significative anche a Nuoro, Orani, Orotelli e Gavoi, a Sassari, nell'oristanese ad Abbasanta e Oristano,, a Guspini in Medio Campidano, e ad Olbia.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BUSSU: bùsu, bùsulu, bùssu, bussulu = bosso, bossolo (arbusto della macchia mediterranea); dal latino buxus. Come cognome non è presente nei documenti antichi. Attualmente è presente in 84 Comuni italiani, di cui 44, in Sardegna: Ollolai 196, Sassari 65, Nuoro 50, Abbasanta 21, Oristano 20, Cagliari 16, Guspini 14, etc.
BUSTI Busti sembra avere più ceppi, nel milanese a Busto Garolfo in particolare, ceppo che dovrebbe derivare proprio da questo toponimo o da quello di Busto Arsizio (VA), nel veronese, nel perugino ad Assisi ed a Perugia e nel Salento a Gallipoli (LE). Un principio di questa cognominizzazione la troviamo nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale all'anno 1181: "...consensu et parabola Ottonis et Designati et Iacobi, qui omnes dicuntur de Busti...", nella seconda metà del 1400 è un cognome consolidato, come dimostra la presenza di un Guido Antonio Busti in qualità di canonico a Parabiago ed a Gorgonzola.
BUSURGI Molto raro è tipico della zona dello stretto di Messina, dovrebbe derivare da un modo di dire latino boves urgere (spingere i buoi) ed essere pertanto riferito ad un'attività di mandriano.
BUTELLI
BUTI
BUTINI
Butelli, tipicamente toscano, ha un ceppo a Prato ed uno a Grosseto, Buti, decisamente toscano, è molto diffuso in tutta la regione, in particolare a Firenze, Sesto Fiorentino, Calenzano e Fucecchio nel fiorentino, a Buti, Santa Maria a Monte e Santa Croce sull'Arno nel pisano, a Livorno e Rosignano Marittimo nel livornese, a Siena, a Follonica nel grossetano, a Viareggio nel lucchese ed a Prato, Butini, anch'esso tipicamente toscano, è specifico di Siena, Firenze e del fiorentino a Greve in Chianti e Impruneta, e dell'aretino a Cavriglia, e San Giovanni Valdarno, l'origine di questi cognomi dovrebbe essere da forme sincopate del nome Benvenutus e da suoi ipocoristici, in alcuni casi può però derivare dal toponimo pisano di Buti, o da quello di Buto nello spezzino, dell'uso di questa forma contratta Butus o Buto abbiamo un esempio nel 1338 nei Documenti pistoiesi: "..Comperamo da Buto Baldi due anella uno diamante l'altro smiraldo gostorono a piccioli fior. II d'oro e sol. XXV.." o anche nei Documenta eugubina in un testamento del 1341: "..dicens: quod in millesimo CCCXLI, de mense decembri, Masscius Hoscy de Eugubio et quarterio S.ti Petri, suum de iure vallidum condidit testamentum, in quo, inter cetera per dictum testatorem disposita, reliquit D.ne Andriole Hoscy, eius sorori, quoddam suum podere et possessiones, que habet in villa Ansciani et in villa Montis Bertii, fines, a primo [latere], via sive foce thiani; a secundo Landolus Bicci, tunc et nunc eius successor; a tertio Butus Aiutoli, et a quarto res ecclesie S.ti Felicismi et ecclesie S.te Crucis; donec ipsa visserit, et post eius obitum deveniant dicte res in Nicolellum Cole, filium dicte D.ne, si supervisserit; et si non supervisserit, deveniant in D.num Francischum, si supervisserit; et si non supervisserit, reliquit dictas res loco Fratrum S.ti Agustini pro quadam capella construenda et edificanda in dicta ecclesia ad honorem Dei et sue matris Virginis Marie..".
BUTERA Butera ha un grosso ceppo nel catanzarese ed uno ancora più importante nella Sicilia centroccidentale, soprattutto nel trapanese, palermitano, agrigentino e nisseno, potrebbero derivare dal toponimo Butera in provincia di Caltanissetta, ma è pure possibile che derivi da un'italianizzazione del nome arabo Abu Tir, o anche dal mestiere del capostipite espresso dal vocabolo arabo butirah (pastore) o anche dal vocabolo greco boutyras (venditore di burro).
BUTTA
BUTTI
Entrambi tipicamente lombardi, Butta è specifico dell'area bergamasco, lecchese, di Calolziocorte e Lecco nel lecchese e di Cisano Bergamasco, Palazzago, Pontida e Treviolo nel bergamasco, Butti, molto più diffuso, oltre al ceppo lombardo, molto consistente soprattutto a Como ed a Valmadrera nel lecchese, con ottime presenze anche a Milano, San Fermo della Battaglia, Carlazzo, Porlezza, Cavargna e Maslianico nel comasco ed a Lecco e Calolziocorte nel lecchese, presenta un ceppo a Trieste ed uno a Montevarchi nell'aretino ed a Figline Valdarno nel fiorentino, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale, probabilmente legato al mestiere del bottaio, svolto dai capostipiti, o alla cura della api, potendo derivare dal termine lombardo arcaico butt (sciame di insetti o api).
BUTTA' Dovrebbe essere originario della provincia di Messina, deriva probabilmente da un soprannome dialettale.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Frequente a Catania, Brolo, Caronìa, Naso, Librizzi e altrove. Viene da bottaio. Il suffisso à è di origine greca e serve in molti casi per formare nomi di mestiere. Cfr. G. Rohlfs, Dizionario storico dei cognomi nella Sicilia orientale, Palermo, 1984, pp.35/55
BUTTAFOCHI
BUTTAFOCO
BUTTAFUOCO
Buttafochi, praticamente unico, è dovuto probabilmente ad errori di trascrizione di Buttafoco che ha un ceppo a Terracina (LT) ed uno a San Benedetto Del Tronto (AP), Buttafuoco sembrerebbe siciliano di Menfi e Ribera (AG), di San Giovanni La Punta e Misterbianco (CT), di Leonforte e Nicosia (EN) e di Mazara del Vallo (TP), dovrebbe derivare da un nome medioevale di fantasia Butafocus o Butafogus o da un soprannome, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Cremona nella seconda metà del 1300 con un Johannes Butafogo, nel 1500 in Sicilia nell'agrigentino con il pittore Magister Nicolaus Buttafoco julianensis e nelle Marche nella seconda metà del 1500 con il Cardinale Costanzo Buttafoco da Sarnano (MC).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Buttafuoco è un cognome della Sicilia orientale che viene dalla voce siciliana 'buttafòcu' = specie di salterio con tre corde. Rohlfs 55 (n.d.r. Il salterio è uno strumento musicale a corde che risale almeno al III° secolo a.C. e che veniva usato per accompagnare il canto)
BUTTARA
BUTTARELLA
BUTTARELLI
BUTTARELLO
BUTTARI
BUTTARINI
BUTTARO
Buttara e Buttarella sembrerebbero unici, Buttarelli ha un ceppo lombardo, soprattutto nel mantovano, a Viadana, Rivarolo Mantovano e Mantova, a Casalmaggiore e Rivarolo del Re nel cremonese, a Milano ed a Bergamo, ed uno laziale, a Roma ed Olevano Romano nel romano ed a Cisterna di Latina nel latinense, Buttarello, molto molto raro, ha un piccolissimo ceppo nel varesotto ed uno tra vicentino e padovano, Buttari ha un ceppo nell'aquilano, ad Avezzano soprattutto, ed a Tornimparte, un piccolo ceppo a Monteroduni nell'iserniese, uno a Roma e Guidonia Montevelio nel romano ed a San Felice Circeo nel latinense, ed uno molto piccolo a Barletta nel barese, Buttaro, più raro, ha un ceppo a Gaeta e Formia nel latinense ed a Roma, ed uno a Mola di Bari e Bari nel barese, Buttarini, ancora più raro, è del perugino, tutti questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o attraverso varie forme ipocoristiche, dal termine arcaico buttaro (chi produce le botti), l'italianizzazione del vocabolo latino medioevale buttarus, con lo stesso significato, possiamo quindi ipotizzare che i capostipiti svolgessero quel tipo di mestiere.
BUTTARAZZI
BUTTERAZZI
Buttarazzi è specifico di Monte San Giovanni Campano nel frusinate, Butterazzi, praticamente unico, napoletano, dovrebbe essere dovuto ad un'alterazione anagrafica del precedente, che dovrebbe derivare da un soprannome originato da una forma semidispregiativa del termine dialettale laziale buttaro (mandriano, chi governa le mandrie), ma non si può escludere un derivazione da un soprannome basato sul vocabolo latino medioevale buttarus (chi produce le botti) (vedi anche BUTTARA).
BUTTERI
BUTTERO
Butteri, abbastanza raro, ha piccoli ceppi nell'alessandrino, tra parmigiano e piacentino, tra fiorentino ed aretino, tra livornese e grossetano, nel Piceno e nel viterbese, Buttero è quasi unico, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal termine italiano, ormai caduto pressocchè in disuso, buttero, che, soprattutto in Toscana, ha il significato di mandriano a cavallo, ma anche di cicatrice da vaiolo, forse a caratterizzare un aspetto del capostipite o il suo mestiere.
BUTTICE' Butticè è tipicamente siciliano dell'agrigentino, di Raffadali soprattutto e di Agrigento, Favara, Porto Empedocle e di Palermo, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale originato dal diminutivo del vocabolo butti (botte), forse a sottolineare l'aspetto grassottello del capostipite, tanto da poterlo chiamare botticella.
BUTTIGLIERI Buttiglieri ha un ceppo siciliano, a Butera in particolare ed a Gela e Riesi nel nisseno, si potrebbe anche ipotizzare una derivazione da un soprannome per fabbricante di bottiglie, ma molto più probabilmente si tratta di una forma etnica arcaica riferita alla città di Butera.
BUTTIGLIERO Buttigliero assolutamente rarissimo, è piemontese, potrebbe derivare da un soprannome per fabbricante di bottiglie, ma molto più probabilmente origina dal nome di paesi come Buttigliera Alta nel torinese o Buttigliera d'Asti nell'astigiano.
BUTTIGNOL
BUTTIGNOLO
Buttignol è specifico dell'area trevisano, pordenonese, di Orsago nel trevisano e di Pordenone Brugnera e Prata di Pordenone nel pordenonese, Buttignolo, praticamente unico, è una forma alterata del precedente, che dovrebbe derivare da un soprannome dialettale arcaico con il significato di bottoncino.
BUTTITTA Buttitta è tipicamente siciliano del palermitano, di Bagheria in particolare e di Palermo, potrebbe derivare da un soprannome ipocoristico dialettale  con il significato di botticella, ad indicare forse una particolare rotondità e bassa statura dei capostipiti, secondo un'altra ipotesi potrebbe derivare da un alterazione ipocoristica dialettale del termine grecanico botòn (capo di bestiame).
BUTTO Assolutamente rarissimo è specifico della zona di Pozzuoli (NA).
BUTTU Assolutamente rarissimo Buttu è specifico del nuorese, di Gavoi e Nuoro in particolare.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
BUTTU: su buttu de su carru, è il mozzo della ruota del carro, ad esempio, del carro a buoi. Secondo lo studioso M. L. Wagner viene dal piemontese but, di identico significato (But, inoltre, è un cognome presente in 19 Comuni del Nord Italia). Lo stesso Wagner fa notare che i piemontesi introdussero( nel XVIII° sec.) in Sardegna le ruote dei carri a raggi,  che sostituirono quelle piene. Qui in Campidano usiamo l'aggettivo buttu per bruttu, per indicare oggetto, animale o persona sporca. Non trovando il cognome negli antichi documenti della lingua sarda, confermiamo la prima ipotesi. Il cognome Buttu è presente in 17 Comuni italiani, di cui 12 in Sardegna: Gavoi 49, Nuoro 17, Oristano 6, Iglesias 5, etc.
BUTTURA
BUTTURI
Buttura è tipico del veronese, Butturi è specifico della zona di confine tra mantovano e modenese, potrebbero derivare da soprannomi originati dal vocabolo tardo latino buturum (burro), esempio di questo uso in epoca latina si può vedere in un'iscrizione su di una lapide, dove si legge: "D(is) M(anibus) s(acrum) Iulia Buturaria  v(ixit) a(nnos)  XXXVI".  Personaggio notevole è stato lo scrittore e poeta Antonio Buttura nato a Malcesine (VR) nel 1770.
BUZANCA
BUZZANCA
Buzanca è praticamente unico, dovrebbe trattarsi di una forma alterata di Buzzanca, che è tipico della Sicilia, con un grosso ceppo nel messinese, a Gioiosa Marea, Patti e Montagnareale, ed uno a Palermo, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine arabo bu (padre) e zaqq (otre rigonfio, pancione) e che in maltese significa cornamusa, forse attribuito perchè il capostipite era il padre di un figlio molto grasso o perchè era lui stesso ad esserlo.
BUZIO
BUZZI
BUZZO
BUZZONI
Buzio, tipicamente piemontese, è caratteristico dell'alessandrino, si individuano 4 ceppi di Buzzi, nelle province di Milano e Varese, in quella di Trieste, di Ferrara e nel Lazio, Buzzo ha un ceppo genovese, uno veneziano, uno anconetano, uno tra napoletano e beneventano ed uno cagliaritano, Buzzoni ha un nucleo tra ferrarese e bolognese ed uno nella zona che comprende le province di Milano, Lecco, Bergamo e Brescia, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite un accrescitivo, dal cognomen latino Butius, ma è pure proponibile una derivazione da modificazioni dell'aferesi di vezzeggiativi del nome Ugo o Arrigo. (vedi Bozza)
integrazioni fornite da Vittoriio Buzzi
Uno dei quattro ceppi del cognome Buzzi non è localizzato in provincia di Trieste, come da Voi indicato, bensì in quella di Udine e precisamente a Pontebba dove è molto diffuso. A Trieste ci sono solo alcuni emigrati dal pontebbano.
BUZZAGO Buzzago, molto molto raro, è tipico del mantovano, di Piubega in particolare, potrebbe derivare dal nome della località Bozzago nell'alto Garda, ma non si può escludere una derivazione da un soprannome originato o dal termine dialettale arcaico buzzar (andare a sbattere contro qualcosa) o da un'alterazione del termine, sempre dialettale, bozzago (poiana, un uccello predatore).
BUZZARELLO Buzzarello, molto molto raro, è specifico del padovano, di Sant`Angelo di Piove di Sacco in particolare, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale originato dal termine veneto arcaico buzarelo, buzareto con il senso di persona piccola, ma anche di uno che ti inganna, ti buggera.
BUZZOLINO Molto raro è scarsamente presente solo nelle provincie di Milano, Imperia e Palermo.
BUZZONE Molto raro è tipico della zona che comprende il catanese, l'ennese ed il nisseno, potrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo arabo butah (casa colonica); tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Nicosia (EN) in quest'atto di matrimonio del 1712: "...testibus Clerico D. Antonio Nigreli et Clerico D. Sancto Buzzone et nonnullis alijs...".

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