Cabani, molto raro, è specifico dell'area spezzino, carrarese, di
Lerici (SP) e di Carrara (MS), Cabano è decisamente dello spezzino,
anch'esso di Lerici soprattutto, dovrebbero derivare dall'antico termine
toscano cabano (ampio
cappotto con cappucio spesso foderato) che viene citato da Ludovico
Muratori nella sua Dissertazione: Dell'arte del
Tessere, e delle Vesti de' secoli rozzi.: "...V'erano
eziandio pellirdae, così chiamate dalle pelli; e cabani,
oggidì gabbani;..." lo Zingarelli al vocabolo gabbana o gabbano
riporta appunto ampio cappotto con cappucio spesso
foderato.
CABASSI
Sembra avere oltre ad un nucleo tra sondriese e bresciano, anche uno nel
reggiano, dovrebbe derivare da un nome di località (casa bassa oppure
casa dei bassi)"frater Bonfantinus Florentinus".
integrazionie fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (SO)
Cognome Emiliano-Lombardo, maggiormente diffuso in Emilia: soprattutto
reggio Emilia, poi Parma, Modena e Bologna. In Lombardia si trova
soprattutto a Brescia, Sondrio e Milano. I Cabassi Valtellinesi: sono concentrati
nel comune di Tirano (SO) dove esiste già dal 1500, sembra però
che la famiglia sia di origine bergamasca, ma il cognome è nato
nel borgo valtellinese ( lo afferma il Dott. PALAZZI-TRIVELLI,esperto di
cognomi valligiani). Possibile origine toponomastica data la radice
ca.
CABBOI
CABOI
Cabboi è tipico del cagliaritano, di Dolianova, San Nicolò
Gerrei ed Armungia, con un piccolo ceppo anche ad Oliena nel nuorese, Caboi,
molto più raro, è tipico dell'Ogliastra di Gairo e Cardedu,
con un piccolo ceppo anche a Cagliari, dovrebbero derivare da un soprannome
basato sul termine dialettale sardo arcaico caboi
(cappone).
CABELLA
Tipico dell'alessandrino e genovese, deriva dal toponimo Cabella Ligure
nell'alessandrino.
CABELLO
Tipico della Val Malenco, in particolare di Chiesa Valmalenco nel sondriese, potrebbe derivare da un soprannome basato su di un termine dialettale arcaico per fabbro.
CABERLETTI
Caberletti, molto molto raro, è tipico del rovigoto ai confini con
il mantovano, di Bergantino e di Bagnolo di Po, dovrebbe derivare dal nome
medioevale Berleto, di cui abbiamo un esempio
d'uso in uno scritto del 1360: ".. ordinis sancti
Johannis Hierosolimitani Claudio de Montone domino de Cormandi Theobaldo
de la Briga Johanne Du Boys Anthonio de Varennis Johanne de Grymaldis Mermeto
Lombardy Francisco de Chissiaco Berleto de
Alodio cum pluribus aliis nobilibus testibus
ibidem astantibus et vocalis. Deinde statim et incontinenti post premissa
et in eodem loco convocatis in unum nobilibus ..", ma è anche
possibile una derivazione da un nome di località basato sul termine
berleto, come ne esistono nel bolognese,
nel ravennate, nel forlivese ed in altri siti della zona, veneto, emiliana,
romagnola, nella parlata emiliana e romagnola il berleto
è una specie di salice, quindi
si potrebbe pensare che la località fosse indicata come casa
dei salici.
ipotesi fornite da Michelangelo
Caberletti
Caberletti sembrerebbe composto dal prefisso Cà (Casa - Casato)
e dalla radice berletum, da berula (pianta acquatica), oppure terreno incolto
e boscoso (Terre buschive seu berlete). Berleta era denominazione di aree
golenali in uso fino al Sei-Settecento. Potrebbe essere perciò ascrivibile
fra i cognomi derivanti da un toponimo di uso antico: Casa del Berletto,
localizzabile nel serraglio di Berlè, forma contratta di berletto,
fra Castelmassa e Ceneselli (Ro).
CABIANCA
Cabianca è decisamente veneto, ha ceppi a Venezia, ed a Marcon nel
veneziano, a Verona, a Cornedo Vicentino ed a Rubano nel padovano, dovrebbe
derivare da nomi di località come la frazione di Chioggia Cà
Bianca, o la frazione di Boara Pisani nel padovano, o di Castelfranco Veneto
nel trevisano con lo stesso nome di Cà Bianca, e come queste molte
altre omonime.
CABIB
CABIBBE
CABIBBO
CABIBI
Cabib, assolutamente rarissimo, parrebbe della zona litoranea toscoligure,
Cabibbe ha un ceppo secondario a Milano, Cabibbo ha un ceppo a Ragusa,
Comiso, Vittoria e Santa Croce Camerina nel ragusano, ed uno secondario
a Roma, Cabibi sembrerebbe specifico di Lucca Sicula nell'agrigentino.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Cabibbe
o Cabibbo, l'italianizzazione
cioè del personale arabo o ebraico Habib,
che può essere tradotto come amore
o amato (da intendere spesso
in senso religioso): per la precisione, comunque, va notato che i ceppi
peninsulari, rappresentati per lo più dalle famiglie Cabibbe o Cabib,
dovrebbero avere origini ebraiche (sefardite nello specifico), mentre i
ceppi siciliani, rappresentati maggiormente dalle famiglie Cabibi e Cabibbo,
dovrebbero essere d'origine araba. Per quanto riguarda i cognomi in questione,
dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
CABIGIOSO
CABIGIOSU
Cabigioso, praticamente unico, è di Sassari, Cabigiosu è
specifico di Sassari e Ploaghe nel sassarese, dovrebbero derivare da un
soprannome originato dal termine sardo cabigiu
(capezzolo), ad intendere che il capostipite
avesse dei capessoli probabilmente molto sporgenti.
CABITTA
CABITZA
CABIZZA
Cabitta, molto raro, parrebbe tipico del sassarese e di Porto Torres in
particolare, Cabizza, molto più diffuso, è tipico di Sassari
e del sassarese, Cabitza è tipicamente sardo, di Cabras (OR) e,
nel cagliaritano di Cagliari e Decimoputzu e nell'Ogliastra di Perdasdefogu
e Tertenia, potrebbero derivano entrambi dal vocabolo sardo cabitta
(testolina, capezzale del letto), ma
è pure possibile che si riferiscano ad una contrazione del termine
sardo cabiddáda (grande
quantità) ad indicare forse una buona disponibilità
economica della famiglia.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CABITZA; CABIZZA; CABITTA: sa cabìtza
(capitza; capitsa; capi(th)a)
è la testa: dal latino capitis
= capo, testa. In spagnolo abbiamo
cabèza. Oggi per capo o testa
è più usato, sa conca,
che nelle carte antiche, soprattutto logudoresi, aveva per lo più
il significato di scodella. Sa cabìtza
è anche la spiga del grano o
testa del grano e qui è più
chiara la derivazione dal latino capìta
= foraggio, profenda (brovènda).
Su cabitzali è il
capezzale, o anche guanciale; è inoltre lo spazio libero
ai lati di una vigna o di un campo arato o alberato( is cabitzalis). Nelle
carte antiche lo ritroviamo nella variante Capìta (vedi
Capìta). Attualmente il cognome CABITZA è presente
in 40 Comuni italiani, di cui 27 in Sardegna(con maggiore diffusione a
sud): Cabras 52, Perdasdefogu 51, Decimoputzu 36, Cagliari 29, Gonnosfanadiga
18, Oristano 18, Sassari 18, etc. CABIZZA è presente in 27 Comuni
d'Italia, di cui 15 in Sardegna(per lo più a nord): Sassari 105,
Quartu S. E. 8, Oschiri 8, etc. CABITTA, è presente in 8 Comuni
sardi( per lo più del nord): P. Torres 39, Sassari 15, Olbia 6,
etc.
CABIZZOSU
Cabizzosu ha un ceppo nel sassarese a Illorai e Sassari ed uno a Nuoro.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
Cabizzosu: significa dalla testa grande,
non solo in senso fisico (per l'etimo vedi Cabitza).
Può avere inoltre il significato di pieno
di spighe (un campo di grano). Il cognome è attualmente
diffuso in 13 Comuni d'Italia, di cui 12 in Sardegna(per lo più
del centro nord): Illorai 40, Sassari 23, Nuoro 15, etc.
CABONA
Questo cognome,
abbastanza raro è specifico del genovese, deriva dalla contrazione
del vocabolo casabona (casa buona).
CABONI
Cognome tipico della Sardegna sudoccidentale,
potrebbe derivare dal vocabolo dialettale sardo su
cabòni (il gallo). Nel 1700 troviamo un mastro Antonio
Caboni di Oristano incaricato della fabbrica del campanile della chiesa
di Santa Maria Maddalena ad Uras (OR)
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CABONI: dall'italiano cappone (gallo
castrato), ma in sardo significa gallo
non castrato. Caboniscu
è il galletto. Deriva dal latino
caponis. Su
cabòni de mari è un pesce
della famiglia delle scorpène (cappone). Su
cabòni de murdegu = cappone
dei cisti è la beccaccia. Caboni
o caboniscu campidanese è sinonimo
di puddu, logudorese. Lo troviamo nelle
carte antiche, con varie uscite. Tra i firmatari della Pace di Eleonora,
figurano: Capoi Thomeo, jurato (guardia giurata, collaboratore del maiore
- sindaco) ville Goçula (*distrutto. Goçuna: Partis de Montibus);
Capone Furatu, jurato ville Silano (*.distrutto - Curatorie de Marghine
de Gociano. da non confondere con l'odierno Silanus); Caponi Dominico,
jurato ville Ogiastra (*Ollasta Usellus; Useddus. Partis de Montibus);
Caponi Joanne, jurato ville Meana. (*odierno Meana - Mandrolisay o Barbagia
di Belvì). Nella storia ricordiamo Caboni Stanislao (Cagliari 1795
- 1880), giudice della Reale Udienza; primo presidente della Corte d'Appello
di Milano. Di spirito giacobino, fu amico di D'Azeglio, di Manzoni e soprattutto
di Vincenzo Gioberti. Attualmente il cognome Caboni è presente in
147 Comuni d'Italia, di cui 76 in Sardegna( per lo più a sud): Cagliari
154, Serramanna 102, Sarroch 79, San Gavino 78, Villasor 61, Capoterra
47, Quartu S. E. 44, etc.
CABRA
Cabra è tipicamente lombardo, di Gambara nel bresciano, di
Brescia e di Stezzano nel bergamasco, l'ipotesi dell'origine spagnola e
della derivazione dal nome della città andalusa di Cabra, è
l'unica con qualche grado di affidabilità, potrebbe risalire al
periodo della dominazione spagnola in Lombardia.
CABRAS
Specifico della Sardegna, dovrebbe
derivare dal toponimo Cabras (OR).
integrazioni fornite da Giusappe
Concas
CABRA; CABRAS; CRABA; CRABU; CAPRILE; CAPRINO: crapa,
craba è la capra,
dal latino capra. Crabu
è il maschio della capra, il caprone
o becco e viene dal latino caper.
Sa craba de mari è il
ragno di mare. Crabìnu
è proprio della capra: petza
crabìna = carne di capra.
Sa craba mudula è la
capra senza corna. L'espressione: "Arreu
che una craba"! = "Che va in giro come
una capra"! (vedi nel Web dicius
di Giuseppe Concas). Essi cumenti 'e unu crabu,
significa essere grezzo, rozzo e maleodorante
come un caprone. Il caprile in italiano, su crapìle o
crabìli, in sardo, è la stalla o recinto delle capre. Nelle
carte antiche della lingua sarda troviamo i suddetti cognomi nelle varie
uscite. Tra i firmatari della pace di Eleonora, LPDE del 1388, troviamo:
Capra Angelus, ville Sasseri; Capra Barisono, ville Ecclesiarum(Iglesias);
Capra Barsolo - ville Terrenove et Fundi Montis(Olbia); Capra Bernardo
- ville de Ala (Alà dei Sardi); Capra Gaschino - de Bosa; Capra
Georgio, ville Laconi; Capra Guantino, jurato ville Zaramonte(Chiaramente);
Capra Guantino, ville Laconi; Capra Gunnario, ville Martis (Martis - Anglona);
Capra Leonardo, jurato ville Layrru (Laerru); Capra Manuele - de Bosa;
Capra Nicolao - ville de Pac¢ada (Pattada); Capra Nicolaus, ville
Sasseri; Capra Petro, jurato ville Gocille ( * Gocille.villaggio Distrutto.Curatorie
de Anella); Capra Torbino, ville Ecclesiarum; Capra(de) Angelino, ville
Macumerii(Macomer); Capras (de) Lusurgio, ville Gonnos de Tramacia (Gonnostramatza);
Caprilis (de) Joannes, ville Sasseri. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado,
CSMB, XI°, XIII° secolo, troviamo: Capra Iorgi e i figli Capra
Gunnari, Capra Elene, Capra Samaridanu e Capra Gosantine, in una partizione
di servi: partirus (divisero) fiios de Iorgi Capra cun Gosantine de Lacon
Lauri, armentariu de Sollie (. Clesia levavit a Gosantine et a Samaridanu
et juige levavit a Gunnari et a Elene.(seguono i testimoni). Capra Gavini
(40, 43), citato in una donazione(postura)e in una compera (comporu); (43):
posit Iorgi Capai terra de Gavini Capra a Clesia; testes: Iohanne Capai,
Goantine Cogone et Gavine Capai. Cabru Gavine (108), teste in una partizione
di servi. Cabru Petru (98) prete di Leonissa (abitato scomparso * Leonissa
.distrutto..Lunissa (Atzàra). Mandrolisay o Barbagia di Belvì):.et
sunt testimonios.et donnu (nobile) Petru Cabru presbiteru de Leonissa.Nel
Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo, abbiamo:
Capra Goantine (307), teste in una donazione (positinke); Capra Petru,
maiore de Scolca (194 - il maiore de Scolca era il capo delle squadre a
guardia dei confini), teste in una lite per la divisione di terre, in Salto
di Puçu Passarsi (Villa medioevale scomparsa, sita, molto probabilmente,
tra Romana e Cheremule); Capra Iorgi(122 -fratello del precedente Petro),
coinvolto in una lite sfociata in una rissa: largarum homines de Sanctu
Nichola cun homines de Iorgi Capra e de Petru su frate. Feruninde uno homine,
Furatu de Rivu et moribit. Et Petru Capra et Iorgi Capra su frate benneru
a me, et ego deindelis unu pulletru, a boluntade issoro bona.(vennero alle
mani gli uomini di San Nicola con gli uomini di Iorgi Capra e di Petru
suo fratello. Ne ferirono uno, e morirà. E Petru Capra e Iorgi Capra
vennero da me (Iohannes Prior di San Nicola), et ego diedi (in cambio)un
puledro col loro pieno consenso.). Capra Iusta e Capra Maria, sorelle (120),
serve in Ugusule (forse l'odierna Osilo?). Caprinu Gunnari (235, 270 e
271), teste in una lite (kertu) per il possesso della terra. Caprinu Petru
(305), in lite (kertu) con San Nicola per il risarcimento della uccisione
di una cavalla, che dice essere sua. Nell'opera di Giovanni Francesco Fara
"de Rebus Sardois IV", a pagina 174/1, è citato Capra Valentinus:.Valentinus
Capra et Ferdinandus de Heredia, insignes viri sassarenses, fuerunt a rege
generositatis privilegio honestati (.ottennero dal re la concessione della
nobiltà - anno 1438). Ricordiamo inoltre che Cabras è un
centro abitato di 9.000 abitanti, sito sulla costa occidentale della Sardegna,
sulla riva sinistra dell'omonimo stagno, a pochi chilometri da Oristano,
della cui provincia fa parte. Popolata sin dal V° millennio a. Cr.
non lontana dal Tarros, uno dei siti archeologici più importanti
della Sardegna (vedi nel Web), in peridodo medioevale fu villa (bidda)
appartenenente alla Curadorìa del Campidano Maggiore o di Cabras,
del regno giudicale di Arborea. La sua prima menzione è in un documento
dell'XI° secolo, ove è citata come domus de masone de capras
= recinti, ovili di capre (furriadròxus de crabas). Nel 1410, dopo
la sconfitta delle truppe arborensi anche il suo territorio andò
a far parte del Regno di Sardegna, aggregato alla corona d'Aragona. Per
saperne di più vedi nel Web oppure nel Di.Sto.Sa di F. Cesare Casula.
Nella storia ricordiamo De La Cabra Bernardo, arcivescovo della Archidiocesi
di Calari dal 1642 al 1655. Di origine spagnola, fu prima canonico, arcidiacono
e inquisitore di Saragozza, Cuenca e Siviglia e poi vescovo di Barbastro.
Durante i suo arcivescovado cagliaritano si scontrò con vari uomini
politici e religiosi del suo territorio e non solo. Godeva comunque e sempre
dell'appoggio della Curia Romana (Di. Sto. Sa).Nella storia contemporanea
citiamo Antonello Cabras, di Sant'Antioco( 1949), ingegnere, sindaco del
suo paese, consigliere regionale, senatore della Repubblica, eletto per
la prima volta il 21 aprile 1996; ancora oggi membro del Senato: l'ultima
elezione (col PD) risale all'aprile 2008. I suddetti cognomi nella
situazione attuale: Cabra, è presente in 36 Comuni, di cui nessuno
in Sardegna; è diffuso soprattutto in Piemonte. Cabras è
presente in 377 Comuni italiani, di cui 147 in Sardegna: Cagliari 468,
Quartu S. E. 411, Sassari 187, Balnei 163, etc. Craba è presente
in 37 Comuni italiani, di cui 14 in Sardegna: Siapiccia 33, Villaurbana
20, Berchidda 11, etc. Crabu è presente in 32 Comuni italiani, di
cui 14 in Sardegna: Cagliari 32, Mandas 23, Isili 20, etc. Caprile è
presente in 84 Comuni italiani (con prevalenza in Liguria, Lombardia, Campania),
di cui nessuno in Sardegna. Caprino è presente in 140 Comuni italiani,
con prevalenza in Calabria, Sicilia, Lazio, Lombardia), di cui 1 in Sardegna:
Oristano 3.
CABRELE
Questo cognome,
tipico della provincia di Padova, dovrebbe derivare dal nome Gabriele,
modificato attraverso una forma dialettale.
integrazioni fornite da Gabriele
Farronato
Cabrele è il modo nel quale si scriveva Gabriele nel secolo
sedicesimo nel Veneto Centrale anche nella zona tra i fiumi Brenta e Piave.
CABRINI
Tipico dell'area che comprende
il milanese, il bergamasco, il bresciano, il cremasco e il lodigiano e
le province di Mantova, Reggio, Parma e Piacenza, dovrebbe derivare dal
personale latino Cabrius, probabilmente a sua volta derivato dal celtico
Cabrach. Si trovano tracce di questo cognome fin dal 1300, nel 1347
un intelligente popolano romano diviene notaio è Nicola di Rienzo
Cabrini, comunemente chiamato Cola di Rienzo, famoso anche perchè
organizzò la legazione inviata ad Avignone per richiamarne il Papa
Clemente VI°, verso la fine dello stesso secolo a Verdello (BG) troviamo
atti rogati da Petrus de Cabrinis de Verdello notarius,
nella prima metà del 1400 a Taleggio (BG) troviamo un altro notaio
Cabrini: "...Liber seu fragmentum instrumentorum
d. Cabrini q.
d. Viviani olim d. Costanzii alias q. alterius Viviani q. d. Boni olim
nati d. Guilielmi de Supramonte Savionum notarii imperialis de Subecclesia
Talegii, qui d. Cabrinus, ut ex suis plurimis ", verso la seconda
metà del 1400 a Bologna opera una bottega artigiana di mastri vetrai
Cabrini, le cui opere sono siglate CAF (Cabrini Fecerunt), nel 1510, ad
Alfianello(BS) nasce Francesco Cabrini, di nobile famiglia, che fattosi
prete, divenne direttore spirituale dei padri della Pace. La più
famosa rappresentante della famiglia è stata senza ombra di dubbio
la suora Francesca Saverio Cabrini, nata nel 1850 a Sant'Angelo Lodigiano,
fatta santa canonizzata nel 1946 sa Pio XII°
CABULA
CAPULA
Cabula, abbastanza raro, è diffuso in modo omogeneo in tutta la
Sardegna, Capula è specifico di Castelsardo nel sassarese, dovrebbero
derivare dal toponimo medioevale Cabula situato nella diocesi di Sorres
che fa parte dell'Arcidiocesi di Oristano.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CABULA; (CAPULA): significato ed etimologia non ben chiari. . Capula
= castello e villaggio distrutti (Contrate Ardar et Meylogu - di Siligo);
chiamato anche Monte di Sant'Antonio, poiché nei pressi si trovano
i ruderi della chiesa del Santo: secondo lo Spano deriva dal fenicio chevel
= eredità. In latino capula
è una piccola coppa.
Sempre in latino, capulum coleorum
è il membro virile. Capulare,
sempre in latino ha il significato di scappare,
fuggire. Capulai in campidanese,
anche nelle varianti capuai e accapuai
prende il significato di tagliuzzare, sminuzzare,
tritare, fare il pesto, dallo spagnolo capolar
= picar la carne (tritare la carne). Capulare
in logudorese significa battere le biade, il lino
o le pannocchie di granoturco. Fai sa
cabùda in campidanese significa fare festa
insieme agli amici; dal catalano cabùda.
Lo troviamo nelle carte antiche, nella variante Capula. Tra i firmatari
della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, figurano: Capula Bonnano, jurato
ville Sia Sancti Nicolai ( *odierno Sia Piccina o Piccìa. Contrate
Campitani Simagis); Capula Michaele, ville Selluri (Sanluri - Seddori);
Capula Nicolao, ville Genadas (*villaggio distrutto-Laconi ..Contrate partis
Alença); Capùla Salvatore, jurato ville Gemessi (*distrutto:
Jemussi o Gimussa? Partis de Montibus). Il cognome Cabùla attualmente
è presente in 51 Comuni d'Italia, di cui 15/377, in Sardegna( per
lo più a sud):Serrenti23, Furti 14, Samatzai 12, Villacidro 9, Cagliari
8, etc.
CABUTTI
CABUTTO
GABUTTI
GABUTTO
Cabutto ha un ceppo nel cuneese a Bra, Narzole, Cherasco ed Alba, Cabutti,
molto raro, è sempre piemontese, di Dogliani nel cuneese e di Torino,
Gabutti, meno raro, ha piccoli ceppi a Torino e Villar Perosa nel torinese,
ad Asti, a Vercelli, a Casale Monferrato e Cassine nell'alessandrino e
ad Alba e Dogliani nel cuneese, con presenze anche in Liguria, Gabutto,
molto raro, ha presenze nel basso Piemonte ed a Genova, dovrebbero essere
di origini occitane e derivare da soprannomi originati da variazioni del
vocabolo occitano cabut (dalla
grossa testa), a sottolineare probabilmente questa caratteristica
dei capostipiti.
CACACE
Cacace ha un grosso ceppo a Roma ed a Tivoli nel romano, uno molto più
consistente nel napoletano, in particolare a Napoli, Massa Lubrense e Castellammare
di Stabia, ma ben presente anche a Volla, Meta, Casalnuovo di Napoli, Piano
di Sorrento, Sorrento, Torre del Greco, Capri, Casoria, Anacapri, Portici.
Pozzuoli, Sant'Antimo e tutta la provincia, ed a Salerno, ha un ceppo a
Bari e Taranto, ed uno a Palermo, nell'isola di Lipari ed a Messina, dovrebbe
derivare dal nome e cognome greco Kakakis.
CACAPECE
Cacapece è un antico cognome dell'area campano, pugliese, ormai
quasi scomparso, potrebbe nascere dalla professione di mastro calafataro
svolta dal capostipite, che nello svolgimento del suo mestiere utilizzava
ovviamente molta pece.
CACAVALE
CACCAVALE
CACCAVALLO
Cacavale, praticamente unico, è dovuto ad un errore di trascrizione
di Caccavale che è specifico di Napoli e del napoletano, Caccavallo
è decisamente napoletano, dovrebbero derivare da un soprannome,
vedi a titolo di esempio il cognome Caccavella, ma potrebbero anche stare
ad indicare la povertà dei capostipiti, con riferimento al caccavo
(pentolone usato dai frati per nutrire
i poveri) (vedi CACCAVO).
integrazioni fornite da Gigi Colombo
potrebbe essere stato originato dall'italianizzazione del cognome greco
Kakavoulis.
CACCAMO
Tipico della Sicilia e del reggino, deriva dal toponimo Caccamo nel palermitano.
CACCARO
Caccaro ha un ceppo nel varesotto a Somma Lombardo ed a Sirmione nel bresciano
ed uno nel padovano a Villa del Conte, Campo San Martino e Santa Giustina
in Colle, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale originato dal termine
medioevale veneto cacaro (uomo
da poco, persona insignificante).
CACCAVELLA
CACCAVELLI
CACCAVELLO
CACCAVIELLO
Caccavella e Caccavelli sono molto rari e tipici del foggiano, Caccavello
è ancora più raro e sembrerebbe avere un ceppo nell'orvietino
ed uno nel napoletano, Caccaviello è specifico della provincia di
Napoli, di Massa Lubrense in particolare, dovrebbero derivare da soprannomi
originati dal vocabolo dialettale caccavella (o putipù tipico strumento
napoletano) usato a volte ad indicare una cosa da poco.
CACCAVO
CACCAVO'
CACCAVONE
Caccavo ha un ceppo campano a Napoli, Salerno e Pontecagnano Faiano sempre
nel salernitano, un ceppo a Barile nel potentino ed uno a Giovinazzo e
Canosa Di Puglia nel barese e a Foggia, Caccavò è quasi unico
ed è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione nelle anagrafi
del nord, Caccavone sembrerebbe specifico di Serracapriola nel foggiano,
dovrebbero derivare da soprannomi originati dal termine campano caccavo
(pentolone), forse a richiamare l'uso
di questi grossi pentoloni nei monasteri che distribuivano quotidianamente
minestre per i poveri e quindi per classificare il capostipite come un
mendicante.
CACCIA
CACCIARI
Diffuso in tutt'Italia Caccia, con buona concentrazione in Lombardia nelle
provincie di Bergamo, Milano e Varese, tipico bolognese Cacciari, dovrebbero
derivare da un soprannome legato all'abilità venatoria o comunque
a qualcosa legato alla caccia.
CACCIAGUERRA
Cacciaguerra ha un ceppo a Cesena e nel cesenate, uno a Piazza al Serchio
nel lucchese ed uno in Sicilia ad Augusta nel siracusano, a Comiso nel
ragusano, a Niscemi nel nisseno ed a Catania, deriva dal nome medioevale
Cacciaguerra, di cui abbiamo un esempio
in un atto del 1178, dove compare come teste un certo Ranuccino figlio
di Cacciaguerra, o in un trattato del 1260 a Luni nello spezzino: "..
In nomine Domini, amen. Omnes et singuli homines infrascripti de villa
Sancti Terencii, videlicet Cacciaguerra
quondam Rollandini, Aidante quondam Meliorati, Bonaparte quondam Bonafidei,
Bonsegnore filius Bonaiuncte,..".
CACCIAGUIDA
Cacciaguida, ormai quasi scomparso, potrebbe essere stato fiorentino, visto
che il sommo poeta Dante Alighieri fu un pronipote di un Cacciaguida, il cognome dovrebbe derivare
da un soprannome, forse riservato ad un addetto all'organizzazione della
caccia di qualche famiglia nobile.
CACCIALANZA
Tipico della provincia di Milano
e Lodi.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caccialanza è composto da 'caccia'
+ 'lanza' dove quest'ultimo termine
viene dal dialetto e indica una 'lancia',
cioè una imbarcazione a remi.
CACCIANIGA
CAZZANIGA
GAZZANIGA
Caccianiga è decisamente milanese, Cazzaniga è tipico del
milanese e del bergamasco, Gazzaniga sembrerebbe specifico del pavese,
potrebbero derivare dal toponimo Gazzaniga (BG) l'antico Caccianiga e poi
Cazaniga, di quest'uso abbiamo un esempio nel 1442: "...dicti
loci de Cassago de mandato et impositione Iacobini dicti Bolpini de Nava
filii quondam Iohannis et Zanis de Cazaniga
filii quondam Bertini habitantium in dicto loco Cassago...", un
'esempio di questa cognominizzazione lo troviamo a Cassago nel 1524: "...Li
heredi di messer Bernardo Cazaniga
obligati a uno annuale di messa trenta et staia dodeci di formento per
anni quaranta come per testamento sotto li 23 di genaro 1524...".
CACCIAPAGLIA
Cacciapaglia è tipicamente pugliese, del barese e di Santeramo in
Colle in particolare, di Acquaviva delle Fonti, di Bari, di Noicattaro
e di Conversano, di Tuglie, Parabita e Nardò nel leccese e di Taranto,
dovrebbe derivare da un soprannome scherzoso riferito a capostipiti che
non fossero dei gran cacciatori, o anche a dei contadini visti come addetti
ai pagliai.
CACCIAPUOTI
Cacciapuoti è tipico del casertano e del napoletano, dovrebbe derivare
da un soprannome, ma secondo un'ipotesi non trascurabile dovrebbe invece
derivare dall'italianizzazione dialettale del cognome francese Chassepot,
che a sua volta deriva da un termine che indicava la mansione di esattore
delle imposte, si trovano tracce di questo cognome nel napoletano
almeno fin dal 1400, nel 1419 infatti Giovanni Cacciapuoti dona alla chiesa
di San Giovanni a Campo, oggi della Madonna delle Grazie di Giugliano in
Campania nel napoletano.
CACCIATORE
Molto presente in tutta Italia,
con origini diversificate e ceppi in Piemonte, Abruzzi, Lazio, Puglie e
Sicilia, dovrebbe derivare da un soprannome legato all'abilità venatoria.
CACCIAVILLANI
Cacciavillani ha un ceppo emiliano a Reggio Emilia ed Albinea (RE), uno
nel vicentino, uno a Roma, uno nel chietino ed uno ad Agnone (IS), dovrebbe
derivare da un soprannome originato da qualche episodio storico di epoca
feudale durante il quale probabilmente un cavaliere si conquistò
la nobiltà cacciando i villani in rivolta.
CACCINI
Molto raro, è tipico dell'area
milanese, dovrebbe derivare dal nome medioevale italiano Caccino (diminutivo
di Caco).
Cacciola è tipico della Sicilia sudorientale, del messinese e del
catanese, con ceppi anche in Calabria, in particolare nel reggino, nel
napoletano e casertano e nel romano e latinense, Caccioli, molto
molto raro, è specifico dell'appennino parmense, di Borgo Val di
Taro in particolare, potrebbe anche forse derivare dal toponimo Cacciola
nel reggiano, Cacciolo, estremamente raro, tipicamente siciliano, è
specifico di Patti nel messinese, Caciola è tipico del viterbese,
di Viterbo e Vetralla, Caciolla è tipico di Orvieto nel ternano,
Cacioli è decisamente toscano, di Arezzo e dell'aretino, con un
ceppo anche a Firenze, Caciolli è tipico dell'area fiorentino, pratese,
in particolare di Firenze, Campi Bisenzio, Scandicci e di Prato, Caciolo
è tipico del frusinate di Anagni e di Roma, tutti questi cognomi
dovrebbero derivare dal mestiere di produttore di cacio (formaggio)
o essere lavoranti in un caciolaio
(locale adibito alla produzione del formaggio), ma è pure possibile, in alcuni casi una derivazione dal nome personale
latino Cassiolus, un'ipocoristico in
uso presso la Gens Cassia,
tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Spello (PG) nella seconda
metà del 1100 con il Beato Andreas Caccioli (o Cacciola), guida
spirituale di Santa Chiara di Assisi, nella seconda metà del 1200
nel Pisano con un certo Iacobus Caciolus citato tra gli Anziani della città
di Pisa, nel 1391 a Gubbionel perugino tra le registrazioni del Monastero
di San Pietro si legge: "...Die XV dicti mensis,
hora causarum. Supradictus Iohannes, publicus bayulus et nuntius suprascriptus,
vadens (fol. 74v) et rediens, relulit dicto D.no Vicario, sedente etc.,
et mihi, Notario infrascripto, se ivisse et fratrem Gregorium
Manni Caccioli, fratrem dicti loci et syndicum
ipsorum fratrum et loci predicti, ad hec specialiter constitutum ...".
integrazioni fornite da Giovanni
Cacciola
il cognome Cacciola potrebbe derivare dal latino cassis (laccio da
caccia o rete del cacciatore) e da olus (erbaggi, ortaggi), starebbe ad indicare,
se così fosse, la caccia praticata dai rustici o un territorio di
caccia coltivato. L'arma della famiglia cacciola ne è una
conferma:d'azzurro all'aquila d'argento. Cacciola è anche
il nome di un antico feudo del XII° secolo, dove sorge l'omonima località,
feudo destinato alla caccia nel medioevo. Un Giovanni Giacomo Cacciola
fu senatore di Messina nel 1232, Jacopo tenne la stessa carica nel 1322.
CACCIOPINI
CACCIOPPINI
CACIOPINI
CACIOPPINI
Assolutamente rarissimi, le varie
forme di questo cognome sembrano suggerire un antico insediamento nella
zona tosco-umbra, dovrebbe essere di origine spagnola e deriverebbe da
un soprannome disceso dal vocabolo cachopin (ciabattone, di uno che sbatte
gli zoccoli) comparso in Spagna dopo il ritorno dalla scoperta dell'America,
termine di derivazione náhuatl (linguaggio mesoamericano).
CACCIOPPO
CACIOPPI
CACIOPPO
Caccioppo, molto molto raro, è specifico di Messina, Cacioppi, quasi
unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione di Cacioppo,
che è decisamente più diffuso, ha un grosso ceppo palermitano
ed uno nell'agrigentino a Sambuca di Sicilia, Menfi e Santa Margherita
di Belice, ed a Gela nel nisseno, questi cognomi potrebbero essere di origine
spagnola e risalire al termine di derivazione náhuatl (linguaggio
mesoamericano) cachopin (ciabattone,
di uno che sbatte gli zoccoli), termine entrato in uso, prima
come soprannome in Spagna, e poi nei territori soggetti alla dominazione
aragonese.
CACCIOTTOLI
CACCIOTTOLO
CACCIUOTTOLO
Cacciottoli ha un piccolissimo ceppo a Napoli e nel napoletano ed uno altrettanto
piccolo ad Eboli nel salernitano, Cacciottolo, assolutamente rarissimo,
è tipicamente campano, ha presenze nel napoletano ed un ceppo ad
Eboli e Battipaglia nel salernitano, Cacciuottolo, il più diffuso
dei tre, è specifico di Napoli, Pozzuoli e Torre del Greco nel napoletano,
questi cognomi sono antichissimi e sembra risalgano al sesto secolo, ricordiamo
di quest'epoca il santo eremita, padre benedettino, ed abate del monastero
della città di Sorrento, Antonino Cacciottolo. L'origine di questo
cognome dovrebbe essere da soprannomi basati sul termine greco antico κακκύτες
kaccùtes (vedi CACCIUTTO), o anche da un'alterazione ipocoristica del cognomen tardo
latino Catellus (cagnolino)
che attraverso varie alterazioni si dovrebbe essere trasformato in Caciottellus
e quindi in Caciottolus.
CACCIUTTO
Cacciutto è specifico dell'isola d'Ischia, di Lacco Ameno, Forio
e Barano d'Ischia, dovrebbe derivare da un soprannome grecanico basato
sul termine greco arcaico κατά
κύτες katà
kùtescontratto poi in κακκύτες
kaccùtes che significava sudatorio
o luogo termale riscaldato da fenomeni vulcanici
naturali, probabilmente ad indicare che il capostipite provenisse
da un luogo dove fossero stati presenti simili fenomeni vulcanici.
CACCO
Tipico dell'area padovano veneta,
dovrebbe derivare dal nome medioevale italiano Caco.
CACCURI
Caccuri è specifico del cosentino, di Campana, Rossano, Rovito,
Pietrafitta e Cosenza, dovrebbe derivare dal toponimo Caccuri nel crotonese,
probabile luogo d'origine della famiglia.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caccuri è un cognome calabrese. Oltre che dal toponimo omonimo,
potrebbe essere una italianizzazione del cognome greco Kakuris.
CACI
Caci è un cognome tipicamente siciliano, di Gela nel nisseno, ma
anche dell'agrigentino, di Licata, Aragona, Agrigento, Porto Empedocle
e Ravanusa, potrebbe derivare da un soprannome originato dal mestiere di
casaro (produttore
di cacio), svolto forse dai capostipiti, ma non si può
escludere una possibile derivazione dal nome personale turco Qaji,
che potrebbe essere stato portato dai capostipiti.
CACICIA
Cacicia, molto raro, è tipico di Palermo con un ceppo anche ad Agrigento,
potrebbe derivare da una modificazione dialettale del nome arabo Hashim,
ma è pure possibile, se non addirittura più probabile, una
derivazione da un soprannome legato al vocabolo arabo hashish
o hashasha (erba,
erbaccia), il mondo islamico a varie riprese proibì l'uso
dell'hashish per i suoi effetti stupefacenti, ma lo stesso venne anche
usato per raggiungere l'estasi religiosa dai Sufi persiani e dai Dervisci
arabi, ricordiamo Hasan Ibn-Al Sabbah vissuto tra la fine del 1000 e gli
inizi del 1100 che fondò la setta degli hashes-hin
o mangiatori di hashish, da quel termine deriva l'odierno vocabolo assassino.
CACOPARDI
CACOPARDO
Cacopardi è assolutamente rarissimo e si tratta quasi sicuramente
di errori di trascrizione del più diffuso Cacopardo che è
specifico della costa nordorientale della Sicilia, di Messina, Taormina,
Gallodoro, Letojanni, Giardini Naxos e Casalvecchio Siculo nel messinese
e di Catania, potrebbero derivare da un soprannome o nomignolo scherzoso,
ma è anche possibile, se non addirittura più probabile, una
derivazione da un soprannome composto dal termine greco kakò
(cattivo, feroce) e dal termine pardos
(pantera), se consideriamo che in epoca
medioevale i saraceni erano anche chiamati con l'epiteto di pantere, si
potrebbe ipotizzare un origine saracena del capostipite.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cacopardo è un cognome della Sicilia orientale che viene dal greco
moderno 'kakòkardos' = afflitto,
triste. Rohlfs 36.
CACOZZA
Cacozza è tipicamente calabrese, dell'area che comprende il cosentino,
il crotonese ed il catanzarese.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
D'origine arbëreshë, il cognome Cacozza sembra derivare dalla
toponomastica albanese, se si considera che, in Albania, esistono due città
dal nome Kakoz (anche note come Cacossi),
situate rispettivamente nella prefettura di Berat e in quella di Argirocastro.
Con questo cognome, comunque, un esempio famoso è offerto dal poeta
e cantautore arbëreshë Pino Cacozza (nato a San Demetrio Corone,
Cosenza, nel 1957), che, nel mondo della musica arbëreshë, è
una delle figure più note e apprezzate dei nostri tempi.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cacozza: si tratta di una variante del cognome siciliano Cacòcciola
= carciofo. Rohlfs 57.
CADALANU
CADELANO
CADELANU
Cadalanu è quasi unico, forse del nuorese, Cadelanu, altrettanto
raro, sembrerebbe del cagliaritano, si tratta probabilmente di forme arcaiche
di Cadelano, che è molto diffuso nel cagliaritano, in particolare
a Quartu Sant'Elena, Cagliari, Quartucciu, Settimo San Pietro e Villasimius,
con un ceppo anche a Terralba nell'oristanese ed uno a Sassari, deriva
dall'etnico di Catalogna in lingua sarda.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CADELANO; CADALANU; CADELANU: cadalanu,
catalanu = di origini catalane.
.Come cognome è presente nelle carte antiche della Sardegna. Tra
i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano: Catalane Jacobus,
ville Algueri ** Ville Algueri.odierno Alghero. Camella Bernardus, Bos
Franciscus, Ferret Anthonius sindici, actores et procuratores.et nos, superius
nominati: Serra (de) Thomas, major camere; Pancie Comita, sub cancellarius;
Caso Anthonio procuratores.et singulos homines civitatum Sasseri et Ville
Ecclesiarum ac loci Telluri et locorum Mole de Posata et Iscle de Galtelì
ac Contrate de Baronia. Die sexta febroarii (1388)..; Cathalanu Comita
- de Aristanni. *** Aristanni: elenco dei nomi dei firmatari della PETIZIONE.
Omnes cives mercatores et habitatores dicte civitatis.nisi pastores bestiaminum
et quorum dificulter demorari non poterant.congregati. Porta la data :
die XIIII mensis Januarii M°. CCC°. LXXXVIII° et etc. Nel Condaghe
di Santa Maria di Bonarcado,CSMB, XI°, XIII° secolo, abbiamo :
Cadalanu Iohanne(94), in una donazione : posit Janne de Monte terra ad
clesia in Guraeda( ?), cabizale assa binia de donnu Goantine de Lacon,
tenendo assas cinnigas, pro s'anima sua cun boluntade bona
de Iohanne Cadalanu et de donna Preciosa..Nella storia ricordiamo : Catalan
Antonio, cagliaritano di origine provenzale. In periodo iberico del Regno
di Sardegna, nel 1668, acquistò all'asta la Baronia di Teulada e
nel 1670 ottenne, dal re di Spagna, il cavalierato ereditario e la nobiltà.
Attualmente il cognome Cadelano è presente in 48 Comuni italiani
di cui 22 in Sardegna: Quartu S. E. 144, Cagliari 51, Quartucciu 45, Terralba
44, etc. Cadalanu è presente in soli 2 Comuni: Nuoro 15, Orosei
3; Cadelanu è presente in soli 4 Comuni: Settimo, Sinna, Solemnis
etc. NOTA: il cognome Catalano è presente in tutta Italia con maggiore
diffusione in Sicilia (Palermo 1313); seguono: Roma con 693, Napoli con
481, Torino con 395, Milano con 389, etc. Catalano è presente anche
in Sardegna, ma di chiara importazione: Sassari 9, Iglesias 8, Assemini
6, etc.
CADAMAGNANI
Assolutamente rarissimo è tipico del piacentino, dovrebbe derivare
dal mestiere praticato dalla famiglia, quello di calderai o stagnini e
starebbe ad indicare quelli della casa degli stagnini, venditori o riparatori
di pentole.
CADAMURO
Cadamuro è specifico dell'area trevigiano, veneziana, di Musile
di Piave, San Donà di Piave, Venezia, Cavallino Treporti e Meolo
nel veneziano e di Cimadolmo, Treviso e Casale sul Sile nel trevisano,
troviamo tracce di questa cognominizzazione fra la borghesia di Capodistria
fin dal 1700, si può solo ipotizzare una derivazione da nomi di
località riferiti ad una casa con un muro, forse particolarmente
alto o lungo.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cadamuro è un cognome veneto che significa letteralmente 'casa
di muro', cioè 'murata'.
Olivieri 170.
CADAU
Tipicamente sardo, potrebbe derivare da una modificazione dal cognome spagnolo
Cadeu.
CADDEMI
Caddemi, quasi unico, sembrerebbe siciliano, dovrebbe derivare da un soprannome
basato sul termine arabo haddām (servo).
CADDEO
CADDEU
Tipici sardi delle province di Oristano e Cagliari, estremamente raro il
secondo, possono derivare da nomi di località come Is Caddeus nei
pressi di Decimomannu (CA), o più probabilmente dal cognome spagnolo
Cadeu, secondo alcuni dovrebbero derivare da modificazioni dialettali del
nome bizantino Kalleo.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CADDEO; CADDEU: di etimo e significato incerti. Prof. Massimo Pittau
suggerisce la derivazione dall'italiano Taddeo,
non da Coddeus, presente come nomen
in Africa, ma non in Sardegna. Il latino callum
significa pelle indurita, callo. In
greco abbiamo kalais = turchino
(pietra preziosa); kalèo = chiamare;
Kallèas, da Kallìas,
nel significato di bellezza o bontà.
Lo ritroviamo nelle carte antiche della Sardegna, generalmente nella variante
antica Calleo. Tra i firmatari della
Pace di Eleonora, LPDE del 1388 troviamo: Calleo Fuliado, jurato Villa
de Abbas (Santa Maria Acquas - Sardara); Calleo Marcho, ville de Sardara.
** SARDARA MONTIS REGALIS...11 GENNAIO 1388, et ego...Gadulesu Margiano
habitator ville Sardara, sindicus actor et procurator universitatis Contrate
Montis Regalis et villarum et etc. In posse Virde Andrea, Virde Joanne,
de Civitate Sasseri, notarii publici, die XI Januarii 1388. Nella storia
ricordiamo, Caddeo Rinaldo, di San Gavino Monreale (1881 - 1956), giornalista
e storico (Di.Sto.Sa). Attualmente il cognome Caddeo è presente
in 229 Comuni italiani, di cui 103 in Sardegna: Cagliari 243, Sardara 124,
Arbus 98, Quartu S. E. 73, Carbonia 53, Santadi 49, etc. Caddeu è
invece presente in 15 Comuni italiani, di cui 10 in Sardegna: Segariu 23,
Furti 11, Sanluri 9, Vallermosa 6, etc.
CADDIA
Caddìa, molto raro, è tipicamente sardo, ha piccoli ceppi
a Villacidro nel Medio Campidano, Cagliari e Usini nel sassarese.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CADDIA: caddìâ deriva
da caddìna per nasalizzazione
vocalica, per caduta della "n" intervocalica: fenomeno fonetico corrente
soprattutto nei dialetti meridionali. Caddìâ,
a sua volta deriva da gaddìâ, gaddìna,
dall'italiano gallina. Caddìna
potrebbe però derivare da cuàddu,
in campidanese, càddu nei dialetti
centrali: sa musca cuaddìna
(camp.), sa musca caddìna (dialetti
centrali) = la mosca dei cavalli. Una
femmina, una pippia c(u)addìna
= una donna, una bambina capricciosa,
cavallina. Esiste pure il termine càddia
o gàddia, che però significa
poplite, piega
o grinza della pelle o anche di un
vestito e deriva dal latino callum,
o callica. Per definire un vestito
spiegazzato diciamo: est tottu accaddionàu.
Il cognome Caddìa, con l'accento sulla "i" non deriva assolutamente
da càddia, piega. Abbiamo telefonato a tanti Caddìa della
Sardegna e tutti hanno puntualizzato l'accento sulla "i". Anche se nessuno
ha rimarcato il fenomeno fonetica della nasalizzazione. È comunque
cosa normale, ne abbiamo tantissimi esempi: Mascìâ, Carìâ,
Angiòî, Cardìâ, Pittàû, Lillìû,
Làî, etc.etc. Attualmente il cognome è presente in
36 Comuni italiani, di cui 20 in Sardegna: Villacidro 21, Cagliari 13,
Usini 11, Selargius 6, Capoterra 6, Pabillonis 3, etc.
CADDORI
Caddori, estremamente raro, tipicamente sardo, sembrerebbe specifico di
Arzana e Lotzorai nell'Ogliastra, dovrebbe derivare da un soprannome originato
dal vocabolo logudurese caddu (cavallo)
ed indicherebbe la qualifica di cavaliere attribuita al capostipite.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CADDORI: di significato ed etimo incerti. Potrebbe derivare da cavaddu,
cuaddu, caddu = cavallo,
dal tardo latino caballus, ed in questo
caso starebbe ad indicare le caratteristiche di un cavallo; con cavaddèri,
caddèri, cuaddèri, si indicano invece le caratteristiche
del cavaliere: caddèri = un
buon cavaliere. Più probabilmente deriva da caddu
= callo, dal latino callum.
Caddòsu significa di
pelle dura, ma anche ostinato,
come l'italiano incallito. Caddòri
quindi starebbe ad indicare una caratteristica della personalità,
ad esempio, ostinazione, caparbietà, testardaggine,
che sono peculiarità abbastanza comuni in noi sardi, in senso buono
ed in senso cattivo! Attualmente il cognome Caddòri è presente
in 8 Comuni italiani, di cui 7 in Sardegna: arzana 24, Lotzorai 14, Cagliari
5, etc.
CADEDDU
Tipico sardo, della fascia orientale e del cagliaritano, dovrebbe derivare
da un soprannome originato da una modificazione dialettale del vocabolo
latino catellus (cagnolino),
è abbastanza improbabile una derivazione dal vocabolo sardo caddu
(cavallo).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CADEDDU: calèddu, calellèddu,
cathèddu, catzèddu = cagnolino
o cucciolo di cane. Viene dal latino catellus
= cucciolo di cane. Iscatzeddài/re,
significa togliere i cuccioli alla cagna
o anche ad altro animale. Cognome diffuso in tutta la Sardegna sin dai
tempi antichi. Negli antichi documenti della lingua sarda è presente
in diverse varianti. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del
1388, figurano: Cadeddu Angioleddu, ville Selluri (Sanluri - Seddori);
Cadeddu Anthonio, ville Mahara (Villamar); Cadeddu Marco, jurato ville
Duçaramanna (*odierno Ussaramanna. Contrate Marmille; Cadellu Guantino,
ville Magumadas (*Magomadas. Contrate Castri Serravallis); Catedu Bartholomeo,
majore (amministratore - sindaco)ville Oruinas (Ruinas); Catedu Guantino,
jurato(guardia giurata, collaboratore del maiore) ville Baugadi (*Bauyadi.villaggio
distrutto- Contrate Partis Milis) ; Catelli Marianus - de Aristanni (Oristano);
Catello Francisco - de Castri Januensis (Castelsardo); Catellu Arsòco,
majore ville Sia Sancte Lucie (* Odierno Siamanna. Contrate Campitani Simagis);
Catellu Francisco, jurato ville Pauli (*Paulilatino. Contrate Partis de
Guilcier); Catellu Leonardo, jurato ville Milis (*odierno Milis - Contrate
Partis de Milis); Cathellu Comita., ville Solgono(Sorgono - Mandrolisay
o Barbagia di Belvì); Cathellu Mariano, ville Solgono. Nella storia
ricordiamo: Cadeddu Gaetano, cagliaritano, studente di medicina, figlio
dell'avvocato Salvatore, col quale fu coinvolto nella congiura di
Palabanda, contro il governo piemontese. In seguito al fallimento dell'insurrezione
riuscì a dileguarsi. Lo ritroviamo poi con Napoleone Bonaparte e
sempre con lui a Waterloo, ma in qualità di direttore delle ambulanze.
Fu in seguito perseguitato come Bonapartista. Si rifugiò infine
in Toscana cambiando nome in Cadelli. A Pisa, sotto la protezione del Professor
Andrea Vacca, docente di chirurgia, riuscì a riprendere gli studi
ed a laurearsi in medicina. Fu poi, come medico ad Algeri. In seguito a
Tunisi e poi di nuovo in Italia. Ricoprì l'incarico di console di
Svezia, Norvegia e America a Sfax. Fu quindi di nuovo a Tunisi, dove morì
nel 1858. Cadello Diego Gregorio, del nobile casato dei Cadello,
marchesi di San Sperate, vescovo della archidiocesi di Cagliari dal 1798
al 1807, poi cardinale. Cadello Francesco Ignazio (padre del cardinale
Diego Gregorio) visse nel primo periodo sabaudo del Regno di Sardegna.
Fu uno dei più importanti giuristi del suo tempo. Percorse tutta
la carriera accademica e forense; infine fu proposto dal re di Sardegna
Carlo Emanuele I° per l'incarico di Reggente del Supremo Consiglio
di Sardegna, che rifiutò per motivi di salute. Attualmente il cognome
Cadeddu è presente in 320 Comuni italiani, di cui 143 in Sardegna:
Cagliari 252, Sassari 140, Guspini 114, Oristano 95, Quartu S. E. 88, Carbonia
81, Borore 80, Nuoro 59,. Etc. Nella penisola è Roma ad avere il
numero più alto con 131.
CADELLI
Cognome assolutamente raro, probabilmente
di origine friulana, dovrebbe derivare da soprannomi legati all'aferesi
di un toponimo come Roncadelle (TV), Falcade (BL), Biancade (TV) o simili.
CADENASSO
Cadenasso è tipico di Genova, dovrebbe derivare dall'italianizzazione
del termine francese cadenas (catenaccio,
serratura), forse indicando così che il mestiere del
capostipite fosse quella di fabbro esperto nella produzione di catenacci
e lucchetti.
CADENAZZI
CADENAZZO
CAENAZZO
Cadenazzi
è molto raro e sembrerebbe specifico del comasco, Cadenazzo è
praticamente unico, Caenazzo, rarissimo, è tipico veneziano, dovrebbe
derivare dal termine dialettale veneto caenazzo (catenaccio) tant'è
che nello stemma di cui si hanno tracce fin dal 1600 si vedono due ferri
da catenaccio incrociati. Si hanno tracce del cognome Caenazzo o Cadenazzo,
fin dal 1450 quando troviamo un "... Piero
Cadenazzo quidem Domenico sartor da Venezia...",
a Rovigno, in Istria, si trova un'iscrizione, nella chiesa di San Giuseppe,
che dice: "JO CAPITAN ISEPPO CAENAZZO FECI FAR PER
MIA DEVOZIONE ANO 1673".
CADENELLA
CADENELLI
Cadenella, praticamente unico, è veneziano, Cadenelli è specifico
di Vobarno nel bresciano, dovrebbero derivare da soprannomi basati sul
termine dialettale bresciano cadenel,
che significa sia catenaccio che quel
ferro particolare situato all'altezza della bocca della canna fumaria di
un camino, usato per appendervi tramite catene i paioli per cucinare.
CADEO
Cognome molto raro, parrebbe bergamasco,
ma dovrebbe derivare dal toponimo Cadeo (PC) o da un soprannome connesso
con l'abitare nelle prossimità di un monastero o una chiesa (casa
di dio - cà deo).
CADICAMO
CHIDICHIMO
Cadicamo, molto molto raro, è tipico del cosentino, Chidichimo,
un pò meno raro, è sempre tipico del cosentino, di Platacci,
Trebisacce, Villapiana e Castrovillari, si dovrebbe trattare di cognomi
di origini albanesi, che dovrebbero derivare da un toponimo.
CADILE
CADILI
Cadile, assolutamente rarissimo, sembrerebbe siciliano, di Tripi e Patti
nel messinese, Cadili, più comune è decisamente del messinese,
di Patti, Messina e Tripi, potrebbero derivare da forme dialettali derivate
dal termine e nome latino catellus
(cagnolino), una seconda ipotesi li
fa derivare da un soprannome grecanico con il significato di vasai.
CADONE
CADONEDDA
CADONI
Cadone è tipico di Alghero (SS), Cadonedda, forse del nuorese, sembrerebbe
ormai quasi scomparso, Cadoni è molto diffuso in tutta la Sardegna,
dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, da soprannomi
originati dai vocaboli sardi cadone o cadoni
(mercorella, pianta delle Euphorbiacee chiamata
anche mercurialis annua infestante dei vigneti e che da un pessimo sapore
al vino) forse usati in modo dispregiativo.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CADONE; CADONI: su cadòni
è un'erba, la mercorella: chenopodium
album. È un nemico dei viticoltori, perché da
un cattivo sapore al vino: "Custu binu tenit sabori
de cadòni"! Questo vino ha sapore
di mercorella.è da buttare! È proprio una peste:
rovina il vino! Sull'etimo della parola permangono incertezze, lo stesso
Wagner mette punto interrogativo. Dal nostro punto di vista, considerando
il fatto che i monaci bizantini sono stati i maestri, per i sardi, per
la conservazione dei prodotti della terra e per l'uso delle erbe
e delle piante officinali, oltre che per la cultura e la religione, abbiamo
pensato ad una parola greca contenente gli effetti della mercorella: col
verbo κάδω + όινος
(càdo + òinos)
= danneggio il vino. Non abbiamo altri
suggerimenti. Come cognome non l'abbiamo trovato nelle carte antiche. Nella
storia ricordiamo: Cadoni Antioco, storico del XIX° secolo, autore
di storia economica ed amministrativa. Fra le sue opere citiamo, Il Comune
di Iglesias ed il ministro Sella, del 1872. Attualmente il cognome Cadoni
è presente in 245 Comuni d'Italia, di cui 102 in Sardegna: Cagliari
122, Oristano 113, Santa Giusta 113, Quartu S. E. 103, Escolca 68, Sassari
53, etc. Roma ne conta 103. Cadone invece è presente in 6
Comuni italiani, di cui 3 in Sardegna.: Alghero 56, Selargius 3, Cagliari
3.
CADORE
CADORI
CADORIN
CADORINI
Cadore è abbastanza raro ed è tipico dell'alto bellunese
e di Bassano del Grappa ed area limitrofa nel vicentino, Cadori e Cadorini,
assolutamente rarissimi si trovano nel bresciano, Cadorin è tipico
del bellunese e trevigiano, dovrebbero derivare dai molti toponimi contenenti
il vocabolo Cadore o dall'etnico relativo.
integrazioni fornite da Davide
Cadore
i miei antenati risiedevano a Mason Vicentino dal 1600 e così
per altri Cadore oggi residenti a Bassano e Nove. Dai documenti che si
conservano presso la mia famiglia siamo potuti risalire quanto meno al
luogo di provenienza del nostro ceppo famigliare: Sospirolo, un paesino
in provincia di Belluno, che la famiglia ha lasciato a seguito della concessione
di terre nel vicentino da parte della Repubblica di Venezia per servigi
resi alla Repubblica stessa.
CADRINGHER
Assolutamente rarissimo, dovrebbe essere di origini ungheresi trapiantati
nell'alta Lombardia e deriverebbe dal cognome magiaro Kadringer. Personaggio
famoso è stato Remo Cadringher noto aviatore degli anni 30.
CADROBBI
Cadrobbi è tipico del Trentino, di Baselga di Pinè
in particolare, dovrebbe derivare dal termine tardo latino quadrobium
(quadrivio, incrocio tra quattro strade)
di cui riportiamo un esempio in un registro comunale del 1487: "...per
capicia decemseptem ad alios duos terminos inter quos est ampla via brachia
decemseptem et quartas duas Et deinde per capicia decemnovem et pedes quinque
itur versus quadrobium
ad alios duos terminos inter quos est ampla via capicia duos et pedes duos
Et ab inde itur infra per capicia tredecim ad alios duos terminos inter
quos est ampla via capicia duo pedes quatuor et oncias septem ...",
probabilmente perchè l'abitazione della famiglia era situata appunto
presso un incrocio di tal fatta.
CAEM
CAIM
Entrambi estremamente rari, presenti da tempo nel bresciano, derivano entrambi
dal nome ebreo sefardita Caim (Caino), tracce di questa cognominizzazione
le troviamo in un trattato di pace del 3 settembre 1143 concluso tra il
conte Alfonso di Tolosa, l'abate, i consoli e gli abitanti di Saint-Gilles
da una parte e i consoli di Pisa e di Genova dall'altra: "...Et
ego Lanfranchus Piper, consul Ianuensis ,et ego Willelmus
Caim, consul Pisanus, hoc idem sacramentum
quod nos facimus faciemus facere consulibus Genue et Pise...".".
CAFA
CAFA'
Cafa, quasi unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione
di Cafà, che è specifico di Gela, dovrebbe derivare dal nome
della città bizantina di Cafà sul mar Nero, probabile luogo
d'origine della famiglia, forse fuggita con l'arrivo dei turchi, ma non
si può escludere una derivazione da un soprannome originato dal
termine arabo akfàs (dalle
gambe storte), Al Akfas
è anche un nome e cognome arabo.
CAFAGNA
CAFAGNI
CAFAGNO
Cafagna è tipicamente pugliese, del barese in particolare, di Barletta,
Bari ed Andria, Cafagni sembrerebbe unico ed è probabilmente dovuto
ad un errore di trascrizione, Cafagno è specifico di Bari, dovrebbero
tutti derivare dall'essere il capostipite un fattore o cafagiarius
(sovrintendente di campagna), o semplicemente
un abitante di un cafagium (cascina),
tracce di queste cognominizzazioni si trovano nel barese fin dal 1500.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cafagna è un cognome pugliese che potrebbe derivare dal sostantivo
regionale 'cavagno' = cesta,
canestro, paniere, oppure dal dialetto siciliano 'fiscella
per ricotta'. Minervini, 111.
Cafari è quasi unico, Cafaro è tipicamente meridionale, della
zona che comprende la Campania litoranea, la Basilicata e la Puglia, con
massima concentrazione nel salernitano e nel barese, Caffarella sembrerebbe
specifico di Trani nel barese, Caffarelli ha vari ceppi, nel ternano e
reatino, a Roma, ed in Sicilia nel messinese a San Piero Patti e Patti,
ed a Palermo, Caffarello, quasi unico, sembrerebbe siciliano, Caffari sembra
tipico del Lazio, Caffaro, molto raro, e Caffarel quasi unico sono specifici
del basso torinese, della zona di Pinerolo e dintorni in particolare, Caffarri
è specifico dell'area reggiana, dovrebbero derivare, direttamente
o tramite forme ipocoristiche, dal nome medioevale Cafarus
o Caffarus di cui abbiamo un esempio
a cavallo tra XI° e XII° secolo con il marinaio, crociato,
console di Genova: "..Caffarus
de Caschifellone Genuensis Rei publicae rector
et historiographus...", dagli Annali genovesi anni 1099-1163: "...Ianua
tuta quidem fuit illo consule pridem, Urbs ea que movit, quod sic ex ordine
novit; Nomen ei Cafarus,
presens quem signat imago; Vivat in eternum cuius generosa propago, le forme meridionali potrebbero anche derivare da soprannomi originati
dal vocabolo arabo kaafir (infedele).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cafaro è un cognome meridionale che oltre all'ipotesi di 'kafir'
= infedele, potrebbe anche derivare
dall'aggettivo calabrese e siciliano 'càfaru'
= tarlato.
CAFASSI
CAFASSO
CAFAZZA
CAFAZZO
integrazioni di Stefano Ferrazzi
Cafassi, unico, si riscontra soltanto a Settala (MI), Cafasso, molto
più diffuso, ha due ceppi principali, uno fra il napoletano, l'avellinese
e il salernitano e l'altro fra il torinese, il vercellese e l'astigiano,
Cafazza, quasi unico, è presente esclusivamente nel trapanese e
a Carrara (MS), Cafazzo, piuttosto raro, ha un nucleo maggiore fra l'avellinese
e il foggiano, tutti questi cognomi derivano dal nome medievale Cafasso,
l'italianizzazione, cioè, del personale greco Kaiaphas:
si tratta, in realtà, di un nome d'origine aramaica, reso noto nel
Nuovo Testamento tramite la figura di Yhosef Bar
Kayafa, uno dei giudici, cioè, che parteciparono al processo
di Gesù. In epoca molto più recente, personaggio di rilievo
fu il sacerdote piemontese Giuseppe Cafasso (nato a Castelnuovo d'Asti
nel 1811 e morto a Torino nel 1860), che, canonizzato nel 1947 e proclamato
patrono dei condannati a morte, è oggi ricordato come San Giuseppe
Cafasso. Per quanto riguarda i cognomi in questione, si tratta comunque
delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
CAFFARATA
CAFFARATI
CAFFARATO
Caffarata, assolutamente rarissimo, tipicamente ligure, sembrerebbe originario
dello spezzino, Caffarati, quasi unico, e Caffarato, che sembrerebbe unico,
dovrebbero essere dovuti ad errate trascrizioni del precedente, che dovrebbe
essere di origini provenzali e derivare da alterazioni dialettali del termine
occitano cafroth, cafarot
(piccolo anfratto o grotta), forse
ad identificare caratteristiche del luogo di provenienza del capostipite,
una seconda ipotesi, meno probabile, propone un collegamento con l'antico
termine medioevale francese cafre (lebbroso).
CAFFARENA
Caffarena è specifico di Genova, Recco e Bogliasco nel genovese,
dovrebbe derivare dal nome della località di Caffarena di Propata
(GE), vicino a Bavastri, circa a 35 chilometri a nordest di Genova, troviamo
traccia di questa cognominizzazione a Recco nel 1700 con il notaio Levantino
Caffarena, verso la fine dello stesso secolo Pietro Maria Caffarena esercita
invece a Levanto nello spezzino.
CAFICI
Cafici è tipicamente siciliano, molto raro, ha un ceppo a Ramacca
nel catanese, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale basato sull'alterazione
del termine arabo akfas (dalle
gambe arcuate), probabilmente a sottolineare un particolare
dell'aspetto del capostipite.
CAFIERI
CAFIERO
CAFORIO
CAFUERI
Cafieri, assolutamente rarissimo, è quasi certamente dovuto ad errori
di trascrizione di Cafiero che ha un ceppo nel napoletano a Napoli, Castellammare
di Stabia, Meta e Piano di Sorrento ed uno salentino a Lecce e Brindisi,
Caforio è tipicamente pugliese, dell'area che comprende il barese,
il brindisino ed il tarentino, Cafueri sembra specifico del brindisino,
di Francavilla Fontana in particolare, dovrebbero tutti derivare dal nome
medioevale di origine germanica Gauferius
di cui abbiamo un esempio in questo scritto del 1132: "In
nomine Dei eterni et Salvatoris nostri Jesu Christi. Anno incarnations
eiusdem millesimo centesimo tricesimo secondo, mense iunio, indictione
decima. Nos Alexander Cupersanensis comes et Tancredus Cupersani et Gauferius
Catenzanii comes et Robertus Gravini iuramus
ex precepto et voluntate domini nostri Rogerii Sicilie et Italie regis
magnifici per hec sancta evangelia...".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cafiero, Cafieri: Cognome presente anche in Veneto: secondo Olivieri
133 viene dai personali Cayfer, Gafier
dell'epopea francese. Per Minervini 111 può invece riflettere il
microtoponimo Cafièri (CZ) derivato dall'arabo 'kāfir'
= incredulo, infedele.
CAFRA
Cafra, molto raro, è specifico del siracusano, di Sortino e Melilli
in particolare, dovrebbe derivare dal toponimo spagnolo Cafra, un paese
dell'Estremadura.
Tutti questi cognomi sono assolutamente rarissimi, sicuramente siciliani,
dovrebbero derivare da soprannomi originato dal vocabolo arabo haggag
(pellegrino, di chi va in giro per il mondo), ma è pure
possibile un collegamento con il termine dialettale gagghiu
(dal colore marezzato, pezzato).
CAGGIANO
Cognome di origine meridionale,
dell'area campana, lucana e pugliese, deriva dal toponimo omonimo in provincia
di Salerno.
CAGLIA
Presente a macchia di leopardo
sul territorio nazionale, dovrebbe essere originario della Basilicata.
CAGLIERO
Tipico del Piemonte occidentale, di Torino in particolare, potrebbe derivare
dall'aferesi modificata del nome di località Moncalieri (TO), secondo
un'altra ipotesi potrebbe derivare dal nome della famiglia romana De Caleris.
integrazioni fornite da Daniele
Zaia
Il cognome Cagliero potrebbe derivare da un nome di mestiere originato
dalla voce dialettale piemontese "cajié",
calzolaio.
CAGNAZZI
CAGNAZZO
Entrambi questi cognomi sarebbero
di origine pugliese, probabilmente della provincia di Brindisi, una possibile
origine è dal toponimo Cagnano Varano (FG).
CAGNES
Cagnes è specifico di Gela nel nisseno, potrebbe essere di origini
normanne e derivare dal nome di persona Cagne,
come potrebbe pure, e più probabilmente, identificare un capostipite
normanno originario del paese di Cahagnes in Normandia.
Cagni è lombardo della zona tra Brescia Lodi e Cremona, Cagnola
è specificatamente milanese, Cagnoli del centro nord, Cagnolo dell'area
ligure piemontese e del centro nord, con massima diffusione in provincia
di Milano ed in Lombardia Cagnoni, Cagnotti, molto raro, è del cuneese,
Cagnotto ha un ceppo a Fossano nel cuneese ed a Torino ed un piccolissimo
ceppo veneto nel padovano. La derivazione può essere, direttamente
o attraverso varie forme ipocoristiche, dal toponimo Cagno nel comasco,
da Cagnola nel padovano o da altre località simili, oppure dal nome
medioevale Cane, ricordiamo il famoso
Cane Grande della Scala, o da Canio,
o da soprannomi legati al rapporto con la famiglia Della Scala.
CAGNINA
LA CAGNINA
LACAGNINA
Cagnina ha un ceppo a San Cataldo, Santa Caterina Villarmosa e Caltanissetta
nel nisseno ed a Partinico e Palermo nel palermitano, La Cagnina è
tipicamente siciliano, di Palermo, Scicli nel ragusano e nel nisseno di
Riesi, San Cataldo e Caltanissetta, Lacagnina, sempre siciliano, è
specifico di Caltanissetta, potrebbe derivare dal nome medioevale francese
Cagnin, ma non si può escludere
una derivazione da un'alterazione dialettale di una forma ipocoristica
del nome femminile latino Cania., un'ultima
ipotesi li farebbe derivare da alterazioni dialettali del termine catalano
canya (cagna),
ma la cosa appare come molto poco probabile.
CAGOL
Decisamente trentino, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal
vocabolo dialettale cagola (pallottolina di sterco) e starebbe ad indicare
chi controlla appunto queste pallottole di sterco, cioè un cacciatore.
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (Sondrio)
il cognome deriva dalla parola del dialetto locale, col significato
di sterco di animali. Come soprannome si riferisce a quelle persone incaricate
di osservare lo sterco degli animali selvatici per studiarne le tracce.
Il cognome oltre che in Trentino è presente molto sporadicamente
anche nel Veneto e in Lombardia.
CAGOZZI
Cagozzi, molto raro, è tipicamente emiliano, di Sorbolo e Parma
nel parmense e di Poviglio nel reggiano, dovrebbe derivare da un soprannome
basato sul termine dialettale emiliano cagòzz
(dissenteria, diarrea, ma anche
fifa, paura).
CAI
CAIA
CAIO
GAI
GAIA
GAIO
Cai è tipicamente toscano dell'area che comprende le province di
Pisa e Firenze, Caia ha un piccolo ceppo calabrese a Bagnara Calabra ed
a Oppido Mamertina ed il ceppo principale a Siracusa ed Avola, Caio, oltre
al ceppo lombardo, soprattutto nel bergamasco, ha un ceppo anche nel barese,
Gai è tipicamente del Piemonte e Liguria occidentali, con un ceppo
anche nel Pistoiese ed a Roma, Gaia è tipico dell'area lombardo,
ligure, piemontese, con un ceppo anche nel riminese e pesarese, Gaio, ha
un nucleo veneto, soprattutto a Lamon nel bellunese ed a Feltre, a montebelluna
nel trevisano, a Venezia ed a Bassano del Grappa nel vicentino, con un
piccolo ceppo anche nel napoletano, dovrebbero derivare
dal praenomen latino Caius
o Gaius di cui abbiamo il più
illustre esempio in Caio (o Gaio) Giulio Cesare, in alcuni casi potrebbero
derivare dalla Gens Gaia
o Gavia, o dal relativo nomen
Gaius, Gaia.
Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo fin dall'anno 1077 a Cremona
in una Cartula offersionis dove tra i testimoni troviamo: "...Signa
++++ manuum Dothoni et Petri germanis, filii quondam Sansommi, ...., etiam
Alberici de Verdello, Alberici Rimizani, Bernardi
de Gaio, testium...".
CAIAFA
CAIAFFA
Caiafa è tipico del napoletano e del salernitano, Caiaffa è
pugliese, con un ceppo nel leccese a Lequile, Vegle e Lecce, ed uno nel
foggiano a Cerignola e Foggia, dovrebbero derivare dal nome giudaico Caiafa,
ricordiamo che uno dei giudici di Gesù, Caiafa
(Caifa), era il sommo sacerdote nominato
dal governo romano.
CAIANI
CAIANO
Caiani ha un ceppo nel milanese, uno nel fiorentino ed aretino ed uno nel
latinense, Caiano ha un ceppo nell'astigiano, uno nel pescarese ed uno
nel napoletano, dovrebbero derivare da nomi di località come Caiano
(AR) (TE), Piani di Caiano (RM), Poggio a Caiano (PO), o da altri possedimenti
di un Caius il cui nome latino sarebbe stato Fundus Caianus, ma è
pure possibile che derivino dal nome latino Caianus,
spesso attribuito a liberti di un Caius, di cui abbiamo un esempio nel
Chronicon Cabionis: "...Sed hoc petentem ante tribunal
Italici milites trucidarunt. Hic exitus perfidiae fuit Ruffini. Post Ruffini
mortem et alius dux Gotticus et Arianus nomine Caianus,
seditionem adversus Arcadium movit, in qua manifestis miraculis Deus ostendit
se urbem Constantinopolin et Arcadium protexisse. ..".
CAIATI
CAIATO
Caiati è abbastanza raro
ed è specifico della zona tra Bari e Bitonto, Caiato, assolutamente
rarissimo sembrerebbe originario di Trani.
CAIAZZO
Cognome decisamente campano del
casertano, deriva dal toponimo Caiazzo (CE).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caiazzo oltre che cognome campano dal toponimo Caiazzo (CE), è
anche cognome lucano, calabrese, siciliano e salentino; per G. Rohlfs viene
probabilmente dal termine calabrese cajazzu
'uomo spregevole'.
CAIBUGATTI
Caibugatti, quasi unico, sembrerebbe dell'aretino, dovrebbe derivare dal
nome della località Caibugatti, una frazione di Badia Tedalda nell'aretino.
CAICO
CAICCO
Caico, assolutamente rarissimo, parrebbe dell'agrigentino, Caicco, ancora
più raro, potrebbe essere calabrese.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Caico piuttosto raro, ha un ceppo maggiore nell'agrigentino, Caicco,
rarissimo, pare essere originario del cosentino, entrambi questi cognomi
derivano dall'antico italiano caicco,
che indica una piccola imbarcazione a remi, utilizzata soprattutto per
la pesca: l'origine di questo vocabolo va ricercata nel greco kaiki
(derivato a sua volta dal turco qayk),
con uguale significato. Solo per curiosità, va detto che, in Grecia,
il kaiki è oggigiorno utilizzato anche a scopo turistico da parte
dei pescatori greci, che offrono appunto ai turisti delle brevi escursioni
in barca per ammirare il paesaggio circostante (cosa che avviene per lo
più nelle isole di Corfu e Mykonos). Per quanto riguarda i cognomi
Caico e Caicco, comunque, si tratta delle cognominizzazioni di nomi di
mestiere attribuiti ai capostipiti, che erano dunque o dei pescatori o
dei fabbricanti di caicchi.
CAIELLA
CAIELLI
CAIELLO
Caiella ha un piccolo ceppo a Roma ed uno a Matera, Caielli ha un ceppo
a Cerano ed Arona nel novarese, a Borghetto di Borbera nell'alessandrino,
e nel varesotto a Sesto Calende, Vergiate e Jerago con Orago, Caiello è
tipico di Orvieto nel ternano, di Terni e di Todi nel perugino, dovrebbero
derivare da forme ipocoristiche del praenomen latino Caius,
Caia, probabilmente portato dai capostipiti,
tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Borgomanero nel novarese
fin dal 1400, dal 1457 al 1459 è Podestà di Borgomanero un
tale Antonius Caiellus.
CAIFANO
Assolutamente rarissimo, sembrerebbe originario della zona di Viggiano
(PZ) e Grumento Nova (PZ), dovrebbe derivare dal nome giudaico Caifa. (vedi
Caiafa)
CAIFFA
Molto molto raro sembra tipico di Gallipoli, dovrebbe essere di origine
araba potrebbe derivare dal termine Kalifa (uomo potente, equivalente di
un nostro feudatario) ma più probabilmente deriva dal toponimo palestinese
Caiffa (l'odierna Haifa in Israele) rocca cristiana all'epoca dei Crociati
rasa al suolo nel 1191 da Saladino.
CAIFFI
CAIFFO
Caiffi, quasi unico, è dello spezzino, Caiffo è presente
in forma solitaria solo in Campania nel napoletano, dovrebbe derivare da
un soprannome originato dal termine arabo khalifa
(in italiano il califfo), che identifica
il capo supremo del paese, una specie di sindaco, ma utilizzato in Liguria
ad indicare anche un capobarca.
CAIMI
CAIMMI
Caimi è un cognome lombardo, originario delle provincie di Varese,
Como e Milano, Caimmi è tipico marchigiano, della zona di Falconara
Marittima (AN), i Caimi furono signori feudali di Turate (CO), nel repertorio
delle famiglie nobili di Milano e contado del 1277 compaiono come una delle
200 famiglie più importanti, per la derivazione etimologica vedere CAEM.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caimi è diffusissimo in Lombardia, ma presente anche in Piemonte,
Liguria e Sicilia, sporadicamente in altre zone d'Italia. Secondo alcuni
(Francipane) deriva dal personale germanico Aimo
da 'haimi' = patria,
casa. Per altri (Lurati) da Cà
+ Aimo. Per altri ancora (Pellegrini) deriva invece dall'arabo
'qaim' = colui
che esegue il volere di Dio, ipotesi abbastanza verosimile almeno
per la Sicilia, o da 'Caino' dall'ebraico
Qájin (Olivieri). Da notare
che mentre nel Nord l'accento cade sulla a (Càimi), altrove (es.
Rimini) cade invece sulla i (Caìmi).
CAINA
Caina sembrerebbe unico, di probabile origine meridionale, dovrebbe derivare
dal termine arabo kahina (maga,
indovina).
CAIOLA
CAIOLI
CAIOLO
Caiola sembra avere due ceppi,
uno siciliano ed uno mantovano, Caioli appare essere fiorentino, mentre
Caiolo rarissimo è probabilmente siciliano, l'origine di questi
cognomi è incerta, i ceppi siciliani potrebbero derivare da soprannomi
legati al vocabolo dialettale caiola (gabbia), il ceppo lombardo potrebbe
derivare dal toponimo Caiolo (SO), per tutti questi cognomi rimane la possibilità
di una derivazione da un diminutivo del nome gentilizio latino Caius (Caiolus).
CAIONE
CAIONI
Caione ha un ceppo abruzzese a l'Aquila e San Demetrio ne` Vestini, uno
a Roma, uno nel foggiano, uno nel leccese e nel materano, Caioni ha un
ceppo a Prato ed uno nel Piceno a San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno,
Monsampolo del Tronto e Monteprandone, ed un ceppo a Roma, potrebbe derivare
da una forma accrescitiva del nome latino Caius,
del cui uso abbiamo un esempio in uno scritto del 1639: "...Et
enim Locamerus parum tribuebat librorum multitudini, neque plus locorum,
quos appellitant, communium coacervationi; sed unico Caione
Iustiniano, cui sane annotationibus quottidianis
magnam in margine lucem intulit, vel si interprete opus...", ma
è pure possibile una derivazione da antichi nomi di località
come quello citato in una Cartula offertionis
pro anima dell'anno 1050: "...ego Burno,
filius quondam Benedicti, de vico Burno, loci
Caioni, qui profeso sum ex natjone mea lege
vivere Romana, offertor et donator ipsius monesterii, presens presentibus
dixit...".
CAIOZZO
Cognome molto raro tipico del palermitano
sembrerebbe di origine normanna, potrebbe derivare dal nome brettone Kaios,
ma potrebbe anche derivare da una modificazione del toponimo Caiazzo (CE).
CAIRA
CAIRO
Caira ha un nucleo ad Atina (FR) ed uno nel cosentino a Rende in particolare,
Cairo ha un ceppo tra sudmilanese e pavese, che dovrebbe derivare dal toponimo
Pieve del Cairo (PV), un ceppo salentino ed uno nel cosentino, secondo
alcuni i ceppi meridionali potrebbero derivare dal nome normanno Cahir,
secondo altri deriverebbero da soprannomi originati dal termine arabo
hair (gentile, buono).
CAIRATI
Cairati è tipico del milanese, di Milano, Settimo Milanese, Abbiategrasso,
Rebecco sul Naviglio e Cusago, dovrebbe derivare dal toponimo di Cairate nel
varesotto, probabile luogo d'origine dei capostipiti, toponimo che a sua
volta dovrebbe derivare dal termine preinsubrico cairu
(pietra), forse ad indicare il paese
come un luogo da cui si estraevano le pietre da costruzione.
CAIS
Cais è tipico del trevisano, di Conegliano, San Pietro di Feletto
e Santa Lucia di Piave, di origine oscura potrebbe trattarsi di una forma
dialettale derivata dal nomen latino Caius,
secondo alcuni deriverebbe invece dal termine callis
(le piccole strade strette fra le case) e indicherebbe un'origine cittadina
del capostipite.
CAITO
Caito, specifico del trapanese, di Trapani, Erice e Marsala, dovrebbe derivare
da un soprannome basato sul termine arabo qāid
(governatore, chi comanda un territorio).
CAIUMI
CAJUMI
Caiumi è tipico di Modena e Carpi nel modenese e di Reggio Emilia, Cajumi è quasi unico,
dovrebbero derivare da un'alterazione del nome ebraico Caim
(Caino), il nome Caium
esiste presso gli arabi del nordafrica come forma arcaica di Caim,
assolutamente improbabile l'ipotesi che possa derivare dalla forma accusativa
Caium del praenomen latino Caius.
CAIVANO
Caivano è tipico della Campania, soprattutto di Salerno, e della
Basilicata, dove è massimamente concentrato nel potentino, a Picerno
in particolare, sembrerebbe derivare dal nome del paese di Caivano nel
napoletano, ma, molto più probabilmente, prende il nome dal paese
di Calvanico nel salernitano, anticamente chiamato Cluvianum.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caivano è cognome campano dal toponimo omonimo in provincia
di Napoli. Alla base c'è un nome di origine gentilizia: Calvius,
e il paese era un 'praedium Calvianum'
che subì nel linguaggio popolare la vocalizzazione della 'l': Calvianum
> Caivanum.
CAIZZA
CAIZZI
CAIZZO
Caizza è specifico di Campobello di Licata nell'agrigentino, Caizzi
ha un piccolo ceppo a Napoli, uno a Vieste e Foggia nel foggiano ed a Bari
ed uno a Palma di Montechiaro nell'agrigentino, Caizzo, quasi unico, è
dell'area lucano, pugliese, molisana, tutti questi cognomi dovrebbero essere
di origini albanesi e derivare dal nome della città di Kajca o Caizza
nella regione di Girocastro in Albania.
CAL
Cal ha un ceppo veneto, nel trevisano, a Moreno di Piave, Oderzo e Vazzola,
qualche presenza a Iesolo nel veneziano e nel pordenonese a Porcia e Chions,
con presenze secondarie anche a Cisterna di Latina nel latinense ed a Fiumicino
nel romano, dovrebbe essere di origini ungheresi o slave.
CALÀ
Tipico siciliano, del nisseno in particolare, potrebbe
derivare da un soprannome originato dal vocabolo greco kalon
(bello, buono).
Tracce illustri di questa cognominizzazione le troviamo nel 1200 a Martirano
(CZ) con Giovanni ed Enrico Calà al seguito dell'imperatore Enrico
VI°, nel Cilento nel 1600 quando il casato dei Calà diviene
feudatario del territorio di Sassano (SA) e di Canna (CS).
CALABRESE
Molto diffuso in tutto il centrosud, deriva dall'etnico di Calabria.
CALABRETTA
Calabretta ha un ceppo nel catanese ed uno nel catanzarese e crotonese,
dovrebbe indicare un'origine calabrese della famiglia attraverso una forma
neogreca Kalabrita per abitante della Calabria.
CALABRETTI
CALABRETTO
CALABRITTA
Calabretti è del brindisino, Calabretto è del barese, Calabritta,
che sembrerebbe unico, è del barese, dovrebbero derivare dall'antico
nome del Salento chiamato in epoca romana Calabria o Messapia, tutti questi
cognomi starebbero ad indicare un'origine salentina del capostipite.
CALABRIA
Calabria è presente a macchia di leopardo un pò in tutt'Italia,
dovrebbe semplicemente indicare la regione di provenienza della famiglia,
cioè la Calabria.
CALABRITTO
Calabritto è specifico di Santa Maria Capua Vetere nel casertano,
potrebbe derivare da un soprannome originato dal modo di dire greco kala
britton (bella pietra) che
definiva forse un tempo una località della zona.
integrazioni fornite da Vincenzo
Scognamiglio
dovrebbe derivare dal toponimo Calabritto nell'avellinese.
CALABRO
CALABRO'
Calabro, abbastanza raro, è tipico del Salento, Calabrò ha
un nucleo in Sicilia, nel reggino e nel cosentino, con ceppi anche nel
napoletano, a Roma e nel cagliaritano, derivano dalla forma greca per calabrese
kalabròs (abitante
della Calabria), ricordiamo che il Salento in epoca romana veniva
chiamato Calabria.
CALACIURA
CALICIURI
Caliciura è tipicamente siciliano, ha un ceppo nel catanese, uno
a Butera nel nisseno ed uno a Palermo, ma è ben distribuito in tutta
l'isola, Caliciuri, molto più raro è calabrese.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Calaciura è tipico del catanese e del nisseno, Caliciuri, molto
raro, pare originario del reggino, questi cognomi derivano entrambi dal
nome greco Kalokioures o Kalokyres,
col significato di buon signore, buon
uomo (dal greco kalos = buono,
bello e kyrios = signore).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Calaciura secondo G. Rohlfs 57 deriva dal termine greco 'kalokýris'
che significa semplicemente 'prete'. Cfr.
anche Caracausi 130.
CALAFA
CALAFA'
Calafa è assolutamente rarissimo, Calafà sempre estremamente
raro sembrerebbe di Verona, potrebbe essere di origini veneziane e derivare
dal mestiere di calafatore (dal bizantino kalaphatêin)
cioè di chi calafata cioè rende impermeabili le giunture
delle imbarcazioni.
CALAFATA
CALAFATI
CALAFATO
CALAFATTI
CALAFATTO
Calafata, praticamente unico, è del palermitano, Calafati sembrerebbe
di origini calabresi, di Cessaniti nel vibonese in particolare, Calafato
ha un ceppo a Napoli ed in Sicilia a Mazara del Vallo nel trapanese, a
Palma di Montichiaro, Ravanusa e Licata nell'agrigentino ed a Riesi nel
nisseno, Calafatti, quasi unico, e Calafatto che sembra proprio essere
unico, sono probabilmente dovuti ad un'errata trascrizione dei precedenti,
dovrebbero derivare da un soprannome grecanico originato dall'unione dei
termini καλώς kalos (buona)
e φάτις fatis (fama),
indicando probabilmente che il capostipite fosse stato un personaggio di
buona fama, probabilmente onorato presso la sua comunità, non si
può escludere che in qualche caso possano derivare dal mestiere
di calafatore (vedi
CALAFA).
CALAFIORE
Ha un nucleo siciliano a Palermo e nel palermitano ed a Siracusa e nel
siracusano, con una presenza significativa anche a Messina ed a Napoli,
dovrebbe derivare da un nome originato dalla fusione del termine greco
kalos (bello) e fiore e starebbe per
Belfiore.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Cognome tipico della Sicilia e della punta meridionale della Calabria,
con ceppi maggiori nel siracusano, nel palermitano e nel reggino, ma con
un ceppo non secondario anche nel napoletano, deriva da un adattamento
piuttosto radicale del nome greco Kalokioures
o Kalokyres, col significato di buon
signore, buon uomo (dal greco kalos=buono,
bello e kyrios=signore)
CALAMAI
Decisamente toscano, specifico della zona che comprende il fiorentino ed
il pistoiese, potrebbe derivare dal toponimo fenicio Kalama in Numidia,
anche se lo ritengo poco probabile, ed avrebbe pertanto la stessa etimologia
del toponimo Calamecca (PT), più probabilmente deriva dal termine
latino calamarius e può essere legata alla funzione di scrivano
(calamarius era, in latino, la custodia degli arnesi per scrivere).
CALAMANDREI
Calamandrei ha un ceppo a Firenze e nel fiorentino ed uno a Fano nel pesarese,
potrebbe derivare dal nome medioevale Calamandro
di cui abbiamo un esempio: "...Che il Principe di
Francia uccise il gigante Calamandro
in tempo, che il compagno haueua ucciso l'altro caualliere, la gran cura,
che fi prese la donzella Mora per la salute del suo creduto amante, &
come dopo l'esser guarito, si misero tutti a mirare il marauiglioso fonte.
..:", o anche, molto più probabilmente, da un soprannome
originato dal termine kalamandrea,
pianta erbacea curativa succedanea dello zucchero in epoca medioevale,
come leggiamo in questo scritto del 1310: "...Ancora
prendete tuzia polverezata sottil mente e stenperata con sugho di kalamandrea...",
potrebbe, anche se altamente improbabile, derivare dal vocabolo calamandro,
una sorta di legno esotico (indiano) molto duro, una traccia molto antica
di questa cognominizzazione in Toscana la troviamo alla fine dell'anno
1294: "...In questo mentre stimandosi papa Bonifìido
esser venuto il tempo opportuno, che i Siciliani ricevessero il re Carlo,
mandò in Sicilia Bonifacio Calamandro,
uomo astutissimo e molto pratico nelle legazioni e faccende di importanza,
a persuadere i Siciliani a pigliar per lor signore il re Carlo...".
CALAMANI
CALAMANO
Calamani, molto molto raro, parrebbe dell'Italia centrosettentrionale,
Calamano, quasi unico, parrebbe ligure, dovrebbero derivare dal nome medioevale
bizantino Calamanus di cui abbiamo
un esempio nella Historia rerum gestarum in partibus
transmarinis sulle Crociate: "...Displicuerat
sane ab initio sibi, quod hostes ab obsidione discedentes, fuerant insecuti;
et dissuadere adorsus fuerat, sed praevaluit inutilior aliorum sententia.
Dominus autem Boamundus princeps Antiochenus, dominus quoque Raimundus
comes Tripolitanus, Calamanus
etiam Ciliciae procurator, Hugo quoque de Liniziaco, de quo superius fecimus
mentionem; Joscelinus etiam tertius, comitis Edessani secundi Joscelini
filius, et multi alii nobiles, ut vitae cum probro et ignominia consulerent,
hostibus se tradentes, vinculis tanquam vilia mancipia, miserabiliter alligantur;
et Halapiam traducti, spectaculum facti sunt populis infidelibus et carceribus
mancipati. ...", nome a sua volta derivato dal nome ebraico Kaliman
(vedi CALIMAN).
CALAMARI
CALAMARO
Calamari ha un ceppo nel piacentino, uno in provincia di Lucca ed uno tra
la provincia di Roma ed il frusinate, di Calamaro si individuano tre ceppi
distinti, uno in provincia di Genova, Napoli e Siracusa, l'origine di questi
cognomi può essere legata alla funzione di scrivano (calamarius
era, in latino, la custodia degli arnesi per scrivere), come a quella di
pescatore.
CALAMI
Assolutamente rarissimo, potrebbe essere toscano, potrebbe derivare da
un soprannome originato dal mestiere di scrivano, cioè di un utilizzatore
di calami (penne).
CALAMIA
Tipico del trapanese, dovrebbe derivare da un toponimo greco Kalami, questo
nome è abbastanza diffuso nella zona d'influenza degli antichi greci,
ricordiamo a titolo di esempio una cittadina a 3 chilometri da Samo ed
una sull'isola di Corfù che portano entrambe questo nome.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Calamia è cognome siciliano, calabrese e napoletano: dal greco
'ta kalàmia' = le
canne. Rohlfs 57.
CALAMIDA
Assolutamente rarissimo, è tipico di Cagliari, potrebbe derivare
da un soprannome originato dal vocabolo sardo calamidade
(calamità).
CALAMINICI
Calaminici, molto raro, è tipicamente calabrese, di Catanzaro e
Petilia Policastro nel crotonese, dovrebbe derivare dal nome della località
di origine della famiglia, località caratterizzata dalla presenza
di un canneto, che in grecanico si diceva kalamionas.
CALAMO
Tipico del brindisino, è in particolare specifico di Ostuni (BR),
potrebbe derivare da un soprannome originato dal calamo, radice con un
forte odore aromatico di cannella, o dal toponimo greco Kalamos (città
a 45 km da Atene).
CALAMONACI
Calamonaci, quasi unico, è siciliano e dovrebbe derivare dal nome
del paese di Calamonaci nell'agrigentino.
CALAMOSCA
Calamosca, molto raro, è sicuramente emiliano, di Imola e Bologna.
CALANCA
CALANCHI
Calanca ha un piccolo ceppo tra varesotto e milanese, che deriva probabilmente
dal nome della Val Calanca. attualmente in Svizzera, il ceppo più
importante a Mirandola, Modena, San Felice sul Panaro, Medolla e Soliera
nel modenese ed a Bologna ed un ceppo a Graffignano e Civitella d'Agliano
nel viterbese ed a Roma, Calanchi è specifico di Bologna e di Spilamberto
nel modenese, dovrebbero derivare dal fatto che i capostipiti provenissero
da zone di calanchi (dirupi,
solchi di erosione prodotti in terreni argillosi
o marnosi tipici ad esempio delle pendici dell'appennino emiliano),
o da nomi di località come la Collina, della Calanca tra pistoiese
e modenese.
CALANDRA
CALANDRI
CALANDRIA
CALANDRO
Calandra è diffusissimo in tutta la Sicilia e nel napoletano, Calandri
ha un ceppo piemontese, nel torinese e soprattutto nel cuneese, ed in Liguria
nell'imperiese, savonese e genovese, un ceppo umbro, soprattutto nel perugino
ed uno romano, Calandria, quasi unico, è del savonese, Calandro
ha un ceppo romano, uno campano nel napoletano e soprattutto nel beneventano
ed uno nel trapanese, potrebbero derivare dal nome medioevale Calandro,
Calandra, che si rifacesse al calandrius,
un uccello mitico medioevale, citato nel Deuteronomio, che avrebbe avuto
la capacità di assorbire i fluidi malefici fonti delle malattie,
portando la salute all'uomo che lo avesse avvicinato al suo volto: "..Dicitur
in Naturalibus, quod calandrius,
avis tota alba, cuius interiora oculorum curant caliginem, in infirmum
fixe aspicit si vivere debet, quod sanitatis ipsius est indicium: et tunc
ipsa avis accedit ad faciem infirmi, et eius infirmitatem haurit et in
se recipit, et postea volat in aera et ibi in ferventi radio solis totam
consumit. Sic Christus, noster amicus, totus albus, quia ab omni labe peccati
mundus, ex cuius lateris apertura sanguis defluens nostrae animae, quae
prius clare videre non poterat, curavit caliginem. ..", il nome
attribuirebbe così al proprio figlio delle proprietà taumaturgiche,
cosa probabilmente vera almeno a livello psicologico.
CALANDRELLA
CALANDRELLI
CALANDRELLO
CALANDRIELLO
Calandrella ha un ceppo tra Lazio ed aquilano ed uno a Morcone (BN) e a
Santa Croce Di Magliano (CB), Calandrelli ha un ceppo a Marta (VT), uno
a Roma ed uno a Benevento, Calandriello ha un ceppo nella zona di Sassano
(SA) e Sala Consilina, ed uno nella zona di Tramutola (PZ) e Paterno, Calandrello,
quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione, potrebbero derivare dal termine arcaico calandrella
(tipo di allodola), o calandrello
(piviere), tracce
di queste cognominizzazioni le troviamo in in Campania nel 1700 con un tal
Giuseppe Antonio Calandriello attore in un giudizio.
integrazioni fornite da P. Calandrelli
personaggi di rilievo sono stati il garibaldino Generale Alessandro
Calandrelli (Roma, 1805 - Albano, 1888) che fu uno dei triumviri della
Repubblica Romana dal 1 luglio 1849 al 4 dello stesso mese 1849.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Sono principalmente quattro i ceppi Calandrelli in Italia: a Benevento,
a Roma, nel viterbese ed a Napoli. Sembrerebbe derivare dal termine calandra,
che può designare un uccello simile all'allodola, un tipo di coleottero
con corpo lungo e stretto, oppure una macchina (dal greco kylindros,
cilindro) costituita da pesanti cilindri e usata per levigare tessuti o
carta. In tipografia la calandra è invece la pressa che comprime
il flano contro la composizione per ottenere l'impronta. Il cognome
Calandrelli, presente anche nella variante Calandrella a Roma e nel beneventano,
potrebbe in tal senso derivare da un soprannome attribuito al capostipite
in base alla sua attività lavorativa (lavoratore di tessuti o tipografo)
o in base ad una sua particolare caratteristica fisica o caratteriale (calandrella
perche piccolo come l'omonimo uccello, o perchè ottimo imitatore
del suo verso), ipotesi quest'ultima più plausibile per l'invenzione
avvenuta in tempi moderni della calandra. Tra i vari Calandrelli
si individuano illustri personaggi di rilievo della storia del nostro Paese,
quali il Professore Ignazio Calandrelli, scienziato e astronomo nella Napoli
dell'800, e l'Abate Giuseppe Calandrelli (Zagarolo, Roma, 22/5/1749 - Roma,
25/12/1827), astronomo e dotto scienziato.
CALANDRINI
CALANDRINO
Calandrini, è tipico della fascia che
dal forlivese, attraverso il pesarese e l'Umbria arriva al Lazio, Calandrino
è specifico della Sicilia occidentale, derivano dal nome medioevale
Calandrino presente nel 1200 e 1300 e di cui abbiamo un esempio anche nel
Decamerone di Boccaccio. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo
in Toscana nella seconda metà del 1300 con Federico Calandrini,
Ufficiale della Porta di San Donato di Lucca, in Campania nel 1600
nel perugino opera il condottiero Simone Calandrini capitano
della Repubblica di Fossato di Vico (PG).
CALAPSO
Calapso, quasi unico, sembrerebbe siciliano, potrebbe derivare da un soprannome
grecanico a sua volta derivato dal verbo greco antico καλύψω
kalupso (nascondere, occultare).
CALARESE
Calarese ha un minuscolo ceppo a Gambatesa nel campobassano ed uno, più
consistente, in Sicilia, a Messina.
integrazioni fornite da Maria Nicolosi
Questo era il cognome di una mia bisnonna vissuta a Messina che, secondo
quanto ho saputo dalla mia famiglia, era di origine greca: il cognome originario
era Chirieleison, poi volutamente cambiato
in Calarese.
CALARESI
CALARESO
CALARESU
Calaresi è quasi unico, Calareso, assolutamente rarissimo, ha un
piccolo ceppo a Messina, Calaresu è specifico del sassarese, di
Alghero, Pozzomaggiore e Sassari, dovrebbero tutti derivare da una forma
etnica dialettale per cagliaritano.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CALARESU: di Calaris > di
Cagliari = calaritanu. Noi
in Campidano diciamo : Casteddaiu >
de Casteddu = di
Castello > Cagliari. Cognome
presente negli antichi documenti della lingua sarda. Ricordiamo inoltre
che su calaresu era una moneta
sarda antica, comune a tutta l'isola, conosciuta anche col nome
su calaritanu e in italiano, il
cagliaritano, del valore della sesta parte del soldo sardo,
che a sua volta era la decima parte di una lira (la lira sarda del periodo
medioevale aveva un valore che si aggirava sui 500 Euro di oggi). Nel Condaghe
di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° sec. figurano : Calaresu
Nichola (50), prete, teste in una vendita di terra in balle de Mela (l'attuale
Badde Mela, a sud ovest di Semestene); Calaresu Mical (67), prete, teste
in una permuta di servi. Attualmente il cognome Calaresu è presente
in 55 Comuni italiani, di cui 20 in Sardegna: Alghero 80, Pozzomaggiore
72, Sassari 47, Macomer 11, Carbonia 11, etc.
CALARI
Calari è tipico del bolognese di Bologna e di Casalecchio di Reno,
dovrebbe derivare dal nome tardo latino Calarius,
una forma superlativa eufonica del nome Clarus.
CALASANZIO
Calasanzio, assolutamente rarissimo, sembrerebbe meridionale, dovrebbe
derivare dal nome medioevale Sanctius
(vedi SANZA), cui sia stato aggiunto il prefisso
Cala dal termine greco kalòs
(bello), con il significato quindi
di il bel Sanzio.
CALASSI
CALASSO
Calassi è assolutamente rarissimo, e si dovrebbe trattare di modifiche
successive a trascrizioni errate del cognome Calasso, che è tipiamente
salentino, del tarentino, brindisino e del leccese, di Copertino nel leccese
e di Lizzano nel tarantino soprattutto, si dovrebbe trattare di una forma
alterata del nome medioevale Galassus
(vedi GALASSI).
CALATABIANO
CALTABIANO
Calatabiano, molto molto raro, è siciliano, Caltabiano è
tipico della Sicilia orientale, del catanese in particolare, dovrebbero
derivare entrambi dal toponimo Calatabiano (CT).
CALATI
CALATO
Calati dovrebbe essere originario del leccese e della Sicilia, Calato ha
un piccolissimo ceppo a Napoli ed uno più consistente nel palermitano
a Vicari e Palermo, potrebbe trattarsi di un'alterazione dialettale del
cognome Galati (vedi
GALATI), o di un'errore di trascrizione ad opera di ufficiali anagrafici
settentrionali, ma esiste anche la concreta possibilità che possa
in molti casi derivare da soprannomi originati dal termine latino calathus
a sua volta derivato dal greco kalathos
una specie di vaso a forma di cesto, forse ad indicare nei capostipiti
dei vasai.
CALATINA
CASALATINA
Calatina, quasi unico, dovrebbe essere una forma arcaica del cognome Casalatina,
che, molto molto raro, è specifico del vicentino, di Vicenza ed
Altavilla Vicentina, dovrebbero derivare da un nome di località,
probabilmente nella frazione vicentina di Bertesina, dove esisteva una
zona chiamata nel XVIII° secolo della Cà Latina.
CALATRO
CALATRONE
CALATRONI
Calatro e Calatrone sono praticamente unici e dovrebbe trattarsi di errori
di trascrizione di Calatroni che è specifico dell'Oltrepo pavese,
e dovrebbe derivare dal cognomen latino Calatro di cui abbiamo un esempio
nel I° secolo con il Duomviro Caius Sattio Calatro.
CALBI
CALBO
Calbi ha un piccolo ceppo a Milano, uno nell'area tra pratese, fiorentino,
forlivese ed aretino, ed uno nel materano, a Stigliano soprattutto, a San
Mauro Forte ed a Policoro, Calbo ha un ceppo a Messina, potrebbero derivare
dal soprannome e nome medioevale Calbus,
di cui abbiamo un esempio d'uso in una Carta venditionis del 1174 a Barasso
nel varesotto: "Anno dominice incarnacionis milleximo
centeximo septuaximo quarto, decimo die mensis decembris, indicione octava.
Cartam vendicionis per hereditatem salvo honore eclesie Sancte Marie de
Monte Vellate fecit Marchisius qui dicitur Miliane de loco Balasse in manibus
et postestatibus Ottonis qui dicitur Calbus
medietatem et Uberti et Laurentii germanorum filiorum quondam Balassi
Calbi de suprascripto loco Balasse...",
in qualche caso possono anche derivare dal nome di paesi come Calbi nell'aretino.
CALCAGNI
CALCAGNINI
CALCAGNINO
CALCAGNO
Calcagni sembra tipico laziale, con un ceppo anche nella Puglia meridionale,
Calcagnini, molto raro, ha un ceppo nello spezzino ed uno nel pesarese,
Calcagnino, rarissimo, è del barese, Calcagno ha un nucleo importante
tra Piemonte e Liguria ed uno in Sicilia, sono presenti anche piccoli ceppi
in Campania, Basilicata e Puglia, dovrebbe derivare dal nome medioevale
Calcagno, di cui abbiamo tracce nel 1500 in Lombardia con il capitano di
ventura Calcagno Origone. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo
a Pontremoli (MS) nel 1400: "...Zuchi de Valsasina
dicti Calcagno..",
a Ferrara con l'erudito Coelius Calcagninus e a Offida (AP) con il tesoriere
della Provincia Niccolò Calcagni, a Montecorice (SA) nel 1500 con
il feudatario Tiberio Calcagno, nel 1500 a Genova è menzionato Vincenzo
Calcagno come uno degli assassini di Giannettino Doria.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Calcagnini è un cognome d'origine soprannominale, movente dal
veneto calcagnino «calzare
dal tacco molto alto» (Olivieri). Alla famiglia comitale
dei Calcagnini apparteneva il castello di Formigine (MO). Fonte:
G. Violi, Cognomi Modena e nel Modenese.
CALCAMO
Calcamo, quasi unico, sembrerebbe del catanese, dovrebbe derivare da un
soprannome riferito al mestiere di venditore ambulante
di panni vecchi, che in arabo si identificava con il termine hulqānī.
CALCARA
Calcara è un cognome tipico della Sicilia occidentale, di Castelvetrano
e Mazara del Vallo nel trapanese e di Palermo e Caccamo nel palermitano,
dovrebbe derivare da nomi di località come Calcara di Panarea, tipica
per le sorgenti termali e fumarole, o come Cala Calcara di Levanzo nelle
Egadi, ma è molto più probabile che derivi dal fatto di abitare
la famiglia nei pressi di una calcara,
voce dialettale siciliana per fornace da calce
o gesso, o per il fatto di essere loro stessi dei produttori
di calce o gesso.
CALCATELLI
Calcatelli ha un ceppo marchigiano, ad Arcevia nell'anconetano, ed uno
nel romano a Roma, Velletri e Ciampino, il ceppo romano potrebbe essere
di origini molisane e derivare dal nome della località Calcatello
sul Monte Caraceno di Pietrabbondante nell'iserniese, come potrebbe pure
derivare da una forma etnica del paese di Calcata nel viterbese, che potrebbe
anche aver dato luogo al ceppo nell'anconetano, una seconda ipotesi proporrebbe
una derivazione dal verbo latino calcare
(calpestare, ma anche il pigiare
l'uva), in questo caso deriverebbe da un soprannome attribuibile
ad un vignaiolo, forse il mestiere dei capostipiti.
CALCATERRA
INCALCATERRA
Calcaterra è presente in tutto il territorio nazionale si evidenziano
due ceppi distinti, uno in Sicilia, l'altro nelle Marche, Incalcaterra
ha un ceppo siciliano, soprattutto a Trapani e Mazara del Vallo nel trapanese
ed uno nel Lazio a Civitavecchia, dovrebbero entrambi derivare da soprannomi
legati all'attività del capostipite, probabilmente un contadino,
secondo altri si tratterebbe invece di soprannomi originati dalla bassa
statura del capostipite.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
In Sicilia il cognome Calcaterra viene dal vocabolo siciliano scherzoso
'carcaterra' = nanerottolo.
Rohlfs 58.
CALCHERA
Molto molto raro è tipicamente veneto, ha un piccolo ceppo in Cadore
ed uno a Venezia, dovrebbe derivare dal vocabolo dialettale calchera
(fornace da calce).
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Fino a circa una sessantina di anni fa la calce veniva prodotta
in fornaci chiamate localmente calchere.
Il termine calchera deriva dal latino calcaria
fornax, col significato appunto di forno
per produrre calce e calcina. La calchera
è un forno costruito con sassi squadrati, possibilmente resistenti
al calore. Il luogo per la sua costruzione veniva scelto con cura: erano
necessari la presenza di una strada per il trasporto e una grande disponibilità
di rocce calcaree e legname per alimentare il fuoco. Il cognome Calchera
sembrerebbe tipico della provincia di Belluno, del comune di Forno di Zoldo,
ma altri ceppi sono riscontrabili a Venezia e relativa provincia nonchè
in Lombardia, a Milano. Chiaramente il cognome trae origine dall'attività
legata alla produzione della calce oppure dalla toponomastica, considerando
il fatto che molti luoghi potevano essere denominati in tal modo con specifico
riferimento ad una calchera attiva
nelle vicinanze.
CALCHI
Abbastanza
raro sembrerebbe avere due ceppi, uno tra Milano e Bergamo ed uno in Abruzzo
tra Pescara e Chieti, il ceppo lombardo dovrebbe derivare dal toponimo
Calco (CO), famiglia nobile di cui si ha traccia fin dal 1277, quando Ottone
Visconti la iscrisse nella Matricola degli Ordinari della Metropolitana,
nel 1400 troviamo un Bartolomeo Calchi segretario particolare di Ludovico
il Moro, nel 1578 i Calchi furono ammessi al Patriziato milanese.
Un'ipotesi sull'origine del cognome fa riferimento al fatto che Strabone
storico e geografo greco ( 63 a.C. - 19 d.C), scrive che, onde ripopolare
dopo la cacciata dei Galli il territorio dal Lago di Como al fiume Adda,
i Romani abbiano trasferito in quella zona un certo numero di greci provenienti
dall'isola di Calchi (Colcide) del mar Egeo.
CALCI
Calci ha un piccolo ceppo lombardo, che potrebbe derivare dal toponimo
Calcio nel bergamasco, uno a Mondragone nel casertano ed uno a Gizzeria
nel catanzarese, che potrebbero derivare o da nomi di località o
dal mestiere dei capostipiti.
CALCIA
CALCIO
Calcia, assolutamente rarissimo, è diffuso in Piemonte, Calcio,
quasi unico, è probabilmente dovuto ad un'errata trascizione del
precedente, che dovrebbe derivare dal nome medioevale Calcia,
di cui abbiamo un esempio d'uso nel 1218 ne la Histoire
de la ville de Nismes: "Anno
MCCXVIII. kal. Julii, petit in jure W. de Fonte à R. Cabassono quoddam
stare quod confrontat ab oriente in via, à vento cum fstari Poncii
Vilani, à circio cum stari uxoris B. Corderii ; & dicit quod
istud stare tenebat R. Cabassonus, nomine Calce
, & debebat eidem Bernardo dare de censu annuatim VI. denarios; quem
censum R. Cabassonus non solvit, XX. anni proxime continui sunt elapti.
Preterea dicit W. de Fonte se habere totum jus quod dictus Calcia
habebat in dicto stari reale sive personale, sive quocumque modo dictus
Calcia ibi jus
haberet. R.Cabassonus confitetur se possidere predictum stare, sed dissiterur
quod tenebat illud nomine Calcia
sub censu vel alio modo. V. kal. Julii, ponit G. de Fonte quod R. Cabassonus
debebat dare de censu annuatim VI denarios Calcie,
nomine dicti staris: quod altera pars dissitetur. ..".
CALCO
CALCO'
Entrambi siciliani, Calco è quasi unico, Calcò è specifico
del messinese, di Alcara li Fusi, Tortorici e San Salvatore di Fitalia,
dovrebbero derivare da un soprannome basato sul termine grecanico calcòs
(fabbro), stando così probabilmente
ad indicare quale fosse stato il mestiere dei capostipiti.
CALCOPIETRO
Calcopietro cognome tipicamente calabrese del reggino, di Polistena in
particolare, potrebbe derivare da un soprannome antico basato sul termine
greco chalcòs (rame),
forse ad indicare nel capostipite un artigiano del rame di nome Pietro,
ma è pure possibile una derivazione aferetica dal termine medioevale
scalco (servitore),
a sua volta derivato dal germanico medioevale scalh
(servo), e si tratterebbe allora di
un capostipite conosciuto come il servo Pietro.
CALDAN
CALDANA
CALDANI
CALDANO
Caldan è quasi unico, Caldana è tipico dell'area che comprende
bresciano, veronese e vicentino, Caldani ha un piccolo ceppo nell'imperiese,
uno nel fiorentino ed uno a Roma, Caldano, estremamente raro, ha un piccolo
ceppo tra Piemonte e Liguria ed uno forse nel potentino, dovrebbero derivare
dai tanti toponimi contenenti la radice Caldan-,
come ad esempio Caldana nel varesotto, nel grossetano e nel senese, Caldane
nel potentino o altri simili, ma potrebbero anche derivare da soprannomi
originati dal termine arcaico caldana
o caldano (locale
riscaldato) con questo nome si chiamava il locale
dove i panettieri mettevano il pane a lievitare, caldano
inoltre veniva chiamato il vaso usato per scaldarsi,
spesso di rame, dove si riponeva della brace ancora accesa.
Caldara, oltre al ceppo milanese, bergamasco, ne ha uno nel barese ed uno
nel palermitano, Caldarelli è specifico dell'Italia centromeridionale,
delle Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, casertano e napoletano, Caldari è
specifico della zona che comprende il riminese, il pesarese ed il perugino,
con un grosso ceppo tra Rimini, Riccione e Cattolica, nel riminese, Pesaro,
Colbordolo e Gabicce Mare nel pesarese, ed un ceppo a Città di Castello
ed Umbertide nel perugino, Caldarini ha un ceppo nel milanese a Milano,
Carate Brianza, Albiate e Paderno Dugnano, uno in Emilia nel parmense a
Colorno e Parma ed uno nel romano a Castel Gandolfo, Palombara Sabina e
Roma, Caldarino è unico, Caldera è tipico di Lombardia e
Piemonte, Calderini ha un ceppo nel vercellese e novarese, uno nell'udinese,
uno piccolo nel parmense, uno nel livornese e pisano, uno nel perugino
e ternano ed uno nel romano, Calderino, quasi unico, ha presenze sparse
qua e là per tutta l'Italia peninsulare, in alcuni casi possono
derivare, direttamente o tramite ipocoristici, da soprannomi originati
dal mestiere dei capostipiti, occupati probabilmente nell'attività
di produttori o riparatori di caldaie o pentole,
in altri casi possono originare da toponimi come Caldera nel messinese
o Torre Caldera nell'alessandrino o da altri indicativi di località,
come si può vedere in uno scritto del 1183 tratto dal Codice
Diplomatico della Lombardia medievale: "...a
sero via canpus dicitur in Zerbo prope Dupum
de la Caldera, est iugera quattuor et perticas
quattuor. et tabulas undecim...".
CALDAROLA
Tipico della provincia di Bari,
dovrebbe derivare dal vocabolo latino calidarium (luogo termale) ed essere
riferito ad un'origine riferita ad una località termale, come Caldarola
(MC) nelle Marche.
CALDART
Caldart è tipico di Belluno e della sua provincia,
di Ponte nelle Alpi, Sospirolo e Sedico, potrebbe derivare dal toponimo
Kaltern (Caldaro sulla strada del vino) in provincia di Bolzano.
CALDATO
Abbastanza raro è tipico di Treviso.
CALDERAN
CALDERANI
CALDERANO
Calderan è tipicamente veneto, dell'area che comprende le province
di Venezia, Treviso e Pordenone, Calderani, molto raro, è invece
toscano, del pisano, di Ponsacco, Calderano, molto raro, è specifico
di Maratea nel potentino, dovrebbero tutti derivare dal mestiere di calderano,
cioè di maestro artigiano addetto alla bollitura ed al trattamento
dei bachi da seta, probabile occupazione del capostipite.
CALDERALE
CALDERALO
Calderale, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere originario del barese,
zona di Alberobello e Monopoli, Calderalo, se possibile ancora più
raro, sembrerebbe dell'area tarentino, brindisina, questi cognomi dovrebbero
derivare dal mestiere di artigiano produttore di pentole e caldaie, riteniamo
poco probabile il riferimento all'associazione dei calderali
o calderai, un'associazione segreta
reazionaria, filo-borbonica costituita in opposizione alla Carboneria.
CALDERARA
CALDERARI
CALDERARO
Calderara è diffuso in Lombardia ad Agnadello (CR), Milano, Besnate
e Cuasso Al Monte (VA) e in tutto il varesotto, in Emilia e a San Bonifacio
(VR), Calderari, meno diffuso, ha un piccolo ceppo a Pieve di Soligo (TV),
a Bologna ed un nucleo nel Lazio, a Roma, Anticoli Corrado (RM), Ceccano
(FR) e Orte (VT), Calderaro ha un ceppo nel padovano e vari nuclei al sud,
in Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, dovrebbero tutti derivare dal
mestiere di artigiani produttori di pentole e caldaie, ma in alcuni casi
possono derivare da toponimo come Calderara (MI) o Calderara di Reno (BO).
CALDEROLI
CALDIROLI
Entrambi tipicamente lombardi, Calderoli è bergamasco, di Bergamo
e di Azzano San Paolo, Caldiroli, più diffuso, è specifico
dell'area tra milanese e varesotto, di Castellanza, Gorla Minore e Busto
Arsizio nel varesotto e Legnano nel milanese, dovrebbero derivare
dal vocabolo lombardo caldera (grosso
pentolone di rame usato normalmente per scaldare l'acqua per
il bucato), starebbe probabilmente ad indicare l'attività di produttore, o riparatore
di caldere svolta dai capostipiti.
CALDERON
CALDERONE
CALDERONI
Calderon è quasi scomparso, Calderone è tipico siciliano,
Calderoni ha un ceppo nel ravennate ed uno nel barese, dovrebbe essere
di origini spagnole, potrebbe derivare o da un toponimo, di paesi chiamati
Calderon in Spagna ce ne sono almeno due, o da un soprannome legate o a
caratteristiche di una località o ad un mestiere, il casato dei
Calderon lo troviamo come feudatario del re spagnolo in Calabria nel 1600,
a Bormio (SO) nel 1507 in un atto si legge: "...Et
super hoc dat pro testibus Angelum Redulfini, Antonium Juliani, Simonem
Andree Calderoni....".
CALDI
Cognome del centro nord Italia,
si individuano molte possibili zone d'origine (Verbania Intra, Milano,
Bologna, Massa Carrara, ecc), potrebbe derivare da toponimi quali Caldè
(VA) o altri con la stessa radice.
CALDOGNETTO
CALDOGNO
Entrambi tipicamente veneti, Caldognetto è tipico di Vicenza, Isola
Vicentina e Dueville, con presenze anche nel mantovano, Caldogno, molto
molto raro, è di Peschiera del Garda nel veronese e di San Giorgio
in Bosco nel padovano, dovrebbero derivare dal nome del paese di Caldogno
nel vicentino, probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
CALDONAZZO
Caldonazzo,
specifico della zona tra trentino
e veronese, deriva dal toponimo Caldonazzo in Trentino. La dinastia dei Caldonazzo
nasce in epoca longobarda con l'Arimanno Warbert.
CALECA
Caleca è di origini siciliane, è diffuso a Castellammare
del Golfo nel trapanese, a Palermo e Partinico nel palermitano, a Santa
Margherita di Belice nell'agrigentino e nel messinese a Patti, Torrenova
e Montagnareale, questo cognome dovrebbe derivare da un soprannome dialettale
basato sul termine siciliano arcaico calèca
(un tipo di susina di piccole dimensioni),
il cui nome sembrerebbe essere di origini arabe e derivare dal termine
hawaiha (prugna).
CALEF
CALEFFA
CALEFFI
CALEFFO
Calef, estremamente raro, è presente in modo sporadico nella fascia
umbro, marchigiana, con un piccolo ceppo a Senigallia, Caleffa, assolutamente
rarissimo, è specifico del vicentino, Caleffi è diffusissimo
nell'area che comprende il veronese, il mantovano, il parmense, il reggiano,
il modenese, il bolognese ed il ferrarese, Caleffo, quasi unico, sembrerebbe
dell'area veronese, potrebbero derivare dal nome ebraico Caleb
o anche da un'alterazione di Haleb,
l'attuale Aleppo in Siria, probabile luogo d'origine delle famiglie.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Il cognome Caleffi è d'origine soprannominale e muove dall'antico
italiano calèffo «burla»
e da caleffare «burlare». Il nome personale Calleffus
è presente in una carta modenese del 1163. Fonte: F. Violi, Cognomi
a Modena e nel Modenese.
Calegari è tipicamente lombardo, del bergamasco e del milanese,
Calegaris è unico, Calegaro, molto raro, decisamente veneto, è
soprattutto del veronese, Caligari, abbastanza raro, ha un ceppo in provincia
di Sondrio ed uno tra forlivese e riminese, Caligaris è specifico
dell'area nordoccidentale, del Piemonte, Liguria ed ovest Lombardia, Caligaro
è unico, Callegari è proprio del nord Italia, Callegaris,
molto raro, ha un ceppo nel pavese ed uno nel triestino, dove probabilmente
è solo una variante dovuta ad errori di trascrizione di Calligaris,
Callegaro è tipico veneto, della fascia che comprende il rovigoto,
il padovano, il veneziano ed il trevisano, Calligari ha la sua massima
concentrazione nelle provincie di Milano, Pavia e Novara, ma si nota una
presenza significativa anche in provincia di Napoli, Calligaris, decisamente
friulano, è tipico dell'udinese, goriziano e triestino, Calligaro
è specifico dell'udinese. La derivazione
è facilmente intuibile, infatti ha origine dal vocabolo tardo latino
caligarius (calzolaio),
cioè chi produceva o commerciava in scarpe (in latino calzatura
= caliga). Si pensi che persino un famoso imperatore romano prese il nome proprio
dal termine caliga, il famoso imperatore
Caligola, Tacito nel primo libro dei
suoi Annali infatti scrive: "...iam infans in castris
genitus, in contubernio legionum eductus, quem militari vocabulo Caligulam
appellabant, quia plerumque ad concilianda vulgi studia eo tegmine pedum
induebatur...".
CALEO
Caleo ha un ceppo a Carrara con diramazioni a Livorno
e nello spezzino a Sarzana, Ortonovo e La Spezia, potrebbe derivare da
modificazioni italianizzate del nome provenzale Caleb,
esiste anche un ceppo nel salernitano, che potrebbe invece derivare invece
dal toponimo Caleo nel Cilento, improponibile la derivazione dal verbo
latino caleo
(scaldarsi).
CALESTANI
Calestani è tipico dell'area lombardo emiliana, ha un piccolo ceppo
a Leno nella bassa bresciana a ed uno più consistente a Parma e
nel parmense e vicino reggiano, dovrebbe derivare dal nome del paese parmense
di Calestano, anche se non si può escludere una derivazione analoga
a quella del toponimo, cioè dal nome tardo latino Callistanus,
nome tipico dei liberti di un Callistus,
oltre che delle sue proprietà terriere.
CALFAPIETRA
Calfapietra ha un ceppo romano ed uno nel reggino, dovrebbe derivare da
un soprannome con il significato di scaldapietre, attribuito probabilmente
ad un capostipite ritenuto uno scansafatiche.
CALGARO
Tipico del vicentino, deriva dal
vocabolo tardo latino caligarius (calzolaio), cioè chi produceva
o commerciava in scarpe (in latino calzatura = caliga).
CALI
CALI'
Cali è tipico catanese, dovrebbe trattarsi di un errore di trascrizione
del più comune Calì, molto diffuso in tutta la Sicilia, ma
soprattutto nel catanese e palermitano, dovrebbe derivare dal vocabolo
greco kalos (bello).
integrazioni fornite da Sac. Giuseppe
Di Bella
Calì è un cognome di origine greca accorciativo di kalìs
(kalès-in greco antico), che
vuol dire di bella: kalòs-nominativo
maschile, kalì (Kalè
gr. ant.)-nominativo famminile, kalòn-nominativo neutro; kaoù,kalìs,kaloù-genitivo.
CALIA
Calia ha un grosso ceppo in Puglia, uno nel trapanese e palermitano ed
uno nel nuorese in Sardegna, dovrebbe derivare dal termine italiano arcaico
calìa (calo,
persona gretta e ridicola), che veniva però anche riferito
a mercanti di gioielli di poco conto, a Lucera nel foggiano ad esempio,
in epoca rinascimentale, la via di Calìa era quella dove questi
mercanti da poco proponevano i loro articoli fatti con oro di recupero
e questo potrebbe essere stato il mestiere del capostipite, ma, nell'area
della Magna Grecia, potrebbe anche derivare dal termine greco kalos
(bello, carino) con un significato
completamente diverso.
CALIAN
CALIANI
CALIANO
Calian, assolutamente rarissimo, è specifico della parte meridionale
della provincia di Verona, Caliani, molto raro, è tipico del senese,
Caliano, molto molto raro, è tipico campano di Montoro (AV) una
cui frazione si chiama Caliano, derivano dal cognomen latino Calianus di
cui abbiamo un esempio in un'antica iscrizione latina del II° secolo
d.C.: "...M(arcus) Valerius
Speratus - L(ucius)
Aemilius Calianus
cor(nicen) -
T(itus) Flavius
Surus act(uarius)
leg(ionis)..."
o direttamente o attraverso toponimi con questo nome come Caliano di
Capolona (AR).
CALIANDRO
CALIENDI
CALIENDO
CALIENDRO
Caliandro è tipicamente pugliese, del brindisino e tarentino, Caliendi,
molto raro è dell'urbinate, Caliendo è un cognome tipicamente
campano, Caliendro, praticamente unico è quasi sicuramente dovuto
ad un errore di trascrizione di Caliandro, dovrebbero tutti derivare da
un soprannome legato ad una caratteristica fisica o al mestiere di parrucchiere,
infatti caliandrum - caliendrum era
il vocabolo latino per parrucca, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo
nel brindisino fin dal 1700 con dei Caliandro in qualità di sacerdoti
e notai . (vedi Calandra)
integrazioni fornite da Domenico
Biondi
Il cognome Caliandro è tipico di Ceglie Messapica (BR) da qui
si è diffuso poi nei comuni limitrofi di nuova istituzione (inizio
del '900) ovvero, Villa Castelli e San Michele Salentino. L'antico nome
di Ceglie Messapica era Kalia, da qui
Kaliandrus, diventato poi Caliandro
per indicare un abitante di Ceglie.
CALIARI
CALIARO
CALLIARI
CALLIARO
Caliari è tipico dell'area che comprende il basso Trentino, Bleggio
Superiore, Trento e Mori, ed il veronese, a Verona, Villafranca di Verona,
Sommacampagna, Castelnuovo del Garda, Sona e Bussolengo, con un piccolo
ceppo anche a Valdagno nel vicentino, Caliaro, molto meno diffuso, è
tipico del vicentino, di Arzignano, Chiampo e Vicenza, con un ceppo anche
a Verona, Calliari è specifico del Trentino, di Trento, Volano,
Romeno, Villa Lagarina, Mezzolombardo e Lavis, con un ceppo anche a Termeno
sulla Strada del Vino in provincia di Bolzano, Calliaro è praticamente
unico, dovrebbero derivare da forme contratte del termine latino caligarius
(calzolaio) (vedi
CALEGARI), indicando che quello probabilmente fosse il mestiere
dei capostipiti.
CALICCHIO
Oltre al nucleo salernitano nella zona di Camerota è presente un
ceppo a Noci (BA) in Puglia.
CALIFANI
CALIFANO
CALIFFI
CALIFFO
Califani, praticamente unico è un errore di trascrizione di Califano
che è tipico della Campania, con un ceppo nel potentino ed uno nel
Lazio, Califfi e Califfo sono assolutamente rarissimi, dovrebbero tutti
derivare dal nome arabo Khalifa derivato
a sua volta dal termine omonimo (in italiano il califfo),
che identifica il capo supremo del paese,
il vicario del re, il podestà.
CALIGIURI
CALOGERI
CALOGERO
CALOGIURI
Caligiuri è calabrese, del basso cosentino, catanzarese e crotonese.
Calogeri è assolutamente rarissimo, Calogero è tipico della
Sicilia orientale e del reggino, Calogiuri è specifico salentino,
di Lizzanello (LE) in particolare, dovrebbero derivare tutti dal termine
greco kalogheros (bel
vecchio) titolo riservato in particolare ai frati ed alle persone
di rispetto, in alcuni casi è pure possibile una derivazione dal
nome greco Kalogeros o in alcuni casi
dal toponimo greco Kalogeros o da uno dei toponimi contenenti la radice
Calogero come ad esempio San Calogero (VV) e (AG) o Piano Calogero (PA)..
Presenze di queste cognominizzazioni le troviamo fin dal 1500 a Lizzanello
con i Calogiuri e nella seconda metà del 1700 a Bella (CZ) con il
canonico don Francesco Caligiuri.
CALIGNANO
Calignano ha un piccolo ceppo a Napoli, mentre il ceppo più importante
è pugliese, di Nardò nel leccese e di San Donaci nel brindisino,
sembrerebbe poter essere originario della provincia di Brindisi, potrebbe
essere originato da un soprannome dialettale derivato dal vocabolo greco
kali (bello) o da un'alterazione del nome del toponimo Carignano presente
nel foggiano, forse il luogo di provenienza dei capostipiti.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Calignano poiché è presente anche al Nord, potrebbe derivare
dal toponimo omonimo in provincia di Pavia.
CALIMAN
CALIMANI
CALIMANO
CALLIMAN
Caliman è estremamente raro sembrerebbe originario della zona tra
Pordenone e Treviso, Calimani ancora più raro sembra sempre essere
comunque veneto, Calimano è assolutamente rarissimo, quasi unico,
Calliman sempre rarissimo è tipico del trevigiano, cognomi di origine
israelitica dovrebbero tutti derivare dal nome ebraico Calonimos o Kaliman.
Esempio di questo nome si trova nel Veneto fin da prima del 1500; ad Asolo
(TV) un certo Caliman Cohen è citato in un atto del 1547 nel quale
si legge: "ad istantia et requisitione de Caliman
et Iseppo hebrei figlioli del quondam Marco, et de altri hebrei habitanti
in Asolo".
CALINI
CALINO
Calini è specifico del milanese, con un piccolo ceppo nel bresciano,
Calino, assolutamente rarissimo, è del bresciano, quest'ultimo, assieme
al ramo bresciano dei Calini, potrebbe derivare dal toponimo Calino di
Cazzago San Martino (BS), tutti possono derivare dal cognomen latino
Calenus ricordiamo il generale romano
Quintus Fufius Calenus che divenne Console nel 47 d.C.. Tracce illustri
di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1500 a Brescia, dove i Calini
appartenevano alla migliore nobiltà e nel 1700 con Ludovico Calini
Vescovo di Crema.
CALIO
CALIO'
Calio, molto più raro, è del catanese, Caliò è
ben diffuso in Calabria, in particolare a Catanzaro, ma comunque ben presente
a Rossano nel cosentino, con presenze anche a Caraffa di Catanzaro, Botricello
e Girifalco nel catanzarese ed a Crotone, ed in Sicilia, soprattutto a
Naso e Capo d'Orlando nel messinese, con un piccolo ceppo anche nel catanese
a Ramacca e Catania, dovrebbe derivare dal nome greco Kalliòn
(più bello), o dal nome della
città di Kallion in Etolia (in
Grecia), o anche dal cognome greco Kalliòs.
CALIOLO
Caliolo è tipico del brindisino, di Carovigno in particolare, di
Latiano, di San Vito dei Normanni e di Mesagne, dovrebbe derivare dal nome
del monte Caliolo o meglio ancora dal nome della Contrada Monte Caliolo
situata nell'area del paese di Carovigno.
CALIPA
Calipa, assolutamente rarissimo, tipicamente calabrese del reggino, di
Gioia Tauro e Rizziconi, potrebbe derivare da un'italianizzazione del nome
arabo Khalib.
CALIPARI
CALLIPARI
Calipari, abbastanza raro, è specifico del reggino, in particolare
di Caulonia, Varapodio e Santa Cristina d'Aspromonte, Callipari, altrettanto
raro, è specifico sempre del reggino, di Careri, Locri e Bovalino, dovrebbero essere derivati da un soprannome grecanico kalè
pareia con il significato di bella
guancia, ma è pure possibile una derivazione dal nome
della ninfa Pareia, sempre con l'aggiunta
dell'aggettivo kalè (bella)
e si tratterebbe in questo caso di un matronimico.
CALIRI
Caliri è specifico del messinese, di Barcellona Pozzo di Gotto in
particolare e di Messina, Falcone, Terme Vigliatore e Milazzo, con ceppi
anche a Palermo e Catania, potrebbe derivare da un soprannome grecanico
originato dal termine kalion (potassio),
forse ad indicare che il mestiere del capostipite fosse quello di estrarre
la potassa dalle miniere di salgemma.
CALISE
CALISI
Calise è tipico del napoletano, Calisi ha un ceppo nella provincia
di Latina ed uno nel barese, derivano dal nome medioevale Calisius
, tracce
di questa cognominizzazione le troviamo nella seconda metà del 1500
con Albertus Calisius pedagogo e retore e nel 1600 con il teologo Johannes
Calisius.
Calista è tipico di Palermo e della provincia di Pescara, di Collecorvino
e Pescara in particolare, Caliste, molto molto raro, parrebbe romano, Calisti
è ben diffuso nelle Marche, nel teramano, in Umbria ed in Lazio,
Callista è quasi unico, Callisti, molto raro, ha un piccolissimo
ceppo romagnolo, uno nel romano ed uno nel valenziano, Callisto sembrerebbe
specifico di Molinara nel beneventano.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Calisto
o Callisto, l'italianizzazione cioè
del personale greco Kallistos, col
significato letterale di bellissimo
(si tratta di un superlativo del nome greco Kalos;
(vedi Calò): nell'antica mitologia
greca, infatti, Callisto era il nome di una ninfa di Artemide, il cui nome,
in realtà, nasce da un epiteto della stessa dea, anche conosciuta
come Artemis Kalliste (Artemide
la bellissima). Per quanto riguarda i cognomi in questione,
dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
CALISTRI
CALISTRO
Calistri ha un ceppo a Pistoia e nel pistoiese, fiorentino e nel bolognese
a Granaglione e Porretta Terme, ed uno a Viterbo ed a Roma, Calistro, assolutamente
rarissimo, parrebbe del Piceno, Calistroni ha un ceppo nel perugino a Marsciano
e Perugia, ed uno nel viterbese a Civitella d'Agliano e Viterbo, dovrebbero
derivare, direttamente o tramite accrescitivi, dal nome latino Callistrus
o Calistrus, ricordiamo nel I°
secolo un Callistrus prefetto della Guardia Pretoriana dell'Imperatore
Tiberio.
CALITRI
Calitri ha un ceppo tra potentino e foggiano, in particolare ad Acerenza
nel potentino ed a Foggia e Panni nel foggiano, dovrebbe derivare dal toponimo
Calitri nell'avellinese, probabile luogo di provenienza del capostipite.
CALIZZI
Cognome prettamente crotonese,
potrebbe essere originato da un soprannome dialettale derivato dal vocabolo
greco kali (bello).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Calizzi cognome calabrese, che è l'italianizzazione del cognome
greco Kalitsis.
CALLA
CALLA'
Calla, assolutamente rarissimo, del reggino e vibonese, dovrebbe essere
dovuto ad un'errata trascrizione di Callà, che è tipicamente
calabrese anch'esso, di Mammola nel reggino e di Serra San Bruno nel vibonese,
e che potrebbe derivare da un'italianizzazione del cognome greco Callas,
o derivare da soprannomi basati sull'aggettivo greco καλός
kalòs (bello).
CALLARA
CALLARI
CALLARO
Callara, assolutamente molto raro, ha un piccolo ceppo ad Anagni nel frusinate
ed uno a Colle Sannita nel beneventano, Callari è specifico della Sicilia, con un ceppo anche in provincia di Roma, Callaro, quasi unico, è del beneventano, potrebbero
derivare dal praenomen latino Callarus, un'ipotesi da prendere in considerazione è che in qualche caso
possano anche derivare dal nome di Castrum de Callari
(antico nome di Cagliari).
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Cognome prevalentemente siciliano, con un ceppo minore forse nel Lazio,
potrebbe derivare dal vocabolo dialettale caddaru,
che indicava un pentolone usato nei caseifici per fare il formaggio. Si
tratterebbe, dunque, della cognominizzazione di un soprannome derivato
da un mestiere, un'altra possibile origine di Callari vedrebbe alla base di questo
cognome il termine dialettale callara,
che indica in generale una pentola, una caldaia: si può allora ipotizzare
che callara fosse un nome di mestiere attribuito a un calderaio (detto,
infatti, anche callarale) e che questa fosse l'attività del capostipite.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Callari è cognome siciliano e calabrese ed è la italianizzazione
del cognome greco Kalláris.
Nel XVIII secolo era il nome di un notaio a Oppido. Rohlfs 60.
CALLEDDA
Ha un ceppo a Cagliari ed uno a Aritzo (NU), dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal vocabolo sardo calleddu
(cagnolino).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CALLEDDA: callèdda e callèddu
= cane, femmina e maschio, o anche
cucciolo di cane. Per quest'ultimo
è più comune callellèddu.
Sono sinonimi di catzèdda, catzéddu
(vedi il cognome Cadeddu). Sempre dal latino
catellus = cucciolo
di cane. In calledda e calleddu è chiara la metatesi,
che il Wagner non scorge! Cognome presente nelle carte antiche. Tra i firmatari
della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figura, Calleddu Juliano, ville
Selluri. ** Selluri - Sedduri - Seddori: odierno Sanluri. Et ego Capula
Marcus .sindicus, actor et procurator ville Selluri.seu a Petro De Castay,
locuntenente capitanei et Margiano Costa, locuntenente potestatis terre
Selluri et omnibus habitatoribus dicte terre, congregatis. X die januarii
1388. Cognome raro, presente in 29 Comuni italiani, di cui 21 in Sardegna:
Aritzo 38, Quartu S. E. 23. Nuoro 18, Ussana 6, etc.
CALLEGARINI
Callegarini, molto raro, ha un ceppo nel pavese, uno nel mantovano ed uno
nel ferrarese, deriva da una forma ipocoristica del vocabolo tardo latino
caligarius (calzolaio),
cioè chi produceva o commerciava in scarpe (in latino calzatura
= caliga).
CALLEGATI
Callegati, molto raro, è tipicamente romagnolo, di Faenza e Ravenna
nel ravennate, di Forlì e di Mordano ed Imola nel bolognese, dovrebbe
derivare da un soprannome originato dal termine tardo latino calicatus
(intonacato, tirato a calce, imbiancato),
la motivazione del soprannome potrebbe essere dal mestiere del capostipite,
che potrebbe essere stato un magister calicarius
(muratore specializzato nell'intonacatura e finitura
a calce dei muri), o anche semplicemente dal fatto di abitare
la famiglia in una casa molto bianca.
CALLERI
Calleri ha un ceppo nel cuneese a Carrù e Mondovì ed a Torino
ha un ceppo a Genova ed Albenga (SV), ma il nucleo principale è
a Scordia nel catanese ed a Palazzolo Acreide, Siracusa e Canicattini Bagni
nel siracusano, i ceppi liguri e piemontesi sarebbero quindi dovuti al
fenomeno dell'emnigrazione dal sud, potrebbero perciò derivare da
una forma dialettale originata dal termine greco kalos(bello),
ma molto probabilmente si tratta semplicemente di una forma alterata del
cognome Callari (vedi CALLARI), l'ipotesi che porta a far derivare i Calleri del nord
da toponimi come Moncalieri o Pancalieri nel torinese è abbastanza
poco probabile.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Calleri è cognome siciliano e calabrese ed è la italianizzazione
del cognome greco Kalleris. Nel XVIII
secolo era il nome di un notaio a Oppido. Rohlfs 60.
CALLOCCHIA
Assolutamente rarissimo, del centro Italia, probabilmente laziale o abruzzese,
dovrebbe derivare da una modificazione del nome greco Kalò o dell'aggettivo
kalos (bello), ma è pure possibile che sia originato da un soprannome
legato al vocabolo calocchia (pertica usata per battere il grano).
CALLONE
CALLONI
CALONE
CALONI
Callone, assolutamente rarissimo, ha presenze nell'area comasca, varesotta,
milanese e verbanese ed un piccolissimo ceppo nel beneventano, Calloni
ha un nucleo lombardo nel milanese a Buscate, Arconate, Dairago, Agrate
Brianza, Monza, Milano, Arcore, Inveruno, Cernusco sul Naviglio e Bresso
e nella vicina Busto Arsizio nel varesotto, ed un ceppo in Toscana nel
pisano a Palaia e Pontedera, Calone ha un piccolo ceppo nel varesotto ed
uno nel napoletano, Caloni ha un ceppo nell'area milanese ed uno tra senese,
aretino e perugino, dovrebbero derivare, direttamente o attraverso mutazioni
dialettali, dal nome medioevale Calone
una forma arcaica per Carlone o Carlomagno,
di cui abbiamo un esempio nei Codices Traditionum
Ecclesiae Pataviensis, olim Laureacensis, nell'anno 795 in un
testo che così si conclude: "...et haec sunt
testes qui audierunt et uiderunt hanc traditionem Rantolf comis. Into Chuntilo.
Perri. Ratolt. Pero, Taozi. Adalhart. Itto. Clauperht. Isanker. Aotker.
Adalhaoh. Kerhaoh. Ato. Siquis uoluerit hanc traditionem frangere aut ego
aut alius de heredibus et coheredibus meis. primum iram dei incurrat omnipotentis
et habeat luctam cum sancto Stephane coram deo et angelis ejus et haec
traditio. firma permaneat et est factum in III id. aprilis anno XXVII regni
Caloni regis
(nel 768 iniziò il regno di Carlomagno).
.", ma potrebbero anche derivare dal termine latino calones,
una sorta di manovalanza militare addetta alla funzione di attendenti (domestici)
o portatori presso le antiche legioni romane, ne leggiamo nel De
bello gallico di C. Giulio Cesare: "...Horum
adventu tanta rerum commutatio est facta, ut nostri, etiam qui vulneribus
confecti procubuissent, scutis innixi proelium redintegrarent, calones
perterritos hostes conspicati etiam inermes armatis occurrerent, equites
vero, ut turpitudinem fugae virtute delerent, omnibus in locis pugnantes
studio se legionariis militibus praeferrent....".
su suggerimento di Nicola Caloni
CALLOZZO
Callozzo, quasi unico, sembrerebbe siciliano, dovrebbe derivare da un soprannome
basato sul termine dialettale siciliano arcaico caddròzzu
(sciocco).
CALMI
CALMO
Calmi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe essere dovuto ad errate trascrizioni
del cognome Calmo, che è decisamente meridionale, assolutamente
rarissimo, ha piccole presenze in Campania ed in Sicilia e presenta un
piccolissimo ceppo nel foggiano, dovrebbero derivare dal nome medioevale
Calmus di cui abbiamo un esempio in
questo atto del 1221: "Ego, Matheus de Tosquin, notum
facio omnibus presentes litteras inspecturis, quod de mandato domine mee
Blanchie, comitisse Trecensis palatine, ivi apud Joviniacum ad recipienda
juramenta militum castellarie Joviniaci et burgensium ejusdem castri, quod
si do minus P., comes Joviniaci, deficeret quod non redderet dicte comitisse
vel Th. comiti, nato ejus, quandocumque ab eis fuerit requisitus, castrum
Joveniaci, quod est jurabile et reddibile eis, dicti milites et burgenses
ex tunc se tenerent ad dominam comitissam, vel comitem natum ejus supradictos.
Hec sunt nomina eorum qui juraverunt: dominus Petrus de Chevallo; dominus
Renaudus de Septempilis; .... Vilanus Piscator; Calmus,
frater ejus; Uroz; .... ex parte vero domine Comitisse superius nominate;
presentibus domino Theobaldo de Buoterio, et me Matheo de Tosquin. In cujus
rei testimonium, feci fieri presens scriptum, sigilli nostri munimine roboratum.
Actum, anno Gracie Mº CCº vicesimo primo, ipsa die Epifanie.".
CALO
CALO'
Sia Calo che Calò sono molto comuni in Puglia con un ceppo
anche nel palermitano ed uno nel romano il primo ed in Irpinia il secondo,
derivano dal nome Calò derivato dal termine greco kalos
(bello).
CALOFARO
Calofaro, quasi unico, sembrerebbe siciliano, dovrebbe derivare da un soprannome
basato sul termine dialettale siciliano calòfaru
(garofano).
CALONACI
CALONICI
CALONICO
Calonaci è un cognome molto raro, specifico toscano, del fiorentino
in particolare con ceppi nel livornese e nel senese, Calonici, anch'esso
molto raro, è tipicamente emiliano, Calonico invece, un poco più
diffuso ha un ceppo nel cosentino, in particolare a San Sosti, uno nel
salernitano, uno a Cerignola nel foggiano e rare presenze qua e là
anche al nord, derivano dal vocabolo medioevale toscano calonaca
(canonica), o dal termine arcaico calonico
(canonico, chierico), il termine calonaci
è stato usato ad esempio a Firenze da Giovanni Villani
nel suo Nuova Cronica: "...sconfitto
il vescovo e sua gente, e morìvi il sire di Falcamonte, e più
altri gentili uomini e de' calonaci,
e dell'una parte e dell'altra..." o anche a Pisa, dove nell'archivio
di stato si legge: "...Domino Rinaldo da Riva di
Mantova potestà anno uno, 1279. Fu chiamato per li calonaci
di Pisa arciveschovo di Pisa ..." e a Lucca: "...L'anno
di .MCCXIIII Ingherame da Porcari fu podestà di Luccha contra la
voluntà de' grandi homini .. ... Allora vennero li calonaci
con le croci et colle reliquie santi per difentione del Podestà
vecchio. E in quel dì misse bando Ingherame, che alcuno raunamento
non si dovesse fare se non al suo consiglio...".
CALONGHI
Calonghi, abbastanza raro, sembrerebbe della zona tra cremonese e bresciano,
potrebbe derivare dal nome di una località ormai scomparsa, anche
se non si può escludere una derivazione da una forma arcaica dell'etnico
di Calusco nella bergamasca o di Colonius (Cologno al Serio sempre nel
bergamasco).
CALOPRESTI
Estremamente raro è tipico del reggino dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal vocabolo greco kalos
(bello, buono) e dal vocabolo dialettale
presti (prete)
e starebbe per Buonprete.
CALOR
CALORA
CALORE
CALORI
Calor è praticamente unico, Calora è specifico di Santa Cesarea
Terme e Castro nel leccese, Calore è specifico di Padova con ceppi
anche nel padovano e nel veneziano, e nel Lazio, probabilmente trasferitisi
a seguito della bonifica delle Paludi Pontine, Calori ha un ceppo tra bolognese
e ferrarese ed uno a Roma, dovrebbero derivare, direttamente o ytamite
alterazioni dialettali, dal nome medioevale Calor, Caloris
attribuito a figli molto desiderati e che avrebbero riscaldato con la loro
presenza la casa.
CALOSSO
Calosso è ben presente in Piemonte, in particolare nell'astigiano
ad Asti, San Damiano d'Asti, Canelli e Nizza Monferrato ed a Torino, potrebbe
derivare dal nome medioevale Calocius,
nel 1400 a Genova troviamo un incisore chiamato Calocius de Guisulfis.
integrazioni fornite da Daniele
Zaia
Calosso deriva dal nome del comune astigiano di Calosso.
CALTABELLOTTA
Specifico del palermitano, di Lercara Friddi (PA) in particolare.
integrazioni fornte da Stefano
Ferrazzi
molto raro, originario del palermitano, deriva dal toponimo Caltabellotta
(AG).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caltabellotta è cognome e toponimo in provincia di Catania.
Il nome deriva dall'arabo Qal'at-al-ballut
= castello delle querce.
CALTAGIRONE
Tipico della Sicilia centrooccidentale, ha un ceppo secondario anche a
Roma, dovrebbe derivare dal toponimo Caltagirone (CT).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caltagirone è cognome e toponimo siciliano, viene dall'arabo
Qal'at-al-ghiràn = castello
delle grotte.
CALTANISSETTA
Caltanissetta, assolutamente rarissimo, è siciliano, dovrebbe derivare
dal toponimo Caltanissetta, potrebbe avere origini ebraiche.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caltanissetta è cognome e toponimo siciliano, è composto
da Nissa, nome di un'antica località
prima sicana e poi greca, al quale gli Arabi unirono la voce Qal-at
= castello.
CALU
CALU'
Calu è praticamente unico, dovrebbe essere un errore di trascrizione
di Calù che, assolutamente rarissimo, è specifico del reggino,
dovrebbero derivare da un soprannome dialettale derivato da un'alterazione
del nome Calò, a sua volta derivato
dal termine greco kalos (bello).
CALUBANI
Calubani, assolutamente rarissimo, sembrerebbe romagnolo, dovrebbe derivare
dal nome della località Calubano nel forlivese, situata nella zona
appenninica tra Dovadola e Modigliana, probabilmente il luogo d'origine
del capostipite.
CALUSI
CALUSIO
CALUSSI
Calusi, molto molto raro è tipico di Firenze e di Poggibonsi nel
senese, Calusio è quasi unico, Calussi è tipico dell'aretino,
di Cortona ed Arezzo, di Grosseto e di Montepulciano nel senese, dovrebbe
derivare dal nome tardo latino medioevale Calusius,
di cui abbiamo un esempio nel trattato Caroli
Boucheroni de Thomas Valperga Calusio: "...Sed
contentiosa haec philosophia suos habuit lacertos, et optime de posteris
merita dicenda est, cum per tria et amplius secula a summis viris post
Lanfrancum et Anselmum nobilitata, quidquid doctrinarum a barbaria et vastationibus
reliquum erat, infestissima aetate servaverit. Ita sentiebat Calusius;
qui enim Baconem laudabat, quod homines ad meliora studia revocasset, non
minus aequum in scholasticos se ostendebat, Aquinatis et aliorum opera
digito plus semel indicando, unde complura derivaverant recentiores. ...".
CALVANESE
CALVANESI
CALVANISE
Calvanese è specifico del napoletano e salernitano, Calvanesi e
Calvanise dovrebbero essere dovuti ad un errore di trascrizione, dovrebbero
derivare dal toponimo Calvanico (SA). Tracce di questa cognominizzazione
le troviamo a Salerno nel XV° secolo con il magistrato cittadino Angelo
Calvanese di Salerno, a Striano (NA) nella seconda metà del 1700
con il parroco don Gennaro Calvanese, nello stesso periodo a Castel San
Giorgio (SA) i Calvanese sono tra i magguiorenti della città.
CALVANI
CALVANO
Calvani è tipico della fascia centrale che comprende Toscana, Marche,
Umbria e Lazio, con un ceppo anche nel barese, Calvano ha ceppi nel teatino,
nel Lazio meridionale, nella Campania e nella Puglia settentrionale e nel
cosentino, dovrebbero derivare dal nome medioevale
Calvanus, ma è pure possibile
una derivazione dal toponimo Calvano nel beneventano o dal Monte Calvano
in Toscana, tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Barletta nel
1655 in una bolletta: "Don Fabrizio Capece Bozzuto
paga ducati 50 a mastro Onofrio Calvano
marmoraro in nome e per parte di Trojano Marulli, suo genero, in conto
di ducati 170 per tutto il prezzo di marmi bianchi e mischi di buona qualità
e condizione mandati nella cappella di detto Trojano e nel tumulo del "quondam"
Sebastiano Marullo, suo padre...", a Conversano (BA) in un atto
del 1659: "Informatione a querela del canonico Giovanni
Antonio Franco contro il canonico Francesco Paolo de Paulo clerico Santo
fratelli clerico Sabino Calvano
don Sante Attolino ...".
CALVARI
CALVARIO
CALVERI
Calvari, molto molto raro, ha un piccolo ceppo nel piacentino, uno nel
maceratese, uno a Roma ed uno nel reggino, Calvario ha un ceppo a Roma
e ad Anagni nel frusinate, uno a Bari e Molfetta nel barese ed uno a Villabate
nel palermitano, Calveri, molto raro, ha un ceppo a Roma ed uno a Messina
e nel vicino reggino, potrebbero derivare dal nome personale latino Calvarius
o Calverius, ma è pure possibile
che derivino dal nome medioevale Calvario
attribuito ai figli in memoria ed onore della Passione di Cristo.
Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad Ajaccio in Corsica almeno
dalla prima metà del 1500, quando il Nobile Quilico Calvari è
Consigliere della Città di Ajaccio.
CALVARUSO
Calvaruso è tipicamente siciliano, concentrato ad Alcamo nel trapanese
ed a Palermo, dovrebbe derivare dal toponimo siciliano Calvaruso nel messinese.
A Bafia nel messinese nel 1700 si trovano tracce di questa cognominizzazione
con il Sacerdote Francesco Calvaruso: "...tiene l'obligo
di far celebrare una messa per ogni giorno festivo e di precetto in tutto
l'anno, e nel giorno di detto Santo si deve fare sodisfare sei messe lette
et una messa cantata per l'anima del quondam sac. Francesco
Calvaruso; per la sodisfazione del qual legato
possiede suddetta chiesa un loco di celsi, terreno scapulo, pochi olivi
et una casa; et in detto loco esiste sudetta Chiesa di Santo Nicolao, quale
non tiene mobile, ma viene governata come sopra...".
CALVELLI
CALVELLO
Calvelli, abbastanza raro, ha un nucleo nel fiorentino, che potrebbe derivare
dal nome del Monte Calvello o della Località Calvello in Val di
Fiora, uno nel cosentino ed uno in Puglia che dovrebbe derivare dal paese
di Montecalvello nel foggiano, Calvello, abbastanza raro, è tipico
della Basilicata della cui regione dovrebbe essere originario, dovrebbe
derivare, così come il ceppo calabrese del precedente, dal toponimo
Calvello nel potentino. Fin dal 1300 si hanno tracce dei De Calvello,
si ricorda un feudatario siciliano Giovanni De Calvello cui vennero affidate
dall'imperatore terre nella zona di Caltanissetta.
CALVESI
Hanno un ceppo a Bitti (NU) ed uno a Olbia (SS), dovrebbe derivare
da un soprannome originato dal vocabolo sardo calvesa
(calvizie), e dovuto probabilmente
a caratteristiche fisiche del capostipite.
CALVETTA
CALVETTI
CALVETTO
CALVI
CALVO
Calvetta, assolutamente rarissimo, è romano, Calvetti è presente
nell'area che comprende il Piemonte, la Lombardia ed il veronese e basso
trentino, con un ceppo anche tra fiorentino e pisano, Calvetto è
specifico di Piscina e Cumiana nel torinese, Calvi è diffuso in
tutt'Italia, Calvo ha un ceppo nella Sicilia orientale, un ceppo nel crotonese
ed uno molto consistente nel Piemonte occidentale, possono avere diverse
origini, direttamente o tramite ipocoristici, o dal cognomen latino Calvus,
o da soprannomi legati alla forma della testa (in latino calva
= cranio) o a caratteristiche fisiche,
in molti casi l'origine è la provenienza da un toponimo iniziante
con Calvi, come ce ne sono molti in Italia (Es. Calvi (BN) - (TR) - (CE)
- (PV) ecc.
CALVIA
Calvia è tipicamente sardo del sassarese, di Alghero, Sassari, Ittiri,
Porto Torres e Mores, con un ceppo anche a Berchidda in Gallura.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CALVIA: o Carbia: nome di un antica e mitica città, fondata
presumibilmente in periodo Fenicio, intorno all'VIII° - VII° secolo
a. Cr. assurta a massimo splendore in periodo romano. I cui resti, attualmente
oggetto di scavi archeologici, per conto delle Soprintendenze di Sassari
e di Nuoro, si trovano nelle vicinanze di Alghero, nei pressi della necropoli
di Monti Carru. In periodo medioevale fu "villa" (bidda - centro abitato)
appartenente alla Curadorìa di Nulàuro, del regno giudicale
di Torres, e fu possedimento privato dei Doria sino al 1272, ma dopo la
fine del regno turritano, negli ultimi anni del XIII° secolo, fu abbandonata:
no si conoscono ancora le cause del suo abbandono! L'etimologia di Carbia
è tuttora oscura; trattasi, secondo alcuni esperti di voce preromana.
Il canonico Spano la fa derivare dal fenicio Kar-bia = città di
piacere. Noi in proposito non abbiamo niente da aggiungere. Come cognome,
sempre preceduto da "de", ad indicare la provenienza, lo ritroviamo negli
antichi documenti della lingua sarda. Tra i firmatari della Pace di Eleonora,
*LPDE del 1388, figurano: Carbia (de) Agustino, majore(amministratore,
sindaco) ville Setini (*odierno Sedini. Contrate de Anglona - Chiaramonte);
Carbia (de) Anthonio, ville Gurrutta (* odierno Borutta(Meylogu). Contrate
de Ardar et Meylogu); Carbia (de) Comita, ville Semestene(* odierno Semestene.
Curatorie de Costa de Valls ; Carbia (de) Joanne, ville Semestene ; Carbia
(de) Leonardo, jurato(guardia giurata, collaboratore del majore) ville
Seneghe (*odierno Seneghe-Contrate Partis de Milis); Carbia (de) Petro,
jurato ville Orani; Carbia (de) Petrus, ville Sasseri; Carbia (de) Santoro,
jurato ville Ardar (*odierno Seneghe(Contrate Partis de Milis); Carbia
Franciscus, ville Sasseri; Carbia(de) Barçolo, ville Setini ; Carbia(de)
Francisco, ville Gocille ( *villaggio Distrutto - Curatorie de Anella);
Carbia(de) Guantino, ville Burgi (*odierna Burgos, fondata da Mariano IV,
padre di Eleonora - Curatorie de Anella); Carbia(de) Joanne, jurato ville
Cossein (*odierno Cossoine. Contrate Caputabas). Nel Condaghe di San Pietro
di Silki, *CSPS, XI°, XIII° sec. troviamo: Carbia (de) Ithoccor
e Carbia (de), Thippari (79 - si tratta probabilmente di due fratelli,
che poi ritroviamo ai cap. 100 e 107 con la variante de Carvia), in una
lite (kertu) per il possesso di servi. Carbia (de) Janne, kertu de ancilla
(80 - in una lite per il possesso di una serva). Carbia (de) Petru, kertu
de servis (111 - sempre in una lite per il possesso di servi). Sempre con
la variante de Carvia troviamo: Carvia (de) Dorgotori (130 -postura = donazione);
Carvia (de) Comita(107- kertu de servis). Nel Condaghe di San Nicola di
Trullas, *CSNT, XI°, XIII° sec., troviamo il cognome nelle due
varianti de Carbia e de Carvia, riferiti alle stesse persone. Carbia o
Carvia (de) Barusone, figlio di Furatu, fratello di Comita e Pietro e di
Furata e Mariane (sos de Carvia), in una vendita di terre in Balle(valle)
de Mela e in Sorcariu (due località poco a sud ovest del centro
abitato di Semestene - centro abitato di 227 abitanti - prov. Sassari -
Meilogu - appartenente all'antica Curadorìa Costavalle o Costa
de Valls). Non v'è dubbio che si tratti di un casato di antica nobiltà
terriera sarda. Sos de Carbia o Carvia citati nel Condaghe, oltre ad essere
proprietari di terre, avevano anche incarichi di rilievo nel regno giudicale
di Torres: Mariane de Carbia(117) era maiore de scolca, cioè capo
della scorta armata di vigilanza ai confini; Gosantine de Carbia(32) era
marito di Elene de Thori (i de Thori costituivano una delle più
potenti famiglie della Sardegna Giudicale); Mariane de Carbia (diverso
dal precedente) era armentariu de rennu( amministratore generale del giudicato),
etc. Attualmente il cognome Calvia è presente in 62 Comuni d'Italia,
di cui 34 in Sardegna: Alghero 62, Sassari 41, Berchidda30, Ittiri 29,
P. Torres 27, Mores 23, Oniferi 17, Torralba 13, etc. Come si nota la maggiore
diffusione del cognome si registra nell'area Alghero - Sassari come nei
tempi antichi. Sulla mitica città di Carbia, forse una delle prime
vere e proprie città della Sardegna antica, dovremmo attendere i
risultati degli scavi ancora in corso. Per saperne di più: visita
il sito - Carbia antica città - Carbia la memoria di Alghero nel
museo archeologico etc.
CALVIANI
Calviani, assolutamente estremamente raro, è del centro Italia,
forse toscano, dovrebbe derivare dal nome medioevale Calviano.
CALVINA
CALVINI
CALVINO
Calvina è ormai unico, Calvini ha un ceppo a San Remo nell'imperiese
ed uno molto piccolo a Roma, Calvino ha un ceppo a Roma, uno a Napoli ed
un ceppo in Sicilia nel trapanese a Trapani ed Erice, con presenze a Palermo,
a Caltanissetta e nell'ennese, dovrebbero derivare dal cognomen latino
Calvinus, Calvina,
di cui abbiamo un esempio nel De Vita Caesarum - Divus Iulius di Svetonio:
"..Omnibus civilibus bellis nullam cladem nisi per
legatos suos passus est, quorum C. Curio in Africa periit, C. Antonius
in Illyrico in adversariorum devenit potestatem, P. Dolabella classem in
eodem Illyrico, Cn. Domitius Calvinus
in Ponto exercitum amiserunt. Ipse prosperrime semper ac ne ancipiti quidem
umquam fortuna praeterquam bis dimicavit; semel ad Dyrrachium, ubi pulsus
non instante Pompeio negavit eum vincere scire, iterum in Hispania ultimo
proelio, desperatis rebus etiam de consciscenda nece cogitavit...".
CALVISE
CALVISI
Calvise. assolutamente rarissimo, sembrerebbe di Pescara, Calvisi è
tipico de L'Aquila e provincia, dovrebbero derivare dal nomen latino Calvisius
di cui abbiamo un esempio negli Annales
di Tacito: "...Appius Silanus Scauro Mamerco simul
ac Sabino Calvisio
maiestatis postulantur,...".
CALVOSA
Ha un nucleo a Laino (CS) ed uno a Castrovillari (CS).
CALZAFERRI
Calzaferri è tipicamente lombardo, dell'alto bergamasco, di Clusone
in particolare e dell'alto bresciano, di Malonno soprattutto, il cognome
dovrebbe derivare dal nome della località di Calzaferro di Malonno
nel bresciano, ma non si può escludere che derivi invece dall'attività
del capostipite, che probabilmente produceva cotte di maglia: una specie
di tunica fatta di molti, piccoli anelli di ferro fittamente collegati
fra loro., utilizzati dagli armati nel medioevo come prima difesa, pur
proteggendo il corpo dai colpi delle armi da taglio, la zona tra alto bergamasco
e bresciano, ricca di minerali di ferro e di fucine, si specializzò
anticamente nella produzione militare di armi ed armature.
CALZATI
CALZATO
Calzati è tipico del bolognese di San Giovanni in Persiceto e di
Bologna, Calzato, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'alessandrino,
potrebbero derivare da riferimenti a conventi dei frati agostiniani, ai
carmelitani od ai trinitari calzati, varie congregazioni religiose, cui
potrebbero aver aderito, con varie funzioni laiche, i capostipiti.
CALZAVACCA
Cognome la cui origine dovrebbe
essere bresciana, dovrebbe derivare da un soprannome legato ad un mestiere.
CALZAVARA
CALZAVARI
Calzavara è tipico del Triveneto, in particolare di Venezia, Mirano,
Santa Maria di Sala, Mira, Pianiga, Martellago, Dolo e Spinea nel veneziano
e di Campodarsego, Vigonza e Padova nel padovano, Calzavari è praticamente
unico ed è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del
precedente, dovrebbero derivare da termini arcaici semidialettali per calzolaio
o produttore di scarpe, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo
a Venezia nell'Archivio di Stato dove troviamo i notai Andrea Calzavara
operante dal 1638 al 1686, Angelo Calzavara operante dal 1651 al 1680
e Luca Calzavara dal 1668 al 1716.
CALZETTA
Lo si trova qua e là in
Italia, senza una vera e propria zona elettiva, forse sono varie le aree
di origine, che potrebbero essere la provincia di La Spezia, il Lazio,
gli Abruzzi e la Sicilia. Il cognome potrebbe derivare da un soprannome
legato ad un mestiere.
CALZOLAI
CALZOLAIO
Calzolai è specifico fiorentino, Calzolaio tipico del sud, ha un
ceppo tra napoletano e casertano ed uno tra barese e tarantino, derivano
da un soprannome originato dal mestiere di calzolaio.
CALZOLARE
CALZOLARI
CALZOLARO
Calzolari è tipico della zona che comprende le province di Reggio
Emilia, Modena, Bologna e Ferrara, Calzolaro è specifico della zona
sudoccidentale della penisola salentina, Calzolare è probabilmente
dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, derivano da un soprannome
originato dal mestiere di calzolaio.
integrazionie e diversa ipotesi
fornite da Giancarlo Calzolari
Il cognome Calzolari non è un soprannome derivato dal mestiere
di calzolaio ma deriva la sua origine, come Fabbri, Speziali ed altri
cognomi, dalle corporazioni medievali. Non è un caso che questo
cognome sia diffuso proprio nelle città dove esistevano le antiche
corporazioni. Questo naturalmente non esclude che le persone indicate con
il cognome facessero i calzolai. Un esempio di cognome tipicamente professionale
è invece Calligari, Ciabattini e Ciabattoni, Scarpari ed altri.
CALZONE
CALZONI
Calzone ha un ceppo a Reino nel beneventano, uno nel foggiano a Casalvecchio
di Puglia ed uno in Calabria a Roccabernarda nel crotonese e Mileto e Briatico
nel valentiano, Calzoni è invece tipico del centronord, del bresciano,
dove potrebbe derivare dal toponimo Calzoni nel veronese, del bolognese
e del perugino, potrebbero derivare da modificazioni dialettali di nomi
di località come il castello del Calcione nell'aretino o il molisano
contrada Colle Calcione o anche come l'isola di Calcioni nel mar Egeo.
CAMPILI
CAMPILIA
CAMPILLICAMPIONE
CAMPIONI
Campili ha un ceppo a Terni ed uno a Roma, Campilia, molto molto raro,
sembrerebbe tipico del maceratese, di Pollenza nel maceratese in particolare,
Campilli è specifico di Roma, questi cognomi dovrebbero derivare
da nomi di località, in epoca medioevale con il termine campilia
si definivano delle terre adibite a coltivazioni varie, amministrate da
una comunità di cittadini ed i cui frutti venissero distribuiti
tra i vari abitanti del paese, tracce di un principio di queste cognominizzazioni
le troviamo ad esempio nel pisano in uno scritto del 1332: "...Ser Cecchinus
de Campilia. Mactheus Scarsus. Pasquinus de
Casciana not. M. p. Ser Bacciameus Tadi. Gorus Savini. Bartalus de Ripuli...".
Campione è tipicamente meridionale, con un ceppo campano, uno lucano,
uno pugliese ed uno, il più consistente in Sicilia, Campioni è
specifico del centronord, del Lazio in particolare, dovrebbero derivare
dal nome medioevale Campione, con il
significato di perfetto, senza difetti, attribuito da genitori entusiasti
del proprio figlio.
CAMAGNA
CAMAGNI
Camagna sembrerebbe piemontese, Camagni invece ha un ceppo nel milanese
ed uno nel forlivese, dovrebbero derivare da nomi di località caratterizzate
dalla presenza di una casa (cà)
grande (magna), tracce di queste cognominizzazioni
le troviamo in una Cartula venditionis
del 1183 a Sartirana (PV): "...Anno dominice incarnacionis
millesimo centesimo octuagesimo tercio, sesto die kalendas februarii, indictione
prima. Nicolaus Camagna
filius Lafranci , vivens lege Lombarda, consensu eiusdem genitoris sui
vendidit Petro de Rizolo et fratris suis germanis, filiis quondam Viviani,
peciam unam terre ...".
CAMAIONI
Camaioni è ben radicato nell'area che comprende il teramano ed il
Piceno, nel Piceno a San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, Spinetoli
e Monsampolo del Tronto e nel teramano a Martin Sicuro, Sant`Omero, Alba
Adriatica e Nereto, con un piccolo ceppo secondario anche a Roma, potrebbero
derivare dal toponimo Camaioni di Montelupo Fiorentino nel fiorentino,
o dal toponimo omonimo nel pratese, nel 1260, dopo la battaglia di Montaperti
che segnò la sconfitta dei guelfi fiorentini, molti guelfi emignarono
in terre più amiche perchè sotto il saldo dominio pontificio.
CAMANA
CAMANINI
Camana è assolutamente raro,
probabilmente della zona che comprende il novarese, e il varesotto, Camanini
è di origine bresciana. La derivazione di questi cognomi è
complessa, data l'ubicazione, dovrebbe derivare da un nome di località
svizzera, la Val Camana nel Canton Ticino, ma esiste anche una teoria che
li fa derivare dal toponimo spagnolo Camanas, paesino di montagna spagnolo
della provincia di Teruel in Aragona. Per il cognome Camanini, ci è
stata proposta da un diretto interessato una teoria che lo farebbe derivare
dal nome della val Camonica, deriverebbe quindi dall'etnico Camuni, popolo
che ha dato il nome appunto a quella valle.
CAMANDONA
Camandona è specifico dell'area che comprende le province di Torino
e Vercelli, dovrebbe risalire agli inizi del 1800 e derivare dal toponimo
Camandona nel biellese.
CAMARATA
CAMMARATA
Camarata sembrerebbe specifico di Randazzo nel catanese, Cammarata invece
è un cognome tipicamente siciliano molto diffuso in tutta l'isola,
dovrebbero entrambi derivare dal toponimo Cammarata (AG).
CAMARDA
CAMARDI
CAMARDO
Camarda sembra specifico della Sicilia settentrionale con un ceppo
nel brindisino, gli altri due sono abbastanza rari e specifici del materano,
con possibili ceppi, probabilmente secondari, nel catanese e in Abruzzo
e Molise, dovrebbero derivare da toponimi come Camarda (MT), nome antico
di Bernalda, Camarda (AQ) o Camarda tra Campania e Basilicata come si capisce
da un testo della fine del 1400 : "...Ad Berardino
de Bernaudo, per mercè et excambio de Fontanarosa, sopra li pagamenti
fiscali de Monte Acuto et Camarda
et sopra li casali de Cusencza per anno ducati ...".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Camarda è un cognome siciliano, calabrese, lucano e salentino.
Viene dal calabrese camarda =
macchia di cespugli, dal greco tardo
kamarda = 'sorta
di tenda'. La voce greca ha dato origine anche al toponimo Camarda
in provincia di Matera,
CAMARDELLA
CAMARDELLI
CAMARDELLO
Camardella, abbastanza raro, ha vari ceppi, uno piccolo a Roma, uno a Napoli
e nel napoletano ad Ercolano, Arzano e Portici, uno nel foggiano a San
Giovanni Rotondo e Lesina, ed a Bari e Casamassima nel barese, uno a Melfi
nel potentino ed a Pisticci nel materano, Camardelli, estremamente raro,
è tipico del centrosud, Camardello, praticamente unico, è
del napoletano, si dovrebbe trattare di una forma etnica riferita ad un
toponimo Camarda presente ad esempio in Abruzzo, Campania e Basilicata
(vedi CAMARDA)
CAMARLINGHI
CAMERLENGHI
CAMERLENGO
CAMERLINGO
Camarlinghi è tipicamente toscano, con un ceppo a Firenze, Lastra
a Signa e Barberino del Mugello nel fiorentino, a Santa Croce sull'Arno
nel pisano ed a cecina nel livornese, Camerlenghi, molto molto raro, ha
un piccolissimo ceppo lombardo, soprattutto nel mantovano, ed uno a Genova,
Camerlengo ha un ceppo a Verona, uno piccolo nell'ascolano a Montegranaro
ed a Monte San Giusto nel maceratese, uno a Roma e Tivoli nel romano ed
a Magliano Sabina nel reatino, uno ad Altavilla Irpina nell'avellinese
ed a Benevento, San Giorgio del Sannio e San Nicola Manfredi nel beneventano,
ed uno a Fasano nel brindisino, Camerlingo è tipico del napoletano,
di Giugliano in Campania, Napoli, Marano di Napoli, Villaricca, Pozzuoli,
Quarto e Qualiano, questi cognomi dovrebbero derivare dal termine medioevale
camerlengo (tesoriere,
esattore), italianizzazione del termine medioevale germanico
chamarlinc, ad indicare che i capostipiti
svolgessero appunto anticamente quella mansione.
CAMARRA
Cognome abruzzese originario della
provincia di Pescara, potrebbe derivare da un soprannome legato ad un toponimo
Camarda (AQ)
CAMASTRA
CAMASTRO
Camastra ha un ceppo nel barese a Grumo Appula, Castellana Grotte ed Altamura,
uno nel catanzarese a Botricello, Vallefiorita e Stalettì, ed uno
a Palermo, Camastro ha un ceppo a Sora nel frusinate ed a Roma, con rare
presenze al sud, relativamente a questi cognomi esistono almeno due ipotesi,
la prima è che derivano dal nome fenicio Kamastart,
il nome anche di una divinità, la seconda propone una derivazione
da un soprannome basato sul termine dialettale camastra,
camastro (la catena cui si appendono
i paioli nel focolare), a sua volta derivato dal verbo greco
antico κρεμάσω kremaso (appendere).
CAMATA
CAMATI
CAMATO
Camata ha oggi un ceppo tra veneziano e trevigiano, ma dovrebbe essercene
stato anche uno nel sud della Sicilia, tra siracusano, ragusano e nisseno,
Camati, quasi scomparso in Italia, sembrerebbe avere due luoghi d'origine
uno nel meridione del paese, probabilmente in Calabria ed uno nel modenese,
Camato è quasi unico, dovrebbe essere dell'Italia del sud, dovrebbero
derivare da un soprannome riferito al mestiere dei capostipiti, probabilmente
originato dal termine greco χαμαί camai
(terra) o meglio ancora dal
termine sempre greco κάματος kamatos
(fatica), intendendo che probabilmente
i capostipiti fossero lavoranti agricoli
o comunque uomini di fatica.
CAMAZZOLA
Camazzola è tipico della zona tra vicentino e trevisano, di Romanod'Ezzelino
nel vicentino e, nel trevigiano di San Zenone degli Ezzelini e di Borso
del Grappa.
integrazioni fornite da Gabriele
Farronato
Camazzole è una frazione del comune di Carmignano sul Brenta
(PD). I dalle Camazzole sono detti coloro che si sono trasferiti
nell'Asolano a Liedolo di San Zenone nel secolo XV°. Da qui si sono
poi sparsi anche nel Bassanese.
CAMBA
CAMBEDDA
CAMBONI
CAMBOSU
CAMBULI
Camba è specifico del sud della Sardegna, di Cagliari soprattutto
e di Quartu Sant'Elena, Selargius, Monserrato e Capoterra nel cagliaritano
e di Oristano, Cambedda, abbastanza raro, ha un nucleo nel cagliaritano
ed uno nel nuorese, Camboni è molto diffuso in tutta la Sardegna,
a Sassari, Ploaghe, Sennori, Ozieri, Olmedo e Sorso nel sassarese, a Cagliari,
Quartu Sant'Elena, Settimo San Pietro, Villaputzu e San Vito nel cagliaritano,
a Siniscola e Nuoro nel nuorese, a Giba, Carloforte e Carbonia nel carbonense,
Cambosu è specifico di Nuoro, Cambuli ha un ceppo a Nurallao, Cagliari
e Quartu Sant'Elena nel cagliaritano ed uno a Neoneli nell'oristanese,
dovrebbero tutti derivare, direttamente o attraverso ipocoristici o accrescitivi,
da un soprannome originato dal vocabolo sardo camba
(gamba).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CAMBA; CAMBEDDA; CAMBONI; CAMBOSU; CAMBULI: sa
càmba è la gamba,
ma significa anche ramo; sa
cambèdda è l'osso della
gamba, più conosciuto con nome sa
cannèddade sa càmba.
Sa cambèdda è inoltre
la "guardia" del freno per le redini.
Camboni è l'accrescitivo di
camba > gambone,
ma è anche la bussola d'alcova,
dal catalano cambrò, con la
scomparsa della r (frequente nella lingua sarda). Cambosu
> gamboso, dalle gambe robuste o lunghe?
Cambuli potrebbe invece derivare, oltre
che da gamba, dallo spagnolo antico cambuj,
nel significato di cuffia per i bambini!
(especie de capillo de lienzo que se pone a los
niños). Sono cognomi presenti negli antichi documenti
della Sardegna. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388,
troviamo: Camba Nicolaus - de Aristanni; Cambella Dominigo, ville
Burgi. * Burgi de Gociano...odierna Burgos - fondata da Mariano IV, padre
di Eleonora. Curatorie de Anella; Cambella Joannes, ville Sasseri. ** Sasseri.Sassari.
Et nos Pugioni Anthonius et De Lacon Salatinus, cives Sasseri, sindici,
actores et procuratores.Marringoni Arsòcus potestas ac capitanus
civitatis Sasseri. Omnes cives congregatis in civitate Sasseri, apud ecclesiam
Sancte Caterine.presentibus Corda Jacobo, Magnispesa Francisco, De Mascara
Francisco. In die XIII mensis Januarii MCCCLXXXVIII - 1388. Cambone Gunnario,
jurato ville Culleri(Cuglieri** CULLERI.(attuale Cuglieri) CASTRI MONTIS
DE VERRO.in posse Salari Arsocho, notarii publici et etc. die X januario
1388. nisi bestiaris pastores.congregatis in villa de Guilciochor .in posse
Salari Arsoci, habitatoris Bose .notarii publici et etc. die X januari
1388; Cambone Petro, ville Bordigale. * BORTIGALE.odierno Bortigali. Curatorie
de Marghine de Gociano; Cambuli Echu, jurato ville Mahara. ** Contrate
Marmille.et ego Ferrali Agustinus, sindicus et c.etc. Contrate Marmille.seu
a Nicolao Longhu, castellano Contrate Marmille.habitatoribus, congregatis
in dicta villa Mahara Barbaraquesa (Villamar) ante ecclesiam Sancti Saturnini
(nisi pastores bestiarum) .in posse Virde Andrea, civitate Sasseri, Virde
Joannis filii.die XII januarii 1388; Cambuli Michaele - de Bosa. ** Bosa:
omnibus civibus et habitatoribus civitatis Bose.nisipastores.congregatis
intus Ecclesiam Beate Marie Virginis .die XV Januarii 1388, Cambuli Petro,
ville Selluri. ** Selluri - Sedduri - Seddori: odierno Sanluri. Et ego
Capula Marcus .sindicus, actor et procurator ville Selluri.seu a Petro
De Castay, locuntenente capitanei et Margiano Costa, locuntenente potestatis
terre Selluri et omnibus habitatoribus dicte terre, congregatis. X die
januarii 1388. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°,
XIII° secolo, abbiamo: Camba Arzocco (138), prete di Segazos ( abitato
scomparso appartenente alla Curadorìa di Milis, del regno giudicale
di Arborea, i cui resti si trovano in agro di Riola Sardo, in località
Trogatzus); in uno scambio di terre: tramudarus vinias cun presbiteru Mellose
de Segazos.Cambuli Furada Buriga, figlia a (di) Ianni e sposa a Gosantine
Anione (167), in una partizione di servi: partivi cum donnu Troodori Coco
arkipiscopu. Coiuedi Goantine Anione , serbu de Santa Maria de Bonarcado,
cun Cambuli Furada, ankilla de Santa Maria de Aristanis.Nel Condaghe di
San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo, abbiamo: Camba
Dorgotori (183) in una compera di servi: comporaili a Petru de Serra pede
in Dorgotori Camba et.(ho comprato da Petru de Serra, un quarto(del servizio)
di Dorgotori Camba e.;Camba Maria (76), in una donazione: dona binia (vigne)
in Soricariu - in agro di Andronike; Camba Petru (240), in uno scambio
di servi: tramutai cun Petru de Serra Boe: isse deitimi latus(la metà,
del servizio) de Petru Camba et ego deitili III pedes de Maria Bacca (tre
quarti). Nel Condaghe di San Pietro di Silki, XI°, XIII° secolo,
abbiamo: Canbella Petru (51) armentario( amministratore di corte),
in una donazione a San Pietro (postura); Canbella Comita (100), teste in
una lite per la partizione della servitù (kertu de servis); Canbella
Furatu (131), in una donazione (postura); Canbella Petru(76), maiore de
scolca( comandante dei reparti di guardia dei confini), testimone in una
lite per la partizione della servitù (kertu de servis). Nel testo
del Fara "De Rebus Sardois" libri, III° e IV° troviamo citati:
Cambonus Basilius, canonicus Sorrensis (canonico in Sorres > abitato scomparso;
appartenne alla Curadorìa del Meylogu nel regno giudicale di Torres
e sede della omonima diocesi, oggi non più esistente); Cambonus
Petrus, alleato del re di Spagna e da lui gratificato, allorquando Mariano
IV, Giudice d'Arborea, tentò con azioni militari la conquista
di tutta la Sardegna - anno 1369. Attualmente il cognome Camba è
presente in 32 Comuni italiani di cui 15 in Sardegna: Cagliari 113, Quartu
S. E. 23, Oristano 21, etc. Cambedda è presente in 46 Comuni italiani,
di cui 26 in Sardegna: Teulada 27, Nuoro 23, Cagliari 19, etc. Camboni
è presente in 156 Comuni italiani, di cui 65 in Sardegna: Sassari
71, Plaghe 62, Cagliari 62, Sennori 53, Quartu S. E. 38, etc. Cambosu è
presente in 9 Comuni italiani di cui 8 in Sardegna: Nuoro 44, Ozieri 6,
Sassari 6, Cagliari 5, Olbia 3, etc. Cambuli è presente in 38 Comuni
italiani di cui 18 in Sardegna: Nurallao 33, Cagliari 27, Neoneli 26.
CAMBARAU
Cambarau è tipicamente sardo del cagliaritano, di Quartu Sant'Elena,
Cagliari, Decimoputzu e Capoterra, e di San Giovanni Suergiu e Carbonia
nel carboniense, dovrebbe derivare dal termine sardo cambaràu
(esattore, addetto alle riscossioni),
un deverbale del verbo sardo cambarài (incamerare,
confiscare).
Cambarere, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un errore
di trascrizione di Cambareri, che è tipico del reggino, di Bagnara
Calabra, ma, anche se in misura minore, di Scilla, Villa San Giovanni,
Campo Calabrò, Seminara e Gioia Tauro, Cameriere, molto raro, è
tipico di Lattarico nel cosentino, Camerieri, assolutamente rarissimo,
sembrerebbe del perugino, di Perugia e di Valfabbrica, Sempre del perugino
dovrebbero essere gli assolutamente rarissimi Cammarieri e Cammerieri,
Cammarere, molto raro, sembra essere specifico di Sant`Eufemia d`Aspromonte
nel reggino, Cammareri è tipicamente siciliano del trapanese, di
Trapani, Marsala, Erice, Mazara del Vallo e Gibellina, con ceppi anche
a Palermo e Messina, un piccolo ceppo è presente anche a Taurianova
nel reggino, tutti questi cognomi dovrebbero derivare, a seconda del momento
in cui si sono formati, se in epoca abbastanza vicina da termini, più
o meno dialettali, stanti ad indicare il mestiere di cameriere
come attualmente si intende, se in epoca tardo medioevale o rinascimentale
derivano invece dalla funzione di gentiluomo cameriere,
un funzionario di grado elevato addetto a funzioni amministrative o di
gestione di corte ai servizi dell'alta nobiltà e dell'alto clero.
CAMBI
CAMBIO
Cambi è tipicamente toscano, con ceppi, probabilmente secondari
in Emilia e nel Lazio, Cambio, molto molto raro sembra specifico del casertano
ed iserniano, derivano dal nomen latino Cambius di origini celtiche, di
cui abbiamo un esempio in un atto rogato a Bologna nel 1329: "...Cambius
olim Martini Guaraldi, Iohannes quondam Lambertutij, Albertus Bonore...",
tracce di questa cognominizzazione si trovano a Firenze nel 1200, in uno
scritto del 1263 viene citato un certo Ricco Cambi come esponente dei maggiori
banchieri della città, a Bergamo nel 1500 leggiamo: "...Actorum
spectabilis domini vicarii pretorii Bergomi Francescus
Cambius et Antonius Rizattus julii et augusti
anni 1559...".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cambi muove dal nome proprio medievale Cambio,
d'area toscana (sec. XII). E' forma aferetica da (Bon)cambio
«buon cambio», nome augurativo
«dato a un figlio dopo la morte di un figlio precedente» (De
Felice). Discreta la sua diffusione a Modena. Fonte: F. Violi, Cognomi
a Modena e nel Modenese.
CAMBIALE
CAMBIALI
Cambiale è quasi unico, potrebbe essere siciliano, Cambiali, leggermente
meno raro, è probabilmente toscano, dovrebbero derivare da un termine
medioevale cambiale, cambialis (operatore
di cambio moneta), forse ad indicare nel capostipite un banchiere.
CAMBIASO
Cambiaso è tipicamente ligure di Genova e del genovese, di Serra
Riccò, Sant'Olcese e Campomorone, dovrebbe derivare da un'italianizzazione
del cognome francese Cambiez o del
termine medioevale francese cambias
(birraio), che ha dato origine a quel
cognome, ma potrebbe anche derivare da un soprannome originato dal termine
celta cambios (gobbo),
forse un difetto del capostipite.
CAMBIE'
CAMBIELLI
Cognome lombardo originario della
provincia di Cremona Cambiè, tipico della provincia di Milano Cambielli,
potrebbero essere stati originati da un soprannome derivato da un toponimo
Cambiago (MI) o legato al mestiere di commerciante , cioè di uno
che fa baratti. Potrebbero anche essere derivati dal nomen latino Cambius. (vedi Cambi)
CAMBIERI
Specifico della parte occidentale
dell'Italia settentrionale, potrebbe essere originato dal nome augurale
Cambio ( quelli di Cambio, la gente di Cambio) oppure dal mestiere di commerciante.
CAMBRIA
Specifico del messinese, potrebbe derivare dal cognomen latino Cambria
(antico nome latino per Galles, regione del Nord Ovest dell'Inghilterra),
un esempio è Aurelia Titulla Cambria leggibile in un'antica iscrizione
romana.
CAMBRIANI
Molto raro, è specifico del centro Italia, dovrebbe derivare dall'etnico Cambria, (antico nome latino per Galles, regione del Nord Ovest dell'Inghilterra),
forse ad indicare reduci dalle campagne in Britannia, in
un antica lapide romana leggiamo: "Cambrianus
/ l(ibens) p(osuit)".
CAMBRUZZI
Cambruzzi, presente in modo sporadico nell'Italia settentrionale, ha un
ceppo veneto nel bellunese a Fonzaso, dovrebbe derivare da un soprannome
dialettale con riferimento alla finissima tela detta di Cambrai,
forse ad indicare che il capostipite ne facesse commercio, troviamo tracce
di questa cognominizzazione nel bellunese a Feltre nel 1600, in un atto
leggiamo: "...Ioannes
Cambrutius cancellarius episcopalis feltrensis
notarius...".
CAMEDDA
Camedda, tipicamente sardo, è specifico soprattutto dell'oristanese
di Cabras in particolare e di Oristano, Santa Giusta, Marrubiu e Solarussa,
e di Cagliari, potrebbe derivare da nomi di località.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CAMEDDA: sa camèdda in logudorese
è l'arco del giogo dei buoi.
Dallo spagnolo gamella - arco
de yugo en que entra la cabeza de los bueyes. In campidanese
su yù o juali/e
de is bois. Dal catalano camella.
Dal latino camela = femmina
del cammello. In latino esiste anche camella,
dim. di camera, col significato di scodella.
Sono tanti i cognomi ed i toponimi che hanno come base questo termine,
sin dai tempi antichi e, nonostante sia ritenuto logudorese, lo ritroviamo
in tutta la Sardegna, anche nei toponimi: un classico esempio è
l'area del Monte Linas, Sardegna sud occidentale, dove ritroviamo i toponimi
Punta sa Camedda, su Pranu de Camedda, in agro di Gonnosfanadiga. Come
cognome lo ritroviamo tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del
1388: Camella Bernardus, ville Algueri(Alghero). Nell'oper del Fara (De
Rebus Sardois, III°, IV° libro è citato Camella Bernardus:
nominato, nell'anno 1387, dal re Giovanni d'Aragona tutore e curatore (amministratore),
insieme a Franciscus Bos et Antonius Ferret, pro Alguerii populo
(per la città di Alghero). Camedda Antioco (XVIII_XIX secolo) sacerdote
residente a Cagliari * I 2000 sardi più faosi (L'Unione Sarda).
Attualmente il cognome Camedda è presente in 111 Comuni italiani,
di cui 49 in Sardegna: Cabras 230, Oristano 65, Cagliari 48, Santa Giusta
28, Marrubiu 18, etc.
CAMELI
CAMELLI
CAMELLINI
CAMELLINO
CAMELLO
Cameli è molto diffuso nell'area che comprende il maceratese, il
Piceno ed il teramano in particolare ed il pescarese, con piccoli ceppi
in Umbria, uno nel romano e latinense ed uno nell'ennese, Camelli, molto
raro, è specifico di Faenza, Camellini è tipicamente emiliano,
del reggiano, di Reggio Emilia,Cadelbosco di Sopra, Guastalla e Casalgrande,
del modenese, di Sassuolo, Modena, Formigine e Carpi e di Parma, Camellino,
praticamente unico, potrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del
precedente, Camello è assolutamente rarissimo, dovrebbero quasi
tutti derivare, direttamente o attraverso una forma ipocoristica, da una
latinizzazione del nome e cognome tedesco
Kamel, cognome di cui abbiamo un esempio
nella seconda metà del 1600 con il Padre gesuita Georg Joseph Kamel
che latinizzò il suo nome in Gergius Josephus
Camellius e che diede il suo nome alla camelia
(pianta da fiore) che portò
in Italia dall'Asia, ma è pure possibile una derivazione dal nome
di origine celta Camelian, ricordiamo
San Camelian vescovo di Troyes in Francia dal 478 al 525, anno della sua
morte, non si può escludere che in qualche caso possano anche derivare
dal nome arabo Kamel, ricordiamo con
questo nome il sultano d'Egitto Malik-al Kamel
che nel 1292 restituì a Federico II° Gerusalemme senza combattere.
CAMELLATO
Camellato, estremamente raro, è del trevigiano, dovrebbe trattarsi
di una forma patronimica dialettale del nome Camellus
o Camellian, la terminazione in -ato
sta per figlio di. (vedi Camelli).
CAMERA
CAMERAN
CAMERANI
Camera è distribuito in
tutt'Italia, ha vari ceppi originari, dalla provincia di Alessandria, Pavia
e Genova alla Campania ed alla Calabria. Cameran è padovano
e Camerani è ravennate. Questi cognomi potrebbero derivare da uno
dei tanti toponimi con radice Camera come Camerana (CN), Camerano (AN)
- (AT) ecc. oppure dal mestiere di servitore (addetto alla camera).
CAMERINI
CAMERINO
Camerini è presente a macchia di leopardo nel centronord,
Camerino è presente in tutta Italia, possono derivare dal toponimo
Camerino (MC) in qualche caso, in altri dal mestiere di servitore
(addetti alla camera).
Camilla è tipica del cuneese di Niella Tanaro e Mondovì,
Camillacci è tipicamente laziale, del romano e del frusinate, Camilletti
è tipico delle Marche, del perugino e del romano, Camilli è
specifico della fascia centrale che comprende il grossetano, il Lazio,
l'Abruzzo, l'Umbria e le Marche, Camillini è tipicamente romagnolo,
del ravennate, forlivese, riminese e pesarese, Camillo ha ceppi nel Veneto,
nel romano, nel napoletano, nel foggiano e nel palermitano, Camilloni sembra
marchigiano e del perugino e romano, Camillucci oltre al ceppo marchigiano
ha un ceppo nel ternano, nel viterbese e nel romano, Camilluzzi, molto
molto raro, è tipico del ternano, Cammilli, sicuramente toscano,
è proprio del fiorentino e del pistoiese.,
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome antico Camillo,
l'italianizzazione cioè del personale samotracio Kadmilos,
che, nell'antica mitologia greca, era il nome attribuito al padre dei Cabiri
(divinità dell'oltretomba, venerate come Grandi Dei in un culto
misterico che aveva il suo centro in Samotracia): dalla figura mitologica
di Kadmilos, in seguito, presero il
loro nome i cosiddetti camilli, giovani sacerdoti che assistevano a particolari
riti sacrificali, conosciuti come i Misteri dei Grandi Dei. Detto questo,
comunque, va notato che in alcuni casi il cognome Camillo potrebbe derivare
da una variante del cognome Camillò (vedi questo cognome). Per quanto
riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni
o dei nomi personali dei capostipiti o di soprannomi ad essi attribuiti.
CAMILLERI
CAMILLIERI
Camilleri è tipicamente siciliano dell'area che comprende il nisseno,
l'agrigentino ed il palermitano, Camillieri, molto molto raro, è
tipico di Ragusa e del ragusano, con il termine camillero
in Sicilia si definivano i portantini o lettighieri, ed anche dei frati
camilliani cioè che per vocazione dedicavano la loro vita all'assistenza
ai malati, si potrebbe ipotizzare quindi che il capostipite avesse o rapporti
con qualche convento di quei frati o facesse appunto il lettighiere.
CAMILLO'
Camillò è tipicamente calabrese del reggino e soprattutto
di Vibo Valentia.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questo cognome va ricercata nel soprannome o nome medievale
Camillò, che, nato sulla base
del greco chamilòs, significa letteralmente basso (vedi anche
Basso e Curcio, dei quali Camillò è l'equivalente greco-italiano);
anche se è più improbabile, comunque, non si può escludere
che in alcuni casi questo cognome derivi dal nome antico Camillo (vedi
Camilli). In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni o dei
nomi personali dei capostipiti o di soprannomi ad essi attribuiti.
CAMINADA
Tipicamente lombardo e specificatamente
milanese e comasco.
CAMINATI
Si individuano due ceppi uno nell'area
di Piacenza e l'altro in provincia di Forlì; il ceppo piacentino
deriva dal toponimo Caminata (PC).
CAMINITA
CAMINITI
CAMINITO
Caminita è specifico del palermitano, di Palermo e di Ustica, Caminiti,
molto più diffuso, è tipico della Calabria meridionale e
della Sicilia nordorientale, di Villa San Giovanni, Benestare, Bovalino,
Santa Cristina d'Aspromonte, Careri e Cittanova nel reggino e di Messina,
Roccalumera, Santa Teresa di Riva, Furci Siculo, Pagliara, Taormina, Mandanici
e Fiumedinisi nel messinese con ceppi anche a Catania e Palermo, Caminito,
meno diffuso, è specifico di Melilli nel siracusano e di Militello
in Val di Catania e Catania nel catanese, in molti casi dovrebbe trattarsi
di forme etniche riferite al paese di Camini nel reggino, il cui toponimo
dovrebbe derivare dal termine greco arcaico kaminion
(fornace), negli altri casi potrebbe
derivare dal termine grecanico caminètes
(piccola fornace), forse ad indicare
che i capostipiti si occupassero della fusione di metalli.
integrazioni fornite da Michele
Caminita
Caminita: da documenti trovati nell'archivio di stato civile del comune di Ustica
si legge che il capostipite fosse un certo marinaio proveniente dalla Spagna
di nome Joachin Caminito nato nel 1786 successivamente sposato con una
donna di Ustica ed ivi morto nel 1883.
CAMINOLI
Assolutamente rarissimo potrebbe derivare da toponimi come Camino (TV)
o Camino al Tagliamento (UD).
integrazioni fornite da Enrico
Caminoli
i Caminoli in italia sono tutti parenti fra loro, quindi esiste un
solo ceppo; da una ricerca a metà del 1700 fino al 1800 erano in
Carinzia Slovena, a Maribor, probabilmente di origini venete.
Il toponimo di riferimento è Camino, come la famiglia Da Camino
della marca trevigiana. Comunque nel 1900 i Caminoli sono in trentino.
CAMIOLA
CAMIOLI
CAMIOLO
Camiola, quasi unico, sembrerebbe siciliano, Camioli, anch'esso quasi unico,
è probabilmente dovuto ad un'errore di registrazione anagrafica
settentrionale del cognome Camiolo, che è tipicamente siciliano,
di Palermo, di Gela nel nisseno, di Grammichele, Catania e Caltagirono
nel catanese e di Valguarnera Caropepe, Leonforte, Aidone ed Enna nell'ennese,
dovrebbe derivare dal nome medioevale Camiolus,
un'alterazione dialettale del termine latino medioevale cameolus
(cammeo), dell'uso di questo termine
abbiamo un esempio in epoca medioevale in un atto: "...
Zona una argenti cum cinto corii cum certis paucis splanguis. Adamanti
tres parvi in tribus anulis auri. Camiolus
unus in uno anulo auri. Anulli quatuor auri fracti pauci valoris. Virge
due parve pauci valoris que sunt fracte. Pendini duo granate et alii duo
safilii cum periis ceto...", nome in uso soprattutto presso i popoli
slavi, anche come forma alterata del nome Camillus,
secondo un'altra ipotesi potrebbe derivare da un soprannome dialettale
basato su di un termine arcaico dialettale camiolo
(vignaiolo).
CAMISASCA
CAMISONI
Cognomi decisamente milanesi, dovrebbero
derivare dal toponimo Camisasca (CO) e Camisano (CR).
CAMISOLA
Camisola, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'astigiano, forse di
San Damiano d'Asti, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine
dialettale piemontese camisòla
(sottoveste), a sua volta derivato
dal provenzale camisol (gonna,
veste), si tratta di un cognome molto antico, di cui si hanno
tracce fin dal medioevo, infatti nel Codice Diplomatico
della Lombardia Medioevale, in una Cartula
vendicionis redatta a Pavia nell'anno 1141 possiamo leggere:
"Anno ab incarnacione domini nostri Iesu Christi
millesimo centesimo quadragesimo primo, quintodecimo kalendas decembris,
indictione quinta. Constat me Mantoanam, filiam quondam Nigriboni Buccanigra,
et relicta quondam Guilielmi Bescossa, que professa sum ex nacione mea
lege vivere Romana, accepisse sicuti et in presentia testium accepi a te
Borgundio Musso da Salairano, per Rainardum
Camisolam, missum tuum, argenti denariorum
bonorum Papiensium solidos viginti quinque et dimidium, finito precio,
pro omnibus rebus illis cum areis suis, iuris mei, quas habere et deti|nere
visa sum, per aliquem modum, in loco et fundo Ragagnaria et in eius territorio,
prope castro de Lambro ...".
CAMMARELLE
Cammarelle, abbastanza poco comune, è specifico di Rionero in Vulture
nel potentino, dovrebbe derivare dal nome della località Cammarelle
sita nel comune di Padula nel salernitano.
CAMMI
CAMMIA
Cammi è specifico di Piacenza e del piacentino, di Rottofreno, Fiorenzuola
d'Arda e Caorso, Cammia, quasi unico, è sempre del piacentino, dovrebbero
derivare dal nome tardo latino di origini celte Cammius,
latinizzazione del nome Cammiac in
uso nella Gallia meridionale, durante il periodo imperiale sotto Antonino
Pio troviamo come Proconsole del Norico Lucius
Cammius Secundinus, in una lapide del primo secolo situata ad
Aquileia si può leggere: "K(alendis)
Novembr(ibus)
L(ucius) Nonius
Rufinus Pomponianus Q(uintus)
Vesonius Fuscus // p(raefecti)
i(ure) d(icundo)
/ scr(ibendo)
adf(uerunt) C(aius)
Lucretius Helvianus M(arcus)
// Trebius Proculus L(ucius)
Cammius Maximus
/ s(enatus) c(onsulto)
cum prona voluntate // honestissimo animo ultro Calvius Pollio IIIIvir
i(ure) d(icundo)
/ in proximum annum // professus sit quo facto haesitationi publicae in
partem / moram ademerit placere ei quo // magis etiam ceteri ad bene faciendum
in rei publicae / provocentur statuam equestrem // auratam in foro n(ostro)
poni censuer(e)
prim(us) cens(uit)
C(aius)
Lucretius Helvianus".
CAMMAROTA
CAMMAROTI
CAMMAROTO
Cammarota è un cognome specifico dell'Italia meridionale, probabilmente
originario della Campania e Basilicata, dove è diffusissimo, Cammaroti,
praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione
del precedente, Cammaroto è specifico di Messina e del messinese,
si dovrebbe trattare di cognomi derivanti da alterazioni dialettali del
nome del paese di Camerota nel salernitano, o di Cammarata nel cosentino e nell'agrigentino.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cammarota è cognome siciliano (anche Cammaroto) che viene dal
greco 'kammarōtos' = fatto
a volta, ma anche 'fiero'.
Possibile anche una derivazione dal toponimo Camerata (SA). Rohlfs 60.
CAMMORANESI
CAMORANESI
Camoranesi è ormai quasi estinto in Italia continua la sua presenza
all'estero grazie al fenomeno dell'emigrazione del secolo scorso, Cammoranesi
è estremamente raro, sembrerebbero originari dell'anconetano, forse
di Fabriano.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Camoranesi è un cognome ormai quasi scomparso nel nostro paese, probabilmente originario
delle Marche, deriva dall'etnico del toponimo Camerano (AN), un tempo noto
come Camborano o Camorano.
CAMNASIO
Specifico del milanese, dovrebbe derivare dal toponimo Camnago (MI) frazione
di Lentate.
CAMODECA
Camodeca è tipico della zona tra il basso potentino, San Paolo Albanese
e San Costantino Albanese, e l'alto cosentino, Spezzano Albanese e Castroregio,
famiglia nobile di chiare origini albanesi, che arrivò in zona nella
prima metà del 1500, in fuga da Corone, città della Morea
(antico nome del Peloponneso attualmente greco), che era stata invasa dai
turchi islamici, aiutati nell'operazione di espatrio dalle navi messe a
disposizione da Carlo V°, per sottrarre i cristiani alle ritorsioni
turche.
CAMOGLIANO
Molto molto raro è tipicamente genovese, dovrebbe derivare dall'etnico
di Camogli (GE).
CAMOIRANO
Camoirano, molto molto raro, è tipicamente ligure, dell'area tra
genovese e savonese, potrebbe trattarsi di una forma etnica relativa al
paese spagnolo di Camoira in Galizia, questo supportato dalla particolare
frequenza con la Spagna da parte della Repubblica Marinara di Genova e
dai numerosi interscambi marittimi fra quelle regioni.
CAMONI
Due le aree di origine, la provincia
di Brescia e quella di Piacenza, dovrebbe essere legato alla provenienza
dalla val Camonica.
CAMONITA
CAMONITI
Camonita è tipico di Paternò nel catanese, con un piccolo
ceppo anche a Ficarazzi nel palermitano, Camoniti, quasi unico, sembrerebbe
del palermitano, dovrebbero derivare da forme etniche soprannominali grecaniche
dove il suffisso -ita sta per abitante
di, proveniente da, una
località per il momento non meglio identificabile.
CAMORANI
Camorani è tipicamente romagnolo, di Forlì, e del ravennate,
di Faenza, Lugo, Solarolo e Castel Bolognese, con un ceppo anche nel reggiano
a Reggio Emilia e Canossa, dovrebbe derivare dal nome del paese di Camorano,
antico nome dell'attuale Camerano nel riminese o Camerano nell'anconetano.
CAMORRI
Camorri, molto raro, è tipico di Cortona nell'aretino, dovrebbe
derivare da un soprannome originato dal termine arcaico italiano camorro
(acciacco, malaticcio e per estensione
cosa che funziona male) a sua volta
derivato dal latino camoria (moccio).
CAMOSSI
CAMOSSO
Camossi sembra tipico di Darfo Boario Terme (BS) e del bresciano, Camosso
è tipico piemontese di Envie (CN), dovrebbero derivare da soprannomi
originati dal vocabolo dialettale lombardo camòss
(camoscio).
CAMOTTI
Camotti è specifico di Castelli Calepio nel bergamasco, il cognome
dovrebbe derivare dal fatto che il capostipite fosse di razza camuna, o
semplicemente provenisse dalla Val Camonica.
CAMPA
CAMPI
CAMPO
DELLA CAMPA
LO CAMPO
Campa è tipicamente pugliese, del Salento in particolare, Campi
è diffuso in tutto il nord, soprattutto nel milanese e varesotto,
nel genovese, nel ferrarese ed in Umbria, Campo è tipicamente siciliano
con ceppi anche nel bellunese ed in Puglia, Della Campa, rarissimo, è
del napoletano, Lo Campo è specifico di Foggia, dovrebbero tutti
derivare da uno dei molti toponimi chiamati Campa, Campi o Campo o composti
con la parola Campi o Campo, abbiamo un esempio di quest'uso in questo
scritto del 1257: "...Nam
ex parte mei, domui iam dicte pacis causa, propter eciam salutem anime
mee, de consensu fratris mei Sandivogii et filioli mei Nycolai filii Sandivogii
de Campa, villas istas, ...". Tracce
di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1200 nel pisano:
"...Bonaventure de Ceuli quondam Campi
de S. Iohanni alla Vena (San Giovanni alla
Vena (PI))...", in Valtellina nel 1600
con il notaio Antonio Campi, esattore delle taglie forestiere nella comunità
di Grosio (SO).
CAMPACCI
CAMPACCIO
CAMPACI
Campacci, molto molto raro, ha un ceppo nello spezzino ed uno nel forlivese,
Campaccio, quasi unico, è toscano, Campaci ha un ceppo molto piccolo
nel nordmilanese e nell'area che comprende il pavese e l'alessandrino,
ed un ceppo veneto concentrato nel rovigoto, padovano e veneziano, dovrebbero
derivare da soprannomi originati da nomi di località, come quella
citata in questo scritto del 1581 a Travedona nel varesotto: "..Jtem
dicunt esse legatum unum super pecia una terre ubi
dicitur al campacio siue in ciosetto super
quo debetur ecclesie santi Viti ..", tracce di queste cognominizzazioni
le troviamo in un atto del 1582 a Dervio nel lecchese: "..Una
pezza de vigna arativa et prattiva de pertiche doi et meza nel circa, dove
se dice alla vigna della madona alla quale coherentia ms gio Petro del
guasto da mezo dì il sig.ottavio boldoni Dottore da bellano da sera
Jacobo della corona prestinaro et da nullora ms Gio
Antonio Campacio da Coreno..".
CAMPAGNA
Molto diffuso in tutt'Italia, dovrebbe derivare dai vari toponimi con questa
radice presenti un pà ovunque in Italia, come ad esempio Sommacampagna
(VR), Campagna (SA), (VI), (PG), (TV), (CR) e molti altri, di quest'uso
abbiamo un esempio in una Carta de concessione dell'XI° secolo: "...Quomodo
erit modo de rebus nostris quas hic per comitem Gaufridum, avunculum vestrum,
et episcopum Andecavensem et uxorem Hucberti
de Campania, Agnetem, hujus castri tunc dominam,
et per filios suos, partim dono, partim precio, hic adquisivimus?...".
CAMPAGNOLA
CAMPAGNOLI
CAMPAGNOLO
CAMPAGNUOLO
Diffuso in tutta Italia Campagnola con almeno due ceppi uno cagliaritano
e l'altro veronese, Campagnoli altrettanto diffuso è probabilmente
di origine modenese, mentre Campagnolo prevalentemente veneto possiede
anche un ceppo ragusano, Campagnuolo è specifico dell'area occupata
dalle province di Napoli, Caserta e Benevento. Tutti questi cognomi hanno
una derivazione dall'attività contadina o da un soprannome nato
in città per identificare chi era di campagna o da un soprannome
legato ad un toponimo come Campagna (SA) - ( PN) - (VE) o anche Campagnola
(PD) - (VR) - (CE) - (CR) - (RE).
CAMPANA
CAMPANI
CAMPANINI
Molto diffuso in tutta Italia Campana, Campani è dell'area che comprende
reggiano, modenese e Toscana, prevalentemente settentrionale Campanini,
che ha le sue origini in Emilia ed in Lombardia. Questi cognomi derivano
o da un soprannome legato al mestiere di campanaro (modificato dal dialetto)
o di produttore di campane o alla provenienza campana o a toponimi come
Campana (CS).
ipotesi fornite da D. Campanini
la provenienza di Campanini non è assolutamente da collegare
alla campana ma al mestiere di camparo,
cioè colui che apriva le chiuse per l'irrigazione dei campi, chiamato
anche camparèn in dialetto emiliano
e poi modificato in campanèn
quindi Campanini.
CAMPANACCI
Campanacci, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere dell'Italia settentrionale,
l'origine potrebbe dipendere dal mestiere di conduttore di vacche svolto
dal capostipite, vacche che, nel settentrione d'Italia, erano, ed in alcuni
casi sono ancora, caratterizzate dall'avere al collo un campanaccio, che,
nel periodo di transumanza, risuonava durante il cammino verso l'alpeggio.
CAMPANARI
CAMPANARO
CAMPANER
Campanari è tipico di Marche e Lazio, Campanaro ha un ceppo nel
vicentino, uno nel foggiano, uno nel cosentino ed uno nel nisseno, Campaner
è tipico dell'area che comprende il trevisano, il veneziano ed il
Friuli, l'origine di questi cognomi è un soprannome, in alcunu casi
in dialetto, legato al mestiere di campanaro o di produttore di campane.
CAMPANALE
CAMPANILE
CAMPANILI
Campanale è specifico del barese zona di Cassano delle Murge e di
Ruvo di Puglia, Campanile è molto diffuso nel Lazio, Campania e
Puglia, Campanili, assolutamente rarissimo, è probabilmente dovuto
ad un errore di trascrizione del primo, dovrebbe derivare da soprannomi
originati da caratteristiche fisiche o della località, abitare nelle
vicinanze di un campanile, o di una posizione eretta a mò di campanile.
integrazioni fornite da Prof. Vito
Zullo
Riguardo al cognome Campanile, diventato poi anche Campanale si ha
notizie in un atto dello stato canonico del 1591 riscontrato nella chiesa
madre di Cassano delle Murge (Ba) dove viene citato un certo "....magnificus
notarius Vincenzius Campanilis
de Tramonto..." Tramonti di Cosenza o Salerno? Risultava poi provenire
dalla città di Tramonti di Salerno. Nel comune di Tramonti rogarono,
per gli anni 1568-1581, il notaio Campanile Antonio (sicuramente fratello
di Vincenzo) e, per gli anni 1713-1766, il notaio Campanile Andrea.
Campanella è molto diffuso in tutt'Italia, i ceppi più importanti
sono in Sicilia, Puglia e Campania, Campanelli è specifico della
zona tra bassa bresciana ed alto cremasco, Campanello sembrerebbe siciliano
di Grammichele nel catanese, Campanielli è quasi unico, dovrebbe
essere dovuto ad un'errata trascrizione di Campaniello, che ha un ceppo
campano a Villa di Briano e San Marcellino nel casertano ed a Torre del
Greco nel napoletano, ed un ceppo pugliese nel foggiano a Foggia, Cerignola
e Vieste ed a Barletta nel barese, dovrebbero tutti derivare da soprannomi,
amche dialettali, originati da caratteristiche del capostipite o perchè
il suo mestiere comportasse l'uso di campane o campanacci o per la presenza
di una campana in prossimità della sua abitazione, ma è molto
probabile anche una derivazione da toponimi come Campanella nel vicentino,
nel salernitano e nel ragusano, Campanelle nel maceratese, o altri simili,
personaggio degno di nota fu il filosofo calabrese Tommaso Campanella (1568-1639).
CAMPARADA
Camparada, molto molto raro, è tipicamente lombardo, di Monza in
particolare, dovrebbe derivare dal toponimo Camparada (MI) nel monzese,
il toponimo di origine romana trae il proprio nome dal termine latino campora
(campi).
CAMPARI
CAMPARO
Campari ha un ceppo lombardo tra milanese, pavese e cremonese, ed uno emiliano
tra parmense, reggiano e modenese, Camparo, molto più raro, parrebbe
tipicamente del pavese, dovrebbero derivare dall'antico mestiere del camparus
o guardiano, custode di un fondo rustico,
di questo mestiere abbiamo una traccia in un atto del 1628 nel ducato di
Milano: "...Dominicus camparus
filius quondam Francisci...".
CAMPATI
Campati ha un ceppo a Roma ed uno a Schiavi (CH)
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Alla base del cognome è il participio passato del verbo campare,
nel senso di scampare, vivere, sopravvivere,
dato come soprannome al capostipite perchè probabilmente scampato
ad una calamità naturale o ad una terribile epidemia. Sarebbe da
escludere la derivazione del cognome dal termine campata,
elemento architettonico compreso tra due sostegni o piedritti consecutivi.
Ancora de prendere in considerazione è la probabile derivazione
dalla attività agricola o dalla riscossione delle tasse: il campatico
è il reddito agrario o anche la tassa imposta sui redditi agrari.
CAMPEOL
Campeol è un cognome tipico del trevigiano, di Istrana, Farra di
Soligo e Pieve di Soligo, dovrebbe derivare dall'etnico dialettale del
toponimo Campea di Miane (TV).
CAMPERA
Campera è specifico del pisano, di San Giuliano Terme, Vecchiano
e Pisa, dovrebbe derivare da nomi di località come La Campera di Cascina,
o Campera di Peccioli, entrambe nel pisano.
CAMPERI
CAMPERO
Camperi è tipico del cuneese, di Mondovì, Villanova Mondovì
e Frabosa Soprana, di Torino e dell'imperiese, con un piccolissimo ceppo
anche nel bergamasco, Campero è specifico di Garessio nel cuneese,
potrebbero derivare dal cognomen tardo latino Camperus,
di cui abbiamo un esempio d'uso in questo testo medioevale: "...Denique
vero Camperus
ipse, in iconibus operi suo sbjunctis, lineis suis binis normalibus adeo
arbitrarie et incostanter usus est, toties punctis contactus variat, secundum
quae lineas istas dirigit, et a quibus omnis earum vis et fides pendet,
ut seipsum in earum usu incertum et ambigue hesitantem tacite profiteatur...".
CAMPESAN
CAMPESANO
CAMPISANI
CAMPISANO
Campesan, molto raro, è tipicamente veneto, dell'area vicentino,
padovana, Campesano, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un errore
di trascrizione del precedente, Campisani, assolutamente estremamente raro,
è panitaliano, Campisano ha un ceppo a Roma, uno calabrese tra catanzarese
e valentiano ed uno siciliano nel catanese, dovrebbero tutti derivare,
direttamente o tramite modifiche dialettali, dal termine campisano,
ormai caduto in disuso, usato per definire i lavoratori agricoli, ma i
ceppi veneti potrebbero anche derivare da etnici del toponimo Campese nel
vicentino.
CAMPESE
CAMPESI
CAMPISE
CAMPISI
Campese ha un ceppo nel vicentino che potrebbe derivare dal toponimo Campese
di Bassano (VI) ed uno nel napoletano, ma il nucleo più importante
è in Puglia, nel barese in particolare, Campesi è tipicamente
sardo, della zona di Olbia e di Oschiri in Gallura, Campise, molto molto
raro, è calabrese, Campisi è tipico siciliano e del reggino,
dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite modificazioni locali,
dal termine medioevale campese o campise
utilizzato per indicare i terreni coltivabili, come si può leggere
in questo documento del 1258 ad Afragola (NA): "...tenet
a domino Joanne Abate monasterii S. Petri ad Castellum petiam unam terre
campise sitam
in dicto casali...".
CAMPIBELLI
CAMPOBELLO
Campibelli, quasi unico, parrebbe dovuto ad un errore di trascrizione,
effettuato da uffici anagrafici del nord, relativo al cognome Campobello,
che, molto raro, ha un ceppo a Martina Franca nel tarentino ed uno a Palermo
e Ciminna nel palermitano, dovrebbe derivare da toponimi come Campobello
di Licata nell'agrigentino o Campobello di Mazara nel trapanese.
CAMPIDOGLIO
Campidoglio è tipico del sud, assolutamente rarissimo, sembrerebbe
della zona tra la Campania, il Molise e la Puglia, ma con presenze anche
in Sicilia, potrebbe derivare da toponimi come Campidoglio nel teatino
o come la località Campidoglio nell'amalfitano.
CAMPIGLIA
Campiglia ha un ceppo a Roma ed uno a Sala Consilina nel salernitano, dovrebbero
derivare da un nome di località. (vedi CAMPILI).
CAMPILONGO
Campilongo ha un ceppo a Napoli, uno nel leccese, ad Arnesano, Monteroni
di Lecce e Lecce, ed a Taranto, ed uno nel cosentino, a Verbicaro, Belvedere
Marittimo, Castrovillari, Rossano, Firmo e Scalea, dovrebbe derivare da
nomi di località denominate campo lungo, probabili luoghi d'origine dei capostipiti.
CAMPIRONI
Cognome milanese, dovrebbe derivare
dalla funzione di campèe (guardia dei campi).
CAMPISANO
Tipico calabrese, della zona di Filadelfia (VV) e Falerna (CZ), ha un ceppo
forse non secondario a Roma, dovrebbe derivare dal termine campesanus
(abitante di zone rurali).
CAMPITELLI
Sembra avere tre ceppi, nel maceratese,
nel chietino e nel salernitano, dovrebbe derivare da un nome di località,
si hanno tracce di questo cognome a Macerata fin dal 1700, con un Vincenzo
Campitelli di nobile famiglia.
CAMPLI
DI CAMPLI
Campli è tipico di Francavilla al Mare e di Ortona nel teatino,
Di Campli, molto più diffuso, è specifico del teatino, di
Lanciano, Ortona e Castel Frentano, e di Pescara, dovrebbero derivare dal
nome del paese di Campli nel teramano, probabile luogo d'origine dei capostipiti, che potrebbero risalire all'epoca dei
saccheggi di Campli ad opera nelle truppe borboniche nel XVIII° secolo,
saccheggi che costrinsero molti abitanti a ripararsi nel vicino teatino.
CAMPOBASSO
Presenze significative a Roma ed a Fondi (LT) ed in Campania a Napoli ed
a Montesarchio (BN), ma il nucleo principale sembrerebbe essere in Puglia
a Triggiano (BA) ed a Bari, con un ceppo anche a Lecce, dovrebbe derivare
dal toponimo molisano Campobasso, improbabile una connessione con il condottiero
Angelo Monforte, Conte di Campobasso detto
il Campobasso, che si schierò contro il Re Ferdinando II d'Aragona
il cattolico (1452-1518) la cui discendenza continuò con il cognome
di Monforte e neppure è proponibile una connessione con Niccolò
di Monforte, Cola Gambatesa, il conte Cola Di Napoli, Conte di Campobasso
e di Termoli. Signore di Campobasso, generale sotto gli Angiò contro
il re di Francia Luigi XI nella guerra del Bene Pubblico e che con il Galeota
l'esercito del conte di Charolais e del duca di Borgogna Carlo il Temerario
con 900 uomini d'arme, di cui 120 veterani delle guerre italiane. Attacca
Parigi, in quanto la sua stirpe proseguì con il cognome di Gambatesa.
CAMPOFILONI
Campofiloni sembrerebbe tipico di Fermo (AP) e dintorni, deriva dal toponimo
Campofilone (AP) che era in epoca medioevale un territorio sottoposto all'autorità
di Fermo.
CAMPOLATTANO
Campolattano è un cognome tipico di Maddaloni nel casertano, dovrebbe
trattarsi di una forma locale per indicare una persona proveniente da Campolattaro
nel beneventano.
CAMPOLI
CAMPOLINI
CAMPOLINO
Campoli è tipicamente laziale, molto diffuso nel romano, nel latinense,
nel frusinate, con un piccolo ceppo anche nel napoletano, Campolini, quasi
unico, è laziale, Campolino, altrettanto raro, sembrerebbe siciliano,
potrebbero derivare, direttamente o attraverso ipocoristici, dal nome medioevale Campolus, ma è
pure possibile che possano derivare da un alterazione del termine latino
campilius, ad indicare nel capostipite un contadino
addetto a dei campilia (vedi CAMPILI).
CAMPOLUNGHI
CAMPOLUNGO
Della zona compresa tra Pavia,
Milano e Piacenza Campolunghi, lodigiano con radici anche nelle Marche
Campolungo. Questi cognomi derivano da soprannomi che servono ad
identificare una provenienza, quelli del campo lungo ad esempio diventano
i Campolunghi (pensate ad esempio a Melegnano, dove la via Castellini
era chiamata contrada lunga.
CAMPOMAGGIORE
Campomaggiore, molto raro, è tipico del casertano, di Capodrise e di Marcianise,
dovrebbe derivare dal nome del paese potentino di Campomaggiore o dal paese
omonimo nel reatino, o anche da Campomaggiore, una località di Reino
nel beneventano.
CAMPOMENOSI
CAMPOMINOSI
Campomenosi sembrerebbe specifico del genovese, di Santo Stefano d`Aveto
e Chiavari, Campominosi è specifico del piacentino, di Piacenza
e Ferriere in particolare, dovrebbero entrambi derivare dal nome della
località di Campomenoso di Santo Stefano d`Aveto, i Campomenoso,
nobili liguri, compaiono in atti notarili degli inizi del 1300, in un atto
di vendita del 1324 leggiamo: "...Petrus, filius
quondam Enrici de Campolemenoso
de Valle Avanti...", il casato nel 1500 si legò in matrimonio
con un ceppo dei Doria..
CAMPOMIZZI
Tipico marsicano, potrebbe derivare dal nome della località Campomizzi
di Pescasseroli (AQ), nel 1800 troviamo tracce di questo cognome nei territori
di Cerchio (AQ) con i briganti Pasquale ed Emidio Campomizzi.
CAMPONOGARA
Camponogara è tipico del veronese e vicentino, in particolare di
Vestenanova, San Martino Buon Albergo e Verona nel veronese e di Valdagno
nel vicentino, dovrebbe derivare dal nome del paese veneziano di Camponogara,
anche se non si può escludere che derivi dal nome di altre località
caratterizzate dalla presenza di una piantagione di alberi di noce, un
campus nucarius.
CAMPORA
Campora ha un nucleo tra genovese ed alessandrino, un piccolo ceppo nel
napoletano ed uno nel palermitano, dovrebbe derivare da soprannomi indicanti
una provenienza dai campi cioè un'origine contadina, campora
(campi) è il plurale del sostantivo latino
campus (campo).
CAMPOREALE
Camporeale è tipicamente pugliese, in particolare di Giovinazzo
e soprattutto di Molfetta nel barese, con un ceppo importante anche nel
foggiano a Margherita di Savoia e San Ferdinando di Puglia, dovrebbe derivare
da toponimi come Camporeale di Ariano Irpino nell'avellinese o Camporeale
di Marsico nuovo nel potentino.
CAMPORESE
CAMPORESI
Camporese sembra specifico del padovano, con un piccolissimo ceppo a Sanza
nel salernitano che dovrebbe derivare dal toponimo Campora (SA) ed uno
ancora più piccolo a Napoli che dovrebbe derivare da Campora di
Agerola (NA), Camporesi è proprio del forlivese e ravennate, tutti
questi ceppi settentrionali derivano da un soprannome originato dal vocabolo
campus (terreno
agricolo), il cui plurale fa campora
e starebbero ad indicare un'origine contadina. Tracce di questa cognominizzazione
si hanno già nel 1500, a Roma troviamo un Pietro Camporesi di Forlì
Architetto del Papa Clemente XIII°; nelle memorie del chirografo
di Clemente XIII° leggiamo: "colla
minor spesa possibile, coll'intervento e ricognitione anche di Pietro
Camporesi Architetto".
CAMPOROTONDO
Camporotondo, assolutamente rarissimo, è ora presente praticamente
solo nel pavese, in particolare a Varzi, che dovrebbe essere uno dei nuclei
originari, mentre un altro nucleo ormai scomparso parrebbe siciliano, forse
del palermitano, dovrebbe essere derivato da nomi di località come
Campo Rotondo di Molare nell'alessandrino o ad esempio Camporotondo nel palermitano, ma presente anche nel catanese.
CAMPOSTRINI
Campostrini ha un ceppo nel veronese, a Villafranca di Verona, Verona,
Sant'Anna di Alfaedo, Sant'Ambrogio di Valpollicella e Bardolino, ed in
Trentino, ad Avio, Ala, e Rovereto, ed un ceppo nel fiorentino a Sesto
Fiorentino e Firenze, potrebbe derivare dal nome del paese di Campostrino,
una frazione del paese di Asigliano Veneto nel vicentino, o di altri posti
con un nome simile, come ne esistono nel ferrarese ed anche altrove.
CAMPOVERDE
Campoverde, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'Italia centrale,
forse dell'Abruzzo, dovrebbe derivare dal nome del paese di Campoverde,
frazione di Aprilia nel latinense, forse il luogo primitivo d'origine del capostipite.
CAMPU
CAMPUS
Campu è praticamente unico, Campus, tipicamente sardo come il precedente, derivano da nomi di località contenenti il termine
latino campus (campo) come Campus Jovis, Campus Martius ed altri, o anche
direttamente da toponimi come Campo Omu (CA), Campus di Villasimius (CA)
o simili, si trovano tracce di questa cognominizzazione a Sassari e ad Oristano
fin dal 1200.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CAMPU; CAMPUS: campu = campo;
in latino campus. Campùra,
campèda = territorio pianeggiante,
aperto. Iscampiài/re
= da cielo coperto, a cielo sereno.
Esti iscampièndi = (il cielo)
si sta rasserenando. Is
campus de su xelu = il firmamento,
i campi del cielo. Campeda
> centro abitato scomparso; in periodo medioevale appartenne alla Curadorìa
di Barigàdu, del regno giudicale di Arborea. Campidano, pianura
del: = la vasta pianura che va da Cagliari ad Oristano, e attraversa tutta
la fascia meridionale dell'isola di Sardegna: per estensione è la
seconda d'Italia, dopo la Padana. Campo de Vinyes (campo delle vigne),
abitato scomparso; appartenne alla Curadorìa di Gemini, nel regno
giudicale di Gallura. Campo Pisano, abitato, frazione di Iglesias. Campu
de Locu, detto anche Campulongu: abitato scomparso; in periodo medioevale
appartenne alla Curadorìa di Costavalle, nel regno giudicale di
Torres. Il centro abitato, villa è menzionato nel Condaghe di San
Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII°, sec. Campu Giavesu, abitato
scomparso, i cui resti si trovano nell'agro di Giave. Campu; Campulongu;
campu Majori etc. Sono tantissimi i centri abitati ed i toponimi che portano
la radice "campu". Quindi, l'origine del cognome, abbastanza diffuso, sin
dai tempi antichi, in Sardegna, trova diverse probabilità. È
presente, in maniera nutrita, nelle carte antiche. tra i firmatari della
Pace di Eleonora, LPDE del 1388, troviamo: Campo (de) Fidirico -
ville Terrenove (Olbia); Campo (de) Gantino, curie de Sacargia; Campo (de)
Guantino, ville Macumerii; Campo (de) Guantino, ville Sancto Lussurgio;
Campo (de) Guiglielmo, potestate Macumerii et Curatorie de Marghine de
Gociano...; Campo (de) Joannes, ville Sasseri; Campo (de) Leonardo, ville
Zaramonte(Ciaramonti); Campo (de) Leori, majore ville Simagis de Josso;
Campo (de) Parasonus, ville Sasseri; Campo (de) Paulo, ville Macumerii;
Campo (de) Petro, majore ville Gulcei. * Gulcei.odierno Bultei. Contrate
de Anglona; Campo (de) Petro, ville Setini (odierno Sedini); Campo (de)
Petrus, ville Sasseri; Campo (de) Puço, majore ville Mumutata. *
Mumutata...l'odierna Mamoiada. Barbagie Ollolai et Curatorie de Austis;
Campo (de) Simplighi - ville Terrenove et Fundi Montis (Olbia); Campo (de)
Drogodorio - de Castri Januensis (Castelsardo); Campo (de) Hlierio - de
Castri Januensis.Campo (de) Leonardo - de Castri Januensis; Campo (de)
Nicolao - de Bosa; Campo (de) Petro - de Castri Januensis. Campu (de) Anthonio,
jurato ville Bitiri. * Bitiri...villaggio distrutto: del Meylogu. Contrate
de Ardar et Meylogu; Campu (de) Comita, jurato ville Pardu ; Campu (de)
Comita, ville Mahara (Villamar); Campu (de) Duranti, ville Gonnos de Tramacia
; Campu (de) Gilitto, majore ville Nurgillo ; Norghiddo...odierno Norbello.
Contrate Partis de Guilcier ; Campu (de) Joanne, ville Septem Fontanis.
Septem Fontanis.distrutto : Siete Fuentes - I conti di Siete Fuentes prendevano
titolo sotto il governo spagnolo. Castri Montis de Verro; Campu (de) Michele,
jurato ville Sia Sancte Lucie. Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT,
XI°, XIII° secolo, sono tante le persone col nome Campu o
meglio de Campu o de Campo; tra cui ricordiamo: Comita, Dorgotori, Gitilesu,
Gunnari Ioanne, Ythoccor, Mariane, Petru, etc. Citiamo Ythoccor de Campu
o de Campu: Majore de Scolca( comandante della guardia di confine) in Balles
e curatore de factu(amministratore generale) in una Corona de Rennu (tribunale),
presieduta da Ythoccor de Laccon. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado,
CSMB, XI°, XIII° secolo troviamo: De Campeda Petru(88), teste in
una donazione di servi; Campu (de) Furatu (60); Campu (de) Terico, buiakesu,
teste in una donazione. Nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI°,
XIII° secolo, abbiamo: Campu (de) Comita (110), testis kertu
de servis (teste in una lite per la partizione della servitù). Nell'opera
del Fara, "De Rebus Sardois, III° e IV° sono presenti: Campo Ioannes:
anno 1426 2, idus Martii, Ioannes de Campo ordinis fratrum Carmelitarum,
magister in teologia, episcopus Usellensis creatus sedit annos 5 et obiit;
Campus Fregosus Ludovicus (180 /11); Campus Fregosus Pirrinus, (192/7).
Attualmente il cognome Campu è presente in un solo Comune italiano:
a Narcao in Sardegna, con un nucleo familiare: Campus è presente
in 270 Comuni italiani, di cui 111 in Sardegna: Sassari 369, Quartu S.
E. 232, Cagliari 124, Macomer 84, (Narcao 14). Etc.
CAMUFFI
CAMUFFO
Camuffi è quasi unico, Camuffo è tipico del veneziano, con
un piccolo ceppo anche nel goriziano, potrebbe derivare da un soprannome
originato dal termine italiano arcaico camuffo
(gioco d'azzardo, fazzoletto o foulard usabile
per coprire il volto, travestimento, maschera), ma non si può
escludere anche una possibile derivazione dal nome ebraico Hamoth,
le origini di questa cognominizzazione sembrerebbero candiote (cretesi),
proprio a Candia, l'attuale Creta, porto veneziano, agli inizi del 1400
fiorente centro commerciale veneziano nel mar Egeo, con la caduta dell'Impero
Romano d'Oriente, Costantinopoli, l'attuale Istanbul, fu preda dei saraceni
e molti candioti si rifugiarono a Venezia e Chioggia per sfuggire alle
persecuzioni operate dai turchi sui cristiani, tra questi anche i Camuffo
che, giunti a Mestre, continuarono la loro opera di costruttori di ogni
sorta di imbarcazione, impresa che continua tuttora.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Camuffo è un cognome veneto che viene da un antico vocabolo
veneto che significa 'balza del vestito'.
Olivieri 238.
CAMURANI
Cognome tipico dell'Emilia e Romagna.
CAMURRI
Camurri è tipico dell'area che comprende il modenese soprattutto
ed il reggiano e mantovano, dovrebbe trattarsi di una specie di forma etnica
del paese di Camurana di Medolla nel modenese o dai territori dell'antico
Castello di Camurana.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
A spiegare il cognome Camurri soccorrono tanto una derivazione locale
da una ca(sa) Murri, quanto il nome
personale latino Camurius, che ha dato
nel Modenese anche il nome locale Camuriana, in comune di Medolla, che
è una Camuriana villa d'età romana. La seconda ipotesi è
per me più probante. Buona la diffusione nel Modenese. Fonte: F.
Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CAMUS
CAMUSSI
CAMUSSO
Camus è quasi unico, Camussi, molto molto raro, è tipico
della zona che comprende il milanese, il pavese e l'alessandrino, Camusso,
decisamente più diffuso, è specifico del torinese, di Pinerolo,
Torino, Cumiana, San Secondo di Pinerolo, San Pietro Val Lemina e Perosa
Argentina, in alcuni casi potrebbero derivare dal cognome francese Camus,
ma in tutti i casi dovrebbero derivare da soprannomi originati dal fatto
che i capostipiti avessero il naso camuso.
CANAL
CANALE
CANALI
Canal è tipico del triveneto, del trevisano e del bellunese
in particolar modo, ma anche del veneziano, del trentino e del goriziano,
Canale è presente in tutt'Italia, Canali è più tipico
del centro nord, derivano, direttamente o tramite una modificazione dialettale,
da toponimi quali Canale (TR) - (CN) - (AV) - (BL) - (GE) - (RM) - (TN)
- (BO), o dal fatto che la fgamiglia abitava in prossimità o sulle
rive di un canale.
CANALA
Canala è specifico di Ascoli Piceno e provincia, dovrebbe derivare
da una voce dialettale del Piceno per intendere una vallata lunga e stretta,
quella che anche in italiano viene detta canalone, probabilmente ad identificare
le caratteristiche della zona di provenienza o d'abitazione della famiglia.
CANALAZ
Assolutamente rarissimo, è tipico della zona orientale dell'udinese,
di Grimacco in particolare, deriva da una voce dialettale friulana canal
che sta ad indicare la valle, e si riferirebbe a persone provenienti da
vicine vallate.
CANALIS
Molto molto raro ha un ceppo sardo ed uno piemontese, dovrebbe essere di
origini liguri o piemontesi e dovrebbe derivare da un nome di località
o dalla vicinanza ad un canale. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo
nel 1400 nel torinese con il casato dei Canalis influenti notai e giureconsulti
alla corte pinerolese dei principi d'Acaia furono marchesi di Altavilla
(1635), Spigno (1731); conti di Cumiana , S. Giorio (1400); consignori
di di Bruino, Cantogno, Caselle, Caselette, Genola, Givoletto, S. Martino,
Stoerda, Villafranca, Villarfocchiardo.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CANALIS: ha il ceppo più rappresentativo a Sassari, ma è
presente anche in diversi Comuni della provincia di Torino; anche Roma
ne ha un ceppo, con oltre 20 presenze. In sardo is
canalis o is canabis (betacismo)
hanno diversi significati: is canabis de is crabeturas,
sono le gronde dei tetti; is
canabis de su monti, sono le valli
strette e profonde della montagna o le forre, etc. Non
lo troviamo nelle carte antiche se non con uscita diversa. Tra i firmatari
della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, troviamo: Canals Franciscus rector
ecclesie parrochialis ville Algueri. ** Ville Algueri.odierno Alghero.
Camella Bernardus, Bos Franciscus, Ferret Anthonius sindici, actores et
procuratores.et nos, superius nominati: Serra (de) Thomas, major camere;
Pancie Comita, sub cancellarius; Caso Anthonio procuratores.et singulos
homines civitatum Sasseri et Ville Ecclesiarum ac loci Telluri et locorum
Mole de Posata et Iscle de Galtelì ac Contrate de Baronia .et ego
De Vieri Jacobus praedictus tutor et curator datus et etiam adsignatus
nobili Mariano filio (di Eleonora e Brancaleone Doria). Fideiussores Donnum
De Villa Gonnarium et Donnum Musca Bartholomeum, cives Aristanni. Presentibus:
Marinella Torbino, Polvirella Anthonio, Sirgo Barçòlo, civibus
Aristanni. In die vigesima mensis Januarii, anno millesimo CCCLXXXVIII
(1388). Seguono nomi di funzionari di tutta la Sardegna: Arenosio (de)
Petri, ville Algueri; Masala Galeago, ville Bosa; Culto (de) Lemuxio, ville
Terranova (Olbia); Ferrali Augustino, Marmilla; Casilis Petrus, Castri
Javensis; Galluresu Mariano, Castri Montis; Montis (de) Laurencio, Parte
Montibus; Sabiu Francisco, Parte de Valença; De Sii Jacobo, Mandrolisay;
Lacono (de) Basilon, Parte Virigadis (Barigadu); Sotgiu (de) Thoma, Campitani
Majore; Porcu Guantino, Parte Milis; Sori (de) Francisco, Parte Guilcier;
Agus (de) Joanne, Montis de Verro; Senalo (de) Barisono, Planarie de Bosa;
Seche Gonnario, Montis Leonis e Caputis Abbas; Masala Joanne, Serra de
Vallis; Coghu Petro, Macumeri et Margini; Aletti Anthonio, Alçana;
Vare (de) Nicolao, Claramonte et Anglona; Sunna Elia, Mejloco. Segue l'atto
notarile.quod fuit actum die loco et anno predictis.testibus ad haec vocatis:
Tholono (de) Giordano, Tardino (de) Poncio et Coloma Francisco Joannis
militibus; Colle (de) Petro, jurisperito; Tomich Francisco, Rigonfi Jacobo,
Sagrestani Bernardo, Monge Petro, Celis Betto ( ville Ecclesiarum de Sigerro
et Bassagoda Berengarius( Castri Calleri).Jonquerio Bernardo, Serranei
Anthonium et De Vineolis Petrum, notai (Castri Calleri). Actum in villa
Algueri; Baringe Damianum canonicum Arestanni et Virgili Nicolaum (Arestanni).
Nella storia ricordiamo Canales de Vega Antonio, cagliaritano di origine,
vissuto nel XVII° secolo, in periodo spagnolo. Professore delle cattedre
di Diritto nell'Università di Cagliari ed infine Giudice della Reale
Udienza (Di. Sto. Sa). Attualmente il cognome Canalis è presente
in 54 Comuni italiani, di cui
CANANI
Canani, assolutamente rarissimo, sembrerebbe avere un ceppo lombardo nel
mantovano, con antiche origini ferraresi, ricordiamo Giovanni Battista
Canani nato a Ferrara nel 1515, autore del Musculorum
humani corporis picturata disectio, sempre nel 1500 il Cardinale
ferrarese Giulio Canani, e, nello stesso periodo troviamo Antonio Maria
Canani in qualità di Podestà di Guiglia nel modenese, possiede
inoltre un ceppo in Puglia, dovrebbe derivare dal nome medioevale gotico
Cananus, nel De generatione
principum Walliae possiamo leggere: "Haec
itaque est generatio principum Sudwalliae : Resus filius Griphini, Griphinus
filius Resi, Resus filius Theodori, Theodorus filius Cadelh, Cadelh filius
Eneae, Eneas filius Oenei, Oeneus filius Hoeli da, id est Hoeli boni, Hoelus
filius Cadelh, Cadelh filius Roderici magni. De Cadelo igitur, filio Rotherici
magni, descenderunt principes Sudwalliae. De Mervino principes Nortwalliae,
in hunc modum ; David filius Oeni, Oeneus filius Griphini, Griphinus filius
Canani, Cananus
filius Iago, Iago filius Ythewal, Ythewal filius Meuric, Meuric filius
Anaudrech, Anaudrech, filius Mervini, Mervinus filius Rotherici magni...".
CANAPA
CANEPA
Canapa ha un piccolo ceppo tra novarese ed alessandrino, ed uno ad Osimo
nell'anconetano, Canepa è un cognome genovese ma si individuano
ceppi in Sicilia e nel Cagliaritano. L'origine dei cognomi può risalire
a soprannomi legati al mestiere di cordaio o di coltivatore di canapa o
anche al fatto che il capostipite dimorasse nei pressi di una fabbrica
di corde o di un campo di canapa.
Cognomi tutti molto rari, derivano da un soprannome.
integrazioni fornite da Stefano
Bettazzi
Canavacci, Canevacci e Cannavaccio, rarissimi, sono presenti soprattutto
nel romano, Canavaccio, unico, si riscontra soltanto a Cittaducale
(RI), Canavasso, quasi unico, è forse originario del torinese,
per Canavassi, anch'esso quasi unico, è invece molto difficile indicare
una precisa provenienza, Canevazzi, infine, è presente per lo più
in Emilia Romagna, fra il ferrarese e il modenese, tutti questi cognomi
dovrebbero derivare da varianti arcaiche o dialettali del termine canovaccio,
col significato di strofinaccio (usato spesso in cucina), ad indicare così
il mestiere di fabbricante o commerciante di strofinacci. Si tratta, dunque,
delle cognominizzazioni di nomi di mestiere attribuiti ai capostipiti.
Canavacciuolo, Cannavacciuoli e Cannavaciuolo sono quasi unici, Cannavacciolo.
estremamente raro, è del napoletano, Cannavacciuolo è tipico
del napoletano e zona limitrofa del salernitano.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Canavacciuolo e Cannavaciuolo, unici, si riscontrano soltanto a Scauri
(LT) e a Napoli, Cannavacciolo, rarissimo, ha un ceppo nel napoletano e
l'altro nel viterbese, Cannavacciuoli, quasi unico, è originario
di Scafati (SA), Cannavacciuolo, molto più comune dei precedenti,
ha un epicentro in Campania, fra il napoletano e il salernitano, ma è
presente a bassa frequenza anche nel nord e centro nord del paese, tutti
questi cognomi derivano da varianti arcaiche o dialettali del termine canovaccio,
col significato di straccio, strofinaccio (usato per lo più in cucina),
ad indicare così il mestiere di fabbricante o commerciante di strofinacci
(altrimenti detto cenciaiolo). Si tratta, dunque, delle cognominizzazioni
di nomi di mestiere attribuiti ai capostipiti.
CANAVESE
CANAVESI
Canavese è specifico del torinese e del cuneese, anche se è
ben rappresentato anche nell'imperiese, Canavesi invece è specifico
dell'area che comprende il nordmilanese ed il varesotto, dovrebbero derivare
dal toponimo Canavese presente in misura massiccia nel torinese, o dal
nome stesso (Canavese) dell'area geografica posta nella zona settentrionale
della provincia di Torino con centro principale Ivrea.
CANCEDDA
Cancedda è specifico del sud della Sardegna, di Cagliari, Quartu
Sant'Elena, Decimomannu, Villaputzu, Nurri e Selargius nel cagliaritano,
di Carbonia, di Arbus, Villamar, Villacidro, San Gavino Monreale e Guspini
nel Medio Campidano e di Oristano, Villaurbana, Gonnosnò, Usellus
e Simala nell'oristanese, dovrebbe derivare da un soprannome originato
dal termine sardo cancèdha,
cantzedha, che significa cannuccia,
vocabolo usato soprattutto per indicare la canna utilizzata per estrarre
il vino dalle botti grosse.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CANCEDDA: è difficile dire che cosa significhi e da dove derivi
la voce cancèdda: non è
presente nei dizionari della lingua sarda e neppure nel DES del Wagner.
Tentiamo alcuni suggerimenti. Nella ipotesi di una eventuale corruzione
del termine, nella lingua sarda esiste la parola conkèdda
e la sua variante cunkèdda…e
perché no, cankèdda,
nel significato di catino, catinella di terra
cotta, dal latino concha
= scodella. Sa
contzèdda nella parlata di Dorgali è la
metà del guscio della noce o anche il
guscio vuoto dell’uovo, dopo che ne è uscito il pulcino;
la base è sempre il latino concha.
Oppure possiamo pensare ad una parola di derivazione greca, da κάγκελον (kànkelon) = cancello,
sbarra, etc. cancèllos
in latino. O ancora dal greco κάγχαλος = cancano, cardine o rampino. Non sappiamo
altro. Nei documenti antichi della lingua e della storia della Sardegna,
abbiamo una serie di varianti, che potrebbero far pensare alle diverse
ipotesi su esposte, ma fra tutte prevale la voce greca κάγκελον
= cancello Tra i firmatari della
Pace di Eleonora, LPDE, del 1388 figurano: Canceda Nicolao, jurato ville
Seuis, * Seuis…odierno Seuis (Laconi…Contrate partis Alença); Cancellu
Antiogho, ville Ecclesiarum, *** Villa Ecclesiarum…odierno Iglesias. Et
ego De Nelli Pelipaparius Ludovicus, civis et habitator terre et Ville
Ecclesiarum…sindicus, procurator universitatis Ville Ecclesiarum…seu a
Formenyino Joanne, capitano, camerlengo Ville Ecclesiarum di Sigerro. Omnibus
habitatoribus dicte terre Ville Ecclesiarum, congregatis in Curia Magna…in
posse Virde Andree, quondam Virde Joannis de Civitate Sasseri…nona die
januarii 1388; Cancellu Juliano ville Ecclesiarum; Canchello Barsolo, majore(amministratore
di giustizia, sindaco) ville de Dolefa (Onnifai, Contrate Partis Montis
Acuti). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI, XIII secolo,
al capitolo 70 abbiamo Cancella Corsa e Cancella Iustu, in un acquisto(comporeili)
di terra: Ego Armanus, prior de Bonarcato, comporeili ad Abisatu et a Corsa
Cankella, socra sua (sua suocera) et a muliere sua Vera, plaza in Cellevane
(Zeddiani : 1100 ab. Prov. Oristano), tenendo (confinante) assa de Furadu
Corrìa servu de Sancta Maria de Bonarcato ; e deindeli (in cambio
ho dato…segue l’elenco) ; tra i testes figura Cankella Iustu, che è
probabilmente il fratello di Corsa. Sempre del CSMB, al capitolo 82 è
menzionato Cankella Mariane, prete: Ego Girardo, prior de Bonarcato, facio
partione cun iudice, homines ki hamus in Augustis (Austis) : (si tratta
di una spartizione di servi) ; segue un lungo elenco, suddiviso in paragrafi.
Fra i « testes » figura prebietru Mariane Cancella o Cankella.
Il cognome Cankella è presente pure nel Condaghe di San Michele
di Salvennor, CSMS, XI, XIII secolo (al capitolo 133/209): Caço
Pedro Quanquella – Cankella - (è in spagnolo)siervo entero de San
Miguel con Juerra que fue esclava entera de Comida de Tori…y la icieron
a Maria Canquella – Cankella - y Comida de Tori…Al 9 e 314 (è una
ripetizione) abbiamo Marian Cankella : - en Billikennor (lungo la
strada che unisce Banari ad Ossi – v. il CSMS a cura di V. Tetti – Delfino
Ed.) – Comprè de Marian Cankella con voluntade de su Muger su viña
de la Villa…etc. (al 314 si ripete ma Cankella diventa Quanquella). Nel
Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI, XIII secolo : ai capitoli
108 e 117 è citato Mariane Cancella, servo per un « pede »(un
quarto)di San Nicola. E’ usufruttuario di una terra in località
Bingias Maiores in Consedin (Cossoine). Questi in una lite uccide un altro
servo, « intero » di San Nicola, pertanto il monastero ne acquisisce
« latus » (la metà più 2 giorni la settimana
e lo stesso trattamento è riservato ale sue due figlie : - Ego prebiteru
Salomone k nce ponio in ‘stu codice certo ki feci pro homine ki occisit
Mariane Kancella : a Ianne Corrìa, ki fuit integru de Sanctu Nichola,
et. etc. ..et derunminde latus et .II. dies de Mariane, et cis latus et
.II. dies in anbas fiias ( Il CSNT a cura di Paolo Merci – Ed. Delfino).
Al capitolo 177 sempre del CSNT, è citato (Kancella) Cane (già
menzionato in un documento del 1145 – Artizzu Geneal. VII, 13), marito
di Pisana de Athen, membro della potente famiglia degli Athen di Torres.
Attualmente il cognome Cancedda è presente in 150 Comuni italiani,
di cui 80 in Sardegna : Cagliari 121, Carbonia 47, Arbus 38, Quartu 38,
etc. Nella penisola è Roma ad avere il numero più alto, con
50, segue Genova con 15, etc.
CANCELLARA
CANCELLARI
CANCELLARO
Cancellara è tipico dell'area potentino, barese, di Palazzo San
Gervasio, Genzano di Lucania, Acerenza, Oppido Lucano, Venosa e Bella nel
potentino e di Spinazzola, Gravina in Puglia, Andria e Minervino Murge
nel barese, Cancellari, quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata
trascrizione del precedente, Cancellaro è tipicamente pugliese,
di Foggia e Sant'Agata di Puglia jnel foggiano e di Andria e Canosa di
Puglia nel barese, dovrebbero derivare dal nome del paese potentino di
Cancellara, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CANCELLI
CANCELLINI
CANCELLINO
CANCELLO
CANCIELLO
Cancellini praticamente unico è presente solo a Castelfranco Veneto
(TV), negli USA ed in Brasile, dovrebbe derivare da un antenato che nel
1886 a Edolo (TV), in quanto bambino abbandonato, ricevette questo cognome
dall'ente che lo accolse, di questo cognome esistono comunque tracce anteriori
in Sicilia ed a Benevento dove si riscontra una presenza nella seconda
metà del 1800 del cognome Cancellino, probabilmente per indicare
i neonati abbandonati in prossimità del cancello di un monastero,
la stessa origine dovrebbero avere i cognomi Cancelli, diffuso in Toscana,
Umbria, Abruzzo e Lazio, con un ceppo anche nel leccese, Cancello, molto
raro, tipico del napoletano, come il molto meno raro Canciello, molto diffuso
nel napoletano a Frattamaggiore, Napoli, Frattaminore, e nel casertano
a Capua e ad Orta di Atella, che potrebbe anche derivare da nomi di località
o plebi come la napoletana Santa Maria a Canciello.
CANCELLIERI
Presente in tutt'Italia ha più
zone di provenienza, dalle Marche, al Lazio alla Sicilia, deriva dall'appartenere
ad una famiglia dove qualcuno ha svolto la professione omonima.
CANCEMI
CANGEMI
Tipici siciliani dovrebbero derivare da un nome di località, la Contrada
Cangemi di Termini Imerese nel palermitano potrebbe essere un esempio,
potrebbero anche derivare dal cognomen Cangemius di cui abbiamo tracce
nel 1600 con il dotto medico Franciscus Cangemius autore di un trattato
medico sulla cura di varie patologie. Tracce di questa cognominizzazione
le troviamo nel 1593 ad Alessandria della Rocca (AG) dove viene fatto parroco
della chiesa Madre di S. Maria del Pilerio il reverendo Don Natale Cangemi.
integrazioni fornite da Carmelo
Ciccia tratte da I cognomi di Paternò
C:R:E:S Catania il cognome deriva dal vocabolo arabo haggam
(applicatore di mignatte, barbiere, chirurgo, guaritore). A Palermo troviamo
un Galterius Changemi nel 1283
CANCIAN
CANCIANI
Cancian è tipico del trevigiano e pordenonese, Canciani è
più dell'udinese, dovrebbero derivare da una modificazione dialettale
del nomen latino Cantianus, ricordiamo i martiri cristiani delle persecuzioni
dell'Imperatore Diocleziano, Cantius, Cantianus e Cantianilla uccisi nel
300 ad Aquileia (UD), l'uso di questo nome nel medioevao si riscontra in
un atto del 1139 conservato a Pavia, dove si legge: "...Signum
+ manuum Arderici Marchesii Bullii, Guidonis Buzii, Onfredi de Concorezo,
Proculini, Cantiani,
testium. Ibi statim, presentibus ipsis testibus, dederunt guadiam suprascripti
Petrus Pecia et Iohannes et Bellonus germani, pater et filii, eidem Ingelzende
abbatisse ...", traccia di questa cognominizzazione
la troviamo con l'autore storico Paulus Canciani autore del Barbarorum
leges antiquae Accedunt formularum fasciculi et selectae constitutiones
medii aevi. Collegit ... monumentis quoque ineditis exornavit
.
CANDEAGO
CANDIAGO
Candeago è tipico di Belluno e del bellunese, Candiago, decisamente
più raro, è più tipico di Vittorio Veneto e del trevisano,
dovrebbe derivare da un nome di località ormai scomparso, potrebbe
trattarsi di terreni di proprietà di un profugo di Candia (città
dll'isola di Creta, sotto il dominio veneziano), ma potrebbe anche trattarsi
di possedimente di un Canidius (nome
gentilizio romano o di un paese che potrebbe aver preso il nome dai Candeo
signori di Faedis nell'udinese.
CANDELA
Ha un ceppo nel trapanese e palermitano, uno nel barese, uno tra napoletano
ed avellinese, potrebbe derivare da toponimi come Candela, presente sia nel foggiano che nel potentino.
CANDELARI
Candelari sembrerebbe tipicamente marchigiano, di Ancona in particolare,
potrebbe derivare dal mestiere di produttore di candelari,
forma arcaica per candelieri, svolto
forse dai capostipiti, troviamo tracce di questa cognominizzazione almeno
dal 1300, tra i notai della Serenissima Repubblica Veneta compare infatti
un Notaro Stefano Candelari in atti datati 1324.
CANDELI
Candeli è tipico del modenese, di Modena, Maranello, Serramazzoni
e Pavullo nel Frignano, potrebbe derivare dal mestiere di produttore di
candele o ceri, svolto forse dal capostipite.
CANDELIERE
CANDELIERI
Candeliere è tipico di Gravina in Puglia nel barese e di Bari, con
sparute presenze nel catanzarese, Candelieri ha un ceppo nel leccese a
Calimera e Martignano ed uno nel catanzarese a Vallefiorita e Soverato,
potrebbero derivare dal mestiere di produttore di candelieri svolto dai
capostipiti.
CANDELO
Candelo è tipicamente piemontese, con un ceppo a Capriglio nell'astigiano,
a Torino ed a Racconigi nel cuneese, dovrebbe derivare dal toponimo Candelo
nel biellese.
CANDELORA
CANDELORI
CANDELORO
DI CANDELORO
Candelora, molto raro, ha un ceppo a Fano nel pesarese ed uno a Bari e
Triggiano nel barese, Candelori è tipico del teramano, zona di Roseto
degli Abruzzi e suo entroterra, Candeloro è invece della fascia
del chietino e pescarese, Di Candeloro, sempre del teramano, molto molto
raro, dovrebbe comunque riferirsi alla famiglia di un figlio di un Candeloro,
dovrebbero tutti derivare dal nome Candeloro
o Candelora, nomi attribuiti anticamente
ai figli nati nel giorno cosiddetto della Candelora,
così chiamato perchè perché in quel giorno vengono
benedette le candele, simbolo di Cristo, la luce
che illumina le genti.
integrazioni fornite da Andrea Ferreri - Milano
Candeloro è un cognome abruzzese, diffuso nelle province di
Chieti e Pescara. Qualche presenza significativa anche nel sud Italia.
Il nome Candeloro veniva dato soprattutto, ma non soltanto, ai bambini
che nascevano nel giorno della festa religiosa della Candelora, che dovrebbe
essere il 2 Febbraio, nella quale si facevano benedire le candele e i ceri,
per poi accenderli per chiedere protezione.
CANDELU'
Candelù, molto raro, è tipico di Venezia e di Mogliano Veneto
nel trevisano, dovrebbe derivare dal nome del paese di Candelù,
una frazione di Maserada sul Piave nel trevisano.
CANDEO
Abbastanza poco comune è specifico del padovano, dovrebbe derivare
da un soprannome dialettale con il significato di candido o forse e più
probabilmente può derivare dal toponimo Candia, troviamo traccia
del casato dei Candeo come signori di Faedis (UD) arrivati da Padova nel
1600.
CANDI
CANDIO
Candi ha un ceppo emiliano, a Parma, Modena, Bologna ed Argenta nel ferrarese,
uno nell'anconetano ad Ostra, Senigallia, Chiaravalle ed Jesi, ed uno ad
Albano Laziale, Roma e Frascati nel romano, Candio, molto meno comune,
ha un piccolo ceppo tra veronese e vicentino, uno a Roma ed uno in Puglia
nel barese e nel leccese, dovrebbero derivare dal nome medioevale Candius,
di cui abbiamo un esempio d'uso in questo scritto secentesco: "..Optatissimus
adfuit Candius
et Episcopo, et Ciuitati, et max me Angelo, ac Sodalibus. Post mutuam salutationem,
in conspectu omnium recitantur Patris Generalis literae: quibus collaudans
eorum pietatem, singularique voluptati, atque exemplo sibi, ac ceteris
Patribus fuisse demonstrans, quod tanto studio, quantum subscriptionibus
quisque suis declarauerant, ad diuinae Maiestatis obsequium in hac minima
Societate Iesu dedicarent sese..".
CANDIA
LA CANDIA
Candia, molto raro, sembra originario del potentino e della zona di confine
del casentino, deriva dal toponimo Candia (Creta), è presente anche
un ceppo autonomo nel pavese che deriverebbe dal toponimo Candia Lomellina
(PV), La Candia, tipico del barese, di Molfetta in particolare e di Giovinazzo,
dovrebbe essere una forma matronimica del precedente. Tracce di questa cognominizzazione
le troviamo a Fano (PS) nel 1400 con una certa Bernardina Candia.
Un Giovanni Candia fu prevosto
di Melegnano dal 1766 al 1812.
CANDIANI
CANDIANO
Candiani sembra avere un ceppo nel milanese ed uno nella provincia di Venezia,
Candiano sembrerebbe del ragusano, dovrebbe derivare dal toponimo Candia
di Lomellina (PV) ma più probabilmente dal toponimo greco Candia
(Creta) indicando la provenienza di esuli da quella terra dopo la conquista
turca dell'isola (1669), esempio di questa derivazione e prima cognominizzazione
si ha nel X° secolo, nella Istoria Veneticorum
di Johannes Diaconus si legge tra l'altro: "...Igitur
Petrus
Candianus dux, quem prediximus, sexto sui
ducatus anno triginta et tres naves, quas Venetici gumbarias nominant,
contra Narrentanos Sclavos misit, quibus Ursus Badovarius et Petrus Rosolus
prefuerunt, ..."; questo cognome lo si trova a Lodi nel 1500 nel
testamento del senatore ducale Bernardino Busti, vedovo della moglie, Lucrezia
Candiani.
integrazioni fornite da Enrico
Candiani Busto Arsizio
A Busto Arsizio esiste un ceppo numeroso di Candiani.
Il senatore ducale Bernardino Busti sopracitato è verosimile che
sia di origini bustocche, esistono infatti personaggi storici di sicura
provenienza bustocca che venivano chiamati genericamente Busti, fra questi,
lo scultore della scuola lombarda Agostino Busti (1483-1548) detto il Bambaia.
CANDIDA
CANDIDI
CANDIDO
Candida ha un ceppo romano, uno nel napoletano a Cardito e Napoli, ed uno
salentino ad Oria e Francavilla Fontana nel brindisino ed a Taranto, Candidi
è tipico del romano, di Velletri, Roma, Lariano e Tivoli, Candido
è panitaliano, con i ceppi più importanti in Friuli, nel
romano e latinense, nel napoletano, in Puglia, soprattutto nel leccese,
nel reggino ed in Sicilia, dovrebbero derivare dal cognomen latino Candidus,
Candida.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Candido,
che, nell'onomastica augurale, va inteso probabilmente nel senso di puro,
dall'animo candido. Nel sud Italia,
però, non si può escludere che i cognomi Candida, Candido,
etc abbiano talvolta un'origine arbëreshë (più probabilmente
greco-albanese), facendo riferimento, cioè, al nome etnico dell'isola
di Candia, oggi conosciuta come Creta (per una spiegazione più approfondita,
vedi Candita e Di Candia): questa considerazione,
in effetti, sembra applicarsi per lo più ai ceppi salentini e tarantini,
tenendo conto che, nel sud della Puglia, la distribuzione dei cognomi Candida
e Candido è molto simile a quella dei cognomi Candita e Candito.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Da segnalare anche la possibilità di una derivazione dal toponimo
Candida in provincia di Avellino.
CANDILA
Cognome quasi scomparso.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Candìla è oggi un cognome molto raro, forse unico, presente
nei comuni di Roma, Napoli e Salerno: è proprio nel Salernitano,
nel Cilento, dove con ogni probabilità in passato il cognome era
più diffuso, che andrebbero ricercate le sue origini. Il termine
candìla che forma il cognome
è una variante dialettale del vocabolo candela:
come per i cognomi Candeloro, Candelora e Candiloro, diffusi per lo più
in Sicilia e in Calabria meridionale, anche la forma cognominale Candìla
è stata a mio avviso generata dalla cognominizzazione di Candeloro,
nome dato agli infanti nati il giorno della festa religiosa delle Candelora
o della Purificazione di Maria Vergine, festa popolare durante la quale
in passato si facevano benedire candele e ceri, da cui festa
candelorum, che si accendevano poi per chiedere grazie e protezione.
CANDINI
CANDINO
Candini è tipicamente emiliano, del bolognese, di Bologna soprattutto
e di Crevalcore, Crespellano, Castel Maggiore e San Lazzaro di Savena,
Di Castelfranco Emilia, Modena e Finale Emilia nel modenese e di Cento
nel ferrarese, Candino, molto molto raro, ha presenze sparse in giro per
l'Italia, la prima ipotesi li riconduce ad una forma etnica arcaica relativa
all'isola di Candia, forse luogo di provenienza dei capostipiti, esuli
all'epoca delle guerre contro gli invasori turchi, ma la più probabile
si rifà al cognomen latino Candinus
di cui abbiamo un esempio d'uso con il console Lucius Cornelius Lentulus
Candinus, console di Roma nel 237 a.C. assieme a Quinto Fulvio Flacco.
Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Bormio nella prima metà
del 1500 con il canipario (cantiniere) di taverna Giuseppe Candinus.
CANDIRACCI
Candiracci, molto molto raro, è tipico dell'urbinate, di Cagli,
Acqualagna ed Urbania, potrebbe derivare da un soprannome basato sul termine
arcaico candi (zucchero
di canna, zucchero in verghe), forse ad identificare nel capostipite
un importatore di zucchero.
CANDITA
CANDITELLI
CANDITI
CANDITO
CANDITONE
Candita è specifico di Francavilla Fontana nel brindisino, Canditelli
è quasi unico, Canditi, solo leggermente meno raro, parrebbe abruzzese,
Candito ha un ceppo nel leccese a Sternatia ed a Brindisi ed uno nel reggino
a Condofuri, Canditone, assolutamente rarissimo, è di Napoli e dintorni.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Sull'origine di questi cognomi confluiscono per lo meno due ipotesi,
da ritenersi valide a seconda della diversa provenienza di queste famiglie.
Da un lato, infatti, Candita e le sue varianti potrebbero nascere da un
arcaismo del nome medievale Candido
(vedi Candida), tenendo conto soprattutto
degli ipocoristici Canditelli e Canditone - che, in effetti, fanno pensare
proprio a un nome di persona. Nel sud Italia, però, va notato che
i cognomi Candita e Candito hanno più spesso un'origine arbëreshë
(probabilmente greco-albanese) e, in questi casi, è piuttosto chiara
la derivazione dal termine candita,
il nome etnico, cioè, dell'isola di Candia,
oggi conosciuta come Creta (vedi Di Candia e Candida):
come nel caso di Candido e varianti, quest'origine greca o arvanita si
applica per lo più ai ceppi salentini e tarantini, se si tiene conto
della forte presenza arbëreshë nel sud della Puglia (soprattutto
nella cosiddetta Albania tarantina).
CANDOLINI
CANDOLINO
Candolini, molto raro, ha un piccolo ceppo friulano nell'udinese, in particolare
a Gemona del Friuli, Bordano e Fagagna, ed uno piccolissimo nel teramano,
Candolino, quasi unico, è dovuto ad un errore di trascrizione del
precedente, si dovrebbe trattare di forme ipocoristiche dialettali di troncature
dialettali del nome Candido, che in
friulano diventa Cjandi, poi attraverso
l'ipocoristico tipicamente veneto in -olo,
-ulo è diventato Cjàndul,
che, con una successiva modificazione ipocoristica, si è modificato
in Cjandulìn, quindi italianizzato
in Candolini. Tracce di queste cognominizzazioni risalgono almeno al 1600,
nel libro Cenni storici sul castello di Porcia
del 1629 si legge: "Li popolari di Portia per la
massim parte, anzi quasi tutti, sono forestieri, venuti da diversi luochi
e prima: li Bernardi e quelli dal Ponte furon da Davian; li Varischi, quelli
dell'Oro e quelli d'Albin,.. ..Zaniacomo Paris brescian; Orlando savel
campanaro da Gemona, Rubeo forestier; Marco
Candolin dalla Meduna; li eredi di Zangiacomo
de Zanchis da Triviso...".
CANDORE
Assolutamente rarissimo, sembrerebbe siciliano, dovrebbe derivare dal nome arcaico Candore,
Candoris (purezza, candore).
CANDOTTI
CANDOTTO
Candotti è tipico dell'udinese, della zona di Tolmezzo in particolare,
Candotto è specifico di Gonars (UD), dovrebbero derivare da una
modificazione dialettale del nome Candido con l'accrescitivo dialettale
in -ot.
CANDUCCI
CANDUSSI
CANDUSSIO
Canducci è specifico dell'area romagnola, in particolare del forlivese
e riminese, con presenze nel ravennate e nel pesarese, Candussi è
tipico di Romans D'isonzo (GO), Candussio, assolutamente rarissimo, è
tipico dell'udinese, dovrebbero derivare dal nome medioevale latino Canduccius
o Candussius di cui abbiamo un esempio
a Costalta (BL) nel 1400: in un atto troviamo un certo: "...Candussius
Bitini de Ultrarinum...".
CANDUSCIO
Canduscio è specifico di Ribera nell'agrigentino, dovrebbe derivare
da un soprannome dialettale basato sul termine dialettale candùscia
(una lunga tunica), probabilmente il
tipo di veste che il capostipite era abituato a portare.
CANE
CANE'
CANI
Cane è tipico piemontese e valdostano, Canè ha il nucleo
principale nel bolognese, a Bologna in particolare, ha anche un ceppo a
Napoli ed uno a Narcao nell'iglesiense, Cani ha più ceppi, nel cagliaritano,
nella zona di Carbonia, Iglesias e Santadi (CA), in Emilia e nell'agrigentino,
dovrebbero derivare tutti dal nome medioevale Cane, si ricordi ad esempio Cane Grande Della Scala (1291-1329) Signore
di Verona. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio in Valle
Anzasca, nel manoscritto Memorie antiche della valle
Anzasca del notaio anzinese Carlo Zambonini, si legge che: il 5
maggio del 1496 arrivarono a Pianezza (TO) tre fratelli, i conti Cani di
San Pietro in valle d'Aosta.
precisrazioni fornite dal Cav.
Luca Giambonino
i Cani di San Pietro non arrivarono a Pianezza (TO) ma a Battiggio,
Ciola, Pianezza ora San Carlo ovverosia un comune della valle Anzasca (VB)
nel quale presero a lavorare miniere d'oro.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
CANÈ è cognome emiliano che ha all'origine il nome
locale Canè, che è il
latino cannetum = canneto.
Cfr. i nomi locali Canè, comune di Vione (Brescia), e Canè,
comune di Limana (Belluno). Fonte: F. Violi Cognomi a Modena e nel Modenese,
1996.
CANEGALLI
CANEGALLO
Canegalli, quasi unico sembra essere una modificazione pavese di Canegallo
che è tipico della punta orientale dell'alessandrino, traccia di
questa cognominizzazione la troviamo a Sant Agata nell'alessandrino fin dalla seconda metà
del 1700, potrebbe derivare da un antico nome di località ormai
scomparso.
CANELLA
Canella ha un piccolo ceppo tra novarese, vercellese e pavese ed uno, decisamente
più consistente nell'area veneto, emiliana, soprattutto nel vicentino,
veneziano, padovano, rovigoto, ferrarese e bolognese, in particolare in
Veneto ad Abano Terme, Padova, Selvazzano Dentro e Saccolongo nel padovano,
a Venezia e Noventa di Piave nel veneziano ed a Porto Tolle e Taglio di
Po nel rovigoto, ed in Emilia a Ferrara, con presenze anche a Copparo,
Ro, Massa Fiscaglia e Portomaggiore nel ferrarese ed a Bologna, dovrebbe
derivare da soprannomi originati o dal fatto di essere figli di un Can
(nome particolarmente diffuso nell'area veneta),
ricordiamo solo a titolo di esempio il veronese Can Grande della Scala,
o anche derivare dal fatto di essere i capostipiti dei vinai o di essere
comunque avvezzi ad usare la piccola canna o tubo di legno utilizzata per
spillare il vino dalle botti, meno probabile una connessione con il commercio
della cannella (spezia), troviamo tracce
di questa cognominizzazione a Chioggia verso la fine del 1200 con il notaio
Dionisio Canella, e a Chios (isola greca sotto il controllo genovese),
nella seconda metà del 1300, con il notaio Giuliano de Canella.
CANELLES
Canelles è tipicamente sardo, è un'antica famiglia catalana
di origine medievale che si è insediata in Sardegna nel XIV°
secolo al seguito delle armate di Alfonso D'Aragona.
integrazioni fornite da Matteo
Fanni Canelles La famiglia Canelles nota nel medioevo come Canyelles secondo l'idioma
catalano, si è insediata in Sardegna dal 1326 ed è probabilmente
insieme agli Aymerich la famiglia di origine iberica, che risiede da più
tempo nell'intera isola. I Canyelles, secondo la tradizione familiare
e studi di genealogisti del '600, vengono ricondotti alla stirpe
reale dei Conti di Tolosa e Barcellona. Gli storici di oggi tuttavia, a
causa della mancanza di fonti dirette e di incongruenze genealogiche, non
condividono questa versione, per avvalorare la tesi di un origine
mercantile. Il nome Canyelles - Canellas - Canelles è comunque presente
in Catalogna ben prima del 1326 come è dimostrato da diversi documenti
conservati in Spagna.
Anche se le prime tracce si possono ricondurre al 992, quando
viene citato il castello de Canyelles a nord est della Spagna, l'attuale
letteratura spagnola annovera numerosi personaggi storicamente vissuti
tra il XII e XIV secolo legati al nome Canyelles, Canellas, Canelles (cioè
secondo le principali varianti idiomatiche catalane, aragonesi e castigliane).
Nel 1147 il re Raimondo Berengario IV incaricò Dalmau de Canyelles
di occuparsi della riconquista di Calaceite; nel 1205 l'ordine di Calatrava
consegnò a Dalmacio de Canyelles il Castello di Lledo nello stesso
territorio di Calaceite. Nel 1235 troviamo un Pedro Canellas valoroso cavaliere
della Corona d'Aragona che partecipò alla conquista di Majorca e
Valencia e ottenne dal Re Jaime I, particolari privilegi tra i quali l'eredità
la Villa de Algemesi.
Il personaggio più celebre è sicuramente Vidal de Canyelles
(noto anche come Vidal de Canellas- de Canelles) giurista e vescovo di
Huesca, fu grande confidente e parente del re Jaime I d'Aragona (della
dinastia dei conti di Barcellona) nonché amico e collaboratore di
Raimondo di Penafort. Nel 1247, Vidal conferì alla sua Corte
(Curia) una grande autorità nella regione di sua competenza. Dopo
la laurea all'Università di Bologna nel 1221, scrisse importanti
trattati di diritto come il Vidal Maior che per il contenuto fortemente
democratico dei suoi principi, fu osteggiato dalla nobiltà dell'epoca
tanto che solo la compilazione minore fu considerata ufficiale nel regno.
La tradizione familiare vuole che la famiglia discenda da Beltran de
Canyelles pronipote del vescovo Vidal e figlio di Elvira Zapata che divenne
Cavaliere della corona d'Aragona. Nel 1315, fu incaricato dal re, di andare
in Sardegna ed esplorare il territorio per valutare il luogo più
agevole per un eventuale sbarco e conquistare l'isola. La baia utilizzata
nello sbarco del 1323 da parte delle truppe aragonesi,si chiamò
per alcuni decenni proprio porto Canyelles. Mancando in Sardegna fonti
risalenti all'epoca narrata (sec. X-XIII), la tradizione familiare dei
Canelles deve essere considerata una leggenda : non esistono documenti
ad oggi che testimoniano accordi tra il re d'Aragona e Bertran (o Beltran)
de Canyelles e che questi giunse effettivamente in Sardegna; non abbiamo
documenti che testimoniano legami di parentela tra Bertran (che pur ebbe
diversi figli) e i Canyelles effettivamente presenti a Cagliari in quell'epoca.
Tuttavia, nella letteratura spagnola tra il XIII e il XIV sec, troviamo
un cavaliere Bertran Canelles con uno stemma araldico analogo a quello
dei Canyelles sardi (fino al XVI sec) con inserite all'interno dello
scudo, tre foglie verdi in campo d'argento; nel 1381, cioè successivamente
ai primi Canyelles che compaiono in Sardegna, troviamo Jaime Canellas Giurato
di Palma (Canarie) discendente di Ramon Canellas cavaliere che partecipò
alla conquista delle Baleari con uno stemma simile a quello sardo. Nei
secoli XIV e XVI in Spagna, troviamo diversi Antonio Canyelles che
diedero in Spagna un altro ramo della famiglia (stemma con raffigurato
un mazzo di canne). I gradi di parentela di questi personaggi tra loro
e questi con il gruppo familiare che appare in Sardegna nella prima metà
del '300 non è facilmente ricostruibile per l'esiguo numero dei
documenti oggi disponibili, ma, in base alla descrizione dello
stemma è probabile un legame di parentela tra il ceppo delle Baleari
e quello sardo.
Sicuramente i Canyelles sardi appartenevano ad una famiglia ben radicata
nel contesto sociale catalano se ben tre personaggi imparentati
tra loro si trasferirono stabilmente a Cagliari già dal 1326: Pedro
(XIII sec -1336) Jaime e Guillermo. Presumibilmente appartenevano ad un
ramo cadetto della famiglia che si trasferì nell'Isola per sviluppare
i traffici commerciali con i parenti di Barcellona e delle Baleari. L'insediamento
nell'Isola non fu improvvisato ed è verosimile che i Canyelles parteciparono
(anche se non militarmente) allo sbarco catalano - aragonese del 1323;
la famiglia riuscì infatti subito ad insediarsi nell'ambito dell'oligarchia
catalana; troviamo lo stesso Pedro nominato saggiatore della Zecca di Iglesias
e Guillermo nominato nel 1360 prohombre della città di Cagliari.
Nel 1477, Pedro Canyelles, alla fine del regno catalano-aragonese analogamente
ad altre illustri famiglie della Sardegna , chiese al re e lo ottenne,
il conferimento della generosità, titolo nobiliare riconosciuto
solo alle famiglie di antica e illustre stirpe.
CANELLI
CANELLO
Canelli ha vari ceppi nel novarese, nel modenese e bolognese, e nel napoletano,
beneventano e foggiano, Canello è tipico di Valdobbiadene nel trevigiano,
potrebbero derivare da una forma ipocoristica del nome medioevale Cane
(vedi CANE), o anche dal fatto di abitare
le famiglie nei pressi di un canneto, ma è anche possibile una derivazione
da toponimi come Canelli nell'astigiano. Troviamo tracce di queste cognominizzazioni
ad Alba nel cuneese in un atto dell'anno 1186: "..Nos
Oglerius Canellus
et Oto Rava Albenses accepimus a te Alvino de Araça tantum de tuis
rebusunde promitimus tibi vel tuo certo miso per nos vel nostrum nuncium
solvere usque ad octavamproximam Pasce resurrectionis..".
CANEO
Caneo ha un ceppo ad Alghero (SS) in Sardegna ed
uno nel veneziano a Santo Stino di Livenza, dovrebbero derivare dal nome
medioevale Caneus,
il ceppo veneziano potrebbe prendere il nome dalla località Caneo
presso Grado.
CANESE
CANESI
CANESIO
CANESSA
CANISI
Canese è tipicamente ligure, dello spezzino, di La Spezia, Portovenere,
Follo, e di Genova, Canesi ha vari ceppi nell'area lombardo, piacentino,
ligure, carrarese, in particolare nel milanese a Milano e Monza ed
a Cremona, a Piacenza, a Genova, ed a Carrara, con un ceppo anche nel pisano,
a San Giuliano Terme ed a Pisa, Canesio, praticamente unico, parrebbe pugliese,
Canisi, quasi unico, è del piacentino, Canessa è specifico
del genovese, di Rapallo e Genova, con piccoli ceppi a Santa Margherita
Ligure, sempre nel genovese, a Livorno e Piombino nel livornese ed a Monte
Argentario nel grossetano, dovrebbero tutti derivare da alterazioni medioevali
del cognomen latino Canesius o Canisius,
la cui diffusione aumentò in epoca rinascimentale per il culto del
Padre Gesuita San Pietro Canisio
il cui cognome latinizzato in Canisius deriva però dall'olandese
Kanijs, ricordiamo che grande fu la
devozione di questo santo del 1500 in Svizzera, in Austria e nella Germania
meridionale.
CANESSI
CANESSO
Canessi, molto molto raro, è tipico del rovigoto, Canesso, meno
raro, ha un piccolo ceppo nel padovano a Casalserugo, San Giorgio in Bosco
e Galliera Veneta, e nel vicentino a Fara Vicentina e Rosà, dovrebbe
trattarsi di tipiche forme patronimiche venete dove il suffisso -sso
sta per il figlio di, riferito probabilmente
a capostipiti il cui padre si chiamasse Cane,
nome molto diffuso in tutto il Veneto in epoca medioevale, ricordiamo ad
esempio il veronese Cane Francesco detto Grande della Scala (1291 - 1329)
Vicario generale del Santissimo Impero Cesareo nella città di Verona
e presso il popolo di Vicenza.
CANESIN
Canesin è specifico dell'area friulano, giuliana, di Cervignano
del Friuli nell'udinese e di Cormons nel goriziano, dovrebbe derivare da
una forma ipocoristica dialettale del nome latino Canesius
(vedi CANESE).
Canestrari ha un ceppo nel veronese, uno a Fano, Pesaro, Piagge e Mondolfo
nel pesarese, ed uno a Roma ed Allumiere (RM), Canestraro ha un ceppo a
Carmignano di Brenta (PD) ed uno a Broccostella e Fontechiari nel frusinate,
Canestri ha un ceppo ad Alessandria e nell'alessandrino ed uno nel romano
a Roma, Marino e Grottaferrata, Canestrini ha un piccolissimo ceppo trentino
ed uno più consistente a Bagno di Romagna, Forlì e Meldola
nel forlivese, Canestrino, assolutamente rarissimo, ha un ceppo a Napoli
e nel napoletano ed uno a Cosenza e nel cosentino, Canestro ha un piccolo
ceppo piemontese ed uno tra viterbese e romano, Canistraro dovrebbe essere
derivato da errori di trascrizione del precedente, come la presenza laziale
quasi unica di Cannestraro, che è probabilmente anch'essa dovuta
ad un errore di trascrizione del precedente, mentre quella siciliana a
Floridia (SR) è probabilmente dovuta ad una modificazione per trascrizione
del cognome Cannistraro che ha un ceppo a Palermo, uno a Floridia (SR)
ed uno ad Aragona e Cattolica Eraclea nell'agrigentino, Canistrà,
quasi unico, è dovuto ad errori di trascrizione di Cannistrà,
che ha un ceppo a Catanzaro e provincia ed uno nel messinese, a Monforte
San Giorgio, Messina, Torregrotta, Milazzo e Lipari, tutti questi cognomi
dovrebbero derivare dal mestiere di fabbricante di canestri svolto dal
capostipite e dalla sua famiglia.
CANETTA
CANETTE
CANETTI
Canetta è tipicamente lombardo, di Milano in particolare anche se
sembrerebbe essere stato di origini ossolane, Canette, quasi unico, è
del milanese, Canetti ha un ceppo nel milanese, uno nel parmense, uno tra
ferrarese e rovigoto ed uno nel napoletano, potrebbero derivare da forme
ipocoristiche del nome medioevale Cane
(vedi CANE), anche se, in qualche caso, si può ipotizzare un collegamento con
toponimi contenenti la radice Canneto, come ad esempio Canneto Pavese,
Canneto di Postiglione nel salernitano o altri simili.
CANEVA
Ha un ceppo tra genovese ed alessandrino ed uno nel vicentino, deriva da
un soprannome originato dal vocabolo latino caneva
(cantina, osteria).
CANEVARI
CANEVARO
Canevari è tipicamente lombardo, del milanese e del pavese, di Milano,
Pavia e Voghera (PV), con ceppi anche ad Ottone e Piacenza nel piacentino,
Canevaro ha un ceppo tra alessandrino e genovese ed uno tra veronese e
mantovano, in particolare è diffuso a Garbagna (AL) ed Alessandria
ed a Verona e Goito (MN), dovrebbero derivare dalla carica di Canevarius
( Tesoriere comunale) probabilmente
ricoperta dal capostipite: "...Et quod ipse Canevarius
teneatur et debeat antequam se intromittat de dicto offitio iurare ut iurat
rector et ultra hoc satisdare idonee cum bono fideiussore in manibus notarii
comunis recipientis nomine dicti comunis de reddendo et fatiendo bonam,
iustam et completam rationem dicto comuni...".
CANEVISIO
Cognome di origini della zona del
milanese e bergamasco. L'origine del cognome può risalire a soprannomi
legati al mestiere di produttore di canovacci (canevass in milanese) o
di cordaio o di coltivatore di canapa.
CANGARO
Cangaro, ormai quasi scomparso in Italia, dovrebbe essere calabrese, del
cosentino, forse di San Giovanni in Fiore, dovrebbe derivare da un soprannome
probabilmente collegato con un mestiere (come suggerirebbe il suffisso
-aro), del quale non si riesce ad individuare
alcunche, è difficile pensare ad un collegamento con il termine
dialettale càngaru (cancro),
collegamento comunque da tenere in considerazione.
CANGELOSI
Cangelosi è tipicamente siciliano di Palermo con grosse presenze
anche nel palermitano, a Pollina, Cefalù, Castelbuono, San Giuseppe
Jato, Bagheria, Marineo e Castellana Sicula, presenze significative si
riscontrano anche nel trapanese, a Poggioreale ed Alcamo, l'unica ipotesi
anche se poco attendibile consiste in un collegamento con il nome medioevale
Cangemius.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cangelosi è cognome diffuso soprattutto in Sicilia che significa:
"cambia le uose". G. Rohlfs, Dizionario
storico dei cognomi nella Sicilia orientale, 1984, p. 60.
CANGERI
CANGERO
Cangeri è tipicamente siciliano, di Leonforte nell'ennese e di Catania,
Cangero è specifico di Sturno nell'avellinese, dovrebbero derivare
da soprannomi basati sul termine dialettale meridionale ciangero
(uno che opera il baratto), indicando
così probabilmente che i capostipiti fossero dei commercianti.
CANGI
CANGIO
Cangi sembra avere un ceppo fondamentale nell'aretino ed uno nel potentino,
Cangio, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere del foggiano, derivano
dal cognomen latino Cangius un esempio del quale troviamo in un atto di
vendita del X° secolo redatto a Sant'Elpidio (AP), dove si legge: "...modo
pro collusione apud infimae latinitatis scriptores usurpatum fuit, ut testatur
Cangius in hac
voce...", o anche nella Nova Chronica del Villani dove nel libro
VI° par XXIX° si legge: "...e feciono per
divina visione loro imperadore e signore uno fabbro di povero stato, il
quale avea nome Cangius,
il quale in su un povero feltro fu levato imperadore...".
CANGINI
Forlivese con presenze significative
anche nel Lazio.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cangini è un cognome riminese che è diminutivo del nome
latino Cangius, citato anche dal Villani
nel libro VI della sua Nuova Cronica.
CANGIANI
CANGIANO
Cangiani è estremamente raro, Cangiano è decisamente napoletano,
dovrebbero derivare da modificazioni del cognomen latino Cantianus
(Canziano), con questa cognominizzazione
troviamo nella seconda metà del 1700 Monsignor Bernardo Cangiano
vescovo di Campobasso.
CANIATI
CANIATO
Caniati molto raro è tipico del ferrarese, Caniato abbastanza raro
è specifico della provincia di Rovigo, potrebbero derivare da modificazioni
del cognomen latino Canius che si trova citato anche da Cicerone : "...Caius
Canius, eques Romanus, nec infacetus et satis
litteratus...".
CANICATTI
CANICATTI'
Canicatti è meno diffuso di Canicattì, ma entrambi sono decisamente
siciliani, tipici di Canicattì (AG) toponimo da cui hanno evidentemente
preso il nome.
CANIDIO
Canidio, quasi unico sembrerebbe cremonese, dovrebbe
derivare dalla Gens latina Canidia
o dal nome gentilizio romano Canidius
di cui abbiamo un esempio in uno scritto dello storico latino del I°
secolo d.C. Gaio Suetonio Tranquillo: "...Quibus
quondam Caius Canidius
obicientibus sibi quod in Republica administranda potissimum consularis
Isaurici sectam sequeretur, malle respondit Isaurici esse discipulum, quam
Epidii calumniatoris. ....
CANIFFI
Caniffi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dello spezzino, dovrebbe
derivare da un'alterazione dialettale del termine arabo khalifa
(guida spirituale, sindaco di un paese),
forse a sottolineare la posizione dominante del capostipite, probabilmente
un uomo di mare.
CANIGLIA
Caniglia ha un ceppo nel teatino, uno tra brindisino e tarantino, uno nel
napoletano ed uno tra catanese e siracusano, dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal termine latino canilia
(crusca del grano) entrato nell'uso
arcaico come caniglia (nutrimento
per cavalli), tracce di questa cognominizzazione si trovano
a Mesagne (BR) almeno dalla seconda metà del 1600, Personaggio
di rilievo è stato il soprano napoletano Maria Caniglia nata appunto
a Napoli nel 1906.
CANINI
CANINO
Canini ha un ceppo tra milanese, bergamasco e bresciano, uno nel lucchese,
uno tra ravennate, forlivese, riminese e pesarese, uno tra grossetano,
senese, ternano e perugino ed uno molto importante nel Lazio centromeridionale,
a Roma, Velletri, Marcellina e Bracciano nel romano, ad Alvito nel frusinate
ed a Cisterna di Latina nel latinense, Canino, decisamente meno comune,
ha un ceppo calabrese, nel cosentino e catanzarese, ed uno siciliano soprattutto
nel catanese e palermitano, con presenze significative anche nell'agrigentino,
nel siracusano e nel catanese, potrebbero derivare dal nome della Gens
Caninia di origini etrusche, ma in alcuni casi può anche
derivare da toponimi come Canino nel viterbese, meno probabile una derivazione
da una forma ipocoristica del nome medioevale Cane,
ricordiamo a solo titolo di esempio Cane Grande della Scala. Tracce
molto antiche di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio a Milano
in una Carta confessionis, finis et investiture
dell'anno 1169: "Anno dominice incarnacionis milleximo
centeximo sexageximo nono, quintodecimo kalendas iunii, indicione secunda.
Manifestavit et contentus fuit Peregrinus
qui dicitur Caninus, de civitate Mediolani,
accepisse a Gaidone qui dicitur Faseolus et ex parte Conradi, nepotis sui,
libras sedecim denariorum tertiolorum Mediolanensium pro obligatione seu
fideiussione aut debitoria illa in qua ipse Gaido et quondam Ardericus,
frater eius...".
CANIO
Canio, assolutamente rarissimo, sembrerebbe sardo, dovrebbe derivare dal
nome medioevale Canius, originato dal
nome latino Canus, con il significato
di canuto, bianco di capelli.
CANIPARI
CANIPARO
Canipari, molto raro, è specifico dell'area bresciana, Caniparo,
quasi unico, è presente ora solo nell'alessandrino, dovrebbero derivare
dall'occupazione del capostipite, che molto probabilmente avevano la mansione
di caniparo, o canipario
termine arcaico che indicava colui cui l'autorità religiosa o feudale
aveva affidato il compito di amministrare la canipa,
cioè l'ufficio che si faceva carico di immagazzinare e ridistribuire
i cereali, usati come foraggio per le bestie, le granaglie ed il vino,
ricevuti a pagamento dell'affitto dagli agricoltori che conducevano a mezzadria
i terreni della diocesi o del Signore locale, di questo tipo di incarico
abbiamo un esempio in un registro del 1430 ad Aquileia nell'udinese: "..Titulus
affictuum spectantium ad canipam
venerabili capituli Aquilegensis sub secunda caniparia
mei Petri de Monopoli mansionari in anno domini MCCCCXXX. In chorum in
festo beatissimorum martirorum Hermacorae et Fortunati..".
CANIZZARO
Estremamente raro è probabilmente un'errore di trascrizione del
cognome Cannizzaro.
CANNARA
Cannara, estremamente raro, forse del centro Italia, dovrebbe derivare
dal nome del paese di Cannara nel perugino.
CANNAS
Specifico della Sardegna, dovrebbe derivare da nomi di località
caratterizzate dalla presenza di canne.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CANNAS: canna, dal latino canna, dal greco κάννα
(cànna). Unu
sulìttu de canna = un flauto
di canna; in latino càlamus
= zufolo. La canna è anche una
misura di lunghezza, usata per misurare terreni di non grande estensione
e soprattutto stoffe, corrispondente a circa tre metri: fu introdotta
in Sardegna dai Pisani. Nel *CSNT, XI°, XIII° secolo al cap. 131,
in una vendita:.et II cannas de pannu.e due canne di panno (stoffa). Su
cannisòni è la canna
palustre; su cannayiòni
è la gramigna, la nemica degli
ortolani; sa cannitzàda è
il graticcio di canne che si usava
per coprire i tetti, come base, prime delle tegole; sa
cannaròtza è la trachea
o in senso lato il collo; sa cannàcca
è la collana, che per molti
linguisti deriva dall'arabo kannaq,
per noi deriva da canna, perché
copre sa canna de su tzugu = il
collo. Il cognome è presente negli antichi documenti
della Sardegna. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388
figurano: Cannas (de) Bartholomeo, jurato ville Usedos (Usellus- contrate
Partis de Montibus); Cannas (de) Guantinus, ville Sasseri; Cannas (de)
Lupo, ville Forru (Villanovaforru, oggi Collinas, famosa per il suo vino
- binu de Forru -Contrate Partis de Montibus); Cannas (de) Petro , jurato
ville Guilciochor(villaggio distrutto, conosciuto col nome di Borticoco:
diocesi di Ottana . Curatorie de Anella). Nel Condaghe di San Pietro di
Silki, *CSPS, XI°, XIII° sec., abbiamo: Cannas (de) Mariane(5),
testis apatissa Massimilla(madre badessa del Convento di San Pietro): in
una compera di terra, in su saltu de Arave( nel territorio di Arave - villaggio
abbandonato, i cui resti si trovano in territorio di Usini); Cannas (de)
Bittoria(47), sposa prete Solina Istefane( si tratta di una richiesta -
pettitura - e recita: Ego piscopu Jorgi Maiule, ki li pettî muiere
a presbiteru Istefane Solina, ki fuit servu intregu de scu. Petru de Silki,
pettilîla a Bittoria de Cannas e derunnilila sos donnos suos(Io Jorgi
Maiule, vescovo, chiesi moglie per prete Stefano Solina, che era servo
intero di San Pietro di Silki, chiesi Vittoria de Cannas e i suoi padroni
me la diedero); Cannas(de)Gosantine(31) testis kertu de servis(teste
in una lite per la partizione della servitù). Nel Sulcis a nord
est di Narcao esisteva un tempo un villaggio (villa - bidda), detto Bau
de Cannas (guado delle canne). Appartenne alla Curadorìa di Sulcis,
del regno giudicale di Calari (Cagliari). Intorno al 1070 il villaggio
fu dato in dono dal Giudice Torchitorio de Laccon - Gunale, all'Archidiocesi
di Calari. Verso la fine del XV° secolo risultava completamente spopolato.
Attualmente il cognome Cannas è presente in 247 Comuni d'Italia,
di cui 124 in Sardegna(con maggiore diffusione a sud): Cagliari 271, Quartu
S.E. 91, San Sperate 89, Villagrande Strisaili 63, Sassari 53, Ulassai
50.
CANNATA
CANNATA'
CANNATARO
Cannata, molto diffuso, è tipicamente siciliano, Cannatà,
molto più raro sembrerebbe del reggino, Cannataro è specifico
di Cosenza, Rende, Mendicino, Castrolibero, Trenta e Rovito nel cosentino,
potrebbero derivare da un soprannome, più o meno dialettale, originato
dal fatto che il capostipitre fosse un artigiano che costruiva cannate
(sorta di reti da pesca), ma in Calabria
si chiama cannata anche il vaso
da notte.
integrazioni fornite da Paolo Chiaselotti
Il cognome deriva dal mestiere di fabbricante di cannate,
boccali di terracotta.
CANNATELLI
CANNATELLO
Cannatelli ha un ceppo a Roma ed uno a Latina ed uno in Calabria a Crotone
ed a Sorianello e Soriano Calabro nel Valentiano, Cannatello, assolutamente
rarissimo, è presente nelle stesse aree, dovrebbero derivare da
soprannomi originati da ipocoristici del termine dialettale cannata
(boccali di terracotta) ad indicare
forse l'attività dei fabbricante di boccali svolta dai capostipiti
o dalla loro predilezione per il bere.
CANNAVALE
CANNAVIELLO
Cannavale, decisamente campano, è del napoletano in particolare,
Cannaviello, rarissimo, ha un ceppo napoletano, uno avellinese ed uno salernitano,
dovrebbero derivare da soprannomi dialettali originati da forme ipocoristiche
del vocabolo latino caneva
o canova (cantina) e starebbe ad indicare
o il mestiere di cantiniere o l'abitudine del capostipite di alzare il
gomito spesso e volentieri.
CANNAVARO
Molto raro è tipico del napoletano, dovrebbe derivare da un soprannome
dialettale relativo al mestiere del cordaio, ma è pure possibile
una correlazione con l'attività del coltivatore di canapa.
CANNAVO'
Cognome tipico siciliano delle
provincie di Messina e Catania deriva dal toponimo Cannavò (RC).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cannavò è cognome siciliano e calabrese che viene dal
greco κανναβός
(kannavós) = grigio.
CANNEA
Cannea è tipicamente sardo, della provincia di Oristano e di Ollastra
in particolare, potrebbe trattarsi di un cognome derivato dalla presenza
di canne nella località d'origine della famiglia, ma non si deve
trascurare la possibilità che derivi invece da soprannomi originati
da modificazioni dialettali del termine sardo canniya
(lamentela, implorazione noiosa, petulanza)
forse motivato da modi d'essere del capostipite.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CANNEA: vi sono incertezze sul significato e l'etimologia. Considerando
la radice della parola,"cann", dovrebbe
derivare da canna! Non l'abbiamo trovato
nelle carte antiche. Attualmente il cognome è presente in 18 Comuni
italiani, di cui 8 in Sardegna(quasi tutti concentrati nella zona di Oristano:
ricchissima di canneti, anche per la vicinanza della foce del Tirso): Ollastra
47, Simagis 17, Oristano 12, etc.
CANNEDDU
Canneddu, molto molto raro, è tipicamente sardo del nuorese, di
Mamoiada e di Nuoro.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CANNEDDU: significa canneto e deriva da canna
o dal tardo latino cannetum. Cannedu
è il nome di un villaggio scomparso, ubicato in territorio di Ittiri.
Appartenne alla Curadorìa di Coros, del Regno Giudicale di Torres.
Fu abbandonato verosimilmente verso la fine del XIV° secolo. Il cognome
è presente nel Condaghe di San Pietro di Silki, *XI°, XIII°
sec.: Cannetu (de) Gosantine, donnu, vicario dell'arcivescovado, tramutu
de servis (97): Ego apatissa Massimilla, tramutai homines cun donnu Gosantine
de Cannetu, visdominu dess'Arkipiscopatu: ego deili latus in Gosantina,
fiia de Maria Pithiris e de Janne Albu, et isse deitimilatus d'Elene Culurione,
fiia de Furata Culurione e de Gavini Kitera; tramutande a boluntade de
donnu Ithoccor de Laccon, curatore de Romangia et armentariu dess'arkipiscopatu
e cun boluntade dessa monacas sorres meas. Seguono i testimoni. (Io abadessa
Massimila scambiai uomini con donnu(nobile) Gosantine de Cannetu, vicario
dell'arcivescovado. Io gli diedi la metà, "del servizio" di Gosantina(Costantina),
figlia di Maria Pithiris e di Janne (Gianni) Albu ed egli mi diede la metà
di Elena Culurione, figlia di Furata Culurione e di Gavino Kitera; col
consenso di donnu Ithoccor de Laccon curatore(giudice supremo del tribunale)
di Romangia e armentario (amministratore generale)dell'arcivescovado. Nella
storia medioevale rimane inoltre il nome di Pietro de Canneto, vescovo
prima della Diocesi di Plaghe(scomparsa)e poi arcivescovo, dal 1134 al
1139, dell'archidiocesi di Sassari, allora nel Regno Giudicale di Torres.
Fu uno dei fondatori del Monastero di San Nicola di Trullas. Nel Condaghe
omonimo, *CSNT, XI°, XIII° sec. lo troviamo citato al cap. 291,
in qualità di testimone in uno scambio tra la chiesa di San Nicola
e l'arcivescovo donnu Albertu. Attualmente il cognome Canneddu è
presente in 16 Comuni d'Italia, di cui 8 in Sardegna: Mamoiada 21, Nuoro
15, Sassari 9, Budoni 8, etc.
CANNELLA
CANNELLI
CANNELLO
Cannella, molto diffuso, ha ceppi in Liguria, in Piemonte, in Lombardia,
nel riminese, nell'ascolano, nel viterbese, romano e latinense, nel salernitano,
nel barese e tarantino, nel vibonese, e, soprattutto, in Sicilia, dove
è molto diffuso nel palermitano ed agrigentino, nel nisseno, nel
catanese, nel siracusano e nel ragusano, con presenze anche nel trapanese
e nel messinese, Cannelli ha un ceppo nell'aretino a Terranuova Bracciolini
e Montevarchi, ed a Grosseto, un ceppo ad Assisi nel perugino, uno a Monterubbiano
nell'ascolano, che potrebbe derivare dal toponimo Cannelli nel teramano,
ed uno a Roma, Cannello, quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad errori
di trascrizione del primo, che assieme al secondo potrebbe derivare da
soprannomi basati su forme diminutive del termine canna,
sia riferita all'attrezzo dei vinai, sia alle piante di un canneto, non
si può escludere un possibile collegamento con la cannella
(corteccia profumatissima molto usata nel medioevo soprattutto per aromatizzare
il vino).
CANNIELLO
Canniello è specifico della città di Bari, potrebbe derivare
dal nome della località Pozzo Canniello nell'iserniese, ma, molto
più probabilmente deriva da un soprannome dialettale legato al mestiere
del capostipite.
CANNIZZARO
Tipico siciliano e della zona calabrese dello stretto, dovrebbe
essere di origine spagnola, ma potrebbe anche derivare dal toponimo Cannizzaro
(CT). Il casato dei Cannizzaro compare in Sicilia nell'XI° secolo dove
viene investito della castellania di Terranova da re Pietro I° d'Aragona.
Tracce di questa cognominizzazione si trova nel 1600 a Catania, in uno scritto
dell'epoca si legge: "...Die l9 Augustu 1657 si compro
du pezzu di lu tirrenu di li patri gesuiti per crisciri la Clesia: l'attu
fu fatto in Catania per li atti di notar Marco
Cannizzaro: lu preezzu di detto terreno fu
di onze 1.10...". Personaggio famoso è stato il chimico
palermitano Stanislao Cannizzaro (1826-1910).
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Il cognome Cannizzaro, in realtà, nasce sulla base di un nome
di mestiere, quello cioè del fabbricante di stuoie: nel dialetto
siciliano, il cannizzu è, infatti, la
stuoia, così chiamata poiché questo tessuto è fatto
generalmente di canne (dal tardo latino cannicius,
che letteralmente significa di canna). In tal modo, questo cognome dovrebbe
derivare più che altro da un nome di mestiere attribuito ai capostipiti
delle famiglie Cannizzaro, benché non si possa tuttavia escludere
l'ipotesi di un'origine toponomastica per alcune di tali famiglie (dal
toponimo omonimo, in provincia di Catania).
CANNOBBIO
CANNOBIO
CANOBIO
Tutti assolutamente rarissimi, sembrerebbero lombardo-piemontesi,
dovrebbero derivare dal toponimo Cannobio (VB).
CANNONE
CANNONI
Cannone è diffusissimo nel Lazio ed in Puglia, con ceppi significativi
anche nel Piceno, nel teatino, nel napoletano ed in Sicilia nel trapanese,
palermitano, messinese, catanese e siracusano, Cannoni è tipico
dell'area toscana che comprende il fiorentino, l'aretino ed il senese,
del perugino. del romano, con un ceppo anche in Sardegna a Ittiri, Sassari
ed Alghero nel sassarese, potrebbe derivare in alcuni casi da toponimi
contenenti la radice Canne o Cannone, ma, nella maggior parte dei casi
deriva dal nome medioevale Cannonus,
di cui abbiamo un esempio nel quinto secolo a. C. con lo statista e legislatore
ateniese Cannonus citato anche da Xenophonte e, in tempi a noi più
vicini con Cannonus de Ganducio mercante e banchiere del secolo XIII°
nell'alessandrino.
CANO
CANU
Cano ha un ceppo ad Alghero nel sassarese ed unoad Olbia in Gallura, Canu
è decisamente sardo, è distribuito in modo massiccio in tutta
l'isola, ma con prevalenza al nord, dovrebbero derivare da un soprannome
originato dal termine sardo canu (bigio,
grigio, canuto).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CANO/U: grigio, canuto.
Dal latino canus. Cognome diffuso nella
parte centro settentrionale dell'isola, sinonimo di Murru: cognome
ampiamente diffuso nella parte meridionale. Presente nei documenti antichi.
Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, abbiamo: Cano Gonnario,
jurato ville Tadasuni (*odierno Tadasuni. Contrate Partis de Guilcier);
Cano Juliano, majore(amministratore, sindaco) ville Borone (*odierno Boroneddu.
Contrate Partis de Guilcier); Cano Lodovico, ville Silanus. (* odierno
Silanus. Castri Montis de Verro); Canu Anthonio - de Bosa; Canu Elias,
ville Sasseri; Canu Flasius, ville Sasseri. Nella storia medioevale ricordiamo:
Cano o Canu Antonio , vescovo di Sassari, dal 1448 al 1480 (*DiStoSa).
Nella storia moderna figura: Cano Francesco, sassarese: con cento
uomini, il 20 aprile del 1527 respinse 400 barbareschi sbarcati all'Asinara,
infliggendo loro gravissime perdite. Per il suo valore fu nominato cavaliere
nel 1541 da Carlo I re di Spagna (Carlo V imperatore) *DiStoSa. Della storia
contemporanea citiamo, Cano Eugenio, vescovo della diocesi di Bosa dal
1871 al 1905, (*DiStoSa). Attualmente Cano è presente in soli 32
Comuni italiani, di cui 9 in Sardegna: Alghero 59, Olbia 31, Tempio 9,
Cagliari 8, Sassari 6, etc. Invece Canu è presente in ben 379 Comuni
d'Italia, di cui 126 in Sardegna, con maggiore diffusione nella parte alta
dell'isola: Sassari 783, Olbia 291, Alghero 222, Ossi 183, Cagliari 130,
Ittiri 128, Budoni 120, Nuoro 116, etc.
CANOBBIO
Canobbio ha un ceppo lombardo a Costa Volpino (BG), Fenegrò (CO)
e Pisogne (BS), ed uno ad Acqui Terme (AL) dovrebbero derivare dal
toponimo del Canton Ticino Canobbio un tempo parte della diocesi milanese.
CANOFARI
Canofari è oggi caratteristico di Roma, ma sembrerebbe essere stato
di origini abruzzesi o irpine, troviamo tracce cinquecentesche di questo
cognome, con il Notaio Angelo Canofari di Montereale operante nell'aquilano
nella prima metà del 1500.
CANOLA
Canola, molto raro, è tipicamente veneto, dell'area che comprende
il vicentino, il padovano ed il rovigoto, dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal termine dialettale veneto arcaico cànola
(tubetto di legno usato per spillare il vino dalla
botte), forse ad indicare nel capostipite un cantiniere o semplicemente
uno che amasse bere il vino.
CANONICA
Canonica è tipicamente piemontese dovrebbe derivare da uno dei vari
toponimi contenente la radice Canonica.
CANONICI
CANONICO
Canonici ha un ceppo anconetano tra Ancona e Falconara Marittima ed uno
romano, Canonico è presente a macchia di leopardo, nel cosentino
a Cassano allo Ionio e San Marco Argentano, in Sicilia, soprattutto ad
Avola e Siracusa, in Campania a Napoli, Avella e Mugnano del Cardinale
(AV), a Falconara Marittima (AN) ed è presente anche al nord, dovrebbero
tutti derivare dall'essere state famiglie cui apparteneva un canonico,
cioè un religioso del Capitolo di una Cattedrale che può
essere sia un sacerdote che un secolare.
CANOPIA
CANOPPIA
Canopia, estremamente raro, sembrerebbe sardo, del lato occidentale dell'isola,
così come il cognome Canoppia, solo leggermente meno raro, potrebbero
derivare da una forma alterata dialettalmente del termine latino medioevale
canipa, che consisteva nell'incarico
amministrativo dell'addetto alla gestione dei viveri di una comunità,
o anche e più probabilmente da soprannomi basati sul termine spagnolo
canopia (baldacchino,
struttura a volta che può essere matrimoniale, di pietra,
o anche composta dalle frasche degli alberi), forse riferito ad artigiani
costruttori di baldacchini.
CANOPOLI
CANOPULO
Canopoli è specifico della Sardegna settentrionale, del sassarese
e di Erula in particolare, con buone presenze anche a Sassari e Perfugas,
Canopulo, assolutamente rarissimo, è sempre del nord della Sardegna
ma più che altro della Gallura, questi cognomi potrebbero derivare
dal nome di una località Canopoli nei pressi di Perfugas, e nelle
vicinanze di Erula, tracce importanti di queste cognominizzazioni le troviamo
agli inizi del 1600 con Antonio Canopoli Arcivescovo di Oristano dal 1588
al 1621.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Il cognome Canopoli è presente in Sardegna ma è di origine
còrsa, deriva dall'antico italiano 'canòpo'
= minatore. M. Pittau, Dizionario dei
Cognomi di Sardegna, 1, p. 170.
CANOSA
Parrebbe avere oltre al ceppo forse primario nel barese, anche uno in Basilicata
ed uno in Abruzzo, dovrebbe derivare dal toponimo Canosa di Puglia (BA).
CANOVA
CANOVI
Canova è specifico dell'Italia settentrionale, Canovi è tipico
del reggiano e del modenese, di Reggio Emilia, Castelnovo ne` Monti, Carpineti
e Villa Minozzo, con un ceppo a Buglio In Monte (SO) ed in Valtellina ed
uno a Genova, dovrebbero derivare o da toponimi come Canova (AT), (VI),
(PV), (RE), (PC), (VR), (BS) ed altre, o da nomi di località identificabili
da una casa nuova o anche da soprannomi originati dal termine tardo latino canova o
caneva (cantina, osteria). Personaggio di assoluto
rilievo è stato il celeberrimo scultore di Possagno (TV) Antonio
Canova (1757-1822) il maggior esponente del neoclassicismo italiano.
CANSELLA
Cansella, assolutamente rarissimo, è tipico della Sardegna, potrebbe
derivare da un soprannome originato da vocabolo sardo cansai
(stancarsi), che sottolineasse forse
l'atteggiamento stanco del capostipite o forse la sua malavoglia.
CANTACESSI
CANTACESSO
Cantacessi è tipico di Adelfia nel barese, Cantacesso, molto molto
raro, parrebbe specifico di Irsina nel materano, anche se tracce antiche
porterebbero a Triggiano nel barese, dovrebbero derivare da soprannomi
attribuiti al capostipite.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
è un tipico e raro cognome pugliese, che ha come epicentro di
diffusione il comune di Adelfia nel Barese; dal punto di vista etimologico,
questo bizzarro cognome dovrebbe derivare dall'antico mestiere meridionale
esercitato da coloro che dovevano piangere il defunto, quindi i canta
decessi, da cui cantacessi
per contrazione del termine. Tale mestiere, diffuso nel Mezzogiorno fino
a pochi decenni fa, derivato dalla pròthesis greca e romana (esposizione
del cadavere e pianto comune, rito noto archeologicamente già dalle
raffigurazioni su ceramica geometrica risalente al 900-700 a. C.), serviva
ad attribuire prestigio e onore al defunto: più questi era "pianto",
più la comunità ne riconosceva importanza.
CANTAFIO
Tipicamente calabrese, potrebbe
derivare da un soprannome dialettale legato ad un mestiere.
CANTAGALLI
CANTAGALLO
Cantagalli è tipico del bolognese, del ravennate e del forlivese,
della Toscana e del Lazio, Cantagallo è specifico di Penne nel pescarese,
di Ferentino nel frusinate, di Anagni (FR) e di Roma, con un ceppo anche
a Troina nell'ennese, dovrebbero derivare da nomi di località, il
toponimo Cantagallo è abbastanza diffuso soprattutto in Italia centrale.
CANTALAMESSA
Cantalamessa è tipico dell'ascolano, di Colli del Tronto, Ascoli
Piceno, San Benedetto del Tronto, Folignano e Spinetoli, dovrebbe derivare
da un soprannome, si tratta di una nobile ed antica famiglia ascolana.
CANTALE
CANTALI
Cantale è tipicamente siciliano, di Troina nell'ennese, con ceppi
secondari a Catania e Messina, Cantali, sempre siciliano, è tipico
di Maniace e Biancavilla nel catanese e di Tortorici e Cesarò nel
messinese, questi cognomi dovrebbero essere di origini antiche e derivare
dal termine grecanico cantàles
(cestaio), a sua volta derivato dal
termine greco antico κανθήλια kanthelia
(panieri, ceste).
CANTALENA
CANTILENA
Assolutamente rarissimi, probabilmente
di origini campane, del basso napoletano o dell'alto salernitano, potrebbero
derivare da un nome di località.
CANTALUPI
Cantalupi, decisamente raro, sembra tipico del milanese, dovrebbe derivare
dal toponimo Cantalupo di Cerro Maggiore (MI).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
II cognome Cantalupi ha origine dal toponimo Cantalupo, diffuso nella
toponomastica italiana medievale, ad indicare zone boschive in cui era
presente il lupo. Ricorderò, fra gli altri, Cantalupo di Bondeno
(Ferrara), ma anche Cantalupo in Sabina, Cantalupo nel Sannio, Cantalupo
ligure, ecc. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CANTALUPO
Cantalupo è tipico della Campania, del napoletano e salernitano
in particolare, dovrebbe derivare da toponimi come Cantalupo (IS), toponimo
la cui origine sembrerebbe risalire all'espressione greca kata
lucon (situato in mezzo al bosco),
mentre secondo altri risalirebbe all'espressione bulgara Kan
teleped (abitazione del Capo),
i bulgari nella zona erano presenti e nell'anno 667 il bulgaro Altzek pose
la sua dimora proprio a Cantalupo, che da allora venne chiamato dai suoi
seguaci Kan Teleped e che il popolo adi lingua latina trasformò
in Cantalupo.
CANTARANO
CANTERANI
CANTERANO
Cantarano ha un ceppo a Roccagorga e Fondi nel latinense, ed a Roma, Canterani,
molto raro, è tipico di Genzano di Roma, Canterano è quasi
unico e si potrebbe trattare di un errore di trascrizione del cognome precedente,
dovrebbero derivare dal nome antico, o da quello più recente, del
paese di Canterano in provincia di Roma.
CANTARELLA
CANTARELLI
Cantarella è tipico del catanese, con ceppi anche nel salernitano,
Cantarelli è specifico del parmense e del reggiano, dovrebbero derivare
entrambi da soprannomi originati dal vocabolo latino cantharus
(tipo di coppa con manici, vaso), possono
anche riferirsi a nomi di località come il
locus Cantharellus citato in un atto del 1131 ad Afragola (NA),
tracce di queste cognominizzazioni le troviamo in un atto del 1104: "...Petrus
filius Albizzi, et Ughiccione filius Uberti, et Leo de Babilonia, et Wido
Cantarello, et Tebaldinus, et Gerardus filius
Petri, et Alcherius, et Gerardus Pandulfi, et Rodulfinus, et alii plures...".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
II cognome cognome Cantarella esiste anche in Veneto dove deriva da
cantarèla, nome di un pesce,
lo 'sparus cantharus' che in quella
regione ha anche altre denominazioni: cantarina,
cantarena, cantarena de aspero, ociada.
Fonte: Olivieri 213.
CANTARINI
CANTARINO
Cantarini è un cognome marchigiano, Cantarino, è praticamente
unico, potrebbero derivare da un soprannome, o anche da una modificazione
del cognomen latino Cantaber. Troviamo tracce di questa cognominizzazione
nel XII° secolo a Pisa con Cantarinus Pisanae
urbis cancellarius dal 1140 al 1147, nell'elenco degli studenti
dell'ateneo di Perugia nel 1577 troviamo il marchigiano Philippus Cantarinus.
CANTATORE
CANTATORI
CANTORE
CANTORI
CANTORO
Cantatore sembrerebbe di origini pugliesi, di Ruvo di Puglia, Molfetta
e Bari, con ceppi probabilmente secondari a Corato, Bitonto, Terlizzi e
Bisceglie, sempre nel barese, in Piemonte, nell'alessandrino sembrerebbero
esserci stati altri ceppi, forse non secondari, Cantatori, assolutamente
rarissimo, è probabilmente dovuto ad errori di registrazione, Cantore
ha un ceppo nel napoletano, ad Acerra, Napoli e Torre del Greco, uno nel
potentino, a Muro Lucano e Potenza, ed uno pugliese, soprattutto a Gioia
del Colle nel barese e nel tarentino a Taranto, Martina Franca, Mottola,
Ginosa e Grottaglie, Cantori, molto più raro, ha un ceppo a Cento
nel ferrarese e nel bolognese ed uno ad Osimo in particolare nell'anconetano,
e ad Ancona e Novafeltria nel pesarese, Cantoro ha un ceppo abruzzese,
a Pineto, Atri e Roseto degli Abruzzi nel teramano ed a Pescara, ed uno
pugliese, nel brindisino a Villa Castelli, Fasano e Brindisi, nel tarantino
a Taranto e Grottaglie, nel leccese a Lecce, Otranto, Acquarica del Capo,
Campi Salentina e Presicce, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dall'attività
di cantori svolta dai capostipiti,
anche se, per quanto riguarda i ceppi pugliesi, si può ipotizzare
che il soprannome derivi dal fatto che i capostipiti facessero i cantori
per le commemorazioni di defunti, o per serenate romantiche.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cantatore è cognome pugliese che oltre alla derivazione da 'cantatore'
= cantore, potrebbe anche essere forma
aferetica di 'incantatore' nel senso
di 'affascinante, seducente'.
CANTE
CANTELLI
CANTELLO
CANTI
Cante è specifico di Giugliano in Campania, con presenze significative
anche a Villaricca, Mugnano di Napoli. Napoli, Qualiano e Marano di Napoli,
tutti nel napoletano, Canti ha un ceppo nel nordmilanese e varesotto, uno
tra forlivese, riminese e pesarese, uno nel grossetano ed uno a Roma, Cantelli
è molto diffuso in Emilia, nel modenese, bolognese e ferrarese,
con ceppi anche in Liguria, nel rovigoto, in Romagna, nel fiorentino, aretino
e senese, nel romano e nel casertano e napoletano, Cantello sembrerebbe
siciliano, di Mazzarino nel nisseno e di Assoro nell'ennese, con un ceppo
anche nel torinese, a San Giusto Canavese e Foglizzo, dovrebbero tutti
derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome medioevale italiano Cante
di cui abbiamo un illustre esempio nel politico italiano di parte guelfa
Cante dei Gabrielli da Gubbio (1260 circa - 1335 circa), che fu Podestà
di Pistoia nel 1290, Podestà di Siena nel 1298 e Podestà
di Firenze nello stesso anno, fu proprio lui ad emettere le due famose
sentenze di condanna contro Dante Alighieri: quella del 27 gennaio e quella
del 10 marzo 1302 con l'accusa di concussione e baratteria.
CANTELMI
CANTELMO
Cantelmi ha un ceppo a Sulmona nell'aquilano, con presenze ad Ortona nel
teatino ed a Roma, ed un ceppo a Teggiano nel salernitano, Cantelmo ha
un ceppo a Roma, in Campania a Napoli, ad Avellino ed Atripalda nell'avellinese,
a Vairano Patenora ed Ailano nel casertano ed a Sapri nel salernitano,
dovrebbero derivare dal cognome normanno Kantelm,
i Cantelmo arrivarono in Italia dalla Francia, forse dalla Provenza, al
seguito di Carlo I° d'Angiò, questi conferì nel 1269
a Giacomo Cantelmo privilegi feudali con un vasto territorio in Abruzzo
e nel frusinate, nel 1284 questi venne nominato Giustiziere d'Abruzzo da
Carlo II°, furono conti di Alvito fino al 1454 quando re Alfonso V°
d'Aragona concesse il titolo di Duca di Sora e di Alvito a Piergiampaolo
Cantelmo, figlio di Nicola Cantelmo duca di Sora "Petrus
Ioannes Paulus Cantelmus Sorae Albeti dux
", verso la fine del 1600 troviamo arcivescovo di Napoli il Cardinale Giacomo
Cantelmo.
CANTERA
CANTERO
Cantera, molto molto raro è tipico dell'area che comprende il romano,
l'aquilano ed il pescarese, Cantero è quasi unico, l'origine probabile
è dalla gente cantoria, cioè
i canteri o cantori
di chiesa, che, nella zona di confine tra il romano ed l'aquilano, avevano
acquisito un particolare rilievo sociale presso la corte papale arrivando
ad ottenere il controllo politico di alcuni paesi, un'altra possibile ipotesi
è che questi cognomi possano derivare dal fatto di essere attribuiti
come soprannomi a dei benestanti, che, per distinguersi dal resto del popolo,
assistevano alle funzioni religiose nella cosiddetta cantoria, cioè
nell'area della chiesa riservata ai cantori.
CANTERGIANI
Cantergiani è specifico del modenese, di Pavullo nel Frignano, Castelvetro
di Modena, Sassuolo, Vignola, Castelnuovo Rangone e Modena, potrebbe derivare
da un'alterazione
del termine medioevale castregianus,
cioè di abitante del Castrum Feronianum,
antico nome dell'attuale Pavullo nel Frignano, ma potrebbe
anche derivare dal nome della località di Cantergiano nel territorio
del comune di Pavullo nel Frignano nel modenese.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
bisognerebbe considerare lo sviluppo del termine latino 'cantherius/canterius',
non tanto nel suo significato di 'cavallo castrato', quanto piuttosto in
quello, usato da Columella, di 'palo per sostenere le viti'. 'Canterianus'
(che non esiste nel lat. classico), potrebbe essere un termine tardo affine
a 'cantheriatus' che invece esiste e significa 'posto sopra gioghi semplici,
di viti messe a cavalletto'. Una specie di viticoltore, quindi. La G potrebbe
essere di origine epentetica.
CANTERI
Canteri è tipico del veronese, di Verona, Roverè veronese
e Bosco Chiesanuova, potrebbe derivare dal termine latino canterius
(filare di viti), forse ad indicare
che il capostipite facesse di mestiere il vignaiuolo, ma il termine cantherius,
di origine barbarica, dal termine illirico catar
(mulo), indicava anche in epoca medioevale
il cavallo da tiro o da
soma, ed il cognome potrebbe anche aver avuto origine da soprannomi
originati da questo termine, ad indicare il mestiere del capostipite o
sue caratteristiche fisiche.
ipotesi fornite da Gilberto
Trombin Canteri deriva dal nome di una contrada Cantero sita nelle prealpi
venete alle spalle di Verona, nella zona denominata Lessinia, in origine
molto probabilmente il nome della località era Kanter.
CANTIANI
CANTIANO
Cantiani ha un piccolo ceppo nell'anconetano a Serra San Quirico e Fabriano,
che potrebbe derivare dal nome del paese di Cantiano nell'urbinate, un
ceppo molto più consistente a Roma e nel romano ed a Ronciglione
nel viterbese, ha inoltre un ceppo nel potentino a Marsicovetere, Cantiano,
molto molto raro, sembrerebbe di Albano Laziale e Roma, dovrebbero derivare
dal cognomen latino Cantianus, un personale
dei liberti della Gens Cantia, che
oltre a Roma e nel romano aveva proprietà anche nelle Marche ed
in Friuli, ricordiamo con questo nome San Cantianus martire romano decapitato in Friuli
nell'anno 303 sotto l'imperatore Diocleziano.
CANTIELLO
Cantiello è tipico del casertano, di Casal di Principe, Macerata
Campania, Santa Maria Capua Vetere, Grazzanise, San Cipriano d'Aversa,
Portico di Caserta, San Tammaro e Capua e di Sant'Antimo e Napoli nel napoletano,
dovrebbe derivare da un soprannome, nella parlata catalana antica il cantiello
era un pezzetto dell'Ostia consacrata,
ma cantiello nel dialetto campano arcaico
era il cantuccio, l'angolino e potrebbe
far riferimento alla posizione dell'abitazione dei capostipiti.
CANTIER
CANTIERI
CANTIERO
Cantier, quasi unico, sembrerebbe friulano dell'udinese, Cantieri ha un
ceppo a Verona e nel veronese ed uno a Capannori e Lucca nel lucchese,
Cantieroha un ceppo a Bovolone nel veronese con sparute presenze in Campania,
potrebbero derivare da soprannomi dialettali originati dal termine arcaico veneto
cantièr (cantiere
navale, bacino di carenaggio), probabilmente ad indicare che
i capostipiti lavorassero in un cantiere nautico o vi abitassero nelle
immediate vicinanze.
CANTINA
CANTINI
Cantina, estremamente raro, potrebbe
avere due ceppi, uno nel milanese ed uno nel viterbese, Cantini è
originario della Toscana, potrebbero derivare entrambi dal mestiere di
oste.
CANTON
DAL CANTON
Canton è tipico del Veneto centro orientale e del pordenonese, Dal
Canton, sempre veneto, è però tipico del bellunese, di Quero
e di Alano di Piave, con un ceppo anche a Venezia, potrebbero derivare
da nomi di località o frazioni come Canton dell'Asino frazione di
Storo (TN) o Canton di Verona, o Canton della Madonna di Padova, Contrà
Del Dese o Canton di Castelfranco Veneto, e così molte altre, la locuzione Cantone o Canton in dialetto veneto è molto usata
in tutta l'Italia del nord, ad indicare una parte di una regione o di un
paese.
integrazioni fornite da Tibère
Gheno
I dal Canton derivarono verosimilmente il loro cognome dal fatto di
risiedere in una località marginale, in un canton
del paese in dialetto. L'indicazione dal
Canton riferita a una perona abitante a Quero compare però
relativamente tardi, solo nella seconda metà del 1400, con Vetor
di Antonio dal Canton. Probabilmente Vetor non veniva da fuori, ma era
di Quero, di qualche famiglia, per ora non individuabile, al cui interno
un ramo assunse quel nuovo nome.
CANTONE
Cantone ha un ceppo forse originario nel lodigiano, cremonese e mantovano,
nella Lombardia nordoccidentale e nel Piemonte nordorientale, ha un ceppo
tra casertano e napoletano ed uno in Sicilia, soprattutto nel catanese,
dovrebbe derivare dal nome medioevale Cantonus
di cui abbiamo un esempio in una Carta finis et refutationis causa transactionis
del 1174 a Prada (LO): "...iuxta legem una cum noticia
de propinquioribus parentibus suis, hii sunt Carnelvalis et Belonus de
Vailathe, propinqui suprascripte Bilie, et Cantonus
et Dominicus, propinqui suprascripte Zusiane, et Goizo, pater suprascripte
Berlende, et Lanfrancus Gerbilinus, propinquus...", nel 1200 troviamo
un Cantonus de Cantono consigliere
del governo cittadino di Mantova.
CANTONI
Cantoni è un cognome del centro nord Italia con più di un
ceppo lombardo ed emiliano, dovrebbe derivare dal nome medioevale Cantonus
(vedi CANTONE), ma potrebbe anche derivare
da un soprannome legato ad una posizione (quelli dell'angolo (canton
in dialetto)).
CANTOREGGI
Cantoreggi, molto molto raro, è specifico del varesotto, dovrebbe
derivare dal nome della Contrada Cantoreggio di Masnago, una frazione di
Varese, questa contrada nei tempi antichi esisteva come agglomerato urbano
a se stante, con una propria identità locale.
CANTU'
Cognome lombardo, deriva dal toponimo
Cantù (CO).
CANZI
Cognome lombardo, dovrebbe derivare
dal toponimo Canzo (CO).
CANZIAN
Tipico friulano e trevigiano, deriva dal cognomen latino Cantius e Cantianus,
ricordiamo i fratelli santi Cantius, Cantianus e Cantianilla che nel III°
secolo si trasferirono dalla natia Roma ad Aquileia (UD) e nel 303 subirono
il martirio; in alcuni casi può esserci anche una derivazione dal
toponimo San Canzian d'Isonzo (TS).
CANZIANI
Sembrano esserci due ceppi, nel nordmilanese e varesotto e nel triestino,
potrebbero entrambi derivare sa toponimi Canzo (CO) e San Canzian d'Isonzo
(TS), Canziano sembra essere unico, dovrebbero derivare dal cognomen latino Cantianus (vedi Canzian).
CANZONIERI
Un ceppo in provincia di ragusa
ed uno in provincia di Reggio Calabria, dovrebbe derivare da un soprannome
legato ad un mestiere.
CAO
Cao è un cognome tipicamente sardo, di Cagliari e del cagliaritano,
di Monserrato, Selargius, Quartu Sant'Elena e Decimomannu, con un ceppo
anche a Villanovafranca nel Medio Campidano, ma presenta un ceppo significativo
anche a Caneva e Sacile nel pordenonese.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CAO: Per il significato e l'etimologia vedi Cau,
ma non sappiamo se la forma più antica sia Cao o Cau. Attualmente
il cognome Cao è presente in 131 Comuni italiani, di cui 40 in Sardegna
(area di Cagliari): Cagliari 157, Monserrato 42, Selargius 40, Villanovafranca
38, Quartu S. E. 35, etc. Anche nelle carte antiche è presente nelle
due varianti: Cao e Cau. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE
del 1388, figurano: Cao Petro, ville Leunelli (odierno Neonelli.
Contrate Partis Varicati - Barigadu); Cao Raimondo, majore( amministratore,
sindaco) ville Orteddi(* Oroteddi.odierna Orotelli. Curatorie Dore). Nella
storia contemporanea ricordiamo Cao Umberto (Cagliari 1871 - 1959), intellettuale
e politico. Esponente di punta del movimento regionalista ed autonomista,
già dal 1921 divenne uno degli ideologi del Partito Sardo D'Azione.
Nello stesso anno fu eletto deputato al Parlamento, con Pietro Mastino,
Paolo Onano ed Emilio Lussu, ma nel 1924 dichiarò la sua adesione
al Fascismo.
CAODURO
CAUDURO
Caoduro è specifico di Vicenza, Monticello Conte Otto e Montecchio
Maggiore nel vicentino, e di Giavera del Montello nel trevisano, Cauduro
è specifico del trevisano, di Volpago del Montello e Giavera del
Montello in particolare, dovrebbe derivare da un soprannome con il significato
di testa dura, che può essere interpretato in diversi modi, potrebbe
ad esempio sottolineare l'ostinazione e la caparbietà del capostipite,
come potrebbe fare riferimento ad episodi dove lo stesso abbia dato sfoggio
di una particolare resistenza cranica, magari in scontri militari, ma la
cosa più probabile è che si faccia riferimento al luogo d'origine
della famiglia, che potrebbe essere stata la contrada chiamata Caoduro
(Capo Duro), come quella ad esempio citata in un contratto di affitto di
un Mulino con casa murata in Contrà Caoduro (del Capo Duro) di Barbarano
Vicentino, atto stipulato appunto nel vicentino il 27 settembre del 1538.
CAOLO
Caolo, molto molto raro, sembrerebbe tipico del salernitano, con un piccolo
ceppo a Padula ed a Santa Marina, potrebbe derivare dal nome del paese
di Caolo Raspullo nel potentino.
CAON
Caon è tipicamente veneto, particolarmente presente nel trevisano
a Resana, Castelfranco Veneto e Loria, nel padovano a Villa del Conte,
Campo San Martino. San Giorgio delle Pertiche e Santa Giustina in Colle,
con un ceppo anche a Venezia e nel romano a Gallicano Sabina, probabile
frutto dell'emigrazione veneta per la bonifica delle Paludi Pontine, dovrebbe
derivare da un soprannome dialettale veneto basato sull'accrescitivo del
termine dialettale cao (capo,
testa, capoccia, chi comanda), probabilmente con il significato
di capoccione, forse anche semplicemente perchè i capostipiti erano
dotati di una testa particolarmente grossa.
CAPACCHI
Capacchi è specifico del parmense, oggi presente a Palanzano ed
a Parma, dovrebbe derivare da una forma alterata del termine capo
(testa, colui che comanda), forse indicando
così nel capostipite uno con la testa grossa o uno che occupasse
una posizione di rilievo. Lo stemma sembrerebbe proporre una lontana origine ebraica
(le tre stelle a sei punte), cui abbia avuto seguito una conversione (la mano alzata
in segno di giuramento). I Capacchi furono feudatari di Vairo nel parmense
e di Vallisnera nel reggiano.
CAPACCHIETTI
Capacchietti ha presenze a Brescia e tra ascolano e teramano, dovrebbero
derivare da una forma ipocoristica di una forma semidispregiativa del termine
capo (testa,
colui che comanda).
CAPACCHIONE
CAPACCHIONI
Capacchione ha un ceppo campano nel salernitano, a Baronissi in particolare
ed a Salerno e Battipaglia, ed uno pugliese nel foggiano, a San Ferdinando
di Puglia e Margherita di Savoia, e nel barese, a Barletta e Canosa
di Puglia, Capacchioni, quasi unico, dovrebbe essere il frutto di errori
di trascrizione del precedente, potrebbe trattarsi di una forma etnica
dialettale riferibile agli abitanti, o a chi provenisse dal paese di Capaccio
nel salernitano.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Capacchione è un cognome del Barese e del Foggiano che deriva
dal cognome base 'Capo', dal latino
'caput' = testa.
CAPACCIO
Capaccio è tipicamente campano, del salernitano in particolare,
di Campagna, Eboli, Bracigliano, Salerno, Olevano sul Tusciano, Battipaglia
e Altavilla Silentina, con ceppi anche a Napoli ed a Frignano nel casertano,
dovrebbe derivare dal nome del paese di Capaccio nel salernitano, probabile
luogo di provenienza delle famiglie.
CAPACI
Molto raro è specifico del palermitano, dovrebbe derivare dal toponimo
Capaci (PA).
CAPALBI
CAPALBO
CAPALDI
CAPALDO
GABUALDI
Capalbi, molto raro, ha un ceppo nel materano, in particolare a Stigliano,
e nel cosentino a Mormanno, Capalbo ha un ceppo a Napoli, è ben
presente in Basilicata, a Senise nel potentino ed a San Giorgio Lucano
nel materano, ma la massima concentrazione è presente ad Acri e
Corigliano Calabro nel cosentino, dove è molto diffuso anche a Rossano,
Rose, Grisolia, Bisignano, Cosenza, Bocchigliero e Montalto Uffugo, e nel
crotonese a Cirò, Cirò Marina, Strongoli e Verzino, Capaldi
è specifico della fascia centrale che comprende le Marche, l'Umbria,
il Lazio e l'aquilense, in particolare Celano, L'Aquila, Avezzano e Sulmona
nell'aquilense, Cassino, Picinisco, Villa Latina e Cervaro nel frusinate,
Ronciglione nel viterbese, Roma, San Severino Marche nel maceratese e Spoleto
nel perugino, Capaldo ha un ceppo nell'aquilense a Campo di Giove e Sulmona,
uno a Roma e ad Aplilia nel latinense, con il grosso concentrato in Campania
a Napoli, a Casapesenna nel casertano,a Nocera Inferiore, Agropoli, Nocera
Superiore, Castel San Giorgio, Pagani e Salerno nel salernitano e ad Avellino
ed Atripalda nell'avellinese, Gabualdi, quasi unico, è del nord,
dovrebbero tutti derivare direttamente o tramite modificazioni distorsive
dal nome longobardo Gabualdus,
tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio a Palmi nel reggino,
dove, in un atto del 1547, è indicato come beneficiario un tale
Clericus Baptista Capalbus, ed a Conversano nel barese in un atto del 1610,
dove un tale Vito Capaldo è citato in giudizio.
CAPANCIONI
Capancioni, molto molto raro, è specifico del Piceno, di Fermo e Porto San Giorgio.
CAPANNA
CAPANNI
CAPANNO
Capanna ha un piccolo ceppo tra riminese e pesarese, uno a Genova, uno
a LIvorno, ma il ceppo più consistente è a Roma e nel romano
con buone presenze anche nell'aquilano, nel teramano, nel'ascolano e nel
reatino, Capanni ha un piccolo ceppo nel reggiano, uno tra forlivese e
riminese ed uno in Toscana, soprattutto nel fiorentino e senese e nell'aretino
e grossetano, Capanno, quasi unico, è probabilmente il frutto di
errate trascrizioni dei precedenti, dovrebbero derivare dal nome dei tanti
paesi contenenti la radice Capanna o Capanni.
CAPANNOLI
Capannoli è tipico del senese, di Siena soprattutto e di Castelnuovo
Berardenga, dovrebbe derivare dal toponimo Capannoli nel pisano, probabilmente
usato per identificare dei profughi dal pisano in epoca di conflitti tra
guelfi e ghibellini.
CAPANO
Capano ha ceppi al sud nel napoletano, a Napoli, Torre del Greco, Casoria
e Giugliano in Campania ed a Vibonati nel salernitano e Lauria nel potentino,
ha un ceppo a deliceto nel foggiano, a Racale nel leccese ed a Corato nel
barese, ed uno importante nel cosentino a Belvedere Marittimo, Cosenza
e San Donato di Ninea ed a Catanzaro e Botricello nel catanzarese, dovrebbe
derivare da nomi di località come quella citata in quest'atto tratto
da Codex Diplomaticus cavensis: "In
nomine domini sextodecimo anno principatus domni nostri gisulfi gloriosi
principis, mense nobembri, undecima indictione. Memoratorium factum a nobis
romualdus presbiter filius quondam petri et romoaldus presbiter, qui sumus
pater et filius, eo quod coram presentia domne theodore filiae domni gregorii
consuli et ducis romanorum, que fuerat uxor paldulfi filii.. .. parte occidentis
passi centum sexaginta duo, et una pecia de terra cum arbustis et binea
in locum selecta ubi trulianum dicitur, et una pecia de terra cum arbustum
et castanietum in locum propiciano ubi capano
dicitur, et alia pecia de terra ubi bico dicitur
et milito vocatur. ...". Tracce di questa cognominizzazione
le troviamo nella seconda metà del 1500 quando i Capano, principi
di Pollica, fanno costruire e controllano la Torre di Cannetiello o del
Capo della Punta nel salernitano, con funzione di Torre di avvistamento
contro gli attacchi dei saraceni, nel 1550 Ferrante Capano diventa Signore
di Siderno nel reggino, nella seconda metà del 1600 la principessa
Vittoria Capano è la moglie del feudatario di Mesagne (BR) Nicola
de Angelis, nel 1700 Marianna Capano Orsini, principessa di Pollica e anche
contessa di Celso.
Caparella è unico, Caparelli è del cosentino, di Mongrassano,
Roggiano Gravina, Cerzeto, Rossano e Montalto Uffugo, Caparello, sempre
calabrese, è più caratteristico di Lamezia Terme nel catanzarese,
Capparella è laziale, con un grosso ceppo a Roma e nel romano ad
Anguillara Sabazia, Tivoli, Civitavecchia e Guidonia Montecelio, e nel
reatino a Poggio Mirteto, Monte San Giovanni in Sabina e Montopoli in Sabina,
Capparelli ha un piccolo ceppo a Campochiaro nel campobassano, uno a Roma,
uno a Napoli, uno a Foggia, ma il ceppo principale è in Calabria
nel cosentino, ad Altomonte, Acquaformosa, Cosenza, Cerzeto, Mottafollone,
Lungro, San Benedetto Ullano, Firmo, Fagnano Castello, Castrovillari, Rende
e Verbicaro, Capparello, quasi unico, è del napoletano, tutti questi
cognomi dovrebbero derivare da un soprannome basato su di un termine di
origine grecanica per taverniere, o
anche da un ipocoristico dialettale del termine latino magister
capparius (artigiano che produce le
cappe ed i mantelli).
CAPARROTTA
CAPARROTTI
Caparrotta è specifico di Lamezia Terme nel catanzarese, Caparrotti,
assolutamente rarissimo, è probabilmente originario della
stessa zona calabrese.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caparrotti è un cognome calabrese, variante di Caparrotta
che significa 'testa rotta'.
CAPASA
Tipico del Salento, di Martano, Bagnolo Del Salento e Lecce.
ipotesi fornite da Stefano Ferrazzi
Tipico del leccese, questo cognome deriva dal termine dialettale capasa,
col significato di giara, vaso: si
tratta, infatti, di un tipo di contenitore (detto anche capasone
o capasunu in dialetto) che un tempo
veniva utilizzato per la conservazione dei prodotti locali (soprattutto
vino e olive, ma anche cereali e fichi secchi). L'origine del termine va
ricercata nel latino capax, col significato
di ampio, capace, adatto cioè a contenere molte cose al suo interno
(con chiaro riferimento alla capacità delle capase). In conclusione,
dunque, visto anche che si parla di un prodotto tipicamente locale, l'ipotesi
più probabile è che il cognome Capasa sia nato sulla base
un nome di mestiere attribuito a un vasaio o, più nello specifico,
a un fabbricante di capase.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Capasa è cognome leccese e brindisino che P. Minervini, Diz.
cogn. pugliesi, 122, considera variante del cognome base Capo.
CAPASSI
CAPASSO
Capassi, molto molto raro, è tipico della zona tra aquilense e frusinate
di Avezzano (AQ) in particolare, Capasso è decisamente campano,
con ceppi anche nel vicino Lazio, nel barese e nel potentino, ma la massima
concentrazione è nel napoletano, dovrebbero derivare da soprannomi
originati o dal mestiere del capostipite produttore di giare e vasi (vedi
CAPASA) o da caratteristiche fisiche dello stesso.
CAPECE
Capece ha un nucleo importante a Picerno nel potentino ed uno nel napoletano
e salernitano nonchè un ceppo nella penisola salentina, Capeci,
assolutamente rarissimo, sembrerebbe marchigiano, tracce di questa cognominizzazione
le troviamo in Calabria nel 1408, quando la contea di Laureana di Borrello
(RC) fu venduta dal re Ladislao a Bernardo Capece.
integrazioni fornite da Cosimo
De Giovanni de Centelles
La famiglia Capece, una delle famiglie più potenti del regno,
era originaria della Campania. Avversi agli Angioini e sostenitori
degli Aragonesi con il prevalere della prima fazione essi furono costretti
a rifugiarsi chi in Dalmazia, chi in Sicilia e chi in Terra d'Otranto.
Qui ottennero varie baronie, principati e marchesati. Da un ramo principale
discesero i Baroni di Lucugnano (LE) e da questo quello di Barbarano (LE)
e da quest'ultimo a sua volta discese il ramo dei Baroni di Corsano. Nel
1663 don Giovan Giuseppe Cicala, Barone di Corsano e discendente dei Securo
di Corsano vendette il feudo a Giovan Tommaso Cicala per atto del notar
Rausa. I Capece detennero tale titolo fino all'eversione della
feudalità. Ultima rappresentante fu donna Carmela (n. 1849)
andata in sposa a un Galluccio che ne ereditò il titolo puramente
formale. Dai Galluccio il titolo di baroni di Corsano passò ai Mongiò.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Capeceè cognome lucano presente a Picerno, Pisticci, Potenza,
Ripacàndida e altrove, anche calabrese, siciliano, napoletano e
nel Salento: abbreviazione di 'cacapece'.
Fonte: G. Rohlfs, Dizionario storico dei cognomi in Lucania, 1985.
CAPECELATRO
Assolutamente rarissimo, dovrebbe
essere di origini molisane o campane, agli inizi del 1600 Andrea Capecelatro
è feudatario nell'avellinese, nel 1651 Ettore Capecelatro è
reggente del Consiglio Collaterale a Foggia, nella seconda metà
del 1600 Francesco Capecelatro è Marchese di Lucito (CB) e i Capecelatro
sono Duchi di Siano (SA), nella seconda metà del 1700 Giuseppe Capecelatro
è Arcivescovo di Taranto.
CAPECCHI
Capecchi è molto diffuso in tutta la Toscana, soprattutto nel pistoiese,
pratese e fiorentino e nel grossetano, dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal termine italiano arcaico capecchio
(sorta di ovatta di lino o canapa usata per imbottiture),
forse ad indicare che il mestiere dei capostipiti fosse quello di tappezziere,
quindi nel suo lavoro adoperasse quel tipo di materiale, ma potrebbe anche
trattarsi di un soprannome denigratorio essendo il capecchio un prodotto
di scarsissimo pregio. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo già
dal medioevo, come possiamo vedere in un atto fiorentino del 1257, dove
si può leggere: "..Qualiter Falconiere quondam
Capecchi de Cafaggio
tenetur & debet dare & solvere annuatim perpetuo dicto Episcopatui
de mense Augusti prosuo poderi flarios duodecim grani. Nota quod Episcopatus
Florentinus habet & tenet & possidet hodie dictum podere..".
CAPECCI
Cognome tipico delle Marche con un ceppo nel Piceno, uno nel pesarese
ai confini con l'anconetano, uno nel perugino ed uno in provincia di Roma.
integrazioni fornite da prof. Walter
Angelini
Tipico delle Marche, e nello specifico della zona del Piceno, questo
cognome nasce ad Acquaviva Picena (AP) nel 1690 come alias
affiancato all'originario cognome Camelis o Camela (antica famiglia proveniente
da Pietra Camela, in Abruzzo). Il ramo principale dei Camelis o Camela,
nobile famiglia di Ripatransone nel 1571 diede, tramite Hierolamus
Camelae, appartenente al Consiglio di Cernita, un contributo importante
per l'erezione di questo luogo al rango di Diocesi e, contestualmente di
città, da parte del Papa Pio V° ( vedi il libro L'erezione
della diocesi di Ripatransone, pagine di storia religiosa marchigiana sec.
XVI°, opera di Monsignor Giovanni Papa, 1976 Ediz.Studia Picena).
Questa famiglia si trasferì ad Acquaviva Picena intorno al 1631.
Fu qui che il cognome Camelis si trasformò in Capecci ( dal latino
Caput,capitis, equivalente del toscano Capecchio, e che si riferisce alla
pregiata fibra del lino). A partire dal 1773, sempre ad Acquaviva
Picena (AP), la famiglia Capecci diede il via alla tradizione ( ancora
oggi in vigore) di dare ad ogni primogenito maschio il nome Giuseppe e
Valerio, alternandoli ad ogni generazione. Attualmente il ramo principale
della nobile famiglia Camelis-Capecci è fiorente in San Benedetto
del Tronto (AP) con il Prof.Giuseppe, Ch.mo Accademico Gentium Pro Pace,
e coi due figli Mauro Valerio e Gianmarco. Lo stemma della famiglia, risalente
ai Camelis di Ripatransone ( conservato presso la biblioteca del Museo
Archeologico di Ripatransone) è uno scudo accartocciato, partito:
nel primo a sei bisanti posti in cintuta e sormontati da una corona, nel
secondo ad un leone alato e rivolto, armato e lampassato.
integrazioni fornite da Francesco
Capecci
In merito alla storia del cognome Capecci, debbo ritenere che lo stesso
sia compresente in vari luoghi delle Marche almeno dal 17°
secolo. In Urbino, nell'oratorio di San Giuseppe è presente
nell'elenco dei confratelli deceduti all'inizio del secolo 18° un Francesco
Antonio Capecci o Capeci, priore del convento dei frati minori di Urbino
all'epoca del decesso. Ritengo pertanto che il cognome sia apparso in più
luoghi delle Marche, e non solo tramite il ramo gentilizio riportato.
CAPEI
Capei, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere una famiglia nobile fiorentina,
di origine etimologica oscura, personaggio di rilievo è stato il
Cavaliere Federigo Capei al quale il Granduca di Toscana Ferdinando III°
affidò l'incarico di Vicario regio dello Stato di Piombino nell'anno
1815.
CAPELLA
Ha un ceppo a Borgo Val di Taro (PR), uno a Villa Di Serio (BG) ed uno
a Torino, dovrebbe derivare dal fatto che la famiglia abitava in prossimità
di una Cappella o veniva indicata come Quelli
della Cappella grazie ad un particolare fatto, di quest'uso
abbiamo un esempioin un attyo del 1117: "...Preterea
quinque plegios abbati et monachis dedit, Popart de Montargum, Normandum
Pochin, Petrum Mocel, Britonem de Capella,
Gervasium de Marciliaco, quod quicquid tunc illis promittebat et dabat...",
in questo scritto del 1416 si vede un principio di cognominizzazione: "...fecerunt
harengas suas insimul XVI Junii : Petrus Faitray, Matheus
de Capella, Frater Poncius Goberti...".
Capellari, molto raro è dell'area che comprende il mantovano, il
veronese, il bolognese ed il ferrarese, con presenze anche nell'udinese,
Capelletti è specifico del sudmilanese e del cremonese, sono concentrati
in Lombardia, Emilia e Liguria Capelli e Capellini sembrano essere originari
della zona tra Piacenza e Cremona, piemontese Capello,Cappella è
diffuso nel centro Italia, sembrerebbero esserci tre nuclei, nel Lazio,
nelle Marche in provincia di Macerata e nel Molise in provincia di Campobasso,
Cappellari è tipico del Triveneto, con massima concentrazione nel
vicentino e nel padovano, è diffuso in tutta Italia, Cappelleri
è specifico del reggino, di Roccella Ionica e Campo Calabro,
Cappellini, soprattutto al centro Cappelli, in provincia di Palermo e di
Cuneo Cappellino, siciliano Cappello, ma con presenze massiccie anche in
provincia di Lecce e nel Veneto. Tutti questi cognomi sono originati da
soprannomi relativi a caratteristiche fisiche o identificatori di mestiere,
quali il venditore o fabbricante di cappelli.
integrazioni fornite da Cappella
Cognomi
come questi nel sud italia venivano attribuiti a persone dotte e colte
di gusto e finezza e comunque aristocratiche, a differenziarsi dal popolo
comune. Un certo Nicolò Cappella ebbe nel 1333,dopo un grave lutto
identificabile nello stemma dalle strisce nere,il feudo "molisena",e si
trasferì dal nord Italia,probabilmante Venezia o Piacenza, in Molise.
Nicolò ebbe una figlia, Franca Cappella che diede in sposa a Nicolò
D'Arezzo. La corona sulla stemma di famiglia è di marchese, per
cui è probabile che questo fosse il titolo di cui era stata investita
la famiglia Cappella; un'altra ipotesi è la discendenza diretta
dalla famiglia Cappelli, con il tempo il cognome si sarebbe mutato probabilmente
da Cappelli in Cappella; tutt'oggi la famiglia Cappella è presente
in Molise in modo notevole,nelle Marche e in Lazio.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Il cognome Capelli muove dal nome proprio medievale Capellus,
dal lat. capillus «capello»
documentato in carta modenese del 1154. Rientra nell'ambito dei soprannomi,
per indicare persona sottile quanto un «capello». La sua diffusione
è pari a quella del cognome Cappelli,
che muove invece dal mediolatino cappellus
«cappello; copricapo»,
da cappa «cappuccio»,
donde pure il diffuso cognome Cappi.
Per il cognome Cappello, poco diffuso nel Modenese, si potrà pensare
anche al toponimo Cappello del Cuneese. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena
e nel Modenese.
Capelluti e Capelluto, assolutamente rarissimi, sicuramente pugliesi, dovrebbe
trattarsi di due forme alterate del cognome Cappelluti, che è tipicamente
pugliese del barese, di Molfetta, Ruvo di Puglia, Bari e Bisceglie, Cappelluto,
estremamente raro, e Cappeluti, praticamente unico, dovrebbero essere dovuti
ad un'errata trascrizione del precedente, che dovrebbe derivare da un soprannome
basato probabilmente sul fatto che i capostipiti fossero dotati di una
folta e rigogliosa capigliatura.
CAPERCHI
CAPERCHIO
CAPIRCHIO
Caperchi è decisamente romano, Caperchio, molto raro, è napoletano,
Capirchio è tipico del latinense, di Itri, Terracina e Fondi, potrebbero
derivare da un nome di località come Colle Caperchio nei pressi
di Orte nel viterbese, ma più probabilmente derivano da soprannomi
basati sul termine dialettale laziale caperchio
(capecchio, cioè quel materiale
filaccioso acome la bambagia usato per imbottiture), probabilmente motivato
dal fatto che i capostipiti avessero dei capelli o barbe ispide, troviamo
tracce di queste cognominizzazioni nel 1400 a Pastena nel frusinate, dove
in un atto testamentario viene citato come beneficiario un tale Cola Capirchio.
CAPERDONI
Tipico della provincia di Milano
e Lodi dovrebbe essere originato da un soprannome derivato da un nome di
località, che potrebbe essere "la casa del perdono" non meglio identificata.
CAPEZZA
CAPEZZI
CAPEZZONE
CAPEZZONI
Capezza è specifico del napoletano, di Casamicciola Terme, Napoli,
Gragnano e Pimonte, Capezzi , quasi unico, è probabilmente dovuto
ad errori di trascrizione del precedente, Capezzone è tipicamente
laziale, di Roccasecca nel frusinate e di Roma, Capezzoni è praticamente
unico.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel soprannome o nome medievale
Capezza, che, nell'idioma popolare,
significa letteralmente testa, capo
(vedi Caputo e Testa): dal punto di vista
etimologico, infatti, il termine capezza
è un chiaro prestito dello spagnolo cabeza,
derivato a sua volta dal basso latino capitia
(forma popolare di caput (capo,
testa)). Detto questo, però, va notato che talvolta i
cognomi Capezza, Capezzone, etc potrebbero venire direttamente dalla Spagna,
trattandosi cioè dell'italianizzazione dei cognomi spagnoli Cabeza
e Cabezòn (forse si tratta anche
di cognomi ebreo-sefarditi): com'è facile intuire, entrambi questi
cognomi alludono a caratteristiche fisiche o comportamentali dei capostipiti,
anche se, a ben vedere, non è affatto escluso un rapporto con la
toponomastica spagnola - si pensi ai tanti toponimi spagnoli contenenti
i termini cabeza e cabezòn, quali ad esempio Cabeza de Campo, Cabeza
de Framontanos, Cabezòn de Pisuerga, Cabezòn de la Sierra,
etc. Un'ultima ipotesi prima di concludere: per quanto improbabile, non
si può escludere che qualche ceppo dei Capezza sia legato alla nobile
famiglia dei Capece, anch'essa originaria del napoletano (vedi
Capece).
CAPEZZERA
Sembrerebbe originario della provincia
di Potenza, dovrebbe derivare da un soprannome legato ad un nome di località
"casa della pezzera".
CAPEZZUOLI
Capezzuoli è tipicamente toscano del senese, di Poggibonsi, Colle
di Val d'Elsa e San Gimignano, con un ceppo anche nel fiorentino a Firenze
e Barberino Val d'Elsa, dovrebbero derivare dal nome della località
di Capezzuolo situata nel promontorio di Piombino, davanti all'isola d'Elba,
probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
CAPEZZUTI
CAPEZZUTO
Capezzuti è praticamente unico, Capezzuto è tipico di Napoli
e della fascia che comprende il casertano, il napoletano ed il salernitano,
di Sparanise, Pastorano, Carinola e Camigliano nel casertano, di Castellabate,
Salerno e Battipaglia nel salernitano.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel soprannome o nome medievale
Capezzuto, che, nell'idioma popolare,
significa letteralmente testone, dalla
testa grossa o, in senso figurato, testardo,
ostinato (vedi
Caputo e Testa): dal punto di vista etimologico, infatti, l'aggettivo
capezzuto è un chiaro prestito
dello spagnolo cabezudo, tratto a sua
volta dal sostantivo cabeza (per una
spiegazione più approfondita, vedi Capezza).
Detto questo, però, va notato che talvolta i cognomi Capezzuti e
Capezzuto potrebbero venire direttamente dalla Spagna, trattandosi cioè
dell'italianizzazione del cognome spagnolo Cabezudo
(forse si tratta anche di un cognome ebreo-sefardita). In conclusione,
dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei soprannomi o dei nomi personali
dei capostipiti, anche se, per quanto improbabile, non si può escludere
una connessione con la toponomastica spagnola - in riferimento a uno dei
tanti toponimi contenenti la radice cabez-.
CAPILONGO
CAPILUNGO
CAPOLONGO
CAPOLUNGO
Capilongo, molto raro, è specifico di Napoli, poco comune e originario
del leccese Capilungo, mentre è decisamente perugino Capolungo,
Capolongo ha un ceppo laziale a Roma e ad Anagni nel frusinate, uno campano
nel napoletano, a Cicciano in particolare, con presenze anche a Tufino,
Pozzuoli, Camposano e Napoli, ed un ceppo a Cerignola e Foggia nel foggiano
ed a Gravina in Puglia nel barese, fovrebbero derivare da soprannomi relativi
a caratteristiche fisiche dei capostipiti, cioè una forma allungata
del capo.
CAPILUPI
CAPILUPO
CAPILUPPI
CAPOLUPI
CAPOLUPO
Capilupi, molto molto raro, sembrerebbe di origini calabresi, di Catanzaro
in particolare e di Pentone nel catanzarese, Capilupo, molto più
raro, è del cosentino, Capolupi, assolutamente rarissimo, è
presente solo al nord, dove è invece abbastanza diffuso Capiluppi,
che ha un ceppo tra mantovano, reggiano e modenese, anche se in qualche
caso può essere il frutto di errate trascrizioni anagrafiche del
cognome Capolupo, che ha un ceppo nell'avellinese, ad Avellino, Capriglia
Irpina, Sant'Angelo a Scala e Summonte, ed a Napoli, uno, probabilmente
secondario, a Roma, uno a Matera ed uno nel cosentino a San Donato di Ninea,
questi cognomi dovrebbero derivare dall'italianizzazione del nome longobardo,
ma molto usato anche dagli svevi, Hauptwolf,
che ha il significato di primo fra i lupi,
di lupo dei lupi, cioè di grande
capo glorioso, se pensiamo al valore attribuito alla figura
del lupo presso i popoli germanici.
CAPIROSSI
Capirossi è specifico dell'area bolognese, ravennate, di Imola e
Monterenzio nel bolognese e di Riolo Terme, Faenza, Castel Bolognese e
Brisighella nel ravennate, dovrebbe derivare da un soprannome originato
dal fatto che il capostipite fosse rosso di capelli, si può anche
trattare di un cognome attribuito ad un trovatello, avente comunque la
stessa motivazione.
CAPISTRANO
Capistrano ha un ceppo a Sarno nel salernitano ed uno in provincia di Vibo
Valentia, dovrebbero entrambi derivare dal toponimo Capistrano nel valentiano.
CAPITA
CAPITTA
Capita è quasi scomparso in Sardegna, Capitta, molto più diffuso, è tipico di Sassari
e del sassarese.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CAPITA; CAPITTA: (per il significato e l'etimologia vedi
Cabitza). Lo ritroviamo nelle carte antiche. Tra i firmatari della
Pace di Eleonora, *LPDE del 1388 figurano: Capìta Ambrosius, ville
Sasseri; Capìta Anthonius, ville Sasseri; Capita Arcoco - ville
Terrenove (Olbia); Capita Arcoco - ville Terrenove; Capita Dominigho, ville
Ecclesiarum (Iglesias - Villa di Chiesa); Capita Joanne, ville Selluri
(Sanluri - Seddòri); Capita Manuel, jurato (guardia giurata, collaboratore
del maiore - sindaco) ville Tiesi ( *odierno Tiesi. Contrate Caputabas).
Sempre tra i firmatari della *LPDE troviamo: Capissa Juliano, ville Loddu
(* distrutto. Contrate Partis Varicati - Barigadu). Nel condaghe di San
Nicola di Trullas, *CSNT XI°, XIII° sec., figura: Capiça
Gosanrine (27) nella vendita di un terreno, coltivato a vigna in territorio
di Semestene (oggi è un piccolo centro abitato di 227 anime, della
provincia di Sassari). Attualmente il cognome CAPITA è presente
in 13 Comuni Italiani, di cui 2 in Sardegna( con significato ed etimo diversi
da quelli del continente): Sassari 3, Quartu S. E. 3. CAPITTA è
presente in 42 Comuni italiani, di cui 19 in Sardegna (per lo più
s nord, come nelle carte antiche): Sassari 110, Quartu S.E. 8 Cagliari
8.
CAPITANI
CAPITANIO
CAPITANO
Capitani è molto diffuso in tutto il centronord, Capitanio ha la
sua massima concentrazione nel lombardo veneto, ma presenta ceppi anche
nel Lazio, negli Abruzzi e nelle Puglie, Capitano sembrerebbe tipicamente
siciliano del palermitano e dell'agrigentino, con un ceppo anche a Roma
e piccoli ceppi nel savonese e nel napoletano. Questi cognomi dovrebbero
derivare da soprannomi originati dal vocabolo medioevale Capitaneus
(capitano, massima autorità
cittadina), soprannomi raramente derivanti dall'aver fatto parte della
famiglia di un Capitaneus, più spesso per esserne al servizio o
in qualche modo collegati ad un Capitaneo.
CAPIZZI
Cognome originario della Sicilia,
dovrebbe derivare da un soprannome legato a caratteristiche fisiche, essendo
la contrazione di un capiddi rizzi (capelli ricci).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Il cognome Capizzi è un cognome siciliano che viene dal toponimo
Capizzi (ME).
CAPO
Sembra avere un nucleo in Campania, nel salernitano in particolare, un
ceppo nel veneziano ed un ceppo nel trapanese, dovrebbe derivare dall'apocope
di cognomi o soprannomi composti dal vocabolo capo seguito normalmente
da un aggettivo; ad esempio da Caporizzo si arriva a Capo.
CAPOANI
Cognome originario del cremonese,
la sua derivazione dovrebbe essere dal toponimo Capua (NA) ipotizzando
una lontana origine campana.
CAPOBIANCO
Molto diffuso al sud, nel Lazio, Campania, Puglia e Basilicata, ha un ceppo
anche nell'agrigentino, deriva da soprannomi legati a caratteristiche fisiche
del capostipite, come l'essere bianco di capelli.
CAPOCASALE
Capocasale sembrerebbe un cognome meridionale, molto poco diffuso in Campania,
in Calabria e nella Sicilia meridionale, in qualche caso potrebbe derivare
dal nome del paese di Capocasale, una zona di Nocera Inferiore nel salernitano,
e con questo nome anche varie altre frazioni, come ad esempio quella di
Capocasale di Cosenza, in qualche altro caso, poco probabile, potrebbero
invece derivare dalla posizione del capostipite, cui probabilmente veniva
demandata la guida di un casale
Capoccello è tipicamente pugliese, di Salice Salentino nel leccese
e di San Pancrazio Salentino nel brindisino, Capoccetta, tipicamente laziale,
è soprattutto di Ceccano nel frusinate, ma anche del latinense,
Capoccetti ha un ceppo in Umbria, uno nell'aquilano ed uno tra romano e
latinense, Capoccia è tipico di Umbria e Lazio, con un ceppo anche
nel Salento, Capocci, molto più raro, ha un ceppo a Roma e nella
zona di Cassino (FR) e Picinisco (FR) ed uno in Umbria a Terni, Capoccioni
è di Viterbo, Capoccitti è specifico di Balsorano nell'aquilense
e del vicino frusinate, Capocciuti è di Trevi nel perugino, Capucci
ha un ceppo nel mantovano e nel vicino veronese, in Emilia nel bolognese
e ferrarese e nel ravennate, forlivese e riminese, con piccoli ceppi anche
nel romano e latinense, Capuccio ha un ceppo a Latina ed uno, molto piccolo,
nel nisseno, che dovrebbe essere un alterato del cognome Cappuccio, dovrebbero
tutti derivare, direttamente o tramite ipocoristici o accrescitivi, dal
cognomen tardo latino Capoccius, abbiamo
ad esempio quattro Cardinali Capoccius tra il 1200 ed il 1400: "...Nam
inter alios eminuit Cardinalis Rainerus Capoccius,
qui tempore Innocentij IV e Flisca Familia insigni Genuensi, cum Fridericus
secundus Imperator suam Civitatem occupasset, adiuvantibus Consanguineis
proprijs,...", in alcuni casi potrebbero anche derivare da un soprannome originato forse dal fatto che il
capostipite fosse dotato di una testa più grande del normale..
CAPODACQUA
Tipico di Capistrello ed Avezzano nella provincia de L'Aquila, con ceppi
anche nelle Marche e nel Lazio, dovrebbe derivare da toponimi Capodacqua
di Celano (AQ), ma è pure possibile una derivazione da nomi di località
come Capodacqua (PG), (AP) o (LT).
CAPODANNO
Cognome tipicamente campano, del napoletano soprattutto, derivano dal nome
arcaico Capodanno che veniva a volte attribuito ai figli nati a Capodanno.
CAPODICASA
Capodicasa ha un ceppo a Foligno e Gualdo Cattaneo nel perugino, uno a
Pescara ed uno a Siracusa ed a Palermo, dovrebbe derivare da capostipiti
che avessero assolto la funzione di capi della servitù presso una
casa patrizia o comunque presso famiglie molto benestanti.
CAPODIECI
Capodieci ha un ceppo nel brindisino a Mesagne, Latiano, Cellino San Marco
e Brindisi, ed a Trepuzzi nel leccese, ed un ceppo siciliano a Siracusa,
dovrebbe derivare dal termine medioevale capodieci,
una sorta di comandante di un gruppo di armati volontari, che si organizzavano
spontaneamente in armata per combattere un'invasione, spesso saracena.
CAPODILUPO
Capodilupo, di probabili origini abruzzesi e laziali, ha un piccolo ceppo
nel pescarese, uno nel latinense, uno nel foggiano ed uno nel beneventano,
dovrebbe derivare da soprannomi originati dalla presenza, un tempo molto
diffusa, del lupo nelle zone appenniniche.
CAPOFERRI
Due i ceppi uno lombardo tra la
provincia di Bergamo e Brescia ed uno marchigiano abruzzese, tra Ascoli
Piceno e Teramo, derivano da soprannomi relativi a caratteristiche fisiche
testa dura come il ferro o dall'occupazione di mastro ferraio.
CAPOGROSSI
CAPOGROSSO
Capogrossi ha un ceppo nell'anconetano a Cupramontana, Ancona e Falconara
Marittima ed uno laziale a Roma, a Genzano di Roma nel romano, a Cori nel
latinense ed a Pontecorvo nel frusinate, Capogrosso ha un piccolo ceppo
ad Osimo e Filottrano nell'anconetano, uno a Roma ed a Formia nel latinense,
uno ad Aversa nel casertano ed uno nel napoletano a Napoli, Caivano, Casoria
e Frattaminore, il ceppo più consistente è in Puglia a Manduria
nel tarantino ed a Trani nel barese, dovrebbero derivare da soprannomi
derivati dal fatto che i capostipiti fossero dotati di una grossa testa.
CAPOLEI
CAPOLEONI
Capolei è tipico di Roma, Anzio e Marino, sempre nella provincia
romana, Capoleoni, molto molto raro, sembrerebbe specifico della provincia
di Roma, di Roma stessa e di Zagarolo (RM), dovrebbero derivare dal nome
medioevale Capoleo, Capoleonis, forma
contratta del nome Caputleonis (testa
di leone), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad
esempio nell'elenco degli scolari dell'Ateneo di Perugia dove sotto l'anno
1596 troviamo iscritto un certo Lelius Capoleo originario della provincia
di Roma.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questo cognome va ricercata nel nome medievale Capoleone,
col significato letterale di testa di leone, da intendersi o in senso laico
(quale simbolo di fierezza, di coraggio) o in senso religioso (quale simbolo
cristiano). Per capire meglio quest'ultimo significato, innanzitutto, va
ricordato che la simbologia cristiana rappresenta il leone non soltanto
come immagine di misericordia e di regalità, ma anche come simbolo
dell'Incarnazione e della Resurrezione di Gesù Cristo; il riferimento
alla testa del leone, inoltre, può essere spiegato dall'antica credenza
secondo la quale tutte le qualità attive del leone sono situate
nella parte anteriore del corpo (testa, petto e zampe anteriori), mentre la parte posteriore, sempre secondo
tale credenza, ha una semplice funzione di sostegno (anterioribus
partibus coelestia refert, posterioribus terram, come sostenevano
gli antichi autori cristiani). Seguendo quest'interpretazione, allora,
la simbologia cristiana attribuisce alla parte anteriore del corpo l'immagine
della natura divina di Cristo e a quella posteriore il simbolo della Sua
natura umana. Tornando al cognome in questione, tracce del nome Capoleone
si trovano in Umbria nel '500, col poeta Capoleone Ghelfucci (Capoleo Ghelphutius)
da Città di Castello (autore di poemi religiosi, fra i quali Il
rosario della Madonna - Poema eroico), ma noto anche all'interno della
sfera politica, dove occupò la carica di paciere, gonfaloniere e
priore del popolo e, nel 1582, anche quella di consigliere dei Quaranta.
CAPOLICCHIO
Capolicchio sembrerebbe di origini istriane, anche se oggi è presente
più in Piemonte, che in Friuli, si dovrebbe trattare dell'italianizzazione
di un cognome austriaco o sloveno.
CAPONE
CAPONI
CAPONIO
CAPONNETTO
Capone è un cognome del centro sud, Caponi è della Toscana
settentrionale, Marche, teramano, Umbria, Lazio, pugliese Caponio che è
originario dell'area compresa tra le provincie di Bari e Taranto, Caponnetto
è tipico del catanese, tutti questi nomi dovrebbero derivare da
soprannomi legati a caratteristiche fisiche (testa grossa). Tracce molto
antiche di queste cognominizzazioni si trovano ad esempio nell'alessandrino
in una Recordatio terrarum della seconda
metà del 1100: "...coheret: Rufinus Deta et
veder. Arnaldus Caponus
.III. staria; coheret: Rufinus Deta et Manegoto et via et veder. Manegotus
.XX. staria; coheret: Arnaldus Caponus
et veder et Burmia..." o anche nel XV° secolo: "...ex quibus
Caponus, magnam pecuniae vim profundens viginti et octo suffragia, sive
emit, sive impetravit; Cardinalis autem de Medicis opera, Chigius, prudens
et probus vir ab omnibus habitus, Pontificis quondam monasterium,...".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
il cognome Capone, come Caponnetto, sono anche siciliani (Catania,
Milazzo, Pace del Mela) e come tali provengono dal vocabolo siciliano.capuni
= cappone, gallo castrato. Cfr. G.
Rohlfs, Dizionario storico dei cognomi nella Sicilia orientale, Centro
di Studi Filologici e Linguistici, Palermo, 1984, p. 62
CAPONERA
CAPONERI
CAPONERO
Caponera, il più diffuso, ha un piccolo ceppo nel perugino, ma il
grosso è concentrato nel romano e frusinate e nel latinense, Caponeri,
molto molto raro, è tipico dell'area che comprende il senese, il
perugino ed il ternano, soprattutto di Chianciano Terme nel senese, Caponero
ha un piccolo ceppo nel pisano ed uno nel viterbese e romano, a Civitavecchia
e Roma nel romano ed a Soriano nel Cimino nel viterbese, dovrebbero derivare
da soprannomi medioevali, forse dovuti al colore nero dei capelli dei capostipiti, divenuti
in seguito nomi, di quest'uso abbiamo un esempio in un atto del 1265 a
Siena, dove l'estensore è un certo Buonadote figlio del già
Caponero, l'uso continua, come riscontriamo in una registrazione di decesso
a Siena nel 1648: "Adì 27 Settembre 1648 -
Caterina detta Caponero,
Vedova, Moglie già di Giovanni detto l'Imburchia riceuto tutti li
Santissimi Sacramenti morì a hore quattro...".
CAPORALE
CAPORALI
CAPORALONI
Caporale è del centrosud, Caporali è tipico della fascia
che comprende Toscana, Umbria e Lazio, Caporaloni, assolutamente rarissimo,
dovrebbe essere originario dell'anconetano, potrebbero derivare dalla posizione
di chi è a capo dei braccianti o ha la mansione di fattore, è
pure possibile che derivi da un soprannome originato dal vocabolo dialettale
marchigiano capuràle nome attribuito al fascio di spighe di grano
posto in cima al covone.
CAPORASO
Caporaso è tipico campanop con un ceppo principale nel beneventano
e nel napoletano, ha ceppi anche a Roma e nella sua provincia ed a Prato
ed Empoli (FI), dovrebbe derivare da soprannomi legati a caratteristiche
fisiche del capostipite, come l'essere con i capelli completamente rasati.
CAPORELLA
CAPORELLI
CAPORELLO
Caporella, assolutamente rarissimo, è probabilmente dell'area laziale
e campana, Caporelli, molto molto raro, ha un piccolo ceppo ad Ancona e
a Falconara Marittima nell'anconetano ed uno molto piccolo a Roma, Caporello
ha un ceppo veneto a Padova ed uno laziale, a Palestrina ed a Roma, questi
cognomi dovrebbero essere abbastanza recenti e dovrebbero derivare da soprannomi
basati sul mestiere dei capostipiti, probabilmente dei fattori
o dei capisquadra di lavoratori dell'agricoltura.
CAPORICCI
CAPORICCIO
Caporicci è tipico della zona centrale, del perugino, del romano
e del frusinate e del campobassese, Caporiccio, molto più raro,
è del latinense, dovrebbero originare da soprannomi determinati
dalla capigliatura riccia del capostipite.
CAPORRINI
CAPORRINO
CAPURRI
CAPURRO
Caporrini, quasi unico, ha presenze nel romano e nel casertano, Caporrino
ha un ceppo a Monte San Giacomo nel salernitano ed uno molto piccolo nel
palermitano, Capurri, assolutamente molro raro, ha un piccolo ceppo a Piacenza,
Capurro ha un grosso nucleo nel genovese, un piccolo ceppo nel napoletano
ed uno altrettanto piccolo nel messinese, dovrebbero derivare, direttamente
o tremite una forma ipocoristica, da un soprannome dialettale arcaico basato
su di un termine con il senso di testa dura, ostinato,
testardo, probabilmente identificando così un aspetto
del carattere dei capostipiti. Tracce di queste cognominizzazioni nel genovese
si trovano almeno dalla fine del 1300, quando un certo Francesco Capurro
è rettore di San Nicolò di Voltri (GE), nella seconda metà
del 1500 opera a Genova il notaio Antonio Capurro, il ceppo napoletano
ha prodotto Giovanni Capurro, autore della celebre canzone «'O sole
mio».
CAPORUSSO
Caporusso sembrerebbe tipico del barese, di Bari, Barletta, Acquaviva Delle
Fonti e Modugno, ma ha un ceppo anche nel frusinate a Vallerotonda e Piedimonte
San Germano ed uno nel materano a Montalbano Jonico, dovcrebbe derivare
da un soprannome originato dal fatto di avere il capostipite i capelli
rossi.
CAPOTI
Capoti è specifico di Gallipoli nel leccese, potrebbe stare ad indicare
chi abitasse proprio nella zona del Capo della penisola di Gallipoli.
CAPOTONDI
CAPOTONDO
Capotondi ha un ceppo tra pesarese ed anconetano ed uno nel romano, Capotondo
ha un ceppo umbro, soprattutto nel perugino ed uno nell'anconetano, dovrebbero
derivare da soprannomi originati da caratteristiche somatiche del capostipite,
probabilmente con la testa calva.
CAPOTORTO
Cognome pugliese originario della
provincia di Bari, derivano da soprannomi relativi a caratteristiche fisiche
(testa storta).
CAPOTOSTI
Tipico del centro, tra il Lazio
l'Umbria e le Marche, derivano da soprannomi relativi a caratteristiche
fisiche o comportamentali (testa dura ) del capostipite.
CAPOVILLA
Tipico delle Tre Venezie, del padovano e del trevigiano in particolare,
potrebbe derivare da nomi di località come ad esempio Capovilla
(VI) o anche dall'abitare la famiglia in un luogo elevato del villaggio
o all'inizio dello stesso.
Capozio ha ceppi a Roma, nel casertano, nel campobassano, nel foggiano
ed a Siracusa, Capozza ha un ceppo campano, a Pesco Sannita nel beneventano,
a Morra de Sanctis nell'avellinese e ad Eboli nel salernitano, uno grosso
pugliese a Taranto, nel barese, a Corato, Andria, Bari e Putignano, ed
a Lecce e Galatone nel leccese, uno a Crotone ed uno a Casteltermini nell'agrigentino,
Capozzi ha una grossa presenza nel Lazio tra le province di Roma e latina
ed il nucleo principale tra napoletano, beneventano, avellinese, foggiano
e barese, Capozzo ha un ceppo campano tra Alife e Gioia Sannitica nel casertano
ed a Molinara nelm beneventano ed uno nel barese ad Acquaviva Delle Fonti
e Gravina In Puglia, Cappozzo ha un ceppo nel vicentino, uno nel beneventano
ed uno tra foggiano e barese, Capuozzo è decisamente napoletano,
Capuozzi, molto raro, è una modificazione del precedente, sia Capozzoli
che Capozzolo sono specifici del salernitano dell'area del Cilento, dovrebbero
derivare da un soprannome dialettale , basato su alterazioni del termine capoccia, stante ad indicare
una posizione di privilegio, cioè qualcuno a capo di altri uomini.come
pastori, agricoltori, pescatori o manovali.
CAPPA
Cappa è un cognome panitaliano, più diffuso nell'area lombardo,
piemontese, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal vocabolo
medioevale cappa (mantello),
di cui abbiamo un esempio in questo scritto del 1185: "..
Et debeo dare Rainaldello pannaiolo de Sancto Xisto libras tres denariorum
et solidos quinque de panno quod ab eo emi. Et Andree pannaiolo eiusdem
loci debeo dare de una cappa
quam emi ab eo libras tres et dimidiam denariorum. ..", soprannome
forse motivato dall'abbigliamento abituale del capostipite, ma è
anche possibile che il motivo sia da ascrivere al mestiere da lui esercitato.
Un esempio di questa cognominizzazione lo troviamo in una Charta venditionis
del 1183: ".. a sero et monte heredis Beaque, pertice
sex et tabule tres et pedes quinque et est propria; petia est buscus et
dicitur in Carrobia Sancti Ambrosii, a mane Ambrosii
Cappa et via, a meridie heredis Beaque et
Asgerii de Concorezo, a monte Sancti Dionisii ..".
CAPPAGLI
CAPPALLI
Cappagli è tipicamente toscano del livornese e pisano, in particolare
di Livorno, Collesalvetti (LI) e Cascina (PI), Cappalli, molto più
raro, anchesso del livornese di Rosignano Marittimo in particolare, è
probabilmente una forma modificata del primo, potrebbero derivare da un soprannome
originato da un antico termine marinaresco ad indicare forse che il capostipite
svolgesse quel tipo di mestiere.
CAPPAI
Tipico della Sardegna occidentale e del cagliaritano, di etimologia oscura
e di origini probabilmente spagnole, troviamo questo cognome fin dal 1200
annoverato tra le famiglie nobili, quando Giovanni Chiano de Bas-Serra
il Re di Arborea, uno dei 4 stati in cui è divisa la Sardegna, sposa
la ricca benestante Vera Cappai figlia del banchiere Conte Johanni Perra
de Cappai, nel 1667 Bonifacio Cappai viene insignito con il titolo di Don,
Cavaliere ereditario e Nobile sardo.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Il cognome Cappai è sardo, potrebbe corrispondere al plurale
di famiglia di un supposto vocabolo toscano *cappaio
= fabbricante di cappe. M. Pittau,
Dizionario dei Cognomi di Sardegna, 1, p. 174.
CAPPALUNGA
Cappalunga, attualmente presente solo in Lombardia, sembrerebbe aver avuto
un ceppo, probabilmente originario, in Sicilia, dove potrebbe essere derivato
dal nome della località Cappalunga di Aragona nel palermitano, potrebbe
derivare da un soprannome originato dall'abitudine del capostipite di indossare
una cappa lunga, cioè una specie di tabarro lungo fino ai piedi.
CAPPARI
CAPPERI
Cappari è praticamente unico, Capperi, comunque assolutamente rarissimo,
parrebbe emiliano, dovrebbero entrambi derivare, direttamente o tramite
modificazioni dialettali, dal termine medioevale magister
capparius (artigiano che produce le
cappe o mantelli), termine di cui abbiamo un esempio nell'atto
del 1228 con il quale 4300 cittadini pisani giurarono di mantenere l'alleanza
fatta con Siena, Pistoia e Poggibonsi, uno dei sottoscrittori si chiama
infatti Bonifatius capparius.
CAPPELLETTI
CAPPELLETTO
Cappelletti è diffuso in tutto il centronord, Cappelletto è
tipico veneto, del veneziano e trevigiano, derivano da soprannomi di epoca
medioevale legati a volte a nomi di località individuabili dalla
presenza di Cappelle votive, altre volte da un soprannome originato dal
vocabolo cappello, esempio di questa consuetudine l'abbiamo nel 1400 nel
parmense nel 1422 era Podestà a Busseto Giacomo Vitali, figlio
di Bartolino, cittadino di Piacenza, di Milano e soprannominato il Cappelletto,
tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1500 a Grosseto con il
lucchese Domenico Cappelletti, a Narni (TR) in un atto del 1572 un certo
Martinus Cappellettus è uditore del governatore, nell'elenco del
1585 degli scolari dell'Ateneo di Perugia è citato un Agabitus Cappellettus.
CAPPIELLO
CAPPILLI
Cappiello è tipicamente meridionale, dell'area che comprende il
campobassano, la Campania, la Basilicata e la Puglia, Cappilli, molto più
raro, è del leccese, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale
probabilmente attribuito a capostipiti che facessero i cappellai o che
fossero soliti portare un particolare tipo di cappello.
CAPPONCELLI
CAPPONCINI
CAPPONE
CAPPONI
Capponcelli è specifico di San Giovanni in Persiceto nel bolognese
e di Bologna, Capponcini sembrerebbe romano, Cappone, molto molto raro,
è tipico del nordovest, Capponi è tipico del centro, con
un forte ceppo in Umbria a Gubbio, Perugia e Terni, ma con il nucleo principale
nel Lazio a Roma e San Felice Circeo (LT), dovrebbero derivare, direttamente
o tramite varie forme ipocoristiche, da un soprannome legato al mestiere di allevatore
o venditore di polli e capponi (galli
castrati).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Il cognome CAPPONI è massicciamente presente nel Centro e, in
misura minore, nel Nord. Si presta a numerose interpretazioni che dovrebbero
essere chiarite di volta in volta secondo il luogo geografico della sua
comparsa.
Potrebbe essere un accrescitivo di CAPPA, dal tardo latino cappa
= mantello con cappuccio, inteso come
parola metonimica per un nome di mestiere (chi costruisce cappe),
o anche. nomignolo per chi abitualmente indossava questo tipo di mantello
come segno distintivo; potrebbe anche essere una variante di CAPONE, accrescitivo
di CAPO = testa, nomignolo di chi aveva la testa grossa non in senso strettamente
fisico, quanto piuttosto inteso come 'arrogante, caparbio', è pure
possibile una derivazione da CAPPONE, dal latino capone(m)
= gallo castrato da giovane, inteso
come nomignolo spregiativo per chi era tradito dalla moglie, o parola metonimica
per un nome di mestiere (chi allevava pollame). Le scarsissime occorrenze
siciliane, calabresi e campane potrebbero riferirsi al termine dialettale
capuni = un pesce
di mare.
CAPPUCCI
CAPPUCCIO
Cappucci ha un ceppo laziale, soprattutto nel romano ed uno, molto consistente
a San Giovanni Rotondo nel foggiano, con buone presenze anche a Foggia
e San Severo, Cappuccio è tipicamente meridionale, con massima concentrazione
in Campania, nel napoletano, salernitano ed avellinese, ed in Sicilia,
nel messinese, catanese e siracusano, l'origine di questi cognomi potrebbe
essere da soprannomi originati dall'abitudine dei capostipiti di indossare
come copricapo un cappuccio, ma è pure possibile che possa trattarsi
di alterazioni dialettali originate dal nome medioevale tardo latino Capoccius
(vedi CAPOCCELLO).
CAPPUCCINI
Tipico del centro, con un forte
ceppo nel Lazio, può derivare da un soprannome originato da un mestiere
o dall'essere in qualche modo collegabile con i frati cappuccini, potrebbe
anche essere originato dal toponimo Cappuccini (NA).
CAPPUGI
Cappugi è tipicamente fiorentino, dovrebbe derivare da un soprannome
originato da una forma dialettale alterata del termine cappuccio,
probabilmente ad indicare l'abitudine del capostipite ad indossare sempre
un particolare tipo di cappuccio.
CAPPUSSI
CAPUSSI
Capussi, quasi unico è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione
di Cappussi che è tipico di Roma e del Sannio di Poggio Sannita e Civitanova
del Sannio nell'iserniese, l'origine del cognome dovrebbe essere attribuibile
ad una forma dialettale di un soprannome originato dal fatto di essere
probabilmente il capostipite al comando di una squadra di pastori di capre
o di pecore.
CAPPUZZELLO
CAPPUZZO
Assolutamente rarissimo, potrebbe essere padovano e trattarsi probabilmente
di un errore di trascrizione del cognome Capuzzo, con un ceppo originario
in Sicilia, nell'alto palermitano che potrebbe derivare da un soprannome
originato da caratteristiche fisiche o comportamentali del capostipite, Cappuzzello è tipicamente siciliano, di Ragusa, con buone presenze
nel ragusano, e dovrebbe derivare da una forma ipocoristica del precedente.
CAPRA
Diffuso in tutta l'Italia settentrionale centro occidentale con ceppi isolati
anche al centro ed al sud, deriva da un soprannome legato al vocabolo capra,
o per caratteristiche del mestiere di pastore o altro. Tracce di
questa cognominizzazione le troviamo a Milano nel 1400 con Baldassarre Capra
cancelliere della curia arcivescovile.
CAPRANZANO
Capranzano, quasi unico, dovrebbe essere siciliano, dell'ennese in particolare
di Gagliano Castelferrato, dovrebbe derivare da una forma alterata dialettalmente
del nome del paese di origine dei capostipiti, probabilmente Carpanzano
nel cosentino, che dovrebbe derivare da una forma prediale latina dal nome
latino Carpantius, probabilmente da
un ager carpantianus o da un castrum
carpantianum.
CAPRARA
CAPRARI
CAPRARO
Caprara ha un ceppo nel Lazio, uno in Emilia, nel bolognese e modenese,
uno nel veronese e probabili ceppi non secondari in Liguria, Molise e Basilicata,
Caprari sembra avere un ceppo nel sondriese, uno nel reggiano, uno nell'anconetano
ed uno nel Lazio, Capraro ha un ceppo veneto nel bellunese, vicentino e
trevigiano, uno nel Lazio e Campania settentrionale, uno nell'agrigentino
ed uno nel Salento, dovrebbero derivare o da toponimi come Caprarola (VT),
Caprarico (MT), Caprarica di Lecce (LE), Caprara d'Abruzzo (PE), Caprara
(RE), o monte Capraro nel Molise e molti altri, oppure dal cognomen latino
Caprarius portato ad esempio da Caius Caecilius Metellus Caprarius console
nel 113, o anche da soprannomi legati al mestiere di custode di capre.
CAPRESI
Capresi, abbastanza raro, sembra tipico del senese, di Monteriggioni, Poggibonsi
e Colle Di Val D`Elsa, potrebbero derivare da etnici di toponimi come Capraia
(FI), (AR), (LU) o (LI) o direttamente da toponimi come Caprese (AR).
CAPRETTA
CAPRETTI
CAPRETTINI
CAPRETTO
Capretta ha un ceppo nel trevisano, uno tra ascolano e teramano, uno nel
romano ed uno nell'iserniese, Capretti è abbastanza diffuso in Italia,
ha un ceppo nel bresciano, uno nel parmense, uno nel fiorentino, uno tra
ascolano e teramano, uno nel romano e reatino ed uno nel napoletano, Caprettini,
assolutamente rarissimo, è settentrionale, Capretto ha un ceppo
nel ternano ed uno tra casertano e napoletano, dovrebbero derivare direttamente
o tramite ipocoristici dal nome medioevale Caprettus,
Capretta, tracce di queste cognominizzazioni
le troviamo nella seconda metà del 1400 a Bitonto in un atto: "Donacio
pro Petro Nicolai Capretti
filii quondam Thome de Luvicchiono".
CAPRI
Capri, abbastanza diffuso, ha un piccolo ceppo a Gualdo Cattaneo nel perugino,
un grosso ceppo a Roma, ed è ben presente a Valmontone, Zagarolo,
Labico, Albano Laziale e San Cesareo, un ceppo a L'Aquila e Pescara, piccole
presenze in Campania, un ceppo a Fasano nel brindisino ed a Bari, e piccoli
ceppi a Messina e nel palermitano, l'origine può essere, nella stragrande
maggioranza dei casi, da toponimi come Capri nel napoletano o Capri Leone
nel messinese o altri simili, in alcuni casi da soprannomi dialettali riferiti
forse al mestiere di pastore forse svolto dai capostipiti (vedi
anche CAPRI')
CAPRI'
Caprì è specifico di Messina, dovrebbe derivare dal nome
arabo Qabri, ricordiamo con questo
nome il poeta cieco medioevale della Spagna araba mussulmana Muqaddam al-Qabri, non si può comunque escludere una possibile derivazione dal nome
del paese di Capri nel messinese, l'attuale Capri Leone.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caprì è cognome messinese che deriva dal termine 'crapì'
= verro, del dialetto grecanico della
zona di Bova in Calabria. In greco moderno: kaprì.
Fonte: G. Rohlfs, Dizionario storico dei cognomi nella Sicilia orientale,
1984, p. 62.
CAPRIA
CAPRIO
LA CAPRIA
Capria ha un ceppo calabrese tra vibonese e reggino con buone presenze
anche nel messinese, Caprio è ben presente in tutta la fascia che
comprende il viterbese, il romano, il latinense e frusinate, il casertano,
il napoletano, l'avellinese ed il salernitano, il foggiano, il barese,
il potentino ed il cosentino, La Capria sembrerebbe essere originario del
foggiano, della zona di Apricena e Foggia, tutti questi cognomi dovrebbero
derivare dal nome latino Caprius, Capria,
citato ad esempio in un Sermone di Orazio: "...alias,
iustum sit necne poema nunc illud tantum quaeram, meritone tibi sit suspectum
genus hoc scribendi. Sulgius acer ambulat et Caprius
rauci male cumque libellis, magnus uterque timor latronibus; at bene siquis
et vivat puris manibus, contemnat utrumque. ut sis tu similis Caeli Birrique
latronum...", anche se non si può del tutto ignorare l'ipotesi
che in qualche caso possano derivare invece dal nome arabo Qabri.
CAPRIATI
Capriati è specifico di Bari, potrebbe derivare dal toponimo Capriati
a Volturno nel casertano.
Capriglia parrebbe pugliese, di Ostuni nel brindisino e di Grottaglie nel
tarentino, Caprigli è unico ed è pugliese, Capriglio, sembrerebbe
unico e veneziano, Capriglione è un cognome tipicamente campano,
di Castellammare di Stabia nel napoletano, di Mugnano del Cardinale, Sirignano
e Santo Stefano del Sole nell'avellinese e di Salerno, Sant'Egidio del
Monte Albino e Furore nel salernitano, Capriglioni, quasi unico, lo troviamo
in settentrione, forse come esito di un'errata trascrizione del precedente,
questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o tramite accrescitivi,
dal nomen latino Caprilius, Caprilia,
specifico della gens Caprilia, rappresentata
ad esempio nel primo secolo dal commerciante di vino e di schiavi
Aulus Caprilius Timotheos, in alcuni casi possono derivare dal nome di
paesi come Capriglia nel salernitano o Capriglia Irpina nell'avellinese.
CAPRILE
CAPRILI
CAPRILLI
Caprile ha un grosso ceppo a Genova, nel genovese, savonese, imperiese
ed alessandrino, con un ceppo anche nel napoletano e nel salernitano, Caprili
ha un ceppo toscano, in particolare nel lucchese e pisano ed uno nel forlivese,
Caprilli ha un piccolo ceppo a Genova, uno in Toscana, in particolare sull'isola
d'Elba ed a Roma, dovrebbero derivare dal nome di uno dei molti paesi chiamati
Caprile, come ne esistono nel genovese, nel napoletano, nel lucchese, nel
fiorentino e nel pesarese.
CAPRINI
CAPRINO
Caprini ha un ceppo lombardo, soprattutto nel milanese, bergamasco e bresciano
e nel veronese, ed un ceppo nella fascia che comprende il pesarese, l'anconetano,
il perugino, il ternano, il grossetano, il viterbese ed il romano, Caprino
ha un ceppo nell'alessandrino e genovese, uno nel tarentino, uno nel cosentino
e valentiano, ed uno nel messinese, questi cognomi possono in alcuni casi
derivare da toponimi come Caprino Bergamasco o Caprino Veronese, ma nella
maggioranza dei casi dovrebbero derivare dalla Gens
Caprenia o dal nome personale latino medioevale Caprinus.,
di cui abbiamo un esempio in una Sententia consulum
Mediolani dell'anno 1196: "Die mercurii,
secundo die mensis octubris, in civitate Mediolani. Sententiam protulit
Albertus qui dicitur de Marliano, consul Mediolani, et cum eo Guertius
iudex qui dicitur de Ostiolo.. ..Interfuerunt Mediolanus de Villa, Lanfrancus
Crivellus, Arialdus Grassellus, Ardigacius Gambarus, Sanzamale Cazule,
Carnelevarius de Vicomercato, Ottobellus Cagapistus, Arnaldus de Canturio;
de servitoribus Guidottus Mengiainpelle, Caprinus,
Adelardus de Castello, Brochinus. Ego Baldicionus iudex qui dicor Stampa,
consul, interfui ut supra et subscripsi ...".
CAPRIOLI
CAPRIOLO
Caprioli è presente a macchia di Leopardo in Piemonte e Veneto,
è molto diffuso in Lombardia, nel Lazio, in Puglia e nel potentino,
Capriolo ha un ceppo piemontese ed uno nell'avellinese, potrebbe derivare
da toponimi come ad esempio Serracapriola nel foggiano, Caprioli nel salernitano,
Gerre de' Caprioli nel cremonese, Capriolo nel bresciano o altri simili.
CAPRIONE
CAPRIONI
Caprione, praticamente unico è forse dovuto ad errori di trascrizione
di Caprioni, che è specifico del teramano, di Giulianova e Mosciano
Sant`Angelo, in particolare, e di Bellante, Roseto degli Abruzzi e Teramo,
ha anche un piccolo ceppo nello spezzino che dovrebbe derivare dal nome
del promontorio del Caprione, l'ultimo della costa ligure di levante, dovrebbero
derivare da un accrescitivo del nome o soprannome Capra,
probabilmente attribuito al capostipite perchè pastore appunto di
capre.
CAPRIOTTI
Capriotti ha un ceppo riminese, uno tra Piceno e teramano ed uno nel romano,
dovrebbe derivare da un ipocoristico del nome o soprannome Capra, probabilmente
perchè il capostipite di mestiere avesse a che fare con le capre.
CAPUA
Capua è diffuso in Lazio ad Amaseno nel frusinate ed a Roma, in
Campania ed in Calabria a Crosia ed Acquappesa nel cosentino, dovrebbe
derivare dal nome della città di Capua nel casertano.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Capua è cognome meridionale dal toponimo Capua (CE) il cui nome
pare risalire a un condottiero sannita, Capye,
che la conquistò.
CAPUANA
CAPUANI
CAPUANO
Capuana, abbastanza raro è tipico della Sicilia e potrebbe derivare
dal toponimo Capuano località di Gangi (PA), Capuani ha un ceppo
nel Lazio ed uno nel teramano, Capuano è particolarmente diffuso
inel basso Lazio, in Campania ed in Puglia, derivano dall'etnico capuano
(originario della città di Capua).
CAPURSO
Tipico pugliese, del barese soprattutto, dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal mestiere di custode di capre o da caratteristiche del carattere
del capostipite che potessero richiamare la testardaggine della capra.
CAPUTA
CAPUTANO
Caputa, estremamente raro, sembrerebbe specifico dell'ennese, Caputano,
abbastanza raro, è specifico di Cava de' Tirreni nel salernitano,
dovrebbero derivare dal termine medioevale Caputa
(Capo, ma anche dalla testa grossa)
e caputano (posto
a capo, ma anche dalla testa grossa), di quest'uso abbiamo un
esempio nel Codex diplomaticus Cavensis : "..In nomine
Domini vicesimoprimo anno principatus domni nostri Gisulfi gloriosi principis,
mense iunio, quintadecima indictione. Ante me Petrum iudicem Ursus filius
quondam Iannacii Atrianensis, qui dictus est Curiale.. ..Et tota terra
cum arboribus et insites de ipso loco Ayrole, ubi ad via dicitur, qualiter
ego et ipsi germani mei eam comparavimus a Guidone et Iaquinto filio quondam
(deest nomen) et a Petro qui dicitur Caputa,
Et quanta res michi et ipsis germanis meis habere pertinet in loco Pasciano
...".
CAPUTI
CAPUTO
Caputi ha un nucleo nella zona di Molfetta (BA), uno a Roma, uno a Napoli
ed uno in Basilicata, soprattutto a San Fele (PZ), Caputo è estremamente
diffuso in tutto il sud Italia, derivano dal soprannome medioevale Caputus
originato probabilmente o dall'avere il capostipite una testa grossa o
dall'essere estremamente cocciuto. Tracce di questo cognome si hanno
ad esempio ad Aversa già dal 1302, data di un atto dove si legge:
"...Nomina hominum, et Vassallorum dicti Casalis
Cayvani sunt hec videlicet: ... Cajvanus Caputus,
Cannameli Thomas Caputus,...".
CAPUZZELLI
CAPUZZELLO
Capuzzelli, quasi unico, dovrebbe essere salentino e molto probabilmente
è dovuto ad un errore di registrazione di Capuzzello, che sembrerebbe
specifico di Nardò nel leccese, e che dovrebbe derivare da un soprannome
originato o dal fatto di avere il capostipite una testa più piccola
del normale, o dal fatto di essere piccolo di corporatura e di gestire
degli uomini forse per il lavoro dei campi.
CAPUZZO
CAPUZZONI
Concentrato al nord Capuzzo, probabilmente
originario della provincia di Padova, Capuzzoni è invece lombardo
originario della zona tra Pavia e Milano. Questi cognomi dovrebbero derivare
da soprannomi legati o a caratteristiche fisiche o a località d'origine
casa del puzzo, cioè luogo dove si svolgeva una lavorazione maleodorante
come ad esempio la concia delle pelli.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Nel meridione capuzzo può indicare chi è capo di un nucleo
familiare colonico, di una squadra di lavoratori agricoli, di mandriani
e pastori. Nel napoletano, inoltre, può rappresentare il nome regionale
del muggine, capòzzo o capuzzo,
"cefalo". Nel Veneto potrebbe indicare il nome regionale del cavolo cappuccio,
varietà di cavolo con le foglie avvolte strettamente in modo da
assumere l'aspetto di una palla.
CARA
Cara ha un grosso ceppo nel sud della Sardegna, in particolare a Cagliari,
Selargius, Dolianova,Quartu Sant'Elena, Domus de Maria, Monserrato, Teulada,
ecc. nel cagliaritano, e Carbonia, Narcao e Sant'Antioco nell Carboniense,
e Pabillonis e Guspini nel Medio Campidano, un grosso ceppo nel romano
a Roma, Tivoli ed Anticoli Corrado, un piccolo ceppo a Bari ed uno piccolissimo
in Calabria nel cosentino e nel reggino, di origini etimologiche diverse,
deriva in qualche caso dal nome latino Cara,
in qualche altro dalla Gens Caria,
in altri ancora dalla toponomastica.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARA: cara, tanto in Logudorese
quanto in Campidanese significa, faccia, viso,
espressione, e così anche in spagnolo e catalano. Niente
a che fare quindi con l'aggettivo italiano cara = gentile, gradita, amata,
dileta, etc. Cara bella e coru malu;
cara mala e coru bellu (vedi nel Web
Giuseppe Concas: Dicius,
Detti e Proverbi del Campidano). De cara bella
significa dall'espressione solare,
ad indicare il bello aspetto ed anche la gentilezza. Carau
e Garau sono due cognomi derivanti
da cara, col significato di de cara bella, di
bello aspetto. Cara attualmente è presente in 73/377
Comuni della Sardegna, con maggiore diffusione nella parte meridionale:
Cagliari 181, Selargius 91, Dolianova 80, Quartu S. E. 64, Carbonia 53,
etc. Lo ritroviamo negli antichi documenti della lingua sarda. Tra i firmatari
della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano: Cara Joanne, ville Selluri.
** Selluri - Sedduri - Seddori: odierno Sanluri. Et ego Capula Marcus .sindicus,
actor et procurator ville Selluri.seu a Petro De Castay, locuntenente capitanei
et Margiano Costa, locuntenente potestatis terre Selluri et omnibus habitatoribus
dicte terre, congregatis. X die januarii 1388. - Cara Michele, jurato ville
Mahara. * Mahara - Barbaraquesa .Arbarei - Villamar. Contrate Marmille.
Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo
è presente: Cara Torbeni (128), teste in una donazione: morivit
enea (nubile, probabilmente dal greco bizantino ανεγ, nel significato di
non sposata)Limpida Trogu et posit (donò) s'ortu de Miili
Piccinu(* Milis Picinnu.distrutto (Contrate Partis de Milis)suo ad Sanctu
Petru de Milis Piccinu, pro s'anima sua.(per la sua anima).
CARABELLESE
CARABELLESI
CARAPELLESE
CARAPELLESI
Carabetta è calabrese del reggino, di Siderno, Locri, Brancaleone
e Roccella Ionica, Carabetti è quasi unico, dovrebbe trattarsi di
forme cognominali originate dall'alterazione dialettale del termine francese
Carabot (vedi
CARABOT).
CARABELLI
Carabellese ha un ceppo sull'isola di Procida nel napoletano ed uno a Molfetta,
Bari e Bisceglie nel barese, Carabellesi, quasi unico, è dovuto
ad errori di registrazione del precedente, Carapellese è specifico
di Andria nel barese, Carapellesi, sembrerebbe unico, dovrebbe trattarsi
di un'errata trascrizione del precedente, dovrebbero derivare da forme
etniche riferite a capostipiti che provenissero dall'area del torrente
Carapelle, corso d'acqua che ha dato il nome al paese foggiano di Carapelle,
o al nome del paese aquilano di Carapelle Calvisio.
CARABETTA
CARABETTI
Carabetta è calabrese del reggino, di Siderno, Locri, Brancaleone
e Roccella Ionica, Carabetti è quasi unico, dovrebbe trattarsi di
forme cognominali originate dall'alterazione dialettale del termine francese
Carabot (vedi
CARABOT).
CARABA
CARABBA
CARABBI
CARABI
Caraba, quasi unico, è dell'Italia centrale, Carabi, altrettanto
raro, è emiliano, Carabba è caratteristico di Lanciano e
Chieti nel teatino, Carabbi, assolutamente rarissimo, è del bolognese,
potrebbero derivare da soprannomi originati dal termine latino carabus
(scarafaggio).
CARABOT
CARABOTT
Cognome
assolutamente rarissimo in entrambe le forme è originario di Malta,
probabilmente di La Valletta.
integrazioni fornite da Pasquale
Carabot
Il nome Carabot probabilmente deriva dal nome dispregiativo dato a
certi rivoluzionari Francesi., consultando i registri della chiesa
di Valletta Malta, si evince che un Carabot arrivò a Malta, probabilmente
con la moglie, dalla Francia ed ebbe molti figli. Nel 1800 molti Carabot
emigrarono in Libia. Ora ci sono parecchi Carabot un po dappertutto nel
mondo. Ho trovato Carabot in nord e sud America, nelle Filippine, in Australia,
a Malta ed in Inghilterra, oltre che in Italia.
(N.d.R.) I
Carabot erano un gruppo di sanculotti creatosi a Caen in Normandia
all'epoca della Rivoluzione Francese. Provenivano dalla classe media militare,
si costituirono in gruppo rivoluzionario armato nei primi giorni della
rivoluzione approvvigionandosi di armi e munizioni sottraendole dalle casematte
del castello di Caen, assunsero le funzioni di vera e propria Guardia Nazionale
il cui motto era o la Legge o la morte.
Il termine carabot,
dispregiativo e denigratorio, venne attribuito loro
dalla nobiltà, assimilandoli a degli sbandati, sottovalutando enormemente
sia la situazione che le possibili conseguenze, che la storia francese
ci ha poi raccontato.
CARACCIOLI
CARACCIOLO
CARACCIUOLO
Caraccioli è rarissimo ed è quasi sicuramente derivato da
Caracciolo che è invece molto diffuso in tutto il sud, Caracciuolo,
tipico di Salerno, è dovuto probabilmente ad una corruzione dialettale
di Caracciolo, dovrebbero
derivare da una variazione del cognomen latino Carus (vedi
Caro); cognominizzazione molto antica, portata da importanti prelati,
nobili e principi, ricordiamo nel XIV° secolo Jacopo Caracciolo morto
a Roma nel 1357: "Jacobus Caracciolus,
natione Italus, Patria Patricius Neapolitanus, Alumnus Congregationis Carbonariae",
nel XV° secolo Roberto Caracciolo di Lecce (1425-1495) padre francescano
autore di importanti testi e poi vescovo di Aquino: "...Nam
cum Eccius et Caracciolus
ex Urbe attulissent Bullam damnatricem Lutheri eamque insinuassent ille
hi..." e Giovanni Caracciolo (1487-1550) Principe di Melfi, duca
di Ascoli Satriano, marchese di Atella, conte di Forenza, duca di Venosa,
conte di Avellino, signore di Molfetta, nel secolo successivo "Horatius
Caracciolus Episcopus Venafranus",
famosi poi saranno i Principi Caracciolo di Avellino, di Napoli e di Calabria.
CARACHINO
Carachino è specifico di Galatina e Cutrofiano nel leccese, dovrebbe
derivare dal nome medioevale latino di origini slave Carachinus,
di cui abbiamo un esempio d'uso in questo scritto dell'anno 1254: "Nos
Herricus Judex Curie Regie el Comes Symigiensis ad vniuersorum noticiam
uolumus peruenire: quod cum Jacobus, Mica, Jarachinus, et Carachinus
filij Bococh, Demetrium et fratres suos filios Salomonis ad nostram citassent
presenciam, medietatem cuiusdam molendini in fluuio Zale decurrentis, racione
porcionis Zeme ab eisdem requirentes, tandem mediantibus quibusdam probis
viris ex nostro beneplacito et consensu, sicut ijdem personaliter constituti
asseruerunt, pro bono pacis in talem composicionem deuenerunt; quod filij
Bococh supradictam medietatem eiusdem molendini filijs Salomonis prenominatis
relinquerunt in pace in perpetuum, et nunquam requirendam possidere, sicut
et in primis possidebant cum terrarum medietate ad eundem molendinum pertinencium.
Vt igitur processu temporis factum presentis composicionis et pacis per
calumpniam uel alicuius litem in questionis materiam reuocari non possit,
sed robur obtineat firmitatis, ex uoluntate parcium predictis filijs Salomonis
litteras nostras concessimus sigilli nostri munimine roboratas. Datum anno
gracie M CC quinquagesimo quarto. ..".
CARACOI
Assolutamente rarissimo, decisamente tipico dell'alto Veneto dovrebbe derivare
da un nome di località come Caracoi Cimai o Caracoi Agoin nel bellunese.
CARACRISTI
Tipico trentino, deriva dal nome medioevale beneaugurale Caracristo originato
dall'augurio che fosse il neonato caro a Cristo.
CARADONNA
Ha un ceppo importante a Bari, uno a Roma ed uno nel trapanese tra Salemi,
Marsala ed Alcamo, potrebbe derivare da nomi di località come Ceradonna
frazione di Rossano Calabro (CS). Tracce di questa cognominizzazione
si trovano in Sicilia nel 1200 con Nicola di Caradonna feudatario del territorio
di Ramacca (CT) e nel 1700 ad Amiseno (FR) con l'abate Domenico Caradonna.
CARAFA
CARAFFA
Carafa ha tre ceppi uno abruzzese
in provincia di Chieti e due pugliesi in provincia di Foggia e Lecce, Caraffa
è distribuito in tutta Italia e sembrerebbe essere originario della
Sicilia un ceppo e della Basilicata un altro, dovrebbero derivare da toponimi quali Caraffa (RC)
- (CZ).
Carafoli è tipicamente modenese, Carafolli, quasi unico, è
anch'esso emiliano, Carafulli è quasi scomparso, Carofoli è
unico, Carrafelli è tipicamente laziale, con un ceppo a Roma e nel
frusinate a Campoli Appennino e Pescosolido, Carrafiello è tipicamente
campano, dell'area che comprende il salernitano, a Montecorvino Rovella,
Eboli e Battipaglia, e Serino nell'avellinese, Cerofoli, quasi unico è
dell'aretino, Cerofolini, decisamente toscano, è soprattutto dell'aretino,
di Arezzo, Subbiano, Bibbiena, Capolona e Castel Focognano e di Firenze,
doivrebbero tutti derivare, direttamente o tramite alterazioni dialettali
ed ipocoristiche, da modificazioni del nome medioevale Carulfus
o Garulfus una latinizzazione del nome
longobardo Gairulf o Garolf,
di quest'uso abbiamo un esempio in questo atto di donazione risalente circa
ll'anno 1000: "In nomine summe et individue Trinitatis.
Ego Gauslabertus, in articulo mortis positus, reminiscens et vehementer
expavescens enormitatem meorum peccaminum, dono Deo et sanctis ejus apostolis
Petro et Paulo, ad locum Cluniacum, coloniam quam michi dedit socer meus
Garulfus, simul
cum filia sua Eufenia, quam michi copulavit in conjugio. ...".
CARAGLIO
Caraglio è tipicamente piemontese, del cuneese, di Cuneo, Alba,
Dogliani, Beinette e Robilante, dovrebbe derivare dal nome del paese di
Caraglio, nelle vicinanze di Cuneo a occidente.
CARAGNANO
Caragnano è tipicamente pugliese, di mottola nel tarentino in particolare,
potrebbe derivare dal nome del locus Caranianus
posto in quel di Paterno nel potentino, menzionato nel Chronicon
Vulturnense di Iohannes Monachus, probabile luogo d'origine dei
capostipiti.
CARAI
CARAU
CARRAU
Carai è tipico del nord della Sardegna, di Torpè e Nuoro
nel nuorese, Carau, sicuramente sardo è assolutamente rarissimo,
Carrau, molto molto raro è tipico di Zerfaliu nell'oristanese, sono tre cognomi derivanti da cara (vedi CARA), col significato di de cara bella (di bello aspetto), attributo probabilmente riferibile ai capostipiti grazie alla loro prestanza fisica e non solo al loro volto.
integrazioni fornite da Nazzarena
Carrau
il cognome Carrau è presente solo attualmente nel Comune di
Zerfaliu. Le mie ricerche risalgono fino ai primi anni del 1600 e si concentrano
principalmente nel Comune di Siamanna. Il trasferimento del capostipite
dei Carrau zerfaliesi è avvenuto nell'anno 1826, da lui ha avuto
origine l'attuale famiglia. Dei Carrau rimasti a Siamanna si sono perse
le tracce.
CARAMAGNA
CARAMANIA
CARAMANNA
Caramagna è decisamente siciliano, originario del siracusano in
particolare, ma presenta anche un ceppo piemontese, completamente separato
da quello siciliano, questo ceppo dovrebbe derivare dal nome di paesi
come Caramagna di Imperia, Caramagna di Morsasco nell'alessandrino o Caramagna
Piemonte nel cuneese, Caramania sembrerebbe meridionale ed è ormai
scomparso, Caramanna ha un ceppo siciliano nel nisseno a San Cataldo e
Delia, a Palermo, a Canicattì nell'agrigentino e ad Agira nell'ennese,
con un ceppo anche a Roma e Napoli, dovrebbero tutti derivare dal nome
della Caramania, la regione anatolica
posta di fronte all'isola di Cipro, probabile luogo originario dei capostipiti,
o luogo dove gli stessi avevano forse partecipato alle Crociate.
CARAMANI
CARAMANICA
CARAMANICO
Caramani è assolutamente rarissimo, Caramanica ha un ceppo a Formia
ed a Minturno nel latinense ed a Roma e Valmontone nel romano, ed uno nel
casertano a Mondragone, Caramanico sembrerebbe specifico del teatino, di
Guardiagrele, Miglianico, Chieti e San Giovanni Teatino, dovrebbero essere
tutti diverse forme dell'etnico di Caramania,
regione anatolica prospiciente Cipro, potrebbe risalire almeno al 1566,
epoca dell'invasione dei turchi in terra d'Abruzzo, quando 120 navi saracene
aggredirono il litorale abruzzese, è pure possibile anche se meno
probabile una derivazione dal termine longobardo karaman
(arimanno o uomo
libero), in alcuni casi potrebbe trattarsi di una derivazione
dal toponimo Caramanico Terme nel pescarese. Dell'uso dell'etnico di Caramania
abbiamo un esempio nella seconda metà del 1400 negli scritti di Caterino Zeno ambasciatore della Serenissima,
nei suoi Commentarii del viaggio in Persia e delle
guerre persiane di messer Caterino Zeno il Cavalliere leggiamo:"...Veduto
Samper moversi di luogo i Caramani
e caricar Amarbei, anch'egli, serrato il suo squadrone, si mosse e urtò
per fianco Sinan, ruppe i Caramani
e in un attimo fu adosso l'esercito del signore, e rotta e malmenata la
cavalleria tagliò a pezzi le prime ordinanze de' gianizzari e mise
in confusione tutte quelle brave fanterie...".
CARAMASCHI
Cognome mantovano, dovrebbe derivare
da un soprannome legato ad un nome di località.
integrazioni fornite da Alfredo
Calendi
Da studi da me compiuti sfociati nella pubblicazione "la dinastia dei
Caramaschi", 2007), risulta che il primo Caramaschi a portare questo cognome
fu Giulio (nato nel 1620 a Pieve di Guastalla), figlio di Battistino Cremaschi.
Il cambio di cognome avvenne per il passaggio da Guastalla a Luzzara di
detto Giulio, forse per una sorta di italianizzazione di Cremaschi-Cremasco,
fenomeno che si ripeté puntualmente quando altri Cremaschi si spostarono
verso Luzzara ed il mantovano, area in cui poi i Caramaschi si diffusero
moltissimo a cavallo dell'Ottocento e del Novecento. Cremasco e Cremaschi
era poi il cognome di un ramo della famiglia "da Crema-Crema" presente
a Guastalla (RE) già nel 1400 e a Mantova nel 1100.
CARAMATI
CARIMATI
Caramati, quasi unico, è del cremonese, Carimati, diffuso nelle
provincie di Milano, Lecco e Sondrio, dovrebbero derivare da un soprannome
legato al toponimo Carimate nel comasco, probabile luogo d'origine dei
capostipiti.
CARAMATTI
Caramatti ha presenze nel cremonese e nel parmense appenninico, dovrebbe
derivare da un soprannome dialettale con il significato di serra fascine,
probabilmente attribuito ad un legnaiuolo.
CARAMELLI
CARAMELLO
Caramelli
è un cognome tipico del pistoiese, Caramello è specifico
del cuneese.
CARAMIA
CARAMMIA
Caramia ha un grosso ceppo pugliese tra barese, brindisino e tarentino,
in particolare a Martina Franca, Taranto, Grottaglie e Massafra nel tarentino,
ed a Fasano, Mesagne e Cisternino nel brindicino, ed un ceppo siciliano
a Palermo ed a San Cataldo nel nisseno, Carammia, quasi unico, è
siciliano, potrebbero derivare da nomi, soprannomi originati dal termine
meridionale dialettale car'a'mmia (a
me caro), potrebbero anche derivare da forme dialettali contratte
usate per indicare una provenienza dalla Caramania (regione turca abbandonata
dalle forze crociate).
CARAMIELLO
Tipico napoletano.
CARAMMA
Ha un ceppo nella zona di Acireale (CT) ed uno nella zona di Floridia (SR),
dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo greco karagma
(marchiatura a caldo, incisione, sigillo) forse ad indicare una particolare
condizione del capostipite.
CARANA
CARANNA
Carana, quasi unico, ha presenze nello spezzino, e nell'Italia meridionale,
Caranna, assolutamente rarissimo, sembrerebbe avere qualche presenza nel
riminese e nel messinese, dovrebbero derivare da un soprannome originato
dal termine italiano arcaico caranna,
una sorta di resina oleosa, balsamica,
il cui nome deriva dallo spagnolo caraña,
forse riferita a capostipiti che ne facessero uso, magari come guaritori
erboristi.
CARANANTE
CARANNANTE
Caranante, quasi unico, è del napoletano, Carannante è originario
della provincia di Napoli e Caserta, potrebbero essere originati da un
soprannome legato ad un toponimo Carano (nel casertano, ma, molto più
probabilmente dovrebbero derivare da un soprannome originato dal termine
italiano arcaico caranna, una sorta
di resina oleosa, balsamica, il cui
nome deriva dallo spagnolo caraña,
probabilmente riferita a capostipiti che ne facessero uso nella loro probabile
professione di erboristi guaritori.
CARANCI
Caranci è specifico di Longano, Isernia, Macchia d'Isernia e Venafro
nell'iserniese, dovrebbero derivare dal nome medioevale Carancius,
di origine normanna, dovrebbe essere la latinizzazione del nome Carrancy.
CARANCINI
Carancini sembrerebbe marchigiano, dell'area tra maceratese ed anconetano,
di Macerata, Montecassiano e Recanati nel maceratese, e di Filottrano,
Osimo ed Ancona nell'anconetano, potrebbe derivare da un'ipocoristico del
termine celta karuos (cervo),
ma molto più probabilmente deriva dal nome tardo latino di origine
cantabrica Carancinus (forse giunto
tramite un veterano delle legioni ispaniche di Pompeo).
CARANDINA
Carandina, molto raro, è tipico del rovigoto e ferrarese, di Lendinara
nel rovigoto e di Bondeno e Ferrara nel ferrarese, dovrebbe derivare dal
nome del Borgo Carandina, una frazione di Voghiera nel ferrarese, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CARANI
Rarissimo, deriva da nomi di località come ad esempio San Martino
Carano, località che dista un chilometro da Modena, è
tipico del modenese, troviamo traccia di questo cognome a Bergamo nel 1600
con il giudice delle vettovaglie Giovanni Battista Carani.
CARANO
Molto raro, sembra avere più ceppi nel Molise, nel foggiano e nel
casertano, quest'ultimo potrebbe derivare dal toponimo Carano (CE), tutti
gli altri dovrebbero derivare dal nome greco latino Caranus, ricordiamo
un Caranus figlio di Cleopatra, sorella di Alessandro il macedone e di
Filippo Attalo: "...Circa quod tempus Caranus,
vir generis regii, sextus decimus ab Hercule, profectus Argis regnum Macedoniae
occupavit...", da cui dovrebbe derivare la Gens latino campana Carania.
Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Gambatesa (CB) nel 1700
con il tavernaro Giovanni Carano.
integrazioni fornite da Marco Carano
(Brasile)
il cognome CARANO si trova anche nel nord Italia e dovrebbe derivare
dal toponimo Carano in Val di Fiemme nel Trentino, il comune è uno
dei più antichi della Valle nel suo territorio sono state rinvenute
monete dell'epoca imperiale romana, ma anche reperti risalenti all'età
del ferro (aghi). Nel 1570, sulla zona si abbattè una terribile
carestia la fame del 1570 che costrinse
molte famiglie a lasciare Carano verso altre regioni quali la Toscana,
l'Abruzzo ed il Molise in cerca di migliori condizioni di vita.
CARAPELLA
CARAPELLE
CARAPELLO
Carapella è tipicamente campano, di Benevento e Foglianise nel beneventano
e di Maddaloni nel casertano, Carapelle è tipico di Lucera nel foggiano,
Carapello, molto raro, è tipico di MOntazzoli nel teatino, dovrebbero
derivare dal nome del paese foggiano di Carapelle, o dal nome del paese
aquilano di Carapelle Calvisio, i cui toponimi dovrebbero derivare dal
nome del torrente Carapelle a sua volta originato dal termine prelatino
carapo (gorgo).
CARAPELLI
Tipico del senese, potrebbe derivare da toponimi come Carapelle (FG) o
da Carapello nome di un fiume molisano.
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (SO)
Questo cognome potrebbe derivare da un toponimo abruzzese Carapelle
Calvisio (AQ). Leggendo i nomi dei
Carapelli emigrati a New York in effetti non si trova nessun Carapelli
toscano, ma sono Abruzzesi o Laziali (di Frosinone). Qualche Carapelli
esiste ancora in Abruzzo, ma è una rarità, mentre i Carapelli
del Frosinate sembrerebbero scomparsi.
CARAPEZZA
Carapezza ha un ceppo nell'agrigentino ad Agrigento e Palma di Montechiaro,
uno a Palermo e Petralia Sottana (PA), uno nel catanese a Caltagirone e
Mirabella Imbaccari ed uno a Caltanissetta.
CARASSAI
Specifico delle Marche meridionali, del maceratese e del Piceno, potrebbe
derivare da un nome gratulatorio medioevale Caro-assai,
ma è pure possibile una derivazione dal toponimo Carassai nell'ascolano.
integrazioni fornite da Mario Carassai
il cognome sembra derivare dalla zona tra le province di Macerata
e la costituenda di Fermo. Nei pressi di Fermo si trova anche il comune
di Carassai. Una storia narra che nel medioevo una nobile fermana perse
un figlio in battaglia e per un periodo ai nuovi nati venne messo il nome
di caro assaimoltocaro;
ho riscontrato in più atti e conoscenze che nel XVII sec. molti
Carassai fossero mugnai e coincidenza vuole che oggi il comune di Carassai
ha lo stemma azzurro con tre monti e rispettive spighe di grano.
CARASSITI
Carassiti è un cognome tipicamente emiliano, del ferrarese in particolare
di Cento e di Ferrara, dovrebbe trattarsi di una forma etnica arcaica,
di stampo bizantino, riferita agli abitanti del paese di Carassai nell'ascolano,
probabile luogo d'origine del capostipite.
CARATELLI
CARATELLO
Caratelli è caratteristico di Roma e provincia, di Sgurgola nel
frusinatye e di Cori nel latinense, Caratello è unico, potrebbe
derivare da soprannomi legati al vocabolo caratello
(piccolo vaso di legno adatto al trasporto di vini
o liquori pregiati), forse ad indicare la buona qualità del
capostipite, di quest'uso abbiamo un esempio nella seconda metà
del 1600 a Pula (TS): "...Messer Zuanne da Curzola
mariner del Patron Francesco detto Caratello...",
ma è pure possibile che si tratti di un ipocoristico di soprannomi
derivati dal vocabolo caratto (vedi
CARATTI).
CARATOZZOLA
CARATOZZOLO
Caratozzola, che sembrerebbe unico, è probabilmente il frutto di
un'errata trascrizione del cognome Caratozzolo, che è specifico
del reggino, di Bagnara Calabra in particolare, di Gioia Tauro, Scilla,
Palmi e San Ferdinando, con un ceppo anche a Messina, e che dovrebbe derivare
da un soprannome grecanico originato da una forma ipocoristica del termine
κάρατό karatò (testa
capo), forse a sottolineare una particolarità
della testa dei capostipiti.
CARATTI
CARATTO
Caratti sembra avere oltre ad un ceppo importante nell'alessandrino, anche
uno nel milanese, nel bresciano ed in Valtellina, Caratto più raro
è specifico del torinese e dell'alessandrino, potrebbe derivare
da un soprannome originato dal vocabolo arcaico caratto (quota, divisione).
Tracce di questa cognominizzazione la troviamo ad esempio a Bergamo dove
nel 1564 è Console dei Mercanti un certo Cristoforo Carattus o Caratti.
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (SO)
questo cognome regionale è diffuso nel Bresciano, nel Comasco
e nel Milanese, ma anche in provincia di Sondrio a Lòvero dove il
primo il primo "De Carate" compare nel XIII° secolo. Ovviamente solo
dopo qualche secolo il nome diventerà quello di oggi. I Caratti
di Lovero hanno la loro lontana origine a Carate Urio (Co). Da Lovero si
sono diffusi in Valtellina, nel Bresciano e in altre parti della regione.
Peraltro ancora oggi nel piccolo paese valtellinese si contano 11 soprannomi
attribuiti ai Caratti.
CARAVAGGI
CARAVAGGIO
Caravaggi è tipico di Brescia e di Offanengo (CR) con un ceppo,
probabilmente secondario a Formello (RM), Caravaggio oltre ad un piccolo
nucleo a Capriano Del Colle nel bresciano ha un grosso ceppo nel chietino
a Rocca San Giovanni, Fossacesia, Lanciano e San Vito Chietino ed a Pescara,
dovrebbero derivare dal toponimo Caravaggio (BG).
CARAVATI
Specifico del varesotto, di Varese in particolare, deriva dal toponimo
Caravate (VA) la cui origine è dal latino carabus
mucchio di pietrame. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo
a Milano nella prima metà del 1400 con un certo Giovanni de Caravato
che sposa la nobile patrizia milanese Antonia Cotta dei Consignori di Cella.
CARAVELLA
CARAVELLI
CARAVELLO
GARAVELLI
GARAVELLO
Caravella ha un ceppo a Roma ed uno a Sora (FR), a Piedimonte Matese (CE)
ed a Napoli, a Foggia ed a Giovinazzo (BA) ed a Palermo, Caravelli ha un
ceppo a Tricarico (MT), uno a Roggiano Gravina (CS) ed uno a Palmi (RC),
è presente anche in Abruzzo, Caravello sembrerebbe tipicamente siciliano
di Palermo con un ceppo significativo anche a Milazzo (ME), ha un ceppo
anche tra Mirano e Noale nel veneziano, dove è probabilmente dovuto
ad un errore di trascrizione di Garavello che presenta un nucleo nel Veneto
tra Solesino ed Este nel padovano e tra San Martino di Venezze e Rovigo
nel rovigoto, ha inoltre un piccolo ceppo probabilmente secondario tra
alessandrino e genovese, Garavelli ha un ceppo nel bergamasco tra Cologno
Al Serio, Romano Di Lombardia ed Urgnano ed uno a Cremona e nel cremonese,
ha anche un ceppo romagnolo a Savignano sul Rubicone e Cesena ed uno piemontese
tra Alessandria e Valenza.
integrazioni fornite da Prof. Pietro
Luigi Garavelli - estratto
da
I CARAVELLO Storia di una
antica Famiglia italiana - in collaborazione con Prof. Caravello di Padova
II cognome Caravello si ritrova anche nelle varianti Caravelli , Garavello
e Garavelli . Nel Medio Evo il casato è rintracciabile prevalentemente
nel veneziano, nell'alessandrino, nel giovinazzese ed in Sicilia.
I Caravello sono localizzati in Veneto, Lombardia e soprattutto in Sicilia,
i Caravelli sono distribuiti più omogeneamente sul territorio nazionale.
i Garavello risiedono tutti in Veneto, Lombardia e Piemonte mentre i Garavelli
si trovano fra Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna, L'etimo è
molto incerto. Se di origine veneta il cognome Caravello avrebbe avuto
nelle varianti Garavello e Garavelli la sonorizzazione della velare iniziale
fenomeno ( K -> G ) presente ma raro, potrebbe risalire al latino tardo
carabum
(granchio poi piccolo
battello) con riferimento all'ambiente lacustre od all'attività
svolta oppure alla colla caravella,
tipica della carpenteria navale, e quindi legata alla professione di calafatore
addetto alla lavorazione alla caravella delle barche, che poi si sposterà
in Portogallo nel XII secolo. Se non veneto, Garavello, potrebbe
derivare dalla radice gar o ger
ossia gairu (lancia).
Il significato sarebbe in tal caso, approssimativamente, armato
di lancia. Poiché i nomi di origine germanica derivati
da gairu non sono facilmente distinguibili
da quelli derivati dalla radice garva
(preparato), all'origine di Garavello
vi potrebbe essere anche quest'ultima radice. In tal caso il significato
del cognome sarebbe pronto alla guerra.
In Piemonte il cognome potrebbe richiamare la base preromana caravos
(pietra) da cui la nota garavela
(calcinaccio) con allusione ad un aspetto
geomorfologico del territorio. In Puglia il casato deriverebbe dalla
famiglia francese Garau stabilitasi nel XIII° secolo a Giovinazzo al
seguito degli angioini, un suo ramo collaterale assunse il cognome Vernice
nel quale si può riconoscere il nome, storpiato, della Serenissima
Venezia.
CARAVENGHI
Caravenghi, quasi unico, ha qualche sparuta presenza in Friuli ed in Sicilia,
dovrebbe derivare dal nome medioevale con il significato di gradita, riferito
ad una capostipite probabilmente molto desiderata.
CARAVOGLIA
Caravoglia, praticamente unico, sembrerebbe di origini piemontesi, a Torino
nella seconda metà del 1600 troviamo il pittore Bartolommeo Caravoglia
allievo del Guercino, questo cognome potrebbe essere l'italianizzazione
del cognome francese Carayol di origine
toponomastica occitana.
CARAZZATO
Carazzato è decisamente veneto, abbastanza raro ha un ceppo nel
padovano a Merlara e Castelbaldo ed a Legnago nel veronese, dovrebbe essere
di origini vicentine e derivare dalla forma etnica in -ato,
stante ad indicare provenienza, riferita
al paese di Carazza, una frazione di Campiglia dei Berici nel vicentino.
Carbi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico del nord Italia,
Carbo, altrettanto raro, è però siciliano, Carbone è
diffuso in tutta Italia soprattutto al sud, Carbonella ha un ceppo pugliese,
ad Ischitella e San Nicandro Garganico nel foggiano ed a Brindisi, ed uno
a Pietrapertosa nel potentino, Carbonelli ha un ceppo a Roma, uno in Abruzzo,
ad Atessa e Scerni nel teatino e ad Avezzano nell'aquilano, uno a Napoli
ed a Caiazzo nel casertano, ed uno nel foggiano a Monte Sant'Angelo, Peschici
e Vico del Gargano, Carbonello, estremamente raro, è siciliano,
Carbonetta è specifico di Perano nel teatino, Carbonetti è
tipico della fascia centrale che comprende le Marche il Lazio, Roma in
particolare, ed il teatino, Carbonetto, molto raro, ha un ceppo a San Remo
nell'imperiese ed uno a San Fratello ed Acquedolci nel messinese, Carboni
è diffuso in tutto il centro nord e nella Sardegna, Carbonini sembrerebbe
bresciano, ma con un ceppo forse in provincia di Pavia. Tutti questi cognomi
dovrebbero essere derivati, direttamente o tramite varie forme ipocoristiche,
dal nome medioevale Carbo
o Carbone, derivato dal cognomen latino
Carbo, Carbonis,
dell'uso del quale nome abbiamo un esempio nell'Archivio Capitolare di Parma nell'anno 1069:
"Dum in Dei nomine Civitatis Parme ad Domini Episcopio
Parmensi in solario qui est justa turre majore scilicet a meridie parte
ubi nunc domnus Cadalus presul & presens atque Apostolicus Electus
Sancte Parraensis Ecclesie una cum Ingezo Vicecomite in judicio residebat
ad singulas deliberandas intenciones residentibus cum eis Mainfredus Angelbertus
Ubaldus Rotechildus Albertus Aichardus judices sacri palacii Wido Richardus
Ubertus Notarii sacri Palacii Wido filius quondam Gerardi & Rotechildus
Vicedominus Arialdo Fante vassi jam dicti domni presuli Mainfredus quondam
Addoni Oddo Elbelinus germanis filiis quondam Fredulfi judicis Anselmus
burganus Ubertus & Ildebertus germanis filii quondam Gualberti Bernardus
qui & Teuzo Armirius & Carbone
Mainfredus Albertus Azo germanis filiis quondam Mazoli Albertus filius
quondam Johannis Judici Gerardus filius quondam Rustci de Castro Aichardi
& Rustico qui vocatur Cariolo Gerardus Mainfredus germanis filiis quondam
Alberti qui dicitur de Viasiolo Prando Delora Azo Baldoni Albertus filius
quondam Teberti Petrus & Gerardus germanis filii quondam Johanni Vitalis
Petrus Mancapesa ...", potrebbero però anche derivare da
soprannomi collegati con l'attività di estrattore o venditore di
carbone o provengono da uno dei molti toponimi legati al vocabolo carbone,
quali Carbone (PZ) Carbonara (BA) - (NA) ecc..
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARBONE; CARBONI; CARBONELLI: il carbone in logudorese = su
carbone; in campidanese = su carboni,
su craboni (con metatesi). Su
crabôi in fonetica. Dal latino carbonis
= carbone, sia spento o acceso; se
spento qui in Campidano lo chiamiamo, carboni mortu = carbone morto. Il
cognome è presente in Sardegna sin dai tempi antichi. Tra i firmatari
della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano; Carbone Francisco,
ville Leunelli (* Neonelli - partis Varicati - Barigadu); ); Carbone Georgio,
jurato ville Gurrutta (* Gurrutta.odierno Borutta(Meylogu). Contrate de
Ardar et Meylogu); Carbone Guantino, ville Cerchillo (* Cerchillo... attuale
Berchidda. Curatorie de Costa de Valls); Carbone Nicolao, jurato ville
Floxio ( * Floxio.odierna Flussio. Contrate Castri Montis de Verro) ; Carbone
Paulo, jurato ville Oniferi; Carbone Petro, jurato ville Cerchillo; Carbone
Petro, jurato ville Guilciochor (* Guilciochor.villaggio distrutto, conosciuto
col nome di Borticoco: diocesi di Ottana . Curatorie de Anella); Carbonelli
Nicolaus, juratus Castri Callari. (Cagliari); Carboni Anthonio, ville Turalba
(* Turalba.odierno Torralba(Meylogu - Contrate de Ardar et Meylogu); Carboni
Augustino, jurato ville Modolo ( * Modolo...Modulo. Contrate Castri Serravallis);
Carboni Margiani, jurato ville de Ulusufe (* Ulusufe.distrutto Usulife[Spano](Contrate
Montis Acuti); Carboni Mariane - de Bosa; Carboni Petro - ville de Pac¢ada
(* Pac¢ada.Pattàda - Contrate Montis Acuti); Carboni Saturnius,
ville Sasseri; Carboni-Ghiglotto Mariano - de Castri Januensis. ** Castri
Januensis Civitas (Castel Genovese - Castel Sardo, Omnibus habitantibus
.in ville de Coginas ... die undecima januarii .in posse De Valle Anthoni
filii); Carbonis Bartolomeus, ville Algueri (** Ville Algueri.odierno Alghero.
Camella Bernardus, Bos Franciscus, Ferret Anthonius sindici, actores et
procuratores.et nos, superius nominati: Serra (de) Thomas, major camere;
Pancie Comita, sub cancellarius; Caso Anthonio procuratores.et singulos
homines civitatum Sasseri et Ville Ecclesiarum ac loci Telluri et locorum
Mole de Posata et Iscle de Galtelì ac Contrate de Baronia .et ego
De Vieri Jacobus praedictus tutor et curator datus et etiam adsignatus
nobili Mariano filio (di Eleonora e Brancaleone Doria). Fideiussores Donnum
De Villa Gonnarium et Donnum Musca Bartholomeum, cives Aristanni. Presentibus:
Marinella Torbino, Polvirella Anthonio, Sirgo Barçòlo, civibus
Aristanni. In die vigesima mensis Januarii, anno millesimo CCCLXXXVIII
(1388). Seguono nomi di funzionari di tutta la Sardegna: Arenosio(de) Petri,
ville Algueri; Masala Galeago, ville Bosa; Culto (de) Lemuxio, ville Terranova(Olbia);
Ferrali Augustino, Marmilla; Casilis Petrus, Castri Javensis; Galluresu
Mariano, Castri Montis; Montis (de) Laurencio, Parte Montibus; Sabiu Francisco,
Parte de Valença; De Sii Jacobo, Mandrolisay; Lacono (de) Basilon,
Parte Virigadis (Barigadu); Sotgiu (de) Thoma, Campitani Majore; Porcu
Guantino, Parte Milis; Sori(de) Francisco, Parte Guilcier; Agus (de) Joanne,
Montis de Verro; Senalo (de) Barisono, Planarie de Bosa; Seche Gonnario,
Montis Leonis e Caputis Abbas; Masala Joanne, Serra de Vallis; Coghu Petro,
Macumeri et Margini; Aletti Anthonio, Alçana; Vare (de) Nicolao,
Claramonte et Anglona; Sunna Elia, Mejloco. Segue l'atto notarile.quod
fuit actum die loco et anno predictis.testibus ad haec vocatis: Tholono
(de) Giordano, Tardino (de) Poncio et Coloma Francisco Joannis militibus;
Colle (de) Petro, jurisperito; Tomich Francisco, Rigonfi Jacobo, Sagrestani
Bernardo, Monge Petro, Celis Betto ( ville Ecclesiarum de Sigerro et Bassagoda
Berengarius( Castri Calleri).Jonquerio Bernardo, Serranei Anthonium et
De Vineolis Petrum, notai (Castri Calleri). Actum in villa Algueri; Baringe
Damianum canonicum Arestanni et Virgili Nicolaum (Arestanni). Die sexta
febroarii (1388); Carbonis Guillermus, ville Algueri ; Carbonis Vincentius,
ville Algueri. Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII°
secolo, troviamo Carbone Dorgotori (57, 109): al 57 è teste in un
acquisto (comporaili) di una vigna, del prezzo di 4 soldi (IIII sollos
= il soldo aureo sardo), in cambio di un bue, una pezza di lana del valore
di un soldo, un maiale, 5 moggi di grano(V moios de triticu, II capros
iscoriatos (scuoiati) e una capra de bita (capra giovane); al 109 è
donatore di una terra (positinke) in Colletariu (regione che si trova tra
Trullas e Semestene). Nel testo del Fara - De Rebus Sardois IV - troviamo
Carbonellus Franciscus (156/ 13) e Carboni Bernardus (46/ 12): Eodem etiam
anno (1421) Ludovicus de Pontonibus vendidit.Francisco Carbonello oppidum
Senis; anno 1303 Bernardus Carboni episcopus Gisarchensis (di
Bisarcio - oggi diocesi di Ozieri). Nella storia ricordiamo, Enrico Carboni
Boy: cagliaritano (1851 - 1925), avvocato, politico; deputato per 5 legislature.
Dal 1914 fu proprietario dell'Unione Sarda. Nel 1914 fu Sottosegretario
di Stato per la Marina Mercantile. Durante questo suo incarico fece istituire
e inaugurò la Linea Marittima Cagliari Civitavecchia. Attualmente
il cognome Carboni è presente in 959 Comuni Italiani, di cui 172
in Sardegna: Sassari 685, Cagliari 336, Alghero 296, Assemini 234, etc.
Carbone è presente in 1541 Comuni italiani, di cui 23 in Sardegna:
Irgoli 11, Ottana 6, Nuoro 6, etc.
CARBOGNO
Carbogno è specifico di Comelico Superiore nel bellunese, dovrebbe
derivare da un'alterazione dialettale del nome medioevale Carbonus
a sua volta alterato del cognomen latino Carbo,
Carbonis (vedi
CARBI), dell'uso di questo nome abbiamo un esempio d'uso in una
Cartula venditionis del 1183 a Pavia:
"Anno dominice incarnationis millesimo centesimo
octuagesimo tercio, die iovis tercio mensis novembris, indictione prima.
In urbe Papia. Carbonus de Palacio, qui professus est lege vivere Longobardorum,
vendidit ac tradidit Ugoni advocato sedimen unum sui iuris vel libellarium
sine ficto aliquo dando in loco Sancti Genexii; coheret ei: ab una parte
suprascripti Ugonis, ab alia via, a tercia Cadrona, a quarta illorum de
Cellanova; eo modo ut ipse Ugo suique heredes et cui dederint habeant et
teneant suprascriptum sedimen cum area sua simul cum accessionibus et ingressibus
et universis suis pertinentiis ...", mentre l'uso della forma alterata
è riscontrabile in uno scritto del 1177: "In
nomine domini nostri Iesu Christi. Anno a nativitate eiusdem millesimo
centesimo LXXVII., die dominico, qui est XI dies exeunte mense augusto,
indictione IX., in presentia bonorum hominum quorum nomina hec sunt: Araldus
de Monticello, dominus Carbognus
de Pado, Oto eius filius, Odolricus de Garzapane, Enricus Theotonicus ...".
Carbonara ha un ceppo romano, uno campano a Nusco nell'avellinese ed a
Napoli, ed uno pugliese, in particolare nel barese a Triggiano, Bari, Bitonto,
Trani, Monopoli, Bitetto, Capurso, Giovinazzo, Molfetta e Rutigliano, ed
a Fasano nel brindisino, Carbonari ha un ceppo nel bergamasco ed uno nel
basso trentino, un ceppo nel forlivese, ma il nucleo è nell'area
che comprende le Marche, L'Umbria, il viterbese ed il romano, Carbonaro,
decisamente meridionale, ha un ceppo tra napoletano e salernitano, uno
tra foggiano e barese, uno nel cosentino e reggino ed uno in Sicilia, soprattutto
nella zona orientale dell'isola, il messinese, catanese, siracusano e ragusano,
Carbonera, abbastanza raro, è tipico della zona che comprende il
trevisano, il veneziano, il pordenonese soprattutto e l'udinese, Carboneri,
rarissimo, parrebbe dell'area ligure, piemontese, Carbonero, abbastanza
raro, è tipico del torinese, tutti questi cognomi dovrebbero derivare
dal mestiere di carbonaio svolto dal capostipite, ma è pure possibile,
ed in molti casi addirittura probabile, una derivazione toponomastica da
nomi di località come Carbonara (BA), (CE), (PD), (RM), (PV), (NA),
(MN) e (AL) o Carbonare (TN), Carbonaro (CS), Carbonera (TV), (BI) o Carboneri
(AT) e così molti altri.
CARBOTTA
CARBOTTI
Carbotta, abbastanza raro, ha qualche ceppo in Puglia, a Bari, nel brindisino
e nel foggiano, Carbotti, decisamente più diffuso, è tipicamente
pugliese del tarantino, di Martina Franca soprattutto, di Taranto, Crispiano,
Mottola, Massafra, Pulsano e Grottaglie, di San Pancrazio Salentino nel
brindisino e di Locorotondo nel barese, dovrebbero essere originari della
Francia e derivare da alterazioni dialettali del termine gergale francese
carabot, con questo vocabolo si indicava
un gruppo di sanculotti creatosi a Caen in Normandia all'epoca della
Rivoluzione Francese. Provenivano dalla classe media militare, si costituirono
in gruppo rivoluzionario armato nei primi giorni della rivoluzione approvvigionandosi
di armi e munizioni sottraendole dalle casematte del castello di Caen,
assunsero le funzioni di vera e propria Guardia Nazionale il cui motto
era o la Legge o la morte. Il termine carabot,
dispregiativo e denigratorio, venne attribuito loro dalla nobiltà,
assimilandoli a degli sbandati, sottovalutando enormemente sia la situazione
che le possibili conseguenze, che la storia francese ci ha poi raccontato.
CARCANGIU
Carcangiu è tipico della Sardegna centromeridionale, di Cagliari,
Sadali, Villanova Tulo, Quartu Sant'Elena ed Isili nel cagliaritano, di
Serramanna e Sanluri nel Medio Campidano, e di Villa Verde, Genoni e Nureci
nell'oristanese, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine
sardo campidanese carcangiu (calcagno,
tallone).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARCANGIU: calcàndzu, carcàngiu,
craccàngiu, significa calcagno
e viene dal latino calcaneum. È
soprattutto a Villacidro (Medio Campidano) che chiamano carcàngiu
il calcagno, mentre comunemente in
Campidano lo chiamiamo carròni.
Ma pure per noi accraccangiài
significa dare di calcagno, calpestare con vigore.
Quando si pigiava l'uva alla maniera tradizionale si diceva al pigiatore,
appena entrato nel tino: "Accraccàngia
puru"! " Dai pure di calcagno"!
In questo caso, sinonimo di accraccangiài è accacigài:
> da carcigare > derivato probabilmente dal latino calcicare. In alcune
parti della Sardegna l'Agropyrum repens = la caprinella o dente canino
è chiamato su carcangiu longu, che chiamiamo inoltre su cannajoni,
erba infestante, nemica degli ortolani. Attualmente il cognome Carcangiu
è presente in 90 Comuni italiani, di cui 44 in Sardegna: Cagliari
81, Serramanna 40, Sadali 37, etc. Non l'abbiamo trovato nelle carte antiche
da noi consultate.
CARCANO
Tipico
della zona che comprende le province di Milano, Como e Varese, deriva dal
toponimo Carcano (CO) che nel 1928. è stato accorpato in Albavilla,
assieme al paese di Villa. I Carcano sono una famiglia di nobiltà
antichissima, già nel 899 troviamo Andrea da Carcano Arcivescovo
di Milano, nella seconda metà del 900 viene nominato Bonizo Carcano,
dall'imperatore Ottone I°, a guidare la città di Milano, nel
978 diventa Arcivescovo di Milano Landolfo da Carcano, e così via
nei secoli, i Carcano hanno legato il loro nome alla storia di Milano.
CARCHEN
Carchen, molto molto raro, è tipico del comasco e del bergamasco,
potrebbe derivare da Carchen espressione dialettale per identificare il
paese di Carcano nel comasco, abbastanza improbabile una derivazione da
una forma dialettale del cognomen latino Carconius.
CARCIOFALI
CARCIOFALO
CARCIOFOLI
CARCIOFOLO
Tutti assolutamente rarissimi, quasi scomparsi, Carciofali e Carciofoli
sembrerebbero rimasti solo nel Lazio, Carciofalo e Carciofolo quasi unci
sembrerebbero siciliani,
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Carciofalo è un cognome rarissimo, originario della Sicilia
centrale, con ogni probabilità della città di Enna. Dal punto
di vista etimologico dovrebbe trattarsi di una variante di Carciofolo,
anche questo cognome siciliano molto raro, presente solo a Caltanissetta
e a Palermo, ma originario della Sicilia centrale. Carciofalo e Carciofolo
derivano dalla cognominizzazione di un soprannome canzonatorio dato al
capostipite in riferimento alla sua presunta stupidità; nelle provincie
meridionali l'espressione essere un carciofo,
in dialetto appunto carcioffolo
o carciuoffolo, è utilizzata
ancora ai giorni nostri in senso offensivo e canzonatorio.
CARCIONE
CARCIONI
Carcione ha un ceppo a Roma ed a Piedimonte San Germano e ad Aquino nel
frusinate, ma il grosso si trova in Sicilia, a Palermo e Bagheria nel palermitano
ed a Galati Mamertino, Capri Leone, Longi, Castell'Umberto, Messina, San
Salvatore di Fitalia, Capo d'Orlando, Tortorici, MIrto e Sant'Agata di
Militello nel messinese, Carcioni, praticamente unico, dovrebbe essere
dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, dovrebbe trattarsi
o di un'alterazione dialettale del cognomen latino Carconius,
o dell'italianizzazione del cognome greco Karconis
o Karcounis.
CARCONE
CARCONI
Tipicamente laziali, Carcone è specifico del frusinate, di Cervaro,
di Roma e di Minturno nel latinense, Carconi è più specificatamente
romano con ceppi anche in provincia di Latina ad Aprilia e Sezze, dovrebbero
derivare dal cognomen latino Carconius.
CARCURO
Carcuro è specifico del potentino, di Genzano di Lucania e Banzi,
dovrebbe derivare dal nome biblico Carcur,
citato nell'Esdra, dove i suoi figli vengono indicati come Netinei o portieri,
i Netinei costituiscono una classe religiosa israelitica al servizio dei
Leviti, che Giuseppe Flavio indicò come gli schiavi del tempio.
CARDACCI
CARDACCIO
Cardacci è quasi unico, Cardaccio è specifico di Civitavecchia,
dovrebbe trattarsi di una forma aferetica ipocoristica peggiorativa del
nome Riccardo, nome probabilmente portato dal capostipite, dell'uso di
questa forma nominale abbiamo un esempio verso la metà del 1200
con Cardaccio Malespini, un letterato e storico toscano.
CARDACI
Cardaci è tipicamente siciliano, di Regalbuto ed Enna nell'ennese,
di Catania e Raddusa nel catanese, di Palermo, di Sinagra nel messinese
e di Niscemi nel nisseno, dovrebbe derivare da un soprannome grecanico
riferito a chi utilizzasse di mestiere il cardo, pianta con la quale si
cardava la lana, cioè la si rendeva libera da grosse impurità
e nodi, ciò farebbe ipotizzare che i capostipiti lavorassero appunto
la lana di professione.
CARDAMONE
CARDAMONI
Cardamone ha un nucleo principale in Calabria tra Catanzaro e Cosenza con
un ceppo anche nel salernitano, cardamoni, è quasi unico, dovrebbero
derivare da soprannomi originati dal nome di una pianta aromatica. Troviamo
tracce di questa cognominizzazione a Rogliano (CS) nel 1600 quando la famiglia
Cardamone è menzionata fra le nobili, a Parenti (CS) nel 1700 il
capitano civico è Giuseppe Cardamone.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
- Salerno
Il cognome Cardamone è la cognominizzazione del termine italiano
antico cardamone, derivato dal latino
cardamomum, a sua volta originato dal
greco kardamomon, composto dai vocaboli
kardamon e amomon,
con i rispettivi significati di crescione
e amomo. Il cardamone, nel lessico
attuale cardamomo, è quindi
una grande pianta erbacea perenne, a fiori giallastri avvolti in spate,
che cresce spontanea sulla costa del Malabar e che viene coltivata soprattutto
per i suoi frutti, i cui semi da secoli sono industrialmente impiegati
per vari usi. Con ogni probabilità, il termine cardamone fu attribuito
al capostipite come soprannome, in relazione al tipo di attività
svolta, ed in seguito cognominizzato. Infatti, l'uso dei semi del cardamone,
bruni esternamente e bianchi all'interno, farinacei e di odore aromatico,
era riservato nei secoli scorsi ad un ristretto numero di attività:
l'olio denso ottenuto da tali semi, contenente per lo più amido,
zucchero, acqua e cellulosa, veniva largamente usato in liquoreria e pasticceria
per l'odore quasi canforaceo e per il sapore rinfrescante. Un maggiore
uso di tale sostanza massicciamente importata anche in Italia, però,
veniva fatto in medicina come eupeptico carminativo sotto forma di tintura.
Di conseguenza, coloro i quali avevano quasi quotidianamente a che fare
con il cardamone erano i medici ed i farmacisti, ossia i cosiddetti speziali,
che il più delle volte trasmettevano la propria preziosa e redditizia
attività da padre in figlio: è dunque possibile che il cognome
Cardamone si sia originato in epoca medievale in primo luogo dalla redditizia
attività dello speziale, o, con minore probabilità, dai mestieri
artigianali di pasticciere o di produttore di liquori. Oltre alla derivazione
dalle citate attività, si potrebbe ipotizzare anche una possibilissima
origine per i ceppi campani e calabresi dal termine dialettale cardamone,
con il significato di neonato di ghiro,
quindi dormiglione. Ancora oggi, infatti,
in Campania si usa l'espressione sei proprio un
cardamone oppure sei proprio un cardalimone
per apostrofare in senso canzonatorio una persona che si distrae troppo
facilmente o un classico bonaccione.
Tra i personaggi illustri con questo cognome va segnalato Mons. Andrea
Cardamone, arcivescovo di Rossano tra la fine del XVIII e gli inizi del
XIX secolo.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cardamone è un cognome calabrese e siciliano che, secondo il
Rohlfs, viene dal termine dialettale 'cardamune'
= neonato di ghiro'. Rohlfs 66.
CARDAMURO
Cardamuro, molto raro, è specifico del napoletano, di Bacoli e di
Monte di Procida sulla penisola di Capo Miseno, dovrebbe derivare da un
soprannome grecanico attribuito al capostipite, con il significato di verduraio,
basato sul termine greco antico κάρδαμον kardamon
(insalata, verdura).
CARDANI
CARDANO
Cardani è tipico dell'area milanese e comasca, Cardano è
tipico del varesotto, con un ceppo anche nel barese, i ceppi lombardi dovrebbero
derivare dal toponimo Cardano al Campo (VA) o da Cardana sempre nel varesotto,
il ceppo pugliese dovrebbe invece derivare dal nome medioevale Cardanus
di cui abbiamo un esempio in un atto del 1389 dove si legge tra l'altro:
"...Cardanus
filius quondam Tomaxii consul vicinorum ...", tracce importanti
di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1500 con il matematico, medico
e astrologo Girolamo Cardano (Pavia, 24 settembre 1501 - Roma, 21 settembre
1576).
CARDARELLA
CARDARELLI
CARDARELLO
Cardarella, assolutamente rarissimo, ha un piccolo ceppo a San Salvo (CH),
Cardarelli è specifico della fascia che comprende le Marche meridionali,
l'Umbria, il Lazio, l'aquilano, l'iserniese ed il napoletano, Cardarello
è tipico di Sezze (LT), dovrebbero derivare da modificazioni vezzeggiative
dell'aferesi del nome Riccardo, poco probabile una derivazione da un soprannome
originato dal vocabolo cardo (tipo
di pianta erbosa), tra i personaggi nella seconda metà del 1700
troviamo il conte Alessandro Cardarelli di Roma, nel secolo successivo
il Generale Cardarelli delle truppe borboniche che depose le armi a favore
di Garibaldi, nel 1832 nasce a Civitanova del Sannio il famoso medico molisano
Antonio Cardarelli cui verrà intitolato l'omonimo nosocomio napoletano
di rilevanza nazionale.
CARDEA
CARDIA
Cardea ha un nucleo a Grottaglie (TA) ed uno nella zona dello stretto di
Messina, Cardia ha un nucleo principale nella Sardegna meridionale ed uno
nel messinese, dovrebbero derivare da soprannomi connessi con il vocabolo
greco kardia (cuore),
in alcuni casi possono derivare da toponimi greci omonimi come la Città
di Kardia in Tracia, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nella
Locride fin dal 1600.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARDIA: cardìa, in linguaggio
fonetico cardîa = cardìna
> caldina dal latino caldus,
cardiggiài o scardiggiai
o cardinai o cadrinai
> scaldare. Cadrinai o cardinai anche
nel significato di dare una sussa, riempire di botte! Cardina è
inoltre un ferro rovente. Il cognome lo ritroviamo tra i firmatari della
Pace di Eleonora, LPDE del 1388: Cardia Barsòlo, ville Selluri (Seddòri,
Sanluri, attuale capoluogo di Provincia del Medio Campidano). Non dimentichiamo
però che la famiglia Cardìa di Tortolì, di origine
iberica, divenne potente nel 1664, allorché Filippo III° di
Spagna, concesse a Marcantonio Cardìa (di Tortolì), il cavalierato
e la nobiltà. Nella storia contemporanea ricordiamo Umberto Cardìa,
giornalista, scrittore e politico, di Arbatax (1921.): presidente della
Regione Sarda, deputato al Parlamento Italiano e deputato al Parlamento
Europeo. Attualmente il cognome Cardìa è presente in 227
Comuni italiani, di cui 71 in Sardegna: Cagliari 268, Sinnai 155, Quartu
S. E. 97, Capoterra 77, etc.
Cardella è molto diffuso in Sicilia, soprattutto nella parte occidentale
dell'isola, e del palermitano in particolare, con ceppi anche a Roma e
nel latinense, nel casertano, napoletano e salernitano, Cardelli è
tipico della fascia che comprende Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo e Lazio,
Cardello, molto raro, è tipico siciliano, di Caltagirone (CT) e
Catania e di Vittoria (RG), Cardilli ha ceppi a Roma, in Abruzzo a Massa
d`Albe (AQ) ed a Spinazzola (BA), Cardillo è molto diffuso al centrosud,
Lazio, Campania e Sicilia soprattutto, Cardulli è praticamente unico,
Cardullo ha un ceppo a Castellabate nel salernitano ed un nucleo importante
a Messina, Palermo e Catania, dovrebbero tutti derivare da modificazioni,
anche dialettali a volte, di forme ipocoristiche dell'aferesi del nome Riccardo, Accardo
o simili, di quest'uso abbiamo un esempio in uno scritto del 1363 a Napoli: "...coram
Cardillo Brancacio
de Neapoli dicto Imbriaco et Masello Brancacio, dicto Imbriaco, eius filío.ex
quondam nobili muliere domina Vera Baraballa de Gayeta...", in alcuni casi potrebbe derivare da soprannomi originati dal vocabolo tardolatino
cardellus (cardellino,
tipo di uccello canoro).<
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cardillo è un cognome meridionale. Secondo G. Rohlfs 63 viene
dalla voce dialettale siciliana 'cardiddu',
'cardillu' = cardellino./font>
CARDELLICCHIO
Cardellicchio ha un ceppo nell'area tra avellinese, foggiano e potentino,
a Lacedonia e Calabritto nell'avellinese in particolare, ed uno a Taranto
e Massafra nel tarentino, dovrebbe derivare da una forma ipocoristica
doppia del nome Viscardo o Riccardo
probabilmente portato dal capostipite, ma è pure possibile che derivi
da un imprecisato soprannome dialettale.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cardellicchio è cognome lucano che significa 'cardellino'.
Fonte: G. Rohlfs. Dizionario storico dei cognomi in Lucania, 1985.
CARDI
CARDO
Cardi è diffuso a macchia di leopardo nel centronord, in particolare
nel ferrarese, bolognese, fiorentino e nel romano e latinense, Cardo ha
un ceppo campano, a Circello nel beneventano ed a Napoli e San Giuseppe
Vesuviano nel napoletano, ed un ceppo pugliese nel barese a Barletta e
Monopoli, entrambi dovrebbero derivare da forme aferetiche del nome di
origine germanica Riccardo.
CARDIN
CARDINI
CARDINO
Cardin è tipico del padovano, Cardini sembrerebbe toscano, con un
ceppo anche nel maceratese, Cardino, assolutamente rarissimo, parrebbe
dell'area campano-laziale, derivano tutti dall'aferesi del diminutivo del
nome Riccardo. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nell'Archivio
di Stato di Cremona dove si trovano gli atti del notaio Francesco Cardini
datati dal 1451 al 1487 e del notaio Giacomo Cardini datati dal 1480 al
1509 e nel XVI° secolo Mons. Luca Cardino è Vescovo di Latina
dal 1582 al 1594.
CARDINALE
CARDINALI
Cognome comune in tutto il sud
Cardinale, mentre sembra originario del centro Italia Cardinali (Marche,
Umbria, Lazio), possono aver avuto origine da soprannomi derivati
da toponimi come Cardinale (CZ) o da caratteristiche comportamentali.
CARDONA
Cardona, molto raro, è specifico del reggino, della zona dello stretto,
sembrerebbe di nobili origini, probabilmente spagnole, nella prima metà
del 1300 Raimondo di Cardona duce dell'esercito angioino è alleato
dei Torriani contro i Visconti, aghli inizi del 1400 Alfonso de Cardona
è viceré di Calabria e Pietro Cardona maestro giustiziere
del Regno d'Aragona, diviene conte di Collesano (PA), il cognome dovrebbe
derivare in qualche modo dal cardo (vegetale) visto che nello stemma compaiono
appunto tre fiori di cardo.
CARDONE
CARDONI
Cardone è tipico della zona che comprende Lazio, Abruzzo, Campania,
Molise , Puglia e Potentino, Cardoni è proprio della fascia centrale
di Marche, Umbria e Lazio, derivano tutti dall'aferesi dell'accrescitivo
del nome Riccardo. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Narni
nel 1600 in un atto del 1652: "...Coram illustrissimo
et admodum reverendissimo vicario generali Narnie processus remissorialis
pro dominis de Gregorio et Camillo de Cardonibus
nominibus contra reverendissimum dominum abbatem Deodatum...". (vedi
anche CARDONIO)
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cardone oltre che da Riccardo, il cognome può derivare anche
dalla voce italiana 'cardo', latino
'carduus'.
CARDONIO
Cardonio, ormai praticamente scomparso in Italia, sembrerebbe essere stato
originario dell'ennese, di Calascibetta in particolare, dovrebbe derivare
dal nome medioevale Cardonius di cui
abbiamo un esempio d'uso nella vita di Leone Decimo: "..
Ad haec mala Sacramorus quoque vicecomes, qui Mediolani obsidendae arci
erat praepositus, perfidiosa levitate cum ala equitum ad Gallos transfugerat,
regressusque Mediolanum omni militari praesidio nudatum, pervicerat apud
cives, ut in Gallorum verba iuraretur. Livianus quoque adducto Venetorum
exercitu, Cremonae partim metu partim egregia popularium voluntate fuerat
receptus. Et Cardonius
atque Piscarius, in quibus summa spes sustinendi belli collocari debuerat,
certiores de induciis facti, nihil se vel in hanc vel in illam partem ab
stativis ad Trebiam castris commovebant. ..".
CARDU
Cardu, abbastanza raro, è tipico del cagliaritano, di San Nicolò
Gerrei, Cagliari e Selargius, con un ceppo anche ad Illorai nel sassarese.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARDU: cardo, dal latino cardus
(vedi Ardu). È presente tra i
firmatari della Pace di Eleonora *LPDE del 1388, rappresentante della villa
(bidda) di Bitti (Contrate Montis Acuti): Cardu Margiani, jurato ville
de Biti. Il cognome Cardu è presente in 27 Comuni italiani di cui
12 in Sardegna: Illorai 27, S. N. Gerrei 18, Cagliari 17, Selargius 12,
etc. Cardo non è propriamente sardo, ed è presente in 85
Comuni italiani di cui 3 in Sardegna: Selargius 3, Oristano 3, Quartu S.
E. 3 ( il cognome Cardo in Sardegna potrebbe essere una variante semplicemente
anagrafica di Cardu).
CARDUCCI
Cognome tipico della fascia centrale che comprende Marche, Umbria, Lazio
ed Abruzzo, con ceppi anche nella Toscana tirrenica, deriva dall'aferesi
del vezzeggiativo del nome Riccardo.
integrazioni fornite da Andrea
Ferreri
Ha probabilmente alla base il nome Riccardo. Il cognome è diffuso
nel Lazio a Roma e provincia (Albano Laziale e Tolfa), nel frusinate (Ceprano
e Arce) e nel rietino (Borgorose), nelle Marche a Macerata e provincia
(Civitanova Marche, San Ginesio, San Severino Marche e Loro Piceno), in
Toscana nel livornese (Piombino, Cecina e Campiglia Marittima) e nel lucchese
(Querceta di Seravezza e Forte dei Marmi), in Puglia a Foggia e provincia
(Cerignola) e nel barese (Gravina in Puglia), in Abruzzo a L'Aquila e provincia
(Tornimparte e Pratola Peligna) e in Umbria a Terni e provincia (Sangemini)
e nel perugino (Foligno). Il poeta, scrittore e letterato Giosuè
Carducci nasce a Valdicastello di Pietrasanta (Lucca) il 27 luglio 1835
e trascorre la sua infanzia a Bolgheri di Castagneto (LI).
Scriverà in una famosa lettera:"Quel tratto
della Maremma che va da Cecina (LI) a San Vincenzo (LI) è il cerchio
della mia fanciullezza e della mia prima adolescenza". La
produzione poetica è molto vasta: con le "Rime Nuove" raggiunge
la fama nazionale. Tra le composizioni in prosa si ricordano "Confessioni
e battaglie" e "Per la morte di Giuseppe Garibaldi". Nel 1859 sposa Elvira
Menicucci, dalla quale avrà tre figlie ed un figlio (Dante, che
morirà a tre anni e al quale dedicherà i drammatici versi
di "Pianto Antico"). Nel 1906 viene insignito del premio Nobel per la letteratura.
Muore nella sua casa di Bologna nel 1907. Giosuè Carducci era figlio
di Michele Carducci, medico, e di Ildeganda Celli. La famiglia paterna
era originaria di Querceta di Seravezza (Lucca). I nonni paterni si chiamavano
Francesco Giuseppe Carducci e Lucia Galleni.
CAREDDA
CAREDDU
Caredda è tipico del sud della Sardegna, mentre Careddu è
molto diffuso in tutta l'isola, anche se con grande prevalenza nella parte
centro settentrionale.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caredda e Careddu sono cognomi sardi che sono rispettivamente il diminutivo
femminile e maschile dei cognomi Cara
o Caru = cara
e caro. M. Pittau, Dizionario dei Cognomi
di Sardegna, 1, p. 176.
CAREGNATO
Caregnato è decisamente veneto, del vicentino, padovano e veneziano,
di Enego, Bassano del Grappa e Vicenza nel vicentino, di Curtarolo e Padova
nel padovano e di Noale nel veneziano, dovrebbe trattarsi di una forma
etnica dove il suffisso -ato indica
provenienza, riferendosi alla località
trentina di Caregna.
CARELLA
CARELLI
CARELLO
Carella, estremamente diffuso in Puglia, ma con ceppi anche nel palermitano,
a Napoli ed a Roma, Carelli è un cognome del sud sembra ci siano
due ceppi uno in provincia di Cosenza e l'altro in provincia di Bari, Carello.
abbastanza raro, ha un ceppo nel catanzarese ed uno nel torinese, dovrebbero
aver avuto origine dal nome medioevale Carella,
Carellus (carino). Tra i personaggi
di rilievo citiamo il pittore Domenico Carella (1721-1813).
CAREMOLI
Cognome tipico milanese, può
essere stato originato da un soprannome derivato da una località
di provenienza, quale Carema (TO) o più probabilmente casa dei remoli
(remolass = radici mangerecce)-
CARENA
Carena ha un ceppo lombardo ed uno piemontese, il ceppo lombardo dovrebbe
derivare dal toponimo Carena nella Regione Valle Morobbia in Svizzera.
sul fronte svizzero del Lario, nobile casato estintosi con il conte Carlo
Francesco Carena la cui famiglia esercitava dal 1711 la Signoria su due
paesi dell'Alta Brianza, Annone e Merone, nei pressi di Lecco, il cognome
comunque non si estinse in quell'occasione perchè l'imperatore Carlo
VI di Asburgo consentì all'unica figlia del conte Rosa Carena sposata
con un Aliprandi di trasferire al primo erede maschio sia il cognome che
il titolo ed il feudo.
CARENINI
Carenini è specifico del lecchese, di Calolziocorte, Torre de' Busi,
Carenno e Monte Marenzo, con presenze significative anche a Milano e in
provincia di Bergamo a Caprino Bergamasco, Cisano Bergamasco e Ponteranica,
si dovrebbe trattare di una forma etnica del paese di Carenno nel lecchese,
indicando probabilmente che la famiglia era originaria proprio di quel
paese.
CARENZI
CARENZIO
CARENZO
Carenzi, il più diffuso, è un cognome lombardo originario
della zona compresa fra le provincie di Lodi, Cremona e Milano, molto diffuso
a Milano e San Colombano al Lambro nel milanese, Carenzio, sempre lombardo,
è caratteristico di Milano e Pavia, Carenzo ha un ceppo nel vercellese
a Vercelli e Stroppiana ed a Gavi nell'alessandrino, con un ceppo anche
a Genova, potrebbero derivare dal nome Carentius,
nome di origine gallica, portato ad esempio dal Re dei Bretoni nel 590,
ma potrebbero anche essere stati originati da un soprannome derivato da
una località di provenienza, casa dei Lorenzi.
CARERA
Carera è decisamente lombardo, in particolare di Ghedi e Brescia
nel bresciano, di Milano, Bergamo e Crema nel cremonese, potrebbe derivare
da nomi di località, come quella citata in un Breve
investiture dell'agosto del 1134 a Nuvolento nel bresciano:
"...Secunda pecia aratorea est a Campilgardo: a mane
Albertus, a meridie Inverardo, a sero Iohannes, a muntis Vitalis. Tercia
pecia ibi prope: a mane Vitalis, a meridie Martino, a sero Iohannes, a
muntis Inverardo. Quarta pecia est in Carera:
a mane via, a meridie Vitalis, a sero Vuido, a muntis Atto, sibique allie
sunt coerentes; et acceperunt pro investituram solidos decem et octo...",
ma, in alcuni casi potrebbe anche derivare da un soprannome dialettale
originato dal mestiere di magister carrarius
(carrettiere) svolto probabilmente
dal capostipite, ipotesi che trova conforto in una registrazione notarile
del 1435: ".. item similiter apparet quod pro quadam
alia petia terre posita ad Rochetam, que ad presens detinetur per heredes
condam Johannis de la Bellonia et pro quadam alia petia terre que destinebatur
per magister Simeonem Bojonum et a presens destinetur per Franciscum
dictum Carera. Et similiter pro quadam alia
petia terre que est ibi prope terram suprascripti magistri Simeonis soluta
fuerunt quartesia presbiteris Seravallis multis denique considerationibus
habitis quas brevitatis causa ommissimus...". Troviamo tracce
di questa cognominizzazione a Cassago Brianza nel lecchese in un atto del
1571, dove, tra le parti acquirenti di un bene immobile, figura anche un
certo Angelo Carera.
CARERE
CARERI
Cognomi che sembrerebbero originari di Reggio Calabria e dovrebbero derivare
dal toponimo Careri (RC).
integrazioni fornite da Andrea
(Milano)
potrebbe in parte avere alla base il toponimo reggino Careri, è
diffuso in Calabria 38%, Valle d'Aosta 20%, Lazio 14%, Piemonte 11%, etc.
Il cognome reggino Carere risulta essere presente nell'Italia nord-occidentale
con il 37% delle occorrenze.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
CARERE, CARERI è cognome calabrese che origina dal calabrese
hareri, siciliano careri
= tessitore, entrambi dall'arabo harrar
= tessitore di seta. Cfr. G. Rohlfs,
Dizionario dei cognomi in Calabria, p. 66.
CARESANI
Caresani è un cognome tipico di Favè e Bleggio inferiore
nel trentino, dovrebbe derivare dall'etnico di Cares, frazione di Bleggio
Inferiore, probabile luogo d'origine della famiglia.
CARESTA
Decisamente raro, dovrebbe essere
originario della zona tra Abruzzo e Lazio, potrebbe derivare da un nome
di località come Colle Caresto (PU), o anche da un soprannome legato
al termine dialettale caresta (carestia).
CARESTIATO
Carestiato è tipicamente veneto, di Venezia e di Treviso, dovrebbe
trattarsi di una forma patronimica tipicamente veneta, dove il suffisso
di appartenenza -ato sta per il
figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre si fosse
chiamato Carisius (vedi
CARISI)
Caretta, abbastanza raro, sembra avere più ceppi, nel Lazio e nell'aquilano,
nel vicentino e nel tarentino, Caretti oltre al nucleo a Verbania e dintorni,
dovrebbe avere un ceppo nel modenese, uno nel beneventano ed uno a Roma,
Caretto, molto raro, è tipico del Salento, Carretta è molto
diffuso nel parmense ed in Veneto, con un ceppo anche nel mantovano, ha
un ceppo nel napoletano, nel potentino, nel foggiano e nel barese, Carretti
è tipicamente emiliano, soprattutto dell'area reggiano, modenese,
con ceppi anche nel bolognese e fiorentino, Carretto èp specifico
del savonese e del Piemonte occidentale, dovrebbero derivare da ipocoristici
del cognomen latino Carus, del quale
abbiamo un esempio con il famoso poeta latino Titus Lucretius Carus (99
a.C. - 55 a.C.), ma in alcuni casi potrebbero anche derivare da soprannomi
attribuiti ai capostipiti perchè di mestiere facevano i trasportatori
a mezzo di carri.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caretti muove dal personale medievale Carittus,
dal latino carus «caro,
gradito», presente anche in carte modenesi dal 1176. Fonte:
F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CAREZZANO
Carezzano è tipico di Cassano Spinola e Novi Ligure nell'alessandrino,
dovrebbe derivare dal nome del paese alessandrino di Carezzano a circa
quattro chilometri da Cassano Spinola, paese il cui toponimo dovrebbe derivare
dal termine ligure antichissimo car san,
con il significato di sito posto in alto.
CARFAGNA
CARFAGNI
CARFAGNINI
CARFAGNINO
CARFAGNO
Carfagna sembra avere un nucleo importante nel Lazio, e ceppi nel Piceno,
in Abruzzo, nel Molise, nel napoletano e nel foggiano, Carfagni è
assolutamente rarissimo, Carfagnini è caratteristico dell'area molisano
abruzzese, di Scanno e Sulmona nell'aquilano e di Montorio nei Frentani
nel campobassano, con un ceppo anche a Roma, Carfagnino, quasi unico, parrebbe
laziale, Carfagno sembra essere tipico di Montella nell'avellinese, potrebbero
derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome latino Carfanius,
di cui abbiamo un esempio in una lapide dell'anno 345: "Veneri
Aug(ustae) sacr(um)
/ T(itus)
Carfanius T(iti
filius) Pol(lia
tribu) Barbarus
/ Ti(berius)
Claudius Spuri (filius)
Papir(ia tribu)
Timonianus / promagistri
soc(iorum) IIII
p(ublicorum)
Afric(ae) dedic(averunt)
/ Venustus vilicus aediculam ab solo de suo
ref(ecit)", o anche da nomi di località
come Carfagna nel Molise, ma è pure possibile che derivino in alcuni
casi da soprannomi legati al vocabolo dialettale abruzzese carfagna
indicante una tipica lana nera delle montagne tra Puglia ed Abruzzo.
Troviamo tracce di questa cognominizzazione nella seconda metà del
1200 con Petrus Carfagnus o de Carfagno feudatario angioino in Irpinia,
e con i Carfagna feudatari di Poggio Sannita (IS) nel XVI° secolo e
nel 1515 con un Salvitto Carfagna che acquista da Bartolomeo Carafa il
Castello de' Pizzi di Palena (CH).
CARFI
CARFÌ
Carfi è assolutamente rarissimo, potrebbe essere di origine calabrese
e derivare dal toponimo Carfidi, che ha dato origine all'attuale Carfizzi
(KR), Carfì è invece specifico del ragusano.-
integrazioni fornite da cav. prof.
G.ppe Carfì di Serra Rovetto Boscopiano
Carfì è cognome normanno dall'inglese carf = scultore in legno, vedi Geoffrey
Chaucer, nato tra il 1340 e il 1345, il Dante Alighieri inglese, I Racconti
di Canterbury, gruppo A, verso 100; in inglese moderno carv. Altri
studiosi farebbero derivare il cognome Carfì dal greco chiodo (Kάρφιόν)
= Carfì, per assonanza delle due parole in Magna Grecia; più
che altro per il fatto che ivi viveva un ramo dei Carfì (don Guillelmus).
Tale stirpe proveniente prima del 1145 (atti di vendita di terreni a Scordia
di Catania, citati dal Garufi in Documenti Inediti dell'Epoca Normanna,
Palermo 1899) dalla Normandia, stanziatasi nella Contea di Modica (al 90%
l'attuale provincia di Ragusa) a Chiaramonte Gulfi, ove fiorì con
un Magnifico Nicolò, che con la sua famiglia fu tra i primi abitanti
di questa cittadina, si estinse in questa località nel sec. XV.
I fasti di questa illustre Famiglia, i cui componenti ebbero sempre il
trattamento di Magnifico erano ricordati in una lapide sepolcrale (attualmente
esistente sotto all'attuale pavimento di marmo che ha ricoperto tutto all'inizio
del 1800) eretta nella Chiesa Madre nel 1572, come ricorda nel libro Famiglie
Storiche Chiaramontane del 1903 il Barone Corrado Melfi di S. Maria. Il
ramo chiaramontano ebbe nel sec.XVIII un Pietro, un Simone ed il fratello
sac. Simone. Due rami di questa prosapia erano già passati
a Ragusa e a Vittoria, ed un altro ramo a Santa Severina (Crotone) nel
1326, ove risiedeva Don Guillelmus Carfì (Vendola, Rationes Decimarum
Italiae, sec. XIII e XIV, anno 1939), dal cui nome nacquero in zona le
città di Carfizzi, Carfici, Carfidi. Anche a Ragusa ebbero
il trattamento di Magnifico già prima del 1540. Alfonsina figlia
del Magnifico Pietro, sempre nel 1540, contrasse nozze con Antonino Ventura,
nobile modicano. Un Giovanni appare con il titolo di Magnifico dal 1572 al 1600. Un Nicolò fu Mastro Notaro nel 1644.
Una Giovannula sposò il Barone Serravalli ed una Margherita il Giureconsulto
Mariano de Mulé. Qui, dal matrimonio del Magnifico Gaetano Carfì
con Carmela Lami, nacque il 2.6.1772 Concetta Marcellina, sposatasi con
il nobile ragusano Angelo Geronimo Rosario Cappello (Archivio Chiesa di
S. Giorgio a Ragusa Ibla). Anche a Vittoria, ebbero il trattamento di Don
(Don Emanuele, Donna Maria (atti di nascita del figlio Giuseppe nel 1865), ecc.) ed è citata
più volte nel libro Memorie Storiche di Vittoria del 1877 del barone
Paternò Castello di Pozzobollente. Nei primi anni del 1600
su territori del Comune di Chiaramonte Gulfi e di Comiso, fu fondata la città di Vittoria. I Carfì abitavano
già, prima di tale fondazione, nel territorio Serra Rovetto e nel
Feudo Boscopiano (zone di Vittoria), come attestano antiche mappe, ed anche
le attuali (2004) carte topografiche dell'I.G.M., Istituto Geografico Militare),
carte ufficiali d'Italia, territorio a quel tempo di Chiaramonte Gulfi).
Erano Guglielmo Carfì, che nel febbraio 1586 ricevette "salmas duas
terrae in Feudo Nemoris (Bosco) Plani in contrata de Sabugi, confinantes
cum via per lo Comiso", e Filippo Carfì che ricevette altre "salmas
duas terrae in Feudo Nemoris Plani, in contrata Pirayno, confinantes cum via per lo Biscari (Acate),
(in: Francesco Ereddia, Vittoria Storia e Tradizione, vol.II, La Contea
di Modica, I Feudi Cammarana, Boscopiano e Dirillo, sec.XV e XVI, edizioni
del Comune di Vittoria, e Archivio di Stato di Modica) I Carfì contribuirono
validamente alla Fondazione della Città di Vittoria (Colonna, figlia
di Marcantonio) - da non confondersi con la poetessa -, moglie del
Conte Henriquez Cabrera, vicerè di Spagna in Sicilia, nella Contea
di Modica, fondatrice della città il 24 aprile 1607 nel territorio
di Boscopiano, con Giuseppe nel 1614 (concessione n. 37), Martino il 19.10.1616
(conc. n. 172), Vito nel 1617 (conc. n. 189, Archivio di Stato di Modica).
Qui un fratello di Don Emanuele, Giambattista, entrambi figli di Marcello,
si sposò nel 1763 con Felicia Manciapani. Il ramo di Don Emanuele,
diede luogo ad altri rami: Carfì Pavia, Carfì Scalone (ramo
estinto), Carfì Ingallina poi diventato Carfì Linares, tutti
con doppi cognomi anagrafici. Il primo Giurato di Vittoria fu appunto
Giuseppe Carfì (Barone Paternò Castello, Memorie Storiche di Vittoria, dal 1609 al 1799, edizione
1877), discendente dall'altro Giuseppe (1614), e che sempre il Paternò,
a pag.30 cita che un documento del 1763 "contiene le firme dei Primari
del luogo , tra cui Giuseppe Carfì di certo discendente dal seniore
Giuseppe, primo Giurato di Vittoria", che figura come uno dei primi firmatari
dell'accordo territoriale del 1614 (assegnazione gratuita di quasi 4 ettari
di terreno, case ed esenzione delle tasse per 15 anni). Lo stemma
Carfì é citato dal Pluchinotta a pag. 25 del Blasonario della
Contea di Modica pubblicato a Siracusa nel 1934, e sempre dallo stesso
autore é l'articolo pubblicato nel 1932, anno XXX della Rivista
del Collegio Araldico, ove cita ancora lo stemma. Attualmente la
famiglia, che ha depositato entrambe le Armi (stemmi), vistate dal Ministero
dell'Industria con copyright ed anche dal Ministero di Grazia e Giustizia
Spagnolo, e la cui riproduzione non autorizzata raffigura reato, con richiesta
di danni civili) é rappresentata dal barone cav. prof. Giuseppe
Carfì di Serra Rovetto Boscopiano (tale anagraficamente).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Carfì è cognome siciliano che deriva dal greco 'karfì'
= chiodo. Rohlfs 63.
CARFORA
Specifico della zona che comprende il casertano ed il napoletano, tracce
di questo casato si trovano a Napoli fin dal 1300, nel dicembre 1558 viene
annoverata fra le famiglie nobili del Regno.
CARGNEL
CARGNELLI
CARGNELLO
Cargnel è molto raro e sembra abbia due nuclei, nel goriziano e
nel bellunese, Cargnelli è friulano, Cargnello è tipico dell'udinese,
deriva dall'etnico carnellus (abitante della Carnia), in un documento scritto
a Cividale (UD) verso la fine del XII secolo si parla di un certo Johannes Carnellus.
CARGNELUTI
CARGNELUTTI
Molto raro Cargneluti, un pò meno Cargnelutti, sono specifici dell'udinese
dell'area di Gemona in particolare, derivano dall'etnico dialettale Cjargnél
(abitante della Carnia).
CARIA
Specifico sardo che potrebbe derivare dal nome del monte Caria, presso
Teulada (CA), con un ceppo anche nel catanzarese che dovrebbe derivare
dal toponimo Caria (CZ), dovrebbe derivare da Karya, nome di una regione
dell'Anatolia, ma è pure possibile che derivino dal cognomen latino
Carus (vedi Caro). Un principio di questa
cognominizzazione si trova nel 1700 con l'erudito Pasquale De Caria di Squillace.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARIA: carìa o meglio carîa
(nasale), sta per carina > canina.
Sa carîa è l'orata,
dal genovese canina, dal latino canina.
Non conosciamo il motivo per cui è stato dato il cognome, qualsiasi
ipotesi, priva di certezza, potrebbe rivelarsi banale! È presente
comunque nei documenti della Sardegna Medioevale. Tra i firmatari della
Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano: Caria Francisco, ville Ecclesiarum.
** Villa Ecclesiarum.odierno Iglesias. Et ego De Nelli Pelipaparius Ludovicus,
civis et habitator terre et Ville Ecclesiarum.sindicus, procurator universitatis
Ville Ecclesiarum.seu a Formenyino Joanne, capitano, camerlengo Ville Ecclesiarum
di Sigerro. Omnibus habitatoribus dicte terre Ville Ecclesiarum, congregatis
in Curia Magna.in posse Virde Andree, quondam Virde Joannis de Civitate
Sasseri.nona die januarii 1388.; Caria Guantinus - de Aristanni.
*** Aristanni: elenco dei nomi dei firmatari della PETIZIONE. Omnes cives
mercatores et habitatores dicte civitatis.nisi pastores bestiaminum et
quorum dificulter demorari non poterant.congregati. Porta la data : die
XIIII mensis Januarii M°. CCC°. LXXXVIII° et etc. ; Caria Joanne,
ville Ecclesiarum; Caria Lazarino, jurato ville Ersorra. * Ersorra. Erjorra
o ersorra Riola Sardo. Campitani Majoris; Caria Pellegrino, ville Ecclesiarum;
Caria Petro, ville de Sardara. ** SARDARA MONTIS REGALIS...11 GENNAIO 1388,
et ego...Gadulesu Margiano habitator ville Sardara, sindicus actor et procurator
universitatis Contrate Montis Regalis et villarum et etc. In posse Virde
Andrea, Virde Joanne, de Civitate Sasseri, notarii publici, die XI Januarii
1388. Il cognome Caria è presente in 348 Comuni italiani, di cui
126 in Sardegna: Alghero 263, Cagliari 244, Villanovaforru 27, Villasor
9, etc. Ricordiamo comunque che nella uscita Carîa = Carina, è
esclusivamente sardo.
CARIANI
CARIANO
Cariani è specifico dell'area emiliana che comprende il modenese,
il bolognese ed il ferrarese, con un ceppo anche nel romano e nel latinense,
Cariano, estremamente raro, sembrerebbe avere qualche presenza nel grossetano
ed un piccolissimo ceppo a Santa Severina nel crotonese, potrebbe trattarsi
di forme etniche riferite alla Karya
una regione anatolica dalla quale vi fu una massiccia evasione di profughi
che scappavano nel XIV° secolo dai turchi invasori.
CARIATI
Cariati è specifico del cosentino, di Torano Castello in particolare,
ma ben presente anche a Rossano, Cosenza e Longobucco, dovrebbe derivare
dal toponimo Cariati nel cosentino, ma si potrebbe anche trattare di forme
etniche relative ai paesi di Caria nel catanzarese, nel valentiano e nel
messinese.
CARIBONI
Cariboni è tipicamente lombardo, del lecchese, di Bellano, Dervio
e Lecco, con presenze anche nel bergamasco a Treviglio, e Ponte Nossa,
dovrebbe derivare dal nome medioevale Caribonus, di cui abbiamo un esempio
d'uso a Schignano nel comasco in un atto del 1300: "..
Albertino di fu Arico de Ultramontibus, Caribonus
Cervellonus di fu Gerardo Cuellono di Schignano,
Bertramolo di Lafranco de Cullino , omnes consiliarii di detto comune et
vocalles. ..", tracce di questa cognominizzazione le troviamo
a Dervio nel lecchese in una registrazione cinquecentesca della locale
preppositura dellj S.ti Apostolj Pietro et Paulo:
"... Una pezza di terra campiva prativa et vidata
con una pianta de maroni et una de castagne de pertiche una et più
dove se dice a Sedeyo alla qual coherentia da mattina l'herede de Andrea
Caribone da mezo dì in parte Baldessare
Cattani et in parte ms Boldo Polidor Boldoni da Bellano da nullora il medemo
S.r Polidor da nullora li heredi de Gregorio Aganuzzi ...".
CARICAMAZZA
SCARICAMAZZA
Caricamazza è praticamente unico, Scaricamazza, molto molto raro,
ha presenze nel teramano e nel romano, dovrebbe derivare da un soprannome
medioevale basato sul termine medioevale germanico maza
(tavolo da pranzo) ad indicare probabilmente
nei capostipiti dei camerieri o dei valletti.
CARICATI
CARICATO
Caricati ha un ceppo ad Andria nel barese ed uno in Basilicata, a Latronico,
Potenza, Castelsaraceno e Marsico Vetere nel potentino ed a Policoro nel
materano, Caricato è tipicamente pugliese di Lecce, Campi Salentina,
Lequile, Monteroni di Lecce, Carmiano, Cavallino, Novoli e San Pietro in
Lama nel leccese, di Gioia del Colle e Bari nel barese e di Foggia, con
presenze anche in Calabria a Rossano e Fagnano Castello nel cosentino ed
a Villa San Giovanni nel reggino, dovrebbero derivare da un soprannome
originato dal fatto di svolgere un mestiere di scaricatore, o dal fatto
di essere ricchi di impegni, anche forse nel senso che i capostipiti fossero oppressi dai
debiti.
CARIDDI
CARIDI
Caridi è molto diffuso nel reggino e nel messinese, Cariddi, molto
più raro, ha un piccolo ceppo nel reggino ed un nucleo nel Salento,
potrebbero derivare da Cariddi, il nome del gorgo impersonificato da un
mostro marino che divide l'Italia dalla Sicilia nello stretto di Messina,
o dalla località di Caridi sull'Aspromonte in Calabria, ma è
pure possibile una derivazione da soprannomi connessi con il vocabolo dialettale
cariddi (cari).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Caridi è cognome calabrese e siciliano derivato dal greco 'karýdi'
= noce. CARIDDI viene invece dalla
voce latina Charybdis < greco Χάρυβδις.
CARIDEI
CARIDEO
CARISDEO
Caridei è tipico di Napoli, Carideo ha un piccolo ceppo a Pennapiedimonte
e Guardiagrele nel teatino, qualche presenza nel Gargano ed un piccolo
ceppo a Pietradefusi nell'avellinese ed a San Nicola Manfredi nel beneventano,
Carisdeo è estremamente raro, sembrerebbe originario del Gargano,
di Rodi, Ischitella e Carpino, dovrebbe derivare da nomi gratulatori medioevali
con il significato di Caro a Dio, nelle
Grazie di Dio, ma non si può escludere una derivazione
da nomi di località, come quella citata in quest'atto del 1042 a
Melfi in Basilicata: ".. Eidem (iusticiario Basilicate).
Cum in massaria nostra Caride
existente prope Lacupensilem preter furnum, qui est in ea, furnum alium
de novo provideamus faciendum, ut, nobis apud Lacupensilem feliciter existentibus,
panis in eo ad opus nostri hospicii dequoquatur, ...precimus, quatinus...furnum
unum in domibus ipsius massarie fieri facias in ea altitudine magnitudine
et capacitate, quod per furnum ipsum die quolibet dequoqui possint inter
duas vices in pane facto frumenti salme 6, videlicet qualibet vice salme
3..", troviamo tracce di queste cognominizzazioni fin dagli inizi
del 1700 in una relazione del Razional Carideo, Commessario del Regio Cedolario,
che, nel 1729 scrive che: ".. avendo data fuora la Relazione
ordinatagli, si fè carico delle pretensioni dell'una parte e l'altra,
e di una copia di Diploma del Re Ferdinando colla data di Sarno del dì
1 Aprile 1472 presentata negli atti, e riferì: "Che tal Molino affatto
non costava la qualità feudale; accagionchè i quindemj pagati
alla Regia Corte dall'anno 1500 per tutto l'anno 1710 pagati si erano per
la sola giurisdizion criminale; né per lo Molino vi era alcuna Concessione
Reale, né si era pagato mai alcun quindemio. Circostanze tutte,
senza le quali non poteasi riputar feudale ..".
CARIELLO
CARILLO
Cariello è tipico dell'area campana, soprattutto del salernitano
di San Giovanni a Piro, Roccagloriosa, Buccino e Salerno e di Napoli, con
un grosso ceppo che sembrerebbe primario nel barese a Bitonto, Barletta,
Altamura e Bari, Carillo è specificatamente campano, del napoletano,
di San Giuseppe Vesuviano, Terzigno, Ottaviano, Napoli, Torre del Greco,
Torre Annunziata, Poggiomarino, Boscoreale, Castellammare di Stabia, Nola
e Sant'Antonio Abate, e di Sarno, Salerno e Scafati nel salernitano, si
dovrebbe trattare di modificazioni dialettali del nome ed ipocoristico
medioevale Carellus (vedi
CARELLA), ma è pure possibile che derivi dal termine dialettale
carriello (carretto)
identificando il mestiere di carradore svolto dal capostipite, un riferimento
che ci fa rutenere concreta questa ipotesi lo troviamo in un inventario
di beni post mortem del 1609 a Solofra (AV) : "..Item,
da Prospero de Angelo de lo Cariello
Guarino ducati
3 per obbliganza...".
CARIFE
Carife, praticamente unico è campano, dovrebbe derivare dal nome
del paese di Carife nell'avellinese, che dovrebbe derivare dal latino Callifae
per rotacismo, a sua volta derivato dal greco calè yfe (bella posizione).
CARIFI
Carifi è tipico di Visciano nel napoletano, dovrebbe derivare dal
nome del paese di Carifi, una frazione di Mercato San Severino nel salernitano.
CARIGLIA
CARIGLIO
Cariglia è specifico del Gargano, di Vieste in Particolare, Cariglio,
praticamente unico, dovrebbe essere una forma alterata del precedente,
che dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale cariglia
(cerro), un tipo di quercia di cui
è molto ricca la Foresta Umbra nel Parco Nazionale del Gargano.
CARIGLIANO
Carigliano, assolutamente rarissimo, è specifico del messinese,
dovrebbe stare ad indicare la provenienza del capostipite dal paese di
Cariglio nel cosentino.
CARIGNANO
Carignano è tipico del Piemonte occidentale, di Torino, Rivalta
di Torino, Pinerolo e Cavour nel torinese e di Saluzzo e Cuneo nel cuneese
e di Livorno Ferraris nel vercellese, dovrebbe derivare dal nome del paese
di Carignano nel torinese, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CARIMI
Carimi, ormai quasi scomparso in Italia, dovrebbe essere originario della
Sicilia, in particolare del messinese e del palermitano, potrebbe derivare
da un'alterazione dialettale del nome del paese siciliano di Carini nel
palermitano, o anche da un nome o soprannome grecanico per grazioso.
CARINA
CARINI
CARINO
Carina sembrerebbe avere due ceppi uno in provincia di Messina ed uno in
provincia di Brescia e di Cremona, presente in tutt'Italia a macchia di
leopardo Carini, campano calabrese Carino. Tutti questi cognomi dovrebbero
aver avuto origine dal cognomen latino Carinus, il ceppo siciliano dei
Carini, presenti soprattutto nel palermitano, può derivare dal
toponimo Carini nel palermitano.
CARINELLI
Molto raro è tipico del sudmilanese e del lodigiano, deriva da un
vesseggiativo del cognomen latino Carinus portato ad esempio da Marcus
Aurelius Carinus (250-285d.C.) fatto imperatore di Roma nel 283.
integrazioni fornite da Mario Carinelli
Le origini della famiglia Carinelli si perdono a S Angelo Lodigiano,
ai tempi dell'occupazione spagnola del milanese.
CARINGI
Caringi è specifico del Lazio, di Sora, Isola del Liri e Castelliri
nel frusinate, di Roma e Segni nel romano e di Terracina nel latinense,
potrebbe derivare dal nome della zona della valle del Fosso di Caringio
nel latinense, forse il luogo d'origine dei capostipiti.
CARIO
Il cognome Cario ha un ceppo a Napoli ed uno nel catanzarese a Falerna,
Nocera Terinese e Lamezia Terme, dovrebbe derivare dal nome latino Carius,
inteso come comparativo dell'aggettivo carum
(caro, amato), ne vediamo l'uso negli
scritti del poeta latino Catullo: "..Quinti, si tibi
vis oculos debere Catullum aut aliud si quid carius
est oculis, eripere
ei noli, multo quod carius
illi est oculis
seu quid carius
est oculis...",
anche quando parla della sua amata Lesbia: "..Si
quicquam cupido optantique obtigit umquam // insperanti, hoc est gratum
animo proprie. // quare hoc est gratum nobis quoque, carius
auro // quod te restituis, Lesbia, mi cupido.
..", nome probabilmente attribuito ai capostipiti, meno probabile,
ma non impossibile, una derivazione da un soprannome originato dal termine
greco κάρυον karyon (noce),
dobbiamo però considerare che in epoca latina il frutto della noce
veniva considerato come portatore di saggezza, quindi un soprannome del
genere, che si sarebbe dovuto pronunciare come Karuo,
e non Kario, avrebbe potuto essere
l'equivalente de il saggio.
CARIOLA
Cariola ha un ceppo lombardo, uno nello spezzino, uno nel barese ed uno
nel catanese, si dovrebbe trattare di matronimici da forme ipocoristiche
modificate del nome Carola, ma è
pure possibile una derivazione da soprannomi originati dal termine arcaico
cariola (carriola), non è
da escludere anche la possibilità di una derivazione da toponimi. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio a Brescia in
una Carta investiture del marzo 1222:
"...Ego Baldoynus quondam domini Ugonis de Casalialto
sacri Pallatii notarius, coram suprascripto domino Petro Amadeo iudice
et consule iusticie Brixie, una cum suprascripto Bonifacino
Cariola et infrascripto Venturino notaris,
autenticum huius exempli vidi legi et abscultavi ...".
CARION
CARIONE
CARIONI
Carion, molto raro, ha piccolissimi ceppi a Ferrara, Rovigo e nel padovano,
in particolare a Solesino, Carione, altrettanto raro, ha presenze nel napoletano,
salernitano e barese, mentre Carioni, il più diffuso, è tipico
del basso bergamasco e soprattutto del cremonese, di Trescore Cremasco
e Crema, con ceppi anche a Milano, Lodi e Turate nel comasco, dovrebbero
derivare da forme accrescitive, anche dialettali, basate sul nome latino
Carius (vedi
CARIO).
CARIOTA
CARIOTI
CARIOTO
Cariota, estremamente raro, parrebbe siciliano, Carioti ha un ceppo
calabrese a Catanzaro, Sant`Andrea Apostolo dello Ionio (CZ) e Isola di
Capo Rizzuto nel crotonese, con un ceppo importante anche a Roma, Carioto,
molto molto raro, parrebbe di Palermo e del palermitano, si dovrebbe trattare
di vari aspetti di una forma etnica della città di Karya sull'isola
di Lefkada nelle Isole Ionie, ma , in alcuni casi, potrebbe anche riferirsi
alla Karya, nome della regione dell'Anatolia prospiciente l'isola di Rodi
ed indicare famiglie cristiane fuggite ai turchi all'epoca dei conflitti
degli stessi con Venezia e le flotte europee.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Carioti è un cognome calabrese e siciliano, è un etnico
dal toponimo Carìa, presente
in provincia di Catanzaro e di Vibo Valentia.
CARISI
CARISIO
CARRISI
CARRISIO
Carisi è tipico di Chioggia (VE), Carisio, estremamente raro, è
tipico della zona tra Pavese,e Piemonte, Carrisio, unico, è probabilmente
dovuto ad un errore di trascrizione, Carrisi è specifico del Salentodovrebbero
tutti derivare dal nomen latino Carisius
o Carisus, nelle Historiae di Tito
Livio leggiamo: "...tam cum consilio uenientibus,
nisi Brigaecini prodidissent, a quibus praemonitus Carisius
cum exercitum aduenit..." e in un'antichissima lapide romana si
legge: "D(is)
M(anibus) / M(arci)
Carisi Maxi/mini M(arcus)
Caris(ius) Paca/tus
fratri piissimo".
CARITA
CARITI
CARITO
Carita è assolutamente rarissimo, Cariti, molto molto raro, ha presenze
in Calabria nel catanzarese e creotonese, Carito è tipico del catanzarese,
di Catanzaro, Montauro e Soverato, dovrebbe trattarsi di forme etniche
grecaniche riferite al paese di Caria di Drupia nel vibonese, e di Accaria
nel catanzarese, sempre in Calabria, o anche a chi provenisse dalla Caria,
una regione della penisola anatolica, posta di fronte all'isola di Rodi,
regione famosa perchè vi si trovava la città di Alicarnasso,
bisogna ricordare che la penisola anatolica era anticamente chiamata Ionia
perche abitata dallo stesso popolo di razza greca, che diede il nome al
nostro mare Ionio, o al famosissimo capitello ionico usato nella prima epoca dagli antichi greci, l'arrivo degli invasori turchi di razza mongola e degli
arabi, che uccisero e depredarono i popoli greci che abitavano tutta l'Anatolia,
costrinse moltissimi abitanti a fuggire, per sottrarsi alla morte, riparandosi tra l'altro anche in Calabria.
Carla, estremamente raro, sembrerebbe panitaliano, Carli è diffuso
in Toscana, nel Veneto ed in Emilia, diffuso in tutt'Italia, con prevalenza
al centro nord Carlini sembrerebbe avere più nuclei, in provincia
di Ferrara di Rimini, Genova, in Umbria e nel Lazio, la presenza nel cagliaritano
dovrebbe essere di origine ligure, Carlino è presente a macchia
di leopardo in tutt'Italia, Carlone è molto diffuso in Puglia, in
particolare nel barese, ed in Basilicata, nel potentino, ha ceppi in Abruzzo
e Molise ed a Roma, diffuso in tutto il centro Carloni, mentre Carlucci
appare provenire dal sud e precisamente dalla Puglia e Basilicata, Carluccio,
tipico di Campania, Basilicata e Puglia, è soprattutto tipico della
penisola salentina. Tutti questi cognomi derivano, direttamente o tramite
ipocoristici o accrescitivi, dal nome medioevale Carolus,
Carola che è una latinizzazione
del germanico Karl (uomo
libero).
CARLE
Carle sembra originario del cuneese, della zona di Barge, con ramificazioni
anche a Bagnolo Piemonte e Fossano e nel savonese a Cairo Montenotte, potrebbe
derivare per apocope dal nome del paese di Carlevere nel cuneese.
CARLENTINI
Specifico di Carlentini (SR) prende il nome da quel toponimo, ed è
quindi successivo alla seconda metà del 1500, la presenza di questo
cognome in altre località d'Italia è dovuta al fenomeno della
migrazione.
CARLEO
Carleo è tipico del salernitano e delle vicine province di Napoli
e Potenza, dovrebbe derivare dal nome composto Caroleo,
Caroleonis, una fusione dei nomi Carolus
(Carlo) e Leo
(Leone), è pure possibile una
derivazione dal nome greco Karalea.
CARLESI
Carlesi è molto presente in Toscana, soprattutto nel fiorentino,
nel pratese, nel pistoiese e nel livornese, si dovrebbe trattare di una
forma patronimica in -esi , il cognome
dovrebbe quindi riferirsi ai figli di un tale Carlo, troviamo tracce di
questa cognominizzazione nel 1600 a Castelbellino nell'anconetano, dove una
tale Carlo Carlesi è notaio dal 1618 al 1625.
CARLESSI
CARLESSO
Carlessi è molto raro ed è tipico bergamasco, Carlesso un
pò meno raro è decisamente specifico della zona tra vicentino
e trevigiano, si dovrebbe trattare di forme patronimiche in -ssi
e -sso che derivano da una modificazione dialettale del nome Carlo,
i cognomi si dovrebbero perciò riferire ai figli di un tale Carlo,
troviamo tracce di questa cognominizzazione nel 1600 in un atto che cita
una famiglia Carlesso a Roman d'Asolo (TV).
CARLETTA
CARLETTI
CARLETTO
Carletta ha piccoli ceppi nel maceratese, nel teramano, nel leccese ed
un ceppo più consistente in Sicilia a San Cataldo nel nisseno, Carletti
è diffusissimo in tutto il centronord, Carletto sembra avere due
nuclei, tra cuneese e torinese ed uno nel veronese e zone limitrofe, derivano
da una forma ipocoristica del nome Carlo
o Carla.
CARLIN
Tipico veneto, potrebbe essere originario del Trentino, deriva dal
nome medioevale Carolus, di questa forma si ha traccia ad esempio nel 1400
come si può leggere in questo testo conservato nell'Archivio militare
Estense riguardante una battaglia avvenuta nel rovigoto: "...Et
li custodi, volendo defendersi da una parte, sopravene Thomaso da Imola
et Carlin, Capetanij
di fanterie, homeni molto valorosi et animosi...". Tracce di questa
cognominizzazione si hanno nel 1700 a Teglio Veneto (VE) con il Gastaldo
ed esattore Agnolo Carlin.
CARLOMAGNO
Carlomagno ha un ceppo a Roma, un nucleo principale nel potentino, a Lauria
soprattutto, con diramazioni nel cosentino a Cerchiara di Calabria
e con un ceppo anche nell'iserniese ad Agnone ed Isernia, può derivare
sia dal nome medioevale Carlomagno
entrato nell'uso soprattutto in meridione a memoria dell'imperatore, sia,
anche se molto meno probabile, da un soprannome originato dal nome Carlo
con l'attributo di Magno dato per la prestanza fisica o con fini scherzosi.
CARMAGNANI
Carmagnani è decisamente del veronese, dovrebbe derivare da modificazioni
dialettali del nome latino Carminianus,
ma è pure possibile una derivazione da toponimi come Carmignano
o Carmignano sul Brenta, entrambi del padovano.
CARMELA
CARMELI
CARMELO
Carmela è quasi scomparso, Carmeli, molto raro, dovrebbe essere
della zona appenninica ligure emiliana con un ceppo anche nel bresciano,
Carmelo, assolutamente rarissimo, è tipico napoletano, dovrebbero
tutti derivare dal nome Carmelo, ma
anche dalla vicinanza dell'abitazione del capostipite con un carmelo
o convento, o anche da località
contenenti la radice Carmelo, come Monte Carmelo o simili.
CARMENATI
Carmenati è specifico di Fabriano nell'anconetano, dovrebbe stare
ad indicare la provenienza del capostipite da una contrada o una pieve
dedicata alla Madonna del Carmine.
CARMIGNANI
Carmignani, decisamente toscano, del fiorentino in particolare, dovrebbe
derivare dal toponimo Carmignano (PO), ma è anche possibile una
derivazione dal nomen latino Carminianus
di cui abbiamo un esempio in Ulpius Carminianus Claudianus, che militò
sotto Marco Aurelio.
CARMIGNANO
Carmignano è tipico del sud, di Napoli e del tarentino, dovrebbe
derivare o dal nomen latino Carminianus
(vedi CARMIGNANI) o anche dall'essere il capostipite
un liberto o un contadino al servizio di un Carminius.
CARMINATI
Tipico dell'area centro settentrionale della Lombardia, dovrebbe derivare
da un soprannome stante ad indicare quanti lavorassero o fossero comunque
collegati con il santuario o delle terre del Carmine (nome diffusissimo
in Lombardia tra le comunità religiose).
integrazioni fornite da Dott. Flaviano
Carminati
Antichissima famiglia le cui più remote notizie provengono da
un breve di Papa Giovanni XVIII diretto a Pietro Carminati di Valbrembilla
in data 6 Gennaio 1006 col quale, tra gli altri privilegi, si concedeva
a Giacomo suo figlio, Canonico, la successione nel vescovato di Bergamo,
aggiungendo che ognuno della stirpe dei Carminati portasse di diritto il
titolo di Conte e Cavaliere. Il pontefice dichiarando ciò concedergli,
per il "mostrato valore contro nemici della fede in Christo, ad ampliatione
della stessa, & distruttione de gl'idoli, si manifesta della predetta
progenie de Carminati uscito, dicendo nel breve: "Concedimus,
et mandamus per presentes ad hanc propaginem tuam, quia ex ipsa originem
traximus". Ex copia brevis antiquis. In Pergam. Campidoglio de
Guerrieri. Questa famiglia ha avuto per molti secoli una particolare rilevanza
nelle vicende del suo territorio. All'epoca delle fazioni, i Carminati
parteggiando pei Ghibellini, combatterono i Guelfi e sfidarono perfino
l'ira del Duca di Milano e della Repubblica Veneta. Questa impadronitasi
della città di Bergamo e suo territorio, nel 1443 distrusse tutti
i villaggi della valle, e così i Carminati costretti a prender l'esilio,
si rifugiarono in gran parte a Milano, dove dividendosi in tre grandi linee,
formarono tre differenti case, cioè quella detta dei Bergamini Conti
di San Giovanni in Croce, quella vissuta in Vigevano col cognome di Brambilla
decorata da Carlo VI Imperatore del titolo Marchionale; e la terza tutt'ora
fiorente in Milano col nome di Carminati di Brambilla ascritta a quel patriziato
nel secolo XVIII°. Si diffusero inoltre a Genova, Verona e Venezia,
nella qual ultima città vennero ascritti al patriziato nel 1687.
Il cognome deriva probabilmente dal latino "Carminator", per identificare
un nucleo famigliare addetto alla lavorazione della lana, trasformatosi
poi in "de Carminatis" , ma uno studio approfondito dello stemma di questa
famiglia, raffigurante il Carrus-Minians, potrà forse fornire ulteriori
elementi sull'origine di questo antichissimo cognome. (Carrus-Miniatus
era il carro simbolo della città di Milano che, sotto forma di "Carrochium",
nel secolo XII accompagnò i Milanesi nelle loro battaglie di cui
non si conoscono le origini e del quale a tutt'oggi non esistono ancora
disegni o descrizioni precise).
CARMINE
DI CARMINE
Carmine è specifico del Verbano, zona di Cannobbio
e Cannero Riviera (VB), ha un nucleo, probabilmente non secondario, nel
milanese, Di Carmine invece ha un ceppo tra Piceno, teramano e pescarese
ed uno nel romano, dovrebbero derivare da nomi di località caratterizzate
dalla presenza di chiese, cappelle o monasteri dedicati alla Madonna del
Carmine, o da toponimi come Carmine di Cannobbio (VB), Carmine di Ripatransone
(AP), Villa Carmine nel pescarese e molti altri..
integrazioni fornite da Juan Manuel
Carmine
Il cognome trae origine dal nome di battesimo Carmine, che rappresenta
una variante di Carmelo, dal Monte Carmelo in Palestina. Il Monte Carmelo
infatti è un promontorio che si estende dal Golfo di Haifa, sul
Mediterraneo, fino alla pianura di Esdrelon, nella terra di Ges.. Dopo
la data dell'anno 1000, alcuni pellegrini e soldati delle crociate rimasero
sul Monte Carmelo per vivere come era vissuto il
profeta Elia, e costruirono una chiesetta dedicata alla Vergine Maria.
Verso il 1150 finalmente si organizzarono a vita comune e si ebbero dei
monasteri carmelitani che, col ritorno dei crociati, si moltiplicarono
anche in occidente e precisamente in Sicilia ed in Inghilterra. Nacquero
allora numerose chiese intitolate alla Madonna del Carmine (o Carmelo).
Probabilmente il nome si diffuse in maniera capillare attraverso l'Italia
arrivando in Piemonte, dove diventò il nome di un paese (Carmine
di Cannobio) e in seguito anche un cognome.
CARNABUCI
Originario del messinese, deriva
probabilmente da un termine dialettale.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Carnabuci è un cognome di Messina ma anche calabrese e napoletano.
Viene dalla voce dialettale 'carnavuci'
= pisello africano, frutto del Lotus edilis.
Rohlfs 64. Veniva anche chiamato 'carnabusci'
o 'curniceddi di manciari'.
CARNALE
CARNALI
Carnale è laziale, di Supino nel frusinate e del romano, Carnali
ha un ceppo nella zona che comprende il pesarese, l'anconetano, in particolare
a Jesi, Ostra Vetere e Montecarotto, ed il perugino, con un ceppo anche
nel romano e latinense, l'origine di questi cognomi potrebbe essere da
un soprannome tardo medioevale originato dal mestiere dei capostipiti,
forse dei carnifices (macellai).
CARNELLI
Molto raro è specifico del milanese, varesotto e comasco, dovrebbe
derivare dal nome di mestiere carnellus (tessitore), troviamo traccia di
questo cognome a Turate (CO) nel 1500 con un certo Bernardino dei Carnelli.citato
in un processo come parte lesa.
CARNELLO
Molto raro, molto raro, ha un ceppo nel frusinate ed uno nell'udinese,
il primo dovrebbe derivare dal toponimo Carnello (FR) il secondo dall'etnico
carnel o carniel (proveniente dalla Carnia).
CARNELUTTI
Carnelutti, molto molto raro, è tipico dell'udinese, è un
tipico cognome friulano originato dal termine carnel
(proveniente dalla Carnia), con il
suffisso -utti con il significato di
appartenenza, indicando nel capostipite uno originario della Carnia.
CARNESECCA
CARNESECCHI
Entrambi toscani, Carnesecca più raro è specifico della zona
di Pontremoli in Lunigiana, Carnesecchi è tipico della provincia
di Firenze con ceppi anche nel livornese, a Ceprano (FR) ed a Roma.
integrazioni fornite da Pierluigi
Carnesecchi
nome presumibilmente di origine toscana. La comune pancetta in Toscana
è infatti chiamata carnesecca.
In particolare a Firenze era in uso un motto d'augurio: "Dio
t'accresca in pane , vino e carnesecca." Cosi resta la possibilità
che i Carnesecchi prendessero questo nome dall'essere venditori o produttori
di carnesecca o che derivassero il nome dal motto augurale loro applicato
in qualche circostanza. Il cognome Carnesecca e diffuso in tutta
la Toscana e anche nella Lunigiana. Il cognome Carnesecchi mi sembra
doversi limitare alla zona di Firenze e Prato. I Carnesecchi di Firenze
assunsero questo nome a cavallo tra la fine del 1300 e gli inizi del 1400.
Erano un gruppo parentale ristretto, figli di tre cugini i cui nonni si
chiamavano Grazino di Durante e Matteo di Durante. Ecco perchè
il Crollalanza dice: si dissero dei Duranti e dei Frazzini (questo Frazzini
deve intendersi come Grazini). I Carnesecchi fiorentini divennero una delle
potenti famiglie oligarchiche fiorentine e parteciparono alla cariche della
repubblica e del Granducato e mantennero importanza fino agli inizi del
1700. A questa famiglia appartennero Paolo, Lorenzo, Andrea, Pietro.
I Carnesecchi di Prato assunsero questo cognome nel medesimo periodo e
il nome è molto probabilmente legato al mestiere del primo di loro
Pasquino di Giovanni di Pasquino pizzicagnolo. Questa famiglia si estinse
intorno al 1620. Nel frattempo il cognome Carnesecchi era stato usato
da un tale Ulivieri Carnesecchi che figura con tal nome in un documento
del 1563 ( e nel 1584 vi fu un processo intentato dai discendenti di Pasquino
per usurpazione di cognome). Questa presunta usurpazione portò fortuna
ai discendenti di Ulivieri che figurano nei libri della nobiltà
di Prato e di Firenze , infatti Giuseppe di Sebastiano, già nobile
fiorentino, nel 1765 fu ammesso alla nobiltà di Prato.
Carnesella è oggi presente a Milano, a San Bassano nel cremonese
e nel lodigiano, Carnesello, che sembrerebbe oggi scomparso in Italia,
dovrebbe essere campano, probabilmente del beneventano, Carnicella ha un
ceppo milanese ed uno tra potentino e barese, a Lavello nel potentino ed
a Corato, Andria, Terlizzi e Bitonto nel barese, Carnicelli ha un ceppo
toscano, in particolare nel lucchese e massese, uno tra romano ed aquilano
ed uno nel barese, Carnicello sembrerebbe unico, Carniselli, quasi unico,
sembrerebbe milanese, dovrebbero derivare, direttamente o tramite alterazioni
dialettali dal nome medioevale Carnicella
che troviamo usato in Toscana fin dal XII° secolo, in una novella di
Giovanni Sercambi (1348-1424) possiamo leggere: "...e
sopra di tale sagliendo facendo quello che a tale atto richiede; e mentre
che tale cosa per lo ditto Gualfreduccio si facea, <uno suo ragazzino>
chiamato Carnicella con motti disse...", tracce di queste cognominizzazioni
le troviamo a Pisa nel trattato di pace del 1225 tra la città di
Montpellier e quella di Pisa, dove tra glia altri firmatari troviamo un
tale Buonagionta Carnicella, a Roma nel 1300 con un tale Angelus Carnicella
de Urbe citato in un atto di compravendita.
Presenti in tutta Italia, con prevalenza al sud Carnevale ed al centro
nord Carnevali, Carnevalli è quasi sicuramente dovuto ad errori
di trascrizione del precedente, tipicamente calabrese Carnovale originario
della zona di Vibo Valenza, mentre Carnovali è decisamente lombardo,
probabilmente di origine bresciana o varesotta. Questi cognomi hanno in
comune una derivazione da nomi attribuiti perchè il figlio era nato durante il periodo del carnevale, o da soprannomi dati o perchè qualche fatto riconduceva al carnevale o per il fatto di essere i capostipiti dei tipi scherzosi o ridicoli.
integrazione fornite da Giovanni
Vezzelli
II cognome Carnevali è diffuso in tutt'Italia, anche nella forma
Carnevale. Esso muove dal nome carnevale,
passato a nome proprio per indicare il «nato
nel giorno avanti le ceneri», e divenuto anche soprannome
per designare «persona sciocca, fatua; pagliaccio,
buffone» (De Felice). Fin dal sec. XII sono documentati,
in carte modenesi, i nomi propri Carnelvarius,
Carnelevarius e Carnervarius,
più aderenti alla vera etimologia del nome: da carnem
levare «togliere la carne».
Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CARNIATO
Carniato è specifico del trevisano, di Treviso in particolare, ma
anche di Paese, Trevignano, Ponzano Veneto, Mogliano Veneto e Villorba,
dovrebbe trattarsi di una forma dialettale veneta, con suffisso in -ato,
indicante la provenienza del capostipite dalla Carnia (regione friulana dell'udinese).
CARNIEL
CARNIELLI
CARNIELLO
CARNIELO
Carniel è del trevigiano e pordenonese, Carnielli, molto raro è
specifico delle province di Treviso e Veneziam, Carniello, abbastanza raro
sembra specifico della fascia che dal padovano, attraverso il trevisano
arriva al Friuli occidentale, Carnielo, quasi unico è del trevigiano. (vedi CARGNEL ed anche CARNELLI)
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Carnielli è probabilmente un derivato dal nome Carnia,
regione storico-geografica del Friuli. Olivieri 170, nota 171, fa notare
che carniello fu usato nel bellunese
nel significato di 'tessitore'.
CARNIGLIA
Carniglia è specifico dell'area alessandrino, genovese, dovrebbe
derivare dal nome del paese parmense di Carniglia, una frazione di Bedonia
sull'appennino ai confini con la Liguria, probabilmente il luogo d'origine
del capostipite.
CARNINI
CARNINO
Carnini è tipicamente lombardo, ha un ceppo a Grosio nel sondriese
e nel comasco a Gironico e Villa Guardia, Carnino è piemontese del
torinese, di Avigliana, Torino, Villar Focchiardo, Bussoleno, Grugliasco,
Collegno e Rivoli, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale basato
sul termine lombardo arcaico carnin,
il boletus hepaticus, un tipo di fungo
mangereccio.
CARNIOLA
CARNIOLI
Sia Carniola che Carnioli sono quasi unici, dovrebbero derivare dal nome
medioevale Carniolus, Carniola,
indicante probabilmente un'origine carnica dei capostipiti.
CARO
CAROTTI
CAROTTO
Caro, estremamente raro, è presente in modo assolutamente disperso
in tutt'Italia, Carotti ha un ceppo a Cremona, uno nell'anconetano a Jesi,
Ancona, Senigallia e Belvedere Ostrense ed a Cingoli nel maceratese, uno
nel fiorentino a Firenze, Dicomano e Pontassieve e ad Orbetello nel grossetano,
uno a Terni ed un ceppo a Roma ed a Rieti, Carotto è praticamente
unico, dovrebbe essere dovuto ad errori di trascizione del precedente,
dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal cognomen
latino Carus,
ricordiamo il famosissimo scrittore Titus Lucretius
Carus. Personaggio famoso con questo cognome è stato
Annibal Caro (Civitanova Marche, 1507-1566) il celebre traduttore dell'Eneide.
CAROBBI
Carobbi, molto raro, sembra tipico pistoiese, dovrebbe derivare da un soprannome
originato dall' abitare la famiglia in vicinanza di un crocicchio, o carrobbio.
CAROBBIO
CARROBBIO
Carobbio e Carrobbio, il secondo assolutamente rarissimo, comunque raro
anche il primo, sono tipici del bergamasco, dovrebbero derivare dal toponimo
Carobbio degli Angeli (BG). Personaggio famoso è stato il pittore
Giovanni Carobbio (1687-1752), originario di Nembro (BG).
CAROBENE
Carobene sembrerebbe specifico del catanese, soprattutto di Caltagirone,
Grammichele, Castel di Iudica e Catania, ma presenta un ceppo anche nel
napoletano e nei vicini casertano e salernitano, si tratta del nome del
capostipite, di un nome augurale medioevale inteso o a riconoscere nel
figlio un bene assoluto o nell'augurarglielo.
CAROCCI
CARROCCI
Carocci, tipicamente laziale, ha piccoli ceppi in Umbria, nel fiorentino
e nel livornese, Carrocci è specifico di Pontecorvo nel frusinate,
possono derivare da forme ipocoristiche del cognomen latino Carus
(vedi CARO), ma non si può escludere
una connessione invece con una possibile attività di carrettiere
svolta dal capostipite.
CAROFIGLIO
Tipico cognome pugliese Carofiglio è specifico di Bari.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questo cognome va ricercata nel nome medievale Carofiglio,
che, assieme a nomi quali Carassai, Carotenuto, etc, assume un valore chiaramente
affettivo (vedi Bonfigli). In conclusione, dunque, si tratta della cognominizzazione
dei nomi personali dei capostipiti.
CAROGLIO
Caroglio, assolutamente rarissimo, sembrerebbe piemontese, del Monferrato,
dovrebbe derivare da un nome di località chiamata Caroglio, il termine
caroglio anticamente indicava una salita
a chiocciola, essendo derivato dal termine provenzale carole
(girare in tondo ballando), ma potrebbe
anche trattarsi di una modifica del cognome Caraglio (vedi
CARAGLIO), dovuta ad un errore di trascrizione.
CAROLA
CAROLI
CAROLINA
CAROLINI
CAROLINO
CAROLLO
CAROLO
Carola ha un ceppo sardo a Sant`Antonio Di Gallura (OR), uno a Roma, a
Napoli, Caserta e nel salernitano, Caroli ha ceppi in Lombardia nel bergamasco,
un importante nucleo in Emilia e Romagna, a Roma ed in Puglia, soprattutto
tra tarentino e brindisino, Carolina, assolutamente rarissimo, sembrerebbe
siciliano, della parte occidentale dell'isola, Carolini, molto raro, è
tipico dell'Italia Centrale, in particolare del romano e del viterbese,
Carolino è pressocchè unico, Carollo ha un ceppo veneto,
in particolare nel vicentino ed uno siciliano, in particolare nel palermitano
e nel trapanese, Carolo è tipico del vicentino e padovano, derivano
tutti, direttamente o attraverso forme ipocoristiche, dal nome medioevale Carolus
(vedi Carli), o dall'ipocoristico del nome
latino Carus, di quest'uso abbiamo
un esempio in quest'atto del 1564: "Ego Antonius,
filius quondam domini Caroli
ex nobilibus Gregii et Arborii, notarius ducalis civis et habitans in presenti
civitate Vercellarum assumptus fui in collegio dominorum notariorum predicte
civitatis de anno nativitatis Domini nostri Iesu Christi millesimo quingentesimo
sexagesimo quarto...".
CAROLEI
CAROLEO
Carolei è tipico calabrese così come tipico calabrese, di
Catanzaro in particolare, è Caroleo, dovrebbero entrambi derivare
dal toponimo Carolei (CS) o dal nome greco Karalea.
CAROLETTA
CAROLETTI
Caroletta è tipico di Subiaco e Guidonia Montecelio nel romano,
Caroletti è tipico di Roma, dovrebbero derivare da forme ipocoristiche
del nome medioevale Carolus (Carlo).
CAROLFI
Specifico della zona tra Lodi e
Piacenza, deve essere derivato da soprannomi legati al luogo d'origine
casa dei rolfi (Rodolfi).
CARON
Caron, anche se ha un piccolo ceppo nel torinese e nel novarese,
sembrerebbe veneto, con un ceppo nel vicentino a Nove, Pove del Grappa,
Pianezze e Bassano del Grappa, nel trevisano a Castelfranco Veneto e Riese
Pio Decimo ed a Marostica nel padovano, potrebbe derivare dal nome latino
Charon, il nome di un dio degli inferi
del pantheon latino.
CARONE
CARONIA
Carone, assolutamente pugliese, con ceppi secondari anche in Basilicata,
Caronia, tipicamente siciliano, di Palermo con un ceppo anche nella zona
di Mazara del Vallo (TP), dovrebbero derivare dal nome greco Charones,
o anche dal toponimo Caronia (ME), ma è pure possibile derivino
da un soprannome
come ad esempio Ludovico Antonio Muratori
nel suo Antichità italiane,
dove nella Dissertazione XLI Dei Nomi e Soprannomi
degli Antichi cita anche, assieme a molti altri, caronia
(carogna) come appellativo di un certo Landulphus
Caronia.
CARONTE
CARONTI
Caronte, molto molto raro, ha un ceppo nel napoletano ed uno tra valentiano
e reggino, Caronti è tipico del romano, di Roma ed Anzio, dovrebbero
derivare dal nome medioevale Caronte,
Charon era il nome di un dio degli
inferi latini, estratto dalla mitologia greca, richiamato da Dante nel
suo Inferno, sempre come traghettatore di anime perdute, ma in alcuni casi
possono derivare dal toponimo Caronti di Pomezia nel romano.
CAROSELLI
CAROSELLO
Caroselli è specifico della zona che comprende le province dell'Aquila,
Roma ed Isernia, Carosello è assolutamente rarissimo.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Caroselli è un cognome tipico dell'Italia centrale, presente
principalmente a Roma e in Abruzzo, ma tipico anche del comune molisano
di Isernia. Variante di Caroselli è Carosello, molto raro. Dal punto
di vista etimologico il cognome dovrebbe derivare da un soprannome legato
all'attività svolta dal capostipite: i caroselli
erano in passato, in Italia centrale e meridionale, le partite di grano
raccolte dai contadini e depositate nelle masserie agricole. Altre
ipotesi di origine possono essere formulate considerando la semantica del
termine carosello, che può indicare
una sorta di torneo spettacolare di cavalieri con esercizi di bravura,
una giostra costituita da una piattaforma lignea girevole in tondo, oppure
una palla di creta che anticamente veniva adoperata in gioco e lanciata
reciprocamente tra i giocatori (il termine dialettale carusiello
deriva dalla forma della palla come la testa di un caruso,
cioè di un ragazzo).
CAROSI
CAROSO
Carosi è tipico della fascia che comprende il Piceno, l'aquilano
ed il Lazio, Caroso, assolutamente rarissimo è dell'aquilano, dovrebbero
derivare da modificazioni del termine dialettale caruso
(ragazzo). (vedi
CARUSO)
CAROSIO
Specifico dell'alessandrino e del genovese, dovrebbe derivare dal nome
medioevale Carosius di cui abbiamo
un esempio nel 1500: "...Bartholomaeus
Brandanus Carosius, Senensis, in loco natus,
cui vulgare nomen erat Palatium de Manacia in municipio Montis Fullonici;...".
CAROSONE
CARUSONE
Carosone, molto raro, è presente principalmente nel napoletano e
nell'aquilano, Carusone è specifico del casertano, di Bellona, Vitulazio,
Gricignano di Aversa, Formicola e Capua, dovrebbero derivare da accrescitivi
del termine dialettale caruso (ragazzo,
garzone). (vedi CARUSO)
CAROSSI
CAROSSO
Carossi, assolutamente rarissimo è del milanese, Carosso è
tipico del Piemonte occidentale, del torinese e del cuneese in particolare,
dovrebbero derivare dal nome medioevale Carosus di cui
abbiamo un esempio in uno scritto storico dell'anno 825: "...Interea
quidam Veneticorum, id est Carosus tribunus
et Victor nonnullique alii, facta conspiratione, Iohannem ducem, a Venecia
pepulerunt et Carosus
hanc usurpavit dignitatem...", tracce di questa cognominizzazione
si hanno ad esempio nel 1626 a Chiavenna (SO) dove si parla delle spese
sostenute dalla comunità de Clavenna per l'alloggio ed il vettovagliamento
dell'alfiere del capitano Carossi dal 5 novembre 1621 al 19 marzo 1622.
CAROTENUTO
Carotenuto, tipico della zona tra Napoli e Salerno, deriva dal nome medioevale
Carotenutus (considerato
caro), ma si tratta anche, molto spesso di un cognome attribuito
a dei trovatelli.
CARPANEDA
Carpaneda, assolutamente rarissimo, ha un piccolissimo ceppo nel milanese,
nel mantovano ed uno nel bolognese, dovrebbe derivare da Carpaneda o Carpanedo,
il nome di una località come ne esistono moltissime intutto il nord
Italia, nome che dovrebbe a sua volta derivare dalla presenza caratterizzante
di boschi di alberi di carpino nero, detti anche carpane
o carpaneda anticamente; della presenza
dell'uso di questo toponimo nell'antichità abbiamo un esempio nel
Codice Diplomatico della Lombardia medioevale,
in una Carta Investiturae del 1198
a Casorate nel milanese: "Anno dominice incarnationis
milleximo centeximo nonogeximo octavo, die martis ultimo die mensis marcii,
indicione prima. In loco Casorate, sub porticum vicinorum. In presentia
testium qui subter leguntur, investiverunt Iohannes Meria et Raffacanus
et Beroldus Grilius, cusules suprascripti loci, suo nomine et nomine communis
suprascripti loci atque omnium hominum illorum qui habent partem in infrascripta
Casorasca et Carpaneda,
et cum eis Petrus Longus, de suprascripto loco, Guilielmum qui dicitur
de Beccaria, de civitate Papie, et ad partem suorum heredum et cui dederint,
nominative de Casorasca seu Carpaneda
...".
CARPANI
CARPANO
Carpani ha un ceppo nell'area che comprende l'alessandrino, il novarese,
il pavese, il milanese, il comasco, il lecchese, il bergamasco, il cremonese,
il bresciano ed il mantovano, ha un ceppo nel bolognese, a Trieste, nell'ascolano
e nel romano, Carpano ha presenze sparse per tutt'Italia, con piccoli ceppi
a Bologna, Roma, Manfredonia nel foggiano ed Avola nel siracusano, dovrebbero
derivare dal nome medioevale Carpanus,
di cui abbiamo un esempio d'uso in una Carta commutationis
del 1187 a Tirano nel sondriese, atto che così si conclude: "..Interfuerunt
Petratius Segotefredi de Stazona et Iohannes Tedaldi et Vitalis frater
eius et Carpanus
de Belaxio testes. Ego Gulielmus iudex et misus domini Federici inperatoris
hanc cartam tradidi et scripsi.", nome che a sua volta deriva dal
nome del carpanus (carpino),
un'albero alto dai quindici ai venti metri con portamento dritto e chioma
allungata, in qualche caso potrebbe anche derivare da nomi di località
caratterizzati appunto dalla presenza di carpini.
CARPENTERI
CARPENTIERE
CARPENTIERI
Carpenteri, estremamente raro, sembrerebbe di Bovalino nel reggino, Carpentiere,
non comune, ha un ceppo nel barese ed uno tra messinese e catanese, Carpentieri
ha un grosso ceppo nel Lazio, uno altrettanto considerevole in Campania,
uno nel Salento, uno nel reggino ed uno nel trapanese, potrebbero derivare
dal mestiere del carpentiere o costruttore
di carri o calessi, termine originato dal vocabolo latino carpentarius,
contenente la radice gallica carpentum
(cocchio), mestiere probabilmente svolto
dal capostipite.
CARPELLA
Carpella è tipico del Trentino, di Tesero e Cavalese, potrebbe derivare
da un nome di località, come ad esempio la Pala della Carpella sempre
in Trentino.
CARPI
Diffuso nella zona che comprende genovese, parmense, reggiano e mantovano,
dovrebbe derivare dal toponimo Carpi (MO), ma è pure possibile che
derivi da località ricche di carpini (un tipo di albero comune in
valpadana).
integrazione fornite da Giovanni
Vezzelli
L'origine del cognome Carpi dal toponimo Carpi modenese, ad indicare
la provenienza da quel luogo, è la più probabile, anche se
concorre a spiegare il cognome il personale Carpus
/ Carpius del mondo latino. Fonte:
F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CARPIGNANO
Carpignano ha un ceppo piemontese nel torinese ed astigiano ed uno pugliese
nel tarentino, dovrebbe derivare dal nome di paesi come Carpignano Sesia
nel novarese o Carpignano Salentino nel leccese, probabili luoghi d'origine
dei capostipiti.
Carpina, assolutamente rarissimo, parrebbe toscano, forse di Massa, Carpine,
ancora più raro, parrebbe campano, Carpinella, molto molto raro,
sembrerebbe dell'avellinese, Carpinelli ha un ceppo in Umbria, soprattutto
nel ternano, a Roma, nel beneventano, nel salernitano ed uno anche nel
reggino, Carpinello ha un ceppo nel torinese ed uno nel leccese, Carpini
è decisamente toscano, del fiorentino, con ottime presenze a Barberino
di Mugello, Firenze, Borgo San Lorenzo e Vicchio, un ceppo a Pienza nel
senese ed a Prato, Carpino è diffuso a Roma,e Colleferro nel romano,
a Minturno nel latinense, a Sessa Aurunca nel casertano e nel napoletano
a Mariglianella, Napoli e Marigliano, ha un ceppo nel cosentino a Cosenza,
Mangone, Parenti, Santo Stefano di Rogliano, Belsito, Rogliano e Bianchi,
e nel catanzarese a Petronà e Catanzaro, ed un ceppo in Sicilia
nel siracusano a Palazzolo Acreide, Noto e Siracusa, ed a Castelvetrano
nel trapanese, tutti questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o
attraverso forme ipocoristiche, dal nome medioevale Carpinus di cui
abbiamo un esempio in un atto di donazione dell'undicesimo secolo: "..
Unde omnibus ecclesiæ matris fidelibus notum sit, quod ego Hugo,
cognomento Rubrus, cum uxore mea, nomine Tetsa et filiis ac filiabus, pro
animarum nostrarum et parentum nostrorum remedio, dono Deo et sanctis apostolis
ejus Petro et Paulo, servulum quendam, qui vocatur Tigrinus
Carpinus, cum tota progeniæ sua. Si
quis vero hanc donationem a me ultroneam factam evertere conatus fuerit,
excomunicationi, nisi cito resipuerit, subjaceat; et nostra donatio firma
et rata stipulatione subnixa consistat. ..", ma è pure possibile
che derivino da soprannomi originati dal nome della pianta del carpino,
una pianta di alto fusto diffusa in tutta Europa.
CARPINETI
CARPINETO
Carpineti ha un ceppo nell'urbinate, soprattutto a Cagli, Urbania e Fano
ed un ceppo a Roma, Anzio e Latina, Carpineto ha un piccolo ceppo romano
ed uno abruzzese nel chietino a Altino, Filetto e Chieti, potrebbero derivare
da toponimi come Carpineto (AP), Carpineto della Nora (PE) o Carpineto
Romano (RM).
CARPINTIERI
Carpinteri è tipicamente siciliano, della zona meridionale dell'isola,
del siracusano in particolare , di Solarino, Floridia, Siracusa e Priolo
Gargallo, di Scicli nel ragusano e di Catania, con un ceppo anche a Trapani,
potrebbe derivare da una forma dialettale originata dal vocabolo latino
carpentarius (colui
che fabbrica i carri), probabile mestiere dei capostipiti.
integrazioni fornite da Daniele
Zaia
sembrerebbe essere di origine iberica; carpintero
= falegname, in lingua castigliana
CARPITA
CARPITELLA
Carpita sembrerebbe originario
del pisano un ceppo e del messinese un altro, Carpitella dovrebbe essere
trapanese, il cognome potrebbe derivare da un soprannome legato ad una
caratteristica della zona di provenienza, quale la presenza di carpini,
specie d'aceri dal legno molto duro o dal fatto di essere molto resistenti
come fisico o potrebbe anche derivare da carpita (specie di panno ruvido)
in relazione alla produzione o al commercio di quel tipo di stoffa.
CARPUTI
CARPUTO
Carputi, molto raro, è di Napoli, Carputo è del napoletano,
di Quarto soprattutto, di Marano di Napoli, Giugliano in Campania e Villaricca,
dovrebbero derivare da forme etniche della città armena di Karput,
anche se troviamo il nome Carputus
usato in epoca tardo medioevale.
CARRA
CARRA'
CARRAI
Carra è diffuso in tutta Italia con area d'elezione compresa tra
Mantova e Parma esistono presenze significative anche in provincia di Lecce
e di Palermo, Carrà definisce almeno due ceppi uno nelle provincie
di Pavia e Piacenza e l'altro nella zona di Vibo Valenza, Carrai è
tipicamente toscano, in particolar modo del fiorentino, dovrebbero derivare
o direttamente o da modificazioni dialattali del mestiere di carraio, portatore
di carri.
integrazione fornite da Giovanni
Vezzelli
Carrà in Sicilia ed in Calabria viene da toponimi che significano
'bosco di cerri'; infatti nel dialetto
grecanico della zona di Bova in Calabria 'karro'
= cerro.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARRA; CARRAI: derivano ambedue da carro,
ma il primo è un'antica unità di
misura di capacità per liquidi, che usavano un tempo
in Piemonte e corrispondeva a circa 500 litri, ed era, pressappoco il tanto
di liquido, solitamente di mosto o di vino, che si riusciva a trasportare
dentro una carrata, che era una grossa botte, sistemata sopra un carro,
trainato da cavalli o da buoi. La grossa misura veniva solitamente divisa
in 10 parti, brente. Una brenta, a sua volta, è (ancora oggi a Torino)
una unità di misura della capacità di circa 50 litri. Si
tratta di una specie di bigoncia in legno, che si usava per il trasporto
del vino. L'etimo del termine è ancora oggi oscuro, ma noi pensiamo
che derivi dal latino venter = ventre;
anche per la forma antica della bigoncia che altro non era che un otre
di pelle. Quindi si tratterebbe di una voce latina, non preromana, come
sostengono alcuni.
Carra e Carrai come cognomi potrebbero derivare non tanto dal mestiere
di fabbricante di carri, quanto invece da quello di trasportatori
e mercanti. Il cognome Carra è attualmente presente in
238 Comuni italiani, con la maggiore diffusione nelle zone di confine tra
la Lombardia e l'Emilia Romagna: Mantova - Parma. Carrai è presente
in 94 Comuni italiani, con maggior diffusione in Toscana. Carra è
presente in un solo Comune sardo, ad Arzachena, ma è di chiara importazione.
Anche Carrai è presente in un solo Comune sardo, a Cagliari. Sia
Carra che Carrai sono però presenti nei documenti antichi della
Sardegna. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano:
Carra Anthonius - de Aristanni; Carra Joanne, jurato ville de Paingionis(Pabillonis);
Carra Juliano, ville Selluri(Sanluri - Seddori); Carrai Parisono - de Castri
Januensis(Castelsardo); Carras Joannes, ville Sasseri. Nel Condaghe di
Santa Maria di Bonarcado, CSMB, del XI°, XIII° secolo, figura un
certo Carras Furatu (172), curatore(ufficiale amministrativo e giudiziario)
di Aristanis (Oristano), teste in una lite (kertu) per una serva., Maria
Pisana, e suo figlio, tra il priore del convento di Santa Maria e
il priore di Bauladu, donnu Francardu.
È opportuno fare qui una nota: carra
in logudorese e cuàrra in campidanese,
è una unità di misura per cereali
e per terre. Una càrra o cuàrra corrisponde a
circa 20 litri di grano o d'altro cereale, prendiamo il grano perché
è il più nobile dei cereali. Nella misura di terra (agrimensura)
una cuàrra corrisponde a 20
are ( 1 ara = 100 mq.) = 2.000 metri quadri.
La misura più grande di cuàrra è moi, che corrisponde
a 4.000 mq. Pertanto dus mois e cuàrra corrispondono a un ettaro
di terra, cioè a 10.000 m,q. Solitamente unu moi (4.000 mq) = duas
cuàrras de terra era il tanto che un contadino, con un bel giogo
di buoi (u'jù de bois) e un aratro, riusciva ad arare e seminare
in una giornata lavorativa (non meno di 10 ore di lavoro). Unu quartu è
la metà di una cuàrra e corrisponde a 1.000 mq; unu quartucciu
= 500 mq; un'imbudu = 250 mq. di terra. Nella misura dei cereali
per il grano si usava "sa mesura", che era un recipiente, prima di sughero
e poi di ferro equivalente a 20 litri = una cuàrra. Curiosità:
per il grano si usava la "mesura a rasu" (a raso), per altri prodotti della
terra, ad esempio, fave, piselli, ceci, mandorle, "a cùccuru, cioè
con la "misura" ben ricolma. Ricordo che quando ero bambino, ho 63 anni
- 2008, si usavano ancora queste "misure", ma per non incorrere nell'errore
ho chiesto ragguagli a mia madre, che ne ha quasi 90, ma con tutte le "misure"
ancora ben sistemate nel suo cranio!
CARRACOI
Carracoi è tipico di Barisardo nell'Ogliastra in Sardegna, sembrerebbe
derivare da soprannomi originati dal vocabolo sardo carracolu
(lumaca), che deriverebbe a sua volta
dal termine spagnolo caracol (lumaca).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARRACOI: cognome raro presente in 27 Comuni italiani, di cui 16 in
Sardegna: Villamar 31, Bari Sardo 27, Villasor 9, Gonnosfanadiga 3, etc.
Su carrancòni è sinonimo
di su cancaròni. Deriva dal
latino canchalus e significa rampino,
gancio, di legno o di ferro. Potrebbe essere riferito al mestiere
del capostipite; o al suo carattere, nel significato di spigoloso, aspro,
duro. Non l'abbiamo riscontrato nelle carte antiche da noi consultate.
CARRADA
Carrada, assolutamente rarissimo, sembrerebbe tipicamente sardo del sudest
dell'isola.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARRADA: sa carràda è
la botte; una carràda
de binu = una botte di vino;
è sinonimo di cuba o cupa,
o cupone/i; una/u
carradèdda/u = una piccola botte(carratello
in toscano). Viene dall'italiano antico carrata.
Si tratta di un cognome raro, presente in 10 Comuni italiani, di cui 5
in Sardegna: Quartu 5, Elini 3, Cagliari 2, etc. Non l'abbiamo trovato
come cognome negli antichi documenti della lingua sarda, in nostro possesso.
Il vocabolo carrata, di probabile provenienza toscana, diventato in lingua
sarda carràda è presente nella Carta de Logu (XIV° secolo),
al capitolo 127, riga 42: cuba de vjno ouer carràda.
CARRADORI
Presente in tutto il centro nord,
particolarmente nella fascia centrale si individuano ceppi nelle Marche,
in Toscana e nel Lazio, l'origine potrebbe essere un soprannome relativo
alla professione di costruttore di carri (carradore).
CARRAFFA
GARAFFA
GARAFFO
GARRAFFA
GARRAFFO
Carraffa è specifico di Palermo, Garaffa ha un ceppo a Modica e
Ragusa nel ragusano, a Trapani ed Erice nel trapanese, a Rosolini nel siracusano
ed a Palermo, Garaffo ha un piccolo ceppo nel catanese, a Biancavilla e
Catania, Garraffa ha un ceppo calabrese, a Crotone e Cutro nel crotonese,
ed uno siciliano, a Palermo ed a Marsala nel trapanese, Garraffo ha un
ceppo nel catanese a Paternò, Catania e Giarre, ed a Favara e ad
Agrigento nell'agrigentino, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da
soprannomi basti su di un'alterazione del termine arabo garraafah,
che ha sia il significato di vaso od orcio, che quello di macchina agricola
di sollevamento dell'acqua, costituita da una serie di secchi o vasi fissati
su di una ruota.
CARRAMUSA
Carramusa è specifico di Palermo, dovrebbe derivare dal nome della
località di Karamus in Turchia, paese che ha dato origine anche
a cognomi in quella terra, e che potrebbe indicare capostipiti cristiani
fuggiti con l'arrivo dei saraceni, ma potrebbe anche derivare da un'alterazione
del termine ebraico Hazar-susah (mangiatoia
o ricovero per cavalli), ed anche cittadina in Palestina.
CARRANO
Carrano è tipico della zona tra napoletano ed alto salernitano,
dovrebbe derivare da nomi di località di cui abbiamo un esempio
a Solofra (AV) dove si trova un campo Carrano. Tracce di questa cognominizzazione
le troviamo a Napoli nella seconda metà del 1700 con Don Michele
Carrano governatore d'Ischia.
integrazioni fornite da Leonardo
Delli Giudici
Carrano è un cognome preso da località. Invero, già
nel vecchio testamento si rinviene in Mesopotania la città di Carran.
Località Carrano esistono un po in tutta la Campania: a Teano (CE),
a Solofra (AV) , a Teggiano (SA) esiste la località Carrano o Carrani.
Anche in Calabria esiste un casale ovvero una frazione di Colosimi (CZ)
chiamata Carrano, a Contursi (SA) esiste una località Carrano che
ha dato nome anche ad un viadotto dell'autostrada. Sempre nell'avellinese
esiste Cairano castello che nelle carte geografiche del 1600-1700 è
chiamato Carrano. Per alcuni deriva da un termine di origine semitico da
Car che significa roccia, picco elevato, ma anche, rocca. Di origine Imperiale,
il cognome Carrano deriva certamente da qualche individuo che possedette
una signoria con tal nome. Nel avellinese e nel salernitano, in particolare
nella piana del Sele, è largamente attestata la gens latina Carania,
probabilmente derivate dal nome latino Cairus, di cui al successivo suffisso
di appartenenza -anus, divenuto Cairanus e forse carranus, se non anche
caranus. La diffusione di questo cognome è connessa alla dominazione
Normanna. E' noto che i conquistatori normanni solevano prendere il nome
dal luogo cioè dal predio che signoreggiavano, come accaduto per
moltissime famiglie es. Aquino, Sanseverino, Marzano, Rota, de Capua, Santomango
o Santomagno, Savoia, d\'Aragona, de Pagani, Avella, Castocucco, ecc. ecc.
Durante la dominazione normanna, Cairano (AV) fu feudo di sei cavalieri
che potrebbero averne preso il nome, successivamente a seguito di metatesi,
ma anche di errori di trascrizione, cambiamenti linguistici, fonetici ed
a volte anche dialettali, divenuto Carrano. Nel 1292 il Capitano
a guerra del principato citeriore (Salerno) fu un tale Giovanni di Cahurano,
Chaurano ovvero Caurano, antico francesismo linguistico dell'angioino
provenzale-durazzesco Carrano, come accaduto ad esempio per Bhauden,
de Bauden, Baudino, Bodino, o ancora per de Baux, de Baucio, del Balzo
e tante altre famiglie nobili, come i d'Alitto, che in origine si chiarono
de Letto, de Lechto nel periodo angioino, de Lecto, di Alicio nel periodo
Federiciano, di Alicto, e d'Alitto o ancora per i Curiale divenuti Coriale,
Curriale, Corriale e Correale. A sostegno della probabile origine normanna, la circostanza che una
famiglia nobile Carrano è documentata dal Crollalanza nel suo Dizionario
Storico Blasonico anche in Sicilia, purtroppo senza indicarne la città
dove fu stanziata e le cariche dei suoi esponenti. E' certo comunque
che una famiglia nobilissima Carrano, di cui il primo è il citato
capitano a guerra nel 1292, è fiorita nel Salernitano, a Diano diramandosi
anche nel Cilento. Tale famiglia vanta dei vescovi, moltissimi cavalieri
tra i quali alcuni cavalieri della religione Gerosolimitana, di Rodi, di
Malta, magistrati, abati, generali. Proprio in questi luoghi il cognome
è molto comune. Probabilmente dovuto alle antichissime usanze di
conferire ai Villani cioè ai vassalli, nonché ai famigli
cioè coloni, servitori, assoldati, ecc. il cognome del Signore e
di conferire ai trovatelli i cognome della famiglia più in vista,
usanza misericordiosa tutta Italiana largamente nota. Ritengo che sia difficilissimo
dire qualche cosa di certo circa la primaria origine del cognome Carrano.
La spiegazione che mi appare più logica e convincente è,
che il vocabolo, che per alcuni significa roccia, sia di origine mesopotamica
e semitica derivi proprio dalla città di Carran più volte
menzionata nel vecchio testamento nella genesi cap.11. Infatti, si dibatte
sulla provenienza di Abramo, alcuni lo dicono di Ur altri lo dicono di
Carran. Comunque da Carran partirono moltissimi esodi (migrazioni). Gruppi
di abitanti di Carran potrebbero essersi fermati in molti posti dell'Europa
del nord e del sud. Tali grappoli o gruppetti di comunità potrebbero
aver dato il nome alle località Carran o Carrano. Come detto
persone singole e gruppi di persone potrebbero averne preso il nome anche
in epoca latino-romana e tardo imperiale come Cairus, da Cairanus o Carranus
o Caranus e così via nelle varie lingue di origine latina, come
Italiano, Francese, Inglese ed Irlandese. Dopo la caduta dell'impero romano
e l'avvento delle dominazioni barbariche di Ostrogoti, Visigoti e Goti,
in Italia, dobbiamo attendere i longobardi per vedere timidamente rispuntare
i cognomi, e tale usanza diverrà regola solo con i normanni e gli
svevi. I cavalieri normanni in particolare, lo ripetiamo, presero il nome
dal luogo signoreggiato. Così se, Carran, Carine, Karran, Caronet,
Cheronnet e Cheroneau sono le varianti Francesi, Inglesi, Soczzesi e Irlandesi
di Carrano, anche Chaurano, Cahurano, Caurano, carano e Cairano di Carrano
in Italia.
CARRARA
Presente in tutt'Italia, particolarmente al nord ed in Sicilia ed in provincia
di Napoli, può derivare da toponimi diffusi nella penisola,
quali Carrara (LT) -(MS) - (PD), traccia di questa cognominizzazione si trova
a Bergamo dove è registrato nel 1603 un testamento di un certo Giovanni
Paolo Carrara.
CARRARINI
Cognome abbastanza raro, che sembra
avere due nuclei distinti, nel veronese, che dovrebbe derivare da un diminutivo
di un soprannome legato al mestiere di carrarius
(carraio = costruttore
o guidatore di carri), e nel Lazio, probabilmente derivato dal toponimo
Carrara.
CARRARO
Particolarmente concentrato al
nord e nel Veneto in particolare, dovrebbe derivare dal mestiere di carrarius
(carraio = costruttore
o guidatore di carri).
CARRATA
CARRATO
CARRATU
CARRATU'
Carrata, quasi unico, sembrerebbe specifico del barese, Carrato ha presenze
nel napoletano e salernitano ed un ceppo a Mazara del Vallo nel trapanese,
Carratu, estremamente raro, è del salernitano, Carratù è
tipicamente campano, del salernitano a Mercato San Severino, Cava de' Tirreni,
Salerno, Castel San Giorgio, San Marzano sul Sarno, Roccapiemonte, Nocera
Inferiore e Nocera Superiore, di Napoli, di Montoro Inferiore nell'avellinese
e di Aversa nel casertano, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da
soprannomi basati sul termine dialettale meridionale arcaico carrata,
un'unità di misura per il vino corrispondente ad una botte piccola
o ad un quarto di botte grande.
CARRAU
vedi CARAI.
CARRAVIERI
Carravieri, molto raro, ha un ceppo a Crespino nel rovigoto ed uno in Alto
Adige, di origine etimologica oscura.
CARRERA
CARRERI
CARRERO
Carrera è concentrato in Lombardia ed in particolare nella provincia
di Brescia ha dei ceppi anche in provincia di Taranto, di Catania, di Napoli
e di Roma, Carreri, specifico del mantovano, di Porto Mantovano, Mantova
e Roncoferraro, ha un ceppo anche a Milano, Carrero, oltre che nel mantovano,
è presente anche in modo significarivo a Santa Vittoria d`Alba (CN),
dovrebbero tutti derivare dal mestiere di carrarius
(carraio = costruttore
o guidatore di carri) modificato dal dialetto.
CARRERAS
Carreras è tipicamente sardo, di Gonnosfanadiga e Gusoini nel Medio
Campidano e di Cagliari, con un ceppo anche a Napoli, dovrebbe derivare
dal termine sardo logudorese carreras
(strade), forse ad indicare il fatto
che il capostipite abitasse in prossimità di una strada principale.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARRERAS: significa carriera >di
cavallo o comunemente strada, ma anche
pascolo, cioè luogo
calpestato da animali, da pecore nella maggior parte dei casi:
in sa carrèra de (espressione
comune).nel pascolo di.dove pascola
il tale..E'un termine assolutamente spagnolo o catalano; e deriva dal latino
carrus = carro.
La "carriera" oggi è la via
scelta e seguita nell'impiego, nella professione, negli studi,
ma in origine era lo spazio assegnato alla corsa
dei cavalli con i carri. Il termine sardo comunque arriva direttamente
dalla Spagna, anche come cognome. L'abbiamo trovato inoltre tra i firmatari
della Pace di Eleonora LPDE, del 1388, anche se in uscita leggermente
diversa: Carreres Arnaldus, juratus Castri Callari (della città
fortificata di Cagliari - Casteddu = Castellum > Castello). Attualmente
il cognome è presente in 41 Comuni italiani, di cui 21 in Sardegna:
Gonnosfanadiga 37, Cagliari 27, Guspini 17, Quartu 11, etc. Non sappiamo
che relazione ci sia tra i Carreras del Continente e quelli dell'Isola.
I Carreras di Gonnosfanadiga (attualmente i più numerosi) dicono
che il loro capostipite proveniva da Cagliari. Non sappiamo altro, se non
che in Spagna è cognome abbastanza comune ed è presente in
ben 38 Stati USA!
CARRESE
CARRESI
CARRISE
CARRISI
Carrese è tipicamente campano, di Castellammare di Stabia e Napoli
nel napoletano e di Limatola nel beneventano, Carresi invece è toscano,
di San Giovanni Valdarno e Montevarchi nell'aretino, di Firenze e di Follonica
e Grosseto nel grossetano, Carrise è praticamente unico, Carrisi
è specifico del Salento, di Vernole, Trepuzzi, Lecce, Alezio e Seclì
nel leccese, di San Pietro Vernotico nel brindisino e di Taranto, dovrebbe
derivare da soprannomi originate dal termine dialettale arcaico carrese
o carrise, utilizzato per definire
le gare di carri tirati da coppie di buoi, ma anche il carro stesso ed
il conducente di questo tipo di veicoli.
CARRI
CARRO
Carri ha un ceppo lombardo a Milano e Cremona, uno a Reggio Emilia e nel
reggiano ed uno a Firenze e nel fiorentino, Carro ha un ceppo a Rudiano
nel bresciano ed a Bollate nel milanese, ma il ceppo principale è
a La Spezia e nello spezzino ed a Genova, ha ceppi in Campania nel salernitano
a Laurito e Roccagloriosa ed a Napoli, pur considerando la possibilità
di una derivazione da modificazioni dialettali del cognomen latino Carus
(vedi CARO), l'ipotesi più probabile
è quella che derivino dal mestiere di carrettiere svolto dal capostipite.
CARRIERO
Decisamente del sud con area di
origine tra la Puglia e la Basilicata, dovrebbe derivare dal mestiere di
carrarius
(carraio = costruttore
o guidatore di carri) modificato dal dialetto.
CARROGA
CARROGU
Carroga è quasi unico, Carrogu, estremamente raro, è tipico
del cagliaritano, potrebbero derivare da un soprannome originato dal vocabolo
sardo carroga
(cornacchia), ma è pure possibile
che la radice derivi da variazioni del vocabolo sardo carrogheddu
(corbaccio) anche tipico strumento
musicale del cagliaritano.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARROGA; CARROGU: carròga, corròga,
corrànca, corràncra, corriònca. È
la cornacchia, dal latino cornacula.
Qui in Campidano distinguiamo sa carròga
niedda (la cornacchia nera)
da sa carròga bràxa (la
cornacchia grigia). Da bambini, vedendo le cornacchie nere in
volo, ci veniva spontaneo lo scioglilingua: "Crò,
crò, crò, stallamincèdda e lassàda a co'"!
Su carrògu mannu era anche (senza
offesa) il vicario, per il suo abito
nero; is carrogheddus erano invece
i seminaristi. Tottu
accorroncàu, significa vecchio/a
e brutto/a come una cornacchia. Non li abbiamo trovati nelle
carte antiche, del resto si tratta di cognomi spregiativi derivati molto
probabilmente da soprannomi. Sono molto rari e quasi esclusivamente sardi.
Carroga è presente in 3 Comuni italiani, di cui 1 in Sardegna: Samassi
3. Carrogu è presente in 13 Comuni italiani, di cui 9 in Sardegna:
Iglesias 13, Sardara 12, Fluminimaggiore 11, etc. In molte parti del Campidano
sono comunque presenti come soprannome.
CARRONE
CARRONI
Carrone ha un piccolo ceppo nel nuorese, in particolare ad Irgoli ed Oliena,
ed uno nel brindisino soprattutto a Carovigno, San Vito dei Normanni, Fasano,
Latiano e Ceglie Messapica (vedi
anche CARONE), Carroni è tipicamente sardo, di Nuoro
in particolare, ma ben presente anche ad Oliena e Siniscola, i ceppi sardi potrebbero
derivare da soprannomi originati dal termine sia logudurese che campidanese
carròne (garretto,
tallone), forse ad indicare che il capostipite corresse molto
velocemente.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARRONE; CARRONI: su carrone
o su carroni in logudorese quanto
in campidanese significa tallone, calcagno
e proviene dal celtico garra (vedi
anche GARRONE diffuso come cognome soprattutto in Piemonte). È
ben vero che il catalano garrò
ha per lo più lo stesso significato. Due sono quindi le ipotesi:
che si tratti di un cognome importato dalla Spagna, o che invece provenga
dal Piemonte, dove, come detto, è diffuso Garrone. Non abbiamo trovato
il cognome nelle carte antiche della Sardegna. Carrone è presente
in 52 Comuni italiani, di cui 8 in Sardegna: Irgoli 14, Oliena 9, Galtelì
9, Nuoro 6, etc. Carrone ha un ceppo consistente anche in Puglia, ma non
sappiamo con quale significato ed etimo: potrebbe indicare un grosso carro,
ad esempio. Carroni è presente in 30 Comuni italiani, di cui 14
in Sardegna: Nuoro 74, Siniscola 13, Ortacesus 21, etc.
CARROZZA
CARROZZI
CARROZZINI
CARROZZINO
CARROZZO
Carrozza è diffuso in tutto il centrosud, Carrozzi è specifico
della città de L'Aquila e di Roma, Carrozzini ha un ceppo romano,
uno nel leccese a Galatina, Sogliano Cavour, Maglie, Lecce e Veglie, ed
uno Carrozzino ha un ceppo a Genova ed a Taggia nell'imperiese ed uno nel
cosentino a Belvedere Marittimo soprattutto, a San Nicola Arcella, a Buonvicino
e ad Acquappesa, ed uno a Scalea nel cosentino, Carrozzo è tipicamente
pugliese, delle provincie di Lecce, Brindisi e Taranto, potrebbero derivare,
direttamente o tramite ipocoristici, da soprannomi formati dal vocabolo carrozzo
(antica unità di misura per solidi)
o legati ad un certo carro o ad un evento che ricordava un carro modificato
dal dialetto, o anche dal fatto di condurre il capostipite una carrozza.
Troviamo tracce di queste cognominizzazioni a Mesagne nel brindisino fin
dalla seconda metà del 1600 con il mastro muratore Antonio Carrozzo
originario del barese, chiamato per costruire una "Piscina
nuova per conservare gli oli" e sempre nella seconda metà
del 1600 a Varese Ligure nello spezzino troviamo tra i consiglieri tali
Cesare Carrozzi e Tommaso Carrozzi.
CARRUBA
CARRUBBA
Carruba, molto raro, è tipico del nisseno ed è probabilmente
dovuto ad errori di trascrizione del cognome Carrubba che è molto
presente in tutta la sicilia meridionale, nel siracusano in particolare,
derivano ovviamente da soprannomi originati dal frutto della carruba a
sua volta derivato dal vocabolo arabo charrub.
CARRUCCIO
CARRUCCIU
Carruccio, estremamente raro, sembrerebbe piemontese, Carrucciu è
tipicamente sardo, di Cagliari, Assemini e Selargius nel cagliaritano,
di Assolo nell'oristanese e di Sorso nel sassarese.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARRUCCIO; CARRUCCIU; (CARRUCA; CARRUGA): su
carrùcciu o carrutzu
è il carretto per bambini, usato
anche come "scappapèi" = girello,
per imparare a camminare. Ma su carrùcciu è anche
il rocchetto: spagnolo garrùcha. Viene dall'italiano carro o meglio
dal latino carrus = carro da trasporto a 4 ruote. Nelle carte antiche non
abbiamo trovato né Carrucciu, né Carruccio, invece è
presente Carruca (in sardo significa carro leggero e viene dal latino carruca
= carrozza, carro leggero. Ma in Campidano is carrùgas sono dette
le anche, cioè la regione lombare: seu tottu scarrugàu =
ho i lombi a pezzi, "tutto slombato". Nel condaghe di San Nicola di Trullas,
CSNT, XI°, XIII° secolo, figura, Carruca Janne (177), in una compera:
comporaili assu Cane(nome) pede (un quarto del diritto di lavoro)de Iusta
Plana, sorre (sorella) di Janne Carruca; e deivili (gli diedi in cambio)
.I. mesa libbra de argentu laborata(mezza libbra di argento lavorato),
pro cussa e pro atteru debitu ki li avea(per lei - in cambio di - e per
altri debiti). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°,
XIII° secolo, è citato, come testimone, Carrùca Gunnari,
priore di San Paolo di Sinnas, (173), in una lite (kertu) per la servitù:
in nomine domini amen. Recordationem facio pro Maria Capra, ka se rebellait
dessu serbthu de sncta Maria et addonniscaitse a Petru Zuckellu,
armentariu de Mandra Ulisay.(poiché si è ribellata al servizio
di santa Maria e si è messa a disposizione di Petru Zuckellu, armentariu
(amministratore etc.) Testes: .Gonnari Karrùca, priore de sancto
Paule de Sinnas.Il cognome Carrùga o Carrùca, non è
più presente negli elenchi anagrafici italiani, ma, ad esempio,
qui in questo piccolo borgo della Sardegna, Gonnosfanadiga, Carrùga
è ancora presente come soprannome, in riferimento, molto probabilmente
all'esistenza del cognome, ormai scomparso: vi sono altri casi simili.
Attualmente il cognome Carrucciu è presente in 61 Comuni italiani,
di cui 24 in Sardegna: Cagliari 62, Assolo 16, Selargius 15, Assemini 12,
etc. Carruccio è presente in 9 Comuni italiani, di cui 2 in Sardegna:
Cagliari 2, Laerru 2.
CARRUS
Carrus è tipicamente sardo, diffuso nel cagliaritano a Cagliari,
Orroli, Nurri e Capoterra, nel nuorese ad Oliena, nell'oristanese ad Oristano,
Cabras, Bosa e Narbolia, e nel carbonense a San Giovanni Suergiu, Carbonia
e Domusnovas, dovrebbe derivare da un soprannome stante ad indicare nei
capostipiti dei carrettieri o dei fabbricanti di carri.
CARSANA
CARSANI
CARSANO
Carsana è specifico dell'area bergamasco, lecchese, di Carenno e
Calolzio Corte nel lecchese, e di Calcinate, Bergamo, Seriate e Grassobbio
nel bergamasco, Carsani, quasi unico, parrebbe dell'area comasca, Carsano,
assolutamente rarissimo, è specifico dell'alessandrino, questi cognomi
dovrebbero derivare da un soprannome dialettale basato sul vocabolo dialettale
lombardo arcaico carsan (lievito,
ma per estensione anche una sorta di schiacciata
di pasta di pane morbida), forse ad indicare un pastore o un
lavoratore dei campi che basasse la propria alimentazione proprio su quel
tipo di alimento.
CARSETTI
CARSI
CARSINI
CARSINO
CARSO
Carsetti ha un ceppo marchigiano a Matelica ed Esanatoglia nel maceratese
e a Fabriano nell'anconetano, Carsi, molto molto raro, è del centronord,
Carsini e Carsino sono praticamente unici, Carso, estremamente raro, sembrerebbe
meridionale, dovrebbero derivare direttamente o tramite varie forme ipocoristiche,
dal nome ionico Carsus: "...Dionysius
Syracusanus Tyrannus gloriari solitus est, Regnum se filio relicturum adamantinis
catenis colligatum. Verum hae catenae facili negotio sunt ruptae, et filius
regno pulsus, panem mendicare coactus est. Carsus
Rex Lydorum potentissimus, et ditissimus, se ob divitias beatum praedicabat.
Verum Solon ei recte respondebat: ...".
CARTA
Presente massicciamente in tutt'Italia,
presenta delle zone d'elezione quali la Sardegna, la Sicilia orientale,
la Liguria ed il vicentino, ma non sono da escludere altri ceppi in Campania,
Lazio e Piemonte, dovrebbe derivare da un mestiere, o quello del cartaio
(produttore o venditore di carta) o quello di lavorare con le carte.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CARTA: sia in logudorese che in campidanese abbiamo carta: dall’italiano
carta – dice il Wagner, nel DES, ma noi non siamo d’accordo, perché
la voce carta, come pure il cognome Carta, sono presenti, nei documenti
medioevali della lingua e della storia della Sardegna, prima che entrasse
nell’isola la lingua italiana; per noi deriva direttamente dal latino charta,
termine inteso più che altro come carta
particolare, quindi come documento
scritto, libro od altro. Per indicare la carta comune in sardo
diciamo su papìru, dal latino
papyrus, o su
papèri dal catalano paper.
Ancora oggi nonostante “l’italianizzazione” del sardo, usiamo il termine
papèri per indicare la carta comune e non solo: ad esempio in cartolibreria
chiediamo: fòlius de papèri po scrì, papèri
po paccus, etc. – fogli di carta per scrivere, carta per pacchi, etc. Per
la carta bollata, essendo carta specifica, usiamo le due voci: carta bullàda
o papèri bullàu; termine ricorrente anche nella Carta de
Logu di Arborea del 1384 > al capitolo XXV – Dessas Cartas bullàdas
e non bullàdas chi s’hant’a presentari a sa Corti…E così
anche nel Condaghe di San Nicola di Trullas, ai capp. 80, 140, 262, 270,
286, etc. troviamo la voce carta o più spesso “cartas” per indicare
un documento; e “carta bullàta” per designare un documento munito
di sigillo. Etc. etc. Anche per le carte da gioco, il termine usato in
tutta la Sardegna è “carta” o “cartas” de briscola, de scopa od
altro. Come anzidetto il cognome Carta è presente nei documenti
antichi della lingua e della storia della Sardegna. Tra i firmatari della
cosiddetta Pace di Eleonora, LPDE del 1388, troviamo: Carta (de) Leonardo,
jurato(guardia giurata, collaboratore del majore – sindaco) ville Floxio,
* Floxio…odierna Flussio. Contrate Castri Montis de Verro ; Carta Antonio,
majore(sindaco, amministratore di giustizia) ville Sindìa, * Sindìa...odierno
Sindìa. Contrate Castri Serravallis; Carta Arçoco, majore(sindaco,
amministratore di giustizia), ville Nuor* Nuor…odierna Nuoro. Curatorie
Dore; Carta Comita, jurato(guardia giurata) ville Solarussa, * Solarussa
…odierno Solarussa. Campitani majoris; Carta Elia, curie de Sacargia, *
Curie de Sacargia…curia di Saccargia: distrutto – presso Codrongianus (Spano);
Carta Gonario, jurato ville Oltai, * Oltai…odierna Olzai. Barbagie Ollolai
et Curatorie Austis; Carta Grandu, jurato ville Seneghe, * Seneghe…odierno
Seneghe(Contrate Partis de Milis); Carta Guantino, jurato ville Pauli,
* Pauli… Gerrei …odierno San Nicolò Gerrei. Contrate Marmille; Carta
Guantino, jurato ville Urune, * Urune…attuale Orune ( Oruni). Curatorie
de Anella; Carta Joanne – ville Terrenove, ** Terranova et Fundi de Montis
(Olbia e Monti). Sempre De Yola Petro et Filio Guantino di Sassari, notai
imperiali( 15 – gennaio – 1388). Habitatoribus Fundi Montis...XV Januarii
1388; in posse-. Carta Joanne, majore(amministratore di giustizia) ville
Oçana, * Oçana…odierno Ottana- Curatorie Dore; Carta Joanne,
Mole de Posata, * Mole de Posata…odierno Posada: Carta Joanne, ville Semestene,
* Semestene...odierno Semestene. Curatorie de Costa de Valls ; Carta Juliano,
ville Guilciochor, * Guilciochor…villaggio distrutto, conosciuto col nome
di Borticoco: diocesi di Ottana - Curatorie de Anella; Carta Juliano, ville
Leunelli, * Leunelli…odierno Neonelli. Contrate Partis Varicati – Barigadu;
Carta Mario – ville de Biti, * Biti…Bitti ( Contrate Montis Acuti); Carta
Matheo, jurato ville Ogiastra, * Ogiastra…Ollasta Usellus; Useddus - Partis
de Montibus; Carta Nicolao – ville de Sorefa. * Sorefa…distrutto per Spano(
Contrate Montis Acuti); Goreai o Gorofai (esistente); Carta Parasoni, jurato
ville Lodine, * Lodine…odierna Lodine ; Carta Suacheso, jurato ville Meana,
* Meana…odierno Meana. Mandrolisay o Barbagia di Belvì. Nel Condaghe
di San Michele di Salvennor, CSMS, XI, XIII secolo (non abbiamo l’originale,
ma la traduzione in spagnolo), al capitolo 335, troviamo, Comita Carta:
- Yo el Abat Luteri ago memoria(ricordo che) que di a Gantin Arri
Uaca que era de la Casa de San Miguel de Salvennor para guardar y para
boluerme en dineros quinçe libras y oro que monta dies libras
y un Cobertor Colorado de valor de honçe bisantes. Todo lo qual
le di para guardar (per guardare in casa di)en casa de Comida Carta suegro(suocero)
de Gantin Meloni sierve de San Miguel de Salvennor y de Pedro Sella…> ritroviamo(il
medesimo) Comida Carta al capitolo 165 del Condaghe di San Pietro di Silki,
CSPS, XI, XIII secolo, come teste in una donazione (postura): Positinke
Comida de Liios Mannu, a Scu. Petru de Silki .VI. sollos de vinia, tenende
(confinante) assa de Gosantine Canbella, capithale assa nostra (confinante
col nostro “capithale” = tratto libero ai lati della vigna). Tra i teste
troviamo Comida Carta; e così anche al cap. 167: un acquisto (compòru).
Ancora nel Condaghe di San Michele, al capitolo 327, troviamo Pedro (Petru)
Carta De Ligios (de Liios), citato come teste, in una lite( “pleite” in
spagnolo “kertu” in sardo)) per il possesso della terra: - Yo el Abat Titju
de Salvennor pleitehe(kertai) con Gavino Setta de Ploaghe en Corona(tribunale)
de Ithoccor de Querqui (Kerki) Curador (amministratore)Fiolinas (Florinas)
por las tierras de San Miguel que estan en Valle de Viliq…tra i testes
è citato appunto Pedro Carta de Ligios: testes de todo esto(testimoni
di tutto questo): Gunari de Thori y Pedro Carta De Ligios y Gosantin Pala
Clerigo de Qudrongianos (Codrongianus) y Gitilesu de Varro, y Marian de
Palmas. Sempre nel CSMS sono citate altre tre persone col cognome
Carta: Francu Carta(211), Giorgia Carta (193 – in nota >Jorgia Cata – tuttora
pronunciamo Cata per Carta > Antoniu Cata, Lucianu Cata, ed anche “giogai
a catas” = giocare a carte), Susana(sic) Carta (188 – 211) serva “intera”di
San Salvador, citata anche nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS al
cap. 205: Kertai (Ego Massimilla apatissa de scu. Petru de Silki)pro servos
de scu. Petru de Silki ki mi furun andatos pro livertatos e non bolean
faker servithu ki fakean parentes issoro( ho citato in giudizio i
servi di San Pietro che se ne erano andati ritenendosi liberi e non volevano
più fare il servizio che facevano il loro congiunti...)…segue un
elenco abbastanza lungo dei servi (servos et ankillas), che si appropriano
della libertà, contro la volontà del Convento. Pertanto l’appatissa,
Massimilla, li cita in causa (in Corona – tribunale – del giudice Gunnari
de Laccon) tutti quanti con l’accusa che si sono appropriati di un diritto
non concesso. I servi auto liberatisi contestano persino il giudice, evidenziando
di aver prodotto le carte necessarie per la liberazione. Segue il dibattito…ed
infine il lungo elenco dei servi che avevano dichiarato il diritto alla
propria libertà, fra i quali è citata…Susana Carta, cum parte
sua de su fetu; (con parte della sua prole). Nella storia ricordiamo inoltre:
Carta Raspi Raimondo(Oristano 1893 – Cagliari 1965), storico, editore ed
organizzatore di Cultura Sarda. Tra le sue opere migliori, oggi ancora
valide, sono: Ugone III d’Arborea e le due ambasciate di Luigi I d’Anjou
e i due Condaghi, di San Nicola di Trullas, CSNT XI, XIII secolo,
e di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI, XIII secolo. Citiamo quindi Carta
Antonio Giovanni, di Santulussurgiu, seguace di Giommaria Angioy e sostenitore
della rivolta contro il regime sabaudo (vedi nel Web Giuseppe Concas –
Almanacco di maggio > Carta Antonio Giovanni sacerdote). Ariuccio Carta(Bitti
1931 - ), politico, esponente della Democrazia Cristiana, parlamentare,
sottosegretario in vari ministeri, ministro della Marina Mercantile. Carta
Paolo(Serdiana 1907 – Cagliari 1996) arcivescovo dell’archidiocesi di Sassari
dal 1962 al 1982. Carta Pietro Paolo vescovo della diocesi di Tempio dal
1764 al 1771. Carta Sebastiano, vescovo della diocesi di Bosa dal 1627
al 1630. Infine citiamo Maria Carta (Siligo 1934 – Roma 1994) cantante
> una tra le più “belle voci” della Sardegna. Attualmente il cognome
Carta è presente in 956 Comuni italiani, di cui 291 in Sardegna:
Sassari 1060, Cagliari 807, Olbia 368, Oristano 355, Quartu 299, Nuoro
250, Siniscola 229, Iglesias 188, etc. Nella penisola Roma ne conta 733,
Genova 216, Milano 187, Torino 174, Palermo 165, etc.
CARTAGINESE
CARTAGINESI
Sia Cartaginese che Cartaginesi sono cognomi assolutamente rarissimi, potrebbero
essere originari di Cartagena città spagnola situata nella comunità
autonoma di Murcia ed esserne quindi l'etnico.
CARTECHINI
Cartechini è marchigiano, specifico del maceratese, di Corridonia,
Macerata, Montecassiano, Treia, Civitanova Marche e Pollenza, di origini
etimologiche oscure.
CARTEI
Cartei è tipicamente toscano, di Firenze e Prato soprattutto, dovrebbe
derivare dal nomen latino Carteius
citato ad esempio da Cicerone in una sua lettera al proconsole Caio Cassio:
"...Nunc te cohortatione non puto indigere ut nos
absentis remque p. quantum est in te, defendas. Scire te volo firma praesidia
vobis senatuique non deesse, ut optima spe et maximo animo rem p. defendas.
Reliqua tecum aget Lucius Carteius,
familiaris meus. Vale D. Nonis Martiis a.u.c. 711 ex castris Taricheis.".
CARTER
CARTERA
CARTERI
CARTERO
Carter, quasi unico, è veneto, Cartera, anch'esso quasi unico, sembrerebbe
siciliano, Carteri ha un ceppo a Valeggio sul Mincio nel veronese al confine
con il mantovano ed uno a Brancaleone ed Africo nel reggino, Cartero, che
sembrerebbe proprio unico, è del genovese, le ipotesi possibili
sono due, la prima è che i cognomi derivino dal nome tardo romano Carterius,
di cui abbiamo un esempio in San Carterius, prete di Cesarea in Cappadocia,
che venne martirizzato sotto Diocleziano, la seconda ipotesi è che
invece i cognomi possano derivare dal mestiere di cartaio svolto dal capostipite.
CARTI
Due le zone d'origine individuate,
il Trentino e La provincia di Roma, dovrebbe derivare da un soprannome
dialettale legato al mestiere, o quello del cartaio (produttore o venditore
di carta) o quello di lavorare con le carte.
CARTURA
Cartura, molto molto raro, è tipico di Rovigo e del rovigoto, dovrebbe
derivare dal nome del paese di Cartura nel padovano, probabile luogo d'origine
della famiglia, il toponimo dovrebbe prendere il nome da una qualità
di pietra istoriata tipica del luogo.
CARUBINI
CARUBINO
Carubini è specifico del perugino, di Gubbio e Umbertide, Carubino
sembrerebbe unico, dovrebbero derivare dal nome medioevale Carubino,
una forma arcaica del più comune Cherubinus
(vedi CHERUBINI), a Perugia, nella prima metà
del 1400, troviamo il capitano di ventura Carubino degli Ermanni o della
Staffa (1398? - 1445) Signore di Città della Pieve e cognato di
Braccio di Montone.
CARUCCI
CARUCCIO
Carucci sembra avere molti ceppi, in Puglia, in Campania e nel Lazio, Caruccio,
molto raro, è tipico del salernitano, dovrebbero derivare dal nome
medioevale Carutius o Caruccius, di cui abbiamo un esempio nel Codice
Diplomatico della Lombardia medievale sotto l'anno 1173 leggiamo
in un atto: "...septem quos debent Galutius et Carutius
de Lambrate...".
CARUGATI
Tipico del nordmilanese, varesotto e comasco, deriva dal toponimo Carugate
(MI), tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Milano fin dal 1100,
infatti nel XII° secolo furono ammessi al Patriziato milanese, il casato
annoverò nel tempo ambasciatori e, nella seconda metà del
1600 anche un Capitano di Giustizia di Milano.
CARUGGI
Tipico di Jerago Con Orago (VA) e del varesotto è molto raro.
CARUGNI
CARUGNO
Carugni, praticamente unico, dovrebbe essere il prodotto di un'errata trascrizione
del cognome Carugno, che ha un ceppo a Sulmona nell'aquilano, a San Salvo
nel teatino ed a Pescara, un ceppo a Isernia ed uno a Roma ed a Castelliri
nel frusinate, e che dovrebbe derivare da un soprannome dialettale riferito
alla località di Colle Caruno nel teramano in Abruzzo, probabilmente
il luogo d'origine dei capostipiti.
CARULLI
CARULLO
Carulli ha un ceppo abruzzese, soprattutto nel teatino e nel teramano,
ed uno pugliese nel barese in particolare, con piccoli ceppi anche nel
napoletano, nel potentino e nel messinese e catanese, Carullo ha un ceppo
romano, uno ad Orsogna e Giuliano Teatino nel teatino, uno ad Avellino,
Monteforte Irpino e Aiello del Sabato nell'avellinese, a Napoli ed a Sant'Angelo
d'Alife nel casertano, un piccolo ceppo a Martirano nel catanzarese ed
a Polistena nel reggino, ed uno altrettanto piccolo in Sicilia a Palermo
ed a Forza d'Agrò nel messinese, dovrebbero derivare dal cognomen
tardo latino Carullus,
una forma ipocoristica del più diffuso cognomen Carus
(vedi CARO).
CARUSIO
Molto raro è specifico napoletano, dovrebbe derivare dal praenomen
latino Carusius di cui si ha un esempio con Marcus Carusius governatore
romano della Britannia nel III° secolo d.C. Tracce di questa
cognominizzazione le troviamo in un atto del 1610 redatto da Judice Joannes
Carusius.
integrazioni fornite da Fabio Picolli
probabilmente discende dai Caruso; personaggi di rilievo sono stati:
Enrico Michele (1528), Urbino; Giovanni Innocenzo, vescovo di Muro Lucano
dal 1707 al 1718; appartiene a questa famiglia probabilmente anche Bartolomeo
de Carusiis, detto da Urbino, professore di teologia a Parigi e Bologna,
poi vescovo di Urbino (1347), amico del Petrarca che polemizzò con
Marsilio da Padova e Guglielmo d'Occam.
CARUSI
CARUSILLO
CARUSO
Carusi ha un ceppo nel massese, uno tra pisano, fiorentino ed aretino,
ma il nucleo principale è in Abruzzo e nel vicino romano, Carusillo
è specifico del foggiano, di Lucera, Volturara Appula e Foggia,
Caruso è un cognome diffusissimo in tutta Italia anche se si può
ipotizzare una provenienza prevalentemente siciliana. La loro origine è,
direttamente o tramite una forma ipocoristica dialettale, dal vocabolo,
prima dialettale e poi diffusosi in quasi tutta la nazione, caruso
(ragazzo, garzone).
integrazioni fornite da Fabio Picolli
i Caruso discendono dal cavaliere Pier Fortugno che nel 1026 espugnò
la città di Nocera dei Pagani travestendosi da saraceno e rasandosi
il capo, purtroppo vi perse la vita. Da allora fu ricordato come il Cavalier
Caruso, cioè rasato. I Caruso si diramarono in tutta Italia dando
origine a vari rami. ad essa forse si ricongiungono i Carusio ed i Carusi.
Uno dei feudi di questa famiglia fu Spaccaforno (Sicilia).
ipotesi fornite da Stefano Ferrazzi
Sull'origine di questo cognome, in realtà, confluiscono almeno
tre diverse ipotesi che, sommate l'una con l'altra, giustificano l'altissima
frequenza di famiglie Caruso nel nostro paese (anche all'infuori del sud
Italia). Iniziando con la prima interpretazione, normalmente questo
cognome viene ricondotto al termine caruso,
che letteralmente significa ragazzo,
ma un tempo veniva usato anche per indicare un giovane
bracciante agricolo o, comunque, un giovane
lavoratore (in alcune aree della Sicilia, per esempio, erano
chiamati carusi i lavoratori
alle miniere di zolfo): l'origine del vocabolo, infatti, va
ricercata o nel latino cariosus, col
significato letterale di cariato, tarlato
e, in senso figurato, di rasato, dai
capelli radi, o nel greco kara, cioè
testa o, più propriamente, testa rasata;
questo etimo, che avvicina il termine caruso
al settentrionale toso (dal latino
tonsus, cioè tosato),
è dovuto a un antico costume secondo il quale i giovani dovevano
portare i capelli molto corti, per meglio distinguersi dagli adulti.
Passando alla seconda ipotesi (già ricordata dal sig. Picolli),
va detto che alcune famiglie Caruso sembrano provenire da un antico casato
che ha come capostipite il cavaliere Pier Fortugno, meglio noto oggi col
nome di Cavalier Caruso: per la precisione, non si tratta necessariamente
di un rapporto di sangue col casato Caruso, ma anche di rapporti professionali
o d'altro tipo intrattenuti con tale famiglia. Solo per curiosità,
sembra che lo stesso cantante lirico Enrico Caruso (nato a Napoli nel 1873
e ivi morto nel 1921) discenda da questo ceppo familiare e, anzi, fu proprio
lui che, all'inizio del '900, incaricò l'editore Antonio Vallardi
di Milano di compiere una ricerca araldica sulla sua famiglia, da cui risultarono
appunto queste origini (vedi anche il sito
http://www.museocaruso.it/mvc_gallerie/galleria1/foto_002.htm).
Per quanto riguarda invece la terza e ultima ipotesi (forse quella che
meglio giustifica la vasta diffusione di famiglie Caruso nel nostro paese),
in diversi casi questo cognome dovrebbe derivare dal nome medievale Caruso,
da intendersi in uno dei significati sopraelencati, anche se più
probabilmente in quello di giovane, ragazzo: allo stesso modo dei nomi
Fante, Ragazzo,
Toso, etc. (anch'essi caduti ormai
in disuso), Caruso sembra nascere dapprima come soprannome e col tempo
essere adottato come nome di persona (sul modello dei cognomina latini,
molti dei quali vennero poi nominizzati).
CARUSONE
Non comune è tipico del casertano, deriva dal termine dialettale
caruso (ragazzo, garzone).
CARUZZI
CARUZZO
Caruzzi è specifico dell'udinese, di Attimis, Povoletto ed Udine,
Caruzzo ha un ceppo piemontese a Nizza Monferrato nell'astigiano, un ceppo
a Genova ed uno a Treviso, dovrebbero derivare, dal nome medioevale Carutius
di cui abbiamo un esempio nell'Historia Brittonum: "..
Carutius postea
imperator reedificavit, et .vii. castellis munivit inter utraque ostia;
domumque rotundam politis lapidibus super ripam fluminis Carun,
quod a suo nomine nomen accepit, fornicem triumphalem in victorie memoriam
erigens, construxit ..".
CARVI
CARVINI
CARVINO
Carvi è assolutamente rarissimo, si individuano un antico ceppo
valtellinese ed uno emiliano, romagnolo, Carvini e Carvino sono praticamente
unici, dovrebbero derivare, direttamente o attraverso ipocoristici, da
un soprannome originato dal termine latino carvus
(cardo, carciofo), forse a ricordare
che la famiglia coltivasse questo genere di ortaggi, è pure possibile
che derivi dal nome celta Carvos (Cervo).
CARZELLA
CARZO
Il cognome Carzella, ormai praticamente scomparso in Italia, dovrebbe essere
di origini pugliesi, dell'area barese, Carzo, assolutamente rarissimo,
sembrerebbe del reggino, potrebbero derivare da un'italianizzazione ed
alterazione dialettale del termine greco Καρτερός,
karteros, che significa forte,
solido,
robusto, forse a caratterizzare
una caratteristica fisica del capostipite, ma è pure possibile una
derivazione da un soprannome originato dal verbo sempre greco χαρίζομαι,
carizomai con il senso di colui che rallegra o che rende
piacevole la vita con i propri favori.
CARZOLA
CARZOLI
Carzola, praticamente unico, sembrerebbe dello spezzino, Carzoli ha un
ceppo sull'apennino emiliano, a Pievepelago nel modenese, con piccolole
presenze nella vicina Toscana, a Barga nel lucchese ed a Castelfiorentino
nel fiorentino, dovrebbero derivare dal nome del torrente Carzola, tra
modenese e fiorentino, e di una località Case Carzola, nell'alto
fiorentino appenninico.
CASA
CASE
Casa ha un ceppo nel vicentino, uno a Roma ed a Gaeta nel latinense, uno
a Massa Lubrense ed a Sorrento nel napoletano ed in Sicilia ha vari ceppi
sulla costa sudoccidentale, Case è tipico di Belluno e del bellunese,
in particolare di Agordo, Gosaldo, Sevico e Selvazzano Dentro, dovrebbero
derivare da nomi di località contenenti la radice Casa o che si
riferiscano a particolari case.
CASABIANCA
CASABLANCA
Casablanca è tipico della provincia di Messina, Casabianca è
più raro e sembrerebbe del catanese, potrebbero derivare sia da
toponimi come Casabianca (TP) sia da nomi di località individuabili
appunto dalla presenza di una casa bianca o dal fatto di abitare la famiglia
in un casolare tutto bianco.
CASABONA
Casabona ha un ceppo originario a Genova, uno a Livorno ed uno in Sicilia
nella zona tra Enna, Caltanissetta e Catania, deriva dal nome di una località
che per il ceppo siciliano potrebbe essere il toponimo Casabona (KR), ma
anche più semplicemente indica l'appartenenza ad una casa accogliente,
il ceppo toscano potrebbe originare dal botanico Giuseppe Goedenhuitze
un Fiammingo che, trasferitosi nella seconda metà del 1500 in Toscana
al servizio del Granduca di Toscana, italianizzò il proprio cognome
appunto in Casabona.
CASABURI
CASABURO
Casaburi ha un ceppo nel napoletano e salernitano, uno tra catanese e siracusano
ed uno nel barese, Casaburo è tipico del napoletano, di Frattamaggiore,
Afragola, Frattaminore e Napoli, il casato Casaburi è molto antico
e sembrerebbe di lontane origini spagnole, in un regio decreto dell'anno
1488 il Re Ferdinando I° d'Aragona cosi decide: "Bando
et commandante da parte de illustrissimo prencepe don Ferrando de Rabona
per la gracia de Dio di Sicilia, .... Et de li nobili et honorabili homini
Thomasi Casaburi
de la Cava, et Theseo Vapa de Napoli per la dicta Maestà commissarij
ordinato allo infrascripto. In primis che non sia persone alcuna de quale
si voglya stato, grado ed condenione nì regnicolo nì extere
chi debba comparare seta et follichyi ne la provincia de prencepato citra
nè in le citate terre, castelle et lochi de essa provincia senza
expressa licencia de li sopradicti Thomasi et Theseo sopta pena de mille
ducati di carlini ...".
CASACANDITELLA
Casacanditella è specifico del Molise, di Guglionesi nel campobassano,
dovrebbe derivare dal nome del paese Casacanditella nel teatino, che a
sua volta dovrebbe derivare dalla presenza iniziale di una casa bianca
(candida), paese da cui proveniva probabilmente il capostipite.
CASACCI
CASACCIA
CASACCIO
Casacci ha un ceppo nel cesenate, uno nell'aretino, in particolare a Sansepolcro
ed uno a Città di Castello nel perugino, Casaccia sembra tipico
del centro Italia, con un possibile ceppo nel genovese, Casaccio è
molto raro, sembrerebbe originario del catanese, ma è pure possibile
un ceppo nel catanzarese, dovrebbero tutti derivare da nomi di località.
CASADEI
CASADIO
Sono cognomi dell'Emilia e Romagna, potrebbero essere originati da soprannomi
derivati dal nome di opere pie (probabilmente orfanotrofi). Tracce di questa
cognominizzazione le troviamo nel Codice Diplomatico
della Lombardia medievale a Milano sotto l'anno 1188 in una
pergamena possiamo leggere: "...Interfuerunt Ardericus
de Forte, Iohannes Cazadeum.
Ego Vestitus iudex qui dicor de Gallarate hanc sententiam dedi et scripsi.
Ego Iohannes Coallia notarius sacri palatii interffui et scripsi.".
CASAGLI
CASAGLIA
Casagli, decisamente toscano, ha un ceppo soprattutto nel senese, in particolare
a Poggibonsi, Casaglia, abbastanza raro, ha un ceppo toscano nel fiorentino
e senese ed uno nel perugino, dovrebbero derivare dai vari toponimi come
Casaglia di Borgo San Lorenzo nel fiorentino, Casaglia di San Gimignano
nel senese, Casaglia di Perugia nel perugino o altri simili, che dovrebbero
tutti derivare dal termine latino medioevale casalia,
forma plurale di casalium (casale,
gruppo di case rurali).
CASAGRANDA
Tipico trentino della Valsugana, in particolare della zona tra Trento e
Bedollo, deriva da un soprannome originato dalle caratteristiche dell'abitazione
della famiglia, quelli della grande casa.
CASAGRANDE
Diffuso in tutto il centro nord
ha la massima concentrazione in provincia di Treviso, ma esistono presenze
notevoli anche in tutto il Veneto, nelle Marche ed Umbria, nel Lazio ed
in Liguria, deriva da un soprannome legato alle caratteristiche della località
(quelli della casa grande).
integrazioni fornite da Francesca
nel nord est è molto diffuso l'uso del cognome Casagrande ed
è altrettanto diffusa e conosciuta la tesi per la quale si tratta
di un cognome normalmente attribuito ad orfani, ai quali veniva dato questo
cognome (e altri quali Della Pietà), proprio perchè gli stessi
erano stati allevati nella casa grande
per eccellenza: l'orfanotrofio.
CASALASPRO
Tipicamente lucano, del materano, della zona di Tricarico e Pisticci, dovrebbe
derivare dal toponimo Casalaspro (BN).
CASALATI
Casalati, molto molto raro, è tipico dell'alto ferrarese, con un
ceppo anche nel latinense, causato dall'emigrazione forzata di manovalanza
dall'area del delta del Po, per la bonifica delle Paludi Pontine, dovrebbe
derivare da un'origine contadina delle famiglie individuabili come quelle
del casale (casa
colonica, cascina), il suffisso -ati,
nell'area ferrarese ed emiliana ha valore di appartenenza
a qualcosa o anche quello patronimico di figli
di.
CASALE
CASALI
Presente in tutta Italia Casale
è maggiormente localizzato nell'Italia nord occidentale e in tutto
il sud in particolare sul litorale tirrenico dell'Italia meridionale, mentre
Casali è diffuso in tutto il centro nord. Questi cognomi dovrebbero
derivare da toponimi molto diffusi quali: Casale (MI) - (PR) - (MN) - (CE)
- (GR) ecc. o Casali (AQ), ma possono anche essere originati da soprannomi
legati alla località (quelli del casale).
CASALECCHI
Assolutamente rarissimo, dovrebbe essere di origini romagnole e deriverebbe
da uno dei vari toponimi come Casalecchio (RA), (RN) o (PU).
CASALEGNO
Specifico del torinese, dovrebbe derivare dalla caratteristica della famiglia
di abitare in un particolare casale.
CASALENA
Casalena è tipico del teramano, di Teramo stessa e di Bellante,
potrebbe derivare da toponimi come Casalena di Ascoli Piceno o Villla Casalena
di Bellante nel teramano, il più probabile luogo d'origine delle
famiglie.
CASALETTO
Casaletto è specifico del potentino, di Marsico Nuovo e Vetere e
soprattutto di Potenza, potrebbe derivare dal nome del paese di Casaletto
Spartano nel salernitano ai confini con il potentino, probabile luogo d'origine del capostipite.
CASALINI
CASALINO
Casalini è diffuso in Lombardia, Emilia e Toscana, Casalino ha un
ceppo piemontese tra novarese, vercellese e torinese, uno campano tra napoletano
e salernitano ed uno pugliese concentrato soprattutto nel barese e nel
Salento, dovrebbero derivare da un soprannome in uso nel tardo medioevo, stante normalmente ad indicare una provenienza
contadina "casalinis habitatoribus", nel 1200
a Siena troviamo ad esempio un certo Casalinus de Barbaritio.
CASALIS
Casalis è tipicamente piemontese di Carmagnola, Torino, Carignano
e La Loggia, potrebbero derivare sia da toponimi contenente la radice Casale,
Casalis starebbe allora per di
Casale, oppure anche come attributo intendente quelli della
casa colonica o del Casale.
CASALOLDI
CASALOLDO
Antica famiglia nobiliare, ormai
estinta in Italia, era originaria di Casaloldo (MN) e con il rango di Conti
possedeva fino alla seconda metà del 1200 anche il feudo di Gonzaga
(MN) e di Montichiari (BS). La derivazione dal toponimo omonimo è
ovvia.
CASALVIERI
Casalvieri è un cognome tipico dell'area aquilano, laziale, con
un ceppo a Roma ed a Sabaudia e Latina nel latinense, ed uno nell'aquilano
a Luco dei Marsi, San Vincenzo Valle Roveto e Sulmona, dovrebbe derivare
dal nome del paese di Casalvieri nel frusinate, che a sua volta dovrebbe
derivare dall'essere un Casale di un certo Verius, nome personale latino
alterato del nome gentilizio Velius (della Gens Velia).
CASAMASSA
Casamassa ha un ceppo a Foiano Di Val Fortore (BN).
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Casamassa è il cognome appartenente ad un unico ceppo familiare
originario di Foiano Valfortore in provincia di Benevento: tutti i Casamassa
sparsi in Italia e nel mondo per effetto del fenomeno dell'emigrazione
dal Meridione del nostro Paese, hanno origine in questo piccolo centro
sannita. Il capostipite dei Casamassa fu un tale Giovanni Carlo,
nato a Foiano nel 1595, dedito all'attività agricola. Nel corso
dei secoli alcuni rami dei Casamassa migliorarono la propria condizione
sociale divenendo contadini proprietari delle terre che coltivavano. Dal
punto di vista etimologico, il cognome in analisi potrebbe derivare dal
toponimo pugliese Casamassima (BA), ampiamente diffuso come cognome in
tutta la Puglia fino alla Capitanata confinante con il Sannio. E' probabile
che il capostipite del ceppo dei Casamassa, una o forse più generazioni
prima del succitato Giovanni Carlo (primo ad essere documentato negli archivi
parrocchiali di Foiano), sia giunto nel corso del Cinquecento nel piccolo
centro sannita, dove per errata comprensione dell'originario cognome Casamassima
sia stato poi trascritto nei documenti come Casamassa. Un altra ipotesi,
forse meno plausibile della precedente, farebbe risalire l'origine del
cognome stesso nel comune di Foiano, verso gli inizi del Cinquecento, dalla
fusione dei due termini Casa e Massa,
derivanti con ogni probabilità da un toponimo locale. Tra le due
ipotesi sembrerebbe più avvincente la prima, secondo cui il ceppo
campano dei Casamassa andrebbe ricollegato al più antico e diffuso
ceppo dei Casamassima della Puglia.
integrazioni fornite da Nicola
Casamassa - Verona
nel 1195, l'imperatore Enrico VI concesse
a Guidotto Massimo "pro se et heredibus" il feudo di Casamassima
in Puglia con l'obbligo di cambiare il nome da Massimo in Casamassima.
In seguito, per un errore, Federico II destituì dalla titolarità
Giovanni, figlio di Guidotto. Corrado IV, figlio di Federico II e suo erede, nel suo passaggio da
Casamassima, nell'aprile del 1252, restituì a Roberto, figlio di
Giovanni, il feudo. (Vedi pergamena conservata nell'archivio storico della Biblioteca Nazionale
di Bari; cfr. sito Internet del Comune di Casamassima). Gli eventi storici successivi potrebbero aver obbligato dei Casamassima
ad emigrare e a cambiare il nome da Casamassima in Casamassa.
CASAMASSIMA
Specifico pugliese, deriva dal toponimo Casamassima (BA).
CASAMICHELE
Assolutamente molto raro Casamichele parrebbe di Ragusa e del ragusano,
potrebbe derivare da un nome di località.
CASAMURATA
Casamurata, molto molto raro, è tipico di Forlì, potrebbe
derivare dal nome della località di Casamurata nel forlivese, località
citata ad esempio nella Storia di Forlì,
scritta da Paolo Bonoli nel 1826: "...Che
li forlivesi dovessero entro un mese terminare e risolvere ogni disparere,
che insorgesse tra li confederati e sudditi a Forlì con l' arcivescovo
e suoi ministri: Che i forlivesi non creassero cittadini alcuni de' sudditi
all' arcivescovo, con conceder loro de' privilegi, per non derogare alle
ragioni della Chiesa ravennate, come di Tudorano, Molinvecchio, Valdipondi
, Cugliano, Bagnolo , Casamurata
ec. : Essere in facoltà dell' arcivescovo e suoi dipendenti trasportare
grani , frutti , ed altro dalle sue ville e castelli pel forlivese senza
alcuno impedimento e gabella...".
CASANDRA
CASANDRI
Sia Casandra che Casandri sono assolutamente rarissimi, si dovrebbe trattare
di errori di trascrizione dei cognomi Cassandra e Cassandri che dovrebbero
entrambi derivare dal nome di origine greca Cassandro.
(vedi CASSANDRA)
CASANO
Sembra specifico della Sicilia Occidentale, in particolare del trapanese,
con un ceppo in Liguria che dovrebbe derivare dal toponimo Casano (SP),
deriva da una forma arcaica del nome Cassanus, di cui si ha traccia nel
genovese come si legge in una lettera del 1337: "...Petrus
et cetera. Nobilibus et dilectis ac fidelibus nostris Casano
et Galeoto de Auria necnon eorum officialibus in Sardinea ...";
traccia di questa cognominizzazione si ha con il Cardinale Nicolas Casanus
(1401-1464).
CASAPPA
Casappa, assolutamente rarissimo, è specifico del parmense, di origini
etimologiche oscure.
CASANOVA
CASANUOVA
Casanova è presente in tutta Italia, ma è maggiormente localizzato
in provincia di Belluno, di Genova, in Romagna ed in provincia di Bari
e di Napoli., Casanuova invece è assolutamente rarissimo, dovrebbero
essere derivati da un soprannome legato o ad un toponimo come Casanova
(GE) - (CE) - (PV) - (VC) - (CO) - (SV) ecc. o alla località (quelli
della casa nuova).
CASARANO
Casarano è tipicamente pugliese del leccese, di Casarano, Sogliano
Cavour, Taviano, Spongano, Alliste, Ruffano, Melissano, Seclì e
Racale, con ceppi anche a Taranto ed a Fasano nel brindisino, dovrebbe
derivare dal toponimo Casarano nel leccese, probabile luogo d'origine dei
capostipiti.
CASARI
CASARIN
CASARINI
CASARO
Casari è particolarmente concentrato al nord in provincia di Brescia
e di Modena in particolare, si individuano ceppi anche in Sardegna ed in
Liguria, Casarin, tipicamente veneto, soprattutto del veneziano, di Venezia,
Noale, Trebaseleghe, Scorzè e Martellago, ha ceppi anche in Lombardia
e Piemonte, Casarini oltre al nucleo nelle province di Modena e Bologna,
ha un ceppo anche nel pavese, Casaro è decisamente dell'area veneta,
in particolare del rovigoto e del vicino ferrarese, dovrebbero tutti derivare
da un soprannome legato al mestiere di casaro
o casaio (produttore
di formaggio).
CASARICO
Casarico sembrerebbe tipico del comasco, di Como e di Lurate Caccivio,
dovrebbe derivare dal nome del paese di Casarico, una frazione del comune
di Montano Lucino nel comasco., situato a qualche chilometro da Lurate
Caccivio in direzione nord, probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
CASARONE
Casarone, molto molto raro, è tipico di Canelli nell'astigiano,
dovrebbe derivare da nomi di località come, ad esempio, Casarone
di Torrazza Coste nel pavese.
CASAROSA
Casarosa è specifico dell'area pisano, livornese, di Cascina e di
Pisa nel pisano e di Livorno e Collesalvetti nel livornese, dovrebbe derivare
da un nome di una località, probabilmente caratterizzata dalla presenza
di una casa rosa.
CASAROTTI
CASAROTTO
Casarotti è tipico veneto, del veronese in particolare, con un ceppo
forse anche in Lombardia e Piemonte, Casarotto è specifico veneto
dell'area che comprende le province di Verona, Vicenza e Padova, con un
ceppo anche nella Lombardia nordoccidentale e Piemonte nordorientale, Caserotto,
assolutamente rarissimo è specifico del basso trentino, dovrebbero
derivare da un soprannome originato dal mestiere di casaro o produttore
di formaggi. Tracce di questa cognominizzazione si trovano nel novarese,
a Soriso (NO) fin dal 1500, in un atto del 1553 si legge: "...Bernardino
Casarotto figlio del fu Giò Pietro,
Giacomo Magalio detto il Filavino figlio del fu Domenico, e Giorgio
Ravizza figlio del fu Antoniolo tutti di Soriso deputati ed eletti a ciò
fare dai Consoli, Consiglieri dal Comune e uomini di Soriso, e per
istrumento rogato dal Sig. Gerardo Casarotto
figlio del fu Jacobino Notajo pubblico di Soriso, sotto il giorno 19 del
mese di Novembre 1553...".
CASARRUBIA
Assolutamente rarissimo, probabilmente di origini spagnole dovrebbe derivare
da un soprannome originato dall'abitare forse la famiglia in una casa rossa
o nelle sue vicinanze.
CASARSA
Casarsa è tipicamente friulano, di Udine e Tavagnacco in particolare,
dovrebbe derivare dal toponimo Casarsa Della Delizia nel pordenonese.
CASARTELLI
Casartelli è molto diffuso a Como, a Tavernerio, a Cantù,
ad Albese con Cassano, a Montorfano, a Erba, Ad Albavilla, A Vertemate
con MInoprio ed a Lipomo tutti nel comasco, dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal mestiere di produttori di formaggio, forse svolto dai capostipiti.
CASASANTA
Casasanta è tipicamente abruzzese, di Pratola Peligna e Sulmona
in provincia de L'Aquila e di Quadri nel teatino, con un ceppo anche a
Roma, dovrebbe derivare dal toponimo Casasanta nel teramano.
CASASCO
Casasco è tipicamente piemontese, di Tortona e Viguzzolo nell'alessandrino,
dovrebbe derivare dal nome del paese di Casasco nell'alessandrino.
CASASOLA
CASASOLE
CASASOLI
Casasola è tipico dell'udinese e dovrebbe derivare dal toponimo
Casasola di Frisanco (PN) o da Casasola di Maiano (UD), Casasole, molto
raro, è specifico di Orvieto, Casasoli è quasi unico.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Casasole è un cognome tipico di Orvieto, dove è largamente
registrato, e di pochi altri comuni limitrofi (Castel Viscardo, Allerona
Scalo, Ciconia, Sferracavallo, Porano e Castel Giorgio), ma è rilevabile
in maniera poco consistente anche in altre regioni (Lazio, Emilia Romagna,
Piemonte, Marche e Molise). Il luogo di origine del cognome sembrerebbe
proprio Orvieto, ancora oggi epicentro di diffusione. Dal punto di
vista etimologico, Casasole deriva dalla fusione dei due termini casa
e sole, in relazione ad un toponimo
o al luogo in cui il capostipite del ceppo risiedeva. Sembra non esserci
alcuna correlazione con il cognome Sole, tipico della Sicilia, della Sardegna,
della Campania, del Lazio e della Lombardia, e con il cognome Casa, che
presenta due ceppi principali a Roma e nel Napoletano. Sia Casa che Sole
non sono cognomi umbri. Una variante di Casasole è Casasoli,
dovuto ad errata trascrizione anagrafica. Casasola, invece, sembra avere
una origine del tutto isolata, essendo tipico del Friuli Venezia Giulia
e del Veneto orientale.
CASASSA
Casassa ha un ceppo a Torino ed a Lanzo Torinese nel torinese ed uno a
Genova e Cicagna nel genovese, potrebbe derivare da nomi di località
con questo nome, come ne esistono a Riva presso Chieri, o Coassolo Torinese
nel torinese o a Passerano Marmorito nell'astigiano, o altri simili.
CASATELLA
CASSATELLA
Casatella è quasi unico, Cassatella è tipicamente pugliese,
specifico di Barletta nel barese, dovrebbero derivare da un soprannome
inerente al mestiere dei capostipiti, probabilmente dei caseari produttori di caciottelle.
CASATI
Tipicamente lombardo e delle provincie di Milano, Como, Lecco e Bergamo
in particolare presenta un ceppo anche in provincia di Firenze, potrebbe
derivare da un soprannome derivato dal toponimo Casatenovo (LC). I casati
detennero feudi nel lodigiano fin dal 1400, personaggio di rilievo fu sicuramente
il conte Gabrio Casati che che fu Presidente del Governo Provvisorio
milanese durante le Cinque Giornate di Milano del 1848.
CASAVECCHIA
Casavecchia ha ceppi in Piemonte nel torinese e nel cuneese, nello spezzino,
nella fascia che comprende la bassa Romagna, le Marche, l'Umbria ed il
Lazio e nel Salento, potrebbero tutti derivare da toponimi come Casavecchia
(AR), (AQ), (MC) o anche dal fatto di abitare le famiglie in una casa appunto
vecchia, tanto da poter essere identificati come quelli della casa vecchia.
CASAVOLA
Sembrerebbe originario della provincia
di Taranto, potrebbe derivare da un soprannome collegato alla località
di provenienza (casa degli Avola), secondo un'altra ipotesi, si tratterebbe
invece di un cognome di origine spagnola,(derivante da Casa de los Avolos,
letteralmente casa dei volatilii, dalla Spagna due diversi rami si sarebbero
trsferiti in Puglia. Gli stemmi che li identificano sono:per il primo,
una torre con due colombe che spicano il volo, per il secondo un pugno
guantato con in mano un falco. Una terza ipotesi di un origine siciliana
la farebbe derivare dal toponimo Avola (SR).
CASAZZA
Casazza è molto diffuso in Lombardia, soprattutto nel bergamasco,
milanese, cremonese, e pavese, nell'alessandrino, piacentino e genovese,
nel rovigoto, con un ceppo anche nel beneventano, dovrebbe derivare dai
molti toponimi chiamati Casazza, come Casazza nel bergamasco, ed altri
simili.
CASCA
Casca ormai quasi scomparso, dovrebbe essere dell'Italia meridionale, della
Campania e della Sicilia soprattutto, dovrebbe derivare dal cognomen latino
Casca, ricordiamo Publius Servilius
Casca, uno degli assassini di Giulio Cesare nel 44 a.C:.
CASCAVILLA
CASCAVILLO
Cascavilla è specifico del foggiano, di San Giovanni Rotondo in
particolare di Foggia, Manfredonia e Cerignola, con un ceppo anche a Bisceglie,
Cascavillo, molto molto raro, specifico di San Severo nel foggiano, è
probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, che dovrebbe
derivare da un'italianizzazione del cognome occitano Cascailh,
che ha dato origine anche in Spagna allo stesso cognome spagnolo di Cascavilla, secondo
altri deriverebbe invece dal nome di un tipo di susina così chiamato,
specifico della zona garganica, ma riteniamo non molto probabile questo
tipo di tesi.
CASCELLA
CASCELLI
CASCELLO
Cascella ha un ceppo napoletano ed uno pugliese con un nucleo tra Barletta
e Bari ed uno a Cerignola e Margherita Di Savoia nel foggiano, Cascelli
ha un ceppo a Foligno (PG), uno a Roma, uno piccolo a Bari ed a Rivello
(PZ), Cascello è assolutamente rarissimo e sembrerebbe campano,
potrebbero derivare dal nome latino Cascellus,
Cascella di cui abbiamo un esempio in un'antica lapide romana:
"I(ovi)
o(ptimo) m(aximo)
/ Val(erius)
Flavi(anus) /
Cascellus / Germa(nus)
v(otum) s(olvit)
l(ibens) m(erito)",
ma è pure possibile una derivazione da forme ipocoristiche del nome
Cassius.
integrazione fornite da Giovanni
Vezzelli
Cascella è un cognome pugliese variante del cognome CASSA. 'Cascia'
è una forma regionale pugliese centro settentrionale per 'cassa'.
Fonte: Minervini 132.
CASCHETTA
CASCHETTO
Caschetta, assolutamente rarissimo, è del potentino, di Melfi in
particolare, Caschetto è specifico del sud della Sicilia, di Modica,
Ispica, Vittoria, Pozzallo e Scicli nel ragusano e di Siracusa, e Rosolini
nel siracusano, dovrebbero derivare da soprannomi dialettali basati sul
termine lucano, calabro, siciliano caschetta, caschetto
(cassetta per la frutta), probabilmente
riferito a manovali della raccolta della frutta.
CASCHI
CASCO
Caschi, quasi unico, sempre friulano, dovrebbe essere un'alterato di Casco,
che è tipicamente friulano di Martignacco ed Udine nell'udinese,
e che dovrebbe derivare dall'italianizzazione del termine sloveno cauz
(tessitore).
CASCHILI
Specifico del cagliaritano, potrebbe derivare da un soprannome collegato
con il vocabolo sardo caschidu (sbadiglio),
tracce di questa cognominizzazione le troviamo almeno dal 1500, al nobile
casato appartenne Francesco Torrellas Caschili, Barone di Capoterra nato
a Cagliari il 20 marzo del 1596.
CASCIANI
CASCIANO
Casciani è specifico del Lazio, Casciano è presente a macchia
di leopardo in Abruzzo a Popoli (PE), nel Lazio a Roma, in Campania a Teora
(AV) e a Palomonte (SA), nel iserniese, in Puglia a Lucera (FG) e a Reggio
Calabria, dovrebbero derivare dal gentilizio latino Cassianus, cioè
della Gens Cassia.
CASCIARI
CASCIARO
Casciari è specifico di Perugia, Casciaro è molto diffuso
nel Salento a Corsano e Casarano (LE) e nel cosentino a Corigliano Calabro
e Rende, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal mestiere di mastro
caseario (produttore di formaggi).
CASCIELLO
Tipico della zona di Torre Annunziata (NA), dovrebbe derivare da una modificazione
dialettale del nomen latino Cassius.
CASCINO
Decisamente meridionale con ceppo
principale in Sicilia e ramificazioni anche in Campania e Basilicata, dovrebbe
derivare da un soprannome dialettale legato alla località di provenienza.
CASCIO
Specifico della Sicilia nord occidentale, potrebbe derivare
da un soprannome legato al vocabolo dialettale casciu (caseificio, cacio),
ma e forse è più probabile, dalla gens Cascia (Cassia), a titolo di
esempio riportiamo il contenuto di una lapide di epoca romana che cita
personaggi appartenenti a questo clan: "D(is)
M(anibus) A(ulus)
Cascius Marcianus matri suae Casciae Capriolae pientissim(a)e
b(ene)m(erenti)
p(osuit)". Tracce di questa cognominizzazione
a Palermo si hanno a Palermo nel 1600: "...Nos praeteritis
rivulis istis omnibus, puriorem ex fonte aquam porrigimus; neque gravitier
ferimus ad manus nostras non pervenisset vitam, quam (eodem Vincentio teste)
Jacobus Cascio
Thermitanus Panormi edidit anno MDCXI...".
CASCIONALE
Tipico della provincia di Pescara,
dovrebbe derivare da un soprannome dialettale legato alla località
di provenienza.
CASCIOTTI
Tipico della provincia romana, deriva dal nome rinascimentale Casciotto,
troviamo questo nome a Firenze nel 1400, in un atto del 1427 viene citato
un Messer Casciotto.
integrazioni fornite da Carlo Casciotti
Uruguay
Traccia di questo cognome si trova a Firenze nel XV° secolo con
lo scrittore Bartolomeo Casciotti autore tra l'altro dei libri: Elogium
Sancti Augustini, Epitaphium e Crysis.
CASCONE
Cascone ha un grosso ceppo tra napoletano e salernitano, uno, altrettanto
grande nel ragusano ed uno nel tarentino, dovrebbe derivare dal termine
di origine spagnola casco (sorta
di elmo a calotta tonda usato dai fanti in guerra e dalle guardie),
forse ad indicare che i capostipiti, probabilmente di grossa corporatura,
fossero guardie o soldati, non si può peraltro escludere una derivazione
da nomi di oocalità come la Contrada Cascone di Napoli.
CASEI
Casei, ormai quasi scomparso, è un tipico cognome del lucchese,
della zona di Barga in particolare, potrebbe derivare dal nome del paese
di Casei nel pavese, ma non è molto probabile, mentre è più
facile ipotizzare una derivazione da una forma dialettale di uno dei tanti
toponimi Casella nello spezzino.
CASELLA
CASELLE
CASELLI
Diffuso in tutt'Italia Casella, Caselle è specifico del potentino,
di Melfi e Barile in particolare, tipico dell'Emilia e Toscana Caselli,
dovrebbero tutti derivare da toponimi quali: Casella (GE) - (TV), Caselle
(VR) - (TV) - (BO) - (SA) - (LO), Casellina di Scandicci (FI) o dal
nome di fondi medioevali come questo citato in una Cartula offertionis,
investiture et concessionis citato nel Codice
Diplomatico della Lombardia Medioevale a Pavia nell'anno 1177:
"...offero predicto monasterio nominative meam personam
et insuper omnes illas terras iuris mei quas habere videor in loco et fundo
Caselli et in
eius territorio,...".
CASELOTTI
CASELOTTO
Caselotti, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'area sudmilanese e
piacentina, Caselotto, sempre molto raro, è tipicamente veneto,
del veneziano in particolare, dovrebbero derivare dal fatto che le famiglie
abitassero in case coloniche fuori dal paese.
CASER
CASERI
CASERO
CASIERI
CASIERO
Caser ha un ceppo a Bolzano e Canal San Bovo nel trentino, ed uno a Chioggia
nel veneziano, Caseri, molto raro, è tipico della bergamasca, di
Carvico, Treviglio e Villa d'Adda soprattutto, Casero è tipico del
milanese, di Canegrate e Legnano, Casieri ha un ceppo romano ed uno a Canosa
di Puglòia nel barese ed a Cerignola e Storara nel foggiano, Casiero
ha un ceppo pugliese a Lucera nel foggiano ed Andria e Altamura nel barese,
ha un ceppo a Ferrandina nel materano, uno nel beneventano a San Giorgio
la Molara e San Bartolomeo in Galdo, ed uno romano, tutti questi cognomi
dovrebbero derivare dall'attività di mastro casaio (produttore di
formaggio) svolto dal capostipite.
CASERTA
Cognome tipico del meridione, di Campania, Puglia, Calabria e Sicilia,
deriva dal toponimo Caserta.
integrazione fornite da Giovanni
Vezzelli
Caserta è un cognome e toponimo che proviene dalla dizione latina
'casae hirtae'. In latino 'casa'
significa 'capanna'. La prima parte
del nome si riferisce al primo agglomerato di abitazioni, la seconda è
ispirata alla topografia elevata del villaggio antico.
CASERTANI
CASERTANO
Casertani, praticamente unico, dovrebbe essere un errore di trascrizione
di Casertano che è specifico del casertano di San Prisco in particolare,
derivano dall'etnico casertano, di Caserta.
CASETTA
CASETTE
CASETTI
CASETTO
Casetta ha un ceppo piemontese, in particolare a Montà nel cuneese,
a Canale ed Alba, e nel torinese a Torino, Moncalieri, Collegno, Pralormo
e Chieri ed a San Damiano d'Asti nell'astigiano, uno veneto nel trevisano
a Gaiarine, Vittorio Veneto e Gorgo al Monticano, uno emiliano a Ferrara
ed uno a Roma, Casette, assolutamente rarissimo, è di Chioggia,
Casetti ha un piccolo ceppo a Casalmaggiore nel cremonese, uno a Trento,
uno in Romagna a Cesena e Bagno di Romagna nel forlivese ed a Cervia nel
ravennate, ed uno a Roma ed Anguillara Sabazia nel romano, Casetto ha piccoli
ceppi in Piemonte, Lombardia e Veneto, dovrebbero tutti derivare dai molti
toponimi contenenti la radice Casetta, Casette o simili, presenti un pò
ovunque nell'Italia centrosettentrionale.
CASI
CASO
Casi è specifico dell'aretino, Caso è tipicamente meridionale,
soprattutto dell'area campana, del potentino, del foggiano, del barese
e del tarentino, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal termine
latino caseum (cacio,
formaggio), probabilmente ad indicare nei capostipiti dei pastori
o degli allevatori di bestiame da latte, o anche dei semplici casari.
CASIDDU
Casiddu è tipicamente sardo, del sassarese, di Ittiri, Sassari,
Uri ed Alghero, con un ceppo anche a Quartu Sant'Elena nel cagliaritano,
dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine sardo casiddu
(secchio, ma anche alveare).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CASIDDU: il vocabolo significa alveare. Sulla etimologia del termine
abbiamo due ipotesi. Potrebbe derivare dal latino casa
(casa), al diminutivo casella
(piccola casa, casetta; o invece da
qualus = cesto,
quasillum = cestino.
Ma in sardo il termine casillu o casilloni,
significa recipiente per mungere, quindi
per il latte. Ma, sia is casiddus, alveari che is casillus, recipienti
per mungere erano un tempo di sughero, cioè ricavati dalla corteccia
della quercia da sughero, pertanto supponiamo una origine comune. È
bene qui fare un excursus: in latino per arnia o alveare abbiamo cavea
(Virgilio - georgiche), che deriva da cavum,
tronco cavo, sughero della quercia,
etc. (vedi il cognome Cau). L'alveare in sardo
non è mai cavu o cau,
che pur significa cavo o anche muèddu = midollo. L'origine latina
rimane invece nel termine marracau (logudorese) e la sua variante burucau
(campidanese) che significano gruccione, in latino apiaster, che è
un uccello di piccole dimensioni (della grandezza di un merlo), che si
nutre di insetti e soprattutto di api ed è quindi il nemico numero
uno degli alveari. Marracau > marra cavum, che zappa (becca) l'alveare;
burucau > vurucau > vorocavum > che divora l'alveare. Attualmente il cognome
Casiddu è presente in 20 Comuni italiani, di cui 10 in Sardegna:
Ittiri 81, Sassari 32, Quartu 20, etc.
CASIELLO
CASILLA
CASILLI
CASILLO
Casiello è tipico dell'area che comprende il beneventano, il foggiano
ed il barese, con ceppi principali ad Altamura nel barese, San Giorgio
del Sannio nel beneventano e Biccari nel foggiano, Casilla è unico,
Casilli è presente un pò ovunque nel centrosud, ha un ceppo
a L'aquila, uno a Roma ed a Civitella San Paolo nel romano ed a Formia
nel latinense, a Campobasso, a Caivano e Napoli nel napoletano, a Lecce,
Squinzano, Carmiano, Cavallino, Veglie e Lequile nel leccese ed in Sicilia
a Capo d'Orlando, Messina e Mirto nel messinese, Casillo è tipicamente
campano, soprattutto del napoletano, casertano e beneventano, dovrebbero
tutti derivare da un soprannome dialettale derivato dal termine meridionale
dialettale casiello o casillo
che significa caciottina, o dal termine
medioevale casellum che significa casale,
abitazione rurale.
integrazione fornite da Giovanni
Vezzelli
Casiello è cognome tipico di Bari e Foggia che secondo Minervini
131 deriva dal cognome base Casa.
CASIGLI
CASIGLIO
Sia Casigli che Casiglio, estremamente rari, presenti sia al nord che al
sud, dovrebbero derivare da nomi di località come Casiglio d'Erba
nel comasco, Casiglio di Rutigliano nel barese, o altre simili, località
che derivano il loro nome dal cognomen latino Casilius
o Casillius.
CASIGLIANI
Casigliani, molto molto raro, sembrerebbe tipico di Pisa e del pisano,
dovrebbe derivare da un nome di località ora scomparso, probabilmente
un ager Casiglianus, cioè la
proprietà agricola di un Casilius
o Casillius (nome latino).
CASILE
CASILI
Casile, specifico del reggino, è tipico di Condofuri, Bova, Bova
Marina e Cardeto, Casili, assolutamente rarissimo, è anch'esso della
medesima area, dovrebbero derivare dal termine tardo latino casile
(abitazione o agglomerato abitativo di campagna),
di cui abbiamo un esempio d'uso nel foggiano, nell' XI° secolo, come
leggiamo nel Codex Diplomaticus Cavensis:
"In nomine domini, domno basili dibina gratia imperator
augusto deo propitio sexagesimo anno imperii eius, et cum eo regnante domno
costantino frater eius, sanctissimis imperatoribus nostris, mense ianuario,
decima indictione. Ideo qui nos sumus viri hoctabiano iudice filio quondam
iohanni iudicis, quam et poto filius leoni iudicis, qui sumus commorantes
intus cibitate luceria, declarati enim sumus intus in anc predicta cibitate
luceria, ante presentiam agelfrit iudicis et aliis nobiliores hominibus,
qui hic subtus conscripti sunt, quia pertinentem nobis abemus intus in
anc predicta cibitate luceria uno casile
bacuum, qui his dictus casile
nobis vindere congruum est, quam et nos mulieres lervisa et grima, qui
sumus uxores eiusdem ottabiani et poti, declarate enim sumus, quia in die
copulationis nostre de omnibus rebus et facultatibus eorum quartam partem
nobis emiserunt per eorum scriptum murgincab ab illis nobis firmatum....",
probabilmente ad indicare in questo modo la provenienza del capostipite
da zone di quel tipo.
CASILIO
Casilio, molto molto raro, è tipico de l'Aquila e di San Pio delle
Camere (AQ), potrebbe derivare dal nome tardo latino Casillius.
CASINA
CASINI
CASINO
Casina è praticamente unico, Casini è molto molto diffuso
nella zona che comprende l'Emilia, la Toscana, l'Umbria e l'alto Lazio,
Casino, molto raro, sembrerebbe di Poggiorsini (BA), dovrebbero derivare
tutto da nomi di località come Casina (RE), Casini (FI) (SI) e (PT),
Casino (SI) (PI) (RE) (FR) e (Roma) e molte altre, un esempio di quest'uso
si ha nel Codice Diplomatico della Lombardia medioevale
nell'anno 1153 a Lodi: "...in suburbio Sancti Naboris
de Laude et in quo suprascripti patruus et nepotes habitant, cui est a
mane et a sera via, a meridie fictuaria Arialdi
de Casino, a monte filiorum quondam Ambroxoni
de Bagnolo, sic ibique alii sunt coherentes...".
integrazione fornite da Giovanni
Vezzelli
Casini è cognome abbastanza diffuso, derivato da uno dei tanti
toponimi Casina, per lo più appenninici. Dal latino medievale casina
«cascina». Per il Modenese
ricorderò Casine di Sestola. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e
nel Modenese.
CASNICI
CASNICO
CASNIGHI
CASNIGO
Casnici è tipico dell'area basso bresciana, mantovana, in particolare
di Solferino, Cavriana e Castiglione delle Stiviere nel mantovano, Casnighi
è quasi unico ed occupa lo stesso areale, Casnico e Casnigo, estremamente
rari, sono propri del basso bresciano, tutti questi cognomi dovrebbero
derivare dal nome del paese di Casinicum,
nome medioevale dell'attuale paese di Casnigo
nel bergamasco, che prima venne chiamato Casnico,
come si arguisce da atti notarili del 1500, tracce di queste cognominizzazioni
le troviamo a Leno nel bresciano negli atti di una vertenza del 1561: "...
Pro domino Camillo Albino contra Iacomum f. q. Vincentii
Casnici, Angelum et Iosephum eius filium de
Gandelino sive del Agnello de Gaijdo nec non et nobilem dominum Iosephum
de Laude"; "Pro Camillo Albino instrumenta et executiones et actus contra
Vincentium Casnicum
et Iacomum eius filium et heredem, Angelum de Gandelino sive del Agnello,
Iosephum filium suprascipti Angeli omnes de Gaido, et dominum Iosephum
de Laude civem brixiensem eorum omnium laudatorem ...".
CASIRAGHI
CASIRAGO
Casiraghi è tipico lombardo, del milanese e della Brianza in particolare,
Casirago,quasi unico, è probabilmente un errore di trascrizione
del primo, derivano dal toponimo Casirago (CO) o Casirago (MI), paese da
cui il Barbarossa mosse per dirigersi verso Milano per poi distruggerla.
integrazioni proposte da Carla
Casiraghi
Nelle mie ricerche ho trovato in una parrochia nel libro dei battesimi,
nello stesso anno, le due versioni: quella relativa alla mia
famiglia (Casiraghi) e la versione Casirago, in quel caso però
il cognome prendeva il genere dal sesso del nascituro, se si trattava di
una femmina era Casiraga, Casirago se maschio. Quindi non sono convinta
che si tratti di un errore ma piuttosto di una tradizione. Casirago frazione
ora soppressa faceva parte del comune di Montevecchia così come
Maresso la maggioranza dei cui abitanti ha questo cognome e che sembra
esserne il punto originario. Peraltro molti toponimi della Lombardia portano
il suffisso ago e molti cognomi il suffisso aghi. Questo sembra essere
in relazione con agh o ager (campo di) probabilmente in questo caso Campo
di Cesare (Caesar).
CASLINI
Caslini è tipicamente lombardo, do Giussano e Carate Brianza nel
milanese, di Cisano Bergamsco, Bagnatica, Brembate di Sopra, Bergamo e
Scanzorosciate nel bergamasco, di Lecco e di Arosio e Mariano Comense nel
comasco, dovrebbe derivare dal nome del paese di Caslino al Piano o di
Caslino d'Erba nel comasco, probabili luoghi d'origine dei capostipiti.
CASOLA
CASOLI
CASOLO
Casola ha un ceppo nel varesotto a Gallarate, Inarzo, Vergiate e Ternate,
uno in Campania, nel napoletano a Napoli, Sorrento, Casoria, Giugliano
in Campania ed Arzano, nel salernitano a Positano e Salerno e nel casertano
a Macerata Campania, ed un ceppo in Sicilia nell'agrigentino a Cattolica
Eraclea ed Agrigento, ed a Castelvetrano nel trapanese, Casoli ha un ceppo
nel varesotto a Varese, Solbiate Arno, Mornago e Saronno, uno molto consistente
in Emilia, nel reggiano a Reggio Emilia, Castelnuovo di Sotto, Correggio,
Montecchio Emilia e Cadelbosco di Sopra, nel parmense, a Parma e Collecchio,
e nel modenese a Modena e Carpi, uno nel pesarese, a Pesaro, Petriano,
Sant'Angelo in Lizzola e Montecalvo in Foglia, e ad Ancona, ha un ceppo
a Gubbio nel perugino, ed un ceppo a Troia nel foggiano, Casolo sembrerebbe
avere due ceppi distinti, uno a Somma Lombardo nel varesotto ed uno nell'avellinese
a Montefalcione ed a Sant'Angelo all'Esca, questi cognomi derivano molto
spesso da toponimi come Casola, presente in più forme in Emilia
ed in Campania o Casoli presente prevalentemente in centro Italia, ma,
in molti casi, dovrebbero derivare dal nome medioevale Casolus,
Casola, di cui abbiamo un esempio d'uso
in uno scritto del 1544: "...Ac videbatur vtraque
pars perperam egisse, Casolus
quidem partim occultando omnia, neque explanando, quid sent ret de iis,
quae Synodus constituisset, et permittendo Synodum progredi in dogmatibus
sanciendis, cum interim inauditos condemnaret illa Protestantes...".
CASOLARE
CASOLARI
CASOLARO
Casolare, abbastanza raro, è tipico del napoletano, di Quarto, Pozzuoli
e Napoli, con un piccolo ceppo anche a Vairano Patenora nel casertano,
Casolari è specifico del modenese, di Sassuolo, Modena, Serramazzoni,
Fiorano Modenese, Prignano sulla Secchia, Formigine, Maranello, Pavullo
nel Frignano e Polinago, di Bologna, di Scandiano e Casalgrande nel reggiano
e di Ferrara, Casolaro ha un grosso ceppo a Napoli e nel napoletano, a
Casoria, Pozzuoli, Marano di Napoli, Ercolano e San Giorgio a Cremano,
con un piccolo ceppo a Frasso Telesino nel beneventano, a Salerno ed un
ceppo significativo a Foggia, questi cognomi dovrebbero derivare
da soprannomi, anche dialettali, originati dal fatto che la famiglia abitasse
in un casolare o casa colonica, cioè
in una casa isolata in mezzo alla campagna. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Piatta (SO), dove nella
prima metà del 1700 è Canonico un certo Pietro Andrea de
Casularis.
integrazione fornite da Giovanni
Vezzelli
Casolari è cognome di origine toponimica, abbastanza diffuso
nel Modenese. Una località Casulare
è nominata in una carta del vescovo di Modena Ubaldo nel 1146, e
in altre successive del 1156 e del 1175. Doveva trovarsi fra Portile e
Mugnano. Dal latino medievale casulare
«casa rustica». Fonte:
F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CASONATI
Casonati, assolutamente rarissimo, parrebbe del mantovano, di Ostiglia
in particolare, dovrebbe derivare da nomi di località come Casone
o Casoni, praticamente onnipresenti in Italia, il suffisso -ati
indica appartenenza, sarebbe come dire quelli
del casone o dei casoni.
CASORATI
Casorati è tipico dell'area che comprende le province di Milano
e Pavia, dovrebbe derivare dal fatto che il capostipite probabilmente era
originario del paese di Casorate Primo nel pavese.
CASORIA
Tipico del napoletano, di Cicciano ed Acerra in particolare, dovrebbe derivare
dal toponimo Casoria, in alcuni casi forse ad indicare un particolare rapporto
di sudditanza o di devozione verso il Vescovo di Napoli che in epoca tardomedioevale
risiedeva appunto in quella città, secondo alcuni potrebbe derivare
da caratteristiche della località di residenza con la presenza di
una casa aurea (da cui casoria).
CASOTTANA
CASSOTTANA
Casottana, praticamente unico, è dovuto ad un errore di trascrizione
di Cassottana, che, molto raro, è specifico di Genova, dovrebbe
indicare che la famiglia, rispetto agli abitanti che hanno attribuito il
soprannome al capostipite, abitasse in una zona più
bassa, infatti il termine sottana
indicava appunto questo fatto e cà sottana
è l'equivalente di casa più in basso,
può essere anche, più semplicemente che prendano il nome
da toponimi, con il nome Cassottana esistono località come quella
presso Cicagna nel genovese o quella di Monterosso al Mare nelle Cinque
Terre.
CASPANI
Sembra avere due ceppi, nel nord milanese e comasco e in Valtellina, deriva
dal toponimo Caspano (SO), tracce di questa cognominizzazione si hanno ad
esempio nel 1500 con un certo Stefano fu Tognij Betoni de Caspano di Grosio
che compare in un atto di vendita di alcuni terreni, nel 1600 la cognominizzazione
si perfeziona con ad esempio un Martino Caspanus sindaco della contrada
Viale di Grosio (SO).
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (SO)
Il cognome è presente in alcune province della Lombardia, tra
le quali Milano. Deriva dal toponimo Caspano, una frazione del comune di
Civo (SO). In provincia di Sondrio i Caspani sono presenti soprattutto
a Grosio e Mazzo in Valtellina, complessivamente poco meno di un centinaio
di famiglie. I Caspani si stabiliscono a Grosio nel corso del 1400, diventando
nei secoli successivi protagonisti della vita del borgo.
CASSAGHI
CASSAGO
Entrambi specifici del milanese
e del bresciano, dovrebbero derivare dal toponimo Cassago Brianza (LC)
o Casciago (VA),ma è pure possibile un'origine più antica,
in alcuni casi, direttamente da un latino Cassius ager (campo Cassio) modificatosi
in Cassiago e di lì Cassago o Cassaghi. Nel 1351 in un atto troviamo,
come nunzio giurato del Capitolo di S. Giovanni di Monza, Giovanni da Cassago,
in un atto del 1356 è citato un Marchese di Cassago: "...et
capituli intrinseci et extrinseci eiusdem ecclesie de Massalia: petiam
unam silve iacentem in territorio dictarum cassinarum de Mardegore ubi
dicitur ad terram ecclesie de Massalie, cui coheret a mane Petri de Ghizio
et in parte Marchesii de Cassago,
a meridie dicti Petri de Ghizio et a monte dicti Poli et est pertice viginti
vel circha ...".
CASSAI
Specificatamente toscano potrebbe
essere stato originato da un soprannome legato al mestiere di cassai (produttori
di casse).
CASSANDRA
CASSANDRI
CASSANDRO
Cassandra ha un ceppo a Latina e nel latinense a Carpineto Romano e Nettuno
ed a Roma, ma un nucleo principale esiste anche nel casertano a San Marcellino
e Castel Volturno, Cassandri, rarissimo, è romano, Cassandro invece
ha un ceppo nel veneziano, uno romano ed uno tra casertano e napoletano,
dovrebbero derivare dal nome di origine greca Cassandro
(ricordiamo la Cassandra troiana), nel Lazio esiste con questo nome una
maschera dal carattere credulone, facile da raggirare, perciò in
alcuni casi si potrebbe anche trattare di un origine da soprannomi ispirati
appunto a quella maschera.
CASSANEGO
Cognome tipicamente veneto, del
trevigiano, dovrebbe derivare da un toponimo antico Cassanego, antico borgo
medioevale, un tempo facente comune a se, vicino a Borso del Grappa (TV),
che deve il suo nome a San Cassano.
CASSANELLI
CASSANELLO
Cassanelli ha un ceppo nel milanese, uno tra modenese e bolognese ed uno
nel barese, Cassanello, molto molto raro, è tipico del genovese,
con un ceppo secondario nel cagliaritano, derivano da toponimi quali: Cassano
d'Adda (MI), Cassano delle Murge (BA), Cassano Spinola (AL), Cassano (MO),
è anche possibile, anche se non molto probabile che derivino in
qualche caso da un diminutivo del nome tardo latino Cassianus.
CASSANI
CASSANO
Cassani sembra avere tre zone d'origine, la Lombardia ed in particolare
la provincia di Varese e Milano, l'Emilia e Romagna e la provincia di Genova,
Cassano invece è presente in tutta Italia in particolare al sud
ed in Puglia soprattutto. Questi cognomi dovrebbero derivare da toponimi
quali Cassano, presente nell'avellinese, nel milanese, nel varesotto, nel
barese, nel cosentino e in tante altre parti d'Italia, ma non si può
escludere una derivazione dall'italianizzazione del nome arabo Hassan
che ha il significato di bello, carino.
Cassano è un'antica famiglia nobile, Guglielmo e Bartolomeo Cassano
furono feudatari a Napoli per mandato di Re Manfredi e Carlo I d'Angiò.
In Puglia nel 1330 troviamo Blasco e Giovanni, suo figlio, Castellani di
Brindisi, e successivamente vicere diella Calabria, nel 1435 troviamo dei
Cassano partecipare al governo di Napoli.
CASSANITI
Cassaniti ha un piccolo ceppo a Napoli ed uno nel catanese a Piedimonte
Etneo, Linguaglossa e Giarre, dovrebbe trattarsi di forme etniche neogreche
riferite a paesi come Cassano di Piano di Sorrento nel napoletano, Cassano
Irpino nell'avellinese o Cassano allo Ionio nel cosentino, indicando così
probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
CASSANMAGNAGO
Molto raro è tipico del nordmilanese, dovrebbe derivare dal toponimo
Cassano Magnago (VA).
CASSARA
CASSARINO
CASSARO
CASSAROTTO
Originario della provincia di Palermo
Cassara, della provincia di Agrigento Cassaro, mentre Cassarino è
tipico del sud della Sicilia, Cassarotto assolutamente rarissimo sembrerebbe
torinese, questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi legati al toponimo
Cassaro (SR) o al mestiere di cassaio (produttore di casse).
CASSARINI
Cognome decisamente bolognese,
dovrebbe derivare da un soprannome originato dal mestiere di cassaio (produttore
di casse).
CASSATA
Cassata è tipicamente siciliano, in particolare del palermitano,
di Palermo, Cefalù, Termini Imerese, Mentimiglia di Sicilia, San
Mauro Castelverde e Ciminna, con presenze anche nel messinese a Messina
e Barcellona Pozzo di Gotto ed a Piazza Armerina nell'ennese, potrebbe
derivare da un soprannome originato dal mestiere di pasticcere svolto dai
capostipiti, ricordiamo che la cassata siciliana è un dolce caratteristico
dell'isola.
CASSATARO
Cassataro è specifico del palermitano, di Pollina, Palermo e Cefalù,
dovrebbe derivare da un soprannome riferito al mestiere del capostipite,
in dialetto siciliano il cassatàru
(colui che prepara le cassate).
CASSE
Casse è tipico del torinese occidentale, di Salbertrand ed Oulx,
si dovrebbe trattare di un cognome provenzale, originario della Linguadoca,
dell'area di Tolosa e deriverebbe da toponimi di quella zona chiamati Casse
o Casses.
CASSERA
Dovrebbe derivare dal nome di una località il Pizzo della Cassera
tra bergamasca e Valtellina, personaggio di rilievo agli inizi del 1800
è stata la cremonese Contessa Càssera (1796-1855) una delle
gentildonne più ammirate nella Milano di quei tempi.
CASSERA'
Estremamente raro, dovrebbe essere siciliano.
integrazioni fornite da Emilio
Pepe
il cognome Casserà si dovrebbe collegare al termine arabo
qasr che vuol dire castello
o luogo fortificato. Il termine, in
siciliano antico è diventato cassaro
e venne utilizzato per denominare le strade princiapli di alcuni paesi
(compreso Palermo) in quanto portavano appunto
al castello.
CASSETTA
CASSETTI
CASSETTO
Cassetta è presente a macchia di leopardo, ha ceppi nel palermitano,
nel barese, nell'alta Campania, nelle province di Roma e Latina, nel perugino,
nel veneziano meridionale e nel torinese orientale, Cassetti, abbastanza
raro, sembra avere ceppi nel nisseno, nel ternano e nel bresciano, Cassetto
è rarissimo e sembrerebbe tipico del torinese.
CASSIA
Abbastanza raro sembrerebbe originario del siracusano, dovrebbe derivare
dal nomen latino Cassius della gens
Cassia.
integrazione fornita da Giovanni
Vezzelli
il cognome ha un'alta frequenza a Catania e Siracusa. il Rohlfs
lo fa derivare dal sic. càssia
= acacia, Cfr. G. Rohlfs: Dizionario
storico dei
cognomi nella Sicilia orientale, Centro di studi filologici e linguistici
siciliani, Palermo, 1984, p.65
CASSIANI
CASSIANO
Cassiani è presente a macchia di leopardo nel centronord, con ceppi
a Modena e nel modenese, a Pesaro ed a Roma, Cassiano ha un ceppo a Terranova
da Sibari e Praia a Mare (CS), con un nucleo principale nel leccese tra
Patù, Morciano Di Leuca e Castrignano Del Capo, e a Brindisi, derivano
dal nome tardo latino Cassianus di
cui abbiamo un esempio in questo testo del XII° secolo: "...Et
quia noster conpresbiter Cassianus
gratum duxit tue fore dignationi si meo consilio in civitate vestra clericatus
ordinem ducere censeantur, statui propter bonivolentiam tuam..".
CASSIBBA
Tipico di Comiso nel ragusano, dovrebbe derivare dal vocabolo arabo qhassab
(macellaio. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Comiso
nel 1600 con il notaio don Carlo Cassibba.
CASSINA
Tipico lombardo, del milanese in particolare, dovrebbe derivare dal termine
cascina forse ad indicare un colono abitante appunto in cascina, ma è
pure possibile una derivazione da toponimi come Cassina De Pecchi (MI)
o altri simili, tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel Codice
Diplomatico della Lombardia medioevale in un atto di vendita
dell'anno 1168 redatto a Milano: "..Anno dominice
incarnationis milleximo centeximo sexageximo octavo (a), decimo die mensis
decembris, indictione secunda. Constat nos Anselmum qui dicor Cassina,
filium quondam Iohannis, de civitate Mediolani,...".
CASSINAIA
Raro cognome delle provincie di
Milano e Lodi, l'origine dovrebbe essere da un soprannome derivato da un
toponimo come Cassina de' Pecchi (MI) o Cassina Nuova (MI) o altri ,oppure
potrebbe anche discendere da un soprannome legato alla località
di provenienza (la cascina).
CASSINARI
Originale del piacentino, potrebbe
derivare da un soprannome dialettale legato alla località di provenienza
(la cascina).
CASSINELLI
Cassinelli è specifico dell'Italia nordoccidentale, del Piemonte,
della Liguria e della Lombardia centrooccidentale,potrebbe derivare da
una forma ipocoristica del cognomen latino Cassinus,
ma è anche probabile che possa trattarsi di forme etniche stanti
ad indicare abitanti di paesi che contengano nel nome la radice Cassino,
come ne esistono molti in Italia, come Cassino d'Alberi nel lodigiano,
Cassino Scanasio nel milanese, Cassino Po nel pavese e così molti
altri.
CASSINERIO
Cassinerio sembrerebbe specifico del varesotto di Ferno in particolare.
CASSINI
Cassini ha un ceppo in provincia d'Imperia in particolare a Perinaldo,
Sanremo e Dolceacqua, uno nel milanese e nel bresciano, uno nel veronese
ed uno a Roma, dovrebbe derivare dal cognomen latino Cassinus
o da variazioni sul nomen della Gens Cassia,
ma è pure possibile, in alcuni casi, una derivazione dai tanti toponimi
Cassino situati in giro per la Lombardia.
CASSIO
CASSIOLI
Cassio ha varie presenze al nord, a Trieste in particolare, ha un ceppo
a Roma ed uno in Puglia a Foggia e Bari, Cassioli è tipicamente
toscano, in particolare dell'aretino a Foiano della Chiana e del senese
a Sinalunga, dovrebbero derivare direttamente o tramite una forma ipocoristica
dal nomen latino Cassius, il personale
della Gens Cassia.
CASSIS
Tipico del bergamasco, di Calcinate e Cavernago, potrebbe derivare da un
soprannome di origine oscura, le ipotesi di una connessione con il villaggio
di Cassis nel sud della Francia o con il cassis
(aroma di ribes) sono improbabili,
nell'udinese troviamo già nel 1700 i Conti Cassis Faraone.
CASSISA
CASSISI
Cassisa, molto raro è specifico trapanese, Cassisi, probabilmente
messinese, è distribuito sulla costa sudorientale della Sicilia,
di origine incerta, potrebbero essere nati da un soprannome derivato dal
vocabolo latino cassis (elmo)
o da un altro vocabolo latino cassis
(rete da caccia) o potrebbe definire
l'appartenenza alla gens Cassia.
integrazione fornite da Giovanni
Vezzelli
Cassisi è cognome della Sicilia orientale che deriva dal
vocabolo dialettale 'cassisi' = lungo,
alto. Rohlfs 65.
CASSISSA
Cassissa è specifico del genovese, di Genova, Serra Riccò,
Sant'Olcese e Lavagna, dovrebbe derivare dal nome dell'Alpe di Cassissa
situata nel genovese, sopra Vobbia, ai confini con l'alessandrino, probabilmente i capostipiti provenivano da quella zona.
CASSITTO
Molto molto raro è specifico del napoletano
integrazioni fornite da dr. Andrea
Jelardi (Napoli)
Nobilissima famiglia di origine tedesca il cui cognome originario era
Kassitt. I Cassitto, conti di Ortenburg, Stevburg e Cilia, giunti
in Italia vennero iscritti nel Libro d''oro del Patriziato di Ravello ed
un ramo della famiglia si trasferì da Ravello (SA) a Bonito (AV).
Lo stemma di famiglia raffigura tre campi triangolari con all''interno
tre uccelli, ai quali fu tolta la testa a seguito di contrasti tra un membro
della famiglia e l'Imperatore. Lo stemma di famiglia è riprodotto
all''interno del Duomo di Ravello.
CASSOL
Cassol, specifico del bellunese, di Santa Giustina, San Gregorio nelle
Alpi , Belluno e Feltre, potrebbe derivare da una forma dialettale veneta
per il toponimo Cassola nel vicentino, forse il paese di provenienza dei
capostipiti.
CASSOLA
CASSOLI
CASSOLO
CAZZOLA
CAZZOLI
CAZZOLO
Cassola ha un piccolo ceppo nell'alessandrino, a Brignano Frascata, Tortona
e Valenza, a Piacenza ed a Genova, ed un piccolissimo ceppo anche a Livorno
ed a Pisa, Cassoli ha un ceppo a Bologna ed a Casalecchio di Reno nel bolognese,
ed uno molto piccolo ad Anzio nel romano, Cassolo, quasi unico, è
dell'alessandrino, Cazzola è molto diffuso in tutto il settentrione,
con ceppi piemontesi ad Acqui Terme ed Alessandria nell'alessandrino ed
a Montabone e Vaglio Serra nell'astigiano, e con un ceppo a Genova e Savona,
un ceppo nel pavese, a Voghera, Verrua Po, Pavia, Pinarolo Po, Castelletto
di Branduzzo e Bressana Bottarone, ed un piccolo ceppo anche a Cosio Valtellina
nel sondriese, ha un grosso ceppo nel vicentino a Malo, Schio, Vicenza,
Isola, Vicentina, Arzignano, Monticello Conte Otto, Valdagno, Grumolo delle
Abbadesse, Caldogno e Costabissara, ha un grosso ceppo nel ferrarese, a
Ferrara, Goro e Copparo e nel bolognese, a Bologna ed Argelato, Cazzoli,
molto meno comune, ha un ceppo a Verona ed uno molto piccolo a Vo nel padovano,
presenta il ceppo più consistente nel bolognese a Bologna e San
Giovanni in Persiceto, Cazzolo, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto
ad un'errata trascrizione di uno dei precedenti, in qualche caso potrebbero
derivare dalla toponomastica, ad esempio dal nome di paesi come il vicentino
Cassola o il parmense Cazzola, ma molto più probabilmente derivano
da un soprannome riferito a fabbricanti o venditori di pentole e casseruole.
CASSOLARO
Cassolaro, assolutamente rarissimo, sembrerebbe piemontese e dovrebbe derivare
da un soprannome originato dal mestiere di produttore o venditore di pentole
e casseruole svolto dal capostipite.
CASSON
Specifico di Chioggia Casson è di origini incerte, potrebbe derivare
dal toponimo Cassone (VR), improbabile una derivazione dal nome franco
Cassyon, la più probabile è
dal suo derivato, il nome medioevale Cassone
di cui abbiamo un esempio tra la seconda metà del 1200 e l'inizio
del 1300 con Cassone della Torre arcivescovo di Milano.
CASSULLO
CASSULO
CAZZULLO
CAZZULO
Cassullo, molto molto raro, ha un ceppo ligure, piemontese ed uno nel molisano,
Cassulo, esclusivamente piemontese, ha un ceppo nell'alessandrino a Capriata
d'Orba, Novi Ligure ed Ovada ed a Rivarolo canavese nel torinese, Cazzulo
è specifico dell'alessandrino ,di Castelletto d'Orba, Ovada, Alessandria
e Novi Ligure, e del genovese di Genova in particolare, Cazzullo, assolutamente
rarissimo, è forse del cuneese, potrebbero derivare dal termine
medioevale cazzuolo o chalçuolo
(specie di stampo per la fusione dell'argento
e metalli preziosi), di questo arnese abbiamo un esempio in
questa ricetta del 1364: "...E poi vi metti questo
per dare cholore all'ariento: tolgli sei otavi di vetro pesto e uno otavo
d'osso di bue, chotto e pesto, e uno otavo di schalgliuola di ferro di
fabro, e lavala bene e mescola insieme e mettine di sopra nel chalçuolo,
dove dée istare l'ariento...", forse ad indicare che i capostipiti
facessero gli argentieri.
integrazioni fornite da Daniele
Zaia
In tutte le varianti questo cognome piemontese, deriva dalla voce dialettale
casù, che vuol dire mestolo.
CASTA
CASTI
Casta è tipicamente sardo, di Sanluri nel Medio Campidano, di Villaurbana
ed Oristano nell'oristanese, e di San Giovanni Suergiu ed Iglesias nell'iglesiente,
Casti, sempre sardo è tipico del meridione dell'isola, di San Sperate,
Cagliari, Quartu Sant'Elena, Villaspeciosa, e Quartucciu nel cagliaritano,
di Villacidro, Serramanna e Sardara nel Medio Campidano e di Iglesias,
Villamassargia, Carbonia e Domusnovas nell'iglesiente, dovrebbero derivare
dal termine sardo di origini catalane casta
(razza, stirpe, genia), ad indicare
probabilmente un'origine privilegiata dei capostipiti.
CASTAGLIOLO
CASTAGLIUOLO
CASTAGLIULO
Castagliolo, praticamente unico, specifico del salernitano, sembrerebbe
dovuto ad un'italianizzazione di Castagliuolo, che è caratteristico
di Forio sull'isola d'Ischia nel napoletano, Castagliulo, sempre ischitano,
praticamente unico, è dovuto ad un'ulteriore variazione dialettale
del precedente, dovrebbero derivare da un termine dialettale napoletano
basato sul termine spagnolo castillo
(pronuncia castiglio), che significa castello
e starebbe ad indicare nei capostipiti degli abitanti della zona del castello
aragonese nei pressi di Forio.
Comune in tutt'Italia Castagna, decisamente emiliano Castagnetti è
probabilmente originario della provincia di Modena, Castagnini è
veronese ed è anche ben rappresentato in Emilia, Castagnino ha un
ceppo nel genovese a Genova, Chiavari, Lavagna e Sestri Levante, uno calabrese
nel crotonese, a Petilia Policastro, Mesoraca e Roccabernarda, ed uno siciliano
a Siracusa, tipico bresciano Castegnini, Castagno ha un nucleo piemontese
nel cuneese e nel torinese ed uno campano tra avellinese e salernitano,
Castagnone è tipicamente piemontese, con un piccolo ceppo a Casale
Monferrato nell'alessandrino, Castagnoni praticamente unico, è del
pavese. Questi cognomi dovrebbero avere, direttamente o tramite ipocoristici
o accrescitivi, più o meno dialettali, un'origine da soprannomi
legati al mestiere di raccoglitore o di venditore
di castagne, ma potrebbero anche derivare da toponimi quali:
Castagneto nel modenese e nel reggiano o Castegnato nel bresciano.
Castagnaro ha un ceppo nel barese ed uno nel cosentino, Castagnari è
tipico di Recanati nel maceratese nelle Marche, Castagner è poprio
di Vittorio Veneto nel trevisano, Castagneri e Castagnero sono specifici
del torinese, Castegnaro è specifico del vicentino, di Montebello
Vicentino, Montecchio Maggiore, Brendola, Zermeghedo, Lonigo e Vicenza,
dovrebbero derivare tutti dal mestiere di raccoglitore o venditore di castagne
o anche da toponimi con questo tipo di radice come Castagnaro nel veronese.
CASTAGNAVIZZA
Castagnavizza sembrerebbe unico, presente oggi solo in Liguria, dovrebbe
derivare dal nome del colle della Castagnavizza tra Italia e Slovenia.
integrazioni fornite da Marida
Castagnavizza
il mio cognome Castagnavizza, non è ligure, mio nonno è
calabrese, pare che questo cognome gli sia stato dato nel momento in cui
è andato al militare, essendo figlio di n.n.
CASTAGNOLA
CASTAGNOLI
CASTAGNOLO
Castagnola è tipico dell'area che comprende il pavese, l'alessandrino,
il piacentino ed il genovese, con un ceppo antico anche a Napoli, di cui
si hanno tracce almeno dal 1500, Castagnoli, tipico della zona che comprende
l'Emilia e Romagna e l'alta Toscana, Castagnolo è tipicamente siciliano,
del messinese, dovrebbero derivare da soprannomi basati sul termine castagnola
(piccola castagna) o, molto più probabilmente, da nomi di località
omonime, come ne esistono molte dal nord al sud del nostro paese, a titolo
di esempio citiamo Castagnola di Franconalto nell'alessandrino, Castagnola
delle Ferriere nel piacentino e molte altre simili.
CASTALDI
CASTALDO
CASTOLDI
Castaldi è presente in tutt'Italia, con particolare concentrazione
nelle provincie di Varese, Ferrara, Firenze, Lazio e Campania, Castaldo
è decisamente campano, del casertano e napoletano in particolare,
Castoldi è lombardo di origine pavese. Tutti questi cognomi derivano
da soprannomi originati dal vocabolo gastaldo, dal longobardo gastald,
che originariamente aveva il significato di amministratore territoriale
eletto dal Re che gli affidava poteri civili, militari e giudiziari, poi
è diventato sinonimo di amministratore di proprietà o fattore.
CASTANI
Castani, molto raro, sembrerebbe specifico del varesotto, di Sumirago in
particolare, potrebbe derivare dal nome del paese di Castano Primo nel
milanese, forse il luogo d'origine del capostipite, ma non escludiamo che possa anche derivare dal nome tardo medioevale Castanus.
CASTANO
CASTANO'
Si individuano due ceppi di Castano, uno in provincia di Matera ed uno
in quella di Messina, Castanò invece sembrerebbe specifico della
provincia di Catanzaro, in particolare di Montepaone, Cortale, Soverato
e Gasperina, dovrebbero derivare dal nome tardo medioevale Castanus.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Castano cognome lucano, siciliano, calabrese e salentino. Viene dal
cognome greco Kàstanos, a sua
volta dal sostantivo kàstanon
= 'castagna'. Rohlfs 65.
CASTELFRANCHI
CASTELFRANCO
Castelfranchi, molto molto raro, ha un ceppo a Milano ed uno a Roma, Castelfranco,
ancora più raro ha una presenza nel chietino e forse un piccolo
ceppo a Modena, cognomi che potrebbero essere di origine ebraica, potrebbero
derivare dai moltissimi toponimi Castelfranco come ne abbiamo in Umbria,
nel rietino, nel bergamasco, nel cremonese ecc.
Castellan è tipico del Triveneto, Castellana ha un ceppo triestino,
uno nel piacentino, uno romano, uno pugliese ed uno siciliano, presente
in tutta Italia Castellano ha una grossa prevalenza al sud, soprattutto
in Sicilia, Puglie e Campania, mentre Castellani è decisamente del
centro nord, Castellari assolutamente emiliano ha anche un piccolo ceppo nel savonese, e Castellaro è veneziano,
ma esiste un ceppo anche nell'area tra la provincia di Alessandria e di
Genova. Castellazzi ha due zone d'elezione, la provincia di Bergamo e di
Modena, Castelletti è tipico lombardo, Castelli è molto diffuso
in tutt'Italia, Castellin, molto raro, è specifico del padovano,
Castellini, presente in tutt'Italia ha più aree di provenienza,
una tra le provincie di Brescia, Verona e Vicenza, un'altra nella liguria
orientale un'altra in Umbria e potrebbe essercene pure una in provincia
di Palermo, Castello ha ceppi sparsi a macchia di leopardo un pò
in tutt'Italia, Castellotti è lombardo delle provincie di Milano,
Pavia e Lodi, Castellucci è molto diffuso in Romagna, Toscana, Marche
e Lazio, nel materano e nel tarentino, Castelluccio è tipico dell'area
che comprende napoletano, salernitano, foggiano e potentino, con un ceppo
anche nel palermitano, Castelluzzo ha due ceppi uno nel palermitano ed
uno nel leccese. Tutti questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi
originati dal fatto di abitare in un castello o di essere alle dipendenze
in un castello, ma possono anche essere derivati da soprannomi legati a
toponimi contenenti nel loro nome la radice Castello.
integrazioni fornite da Daniele
Zaia
Suggerisco un etimo integrativo del cognome Castellano, diversa da
quella più evidente. Dovrebbe, per analogia con il cognome "Catalano"
anch'esso assai diffuso nel Meridione, indicare un'origine castigliana
della famiglia.
CASTELLANETA
Decisamente pugliese, Castellaneta è tipico di Gioia Del Colle,
Bitonto, Bari e Sammichele Di Bari nel barese, e di Taranto, dovrebbe derivare
dal toponimo Castellaneta (TA) indicando probabilmente il luogo d'origine
del capostipite.
CASTELNOVO
CASTELNUOVO
Castelnovo è tipico dell'area che comprende le province di Milano,
Varese, Como e Lecco, con un ceppo anche nel bresciano, Castelnuovo oltre
ad un'ottima diffusione nell'area del precedente ha significative presenze
anche nel romano, nel teatino, nel foggiano e nel napoletano, dovrebbero
derivare dai molti toponimi Castelnovo o Castelnuovo presenti in gran quantità
in tutt'Italia.
CASTELTRIONE
Casteltrione, quasi unico, dovrebbe derivare dal toponimo Castel Trione,
frazione della città di Amatrice nel reatino.
CASTELVECCHI
CASTELVECCHIO
Assolutamente rarissimi, Castelvecchi dovrebbe essere toscano e derivare
da toponimi come Castelvecchio di Vellano (PT), Castelvecchio Pascoli (LU)
o simili, Castelvecchio, di origine molto più incerta, dovrebbe
anch'esso derivare da un nome di località.
CASTELVETERE
Castelvetere è tipico di Ardore nel reggino, dovrebbe derivare dall'antico
nome di Caulonia, nel reggino, chiamata appunto Castelvetere.
CASTIELLO
Castiello è decisamente campano, particolarmente diffuso nel napoletano
e casertano, ma comunque ben rappresentato anche nel beneventano, avellinese
e salernitano, originato da un soprannome dialettale, dovrebbe derivare
dal fatto che le famiglie abitassero o provenissero da località
chiamate Castello o da rioni o contrade in prossimità di un castello.
CASTIGLIEGO
Castigliego è caratteristico e specifico di Manfredonia nel foggiano,
potrebbe trattarsi di un'italianizzazione del cognome spagnolo Castillejo.
CASTIGLION
CASTIGLIONE
CASTIGLIONI
Castiglion, estremamente raro, è veneto, probabilmente del vicentino,
Castiglione ha un importantissimo nucleo siciliano, ma presenta ceppi nel
cosentino e nel crotonese, nel barese e nel napoletano, nelle province
di Roma, Firenze e Milano, in Liguria ed in Piemonte, Castiglioni è
presente in tutto il centro nord si individua un importante ceppo nelle
provincie di Varese e Como, ma potrebbero esserci altri ceppi in provincia
di Rimini, di Verona, di Lucca e di Genova. Questi cognomi discendono da
toponimi quali Castiglione d'Adda (LO), Castiglione d'Asti (AT), Castiglione
d'Intelvi (CO), Castiglione Olona (VA), Castiglione Chiavarese (GE), Castiglione
Mantovano (MN), ecc.. Nel 1000, nel varesotto si trova tra gli altri
il casato nobiliare, dei Castiglioni che si fregiavano allora del titolo
di Capitani di Castiglione Olona e che nel secolo successivo erano tra
le più nobili famiglie del Seprio, nel 1300 a Casciago (VA) troviamo
la nobile e influente famiglia Castiglioni tra le più abbienti e
potenti, nel 1400 c'è un Branda Castiglioni Vescovo di Como, e un
suo omonimo Vescovo di Piacenza, creato Cardinale nel 1411dall'antipapa
Giovanni XXIII, a Berbenno, in Valtellina, nel 1450 l'arciprete Guidotto
Castiglioni è alla guida della pieve, il Guicciardini nelle sue
Memorie cita, riferendosi a nobili cavalieri fiorentini del 1400:
"...messer Luigi Ridolfi, messer Matteo
Castiglioni, Niccolò da Uzzano...",
a Elice (PE) nel 1500 la famiglia Castiglioni di Penne risulta fra i ricchi
proprietari terrieri: "...Istromento di ratifica
di una vendita di un terreno feudale in contrada delli Sanarci a beneficio
dell'Università dell'Elce colla renuncia del patto redimendo, contro
D. Francescantonio e D. Pompeo Castiglioni
eredi del quondam Camillo Castiglioni...",
nel 1700 i Castiglioni sono Marchesi a Calcio (BG).
CASTORANI
Cognome tipico del teramano, dovrebbe derivare dal toponimo Castorano(AP).
CASTORI
CASTORO
Castori, abbastanza raro, ha un ceppo romagnolo, uno nel perugino, uno
a Roma ed uno nel nuorese, Castoro, presente sporadicamente al sud, ha
un ceppo consistente nel barese, soprattutto ad Altamura, Grumo Appula
e Toritto, dovrebbero derivare dal nome latino Castorus
o Castorius, a sua volta derivato dal
nome greco Kastor (castoro),
uno degli argonauti, famosissima la coppia di gemelli Castore
e Polluce, immortalati nella costellazione
dei Gemelli.
CASTORINA
CASTORINI
CASTORINO
Castorina è tipicamente siciliano, di Catania, Acireale, Aci Castello,
Giarre, Aci Catena, Gravina di Catania, Riposto, Misterbianco, Zafferana
Etnea, Aci Sant'Antonio e San Giovanni la Punta nel catanese, con presenze
anche a Messina e Taormina nel messinese, Castorini, quasi unico, ha qualche
presenza nel napoletano e nel brindisino, Castorino ha un piccolo ceppo
nel messinese, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale basato sul
termine arcaico casturinu, un tipico
panno di lana pesante usato per ripararsi
dai rigori invernali o notturni nei pascoli, forse ad intendere che i capostipiti
facessero i pastori.
CASTRACANE
CASTRACANI
Estremamente rari entrambi, Castracane sembra avere oltre ad un ceppo napoletano
anche un'origine nel centro Italia, Castracani parrebbe della zona tra
Toscana e Marche, derivano da soprannomi legati ad un mestiere o ad un'attività
militare, tracce di questa cognominizzazione si trovano nel 1300, nella Vita
di Castruccio Castracani Niccolò Macchiavelli scrive: "...famiglia
de' Castracani è
connumerata intra le famiglie nobili della città di Lucca,..."
CASTREZZATI
Castrezzati è specifico del bresciano, di Brescia, Collebeato, Gussago,
Cellatica e Rodengo Saiano, dovrebbe derivare dal nome del paese bresciano
di Castrezzato, probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
CASTRI
CASTRINI
CASTRINO
CASTRO
CASTRONE
CASTRONI
Castri ha presenze in Toscana, un ceppo nel romano, a Rocca di Papa e Roma,
ed uno a L'Aquila, Castrini ha un ceppo lombardo nel bresciano, a Desenzano
del Garda, Pozzolengo, Sirmione e nel vicino mantovano, ed uno nella zona
centrale che comprende Abbadia San Salvatore nel senese, Todi nel perugino
ed il ternano, Castrino sembrerebbe ormai scomparso in Italia, Castro sembra
avere oltre al nucleo nel catanese, anche un ceppo nel barese ed uno nel
napoletano, con sparute presenze anche in Sardegna, Castrone è quasi
unico, Castroni ha un ceppo a Martinsicuro nel teramano ed uno a Roma,
dovrebbero derivare, direttamente o attraverso ipocoristici o accrescitivi,
da nomi di località contenentri la radice Castr-,
come si può evincere da questo testo del 1399 rinvenuto nel pavese: "...Ego
Iohannes de Castro,
filius quondam domini Gaspardi de Castro
Arborii, publicus imperiali autoritate notarius...".
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CASTRO: castello, roccaforte; dal latino castrum
= luogo fortificato. Nella lingua sarda,
soprattutto nella variante logudorese, col termine castro
o castru o castra
si indica una fortezza antica, ma anche
i nuraghi, che sono considerati le
più antiche fortificazioni della Sardegna. Citiamo alcuni luoghi
fortificati, molti dei quali sono scomparsi o di cui restano soltanto i
ruderi: Castra, abitato scomparso( sede di una Coorte romana di equites
- cavalieri - Liguri), almeno sino al 74 d. C.) ubicato a circa 4 chilometri
da Oschiri. Fu capoluogo della Curadorìa di Montecuto, del
regno giudicale di Torres. Nel 1324 passò alla Corona d'Aragona
e quindi al Regno (aragonese) di Sardegna; poi fu infeudato dal re Pietro
il Cerimonioso a Giovanni d'Arborea, fratello "ribelle" di Mariano IV°
(padre di Eleonora) ed infine tornò al Regno di Sardegna; non sappiamo
per quale motivo, durante la seconda parte del XV° secolo fu abbandonato;
Castro o Castello di Sant'Antioco, ubicato nei pressi dell'abitato, del
quale restano poche tracce. Abbiamo diversi riferimenti: la prima notizia
dell'esistenza del Castello è del conte della Marmora, Alberto Ferrero,
nel suo "Viaggio in Sardegna" del 1839. Successivamente ne parla Vittorio
Angius nel D. G. S. S. C. degli Stati di S. M. il re di Sardegna, nel 1841.
Si trattava di una fortezza composta da 7 torri, situata in posizione strategica,
subito dopo il ponte, che ancora oggi collega l'isola (di Sant'Antioco)
alla terra ferma; ed ancora: Castrum Ianuense, l'attuale Castelsardo; Castrum
Platearum, l'attuale Las Plassas, etc. etc. Attualmente il cognome è
presente in 257 Comuni italiani, di cui 2 in Sardegna: Abbasanta 9, Selargius
3. E' invece un cognome diffuso in tutta Italia, con maggiore frequenza
in provincia di Catania. Lo ritroviamo nelle carte antiche della Sardegna,
ma nella forma De Castro. (vedi De Castro).
CASTRICIANO
Castriciano è tipico di Messina, si potrebbe trattare di una forma
etnica di comuni come Castroreale nel messinese, ma è pure possibile
che derivino invece da un fundus castricianus
mediovale di cui si siano perse le tracce, cioè della proprietà
rurale di un Castricius, non si può
escludere, anche se veramente improbabile, una derivazione dal termine
tardo latino castrucianus (piccolo porcile).
CASTRIGNANO
CASTRIGNANO'
Castrignano è tipicamente pugliese di Monopoli, Spinazzola e Bari
nel barese, di Manfredonia nel foggiano, di Calimera nel leccese, di Brindisi
e di Taranto, con un ceppo anche ad Anzi nel potentino, Castrignanò
è specifico del leccese e brindisino, di Calimenra, Copertino, Lecce,
Melendugno, e Campi Salentina nel leccese e di Brindisi, dovrebbero derivare
dal nome dei paesi di Castrignano de' Greci o Castrignano del Capo, entrambi
nel leccese.
Castriota ha presenze sparse nella zona litoranea adriatica dal pesarese
al leccese. con presenze anche nel cosentino, Castrioti, assolutamente
rarissimo, sembrerebbe del beneventano, Castrioto, molto molto raro, è
del leccese, Castriotta ha un ceppo a Trieste, uno, il più consistente
a Manfredonia nel foggiano, con presenze anche a Foggia ed a Molfetta nel
barese, Castriotti, assolutamente rarissimo, è specifico di Venosa
nel potentino, dovrebbero essere di origini albanesi e derivare in qualche
caso dal cognome albanese Kastrioti,
dovrebbe trattarsi di una forma etnica grecanica, dove il suffisso -ota
sta per abitante di, riferita forse
in qualche caso anche a paesi come Castrignano dei Greci o Castrignano
del Capo nel leccese, o come Castronovo di Sant'Andrea nel potentino o
come i moltissimi paesi, sia italiani che del territorio della costa dalmata,
contenenti la radice Castro derivata
dal termine latino castrum (insediamento
militarizzato, accampamento, luogo fortificato), famosissimo
è stato il principe albanese di Kruje Gjergj Kastrioti Skënderbeu
(1405 - 15468) eroe nazionale d'Albania, che riunì i vari principati
dell'Epiro e di Albania per opporsi contro l'invasore turco, Kruje si arrese
agli ottomani solo 10 anni dopo la sua morte, il casato dei Castriota ottenne
dal Re d'Aragona, dopo la morte di Gjergj, il ducato di SanPietro in Galatina
e la contea di Soleto nel leccese, Giovanni, figlio di Scanderbeg, sposando
Irene Paleologo, ultima discendente della famiglia imperiale di Bisanzio,
divenne di fatto l'ultimo rappresentante dell'Impero Bizantino ed i discendenti
della famiglia Castriota Scanderbeg oggi rimangano gli unici discendenti
diretti degli ultimi imperatori di Costantinopoli.
CASTROFILIPPO
Specifico di Palermo e del palermitano, cognome abbastanza
recente, deriva dal toponimo Castrofilippo (AG).
CASTROGIOVANNI
Castrogiovanni, decisamente siciliano, molto diffuso in tutta l'isola,
ma particolarmente nell'ennese da dove è originario, dovrebbe derivare
dal toponimo Castrogiovanni, l'antico nome della città di Enna.
CASTRONOVO
Castronovo è tipico della Sicilia centrooccidentale, dovrebbe derivare
dal toponimo Castronovo di Sicilia (PA).
CASTRONUOVO
Castronuovo è tipico della zona che comprende la Basilicata ed il
tarentino, dovrebbe derivare da toponimi come Castronuovo di Santandrea
(PZ).
CASTROVILLARI
CASTROVILLI
Castrovillari è tipico del cosentino, di Acri, Bisignano, Castrovillari,
Luzzi, Corigliano Calabro e Rocca Imperiale e del Salento, Castrovilli
è specifico del barese, di Minervino Murge in particolare, dovrebbero
derivare dal toponimo calabrese Castrovillari.
CASU
Estremamente diffuso in tutta la Sardegna, dovrebbe derivare dal mestiere
di produttore di formaggio casu in
lingua sarda.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CASU: su casu = cacio,
formaggio. Dal latino caseus.
Su casu de craba; su casu de brebei; su casu de
bacca = il formaggio di capra, di pecora,
di vacca. Su cabacasu è
la farfallina notturna. La forma di
formaggio è detta: una piscèdda
o piskèdda de casu. Il
pasto tipico proverbiale dei sardi: pani e casu
e binu a rasu = pane e formaggio e
vino a bicchieri ben pieni. In erboristeria: su
casu cottu è l'orchis
> orchidea selvatica; è detta
così anche la fumaria officinalis
> erba acetina. Su
trattacasu è la grattugia del
formaggio. Su casu de Santu Franciscu
sono le bacche della malva (narbèdda).
Come cognome è presente nelle carte antiche della lingua sarda.
Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, abbiamo: Casu Comita,
ville Gurrutta ( * Gurrutta.odierno Brutta - Contrate de Ardar et Meylogu);
Casu Georgio, ville Cerchillo(* Cerchillo... attuale Berchidda. Curatorie
de Costa de Valls); Casu Guantino, major ville de Biti(attuale Bitti);
Casu Joanne - de Castri Januensis(Castelsardo); Casu Mariano, jurato ville
Petra Veurra (* Petra Veurra.distrutto. Campitani Majoris); Casu Mario
- ville de Dosille(* Dosìlle.Osìdda (Contrate Montis Acuti
- Ozieri); Casu Nicolao, ville Selluri( Sanluri - Seddori); Casu Petro,
jurato ville Bonorbe(Bonorva); Casu Petro, ville Lunamadrona (Lunamatrona
- Contrate Marmille). Nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI°,
XIII° secolo abbiamo: Casu Ithoccor (18), testis parthizione de servis(teste
in una partizione di servi): parthiuimus a Merkisa cun sos Casus et cun
donna Iusta de Cleu et cun Dorgotori Pinna et intrait a Sancta Julia su
latus et ad Sanctu Petru su pede et comporai a Juanne de Rosa et assos
Casus et a donna Justa de Cleu et assu frate, sas iij dies ki minde essiat.
( abbiamo diviso Merchisa con i Casu e con donna Justa e con Dorgotori
Pinna e toccò a Santa Giulia la metà (del servizio) e a San
Pietro un quarto; ho comprato Juanne de Rosa dai Casu e da donna Cleu e
dal fratello, per le tre giornate che mi mancavano). Nel testo del Fara
de Rebus Sardois IV (106/18), figurano: (1)Casu Antonius, firmatario, per
conto di re Giovanni d'Aragona, del trattato di pace con Eleonora d'Arborea
(LPDE del 1388); il trattato fu firmato il 5 febbraio del 1388 e sottoscritto
quindi dai seguenti delegati: Ximen Perez de Arenòs in nome di Giovanni,
re di Aragona e di Sardegna, Comita Pancia di Arborea, Tommaso Serra di
Arborea e Antonio Casu di Sassari.> Ximen Peres de Arenoso pro Ioanne Aragoniae
et Sardiniae rege, Comita Pancia arborensis, Thomas Serra arborensis et
Antonius Casu sassarensis.). (2) Casus Ioannes( 196/4): Anno 1463, 7 Kal.
Novembris, ad Synodum provincialem Turritanam vocati, convenerunt (alla
data del 26 ottobre 1463, fu convocato il sinodo provinciale turritano,
al quale parteciparono.): Antonius Cano archiepiscopus turritanus; Sisinnius
episcopus bisarchensis; Nicolaus episcopus ampuriensis; Iacobus episcopus
sorrensis; Petrucius abbas S.ti Michaeli de Plano; Ioannes Magnus archipresbyter
sassarensis; Guantinus de Luna canonicus et vicarius turritanus; Pantaleus
de Serra canonicus turritanus; Elias Masala canonicus turritanus; Gonnarius
Pilus canonicus turritanus; Franciscus Cano rector de Sennoris procurator
episcopi plovacensis; Ioannes Casus canonicus e procurator episcopi castrensis;
etc. (3) Casus Matthaeus(28/12): ambasciatore sassarese, che insieme ad
altri nobili sardi, tra cui anche il giudice Ugone II° d'Arborea, giurarono
fedeltà al principe Alfonso d'Aragona, che si accingeva alla conquista
della Sardegna, con una potente flotta, e un forte schieramento di terra.
Siamo nell'anno 1323. Dopo circa un anno di guerra, fatta soprattutto di
assedi di roccaforti ( Villa di Chiesa >Iglesias, resistette eroicamente
per ben sette mesi e otto giorni), in data 19 giugno 1324, si arrese anche
Castel di Cagliari e nella Cattedrale di Bonaria fu riconosciuta una nuova
entità statuale: nacque di diritto e di fatto il Regno di Sardegna,
detto all'inizio Regno di Sardegna e Corsica. Questi fatti storici riportati
nel testo del Fara, si ritrovano, perfettamente rielaborati, nel Di. Sto.
Sa. di F. C. Casula.
CASULA
CATZULA
Casula, decisamente sardo, è molto diffuso in tutta l'isola, con
massima concentrazione a Cagliari, Selegas, Assemini e Serdiana (CA), Siris
ed Oristano (OR), Villamassargia, Carbonia e Iglesias (CI), Olbia (OT)
e Nuoro dovrebber derivare da soprannomi derivati dal termine sardo casula
(stazzo, ricovero di campagna) forse
grazie all'attività di pastore del capostipite.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CASULA; CATZULA: in tutte le parlate dell'isola significa pianeta,
veste che portano i sacerdoti per celebrare la messa. Dallo
spagnolo casulla. Dal latino casula.
In latino oltre a pianeta significa
anche piccola casa. Come cognome è
diffuso in tutta la Sardegna sin dai tempi antichi. Tra i firmatari
della Pace di Eleonora, LPDE, del 1388, figurano: Casula Anthonio, majore
(amministratore, sindaco) ville Gorare ( * Gorare ...Odierna Borore. Marghine
de Gociano); Casula Arçoco, ville Laconi (** Laconi.et Contrate
Partis Alença et etc. seu Atara Barçolo, officiali Curatorie
de Parte Alença. In posse Penna Ambrosii et filii Guiducii (Penna)
notari...die XII januarii 1388.( nisi pastores bestiarium et etc.). Nel
Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI°, XIII° secolo, figura
il nome Casula: monticlu de Casula (19°), in una compera di terre (comporu):
comporaili a Gunnari de Thori Pistanka su latus (la metà) dessu
saltu d'Arave( paese medioevale, villa, bidda, scomparsa verso la fine
del XIII° secolo. Appartenne alla Curadorìa di Flumenargia,
nel regno giudicale di Torres).et fallat in sos ballicos(declina in piccole
valli) derettu assu monticlu de Casula( dritto sino al colle di Casula).
Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo,
abbiamo: Casubla (Casula - la b risulta aggiunta da altra mano, per indicare
il richiamo) Michali, servo in Usune (l'attuale Usini: (SS)
centro abitato con 4000 anime, ad economia agricola, famoso per i suoi
vigneti), e la figlia Maria (256): ego presbiter Dericor ki poniu
in custu condake II terrales (due coloni) integros a Ytcioccor de Bosia,
fiiu (il figlio) de Janne Carica et a Maria, fiia de Michali Casubla.Nella
storia ricordiamo Casula Antonio, illustre personaggio di Nurri, vissuto
nell'ultimo periodo spagnolo del Regno di Sardegna. Nel 1701 ottenne il
cavalierato ereditario e la nobiltà. Lasciò tutto il suo
patrimonio ai Gesuiti, perché fondassero un collegio religioso a
Nurri (centro abitato del Sarcidano - prov. CA - con 2430 anime; le sue
origini sono preistoriche. L'antico edificio del Collegio dei Gesuiti è
oggi adibito a Sede del Municipio). Il cognome Casula è attualmente
presente in 458 Comuni italiani, di cui 204 in Sardegna: Cagliari 376,
Sassari 214, Assemini 186, Olbia 133, etc. Catzula(si tratta probabilmente
della trascrizione errata di Casula, che è presente a Meana Sardo
in numero di 40 e a Bosa in numero di 26), è presente in 9 Comuni
italiani, di cui 2 in Sardegna: Meana Sardo 32, Bosa 3.
CASULLA
CASULLI
CASULLO
Casulla, quasi unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione
dei successivi, Casulli è specifico del barese, dove è molto
diffuso a Putignano e Noci, con buone presenze anche a Massafra e Palagiano
nel tarentino e nel barese anche a Castellana Grotte, Mola di Bari, Alberobello,
Conversano e Monopoli, Casullo, decisamente più raro, è specifico
del foggiano, di Accadia e Monteleone di Puglia, potrebbero derivare da
nomi medioevali di località come questa citata in un atto napoletano
del 1263: "'...abitator de loco qui nominatu Casulla
Balentiana...", ma si può anche prendere in considerazione
una derivazione dal termine spagnolo casulla
(casula, l'antico nome della pianeta
sacerdotale, il paramento liturgico usato dal presbitero per
presiedere la celebrazione eucaristica, una sorta specie di lungo poncho),
forse perchè i capostipiti fossero soliti indossare questo tipo
di veste.
CASUMARO
Casumaro, abbastanza raro, sembrerebbe specifico di Megliadino San Vitale
nel padovano, difficile non ipotizzare una derivazione dai toponimi Casumaro
di Finale Emilia (MO) o Casumaro di Cento (FE), anche se quest'ultimo non
è così lontano da non essere il più probabile come
luogo d'origine della famiglia.
CATACCHIO
Decisamente di Bari, potrebbe derivare da un soprannome dialettale.
integrazioni fornite da Domenico
Francesco Catacchio
origine potrebbe essere greca cata-kios ovvero venuto dall'isola
di Kios.
CATAGINI
Assolutamente rarissimo è tipico del vicentino, potrebbe derivare
da un soprannome dialettale.
integrazione di Luigi Colombo
Nel Nord un cognome come Catagini fa pensare immediatamente a Cà
Tagini, cioè a Casa dei Tagini, i Catagini sembrerebbero originari
di Altavilla Vicentina..
Catalan, rarissimo, sembrerebbe triestino, Catalani è raro e sembra
avere un ceppo nel Lazio ed uno nelle Marche, Catalano è diffusissimo
in tutt'Italia sembrerebbe decisamente centro meridionale, ma potrebbero
esserci anche altri ceppi in Liguria, tra Bologna e Firenze e in Lombardia,
Catalanotto è tipicamente siciliano, della parte occidentale dell'isola,
di Salemi e Castelvetrano nel trapanese, di Palermo e di Ribera nell'agrigentino,
Cataloni, quasi unico, è del centro Italia, Catelan è del
vicentino, Cattelan è molto diffuso in tutta l'area vicentino, trevisana,
padovana e veneziana, Catelani è toscano, delle province di Lucca
e Firenze, Cattalan, quasi unico, è forse veneziano, Cattalani molto
raro potrebbe avere oltre al ceppo marchigiano anche uno, probabilmente
secondario nel mantovano, Cattalano rarissimo, sembra proprio del torinese,
la loro origine è o direttamente dal nome medioevale italiano Catalanus
o da soprannomi originati dalla provenienza geografica del capostipite,
la regione della Catalogna in Spagna, origine che può essere reale
o attribuita a chi, come i legionari veterani di Pompeo, aveva effettuato
delle campagne in Spagna, ma è anche da prendere in considerazione
un'origine ebraica a seguito della cacciata degli ebrei dalla Spagna. Nel
1200 sulla Nova Cronicha del Villani si legge: "...due
cavalieri frati godenti di Bologna per podestadi di Firenze, che l'uno
ebbe nome messer Catalano
de' Malavolti, e l'altro messer Loderigo delli Andalò, ...",
sempre nel 1200 in un atto leggiamo: "...dominico
de Villalonga Ferrarius Catalanus,
«haereticorum terror»,...", nel 1300 nell'elenco dei
vescovi fatti da Giovanni XXII° si trova Jordanus
Catalanus, nel 1500 troviamo un famoso pittore Gian Domenico Catalano,
in un atto rogato a Monterubbiano (AP) si parla di 1500 ducati, impegnati
a favore di un tale ebreo Abraham Catalanus.
integrazioni fornite da Norberto Catelani
Molto probabilmente Catelani è dovuto ad un errore di trascizione
in quanto forse originariamente il cognome era Catalani. E' presente un
ceppo nella Versilia Storica (Stazzema). Tracce di tale cognome si trovano
a partire dalla metà del 1700.
CATALDI
CATALDO
Cataldi, abbastanza diffuso in tutto il sud ha ceppi importanti in Puglia,
Basilicata, Calabria e Sicilia, ma sembrano esserci nuclei anche nel Lazio
e nelle Marche, Cataldo è specifico di tutto il sud, derivano dal
nome medioevale Cataldus, di cui si ha traccia ad esempio in un atto di
donazione del 686 scritto in Cremona, dove si può leggere: "In
nomine domini Dei et beatissimi auctoris nostri Iesu Christi et beate matris
eius Marie domine nostre. regnantes gloriosissimis domnis nostris Pertharith
et Chuniberth uiri excellentissimi regibus, anno regni eorum decimo sexsto
et nono... ...Ego Cataldus
indignus primus presbiter ut primerius ut custus Sancte Marie huic cartula
donactonis et dotacionis a nobis facta subscripsimus et probaui...",
ma è pure possibile una derivazione da toponimi come San Cataldo
(CL) o San Cataldo di Bella (PZ) o dal termine longobardo Gastaldo (vedi).
Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Messina nel 1300, in un
testamento infatti si legge: "...et meridiem est
via pubblica et a septentrione hospitium dicti Donni
Cataldi et tertiam partem bonorum et iurium
suorum existentium ...".
CATALE
Assolutamente rarissimo, sembrerebbe originario dell'alta Basilicata, dovrebbe
derivare da modificazioni dialettali di nomi di località contenenti
la radice Cataldo, come San Cataldo di Bella (PZ) e simili.
CATALFAMO
Catalfamo è tipicamente siciliano, della zona orientale dell'isola,
del messinese in particolare, di Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Castroreale,
Terme Vigliatore, Milazzo e Furnari, dovrebbe derivare da un soprannome
grecanico a sua volta derivato dai termini greci katà
(contro) e phamà
(grido, voce, che parla), con il senso
di antagonista, ribelle, anche se non si può escludere che
si tratti di un'alterazione dialettale del termine greco καταφαίνω
katafaino, che significa mostrare,
evidenziare, ma anche rappresentare,
forse ad identificare nel capostipite una specie di oracolo o comunque un uomo di religione.
CATALIN
Catalin è tipico di Villar Pellice e Luserna San Giovanni nel torinese,
dovrebbe derivare dal nome Cathelin
forma maschile savoiarda del nome Caterina.
CATALINI
CATTALINI
Catalini è tipico marchigiano, della provincia di Macerata, Cattalini
sembra avere un ceppo tra le province di Sondrio e di Brescia ed uno tra
le province di Reggio e di Lucca, dovrebbero derivare da modificazioni
del nome Catalina, una variante del nome Caterina. Tracce di questa
cognominizzazione le troviamo in un atto del 1 febbraio 1481 scritto a Mombasiglio
(CN): "...Actum in recepto Montisbaxili in quadam
domo Antonii Catalini..."
e nel 1600 a Civago (RE) con don Giacomo Cattalini.
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (SO)
Cattalini è presente nella zona di Tirano (SO) da almeno tre
secoli. Fino all'800 si scriveva Catalini. Diversi Cattalini sono emigrati
negli ultimi due secoli dal mandamento di Tirano verso Stati Uniti, Argentina,
Brasile, Australia.
CATALLI
CATALLO
CATULLI
CATULLO
Catalli ha un ceppo a Pescina nell'aquilano ed uno a Roma, Catallo ha un
ceppo nel frusinate a Isola del Liri, Casalvieri, Arpino, Sora ed Anagni,
ed a Roma, Catulli, assolutamente rarissimo, ha un ceppo a Caprarola nel
viterbese ed a Roma, Catullo ha un ceppo a Venezia, uno a Roma, Civitavecchia
e Velletri, uno a Castel di Sangro nell'aquilano, ed uno a Napoli, tutti
questi cognomi dovrebbero derivare dal cognomen latino Catallus
o Catullus, forme ipocoristiche del
più noto Cato, Catonis,
reso famoso da Marco Porcio Catone il Censore e da Marco Porcio Catone
l'Uticense.
CATALUFFI
CATALUFFO
Cataluffi ha un ceppo umbro, in particolare a Foligno, ed uno romano, Cataluffo,
quasi unico, parrebbe dell'area aquilano, laziale, e potrebbe derivare
dal nome di Colle Cataluffo nel frusinate, dovrebbe derivare da soprannomi
originati dal termine arcaico cataluffa
o cataluffo, una specie di stoffa
damascata a mò di broccato povero, fatta di lino e cotonaccio
a righe di vari colori a fiori, usata anticamente per tende, tappezzeria
e per abiti o paramenti sacri come la pianeta, soprannome che potrebbe
essere stato motivato sia dal tipodi abbigliamento dei capostipiti, che
magari dal fatto che commerciassero o tessessero quel tipo di stoffa.
CATANEO
Cataneo sembrerebbe specifico del foggiano di San Severo in particolare,
dovrebbe derivare dal termine medioevale Cataneus
carica attribuita in epoca medioevale a quanti occupassero cariche di rilievo
in campo militare, giudiziario o amministrativo di un paese o di un castello
e che divenne in uso anche come nome personale, come possiamo vedere in
uno scritto dell'anno 1393 a Genova: "In nomine Domini
Amen - Cataneus Spinola
civis Ianue quondam Domini Catanei ex una parte et Thadeus de Senis pictor
Janue ad sanctum Laurentium ex parte altera pervenerunt et pervenisse sibi
invicem et vicissim confitentur et confessi sunt et fuerunt ad infrascripta
pacta conventiones promissiones et obligationes slemni stipulatione valata
et firmata et valatas et firmatas...", tracce di questa cognominizzazione
la troviamo a Modugno agli inizi del 1500, nel 1512 Guarino Cataneo fu
fatto Castellano di Bari dalla Regina Isabella d'Aragona.
CATANI
CATANO
Catani è tipico della fascia centrale che comprende Romagna, Marche,
Umbria, Toscana e Lazio, Catano, molto molto più raro è specifico
del barese ed in particolare di Canosa Di Puglia, dovrebbe derivare dal
nome medioevale Catanus di cui abbiamo un esempio nel De
casibus virorum illustrium del Boccaccio: "...Verum,
ut hos omiserim, se rebus Romulde cum Gisulpho tranquillis habentibus,
turbo cunta circumagitans repente exortus est. Nam Catanus,
Avarorum rex, congregata armatorum multitudine hostiliter Gisulphi fines
ingressus...", secondo altri deriverebbe invece da una forma contratta
del termine medioevale capitaneus divenuto
prima capitanus e quindi catanus.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Catano, cognome barese, per Minervini 135 è variante del toponimo
Catania, dal greco bizantino Katàne,
latino Catina, italiano antico Catana.
In Sicilia potrebbe derivare dal personale Gaetano.
CATANIA
Cognome
specifico siciliano, deriva ovviamente dal toponimo omonimo. Il ceppo messinese
si stabilì a Messina sotto Federico II°, da cui ebbe il feudo
di Nissoria, la castellania di Asaro ed il casale di Placa di Baione costituito
in Baronia.
CATANZARITA
CATANZARITI
Catanzarita, praticamente unico, potrebbe essere o una forma arcaica o
un errore di trascrizione di Catanzariti che è specifico della Calabria
meridionale, dovrebbero comunque derivare dall'etnico greco del toponimo
Catanzaro.
CATANZARO
Diffuso in Sicilia, Calabria e Puglia, deriva dal toponimo omonimo.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Catanzaro è un cognome derivante dal toponimo omonimo che viene
dal greco medievale Καταντζάριον Katantzàrion,
che ha origine dal termine greco kàto (giù,
in basso, di sotto) aggiunto al termine arabo 'anzār'
= terrazza, con il significato di terrazza situata in basso, inteso in basso rispetto alla Sila,
la città infatti sorge ai suoi piedi.
CATAPANE
CATAPANI
CATAPANO
Catapane è tipico di Caserta, Catapani è di San Giuseppe
Vesuviano (NA), Catapano, molto diffuso in tutta la Puglia, nel potentiuno,
nel napoletano e salernitano e nel cosentino, con nuclei importanti a Ottaviano
e San Giuseppe Vesuviano nel napoletano e, in Puglia, a Taranto e Barletta
(BA), derivano dal termine bizantino Catapanus
o Catepanus (Prefetto
di una provincia dell'Impero) cioè sovrintendente, guardia
daziaria al controllo di alcuni territori nel senso di ufficiale addetto
all'esazione delle multe, ma anche Giudice nelle liti civili.
CATARAME
CATRAME
Catarame quasi unico, parrebbe siciliano, così con il leggermente
meno raro Catrame, per entrambi l'origine dovrebbe essere quella di artigiani
calafatari.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Catarame, praticamente unico, proviene forse dal catanese, Catrame,
rarissimo, è originario di Modica (RG), questi cognomi derivano
dal termine catrame, ad indicare, così, un mestiere connesso con
l'uso di questo liquido viscoso: un tempo, infatti, il catrame veniva usato
per diversi scopi, come l'impermeabilizzazione delle navi e dei cavi, il
fissaggio delle carene, la copertura dei tetti con assicelle, etc. Si tratta,
dunque, delle cognominizzazione di nomi di mestiere attribuiti ai capostipiti.
Catarin, assolutamente rarissimo, è del trevisano, Catarini, ancora
più raro, è dell'area marchigiano, abruzzese, Catarino, quasi
unico, è campano, Caterini ha un ceppo nell'Italia centrale tra
Toscana, Umbria, Lazio settentrionale e Roma ed uno tra potentino e cosentino,
Cattarin ha un ceppo nel trevisano a Silea, Treviso, Breda di Piave, Casale
sul Sile, Roncade, Villorba, Istrana e Paese, un ceppo nel goriziano a
Cormons e Mariano del Friuli ed uno a Roma, probabile esito della Bonifica
Pontina, Cattarini ha un ceppo triestino ed uno molto piccolo a Pergola
nell'urbinate, Cattarino, molto raro, ha un piccolo ceppo a Buia e Tolmezzo
nell'udinese, Catterini, assolutamente rarissimo, parrebbe umbro, Caterino
è molto diffuso in Puglia, in Molise, nel napoletano e soprattutto
nel casertano, con un ceppo anche a Roma, Catterino, quasi unico, sembra
essere molisano, dovrebbero derivare dal nome germanico
Catherin, versione maschile del più
noto Catharina, ma in alcuni casi,
soprattutto al sud, potrebbe derivare dal termine greco katharos
(immacolato, lindo, puro, lucente)
rientrando nel caso dei nomi originati dalla devozione cristiana.
integrazioni fornite da Carlo Caterini
il cognome Caterini o Caterina ha origine dalla devozione per Santa
Caterina d'Alesandria. Questa famiglia ha tre rami nobili: di Terni, Onano
e di Vaglio Basilicata. Alla nobile famiglia Caterini di Onano in provincia
di Viterbo, apparteneva il cardinale Prospero Caterini cugino di Marcantonio
Pacelli, nonno di del papa Eugenio Pacelli. Il suo blasone é raffigurato
nel dizionario blasonico di Vittorio Spreti. Alla famiglia Caterini di
Vaglio Basilicata apparteneva la nobile Maddalena Caterini di Acerenza
che sposò nel 1629 il Conte Donato Gattini di Matera: il suo blasone
è raffigurato nel dizionario blasonico del Crollalanza. il blasone
dei Caterini di Terni é raffigurato nel dizionario blasonico del
Crollalanza e dello Spreti. A questa famiglia appartennero numerosi personaggi
che ricoprirono cariche municipali a Terni e possedettero il feudo di Poggio
nel Comune di Otricoli.
integrazioni fornite da Vito Caterini
Il ramo Caterini sviluppatosi nella provincia di Avellino proviene
dall'attuale provincia di Foggia ed in particolare da San Marco in Lamis,
dove il cognome originale era Catarina successivamente trasformatosi in
Catarini e poi dal 1840 in Caterini, l'origine del casato è bizantina
e anche oggi esiste in Grecia una città dal nome Katherini
(n.d.r.Katherini è una città situata
nel golfo di Tessalonika a circa 50 Km da questa città).Tale
ramo avellinese ha un blasone inquartato e sormontato da corone ducali.
CATARINICCHIA
CATERINICCHIA
Catarinicchia, molto raro, è specifico del palermitano, di Cinisi,
Palermo e Terrasini, con un ceppo anche ad Alcamo nel trapanese, Caterinicchia,
che sembrerebbe unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione
del precedente, che dovrebbe derivare da una forma ipocoristica dialettale
siciliana del nome medioevale Catharina
derivato dal greco katharòs
(puro).
CATAVOLO
Catavolo, quasi unico, è specifico del latinense, dovrebbe derivare
da un soprannome basato sul termine greco antico χατάβολος
katàbolos (in greco la pronuncia della lettera beta
(β) corrisponde ad una -v-),
che significa magazzino marittimo, fondaco, serraglio,
probabilmente intendendo così che il capostipite fosse o reponsabile
di una simile struttura, o vi ci lavorasse.
CATELLA
CATELLI
CATELLO
Catella ha un ceppo a Cantello (VA) ed uno ad Adelfia e Bisceglie nel barese,
si individuerebbero due zone d'origine per Catelli, il comasco ed il parmense,
Catello sembra essere decisamente napoletano, potrebbero derivare da soprannomi
originati dal vocabolo latino catellus
(cagnolino) e potrebbe riferirsi al
fatto di allevare cani o aver avuto a che fare, in un episodio significativo,
con un cane, ma in molti casi . possono derivare da modificazioni di nomi
latini come Catullus o Cato.
CATELLANI
CATELLANO
Catellani è tipicamente emiliano, della zona che comprende le province
di Reggio Emilia, Modena e Bologna, Catellano è praticamente unico,
dovrebbe derivare dal nome medioevale Catellanus
o Chatellanus di cui troviamo tracce
in uno scritto del 1250: "...Potestas Parmensium
de civitate erat tunc temporis dominus Catellanus
de Carbonisiis de Bononia, qui non fuit captus
quia optime scivit sibi cavere. In glarea fluminis Tari ligaverunt captivos,
ut dixit michi dominus Glarattus, qui ibi fuit ligatus. ...", un
principio di questa cognominizzazione la troviamo nel 1300: "...Sermo
factus in Parasceve coram Summo Pontifice per fratrem Bernardum
Chatellanum sacre pagine professorem ordinis
fratrum S. Augustini, qui cum aliis sermonibus adespotis asservatur in
Bibliotheca Communali ..:".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Catellani è cognome etnico, indicante i Catalani,
cioè gli oriundi della Catalogna. Molto probabile è l'origine
israelitica. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CATELOTTI
Catelotti è un cognome tipico di Berbenno Di Valtellina (SO), potrebbe
derivare da soprannomi originati dal termine catello
(cagnolino) dal tardolatino catellus,
ma è pure possibile un'origine da modificazioni del cognome Castellotti,
tracce di questa cognominizzazione le troviamo in Valtellina fin dal 1700
in un atto del 1726 "Locazione concessa a Giovanni de Censo, Marciona e
Catelotto rogata ut supra" della comunità delle Fusine (SO).
Catena è diffuso in tutta l'Italia centromeridionale, Cateni è
tipicamente toscano, Catenacci ha un ceppo lombardo, uno tra Lazio ed Abruzzo,
ed uno tra barese e potentino, Catenaccio, molto raro, parrebbe del romano,
Catenazzi, anch'esso molto raro, è tipico dell'area tra varesotto
e verbanese, Catenazzo è specificatamente del foggiano, Catenelli,
assolutamente rarissimo, parrebbe romano, Catenino, quasi unico, è
del napoletano.
Integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Sull'origine di questi cognomi confluiscono per lo meno due ipotesi,
entrambe valide a spiegarne la diffusione dal nord al sud del paese. Cominciando
con la prima interpretazione, innanzitutto, è abbastanza probabile
una connessione con la toponomastica italiana, se si pensa a toponimi quali
Aci Catena (CT) e Catenanuova (EN), nonché ad alcune frazioni di
nome Catena riscontrabili nel trevigiano, nel pisano e nel cosentino. Passando alla seconda ipotesi, invece, va detto
che in molti casi questi cognomi derivano dal nome medievale Catena,
che, in ambito cristiano, allude al culto per la Madonna
della Catena (in questo senso, ad esempio, i nomi Catena e Maria
Catena sono ancora diffusi in alcune aree della Sicilia). Sostenuto da
diversi miracoli e visioni, il culto per la Madonna della Catena ha origini
piuttosto antiche, probabilmente rintracciabili nell'Alto Medioevo: la
tradizione cristiana, in questo contesto, attribuisce alla Madonna la facoltà
di liberare gli uomini da ogni male, sciogliendo loro dalle catene che
li rendono schiavi delle sofferenze umane; in alcuni casi, tuttavia, il
ruolo della Vergine è quello di tramite per un'unione fra l'essere
umano e l'essere divino, in cui la catena rappresenta il forte legame col
Bene, la comunione spirituale con Gesù Cristo. Dal punto di vista
storico, comunque, tracce del nome Catena si trovano nella Siena del '200,
con un certo Catenaccio del fu Boldrone. Per quanto riguarda i cognomi
in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni o dei nomi personali
dei capostipiti o di soprannomi ad essi attribuiti (da intendere anche
in senso toponomastico).
CATERINA
Caterina è un cognome diffuso a macchia di leopardo al sud, potrebbero
esserci più nuclei, in Puglia, nel Molise, ed in Calabria, dovrebbe
derivare da uno dei vari toponimi contenenti la radice Caterina, quali:
San Caterina Albanese (CS), Santa Caterina (LE) o Santa Caterina dello
Ionio e Marina (CZ).
CATI
CATO
CATOZZI
CATOZZO
Cati ha un ceppo tra bolognese, pistoiese e pratese, concentrato a Camugnano
nel bolognese, uno a Gavorrano nel grossetano, uno a Roma e Grottantica
nel reatino ed uno nel brindisino a Latiano in particolare, Cato è
quasi unico, Catozzi ha un ceppo tra rovigoto, ferrarese, bolognese, ravennate
e forlivese, uno nell'anconetano, uno nel ternano ed uno tra romano e latinense,
Catozzo, molto più raro, ha un ceppo piccolo tra rovigoto e ferrarese,
dovrebbero derivare o dal cognomen latino Cato
(vedi CATONE), o, più probabilmente,
dal praenomen latino Catus di cui abbiamo
un esempio nel De Lingua latina
di Terenzio Varrone: "...hoc enim verbo dicunt Sabini:
quare Catus Aelius Sextus
non, ut aiunt, sapiens, sed acutus, et quod est: Tunc coepit memorare simul
cata dicta, accipienda acuta dicta. .." o anche negli Annales
di Tacito: "..vertit regresso Suillio; quem vidit
sequens aetas praepotentem, venalem et Claudii principis amicitia diu prospere,
numquam bene usum. eadem poena in Catum Firmium
senatorem statuitur, tamquam falsis maiestatis criminibus sororem petivisset.
Catus, ut rettuli,
Libonem inlexerat insidiis, deinde indicio perculerat..".
CATINELLA
CATINELLO
Catinella ha un ceppo a Bari e Modugno nel barese ed in Sicilia, a Siracusa
e Floridia nel siracusano, a Mazara del Vallo nel trapanese ed a Palermo,
Catinello è tipico di Avola e Siracusa nel siracusano e di Messina,
potrebbe trattarsi, perlomeno per i ceppi siciliani, di forme etniche della
città di Catania, il cui nome latino è stato Catina, negli
altri casi potrebbe derivare da nomi di località.
CATINI
CATINO
Catini sembra avere più ceppi, nel maceratese. nel teramano, in Umbria
e nel Lazio, Catino occupa in misura molto limitata due aree, quella campana e quella pugliese, dovrebbero derivare da toponimi contenenti il vocabolo Catino, come Poggio Catino (RI), Monti Catini e Campi Catini (AQ), ecc.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
In origine Catino è un toponimo (Poggio Catino, RI) dal latino
'catinus' = "luogo
concavo e roccioso". Di qui il cognome, non troppo diffuso in
Puglia.
CATONE
CATONI
Catone è tipico della fascia tirrenica della Campania, Catoni è
presente in Toscana con un grosso nucleo a Roma, dovrebbero derivare dal
cognomen latino Cato (Catonis),
ricordiamo il famosissimo Catone il Censore di Ciceroniana memoria nel
Cato Maior de senectute.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Il cognome Catone è tipico della Campania, dove è diffuso
con maggiore intensità soprattutto nel Napoletano. Dal punto
di vista etimologico, Catone deriva dalla cognominizzazione del nome di
persona Catone, tornato alla ribalta in epoca tardomedievale grazie alla
letteratura e alla riscoperta della figura di Catone l'Uticense, primo
personaggio incontrato nel Purgatorio da Dante e Virgilio nella Divina
Commadia. Catone trae origine dall'aggettivo latino catus,
col significato di perspicace, d'intelligenza
acuta, divenuto poi soprannome, quindi cognomen, nella forma
Cato. Fu questo il cognomen di Marco Porcio Catone, detto il Vecchio
o il Censore, che nacque a Tusculum nel 234 a. C. da una famiglia plebea di agricoltori
e divenne uomo politico di spicco assumendo la censura sotto Valerio Flacco
nel 184, dopo aver ovvimente affrontato un cursus honorum di tutto rispetto.
Catone il Censore è noto agli studiosi e agli storici per la sua
lotta contro il lusso e la corruzione dei costumi tradizionali e per aver
coniato l'espressione Delenda Chartago (Ceterum
censeo Carthaginem esse delendam), perchè profondamente
convinto della necessità di distruggere Cartagine. Pronipote di
Catone il Censore fu il dantesco Marco
Porcio Catone Uticense, vissuto tra il 95 ed il 46 a.C., uomo politico
romano sostenitore dell'ideale repubblicano e del potere del senato, che
si schierò dalla parte di Pompeo contro Cesare e si suicidò
ad Utica nel 46 a. C. dopo la sconfitta di Tapso. Il nome Catone
festeggia l'onomastico il 1° novembre, pur non comparendo nessun San
Catone nel Martirologio Romano. Inoltre, è ipotizzabile, per l'etimologia
del termine latino cato, una possibile
derivazione dall'osco settentrionale o dalla lingua etrusca.
CATRACCHIA
Catracchia è un cognome specifico di Ferentino nel frusinate, con
un ceppo secondario anche a Roma, potrebbe derivare da un soprannome riconducibile
ad una forma ipocoristica dialettale derivata dal termine latino catreca
(spina dorsale, schiena).
CATRICALA
CATRICALA'
Catricalà è tipicamente calabrese, della provincia di Catanzaro
e di Chiaravalle Centrale in particolare, Catricala è dovuto ad
un errore di trascrizione dove è stato omesso l'accento, dovrebbe
derivare da un soprannome di origine greca relativo al mestiere di cacciatore
di uccelli.
CATRINI
Catrini, abbastanza raro, è tipicamente siciliano, di Mazzarino
nel nisseno e di Nicosia nell'ennese, dovrebbe derivare da un nome o soprannome
originato da una forma ipocoristica del termine greco katharos
(immacolato, lindo, puro, lucente),
nome probabilmente portato dal capostipite, ma è pure possibile
una derivazione da toponimi con il nome di Santa Catrini, l'espressione
dialettale siciliana per Santa Caterina, con questo nome esistono in Sicilia
varie contrade o località, come ad esempio Santa Catrini di Partinico
nel palermitano, Santa Catrini di Melilli nel siracusano o Contrada Catrini
di Bisacquino nel palermitano.
CATTABIANI
Cattabiani è tipico dell'area parmense e reggiana, di Parma e Reggio
Emilia, dovrebbe derivare dal toponimo Cattabiano di Langhirano (PR).
CATTABRIGA
Tipicamente emiliano, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale originato
dal vocabolo catabrighe (attaccabrighe).
CATTADORI
Cattadori è tipico del piacentino, di Monticelli d`Ongina, Piacenza
e Caorso, dell'area cremonese, di Cremona, Stagno Lombardo e Crotta d'Adda,
con una buona presenza anche a Milano, dovrebbe derivare dal termine dialettale
lombardo, emiliano, catador o cattador (raccoglitore di frutta),
forse ad indicare che il mestiere del capostipite era appunto quello di
lavoratore agricolo.
CATTAI
Cattai è tipicamente veneto, soprattutto del trevigiano, di Fontanelle,
Oderzo, Codognè e Treviso, con presenze anche ad Eraclea e Musile
di Piave nel veneziano, dovrebbe derivare dal nome tardo latino Cataius
o Cattaius portato probabilmente dal
capostipite, una variazione del più comune Catius.
CATTANEO
Decisamente
dell'Italia settentrionale occidentale ed in particolare delle provincie
di Bergamo e Milano, In effetti questo cognome è imparentato, etimologicamente,
sia con i Cattani che con i De Capitani e i Capitanio, avendo in comune
la derivazione dalla carica di Capitaneo. Vari atti antichi riportano tracce
di queste casate, in una lettera del Duca di Milano si legge: "...Melchione
et Bertho de Cataneis et consortibus...", nel 1534 leggiamo: "...Mr.
Augustinis de Cataneis seu de Moynis de Albio habit. in loco de Rippa sancti
Vitalis..."
(vedi Capitani).
Una figura rilevante della nostra storia è rappresentata da Carlo
Cattaneo, nato a Parabiago nel milanese nel 1801, fu dapprima seminarista,
poi, abbandonata la carriera ecclesistica, si diede agli studi classici
e nel 1820 divenne docente di grammatica latina presso il ginnasio di Santa
Marta a Milano, nel 1824 si laureò in giurisprudenza a Pavia; diede
avvio nel 1848 alle cinque giornate di Milano, opponendosi però
all'eventuale intervento piemontese che lui considerava meno moderno ed
efficiente della Lombardia e, soprattutto, assolutamente non democratico
e si trasferì a Lugano in Svizzera. Eletto più volte
parlamentare del Regno d'Italia, rifiutò sempre l'incarico pur di
non giurare fedeltà ai Savoia; morì in Svizzera nel 1869.
integrazioni fornite da Enrico
Cattaneo
Durante uno studio genealogico sulla mia famiglia, dimorante dal 1410
a Carnago nel varesotto, ho trovato documenti notarili che attestano l'origine
della stessa dal conferimento del capitanato a una famiglia luganese i
Carnavarys. Il documento riporta: "...
Antonius de Carnavaris dicto Capitaneys
...". Ai primi del 1500 i suoi discendenti, come i rami collaterali
(fratelli) vengono nominati solo Cataneis,
il vecchio cognome Carnavarys sparisce.
CATTANI
Diffuso
in tutto il nord Italia, deriva da una contrazione del vocabolo Capitanus.
Notizie storiche si hanno già dal medioevo, in un atto del 1378
si legge: "Simonolus Zanini quidam Guidonis dicti
Cattani"; nel 1466 a Firenze nasce "...quidam Francesco de Zanobi
Cattani de Diaccetto naquit..", che fu allievo di Marsilio Ficino.
In effetti questo cognome è imparentato, etimologicamente, sia con
i Cattaneo che con i De Capitani e i Capitanio, avendo in comune la derivazione
dalla carica di Capitaneo. (vedi Capitani)
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Alla base del cognome Cattani c'è il termine 'cattaneo'
o 'cattano', titolo medievale dato
ai piccoli vassalli, ai comandanti
di fortificazioni e castelli e
a coloro che ricoprivano cariche amministrative
e giudiziarie. Il termine può derivare sia dal toscano
'capitano' che dal provenzale 'captan'
("capo"). Lo studioso Lamberto Cesarini
Sforza ritiene che, in Trentino, la famiglia Cattani sia originaria di
Denno, nella Val di Non. Il cognome è diffuso attualmente in tutto
il Trentino.
CATTAPANI
Cattapani, assolutamente rarissimo, parrebbe del mantovano, dovrebbe derivare
dal termine bizantino Catapanus
o Catepanus (vedi
CATAPANE), probabilmente il capostipite è originario del
ravennate dove rivestiva una carica pubblica.
CATTARI
Cattari, decisamente sardo, è tipico di Sennori nel sassarese, di
origine etimologica oscura.
CATTARUZZA
CATTARUZZI
Cattaruzza è un cognome del Friuli Venezia Giulia, con un ceppo
a Trieste, uno nel pordenonese, a San Quirino, Pordenone ed Aviano, ed
uno a Venezia e ad Auronzo di Cadore nel bellunese, Cattaruzzi, molto meno
comune, ha un piccolo ceppo ad Udine e Trieste, ed uno, probabilmente secondario,
a Brescia, dovrebbero derivare da forme dialettali slovene del nome Caterina
, probabilmente con riferimento al nome dei paesi di provenienza dei capostipiti,
come, a puro titolo di esempio, Santa Caterina di Pasian di Prato nell'udinese,
o di altre simili, potrebbero forse anche derivare da soprannomi originati
da forme diminutive riferite al termine dialettale sloveno cuotar
(carbonaio).
CATTERINA
Assolutamente rarissimo, sono presenti
pochissimi esemplari solo in Lombardia, sembrerebbe specifico della provincia
di Brescia, e dovrebbe derivare a questo punto dal nome germanico Catharina,
ma è più probabile che si tratti di una diversa scrittura
del cognome Caterina (Catterina era una forma arcaica equivalente a Caterina)
e, a questo punto, il cognome sarebbe di origini meridionali e deriverebbe
quindi o dal nome greco .Caterina o da un toponimo come: San Caterina
Albanese (CS), Santa Caterina (LE) o Santa Caterina dello Ionio e Marina
(CZ).
CATTI
Cognome dell'Italia settentrionale.
integrazioni fornite da
Fabio Paolucci
Catti è presente in nuclei distinti in Italia settentrionale,
con picchi di intensità nell'area occidentale in Lombardia, a Milano
e nel Bergamasco, in Liguria e in Piemonte, nei rispettivi Capoluoghi di
Regione, e nell'Emilia. Il cognome dovrebbe derivare dalla modificazione
del nome di persona Caterina (dal nome di etimo oscuro Hekaterìne,
così riportato nei testi greci e per questo accostato all'aggettivo
katharòs, con il significato
di puro, e adattato al latino Katharìne).
Tale nome si diffuse in passato specialmente nell'Italia del nord con il
culto di Santa Caterina (Hekaterìne)
di Alessandria, martirizzata dall'Imperatore Massimiano Daia (309-313)
e venerata soprattutto nei secoli X°, XI° e XII°, e poi con
il culto di Santa Caterina da Siena (XIV° sec.) e di altre sante omonime.
Un'altra ipotesi legherebbe il cognome Catti al ben più diffuso
Gatti, panitaliano, specifico della Lombardia, Piemonte e Liguria, derivato
dal soprannome gatto, attribuito al capostipite in relazione alle caratteristiche
dell'animale (furbizia, scaltrezza), o dal nome di persona Gatto (originato
dai nomi medievali Gactus e Hatto,
quest'ultimo derivato dal longobardo hatto,
con il significato di combattente).
CATTIN
CATTINI
CATTINO
CATTO
Cattin ha un ceppo a Vicenza e Piazzola sul Brenta nel padovano ed uno
nel rovigoto a Porto Tolle, Porto Viro, Ceregnano e Rovigo, Cattini è
decisamente emiliano, dell'area reggiano modenese in particolare di Carpi
e Modena nel modenese e di Correggio e Reggio Emilia nel reggiano, Cattino,
assolutamente rarissimo, sembrerebbe dovuto ad errori di trascrizione del
precedente, Catto, tipicamente veneto, del veneziano in particolare, dovrebbero
derivare, direttamente o tramite forme ipocoristiche, anche dialettali,
dal nome medioevale Gactus, ma è
pure possibile una derivazione dal vocabolo longobardo hatto
(combattente) (vedi
Gatto).
CATTO'
CATTON
CATTONE
CATTONI
Cattò, estremamente raro, sembrerebbe tipico della Lombardia, in
particolare del milanese e del varesotto, Catton è unico, Cattone,
lo è quasi, sono entrambi comunque del nord, Cattoni, il meno raro,
ha ceppi a Milano e nel milanese, a Uggiate-Trevano nel comasco ed a Trento
ed in trentino, si dovrebbe trattare di forme ipocoristiche o accrescitive
di modificazioni del nome medioevale Gactus
(vedi CATTO), o anche, e più probabilmente,
da forme dirette o contratte dal dialetto del nome longobardo Hattone
di cui abbiamo un esempio in questo testo della fine del IX° secolo:
"..Theudrada regina et postea sancti monialis qui
cum viro suo Hattone
dedit fratribus Haraldi montem..".
CATTOLICA
Cattolica ha un ceppo marchigiano, a Civitanova Marche nel maceratese,
che potrebbe derivare dal nome del paese di Cattolica tra riminese e pesarese,
ed un ceppo a Palermo, che potrebbe derivare dal nome del paese agrigentino
di Cattolica Eraclea.
CATTOLICO
Cattolico ha un ceppo nel casertano, a Mondragone, Sessa Aurunca e Maddaloni,
e nel napoletano a San Giuseppe Vesuviano e Napoli, con presenze anche
in Calabria, potrebbe derivare dal fatto che il capostipite fosse di religione
cattolica in una comunità, dove probabilmente prevalevano i seguaci
della religione ortodossa.
CATTONAR
CATTONARO
CATTUNAR
Sia Cattonar che Cattunar sono rarissimi e tipici triestini, Cattonaro,
ancora più raro potrebbe essere anch'esso originario di quella zona,
potrebbero derivare da soprannomi originati dal vocabolo medioevale cathenarius
(che ha a che fare con le catene), traccia di questi cognomi a Rovigno
in Istria si ha fin dal 1500.
CATUOGNO
Catuogno è caratteristico del napoletano, di Marano di Napoli, Napoli,
Quarto, Capri, Pozzuoli, Anacapri, Torre del Greco e Giugliano in Campania,
dovrebbe derivare da un'alterazione dialettale del termine arabo
qatun o qutun
(cotone), forse ad indicare nei capostipiti
dei commercianti di quel tipo di prodotto, meno probabile una derivazione
dal nome della regione irachena di Qatun.
CATZULA
(vedi CASULA)
CAU
Cognome assolutamente sardo. diffuso in tutta l'isola, dovrebbe derivare
da un soprannome originato dal vocabolo dialettale sardo cau
che significa gabbiano, ma anche torsolo.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CAU: su cau marinu è il
gabbiano e si tratta di una voce onomatopeica. Su
cau è inoltre il cavo dell'albero
e viene dal latino cavum, da cui cavea
= alveare, arnia; casiddu
in Campidano, che solitamente si ricavava dalla corteccia (sughero) della
quercia. Cau è inoltre il nome di un villaggio scomparso, altrimenti
detto Cleu. La villa era ubicata in agro di Sassari: appartenne alla Curadorìa
di Romangia, nel regno giudicale di Torres. Fu abbandonato verso la prima
metà del XIV° secolo. Il cognome Cau è presente negli
antichi documenti della lingua sarda. Tra i firmatari della Pace di Eleonora,
*LPDE del 1388, figurano: Cau Andrea, jurato ville Turala(*odierno Torralba(Meylogu).
Contrate de Ardar et Meylogu); Cau Andrea, ville Selluri(Sanluri - Seddori);
Cau Francisco, ville Oddini(*distrutto (anche Ollini), del Salto di Orotelli.
Curatorie Dore); Cau Gantino, ville Ecclesiarum(Iglesias - villa di Chiesa);
Cau Joanne, jurato ville Barumela(* Mogorella? Partis de Montibus); Cau
Joanne, jurato ville Nuraci Niello(* odierno Nuraxinieddu. Campitani Majoris);
Cau Martinus - de Aristanni(Oristano); Cau Nicolao, jurato ville Gemessi(*
distrutto: Jemussi o Gimussa? Partis de Montibus); Cau Nicolao, ville Selluri(Sanluri);
Cau Paulo, ville Poupo (*Distrutto. Partis de Montibus; Cau Petro, ville
Ecclesiarum(Iglesias); Cau Petro, ville Sammungleo(*odierno Samugheo. Mandrolisay
o Barbagia di Belvì); Cau Petro, ville Sarule (* odierna Sarule.
Curatorie Dore); Cau Salvatore, ville Turri(* odierno Turri. Contrate Marmille).
Nel Condaghe di San Pietro di Silki, *CSPS XI°, XIII° sec., troviamo
invece: Cleu(de) Ithoccor, testis parthizione de servis, (18°); Cleu(de)
Justa, donna, parthizione de servis (18°). Anche nel Condaghe di San
Nicola di Trullas, *CSNT XI°, XIII° sec., troviamo un de Cleu:
Cleu (de) Petru (125), teste in una vendita di servi: "Ego Iohannes priore
de S. N. di Trullas, comporaili a Dorgotori de Mularia pede de sa filla
de Iusta Lorica; et deibili I caballu domatu, caput a caput pro Susanna
Lorica. Testes Petru de Cleu et Gosantine de Reças". Attualmente
il cognome Cau è presente in 413 Comuni italiani, di cui 178 in
Sardegna: Cagliari 249, Sassari 244, Sestu 189, P. Torres 77, Oristano
77, Sini 62, Mogoro 50.
CAUCCI
CAUCI
Caucci ha un ceppo triestino, uno nel Piceno ad Acquasanta Terme, San Benedetto
del Tronto ed Ascoli Piceno e nella vicina Teramo, un grosso ceppo è
presente a Roma con presenze anche a Marinom Civitavecchia e Ciampino nel
romano, Cauci, assolutamente rarissimo, è del veronese, dovrebbe
derivare dal cognomen latino Chaucius,
questo cognomen era normalmente attribuito a dei legionari che avessero
combattuto in Germania contro i Chauci,
un'antico popolo germanico che abitava lungo la costa del Mare del Nord,
confinante ad ovest con i Frisoni, a sud con i Cherusci ed i Chasuarii,
ed a est con i Longobardi.
CAUCIELLO
Cauciello, estremamente raro, tipicamente campano, ha qualche presenza
nel salernitano, a Mercato San Severino in particolare, dovrebbe derivare
da un soprannome dialettale basato sul termine napoletano caucio
(calcio), personaggio di rilievo è
stato il musicista e compositore Prospero Cauciello (1740 - 1790). (vedi
anche CAUCCI)
CAUDA
Cauda è tipicamente piemontese, di Torino, di Montà, Canale,
Alba e Santo Stefano Roero nel cuneese e di Cisterna d'Asti ed Asti nell'astigiano,
con un ceppo anche a Genova, dovrebbe derivare da un soprannome basato
sul termine piemontese cauda (caldana,
caldura, ma anche minestra).
CAUDERA
Caudera è specifico del torinese, di Ciriè soprattutto e
di Torino, San Carlo Canavese e Chivasso, dovrebbe derivare da un soprannome
basato sul termine dialettale vercellese, e non solo, caudèra
(caldaia con la quale si prepara il formaggio,
ma anche strumento che serve per distillare la vinaccia per fare la grappa).
CAUSIO
CAUSO
CAUZO
Causio sembrerebbe originario della zona di Cannole (LE), Causo è
specifico della zona di Melissano e Racale (LE), Cauzo, assolutamente rarissimo,
è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del precedente,
dovrebbe derivare dal nome greco Kaousios
latinizzato in Causius: "...
unde gentile nomen Causius,
quo nomine appellatus est Aesculapius, qui ibi colebatur ...", altro
nome di Esculapio.
CAUTERUCCIO
Cauteruccio è specifico del cosentino, di Buonvicino, Diamante,
Belvedere Marittimo e Grisolia, dovrebbe derivare dal termine medioevale
di origini grecolatine cauterio (piccola
fonte), forse ad indicare che i capostipiti abitassero appunto
presso una piccola fonte.
CAUTI
CAVUTI
CAVUTO
Cauti, molto raro, è abruzzese, con un ceppo ad Ortona e nel teramano
a Sant`Egidio alla Vibrata e Sant`Omero, presenta un ceppo anche a Roma,
Cavuti, molto molto raro, è tipico abruzzese, della provincia di
Chieti, di Miglianico e Crecchio in particolare, Cavuto, decisamente meno
raro è sempre tipico del chietino di Tollo ed Ortona, esiste anche
un piccolo ceppo napoletano dovuto probabilmente a variazioni del cognome
Cavoto, potrebbero derivare da nomi di località come Passo Cavuto
sui Monti Marsicani nel Parco Nazionale d Abruzzo o, con molte minori probabilità,
come Monte Cavuto nell'alto casertano, potrebbero anche derivare da emigrazioni
provenzali (vedi CAVOTI).
CAVA
Cava è panitaliano, dovrebbe derivare dai moltissimi toponimi contenenti
la radice Cava, come Cava Manara (PV), Cava dei Tirreni (SA), Cava di Melis
o Cava Farinata nel cosentino e così tanti altri.
CAVACCIUTI
CAVAZZUTI
Cavacciuti, assolutamente rarissimo, sembra tipico della zona di confine
tra piacentino e parmense, Cavazzuti è tipico modenese, dovrebbero
derivare da un soprannome dialettale.
integrazioni fornite da Alberto
Cavazzuti
il cognome Cavazzuti dovrebbe derivare derivare
da un soprannome originato dalla scapigliatura o cavazza
(chioma degli alberi in dialetto modenese) , per quanto riguarda la derivazione
piacentina, visto che ci abito mi sembra strana, qui la doppia z non esiste
e il mio cognome viene storpiato metodicamente in Cavacciuti. Mio padre
mi raccontava che nel 700 a causa di una migrazione dovuta a motivi religiosi
(fuga!!) molti modenesi si rifugiarono in un paesino di montagna
del piacentino. Vi è traccia nel cimitero, dove man mano il cognome
viene storpiato in Cavacciuti proprio per questa difficoltà di pronuncia
della z.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Sul cognome Cavazzuti mi pare importante segnalare quanto riporta il
prof. F. Violi, recentemente scomparso, il massimo studioso di toponomastica,
onomastica e dialettologia modenese nel suo saggio Cognomi
a Modena e nel Modenese, Aedes Muratoriana, Modena, 1996: "Cavazzuti
è uno dei cognomi più rappresentati a Modena, a Carpi e nella
media pianura, mentre è pressoché assente nella montagna
e nella bassa modenese. La più antica attestazione del nome
si trova in un atto del vescovo di Modena Fredulfo del 1135. Fra
i confinanti del terreno dato in enfiteusi a Martino di Freto si cita un
Geminianus Cavacutus e proprietà di un Cavacutus vengono citate,
sempre in quel di Freto, nel 1176 e nel 1187 in documenti capitolari modenesi.
Non è improbabile che il nome personale Cavacutus
sia corruzione di Cavazochus, documentato
a Modena nel 1171 e antecedentemente nelle forme Cavazochi
(1156) e Cavazocho (1160), indicante
l'attività di «cavar tronchi, ceppi
d'albero»; dal mediolatino zoccus
(ceppo)".
CAVACECE
Cavacece è decisamente laziale, di Piedimonte San Germano nel frusinate
e di Roma, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo dialettale
romano cavacecio o cavacece
(cavalcioni sulle spalle).
CAVAGLIA'
Tipico piemontese, dell'Hinterland meridionale torinese, deriva dal toponimo
Cavaglià (BI).
CAVAGNA
CAVAGNI
CAVAGNOLA
CAVAGNOLI
CAVAGNOLO
Cavagna è decisamente del nord, la zona d'origine comprende le provincie
di Pavia, Milano, Bergamo, Brescia e Trento, Cavagni ha un ceppo
nel parmense ed uno nel frusinate, Cavagnola, rarissimo, ha un ceppo nel
genovese ed uno nel bresciano, Cavagnoli viene dal cremonese e bresciano,
Cavagnolo è tipico del Monferrato. Dovrebbero derivare da un soprannome
dialettale originato dal vocabolo lombardo cavagna
(cesta, mucchio, quantità),
ma in alcuni casi possono discendere da toponimi come Cavagnolo (TO), o
Cavagnola nel milanese ora scomparso, uno dei paesi distrutti nel 1162
da Federico Barbarossa. Tracce di questa cognominizzazione
si trovano nel Codice Diplomatico della Lombardia
medievale sotto l'anno 1154 in un atto di compravendita si legge:
"...Signum + manuum Iohannis Osmirii et Cavagnoli
de Veura, propinqui parentes suprascripte
femine...".
CAVAGNARI
CAVAGNARO
Cavagnari, molto molto raro, sembrerebbe del cremonese, Cavagnaro è
tipico di Genova del genovese di levante, dovrebbero derivare da soprannomi
originati dal vocabolo dialettale cavagna
(cesta, gerla, mucchio, quantità)
e potrebbe indicare l'attività di spallone, cioè di chi trasporta
merci caricandosi una gerla in spalla.
CAVALAZZI
CAVALLAZZI
Cavalazzi, molto molto raro, con un ceppo nel milanese ed uno emiliano,
dovrebbe essere una forma alterata del cognome Cavallazzi che ha un piccolo
ceppo nel bolognese, ad Imola, Anzola dell'Emilia e Bologna ed uno tra
milanese e pavese a Milano e Rosate nel milanese ed a Cilavegna nel pavese,
dovrebbero derivare dal nome medioevale Cavalatius
di cui abbiamo un esempio nel 1100 con un Cavalatius
iudex novarensis, troviamo tracce di queste cognominizzazioni
verso il 1250 con il Vescovo di Novara Sigebaldo Cavallazzi e alla fine
del XIII° secolo con Englesio Cavallazzi anch'esso vescovo di Novara.
CAVALCA
Cavalca sembrerebbe specifico dell'area reggiano, parmense, di Parma in
particolare, dovrebbe derivare dal nome medioevale Cavalca,
si dovrebbe trattare di una derivazione da una forma tronca del nome Cavalcante
(vedi CAVALCANTE), nome del cui uso abbiamo
un esempio nelle Dissertazioni sopra le antichità
italiane di Ludovico Muratori (1672 - 1750), che scrive: "...Farulfo
et Teudegrimo germanis quondam Farolfi, de quibus descendunt Lambardi quidam
de Sancto Miniate, scilicet Cavalca
Lambardus et filii...", un principio illustre di questa cognominizzazione
lo troviamo nel 1300 con il Padre frate Domenico Cavalca da Vico Pisano
dell' Ordine de' Frati Predicatori.
CAVALCABO'
Rarissimo, probabilmente di origini
lombarde, deriva da un soprannome (cavalca buoi), famiglia nobile di rango
baronale. Troviamo nel giuramento di fedeltà alla città di
Piacenza del 1141: "...aliam medietatem a comuni
Placentie per foedum tenere debent; et si marchiones filii Malespine val
Cavalcabo
aut marchio Pelavicinus vel Gerardus de Cornazano predictos homines de
valle Tarii placitare voluerint,...", nel 1313 comandante della
fazione guelfa e signore di Cremona è un Cavalcabò,
Girolamo Cavalcabo nel 1580 ci lascia un testo sulla scherma, nel 1600
è presente uno scrittore Hieronimo Cavalcabò, nel 1773 Caterina
IIa di Russia invia come suo rappresentante a Malta un Marchese Cavalcabò
CAVALCANTE
CAVALCANTI
Cavalcante è estremamente raro, si potrebbe immaginare un'origine
meridionale, Cavalcanti, sempre molto molto raro, parrebbe del cosentino,
derivano dal nome medioevale italiano Cavalcante
, ricordiamo il banchiere
lombardo ducentesco Cavalcante della Scala o meglio il più famoso
Cavalcante Cavalcanti fiorentino di parte guelfa ed avversario politico
di Farinata degli Uberti citato da Dante nell'Inferno tra gli eretici.
CAVALERA
Specifico del Salento, di Casarano (LE) in particolare e del brindisino,
potrebbe derivare da un nome di località, come ad esempio Cavalera
di Mormanno nel cosentino, in Italia sono molte le località con
questo nome. Tracce di questa
cognominizzazione le troviamo a Brindisi nel 1300 con il nobile casato dei
Pandi-Cavalera.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cavalera è cognome leccese che deriva dal cognome base Cavalli.
Minervini 136.
CAVALER
CAVALERI
CAVALERO
Cavaler, estremamente raro, è tipico del veronese, Cavaleri è tipicamente siciliano, di Licata, Favara, Aragona, Agrigento
e Naro nell'agrigentino, di Gela e Riesi nel nisseno, di Catania, di Lentini
nel siracusano e di Cerami nell'ennese, Cavalero è praticamente
unico, questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi dialettali originati
dal mestiere dei capostipiti, che probabilmente erano addetti all'allevamento
o conduzione dei cavalli.
CAVALIERE
CAVALIERI
Diffusi in tutt'Italia, Cavaliere è molto più presente al
sud e nel Veneto, Cavalieri è più diffuso al nord, in Emilia
soprattutto, hanno diverse origini, da soprannomi riferiti al mestiere
di cavallaio (chi cura i cavalli), al fatto di aver servito in una famiglia
di Cavalieri, al fatto di aver militato a cavallo nell'esercito, all'aver
fatto il messo postale a cavallo, al fatto di appartenere ad una famiglia
distinta (borghesia) o altro che avesse riferimento con i cavalli. Si hanno
tracce di questo cognome già dal rinascimento, a Ferrara un Bartolomeo
Cavalieri vende a Ludovico Ariosto con rogito 30 giugno 1526 redatto dal
notaio Ercole Pistoia, una casa in Contrada del Mirasole.
CAVALIERI
D'ORO
Molto raro sembra avere un ceppo
originario nel ferrarese.
CAVALLA
Cavalla sembrerebbe specifico di Villafranca d'Asti e dell'astigiano, potrebbe
derivare da un nome di località come Cavalla, una frazione di Morbello
nell'alessandrino, ma con lo stesso nome esiste anche una frazione di Farigliano
nel cuneese ed altre simili.
CAVALLARA
CAVALLARI
CAVALLARO
CAVALLERI
CAVALLERO
Cavallara, assolutamente rarissimo, sembrerebbe lombardo, Cavallari ha
un nucleo emiliano tra bolognese e ferrarese, uno forse non secondario
milanese ed uno laziale, Cavallaro è presente in modo significativo
in Campania, Calabria, Sicilia, ma anche in Lazio e Abruzzo e nel Veneto,
Cavalleri è lombardo tra milanese, bergamasco e bresciano, Cavallero
è tipicamente piemontese, potrebbero derivare da toponimi come Cà
Cavallara (FE) o Cavallara di Ostellato (FE) o i vari Cavallari (SO), (CE),
SQ) o Cavallaro (VI) o Cavalleri Fumeri (TO), ma è molto probabile
anche una connessione con il mestiere di commerciante di cavalli o di addetto
ai cavalli. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Ventimiglia
(IM) fin dalla fine del 1400 con il notaio Simone Cavallaro.
Cavalletti ha un ceppo nel reggiano, e nella fascia che comprende l'anconetano,
il maceratese, l'Umbria, il rietino ed il romano, Cavalletto è tipicamente
veneto, specifico del padovano soprattutto, con piccolissimi ceppi nel
mantovano, nel rovigoto e nel veneziano, Cavalli è diffuso in tutt'Italia,
ma prevalentemente nella parte nord occidentale, Cavallin è tipicamente
veneto, del trevisano soprattutto ed in particolare di Montebelluna, Vedelago,
Paese, Istrana e Morgano, Cavallini è tosco emiliano, pur se diffuso
in tutta la penisola, Cavallino parrebbe avere tre ceppi uno genovese,
uno napoletano ed uno palermitano, Cavallo è pure diffuso in tutt'Italia,
ma soprattutto al sud, Cavalloni è specifico del sudmilanese, Cavallotti
dovrebbe avere due ceppi uno tra il pavese ed il milanese ed un altro tra
Modena e Bologna, Cavalluzzi è decisamente del barese, di Grumo
Appula e Bari. Questi cognomi hanno molte diverse origini, che vanno
dal nome medioevale Cavallo,
a soprannomi riferiti al mestiere di cavallaio (chi
cura i cavalli), al fatto di aver servito in una famiglia di
Cavalieri, al fatto di aver militato a cavallo nell'esercito, all'aver
fatto il messo postale a cavallo, al fatto di appartenere ad una famiglia
distinta (borghesia) o altro che avesse riferimento con i cavalli, oppure
da toponimi quali Cavallino (VE) o (LE) o Cavallo Pastorio (ME) o simili.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cavalletti origina dal latino medievale 'cavallettus
-i' = "combattente a cavallo, cavaliere
cadetto", con scambio per metonimia cavallo
> cavaliere, e con il valore cadetto
ricavabile dal diminutivo.
CAVANI
CAVANO
Cavani è tipicamente emiliano, di Modena in particolare e del modenese,
di Formigine, Sassuolo, Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Maranello,
Spilamberto, Fiorano Modenese, San Cesario sul Panaro, Vignola, Carpi e
Serramazzoni, con un piccolo ceppo anche nel lucchese a Castelnuovo di
Garfagnana, Pieve Fosciana e Camporgiano, Cavano, praticamente unmico,
dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, che dovrebbe
derivare da un nome o soprannome generato dal termine latino cavanus,
cavannus (civetta),
ricordiamo la favola di Fedro Cavanus, cattus
et mus, favola che riportiamo integralmente: "Cavannus
petiit Cattum, ut adscensor sibi fieri liceret, et secum quaererent quae
colloquia inter se haberent. Cattus asportavit eum ad domum Muris. Rogavit
Cavannus C[attum]
ut clamaret se. Sic fec[it]. Mus, cum audisset vocem eius, ad (h)ostium
domus venit, dixitque : Quid quaeritis, aut quid dicitis? At illi : Volumus
tecum loqui. Mus cognovit quod malum consilium contra ipsum cogitassent.
Dixit : Maledictus tu sis, Catte, tu dominus meus, et ipse qui super te
sedet, et domus vestrae, et filii et filiae, et omnis parentela vestra
sit maledicta! Male huc venissetis et mae sit redeuntibus vobis de h[oc]
loco. Qui inimicis suis bona loqui non queunt, qui
sibi inimicitias imponunt, vel malum inter ser ineunt.".
CAVANNA
Cognome tipico dell'area tra le
provincie di Genova, Alessandria e Piacenza, dovrebbe discendere da un
soprannome dialettale derivato dal vocabolo capanna.
CAVAROCCHI
Cavarocchi parrebbe del teramano, con un ceppo, probabilmente secondario
a Roma, si potrebbe trattare di una specie di forma ipocoristica, o addirittura
patronimica del nome gallico Kabar,
Κάβαρος
in graco e poi latinizzato in Cavarus,
con questo nome troviamo il Re di una tribù barbara in Tracia, nazione
situata sul lato balcanico della costa adriatica, il capostipite potrebbe
essere stato figlio di un gallo di nome Cavarus.
CAVARRETTA
Cavarretta ha un ceppo calabrese nel crotonese ed uno siciliano nel trapanese
e palermitano, si dovrebbe trattare di una famiglia nobile di origine normanna,
Cabarret, giunta in Italia al seguito
del Conte Ruggero D'Altavilla, figlio di Tancredi e fratello di Roberto
il Guiscardo, liberatore della Sicilia dagli invasorie mussulmani, da questi
ottenne la baronia di Sicamino nel messinese, Riccardo Cavarretta nel XII°
secolo ottenne la Castellania di Messina da Guglielmo II° di Sicilia,
suo figlio Orlando ebbe da Federico II° il dominio di Cosenza, un altro
suo figlio Corrado il dominio di Salemi nel trapanese.
CAVARZERE
Cavarzere, specifico del veronese, di di Castagnaro, Verona e Legnago in
particolare, dovrebbe derivare dal nome del paese di Cavarzere nel basso
veneziano, probabile luogo d'origine del capostipite.
CAVASIN
Cavasin è specifico del trevisano, dovrebbe derivare dal toponimo
Cavasio del Tomba (TV), traccia di questa cognominizzazione si trova verso
la fine del XII° secolo con Gualperto da Cavasio capitano dei Trevigiani,
ma ben prima come possiamo leggere in un atto di vendita del 1119 conservato
presso l'archivio di stato di Treviso troviamo un suo omonimo: "...Constat
nos Ubertum et Ripertum germanos filios q.(uondam)
Pellegrini de Spineto, qui professi sumus ex natione nostra vivere Longobarda,
accepisse sicut in praesentia testium accepimus a te Valperte
de Cavasio inter argentum et aliam rem ...".
CAVASINI
CAVASINO
Cavasini è quasi unico, Cavasino assolutamente rarissimo, sembrerebbe
del trapanese, dell'isola di Favignana in particolare, con un possibile
ceppo secondario nel napoletano, appunto a Napoli si trovano tracce di
questo cognome nel 1700 con il mercante di formaggi Nicola Cavasino.
CAVATAI
CAVATAIO
Cavatai è unico, probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione
di Cavataio, che è tipico della Sicilia occidentale, di Cinisi,
Palermo, Terrasini e Balestrate nel palermitano e di Alcamo e Mazara del
Vallo nel trapanese, e che dovrebbe derivare dal mestiere di cavatore di sale o di zolfo, svolto dai capostipiti.
CAVAZZA
CAVAZZI
CAVAZZINI
CAVAZZONI
Cavazza sembra avere due ceppi, nel veronese, mantovano e nella zona che
comprende le province di Modena e Bologna, e in Piemonte, Cavazzi oltre
ad un ceppo bolognese sembra averne anche uno nel piacentino ed uno nel
sondriese, Cavazzini ha un nucleo parmense ed uno ferrarese, Cavazzoni
è specifico dell'area che comprende il mantovano, il reggiano soprattutto,
il modenese ed il bolognese, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale
Cavatia, o da suoi ipocoristici o accrescitivi,
o dal nome Cavatinus. Tracce
di queste cognominizzazioni si hanno ad esempio nel Codice Diplomatico della
Lombardia medievale, dove in una Carta vendicionis
redatta a Vimercate (MI) l'otto luglio del 1180, si legge: "...Signum
+ + manuum Marcadi Cavatie
et Petri Cavatie
propincorum suprascripte Adelaxie qui eam interrogaverunt ut supra. Et
ibi interfuerunt Iohannes Cavatia
et Armaninus Cavatia
atque Grilionus de Bonate testium. ...", a Mombasiglio (CN) nel
1500 troviamo tali Christoforus Cavatia e Cavatinus Cavatia.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
II cognome Cavazza par muovere da una località Cavazza, dal
mediolatino cava «fossato,
luogo basso, valle», quasi certamente ferrarese. Troviamo
infatti fra i testimoni di un atto di donazione di terreni, redatto in
Ferrara nel 1195, ma giacente nell'Archivio Capitolare del Duomo di Modena,
un «Petrobonus de Cavaça»
e un «Girardinus de Cavaça»,
sicuramente ferraresi. Il cognome, anche nella forma Cavazzi, è
presente a Modena, Carpi, Castelfranco Emilia, Solara. Dal derivato Cavazzoni
prende nome la località Cavazzona, in com. di Castelfranco Emilia.
Altro derivato è Cavazzini. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e
nel Modenese.
CAVECCHIA
Cavecchia sembrerebbe avere un ceppo nel genovese, uno nel ferrarese ed
uno nel trevisano, dovrebbero derivare da toponimi come Cà Vecchia,
presente sia nel vicentino che nel mantovo, Casavecchia (di Tiglieto) nel
genovese o Cascina Vecchia nell'alessandrino, ma è pure possibile
una derivazione proprio da caratteristiche dell'abitazione del capostipite.
CAVEDAL
CAVEDALE
CAVEDALI
Cavedale, molto molto raro, è specifico dell'udinese, Sia Cavedal
che Cavedali sono quasi unici, potrebbero derivare tutti dal termine arcaico
cavedio (Atrio
di stile romano). intendendo forse il mestiere di custode o
portiere di una famiglia patrizia, consideriamo anche che nella Venezia
del 1300 il cavedale di una ditta era
una specie di amministratore, meno probabile una derivazione da un'altra
accezione del vocabolo cavedale (capitale).
CAVEDINI
Cavedini, molto molto raro, è specifico del veronese, di Verona
e San Martino Buon Albergo, dovrebbe derivare da un soprannome originato
dal termine veneto cavedin (recipiente
dove si effettua la salinazione dell'acqua per la conservazione di alimenti
e per estensione anche la salina),
forse ad indicare che il mestiere del capostipite fosse appunto quello
di mettere in salamoia degli alimenti per poterli conservare e probabilmente
rivenderli, non si può escludere comunque la possibilità
di una derivazione dal nome del paese di Cavedine nel trentino, anche se
la sua distanza da Verona rende questa ipotesi meno probabile.
CAVEDONI
CAVEDURI
Cavedoni è specifico del modenese, Caveduri, non comune, sembrerebbe
specifico di Ferrara, dovrebbero derivare, anche attraverso modificazioni
dialettali dal termine arcaico cavedone
, nel Veneto ed in Emilia e Romagna viene così chiamato il piccolo
argine trasversale posto in tutti i corsi d'acqua, che in caso di magra
impedisce all'acqua di defluire a valle, vocabolo derivato a
sua volta dal termine latino cavaedium
(atrio delle case degli antichi romani),
fuso con il termine latino capito, capitonis
(dalla testa grossa), ad indicare la
parte iniziale del corso d'acqua, probabilmente ad indicare che la famiglia
abitava in prossimità di un corso d'acqua, dove era situato un cavedone.
CAVENAGHI
Specifico dell'areale milanese,
dovrebbe essere derivato da un soprannome legato a toponimi come Cavenago
d'Adda (LO) o Cavenago Brianza (MI). Questa famiglia ha tra i suoi avi
due pittori degni di nota Emilio e Luigi Cavenaghi della seconda metà
del 1800.
CAVERI
Caveri, assolutamente rarissimo, è di probabili origini liguri,
dovrebbe derivare dal nome tardo latino Caverius,
di cui abbiamo conoscenza in Gallia nell'attuale paese di Caveirac vicino
a Nimes in Francia, paese che prese il proprio nome proprio da un Caverius.
CAVERNA
CAVERNI
Caverna, praticamente unico, sembrerebbe aver avuto un ceppo piemontese
ed uno siciliano, Caverni ha un ceppo toscano nel fiorentino, a Firenze,
Montelupo Fiorentino, Empoli, Scandicci, Montespertoli e Lastra a Signa,
ed a Prato, ed uno marchigiano, a Fano nel pesarese e nell'anconetano,
potrebbero derivare dall'italianizzazione del cognome francese Caverne,
che nasce dal nome di parecchie località francesi.
CAVERZAGHI
Assolutamente rarissimo, tipico bergamasco, potrebbe derivare dal toponimo
Caverzago in Val Trebbia nell'alto piacentino.
CAVESTRI
CAVESTRO
Cavestri è tipico dell'area che comprende le province di Milano,
Varese e Verbania, con massima concentrazione a Lonate Pozzolo nel varesotto
e ad Omegna e Nonio nel verbanese, Cavestro, tipicamente veneto, è
del padovano, in particolare di Monselice con buona diffusione anche a
Padova, Este, Solesino e Pernumia, potrebbero derivare da soprannomi originati
dal termine medioevale cavestro (nodo
scorsoio, capestro) di cui abbiamo un esempio in uno scritto
dell'anno 1468 a Canneto sull'Oglio nel mantovano: "...dapoy
debia esser impichato in la ditta piaza a un certo legno, per Nuy deputado,
per el ministro de la justicia, cum uno cavestro
a la golla, per tal e così fatto modo che el non mora, ma che el
stenta per uno pezo, e dapoy debia esser taliata la testa in tal e così
fatto modo che la anima dal corpo si ge desparta....".
CAVEZZA
CAVEZZI
CAVEZZO
Cavezza è tipicamente campano, di Cicciano nel napoletano, dove
è presente anche a Roccarainola, Camposano, Nola, Pomigliano d'Arco
e Marigliano, Cavezzi, assolutamente rarissimo, parrebbe del Piceno, Cavezzo
è praticamente unico, dovrebbero derivare da un nome di località
come Cavezza di Mozzagrogna nel teatino, ma è più probabile
una derivazione da un soprannome basato sul termine cavezza
(fune che serve per trattenere le bestie come
cavalli, muli o buoi), forse ad indicare che i capostipiti fossero
soliti utilizzare questo tipo di strumento nel loro lavoro.
CAVEZZALE
CAVEZZALI
Entrambi molto molto rari, Cavezzale è tipico dell'area pavese,
Cavezzali è invece del milanese, dovrebbero derivare da soprannomi
basati sul termine dialettale lombardo cavezzal
(cavedano, un tipo di pesce d'acqua
dolce simile al cefalo o muggine di mare).
Cavicchi è tipico dell'area toscoemiliana, del fiorentino, del bolognese
e del ferrarese, Cavicchia ha un ceppo a San Remo nell'imperiese, uno a
Mantova, uno in Abruzzo a Capitignano nell'aquilano, a Montesilvano, Penne
ed Alanno nel pescarese ed a Lettopalena nel teatino, ed uno a Roma, Cavicchio,
decisamente più raro, è specifico del rovigoto, Cavicchioli
ha un ceppo nel milanese, probabilmente secondario, uno tra mantovano,
modenese e bolognese ed uno in Toscana tra pisano e senese, Cavicchiolo,
decisamente del padovano, della zona di Tombolo, Galliera Veneta e Cittadella,
dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, da soprannomi
originati dal termine italiano arcaico cavicchio
(piolo, piccolo bastoncino appuntito),
vocabolo che assume vari significati a volte con senso positivo, riferendosi
alla sua possibile funzione di perno, a volte con valore di offesa richiamando
il termine il membro maschile, ricordiamo che l'uso di questo cognome era
normale ad esempio per il Goldoni che lo attribuiva a Brighella, che si
presenta così ne La madre amorosa:
"Brighella Cavicchio,
quondam Bertoldo".
CAVIGLIA
Caviglia è tipicamente ligure, del savonese e del genovese soprattutto
e dell'alessandrino, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine
marinaresco caviglia (piccolo
cilindro di legno, rigonfio in centro, che si infila in una cavigliera
per tirare con forza un cavetto o una sagola), forse per la
conformazione fisica del capostipite o per un carattere rissoso dello stesso.
CAVIGLIANI
Cavigliani, assolutamente rarissimo, è del pavese, di Vigevano,
dovrebbe derivare dal nome della località ticinese Cavigliano ad
una decina di chilometri da Locarno, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CAVIGLIONE
CAVIGLIONI
Caviglione è molto raro,
mentre Caviglioni è assolutamente rarissimo, per il primo l'origine
è ligure, tra Genova e Savona, con un possibile ceppo secondario
mentre il secondo non permette ipotesi certe, se non, per assonanza si
può ipotizzare un'origine simile, entrambi possono derivare dal
vocabolo caviglione che ha più significati, nella Liguria costiera
viene usato con il significato di cuneo troncoconico di legno usato per
sigillare il fasciame delle barche, mentre in campagna il caviglione è
un attrezzo metallico utilizzato per legare gli asini., se ne desumerebbe
una connessione con il mestiere di carpentiere o di mulattiere, non è
comunque da ignorare una possibile derivazione da un nome di località,
basti pensare alla grotta del Caviglione, sempre in Liguria.
CAVINA
CAVINI
CAVINO
Cavina è molto diffuso nell'area romagnola, a Faenza, Ravenna, Riolo
Terme, Brisighella, Castel Bolognese, Lugo, Casola Valsenio, Conselicee,
Bagnacavallo, Massa Lombarda, Solarolo e Cotignola nel ravennate,
ed a Forlì e Modigliana nel forlivese e ad Imola, Bologna, Castel
San Pietro Terme, Ozzano nell'Emilia, Medicina, San Lazzaro di Savena,
Mordano, Dozza e Borgo Tossignano nel bolognese, con un ceppo anche nel
fiorentino a Marradi e Firenze, Cavini, meno comune, ha un ceppo ad Imola
nel bolognese e ad Alfonsine e Faenza nel ravennate, ed uno a Firenze,
Palazzuolo sul Senio e Tavarnelle Val di Pesa nel fiorentino ed a Poggibonsi
nel senese, Cavino, rarissimo, ha un piccolo ceppo a Roma ed uno altrettanto
piccolo a San Vito dei Normanni nel brindisino, tutti questi cognomi dovrebbero
derivare dal cognomen latino Cavinus,
Cavina, una variante del nome
Calvinus, di cui abbiamo un esempio
nel console romano Titus Veturius Cavinus o anche con Decimus Caelius Cavinus
Balbinus (170 - 238) imperatore di Roma assieme a Marco Clodio Pupieno
Massimo.
CAVIOLA
Caviola è tipico del bellunese, di Belluno, Sospirolo e Santa Giustina,
dovrebbe derivare dal nome del paese di Caviola, una frazione di Falcade
nell'agordino, sempre nel bellunese.
CAVIONI
Specifico del milanese e lodigiano,
dovrebbe essere originato da un soprannome derivato dal vocabolo dialettale
cavion (dai capelli folti e lunghi).
CAVO'
Cavò è specifico di Messina, dovrebbe essere di origini francesi
e derivare dall'italianizzazione del cognome Cabau
o Cabot, che a loro volta dovrebbero
derivare da soprannomi originati dal fatto che i capostipiti avessero una
grossa testa.
CAVOS
CAVOSI
Cavos, praticamente unico è presente oggi solo a Egna in provincia
di Bolzano, ma sembrerebbe originario della zona del lago di Santa Giustina
in Trentino, Cavosi, sempre raro, ha un ceppo in provincia di Bolzano
ad Egna e Bolzano ed a Sfruz in trentino, potrebbero derivare da un nome
di località ora scomparso, troviamo tracce di questa cognominizzazione
nel 1600 con un Filippo Cavos che sposa la nobile Maddalena Mendini.
integrazioni fornite da Paolo Cavosi
Cavosi è presente a Sfruz (TN) vicino al lago di Santa Giustina.
Tradizione orale riporta collegamenti con Egna. Originariamente il nome
era Cavos ed è riportato su vari documenti parrocchiali di fine
700.
CAVOTI
CAVOTO
CAVUOTI
CAVUOTO
GAVOTO
Cavoto, estremamente raro, è tipico della zona tra beneventano e
foggiano, di Montefalcone Di Val Fortore e San Marco Dei Cavoti (BN) in
particolare, Cavoti è dovuto ad errori di trascrizione, Cavuoti
è lucano, Cavuoto è il più diffuso sia nel beneventano
che nel foggiano, Gavoto è del iserniese.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
da - i Cognomi di Colle Sannita, (cognomi estinti
a Colle), di prossima pubblicazione Tipico di San Marco dei Cavoti e di Montefalcone di Val Fortore, Cavoto
è un cognome legato all'origine di San Marco dei Cavoti, fondato
da una colonia di Provenzali venuti al servizio degli Angioini presumibilmente
fra il 1353 e il 1355. Il termine Cavoti
deriva dal francese Gavots che indica
gli abitanti di Gap, città della Provenza dalla quale sembra che
provenisse la colonia più numerosa di questi antichi fondatori,
i quali scelsero il nome di S. Marco
in onore del loro santo protettore. I Cavoto discenderebbero in tal senso
da uno o più capostipiti provenzali
provenienti da Gap e stabilitisi nel territorio sannita, partecipando
così all'atto di fondazione di San Marco dei Cavoti. Varianti di
Cavoto sono le forma cognominali: Cavoti, molto raro, derivato da
un errore di trascrizione anagrafica della forma originaria Cavoto; Cavuoto,
molto diffuso nel beneventano, per cui si presume l'origine comune al ceppo
di San Marco dei Cavoti, ma presente anche in Puglia nel Barese e nel Foggiano,
nonché a Roma, Torino e Milano come conseguenza del fenomeno migratorio
dal Sud. Cavuoti, tipico lucano, più precisamente del Potentino,
di presunta origine comune ai precedenti (ma non si può in questo
caso escludere una origine diversa, come ad esempio dalla fusione di due
parole dialettali come capa, col significato
di testa e vuoto,
vuoti nel senso canzonatorio di testa
vuota, quelli dalla testa vuota). Gavoto, caratteristico
del comune molisano di Belmonte del Sannio in provincia di Isernia, di
possibile correlazione al ceppo sanmarchese. È chiaro, quindi, che la debole presenza dei Cavoto a Colle
nei secoli scorsi sia dovuta a nascite "occasionali" di sanmarchesi in
agro di Colle o comunque alla presenza in loco di famiglie originarie del
vicino comune di San Marco dei Cavoti. Ricordiamo, solo a titolo informativo,
che altri cognomi di San Marco devono la loro formazione ad antichi termini
provenzali italianizzati; cito l'esempio di due cognomi illustri quali
Zuppa, che deriva dal vocabolo jupòn,
ovvero giubba, mantello, e Jelardi,
originato dal cognome dei tre nobili fratelli feudatari Rinaldo, Guglielmo
e Giovanni Gaullart, il cui cognome
venne poi italianizzato in Galardus
e poi, per successiva corruzione, in Jalardus
e quindi Jelardo e Jelardi.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Secondo G. Rohlfs (Dizionario storico dei cognomi in Lucania, 1985)
Cavuoti e Cavuoto sono cognomi lucani presenti a Accettura, Melfi, Montemilone,
Potenza; attestato un Cola Cavotus nel 1551 a Melfi: significa: 'gente
di Cava de' Tirreni' (prov. di Salerno).
CAVRIANI
Cavriani ha qualche presenza, quasi certamente secondaria, nell'alessandrino
ed un piccolo ceppo tra rovigoto e ferrarese, a Stienta ed Occhiobello
nel rovigoto ed a Ferrara, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul
termine dialettale veneto arcaico cavria
(strumento per alberare e disalberare i battelli
a vela, utile per superare tratti di fiume con ponti troppo
bassi), indicando probabilmente che i capostipiti fossero addetti a quel
tipo di manovre.
CAZZA
CAZZETTA
Cazza, praticamente unico, è del leccese, Cazzetta è un cognome
tipicamente pugliese, distribuito nel materano, nel barese, nel tarentino
in particolare, nel brindisino e nel leccese, con qualche presenza anche
in Sicilia, nel palermitano e nel nisseno e catanese, dovrebbero derivare
direttamente o attraverso un diminutivo, dal termine latino medioevale
caza (mestolo
di metallo, casseruola), strumento usato prevalentemente dagli
alchimisti e dagli erboristi nella preparazione delle loro miscele; si
potrebbe quindi supporre che queste fossero le professioni dei capostipiti.
CAZZARO'
Cazzarò è tipico del leccese, di Miggiano ed Alezio.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
D'origine grika o, in alternativa, greco-albanese, il cognome Cazzarò
nasce da un adattamento dell'aggettivo katsaròs,
che, in greco moderno, ha il significato di riccio,
riccioluto (vedi Rizza e Ricciuti).
In conclusione, dunque, si tratta della cognominizzazione di un soprannome
o del nome personale del capostipite.
CAZZATI
CAZZATO
Cazzati, estremamente raro, è tipico del tarentino e del vicino
materano, Cazzato è tipicamente pugliese, del Salento e del tarentino,
possono essere stati originati da un soprannome dialettale legato al vocabolo
cacciare o al termine greco kuathos
(vaso, coppa,
ma anche casseruola), forse
ad intendere che il capostipite facesse il venditore itinerante d'acqua.
integrazioni fornite da Anna Carletto
cazzare in dialetto leccese, significa
rompere, frantumare, come ad esempio
di un piatto che cade per terra (dal francese casser).
Lo schiaccianoci è infatti chiamato cazzamennele
(rompimandorle).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cazzato è un cognome pugliese che può avere alla base
l'italiano 'cazzato' = cacciato,
esiliato, oppure un termine dialettale di Molfetta 'kazzatæ'
che indica un uomo "preso dall'ira, incollerito,
tenace". Minervini 137.
CAZZINI
Molto raro, è tipico dell'area
milanese, dovrebbe derivare da una modificazione dialettale del nome medioevale
italiano Caccino (diminutivo di Caco).
CAZZOLANI
CAZZULANI
Cazzolani è praticamente unico, Cazzulani è specificatamente
lombardo, potrebbero derivare da soprannomi collegati al vocabolo basso
latino caza (catino)
tramite modificazioni dialettali e starebbe quindi ad indicare il mestiere
di venditori o fabbricanti di casseruole svolto dalla famiglia, ma è
pure possivile una derivazione dal termine dialettale lombardo cazzöla
(cazzuola,attrezzo
del muratore) e starebbe ad indicare che questo era invece il
mestiere del capostipite.
CAZZOLARO
Cazzolaro, molto molto raro è tipico del padovano, di Galliera Veneta
in particolare, potrebbe derivare da una trascrizione errata del cognome
Calzolaro, ma è molto più probabile una derivazione da un
soprannome originato dal termine cazzola
o cazzuola ( arnese del muratore), forse originato dal mestiere di muratore
svolto dal capostipite.
CE'
Cè è specifico del cremonese, di Crema e Cremona soprattutto,
dovrebbe derivare da un'estrema contrazione del nome Francesco.
CEBBA
Assolutamente rarissimo, dovrebbe essere veneto, potrebbe derivare dall'aferesi
del nome latino di origine dacia (l'attuale Romania) Decebalus, esiste
anche l'ipotesi, poco credibile che sia di origine gallica e deriverebbe
dal nome Cebba (ancora in uso presso le popolazioni gaeliche inglesi.
CECALUPO
Cecalupo è specifico di Ruvo di Puglia nel barese, dovrebbe derivare
da un soprannome attribuito ad un capostipite che avesse in qualche modo
avuto a che fare con un lupo, magari in uno scontro, dove il lupo avesse
avuto la peggio..
CECATO
CECCATO
Cecato è quasi sicuramente dovuto ad un errore di trascrizione del
cognome Ceccato chiaramente veneto, della zona che comprende le province
di Vicenza, Padova, Venezia e Treviso, che dovrebbe derivare da una forma
patronimica determinabile dal suffisso -ato,
che nei territori veneti sta ad indicare appartenenza ad un luogo o, più
spesso, ad una famiglia, in questo caso è interpretabile come il
figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si fosse chiamato
Francesco, per aferesi Cecco.
CECCANI
CECCANO
Ceccani sembrerebbe specifico del Lazio, del frusinate in particolare,
di Alatri, Frosinone e Ferentino, con un ceppo anche nel viterbese
a Civita Castellana, Ceccano è tipico del latinense di Sezze e Latina,
dovrebbero entrambi derivare dal toponimo Ceccano (FR).
CECCARDI
CECCARDINI
Ceccardi è molto raro ed è tipico emiliano, del bolognese
in particolare, Ceccardini, assolutamente rarissimo, si trova oggi solo
nel ternano, derivano dal nome germanico Sieghard (vedi
Siccardi), troviamo tracce di questo cognome nel 1500 con il vescovo
di Segni (RM), Ambrogio Monticola Ceccardi.
CECCARELLI
CECCARELLO
CECCHERELLI
Ceccarelli è molto diffuso in tutta la fascia centrale che comprende
Romagna meridionale. Toscana, Umbria, Marche, Lazio ed Abruzzo, Ceccarello,
molto raro è specifico del padovano, soprattutto della zona di Vigodarzere
e Montegrotto Terme (PD), Ceccherelli, molto raro, ha un ceppo fiorentino
ed uno livornese, derivano da diminutivi dell'aferesi del nome Francesco,
tracce di quest'uso si trovano in uno scritto del 1300 a Firenze: "...
Hoc anno sub Regula S. Augustini militare coepit Ordo S. Ambrosii qui sub
Ceccarello et
Paulo Platanzia anno MCCCXXXI restauratus fuerat a Petro Eugubinorum Episcopo...".
CECCARONE
CECCARONI
Ceccarone, praticamente unico, è quasi sicuramente dovuto ad un
errore di trascrizione di Ceccaroni, che è distribuito nell'area
che comprende la Romagna, il pesarese, l'Umbria ed il Lazio, con un ceppo
anche nel genovese, si dovrebbe trattare di forme ipocoristiche accrescitive
derivate da modificazioni dialettali dell'aferesi del nome Francesco.
CECCHERINI
Tipico toscano specificatamente della zona che comprende il fiorentino
e l'aretino, deriva da modificazioni dell'aferesi del nome Francesco.
Cecchetti è tipico della fascia centrale che comprende Toscana,
Marche, Umbria e Lazio, decisamente veneti Cecchetto, Ceccon e Cecconello,
mentre è toscano Cecchi, Cecchin è decisamente veneto, del
padovano in particolare, Cecchinelli è tipico dello spezzino, di
Castelnuovo Magra, Ortonovo, Sarzana e La Spezia, con un ceppo anche a
Carrara e Massa, ed un ceppo nel romano a Roma, Lanuvio e Velletri, Cecchinello,
molto molto raro, è del padovano, di Stanghella in particolare,
Cecchini è molto diffuso in tutto il centronord, con massima concentrazione
al centro, centroitaliano Cecconi, Cecon è caratteristico dell'alto
udinese, Ceconi molto raro e Ciconi, che lo è ancora di più,
sono tipici dell'udinese, Cicchinelli è tipico dell'Italia Centrale,
dell'Abruzzo, dell'aquilano in particolare, di San Vincenzo Valle Roveto,
Civita d'Antino, Morino, Avezzano, Trasacco, Luco dei Marsi e Civitella
Roveto, con un grosso ceppo a Roma e buone presenze anche ad Albano Laziale,
Guidonia Montecelio e Fiumicino nel romano ed a Pescosolido nel frusinate,
in Argentina è presente un grosso ceppo di emigranti italiani con
questo cognome, Cicchinello è ormai scomparso in Italia ed è
presente solo in Argentina, tutti questi cognomi derivano direttamente
o tramite ipocoristici, anche composti, da variazioni del nome medioevale
italiano Cecco, o Cicco
forme dialettali aferetiche del nome Francesco,
un esempio di quest'uso lo troviamo in uno scritto del 1332: "...Ser Cecchinus
de Campilia. Mactheus Scarsus. Pasquinus de Casciana not. M. p. Ser Bacciameus
Tadi. Gorus Savini. Bartalus de Ripuli...", ricordiamo il famosissimo
poeta senese del 1200 Cecco Angiolieri; troviamo tracce di questa cognominizzazione
a San Vito al Tagliamento (UD) nel 1400 con Giacomo Ceconi Cameraro della
locale Chiesa di S. Michele.
CECCOBAO
Ceccobao, quasi unico, sembra specifico di Cetona nel senese, dovrebbe
derivare da una forma aferetica dialettale del nome Francesco.
CECCONATI
CECCONATO
Cecconati, assolutamente rarissimo, è toscano, Cecconato, presenta
un ceppo veneto nel trevisano tra Povegliano e Villorba, ed uno laziale
a Latina, potrebbe stare ad indicare la discendenza di un ceccone
cioè i capostipiti probabilmente si chiamavano Francesco ed erano
grossi.
CECCUTO
CECCUTTI
CECCUTTO
CECUTTI
CECUTTO
Ceccutti, estremamente raro, specifico del Friuli, dovrebbe essere dovuto
ad una diversa forma del cognome Cecutti, che è tipico dell'udinese,
di Povoletto in particolare, Ceccutto, quasi unico, parrebbe del trevigiano,
Ceccuto è unico, Cecutto, assolutamente rarissimo, è anch'esso
dell'udinese, tutti questi cognomi dovrebbero essere delle forme patronimiche
tipicamente friulane, dove il suffisso -utt-
sta per il figlio di, riferito a capostipiti
il cui padre si fosse chiamato Francesco,
Cek in friulano.
CECERE
Cognome dell'Italia meridionale
che potrebbe derivare da un soprannome legato al toponimo Cicerale (SA).
CECI
CECIO
DE CECIO
DI CECIO
Ceci è molto diffuso in tutta l'Italia peninsulare, in particolare
in Emilia nel parmense, reggiano e modenese, nella fascia che comprende
Marche, Abruzzo settentrionale e Lazio, nel napoletano ed in Puglia nel
barese e nel tarentino, tutti molto molto rari gli altri, Cecio è
specifico di Caserta e del napoletano, De Cecio di Capua e Santa Maria
Capua Vetere nel casertano e di Benevento, Di Cecio è specifico
solo di Capua nel casertano, questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente
o tramite forme patronimiche in De
o in Di, che stanno per il
figlio di, da forme aferetiche dialettali del nome Francesco,
probabilmente portato dal capostipite o da suo padre.
CECILI
CECILIA
CECILIO
Cecili ha ujn piccolissimo ceppo perugino ed uno a Roma e ad Agosta nel
romano ed a Piglio nel frusinate, Cecilia è tipicamente laziale,
di Roma, di Anagni nel frusinate, di Rieti e di Latina, Cecilio, quasi
unico, è del centro Italia, dovrebbero derivare dal nome personale
latino Caecilius, il nome gentilizio
della gens Caecilia, una delle più
importanti e ricche famiglie dell'antica Roma, il cui nome dovrebbe derivare
dal termine latino coeculus (quasi
cieco, che vede a fatica).
CECINA
Cecina, assolutamente rarissimo, è dell'area tra spezzino e massese,
dovrebbe derivare dal nome di paesi come Cecina di Fivizzano nel massese,
o, anche se meno probabilmente, dal fatto di provenire i capostipiti dalla
valle del fiume Cecina.
CECINI
CECINO
Cecini ha un ceppo lombardo, in particolare a Grosio nel sondriese, con
piccoli ceppi anche nel comasco a Valmorea e Gironico, nel varesotto a
Mesenzana ed a Monza, ed uno piccolo romano a Roma e Gavignano, Cecino
ha un ceppo a Casale sul Sile nel trevisano, con qualche presenza anche
nell'udinese, dovrebbero derivare dal nome tardo latino Cecinus
(Cigno).
CEDARO
Cedaro, molto raro, è tipico dell'udinese, di Gemona del Friuli,
potrebbe derivare dal toponimo Cedarchis di Tolmezzo (UD).
CEDERNA
Molto raro è tipico valtellinese.
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (Sondrio)
Cognome valtellinese, Cederna rimane tuttora essenzialmente tipico
della provincia di Sondrio. Concentrato per lo più a Poggiridenti,
paese nelle immediate vicinanze di Sondrio. Il nome deriva da "Zederna
o Zedernono", che anticamente indicava alcune contrade del vicino
comune di Montagna. Il cognome è molto raro fuori dalla Valtellina,
ma ha avuto una certa notorietà a livello nazionale grazie
ai due giornalisti-scrittori milanesi Antonio e Camilla Cederna, nipoti
di Antonio Cederna nato a Ponte in Valtellina nel 1841, stabilitosi poi
a Milano, dove divenne imprenditore di successo.
CEDOLIN
CEDOLINI
Cedolin, molto raro è specifico friulano, del pordenonese al confine
con l'udinese, Cedolini, ancora più raro dovrebbe essere dell'udinese,
potrebbe derivare dall'aferesi dell'etnico macedonicus (macedone).
CEDRELLI
CEDRELLO
CEDRI
CEDRINI
CEDRINO
CEDRO
Cedrelli, estremamente raro, è del nord Italia, Cedrello, quasi
unico, sembrerebbe del sassarese, Cedri, molto raro, è presente
nell'Italia centrosettentrionale, con piccoli ceppi nel bresciano e nel
vicentino, Cedrini è tipicamente emiliano e romagnolo, con ceppi
tra bolognese e ravennate e tra riminese e pesarese, Cedrino, assolutamente
rarissimo, sembrerebbe avere un piccolo ceppo nel rovigoto, uno in Piemonte
ed uno in Gallura, Cedro, abbastanza raro, ha ceppi nella Lombardia settentrionale,
in Sicilia, in Calabria ed in Puglia, potrebbero derivare dai molti toponimi
contenenti la radice Cedr-, ma potrebbero
in molti casi derivare da forme ipocoristiche di italianizzazioni del nome
ebraico Cedron.
CEDRONE
CEDRONI
CETRO
CETRONE
CETRONI
Cedrone è tipico del frusinate, di San Donato Val di Comino, San
Giovanni Incarico e Castrocielo e di Roma, Cedroni, oltre al ceppo laziale
a Velletri, Roma e Lariano nel romano, presenta un piccolo ceppo forse
autoctono a Gandellino nel bergamasco, Cetro, assolutamente rarissimo,
è del napoletano, Cetrone ha un ceppo nell'aquilano a Scanno e Barrea,
un ceppo a Pontinia e Sonnino nel latinense ed a Roma, Cetroni ha un ceppo
a Marino, Roma e Ciampino nel romano, ed uno a Tortoreto nel teramano,
dovrebbero derivare dal nome medioevale Cetro,
Cetronis o Cedrone, a sua
volta derivato dal nome del gallo cedrone,
l'uccello che dona le sue piume al cappello piumato dei bersaglieri, tracce
antichissime di questa cognominizzazione le troviamo già nel 1200
in Toscana: "...Asdente fo de
Parma e fu calzolaro, e tuto 'l so ingenio pose a sapere divinare; e tal
volta esso dicea cosse vere. E costui se chiamò Asdente
Cedrone. ...".
CEFALA
CEFALI
CEFALINI
CEFALO
CEFALONE
CEFALONI
Cefala e Cefalini sono praticamente unici, Cefali, rarissimo ha un ceppo
a Roma, un piccolo ceppo a Catanzaro e Cortale nel catanzarese ed uno a
Palermo e Messina, Cefalone, assolutamente rarissimo, parrebbe del casertano,
Cefaloni è specifico di Ripi nel frusinate.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Cefalo,
l'italianizzazione cioè del personale greco Kefalos,
che, tratto dal greco kefàli,
significa letteralmente testa, capo
(vedi Cefalà e Testa): nell'onomastica
antica, a ben vedere, il nome Cefalo rimanda più probabilmente alla
mitologia greca, dove il personaggio di Cefalo è al centro di una
tragica storia d'amore con la sua sposa Procri - per la precisione, comunque,
va aggiunto che Cefalo fu anche il nome di diversi personaggi storici vissuti
nel mondo antico, fra i quali, ad esempio, si può ricordare Cefalo
di Siracusa, padre dell'oratore Lisia e dei filosofi Polemarco ed Eutidemo.
Detto questo, ad ogni modo, va notato che nel caso specifico dei cognomi
Cefala e Cefali non è esclusa una derivazione dai cognomi Cefalà
e Cefalì, che, nell'ambito del sud Italia, appartengono o alla tradizione
grika o ai cognomi arvaniti provenienti dalla Grecia (per una spiegazione
più approfondita, vedi Cefalà).
In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni o dei nomi personali
dei capostipiti o di soprannomi ad essi attribuiti - per quanto proponibile,
invece, è piuttosto improbabile una connessione con la toponomastica
greca.
CEFALA'
CEFALI'
Entrambi calabresi della provincia di Catanzaro, Cefalà è
tipico di Lamezia Terme, mentre Cefalì è di Catanzaro e Cortale.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
D'origine grika o greco-albanese, i cognomi Cefalà e Cefalì
nascono da un'italianizzazione dei termini greci kefalàs
e kefalìs, che, in lingua neo-greca,
significano letteralmente testone, testa grossa
o, in senso figurato, testardo, ostinato
(vedi Cefala): in questo contesto, a dire
il vero, va notato che Cefalà e Cefalì corrispondono esattamente
ai cognomi italiani Testone, Capone, Capoccia, etc, tipici dell'antica
tradizione popolare. Nell'Impero Bizantino, tuttavia, è importante
ricordare che il termine kefalades
(plurale di kefalàs) era anche
un appellativo attribuito agli arconti militari,
probabilmente per sottolineare il loro ruolo di capi o comandanti dell'esercito
- un po' come noi usiamo il termine capoccia nel senso di capo: in questo
senso, allora, non è escluso che alcune di queste famiglie abbiano
effettivamente un legame con un kefalàs
bizantino, soprattutto se si considera che diverse famiglie
arvanite erano legate ai ranghi nobili o militari della Grecia medievale
(così come dell'Albania). Prima di concludere, ad ogni modo, va
aggiunta un'ultima ipotesi riguardo ai cognomi in questione (soprattutto
nel caso di Cefalà): osservando la toponomastica greca, va notato
che diversi toponimi greci contengono la radice Kefal-
- ad esempio l'isola di Kefalonia e il villaggio cretese di Kefalas - e,
in questo senso, non si può escludere una derivazione dalla toponomastica
greca (per quanto l'ipotesi sia poco probabile); in Sicilia, inoltre, esiste
anche una località dal nome Cefalà Diana (PA), ma, siccome
Cefalà è un cognome principalmente calabrese, anche quest'ipotesi
suona poco probabile (semmai potrebbe valere per gli sporadici Cefalà
siciliani).
CEFALU'
Tipico del palermitano, di Palermo, Cefalù, Santa Flavia e Castelbuono,
deriva ovviamente dal toponimo Cefalù (PA).
CEFARELLI
CEFARIELLO
CEFARO
CIFARELLI
CIFARIELLO
Cefarelli, assolutamente rarissimo, è del casertano, Cefariello
è napoletano, Cefaro è laziale, Cifarelli è tipico
della zona che comprende il barese ed il materano, Cifariello, molto molto
raro, è napoletano, dovrebbero tutti derivare dall'aferesi del nome
Lucifero, termine usato spesso nel meridione d'Italia nell'accezione di
discolo, monellaccio, e potrebbero essere originati da soprannomi correlati
con il carattere particolarmente vivace del capostipite.
CEGLIA
DE CEGLIA
DI CEGLIA
Diffuso in Campania Ceglia, soprattutto nell'alto salernitano, in Basilicata
e nel foggiano e nelle zone circostanti, De Ceglia è invece specifico
di Molfetta (BA), Di Ceglia, assolutamente rarissimo, è probabilmente
dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, potrebbero tutti derivare
da uno dei toponimi contenenti il vocabolo Ceglie, l'ipotesi che lo farebbe
discendere dal nome medioevale normanno Celia è abbastanza improbabile,
tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Molfetta almeno dal 1600
con i De Ceglia ed a Picerno (PZ) fin dal 1700 con i Ceglia.
CEGLIE
Ceglie, specifico di Bari ed Altamura nel barese, dovrebbe derivare
dal toponimo Ceglie del Campo, una frazione nella periferia sud della città
di Bari, anche se non si può escludere, in qualche caso, anche se
molto meno probabile, una derivazione dal toponimo Ceglie Messapica nel
brindisino.
CEI
Tipico dell'alta Toscana, dovrebbe derivare dal nome medioevale Cei di
cui abbiamo traccia in un atto degli scritti pisani datato 6 dicembre 1185:
"...Ciolo Formentino germano meo totum unum et integrum
petium terre cum domo super se et omni sua pertinentia positum in civitate
pisana in Cappella Sancti Bartholomei delle Risi quod olim fuit Cei
Jannibelli, olim fratris suprascripti Puccini..."
ed a Firenze agli inizi del 1300: "...Liber et Memoriale
negotiorum propriorum Bonaccorsi Symonis de Cerasomma notarii, et Cei
eius germani, factus et compositus post combustionem domorum Podiensium
et apotece, in qua dictus Bonaccorsus morabat, sub anno..."
CELANI
CELANO
Celani ha due ceppi uno nelle Marche ed uno nel Lazio, l'origine dovrebbe
essere da un soprannome legato ad un toponimo Celano (AQ), Celano è
tipicamente meridionale, ha almeno due ceppi, uno tra salernitano, Lucania
e Calabria centrosettentrionale ed uno in Sicilia, soprattutto nel catanese,
dovrebbero derivare dal nome medioevale Celanus,
di questo nome si ha un esempio nel 1400 nel Lazio, dove troviamo
un certo Celanus de Interamne (Teramo)
che il 16 dicembre di quell'anno viene nominato castellano della rocca
di Castelnuovo di Porto (Roma), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo
nella seconda metà del 1500 con Guerrerius Celanus comandante 194
militi veneziani a Cipro.
CELANT
Celant è tipico del veneziano, di Venezia e Cinto Caomaggiore, e
del pordenonese, di Polcenigo, Pordenone, Fiume Veneto e Caneva, di origini
friulane questo cognome dovrebbe derivare dal nome del monte Celant situato
sulle Prealpi pordenonesi verso il bellunese.
CELANTI
CELANZI
Celanti, estremamente raro, parrebbe toscano, probabilmente di Livorno,
Celanzi, quasi scomparso è del centronord, forse marchigiano del
Piceno, dovrebbero derivare dal nome medioevale Coelanthus
o Coelanthius (Giglio).
CELATA
CELATI
CELATO
Celata ha un ceppo a Pitigliano e Manciano nel grossetano ed uno a Roma,
Celati ha un ceppo emiliano nell'area che comprende il bolognese, il ferrarese
ed il ravennate, in particolare a Ferrara ed Argenta nel ferrarese, ed
un ceppo a Livorno, Piombino e Rosignano Marittimo nel livornese, Celato
ha un ceppo a Montebelluna nel trevisano ed uno a Macerata Campania nel
casertano, dovrebbero derivare dal cognomen latino della Gens Cornelia
Celatus, Celata,
che deriva da un identico soprannome latino con il significato di invadente,
o dal suo equivalente slavo Celat.
Celauro è siciliano, di Agrigento e di Palermo, Ceraolo è
tipico del messinese, di Gioiosa Marea, Piraino, Capo d'Orlando,
Messina, Sant`Angelo di Brolo, Brolo e Patti, Ceraulo sembrerebbe
tipico di Palermo, con un piccolo ceppo anche nel catanese, Ceravoli, sembrerebbe
unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione di Ciaravolo
che è specifico della Campania, in particolare del napoletano, di
Torre del Greco, Napoli e Portici, Ceravolo è tipicamente calabrese,
del reggino soprattutto di Bovalino e Feroleto della Chiesa, ma è
ben presente anche a Catanzaro, Soriano Calabro (VV) e Cirò Marina
nel crotonese, ha anche un ceppo a Palermo, Cilauro, estremamente raro,
è del sud della Sicilia, Ciravolo è anch'esso siciliano di
Palermo e Giuliana nel palermitano, di Campobello di Mazara nel trapanese
e di Paternò nel catanese, Ciraolo è sempre siciliano, di
Messina e del messinese soprattutto, ma con ceppi anche nell'agrigentino
a Grotte e Cianciana, Ciraulo ha un piccolo ceppo nel cosentino, ma sembra
essere sempre tipico della Sicilia, in particolare di Palermo e del palermitano,
dovrebbero tutti derivare da soprannomi originati dal termine arcaico ceraulo
o ciraulo che significa sia
incantatore di serpenti
che imbroglione, a loro volta
derivati dal termine greco keraùles
(suonatore di flauto, incantatore),
nel 1400 i cerauli
o celauri o serpari, difendevano
il bestiame dai morsi del serpente, quindi questi cognomi potrebbero anche
derivare dal mestiere di serparo svolto dai capostipiti.
CELEGATO
Celegato è tipicamente veneto, di Venezia, Mira, Mirano e Dolo nel
veneziano e di Padova,Curtarolo e Vigodarzere nel padovano, dovrebbe derivare
da un soprannome basato sul termine dialettale veneziano arcaico celegato
(passerotto).
CELENTANI
CELENTANO
CELINTANO
CILENTANO
Celentani e Cilentano sono assolutamente rarissimi, mentre Celentano è
molto più diffuso, Celintano è ormai quasi scomparso, sono
tutti cognomi tipicamente campani, derivano dall'essere i capostipiti provenienti
dal Cilento.
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (Sondrio)
Cognome molto noto nel mondo della musica leggera, anche al di là
dei confini del nostro paese. Deriva dal nome di una regione storica della
Campania, il Cilento, che costituisce la parte interna del Salernitano.
Il cognome é diffuso in Campania e Puglia, ma è presente
anche al nord e altre parti di Italia, seppure più sporadico.
CELENZA
Ha un ceppo in Abruzzo a Vasto (CH) ed uno nel Lazio a Ceccano (FR), deriva
dal toponimo Celenza sul Trigno (CH).
CELESI
CELESIA
Celesi sembrerebbe unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione
di Celesia, che ha un ceppo a Pollein in Val d'Aosta, uno a Genova, che
potrebbe derivare dal nome di Celesia, frazione di San Colombano Certenoli
nel genovese, ed uno, il più consistente, a Palermo, dovrebbe derivare
dal nome femminile medioevale Celesia,
un'alterazione del nome tardo latino Celisia.
CELESTA
CELESTE
CELESTI
Celesta è unico, e dovrebbe essere il risultato di un'errata trascrizione
di Celeste, che è diffuso a macchia di leopardo nel centro sud ed
in Sicilia, Celesti ha un ceppo nel perugino, nel viterbese e romano e
nel messinese, dovrebbero derivare dal nome sia maschile che femminile
Celeste, attribuito da genitori che
da buoni cattolici augurassero al proprio figlio o figlia il migliore dei
futuri possibili.
CELESTINI
CELESTINO
Celestini è tipico delle province di Roma e Viterbo, ma si nota
anche un ceppo umbro a Città di Castello (PG), Celestino ha un ceppo
cosentino, uno casertano ed uno palermitano, questi cognomi dovrebbero
derivare dal nome Celestino, diffuso in epoca medioevale (è il nome
di cinque papi fino al XIII° secolo), ma è pure possibile che
prendano il nome dai monaci Celestini o per una vicinanza ad un loro monastero
o per altri motivi.
CELI
CELINI
Di Celi sembrerebbero esserci più ceppi, nella zona dello stratto
di Messina e nella zona di confluenza tra Marche Abruzzi e Lazio, Celini,
assolutamente rarissimo, è meridionale, con un piccolissimo ceppo
a Taranto, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, anche
dialettali, dall'aferesi del nome medioevale Micele,
variante del nome Michele, specialmente
in Sicilia Celi è stato un diminutivo
comune per Michele, una seconda ipotesi,
valida soprattutto al sud, propone una derivazione dall'aferesi del cognome
Miceli. Agli inizi del 1600 nella città dell'Aquila operava
come notaio Marcantonio Celi.
CELIA
Originario dell'area siculo calabrese.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Celìa è un cognome calabrese che riprende il cognome
greco Kελία.
CELINO
CELLINO
Celino è decisamente pugliese, con un ceppo a Carovigno, Erchie,
Mesagne e San Vito dei Normanni nel brindisino ed uno a Cerignola nel foggiano,
Cellino ha un ceppo a Torino e nell'astigiano, ed uno a Mesagne nel brindisino,
dovrebbero derivare dal nome del paese di Cellino San Marco nel brindisino,
ma in qualche caso potrebbero derivare da ipocoristici di forme aferetiche
del nome Micele (vedi
CELI), forse portato dai capostipiti.
CELLA
CELLI
CELOTTI
CELOTTO
Presente in tutt'Italia Cella ha almeno tre ceppi, uno nelle Venezie, uno
nella zona tra le provincie di Genova e Parma e tra Piacenza e Lodi, diffuso
in tutta la penisola Celli è particolarmente concentrato nel centro,
Celotti è distribuito a macchie di leopardo e potrebbe avere più
zone d'origine sicuramente una è nel ravennate ed una nell'udinese,
Celotto ha un nucleo nelle province di Treviso e Pordenone ed uno nel napoletano.
Questi cognomi possono avere diverse origini, che vanno dalla derivazione
da soprannomi legati a toponimi quali Cella (RE) - (FO), Celle (RA), Celle
sul Rigo (SI) e altri, a soprannomi legati al mestiere dell'oste, in latino
cellarius (cantiniere) cioè chi era addetto alla cella vinaria (cantina),
a diminutivi di nomi o di soprannomi come Simoncelli, Monicelli.
integrazioni fornite da Andrea
Ferreri
Ha probabilmente alla base l'ipocoristico aferetico Cello di nomi come
Baroncello, Simoncello, etc. Oppure toponimi del tipo Cella e Celle largamente
diffusi sul territorio nazionale. In altri casi ancora può essere
una variante di Celi, ipocoristico aferetico di Miceli, variante di Michele.
Il cognome è diffuso nell'Italia centro-settentrionale con maggior
frequenza in Emilia Romagna (Rimini), Toscana (Firenze, Lucca ed Arezzo)
e Lazio (Roma).
CELLAI
Cellai è tipicamente toscano dell'area fiorentino, aretina, di Firenze
e Reggello (FI) in particolare, si potrebbe trattare di forme aferetiche
di cognomi come Rucellai, ma è pure possibile che siano semplicemente
soprannomi che identifichino il mestiere di osti o cellarii
svolto dai capostipiti, le cantine venivano chiamate in epoca medioevale
cellae vinariae.
CELLAMARA
CELLAMARE
Cellamara, praticamente unico, dovrebbe essere il frutto di errori di trascrizione
o di alterazioni dialettali del cognome Cellamare, che è tipicamente
pugliese, di Bari soprattutto, di Trani, Andria e Modugno nel barese, di
Taranto, Martina Franca e Castellaneta nel tarantino, e di Manfredonia
nel foggiano, e che dovrebbe derivare dal nome del paese di Cellamare nel
barese, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CELLARI
CELLERI
Cellari, quasi unico, sembrerebbe del pavese, Celleri, altrettanto raro,
è dell'area ligure, toscana, dovrebbero derivare dal mestiere di
cantiniere svolto probabilmente dai
capostipiti, mestiere che in epoca medioevale era quello dei cellarii,
cioè di quanti gestissero una cella vinaria
(cantina dei vini).
CELLAURO
Cellauro sembrerebbe specifico di Sommatino nel nisseno, potrebbe derivare
da un soprannome dialettale grecanico riferito ad un suonatore di lira
o ad un musico, forse il mestiere del capostipite.
CELLUPICA
CELLUPICO
Cellupica è specifico del frisinate, di Monte San Giovanni Campano,
Isola del Liri e Sora, e di Roma, Cellupico, è praticamente unico,
dovrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, che
dovrebbe derivare dal nome della località Cellupica, situata presso
Sora nel frusinate.
CELMI
Celmi, assolutamente rarissimo, ha un piccolissimo ceppo nel verbasnese
ed uno altrettanto piccolo nel napoletano, dovrebbe derivare dal nome medioevale
Celmus, una forma aferetica di nomi
franchi come Gaucelmus o Gocelmus,
nome di cui abbiamo un esempio d'uso a Pamplona in Spagna in un atto del
1208, dove tra i testi leggiamo: "... Sunt huius
rei testes Sancius de Biota, don Guarin Pampilonenssis canonichus et Gocelmus
canonicus, domnus Lupus frati supra dicti episcopi et Nicholaus alchaldde
Olit, et Lop Languina de Carchastello. ..".
CELORI
CELORIA
Celori, quasi unico, parrebbe del pavese, Celoria è tipicamente
piemontese, di Torino, Vercelli e Santhià nel vercellese e di Casale
Monferrato ed Ottiglio nell'alessandrino, dovrebbero derivare dal termine
e nome celorius, arcaismo per celeste,
improponibile una connessione con il termine celloria,
sinonimo di intelletto.
integrazioni fornite da Giorgio
di Francesco
In realtà, Celoria è un cognome piemontese che deriva
dal nome di un attrezzo agricolo: l'aratro, che in piemontese si dice "slòira".
Nei documenti medievali, come gli statuti comunali, il termine è
latinizzato in "celoria".
CELOZZI
Celozzi è specifico del foggiano, di Torremaggiore e di Casalvecchio
di Puglia, potrebbe derivare da un ipocoristico di forme aferetiche di
ipocoristici di nomi come Simone, Ottone
o Barone, passando prima per Simoncello,
quindi per aferesi Cello, da cui Cellozzo o Celozzo.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Celozzi è un cognome foggiano derivato dal cognome base Celi
(cfr.)
CEMBALI
CEMBALO
CIMBALI
CIMBALLI
CIMBALO
Cembali è tipico della zona tra bolognese e ravennate, di Imola
(BO), Riolo Terme, Cotignola e Faenza nel ravennate, Cembalo è campano,
di Altavilla Silentina nel salernitano, con un grosso ceppo anche a Capua
nel casertano, Cimbali ha un ceppo nel perugino, uno nel napoletano ed
uno nel catanese, Cimballi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe toscano,
Cimbalo è calabrese, del cosentino e del catanzarese, dovrebbero
derivare da un soprannome legato al vocabolo cembalo
(tamburello), forse per il fatto che
il capostipite suonasse quel tipo di strumento o lo producesse.
CENA
Cena è tipicamente piemontese, del torinese, di Chivasso in particolare
e di Torino, Verolengo, Collegno, Caluso, Settimo Torinese, Brandizzo,
San Benignao Canavese e Torrazza Piemonte, con un ceppo anche a Cigliano
nel vercellese e con presenze nel barese, potrebbe derivare dal nome medioevale
Cena, che con riferimento alla Cena
Domini o ultima cena, veniva
anticamente attribuito ai nati di Giovedì Santo.
CENACCHI
CENACCHIO
Cenacchi è tipicamente emiliano, del bolognese e ferrarese, di Bologna
e Castel Bolognese nel bolognese e di Ferrara, Cento, Berra e Poggio Renatico
nel ferrarese, Cenacchio è quasi unico, dovrebbero derivare dal
nome del paese di Cenacchio, una frazione di San Pietro in Casale nel bolognese, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CENATIEMPO
GENATIEMPO
GENNATIEMPO
Cenatiempo è tipico di Barano d'Ischia ed Ischia, sull'isola d'Ischia
nel napoletano e di Napoli, Genatiempo, assolutamente rarissimo è
del napoletano, sembrerebbe dovuto ad un'errata trascrizione del cognome
Gennatiempo, che, molto raro, è specifico di Salerno, ricordiamo
con questo cognome il pittore campano Girolamo Cenatiempo nato a Napoli
verso la fine del 1600 e le cui opere dagli inizi del 1700 arrivano
fino al 1742, l'origine è oscura, potrebbe derivare da una trasformazione
dialettale di un soprannome attribuito ad un capostipite veramente flemmatico,
ma questa è solo una semplice ipotesi, cui si affianca la più
probabile derivazione da un adattamento dialettale del nome francese Jean-Etienne,
che potrebbe essere stato portato dal capostipite.
CENCI
CENCIA
CENCIARELLI
CENCINI
CENCIO
CENCIONI
Cenci è tipico della fascia centrale che dalle Marche, attraverso
l'Umbria arriva al Lazio, con un ceppo nel fiorentino ed uno nel vicentino,
Cencia, molto raro ha un ceppo a Sonnino nel latinense ed a Roma,
ed a Sessa Aurunca nel casertano, Cenciarelli ha un piccolo ceppo tra Arezzo
e Città di Castello nel perugino, ed uno molto consistente nel Lazio,
a Roma, Paliano nel frusinate, e Rieti, Cencini è tipicamente toscano,
soprattutto del senese, e di Roma, Cencio ha un piccolo ceppo ad Ancona
ed uno ad Alba nel cuneese, Cencioni è specifico dell'area che comprende
la Toscana il viterbese ed il romano, il ternano ed il Piceno, dovrebbero
derivare, direttamente o tramite forme ipocoristiche o accrescitive, dal
nome medioevale Cencio di cui si hanno
tracce ad esempio nel 1000 con Cencio Camerario autore del più antico
ed importante catalogo delle chiese di Roma edito nel 1192. Esempio
famoso di questa cognominizzazione si ha nel 1500 con Giacomo e Beatrice
Cenci giustiziati per il delitto di parricidio, sabato 11 settembre 1599,
sotto il regno di Papa Clemente VIII° Aldobrandini.
CENEDELLA
Cenedella è tipicamente lombardo del bresciano, di Lonato, Brescia
e Villanuova sul Clisi, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale arcaico, basato su di un termine omonimo stante ad indicare la fettuccia di stoffa usata dalle donne di campagna
per acconciarsi i capelli in trecce.
CENEDESE
CENEDESI
Cenedese è tipicamente veneto, di Susegana, Breda di Piave, Treviso,
Casale sul Sile, Carbonera, Conegliano, Santa Lucia di Piave, Silea, Maserada
sul Piave e Villorba nel trevigiano, Cenedesi è quasi unico, dovrebbero
derivare dall'etnico del paese di Ceneda nel trevisano, un sobborgo di
Vittorio Veneto, che nel 1866, unitamente al paese di Serravalle, contribuì
a formare la città di Vittorio Veneto, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CENERI
Ceneri ha un ceppo emiliano, in particolare a Bologna, ed uno campano,
in partigolare a Frignano nel casertano ed a Bacoli nel napoletano, dovrebbe
derivare dal nome del capostipite, attribuitogli perchè nato nel
giorno delle Ceneri (il mercoledì prima di Pasqua), ma potrebbe
anche essere un cognome attribuito per lo stesso motivo ad un trovatello.
CENESI
CENISI
CENISIO
Cenesi, molto molto raro, ha un piccolo ceppo a Forlì e nel bolognese,
Cenisi sembrerebbe quasi scomparso, Cenisio è assolutamente rarissimo,
si dovrebbe trattare di forme alterate derivate dal cognomen latino Genesius
(vedi GENESI), ma potrebbe anche derivare
da nomi arcaici di località come quello citato nello: "Statutum
civile et criminale et conventiones castellanie Rivernarii, Arnaschi, Cenesii
et pertinentiarum" del 1288.
integrazioni fornite da Dante Cenesi
sebbene in provincia di Savona esista nel comune Cisano sul Neva la
frazione Cenesi, l'accento tonico pronunciato è sulla prima "e",
e non esiste come cognome in zona; in Calabria esisteva sulla costa tirrenica
la cittadina di Cene, gli abitanti cenesi l'abbandonarono a causa delle
incursioni saracene e fondarono Fiumara: non esiste come cognome nella
zona; in provincia di Bergamo, nella valle del fiume Serio, c'è
il Comune di Cene i cui abitanti sono
i Cenesi. Nel XVI-XVII secolo ci furono molti abitanti del bergamasco che,
come setaioli o capimastro, si trasferirono nel bolognese allora molto
ricettivo. A Bologna non esistevano prima di allora i cognomi: Bergami,
Bergamini, Bergamaschi. In Italia il cognome Cenesi è prevalente
in Emilia e Romagna, il mio ramo è presente con documentazione dalla
II metà del XVII secolo presso l'archivio parrocchiale di Medicina
(BO). Considero ragionevole ritenere che il cognome tragga le origini geografiche
da Cene nel bergamasco e che sia stato attribuito agli emigranti al loro arrivo nel
Bolognese.
CENGARLE
CINGERLE
Cengarle, decisamente friulano, sembrerebbe tipico di Codroipo nell'udinese,
Cingerle, praticamente unico, è anch'esso friulano, dovrebbero derivare
dal vocabolo medioevale cingarus (zingaro),
di cui abbiamo un esempio in uno scritto del 1600: "...Fabula
sunt veteres, saltantia moenia, Thebae . In terris, Cadmi non fuit ille
nepos. Fabula, quem Bacchae Thyrsis mactasse feruntur: Aut cui delphines
supposuere caput. Qui propria plerumque domo Laribusque caretis; Posse
rear muros aedificare lyra ! Nullus ab Aegypto tam late Cingarus
errat;...".
CENGIA
Cengia è tipicamente veneto, di San Giovanni Ilarione, Verona, Monteforte
d'Alpone e Castelnuovo del Garda nel veronese, di Monte di Malo nel vicentino
e di Feltre nel bellunese, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale
veneto arcaico basato sul termine veneto cengia
(cinghia, la fascia di cuoio o di tessuto
tre trattiene il basto o la sella delle bestie da soma), soprannome probabilmentre
attribuito a capostipiti che di mestiere facessero i mulattieri, secondo
un'altra ipotesi potrebbe invece essere di origini cimbre e derivare dal
termine tschènghel (ciglione,
cengia) ed indicare la provenienza
dei capostipiti da una zona rappresentata da una cintura erbosa a strapiombo
sulle rocce di un monte.
CENNI
Cenni è tipico dell'area che comprende il bolognese in particolare,
il ravennate, il forlivese, il fiorentino, l'aretino ed il senese, con
un ceppo nel romano, dovrebbe derivare da una forma aferetica contratta
del nome medioevale Bencivenni (vedi
BENCIVEGNA).
CENSABELLA
CENZABELLA
GENSABELLA
GENZABELLA
Censabella è siciliano di Nissoria, Leonforte e Catenanuova nell'ennese
e di Catania, Cenzabella, quasi unico, è dell'area messinese e catanese,
Gensabella è tipicamente siciliano anch'esso, del messinese, ennese
e catanese, Genzabella, praticamente unico, è dell'ennese, di questi
cognomi si possono formulare due ipotesi circa l'origine etimologica, la
prima consiste in una derivazione dal nome di origini ebraiche e prima
ancora fenice, Jesabel o Jezabel
che significa consacrato a Dio, la
seconda propone invece una derivazione dalla fusione dell'aferesi del nome
Vincenza unico all'aggettivo e nome
Bella, molto meno probabile una derivazione
dal nome brettone Jezequel.
CENSATO
CENZATO
Censato, che sembrerebbe ormai estinto in Italia, è di origini vicentine,
forse di Chiampo, potrebbe trattarsi di una forma dialettale del cognome
Cenzato che è specifico del vicentino, di Chiampo, Arzignano, Trissino
e Montecchio Maggiore, potrebbe trattarsi di un soprannome e derivare dal
vocabolo medioevale censatus (censito,
soggetto ad imposte), ma, molto più probabilmente, si
dovrebbe trattare di forme patronimiche tipicamente venete, dove il suffisso
in -ato sta per figlio
di, un Censo o Cenzo,
forma aferetica del nome Vincenzo,
secondo questa ipotesi si tratterebbe della famiglia di un figlio di un
tale chiamato Vincenzo.
CENSI
CENSO
CENZI
CENZO
Censi ha presenze nel milanese, nel veronese e vicentino, nel parmense,
nel forlivese, nelle Marche, in Umbria, nel Lazio e nell'aquilano, Cenzi
sembrerebbe tipicamente veneto, del vicentino in particolare e del padovano,
Censo, quasi unico, parrebbe lombardo, cosi come Cenzo che ha presenze
anche nel napoletano, dovrebbe trattarsi di forme aferetiche anche dialettali
del nome Vincenzo, probabile nome dei
capostipiti.
CENSON
CENSONI
Censon, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere di origini venete, Censoni,
molto raro,ro sembra originario della zona tra teramano e Piceno, dovrebbe
derivare da modificazioni accrescitive dell'aferesi del nome Vincenzo,
prima per aferesi divenuto Cenzo o
Censo e quindi Censoni
o Censon come forma dialettale veneta.
CENSUALE
CENZUALES
Censuale, praticamente unico, è siciliano, Cenzuales, leggermente
meno raro, è sempre siciliano, con un ceppo a Palermo, dovrebbero
derivare dal fatto che il capostipite avesse il compito di censuale
(ufficiale addetto alla riscossione
delle imposte sul reddito).
CENTA
Molto raro è tipico di Feltre nel bellunese, dovrebbe derivare da
toponimi come Centa S. Nicolò nel trentino o dal nome di una località
vicina al torrente Centa.
CENTAMORE
CENTAMORI
Centamore è specifico della Sicilia, di Lentini, Carlentini, Augusta
e Siracusa nel siracusano, di Catania, Scordia, Acireale e Valverde nel
catanese, e di Troina e Regalbuto nell'ennese, Centamori, estremamente
raro è tipico del perugino, dovrebbero entrambi derivare dal nome
tardo medioevale Centamore attribuito
ad un figlio tanto amato da rendere necessario il termine cento
davanti al nome Amore per indicarlo
al superlativo, troviamo nel 1800 a Trevi (PG) il medico Settimio Centamori
Cameriere di Cappa e Spada del Papa e marito di Carlotta Bonaparte.
CENTANNI
Distribuito a macchie di leopardo
potrebbe avere più zone d'origine sicuramente una è nelle
Marche, ed una nel Lazio, ma potrebbe esserci un ceppo in Campania ed uno
nel barese. Dovrebbe derivare da un nome augurale medioevale che auguri al figlio di poter campare cento anni, ma potrebbe anche derivare da un soprannome legato ad un episodio nel
quale ricorre il vocabolo o il concetto dei cento anni.
CENTELLES
Sono una famiglia originaria della Spagna scesi in Italia al seguito dei
re Aragonesi. Massimo esponente del Casato fu don Antonio Centelles marchese
di Catanzaro. I Centelles possedettero feudi in Calabria, Sicilia, Sardegna,
Campania e Puglia. In quest'ultima detennero nel 1666 il feudo di Acquarica
del Capo che prese il nome di Centellas.
CENTEMERI
CENTEMERO
CENTIMERI
Centemeri è specifico di Monza, Milano e Sesto San Giovanni nel
milanese, Centemero è specifico del milanese, di Arcore in particolare,
Centimeri, molto più raro è caratteristico di Milano e del
milanese, dovrebbero derivare dall'antico Castro brianzolo di Centemero,
di cui abbiamo già tracce nel 1200, e che troviamo citato in un
testo dell'epoca di Francesco Sforza scritto in Lodi il die XXII decembris
1451: "...et Johannem et Bosium ac fratres de Maueris
pro bonis que habent in Camasiascha et Breno; Antonium de Isachis pro bonis
que habet in Camasiascha, que tenentur per Zanetum fornaxarium; Girardum
et fratres de Rigamonte pro bonis que habent in Centemero;
Bendium de La canalle pro bonis que habet in Camasiascha; Vaninum et Antonium
fratres de Consono pro bonis que habent in Recouro ...".
CENTENARI
CENTENARO
CENTINAIO
CENTINARI
CENTINARO
Centenari, estremamente raro, sembra essere originario del piacentino,
ai confini con il sudmilano, si potrebbe individuare anche un ceppo secondario
nel milanese, Centenaro ha un ceppo tra veneziano e padovano, a Santa Giustina
in Colle nel padovano ed a Venezia, Mirano, Mira, Salzano e Scorzè
nel veneziano, Centinaio, molto molto raro, è assolutamente tipico
del milanese e del pavese, Centinari, estremamente raro, sembrerebbe del
sudmilanese e del centro Italia, Centinaro ha un ceppo a Teramo ed uno
in Sicilia nell'agrigentino a San Giovanni Gemini, Casteltermini e Cammarata
ed a Palermo, dovrebbero tutti derivare dal termine medioevale centenarius
derivato dal germanico huntari, di
cui costituiva la traduzione, ed indicare il titolare di una centena
(una sorta di cantone di tipo svizzero)
originato dal termine germanico zentgericht,
dove probabilmente il capostipite aveva il compito di esercitare la funzione
giudicante: "Apud Romanos centumvirales Iudices his
aliquid simile habebant, sed Gothorum propria et Germanorum id inventum
est, qui Comitum territoria per Centenas sive Centurias dividebant, singulos
singulis praeficientes, Centenarios
inde et Centuriones appellatos, Francis Centones. ... Germani, avid e singulis
pagis centum milites conscriberent, conscriptos Centenos vocabant et Centenarios:
conscriptionis locum Centenam, Centuriam et Centuriatum (quod potius ad
Centenariorum
munus et sodalitium referendum est) praefectum, Centgravium, centenae praepositum...".
CENTI
CENTINI
CENTINO
CENTO
Centi ha un ceppo nello spezzino a La Spezia e Vezzano Ligure, un ceppo
in Toscana, a Livorno, nel fiorentino ad Empoli, Montelupo Fiorentino e
Firenze, nel pisano a San Miniato ed a Montopoli in Val d'Arno ed a Montevarchi
nell'aretino, un piccolo ceppo a Perugia, uno, molto consistente a L'Aquila
ed uno nel romano a Roma, Segni e Carpineto Romano, Centini ha un ceppo
toscano nel senese, a Siena ed Asciano ed a Civitella Paganico nel grossetano,
presenze nelle Marche, un ceppo a Tarquinia nel viterbese ed uno a Roma
e Lanuvio nel romano, Centino, molto più raro, ha un piccolo ceppo
a Misilmeri nel palermitano, Cento ha un ceppo a Domodossola nell'ossolano,
uno a Genova, uno ad Ischia di Castro nel viterbese ed a Roma, uno nel
reggino a Roccaforte del Greco, Gioia Tauro e Melito di Porto Salvo ed
uno in Sicilia nel messinese a Milazzo e Messina e nel palermitano a Villabate
e Palermo, secondo una teoria deriverebbero, direttamente o attraverso
ipocoristici, da forme aferetiche di nomi medioevali come Crescentius,
Innocentius o Vincentius,
o da forme apocopaiche di nomi come Centoducati,
Centonze, Centofanti,
ecc., secondo un'altra teoria deriverebbero invece da toponimi contenenti
la radice Cento, come, a puro titolo di esempio Centocroci nello spezzino,
nel modenese o nel parmense, Centobuchi nel Piceno, Centofontane nel cosentino
o altri simili.
CENTINEO
Centineo è tipicamente siciliano, ha un ceppo a Palermo, Gangi,
Cefalù e Partinico nel palermitano, dovrebbe derivare dal nome del
paese di Centineo, frazione di Barcellona Pozzo di Gotto nel messinese,
probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
CENTODUCATI
Tipicamente pugliese di Altamura (BA).
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Più tipicamente barese, ma presente anche nel nord e centro
nord del paese, questo cognome deriva dal nome medievale Centoducati,
attribuito al neonato come augurio di ricchezza: l'origine del nome, infatti,
va ricercata nell'espressione cento ducati, nella quale il termine ducato
indica un'antica moneta d'oro piuttosto diffusa nell'Italia medievale e,
in questo contesto, quindi, il numero cento va inteso in senso iperbolico
per indicare una grande quantità di ducati (vedi anche Centonze).
Per quanto riguarda il cognome in questione, dunque, si tratta della cognominizzazione
del nome personale del capostipite.
CENTOFANTI
Centofanti è specifico dell'area che comprende Abruzzo e Lazio,
con un ceppo anche nel napoletano, la massima concentrazione è a
Sulmona nell'aquilense, probabile luogo d'origine del cognome, che dovrebbe
derivare dalla condizione del capostipite, probabilmente un militare
di fanteria appartenente ad una centuria.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Centofanti è un cognome derivato da un nomignolo di origine
medievale, è composto dal cognome Centi/Cento
+ 'fanti' ed ha il significato di
"cento soldati a piedi".
CENTOGAMBE
Centogambe, molto molto raro, è specifico del perugino, dovrebbe
derivare da un nome rinascimentale attribuito ad un figlio cui si augurava
di poter avere cento gambe per poter rincorrere le opportunità della
vita e per sfuggirne i pericoli.
CENTONZA
CENTONZE
CENTONZI
Centonza è specifico del foggiano, di Lesina e ManfredoniaCentonze
è presente in tutt'Italia sembrano esserci più zone d'origine:
Puglie con Lecce in particolare e il trapanese, Centonzi è praticamente
unico. Potrebbero derivare da un soprannome legato ad un episodio nel quale
ricorre il vocabolo o il concetto di cento once.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Centonza, raro, ha un nucleo principale nel foggiano, Centonze, presente
da nord a sud del paese, ha il suo epicentro in Puglia, fra il leccese,
il barese e il brindisino, ma ceppi importanti si riscontrano anche nel
materano, nel trapanese e, in misura minore, nell'ennese, Centonzi, quasi
unico, si trova esclusivamente nel tarantino e nel trapanese, tutti questi
cognomi derivano dal nome medievale Centonze,
attribuito al neonato come augurio di ricchezza: l'origine di questo nome,
infatti, va ricercata nell'espressione cento once,
nella quale il termine oncia indica
un'antica moneta molto diffusa nell'Italia medievale e, in questo contesto,
quindi, il numero cento va inteso in senso iperbolico per indicare una
grande quantità di once (vedi anche Centoducati). Per quanto riguarda
i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi
personali dei capostipiti.
CENTORAME
Centorame è tipicamente abruzzese, di Pineto, Silvi, Atri e Roseto
degli Abruzzi nel teramano e di Montesilvano, Pescara e Città Sant'Angelo
nel pescarese, dovrebbe derivare dal nome della Contrada Centorame di Roseto
degli Abruzzi o di Atri, entrambi nel teramano.
CENTORE
CENTORI
Centore è campano, del casertano e del napoletano, Centori è
praticamente unico, dovrebbero derivare dal nome della località
casertana di Centore, di cui abbiamo una citazione in questo scritto della seconda metà
del 600, in piena epoca longobarda: "..dedimus atque
offerimus in ecelesia beati Sancti Vincencii filium meum nomine Donasdei,
simul eciam cum sorte sua de omnia in omnibus quicquid habere visi sumus
in ipsum suprascriptum locum in Palaczu; seu et in Apulia, loco qui
dicitur Centore, excepto medietatem quam
ego filie mee donavi..".
CENTORINO
CENTORRINO
Centorino è quasi unico, tipico della Sicilia sudorientale, Centorrino,
molto diffuso, è specifico di Messina, dovrebbero derivare da un
soprannome originato dal termine arcaico centorino
(cinturino, piccola cintura), probabilmente
oggetti prodotti dai capostipiti, o oggetto portato abitualmente dagli stessi.
CENTOSCUDI
Centoscudi ha un piccolo ceppo a Fano nell'anconetano, ma il ceppo originario
è nel viterbese a Bagnoregio e Castiglione in Teverina, deriva dal
nome gratulatorio rinascimentale Centoscudi attribuito al figlio cui si
augurava ogni ricchezza.
CENTURIONE
CENTURIONI
Centurione ha un ceppo tra pescarese e teatino, a Chieti e Lanciano nel
teatino ed a Manoppello e Pescara nel pescarese, ed uno a Manfredonia nel
foggiano, aveva un nucleo importante a Genova, ormai praticamente scomparso,
ricordiamo l'arcivescovo genovese della fine del 1500 Alessandro Centurione,
appartenente al casato dei feudatari di Aulla nel massese, Centurioni ha
un ceppo a Verona, uno sull'Isola del Giglio ed a Grosseto nel grossetano,
sparute presenze nelle Marche, ed un ceppo nel romano a Civitavecchia,
questi cognomi dovrebbero derivare dal fatto che il capostipite fosse stato
un ufficiale posto a capo di cento uomini, il termine, che risale all'epoca
romana, indicando il comandante di una centuria
(cento legionari), venne usato anche
in epoca medioevale per indicare il comandante di una schiera di cento
cavalieri, balestrieri o fanti, a riprova di questo fatto leggiamo nella
Cronaca Senese dell'anno 1362: "..
Esendo fatte e cresciute le mura della città e ancho acresciuta
la gente, e' signori Nove fero III cento balestrieri provigionati e' quai
fuseno della città, e fuseno eletti cento per Terzo e chiamossi
III uomini, ognuno nel suo Terzo, per chapo de' cento el quale si chiama
centorione. ..".
CEOL
Molto raro è tipico di Varena (TN), dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal vocabolo dialettale cevol (ciglio
di una scarpata, di una strada), probabilmente riferito alla
località in cui abitava la famiglia.
CEOLA
CEOLIN
Ceola è specifico del vicentino, Ceolin, tipico del Veneto, è
della zona che comprende il basso trevigiano e pordenonese e la provincia
di Venezia, in particolare la zona tra Mogliano Veneto (TV), Marcon (VE)
e Mestre, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal vocabolo dialettale
ceòla (cipolla).
CEOLAN
Molto raro è tipico della zona tra le Province di Bolzano e di Trento,
soprattutto nell'area di Salorno (BZ), dovrebbe essere originato dall'etnico
del paese di Ceola (TN).
CEPARANO
Ceparano è specifico del napoletano, di Sant'Antimo, Mugnano di
Napoli, Melito di Napoli, Casandrino e Napoli, e di Sant'Arpino e Casaluce
nel casertano, dovrebbe derivare dal nome di una località del casertano.
CEPPAROTTI
Cepparotti sembrerebbe specifico di Viterbo, potrebbe derivare da un soprannome
originato dal mestiere di taglialegna o più probabilmente di venditore
di legna svolto dal capostipite.
CEPPI
CEPPO
GEPPI
Ceppi ha un ceppo nell'area lombarda che comprende il milanese, il varesotto,
il comasco, il lecchese ed il bergamasco, con un ceppo anche nel perugino
ed uno piccolo tra goriziano e triestino, Ceppo, assolutamente rarissimo,
parrebbe romano, Geppi, estremamente raro, parrebbe del pisano, livornese,
potrebbero derivare da forme ipocoristiche dialettali contratte derivate
dal nome Giuseppe, anche se non si
può escludere in alcuni casi possa trattarsi di soprannomi originati
dal termine ceppo (pezzo
di legno) ad indicare forse un'attività di legnaiuolo
o falegname svolta dai capostipiti.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Ceppi è anche cognome triestino, forma italianizzata del cognome istriano
di origine croata Cepich/Sepich, collegato
con il lago d'Arsa che un tempo si chiamava lago di Cepich, nome slavo
che nel Medioevo ha sostituito l'antico toponimo romano Felicia, poi ripristinato.
Czepich potrebbe però essere
anche patronimico con suffisso croato -ich
di Sepp, ipocoristico del nome tedesco
Joseph. M. Bonifacio, Cognomi triestini,
p. 88.
CERA
CIRA
Cera è molto diffuso in tutt'Italia, ha un ceppo torinese, uno nel
milanese e nell'ovest della Lombardia, uno in Veneto, soprattutto nel vicentino
e padovano, nel veneziano e nell'udinese, un ceppo traferrarese e bolognese,
uno nel perugino, uno nell'aquilano, nel romano, nel frusinate e nel latinense,
uno nel foggiano, nel tarantino e nel leccese, uno nel napoletano ed uno
in Sardegna nella parte meridionale dell'isola, Cira, assolutamente rarissimo,
ha qualche presenza nel leccese, potrebbero derivare, anche attraverso
alterazioni dialettali, dal mestiere di venditore di cera o di produttore
di candele svolto dai capostipiti.
CERADINI
Ceradini è specifico del veronese, di San Pietro in Cariano, Verona,
Rivoli Veronese, Fumane e Sant'Ambrogio di Valpollicella, dovrebbe derivare
dal toponimo Ceradino, località, posta a circa 12 chilometri da
Verona nell'attuale comune di Bussolengo, citata nei documenti delle campagne
napoleoniche in Italia: "...Vial had been driven
from San Marco, and chased into the little village of Mutole in the valley.
Wukassowich had marched down the left bank of the Adige nearly as far as
Ceradino, and
had planted a battery in a position whence he could send his shot across
the river against the small garrison which kept the head of the defile
of Incanale at Osteria. ...".
CERALDI
CERALDO
CIRALDI
CIRALDO
Ceraldi ha un ceppo nel casertano soprattutto a Mondragone, Sessa Aurunca
e Carinola ed a Napoli, uno nel potentino a Pietragalla e Potenza ed uno
a San Mauro Marchesato nel crotonese, Ceraldo, praticamente unico, è
probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, così
come Ciraldi, altrettanto unico, mentre Ciraldo, tipicamente siciliano,
di Bronte nel catanese, dovrebbe essere una variazione dialettale, tutti
questi cognomi dovrebbero derivare dal termine provenzale charaut
(mignotta), possono anche derivare
dal vocabolo greco kerayles (suonatore
di strumento a fiato usato per richiamare l'attenzione della gente),
ad indicare forse che il capostipite facesse il banditore, ma il termine
ceraldo in epoca antica significava
anche imbroglione, ciurmadore derivando
dal greco cheraos (cornuto,
riferito al diavolo).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Secondo G. Rohlfs il cognome lucano Ceraldi, presente anche in Calabria
ed a Napoli, è una variante del cognome GIRALDI
attestato nelle stesse zone, che viene dal personale germanico Geroaldus,
documentato nel secolo X in Francia e divenuto il cognome Giraud.
CERALLI
CERALLO
Ceralli, molot molto raro, è tipico del Piemonte nordoccidentale,
Cerallo è praticamente unico, dovrebbero derivare da nomi di località
come Cerallo nel cuneese.
CERAMELLI
CIARAMELLI
Originari del Fiorentino questi
cognomi derivano da cognomi connessi con l'uso di uno strumento musicale
pastorale, una specie di oboe, normalmente suonato assieme alla piva o
zampogna, che in alcuni luoghi della Toscana, in particolare tra gli aretini,
veniva chiamato Ciaramella.
CERAMI
CIRAMI
Cerami è tipico del palermitano, sdi Petralia Soprana e Palermo,
con ceppi forse secondari anche a Cefalù, Castellana Sicula e Petralia
Sottana, Caltanissetta, Catania e Marsala (TP), Cirami, molto meno diffuso,
è tipico di Bronte (CT) e dell'agrigentino, dovrebbe trattarsi di
una modificazione dialettale del primo che parrebbe derivare dal toponimo
Cerami (EN).
CERANTOLA
Cerantola è tipico del vicentino, di Tezze sul Brenta in particolare
e di Bassano del Grappa, Rosà e Romano d'Ezzelino, con un ceppo
anche a Loria nel trevisano e Cavarzere nel veneziano, dovrebbe derivare
dal nome della località Cerantola di Tezze sul Brenta.
CERASA
CERASINI
CERASINO
CERESA
CERESINI
Cognome tipico del centro Italia Cerasa, potrebbe avere ceppi nel leccese
e nel palermitano, Cerasini, assolutamente rarissimo, è probabilmente
la conseguenza di errori di trascrizione del cognome Cerasino, che è
tipicamente pugliese del brindisino, di Ostuni, Carovigno e Torre Santa
Susanna, Ceresa sembra essere specificatamente lombardo e piemontese, Ceresini
è tipicamente parmense, con presenze anche a Felino, Sala Baganza
e Langhirano sempre nel parmense. Questi cognomi dovrebbero derivare da
soprannomi legati, direttamente o tramite ipocoristici, al vocabolo latino
cerasum (ciliegia),
nelle varianti dialettali oppure a toponimi come Cerasa (PS), Cerasuolo
(IS), Ceresara (MN), Cereseto Monferrato (AL), ecc.
CERASUOLO
Cerasuolo è tipicamente campano, di Napoli in particolare, con un
piccolo ceppo nell'iserniese, dovrebbe derivare dal nome del paese di Cerasuolo
nell'iserniese, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CERATI
Dovrebbe avere due ceppi uno nel
comasco ed uno nel cremonese potrebbe derivare da soprannomi collegati
al toponimo Cerati (CN) o Cerano d'Intelvi (CO).
CERBAI
Cerbai è tipicamente toscano, ha un ceppo a Prato, Firenze e nel
fiorentino ed uno a Campiglia Marittima nel livornese, potrebbe stare ad
indicare una provenienza dei capostipiti dalla zona del Colle di Cerbaio
nel lucchese.
CERBARA
Cerbara ha un ceppo tra riminese e pesarese a Rimini e Verucchio nel riminese
ed a Sant'Agata Feltria e Pennabilli nel pesarese, ed un ceppo nel romano
a Roma, Gavignano e Colleferro, dovrebbero derivare da toponimi come Cerbara
di Piagge nel pesarese o Cerbara di Città di Castello nel perugino, probabili luoghi d'origine dei capostipiti.
CERBARANO
Cerbarano, abbastanza raro, sembrerebbe specifico di Carinola nel casertano,
con un piccolo ceppo nel pescarese, potrebbe derivare da nomi di località
come la Contrada Cerbarano a Manoppello nel pescarese, o da forme etniche
di paesi come Cerbaro nel potentino o l'antica località Cerbaro
nel beneventano o un'altra oimonima nell'avellinese delle quali abbiamo
tracce in documenti del XII° secolo.
CERBONE
CERBONI
Cerbone è tipicamente campano, del napoletano, con grossi ceppi
ad Afragola, Casalnuovo di Napoli, Napoli e Casoria, ma ben presente anche
ad Acerra, Caivano, Cardito e Pomigliano d'Arco, un piccolo ceppo a Vallo
della Lucania nel salernitano e ad Avella nell'avellinese, Cerboni è
tipico della zona tosco, umbra, a Grosseto, Arezzo e Firenze e nel perugino
a San Giustino, Perugia e Castiglione del Lago, con un ceppo anche a Roma,
dovrebbero derivare dal nome medioevale Cerbonius
(Cerbone), ricordiamo nel VI° secolo
San Cerbone Vescovo di Populonia nel livornese: "Anno
572 claruit Sanctus Cerbonius
ante quem nullus qui in Populoniæ Massæque sede floruerit.
Fuit ille Affricanus, et cum esset Sancti Regali Alumnus secum in Ætruriam
venit, et post Magistri Martirium cum Populoniam se contulisset ejus Civitatis
enunciatos est Episcopus cujus Vitam Sanctus Gregorius scripsit...".
CERCA
Assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico di Ancona, dovrebbe derivare
da un riferimento toponomastico, cioè dal fatto di abitare la famiglia
sulla strada Cerca, così venivano anticamente chiamate alcune vie
che uscendo dalla città giravano attorno ad uno o più
ostacoli.
CERCACE
CERCACI
Cercace, quasi unico, è dell'anconetano, Cercaci, molto raro, tipicamente
marchigiano, è anch'esso dell'anconetano, in particolare di Monte
San Vito, Jesi e Senigallia.
integrazioni fornite da Marco Cercaci
Il cognome Cercaci compare in documenti di archivio civili e religiosi
della metà del XVI° secolo nel territorio di Jesi (AN).
Per secoli esponenti di questa famiglia hanno ricoperto cariche nelle confraternite
avendo anche il compito della questua (cerca
in dialetto) cioè reperire le offerte dei devoti.
CERCATO
Molto raro è tipico di Venezia e dintorni, dovrebbe derivare dal
nome medioevale Cercatus, nome dato normalmente ad un figlio molto desiderato.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Il cognome veneto Cercato per Olivieri 200 potrebbe forse derivare
da cercaore = 'esattore'.
CERCHIAI
Cerchiai è tipico di Pescia nel pistoiese, dovrebbe derivare dal
nome del paese di Cerchiaio nel pistoiese, probabile luogo d'origine del
capostipite, paese situato a circa una dozzina di chilometri a nord di
Pistoia.
CERE'
Cerè è tipico del bolognese, di Bologna, Casalecchio di Reno,
Castel San Pietro Terme, Ozzano nell'Emilia e San Lazzaro di Savena, potrebbe
derivare da un soprannome originato dal fatto che i capostipiti provenissero
dal paesino bolognese di Cereglio.
CEREA
Cerea è tipicamente lombardo, di Inzago, Milano, Vaprio d'Adda,
Pozzuolo Martesana e Segrate nel milanese e di Bergamo, Mornico al Serio,
Curno, Treviolo, Canonica d'Adda, Dalmine ed Almenno San Bartolomeo nel
bergamasco, dovrebbe derivare da una forma tronca del termine cerreta
(bosco di cerri), transitando attraverso
l'aferesi della forma dialettale scerea, improbabile
una derivazione dal toponimo Cerea nel veronese.
CEREDA
Cereda è tipicamente lombardo, del nordmilanese, varesotto, comasco
e lecchese in particolare, dovrebbe derivare da nomi di località
individuate dalla presenza di un bosco di cerri.
CERELLO
Assolutamente veneziano, potrebbe
derivare da un soprannome legato al vocabolo latino cirrus (ricciolo),
indicante quindi una caratteristica fisica, il fatto di essere riccio di
capelli.
CEREMELETTI
Esclusivamente del milanese, deriva
da un soprannome dialettale arcaico che potrebbe essere riferito o all'abitudine
di esagerare nel bere o da qualche fatto relativo alla cera.
CERES
Ceres è un cognome specifico di Caposele nell'avellinese, nobile
famiglia di origini spgnole, il cui insediamento a Caposele risale alla
fine del XV° secolo su incarico di re Ferdinando I° D'Aragona.
CERESETTI
Ceresetti è tipico del bresciano, di Pisogne in particolare, dovrebbe
derivare da un soprannome originato da ipocoristici del termine dialettale
arcaico ceresa (ciliegia),
forse per caratteristiche somatiche quali il tipico naso rosso del capostipite.
CERETTA
Tipico del vicentino di Trissino in particolare, e nell'area dei Colli Euganei, in provincia di Padova, dove risiede un gruppo
(poco numeroso) di Ceretta tra i Comuni di Torreglia e Montegrotto Terme, potrebbe derivare dal
toponimo Cereda (VI).
integrazioni fornite da Moreno
Ceretta
La famiglia Ceretta è originaria del comune di di Altissimo
(VI) nella località Molino di Altissimo, così chiamata
per la presenza da vari secoli di un mulino (ancora esistente). Questo
mulino era proprietà, fino al 1850 circa, della famiglia Ceretta,
che per questo aveva il soprannome di munareti.
Nel 1850 circa, a causa di problemi finanziari, dovettero vendere e lasciare
il mulino, e nel corso di pochi anni si sparpagliarono in tutto il Veneto.
I rami principali derivati da questa migrazione sono ancora a Chiampo,
Trissino, Vicenza e Lonigo, nonchè in molti altri comuni. Escludo
che l'origine del cognome possa essere Cereda, non essendo questo il luogo
originario della famiglia.
CERETTI
Tipico lombardo, del bergamasco e del cremonese, potrebbe derivare dal
toponimo Cerete (BG).
CERIALE
CERIALI
Ceriale ha un ceppo ligure ad Albenga nel savonese ed uno campano a Campagna
nel salernitano, il ceppo ligure dovrebbe derivare dal toponimo Ceriale
(SV), Ceriali è tipicamente lombardo di Cremona e del cremonese
in particolare, dovrebbero derivare dal nome latino Cerialis
di cui abbiamo un esempio nel generale romano del tempo dell'imperatore
Vespasiano Quintus Petillius Cerialis Cesius Rufus Legato della nona legione
e comandante della decima legione ispanica, di cui parla Tacito nelle
sue Historiae: "...Postera
die quartadecima legio in superiorem pro vinciam Gallo Annio missa: Cerialis
exercitum decima ex Hispania legio supplevit: Civili Chaucorum auxilia
venere. Non tamen ausus oppidum Batavorum armis tueri, raptis quae ferri
poterant, ceteris iniecto igni..".
CERIANI
Ceriani è specifico della zona che comprende il milanese, il varesotto
ed il comasco, Ceriano è quasi unico, dovrebbero derivare in molti
casi dal toponimo Ceriano (MI), ma è pure molto probabile una derivazione
dal nomen latino Cerilianus.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Ceriani è un cognome veneto. Aggettivo etnico da 'Cerèa'
(VR).
CERIARO
Ceriaro, quasi unico, parrebbe ligure, potrebbe derivare dal nome latino
Cerialis (vedi
CERIALE), dove per il fenomeno del rotacismo, tipico nei dialetti
settentrionali, si è sostituita la erre alla elle.
CERINA
CIRINA
Cerina ha un ceppo sardo nell'Ogliastra ad Ilbono in particolare, ed uno
autonomo nel novarese a Trecate, Cirina, tipico del cagliaritano sembra
specifico della zona di Selegas, Senorbì e Silius, l'origine dovrebbe
essere molto diversa, quella del ceppo piemontese potrebbe derivare da
modificazione dialettali dell'etnico di Cerano (NO), quella dei ceppi sardi
probabilmente deriva da soprannomi originati dal vocabolo arcaico dell'Ogliastra
quali cerina o chirina
(recinto per ovini o maiali).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CIRINA: deriva da kirra, chirra, cirra
(vedi Chirra). Col termine chirrìna
o kirrìna
o cirìna si indica, nelle
parlate centrali, il recinto del maiale
o meglio della scrofa, che qui in Campidano
chiamiamo comunemente s'aùrra;
vocabolo, quest'ultimo, che proviene dall'italiano antico arella
= piccola stalla e dal latino harula.
Per l'etimologia vedi Chirra. Non l'abbiamo trovato negli antichi documenti
da noi consultati. Attualmente è presente in 78 Comuni Italiani,
di cui 35 in Sardegna: Senorbì 66, Cagliari 54, Assemini 27, Ortacesus
21, etc.
CERINI
CERINO
CERRINI
CERRINO
Cerini ha più ceppi, nella zona che dal milanese, attraversa il
varesotto ed arriva all'alto novarese (Verbania, Intra), nel mantovano,
nella Toscana centro orientale ed in provincia di Roma, Cerrini, decisamente
meno diffuso, oltre ad un piccolo ceppo milanese, ne ha uno fiorentino
ed uno nell'alto perugino, Cerino e Cerrino sono tipicamente del napoletano
e salernitano, dovrebbero derivare dal praenomen latino Cerrinus di cui
abbiamo un esempio a Pompei nel I° secolo con Marcus Cerrinus Vatia
o nell' Ab Urbe Condita di Tito Livio, dove
leggiamo: "...Inter multos nobiles equites Campanos
Cerrinus
Vibellius erat, cognomine Taurea...".
Tracce di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio nel 1500 a Perugia,
dove nell'albo degli scolari iscritti per l'anno 1572 troviamo un certo
Cerrinus de Cerrinis.
integrazioni fornite da Alessandro
Benfatto
il cognome Cerini é presente nell'archivio del Centro di Ricerca
Araldico.Infatti il cognome suddetto è stato fregiato con il titolo
di nobile di Venezia.
CERIOLI
CERIOTTI
CERIOTTO
Cerioli è di origine cremonese, con buona presenza in tutta la Lombardia
ed in Emilia, Ceriotti è tipicamente lombardo del milanese e del
varesotto, Ceriotto è quasi unico ed è quasi sicuramente
dovuto ad errori di trascrizione del precedente, potrebbero derivare da
forme ipocoristiche di un soprannome legato al vocabolo latino cirrus
(ricciolo), indicante quindi una caratteristica
fisica dei capostipiti, il fatto di essere ricci di capelli.
CERIONESE
CERIONESI
Sia Cerionese che Cerionesi sono quasi unici, tipici del vebeziano, potrebbero
derivare da un soprannome dialettale veneziano arcaico stante ad indicare
chi conduceva in processione dei ceri in occasione della festività
dedicata alla Purificazione della Madonna.
CERIONI
Sembra avere un ceppo nell'anconetano ed uno in provincia di Roma, potrebbe
derivare da un soprannome originato da una caratteristica fisica, i capelli
ricci, o dall'appartenere ad una congregazione come portatore di ceri durante
le processioni.
CERISE
Cerise è tipicamente valdostano, potrebbe derivare da un soprannome
originato dal termine francese cerisier
(ciliegio), ma è pure possibile
un collegamento con il termine dialettale locale cere
(cera) ed indicare quindi che il capostipite
fosse un produttore di quell'articolo, un apicultore.
CERMIGNANI
GERMIGNANI
Cermignani, molto raro, ha un ceppo abruzzese, nel teramano e nel teatino,
ed uno romano, Germignani sembrerebbe unico ed è probabilmente il
frutto di un errore di trascrizione del precedente, molto probabile una
derivazione dal nome del paese di Cermignano nel teramano, anche se non
si può ignorare una possibile connessione con il nome medioevale
latino Germinianus, o Geminianus,
ricordiamo ad esempio il Patrono di Modena San Geminiano.
CERMINARA
CERMINARI
CERMINARO
GERMINARA
Cerminara è un cognome tipicamente calabrese, Cerminari e Cerminaro
sono praticamente quasi unici, Germinara, molto raro, è tipico del
cosentino, di Campana soprattutto, e del crotonese, potrebbero derivare
da soprannomi originati dal mestiere dei capostipiti, forse dei vivaisti,
cioè dei padroni di un germinarium
(vivaio).
CERNA
CERNE
CERNIC
CERNO
Cerna è un cognome friulano tipicamente triestino, Cerne è
la forma più diffusa, anche nel goriziano, dello stesso cognome,
Cernic, anch'esso specifico del goriziano, ha la stessa origine, così
come Cerno che è invece tipico dell'udinese, tutti questi cognomi
dovrebbero derivare dal termine sloveno c(e)rn
(nero), si dovrebbe trattare quindi
di nomi attribuiti ai capostipiti che da bambini erano caratterizzati
dall'avere i capelli neri o una carnagione più scura della norma.
CERNELLI
Cernelli, molto molto raro, sembrerebbe specifico del salernitano, di Prignano
Cilento e di Ogliastro Cilento in particolare, potrebbe essere di origini
normanne e derivare dal nome della località di Cernelium
(l'attuale Cerne nel Dorsetshire), nome che troviamo citato in questo testo
del 1125: "..Procurante igitur Almaro episcopo et
decernente sancto Dunstano, ossa sancti Edwoldi de terra eleuata, cum ad
episcopalem sedem Schireburnie ferri deberent, a loco illo moueri non potuerunt.
Episcopus igitur cum populo genua flectit, orationibus humiliter instans;
et Almarus comes qui tunc aderat, vt ad Cernelium
portaretur si ipse sanctus dignaretur, cum ceteris deum exorat...".
CERNUSCHI
Molto raro è tipico del milanese, dovrebbe derivare dal toponimo
Cernusco sul Naviglio (MI), tracce illustri di questa cognominizzazione le
troviamo nel 1400 con lo scultore Luchino Cernuschi, autore fra l'altro
dell'Arca Torelli nella chiesa di Sant'Eustorgio a Milano, nella prima
metà del 1700 Paolo Cernuschi è vescovo di Como.
CEROLINI
Cerolini è specico della provincia di Macerata, di Civitanova Marche
in particolare, potrebbee derivare da una forma ipocoristica del nome antico
latino Cerulus, o Cerullus
(vedi anche CERULLI), ricordiamo con questo
nome un re latino di 5 secoli prima della fondazione di Roma, potrebbe
però anche derivare da una modificazione del cognomen latino Cerularius.
CERONE
CERONI
CERRONE
CERRONI
Cerone è originario di Muro Lucano (PZ), ma esiste anche un ceppo
nell'aquilano nella zona tra Avezzano, Celano e Collelongo, Ceroni ha un
ceppo veneto tra vicentino, padovano e veneziano ed un ceppo toscoemiliano,
tra fiorentino, bolognese, forlivese e soprattutto ravennate, Cerrone e
tipico della fascia che comprende Lazio, Abruzzo, Campania e foggiano,
Cerroni è laziale, questi ultimi 3 potrebbero anche derivare dal
toponimo Cerrone (CH) o Cerrone di Piediluco (TR), l'origine più
probabile dovrebbe però risalire al nome greco Cerone,
nome del tiranno che distrusse Siracusa nel 270 a.C, dell'uso di questo
nome abbiamo un esempio a Napoli in un atto del 28 aprile 1555 Gio. Battista
Carfagno e i suoi nipoti Ferdinando, Prospero e Geronima (figli di Cornelio
suo fratello defunto) si obbligarono a pagare 20 ducati di oro a mastro
Cerrone di Bagnoli "acciò fabricasse la detta
cappella", secondo un altra ipotesi questi cognomi potrebbero derivare,
soprattutto se appartenenti a famiglie originarie di zone di montagna,
dal cerro che è una varietà
di quercia caratteristica forse del luogo in cui quelle famiglie abitavano,
personaggio di rilievo è stato Giovanni Cerroni che nel 1351 fu
nominato senatore e capitano dal Papa ricevendone pieni poteri, e che governò
Roma fino al 1352.
CERQUA
CERQUI
Cerqua ha un ceppo laziale a Roma, Guidonia Montecelio (RM) e a Sora e
Broccostella nel frusinate, ed un ceppo campano a Giugliano in Campania,
Qualiano, Villaricca, Marano di Napoli e Napoli nel napoletano, Cerqui
sembra invece tipico del bresciano e di Preseglie in particolare.
integrazioni fornite da stefano
Ferrazzi
Cerqua, presente da nord a sud del paese, è più tipicamente
campano e laziale, con ceppi maggiori nel napoletano e nel romano e ceppi
minori nel casertano e nel frusinate, Cerqui, più raro del precedente,
sembra specifico del bresciano, entrambi questi cognomi derivano dal nome
medievale Cerqua (variante del più
comune Quercia), da intendersi o come
simbolo di forza (sia fisica che morale) o come simbolo cristiano (la quercia,
infatti, è una pianta cara alla tradizione cristiana e il nome Cerqua
potrebbe anche riflettere il culto per la Madonna della Cerqua); dal punto
di vista etimologico, l'origine del termine cerqua
(ancora in uso in alcuni dialetti) va ricercata nella stessa metatesi dell'italiano
quercia. Per quanto riguarda i cognomi
in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali
dei capostipiti, anche se in alcuni casi non è esclusa una derivazione
da soprannomi ad essi attribuiti.
CERQUETI
CERQUETO
CERQUETTI
Cerqueti ha un ceppo marchigiano ed uno abruzzese, Cerqueto, assolutamente
rarissimo, è napoletano, Cerquetti sembrerebbe specifico di Civitanova
Marche (MC) ma con un ceppo anche a Roma, potrebbe derivare da uno dei
tanti toponimi presenti nelle Marche ed in Umbria come ad esempio Cerquete
(AN), Cerqueto (PU) e (PG) e (VT), Cerqueta (FR), di quest'uso abbiamo
un esempio nel XIII° secolo: "...alumnus fuit
Jacobus de Cerqueto,
qui suis orationibus obtinuit ...".
CERRATI
CERRATO
Cerrati molto raro è specifico del Piemonte, Cerrato è abbastanza
diffuso, sembra avere due ceppi autonomi, nel Piemonte occidentale e nel
napoletano e salernitano, potrebbero derivare da toponimi contenenti la
radice Cerr... cioè legati alla presenza di cerri (varietà
di querce), si ipotizza anche che il ceppo campano possa in qualche modo
definire una provenienza dalla città di Acerra (NA). Tracce
di questo cognome si trovano ad Alba (CN) nel 1500 con il poeta Paolo Cerrato
e nell'astigiano a Tigliole fin dal 1600.
CERRETA
CERRETI
CERRETO
DA CERRETO
DE CERRETO
Cerreta è tipicamente campano, di Calitri nell'avellinese, Cerreti
è tipico dell'area centrale che comprende la Toscana, dove è
massivamente rappresentato nel fiorentino e nell'aretino, nelle Marche
e nel romano, Cerreto è tipicamente campano, del napoletano, beneventano
e soprattutto del casertano, con un ceppo anche a Roma, Da Cerreto e De
Cerreto sono praticamente unici e parrebbero marchigiani, dovrebbero tutti
derivare dal nome del luogo d'origine o d'abitazione dei capostipiti, con
toponimi come Cerreta di Sant'Agata dei Goti nel beneventano, Cerreto di
Ariano Irpino o Cerreto di Lioni nell'avellinese, Cerreto Sannita nel beneventano,
Cerreto di Monte Cavallo nel maceratese, Cerreto di Montegiorgio nel Piceno,
Cerreto di Saviano nel napoletano, Cerreto Guidi nel fiorentino o come
questi moltissimi altri, ma è pure possibile che derivino semplicemente
da soprannomi originati dalla presenza di un bosco di cerri nelle vicinanze
delle abitazioni delle famiglie.
CERRI
CERRUTI
CERUTI
CERUTTI
Cerri è presente in tutta la fascia occidentale dell'Italia centro
settentrionali ha più aree di origine, una nelle provincie di Milano,
Novara e Pavia, una nelle provincie di Pisa e Lucca, almeno un'altra nel
Lazio; Cerruti è ligure piemontese, Ceruti è lombardo, Cerutti
è lombardo piemontese. Tutti questi cognomi deriverebbero da soprannomi
legati alla presenza di uno o più cerri (alberi) nelle vicinanze
dell'abitazione delle famiglie o, più probabilmente, da toponimi
che contengono la radice Cerro, estremamente diffusi in Italia, a titolo
di esempio: Cerreto Alpi (RE), Cerreto Castello (BI), Cerreto d'Asti (AT),
Cerreto Laziale (RM), Cerro al Lambro (MI), Cerro Maggiore (MI) ecc.
Tracce di famiglia Cerri la troviamo in Lunigiana, dove nel 1550 è
presente con mansioni di notaio un tal Giovanni Michele dei Cerri di Bigliolo,
nel 1580 M. Antonio Cerri da Montone (PG) scrive saggi sulla poesia lirica
latina, nel 1770 a Pumenengo (BG), troviamo in qualità di podestà
Girolamo dei Cerri di Vailate.
CERRO
Ha un ceppo nel savonese, a Quiliano in particolare ed uno nel frusinate
nella zona di Pontecorvo (FR), dovrebbe derivare da toponimi come Cerro
di Cassino (FR), Cerro Grosso (FR) o simili.
CERSOSIMO
Specifico del cosentino, della zona di Mormanno in particolare, deriva
dal toponimo Cersosimo (PZ) (vedi CERZOSIMO).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cersosimo è un cognome e toponimo lucano e calabrese che deriva
dall'espressione greca 'κυρ'
Ζώσιμος'
= signor Zosimo.
CERULLI
CERULLO
Cerulli, abbastanza raro, sembrerebbe avere più ceppi distinti,
a Monte Argentario (GR), a Roma e a Napoli, Cerullo, molto diffuso in tutta
la Campania e nel potentino, ha un ceppo nel catanzarese, zona di Montauro
e Squillace, ed uno nel Salento a Maglie, dovrebbero tutti derivare dal
praenomen romano Cerullus di cui abbiamo un esempio in un'antica lapide
romana: "Laribus Augustis mag(istri)
reg(ionis) III
- vici Corniclar(i)
-ann(o) LXI aediculam
vetustate - vexatam et tectum eius -
sua impensa refecerunt - et marmorarunt - C(aius)
Iulius Macareus - M(arcus) Graecinius
Cerullus - N(umerius)
Graecinius Philetus - M(arcus)
Gavius Speratus - L(ucio)
Iunio Gallione - T(ito)
Cutio Cilto co(n)s(ulibus)
", troviamo tracce di questa cognominizzazione nell'avellinese a Montoro
in un atto d'indulto del 1340 concesso da Roberto d'Angiò.
CERVASI
CERVASIO
Cervasi, assolutamente rarissimo, è dell'anconetano, Cervasio è
tipico del napoletano di Napoli, Pozzuoli, Torre del Greco e Sant'Antimo
e di Lioni nell'avellinese, dovrebbero derivare dalla forma medioevale
germanica Cervasius derivata dal nome
latino Gervasius.
Cervelin è praticamente unico, Cervella, assolutamente rarissimo,
è del centro Italia, Cervelli ha ceppi in Toscana, in Umbria, nel
romano e nel reatino, uno a Napoli e Casoria nel napoletano ed uno in Puglia,
a Bitonto nel barese, a Taranto ed a Lecce, Cervellini ha un piccolo ceppo
tra riminese e pesarese, uno a Civitanova Marche nel maceratese, uno in
Abruzzo nell'aquilano a Trasacco, Avezzano e Luco dei Marsi e nel teramano
a Giulianova e Martinsicuro, ed uno a Roma e Palombara Sabina nel romano,
Cervellino è specifico del potentino, di Oppido Lucano, Genzano
di Lucania e Venosa, Cervello, sicuramente meridionale, ha un piccolo ceppo
a Barletta nel barese ed unoa Palermo, con un piccolissimo ceppo anche
a Caltagirone nel catanese, dovrebbero derivare, direttamente o attraverso
forme ipocoristiche, anche dialettali, da alterazioni del nome medioevale
latino Cervelius, una forma alterata
del nomen latino Servilius, il personale
gentilizio della Gens Servilia, o del
nomen latino Cervilius.
CERVELLATI
Cervellati è tipicamente emiliano, di Bologna soprattutto e di Imola,
Molinella e Castenaso nel bolognese di Ferrara ed Argenta nel ferrarese
e di Ravenna, si possono ipotizzare due possibili origini soprannominali,
la prima dal termine cervellata (un
tipo di salsiccia allo zafferano), ipotizzando così che
i capostipiti potessero essere dei salumieri, la seconda, molto lontana
dalla prima come significato, ipotizza invece una derivazione dal termine
medioevale cervelliera (un
tipo di elmo), in questo caso i capostipiti potrebbero essere
stati dei militari, dotati cioè di cervelliera.
CERVELLERA
CERVELLERI
CERVELLERO
Cervellera è specifico della zona che comprende il brindisino e
il Tarentino, Cervelleri e Cervellero, praticamente unici, dovrebbero essere
dovuti ad un errore di trascrizione, dovrebbero derivare da un nome di
mestiere, ma è anche possibile che derivino da soprannomi originati
dal termine normanno cervillier (una
sorta di elmo o bandana di metallo posta attorno al capo), tracce
di questa cognominizzazione si trovano almeno dal 1700 a Palagiano (TA),
dove ad esempio nella seconda metà del secolo Pietro Cervellera
è Priore della Confraternita del SS.mo Sacramento.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cervellera è un cognome di origine soprannominale che origina
dal sostantivo "cervello", latino 'cerebellu(m)'
diminutivo di 'cerebrum', inteso come
"parte principale dell'encefalo, posta nella cavità cranica", ma
anche "senno, intelletto, intelligenza".
Etimologicamente connessa anche la derivazione da 'cervelliera'
= cervillier (vedi anche
CERVIGLIERE).
CERVERA
CERVERO
Tipico napoletano o meglio ischitano Cervera è abbastanza raro,
Cervero, anch'esso napoletano, è decisamente più raro, dovrebbero
essere di origine spagnola e derivare dal nome greco Kerberos latinizzato
in Cerberus con il significato di guardiano o di uno dal carattere severo,
modificato poi dagli spagnoli in Cervero, ma è pure possibile che derivino
dal nome della località spagnola Cervera capoluogo della regione
di Segarra in Catalogna, in Spagna il casato nobile dei baroni De Cervera
era già presente nel 1100. Del cognome Cervera si hanno tracce ad
Ischia già nel 1600 quando in un atto troviamo citato un tal Melchiorre
Cervera accusato di omicidio.
CERVETTI
CERVETTO
CERVOTTI
Cervetti ha un ceppo ad Alessandria e nell'alessandrino ed uno a Frassinoro,
Modena e Sassuolo nel modenese, Cervetto è specifico di Genova e
del genovese e savonese, Cervotti è quasi unico, dovrebbero derivare
dal nome medioevale Cervetus
o Cervottus di cui abbiamo un
esempio alla fine del 1200 con il bolognese Cervetus o Cervottus Accursius
(1240 -1287) insigne giurista, amante anche dello studio delle lingue antiche
d'Italia e di Francia.
CERVI
CERVO
Cervi sembra avere oltre al nucleo primario in Emilia, anche uno
in Lombardia, uno nel trevigiano ed uno nelle province di Roma e Frosinone,
Cervo sembra avere un ceppo tra vicentino e bellunese ed uno in Campania,
dovrebbero derivare dal cognomen latino Cervius, che si ritrova ad esempio
in un'antica lapide romana: "Q(uintus)
Cervius Q(uinti)
l(ibertus) Fidelis
v(ivus) f(ecit)
sib(i)". Troviamo tracce di questa
cognominizzazione in una pergamenna conservata in Bergamo, dove si legge:
"...ad banchum iuris sapientis viri dom. Peterzoli
de Cervis de Cremona...".
CERVIGLIERE
Cervigliere sembrerebbe ormai scomparso in Italia, dovrebbe derivare da
un soprannome derivato dal fatto che il capostipite utilizzasse appunto
il cervigliere, una sorta di elmo medioevale
di cui abbiamo un esempio nei bandi lucchesi del 1300: "...Et.tucti
li mercadanti et artifici, in qualunqua porta della cità di Lucca
abitano, li quali avessero boteghe o mercantie in ella contrada dove il
fuoco fusse acceso, et tucti li omini di quella porta dove il fuoco fusse
accesso, liberamente et senza pena possano traere per spegnare lo dicto
fuoco, per cavare et portare via le dicte mercatantie, senza alcuna arme
offendevole o defendevole, se non con pavese o rotella, cervigliere
o segure, a quella pena che per suo arbitrio torre volesse...".
CERVINI
CERVINO
Cervini sembra avere due ceppi, uno nel varesotto ed uno nel Lazio, Cervino
è tipicamente meridionale, della Campania, Basilicata, Puglia e
Calabria, dovrebbero derivare dal nome medioevale Cervinus,
la cognominizzazione di questo nome è già presente nel 1500
quando troviamo ad esempio un Cardinal Marcello Cervini (1501-1555) amministratore
apostolico della Diocesi di Reggio Emilia.
CERVIONE
CERVIONI
CERVONE
CERVONI
Cervione è proprio unico, Cervioni, quasi unico, parrebbero del
centro Italia, Cervone sembra tipico del napoletano, con un possibile ceppo
nel barese, Cervoni è decisamente laziale, potrebbero derivare,
direttamente o attraverso una modificazione, dal cognomen latino Cervo,
Cervonis, di cui si trova un
esempio su di un'antica lapide:
"D(is)
M(anibus) - Claudi Cervoni
-
Ionici lib(erti)".
Tracce di questa cognominizzazione si trovano a Norcia in un atto del 1565,
dove si legge: "...Coram magnifico domino Thoma
Cervone de Colle gubernatore et illius dominis
audit...".
CERZA
CERZOSO
Cerza, molto raro, è tipico campano. Cerzoso, altrettanto raro,
è specifico del cosentino.
ipotesi fornite da Gianpaolo Ferrara
Cerza era un cognome molto diffuso nell'entroterra meridionale sannita.
Cerzoso molto probabilmente deriva da Cerza e cerza
in dialetto avellinese e beneventano sta a significare quercia,
quindi essere una quercia cioè essere di buona salute o di forte
carattere. Esempio: kella femmena è
na cerza, cioè quella donna
è forte.
CERZOSIMO
CERZOSO
Cerzosimo, molto molto raro, è nel salernitano a Montecorvino Rovella
e nel cosentino, Cerzoso, assolutamente rarissimo, è del cosentino,
dovrebbero derivare dal toponimo Cersosimo (PZ).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cersosimo è un cognome e toponimo lucano e calabrese che deriva
dall'espressione greca 'κυρ'
Ζώσιμος'
= signor Zosimo (N.d.r. Zosimo è il nome dell'abate fondatore
del monastero basiliano che diede sviluppo al paese).
CESANA
CESANO
Cesana è originario del
milanese e comasco, Cesano ha due ceppi, uno nelle provincie di Torino
e Cuneo ed uno in puglia nel leccese e brindisino. Dovrebbero derivare
da soprannomi originati da toponimi quali: Cesana Brianza (LC), Cesano
Boscone (MI), Cesana Torinese (TO), Cesano (TE).
CESARANO
Cesarano, tipicamente campano è soprattutto specifico di napoletano
e salernitano, dovrebbe derivare da toponimi come Cesarano di Sorrento
(NA), Cesarano di Cesara (CE) o Cesarano di Tramonti (SA).
CESARATTI
CESARATTO
CESARETTO
CESAROTTO
Cesaratti sembrerebbe ormai estinto, le ultime tracce sono marchigiane,
Cesaratto parrebbe originario della provincia di Pordenone, zona di Spilimbergo
e Vivaro, Cesaretto dovrebbe essere rovigoto, Cesarotto è tipico
padovano, questi cognomi derivano da ipocoristici del cognomen latino Caesar
(Cesare).
CESARE
CESARI
CESARINI
CESARIS
CESARO
CESARO'
CISARO'
DE CESARE
DE CESARI
DE CESARIS
DI CESARE
DI CESARI
Cesare è presente a macchia di leopardo in tutt'Italia, ma il ceppo
più significativo è in Campania, nel napoletano e nel beneventano,
Cesari è presente in tutt'Italia, ma maggiormente nel centro ed
in Emilia e Romagna, con un ceppo anche nel leccese, Cesarini è
proprio della fascia che comprende Marche, Umbria e Lazio, Cesaris è
lombardo, Cesaro ha un ceppo veneto, con particolare concentrazione nel
trevisano, veneziano e soprattutto padovano, ed in Campania nel casertano,
napoletano e salernitano, Cesarò sembrerebbe siciliano, con un ceppo
nel trapanese, a Marsala, Erice, Trapani e Custonaci, Cisarò, molto
più raro, ha un piccolo ceppo a Calatafimi nel trapanese, De Cesare
è molto diffuso in tutto il sud peninsulare, soprattutto in Campania
ed in Puglia, Di Cesare è più diffuso nel Lazio, in Abruzzo,
Molise, foggiano, casertano, napoletano e palermitano, De Cesari, ha un
ceppo tra bresciano e mantovano, uno nel lucchese, uno nel forlivese ed
uno nel romano, Di Cesari, assolutamente rarissimo, parrebbe romano, De
Cesaris è del Piceno, Abruzzo, Lazio, ternano e grossetano. Questi
cognomi derivano, direttamente o tramite forme ipocoristiche, dal cognomen
latino Caesar
(Cesare), portato dal più famoso dei condottieri dell'antica Roma, tanto da venire immortalato come sinonimo mondiale del termine imperatore, basti pensare al Kaiser germanico o allo Czar russo, che hanno appunto tratto origine da questo nome.
Ceschi è tipico veronese, Ceschin è specifico del trevisano
e del vicino pordenonese, Ceschina molto raro è del comasco, Ceschini,
più raro, sembra avere un ceppo nel basso trentino ed uno
in provincia di Macerata, Ceschino è rarissimo e parrebbe del torinese,
Cescon è specifico del trevisano e del vicino veneziano, Cesconi
è quasi unico, derivano tutti direttamente o tramite ipocoristici
o accrescitivi, più o meno modificati dal dialetto, dall'aferesi
del nome Francesco, tracce di queste
cognominizzazioni le troviamo nel 1500 a Riva del Garda in trentino negli
atti di una causa tra un certo Bartolomeo Gomberti e Francesco Ceschini
di Gargnano nel bresciano, verso la fine del 1500 si trovano atti di un
notaio Francesco Ceschini di Cologna in Alto Adige.
CESCHIA
Ceschia è specifico del Friuli Venezia Giulia, di Udine, Nimis,
San Daniele del Friuli, Magnano in Riviera, Gemona del Friuli e Tarcento
nell'udinese, di San Canzian d'Isonzo nel goriziano e di Trieste, dovrebbe
trattarsi dell'italianizzazione del nome sloveno Cèscje,
una forma aferetica del nome slavo Francèscje
(Francesca).
CESETTI
CESI
CESINI
Cesetti ha un ceppo nel Piceno a Montegiorgio, Serviglisano, Montappone
e Sant'Elpidio a Mare, con una discreta presenza anche nel maceratese a
Mogliano, un secondo ceppo lo presenta in Lazio, a Roma ed a Tuscania nel
viterbese, Cesi, molto raro, sembra avere due ceppi, uno nel brindisino
ed uno nel Lazio, Cesini ha un ceppo ad Ancona e Recanati nel maceratese,
uno a Roma ed uno molto piccolo a Trieste, sembrerebbero tutti derivare,
direttamente o attraverso varie forme ipocoristiche, dalla Gens latina Cesia,
secondo alcune ipotesi la zona originaria sarebbe Cesi, un castello umbro
dal quale sarebbe fuggito il Pietro Cesi capostipite della nobile famiglia
romana, altri addirittura fanno risalire le origini ad un tale Ceso
o Ciso, figlio di Temeno re di Micene
e di Argo (1190-1100 a.C.). Al casato dei Cesi appartennero Vescovi,
Cardinali, Priori, Conti, Duchi e Marchesi, sia nel Lazio che in Umbria. (vedi anche
CESINARO)
CESINARO
Cesinaro, assolutamente rarissimo, specifico del teatino, dovrebbe essere
originario di San Giovanni Teatino in provincia di Chieti, dovrebbe derivare
da un soprannome basato sul termine medioevale cesinare,
cioè colui che lavora nelle cesinas
(unità di misura agricola),
leggiamo negli Statuti di Laurino:
"...et Baiulos qui fuerint pro tempore prpportionaliter
dividendos, et qui eum accusabit habeat de ipsa pena tarenos tres, et si
animalia ibunt ad labores cesinarum
ibi forsan faciandarum .. ..tem si quis fecerit cesinas
in territorio comuni Laurini in Carpineto et Sorbato, solvat Curie tarenos
septem, et medium,...".
CESTARA
CESTARI
CESTARO
Cestara, rarissimo, sembra di Colliano (SA), Cestari ha un importante nucleo
nel Trentino, in Emilia tra le province di Modena e Ferrara e nel rovigoto,
uno nel torinese ed uno tra napoletano e salernitano, Cestaro è
veneto con un ceppo forse non secondario nel napoletano e salernitano,
dovrebbero tutti derivare dal mestiere di cestai o venditori di cesti,
tracce di queste cognominizzazioni le troviamo in Veneto fin dal 1600, ad
esempio una famiglia Cestaro è menzionata tra i ricchi possidenti
di Cividale, nel 1700 troviamo a Napoli un tal Jacopo Cestaro maestro di
pittura.
CESTER
Cester è tipico dell'area trevisano, veneziana, con presenze significative
anche nel vicino padovano e pordenonese, la presenza nel Lazio potrebbe
risalire all'esodo forzato di manovalanza veneta in occasione della bonifica
delle paludi pontine, dovrebbe risalire al termine veneto per cestaio,
o produttore di cesti, tracce di questa cognominizzazione le troviamo a
Portogruaro nella seconda metà del 1700 con il calzolaio e poi conciatore
di pellami Francesco Cester.
CESTRONE
CESTRONI
Cestrone è specifico del casertano, di Sessa Aurunca, Roccamonfina,
Teano e San Prisco, Cestroni, quasi unico, sembrerebbe laziale, dovrebbero
derivare da un soprannome originato dal termine medioevale cestro,
cestronis, la betonica,
una pianta dall'odore di limone utilizzata in passato per la sua azione
specifica contro le cefalee e perchè favorisce la cicatrizzazione
delle ferite, forse ad indicare nel capostipite un erborista o comunque
una specie di medico.
Cetarelli è unico ed è una forma alterata di Citarelli, che
ha un ceppo a Napoli ed uno a Foggia e Bari, Citarella è un cognome
tipicamente meridionale, con un ceppo campano, particolarmente nel salernitano
a Nocera Inferiore, con presenze significative anche a Nocera Superiore
e Pagani, a Napoli e Mugnano di Napoli, uno ad Aversa nel casertano ed
uno a Benevento, ed un ceppo pugliese a Bari, Citarello è praticamente
unico, Cittarelli, molto raro, è specifico di Terracina nel latinense,
Cittarello, estremamente raro, sembrerebbe del maceratese, Citaredo,
quasi unico, parrebbe campano, tutti questi cognomi dovrebbero derivare
dal mestiere di citaredo (suonatore
di cetra, dal termine latino cithara),
ma potrebbero anche derivare dai molti nomi di località che prendevano
il nome dalla presenza di un tempio o di una statua della Venere Citarea,
è anche possibile che in alcuni casi derivino da una forma ipocoristica
del nome, soprannome medioevale Citara,
troviamo tracce di queste cognominizzazioni a Napoli nella seconda metà
del 1500 con il casato marchionale dei Citarella.
CETRARA
CETRARI
CETRARO
Cetrara e Cetrari sono praticamente unici, Cetraro è un cognome
tipico del cosentino di Sangineto, Aieta, Praia a Mare e Verbicaro, dovrebbero
derivare dal toponimo Cetraro (CS).
CETRULLO
CETRULO
CITRULLO
CITRULO
Cetrullo è specifico di Pescara, con un piccolo ceppo a Miglianico
nel teatino, Cetrulo ha un ceppo nell'avellinese a Caposele ed a Sant'Andrea
di Conza, e ad Eboli nel salernitano, Citrullo è unico, Citrulo,
praticamente unico, è dell'avellinese, dovrebbero derivare da soprannomi
basati sul termine latino cetrullus
(anguria), probabilmente ad indicare
nel capostipite un coltivatore di quel tipo di frutti.
CETTI
CETTINI
CETTO
Cetti ha un ceppo lombardo nel comasco, a Laglio, Lenno, Como e Tremezzo,
e nel bresciano e veronese ed un ceppo toscano nel fiorentino, pisano e
livornese, Cettii è quasi unico, Cetto è tipicamente trentino,
di Levico Terme in particolare, dovrebbero derivare direttamente o tramite
un'ulteriore forma ipocoristica, da ipocoristici aferetici di nomi come
Dolce, Lancia,
Lucio, o altri nomi simili.
CEVA
Ceva è tipicamente piemontese, dell'alessandrino, di Valenza e Tortona,
dovrebbe derivare dal toponimo cuneese di Ceva, ad indicarlo probabilmente
come luogo di provenienza del capostipite.
CEVASCO
Cevasco è tipicamente ligure, di Genova in particolare, potrebbe
derivare da una forma arcaica dell'etnico del paese di Ceva (CN), tracce
di questa cognominizzazione le troviamo a Bargagli (GE) fin dal 1500 quando
i Cevasco erano una delle due famiglie dominanti pur non essendo nobili,
agli inizi del 1600 Alessandro Invrea (Doria) Patrizio genovese sposa Maria
Cecilia Cevasco, figlia di Francesco Cevasco.
CEVENINI
Cevenini è tipicamente emiliano, di Bologna in particolare, e del
bolognese, di Sasso Marconi, Casalecchio di Reno, Zola Predosa, Pianoro,
Sal Lazzaro di Savena, Ozzano dell'Emilia e Medicina, dovrebbe derivare
dal nome medioevale Ceveninus, di cui
abbiamo un esempio d'uso nel 1275 a Bologna, quando, in un conflitto tra
faentini e bolognesi morì tra gli altri un certo Ceveninus de Çovençonibus:
"... In quo quidem supradicto conflictu mortui fuerunt
de magnis et nobilioribus de Bononia, de parte Geremiorum, scilicet d.
Nicholaus Baçaleriis, d. Rigucius de Galluciis, d. Thomaxinus de
Riosti, d. Ugolinus Çanboni doctor legum, d. Nicholaus de Tencarariis
iudex, d. Sovranus de Stupa, dominus Lanbertinus Pacis, d. Ceveninus
de Çovençonibus et duo sui filii,
dominus Lanbertinus Piçella, d. Ugonittus de Garixinis, d. Guilielmus
de Malavoltis, d. Franciscinus de Ducia, d. Pirulinus domine Hostie, d.
Albertus de Sala, d. Albertus de Caçe et Bartolomeus de Baxacomatre,
et alii infiniti ...", nome la cui originedovrebbe essere celtica
e derivare per betacismo dal termine gallico cebenna
(alture, montagne), con la stessa etimologia delle Cevennes francesi.
CEVOLANI
Cevolani è tipico di Cento nel ferrarese e di Pieve di Cento e Bologna
nel bolognese, dovrebbe derivare dall'etnico del paese di Cevola nel parmense
o di Cevolabbate nel riminese.
CHA
Cognome tipico di Aquila di Arroscia (IM).
integrazioni fornite da Guillermo
Cha - Argentina (tratto da il secolo XIX°)
Racconta lo storico locale Domenico Quartino che Carlo Magno creò
un feudo in Belgio che diede in possesso alla famiglia dei Cha. "Questi
- spiega Quartino - erano amanti della libertà e decisero di aiutare
i greci nella lotta contro i pirati, ma la spedizione fu una vera catastrofe:
furono tutti uccisi. Si salvò Joannes Cha, monaco a Venezia. Allora
Aquila di Arroscia era una base della Repubblica di Venezia e veniva utilizzata
per spiare la vita di Albenga, che apparteneva ai genovesi. Il Doge, conosciuta
la storia del glorioso feudo, chiese al Papa una dispensa per Joannes,
la ottenne, diede sua figlia in sposa all'ex monaco e mandò la coppia
a governare sul borgo ligure. Fino a settant'anni fa - ricorda ancora Domenico
Ouartino - il settanta per cento degli abitanti di Aquila di Arroscia era
uno dei Cha e ancora oggi sono abbastanza presenti in paese".
CHABAUD
CHABOD
Chabaud, pressocchè unico è del cuneese, Chabod è
tipicamente valdostano, di Aosta, Saint Pierre, Villeneuve e La Salle,
entrambi derivano dal cognome provenzale Chabaud
che potrebbe essere derivato da un soprannome originato dal vocabolo latino
caput (testa),
forse a caratterizzare una testa particolarmente grossa del capostipite,
secondo altri si tratterebbe invece di una forma contratta derivata dal
nome germanico Theodbald a sua volta
derivato dai germanici theod (popolo)
e da bald (coraggio
audace) con il senso di razza audace,
ma è pure possibile che derivi da toponimi con la radice Chabot
come ne esistono alcuni in Francia.
CHAPEL
Molto molto raro è tipico della zona tra le province di Cuneo e
di Savona, potrebbe essere di origine francese e derivare da toponimi contenenti
il termine Chapelle (Cappella).
CHARRIER
Charrier è tipico del torinese, di Perosa Argentina in particolare,
di origini francesi, probabilmente originario della Vandea derivarebbe
dal mestiere di carrettiere svolto dal capostipite, ma in alcuni casi potrebbe
trattarsi di una forma tronca del cognome savoiardo Charriere.
CHARRIERE
Charriere, molto molto raro è tipico di Saint Vincent in Val d'Aosta,
dovrebbe essere un cognome originario dell'alta Savoia e derivare dal toponimo
la Charrière presente sia in Savoia che altrove in Francia.
CHEBARO
CHIBARO
CHIBBARO
Chebaro sembra essere unico ed è probabilmente dovuto ad un errore
di trascrizione di Chibbaro che assieme al molto più raro Chibaro
è specifico della Sicilia, ed in particolare dell'agrigentino e
del palermitano, dovrebbero tutti derivare dal nome arabo Akbar
(il grande), ricordiamo con questo
nome il grande persiano Jalaluddin Muhammad Akbar (1542 - 1605) conquistatore
dell'India e che è considerato il più importante imperatore
dell'Impero Mogul.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Chibbaro è cognome siciliano e calabrese che viene dalla voce
siciliana 'chibbu' = club,
circolo. Rohlfs 75. (n.d.r.
???)
CHECCA
CHICCA
Checca, quasi unico, sembrerebbe laziale o abruzzese, Chicca ha un ceppo
toscano a Vecchiano nel pisano, a Lucca, Massarosa e Viareggio nel lucchese,
a Massa ed a Livorno, ed uno laziale, a Castel Madama , Roma, Tivoli e
Guidonia Montecelio nel romano, dovrebbero derivare da un soprannome ipocoristico
dialettale aferetico contratto per Francesca,
probabile nome della madre dei capostipiti.
Checcacci è specifico dell'aretino, di Bibbiena, Pratovecchio, Arezzo
e Castel San Niccolò, di Firenze, Grosseto e Livorno, Checchetti,
molto molto raro, è del padovano, Checchetto tipico del padovano
e veneziano ha un ceppo più definito a Padova, Checchi è
di origine tosco emiliana, Checchini sembrerebbe veneto, ha un ceppo a
Verona e Bussolengo (VR) ed uno a Padova, ma è presente in maniera
significativa anche a Roma, Checchino, che sembra unico, è dovuto
ad un errore di trascrizione del precedente, Checco è specifico
di Motta San Giovanni (RC), Checcone è probabilmente un'errore di
registrazione di Checconi che ha un ceppo a Cortona (AR) tra aretino e
perugino ed uno romano, Checcucci, probabilmente originario del fiorentino,
ha un grosso ceppo a Firenze e San Casciano In Val Di Pesa, con presenze
significative anche nel senese ed a Foligno (PG), derivano tutti, direttamente
o tramite ipocoristici, accrescitivi o dispregiativi, da una variazione
familiare dell'aferesi del nome Francesco
e da suoi ipocoristici,
di quest'uso parla anche Ludovico Antonio Muratori nella sua Dissertazione Dei Nomi
e Soprannomi degli Antichi: "...Né
pur noi facciamo altrimenti a' nostri tempi, perché diciamo
Checco invece di Francesco; Goro in vece di
Gregorio; Pippo in vece di Filippo; Meo in vece di Bartolomeo, Ghitta in
vece di Margherita...".
CHECCOLA
CHECCOLI
Checcola è praticamente unico, Checcoli ha un ceppo emiliano ad
Argenta nel ferrarese, a Lugo e Fusignano nel ravennate ed a Bologna, ed
uno molto piccolo a Roma, dovrebbe derivare da una forma ipocoristica dialettale
composita di una forma aferetica contratta del nome Francesco
o Francesca, probabile nome dei capostipiti.
CHECHI
CHECO
Chechi è toscano, di Grosseto e Civitella Paganico nel grossetano
e di San Quirico d'Orcia, Montepulciano, Siena e Radicofani nel senese,
Checo, quasi unico, sembrerebbe friulano, dovrebbero derivare da una forma
ipocoristica aferetica contratta riferita ad un capostipite di nome Francesco,
che si comprime in Checo per aferesi.
CHECOLA
Checola ha un ceppo a Paduli nel beneventano ed uno a San Severo nel foggiano,
potrebbe trattarsi di una forma dialettale di un ipocoristico composito
di una forma aferetica contratta del nome Francesca,
ma non si può escludere che si tratti invece di un'alterazione del
nome ebraico Chalcol.
CHECUZ
Checuz, assolutamente rarissimo, sembrerebbe veneto, del trevisano in particolare,
dovrebbe derivare da una forma ipocoristica aferetica contratta dialettale
di stampo friulano riferita ad un capostipite di nome Francesco,
che dapprima si comprime in Checo per
aferesi e poi al diminutivo familiare diventa Checuz,
per Checcuccio.
CHELDI
Cheldi, molto molto raro, è specifico del modenese, di Lama
Mocogno in particolare, dovrebbe derivare dalla forma aferetica del nome
medioevale Richelda o Wischeld
del primo abbiamo un esempio d'uso in un Breve
Libelli del 1170 a Brescia, dove tra l'altro leggiamo: "Die
mercurii .V. intrante mense agusti. Infra monasterium Sancte Iulie, constitutum
in civitate Brixia. Presencia horum hominum quorum nomina inferius continentur,
per cartam quam sua tenebat manu domna Richelda, monasterii predicti abbatissa,
investivit Raimundum Pychozum, vice Andręę et Widonis
nepotum suorum et Ottonis et Gerardini similiter nepotum eiusdem ..".
Tutti tipici toscani, sia Cheli che Chelli oltre ai vari ceppi in tutta
la regione presentano anche un ceppo bolognese, Chellini è specifico
di Firenze e del fiorentino, di Scandicci, Greve in Chianti e Tavarnelle
Val di Pesa, di Siena e del senese, di Colle di Val d'Elsa e Monteriggioni,
e di Livorno, Chellino, assolutamente rarissimo, parrebbe del cosentino,
Chieli è specifico della zona tra aretino e perugino, di Sansepolcro
ed Anghiari nell'aretino e di Città di Castello e San Giustino nel
perugino, Chielli ha un piccolo ceppo toscano ed uno a Noci nel barese,
ed a Palagianello nel tarentino, Chiellini, anch'esso toscano, è
specifico di Pisa e del pisano, di Cascina in particolare, e di Livorno
e di Rosignano Marittimo nel livornese, Chiellino, molto raro, è
specifico di Catanzaro e Carlopoli nel catanzarese, di Cutro nel crotonese
e di Cassano allo Ionio nel cosentino, Chiello ha un ceppo a Vairano Patenora
nel casertano e ad Eboli nel salernitano, uno a Stornarella nel foggiano
ed uno, il più rappresentativo, a Bagheria e Palermo nel palermitano,
dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dall'aferesi
del nome Michele, o Michiello,
sua forma arcaica, tracce di questa cognominizzazione le troviamo a San Miniato
nel 1300, in un atto del 1336 si legge: "...Dominorum Della Scala. Existente
Maiore Exactore ser Michele Chelis
de Sancto Miniato, et Camerario Dectoro Dellieto...".
CHENAL
Tipicamente valdostano, di probabili origini savoiarde, dovrebbe derivare
da un toponimo originato dalla presenza di un canale o che rappresenti
una specie di canale.
CHENET
Chenet è tipico del bellunese, di Concenighe Agordino, Gosaldo Rocca
Pietore e Feltre e di Bassano del Grappa nel vicentino, dovrebbe derivare
dal nome della frazione Chenet di Concenighe Agordino.
CHERCHI
CHERCHIA
CHIERCHIA
CHIERCHIO
Cherchi è decisamente sardo, Chierchia è napoletano,
Cherchia e Chierchio sono rarissimi è dovrebbero essere un errore
di trascrizione di Chierchia, dovrebbero tutti derivare da Kyerikos nome greco bizantino con il significato
di letterato o scrivano.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cherchi è un cognome sardo che corrisponde al nome di un villaggio
medievale Kerki, situato a 5 km a sud
est di Porto Torres, che deriva probabilmente dal gentilizio latino Cercius.
M. Pittau, Dizionario dei Cognomi di Sardegna, 1, p. 205.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CHERCHI: cherchi, cherqui, kerki, kercu, kercos
in logudorese è la quercia da sughero
o il rovere; in Campidano la
quercia è detta su ciuèxu
o ciurèxu, mentre il
rovere è detto su làndiri
'e arròya > orròli
(dal latino robur), nelle parlate
centrali. In latino abbiamo quercus
per la quercia (da sughero). Cognome
comune a tutta la Sardegna. La quercia del resto, è la regina della
macchia mediterranea, ed è l'albero più amato e rispettato
dai sardi. Il suo taglio è assolutamente proibito dalle leggi forestali
dell'isola. Il suo sughero è ancora oggi una risorsa del territorio
della Sardegna È opportuno qui ricordare che vi sono vari centri
abitati e toponimi che portano questo nome. Cerki (detto anche Kerki, o
Querqui, Chercos nelle carte antiche), abitato scomparso, ubicato tra Sassari
e Portotorres. La villa (bidda) in periodo medioevale appartenne alla Curadorìa
di Flumenargia, nel regno giudicale di Torres. Passò poi al regno
di Sardegna, quindi al regno di Arborea e di nuovo al regno di Sardegna
dopo il 1388. Andò spopolandosi definitivamente nella prima metà
del XV° secolo. Cherchèdu, abitato scomparso, ma che diede poi
origine al centro abitato di Siligo. Cerchìllo ( Therchillo o Terquidu),
abitato scomparso. Il paese si spopolò definitivamente alla fine
del XVII° secolo( i registri parrocchiali alla data del 1691, attestano:
"no tiene habitadores - Di. Sto. Sa. di F. C. Casula), ed il suo territorio
fu inglobato in quello di Ittireddu. Rimane infine un altro, Cerchillo,
che è l'attuale Berchidda.
Come cognome Cherchi è presente nelle carte antiche, in diverse
varianti. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano:
Cerchi (de) Joanne, ville Cerchillo(* Cerchillo... attuale Berchidda. Curatorie
de Costa de Valls); Cerchido (de) Nicolao, ville Zaramonte( * Zaramonte...
odierno Chiaramonte. Contrate de Anglona - Chiaramente); Cerchilo(de) Margiane,
major ville de Dure (Montis Acuti) ( * Dure.distrutto - salto di Bitti
( Contrate Montis Acuti - Ozieri); Cercho Petro, jurato ville Curie
(* Curie.distrutto. Contrate Campitani Simagis); Cercos Michael, ville
Algueri(Alghero); Cerquillo (de)Bonifacio, majore ville Tinura (* Tinura
o Tinnura. Castri Serravallis); Cherqui (de) Anthonio, majore ville Cerchillo;
Cherqui (de) Antonio, ville Macumerii; Cherqui (de) Baldofino, ville Culleri(Cuglieri);
Cherqui (de) Guantino, jurato ville Alary ( * Alary. odierno Alai. Contrate
Partis Varicati - Barigadu); Cherqui (de) Gunnario, majore ville Ribechu ( * Ribechu.attuale Rebecu.
Curatorie de Costa de Valls); Cherqui (de) Juliano, jurato ville Sancto
Lussurgio (Santulussurgiu); Cherqui (de) Marianus, ville Sasseri); Cherqui
(de) Nicolao, ville Ribeche; Cherqui (de) Parisono, ville Macumerii; Cherqui
(de) Paulo, jurato ville Fodrongiani(Fordongianus, famosa per le terme
- l'antica Forum Traiani); Cherqui (de) Petro, jurato ville Alary;
Cherqui (de) Petro, jurato ville Bangios (* Bangios.distrutto. Bangius:
Contrate Campitani Simagis); Cherqui (de) Petro, ville Anella (* Anella...l'attuale
Anela. Curatorie de Anella); Cherqui (de) Petro, ville Sorridili (* Sorradili.odierno
Sorradile. Contrate Partis Varicati - Barigadu); Cherqui (de)Gantino, ville
Dualche (Dualchi). Anche nel Condaghe di San Nicola di Trullas XI°,
XIII° secolo, sono citati diversi de Kerci o de Kerki o de Cerchi.
Barusone de Kerci (233): teste in una partizione di beni, compresi homines,
cioè i servi ( in salto di Andronice o Andronike: regione tra Semestene
e Cossoine, verso Pozzomaggiore, nella valle attraversata dal rio, che
attualmente si chiama Andròliga); Kerci Comita( 59 -64 - 159 - 162
- 185) figlio di Iusta Serra etc.; Kerci Furatu (248 - 250); Kerci Gosantine
( 298 - 299) maiore de scolca ( capo della guarnigione a guardia dei confini),
teste in una permuta di servi; poi abbiamo Maria e Nugolesa de Cerki, sorelle(
176); Saltaro de Cerki(140), vende una vigna in salto di Fumosa (Balles
de Fumosa - Curatorìa de Vals - Costavalle); Susanna de Cerki,
moglie di Petru de Nurci (142): Positinke (donò) Susanna de Cerki,
sa muliebre de Petru de Nurci, sa terra de Collectariu, prossa anima
sua (per la sua anima ), cun boluntade (col consenso) dessu maridu e dessos
fiios' et de Iorgi Corsu nce posit II dies ( e due giorni di servitù
di Iorgi Corsu); testes (testimoni) Petru Cancella e Petru de Monte. Nel
Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, XI°, XIII° secolo, abbiamo:
Kerchi (de) Comida (97), in una compera: comperei a Petru d'Ardu, fiiu
de Comida Sepis et d'Elene d'Ardu, a Cpmida de Kerchi et a Goantine su
Frate et Elene sa sorre et dilis a 'rresone de XV bisantes inter berbeges
et capras et bacca .(il bisante era una moneta bizantina generalmente aurea
- solidus aureus -, in corso, in Sardegna, a partire dal 534
sino al periodo giudicale. Sul suo valore non si è ancora pronunciato
nessuno degli studiosi della lingua sarda e neppure il vocabolario "Treccani"
della Lingua Italiana, che pure riporta il vocabolo. Neppure nel Web si
parla del suo valore. Tenteremo noi, in seguito a più accurata
indagine, di scoprirne il valore, come già abbiamo fatto per il
valore della "lira", nella "Carta de Logu"). Attualmente il cognome Cherchi
è presente in 324 Comuni italiani, di cui 131 in Sardegna: Sassari
402, Cagliari 205, Alghero 185, Pabillonis 98, etc.
CHERICI
CHERICO
CHIERICI
DEL CHERICO
DEL CHIERICO
Cherici è specifico della zona tra Firenze ed Arezzo, Cherico è
quasi scomparso, forse lombardo, Chierici è tipico emiliano del
parmense e del reggiano in particolare, estremamente raro, Del Cherico
si attesta tra Genova e Livorno, Del Chierico, altrettanto raro, parrebbe
toscano o marchigiano, derivano tutti da nomi originati dal termine medioevale
clericus (uomo
di chiesa, ma non ordinato prete), dell'uso
di questo nome si ha traccia ad esempio in uno scritto fiorentino del 1300,
dove si legge: "...Poi gli portò Gierozo
di Cherico a chasa Niccholò detto e
ma' poi no. gli avemo noi per niuno bisongnio..:", ma già
dal 1000 principi di questa cognominizzazione sembrano essere già
presenti a Firenze, in un atto del 1022 viene citato un Alberto Cherico
figlio di Acze.
CHERINI
Assolutamente rarissimo, sembrerebbe
triestino, dovrebbe derivare dal nomen latino Quirinius o dal suo derivato
medioevale Chirino. Nello stato veneto, nel 1300, troviamo un Matteo Querin.
CHERMAZ
Chermaz è tipicamente giuliano, molto diffuso a Trieste e Muggia,
dovrebbe essere di origine slovena e derivare da una forma contratta della
forma nominale Cédarmaz, forse originata dal toponimo Cédermas,
una frazione di Pulfero nell'udinese, o da un altro toponimo slavo.
CHERSONI
Chersoni è tipico di Ferrara, Bologna, del bolognese e del ferrarese,
si dovrebbe trattare di capostipiti di origine bizantina ed il cognome
dovrebbe derivare dall'antica città bizantina di Chersona l'attuale
Sebastopoli in Ucraina, anche se non si può escludere una derivazione
dal termine Chersoneso, dal greco chersónesos,
composto da chersos (terra
asciutta) e nesos (isola),
con questo nome i greci identificavano varie zone: il Chersoneso Taurico
era la penisola di Crimea, in Ucraina; il Chersoneso Tracico era la penisola
di Gallipoli in Tracia, situata tra l'Ellesponto ed il golfo di Salonicco
nel Mar Egeo, in Turchia, probabilmente con la perdita di questi territori
da parte dell'impero romano d'oriente, forse a seguito della calata degli
unni, o successivamente dei turchi, alcuni profughi si rifugiarono presso
l'esarcato bizantino di Ravenna.
CHERUBIN
CHERUBINI
CHERUBINO
Cherubin, tipicamente veneto, del vicentino e del padovano in particolare,
è una forma dialettale di Cherubini, che ha due zone di grande diffusione,
in Lombardia tra bresciano e veronese e nel centro Italia, tra Toscana,
Umbria e Lazio, Cherubino ha un ceppo a Fondi (LT), uno calabrese a Siderno
(RC) ed a Guardavalle (CZ) ed una piccola presenza nel leccese, derivano
dal nome medioevale
Cherubinus di cui si hanno tracce ad
esempio nel 1400 con il santo Cherubinus de Spoleto, un altro santo con
questo nome fu Cherubino Testa (1451-1479) di Avigliana (TO), a Siena nel
1500 troviamo la cognominizzazione del nome con un tal Cherubinus domini
Cesaris, verso la fine del 1500 tra i giureconsulti umbri figura Laerzio
Cherubini di Norcia. Degno di menzione è Francesco Cherubini,
l'autore del Vocabolario Milanese-Italiano, scritto agli inizi del 1800.
CHESI
CHESO
Chesi ha un ceppo a Genova, uno a Reggio Emilia e Villa Minozzo nel reggiano
ed uno in Toscana, a Cecina, Rosignano Marittimo e Livorno nel livornese,
a San Miniato e Santa Croce sull'Arno nel pisano, ad a Castelfiorentino,
Certaldo, Gambassi Terme, Empoli e Firenze nel fiorentino, Cheso, quasi
unico, sembrerebbe veneto, potrebbero derivare da una forma genitiva patronimica
aferetica del nome medioevale Marchese,
o anche da un nome di località, come quello indicato in questo scritto
dell'anno 1160: "..a meridie habet passus totidem
et palmum .i., finis closura Sancti Pauli. Altera pecia est in
loco qui vocatur ad Chese, habetque hos fines:
ab oriente habet passus .xxvi. et medium, finis terra Mathei Peregrini..".
CHESINI
Chesini è specifico del veronese, di Verona, Pescantina, San'Ambrogio
di Valpollicella e Fumane, si dovrebbe trattare di una forma aferetica
del cognome Marchesini (vedi MARCHESE).
CHESSA
CHESSI
Chessa è tipico sardo del nord della Sardegna, Chessi, quasi unico,
è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del precedente,
che potrebbe derivare da un nome di località come scala della Chessa,
ma, più probabilmente deriva da un soprannome originato dal vocabolo chersa
(lentischio).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CHESSA: lentischio (pistacia
lentiscus), in sardo lentisco.
Il lentischio nei dialetti centro settentrionali viene chiamato chersa
o kersa, dal greco ακέσριλα (akèrsila).
Nei dialetti campidanesi il lentischio è comunemente chiamato sa
moddìtzi e deriva dal latino mollis,
per le caratteristiche dei suoi rami (flessuosi). Nei tempi antichi dai
semi dei lentischi si ricavava l'olio, generalmente per le candele, ma
anche per la cucina (era detto l'olio dei poveri). È un cognome
abbastanza diffuso in Sardegna, sin dai tempi antichi. Tra i firmatari
della Pace di Eleonora *LPDE del 1388, troviamo: Chessa Gonarius - de Aristanni
(Oristano); Chessa Petro, ville Silano (odierna Silanus - Castri Montis
de Verro). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, *CSMB, XI°, XIII°
sec., è presente nelle forme Cersa e Kersa: Cersa Comita, chierico
(190), teste in una donazione alle chiese di San Giorgio e di San Simeone
- .donarunt ad sanctu Iorgi et ad sanctu Simione, pro amore de Deus et
de sancta Maria et pro anima issòro (per la loro anima) e dessos
parentes (e dei loro congiunti).; Kersa Taniel (28), teste in una spartizione
di servi, tra le chiese di San Giorgio di Calcaria e quella di San Gregorio
di Bauladu (fagemus recordatione de serbos set
ankillas c'aviat sanctu Georgici de Calcaria cun sanctu Gregorii de Bauladu.).
Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, *CSNT XI°, XIII° sec. troviamo:
Kersa Dorbeni K. minore(246). Vende vigna in Scanu: comporaili a Dorbeni
Kersa minore IIII sollos de binia in Iscanu; et deivili I caballu arçu,
caput a caput.(ho comprato da Dorbeni Kersa.4 soldi di vigna(cfr. un giogo
di buoi aveva il valore di 8 soldi), gli ho ceduto un cavallo arçu
(sul cui significato ed etimo esiste tuttora incertezza: balzano - Wagner;
rossiccio, dall'italiano arso, GSA; da varius e quindi screziato secondo
altri, etc.); ciò che più ci interessa è sapere che
un cavallo (prob. di razza), valeva la metà di un giogo di buoi(cfr.
*CSNT 4,6,23,etc.). Elene Cersa(var. di Kersa -213), dona un soldo di vigna.
Gosantine Cersa (110), dona una terra(a San Nocola) per l' anima della
madre.(positinke I terra pro anima de sa mama(sic) in monticlu de Subiles:
termen a sa de clesia( nel colle di Subiles confinante con le terre della
chiesa). Nel *CSNT, sono nominati inoltre: Gosantine Cersa (diverso dal
precedente); Ianne Cersa, fratello di Iusta; Iusta Cersa; Petru Cersa.
Attualmente il cognome Chessa è presente in 417 Comuni d'Italia,
di cui 145 in Sardegna, con maggiore diffusione a centro nord: Sassari
894, Cagliari 208, Alghero 170, Nuoro 164, P. Torres 76, Olbia 87, etc.
Nel continente è Roma ad avere il numero più alto di Chessa,
con 248; in USA è presente in 9 Stati, per lo più con un
solo nucleo familiare a testa.
CHIA
CHIO
Chia ha un ceppo veneziano ed uno sardo nel Medio Campidano, a Villacidro
soprattutto, ma anche a Serramanna, il ceppo veneziano dovrebbe derivare,
con il quasi unico Chio, da una forma arcaica del nome dell'isola greca
di Χόρα Chora (l'attuale
Chio).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CHIA: di significato ed etimo incerti. Il Nurra lo fa derivare dai
Chj della Ionia; il canonico Spano,
ne intravede l'etimo fenicio, confrontando Chia con Cea,
da Gha = valle.
In periodo medioevale Chia era un centro abitato, villa, bidda, presso
l'omonima torre antibarbaresca, fortificazione del Regno di Sardegna. Appartenne
alla Curadorìa di Nora o Parte Nora, nel regno giudicale di Càlari.
In seguito alle numerose incursioni barbaresche, nonostante fosse stata
costruita , nel 1639, la torre costiera, i paese andò spopolandosi.
Oggi è un bellissimo villaggio costiero, turistico - balneare, nel
territorio del Comune di Domus De Maria, nel Basso Sulcis( vedi nelWeb).
Il cognome Chia è attualmente presente in 31 Comuni italiani, di
cui 11 in Sardegna: Villacidro 60, Serramanna 18, San Gavino 5, Gonnosfanadiga
4, etc.
CHIABAUDO
CHIABOTTI
CHIABOTTO
Chiabaudo, molto raro, è specifico di Venaus (TO), Chiabotti è
assolutamente rarissimo, Chiabotto è decisamente più diffuso,
sono tutti sicuramente piemontesi.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Chiabaudo, rarissimo, è originario di Venaus (TO), Chiabotti,
anch'esso estremamente raro, ha un ceppo maggiore fra il torinese e il
novarese, Chiabotto, più comune dei precedenti, è più
tipicamente piemontese, con un nucleo principale nel torinese, tutti questi
cognomi dovrebbero derivare dal nome medievale Chiabaudo
o Chiabotto, che, attraverso la mediazione
del francese Chabaud o Chabot,
attinge direttamente al personale germanico Garibald
(da cui anche il famoso Garibaldi; per il significato del nome, vedi il
cognome Garibaldi). Per capire meglio il complesso passaggio dal germanico
Garibald al piemontese Chiabaudo o Chiabotto, bisogna innanzitutto ricordare
che molti cognomi piemontesi hanno subito una forte influenza dall'onomastica
franco-provenzale (citando solo pochi esempi, basti pensare alla corrispondenza
fra i nomi Gerbaudo/Gerbaud, Ghio/Guy, Giraudo/Giraud e Rinaudo/Rinaud,
riscontrabili anche al di fuori del Piemonte). Partendo dall'onomastica
francese, allora, va detto che in Francia il germanico Garibald ha conosciuto
diversi adattamenti, quali Gerbald, Gerbaud, Gerbot,
Chabaud, Chabot, etc: gli ultimi due, in particolar modo, si
spiegano come varianti fonetiche di Gerbaud e Gerbot, dovute alla pronuncia
franco-provenzale dei prefissi Ger- e
Cha-; di qui, infine, è facile
immaginare la successiva italianizzazione in Chiabaudo e Chiabotto. Per
quanta riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratterebbe delle cognominizzazioni
dei nomi personali dei capostipiti.
CHIABOLOTTI
Chiabolotti è specifico di Perugia, si potrebbe trattare di un'antica
forma etnica, che attraverso un processo di betacismo indichi gente proveniente
da Chiavano di Cascia nel perugino.
CHIABRA
CHIABRANDO
Chiabra, rarissimo sembra essere genovese, Chiabrando dovrebbe essere della
zona tra torinese e cuneese, derivano dal termine dialettale chiabra (capra).
CHIACCHIO
Chiacchio ha un grosso ceppo nel napoletano, soprattutto a Grumo Nevano,
ma anche a Frattamaggiore, Napoli, Casandrino e Cardito e nel vicino casertano
a Sant'Arpino, presenta anche un ceppo lucano ai confini con il cosentino,
a Lauria ed Episcopia nel potentino, la derivazione è di difficile
interpretazione, si può ipotizzare una sorta di contrazione del
nome franco Childerico, ma non si può
del tutto escludere una connessione con il nome celtico, germanico Kiach
o con una forma aferetica famigliare del nome Francesco,
la famiglia Chiacchio a Frattamaggiore era annoverata tra le famiglie nobili.
CHIACIG
Chiacig, estremamente raro, è delle valli del Natisone in Friuli,
nell'udinese, dovrebbe derivare dall'italianizzazione del cognome slavo
Čjačič, che a sua volta dovrebbe derivare da un'alterazione patronimica in -ig
della voce slava čáča
chiàchia (papà, babbo),
forse ad identificare il figlio di un personaggio di rilievo.
CHIAFFARATA
Cognome di origine barese, deriva
probabilmente da un soprannome dialettale.
CHIAI
Estremamente raro, tipico sardo,
è specifico della zona di Arbatax (NU).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Chiai può essere variante del cognome Quai o anche corrispondere
al gallurese 'chjái' = chiave,
e quindi derivare dal latino 'clavis'.
M. Pittau, Dizionario dei Cognomi di Sardegna, 1, p. 207.
CHIAINI
CHIAINO
Assolutamente rarissimi, quasi
unici, di origine incerta, potrebbero essere di origini campane, di derivazione
dubbia, potrebbero derivare da toponimi come Chiaio, località di
Dragoni (CE).
CHIALCHIA
Chialchia, molto molto raro, è friulano, sembrerebbe specifico di
Castions di Strada nell'udinese, potrebbe derivare da un'alterazione generata
dalla trascrizione italiana della voce slava čáča
chiàchia (papà, babbo),
forse ad identificare un personaggio emergente fra gli altri per autorità
o carisma.
CHIANA
DELLA CHIANA
Sia Chiana che Della Chiana sono quasi unici, dovrebbero derivare da soprannomi stanti ad indicare che le famiglie provenivano dalla chiana (piana,
pianura).
CHIANALE
Tipico del Piemonte occidentale.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
molto raro è tipico del Piemonte, deriva dal toponimo
Chianale (CN).
CHIANCA
CHIANCONE
Chianca è tipico di Ariano Irpino (AV), Chiancone, molto raro, dovrebbe
avere un ceppo in Campania, tra avellinese e salernitano e un nucleo secondario
nella zona di confine tra materano, barese e tarantino, i ceppi campani
dovrebbero derivare dal toponimo Chianche (AV), mentre l'altro ceppo sembrerebbe
originario della zona di Canosa di Puglia (BA) e dovrebbe avere la stessa
etimologia del nome del paese di Chianche, cioè il termine medioevale
semidialettale, comune all'avellinese, materano e barese chianche (lastre
di pietra); si può presumere che il cognome nasca come identificativo
di località (abitare dove esisteva un lastricato) ad esempio a Bitonto
la Chianca è una zona dove si trovano dei resti romani con lastroni
di pietra (chianconi). Da un scritto del 1585, relativo ai confini
tra i territori di Bitonto, Bari e Modugno: "...fino
ad una strada qual va ad quadrivio de Chianca...".
CHIANDUSSI
CHIANDUSSO
Chiandussi, molto raro, è specifico dell'udinese, così come
il molto più raro Chiandusso, dovrebbero derivare da ipocoristici
friulani in -us del nome Cjandi
o Chiandi versione friulana del nome
Candido, varrebbe quindi per i Candidini.
CHIANELLA
CHIANELLI
CHIANELLO
Chianella ha un ceppo umbro, nel perugino a Foligno ed a Perugia ed a Terni
ed uno nel leccese a Gallipoli, Chianelli ha un ceppo a Perugia, uno a
Palermo ed uno nel cosentino a Rende, Chianello è specifico di Palermo,
e del cosentino, di Paola e San Lucido con un ceppo secondario anche a
Roma, i ceppi umbri dovrebbero derivare dalla Val di Chiana, con un chiaro
riferimento alla provenienza geografica del capostipite, il ceppo romano
potrebbe derivare dal toponimo viterbese Chianello, i ceppi meridionali
dovrebbero invece derivare da soprannomi originati da ipocoristici del
termine dialettale chiane (piano,
adagio, lento), con probabili riferimenti a caratteristiche
comportamentali del capostipite.
CHIANESE
CHIANESI
Chianese è tipicamente campano soprattutto del casertano e del napoletano,
con un piccolo ceppo anche nel reggino e messinese ed uno a Roma, Chianesi
è chiaramente dovuto ad errori di trascrizione del precedente, potrebbero
derivare da etnici di località come Chiano Rosario nel Cilento o
Chiano di Camerota nel salernitano o Chiano di Tocco Caudio nel beneventano
o Chiano d'Abbiento nell'avellinese o Chiano nel trapanese.
CHIANI
CHIANINI
CHIANO
Chiani ha un nucleo tra Roma e Viterbo ed una presenza significativa nell'alto
fiorentino, Chianini è rarissimo ed è probabilmente toscano,
Chiano è praticamente unico, si può ipotizzare che provengano
dall'aferesi di nomi bizantini o tardo latini come Eutychianus
si ricorda un Eutichiano Papa dal 275 al 283.
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (SO)
vista la collocazione geografica potrebbe fare pensare anche
a un toponimo della provincia di Arezzo La Val di Chiana, il solco vallivo
del fiume Chiani. La Chianina è una razza di mucche originaria
della valle citata. Sono bovine completamente bianche, molto buone per
la carne. Allevate in Toscana fin da epoche immemorabili, oggi sono allevate
anche nelle Americhe.
Chiapella è di origine cuneese, Chiappella ha un ceppo salernitano
ed uno ligure, Chiappelli è tipico della zona appenninica tra modenese
e pistoiese, Chiappa ha un ceppo nella provincia di Ancona uno nella bergamasca
ed è possibile che ne esistano altri, Chiappellini è milanese,
Chiapperi, molto molto raro, ha presente nel Piemonte settentrionale orientale
ed a Roma, Chiapperini ha un ceppo genovese, uno piacentino, uno ternano,
uno romano, ma il nucleo principale è nel barese, a Terlizzi, Bari,
Bitonto e Molfetta, Chiapperino è esclusivamente del barese, di
Andria, Terlizzi e Bitonto, Chiappero è tipicamente piemontese,
del torinese e del cuneese, Chiappini è molto diffuso in tutto il
centronord, mentre Chiappino è specifico dell'alessandrino e del
vicino genovese, . L'origine di questi cognomi è da individuare
in soprannomi derivati dal vocabolo germanico klappa (trappola)
o da quello latino medioevale clapare
(catturare), sarebbe quindi legato
in qualche modo alla caccia.
CHIAPPETTA
CHIAPPETTE
CHIAPPETTI
CHIAPPETTO
Chiappetta ha un ceppo a Napoli e nel napoletano ed uno, molto consistente,
nel cosentino, a Rende, Montalto Uffugo, Cosenza, Marano Marchesato, Lattarico,
Paola, Tortora e Fiumefreddo Bruzio, ma ben presente in tutto il resto
del cosentino, Chiappette è praticamente unico, Chiappetti è
specifico di Napoli, Chiappetto, quasi unico, sembrerebbe piemontese, dovrebbe
derivare da soprannomi basati sul termine meridionale chiappa,
chiappo (roccia
o qualsiasi altra cosa piatta).
CHIAPPUZZI
CHIAPPUZZO
CHIAPUZZI
CHIAPUZZO
Sia Chiappuzzi che Chiappuzzo, Chiapuzzi e Chiapuzzo sono assolutamente
rarissimi e sembrano originari della zona tra Pavia e Tortona (AL), dovrebbero
derivare dal nome del monte Chiappo situato tra le province di Alessandria
e Pavia.
CHIARA
Chiara ha vari ceppi in Piemonte, Veneto, Puglia e Sicilia, possono derivare
dal nome mediovale Clara (luminosa), ma è pure possibile una derivazione
dai vari toponimi contenenti la radice Chiara.
CHIARADIA
CHIARADIO
Chiaradia ha un ceppo tra trevigiano e pordenonese, ed uno nell'area coperta
dal barese, materano, potentino e cosentino, Chiaradio, quasi unico, è
del cosentino, questi cognomi dovrebbero derivare dall'italianizzazione
del nome medioevale Claradeus, con
il significato di illuminato dalla Luce Divina,
Chiaro in Dio.
CHIARAMELLA
CHIARAMELLO
Chiaramella, ormai presente solo nel milanese, assolutamente rarissimo
dovrebbe essere di origini piemontesi, come alterazione del cognome Chiaramello,
che è tipico del cuneese, di Fossano, Cuneo, Cervere, Savigliano
e Centallo, anche se troviamo antiche tracce meridionali, nel beneventano
e nel ragusano, dovrebbero derivare dal nome medioevale franco Claramelle,
una forma alterata del nome Clarabelle.
CHIARAMONTE
CHIARAMONTI
CHIAROMONTE
CHIAROMONTI
Chiaramonte è decisamente siciliano e dovrebbe derivare dal nome
del paese di Chiaramonte Gulfi, molto diffuso in tutta l'isola, anche se
lo è particolarmente a Palermo e Siracusa, e presenta un ceppo anche
a Genova ed uno nel veronese, a Bovolone, Verona e Villafranca di Verona,
Chiaramonti ha un ceppo a Viddalba nel sassarese, che dovrebbe derivare
dal toponimo Chiaramonti sempre in provincia di Sassari, ed un ceppo in
Toscana, a Prato e vernio nel pratese, a Firenze a Pistoia ed a Castel
San Niccolò nell'aretino, Chiaromonte ha un piccolo ceppo a Napoli,
ed uno in Puglia ad Altamura, Gravina di Puglia e Sannicandro di Bari nel
barese, a Poggio Imperiale, San Severo e Foggia nel foggiano ed a Taranto,
che dovrebbe derivare dal nome del paese di Chiaromonte nel potentino,
Chiaromonti è quasi unico, e dovrebbe essere dovuto ad un errore
di trascrizione del precedente, tutti questi toponimi dovrebbero prendere
il nome da quello del casato normanno dei Clairmont,
che tradotto significa appunto chiaro monte.
CHIARANI
Chiarani è tipico del basso trentino, di Arco, Drena, Riva del Garda
e Dro, potrebbe derivare dal nome del paese trevigiano di Chiarano, forse
il luogo d'origine del capostipite.
CHIARANTANO
Chiarantano, estremamente raro, sembrerebbe calabrese, del reggino in particolare,
dovrebbe derivare dal nome dialettale del paese di Chiaranzano, una frazione
di San Sostene nel catanzarese.
CHIARAVALLOTI
Tipico calabrese è specifico di Catanzaro, Soverato e Satriano (CZ)
e di Crotone, dovrebbero derivare dal toponimo Chiaravalle Centrale (CZ).
CHIARAVALLOTTI
Molto molto raro sembrerebbe tipico del sudmilanese e dovrebbe derivare
dal nome della località Chiaravalle (MI), le presenze calabresi
dovrebbero essere dovute ad errori di trascrizione del più diffuso
Chiaravalloti.
CHIARELLA
CHIARELLI
CHIARELLO
Chiarella ha un ceppo importante a Borgia (CZ) ed a Catanzaro ed uno a
Polignano A Mare e Molfetta (BA) e nel foggiano, Chiarelli è panitaliano,
Chiarello ha ceppi sparsi per l'Italia, nel vicentino, nel Salento, in
Calabria ed in Sicilia, derivano dal nome medioevale Clarella
-Clarellus di cui abbiamo
un esempio nella Cronica di Salimbene
da Parma nel 1200: "...In isto autem exercitu erat
quidam frater laycus ex Ordine Minorum, natione Paduanus, nomine Clarellus,
quem vidi et bene cognovi...".
CHIARENA
Chiarena, molto raro, è specifico del cuneese, di Dogliani in particolare,
dovrebbe derivare dal nome lella località Chiarene, nei pressi di
Novello a circa una decina di chilometri da Dogliani, località probabilmente
da cui era giunto il capostipite.
CHIARETTI
CHIARETTO
Chiaretti è specifico del reatino, nel Lazio, Chiaretto, molto raro,
è tipico di Padova e del suo circondario, dovrebbero derivare dal
cognomen latino Clarus. Tracce di questo cognomen
si hanno fin dai tempi di Diocleziano, (284-305d.C.) in una lapide si legge:
"...Dedicata d(ominis) n(ostris) Diocletiano et Maximiano
Aug(ustis) co(n)s(ulibus) VII Idus
Iunias ......... Geggius Fortunius
/ Sempronius Faor / Iulius Clarus
/ Antonius Gorgonius / Aurelius Tertius / Servius Crescens.......".
CHIARI
CHIARINI
CHIARITO
CHIARO
CHIARUGI
Chiari ha un ceppo bergamasco, uno parmense ed uno toscano ed umbro, Chiarini
ha un nucleo nel bresciano ed uno importante nell'area che comprende il
bolognese, il ferrarese, il ravennate, il fiorentino ed il pistoiese, Chiaro
ha un grosso ceppo nel napoletano, uno nel veneziano ed uno nel reggino,
Chiarito ha un ceppo a Bari e ad Acquaviva delle Fonti nel barese ed uno
a Ginestra e Ripacandida nel potentino, Chiarugi è tipicamente toscano,
dell'area che comprende il fiorentino in primis, il pisano ed il livornese,
possono derivare, direttamente o tramite varie forme ipocoristiche,
dal nome mediovale Clarus (luminoso),
da soprannomi indicanti quelli del Chiaro,
nome di località abbastanza presente in Italia, o anche da soprannomi
generati da toponimi come Chiari nel bresciano o Chiarone nel grossetano.
CHIARIELLO
Tipico campano, del napoletano e di Sant'Antimo e dintorni in particolare,
ha un ceppo anche a Barletta nel barese, dovrebbe derivare da un soprannome.
CHIARIGLIONE
Chiariglione, tipico di Torino, dovrebbe derivare dal cognome francese
Chiarillon, che dovrebbe aver avuto
origine dall'antico nome di un paese francese non meglio identificato,
ne la Historia de las guerras civiles de Francia
possiamo leggere: "...Marchava el exercito con grande
orden y llegando la vanguardia a veynte y uno de Mayo a Bogensi, ed Senor
de Chiarillon con sus tropas. se adelantò
para tomar lengua, y reconocer los caminos del Pays, mientras Monsiur de
Savoja con trecientas lansas, y cien cavallos ligeros, iva a juntarle con
el exercito del Duque de Umena. ..".
CHIARION
CHIARON
CHIAROTTO
Chiarion è originario di
Rovigo, Chiaron è fiorentino, Chiarotto è veneto, possono
derivare dal nome mediovale Claro (luminoso), o anche da soprannomi generati
da toponimi come Chiari (BS) o Chiarone (GR).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Chiarion è cognome veneto che secondo Olivieri 134 potrebbe
derivare dal nome del saraceno Clarione
dell'onomastica carolingia.
CHIARLA
CHIARLE
CHIARLI
CHIARLO
CHIARLONE
Chiarla, molto molto raro, è del cuneese, Chiarle è tipicamente
piemontese, del cuneese in particolare, Chiarli, molto più raro,
ha un piccolo ceppo a Riccione (RN), Chiarlo, sempre piemontese è
dell'alessandrino, con presenze significative anche nel genovese, Chiarlone
è specifico del savonese.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Chiarle
o Chiarlo, che, attraverso la mediazione
del francese Charles, nasce da un'italianizzazione
del personale germanico Karl, meglio
conosciuto nella forma Carlo (vedi
Carli). In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi
personali dei capostipiti.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
CHIARLI - II cognome, vivo soprattutto a Modena, muove dal personale
latino Clarus (all'aggettivo latino
clarus «chiaro,
famoso, illustre»), attraverso il derivato Clarulus
(con sincope di -u-) presente in documenti medievali. Da Clarus è
nato il cognome Chiari, nonché Chiarelli, Chiarini, Chiaretti, ecc.,
tutti scarsamente rappresentati in area modenese.
integrazioni fornite da Duilio
Chiarle
Il cognome Chiarle è ben descritto, ma troppo legato alle varianti
Chiarli, Chiarla ed altri. E' certamente vero che discende dal franco "Karl"
ma occorre dire che il cognome Chiarle compare in Piemonte, nelle zone
Aleramiche, già prima del mille (dopo il mille si trovano già
anche in provincia di Torino, ad esempio al servizio dei Visconti di Baratonia,
che appartenevano alla piccola nobiltà Aleramica). Secondo il compianto
scrittore e studioso Antonio Bodrero, il cognome Chiarle deriva direttamente
da Carlo Magno, dato che probabilmente i capostipiti ne erano al servizio,
fatto provato dal fatto che uomini di cognome Chiarle compaiono sempre
al servizio di nobili Aleramici (i quali avevano ascendenze Carolinge)
e pare esistano prove di questa continuità in documenti antichissimi.
Quindi più che di ascendenze francesi occorre parlare di ascendenze
franche. Due i Chiarle famosi: un governatore napoleonico di Exilles
(in val di Susa) ed un maggiore d'artiglieria eroe della prima guerra mondiale
che dà il nome ad una casema alpina di Aosta.
CHIATTA
CHIATTI
CHIATTO
Chiatta è quasi unico, Chiatti è tipico della fascia centrale,
di Perugia e Città di Castello nel perugino, di Bucine nell'aretino,
di Marta nel viterbese e di Roma, Chiatto è tipico di Grumo Nevano
nel napoletano, possono derivare da forme aferetiche dialettali riconducibili
al nome Francesco, ma in alcuni casi
possono anche derivare da soprannomi originati dal termine dialettale chiatta,
chiatto (grasso,
obeso).
CHIAVACCI
Chiavacci è tipicamente toscano, del fiorentino, pistoiese e livornese,
con un ceppo anche nel viterbese e nel romano, questo cognome potrebbe
avere almeno due possibili origini, da un soprannome scherzoso originato
dall'antico termine toscano chiavaccio
(membro virile all'opera), al più
semplice riferimento al mestiere dell'artigiano produttore di chiavacci
o chiavistelli e serrature.
CHIAVAI
Chiavai, assolutamente molto raro, tipicamente toscano, dovrebbe derivare
dal mestiere del capostipite, probabilmente un fabbro specializzato nel
produrre chiavi e serrature.
CHIAVARI
CHIAVERI
Chiavari è del Lazio con
un possibile ceppo nelle Marche, Chiaveri è originario del novarese
e del milanese. Questi cognomi possono aver avuto origine da soprannomi
legati al mestiere di fabbricante di chiavi o a toponimi come Chiavari
(GE) o Chiavano (PG).
CHIAVASSA
Chiavassa è tipicamente piemontese del cuneese, di Savigliano, Cavallermaggiore,
Fossano, Busca, Genola e Marene, e di Torino, dovrebbe derivare dal nome
dialettale del paese di Chiavazza, una frazione di Biella, probabilmente
il paese d'origine dei capostipiti.
CHIAVAZZA
Chiavazza è tipicamente piemontese, di Sommariva del Bosco , Savigliano
e Casalgrasso nel cuneese e di Torino, Carmagnola e Collegno nel torinese,
dovrebbe derivare dal nome del paese di Chiavazza nel biellese, probabile luogo di provenienza dei capostipiti.
CHIAVAZZO
Chiavazzo sembrerebbe specifico di Angri nel salernitano, con presenze
significative anche a Scafati, Sant`Antonio Abate e Caivano, potrebbe derivare
da un nome di località, ma molto più probabilmente deriva
da un soprannome originato dal mestiere di artigiano costruttore di serrature
o chiavistelli.
CHIAVEGATI
CHIAVEGATO
Chiavegati, quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione
di Chiavegato, che è un tipico cognome veneto, specifico di Verona
e del veronese, di Bovolone, Gazzo Veronese, San Giovanni Lupatoto, Cerea
ed Isola della Scala, con un ceppo anche a Taglio di Po nel rovigoto ed
a Padova, dovrebbe derivare dal termine veneto arcaico chiavegato
utilizzato per indicare l'addetto alla chiusura ed apertura della saracinesca
o chiavega di canali d'irrigazione
o navigabili, si deve però ricordare anche che con il termine chiavegato
o chiavagate si indicava anche, come
significato gergale, quello di buono a nulla.
CHIAVES
Chiaves, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del torinese, dovrebbe derivare
dal toponimo Chiaves di Monastero di Lanzo nel torinese.
CHIAVON
CHIAVONE
CHIAVONI
Chiavon, molto raro, è specifico dell'udinese, di Pozzuolo del Friuli
e di Udine, Chiavone, molto più raro, è sempre dell'udinese,
di Buttrio in particolare, Chiavoni è tipico della fascia centrale
che comprende il maceratese, il perugino ed il romano, potrebbero derivare
in qualche caso dal nome del torrente Chiavon
nel vicentino, o anche, e molto più probabilmente, da una forma
aferetica del termine schiavon (slavo),
forse ad indicare un'origine schiavona
(slovena) dei capostipiti.
CHICCHI
CHICCHINI
CHICCHINO
CHICCONE
CHICCONI
Chicchi ha un ceppo nel lucchese a Camaiore e Massarosa, presenza a Massa
ed a Vicchio nel fiorentino, Chicchini, quasi unico, è del perugino,
Chicchino e Chiccone sembrerebbero unici, Chicconi ha presenze nel mantovano
e nel sassarese, dovrebbe trattarsi di forme aferetiche, anche ipocoristiche
o accrescitive, derivate dal nome Francesco,
il ceppo sardo potrebbe derivare da un soprannome basato sul termine chicconi
(tizzoni ardenti, brace).
Chicchirichì, quasi unico, è abruzzese, forse del teramano,
Chichiriccò, estremamente raro, sembrerebbe del pescarese, Chicchirichi,
assolutamente rarissimo, ha qualche presenza in Emilia e nel Lazio, Chicchiricco,
Chichiricco, Chichirichi, Chichirico, Chichiricò e Chicchiriccò
sono praticamente unici, tutti questi cognomi potrebbero derivare da soprannomi
originati dal termine spagnolo dialettale chichirico
(neoricco, di uno che ostenta ricchezza e fasulle nobili
origini).
CHICCHIRILLO
CHIRCHIRILLO
CIRCHIRILLO
Tutti decisamente siciliani, Chicchirillo, assolutamente rarissimo, è
specifico del palermitano, Chirchirillo è specifico del palermitano,
di Trabia e di Altavilla Milicia, Circhirillo è originario della
zona, di Alessandria della Rocca nell'agrigentino e di Palermo, tutti questi
cognomi dovrebbero derivare da soprannomi basati sul termine dialettale
siciliano chicchrìddru (cima
di un monte, cocuzzolo della montagna, ma anche della testa),
forse ad indicare che i capostipiti provenissero da una zona molto elevata
di un monte o che avessero una particolare conformazione del capo con la
parte superiore più convessa.
CHICCO
Chicco ha un ceppo nel torinese a Torino, Carmagnola e Carignano ed a Polonghera
nel cuneese, un ceppo a Trieste, ad Udine ed a Monfalcone nel goriziano,
ed un ceppo in Puglia nel barese ad Andria e Bari, dovrebbe trattarsi dell'italianizzazione
del cognome sloveno Cich, che potrebbe
essere derivato da un soprannome basato sul termine slavo cík,
una forma diminutiva del termine cikec
(bue).
CHICHIZOLA
Chichizola, molto molto raro, è ligure, di Rapallo in particolare,
dove si hanno tracce di questa cognominizzazione almeno dal 1500, l'origine
etimologica è oscura.
CHICOLI
Probabilmente è pugliese,
potrebbe derivare da un soprannome dialettale.
CHIEA
Chiea è specifico del bennunese, sembrerebbe di Gosaldo, Sedico
e feltre, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo ladino
chiehla che richiama cose dolci e golose,
ma anche un aspetto rotondetto del capostipite.
CHIEPPI
Originario dell'area milanese e
pavese, potrebbe derivare da un soprannome collegato al vocabolo medioevale
clipeus (scudo), con modificazioni dialettali.
CHIERA
CHIERI
Chiera. abbastanza poco diffuso, ha un ceppo principale in Calabria dal
catanzarese al reggino, ed uno nel cuneese nella zona di Mondovì,
Chieri è quasi scomparso, dovrebbero derivare da un francesismo
medioevale chiero per biondo o chiaro di carnagione, in alcuni casi è
possibile una derivazione da toponimi come Chieri (TO) o Monchiero (CN).
Chieregati sembra specifico del rovigoto, di Trecenta in particolare,
Chieregato ha un nucleo a Chioggia (VE) ed uno a Badia Polesine (RO), Chiericati,
molto raro, è specifico della zona che comprende l'alto modenese,
il mantovano ed il ferrarese, Chiericato, molto molto raro, è tipico
dell'area veronese, padovana, Chierigati e Chierigato sono solo forme dovute
ad errori di trascrizione, dovrebbero derivare dall'essere il capostipite
figlio di un clericus,
vocabolo medioevale per definire un uomo di chiesa, non ordinato
prete, o dall'esserlo egli stesso, la terminazione in -ato in Veneto
ed in -ati in Emilia e nella Lombardia
orientale ha molto spesso valore patronimico sostituendo l'espressione
figlio di.. Tracce di queste cognominizzazioni
le troviamo agli inizi del 1500 a Fabriano dove un certo Franciscus Chierigatus
di Vicenza è Locumtenens Cardinalis.
CHIEREGHIN
CHIEREGHINI
Chiereghin è tipicamente veneto, di Chioggia nel veneziano in particolare,
con un ceppo anche a Porto Tolle nel rovigoto ed a Venezia, Chiereghini
è assolutamente rarissimo, probabilmente del nord Italia, forse
lombardo del mantovano, dovrebbero derivare, direttamente o tramite una
forma dialettale, da un'alterazione del nome medioevale Chierichino
(vedi CHIERICHINI), di quest'uso abbiamo un
esempio a Salò nel bresciano in una sentenza del 1615: "..Lucia
moglie di Chiereghin Combon
da Gargnano et Giacomo del quondam Zuane de Rossi da Castion bergamasco,
solito habitare in questa Riviera nella cassina nel luoco detto il corpaione
della degagna..", ma potrebbero derivare anche da ipocoristici del
termine greco bizantino kyericos
con il significato di letterato o scrivano,
troviamo tracce di queste cognominizzazioni a Mantova nel 1600.
integrazioni fornite da Benito
Chereguini (Spagna)
sono risalito fino al 1660 circa nella ricerca delle mie radici ho
trovato un mio antenato, Giulio Antonio Chiereghini, nato a Genova tra
il 1660 ed il 1670, questi fu console della Republica di Genova a Cartagena
(Spagna) dal 1713 al 1738.
CHIERICHETTI
Un ceppo nel milanese e comasco
ed uno nella provincia di Roma, deriva dal nome latino Quiricus (dedicato
al Signore).
CHIERICHINI
Chierichini è tipicamente romano, dovrebbe
derivare dal nome medioevale Chierichino di cui abbiamo un esempio in una
lettera di Francesco Sforza inviata a Gabriele Bossi, castellano della
rocca di Bergolo: "...Per compiacere ala toa
rechiesta siamo contenti et per questa nostra te concedimo piena licentia
che tucta volta te accada per bisogno de quella rocha o per altri tuoi
facti, lassando lì Chierichino,
tuo fratello, te possi absentare da quella et andare tu vorrai liberamente
senza alcuna ritentione...".
CHIERICO
CHIRICO
CHIRIGO
Chierico abbastanza raro sembrerebbe del barese, Chirico sembra avere più
ceppi, sulla costiera campana, nella zona che comprende le province di
Taranto e Brindisi, nel reggino, messinese e catanzarese, Chirigo è
praticamente unico, dovrebbero derivare, direttamente o attraverso accrescitivi,
dal nome medioevale Chirico derivato
dal vocabolo greco bizantino Kyericos
con il significato di letterato o scrivano.
CHIERZI
Chierzi, molto raro, è tipico dell'agordino nel bellunese, di Agordo
e Belluno, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale arcaico per chierici,
ma usato anche per indicare qualcuno un poco calvo, probabile caratteristica
fisica del capostipite.
CHIESA
CHIESE
CHIESI
CHIESINI
CHIESINO
Chiesa è presente in tutt'Italia, ma è più diffuso
nell'area occidentale del nord, si individuano anche due probabili ceppi
nel Lazio e nel catanese, Chiese, quasi unico, sembrerebbe pugliese, Chiesi,
meno diffuso, ha un ceppo emiliano, soprattutto nel reggiano, ed un ceppo
nel fiorentino, Chiesini e Chiesino, sono praticamente unici, dovrebbero
derivare da soprannomi connessi a toponimi contenenti il vocabolo Chiesa,
come Chiesa di Rossano nel massese, Chiesa Nuova nel ferrarese, Chiesanuova
nel torinese, Chiesanuova Uzzanese nel pistoiese, ecc., non si può
comunque escludere che possano essere nati da soprannomi originate da comportamenti
di particolare devozione da parte dei capostipiti.
CHIESSI
Chiessi, molto molto raro, è tipicamente emiliano, dell'area che
comprende il modenese ed il reggiano, molto difficile una correlazione
con il toponimo di Chiessi sull'isola d'Elba, e pure con il paese svizzero
di Chiesso (l'attuale Ces), anche se questa ipotesi potrebbe anche essere
presa in considerazione.
CHIETERA
Chietera è specifico di Matera, potrebbe derivare da un'alterazione
del termine greco κιθάρα kithara
(cetra), forse ad identificare nei
capostipiti dei musici.
CHIGGI
CHIGGIO
Chiggi è quasi unico, Chiggio è specifico di Anguillara Veneta
nel rovigoto, dovrebbero derivare da soprannomi basati sul termine veneto
arcaico chiggiar (pettinare
il lino, o la canapa), probabilmente ad indicare che il mestiere
dei capostipiti fosse appunto quello di rifinitori dei filati di lino o
di canapa.
CHIGHINE
CHIGHINI
CINELLU
CINISU
CINUS
Chighine è tipico del sassarese, di Sassari, Cheremule ed Usini,
con un ceppo anche ad Olbia e Cagliari, Chighini è specifico di
Meana Sardo, di Sassari e Porto Torres nel sassarese, dovrebbero entrambi
derivare da soprannomi originati dal termine sardo chighinì
(briciola), forse motivato da una corporatura
particolarmente minuta del capostipite, Cinellu, molto raro, ha un ceppo
a Bono e Sassari nel sassarese ed a Cagliari, Cinisu è praticamente
unico e parrebbe del Medio Campidano, Cinus è specifico del sud
della Sardegna, ha un ceppo nel cagliaritano, a Monastir, Burcei, Quartu
Sant'Elena, Sinnai, Cagliari,Villasalto, Muravera, Selargius, Villaputzu
ed Assemini, a Sant'Anna Arresi nell'iglesiente ed a San Gavino Monreale
nel Medio Campidano.
integrazioni fornite da Franco
Pettinato
Nel Dizionario dei Cognomi di Sardegna di M. Pittau il cognome Chighine
viene connesso al sostantivo sardo chìghine
(cenere mista a frammenti di carbone)
quindi parrebbe connesso ad un nome di mestiere. In Sardegna è presente
anche il toponimo Chighinele.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CHIGHINE; CHIGHINI; CINELLU; CINUS; CINISU: kixìna,
kinìya, cinìxa, cinìja, chijìna, cinìsu,
cinìxu, cixìnu, cinus, etc. sono le tante variante
sarde per dire cenere o anche color
cenere, come i sinonimi canu
e murru; questi ultimi riferiti generalmente
al colore dei capelli. Qui in Campidano però usiamo l'espressione:
colori de gigìna, per indicare
il colore delle ceneriardenti
e gigìna, è chiaro, corrisponde
al logudorese chighìna. La radice
di cinus è comunque legata al
greco κόνις, che significa anche polvere.
Cixinèdda o Cinixèdda
o Kinijèdda o Chighinèdda
è la Cenerentola delle fiabe.
Chighine e chighini sono propriamente delle parlate dell'alto Logudoro;
cinus, cinisu, cinìxu del centro sud dell'isola. Esiste Cinisu come
cognome, anche se rarissimo e in un solo Comune sardo: a Villacidro, con
circa 9 presenze. Pure cinellu significa cenerino, color cenere. Tutte
le varianti derivano dal latino cinus o cinis e delle varie trasformazioni
subite nelle lingue romanze; citiamo ad esempio il toscano cinigia, il
rumeno cenusia. Nelle carte antiche rinveniamo due firmatari della Pace
di Eleonora, LPDE, del 1388 con la variante Cinus: Cinus Nicolao, ville
Selluri (Sanluri - Seddori) - e Chinus (?) Margiano, ville Selluri -(**
Selluri - Sedduri - Seddori: odierno Sanluri. Et ego Capula Marcus .sindicus,
actor et procurator ville Selluri.seu a Petro De Castay, locuntenente capitanei
et Margiano Costa, locuntenente potestatis terre Selluri et omnibus habitatoribus
dicte terre, congregatis. X die januarii 1388). Attualmente Ghighine è
presente in 59 Comuni italiani, di cui 26 in Sardegna: Sassari 44, Cheremule
30, Cagliari 24, Olbia 18, etc. Chighini è presente in 21 Comuni
italiani, di cui 11 in Sardegna: Meana Sardo 29, Sassari 17, Porto Torres
125, etc. Cinus è presente in 98 Comuni, di cui 41 in Sardegna:
Monastir 71, Burcei 70, Quartu S. E. 58, Sinnai 54, Cagliari 32, etc. Cinellu
è presente in 18 Comuni italiani, di cui 11 in Sardegna: Bono 14,
Cagliari 13, Sassari 12, etc.
CHIGI
Assolutamente rarissimo, probabilmente
di origine senese, nel 1400 il famosissimo mecenate e banchiere Agostino
Chigi diede inizio al ceppo romano della famiglia cui appartenne anche
il Papa Alessandro VII°. (vedi CHIGGI)
CHIGNOLA
Chignola è tipico del veronese, di Caprino Veronese, Costermano
e Verona, dovrebbe derivare da un nome di località originato dal
termine dialettale chignol (cuneo, zeppa)
o anche da un soprannome con la stessa origine.
CHIGNOLI
Chignoli sembrerebbe specifico di Vaprio D`adda (MI), dovrebbe derivare
dal toponimo Chignolo d'Isola (BG), più difficilmente dal toponimo
Chignolo Po' (PV), tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Milano
nel 1600 circa quando nasce il pittore Gerolamo Chignoli ed a Calcio (BG)
in una lettera del 1706 indirizzata al capitano Chignoli, comandante di
Calcio.
CHILELLI
Dovrebbe essere originario del
cosentino, potrebbe derivare da un soprannome dialettale.
CHILLE'
CHILLEMI
Chillè è tipico di Messina e del messinese, di Torregrotta,
Rometta e Monforte San Giorgio, Chillemi, specifico di Messina e Barcellona
Pozzo di Gotto, Santa Teresa di Riva, Casalvecchio Siculo, Furci Siculo,
Savoca, Giardini Naxos e Terme Vigliatore nel messinese, ha pure un ceppo
a Catania ed uno a Palermo.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Chillé
o Chillemi, che, attraverso la mediazione
del francese Guillé o Guilhem,
nasce da un'italianizzazione del personale germanico Wilhelm,
meglio conosciuto nella forma Guglielmo
(vedi Guglielmi). In conclusione, dunque,
si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
CHILLON
CHILLONI
Chillon ha un ceppo nel padovano, soprattutto a Cadoneghe ed uno secondario
a Cisterna di Latina, prodotto probabilmente dall'emigrazione forzata dei
veneti per la bonifica delle Paludi Pontine, Chilloni, praticamente unico,
parrebbe emiliano, si dovrebbe trattare di forme aferetiche di maggiorativi
del nome Achille, probabilmente portato
dal capostipite, cui si può anche ragionevolmente ascrivere una
corporatura superiore alla media.
CHILO'
Molto molto raro, parrebbe veneto, si potrebbe trattare di una forma tronca e contratta del cognome Chillon.
CHIMENTI
CHIMENTO
CHIUMENTI
CHIUMENTO
Chimenti è presente a macchia di leopardo nel paese, ha nuclei importanti
in Toscana, a Roma e dintorni, nel barese e tarentino, nel cosentino e
nel palermitano, con presenze anche nel torinese e nel milanese, Chimento
ha ceppi nel vicentino, nelle province di Roma e Latina, nel cosentino
e nel barese, Chiumenti, molto raro, ha ceppi nel vicentino e nel foggiano,
così come il più diffuso Chiumento, dovrebbero tutti derivare
da modificazioni del nomen latino Clemens, Clementis,
di cui abbiamo un esempio nelle Historiae
di Tacito: "...Suedius
Clemens ambitioso imperio regebat, ut adversus
modestiam disciplinae corruptus, ita proeliorum avidus. non Italia adiri
nec loca sedesque patriae videbantur...", dell'uso di questo tipo
di modifica del nome abbiamo un esempio a Firenze nel 1434 in un registro
leggiamo: "Opere cum consilio Chimentis
Cipriani ser Nigi".
CHIMERA
CHIMERI
Chimera, molto raro, ha un ceppo piemontese, uno siciliano ed uno romano,
Chimeri, ancora più raro, ha un ceppo genovese.
ipotesi fornite da Stefano Ferrazzi
Chimera, raro, è diffuso maggiormente in Sicilia, con ceppi
maggiori nel nisseno, nel palermitano e nel catanese, ma è presente
a bassissima frequenza anche nel nord e centro nord del paese, Chimeri,
rarissimo, si riscontra quasi esclusivamente a Genova e a Roma, entrambi
questi cognomi derivano dal nome medievale Chimera,
nato in riferimento all'omonima creatura mitologica dalla testa di leone,
la coda di serpente e una seconda testa di capra sulla schiena (anche se
altri la descrivono con una testa di leone, un corpo di capra e una coda
di serpente o di drago). In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni
dei nomi personali dei capostipiti.
CHIMISSO
Chimisso è specifico della provincia di Campobasso, di Campomarino
in particolare, è un cognome di chiara origine Arbërësh
(albanese).
CHINA
CHINELLI
CHINELLO
CHINI
CHINNI
CHINNO
CHINO
China ha un piccolo ceppo nell'udinese, uno a Monte Romano nel viterbese
ed uno a Roma, esiste un ceppo siciliano nell'isola di Lipari, Chinelli
che sembrerebbe tipicamente lombardo del bergamasco,e sudmilanese, ha un
ceppo anche nel piacentino ed uno nel barese, Chinello è specifico
del padovano, Chini è molto diffuso in trentino e nel vicino bresciano,
nel milanese, in Toscana, soprattutto nel fiorentino, e nel Lazio, Chinni
ha un ceppo nel bolognese appenninico, uno a Roma, uno nel teatino ed uno
nel foggiano, Chinno, quasi unico, sembrerebbe del foggiano, Chino, molto
raro, ha un ceppo veneto nel padovano e veneziano ed uno in Piemonte, tutti
questi cognomi dovrebbero derivare da forme aferetiche e da loro ipocoristici
di un ipocoristico del nome Francesco
o Luca, diventati prima Franceschino,
o Luchino nelle loro forme ipocoristiche,
quindi Chino per aferesi, ed in alcuni
casi per un ulteriore ipocoristico Chinello,
o per alterazione dialettale Chinno.
CHINAGLIA
Chinaglia è tipico del rovigoto, padovano e veronese, con un ceppo,
probabilmente non secondario, nel milanese, varesotto e pavese, si dovrebbe
trattare di una forma collettiva in -aglia
(anticamente il suffisso non aveva valore peggiorativo, ma collettivo),
riferita ai figli di un Francesco diventato Chino per aferesi, quindi Chinaglia
intendendo con ciò i Chini, cioè i suoi figli.
CHINCARINI
Tipico di Malcesine (VR) di etimologia incerta.
integrazioni fornite da Paolo Chincarini
si hanno tracce di questa cognominizzazione a Malcesine almeno dal
1600 con Philippus Chincarinus, rettore del Santuario della Madonna della
Corona in Monte Balbo dal 1623 al 1635; troviamo dal 1718 al 1726 un Michele
Chincarini Parroco a Malcesine, Francesco Chincarini di Malcesine è
scrittore della seconda metà del 1700.
Fonte bibliografica D.G. Borsatti
- Malcesine - Storia illustrazioni documenti.
CHINDAMO
Chindamo è tipicamente calabrese del reggino, di Melicucco, Laureana
del Borrello, Cinquefrondi, Giffone, Galatro, Anoia e Rosarno, dovrebbe
derivare da un soprannome grecanico originato da un'alterazione del termine
greco antico κίνδυνος kindynos
(avventura, impresa pericolosa, pericolo),
forse a ricordare la partecipazione del capostipite ad una particolare
impresa.
CHINDEMI
Chindemi è specifico della Sicilia, ha un piccolo ceppo a Messina
ed a Rosolini nel siracusano, con sparute presenze nel reggino, potrebbe
derivare da un soprannome originato dal termine greco κίνδυνος
(kindynos) che significa pericolo,
o anche dal verbo sempre greco κεντέω (kenteo)
che significa pungere o spronare.
CHINELLATO
Chinellato è tipico dell'area veneziano, trevisana, di Venezia in
particolare e di Martellago, Spinea, Mirano, Mira, Marcon, Salzano, Scorzè
e San Donà di Piave nel veneziano e di Mogliano Veneto, Casale sul
Sile e Roncade nel trevisano, si dovrebbe trattare di una forma patronimica
in -ato, dove il suffisso sta per il
figlio di, riferito ad un ipocoristico del nome Francesco
(vedi CHINA), probabile nome del padre del
capostipite.
CHINIGO
CHINIGO'
Chinigo, estremamente raro è del cosentino, Chinigò, leggermente
meno raro, parrebbe specifico di San Giorgio Albanese e Corigliano Calabro
sempre nel cosentino.
integrazioni fornite da Vittorio
Chinigò
il cognome Chinigò è originario di San Giorgio Albanese,
di sicura origine medievale, dovrebbe risalire a quando alcune popolazioni
balcaniche lasciarono le montagne ai confini tra Grecia ed Albania per
sfuggire all'invasione turca. Il cognome rifletterebbe l'attività
del capostipite, infatti in greco κυνηγετής kynegetes
significa cacciatore.
CHINNICI
Chinnici, decisamente siciliano, del palermitano, soprattutto di Belmonte
Mezzagno, Palermo e Misilmeri, e di Catania e Misterbianco nel catanese,
dovrebbe derivare da un nome anticamente attribuito al quindicesimo figlio
Chìnnici in dialetto quindici,
con l'accento sulla prima vocale, modificazioni successive hanno poi portato
ad una pronuncia piana del cognome.
CHINOSI
Chinosi ha presenze nel sudmilanese e lodigiano e nel piacentino, in particolare
a Bettola, Farini e Vigolzone, dovrebbe trattarsi di una forma etnica aferetica
riferita a capostipiti che provenissero dal vicino paese di Montechino,
sempre nel piacentino.
CHINZI
Chinzi ha un piccolo ceppo a Palermo e presenze nell'agrigentino, in particolare
ad Aragona, potrebbe derivare da una forma dialettale del praenomen latino
Quintius, o Quintus, portato ad esempio dal poeta
Quintius Horatius Flaccus, praenomen normalmente attribuito al quinto figlio
di una famiglia, forse ad indicare che il capostipite fosse appunto il
quinto figlio o che comunque portasse quel nome, tracce antiche di questa
cognominizzazioni le troviamo ad esempio nel 1400 a Safi sull'isola di
Malta.
CHIOCHIA
Molto raro è specifico di Taranto, potrebbe derivare dal vocabolo
spagnolo chocho (sciocco, brontolone) anche se è poco probabile.
integrazioni da parte di Cristina
Chiochia
Si ritrova in documenti del 1600 sulle armi gentilizie in Piemonte,
ma, si dice che Chiochia sia un cognome proveniente dalla Magna
Grecia, quando i primi coloni greci provenienti dall'isola di Chio
arrivarono a Taranto e, a seguito del raddoppiamento, divennero Chio Chios
ovvero provenienti dall'isola di Chio. I documenti invece lo fanno risalire
al paesino di Costigliole di Saluzzo,dove erano Nobili della zona, con
uno stemma singolare: uno scudo spaccato d'azzurro e d'oro con due rose
d'argento sopra l'azzurro ed una rossa sopra l'oro.
ho trovato che: chiochiaro e chiochiero, che è una voce ancora viva
nell'icastico linguaggio popolare (napoletano però..), è
voce usata per indicare il melenso, sciocco babbeo
di zucca vuota, accompagnata per solito da un gesto offensivo
consistente nel far muovere velocemente ed alternativamente l'avambraccio
a dritta e mancina, tenendo la mano destra drizzata verso l'alto con le
dita unite in modo che il polpastrello del pollice , tocchi contemporaneamente
tutti gli altri; etimologicamente più che allo spagnolo chocho =molle,
vuoto, pare che debba riferirsi al latino cochlea
= conchiglia, considerata nel momento che sia vuotata del suo frutto;non
è però da scartar l'ipotesi che la parola, giacché
è usata anche per designare lo zotico villano, possa collegarsi
alla voce chiochia che è variante
di ciocia (termine dall'etimo sconosciuto,
di ambito laziale usato per indicare un particolare tipo di calzatura indossata
dai contadini) alla voce chiochia unendo il tipico suffisso di competenza
aro/ero si arriva ai nostri chiochiaro/chiochiero; resta invece comunque
confermata da molti la provenienza arcaica greca con raddoppiamento.
CHIOCCHIO
Chiocchio ha un ceppo abruzzese a Cocullo nell'aquilano ed uno a Roma,
l'origine etimologica è controversa, l'ipotesi più semplice
propone una derivazione dal nome del paese di Chiocchio, una frazione del
paese di Greve in Chianti nel fiorentino, una seconda ipotesi ne propone
la derivazione da un soprannome basato sul termine latino cochlea
(chiocciola), una terza ipotesi ne
propone la derivazione da un soprannome dialettale basato su di un termine
per gocciolio, anche se questa sembra
essere l'ipotesi meno probabile, troviamo tracce di questa cognominizzazione
nel reatino, nella prima metà del 1600, con un Settimio Chiocchio
citato in una atto di donazione.
Bergamasco Chioda e dell'area piacentino lodigiana Chiodaroli, Chiodarelli,
molto molto raro, sembrerebbe avere un ceppo nel mantovano ed uno nel padovano,
Chiodi è molto diffuso in pianura padana, con ceppi anche nelle
Marche, Abruzzo e Lazio, Chiodini ha un ceppo lombardo tra bresciano, bergamasco,
milanese, varesotto e pavese, un ceppo tra modenese, bolognese e ravennate
ed uno tra fiorentino, aretino e perugino, Chiodo sembrerebbe originario
del cosentino, ma con ceppi anche in Lombardia, potrebbero essere originati
da soprannomi legati al mestiere di produttori o venditori di chiodi, o,
in alcuni casi, legati al toponimo Chiuduno nel bergamasco, ma la cosa
più probabile è che derivino dalla forma tronca del nome
franco Chlodowig
(Clodoveo). Troviamo tracce di
questa cognominizzazione con il letterato Johannes Baptista Chiodinus che
visse tra la seconda metà del 1500 e gli inizi del 1600.
integrazioni fornite da Francesca
Chiodo
i Chiodo della provincia di Cosenza sono originari della Val Chisone
in Piemonte, migrati nell'isola alloglotta provenzale di Torano Castello;
si diffusero nel resto della provincia di Cosenza dopo essere sfuggiti
al massacro di valdesi perpetrato nel 1561 dal marchese
Salvatore Spinelli di Fuscaldo (CS).
CHIOETTO
Chioetto, assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico dell'area padovana,
dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine veneto arcaico
chioèto (piccolo
chiodo).
CHIOGNA
Tipico di Trento e della frazione di Gardolo in particolare, deriva da
un soprannome originato da una modificazione dialettale del termine colonia
per indicare una famiglia di coloni (servi della gleba).
CHIOLA
Sembrerebbe avere un nucleo originario
nel pescarese, dove la famiglia nobile Chiola, diede il nome ad un castello
medioevale Castello di Chiola a LoretoAprutino (PE), si trovano inoltre
un ceppo nel salernitano ed uno in Piemonte.
CHIOLO
Chiolo è un cognome decisamente siciliana, dell'area agrigentino,
nisseno palermitana, di Mazzarino nel nisseno e di Ravanusa nell'agrigentino
in particolare, l'origine etimologica è oscura, potrebbe derivare
dall'aferesi di nomi di località, ma è pure possibile una
derivazione da soprannomi neogreci originati da caratteristiche fisiche
del capostipite, come le grosse labbra (chilà).
Chiona, quasi unico, è piemontese, Chione, praticamente unico, è
anch'esso piemontese, Chioni è decisamente toscano ed è specifico
di Montignose nel massese e di Massa e Forte dei Marmi nel lucchese, Chionna
sembrerebbe originario del Salento, del brindisino in particolare, di Latiano,
Francavilla Fontana, Brindisi, San Vito dei Normanni e Mesagne e di Lizzano
nel tarentino, Chionne ha un ceppo nella zona di confine tra perugino e
ternano, a Castiglione del Lago e Città della Pieve nel perugino
ed a Fabro nel ternano, con un ceppo anche a Roma, Chionni ha un piccolissimo
ceppo nel bresciano ed uno nel romano, Chionno, quasi unico, è salentino,
Chiono, molto molto raro, è piemontese, della zona di Torino, Valperga
e Favria nel torinese, dovrebbero derivare da varie forme aferetiche del
nome medioevale Marchionus o Marchione
(vedi MARCHIONE ), anche se non si possono
escludere derivazioni da nomi di località come la Contrada Chiona
di Spello nel perugino.
CHIONCHIO
Specifico di Vieste (FG), molto molto raro, dovrebbe derivare dal fatto di essere la famiglia
originaria dell'isola di Chio (vedi commento a CHIOCHIA)
CHIOSI
CHIOSINI
CHIOSO
Chiosi ha un ceppo toscano, a Figline Valdarno nel fiorentino ed a San
Giovanni Valdarno nell'aretino, ed uno campano a Napoli, Chiosini, quasi
unico, parrebbe piemontese, così come il meno raro Chioso, potrebbero
derivare, direttamente o tramite un ipocoristico, dal cognome di origini
toponomastiche francese Chioux, ma
molto più probabilmente derivano dal nbome medioevale Closius.
CHIOVE
CHIOVE'
Chiove è praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un errore
di trascrizione di Chiovè, che è specifico di Grammichele
nel catanese, e che dovrebbe derivare da un soprannome dialettale con il
significato di chiodino.
CHIOZZA
Chiozza ha un ceppo a Venezia ed uno a Genova, dovrebbe derivare dal nome
dialettale arcaico della città di Chioggia, probabile luogo d'origine
dei capostipiti.
CHIOZZOTTI
CHIOZZOTTO
Chiozzotti è quasi unico, Chiozzotto, molto molto raro è
di Venezia e Chioggia, dovrebbero derivare dall'etnico dialettale arcaico della
città di Choggia, probabile luogo d'origine del capostipite, ricordiamo
le goldoniane Chiozzotte, commedia
più nota come Le Baruffe Chiozzotte:
"...Semo donne da ben, e semo donne onorate; ma semo
aliegre, e volemo stare aliegre, e volemo balare, e volemo saltare. E volemo
che tutti posse dire: e viva le Chiozotte,
e viva le Chiozotte!".
CHIRCHIO
CHIRCO
Chirchio, assolutamente rarissimo, è del palermitano, Chirco è
tipicamente siciliano del trapanese e in particolare di Marsala, con un
ceppo anche nel palermitano a Cinisi e Palermo, si dovrebbe trattare di
forme modificate del cognome Chirico e derivare quindi dal nome medioevale
Chiricus derivato dal vocabolo greco
bizantino Kyericos con il significato
di letterato o scrivano.
CHIRELEISON
CHIRIELEISON
Chirieleison è tipico del messinese e di Alì Terme in particolare,
Chireleison, una modificazione del precedente, è sempre del messinese,
ma di Itala, dovrebbederivare dalla forma liturgica cattolica di origine
greca, che significa Signore abbi pietà, si dovrebbe trattare di
cognomi attribuiti a bambini abbandonati, ma è pure possibile che
derivino da un nome attribuito al proprio figlio da genitori molto devoti
e poco colti.
CHIRI
CHIRINI
CHIRO
CHIROLLI
CHIROLLO
CHIROTTI
Chiri ha un ceppo piemontese a Torino ed Alpignano nel torinese ed a Barge
nel cuneese, ed uno nel leccese a Sanarica ed a Muro Leccese soprattutto,
Chirini, Chiro e Chirotti sono praticamente unici, Chirolli, quasi unico,
ha qualche presenza nel napoletano, Chirollo ha un ceppo nel napoletano
ad Afragola e Castello di Cisterna, tutti questi cognomi dovrebbero derivare,
direttamente o tramite varie forme ipocoristiche, dal nome greco Chiros,
o da forme etniche della città di Chiros
in Grecia o da quella di Chirus in
Romania o, più probabilmente, da soprannomi basati sul termine greco
chiros (mano),
forse ad indicare delle particolari caratteristiche fisiche dei capostipiti.
CHIRIACO
CHIRIACO'
Chiriaco è calabrese, di Catanzaro, Crotone e Maida (CZ), Chiriacò
è tipico del Salento, di Sternatia, Lecce e Cutrofiano nel leccese
e di Brindisi.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
l'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Chiriaco,
che, assieme alla variante Chiriacò,
nasce da un adattamento del personale greco Kyriakos,
col significato di devoto al Signore
(si tratta dell'equivalente greco del nome Domenico):
dal punto di vista etimologico, infatti, il nome Kyriakos
è composto dal termine Kyrios
(Signore) con l'aggiunta del suffisso
-akos, di valore aggettivale (ad indicare
un rapporto d'appartenenza, anche in senso figurato). Detto questo, comunque,
bisogna fare una precisazione riguardo ai cognomi Chiriaco e Chiriacò:
considerandone la distribuzione geografica, queste famiglie sembrano avere
o una discendenza arbëreshë (più probabilmente greco-albanese)
o un'origine grika, soprattutto nel reggino e nel leccese. In conclusione,
dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
CHIRIATTI
CHIRIATTO
Chiriatti è tipicamente salentino del leccese, di Martano e Copertino
soprattutto, ma anche di Lecce, Nardò, Melendugno, Carpignano Salentino,
Galatina, Calimera, Minervino di Lecce ed Aradeo, e di Cellino San Marco
e San Pietro Vernotico nel brindisino, Chiriatto, praticamente unico, è
del leccese, dovrebbero derivare da un soprannome probabilmente originato
dal mestiere di banditore svolto dai capostipiti, rifacendosi al termine
greco antico κηρύττω kerytto (bandire,
annunciare), ma è pure possibile una derivazione dal
termine greco antico κύριος kyrios
(padrone, arbitro).
CHIRICI
Chirici è tipicamente toscano, con un ceppo a Livorno ed uno a Firenze,
dovrebbe derivare dal nome medioevale latino Quiricus,
magari in qualche caso anche come alterazione del nome provenzale Quilicus.
CHIRICOSTA
CIRICOSTA
Chiricosta sembra specifico di Ardore (RC) e del vicino Sant`Ilario dello
Ionio, Ciricosta è tipico di Melicucco e Rosarno sempre nel reggino.
ipotesi fornite da Alessio Bruno
Bedini
Cognome diffuso in modo esclusivo nella zona Locri (RC) - Gerace (RC)
con un alta incidenza nella citta di Ardore (RC). Dai dati in mio possesso
risulta una famiglia nobile originaria di Locri (RC). Etimologicamente
nel dialetto reggino la "chirica" è la parte superiore di qualcosa.
ipotesi fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine dei cognomi Chiricosta e Ciricosta, in realtà, va
ricercata nei dialetti greci del sud, dove l'espressione chiri/ciri
Costa (dal greco kyrie Costas) significa
letteralmente signor Costa (come avviene
in cognomi quali Serantoni, Sergianni, Sernicola, etc): Costa,
infatti, è un nome greco di antica tradizione e, al di là
della stessa Grecia (dove è ancora in uso come nome di persona), pare che, un tempo, godesse di una certa fama anche nel nostro
paese (per una spiegazione più approfondita sul nome, vedi
il cognome Costa). Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque,
si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
CHIRIGU
Estremamente raro è tipico della zona sudoccidentale della Sardegna,
Iglesias (CA) e Santedi (CA), deriva da una modificazione dialettale del
nome medioevale Chirico derivato dal vocabolo greco bizantino Kyericos
(letterato o scrivano).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CHIRIGU: chirigu, chiricu, clericu, clerigu
= chierico, del clero. Dal latino clericus.
Troviamo il vocabolo nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB (189
- 190): testes Goantine Cappai clerigu et Comita Kersa clerigu.Ricordiamo
però che in alcune parti della Sardegna chirigu
è la lupinella o fieno
santo > onobrychis viciaefolia; e chirigu
è anche il pisello selvatico
> lathyrus aphaca, che qui in Campidano chiamiamo comunemente su
pisu de coloru. Come cognome Chirigu è presente in 17
Comuni italiani, di cui 9 in Sardegna: Santadi 17, Iglesias 13, Olbia 6,
etc.
CHIRIZZI
Tipico del Salento dovrebbe trattarsi di una modificazione del cognome
greco Kiritsi o Kiritsis,
ma è pure possibile derivi da un soprannome originato dal vocabolo
greco koritsi (ragazza,
fanciulla).
CHIRONE
CHIRONI
Chirone, molto raro ha un ceppo nel napoletano ed uno nel brindisino,
Chironi ha un ceppo nel salento leccese ed uno tra nuorese e sassarese
in Sardegna, dovrebbero derivare dal nome greco Chirone,
ricordiamo famosissimo il Chirone centauro figlio di Filiara e di Crono
(il padre di tutti gli Dei), Chirone, secondo la mitologia, fu il primo ad utilizzare le erbe nella cura delle malattie; secondo un'altra ipotesi il ceppo sardo del cognome Chironi dovrebbe invece derivare dal cognome basco Quirony.
CHIRRA
CHIRRI
Chirra, assolutamente rarissimo, è tipicamente sardo, Chirri, sempre
sardo, è ancora più raro, quasi unico, potrebbero derivare
dal termine sardo logudorese chirra
(mandria di capretti, ma anche coperta),
forse ad indicare nei capostipiti dei pastori.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CHIRRA: Sa kirra, in log., sa
cirra in camp. è il recinto
coperto di frasche per metterci gli agnelli o i capretti. In
centro Sardegna il recinto dei capretti si chiama edìli o edàli;
nel sud dell'isola lo chiamano s'ebiu, ma è senz'altro la versione
errata di ediu; dal latino haedus
= capretto. Il vocabolo è derivato
dal latino cirrus, con riferimento
alle frasche che coprono i recinti o kirras.
Ricordiamo però che Chirra o Kirra o Quirra è il nome di
un centro abitato scomparso, che fu capoluogo della omonima Curadorìa
o Parte di, nel regno giudicale di Càlari prima , in quello di Gallura
poi. Nel 1288 passò a possedimento coloniale della repubblica di
Pisa. Nel 1324 passò al Regno catalano - aragonese di Sardegna.
Nel 1317 don Alfonso d'Aragona istituì la Contea di Quirra. I primi
conti di Quirra furono i Carroz e poi i Centelles. Con Cristoforo Centelles,
nel 1627 la Contea passerà a Marchesato. Nel 1726 subentrano i Catalan
e successivamente gli Osorio, sino al 1839, allorquando il Marchesato di
Quirra passerà al Regno di Piemonte e di Sardegna. Il Marchesato
di Quirra è citato nel testo di Giovanni Francesco Fara "De Rebus
Sardois - In Sardinia Chorographiam - 156/35". Oggi rimane la bellissima
Torre di Quirra, che si erge su uno dei tratti più caratteristici
delle coste della Sardegna - vedi nel Web - Il Castello di Quirra. Il cognome
è presente nelle carte antiche della Sardegna. Tra i firmatari della
Pace di Eleonora del 1388, abbiamo Chirras (de) Antiogho, ville Ecclesiarum.
(Villa di Chiesa - Iglesias). Attualmente il cognome è presente
in 42 Comuni italiani, di cui 22 della Sardegna: Lei 12, Macomer 11, Santa
Giusta 9, etc.
CHISARI
Chisari è tipicamente siciliano, specifico del catanese, di Catania,
Paternò, Belpasso, Biancavilla, Mascalucia e Gravina di Catania,
dovrebbe derivare da un soprannome grecanico basato sul termine greco antico kiseris
(pomice), probabilmente ad identificare
una caratteristica del luogo di provenienza dei capostipiti, o al mestiere
di raccoglitore di pietra pomice.
CHISENA
Chisena è tipicamente pugliese, di Martina Franca, Grottaglie e
Laterza nel tarantino e di Latiano nel brindisino, con un piccolo ceppo
a Matera ed a Palazzo San Gervasio nel potentino, potrebbe derivare dai
cognomi slavi Kisen e Kizena.
CHISO
CHISU
Chiso, quasi unico, parrebbe del centro Italia, ed è probabilmente
dovuto ad un errore di trascrizione di Chisu, che è invece tipicamente
sardo.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CHISU: potrebbe essere una variante di Ghisu
= pettirosso (vedi
Ghisu). In sardo la parola chisu
o kisu può derivare dal verbo
kisìre, nel significato di zittire,
far tacere. Quindi chisu significherebbe
cenno per imporre il silenzio( col dito indice in verticale sulla punta
del naso)! E solitamente si aggiunge: "Ssh.citu"! (Ssh.zitto!). Kis, kis
o chis, chis è invece il richiamo, con qualcosa che abbiamo in mano,
da offrire a chi ci sta di fronte, bambino o anche piccolo animale! Crediamo
che in tutti i casi si tratti di una onomatopea. Attualmente il cognome
è presente in 25 Comuni italiani, di cui 11 in Sardegna: Orosei
43, Nuoro 27, Siniscola 20, Orani 8, etc.
CHITARI
CHITARRA
CHITARRINI
CHITARRO
CHITARRONI
Chitari e Chitarra, quasi unici sembrerebbero siciliani con un piccolissimo
ceppo a Piazza Armerina nell'ennese per il secondo, Chitarrini, molto raro,
è laziale, con presenze nel viterbese ed a Roma, Chitarro è
quasi unico, Chitarroni, assolutamente rarissimo sembrerebbe dell'anconetano,
tutti questi cognomi, che si riferiscono al nome di strumenti musicali
a corde, il chitarrone non era altri che una sorta di liuto, fanno pensare
che possano derivare da soprannomi riferiti a capostipiti che suonassero
appunto quel tipo di strumenti.
CHITI
CHITO
Chiti è tipicamente toscano, particolarmente della zona che comprende
le province di Pistoia, Prato e Firenze, Chito sembrerebbe specifico di
Matera, dovrebbero derivare dal nome medioevale Chito
di cui abbiamo un esempio nell'Archivio di Stato di Milano in un atto del
1491: "...Bernardus filius quondam Antonius Barufi
Iohannes filius quondam Albertoli Bossi Chito
de la Cassina Magni...".
CHITTI
CHITTO
CHITTO'
Chitti, molto molto raro, ha un ceppo tra milanese, pavese e piacentino,
Chitto, molto più raro, sembrerebbe lombardo, Chittò è
tipicamente lombardo, di Brescia ed Urago d'Oglio nel bresciano. di Isola
Dovarese nel cremonese e di Cormano nel milanese, potrebbero derivare da
soprannomi basati sul termine dialettale lombardo arcaico chitti,
chitto (baciapile, religioso all'eccesso),
ma molto più probabilmente derivano da forme aferetiche contratte
di ipocoristici del nome Francesco,
ma potrebbero anche derivare da soprannomi originati dal termine lombardo
dialettale arcaico chit (pulcino,
bambino). (vedi anche CHITI)
CHIUCH
Chiuch è un cognome tipico dell'area orientale dell'udinese, dovrebbe
derivare da soprannomi originati dal vocabolo slavo cuk
o kiuk (gufo).
CHIUCCHI
CHIUCCONI
Chiucchi è tipico dell'anconetano e maceratese, di Fabriano e Cerreto
d'Esi nell'anconetano e di Apiro e Matelica nel maceratese, Chiucconi,
estremamente raro, è marchigiano, sembrerebbe dell'anconetano, dovrebbero
derivare, direttamente o tramite un accrescitivo, da un soprannome basato
sul termine dialettale romagnolo e marchigiano chiucco
(tonto, sciocco).
CHIUSANI
CHIUSANO
Chiusani, assolutamente rarissimo, è probabilmente dovuto ad errori
di trascrizione di Chiusano, che ha un ceppo piemontese, ad Asti e Torino,
ed uno nell'area laziale, campana, a Fondi nel latinense, a Sant`Angelo
dei Lombardi nell'avellinese, ad Anacapri nel napoletano ed a Caserta,
si potrebbe trattare di forme etniche di paesi come Chiusa nell'avellinese,
Chiusano d'Asti nell'astigiano, Chiusa di San Michele nel torinese, Chiusano
di San Domenico nell'avellinese o altri simili.
CHIUSAROLI
Chiusaroli ha un ceppo a Recanati ed uno ad Osimo e Loreto nell'anconetano,
ed un ceppo nel viterbese a Viterbo e Vetralla, dovrebbe derivare da un
soprannome basato sul termine chiusarolo
(custode delle chiuse, aprendo le quali
veniva attivato normalmente un mulino), probabilmente occupazione dei capostipiti.
CHIUSSI
Chiussi è specifico dell'area reggiano, parmense, di Poviglio nel
reggiano in particolare, potrebbe derivare da un soprannome dialettale
arcaico riferito a chi operava sulle cateratte artificiali, o piccole chiuse,
dei canali d'irrigazione.
CHIUSSO
Chiusso, molto raro, è tipico di Venezia e del paese confinante
di Cavallino Treporti, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal
vocabolo veneziano arcaico chiusso
(uccello notturno), ma anche dormiglione
se riferito ad un uomo, probabilmente a sottolineare quest'abitudine caratteristica
del capostipite.
CHIVU
Cognome raro presente nel padovano.
integrazionie e precisazioni fornite
da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
Si tratta di un cognome rumeno, che risulta presente in numerose province
del paese balcanico, assieme a Chivulescu. La forma cognominale con terminazione
in U potrebbe trarre in inganno suggerendo il dubbio su di una possibile
origine sarda, peraltro da escludere.
CHIZIO
Chizio, assolutamente rarissimo, sembrerebbe di Mestre, dovrebbe derivare
da un soprannome originato da un vocabolo veneziano arcaico per cagnolino.
CHIZZOLIN
CHIZZOLINI
Chizzolin, praticamente unico, è veneto, Chizzolini è tipico
del mantovano, di Castel Goffredo in particolare, con presenze anche nel
vicino bresciano e veronese, dovrebbero derivare da soprannomi originati
dall'italianizzazione del termine lombardo arcaico chissolì
o chissolin che significa chiocciolina,
ma che assumeva, nel mantovano, veronese e bresciano, il significato di
focaccia o schiacciatina
fatta di pasta senza lievito, forse ad identificare nel capostipite un
fornaio.
CHMET
Chmet, specifico di Trieste, di origini instriane, dovrebbe derivare da
un soprannome dialettale slavo con il significato di tronco,
forse a causa di un aspetto fisico del capostipite particolarmente imponente.
CIABATTI
CIABATTINI
CIABATTONI
CIAVATTINI
Ciabatti è decisamente toscano, molto diffuso a Prato, a Firenze,
Calenzano e Scandicci nel fiorentino, a Bibbiena, Chiusi della Verna, Arezzo,
Poppi e Castel Focognano nell'aretino, a Sovicile e Siena nel senese, a
Livorno, Pisa ed a Grosseto, Ciabattini è anch'esso tipicamente
toscano, Ciabattoni è specifico della zona tra Piceno e teramano,
Ciavattini ha un ceppo tra Marche ed aretino, nel grossetano e nel Lazio
centrosettentrionale, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal mestiere
di ciabattino o calzolaio,
si hanno tracce del cognome Ciabattoni a Corropoli nel teramano fin dal
1700.
CIABOTTI
Ciabotti ha un ceppo a Pesaro e Fano nel pesarese ed uno a Roma, dovrebbe
trattarsi di un'italianizzazione del nome di origini francesi Chabot
(pronuncia ciabòt), che a sua volta dovrebbe essere nato da un'alterazione
del nome medioevale germanico Haribald
composto dai termini hari (esercito)
e bald (ardito,
coraggioso), con il significato di il
più coraggioso dell'esercito, esiste anche la teoria
che possa trattarsi di un'alterazione del cognome Ciabatti
(vedi CIABATTI).
CIACCAFAVA
Ciaccafava sembrerebbe marchigiano, di Montemarciano e Senigallia nell'anconetano,
dovrebbe derivare da un soprannome con il significato di schiacciafave,
cioè di colui che produce il purè di fave per la minestra
di fave tipica dell'Italia centrale, ma il termine aveva anche un secondo
significato offensivo di scansafatiche.
CIACCI
CIACCIA
CIACCIO
Ciacci è tipico della zona che comprende l'urbinate, il perugino,
il senese ed il grossetano, Ciaccia ha un ceppo a Roma e nell'aquilano,
a Celano e ad Avezzano, un ceppo a Campobasso, ed uno, il più consistente
in Puglia, a Taranto, Maruggio e Lizzano nel tarentino, a Fasano e Brindisi
nel brindisino, a Monopoli, Altamura, Gravina in Puglia, Mola di Bari e
Bari nel barese, a Torremaggiore nel foggiano ed a Castrignano del Capo
nel leccese, Ciaccio ha un nucleo siciliano nel palermitano e nell'agrigentino
a Sciacca in particolare, ed un ceppo nel catanzarese, potrebbero derivare
in qualche caso da un soprannome basato sul termine dialettale ciaccio
(bleso, che male pronuncia qualche
consonante, soprattutto la lettera esse), ma molto più probabilmente
derivano dal nome medioevale Ciaccio, Ciaccia,
una forma ipocoristica contratta derivata dal nome Franciscus,
tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Siena nel 1140 quando
Campanese de' Ciacci è podestà della città, Carife
(AV) nel 1646 Laura Ciaccio, vedova del beneventano Francesco Capobianco,
acquisisce la Signoria di quelle terre e sempre nel 1600 a Ciminna (PA):
"...Margarita Ciaccio, relicta del quondam, quale
volendo ire all'incontro a quella Santa Figura, ..." e ad Arezzo:
"...Per lettera del 7 di settembre 1684 il Sig. Giulio
Giannerini scrive di aver dato a Suor Maria Diomira scudi quarantatre,
de' quali riscosse venticinque da' Saracini e diciotto dal Ciacci,
a conto di frutti di censi....".
CIAFFONE
CIAFFONI
CIAFONE
Ciaffone ha un ceppo a Rosignano Marittimo nel livornese, uno a Luco dei
Marsi ed Avezzano nell'aquilano ed uno a Roma e Campoli Appennino nel frusinate,
Ciaffoni ha un ceppo tra ascolano e teramano, ad Ascoli Piceno ed a Teramo
ed Alba Adriatica e Controguerra nel teramano, ed uno a Roma ed Anagni
nel frusinate, Ciafone è caratteristico di Sicignano degli Alburni nel salernitano,
dovrebbero derivare da nomi di località come la contrada Ciafone
o Castello Ciaffone di Offida nel Piceno o Colle Ciaffone di Veroli nel
frusinate, ma non si può escludere che in qualche caso possano derivare
da soprannomi originati dall'italianizzazione del termine spagnolo chanflòn
(arruffone, grossolano), la cui pronuncia
suonerebbe come ciaflon, con la prima
n appena accennata, praticamente muta.
CIALFI
Cialfi è specifico dell'area aquilana, di Montereale e L'Aquila
e di Roma, dovrebbe derivare dal nome medioevale Cialfo,
una forma aferetica contratta ed alterata del nome Ricolfo, di quest'uso
abbiamo un esempio in un contratto di compravendita del 1339 a Siena, dove
compare come testimone alla firma del contratto un certo Cialfo di Tatino.
(vedi anche CIOLFI)
CIAMARRA
CIAMARRI
Ciamarra è tipico della fascia centrale che comprende le Marche,
nel maceratese a Tolentino ed Urbisaglia, l'Umbria a Spoleto nel perugino,
e Roma, con un ceppo anche nella provincia di Campobasso a Torella del
Sannio e Campobasso, Ciamarri, praticamente unico, è marchigiano,
dovrebbe trattarsi di un'errata trascrizione del precedente, che dovrebbe
derivare da un come composto dal nome Gianni alterato
e compresso in Cia- probabilmente aggiunto
al termine longobardo marr (cavallo),
forse con il significato di Gianni lo stalliere
o qualcosa di simile.
CIAMBELLOTTI
CIAMBELOTTI
Ciambellotti è tipicamente toscano, di Prato e di Campi Bisenzio
e Firenze nel fiorentino, Ciambelotti, che sembrerebbe unico, è
del fiorentino, potrebbero derivare da un soprannome basato su di un'alterazione dialettale del termine
latino medioevale camelotum (un tipo
di stoffa molto grezza e ruvida usata ad esempio per i sai dei
monaci), secondo un'altra ipotesi deriverebbero invece dal nome del ciambellotto
una sorta di dolce della zona toscano,
marchigiana.
Ciampa ha ceppi a Roma, nell'aquilano, tra napoletano ed avellinese, nel
potentino e nel reggino, Ciampelli è tipico dell'aretino, di Poppi
e Bibbiena, e di Citta` Di Castello ed Umbertide nel perugino, Ciampi è
proprio dell'alta Toscana, con un ceppo anche nell'avellinese, Ciampitti
ha un ceppo molisano a frosolone nell'iserniese ed uno, probabilmente secondario,
a Roma, Ciampoli sembra avere un nucleo abruzzese ed uno toscano, Ciampo,
molto raro, sembrerebbe barese, Ciampone ha un ceppo a Termoli nel campobassano,
uno nel beneventano, soprattutto a Morcone ed uno a Foggia, Ciamponi, assolutamente
rarissimo, ha un ceppo abruzzese ed uno toscoemiliano, dovrebbero tutti
derivare, direttamente o tramite ipocoristici anche dialettali, dal nome Ciampo, Ciampolo, che sono corruzioni dialettali
del nome Gianpaolo, di cui si hanno tracce fin dal medioevo, nel 1291,
in un atto di procura che cita Dante Alighieri troviamo un Guiduccio di
Ciampolo
da Petrognano, lo stesso Dante cita un Ciampolo di Navarra nell'Inferno,
tra i barattieri, Ciampolo del Cavalier Albizzo fu supremo Capitano della
parte Guelfa di Siena nel 1261; in un atto di matrimonio del 1601 stilato
a Montefusco (AV) si congiungono in matrimonio Terenzio Ciampo
e Vittoria Camerino.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Ciampi e Ciampo derivano dalla voce antica italiana ciampo
(dalle gambe storte). Cfr. D. Olivieri,
I cognomi della Venezia Euganea, 1924, p. 233
integrazione fornita da Alberto
Ciampelli
I Ciampelli residenti nella provincia di Perugia sono in vari gradi
parenti fra loro, da ricordi tramandati in famiglia l' origine è
da ricercarsi in Toscana, Città di Castello non è lontana
da Sansepolcro e dal Casentino. Con questo cognome è da ricordare
il pittore Agostino vissuto nel XVI° secolo.
integrazioni fornite da Gianfranco
Nassisi
Esiste una consistente presenza di Ciampi nel Foggiano, dove il termine
ciampa significa zampa
- piede e dovrebbe far riferimento ad una caratteristica anatomica
ben precisa, così come l'accrescitivo Ciampone (piede grosso) e
il diminutivo Ciampitti (piede piccolo).
CIANCAGLIONE
CIANCAGLIONI
Ciancaglione, molto molto raro, è specifico del teramano, di Roseto
degli Abruzzi e Teramo, Ciancaglioni ha un ceppo romano ed uno nel reatino
ad Amatrice, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale che sottolineasse
il difetto della balbuzie, cui erano probabilmente soggetti i capostipiti.
CIANCARELLA
CIANCARELLI
Ciancarella ha un ceppo nell'aquilano e nel romano, Ciancarelli ha un ceppo
nel pescarese ed aquilano, nel reatino, nel frusinate e nel romano, dovrebbero
derivare da soprannomi basati sul termine ipocoristico dialettale ciancarello
(balbuziente o anche zoppicante),
probabilmente un difetto riscontrabile nei capostipiti.
CIANCI
CIANCIO
CIANCIULLI
CIANCIULLO
DE CIANCIO
DI CIANCIO
Cianci è tipico della fascia che comprende: Abruzzi, Molise, Lazio,
Campania , Basilicata e Puglia, Ciancio è specifico della Campania
litoranea, Calabria e Sicilia sud orientale, Cianciulli è tipicamente
campano, soprattutto di Avella ed Andretta nell'avellinese, di Napoli e
di San Giuseppe Vesuviano nel napoletano e di Battipaglia, Giffoni Valle
Piana, Acerno e Montecorvino Rovella nel salernitano, Cianciullo, molto
più raro, ha un piccolo ceppo in Molise a Campobasso e Jelsi ed
uno ancora più piccolo nel salernitano a Nocera Inferiore, De Ciancio,
rarissimo, sembra cosentino, Di Ciancio, altrettanto raro, parrebbe laziale,
dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici dialettali o con
l'aggiunta di particelle patronimiche De
o Di, dal nomen latino Ciancius,
di cui abbiamo tracce ad esempio nel
Codice Diplomatico Longobardo
sotto l'anno 768: "...demettere deueatis Cianci,
et aueas petias de terra prope areas de filii Pertualdi, qui mihi obuine
da filii quondam Ermerisci...". Esempio di
questa cognominizzazione lo troviamo a Perugia, dove nell'albo degli iscritti
alla locale università nell'anno 1582 si trova un certo Flaminius
Ciancius dell'agro romano.
CIANCIAMINO
CIANCIMINO
Cianciamino è praticamente unico, si tratta probabilmente dell'errore
di trascrizione del più diffuso Ciancimino, che è tipico
della Sicilia occidentale, di Sciacca e Ribera nell'agrigentino e di Belmonte
Mezzagno e Palermo nel palermitano, si potrebbe trattare di una forma ipocoristica
del nome Ciancio (vedi
CIANCI).
CIANFERRA
Assolutamente rarissimo, quasi
unico, probabilmente abruzzese della provincia dell'Aquila.
integrazioni fornite da Walter
Cianferra (Caracas)
Il cognome Cianferra sarebbe di origine francese.
Un certo Jean Phillippe Cianferra combattè in Abruzzo militando
nell'esercito di Napoleone.
CIANFLONE
CIANFRONE
Cianflone è calabrese, della provincia di Catanzaro, di Serrastretta
e Lamezia Terme in particolare, Cianfrone ha un ceppo nel teatino a Mozzagrogna, Lanciano e Crecchio ed
uno nel salernitano ad Agropoli, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo
nella Locride fin dagli inizi del 1600 con il notaio Gabriele Cianflone.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cianflone è cognome calabrese che viene dalla voce dialettale
'cianfruni' = antica
moneta d'oro, ma ipotizzabile anche la derivazione dallo spagnolo
'chanflόn' = grossolano.
Rohlfs 77.
CIANI
CIANO
Ciani è diffuso in tutta Italia, Ciano è proprio della provincia
di Latina e di Napoli, dovrebbero derivare o da soprannomi legati a toponimi
quali: Ciano (CZ), Ciano d'Enza (RE), Ciano del Montello (TV) o anche a
diminutivi del nome Luciano.
Questa interessante teoria ci è
stata comunicata dal Sig. Giancarlo Ciani
I cognomi Ciani-Ciarn-Cian-Cyani-Cjan-Khjani-Kins-Kinz-ecc."
differiscono
sostanzialmente dai cognomi "Ciano - o dotati
di simile prefisso" e, diffusissimi in area
alpina soprattutto nord-orientale (Friuli V.G, Austria, Slovenia, Croazia),
da qui provengono, affondando le loro origini in epoca celtica; in tale
zona geografica, infatti, erano prevalentemente insediate (in modo certo
e comprovato almeno dal VI° secolo a.C.) le popolazioni/tribù
dei "kiarns"
da cui, tra l'altro, il nome di "Carnia, Carinzia-Karnten, Carniola Slovena
ecc.". Il cognome, ovviamente "italianizzato", "Ciani" così come
scritto, è attualmente rintracciabile secondo una linea discendente
da nord-est verso l'area centro-meridionale in copia alla direzione di
movimento che, verso sud appunto, seguirono le sopra citate tribù
galliche (peraltro con caratteristiche differenti ai ceppi celti presenti
nel resto del nord dell'attuale Italia, causa la barriera costituita dai
popoli abitatori dell'area ora più o meno corrispondente al Veneto).
CIANNI
Cianni ha un ceppo nel romano a Roma ed a Valmontone e Capena, ed un ceppo
nel cosentino a Cetraro, Belvedere Marittimo, Sangineto e Sant`Agata di
Esaro, dovrebbe trattarsi di una forma ipocoristica contratta riferibile
al nome medioevale Cantius e soprattutto
al nome Canzianus. (vedi
anche CIANI)
Ciapetti ha un ceppo lombardo a Castegnato nel bresciano, uno toscano nel
fiorentino, a Firenze, Reggello, Sesto Fiorentino e Pontassieve e d a Prato
e Montemurlo nel pratese, ed uno laziale, a Soriano nel Cimino nel viterbese
ed a Roma, Ciapi, molto molto raro, è decisamente toscano, dell'area
fiorentino, aretina, Ciapin sembra essere unico, Ciapini, sempre toscano,
ha un ceppo a Livorno ed uno nel pratese, Ciappetta ha un piccolo ceppo
romano ed uno a Cassano allo Ionio nel cosentino, Ciappetti, quasi unico,
è del centro Italia, Ciappi è tipico di Firenze e del fiorentino,
con un ceppo anche a Poggibonsi nel senese, Ciappini ha un ceppo nel sondriese
in particolare a Val Masino ed uno in Romagna a Ravenna, Cesena, Cesenatico
e Rimini, Ciapponi ha un ceppo nella Lombardia settentrionale, in particolare
a Morbegno, tutti questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o tramite
varie forme ipocoristiche od accrescitive, anche dialettali, dal nome medioevale Ciapo, o Ciappo,
una forma aferetica alterata del nome Jacopo, modificata
dalla lingua toscana antica: ".. potrebbe credersi
avesse il nome d' Jacopo,
donde per corruzione ne venisse Ciaffo, come anche ai giorni nostri ne
viene Ciapo..",
di quest'uso abbiamo un esempio nella seconda metà del 1300 con
il Podestà di Siena è poi divenuto Capitano di ventura Ciappo
(de' Ciappi) da Narni, di cui leggiamo ad esempio nella nuova Cronica di
Matteo Villani: ".. Onde il comune prese oneste cagioni
e' rivocarono il capitano e 'l suo consiglio , e in suo luogo mandarono
il potestà con altri cittadini, il quale fu messer Ciappo
da Narni, uomo d'arme valoroso, e sentito
assai. Il quale avendo da Firenze molti maestri di legname e di cave, prestamente
fece cignere la terra di fossi e di steccati ..".
CIAPRINI
Ciaprini ha un piccolo ceppo a Scurcola Marsicana nell'aquilano ed uno
a Roma, potrebbe derivare da un'alterazione dialettale del termine caprino,
ad indicare forse che il capostipite, abruzzese, facesse il pastore di
capre.
CIARALLI
CIARALLO
Ciaralli è decisamente romano, mentre Ciarallo, molto più
raro sembrerebbe molisano e abruzzese, dovrebbe derivare da un soprannome
dialettale originato dal vocabolo molisano abruzzese ciarallo
così era chiamato tra Abruzzo e Molise l'ultimo di sette figli maschi,
che con il rito chiamato inciaramazione
veniva educato a prendere ed addomesticare i serpenti, senza correre alcun
pericolo.
integrazioni fornite da Eleonora
Ciaralli
intorno all'VIII° secolo, appaiono in Sicilia, in Calabria e nella
Marsica operatori e terapeuti specializzati nei morsi di serpente che vengono
indicati come ciaralli, probabilmente
da un termine bizantino che ha il valore di suonatori
di corno, di quel corno che serviva a incantare i serpenti.
A Cocullo e in altri paesi marsicani, i Ciaralli derivavano il loro miracoloso
potere da una facoltà ereditariamente trasmessa e attestata da segni
particolari: si narra di un prete marsicano che aveva potere di guaritore
antiofidico ed era nato con i segni di un serpente sulla schiena. Sono
questi i Sandomenicani o Ciaralli di San Domenico, che si distinsero dagli
omonimi operatori siciliani e pugliesi, detti Ciaralli della Casa San Paolo.
Intorno al XVI° secolo, la figura di San Domenico, per vicende che
non conosciamo bene, si carica di tutta la tradizione marsicana dei serpenti.
Protettore di uomini e animali, lascia a Cocullo il ferro della sua mula
e il suo dente molare che sono conservati nella chiesa locale. Per assicurarsi
la guarigione dai mali e l'immunità dai morsi di cane e di serpente,
tuttora, nel corso della festa, i fedeli baciano la reliquia del dente,
mentre con il ferro di mula si toccavano gli animali ammalati.
CIARAMELLA
Specifico della fascia che va da Campobasso a Napoli comprendendo beneventano
e casertano, deriva da un soprannome dialettale originato dal vocabolo
ciaramella, una specie particolare
specie di rustico flauto od oboe della valle del Velino, tipicamente usata
nelle feste popolari napoletane.
CIARAMIDARO
Ciaramidaro, molto molto raro, probabilmente del
trapanese, sicuramente siciliano dovrebbe derivare dal mestiere di costruttore
di keramidos (dal
greco) cioè di tegole.
CIARAVELLA
CIARAVELLO
Ciaravella sembrerebbe siciliano, con un piccolo ceppo a Cianciana ed Agrigento
nell'agrigentino ed a Palermo, Ciaravello è quasi unico, dovrebbero
derivare da un'alterazione dialettale del termine ciaramella
(vedi CIARAMELLA) e starebbero forse ad indicare
che i capostipiti fossero dei suonatori di questo tipo di strumento a fiato,
forse dei pastori.
CIARAVINO
Ciaravino è tipico della Sicilia sudoccidentale, di Castellammare
del Golfo ed Erice nel trapanese e di Palermo, potrebbe derivare da una
forma ipocoristica di un soprannome derivato dal termine arcaico ceraulo
o ciraulo che significa sia incantatore
di serpenti che imbroglione,
a loro volta derivati dal termine greco keraùles
(suonatore di flauto, incantatore),
(vedi CELAURO).
CIARCIA
Assolutamente specifico della zona di Venticano e Pietradefusi (AV),
potrebbe derivare dalla forma arcaica del nome spagnolo Garcia ricordiamo
a titolo di esempio il monarca della casa reale di Navarra Carcia Ramirez
(1134-1150) anche se non è trascurabile una derivazione dal nome
celtico Ciarcius
integrazioni fornite da Michelangelo
Ciarcia
Ciarcia deriva da Garçia di origine spagnolo. La C iniziale
è chiaramente un errore degli scrivani dell'epoca e rappresenta
la G con la sua stanghetta confusa con la lettera I. La cediglia è
sparita... Per cui oggi Ciarcia con l'accento sulla prima A.
Ciardi sembra avere più ceppi, nel fiorentino, nel Lazio, in Campania
ed in Puglia, Ciardiello, tipico di Napoli, di Pietrastornina e San Martino
Valle Caudina nell'avellinese e di Piedimonte Matese e Parete nel casertano,
Ciardini è fiorentino, Ciardino, praticamente unico, è campano,
Ciardulli ha un ceppo a Roma ed uno ad Aversa nel casertano, a Napoli e
ad Ariano Irpino nell'avellinese, Ciardullo ha un ceppo a Roma e Mentana
nel romano, ma il nucleo più consistente è nel cosentino
a Cosenza, Luzzi, Dipignano, Montalto Uffugo, San Marco Argentano e Carolei,
dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite forme ipocoristiche,
anche dialettali, dal nome medioevale Ciardo,
aferesi del nome Ricciardo, variante
arcaica del nome Riccardo, o da un
suo ipocoristico dialettale, Ciardo
è invece tipico del Salento e potrebbe anche derivare da un nome di località
, è presente ad esempio a Castrignano del Capo (LE) una frazione
con questo nome. Traccia di questo nome la troviamo ad esempio a
Siena nel 1300 con il notaio Ser Pietro di Ciardo, esempio di questa cognominizzazione
si trova a Firenze nel 1400 dove troviamo un Giuliano Ciardi da Tavola,
del contado di Firenze, a Solofra (AV) nel 1500 c'è un tal Ciardo
de Garzillo che in un atto dichiara: "...
di posedere una terra arbustata fruttifera sita in località lo castagnito
confinante con i beni degli eredi del quondam Brando Pirolo, con la via
ed altri beni con un censo di grana 17.".
CIARLA
CIARLE
CIARLI
CIARLO
Ciarla ha un ceppo nel romano, soprattutto a Velletri ed a Roma, e nel
latinense a Latina e Cisterna di Latina, un ceppo nel campobassano a Ripabottoni
e Santa Croce di Magliano, ed uno campano, a Fragneto Monforte nel beneventano,
a Montemiletto ed Avellino nell'avellinese ed a Napoli, Ciarle è
praticamente unico, Ciarli, assolutamente rarissimo, sembrerebbe romano,
Ciarlo ha un ceppo ligure, a Savona ed a Quiliano, Vado Ligure e Varazze
nel savonese ed a Cogoleto nel genovese, uno laziale, a Sezze nel latinense
ed a Roma, ed uno campano nel beneventano, a Cerreto Sannita, Faicchio,
Pontelandolfo e Morcone, dovrebbero derivara dal nome medioevale Ciarlo,
Ciarla, a sua volta derivato dall'italianizzazione
del nome francese Charles (la pronuncia
del fonema cha è cia),
nome di cui abbiamo un esempio d'uso nel Novellino
di Masuccio Salernitano: "...Dico adunque che nel
tempo che lo duca Rainere d'Angioia, emolo de la quieta pace, da la potencia
col senno insiemi del divo principe re don Alfonso fu di Napoli e dal regno
cacciato, como le piacque, per certo tempo in Fiorenza se raffisse; dove
tra gli altri francisi, che a sì gran perdita e curso naufragio
l'accompagnarno, fuoro dui valerusi e acconci cavalieri, l'uno chiamato
Filippo de Lincurto e l'altro Ciarlo
d'Amboia....".
CIARMATORE
CIARMATORI
Ciarmatore è specifico del latinense, di Roccagorga e Sonnino, Ciarmatori
ha un ceppo marchigiano nell'anconetano a Jesi, Ancona e Chiaravalle, ed
uno nel viterbese a Marta e Viterbo ed a Roma, dovrebbero derivare dall'antico
termine italiano ciarmare (predire
il futuro, ma anche incantare i serpenti), forse con il senso
di ciarlatano più che di indovino, il ciarmatore
o ciurmatore, detti anche ciaralli,
erano degli imbonitori ed imbroglioni che, dicendo di essere
in grado di guarire le persone morsicate da serpenti velenosi, approfittavano
della credulità popolare rifilando patacche di vario genere, amuleti
ed immaginette.
CIARRAPICO
Ciarrapico, quasi unico, parrebbe abruzzese, improbabile una derivazione dal nome celtico Cerebig, più ipotizzabile una derivazione da un soprannome basato sul termine dialettale abruzzese ciarrapìche (brinata del mattino).
CIATTI
CIATTO
Ciatti è un cognome tipico della Toscana, di Prato, Firenze e Scandicci
nel fiorentino e di Siena e Pistoia, e del Lazio, di Roma, Rieti e Viterbo
in particolare, Ciatto ha un ceppo nel padovano ed uno nella Sicilia orientale,
potrebbero derivare da una forma aferetica di un ipocoristico del nome
Felice, da Felice a Feliciatto e quindi
per aferesi Ciatto e Ciatti intendendo nella forma plurale la famiglia
del Ciatto, la probabilità che questa derivazione sia corretta è
anche supportata dalla notevole ricorrenza del nome Felice nell'ambito
delle famiglie Ciatti. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad
esempio in un attto dell'anno 1416 a Pisa, dove viene citato un rilegatore
di nome Niccolò figlio di un certo Ciatto di Firenze: "Actum
Pisis in studio primi solarii domus habitationis mey Iuliani notarii suprascripti,
posita in cappella sancti Sebastiani kinziche, presentibus Geminiano Vinario
quondam Iohannis de cappella sancte Christine, Niccolao alias Niccolo ligatore
quondam Ciatti
de Florentia, habitatore Pisarum in cappella sancti Sebastiani suprascripta
...".
CIAVAGLIA
CIAVAGLIO
CIAVAGLIOLI
Ciavaglia è ben diffuso nella fascia che comprende Marche, Umbria
e Lazio, in particolare a Fano (PU), a Nocera Umbra e Gualdo Tadino nel
perugino ed a Roma, Pastena nel frusinate e Cisterna di Latina nel latinense,
Ciavaglioli, assolutamente rarissimo, parrebbe di Albano Laziale (RM),
Ciavaglio, ormai scomparso in Italia, sembrerebbe della zona tra il teatino
ed il molisano.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi, Maria Rosaria Fierli e Antonella Faragalli
L'origine di questi cognomi va ricercata nel soprannome o nome medievale
Ciavaglia, che, al pari dei più
comuni Tartaglia, Biagio
e Balbo, significa letteralmente balbuziente:
in questo contesto, però, va notato che il termine ciavaglia
(ancora in uso in alcuni dialetti) viene spesso usato in riferimento alla
parlata dei bambini, che, non sapendo pronunciare bene le parole, tendono
a esprimersi in modo stentato o grammaticalmente scorretto (seguendo questa
ipotesi, allora, viene da pensare a un soprannome o a un nome da intendere
in senso affettivo e, in un certo senso, anche scherzoso). Dal punto di
vista etimologico, comunque, il termine ciavaglia
consiste in un deverbale del verbo ciavagliare,
che, assieme a verbi quali tartagliare,
ciangottare, barbugliare,
farfugliare, etc, sembra trarre origine
da una voce onomatopeica. Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque,
si tratta delle cognominizzazioni o dei nomi personali dei capostipiti
o di soprannomi ad essi attribuiti.
CIAVARELLA
CIAVARELLI
CIAVARELLO
CIAVARRELLA
Ciavarella è tipico del foggiano San Marco In Lamis, Foggia, San
Severo, Sannicandro Garganico, San Giovanni Rotondo e Torremaggiore e di
Noicattaro nel barese, Ciavarelli, molto molto raro, sembra abruzzese,
Ciavarello, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del palermitano, Ciavarrella
è di Sannicandro Garganico (FG).
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Ciavarella, distribuito in larga parte della penisola, ha un nucleo
principale nel foggiano e uno minore nel barese, Ciavarrella, molto più
raro, è originario di Sannicandro Garganico (FG), Ciavarello, rarissimo,
ha una presenza maggiore a Corleone, Ciavarelli è diffuso per lo
più nel teramano e nel chietino, tutti questi cognomi derivano dal
termine ciavarello o ciavarella,
voce arcaica o dialettale col significato di capretto/a: l'origine di questo
vocabolo va ricercata nell'antico francese chevrel/elle
(italianizzato appunto in ciavarello/a, ma non solo), con uguale significato.
Il cognome, dunque, deriva o dal mestiere svolto dal capostipite (probabilmente
un pastore o un capraio) oppure da una sua caratteristica fisica o comportamentale
(talvolta, infatti, il termine ciavarello/a poteva essere utilizzato anche
come soprannome per un ragazzo o una ragazza, come a voler indicare una
similitudine fra la giovinezza degli esseri umani e la tenera età
dei capretti).
CIAVATTA
CIAVATTE
CIAVATTI
Ciavatta è distribuito nella fascia centrale che comprende il viterbese,
il romano, il reatino, l'aquilano e teramano, il teatino ed il campobassano,
Ciavatte è praticamente unico, Ciavatti ha un ceppo nel riminese,
a Rimini e Riccione, ed uno a Roma, esiste la possibilità che derivino
da soprannomi originati dal termine ciavatta,
forma betacistica dialettale per ciabatta,
ma , molto più probabilmente, derivano da una forma alterata arcaica
del nome arcaico Giobatta (Giovanni
Battista), nome probabilmente portato dai capostipiti.
CIAVATTONE
CIAVATTONI
Ciavattone è tipico del casertano, di San Nicola la Strada e Caserta,
Ciavattoni, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione
del precedente, dovrebbe trattarsi di una forma accrescitiva del nome Ciavatta
(vedi CIAVATTA).
CIAVOLA
CIAVOLI
CIAVOLINO
CIAVOLO
Ciavola ha un ceppo nell'aquilano a L'Aquila e Scoppitto, uno a Roma e
Morlito nel romano ed uno in Sicilia a Carlentini nel siracusano ed a Catania,
Ciavoli, praticamente unico, è del romano, Ciavolino ha un piccolo
ceppo a Civitavecchia nel romano ed uno consistente a Torre del Greco nel
napoletano, Ciavolo, anch'esso unico, è del napoletano, questi cognomi
in qualche caso potrebbero derivare dal nome di località come Ciavola
nel trapanese, Torre delle Ciavole nel messinese, Ciavola nel cosentino
o Serra delle Ciavole nel potentino, ma normalmente derivano da soprannomi
originati dal termine dialettale ciavola
(gazza).
CIAVUCCO
Ciavucco, quasi unico, ha qualche presenza in Abruzzo nel teramano, dovrebbe
derivare dall'italianizzazione del cognome turco Chavouch,
originario della regione armena dello Javakhk, cognome che potrebbe essere
giunto in Italia in occasione dell'invasione dell'anno 1064 ad opera dei
turchi Selgiuchidi o al più tardi tra il 1602 ed il 1604 con l'opera
di bonifica etnica effettuata sempre dai turchi sui cristiani armeni.
CIBELLA
Cibella è specifico di Favara e Ribera nell'agrigentino, dovrebbe
derivare da modificazioni dialettali del termine arabo gebel
(montagna) ed indicare probabilmente
che il capostipite arrivava dai monti. (vedi anche
GIBELLA)
CIBELLI
CIBELLO
Cibelli ha un piccolo ceppo a Lenola nel latinense ed a Roma, il grosso
è nella Campania settentrionale, a Napoli e Procida (NA), con ceppi
anche nel salernitano a Mercato San Severino Salerno e Castel San Giorgio
e nel foggiano a Cerignola, Foggia e Troia, Cibello è quasi unico,
dovrebbe derivare o dall'aferesi di nomi medioevali come Dulcibellus,
di cui abbiamo un esempio in questo testo che fa riferimento ad un contemporaneo
di Pico della Mirandola: "...Joannis Francisci Pici
Mirandulae Domini, Concordiaeque Comitis, Liber de Providentia Dei contra
Philosophastros. Anno a Partu Virginis MDVIII.NO. Novemb. In suburbio Novi
.... Librum hunc de providentia dei . . . Benedictus
Dulcibellus Manguis Carpensis exscripsit,
stamneis usus calamis...", o al fatto che la famiglia abitasse in
prossimità di templi dedicati alla dea romana Cibele.
CIBIEN
Cibien è specifico di Belluno e di Sedico, Limana e Trichiana nel
bellunese, il cognome dovrebbe derivare da una forma dialettale del nome
del paese di Cibiana di Cadore, il cui toponimo sembrerebbe derivare da
un ager cipianum. cioè dal nome
di una proprietà fondiaria di epoca romana riferita ad un Cipius
o Cepius.
CIBRA
Tipico del milanese e lodigiano potrebbe derivare da un soprannome originato
dal termine arcaico cibra (capra).
CIBRARIO
CIBRARO
Cibrario è tipico di Torino e del canavese.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Cibrario è tipicamente torinese, Cibraro, quasi unico, si riscontra
esclusivamente a Milano, entrambi questi cognomi derivano dal termine dialettale
cibrario o cibraro,
col significato di capraio o guardiano
di capre. Personaggio
famoso fu lo storico e statista piemontese Luigi Cibrario (nato a Torino
nel 1802 e morto a Trobiolo nel 1870), noto anche come poeta minore nel
corso del XIX secolo. Per quanto riguarda i cognomi Cibrario e Cibraro,
si tratta comunque della cognominizzazione di un nome di mestiere attribuito
al capostipite.
CICALA
CIGALA
Cicala è tipico del centrosud, del Lazio centromeridionale, del
casertano e napoletano, della Puglia, in particolare del barese e
tarentino, del potentino e salernitano, della Calabria ed in particolare
della Sicilia, del messinese e catanese, Cigala ha un ceppo lombardo nel
basso bresciano, cremonese, lodigiano, piacentino e parmense, ed uno siciliano
nel messinese, in alcuni casi potrebbero derivare dal toponimo Cicala nel
catanzarese o dall'antico toponimo Castel Cicala nel nolano, ma , molto
più probabilmente, derivano da italianizzazioni di nomi o cognomi
arabi, come ad esempio Jalal o Khalil,
o ebraici come Kelaiah, Kehelahath
o Jucal, nel De
Bello Contra Turcas si può leggere: "..Sinan
Chicala cur Hibraimo in officio ducis &
Primo Visiriatu successerit. Cur ab iisdem officiis depositus & in
Bursiam relegatus. Cur Venetis non faveat. De Meccha. Ratio una praesentis
belli Turcici declaratur..", un principio di queste cognominizzazioni
le troviamo in un Decreto della Curia Imperiale di Federico II del 1230:
"..Herricum de Vineis tunc temporis Castellanum Scafati,
et Castellimaris roboratum subscriptionibus Gualterii de Bauclumo Judicis
Salerni, et Gualterii Judicis Summae, in quo vidimus contineri, quod Notarius
Thomas de Cicala
constitutus ab eodem D. Herrico procurator pro parte Curiae proposuit contra
D. Palmerium Episcopum Stabiensem..", nel testamento di un ebreo
catanese del 1392 si legge: "In nomine Domini amen.
Anno dominice incarnacionis millesimo trecentesimo nonagesimo secundo mense
augusti vicesimo septimo die eiusdem quintedecime indicionis regnante serenissima
domina domina nostra regina Maria Dei gracia excellentissima regina Sicilie
ac ducissa ducatuum Athenarum et Neopatrie regni eius vero anno sexto decimo,
feliciter, amen. Nos Iohannes Pissis iudex civitatis Cathanie Antonius
de Prothopapa puplicus eiusdem civitatis Cathanie notarius et testes infrascripti,
delicet Grison di lu Presti, Aronus Actonus, Muximellus Sala, Vita David,
Merdoc Ginar, Iusep Chicala,
Iacob David, Merdoc Levi et Sabbatinus de Messana ad hoc vocati specialiter
et rogati presenti scripto puplico notum facimus...".
CICARDI
CICARDO
CICCARDI
CICCARDINI
Cicardi è specifico del milanese, di Milano e Triuggio nel milanese
e di Erba nel comasco, Cicardo è decisamente siciliano, con ceppi
a Vittoria nel ragusano, a Caltanissetta ed a Gangi e Palermo nel palermitano,
Ciccardi, molto raro sembra avere oltre al nucleo salentino a Galatina
nel leccese in particolare, anche un ceppo, forse non secondario, nel milanese,
Ciccardini è presente oggi nel comasco e nelle Marche, dovrebbero
derivare dal nome medioevale tedesco Sieghard,
divenuto poi Siccardo e di lì Ciccardo, nome chederiva dall'unione
dei termini medioevali tedeschi sieg (vittoria)
ed hard (duro,
coraggioso), secondo un'altra ipotesi i ceppi meridionali potrebbero
invece derivare dal nome medioevale francese Chicard. (vedi Siccardi)
Ciccarella, molto raro, ha un ceppo nella zona dell'Aquila, uno nell'area
di Trivento nel campobassano ed uno a Roma, Ciccarelli è tipico
della fascia che comprende le Marche meridionali, l'Abruzzo, il Molise,
il Lazio, la Campania e la Puglia, Ciccarello sembrerebbe siciliano, Ciccheli,
ormai scomparso in Italia, sembrerebbe del teatino, Cicchella è
tipicamente campano, ha un ceppo ad Avellino, uno nel casertano a Maddaloni
e Marcianise e nel napoletano ad Acerra e Torre del Greco, Cicchelli ha
un piccolo ceppo nel pescarese, a Scafa e San Valentino in Abruzzo Citeriore,
un ceppo a Bari e Minervino Murge nel barese, ed uno nel potentino a Sant'Arcangelo,
San Chirico Raparo e Venosa, Cicchello, estremamente raro, sembrerebbe
del vibonese, Ciccorella, quasi unico, sembrerebbe pugliese, Ciccorelli
è decisamente foggiano, dovrebbero tutti derivare da modificazioni
dialettali dell'ipocoristico di varie forme aferetiche del nome Franciscus
o Francisca, che viene prima
ridotto per aferesi a Ciscus o
Cisca, poi italianizzato in Cicco
o Cicca, dai quali proviene poi la
forma ipocoristica Ciccarella, Cicchella o Ciccorella e le varianti al maschile.
CICCIA
CICCIO
Ciccia ha un ceppo nel catanese ed uno nel genovese, Ciccio, molto molto
raro, sembrerebbe siracusano, dovrebbero derivare da soprannomi.
integrazioni fornite da Carmelo
Ciccia autore di "I cognomi di Paternò: oltre 2000 cognomi di Sicilia
e d'altrove"
Ciccia. "Francesca" (ipocoristico dialett., femm. di Cicciu). Accentrato
a Paternò, dov'è uno dei cognomi tipici, questo cognome è
presente in 123 comuni di 14 regioni italiane (con maggior frequenza in
Sicilia, Calabria e Lombardia) e in 12 Stati esteri (con maggior frequenza
in Canadà, Argentina e Stati Uniti d'America). Per quanto riguarda
il comune di Paternò, in Pagine Bianche del 2000 figuravano 78 abbonati
di cognome Ciccia e nel sito d'Internet sicilia.indettaglio.it ammontano
a 368 le persone che hanno tale cognome: numeri neanche immaginabili in
qualsiasi altra località dov'è presente lo stesso cognome,
il quale fa di Paternò il quartier generale dei Ciccia. Il nome
personale Francesco/a ha prodotto alcune abbrev. familiari: Cecco/a, Cesco/a,
Ciccio/a, Ciccu/a, che nelle lingue locali assumono varianti particolari:
ad es. a Malta Cikku/a è nome d'anagrafe, come Ciccio/a tuttora
in Italia. C'è poi una serie d'alterati, come Ceccarello/a, Ciccarello/a,
Cicciarello/a, ecc. Dunque nell'Italia Merid. Ciccia è un matronimico
(= "figlio/a di Francesca") ed esclude il significato di "carne" che il
Rohlfs nel 1979 aveva erroneamente ipotizzato per la Calabria, mentre nel
1983 per la Sicilia ha corretto l'errore. La spiegazione Cicciu = "Francesco"
si trova già nel Caglià del 1840 (a pag. 44), mentre la spiegazione
Ciccia = "Francesca" è espressamente fornita dal Biundi nel lontano
1857 (a pag. 2 dell'appendice al suo dizionario) e seguita dal Rohlfs nel
1983, dal Ciccia nel 1987 (1^ edizione del presente libro), dal Micciché
nel 1991 e dal Caracausi nel 1993. A sua volta Francesca, derivante dal
lat. Francisca o Fràncica = "appartenente alla popolazione dei Franchi",
"oriunda o proveniente dalla Francia", è dovuto alla devozione verso
S. Francesco (d'Assisi e -- nell'Italia Merid. -- di Paola). Si segnala
infine il monte Ciccia, vicino a Messina. · Frequenza: a Paternò
26°. · Attestaz.: Ciccia console, non meglio identificato, 1157,
e Gualfreduccio Ciccia, capitano di custodia di Porta Travallii di Siena 10 , 1281
(Studio Araldico di Genova); Gherardo Ciccia de' Lamberti, Siena, 1260
(Giovanni Villani, Nuova Cronica al 1260, VII 77 1). · Famiglia
già iscritta nella Mastra delle nobili famiglie patornesi. (Savasta)
· Pers.: Carmelo Ciccia, preside, scrittore e saggista; Nino Franco
Ciccia, giurista; il suddetto Gherardo Ciccia, ghibellino fiorentino che,
quale braccio destro di Farinata degli Uberti, cooperò alla battaglia
di Montaperti; Antonio Ciccia, di Siderno (RC), nel 1707 castellano della
torre costiera; Bonaventura Ciccia, di Gerace (RC), nel 1712 padre provinciale
dei conventuali; Alfio Ciccia, di Catania, presidente del distretto scolastico
di Paternò, cultore d'archeologia e autore di testi scolastici;
Giosuè Ciccia, di Monasterace (RC), saggista e poeta; Matilde Ciccia,
di Milano, campionessa di pattinaggio artistico, presentatrice della RAI-TV
e pittrice; Antonio Ciccia, di Melito di Porto Salvo (RC), tributarista
e autore di testi giuridici; Benedetto Ciccia, di Calargius (CA), autore
di pubblicazioni medico-scientif.; Calogero Ciccia, di Messina, poeta.
CICCIARI
Cicciari è specifico del messinese, di Barcellona Pozzo di Gotto
e San Filippo del Mela, dovrebbe derivare dal termine greco Κιρκος
kirkos (sparviero, sia
come uccello che come nome personale, come ad esempio Circe,
la maga omerica), forse indicando nel capostipite un falconiere.
CICCIOMASCOLO
Ciccomascolo è specifico della penisola garganica, di Vico del Gargano
in particolare e di Rodi Garganico e Lesina, dovrebbe derivare dal nome
composto dai nomi Francesco, nella
sua forma ipocoristica aferetica e contratta di Cicco, alterata poi dal dialetto,
aggiunto al nome Mascolo (vedi
MASCOLI), nome probabilmente portato dal capostipite, ma potrebbe anche derivare da Ciccio inteso come piccolo, sempre aggiunto al nome Mascolo.
CICCIOMESSERE
Cicciomessere è un cognome tipico di Bitonto nel barese, dovrebbe
derivare da un soprannome originato dal termine ciccio
che sta affettuosamente per piccolo
e messere (signore),
con il significato quindi di signorino.
CICCIONE
CICCIONI
CICIONE
CICIONI
Ciccione, abbastanza raro, ha un ceppo ligure, soprattutto nel savonese
ed uno nel latinese, Ciccioni, leggermente meno raro, ha un ceppo tra riminese
e pesarese, in particolare a Sant'Agata Feltria, ed uno tra ternano e viterbese,
in particolare a Viterbo, Cicione è tipicamente laziale di Formia
nel latinense, con un ceppo anche a Roma, Cicioni ha un piccolo ceppo
a Rimini, uno umbro tra perugino, a Marsciano, Perugia e Foligno, e ternano
a San Venanzo, uno nel teramano, a Giulianova, Mosciano Sant'Angelo e Bellante,
ed uno a Roma, questi cognomi dovrebbero derivare da forme ipocoristiche
accrescitive derivate da alterazioni dialettali del nome Francesco.
CICCIRELLI
CICCIRELLO
CICIRELLI
CICIRELLO
Ciccirelli, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un'errata
trascizione come Ciccirello, che è quasi unico, dovrebbe trattarsi
di alterazioni dei cognomi Cicirelli o Cicirello, Cicirelli ha un grosso
ceppo ad Altamura nel barese ed uno piccolo a Torano Castello nel cosentino,
Cicirello ha un ceppo ad Alcamo nel trapanese, uno a Sant'Agata di Militello
e Gioiosa Marea nel messinese, uno a Palermo, uno a Ribera nell'agrigentino
ed uno ad Acquaviva Platani nel nisseno, dovrebbe trattarsi di forme ipocoristiche
derivate dallla forma aferetica, tipicamente meridionale Ciccio,
forma dialettale per Francesco, nome probabilmente portato dai capostipiti.
CICCO
CICCOTTI
CICCOTTO
Cicco ha ceppi, nel romano a Nettuno ed a Roma, nel napoletano a Napoli
e Casoria nel napoletano, nel barese ad Andria, nel catanzarese a Martirano
Lombardo, San Mango d'Aquino e Lamezia Terme ed a Villa San Giovanni nel
reggino, con un piccolo ceppo a Gangi nel palermitano, Ciccotti è
tipico del Lazio, di Roma e Guidonia Montecelio nel romano, di Anagni
nel frusinate, di Canino nel viterbese e di Aprilia nel latinense, Ciccotto
è tipicamente siciliano diell'agrigentino, di Favara e Castrofilippo,
dovrebbero derivare, direttamente o tramite una forma ipocoristica, dalla
forma aferetica del nome Franciscus,
Ciscus, italianizzata poi in Cicco.
CICCOLECCHIA
CICOLECCHIA
Ciccolecchia, praticamente unico, è una forma alterata del cognome
Cicolecchia, che è specifico di Gravina in Puglia nel barese, e
che dovrebbe derivare da una forma ipocoristica dialettale leggermente
dispregiativa, originatasi da una forma aferetica Cicco
del nome Francesco.
CICCOLELLA
CICCOLELLI
CICOLELLA
Ciccolella ha un ceppo a Formia nel latinense ed a Roma, uno a Napoli,
ma il nucleo principale è in Puglia a Molfetta e nel resto del barese,
Ciccolelli, quasi unico, è dovuto ad un'errata trascrizione del
precedente, Cicolella è specifico di Foggia e di Cerignola nel foggiano.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Ciccolella,
che, nell'onomastica arcaica, sembra nascere da un ipocoristico del nome
Cicca (abbreviazione popolare di Francesca):
quest'ipotesi, in effetti, considera il suffisso -olella
come un doppio ipocoristico (-ola +
-ella), ma, a dire il vero, va detto
che questa desinenza non è affatto comune nei cognomi italiani (benché
grammaticalmente non vi sia alcun errore). Più probabilmente, allora,
il personale Ciccolella nasce dall'unione fra i nomi Cicca
e Colella (aferesi di Nicolella),
tenendo conto che, un tempo, il nome Colella
era molto diffuso nel sud e centro-sud Italia (vedi
Colella). In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni
dei nomi personali delle capostipiti, anche se, a ben vedere, non è
escluso che Ciccolella sia ugualmente un nome da uomo (l'uscita in -ella,
in questo senso, potrebbe riflettere il suffisso -a
del nome Nicola, che, com'è
noto, è un nome principalmente maschile in Italia, per lo meno nella
sua forma base e non ipocoristica).
CICCONE
CICCONI
Ciccone è specifico della fascia che comprende Lazio, Abruzzo, Molise,
Campania e foggiano, con un ceppo autonomo anche nel reggino, Cicconi è
concentrato nella zona che comprende le Marche meridionali, l'Abruzzo settentrionale
ed il Lazio, dovrebbero derivare da modificazioni dialettali dell'accrescitivo
dell'aferesi del nome Francesco.
CICCOPAOLI
CICCOPAOLO
Sia Ciccopaoli che Ciccopaolo sono quasi unici, sembrerebbero del reatino,
dovrebbero derivare dal nome dei capostipiti, composti probabilmente dal
nome Francesco contratto per aferesi
ipocoristica in Cicco e dal nome Paolo.
CICCOTOSTO
Ciccotosto è tipico del teatino, del vicino pescarese e campobassano,
di Vasto e San Salvo nel teatino, di Pescara e di Montenero di Bisaccia
nel campobassano, dovrebbe derivare da capostipiti di nome Francesco,
trasformato per aferesi e contrazione ipocoristica in Cicco,
cui venne aggiunto l'attributo di tosto,
cioè di duro, di forte e resistente.
CICCU
CICU
Ciccu, abbastanza raro, è tipicamente sardo, di Cagliari e di Marrubiu
e Terralba nell'oristanese, Cicu, sempre sardo, ha un ceppo a terralba
e marrubiu nell'oristanese, a Sassari e Sorso nel sassarese ed a Cagliari
e Teulada nel cagliaritano, dovrebbero derivare da forme ipocoristiche,
aferetiche, contratte del nome Francesco.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CICCU; CICU: di etimologia e significato incerti. In latino ciccum
prende il significato di pellicola,
che nella melagrana separa i granelli. In senso figurato significa cosa
di poco valore, da cui deriva cicca,
che tanto in italiano quanto in sardo significa qualcosa
che vale ben poco. In sardo tzìccu,
tzikkèddu, significa un poco,
di vino ad esempio: unu tzikkèddu de binu
= un goccio di vino. Da un anziano
di Ales apprendiamo che il suo bisnonno era conosciuto con nome de
Kiccu o de Kicu, cioè
de Franciscu = di
Francesco. Questa ultima è per noi le versione più
accettabile. Franciscu o Francischu, nelle carte antiche è frequente
come nome, come cognome lo troviamo tra i firmatari della Pace di Eleonora,
LPDE del 1388: Francischu (de) Puciarello, ville Ecclesiarum (Villa
di Chiesa = Iglesias). Attualmente il cognome Ciccu è presente in
44 Comuni italiani di cui 21 in Sardegna: Cagliari 29, Marrubiu 20, Terralba
10, etc. Cicu è presente in 45 Comuni italiani, di cui 19 in Sardegna:
Terralba 33, Sassari 29, Cagliari 27, Marrubiu 23, etc. Nella penisola
è presente ( in 97 Comuni) il cognome Cicco, che dovrebbe derivare
sempre da Chicco = vezzeggiativo( ipocoristico)
di Francesco.
CICCULLI
CICCULLO
Cicculli, quasi unico, ha presenze nel potentino, Ciccullo ha un ceppo
ad Avellino ed a Salerno e Cava de' Tirreni nel salernitano, presenze nel
potentino e nel siracusano, dovrebbero derivare da forme ipocoristiche
dialettali del nome Ciccu, una forma aferetica dialettale contratta del
nome Francesco, secondo un'altra ipotesi
deriverebbero invece da una forma ipocoristica dialettale del termine grecanico
circos (cerchio,
cupola).
CICERI
CICERO
LO CICERO
Tipicamente lombardo Ciceri, ma con possibili altri ceppi nel sassarese
e in provincia di Firenze, mentre Cicero è sicuramente siciliano,
così come Lo Cicero che è molto diffuso in tutta l'isola,
particolarmente a Palermo ed in provincia a Villabate e Monreale, a Adrano
nel catanese ed a Casteltermini nell'agrigentino, potrebbero derivare da
soprannomi legati al vocabolo dialettale cicer
(tazzine) il ceppo lombardo, quindi
relative al mestiere di venditore o produttore di stoviglie, mentre tutti
gli altri dovrebbero derivare da soprannomi
originati dal vocabolo cicer (cece)
o dal nome medioevale Cicerus di cui
abbiamo un esempio nel Codex cavensis diplomaticus
sotto l'anno 955: "...In nomine domini vicesimo secundo
anno principatus domni nostri Gisolfi gloriosi principis, mense ianuarius
tertiadecima indictione. memoratorium factum a me mirandus filius quondam
Ruscinii, eo quod ante presentia Guaiferi Castaldei et aliis subscripti
testes per bonam convenientiam guadia mihi dederunt Petrus et Cicerus
germani filii quondam Lademari, et mediatorem mihi posuerunt amatus filius
Comperti...".
CICERONE
CICERONI
Cicerone ha un ceppo tra Avezzano e L'Aquila, uno a Roma, uno principale
a Sesto Campano (IS) ed in Sicilia a Palermo e Vittoria (RG),
Ciceroni ha un nucleo principale a Roma ed uno forse non secondario a Ravenna,
dovrebbero tutti derivare dal cognomen latino Cicero
Ciceronis il famosissimo Marcus Tullius
Cicero (Cicerone) nato ad Arpino (FR) il 3 gennaio del 106 a.C.,
anche questo cognome deriva dal vocabolo latino cicer
(cece).
CICHELLI
CICHELLO
Cichelli, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del teatino, Cichello, non
molto comune, è del vibonese, di Mileto e Dinami, si dovrebbe trattare
di forme ipocoristiche aferetiche derivate da forme dialettali spagnoleggianti
riferite a capostipiti che probabilmente si fossero chiamati Francesco,
o da alterazioni del nome medioevale Franciscus.
CICIGOI
CICIGOJ
Cicigoi è tipico dell'udinese e del goriziano, di Cividale del Friuli,
Premariacco e San Giovanni al Natisone nell'udinese e di Gorizia, Cicigoj,
praticamente unico, è una forma più arcaica del primo, dovrebbero
derivare dall'antico nome di un paese sloveno, a sua volta derivato dal
vocabolo slavo ĉika (mucca).
CICO
Cico, assolutamente rarissimo è specifico di Torino e di Corsione
nell'astigiano.
integrazioni fornite da Daniele
Zaia
Tipico del piccolo comune di Corsione, (Asti) deriva dal piemontese
cicu diminutivo del nome Francesco.
CICOGNA
CICOGNANI
CICOGNINI
CIGOGNINI
Cicogna è presente nella penisola a macchie di leopardo, sicuro
un ceppo veneto, ed uno umbro, ma potrebbe essercene uno anche nel milanese,
Cicognani è decisamente romagnolo, con massima concentrazione nel
ravennate e forlivese e presenze significative anche nel bolognese e riminese,
Cicognini è del centro sud della Lombardia, Cigognini è proprio
del milanese e del lodigiano. Questi cognomi deriverebbero da soprannomi
legati al fatto che una cicogna nidificasse sulla casa del capostipite,
o derivati da toponimi come Cicognara (MN) o Cicognolo (CR). Lo stemma
è quello dei Cicogna Conti di Peltrengo.
CICOIRA
Cicoira è specifico di Calitri nell'avellinese, dovrebbe derivare
da un soprannome dialettale basato sul termine cicoira
(cicoria, insalata mangereccia), forse
perchè il capostipite ne fosse un gran produttore.
CICORIA
Cicoria ha molti ceppi, uno a Perugia, uno nel viterbese a Montefiascone,
Viterbo e Marta ed a Roma, uno a Palazzo San Gervasio e Ruvo del Monte
nel potentino ed uno in Puglia, a Bari, Sammichele di Bari e Minervino
Murge nel barese, a Foggia ed a Carovigno nel brindisino, dovrebbe derivare
da un soprannome basato sul termine cicoria
(una famiglia di piante di insalata e verdura mangerecce), forse perchè
i capostipiti ne fossero stati grandi mangiatori, grandi raccoglitori delle
varietà selvatiche, o grandi produttori.
CICUTA
CICUTO
Cicuta è specifico di Pordenone e Bicinicco nel pordenonese, Cicuto
è tipico della zona tra veneziano e Friuli, di Fossalta di Portogruaro,
San Michele al Tagliamento e Portogruaro nel veneziano, di Latisana e Torviscosa
nell'udinese e di Cordovado, Arba e Chions nel pordenonese, potrebbero
essere forme ipocoristiche dialettali friulane del nome Francesco,
che dapprima sarebbe diventato Francescut,
poi per aferesi Cescut, quindi per
contrazione Cicut, italianizzato in
Cicuta ed in Cicuto.
CICUTTINI
CUTTINI
Entrambi specifici dell'udinese, Cicuttini è meno diffuso ed è
tipico di Cividale del Friuli, Remanzacco ed Udine, Cuttini è tipico
di Pasian di Prato e di Udine, dovrebbero derivare direttamente o tramite
una forma aferetica da ipocoristici friulani aferetici del nome Franciscus,
improbabile un riferimento alla forma slava cikec (bue).
CIENO
Estremamente raro, è specifico del veronese.
integrazioni fornite da Mario Cieno
Di etimologia incerta, ma probabilmente legata ad origini simili a
quelle del cognome Ciani, probabilmente legato alle popolazioni cimbriche
o celtiche stanziatesi nell'area della Lessinia veronese (13 comuni).
CIERVO
Ciervo ha un ceppo tra Monsummano Terme e Quarrata nel pistoiese e Prato,
uno nel latinense, ad Aprilia e Latina, ed a Roma, ed uno in Campania nel
beneventano, a Sant'Agata dei Goti, Dugenta, Moiano e Frasso Telesino,
a Napoli ed a Laurino nel salernitano, dovrebbe derivare dal nome spagnolo
Ciervo (Cervo),
ma è anche possibile una connessione con il termine laziale ciervo,
una specie di dolce rappresentante un gallo, che si prepara con l'equinozio
di primavera.
CIFALDI
CIFALDO
GIFALDI
Cifaldi ha un piccolo ceppo a Teramo, uno a Roma, uno nell'avellinese a
Montaguto ed Ariano Irpino ed a Campolattaro nel beneventano, ed uno in
Puglia nel foggiano, a Foggia, Orta Nova, Cerignola, Stornara e Lucera,
Cifaldo e Gifaldi sono praticamente unici e sembrerebbero campani, si dovrebbe
trattare di un'italianizzazione del nome normanno Giffard,
latinizzato prima in Giphaldus, quindi
in Cifaldo, nome probabilmente portato
dai capostipiti.
CIFANI
SIFANI
SIFANO
Cifani ha piccoli ceppi a Fermo nel Piceno, in Abruzzo in particolare a
Goriano Sicoli (AQ) ed a Roma e Ladispoli (RM), Sifani e Sifano sono unici,
dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Cifanus
o Sifanus di cui abbiamo un
esempio nello scrittore germanico Cifanus Laurentius (1510-1579).
CIFONE
CIFONI
CIFUNI
Cifone, molto raro, è di origine meridionale, sembrerebbe casertano,
con un possibile ceppo nel tarantino, Cifoni è tipicamente abruzzese,
assolutamente rarissimo, sembra specifico di Teramo, Cifuni, meno raro,
ha un ceppo nel napoletano, a Napoli, Cercola, Sant'Anastasia e San Giorgio
a Cremano, ed uno ad Accettura nel materano, dovrebbero derivare da soprannomi
dialettali stanti ad indicare probabilmente un portamento incurvato e ingobbito dei capostipiti.
CIGAGNA
CIGANA
Cigagna, estremamente raro, è della zona di confine tra le province
di Treviso e Pordenone, di origini oscure, potrebbe derivare da un soprannome
dialettale del cognome Cigana, che, diffuso nel pordenonese a Pasiano di
Pordenone, Sacile e Prata di Pordenone, Torre di Mosto nel veneziano e
Mottadi Livenza e Gaiarine nel trevigiano, sembra sia stato originato da
un'alterazione medioevale del termine croato ciganoj
(zingaro), o anche da una
modificazione del cognome rumeno Cicanea,
ma quest'ultima ipotesi è molto meno probabile, un'importante traccia
di questo cognome la troviamo a Motta di Livenza nel trevigiano, nel 1401,
quando la Madonna apparve al contadino Giovanni Cigagna, secondo alcuni,
o Cigana, secondo altri, chiedendo che in quel luogo venisse edificata
una chiesa, cosa che avvenne nel secolo successivo.
CIGALOTTI
CIGALOTTO
Cigalotti, assolutamente rarissimo, ha un piccolo ceppo nel basso
trentino ed uno nel verbanese, Cigalotto, altrettanto raro, sembrerebbe
specifico di Udine, dovrebbero derivare in alcuni casi da forme etniche
del toponimo Cigole nel bresciano, in molti altri da una forma ipocoristica
del nome medioevale Cichala o Cighala.
CIGLIUTI
CIGLIUTO
CIGLIUTTI
Cigliuti, molto molto raro, ha un ceppo ad Asti ed uno nel savonese, in
particolare a Millesimo, Cigliuto, praticamente unico, è probabilmente
dovuto ad un errore di trascrizione, Cigliutti, molto raro, è tipico
di Savona e del savonese, con un ceppo anche a Mondovì ed Alba nel
cuneese, si potrebbe trattare di forme etniche locali del toponimo Cigliè
nel cuneese, anche se non si può escludere che possano anche derivare
da soprannomi originati dal fatto che il capostipite fosse dotato di ciglia
molto folte.
CIGNA
CIGNI
CIGNO
Cigna ha presenze in Piemonte, a Genova, in Toscana, a Campi Bisenzio e
Firenze nel fiorentino ed a Poggibonsi nel senese, e ceppi in Sicilia,
a Canicattì nell'agrigentino, a Palermo, a Raddusa e Catania nel
catanese ed a Caltanissetta, Riesi, San Cataldo e Serradifalco nel nisseno,
questi ceppi siciliani potrebbero derivare da un soprannome basato su di
una traslitterazione del termine siciliano cinga
(cinghia), Cigni ha un ceppo a Reggio
Emilia, uno piccolo a Rimini, uno in Toscana, a Pomarance nel pisano, a
Sovicille e Siena nel senese, a Cecina nel livornese ed a Firenze, Cigno,
decisamente più raro, ha un ceppo siciliano a Gangi e Palermo nel
palermitano, dovrebbero derivare dal nome del capostipite, probabilmente riferibile al nome latino Cygnus,
derivato dal nome greco Cycnos (Cigno).
CIGNACCHI
CIGNACCO
Cignacchi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe avere delle presenze nel
mantovano, Cignacco è invece tipicamente friulano, molto raro, ha
un piccolo ceppo a Pordenone ed uno a Cividale del Friuli ed a Premariacco
nell'udinese, dovrebbero derivare da un nome di località della zona
del Natisone.
CIGNOLI
Cignoli è specifico del pavese, di Voghera, Pavia, Broni e Casteggio,
dovrebbe derivare dal nome della frazione Cignolo di Santa Margherita di
Staffora sempre nel pavese, probabile luogo d'origine del capostipite.
CIGOLI
CIGOLINI
Certamente cremonese Cigoli, mentre
Cigolini ha un ceppo bresciano, uno del milanese e lodigiano ed uno toscano,
deriverebbero da soprannomi legati a vocaboli dialettali, probabilmente
di carattere agricolo. Il Cigolini bresciano potrebbe essere disceso dal
toponimo Cigole (BS).
CILANO
Di origine siciliana (vedi CELANI).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cilano è un cognome siciliano variante di Celano
che viene dal toponimo omonimo (AQ). L'origine è forse il personale
latino Caelus o Celius.
CILEA
CILIA
Cilea, molto molto raro, è specifico di Reggio Calabria, Cilia invece
è decisamente siciliano, diffuso in tutta l'isola, anche se con
massima concentrazione nel ragusano, potrebbero derivare, direttamente
o tramite modificazioni dialettali, per aferesi dal nome latino Caecilia,
cognomen della Gens Metilia, ricordiamo
Santa Cecilia martirizzata nell'anno 232.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cilìa è un cognome calabrese e siciliano che viene dal
dialetto grecanico della zona di Bova in Calabria: cilìa
= ventre (dal greco καλία).
CILENTI
CILENTO
CILIENTO
Cilenti ha un nucleo Foiano Di Val Fortore nel beneventano ed un ceppo
nella zona di Rodi Garganico e Vico Del Gargano (FG) , Cilento, non molto
comune, è tipico della fascia litoranea della Campania e del cosentino,
Ciliento oltre al ceppo campano ne ha uno in Basilicata e nel foggiano,
derivano o direttamente o tramite modificazioni dialettali dal nome della
regione campana omonima, il Cilento (seu
Cilenti, de Cilento) discendono dai
Normanni d'Altavilla, di Napoli e di Sicilia.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
- da "I cognomi di Colle Sannita" La Famiglia Cilenti di Foiano Valfortore in provincia di Benevento
vanta origini antiche e nobilissime: è discendente diretta della
regale stirpe normanna dei d'Hauteville, meglio nota con il cognome italianizzato
Altavilla. Gli Altavilla discesero in Italia nel 1035, quando cinque figli
del capostipite Tancredi decisero di muoversi dalla Normandia. Nel 1042
Guglielmo, detto "Braccio di Ferro", progenitore dei Cilenti di Foioano Valfoltore, conquistò
i territori di Melfi che poi passarono a Umfredo nominato conte di Puglia.
Suoi fratelli erano Roberto il Guiscardo e Ruggero, padre, quest'ultimo,
di Ruggero II re di Sicilia., nonno a sua volta di Federico II di Svevia
(perché Costanza d'Altavilla, figlia di Ruggero II aveva sposato
Enrico VI di Svevia). Il predetto Guglielmo fu scomunicato da Papa Innocenzo,
per cui si rifugiò con la famiglia a Roccadaspide in provincia di
Salerno: fu qui che vennero soprannominati "del Cilento". Questo ramo degli
Altavilla, imparentato con gli Aragonesi, tornò alla corte di Napoli
durante il potere regio di Federico d'Aragona che nel 1442 sostituì
gli Angioini. Si accesero però le dure lotte per il potere tra Angioini
e Aragonesi: fu così che nel 1447 Giovanni il Rosso d'Altavilla,
detto del Cilento, si trasferì a Foiano Valfortore nel 1447 per
tenersi lontano dalle lotte politiche che avrebbero inevitabilmente travolto
anche la sua famiglia. A Foiano nacque nel 1469 Andrea, detto Andreotto,
capostipite dei Cilenti. Il figlio di Andrea, Giovannangelo Cilenti, con
Bolla Papale di Pio V, fu nominato Conte con il diritto di tramandare il titolo nobiliare "ad infinitum".
Genealogia del Ramo Cilenti imparentato con i Meomartini di Colle Sannita:
Andrea o Andreotto, Giovannangelo, Domenico, XXX, Antonio, Domenico, Pietro,
Giovanni, Saverio (e Maria de Girolami), Pietro Antonio Giuseppe (e Chiara
Martini), Luca (e
Emanuela Girolami), Alfonso Pasquale Andrea Giuseppe (marito di Emilia
Meomartini), Emanuele Luca, Aldo, Emanuele, Aldo .
Ramo imparentato con i Barbieri di Colle Sannita: Andrea o Andreotto,
Giovannangelo, Domenico, XXX, Antonio, Domenico, Pietro, Giovanni, Saverio
(e Maria de Girolami), Pietro Antonio Giuseppe (e Chiara Martini), Giovannangelo
(e Maria Giuseppa Ferrari), Saverio (sposato con Teresa Barbieri fu Don
Pasquale e Donna Concezione Torsili Pignatelli, la cui ava materna Carolina
Meomartini era cugina di Don Giuseppe Nicola, padre di Donna Emilia Meomartini
sposata con il conte Alfonso Pasquale Andrea Giuseppe Cilenti). Il ramo
si è estinto.
CILFONE
CILFONI
Cilfone, molto raro, sembrerebbe specifico di San Marco La Catola (FG),
Cilfoni, assolutamente rarissimo, è probabilmente dovuto ad errori
di trascrizione, dovrebbero essere di origini albanesi e derivare dal toponimo
Montecilfone (CB).
CILIBERTI
CILIBERTO
Ciliberti è tipico dell'Italia meridionale peninsulare, del napoletano,
salernitano, potentino, cosentino, foggiano e barese, in particolare, Ciliberto
ha un ceppo nel napoletano, uno in Calabria, in particolare tra valentiano,
catanzarese e crotonese, ed uno in Sicilia, in particolare nel messinese
e soprattutto nell'agrigentino, derivano da una modificazione dialettale
del nome medioevale Gilibertus (vedi
Giliberti), troviamo tracce di queste cognominizzazioni nel valentiano
fin da almeno il 1700 con un certo Antonio Ciliberti, quondam Domenico
facente parte del locale parlamento.
CILLA
CILLI
CILLO
DE CILLIS
DE CILLO
DI CILLO
Cilla ha un ceppo nel foggiano a San Paolo Di Civitate e Poggio Imperiale
ed uno nel potentino a Genzano Di Lucania, Cilli sembra avere un nucleo in Abruzzo, particolarmente a San Salvo (CH)
e a Montesilvano (PE) ed un ceppo nel barese, Cillo ha ceppi nel napoletano,
avellinese, potentino ed in Puglia, De Cillis è decisamente pugliese,
soprattutto del barese, di Bisceglie e Trani, ma anche del foggiano, brindisino
e leccese, De Cillo è quasi unico, Di Cillo, abbastanza raro, ha
un ceppo a Ripamolisani nel campobassano ed uno a Bari, dovrebbero tutti
derivare, direttamente o attraverso forme patronimiche in De
o Di dal nome greco Cilla.
Tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel pescarese fin dal 1700.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cilli può avere alla base il nome Cilli,
antico popolo italico sottomesso agli Japigi, antichissimi abitanti della
regione pugliese, oppure il toponimo Cilla,
antica città dell'Eolia e città medievale del XII secolo,
o Celje, città slovena a NE
di Lubiana o l'aggettivo greco Kýllos
= curvo, storto, monco, storpio. Minervini
148.
CIMA
CIMATTI
CIMETTI
Cima è diffuso nel Lazio, nel forlivese, nel lucchese e a macchia
di leopardo nel nord centro occidentale, Cimatti è specifico romagnolo,
del ravennate tra Faenza e Ravenna in particolare, Cimetti è specifico
di Grosio nel sondriese e di Olgiate Comasco e Bizzarrone nel comasco,
dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite ipocoristici o forme
patronimiche, dal nome medioevale Cima
di cui abbiamo un esempio a Firenze, in uno scritto del 13 luglio 1273 leggiamo: "Item MCCLXXIII, indictione prima,
die XIII iulii. Actum Florentie in ecclesia Sancti Laurentii presentibus
testibus presbitero Guidone canonico ipsius ecclesie Sancti Laurentii,
Guidalocto quondam domini Rigalecti et Cima
quondam domini Lacopi Morandi. ...". Traccia di questa cognominizzazione
la troviamo a Forlì nel 1600 con lo stampatore Giovanni Cimatti
(1626-1667).
CIMADUOMO
Cognome assolutamente rarissimo, presente in un unico ceppo distribuito
su Foggia, Rimini, Ferrara, Modena e Napoli (Piscinola).
informazioni inviate da Leandro
Cimaduomo
CIMAN
Molto raro è tipico di San Giovanni Ilarione (VR), potrebbe derivare
dall'aferesi del termine latino decimanum utilizzato come indicatore di
località: "Ab hoc exemplo antiqui mensuras
agrorum normalibus longitudinibus incluserunt. Primum duos limites constituerunt:
unum, qui ab oriente in occidentem dirigeret. Hunc appellaverunt duo[de]cimanum
ideo, quod terram in duas partes dividat et ab eo omnis ager nominetur.
Alterum a meridiano ad septentrionem; quem kardinem nominaverunt a mundi
kardine[m]. Duo[de]cimanum
postea decimanum appellaverunt. ".
Cimarosti raro è tipico del veneziano e Friuli occidentale, Cimarosto,
rarissimo, è veneziano, Cimarrusto estremamente raro sembra foggiano,
Cimarrusti sempre molto raro è tipico della zona che comprende barese,
materano e tarentino, Cimarusti è assolutamente rarissimo, dovrebbe
essere del barese, Cimmarrusti e Cimmarusti, molto rari, sono tipici del
barese, zona di Valenzano in particolare, dovrebbero derivare da soprannomi, come si potrebbe
arguire da questo pezzo tratto dal Baldus
di Teofilo Folengo, scrittore nato a Mantova nel 1491: "...Alter
erat Baldi Compagnus nomine Cingar, Cingar scampasoga, Cimarostus,...
... accortusque, ladro, semper truffare paratus...".
integrazioni fornite da Marco Cimarosti
esisteva una famiglia Zimarost (tipica la trasformazione della lettera
C in Z nella lingua scritta dei documenti tirolesi del tempo) nel
1492 a Malè, Val di Sole trento: "Ser
Laurentio Zimarost
di Ser Antonio" compare come regolano
nelle carte di regola di Malè, il titolo ser indica la professione
di notaio, il fatto che sia regolano
indica che la famiglia faceva parte della comunità da molto tempo.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cimarrusti è un cognome pugliese composto del cognome base Cima
+ 'arrusti' che nel dialetto calabrese
significa 'rapa' o 'broccolo'.
Minervini 148.
CIMAROTTA
CIMMAROTTA
Cimarotta è unico, dovrebbe trattarsi di un'errata trascrizione
di Cimmarotta, che, assolutamente rarissimo, è specifico del napoletano,
e che dovrebbe essere una forma etnica grecanica stante ad indicare che
il capostipite provenisse da una località come, a solo titolo di
esempio, Cimarro nel reatino, o un'altra con un nome simile.
CIMBARLE
CIMBERLA
CIMBERLE
Cimberla e Ciambarle sono praticamente unici e sono probabilmente dovuti
ad errori di trascrizione di Cimberle, estremamente raro, che sembrerebbe
avere un ceppo nell'altipiano di Asiago ed uno, probabilmente secondario,
nel torinese,
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
D. Olivieri nel suo I cognomi della Venezia
Euganea, p.201' fa derivare il cognome simile Cimerle dalla
voce zimberle = falegname,
usuale nella zona dei sette comuni.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Questi cognomi, in realtà, si prestano a diverse ipotesi riguardo
al loro significato. Da una parte, la proposta di D. Olivieri pare, infatti,
essere giustificata: il termine zimberle/cimberle
potrebbe provenire da una voce dialettale derivata dall'antico tedesco
zimber, cioè legno, ed indicare,
dunque, il mestiere di falegname, carpentiere (l'equivalente del cognome
tedesco Zimmerman e delle sue varianti). D'altra parte, però, non è da escludere l'ipotesi,
proposta da altri studiosi, di un'origine latina del termine cimberle:
secondo J. Grzega (Materialien zu einem etymologischen Wörterbuch
des Dolomitenladinischen), questo vocabolo deriva, infatti, dal latino
cymbalum, col significato di cembalo.
Nell'antichità, i cembali (detti anche cimbali o cimberli) erano
degli strumenti musicali formati da due piatti concavi percossi l'uno contro
l'altro per produrre musica; più tardi il termine andò ad
indicare, in generale, un tamburello a sonagli. Ora, siccome la parola
cimbali deriva da un sostantivo neutro latino, cioè cymbalum, questo
termine potrebbe essere entrato nella lingua italiana sia in forma maschile
che femminile (almeno in un primo momento o in alcune aree del paese) e
di qui le varianti cimberli e cimberle. Se così fosse, allora, si possono ricavare
due interpretazioni dall'etimologia di questi cognomi: la prima è
che essi siano nati da un soprannome attribuito a un suonatore di cembali
o, forse, a un fabbricante di questi strumenti; la seconda, proposta da
Grzega, è che essi derivino invece da un soprannome scherzoso attribuito
a una persona spesso ubriaca, interpretazione, questa, che ricalca l'espressione 'essere in cimberli',
cioè 'essere ubriaco', poiché
lo stare in compagnia al suono dei cembali evoca l'idea di allegria, di
euforia e, per estensione, di ubriachezza. In conclusione, i cognomi
Cimbarle, Cimberla e Cimberle potrebbero essere nati o da nomi di mestiere,
come quello del falegname, del suonatore di cembali o del fabbricante di
tali strumenti, oppure da un soprannome col significato di ebbro, ubriaco
(benché, personalmente, penso che possa riferirsi anche al significato
di allegro o festaiolo).
CIMBRI
Abbastanza raro, presente solo
nel centro e nord Italia, dovrebbe fare riferimento all'origine cimbrica
del capostipite (i cimbri erano un popolo germanico, provenente dalla penisola
danese, che dìscesero in Italia e della cui lingua resta traccia
nel veneto, nell'altipiano di Asiago, dove è ancora parlata), ma
potrebbe anche essere derivato da un soprannome legato al toponimo Cimbro
(VA) o Cimbergo (BS).
CIMIGOTTO
Cimigotto sembrerebbe specifico di Marano Lagunare nell'udinese, dovrebbe
derivare da un soprannome dialettale con il significato di molto miope, forse
sottolineando il fatto che il capostipite ci vedesse veramente molto poco.
CIMINI
Cimini è specifico della fascia centrale che comprende Lazio, Marche
meridionali, Umbria ed Abruzzo, dovrebbe derivare dal nome dei monti Cimini.
CIMINO
CIMMINI
CIMMINO
Cimino è diffuso in tutto il sud, Cimmini assolutamente rarissimo,
dovrebbe essere un derivato di Cimmino che è tipico campano, del
napoletano e casertano in particolare, potrebbero derivare da forme ipocoristiche dell'aferesi
di nomi come Decimius o Ecimius.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cimino è cognome siciliano che si rifà alla pianta del
'comino' o 'cumino',
latino cyminu(m), greco kýminon.
CIMOLI
Cimoli ha un ceppo tra le province di La Spezia e di Massa ed uno, molto
piccolo, nel tarantino, dovrebbe derivare da soprannomi originati dal termine
cimolo, nome della pianta del pino
cembro, ma, soprattutto il ceppo pugliese, potrebbe anche originare dal
nome dell'isola greca di Cimolo.
CIMONE
CIMONI
Cimone, molto molto raro, ha un ceppo nel teatino in Abruzzo ed uno nel
messinese, Cimoni, altrettanto raro sembrerebbe tipico del grossetano,
in alcuni casi potrebbe derivare dalla zona del monte Cimone nell'appennino
tra modenese e Toscana, ma la cosa più probabile è che derivino
dal nome latino di origine greca Cimon,
di cui abbiamo un esempio negli scritti dello storico romano Cornelio Nepote:
"...Cimon,
Miltiadis filius, Atheniensis, duro admodum initio usus est adulescentiae.
Nam cumpater eius litem aestimatam populo solvere non potuisset ob eamque
causam in vinclis publicisdecessisset, Cimon
eadem custodia tenebatur neque legibus Atheniensium emitti poterat, nisipecuniam,
qua pater multatus erat, solvisset. ...".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cimone è un cognome messinese dal vocabolo siciliano 'cimuni'
= parte più alta della canna da pesca.
Rohlfs 71. (n.d.r. ???)
CINA
CINEL
CINELLA
CINELLI
CINELLO
CINI
CININI
CINO
CINOTTI
Cina ha un ceppo palermitano ed uno secondario romano, Cinella, quasi unico,
è del napoletano, Cinel è tipicamente veneto, del trevisano, a Castelfranco Veneto,
Crocetta del MOntello e Montebelluna e del vicentino, a Rossano Veneto
e Cassola, con un piccolo ceppo anche nel veneziano a San Michele al Tagliamento, Cinelli è molto diffuso in tutta l'Italia
peninsulare, ma sommamente in Toscana e Lazio, Cinello è invece
specifico dell'udinese, con un ceppo anche nel trevigiano, Cini è
tipicamente toscano, dove è diffusissimo, ma con ceppi anche nel
bolognese, nel veneziano e nel romano, Cinini ha un ceppo a Livorno e qualche
presenza nel bresciano, Cino ha un ceppo nel napoletano, uno nel barese
ed uno nel leccese, uno nel cosentino ed uno in Sicilia, soprattutto nell'agrigentino
e nisseno. Tutti questi cognomi dovrebbero derivare da forme aferetiche
semplici o da loro ipocoristici, anche dialettali, di un ipocoristico di nomi come Pace,
Rinuccio, Leone, Barone o altri simili, Pace
ad esempio diventato prima Pacino,
nella sua forma ipocoristica, quindi Cino
per aferesi, ed in alcuni casi per un ulteriore ipocoristico Cinello
o Cinino.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Cinella, rarissimo, ha un ceppo nel maceratese e uno nel napoletano,
Cinelli, praticamente panitaliano, ha una maggiore concentrazione fra il
nord e il centro nord del paese, con nuclei principali nel bresciano, nel
bolognese, nel fiorentino, nel grossetano, nel pistoiese, nel senese, nel
frusinate, nel romano e nell'ascolano, ma nuclei non secondari si riscontrano
anche nel beneventano, nel salernitano e nel cosentino, Cinello, molto più
raro del precedente, è diffuso soprattutto nell'udinese e, in misura
minore, nel trevigiano, Cinellu, anch'esso molto raro, è specifico
della Sardegna, dove si trova maggiormente nel cagliaritano e nel sassarese,
tutti questi cognomi derivano dal vezzeggiativo del nome medievale Cino,
nato per aferesi da nomi quali Alcino, Baroncino, Leoncino, Pacino, etc.
Si tratta, dunque, delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
CINAGLIA
Specifico del Piceno, dovrebbe derivare da una forma collettiva in -aglia,
intendendo quindi i Cini (vedi CINI), anche
se è pure possibile una derivazione da un nome di località
ora scomparso.
CINANNI
Cinanni, estremamente raro, sembrerebbe tipico del reggino, dovrebbe derivare
da un soprannome dialettale originato da un alterazione grecanica del termine
greco antico χήνος cenos (orbo).
CINARDI
CINARDO
Cinardi ha un ceppo a Roma ed a Rieti ed uno ad Adrano nel catanese ed
a Gela nel nisseno, Cinardo, più raro, ha un piccolo ceppo a Roma
ed uno a Mazzarino e Gela nel nisseno, dovrebbero derivare dal nome medioevale
germanico Chenardus o Chinardus,
di cui abbiamo un esempio in un atto del 1163: "...Treverensibus
quotannis inde solvantur. sicque statvimus. ut ipse locus ab abbate de
Arenstein legitime electo in dei servicio ordinetur. .... quorum hec sunt
nomina: Alessander. Bruno/Buron. Ioannis. Vulmarus. Archidiaconi. Phaldericus
magister scolarum. Sifridus prepositus s. Castoris. Siccerus s. Maritimini.
Chernicus s. Eucharii. Chenardus Epternacensis.
Reinhaldus s. Marien. Codephreidus s. Martini. Adelelmuth Medeolarencis.
.... Acta sunt hec Trevirus, anno incarnationis dominice M.C.LXIII. Indictione
X. Epacta XXV. Concurrente I. Rogatu et petitione Ludovici cemitis in Arenstein.
qui eiusdem loci ecclesiam a fundamento construxit.". Tracce
di queste cognominizzazioni le troviamo a Bari in un documento del 1247
dove Filippo Cinardo cipriota è castellano di Bari: "...In
castro Bari sit castellanus Philippus Cinardus
et conferant ad custodiam eius secundum formam idem Philippus...".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cinardo è cognome catanese che corrisponde a Ginard,
cognome in Catalogna. Rohlfs 71.
CINATEMPO
GINATEMPO
Cinatempo, estremamente rarissimo, parrebbe di Alghero, Ginatempo, molto
molto raro, è specifico di Porto Torres, di origini assolutamente
oscure.
CINCINNATI
CINCINNATO
Cincinnati è assolutamente rarissimo, parrebbe dell'Italia
centrale, Cincinnato, leggermente meno raro, sembrerebbe più della
zona tra Lazio e Campania, potrebbero derivare dall'antichissimo cognomen
latino Cincinnatus, ricordiamo ad esempio
Lucius Quinctius Cincinnatus nato prima
del 520 a.C., ma potrebbero anche derivare da soprannomi originati dal
vocabolo latino cincinnatus (riccioluto).
CINCOTTO
Cincotto, molto molto raro, sembrerebbe specifico di Venezia e Musile di
Piave nel veneziano e di Zenson di Piave nel trevisano, con antiche presenze
anche nell'udinese, dovrebbe derivare da una forma ipocoristica dialettale
italianizzata di un nome o più probabilmente soprannome attribuito
al quinto figlio.
CINGANO
Cingano è tipicamente veneto, particolarmente diffuso a Vicenza
ed a Padova, dovrebbe denunciare un'origine zingara delle famiglie, con
il termine veneto arcaico cingano si
definiva anticamente lo zingaro, ma
il vocabolo assunse anche il significato di furbo
e destro di mano, tracce antiche di
questa cognominizzazione le troviamo verso la fine del 1600 in una registrazione
battesimale: "..Justina ex Joanne
Cingano et Antonia Coniugibus heri legitime
orta, baptizata est ab Reverendissimo Domino Purpurino Cipriotto Canonico
et Patrini fuere Hyeronimus Smundi et Catharina filia quondam Baptistae
Beltrame dicti Poder; Pasqualinus Gobbo Canonicus et Curatus hic fideliter
adnotavi...".
CINIERI
Originario del brindisino
CINISELLI
Originario della provincia di Milano,
deriva da un soprannome legato al toponimo Cinisello Balsamo (MI).
CINNA
CINNI
CINNO
Sembrerebbero settentrionali, Cinna e Cinno sono ormai quasi scomparsi,
Cinni è assolutamente rarissimo, dovrebbero derivare dal cognomen
latino Cinna, citato ad esempio in
un carme di Catullo: "Veste putat fieri cultissima
carmina Cinna:
// corporis a cultu iudicat ingenium, // hac ratione, cupit vates quia
Cinna videri. // Dic mihi: "Quid Cinna
stultius esse potest?", o anche da nomi basati sul termine latino
cinnus, una forma aferetica di cincinnus (ricciolo).
CINQUANTA
Un ceppo, il più numeroso
nel milanese e lodigiano, un altro nella provincia di Massa ed un terzo
in quella di Latina. Potrebbe derivare da un soprannome legato ad
un episodio nel quale ricorre il vocabolo o il concetto di cinquanta.
CINQUEGRANA
Tipico della zona che comprende il casertano ed il napoletano, dovrebbe
derivare dal nome di una località come Cinquegrana di Castel di
Iudica (AV).
CINQUE
CINQUETTI
CINQUINI
CINQUINO
Cinque è molto diffuso in Lazio, Abruzzo, Puglia, ma soprattutto
in Campania nel napoletano e nel salernitano, Cinquetti è di origine
veronese, con un possibile ceppo nel cremonese, Cinquini tipico della provincia
di Lucca, di Viareggio in particolare, ha un ceppo probabilmente secondario
anche in Lombardia, Cinquino, molto raro, sembrerebbe pugliese, con presenze
anche in Abruzzo, potrebbero derivare direttamente o tramite
modificazioni da un soprannome legato ad un episodio nel quale ricorre
il vocabolo o il concetto di cinque, come ad esempio essere nati i capostipiti
il cinque di un determinato mese. Tracce di queste cognominizzazioni le
troviamo nel 1308 in un documento redatto a Cagliari riguardante alcuni
rapporti con dei cittadini pisani: "...Et etiam illas
alias libras octingentas triginta unam et solidos quinque denariorum pisanorum
minutorum capitalis et earum penam dupli et expensas quas et quos Johannes
Cinquinus, quondam Pericioli
Cinquini, et Vannes Actavellium...".
interpretazione modificata con
il contributo di Benedetto Zanchi e Giovanni Vezzelli
CINTI
Tipico della fascia centrale che comprende Marche, Umbria e Lazio, ha un
ceppo importante anche nel bolognese, dovrebbe derivare dall'aferesi di
un nome come Giacinto.
CINTOLA
CINTOLI
CINTOLO
Cintola è quasi unico, Cintoli è specifico del ragusano,
di Pozzallo e Scicli, Cintolo è sempre del ragusano, ma specifico
di Ragusa, di origini etimologiche oscure, potrebbero derivare da ipocoristici
di forme aferetiche del nome greco Hyacinthus
o dell'equivalente italiano Giacinto.
CINTOLESI
Cintolesi è tipicamente toscano, di Carmignano nel pratese, di Livorno,
Lastra a Signa nel fiorentino e di Capannori nel lucchese, dovrebbe derivare
dal nome del paese di Cintolese nel pistoiese.
CINZANO
Cinzano, estremamente raro è tipicamente piemontese, dovrebbe
derivare dal nome dei paesi di Cinzano nel torinese o di Cinzano d'Alba
nel cuneese, a loro volta probabilmente derivati dal fatto di essere delle
proprietà terriere della Gens Cinthia.
Ciocci è molto diffuso tra Marche, Umbria, Lazio ed aquilano, Cioccia
ha un ceppo a Roma ed uno a Morcone nel beneventano ed a napoli, Cioccio,
molto raro, è tipico della zona aquilano, laziale, di Roma in particolare,
Cioce è presente nell'intera penisola ha un ceppo in Puglia ed uno
in Campania ed in Lazio, Cioci è diffuso nell'area centrale che
comprende l'aretino, il maceratese, l'Umbria, il viterbese ed il romano
ed il teramano, Ciocia ha un ceppo a Roma, uno consistente a Terracina
nel latinense, uno nel napoletano a Frattaminore e Napoli ed a Trentola
Ducenta nel casertano, con massima diffusione nel barese a Bitonto, Bari,
Molfetta e Barletta, Ciocio ha un piccolo ceppo nel casertano e napoletano
ed uno nel foggiano a San Severo, dovrebbero tutti derivare da un soprannome,
probabilmente originato dal mestiere di produttore di calzature svolto
dai capostipiti, o dal fatto di essere abituali utilizzatori di ciocie,
soprannome connesso con il vocabolo ciocia
(babbuccia, calzatura), questo vocabolo
deriva dal latino soccus (antico
calzare), che consiste in una suola fissata alla gamba da corregge
di cuoio, calzatura portata abitualmente dagli antichi romani ed, in epoca
successiva, nelle campagne abruzzesi, laziali e campane.
CIOCCO
DI CIOCCO
Ciocco, quasi unico, è molisano, Di Ciocco è specifico della
provincia di Isernia, di Agnone in particolare, questi cognomi dovrebbero
derivare, direttamente o attraverso una forma patronimica, dove il Di-
sta per il figlio di, da un soprannome
basato sul termine ciocco (parte
della pianta che collega le radici al fusto).
CIOE'
Cioè è tipicamente laziale, di Amaseno nel frusinate, potrebbe
derivare da un soprannome dialettale basato su di un'alterazione del termine
francese arcaico hachotte (accetta),
forse ad identificare nel capostipite un boscaiolo, ma è pure possibile
una derivazione da un soprannome dialettale basato su di una variazione
del termine cioeta (civetta)
o anche da un'alterazione del termine dialettale cocia
(tipica calzatura locale).
CIOETA
CIOETTO
Cioeta è tipico di Cori e di Rocca Massima nel latinense, e di Roma,
Cioetto, quasi unico, è veneto, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale
veneto con il significato di civetta
(uccello notturno).
CIOFETTI
CIOFFI
Ciofetti dovrebbe essere d'origine
umbra, della provincia di Perugia, ma esiste un ceppo anche in provincia
di Milano, Cioffi è presente in tutt'Italia, ma in particolare in
Campania. Questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi legati al vocabolo
ciofo (rustico, mariuolo) o al vocabolo greco kophos (ottuso, sciocco).
CIOLA
CIOLI
CIOLLA
CIOLLE
CIOLLI
CIOLLO
CIOLO
Ciola ha un ceppo trentino, a Caldonazzo e Trento, uno a Genzano di Lucania
nel potentino ed uno nel Salento ad Ostuni nel brindisino ed a Veglie nel
leccese, Cioli ha un ceppo nel bresciano, uno in tutta la Toscana, nel
fiorentino, pisano e senese in particolare, e nel viterbese e romano, Ciolla
è quasi unico, Ciolle è proprio unico, Ciolli ha vari ceppi,
uno piccolo a Trieste, uno in Toscana nel fiorentino, a Firenze, Sesto
Fiorentino, Fiesole e Calenzano, a Prato e Vaiano nel pratese, a Livorno
ed a Carrara, un grosso ceppo nel romano, a Roma in particolare ed a Olevano
Romano, Subiaco e Fiumicino, un piccolo ceppo anell'iserniese ed a Capriati
a Volturno nel casertano, Ciollo è quasi unico, Ciolo, quasi unico
è del basso Salento, potrebbero derivare da forme aferetiche di
ipocoristici del nome Bonifacio,
o anche da aferesi di contrazioni di ipocoristici del nome Francesca,
come Franciola.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Ciola è un cognome lucano di Genzano di Lucania, ma attestato
anche nel Salento: per G. Rohlfs viene dalla voce salentina 'ciola'
= 'sorta di corvo nero'.
CIOLETTI
Cioletti, estremamente raro, è dell'area pistoiese, potrebbe trattarsi
di una forma ipocoristica dell'aferesi nel nome Nencio,
ma è pure possibile che derivi da un alterazione del nome Felice.
CIOLFI
Ciolfi ha un ceppo nella bassa Toscana, in particolare a Grosseto
e nel senese, a Montepulciano, Torrita di Siena, Pienza, San Quirico d'Orcia,
Sinalunga e Sarteano, un ceppo importante a Roma e nel frusinate ad Arce
e Colfelice, ed uno a Campobasso, dovrebbe derivare da forme aferetiche
di nomi come Ricolfo o Riculfo,
non si può escludere in qualche caso un collegamento con soprannomi
dialettali, in epoca medioevale il termine ciolfo
aveva il significato di sciocco, ma anche di gonfio e di cosa da poco.
CIOMMI
Rarissimo è originario del
chietino, deriva dalla contrazione del nome Girolamo.
CIONA
CIONE
CIONI
CIONINI
CIONNA
CIONNI
Ciona è praticamente unico, Cione è decisamente campano,
di Bagnoli Irpino, Caposele, Serino e Montella nell'avellinese e di Napoli,
Cioni è presente nell'Italia centro settentrionale, dovrebbe essere
di origine tosco emiliana, Cionini è tipicamente toscano, della
zona che comprende il pisano il livornese ed il vicino grossetano, Cionna
è un cognome marchigiano specifico di Ancona e dell'anconetano,
di Agugliano, Falconara Marittima, Chiaravalle ed Osimo, Cionni, molto
molto raro, è laziale, forse del romano, dovrebbero tuttii derivare,
direttamente da una forma accrescitiva di forme ipocoristiche di nomi come
Uga, Ugo,
o tramite ipocoristici, di forme contratte di nomi come Lorenzo
o Vincenzo (nella forma Nencio),
un esempio d'uso di questo nome lo troviamo ad Oristano nel 1323, quando
"...Quod quidem ordinamentum prefattus dominus judex
jussit et mandavit debere servari quousque ipsum duxerit revocandam. Statuta
et ordinata sunt predicta per suprascriptum magnificum dominum judicem
in terra Arestani in ballatorio vetere curie suprascripti magnifici domini,
presentibus nobilibus et sapientibus viris dominis Thomasio de Roma milite
et judice, quondam domini Rainerii, et Cione
de Balneo, jurisperito, quondam Johannis Cicognini,
cive pisano, testibus ad hec rogatis. Anno dominice incarnationis millesimo
trecentesimo vigesimo tertio, inditione quinta, quarto nonas maii. In nomine
domini amen....".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Il cognome Cioni, abbastanza diffuso a Modena, anche col derivato Cionini,
è forma aferetica di (Uguc)cione,
dal nome proprio Ugo. Da un (U)guccino
muove probabilmente il cognome Guccini, non modenese. Fonte: F. Violi,
Cognomi a Modena e nel Modenese.
CIOPPA
Cioppa è tipicamente campano, con il ceppo più significativo
nel casertano a Vitulazio e Bellona ed uno nell'avellinese a Santo Stefano
del Sole ed Atripalda, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal
termine di epoca rinascimentale cioppa,
un pesante indumento maschile con maniche
ampie e cappuccio, molto ricco di fronzoli e ricami, una sorta di veste
pesante, anche foderata di pelliccia, con questo soprannome probabilmente si stavano ad indicare delle persone benestanti, ma un poco inclini all'ostentazione.
CIORLI
Ciorli, assolutamente rarissimo, sembrerebbe toscano, potrebbe derivare
da un soprannome basato sul termine dialettale arcaico ciorlo
(strabico), forse ad indicare che il
capostipite avesse questo difetto fisico.
CIORRA
CIORRI
CIORRO
Ciorra è specifico di Castelforte nel latinense, con un ceppo a
Roma ed uno a Sessa Aurunca nel casertano, Ciorri e Ciorro, praticamente
unici, parrebbero abruzzese il primo e del casertano il secondo, potrebbero
essere di origini spagnole e derivare dal termine castigliano arcaico chorro
(pronuncia ciorro), che significa torrente,
zampillo d'acqua, in Spagna sono esistite varie località
con questa radice, inoltre Chorro è anche un cognome spagnolo molto
diffuso.
integrazioni fornite da Michele
Ciorra
Del cognome Ciorra, in origine Chorra,
si hanno notizie certe, per atti notarili, fin dal 1400. Soprannome - in
spagnolo chorra è
il filo d'acqua che fuoriesce da un rubinetto semi aperto -
identificava la famiglia De Thocco, ovvero i progettisti degli impianti
idraulici delle Terme Vescine in quel di Suio Terme in provincia di Latina.
Centro termale antichissimo e che, molto probailmente, corrisponde alla
città preromana di Vescia sulla riva destra del fiume Garigliano.
Chorra, poi italianizzato in Ciorra, potrebbe quindi identificare la professione
dei succitati De Thocco.
CIOTTA
CIOTTI
CIOTTO
CIUTI
CIUTTI
Ciotta ha un ceppo nel beneventano a Campoli del Monte Taburno e Montesarchio
ed uno siciliano a Campobello di Licata e Ravanusa (AG), Ciotti è
tipico della fascia che comprende Marche Umbria, Abruzzo e Lazio, con un
nucleo anche nel Veneto a Pieve di Cadore (BL), Ciotto ha un ceppo a Messina
e alcune presenze in centro Italia nelle zone di elezione di Ciotti, Ciuti
è tipicamente toscano, del pistoiese e del pisano in particolare,
con un ceppo anche nel Piceno, Ciutti, molto più raro, è
del teramano, dovrebbero tutti derivare dall'aferesi di ipocoristici del
nome Felice, ma è pure possibile
una derivazioni da soprannomi originati dal vocabolo italiano ormai in
disuso ciotto (sasso
di fiume, arrotondato), da cui ciottolo ed acciottolato (pavimentazione
a base di sassi).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Ciotti oltre che da una forma ipocoristica aferetica di Felice,
potrebbe derivare dall'aggettivo medievale 'ciotto'
= "sciancato", mantenutosi nell'antico
italiano.
CIPITELLI
Cognome molto raro, non è
possibile definire un luogo d'origine, è presente nelle Marche ed
in provincia di Milano e Varese.
Cipolla è diffuso in tutt'Italia, ha tre zone di massima concentrazione
dove si riconoscerebbero dei ceppi nativi e sono la provincia di Cosenza,
la Sicilia, con le provincie di Palermo ed Agrigento ed il Lazio, Cipolletta
è presente in tutt'Italia, ma dovrebbe avere due ceppi originarii,
nelle Marche e nella Campania, Cipolletti è specifico della fascia
centrale che comprende le Marche centromeridionali, l'Umbria, il romano
il teramano e l'aquilano, con un piccolo ceppo nel napoletano, Cipolli
ha un ceppo nel modenese ed uno nel pisano, Cipollini è presente
nel centro nord e sembrerebbe avere tre ceppi, nelle Marche, nel Lazio
ed in Toscana, Cipollo, praticamente unico, è del napoletano e dovrebbe
essere dovuto ad un errore di trascrizione del cognome Cipullo, che è
specifico del casertano e del napoletano, Cipollone è decisamente
abruzzese, con ceppi secondari anche nel romano e nel frusinate, Cipolloni
è ben presente nella fascia centrale che comprende Marche, Umbria,
Lazio, teramano ed aquilano. Questi cognomi derivano, direttamente o tramite
ipocoristici o accrescitivi, da soprannomi originati da abitudini alimentari,
il consumo molto spesso di cipolle, o dal mestiere di contadino che le
coltivasse.
CIPOLLITTI
Cipollitti, assolutamente rarissimo, è sicuramente laziale, probabilmente
dell'area del frusinate, dovrebbe derivare da un soprannome familiare affettuoso
originato dal termine cipollitto, che
letteralmente significa cipollotto,
ma che veniva utilizzato ad esempio a Sgurgola nel frusinate per identificare
un particolare ramo di una famiglia, non si può escludere che questa
sia proprio la zona d'origine del cognome; la motivazione di questa cognominizzazione
potrebbe essere ricercata nell'aspetto fisico, o anche nell'attività
contadina svolta dal capostipite.
CIPELLI
CIPELLINI
CIPELLITTI
Cipelli, abbastanza raro, è un cognome tipico della zona che comprende
le province di Milano, Lodi, Cremona, Piacenza e Parma, in particolare
Sant'Angelo Lodigiano e Borghetto Lodigiano nel lodigiano, Cremona, Piacenza
e Fiornzuola d'Arda nel piacentino e Parma e Busseto nel parmense, è
esistito, anche se ormai estinto, un ceppo veneziano autonomo, probabilmente
questo ceppo veneto è stato originato da un soprannome dal termine
tardolatino cipelli, derivato a sua
volta dall'ungarico cipellö (piccolino),
Cipellini e Cipellitti sono praticamente unici, questi cognomi dovrebbero
derivare, direttamente o attraverso varie forme ipocoristiche, da soprannomi
originati dal termine dialettale emiliano cippèe
o cippèll (zoccolacci
da mungitore). Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo
a Mestre, dove dal 1386 al 1391 è notaio Rafaino de Cipelli; a Venezia
tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500 troviamo lo scrittore Giovan
Battista Egnatius Cipelli, a Busseto nella seconda metà del 1400
troviamo il poeta Francesco Bernardino Cipelli detto il Cipellario (1481
- 1542), a Venezia, agli inizi del 1500, insegnava eloquenza Giovanni Battista
de' Cipelli, nel 1554 è Vicario Generale di Cremona Benedetto Cipelli.
anche su suggerimento di Don Pino Cipelli
- Dresano
CIPONE
CIPPONE
CIPPONI
Cipone, assolutamente rarissimo, sembrerebbe friulano, Cippone è
pugliese con un ceppo a Bari ed a Taranto, Cipponi, quasi unico, dovrebbe
essere dovuto ad errate trascrizioni del precedente, troviamo già
nel 1600 tracce del cognome Cippone nell'isola di Malta, il cognome potrebbe
derivare da un'alterazione del cognomen latino Caepio,
Caepionis (il dittongo -ae- si legge e), o anche da un soprannome
originato dal termine dialettale pugliese arcaico cippone
(grosso ceppo da camino).
CIPPONERI
Cipponeri è specifico del trapanese, di Custonaci, Erice, Trapani
e Valderice, tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Palermo fin
dal 1700 con un tale Franciscus Cipponeri citato in una controversia contro
un certo Joseph Stajti, l'origine etimologica è oscura.
CIPRI
CIPRO
Cipri ha un ceppo a Roma, uno a Corato nel barese, uno a Palmi nel reggino
ed in Sicilia uno a Salemi nel trapanese ed uno a Palermo, Cipro è
specifico di Calvi Risorta nel casertano, dova presenta presenze significative
anche a Sparanise e Macerata Campania, dovrebbero derivare dal nome della
città di Cipro, o perchè i capostipiti ne fossero originari,
o per avervi combattuto al seguito della Serenissima.
CIPRIA
CIPRIO
Cipria ha un ceppo a Troina nell'ennese, con qualche presenza nel napoletano,
Ciprio, assolutamente rarissimo, ha solo qualche presenza nel napoletano,
dovrebbero derivare da cyprius, cypria,
l'etnico latino della città di Cipro, probabile paese
d'origine dei capostipiti.
CIPRIANETTI
CIPRIANI
CIPRIANO
Ciprianetti, molto raro, è specifico di Viterbo, Cipriani, diffuso
in tutt'Italia, è particolarmente concentrato nella fascia
centrale, ma ha presenze molto significative anche a Verona e nelle Puglie,
Cipriano è tipico del sud, di Sicilia e Campania in particolare,
la loro origine potrebbe essere dall'etnico di Cipro, ma molto più
probabilmente deriva, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome medioevale Ciprianus
del cui uso abbiamo un esempio a Bergamo in una Cartula
commutationis dell'anno 1040: "...de sub
cuius regimine et potestatem invenitur esse, una cum tribus ominibus Deum
timentibus estimatoribus, quorum nomina Petrus et item Petrus seu Ciprianus,
de loco Albano ...".
CIQUERA
Ciquera, molto molto raro, sembrerebbe pugliese, con piccoli ceppi a Sammichele
di Bari nel barese ed a Mottola e Taranto nel tarentino, di origine etimologica
oscura, potrebbe derivare da un soprannome dialettale locale forse basato
sul termine spagnolo chica (ragazza).
CIRACI
CIRACI'
CIRACO
Ciraci è tipicamente pugliese, del brindisino e del tarentino, in
particolare nel brindisino, di Ceglie Messapica, San Michele Salentino,
Villa Castelli, Francavilla Fontana ed Ostuni, Ciracì sembra specifico
di Latiano sempre nel brindisino, Ciraco è unico, si dovrebbe trattare
di variazioni dialettali del nome latino Ciriacus
(vedi CIRIACI). Tracce di queste cognominizzazioni
le troviamo a Ceglie Messapica fin dalla seconda metà del 1500 con
il notaio Donato Antonio Ciracì.
CIRAVEGNA
Ciravegna è un cognome tipicamente piemontese, del cuneese, di Narzole,
Cherasco e Bra, con un ceppo secondario importante anche a Torino, di difficile
identificazione la possibile origine etimologica del cognome, anche se
si possono portare avanti delle ipotesi, una ad esempio è che si
tratti di una forma per indicare una provenienza originaria dal territorio
di Cervere che si trova nel cuneese e nelle vicinanze di Narzole, Cherasco
e Bra, una sorta di etnico dialettale. Tracce di questa cognominizzazione
le troviamo a Bra agli inizi del 1800 con un Francesco Ciravegna descritto
come "...persona di buona fama, timorato della Divina
e Umana Giustizia...".
CIRCELLO
Dovrebbe essere originario della
provincia di Trapani, ma parrebbe derivare da un soprannome dal toponimo
Circello (BN).
CIRCENSI
CIRCENZI
Entrambi assolutamente rarissimi.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci di Salerno
Circenzi è un cognome rarissimo, rintracciabile solo a Pescina
in Abruzzo e nella Capitale. Quasi sicuramente esso trae origine
da un errore di trascrizione anagrafica della forma cognominale Circensi,
rara ma più diffusa rispetto alla precedente, presente anch'essa
a Pescina nonchè al Nord, nel Milanese e nel Veronese, e in Italia
centrale e meridionale, nel Lazio e in Campania. Per quel che concerne
l'etimologia del cognome, Circense deriva dall'aggettivo latino circensis,
e, che signficava del circo, relativo
al circo, poi divenuto sostantivo con il termine circenses,
ium, ossia giochi del circo.
Si ricordino i ludi circenses nella
Roma repubblicana e imperiale, che erano in principio corse di carri.
In seguito il medesimo termine circense
passò a designare un genere di spettacolo, per lo più itinerante,
a carattere vario e principalmente composto da numeri di acrobazia e di
destrezza fisica. Potremmo ipotizzare che il capostipite del ceppo
(o i più capostipiti di diversi ceppi) Circensi e Circenzi fosse
dedito a tale attività itinerante, da cui avrebbe avuto luogo il
suo cognome. Un'altra valida ipotesi indurrebbe a ricondurre l'origine
etimologica del cognome Circensi, e della sua variante Circenzi, alla provenienza
dalla zona del Circeo, promontorio della costa tirrenica in provincia di Latina frequentato
fin dal Paleolitico, come testimonia l'Archeologia grazie allo studio delle
sue numerose grotte. Ancora un'altra ipotesi, meno probabile delle
precedenti, legherebbe l'origine del cognome alla contrazione del termine
Cistercensi o Cisterciensi,
nome che designa l'Ordine monacale nato nel 1098 a Cistercium (Citeaux,
luogo solitario e paludoso fra la Borgogna e la Bresse) per opera di Roberto
da Molesme e di venti suoi compagni, desiderosi di ristabilire nella nuova
comunità l'antica austerità della regola benedettina.
CIRCI
CIRCIO
Circi sembra essere specifico del aquilano, ma probabilmente è originario
del rietino, Circio rarissimo è specifico dell'alta provincia di
Latina, potrebbero derivare dal toponimo Cerchio (AQ) o Cerceri (AQ), è
pure possibile che derivino da un soprannome legato al nome di un vento
(circio). Tracce di questa cognominizzazione si trovano nel 1200 a
Posta (RI) con i baroni Circi che si trasferiscono nel 1300 a Montereale
(AQ), nel beneventano si ricorda un monsignor Circio che fece una visita
pastorale nel 1667.
CIREDDU
Abbastanza raro è tipico del cagliaritano sudorientale e dovrebbe
derivare da un soprannome dialettale originato dal vocabolo sardo acireddu
(falco).
CIRELLI
Presente in tutt'Italia dovrebbe
avere origine nella provincia di Cosenza. Deriva da soprannomi legati
ai toponimi: Cirella (CS), Cirello (RC).
CIRESA
Abbastanza raro è tipico del lombardoveneto, dovrebbe derivare dal
termine dialettale ciresa (ciliegia)
e sterebbe ad indicare la provenienza da una località dove si coltivavano
dei ciliegi, tracce di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio a
Dervio (LC) fin dagli inizi del 1400 come leggiamo in uno scritto dell'epoca:
"Millesimo quadringentesimo decimo octavo indizione
undecima die veneris vigesimo octavo mensis Januarij Venerabilis vir Dominus
Presbiter Simon de Cirexis
Prepositus Ecclesie sancti Petri de Dervio et habitator in burgo Bellani
...".
CIRESI
Ciresi, molto molto raro, è tipico del palermitano, dovrebbe derivare
da un nome di località, era consuetudine in epoca tardo medioevale
indicare un terreno con la specie ivi coltivata, "ad
Ciresus" cioè nel terreno dei ciliegi.
CIRI
CIRINI
CIRINO
CIRO
CIRONE
Ciri ha un piccolo ceppo tra spezzino e massese, uno a Grosseto ed uno
a Spoleto e Foligno nel perugino ed a Terni, Cirini, assolutamente rarissimo,
sembrerebbe dell'area del sudmilanese e lodigiano, Cirino ha un ceppo a
Roma, uno a Matrice e Campobasso nel campobassano, uno a San Severo nel
foggiano ed uno in Sicilia, dove è molto diffuso, nell'agrigentino
a Palma di Montechiaro, Grotte e Favara, nel palermitano, a Palermo e Casteldaccia,
nel messinese a Santa Lucia del Mela, Messina, Pace del Mela e San Filippo
del Mela, e nel catanese a Catania, Ramacca e Paternò, ed a Nicosia
nell'ennese, Ciro, estremamente raro è presente soprattutto al sud,
Cirone è del centro sud, dovrebbero derivare, direttamente o tramite
forme ipocoristiche od accrescitive, dal nome latino di origine persiana
Cyrus, si ricorda San Ciro, medico
e vescovo di Alessandria, martirizzato nel 300, il cognome Cirino potrebbe
anche derivare da unb soprannome basato sul termine dialettale siciliano
cirinu (cefalo,
un tipo di pesce).
CIRIACI
CIRIACO
Ciriaci sembrerebbe avere oltre al ceppo laziale, anche uno marchigiano,
Ciriaco sembra originario della Calabria, derivano dal nome latino Ciriacus,
ricordiamo San Ciriaco III° secolo d.C.
integrazioni fornite da Andrea
Ciriaco
Ciriaco: dal nome greco Kiriakòs di un mercenario fermatosi
nelle Marche dopo la battaglia napoleonica a Tolentino.
CIRIELLI
CIRIELLO
Cirielli è specifico di Acquaviva delle Fonti e Bari nel barese
e di Laterza nel tarentino, Ciriello è diffuso in Campania, nel
napoletano a Napoli, Pollena Trocchia, Pomigliano d'Arco, San Sebastiano
al Vesuvio, Sant'Anastasia, Torre del Greco, Cercola e Massa di Somma,
nel casertano a Sessa Aurunca, Mondragone, Cellole, Vitulazio e Teano,
nell'avellinese a Flumeri, Grottaminarda ed Avellino, ed a Benevento, in
Basilicata nel potentino a Ginestra, Marsico Nuovo e Potenza, ed in Puglia,
a Bari e Cassano delle Murge nel barese, a Ginosa e Palagiano nel tarentino
ed a Cerignola nel foggiano, dovrebbero derivare da una forma ipocoristica
dialettale del nome latino di origine persiana Cyrus
(vedi CIRO).
CIRIGLIANO
Cognome originario della zona tra
la Basilicata e la provincia di Cosenza, deriva dal toponimo Cirigliano
(MT)
CIRIGNANO
CIRIGNI
CIRIGNOTTA
Cirignano molto raro sembra specifico dell'area tra materano e foggiano,
Cirigni è quasi unico, Cirignotta assolutamente rarissimo, sembrerebbe
del ragusano, dovrebbero derivare da toponimi o località come
Cirignano (FI) nel Mugello, Cirignano di Bisceglie (BA), Cirignano nel beneventano o Cirignano (MT)
Tracce di questa cognominizzazione si trovano a Lucca nel 1400 con Giovanni
quondam Nicolai Vanni de' Cirignani.
CIRILLA
CIRILLI
CIRILLO
Cirilla è praticamente unico, Cirilli è tipico della fascia
dell'Italia centrale con un ceppo anche nel barese, Cirillo è diffuso
in tutt'Italia, è originario del meridione, presenta più
ceppi, in Campania e nella provincia di Napoli in particolare, nelle Puglie
ed in Calabria, ha origine dal nome medioevale di origine bizantina Cirillus.
CIRINCIONE
CIRINCIONI
CIRRINCIONE
Sia Cirincione che Cirrincione sono tipici del palermitano, di Palermo,
Gratteri e Cefalù, Cirincione ha un ceppo anche a Catania, Cirincioni,
praticamente unico, è dovuto ad un errore di trascrizione, potrebbero
in qualche caso derivare da una modificazione dell'ipocoristico di Ciro.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Entrambi tipici del palermitano, Cirincione e Cirrincione derivano
dall'accrescitivo del siciliano cirinciò,
col significato di cinciallegra, ad
indicare così caratteristiche fisiche o comportamentali che richiamano
alla mente questo piccolo volatile (forse a causa del suo corpo minuto o
del suo canto melodioso o ancora del suo comportamento vivace). Si tratta,
dunque, della cognominizzazione di soprannomi attribuiti ai capostipiti.
CIRINESI
Cirinesi è tipico di Erice e Valderice nel trapanesi, potrebbe prendere
il nome dal fatto di essere il capostipite originario della località
Pizzo Cirina nel palermitano.
CIRIO
Cirio è tipico dell'area ligure, piemontese, di Genova e Cairo Montenoptte
nel savonese e di Torino, Canelli ed Asti nell'astigiano e di Acqui Terme
ed Alessandria nell'alessandrino, dovrebbe derivare dal nome medioevale
latino Cirius di cui abbiamo un esempio
nel 1400 a Napoli: "In nomine domini nostri Jesu
Christi Amen. Anno MCCCLXXVIII°, regnante serenissimo et illustrissimo
domino nosttro Ferdinando, Dei gratia rege Sicilie, Hierusalem et Hungarie,
regnorum vero eius anno primo, feliciter. Amen. Die nono mensis decembris
duodecime indictione, in civitate Fundorum. Nos Paulinus Scornabacca de
Fundis, ad contractus Iudex, Cirius Sanctorius
de eadem civitate Neapolis, publicus ubilibet per totum regnum Sicilie
regia auctoritate notarius ...".
CIRIPICCHIO
Ciripicchio è caratteristico di Montefiascone nel viterbese, si
dovrebbe trattare di un cognome di fantasia, forse attribuito ad un trovatello.
CIRONI
Cironi rarissimo è tipico emiliano del parmense con un ceppo
anche nel pesarese, dovrebbe derivare da un nome di località, il
passo del Cirone, nell'appennino parmense.
CIRRONI
CIRRONIS
Entrambi tipicamente sardi, Cirroni è quasi unico, Cirronis è
specifico del sud della Sardegna, del Medio Campidano in particolare, di
San Gavino Monreale, Sanluri, Pabillonis e Villacidro, con un ceppo anche
a Mogoro nell'oristanese e a Sant'Antioco e Iglesias nell'iglesiente, potrebbero
derivare da un soprannome originato dal termine sardo cirroni
(ciuffo di fili), forse a sottolineare
una particolare capigliatura dei capostipiti.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CIRRONI; CIRRONIS: una ciocca di capelli
= unu cirròni de pilus,
oppure un filamento o batuffolo di cotone o di lino o di lana. Anche il
latino cirrus significa ciocca
di capelli. Lo abbiamo trovato nelle carte antiche, benché
in uscita diversa. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388,
abbiamo: Chirroni Arsòco, majore ville Spasulèe (* Spasulèe
.scomparso. Espasulè - Ispasulè. Mandrolisay o Barbagia di
Belvì); Cironi Joanne, ville Genone ( * Genone .odierno Genoni contrate
Laconi et Partis Alença). Attualmente il cognome Cirroni è
presente in 6 Comuni italiani, di cui 3 della Sardegna: San Sperate 3,
Cagliari 3, Uri 3. Cirronis è presente in 44 Comuni italiani, di
cui 26 in Sardegna: San Gavino M.le 35, Sanluri 17, Mogoro 17, etc.
CIRULLI
CIRULLO
Cirulli ha un grosso ceppo a Roma, uno nel teatino, soprattutto a Schiavi
d'Abruzzo, a Vasto e Gissi, ed uno a Cerignola nel foggiano ed ad Andria
nel barese, Cirullo, molto molto più raro, ha un ceppo a Rossano
nel cosentino, dovrebbero essere di origine slava e derivare dal nome slavo
Ciryl (Cirillo),
ricordiamo San Cirillo, il padre dell'alfabeto cirillico in uso presso
i popoli slavi.
CIRROTTOLA
Originario della provincia di Bari.
CISALE
CISALI
Cisale, assolutamente rarissimo, è campano, di Scafati e Pontecagnano
Faiano nel salernitano e di Boscoreale e Pompei nel napoletano, Cisali
è praticamente unico, sempre campano, dovrebbe derivare da un soprannome
basato sul termine medioevale latino di origini galliche cisale,
cisalis, cioè colui che guidava il cisium
(veloce calesse a due ruote, tirato
da uno o due cavalli).
CISAMOLO
Cisamolo è un tipico cognome veronese di origine cimbra, dovrebbe
derivare da un soprannome dialettale arcaico con il significato forse di
mungitore.
CISARI
Cisari è tipicamente lombardo, dovrebbe trattarsi di una forma arcaica
dialettale del nome Cesare.
CISERANI
Cognome lombardo, specifico delle
provincie di Milano e Lodi, dovrebbe derivare da soprannomi legati al toponimo
Ciserano (BG).
CISLACCHI
Cislacchi sembrerebbe specifico di Romano di Lombardia nel bergamasco,
difficile individuarne l'origine, si potrebbe ipotizzare una derivazione
da toponimi come Cislago nel varesotto o Cislano nel bresciano, ma la cosa
più probabile è che derivi da un toponimo ora scomparso,
ad esempio un possedimento agrario di un Caecilius che con la terminazione
tipica in -acus avrebbe dato origine per aferesi ad un nome come Cislacus.
CISLAGHI
Specifico del nordmilanese, deriva dal toponimo Cislago (VA).
CISMONDI
CISMONDO
Cismondi, molto raro, è tipico del cuneese, Cismondo è quasi
unico ed è comunque del cuneese, dovrebbero derivare da una modificazione
dialettale del nome medioevale germanico Gismund
o da un'alterazione del nome, sempre medioevale germanico, Sigmund, troviamo
tracce di queste cognominizzazioni in Valcamonica con un certo Giovanni
Cismondi fu Giovanni Battista, abitante a Ponte in Val Camonica, citato
come teste in un atto del 1640.
CISTERNA
Cisterna ha un piccolo ceppo a Viterbo e Roma ed uno consistente a Pisticci nel Materano,
dovrebbe derivare dal nome di uno dei tanti paesi chiamati Cisterna presenti
in Italia, come ad esempio Cisterna di Latina nel latinense o Cisterna
nel Frusinate o nel casertano o Castello di Cisterna nel napoletano, o
altre simili.
CISTERNINO
Tipicamente pugliese dell'area che comprende le province di Bari e Brindisi,
deriva dal toponimo Cisternino (BR).
CITELLI
CITELLO
CITI
Citelli ha un piccolissimo ceppo tra mantovano e modenese, ed un piccolissimo
ceppo in Sicilia nel palermitano e nel catanese, Citello, praticamente
unico, sembrerebbe calabrese, Citi è tipicamente toscano dell'area
livornese, pisana, di Livorno e Rosignano Marittimo nel livornese e di
Ponsacco, Capannoli, Pontedera, Pisa, Cascina, Casciana Terme, San Giuliano
Terme e Peccioli nel pisano, dovrebbero derivare direttamente o tramite
una forma ipocoristica da soprannomi basati sul termine italiano medioevale
cito (ragazzo),
forse ad indicare che i capostipiti fossero molto giovani o avessero un
aspetto particolarmente giovanile.
CITERI
CITERIO
CITTERI
CITTERIO
Citeri e Citteri, assolutamente rarissimi, sembrano del milanese, Citerio
è rarissimo e sembra specifico del bergamasco, Citterio è
tipico del milanese e del nord della Lombardia, dovrebbero derivare dal
cognomen latino Citerius, ricordiamo
ad esempio il poeta del IV° secolo d.C. Citerius Sydonius, ma è
pure possibile che derivino da un soprannome stante ad indicare persone
che abitavano al di sotto o al di qua, dal significato latino del vocabolo
citerius.
CITERONI
Citeroni è tipico dell'ascolano, di Ascoli Piceno, Castel di Lama,
Offida e San Benedetto del Tronto, con un ceppo anche a Roma, dovrebbe
derivare da una forma accrescitiva del cognomen latino Citerius
(vedi CITERI).
CITO
Cito è tipicamente pugliese di Foggia, di Locorotondo (BA), di Francavilla
Fontana, Ceglie Messapica, Brindisi, Fasano, Ostuni e San Vito Dei Normanni
nel brindisino, di Tricase e di Carpignano Salentino nel leccese, di Crispiano,
Palagiano, Massafra e Castellaneta nel tarentino, con un piccolo ceppo
anche nel napoletano, potrebbe derivare dall'aferesi di nomi come Anicito,
nome ad esempio dell'undicesimo Papa.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Secondo Minervini 525 Cito sarebbe una variante tarantina e brindisina
del cognome Zito dall'appellativo 'zito
= fidanzato, che corrisponde all'antico
italiano 'citto' = ragazzo.
CITRA
CITRO
Citra è assolutamente rarissimo, Citro è specifico del salernitano
con ceppi anche nel napoletano, nell'avellinese e nel foggiano, dovrebbero
derivare dal nome medioevale di epoca longobarda Citrus
di cui abbiamo un esempio in questo documento del 1054 tratto dal Codice
Diplomatico Cavese: "Tertio decimo anno
principatus domni nostri Gisolfi Ideoque ego Citrus
presbiter filius quondam Iaquinti, de locum Sancta Hagathe finibus Rotense,
sicut michi congruum est vona mea boluntate, heo quod ante presentia Gari
iudici et alii testes, per anc cartulam donavimus atque ad semper abendum
confirmabimus tibi Falconi, filio idem Falconi monachi...", è
pure possibile una derivazioni da soprannomi originati dal vocabolo latino
citrus (cedro).
CITRONI
Sembrerebbe avere tre ceppi, in
provincia di Brescia, nel Trentino ed in provincia di Catanzaro, potrebbe
derivare da soprannomi generati dal toponimo Cirò (KR), come dalla
coltivazione di agrumi.
CITTADIN
CITTADINA
CITTADINI
CITTADINO
Cittadin, molto molto raro, sicuramente veneto, ha un ceppo nel rovigoto
ed uno nel trevisano, Cittadina sembrerebbe ormai scomparso in Italia,
Cittadini ha un ceppo nel bresciano, uno tra marchigiano e perugino ed
uno laziale tra le province di Roma e Frosinone, Cittadino ha un ceppo
nel catanzarese ed uno nel catanese.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Cittadino,
che, al pari del più comune Urbano,
va inteso proprio nel senso etnico di abitante della città (seguendo
un processo identico a quello dei nomi medievali Contadino, Pagano, Villano,
etc, tutti d'origine etnica). Dal punto di vista storico, tracce di questo
nome si trovano a Siena nel corso del '200, con diversi personaggi come
Cittadino di Dietaviva, Cittadino di Guido di Siena, un Cittadino giudice
e una certa Cittadina, moglie di Piero di Citto. Per quanto riguarda i
cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi
personali dei capostipiti, anche se in alcuni casi non è esclusa
una derivazione da soprannomi ad essi attribuiti.
CITTO
Citto, molto raro, ha un piccolo ceppo a Lizzano nel tarantino ed a Tricase
e Cannole nel leccese, ed uno, altrettanto piccolo, a Messina, dovrebbe
derivare da un soprannome originato dal termine italiano arcaico citto
(ragazzo).
CITTON
CITTONE
CITTONI
Citton è tipico di Borso del Grappa nel trevisano, di Venezia e
di Bassano del Grappa, Romano d'Ezzelino, Cassola e Mussolente nel vicentino,
Cittone ha un piccolo ceppo a Milano, probabile frutto di errate trascrizioni
del precedente, così come l'assolutamente rarissimo Cittoni, dovrebbero
derivare da accrescitivi del nome medioevale Citto,
una forma ipocoristica aferetica del nome Francesco,
ma potrebbero anche derivare da un soprannome basato su forme accrescitive
del termine dialettale veneto citto
(zitto, quieto).
CIUCA
Ciuca, estremamente raro, è tipico dell'aquilano, di Ocre e de L'Aquila,
potrebbe essere di origine ebraica e derivare dal nome Chouchan
(pronuncia Ciukan), ma molto più probabilmente deriva dal termine
arcaico italiano ciuca (asina),
forse ad identificare così nel capostipite uno che si serviva di
un asina per il trasporto di cose.
CIUCCHI
Ciucchi è tipico del fiorentino, di Firenze, Dicomano e Vicchio,
potrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo toscano arcaico
ciucco (sciocco,
grullo), difficile una derivazione dal termine italiano più
recente ciucco (ubriaco,
sbronzo), bisogna però considerare che Ciucco
in epoca medioevale era anche un nome, una forma ipocoristica aferetica
di Francesco, un esempio di quest'uso
lo troviamo in una pergamena del 1366: ".Sindicos
Procuratores certos nuntios spetiales discretos viros dominum Lodovicum
Mercati de Luca legum doctorem Johannem ser Jacobi Scarsi de Comitibus
de Pisis Ser Nicolaum Ser Opinthi Dombellinghi notarium de luca fratrem
Benedictum quondam Ciucchi
de Camugliano de Subgromineo et fratrem Andream quondam Petrucci
de Luca fratres dicti Ordinis.".
CIUCCI
CIUCCIO
Ciucci è molto diffuso nella fascia dell'Italia centrale, in Toscana
soprattutto nel lucchese, pisano e livornese, nelle Marche nel maceratese
e nell'ascolano, in Umbria, nell'aquilano e nel Lazio nel viterbese e nel
romano, Ciuccio sembra avere due ceppi, a Napoli e nel salernitano, zona
di Capaccio e Trentinara, dovrebbero derivare dal nome medioevale Ciuccio
, una delle tante forme ipocoristiche aferetiche del nome Francesco,
di cui un ipocoristico è Francescuccio,
che per aferesi diventa Cuccio e, con
l'aggiunta di una -i- epentetica diventa
Ciuccio, un'altra ipotesi li potrebbe
far derivare da un soprannome legato al vocabolo ciuccio
(asino), Di questo nome abbiamo un
esempio nel 1300 a l'Aquila, dove in un atto compare un certo Ciuccio di
Nericola.
CIUCHINI
CIUCHINO
Ciuchini ha un piccolo ceppo nel perugino a Marsciano ed a Todi, uno a
Gradoli nel viterbese ed uno a Roma, Ciuchino è praticamente unico,
potrebbero derivare dal mestiere di trasportatore tramite asini, forse
svolta dal capostipite, che poteva così essere identificato come
quello dei ciuchi, soprannome che potrebbe poi essere divenuto cognome
in epoca abbastanza recente.
CIUFFI
CIUFFINI
CIUFFO
Ciuffi, abbastanza raro, sembra avere due ceppi in Toscana a Massa e a
Firenze ed uno nel chietino, Ciuffini, sempre raro, è tipico della
fascia centrale che comprende il perugino, l'aquilano e la provincia di
Roma, Ciuffo, molto molto raro, sembra specifico della zona di Sapri nel
salernitano al confine con il basso potentino, potrebbero derivare da modificazioni
del nome etrusco Ciufenna, è anche possibile una più recente
derivazione da un soprannome legato a caratteristiche fisiche.
Ciuffoli è specifico della zona tra Rimini e Pesaro, a Morciano
di Romagna, Rimini, Riccione, San Giovanni in Marignano, Montefiore Conca
e Cattolica nel riminese ed a Pesaro, Ciuffolini ha presenze nel marchigiano
ed un piccolissimo ceppo a Roma, Ciuffolo è estremamente raro, dell'area
tra pescarese, teatino e campobassano, Ciufoli è tipico del romano,
di Roma e Marino in particolare, Ciufolini è caratteristico di Campagnano
di Roma con un piccolo ceppo nel reatino a Frasso Sabino, Ciufolo sembrerebbe
unico ed abruzzese, tutti questi cognomi potrebbero derivare da soprannomi
basati su forme ipocoristiche, anche dialettali, del termine italiano ciuffo
(ciocca di capelli, d'erba, ecc.),
forse ad indicare nei capostipiti delle capigliature mnolto rigogliose,
ma una seconda ipotesi propone la possibilità di una derivazione
da soprannomi dialettali originati dal termine ciufolo
(zufolo, fischio).
CIUFFONE
CIUFFONI
Ciuffone, estremamente raro, è del teramano, Ciuffoni, solo leggermente
meno raro, dovrebbe avere un'origine nell'area umbro, marchigiano, abruzzese,
potrebbero derivare da soprannomi riferiti a caratteristiche fisiche del
capostipite, ma non si può escludere una derivazione da un'italianizzazione
ed alterazione del nome etrusco Ciufenna o
del suo derivato latino Ciufennius,
esiste inoltre la possibilità con una connessione con l'area bagnata
dal torrente Ciuffenna nell'aretino,
un affluente dell'Arno, area che potrebbe essere stata la zona di provenienza
del capostipite, tracce abbastanza antiche di queste cognominizzazioni
le troviamo in Costa di Trex, frazione di Assisi.
CIUFFREDA
CIUFFRIDA
Ciuffreda è tipico del foggiano, di Monte Sant`Angelo, Manfredonia,
Foggia e Mattinata, Ciuffrida, assolutamente rarissimo, è probabilmente
frutto di errori di trascrizione del precedente, dovrebbero derivare da
variazioni del nome medioevale normanno di origine germanica Godefrida
(vedi GIUFFRIDA).
CIULLA
Originario della Sicilia orientale.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Ciulla è cognome messinese , calabrese e napoletano. Viene dal
termine calabrese 'ciullu' = stupido,
ignorante. In Sicilia può essere anche il vezzeggiativo
di Lucia. Rohlfs 72.
CIULLI
CIULLO
Ciulli ha un grosso ceppo toscano, a Firenze, Campi Bisenzio, Montaione
e Sesto Fiorentino nel fiorentino, a Prato, a Livorno, Cecina e Rosignano
Marittimo nel livornese, un ceppo a Poggibonsi nel senese ed uno a Montopoli
in Val d'Arno e San Miniato nel pisano, un ceppo ad Avezzano nell'aquilano
ed uno a Roma, ed un ceppo a Castellaneta nel tarentino, Ciullo ha un ceppo
romano, uno campano, a Benevento e San Leucio del Sannio nel beneventano,
a Napoli, a Capaccio nel salernitano ed a Gesualdo nell'avellinese, uno
salentino nel leccese a Taurisano, Ruffano, Acquarica del Capo, Ugentu,
Patù, Presicce, Salve, Morciano di Lecce, Castro e Lecce, a Brindisi
ed a Taranto, ed uno, molto piccolo siciliano nel palermitano a Bagheria
e a Balestrate, dovrebbero derivare da soprannomi attribuiti ai capostipiti, basati sul termine italiano
arcaico di origini toscane ciullo, una forma aferetica
di fanciullo, con il significato di
inesperto, ignorante, un poco sciocco.
CIUMMEI
Ciummei, molto molto raro, è tipicamente toscano, dell'area grossetano,
livornese e dell'isola d'Elba, derivava da un soprannome basato su di un
termine dialettale locale antico ciummei,
che significa grossi asini, come si
può leggere nel Compendio della storia
di Portoferraio attribuito all'abate G. Casti: "...Osservasi
dai nomi stessi e vocaboli di Portoferraio quanto sia odiabile: perchè
vi si trova casa Turchi, casa Traditi, casa Potta di Ferro. casa Bombole
fresche, casa Poffardio, casa Bramacazzi, casa Ciummei,
(che vuol dire in lingua romagnula Asini Grossi), casa Armati, casa Folèna,
casa Zipoli, ecc....".
CIUNI
Molto raro è tipico siciliano dell'agrigentino, dovrebbe derivare
dall'aferesi di una modificazione dialettale di nomi come Bonifacius, Sulpicius
e simili; questo cognome si trova a Campobello di Licata (AG) almeno dal
1700.
CIURCINA
Ciurcina, abbastanza raro, tipicamente siciliano, di Siracusa e Buccheri
nel siracusano, dovrebbe essere di origini greche e derivare dall'italianizzazione
del cognome greco Corkinas o Korkinas.
CIURLETTI
Ciurletti è specifico di Trento, dovrebbe derivare dal termine arcaico
ciurletto, sorta di uccello, così
chiamato per il suo volo fatto in cerchio, dal verbo ciurlare
(muoversi in giro, in tondo, prendere in giro),
bisogna comunque tener presente che con il termine ciurletto si indicava
anche qualcuno la cui parola fosse poco affidabile, forse una caratteristica
attribuibile al capostipite.
CIURLI
CIURLINI
CIURLINO
CIURLO
Ciurli è decisamente toscano, tipicamente del livornese, di Livorno,
Rosignano Marittimo, Piombino, Vampiglia Marittima, Colle Salvetti, Cecina
e San Vincenzo, con presenze anche aPisa, Castelfranco di Sotto e Lari
nel pisano, a Fucecchio e Firenze nel fiorentino ed a Grosseto, Ciurlini
è quasi unico, mentre Ciurlino è specifico di Francavilla
al Mare nel teatino, Ciurlo, molto raro, è tipicamente genovese,
questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici,
da soprannomi originati dal termine italiano arcaico ciurlo
(malfermo, che tentenna, instabile),
o anche dall'alterazione toscana del nome del chiurlo,
un tipo di uccello.
CIUSANI
CIUSSANI
Sono cognomi specifici della provincia
di Milano, dovrebbero derivare da soprannomi legati al toponimo Giussano
nel milanese.
CIVALLERI
Civalleri, tipicamente piemontese, ha ceppi nel cuneese a Peveragno, Cuneo,
Saluzzo, Cardè e Verzuolo, dovrebbe derivare dall'italianizzazione
del cognome medioevale di origine provenzale Civallerius,
che troviamo nel genovese nella seconda metà del 1300.
CIVARDI
Specifico dell'area tra Milano Pavia e Piacenza, dovrebbe avere anche un
ceppo in provincia di Genova, dovrebbe derivare da una modificazione del
nome medioevale di origine germanica Gisward (Husward).
CIVASCHI
Dovrebbe essere originario della
provincia di Milano, potrebbe essere derivato da soprannomi originati dal
toponimo Civate (LC) o Civenna (CO).
CIVATI
CIVATTI
Entrambi tipicamente lombardi, Civati è specifico di Monza, Sesto
San Giovanni, Milano, Brugherio e Lissone nel milanese e di Albavilla,
Erba, Como e Ponte Lambro nel comasco, Civatti è quasi unico ed
è quasi sicuramente dovuto ad un'errata trascrizione del precedente,
dovrebbero derivare dal nome del paese lecchese di Civate, la terminazione
in -i è dovuta ad una forma
genitiva di provenienza (di Civate).
CIVENNI
Estremamente raro parrebbe di origini
forlivesi, dovrebbe derivare dall'aferesi di Bencivenni nome beneaugurale
medioevale come Bencivenga di cui si hanno tracce già nel 1200,
ecco cosa si legge in un atto notarile del 1218: "...silicet
Ildebrandino et Jacopo Cavalcantis et Ranerio Ranucci pro tertia parte
et Gundo et Ranuccino et Bencivenni Gislincionis
recipientibus pro se et Boninsegna predicto ...".
integrazioni fornite da Fulvo Farneti
In una ricerca su di un Liber Baptizandorum di Teodorano,
nel comune di Meldola in provincia di Forlì, che copre il periodo
dal 1570 al 1596, è presente un grosso nucleo familiare dal cognome
già "consolidato" CIVENNI. Esiste come toponimo una Casa Civenni
facente parte di una unità poderale verosimilmente di proprietà
della famiglia.
CIVETTA
Civetta ha vari ceppi, uno nell'alto comasco, uno nel parmense, uno, il
più consistente a Roma, uno nel napoletano, beneventano e foggiano
e nel barese, potrebbe derivare da soprannomi o dal nome medioevale Civetta,
uccello dedicato a Minerva, che era sinonimo di sapienza e di saggezza.
CIVIDINI
CIVIDINO
Cividini è tipico del bergamasco, di Dalmine, Bergamo e Martinengo
soprattutto, con un piccolo ceppo anche nell'udinese, Cividino, molto molto
raro, sembrerebbe dell'udinese, dovrebbero derivare dal toponimo Cividino
(BG), ma è pure possibile una derivazione dal nome medioevale Cividinus,
nome che viene ad esempio riportato in un elenco degli appestati di Gemona
del Friuli risalente al 1575. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo
ad esempio a Somnasca (BG) in un testamento del 1630: "...Francisci
Cividini omnibus etc. asserentur et pro secundis
notaris D. D. Julio et Jacobo Minottis notaris etc...".
CIVIELLO
CIVILLA
CIVILLO
Civiello sembra specifico di Forenza nel potentino, Civilla, molto molto
raro, è tipico del basso Salento zona di Minervino di Lecce e di
Presicce, Civillo, praticamente unico, sembrerebbe del salernitano, potrebbero
derivare da modificazione dialettali del cognomen latino Civilis.
CIVILETTI
CIVILETTO
Civiletti, il più comune dei due, è specifico di Palermo,
Civiletto è sempre del palermitano, di Cerda, Valledolmo e Palermo,
dovrebbero derivare da forme ipocoristiche del cognomen latino Civilis,
ma potrebbe anche derivare da soprannomi originati dal termine latino civilis
(educato, amabile), forse una dote
dei capostipiti.
CIVITELLA
Civitella è diffuso in Lazio, Abruzzo, Molise e Campania settentrionale,
dovrebbero tutti derivare dai moltissimi toponimi omonimi, come ad esempio
Civitella (RI), (CB), (IS), (AQ), Civitella di Licenza (RM), ecc.
CIVITILLO
Civitillo è tipicamente campano, del casertano, di Piedimonte Matese
e di Alvignano, e soprattutto del beneventano di Cusano Mutri, dovrebbe
derivare dal toponimo Civitella Licinio nel beneventano o da Civitella
Larino (CB).
CIVOLANI
Civolani è tipicamente emiliano del bolognese ed in particolare
di Bologna ed Imola e di Ferrara, potrebbe derivare come etnico della zona
del canale della Civola nel veneziano, ma molto più probabilmente
deriva da soprannomi legati al termine arcaico dialettale civola
(cipolla) ad indicare il
mestiere di braccianti agricoli.
CLAPASSON
Clapasson, estremamente raro, è tipicamente valdostano, e del torinese,
dovrebbe trattarsi di una forma etnica originata dalla voce preceltica
clap (pietra),
che ha dato origine al nome di molte località come ad esempio il
Col de Clapier tra Savoia ed Italia vicino a Susa, zona Moncenisio.
CLAPS
Claps è lucano del potentino, di Potenza in particolare e di Avigliano,
Pignola, Genzano di Lucania e Cancellara, l'origine di questo cognome dovrebbe
essere probabilmente francese e derivare dalla radice preceltica clapp
(pietra, sasso), radice che ha dato
luogo a molti toponimi e cognomi, come, a solo titolo di esempio, Clappaz
in Savoia.
CLARICE
CLARICI
Clarice e Clarici sono assolutamente rarissimi e sembrerebbero originari
del centro Italia, probabilmente del Lazio, dovrebbero derivare dal nome
medioevale Claricius (Clarisso), tracce di questa cognominizzazione le troviamo
a Imola tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500 con Gerolamo Claricio
tipografo e letterato, nel pavese nella seconda metà del 1500 con
Johannes Baptista Claricius incisore e topografo.
CLARICH
CLARICINI
Clarich è tipico triestino, Claricini quasi scomparso è friulano,
derivano da modificazioni del cognomen latino Clarus, tracce di questa
cognominizzazione le troviamo nel 1300 con un certo Antonio de Claricini
notaio a Cividale.
CLASADONTE
Clasadonte è specifico di Chiaravalle Centrale nel catanzarese,
dovrebbe derivare da un soprannome grecanico con il significato di spaccadenti..
CLAUDI
CLAUDIA
CLAUDIO
Claudi ha vari piccoli ceppi nel centro Italia a Scarperia nel fiorentino,
a Camerino nel maceratese ed a Roma, ed ha anche un piccolo ceppo a Napoli,
Claudia, quasi unico, è forse del centrosud, Claudio ha vari ceppi
al nord, uno nel teatino, uno nel barese ed uno nell'alto cosentino, dovrebbero
tutti derivare dal nomen latino Claudius
o dal suo equivalente italiano Claudio,
Claudia, la gens Claudia fu
una delle più importanti gentes romane, di antica origine sabina,
ebbe sia rami patrizi che plebei.
CLAUDIANI
CLAUDIANO
Claudiani è tipico della zona tra Terni, Narni nel ternano e Orte
nel viterbese, Claudiano, quasi unico, parrebbe campano, dovrebbero derivare
dalla Gens romana Claudia nel senso
di appartenenza o meglio proprietà di esponenti di quella gens forse
in qualità di liberti, o come cognomen acquisito a seguito di un'adozione.
CLAUDINI
CLAUDINO
Entrambi estremamente rari, forse emiliani, dovrebbero derivare dal cognomen
latino Claudinus, tracce di questa cognominizzazione si trovano a Milano
nel 1300, in un atto del 1356 si legge: "...consignaverunt
et consignant dominis presbitero Gratio Vicemale, Claudino
de Pirovano (località
del comasco), Comolo de Pirovano..."
e a Bologna nel 1600 con il più famoso professor Giulio Cesare Claudino:
"...Iulii Caesaris Claudini
philosophi et medicini Bononiensis excelentissimi, publicae. medicinae
practicae professoris ordinarij ...", sempre in Emilia, ad Ozzano
i Claudini figuravano tra le famiglie più importanti.
CLAUSI
CLAUSO
Clausi ha un ceppo nel crotonese a Crotone, Cotronei e Verzino ed uno nel
cosentino a Cosenza, Aprigliano, Rende e Petrafitta, presenta inoltre piccoli
ceppi, probabilmente secondari, a Roma e Napoli, ed in Sicilia a Mazzarino
nel nisseno ed a Palermo, Clauso è quasi unico, potrebbero derivare
dal nome medioevale latino di origine germanica Clausius,
derivato dalla forma aferetica contratta del nome Nicholaus,
dell'uso di questo nome abbiamo un esempio nel quarto secolo: "..Felicissimus
poeta tragicus, Antonius Clausius,
quoties in theatris pluribus Stiliconem ostendit coniuratione in lucem
protracta, ipsum sibi manus attulisse finxit: at ubi Tragoediam hanc cum
ceteris iuris publici facturus, ad limam ultimam omnia revocavit; ad historiam,
quam ante reliquerat, consulto reversus est; nec iam sua manu Stiliconem
tollit, sed iustitiae tradit, abducendum, et supplicio afficiendum, quemadmodum
rem contigisse illorum temporum historia docet..".
CLAVERI
CLAVERIO
Assolutamente rarissimi, potrebbe essere di origini napoletane e derivare
da Claverius antichissimo nome della città: "Neapolis
urbs ante Partenope dicta est prius Claverius", tracce di questa
cognominizzazione la troviamo a Potenza nel 1600 con il vescovo Bonaventura
Claverio (1646-1672).
CLEMENO
Assolutamente rarissimo, potrebbe essere di origini calabresi, dovrebbe
derivare dal nomen latino Clemenus, nome portato ad esempio da Clemenus
Romanus (30-100) figlio di un Faustino, senatore romano, venne fatto Papa
e sotto il suo pontificato avvenne lo scisma di Corinto.
Clemente è diffuso in tutt'Italia, ma particolarmente al sud ed
in provincia di Udine, Clementi è diffuso in tutto il centro nord,
Marche, Umbria e Lazio in particolare, Clementina, che sembrerebbe unico,
e Clementino, che lo è quasi, sono probabilmente dovuti ad errori
di trascrizione di Clementini, che è tipico dell'Italia centrale,
del perugino, del reatino e del romano in particolare, derivano tutti,
direttamente o tramite ipocoristici, dal cognomen latino Clemens
o dalla sua italianizzazione Clemente,
nomi probabilmente portati dai, o dalle, capostipiti.
CLEMENTONI
Abbastanza raro è tipico del teramano, della zona di Martinsicuro,
Tortoreto e Corropoli, deriva da un soprannome legato al nome Clemente.
CLEOPAZZO
Cleopazzo, molto raro, è specifico del leccese, di Galatone, Nardò
e Galatina, dovrebbe derivare dal nome greco Cleopatros,
probabilmente attribuito al capostipite, con il significato di gloria
del padre, formato dall'unione dei termini κλεος
(kleos) che significa gloria
con πατρος (patros)
che significa padre.
CLERICI
Decisamente lombardo, deriva dal
nome latino Clericus (dedicato al Signore), esistono tracce di questo cognome
già 1300, in un atto riportato integralmente (hic)
si legge: "...a meridie strata, a sero heredum Clerici
de Salarano fictalium heredum domini Bertrami de Salarano ...",
nel 1600 quando Giorgio Clerici di origine comasca, è a Milano mercante
utens stratis e negoziante, la sua famiglia, già ricca, assume feudi
nella zona di Cuggiono (MI) .
CLERICO
Tipico piemontese, del torinese e cuneese, ha un ceppo forse secondario
anche a Pescara, deriva dal nome latino Clericus a sua volta derivato dalla
funzione di uomo di chiesa, come si evince da questo scritto di epoca longobarda
della fine del 700: "...Et hanc breue scripsi ego
Raspert Clericus,
anno domni Desiderii primo, kalendis ianuaria, indictione undecima...".
CLO
Clo, molto raro, è specifico del modenese, di Modena e Vignola,
potrebbe trattarsi di un matronimico e derivare da una capostipite di nome
Cloe, come potrebbe derivare da una
forma apocopaica di nomi come Clocarius
o Clodoveo.
CLODIG
Clodig è un cognome assolutamente rarissimo, sicuramente friulano
di origine slovena, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal diminutivo
del termine slavo hlod (tronco,
fusto) forse grazie ad una corporatura particolarmente robusta
e forte del capostipite.
CLODOVEO
Clodoveo, quasi scomparso, dovrebbe derivare dal nome germanico Hlodwig,
nome che trae origine dal vocabolo hlod (gloria)
e wig (battaglia,
combattimento), latinizzato pima in Hlodoveus,
modificato poi in Clodovaeus: "..nihilomnus
Lambectus edidit Clodovaeus,
haec adisciens "ita ibi scriptum est pro Hlodoveus
sive Lodoveus hoc est Ludowicus" quod adducendus, existimavimus, ut lectores
de ceteris quoque, quibus solam codicum auctoritatem secuti a Lambecio
discedimus, iudicium ferre possinta..".
CLON
CLUN
Clon è quasi unico, sicuramente friulano, sembrerebbe dell'area
tra estremo udinese, goriziano e triestino, Clun, pochissimo diffuso,
sembrerebbe triestino, di difficile interpretazione, si potrebbe proporre
una derivazione da una variazione dialettale del termine slavo konj
(cavallo), ma si tratta di un'ipotesi
di pura fantasia, è anche possibile una derivazione da un soprannome
originato dal termine polacco klon
(acero).
CLORI
Clori ha qualche presenza nel Lazio e nel teramano ed un piccolo ceppo
in Puglia, a Cerignola nel foggiano e nel barese, dovrebbe derivare dal
nome greco Clori, che nella mitologia
rappresenta l'erba di campo al risveglio primaverile, moglie di Zefiro (vento
primaverile), mito ripreso dal poeta latino Ovidio.
CLOT
Clot, molto molto raro, è tipico del torinese, in particolare di
Pinasca, potrebbe derivare dalla forma tronca del nome franco Clodoveus
o dal francese Cloud, ma, molto più probabilmente, deriva dalla
sincope del nome germanico Hlothari
a sua volta derivato dai termini hlod
(gloria) e hari
(guerriero),
dove la acca aspirata si è trasformata in C dura.
integrazioni fornite da Daniele
Zaia
potrebbe derivare da una parola provenzale che indica un fondo recintato.
CLOTIR
Quasi scomparso parrebbe tipico della Piana degli Albanese in Puglia, dovrebbe
essere di origini albanesi, esiste un'ipotesi che lo farebbe derivare dal
nome di origine franca Clothair.
CLOZA
CLOZZA
Cloza, quasi unico, dovrebbe essere un'alterazione di Clozza, che, assolutamente
rarissimo, è tipicamente friulano dell'udinese, si dovrebbe trattare
dell'italianizzazione slavizzante del termine tedesco klotz
(ceppo, tronco) (vedi
anche KLOTZ), usato forse come soprannome, o anche un'italianizzazione
del termine slavo hlod, con il medesimo
significato di klotz.
CLUDI
Cludi è specifico di Pieve di Cento nel bolognese, assolutamente
rarissimo, dovrebbe derivare dal nome medioevale Cludus,
di cui abbiamo un esempio nel O Neali et eorum
nostro tempore rebelliones del 1567: "...
caput altius exeruerunt, acerba in populum tyrannide grassantes, et insolenti
fastidio elati principum, ducum, marchionum, comitum titulos prae nomine
O Neal dedignati. Conus Coni filius cognomento Bacco, id est Cludus,
patri dignitate O Neal successit, qui suis posteris male imprecatus si
vel Anglice loqui discerent vel triticum sererent vel aedes extruerent,
sollicito timore ne Angli his invitamentis in suos agros pellicerentur...".
CO
CO'
Sia Cò che Co sembrerebbero di origine bresciana, ma potrebbe sussistere
anche un ceppo piacentino, dovrebbero derivare da un soprannome dialettale
generato dal vocabolo cò (testa)
che potrebbe essere relativo a caratteristiche fisiche o intellettive
del capostipite.
COANA
Assolutamente rarissimo, sembrerebbe veneziano, probabilmente di origini
albanesi, tracce di questa cognominizzazione si trovano a Venezia fin dal
1700.
COATI
COATO
COATTI
COATTO
Coati è tipico di Verona, San Pietro in Cariano e Marano di Valpolicella,
Coato, assolutamente rarissimo, parrebbe del veneziano, Coatti, oltre al
ceppo veronese ne ha uno romagnolo nel ferrarese ad Argenta e Ferrara e
nel ravennate, a Ravenna ed Alfonsine, Coatto ha un ceppo a Verona, Sant`Ambrogio
di Valpolicella e Negrar, dovrebbero tutti derivare dal termine latino
coactus (costretto,
forzato), la cui attribuzione è forse risalente all'epoca
del dominio ostrogoto, quando gli schiavi vennero trasformati in servi
della gleba, liberi, ma costretti al lavoro dei campi al servizio dei feudatari.
COBAU
Cobau, molto raro, è tipico di Trieste, di origini etimologiche oscure, potrebbe forse derivare da una forma etnica slovena relativa a paesi dell'udinese come Kobijak o Kobiunjak
o Krvavi in Slovenia.
COBBE
Cobbe è specifico del basso trentino, di Rovereto e Vallarsa, con
un ceppo anche a Bolzano, potrebbe derivare da una forma aferetica del
nome Giacobbe, ma è pure possibile che derivi da un soprannome originato
dalla deformazione del termine cimbro chiobe
(fede).
COBIANCHI
COBIANCO
Cobianchi ha un ceppo lombardo nel milanese e nel pavese ed uno emiliano
nel parmense e tra bolognese e ferrarese e nel veneto rovigoto, Cobianco
ha un piccolo ceppo nel milanese ed uno ancora più piccolo nel rovigoto,
dovrebbero derivare da soprannomi dialettali attribuiti al capostipite,
probabilmente canuto, cioè dalla testa (cò)
bianca.
COCCHI
COCCO
COCHI
COCO
Cocchi ha un nucleo tra Emilia ed alta Toscana, con ceppi anche in Lombardia
e nel Lazio, Cocco è tipicamente panitaliano con un nucleo importantissimo
in Sardegna, Coco. anch'esso panitaliano ha un grosso nucleo in Sicilia
ed in Puglia, Cocchi, non molto comune, sembrerebbe tipico dell'area romano,
latinense, derivano tutti dal nome medioevale Coccus
o Cochus di cui troviamo un
esempio negli Annales Pisani all'anno 1159:
"...A. D. MCLVIIII. Coccus
consul duas turres in estate in portu Magnali incepit et fontem ad Sanctum
Stefanum de portu Pisano pro utilitate marinariorum ordinavit et munivit..."
e nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale
in un atto di vendita del 1192 scritto in Melegnano come teste è
citato un Martinus Cochus. Un principio di questa cognominizzazione
la troviamo fin dal XII° secolo in Lombardia nel Codice
Diplomatico della Lombardia medievale in una Carta venditionis redatta
a Milano leggiamo: "...habet semper iure et ratione
ab omni contradicente homine et maxime a Gibuino et a Bontempo germanos,
filios quondam Iohannis Cocco...".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cocchi è patronimico dal personale medievale Coccus,
Cocculus (sec. XI), al quale va ascritto un particolare significato
affettivo, come l'italiano còcco, còccolo,
usato nei riguardi dei bambini e di persone care. Un Cokinus, teste ad
un atto del vescovo di Modena Enrico, è citato nel 1161. Col cognome
Cocchi va anche il suo derivato Cocconi, presente a Carpi e in area reggiana.
Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
COCCI
COCCIA
COCCIO
COCCIONE
COCCIONI
Cocci, non comune, ha ceppi nel pratese, fiorentino, aretino, pesarese
e riminese, nel perugino, maceratese ed ascolano e nel romano, Coccia è
molto diffuso soprattutto nell'Italia Centrale, ha un piccolo ceppo nel
riminese, ma il grosso è tra perugino, anconetano, maceratese, ascolano,
tutti gli Abruzzi, tutto il Lazio, il campobassano, il napoletano ed il
foggiano, Coccio, quasi unico è del centro Italia, Coccione ha un
ceppo a Pescara ed a Poggiofiorito nel teatino, Coccioni ha qualche presenza
nelle Marche ed un ceppo nel romano a Roma e Tivoli, dovrebbero derivare,
direttamente o tramite una forma accrescitiva, dal nome latino Coccius,
il nome gentilizio della Gens Cocceia, che aveva
possedimenti in centro Italia e nel beneventano, anche se non si
può escludere che in qualche caso possano derivare da forme ipocoristiche
dialettali originate da espressioni aferetiche contratte originate dal
nome Francesco. Troviamo trecce di
queste cognominizzazioni nel 1400 con lo storico veneziano Marcus Antonius
Coccius Sabellicus (1436-1506).
COCCIOLONE
Cocciolone è specifico de L'Aquila, potrebbe derivare da un soprannome,
del quale abbiamo alcuni esempi d'uso in Abruzzo, o anche dal nome del
paese di Occhiarvullo Cocciolone nell'iserniese, forse luogo d'origine
del capostipite.
COCCODE'
COCCODI
COCCODI'
Coccodè è praticamente unico, così come Coccodì,
Coccodi, estremamente raro, è tipico del cagliaritano, di San Sperate
e Monastir, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal verso della
gallina, coccodè, a questi soprannomi
veniva anticamente attribuito un significato di timido
e codardo, forse volendo così
sottolineare una caratteristica comportamentale del capostipite.
COCCOLLONE
COCCOLONE
Coccollone è specifico di Fonni nel nuorese, Coccolone, quasi unico,
è una variante dovuta probabilmente ad un errore di trascrizione
del precedente, potrebbero derivare da un soprannome originato da un termine sardo
logudurese per nanerottolo, probabilmente a sottolineare una statura particolarmente bassa del capostipite. integrazioni fornite da Giuseppe Concas
COCCOLLONE; COCCOLONE: a coccoloni
(coccollǒi), significa in
spalla, portare a coccolone, nei dialetti centrali ed in Logudoro(Wagner)
= portare in spalla con le gambe intorno al collo, che noi in Campidano
chiamiamo a peis in coddu, con le gambe
sulle spalle strette intorno al collo. Qui in Campidano ( e non solo) inoltre,
per trasportare un sacco, generalmente pieno a metà, o di granaglie,
o di olive o di mandorle o d'altro, con uno spago si lega l'estremità
del sacco stesso in modo da ricavare una specie di "cappuccio"
> cugullòni > cugullǒi
( in latino cucullus), da mettere in
testa, ed il resto sulle spalle. Facendo dei buchi appropriati nel sacco
( ad esempio per metter fuori la testa e le gambe) si può
trasportare benissimo e comodamente anche un bambino, non con le gambe
strette intorno al collo, bensì ai fianchi del trasportatore. Siamo
convinti, infine (non in perfetto accordo con il Wagner) che "a coccollone"
dei dialetti centrali, corrisponda esattamente a questo modo di trasportare
una persona, verosimilmente un bambino(soprattutto nei sentieri di montagna).
Attualmente il cognome Coccolone è presente in 11 Comuni italiani,
di cui 10 in Sardegna: Fonni 57, Nuoro 15, Cagliari 8, etc. Coccolone è
presente in 5 Comuni della Sardegna: Fonni14, Villanovatruschedu 8, Oristano
3.
COCCONCELLI
COCCONI
Cocconcelli dovrebbe essere emiliano,
delle provincie di Parma e Piacenza, Cocconi specifico della provincia
di reggio Emilia, l'origine dei cognomi fa riferimento a soprannomi derivati
dal vocabolo cocco (coccolo), o a derivazioni dal nome medioevale Coccolus.
COCEANIC
COCEANIG
KOCIANCIC
KOCJANCIC
Coceanic, quasi unico, Coceanig, molto molto raro sono dell'udinese, Kociancic,
praticamente unico, è una diversa forma di Kocjancic che è
specifico del goriziano e del triestino si tratta di forme italiane del
cognome slavo Kocjanic patronimico
derivato da Kocjan la forma slava del
nome latino Cantianus (Canziano), la
devozione a San Canziano, santo nativo di Aquileia (UD) è molto
diffusa in tutto il Friuli ed in Slovenia.
COCETTA
COCETTI
Cocetta è tipicamente friulano, di Gonars, Bicinicco ed Udine nell'udinese
e di Capriva del Friuli nel goriziano, Cocetti, molto raro, è giuliano
di Trieste, dovrebbero derivare da ipocoristici dell'italianizzazione del
nome slavo Kocjan (Canziano).
COCLI
COCLITE
COCLITI
Cocli è praticamente unico, Coclite, molto raro, ha un ceppo nel
teramano ed uno nel leccese, Cocliti, quasi unico, è presente solo
nel piacentino, dovrebbero derivare dal nome latino Cocles,
Coclitis (che ha il significato di scontroso
e rozzo) di cui abbiamo un illustre esempio nell'Orazio Coclite
citato in Ab Urbe condita di Tito Livio:
"...Cum hostes adessent, pro se quisque in urbem
ex agris demigrant, urbem ipsam saepiunt praesidiis. Alia muris, alia Tiberi
obiecto videbantur tuta: pons sublicius iter paene hostibus dedit, ni unus
vir fuisset, Horatius Cocles;
id munimentum illo die fortuna urbis Romanae habuit......".
COCOZZA
Tipicamente campano, ha forse un ceppo secondario nel barese, dovrebbe
derivare da un soprannome scherzoso legato al vocabolo dialettale cocozza
(zucchina); tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Napoli agli
inizi del 1700 con Donato Cocozza costruttore del Palazzo Partanna
in Piazza dei Martiri; tra i Cocozza troviamo Marchesi e Baroni.
COCULLO
COCULO
Cocullo è quasi scomparso, Coculo è tipico della provincia
romana, di Artena in particolare, dovrebbero derivare dal toponimo Cocullo
nell'aquilano, ma è anche possibile una derivazione da soprannomi
originati dal termine latino cucullus
(copricapo).
COCUZZA
Decisamente siciliano, deriva da
un soprannome generato dal vocabolo dialettale cocuzza (testa), o, se più
antico, può derivare dal vocabolo greco kokkuzo (canto come un gallo).
CODA
CODE
CODI
CODO
Coda ha un ceppo piemontese, uno nel milanese e pavese, uno nel napoletano
e salernitano, uno nel foggiano, nel barese e nel tarantino ed uno in Sardegna,
ad Ilbono in Ogliastra, a Doniri e Cagliari nel cagliaritano ed a Sassari,
Code è quasi unico, sembrerebbe sardo, Codi, praticamente unico,
sembrerebbe romano, Codo, molto molto raro, sembrerebbe avere un piccolo
ceppo nel torinese ed uno nel rovigoto, dovrebbero derivare da nomi di
località come quella di cui abbiamo un esempio d'uso in uno scritto
del 1145: "..que predictus Pelavicinus marchio una
cum uxore sua de terris sui iuris pro remedio
animarum suarum prefato monasterio de Columba concesserunt et suis propriis
manibus posuerunt et scripti sui munimine confirmarunt, nos quoque auc(toritat)e
apostolica roboramus et, ne quis ea mutare vel transferre presumat, prohibemus,
v(idelicet) sicut rivus de Pontior(e) transit, usque in via que vadit ad
Seolum, et sicut ipsa confinia po(s)ita sunt desuper Salecetum usque ad
viam que vadit ad Castelionem, et sicut eadem via vadit desuper Cauda
de Luxerdo usque in rivum, et sicut ipse rivus
vadit usque ad Budracum, et sicut ipsum Budracum vadit usque ad canalem
de Bergondione, et sicut canale vadit usque ad clusam eiusdem Burgodionis..",
o come il paese di Cauda nel lucchese.
CODARI
CODAZZA
CODAZZI
Codari è proprio delle provincie
di Milano e Varese, proprio delle provincie di Milano e Pavia Codazza,
di Milano Cremona, Lodi e Sondrio Codazzi. Questi cognomi dovrebbero derivare
da soprannomi originati da vocaboli dialettali legati al vocabolo cod (cote,
pietra per affilare) e potrebbero far riferimento al mestiere di arrotino.
CODDURA
COLLIRI
COLLORA
COLLURA
COLLURA'
Coddura è specifico di Palermo, Colliri e Collora, praticamente
unici, sono del palermitano, Collura è molto diffuso in Sicilia,
nel palermitano, a Palermo, Prizzi e Corleone, nell'agrigentino ad Agrigento,
Aragona, Canicattì, Favara, Grotte, Racalmuto e Ravanusa, a Gela,
Sutera e Niscemi nel nisseno, a Pachino nel siracusano ed a San Marco
D`Alunzio nel messinese, Collurà, estremamente raro, è del
messinese, dovrebbero derivare da soprannomi dialettali grecanici basati sul termime
greco antico κολλύρα kollùra
(focaccia, pane biscottato), probabilmente
ad indicare nei capostipiti dei panettieri.
CODEBO
CODEBO'
Codebo è quasi unico, Codebò, assolutamente rarissimo, sembrerebbe
dell'Italia settentrionale centroccidentale, dovrebbe derivare da un soprannome
dialettale riferito ad un cò
(capo) dei bò
(buoi), probabilmente ad indicare un
contadino che per arare i campi aggiogasse dei buoi all'aratro, con un
significato simile a quello del cognome Aratore.
CODECA'
CODECASA
Della provincia di Cremona, Lodi e Milano con presenza significativa anche
in provincia di Ferrara Codecà, Codecasa è concentrato in
Lombardia, con probabile origine dall'area compresa tra le provincie di
Milano e Lodi, presenta un possibile ceppo anche in provincia di Lucca.
L'origine di questi cognomi è comune, essendo il primo la contrazione
dialettale del secondo, potrebbe fare riferimento alla casa dove viveva
un arrotinoo dove venivano vendute le coti, pietre per affilare.
integrazioni fornite da G. C. Codecà
Codecà, nobile famiglia con il rango ducale dal 1170, deriva
dal dialetto lombardo Co De Cà
(il capo di casa). Attenzione! alcuni, sopratutto sul suolo lombardo a
Milano più che altro, non hanno diritto a questo titolo.
CODEGA
Tipico della fascia che dalla Valtellina arriva a Lecco e Milano, dovrebbe
derivare da un soprannome dialettale legato al vocabolo codega = cotenna.
Tracce di questa cognominizzazione nel sondriese le troviamo fin dal 1500,
in un atto del 1566 vengono citati gli eredi di un certo Giacomo Codega
detto Pomina del Cedrasco.
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (SO)
è presente sia in provincia di Sondrio che nella vicina provincia
di Lecco. Però in pratica i Codega sono concentrati solo in due
comuni: Premana (LC) e Colorina (SO). Poco numerosi sono i Codega milanesi.
Questo cognome probabilmente deriva da un soprannome
individuale o famigliare che ha la sua origine nella parola lombarda
codega o cudega, ovvero la cotenna dei maiali, però la codega è
anche il tappeto erboso dei prati.
CODEGHINI
Originario dell'area compresa tra
Piacenza, Lodi e Milano, può derivare da un soprannome legato al
vocabolo dialettale codeghin (cotechino), quelli dei cotechini, cioè
chi era abile a produrre cotechini o chi aveva vissuto un fatto collegabile
a dei cotechini.
CODEGLIA
Codeglia è specifico di Riccò del Golfo di Spezia, dovrebbe
derivare dal nome del paese di Codeglia, una frazione di Riccò del
Golfo situata a circa quattro chilometri dal paese.
CODELEONCINI
Codeleoncini è tipico della provincia di Milano, dovrebbe derivare
da un soprannome che facesse riferimento ad una casa (co),
con particolari caratteristiche architettoniche, presenza di decorazioni
o statue rappresentanti dei leoni, o all'appartenenza alla famiglia dei
figli di un tale Leone.
CODEN
Coden è specifico dell'area che comprende il Veneto orientale ed
il Friuli, con maggior concentrazione nel trevisano e pordenonese, ed esattamente
a Salgareda e Ponte di Piave nel trevisano ed a Fiume Veneto e Porcia nel
pordenonese, si può ipotizzare una derivazione dal nome del paese
di Codenzano nel bellunese, probabile luogo d'origine del capostipite,
ma non si può del tutto escludere anche una possibile derivazione
dal termine sloveno koder (dai
capelli ricci), forse una caratteristica del capostipite.
CODERONE
CODERONI
Coderone è unico e sembrerebbe romano, Coderoni è concentrato
nel Lazio, in provincia di Roma e Rieti, questi cognomi dovrebbero derivare
da soprannomi derivati dal nome di un antico gioco da bambini, il coderone,
citato ad esempio nella Istoria della Citta di
Viterbo, p. 213. Folio, Roma, 1742: "..
Non giuocare a zara, ne ad altro giuoco di dadi, fa de' giuochi che usano
i faaciulli ; agli aliossi, alia trottola, a' ferri, a Naibi, a' coderone,
e simili, ..", forse per identificare i capostipiti come dei giocherelloni.
CODESPOTI
CODISPOTI
Codespoti, assolutamente rarissimo, tipico del reggino, è dovuto
ad un'alterazione del cognome Codispoti, che è molto diffuso nel
catanzarese a Sant`Andrea Apostolo dello Ionio, Catanzaro e San Sostene,
a Strongoli nel crotonese ed a Bovalino e Careri nel reggino, questi cognomi
dovrebbero derivare da soprannomi originati dal verbo greco oikodespoteô
(essere padrone di casa) cioè
essere despotes (signore,
capo di casa), probabilmente rivolti a capostipiti particolarmente
quotati nell'ambiente in cui vivevano.
CODEVICO
CODEVIGO
Codevico, assolutamente rarissimo, sembrerebbe avere un piccolissimo ceppo
lombardo ed uno toscano, Codevigo sembrerebbe ormai scomparso in Italia,
questi cognomi dovrebbero derivare da un soprannome dialettale riferito
ad un cò (capo)
di un vico (villaggio),
o ad un capostipite degno di un simile soprannome.
CODEVILLA
Codevilla è caratteristico della zona che comprende il milanese,
il pavese, l'alessandrino ed il genovese, dovrebbe derivare da un soprannome
dialettale riferito ad un cò
(capo) di una villa,
che in latino significa podere, comunità
agricola, o ad un capostipite degno di un simile soprannome.
CODIN
CODINI
CODINO
Codin quasi unico, è del veneziano, Codini ha un ceppo tra novarese
e milanese,uno in Umbria nel perugino ed uno a Roma, Codino ha un ceppo
nel savonese ed uno tra viterbese e romano, dovrebbero derivare dal nome
medioevale, di probabile origine bizantina, Codinus o dal cognomen latino Cotinus.
CODIROLI
Codiroli è assolutamente rarissimo, dovrebbe derivare dall'attività
di venditore ambulante di coti (pietra
per affilarele falci).
CODOGNO
Codogno ha un piccolo ceppo nel lodigiano e nell'alessandrino, uno altrettanto
piccolo nell'udinese ed uno più consistente nel padovano, soprattutto
a Casalserugo, Conselve, Padova, Vigonza ed Albignasego, potrebbe derivare
dal nome Cothoneum cioè proprietà
di Cotta (nome latino) ad indicare
o uno schiavo affrancato di un Cotta o uno proveniente da proprietà
terriere di un Cotta, in alcuni casi è pure possibile una derivazione
da toponimi come Codogno (LO).
CODONESU
Codonesu, tipicamente sardo, del cagliaritano, è specifico di Villaputzu
e Muravera, potrebbe derivare da un soprannome dialettale sardo basato
sul termine codone (mercorella,
erba fetida).
COELI
Molto raro è tipico del veronese.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
è un cognome veneto, presente in maniera più massiccia
a Verona e provincia. L'origine del cognome è a mio avviso da attribuire
al termine latino coeliacus, attribuito
in senso canzonatorio a chi è affetto da
flusso celiaco. L'aggettivo latino coelioticus
significa, infatti, purgativo.
integrazioni fornite da Gianna
Ferrari De Salvo
secondo il linguista veronese Rapelli, (G. Rapelli, I
cognomi di Verona e del Veronese-panorama etimologico-storico,
Verona 1995) da un nome di località foggiato sul trentino coèl
(scoglio).
COEN
COHEN
COIN
CUIN
Coen ha un ceppo milanese, uno anconetano ed uno romano, Cohen ha un ceppo
milanese, uno romano ed uno brindisino, Coin è decisamente veneziano,
Cuin è quasi unico, si tratta di cognomi di origine israelitica che si richiamano alla caratteristica
di appartenere ad una famiglia di sacerdoti, in ebraico kohen
= sacerdote officiante.
COFANI
Cofani è tipico di Fabriano nell'anconetano, con un ceppo a Roma e Frascati nel romano, potrebbe derivare
da una forma aferetica del nome del paese di Radicofani nel senese.
COFANO
Cofano è decisamente pugliese, è molto diffuso a Fasano nel
brindisino, ma ha presenze significative, anche se molto meno incidenti,
nel tarantino a Grottaglie, Taranto, Massafra e Martina Franca, a Sant'Eramo
in Colle e Monopoli nel barese ed a San Pietro in Lama nel leccese, con
un piccolo ceppo a Roma, l'origine potrebbe essere da un soprannome grecanico
originato dal termine greco antico κοϋφον
kufon (leggero, vuoto),
o potrebbe anche trattarsi di un'italianizzazione del nome normanno Koffen.
COFFA
Coffa è tipicamente siciliano, del siracusano, in particolare, di
Avola, Siracusa e Ferla, potrebbe derivare da un soprannome grecanico originato
dal termine greco antico κωφή kofè
(sordo), nato probabilmente dal fatto
che il capostipite fosse sordo.
COFFANI
Coffani, tipicamente lombardo, è specifico dell'area tra il basso
bresciano ed il mantovano, di Montichiari nel bresciano e di Medole, Goito
e Mantova nel mantovano, potrebbe derivare da un soprannome originato dal
termine dialettale lombardo coffèn
o coffàn (tipo di baule
che conteneva il corredo da sposa, sorta di grossa
cesta di vimini con coperchio a cerniera), forse per il fatto
di essere i capostipiti dei panierai o degli artigiani che lavorassero il giunco.
COFFEN
Coffen, molto raro, è specifico di Domegge di Cadore nel bellunese,
di origini oscure, potrebbe derivare da un soprannome originato dal termine
medioevale germanico a.a.t. cofna (ceruleo,
lucente).
COFFERATI
Cognome specifico dell'area compresa
tra le provincie di Milano, Lodi e Piacenza, dovrebbe derivare da soprannomi
dialettali relativi alla provenienza, cò feratt
(casa del fabbro
).
COFFETTI
Abbastanza raro è
specifico della zona bresciano bergamasca, potrebbe derivare da un soprannome
legato al vocabolo medioevale gofus (grossolano), riferito a caratteristiche
del capostipite, come anche ad un soprannome originato dal vocabolo dialettale
coff
o goff
(sgualcito
).
COFONE
Cofone è specifico del cosentino, di Acri in particolare e di Corigliano
Calabro, San Demetrio Corone, Spezzano Albanese e Rose, potrebbe secondo
alcuni derivare da un soprannome dialettale calabrese originato dal termine
cufuni o cofoni
(malandato, cagionevole di salute),
ma molto più probabilmente deriva dall'alterazione del nome di un
antico toponimo normanno, o dall'italianizzazione di un nome germanico
originato dal termine medioevale germanico a.a.t. cofna
(ceruleo, lucente), troviamo tracce
illustri di questa cognominizzazione nell'undicesimo secolo con il Conte
Simone Cofone di Acri, conte di Acri e di Padia (una frazione di Bisignano)
e di parte della Sila, che combattè bizantini e saraceni al seguito
del Re normanno Roberto il Guiscardo.
COGA
COGHE
Coga è tipico di Tresnuraghes nell'oristanese, Coghe è anch'esso
sardo, tipico del cagliaritano, di Ussana, Cagliari ed Uta, di Carbonia,
di Nuoro e di Norbello nell'oristanese.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
COGA; COGHE: sa còga è
la strega ed è il femminile
di cogu = stregone,
dal latino cocus o meglio coquus;
da coquere: in sardo cokere
nei dialetti centrali e in Logudoro, coiri
o coi in Campidano. Coghe sembrerebbe
il plurale di coga, che però in sardo suona cogas. Mantiene comunque
la radice coq- di coquere.
Cogas è il nome antico di Codaruìna, che costituisce attualmente
il centro storico di Valledoria. Cogas o is cogas esiste come toponimo,
come anche coghinas, che deriva sempre dalla radice coq-.si tratta di cognomi
presenti nei documenti antichi della lingua sarda. Tra i firmatari della
Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano: Coghe Januario - de Castri Januensis
(** Castri Januensis Civitas (Castel Genovese - Castel Sardo). Omnibus
habitantibus .in ville de Coginas ... die undecima januarii .1388, in posse
De Valle Anthoni filii); Coghe Julianus, ville Sasseri (** Sasseri.Sassari.
Et nos Pugioni Anthonius et De Lacon Salatinus, cives Sasseri, sindici,
actores et procuratores.Marringoni Arsòcus potestas ac capitanus
civitatis Sasseri. Omnes cives congregatis in civitate Sasseri, apud ecclesiam
Sancte Caterine.presentibus Corda Jacobo, Magnispesa Francisco, De Mascara
Francisco. In die XIII mensis Januarii MCCCLXXXVIII - 1388); Coghe Parisono,
jurato ville Gorare (* Gorare...Odierna Borore. Marghine de Gociano); Coghe
Petro, ville Sarule (* Sarule.odierna Sarule. Curatorie Dore); Coghe Petrus,
sindicus , actor et procurator etc.etc. Macumerii et Curatorie de Marghine
de Gociano). Attualmente il cognome Coga è presente in 9 Comuni
italiani, di cui 2 in Sardegna : Tresnuraghes 16, Suni 2. Coghe è
presente in 40 Comuni italiani, di cui 22 in Sardegna: Ussana 35, Cagliari
32, Carbonia 14, Uta 12, Nuoro 12, etc.
COGLIANESE
Specifico di Oliveto Citra nel salernitano, ai confini con la provincia
di Avellino, deriva dall'aferesi dell'etnico del paese di Mercogliano nell'avellinese.
COGLIANI
COGLIANO
Cogliani sembrerebbe specifico di Grottaminarda nell'avellinese, Cogliano,
più diffuso, oltre al ceppo avellinese a Gesualdo e Grottaminarda,
ne possiede uno a Carpi nel modenese, il ceppo avellinese potrebbe derivare
da una forma aferetica del nome del paese di Mercogliano, sempre nell'avellinese,
o anche da una forma dialettale del nome del paese di Colliano nel salernitano,
mentre il ceppo modenese potrebbe derivare dal nome medioevale Colianus.
COGLIATI
Cognome della Lombardia e propriamente
dell'area compresa tra le provincie di Milano, Varese, Como, Lecco e Bergamo, deriva dal toponimo Cogliate nel milanese.
COGNETTI
COGNETTO
COGNI
Cognetti molto raro sembra avere un ceppo nel milanese, uno nel barese
ed uno in provincia di Roma, Cognetto molto più raro sembrerebbe
avere un ceppo calabrese ed uno, probabilmente secondario nel milanese,
Cogni sembra tipico del sudmilanese e piacentino, potrebbero essere derivati
da soprannomi originati dal vocabolo cogno (una specie di barile) e starebbe
ad indicare il mestiere di produttori o venditori di barili, un'altra ipotesi
lo collegherebbe al toponimo Cogno (BS).
integrazioni fornite da NH dott.
Paolo Cognetti
il cognome Cognetti ha origine in Barletta dove compare alla fine del
1100. I Cognetti hanno come culla di origine la Bretagna e scesero all'inizio
del millennio al seguito di Guglielmo d'Altavilla con le schiere normanne.
Il casato annovera molti Cavalieri di Malta ed uomini illustri. lo stemma
Cognetti lo si può ammirare in Barletta riprodotto su molti sarcofaghi
e mura, in chiese e su palazzi. i Cognetti si distribuirono con un ramo
in Calabria nel 1700 mentre altri restarono a Bari e poi in Toscana, parallelamente
a costoro vi furono i Cognetti del Piemonte (ramo che risulta estinto)
ed i Cognetti di Milano che provengono anch'essi da Bari e dalla Calabria.
Il ceppo romano è un ramo cadetto pur sempre proveniente in epoca
remota dalle Puglie.
COGODI
Cogodi, assolutamente rarissimo, è tipicamente sardo del cagliaritano,
di Pimentel, Senorbì e Mandas, potrebbe derivare da un soprannome
dialettale sardo per piccolo pollastrello.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
COGODI: cogòdi è
sinonimo di cugùdula e quindi
di cugudda ( vedi
il cognome Cugudda). Nel dizionario botanico sardo di Peppino Congia,
Ed. Zonza, con nome cugùdula
c'è la "trinciatela" (hyoseris
radiata) e il cardo (cynara cardunculus).
Abbiamo chiarito, nell'analisi del cognome Cugudda, che, nel caso di cynara
cardunculus, a cui abbiamo aggiunto silvestris, si può risalire
al latino cucutia = carciofino
selvatico = sa cugùtzua
in campidanese. Attualmente il cognome Cogodi è presente in 20 Comuni
italiani, di cui 13 in Sardegna: Pimentel 6, Senorbì 6, Mandas 5,
etc.
COGOI
KOGOI
KOGOJ
Cogoi è tipico del basso udinese, di Muzzana del Turgnano, Lestizza,
Mortegliano e Manzano, è presente anche a Trieste, Kogoj è
tipico di Gorizia e Savogna d`Isonzo (GO), Kogoi è presente invece
nell'udinese, potrebbe derivare dal vocabolo friulano cogói
sorta di rete di canapa per la cattura di pesci d'acqua dolce.
COGOLI
COGOLO
Cogoli è tipico del lombardoveneto, del bresciano in particolare,
di Trenzano, Fiesse, Bagnolo Mella e Brescia, Cogolo, molto più
raro è del Triveneto, potrebbero derivare da una delle varie località
chiamate Cogola e Cogolo, ma è anche possibile una derivazione da
soprannomi originati dall'antico vocabolo italiano cogolo
(pietra bianca levigata di fiume, scoglio di torrente)
stante forse ad identificare la località dove il capostipite risiedeva.
COGONI
Cogoni è tipico della Sardegna meridionale, del cagliaritano ed
in particolare di Quartu Sant'Elena, Selargius, Cagliari, Monserrato, ma
comunque ben presente anche ad Assemini, Villasimius, Capoterra, Maracalagonis,
Sestu e Sinnai, ed a Gesturi nel Medio Campidano, ad Aritzo nel nuorese
e ad Iglesia, potrebbe derivare da un soprannome originato dal termine
sardo cogònu (rinsecchito),
forse ad identificare una caratteristica fisica del capostipite.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
COGONI: cogoni in logudorese significa
generalmente pane grosso fatto di farina e cruschello,
di forma più o meno rotonda, che qui in Campidano chiamiamo civràxu,
pane nero. Per accostamento ed in senso
figurato significa anche risentimento, dispiacere.
Deriva probabilmente dal latino coquere
= cuocere > cokere
in log.; coi in camp. Potrebbe trarre
origine anche dal latino coccum = bacca,
coccola, cosa rotonda; anche perché sa
cocca è una specie di focaccia
a ciambella; su coccòi
in campidanese, detto anche su scetti,
è il pane di semola, a corona
o a ciambella, di pasta dura. Potrebbe derivare dal mestiere di panificatore
del capostipite. Come cognome è presente negli antichi documenti
da noi consultati. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388,
figurano: Cogoni Andrea, jurato ville Sella. (* Sella.distrutto - Diocesi
di S. Giusta, Contrate Partis de Guilcier); Cogoni Saro, jurato ville Sancte
Juste(Santa Giusta - Partis di Guilcier); Cogoni Troisco, jurato ville
Aidu(* Aidu. Aido.odierno Aidomaggiore. Contrate Partis de Guilcier). Nel
Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT XI°, XIII° sec., è
presente nella variante Cocone: > Cocone Guantine ( 163 - partizione
di servi)), servo nella domo di Olvesa: .E remanserun in comune latus de
Margarita et pede de Palma et pede de Stephano de Silki, et pede
et dua dies de Pisana , et duas dies de Guantine Cocone et duas dies de
Petru Cossa. >Cocone Iorgia( 280), serva moglie di Petru Kerellu,
servo di San Nicola. > Cocone Mariane (291), servo, passa in tramutu (scambio)
a San Nicola. Nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI°, XIII°
secolo, abbiamo: Cocone Gosantine (120) (sa muiere, liera de Romanja, kertu
de servis - lite per la partizione di servi): Ego presbiteru Furatu de
Bosa, ki kertai cun Comita de Varda pro fiios de Gosantine Cocone, ki fuit
servu integru (al 100%) de scu. Petru et issa muiere (la moglie) fuit liera
(libera) de Romanja, et binki in su fetu (figli).in corona de iudike Gunnari,
in Nurra..> Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII°
secolo, abbiamo, Cocone Goantine (40), teste in una donazione (postura):
posit Iorgi Capai terra de Gavini Capra a clesia (de Sancta Maria). Testes
Johanne Capai et Goantine Cocone et Gavine Capai. > Cogone Iorgi(29), teste
in uno scambio di servi tra la chiesa di Sanctu Georgii e quella
di Sanctu Gregorii. Nella storia ricordiamo Cogoni Francesco, di Quartu
S. E. vescovo di Ozieri dal 1939 al 1975, già arcidiacono e cancelliere
nell'archidiocesi di Cagliari. Cogoni Giovanni, di Quartu S. E. vescovo
della diocesi di Iglesias, dal 1970 al 1992. Cogoni Giuseppe di Pirri -
Cagliari, arcivescovo dell'archidiocesi di Oristano dal 1938 al 1947, uomo
di grande zelo e cultura e non solo religiosa. Tra le sue cose ricordiamo
la fondazione del giornale il Quotidiano Sardo, a carattere regionale(Di.
Sto. Sa. di F. C. Casula). Attualmente il cognome Cogoni è
presente in 126 Comuni italiani, di cui 50 in Sardegna: Quartu S. E. 393,
Selargius 153, Cagliari 135, Monserrato 99, etc.
COGORNO
Cognome del genovese e alessandrino,
deriva da un soprannome legato al toponimo Cogorno (GE).
COGOTTI
Cogotti, tipicamente sardo, è specifico di Cagliari e del cagliaritano,
e di Sant'Anna Arresi e Piscinas nell'iglesiente e di Villacidro nel Medio
Campidano, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine sardo
cogotti (pollastro).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
COGOTTI: cogòtti, cogotèddu,
significano gallo, galletto. Sono voci
onomatopeiche, da cocò, cocò (pollastro), presente anche
in latino. Non è presente nelle carte antiche della lingua sarda,
da noi consultate. Attualmente il cognome Cogotti è presente in
67 Comuni italiani, di cui 34 in Sardegna: Cagliari 108, Santannarresi
77, Piscinas 27, etc.
COI
COIS
Coi ha un ceppo nel veneziano, a Santa Maria di Sala, Mirano e Venezia,
uno nel leccese a Parabita, Salve e Racale, ed uno nel nuorese ad
Orani e Nuoro, Cois è specifico del cagliaritano, di Sarroch, Cagliari,
Selargius. Quartu Sant'Elena e Capoterra, con un piccolo ceppo anche a
Carbonia.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
COI; COIS: di significato ed etimo incerti. Còi
e còiri sono le voci campidanesi
per cokere dei dialetti centrali =
cuocere; dal latino coquere.
Potrebbero derivare da čóni
> čóĭ (ciòni,
nel nuorese) = fringuello (onomatopea).
Coni ( Cǒi),
è inoltre il nome di un centro abitato scomparso. Era sito in agro
di Nurallào. Il ritrovamento di numerosi resti del periodo nuragico,
fa pensare ad un centro preistorico e quindi alla radice nominale "goi"
o "coi" (altura), dell'iberico antico. In periodo medioevale appartenne
alla Curadorìa di Valenza, nel regno giudicale di Arborea. Non sappiamo
quando il paese (villa - bidda) fu abbandonato. Tra i firmatari della Pace
di Eleonora del 1388, troviamo Coni come cognome, preceduto da "de" ad
indicare la provenienza: Coni (de) Joanne, ville Ecclesiarum (**
Villa Ecclesiarum.odierno Iglesias. Et ego De Nelli Pelipaparius Ludovicus,
civis et habitator terre et Ville Ecclesiarum.sindicus, procurator universitatis
Ville Ecclesiarum.seu a Formenyino Joanne, capitano, camerlengo Ville Ecclesiarum
di Sigerro. Omnibus habitatoribus dicte terre Ville Ecclesiarum, congregatis
in Curia Magna.in posse Virde Andree, quondam Virde Joannis de Civitate
Sasseri.nona die januarii 1388; Coni (de) Joanne, ville Gonnos de Codina
( * Gonnos de Codina.Gonnoscodina. Partis de Montibus). Attualmente il
cognome Coi è presente in 51 Comuni italiani, di cui 6 in Sardegna(nuorese):
Orani 40, Nuoro 27, Sarule 5 etc. Coi ha inoltre i ceppi più consistenti
in Puglia ed in Veneto, ma non ne conosciamo né il significato,
né l'estimo. Cois, più propriamente sardo, è presente
in 50 Comuni italiani, di cui 23 in Sardegna: Sarroch 82, Cagliari 40,
Selargius 39, etc.
COIA
Tipico delle province di Roma e Latina nel Lazio, di quella d'Isernia in
Molise e del Salento, potrebbe trattarsi di una modificazione del nome
Cola (aferesi di Nicola) o del cognome Gioia, secondo alcuni deriverebbe
da modificazioni del cognome spagnolo Goja.
COIANA
COJANA
Coiana è tipico del cagliaritano, di Cagliari, Quartu Sant'Elena
e Capoterra, Cojana, assolutamente rarissimo, è di Cagliari, dovrebbero
derivare da soprannomi originati dal termine sardo logudorese cojana
(coda, alla fine, per ultimo).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
COIANA: coiana/u, coyana/u, codiana/u,
assume diversi significati, ma tutti simili, perché provengono dalla
voce latina cauda. = coda.
Sa cou o sa coa in sardo. Inoltre cou o coa è detto un estremo lembo
di terra - Coa Nueddas in agro di Guspini, ma proviene dai dialetti centrali:
Santulussurgiu. Nel significato di lembo di terra lo troviamo anche nei
Condaghi: e calat su erriu dessa coa jossu de funtana longa, CSMB, XI°,
XIII° sec. (cap. 172). Sa cou/a de s'arjola, è la vagliatura,
il residuo del grano nell'aia. Accòu/a = indietro. Sa coa/u è
anche il grembo di una mamma. In cou de mamma = in grembo a mamma. Coiana/u,
coidana/u, cuaina/u = tardiva/o,
riferito soprattutto ai prodotti ortofrutticoli; in senso figurato: pigro,
poltrone, riferito ad animali e persone. Scoittài/re
significa dimenar la coda; sculettare riferito alle "ragazze"! Is coidanas
(f. pl.) sono inoltre gli ornamenti che si mettevano alle orecchie dei
buoi, durante le sfilate dei carri. Non avendolo trovato nelle carte antiche
consultate, supponiamo si tratti di un cognome relativamente recente. Attualmente
è presente in 27 Comuni italiani, di cui 15 in Sardegna: Cagliari
92, Quartu 20, Capoterra 12, Monserrato 9, Gonnosfanadiga 6.
COICO
Coico ha qualche presenza in Campania ed un piccolo ceppo a Palermo, dovrebbe
derivare da un nome o soprannome grecanico basato sul termine greco antico
koicos (foglia
di palma).
COINO
COINU
Entrambi tipicamente sardi, Coino, quasi unico, è del sassarese,
Coinu è del nuorese, di Fonni, Nuoro ed Ottana, con un ceppo a Sassari
ed uno a Cagliari, dovrebbero derivare da un soprannome basato sul termine
sardo dialettale nuorese coinu (seguace,
accolito), non è dato sapere di chi o che cosa fossero
seguaci i capostipiti.
COIRA
Coira ha un ceppo a Lonate Ceppino nel varesotto e nel comasco a Villa
Guardia e Lurate Caccivio, dovrebbe derivare dal nome della città
svizzera di Coira nel cantone dei Grigioni, una città molto antica,
forse la più antica della Svizzera, da cui probabilmente fossero provenuti i capostipiti.
COIRO
Coiro ha un ceppo a Gaeta nel latinense, uno a Sessa Aurunca nel casertano
ed uno nel salernitano a Sant'Arsenio e Sala Consilina, un ceppo nel potentino
a Marsico nuovo, Paterno, Marsicovetere e Potenza, ed uno piccolo a Torregrotta
e Monforte San Giorgio nel messinese, dovrebbe derivare da un soprannome
basato sul vocabolo francese cuir (cuoio),
le ipotesi circa le motivazioni possono essere molteplici, e vanno da caratteristiche
della pelle dei capostipiti, che poteva essere particolarmente abbronzata
ed incartapecorita, al fatto che gli stessi fossero artigiani della lavorazione
delle pelli o ne facessero la concia o il commercio.
COL
Col ha sparute presenze in Piemonte nel torinese, ed un piccolo ceppo a
Fontanelle nel trevigiano e nel vicino pordenonese, dovrebbero derivare
dalla toponomastica, cioè dal fatto che i capostipiti provenissero
da paesi contenenti la radice Col o Colle, o che fossero originari di una
zona collinare.
integrazioni fornite da Gaetan
Gilliard
Il ceppo dei Col pare provenire dalla famiglia Colli della Lombardia
e più precisamente da Pavia/Vigevano e Milano, dove questi comparivano
già nel 1152: alcuni erano sostenitori dell'Imperatore Federico
Barbarossa, altri della Lega dei Comuni. Da questo ceppo originario deriva
la famiglia Colli della zona di Alessandria, che passò in Francia
e trasformò il suo cognome in Coli per poi produrre nel 1500 un
ramo detto Col in Mocchie (località di montagna un tempo comune
indipendente e dal 1937 annesso al Comune di Condove). In seguito un Michele
Col si stabilisce da Mocchie ad Avigliana nel 1650; il cognome si ripete
poi in vari atti notarili in Valle di Susa tra il 1690 ed il 1700. Lo stemma
di questa famiglia recava 3 colli o monti verdi in campo argento in punta.
Fonte: libro “Famiglie celebri di Susa ed Avigliana\",
scritto dal Padre Bacco intorno al 1850
COLA
COLI
COLO
Cola è abbastanza comune nella fascia centrale del Lazio, Marche
e bassa Romagna, con ceppi anche nel napoletano e nella zona centrale del
nord Italia, Coli è molto diffuso in Emilia, soprattutto nel reggiano,
in Toscana, in particolare nel fiorentino e nel pisano, nel pesarese, nel
perugino, nel viterbese e nel romano, Colo è assolutamente rarissimo,
derivano tutti dall'aferesi del nome Nicola o Nicolo.
COLABATTISTA
Colabattista, molto molto raro, parrebbe della fascia che comprende Abruzzo
e Lazio, ha un piccolo ceppo a Terracina e Sezze nel latinense, dovrebbe
derivare dal nome composto Nicola e Battista, per aferesi del primo ed
unione al secondo, nome probabilmente portato dal capostipite.
COLABELLI
COLABELLO
Colabelli è assolutamente rarissimo, sembrerebbe laziale, Colabello
è specifico di Monte San Biagio nel latinense, con qualche presenza
anche in Puglia, dovrebbe trattarsi di un nome composto attribuito al capostipite
dai genitori, la consuetudine di aggiungere il suffisso o il prefisso Bello
al nome era abbastanza diffuso nell'area abruzzese, laziale, molisana e
pugliese.
COLACCI
COLACE
COLACI
COLACINO
Colacci sembra specifico di Bojano nel campobassano, Colace, abbastanza
raro, ha un ceppo nel tarentino, uno a Vibo Valentia ed uno nel napoletano,
Colaci ha un nucleo in Puglia, soprattutto nell'estremità meridionale
del Salento ed un ceppo Tra Vibo Valentia ed Acquaro sempre nel vibonese,
Colacino è tipicamente calabrese, di Catanzaro e del catanzarese
a Tiriolo, Marcellinara e Lamezia Terme, e del crotonese a Cutro, Crotone
e Verzino, dovrebbero derivare, direttamente o tramite forme ipocoristiche,
da modificazioni dell'aferesi nel nome greco Nicolaus,
la terminazione aci è una modificazione
del suffisso ipocoristico greco akion, akis, ma è anche possibile, in alcuni casi, che possa trattarsi di una
derivazione da un soprannome originato dal vocabolo greco kolax
(adulatore).
Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nella seconda metà
del 1300 a Soleto (LE) con l'architetto Francesco Colaci da Surbo costruttore
nel 1397 della guglia degli Orsini, il monumento romanico-gotico più
celebre di Soleto.
COLACICCHI
COLACICCO
Colacicchi è tipicamente laziale di Roma in particolare, Colacicco
ha piccoli ceppi nell'area che comprende il romano, il latinense, il frusinate,
il casertano, il napoletano e l'avellinese, ma il nucleo principale è
nella zona del barese, tarentino e materano, dovrebbero deribare dal nome
composto dai nomi Nicola, nella sua
classica forma aferetica Cola, e Francesco,
nella forma aferetica ed ipocoristica Cicco.
COLACRESI
COLOCRESI
Cognomi così rari da poter essere considerati unici, non è
individuabile una zona d'origine, anche se si può identificare con
molta probabilità nella Calabria, un'ipotesi sull'origine del nome
è in una modificazione dialettale del termine latino incola
Locris (abitante della Locride)
e starebbe ad indicare un origine dalla zona centrale della Grecia, ma
è pure possibile una derivazione da un soprannome originato da alterazioni
dei termini greci kalòs (bello,
grazioso, buono) uniti alla radice tronca di chrysafi
(oro), che farebbe intendere che il
nome del capostipite fosse bello o pregiato come
l'oro.
integrazioni fornite da icolasen@virgilio.it
Il cognome Colacresi è molto
raro poichè le poche persone che lo portano appartengono ad un unico
ceppo, è specifico calabrese della zona di Locri e Careri, esattamente
dove si insediarono le prime colonie greche. Un'ipotesi di uno studioso
di greco e latino sostiene che derivi da COLA ( figlio) e CRESO che fu
un antico re mitologico. I tratti somatici di questa famiglia sono molto
particolari e dissimili dai comuni tratti italiani.
integrazioni fornite da Matteo
Gangemi - Presidente Centro Studi Colocrisi
Il cognome Colocrisi di impronta greca, era abbastanza diffuso nelle
varie parrocchie del territorio di Sambatello(RC). LA famiglia Colocrisi
ha dato alla Chiesa alcuni sacerdoti, tra i quali Don Agostino Colocrisi,
nato a Diminniti di Sambatello (RC), che morì in uno degli ultimi giorni del mese di dicembre del 1726. Autore
di un poema sacro stampato in 5 copie a Venezia nel 1704 sulla vita di
Gesù in 47 canti per un totale di ben 350 ottave.L'unica copia rimasta
in originale si trova in custodia alla Biblioteca Comunale di Reggio Calabria.
In campo amministrativo figurano dei sindaci, tra i quali quello che fece
ricostruire una casa per i pellegrini nei pressi del Santuario della Madonna
di Polsi in Reggio Calabria. A Sambatello esiste la via Agostino Colocrisi
e, a tenere viva la memoria del poeta, dal 1975 è sorto il Centro Studi A.Colocrisi"
che svolge attività culturale per l'elevazione culturale e sociale
del territorio.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Colacresi è cognome di Reggio Calabria, potrebbe derivare da
Cola (Nicola) + Crisi
che sarebbe italianizzazione del cognome greco Chrysis.
COLAFATI
COLAFATO
Colafati, assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico di Lamezia Terme
nel catanzarese, e di Filadelfia nel vibonese, Colafato, molto molto raro,
sembrerebbe specifico di Pizzo nel vibonese, con qualche presenza anche
in Molise, dovrebbero derivare da un termine grecanico composto dall'aferesi
del nome Nicola, con l'aggiunta del
suffisso ????? fatis (fama,
detto, chiamato), con il significato o di Nicola
il famoso o anche di quello detto Nicola.
COLAFEMMINA
Colafemmina è specifico di Acquaviva Delle Fonti nel barese, si
tratta molto probabilmente di un matronimico.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questo cognome va ricercata nel nome medievale Colafemmina,
nato da un adattamento femminile del nome Nicola (attraverso la sua aferesi
in Cola). In conclusione, dunque, si tratta della cognominizzazione del
nome personale della capostipite.
COLAFERRO
Colaferro è un cognome ormai quasi estinto in Italia, dovrebbe essere
di origini meridionali, si dovrebbe trattare del nome composto dall'aferesi
di Nicola con l'aggiunta del nome medioevale
Ferro (vedi FERRI),
ma è pure possibile che il cognome individui un capostipite di nome
Cola (Nicola) che faceva il fabbro
o che comunque lavorava il ferro.
COLAFRANCESCO
Colafrancesco ha un ceppo a Roma e frusinate, ad Arce e Ceccano, ed uno
molto piccolo nel foggiano a Rodi Garganico e Vico del Gargano, dovrebbe
derivare dal fatto che il capostipite si chiamasse con il doppio nome di
Nicola, per aferesi Cola, e Francesco.
COLAGIOVANNI
COLAIANNI
COLAJANNI
COLANNI
COLIANNI
Colagiovanni ha ceppi in Lazio a Roma e nel frusinate a Vallecorsa soprattutto,
ed in Molise a Campobasso e provincia, Colaianni ha ceppi in Sicilia, tra
Enna e Catania, nel barese, nell'aquilano ed in provincia di Roma, Colajanni
è anch'esso tipicamente siciliano, del palermitano, del nisseno,
dell'ennese e del catanese, Colanni è praticamente unico e dovrebbe
derivare da errori di trascrizione anagrafica, Colianni sembra tipicamente
siciliano di Calascibetta nell'ennese, derivano tutti da capostipiti con
il nome doppio formato dal nome Nicola,
nella sua forma aferetica Cola e dal
nome Giovanni, anche nella sua alterazione
aferetica dialettale Ianni o Janni,
o da sue contrazioni dialettali.
COLAIACOVO
Colaiacovo ha un ceppo abruzzese a Pratola Peligna (AQ), uno a Roma ed
uno ad Aliano nel materano, deriva dal nome composto dall'aferesi del nome
Nicola con l'aggiunta di Jacopo attraverso una modificazione dialettale.
COLAIOLI
Colaioli, quasi unico, sembrerebbe del romano, si hanno tracce di questa
cognominizzazione con il notaio di Calvi nell'Umbria Dominicus Colaiolus
operante dal 1603 al 1613, il cognome dovrebbe derivare da una forma aferetica
di un ipocoristico patronimico del nome medioevale Nicolaio.
COLALELLA
COLALELLI
Colalella, quasi unico, potrebbe essere abruzzese, Colalelli è tipicamente
laziale, di Casperia nel reatino e di Roma, dovrebbero derivare da capostipiti
il cui nome fosse dato dall'unione del nome Nicola,
Cola per aferesi, con l'aggiunta di
forme ipocoristiche aferetiche rappresentate dal nome Lello
(vedi LELLI).
COLALILLO
Colalillo è specifico di Bojano nel campobassano, si dovrebbe trattare
di una forma ipocoristica dialettale del nome Colangelo,
nome composto dai nomi Nicola, in forma
aferetica Cola, ed Angelo,
l'aferesi del cui ipocoristico Angelillo
è appunto Lillo.
COLAMARINO
Colamarino ha un ceppo a Roma, uno a Sulmona e Pescocostanzo nell'aquilano
ed a Furci e San Salvo nel teatino, ed uno, il più consistente,
a Torre del Greco nel napoletano, dovrebbe derivare dal nome composto dalla
fusione dei nomi Nicola per aferesi
Cola e Marino,
probabile nome del capostipite.
COLAMARTINO
Specifico di Bisceglie (BA), deriva dalla fusione dei nomi Nicola per aferesi
Cola e Martino, e dovrebbe riferirsi ai nomi del capostipite.
COLAMONACO
COLAMONICI
COLAMONICO
Colamonaco è specifico di Altamura e di Sant'Eramo in Colle nel
barese, Colamonici, molto molto raro, è di Napoli e di Maddaloni
nel casertano, Colamonico è di Sant'Eramo in Colle e Valenzano nel
barese e di Castellaneta nel tarantino, dovrebbero tutti derivare da capostipiti
di nome Nicola, Cola per aferesi, che
fossero monaci o preti di rito ortodosso.
COLANARDI
Assolutamente rarissimo, potrebbe essere del foggiano, dovrebbe derivare
dall'unione delle aferesi dei nomi Nicola e Leonardo ed identificare la
famiglia il cui capostipite ere figlio di un Nicola Leonardo.
COLANERI
COLANERO
COLANIERI
Colaneri è specifico dell'area che comprende l'aquilano, il teatino
ed il Molise, Frosolone nell'iserniese e Castiglione Messer Marino e Vasto
nel teatino e Scanno nell'aquilano, Colanero è tipico del teatino,
soprattutto di Lanciano, Colanieri, praticamente unico, è probabilmente
dovuto ad un errore di trascrizione, dovrebbero derivare da soprannomi
originati dal fatto di essere i capostipiti mori di capelli o scuri di
carnagione e di chiamarsi Nicola, Cola per aferesi.
COLANGELI
COLANGELO
COLANGIUOLO
Colangeli è tipico della fascia che conprende le province di Roma,
Rieti e l'Aquila, Colangelo è diffuso in tutta l'area che comprende
Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata e Puglia, Colangiuolo, quasi
unico, è del foggiano, derivano, direttamente o attraverso modificazioni
dialettali, dall'aferesi del nome composto Nicola
Angelo, tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Paganica
(AQ) fin dal 1500, nella numerazione dei fuochi del Castrum Paganice nell'anno
1508 è citata una famiglia de Colangelo.
COLANINNO
Colaninno, decisamente pugliese, in particolare del barese, di Acquaviva
delle Fonti, Bitonto, Gioia del Colle, Gravina in Puglia e Cassano delle
Murge, e di Palagianello nel tarentino e Fasano nel brindisino, si dovrebbe
trattare di una forma ipocoristica dialettale dell'aferesi del nome Nicola.
COLANTONI
COLANTONIO
COLANTUONI
COLANTUONO
Colantoni è specifico dell'area che comprende Terni e Stroncone
(TR), l'Abruzzo, in particolare Villetta Barrea (AQ) e l'Aquila ed il pescarese,
ed il Lazio a Roma soprattutto, con un ceppo anche a San Mauro Castelverde
(PA), Colantonio è tipico dell'Abruzzo, nel chietino di Casalanguida,
Vasto, Atessa, Paglieta e Lanciano e nel pescarese di Pescara e Loreto
Aprutino, del Lazio di Roma ed Arce nel frusinate e del napoletano di Torre
del Greco e Napoli, Colantuoni è tipico della zona di Pietradefusi,
Montemiletto e Venticano (AV), Colantuono ha un ceppo laziale tra le province
di Roma e di Latina, un ceppo molisano ed uno principale tra le province
di Napoli e di Avellino, derivano dal nome composto Nicola Antonio attraverso
l'aferesi del primo e la modificazione dialettale del secondo, tracce di quest'uso le troviamo
in Campania fin dal 1500, in un atto del 1524 si legge: "...P.
Angelo de Giaquinto, Colantuono
de Giliberto, Bello de Giliberto, Luisi de Civita de Cippaloni...".
integrazioni fornite da Andrea
Ferreri - Milano
Colantuono ha alla base il nome Nicola (del quale Cola è
l'ipocoristico aferetico) unitamente al nome Antonio (del quale Antuono
è una modificazione). Diffuso in Campania a Napoli e prov. (Torre
del Greco, Ercolano) e nella provincia di Avellino (Villanova del Battista,
Lioni). Altri ceppi nel Lazio a Roma e prov. (Anzio, Fiumicino) e nella
provincia di Latina (Fondi, Monte San Biagio); Nel Molise nella provincia
di Campobasso (Spinete) e di Isernia (Frosolone, Cerro al Volturno);
in Puglia nella provincia di Bari (Grumo Appula) e a Foggia e provincia
(Orta Nova); In Abruzzo nella provincia di Chieti (Tollo). Un nucleo a
Salandra (Matera).
COLAO
COLAU
Colao sembrerebbe tipico del catanzarese e crotonese, di Simeri Crichi,
Catanzaro, Soveria Simeri, Sellia Marina e Sersale nel catanzarese e di
Cotronei, Crotone e Roccabernarda nel crotonese, Colau è unico,
l'ipotesi più probabile porterebbe ad una forma aferetica del nome
Nicolao, forse portato dal capostipite,
la meno probabile propone una derivazione dal termine portoghese arcaico
colao (consigliere).
COLAPIETRA
COLAPIETRO
Colapietra è tipico di San Severo (FG), Colapietro ha ceppi a Roma
e Ceccano (FR), a Pietramelara (CE) ed in Puglia a Turi, Sammichele Di
Bari e Bari, a San Pietro In Lama (LE) ed a Taranto, dovrebbero derivare
dal nome composto Colapietro, originato
dall'unione dell'aferesi del nome Nicola con Pietro, portato dai capostipiti,
esempi dell'uso di questo nome si trovano a Conversano (BA) in un procedimento
penale del 1644: "Pro Iosephi Lampignani contra clericum
Donatum Antonium de Colapietro", tracce
di queste cognominizzazioni le troviamo a Napoli in una lettera di credito
del 1767: "Nostri di Banco conto d'intrade pagate
ducati quattro tarì 1, grana 11 al maestro Pietro
Colapietro Cassiere maggiore di nostro Banco...".
COLAPINTO
Colapinto è tipicamente pugliese, del barese, in particolare di
Gioia Del Colle e Bitonto, dovrebbe derivare da un capostipite di nome
Nicola, Cola per aferesi, che si caratterizzava o per la carnagione molto
scura (pinto) o per altre caratteristiche
che potessero indicarlo come di colore.
COLAPRETE
Colaprete è tipicamente abruzzese di Sulmona nell'aquilano e di
Chieti, dovrebbe derivare da un capostipite di nome NIcola, Cola per aferesi,
e probabilmente prete ortodosso, secondo un'altra ipotesi il capostipite
avrebbe invece avuto un nome composto dai nomi Nicola e Pietro, alterato
questo dal dialetto.
COLARUOTOLO
Tipico di Gaeta (LT), dovrebbe derivare da un capostipite di nome Nicola
da cui per aferesi Cola e di cognome Ruotolo (vedi
Ruotolo).
COLARUSSO
Colarusso è tipico dell'iserniese, nel beneventano, dell'avellinese
e del napoletano.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questo cognome va ricercata nel
nome medievale Colarusso,
nato dall'unione dei nomi Cola
(aferesi di Nicola) e Russo
(vedi Russa).
In conclusione, dunque, si tratta della cognominizzazione dei nomi personali
dei capostipiti.
COLASACCO
Colasacco, tipicamente abruzzese, molto molto raro, è specifico
di Capestrano nell'aquilano, dovrebbe derivare dal nome portato dal capostipite,
probabilmente composto dal nome Cola,
forma aferetica del nome Nicola e dal
nome Sacco, forma aferetica del nome
Isacco.
COLASANTA
COLASANTE
COLASANTI
COLASANTO
Colasanta è unico e dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione
di uno dei seguenti, Colasante ha un ceppo abruzzese, nel teatino a Guardiagrele,
Pretoro e Casoli, nel pescarese, a Pescara, Nocciano e Montesilvano e ad
Introdacqua nell'aquilano, uno romano, uno nel salernitano a Nocera Inferiore,
Salerno ed Angri, ed uno a Molfetta nel barese, Colasanti è un cognome
abruzzese e laziale, particolarmente concentrato in provincia di Rieti,
Roma e Frosinone, Colasanto è tipico pugliese, con un nucleo nel
barese concentrato a Terlizzi ed uno a Lucera nel foggiano, derivano da
una riduzione aferetica Cola del nome
Nicola e starebbe quindi per
quelli
di san Nicola (rione, contrada ...) o anche dal nome composto
Colasante, o Colasanto,
unione dell'aferesi del nome Nicola
con il nome Sante o Santo.
Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Cerchio nell'aquilano
nel 1600 con un certo Pietro Antonio Colasanti citato in un atto di compravendita.
COLASURDO
Colasurdo ha un ceppo nella provincia di Campobasso, particolarmente a
Morrone del Sannio, ma con presenze significative anche a Termoli e Campobasso,
presenta inoltre un ceppo nel potentino a Potenza, Viggiano ed Atri, dovrebbe
derivare da un soprannome originato probabilmente dal fatto che il capostipite
di nome Nicola, Cola per aferesi, fosse sordo.
COLATRELLA
Colatrella è caratteristico dell'avellinese, di Caposele e di Gesualdo, di origini etimologiche oscure.
COLAUTTI
COLAUTTO
Colautti è specifico del Friuli Venezia Giulia, con ceppi nell'udinese
ad Udine, Tarcento, Tavagnacco e San Giorgio di Nogaro, a Monfalcone nel
goriziano, a Fiume Veneto, Spilimbergo, Pordenone, Castelnovo del Friuli
e Zoppola nel pordenonese ed a Trieste, Colautto, molto più raro,
ha unceppo ad Udine e Ronchis nell'udinese, si tratta di forme patronimiche
tipicamente friulane, dove il suffisso -utti
ed -utto stanno per
il figlio di, riferiti a capostipiti il cui padre si fosse chiamato
Nicola, Cola
per aferesi.
COLAVECCHI
COLAVECCHIA
COLLAVECCHIO
Colavecchi è specifico di Piglio, Anagni e Serrone nel frusinate
e di Roma, Colavecchia ha presenze nel romano, nel latinense e nel napoletano,
con un ceppo a Limosano e Campobasso nel campobassano, Colavecchio ha un
ceppo romano ed uno a Frosolone nell'iserniese, dovrebbero derivare da
capostipiti chiamati Nicola, Cola
per aferesi, di età avanzata, tanto da essere considerati per la
loro epoca vecchi.
COLAVIN
COLAVINI
COLLAVIN
COLLAVINI
COLLAVINO
Questi cognomi sono tutti tipicamente friulani dell'udinese, Colavin è
quasi unico, Colavini, ancora più raro, è probabilmente dovuto
ad errori di trascrizione, Collavin è specifico di San Giorgio di
Nogaro, Collavini è caratteristico di Bertiolo e Rivignano, Collavino
è di San Daniele del Friuli in particolare, potrebbero derivare,
ed è l'ipotesi più probabile, da forme ipocoristiche, anche
dialettali, del nome Colau, una forma
aferetica tronca del nome medioevale Nicolaus,
nome probabilmente portato dai capostipiti, ma non si può escludere,
seppure non molto probabile, che possa trattarsi di soprannomi attribuiti
a persone particolarmente attente al risparmio, tanto da raccogliere le
scolavùre (colature
della cera delle candele).
COLAVITA
COLAVITI
COLAVITO
COLAVITTI
COLAVITTO
Colavita è tipico del campobassano, di Sant'Elia a Pianisi in particolare,
con buone presenze anche a Termoli, Campobasso e Colletorto, ed a Foggia,
Colaviti è quasi unico, sembrerebbe veneto come Colavitti che ha
un nucleo a Teglio Veneto e Concordia Sagittaria nel veneziano, con presenze
anche nel barese, Colavitto ha un ceppo tra San Michele al Tagliamento
(VE) e Latisana (UD) ed uno a Monopoli (BA), Colavito è decisamente
pugliese, del barese, Gravina In Puglia, Grumo Appula, Barletta, Bari e
Cassano Delle Murge con ceppi anche a Taranto e nel tarentino, dovrebbero
tutti derivare dal nome composto Nicola
e Vito o Vittorio,
i cognomi dovrebbero nascere da capostipiti con quel tipo di nomi composti
formati dall'aferesi del primo e dalla troncatura del secondo, ma in alcuni
casi potrebbe anche derivare da una riduzione del nome Nicola
e dall'unione con il cognomen medioevale Vitellius
e starebbe quindi per quelli di Nicola dei Vitelii.
COLAVOLPE
Specifico di Amalfi e Nocera Superiore (SA), dovrebbe derivare da un soprannome
originato dall'aferesi del nome Nicola con il suffisso volpe, forse a caratterizzare
una particolare furbizia del capostipite.
Colazzi è quasi unico, Colazzo è tipico del leccese, con
presenze in quasi tutta la Puglia, Colella è molto diffuso nella
fascia che comprende Lazio, Abruzzo, Molise, Campania e Puglia, Colelli,
molto meno diffuso, ha ceppi in provincia di Roma, nella Puglia, foggiano
e Salento in particolare e nel catanzarese, Colello è estremamente
raro, Coletta è diffuso in tutt'Italia, soprattutto nella parte
centro meridionale, Coletti è diffuso in tutto il centronord, con
particolare diffusione nella fascia centrale che comprende Umbria, Abruzzo
e Lazio, Coletto ha un ceppo veneto, in particolare nel padovano, con buone
presenze anche nel trevisano e nel veneziano ed un ceppo nel barese, Colini,
assolutamente rarissimo, ha un piccolo ceppo tra anconetano e perugino,
a Trieste e nel romano, Colino, quasi altrettanto raro, ha un piccolo ceppo
a Trieste, uno a Sessa Aurunca nel casertano ed uno a San Nicandro Garganico
nel foggiano, derivano tutti da modificazioni più o meno dialettali
di ipocoristici dell'aferesi del nome Nicola.
Troviamo tracce di questo nome a Napoli nel 1300 con un certo Colella de
Altoculto elencato tra gli addetti della Zecca.
COLCIAGO
Colciago è tipicamente brianzolo di Carate Brianza nel milanese
con buona concentrazione anche a Seregno, Giussano, Verano Brianza e Milano,
dovrebbe derivare dal nome del toponimo Colciago di Lurago d'Erba nel comasco,
in piena Brianza.
COLDANI
Tipicamente milanese e lodigiano
COLECCHIA
COLICCHIA
Colecchia ha un ceppo romano, uno tra teatino, aquilano, Molise e foggiano,
Colicchia sembra avere due ceppi, in Abruzzo, Campania ed in Sicilia, dovrebbero
derivare da una modificazione ipocoristica dell'aferesi del nome Nicola,
tracce di questo cognome le troviamo a Napoli din dal 1600.
COLIBRETTI
COLIBRI
COLIBRO
Colibretti, cognome molto raro, dovrebbe essere di origini pavesi, Colibri,
quasi unico, è dell'Italia centrale, Colibro, assolutamente rarissimo,
sembrerebbe dell'alessandrino, al confine con il pavese, dovrebbero derivare,
direttamente o tramite ipocoristici, da soprannomi basati sul termine greco
antico colibrion (scricciolo),
probabilmente motivato dalla struttura minuta dei capostipiti.
COLITTA
COLITTI
COLITTO
Colitta ha un ceppo a Galatone nel leccese, con presenza significative
anche a Grottaglie nel tarentino ed a Roma, Colitti ha un ceppo a Roma,
uno a Campobasso ed uno ad Ugento nel leccese, Colitta ha un ceppo a Campobasso
e Fossalto nel campobassano ed a Roma, si dovrebbe trattare di forme aferetiche
dialettali di un ipocoristico del nome Nicola.
COLLA
Cognome particolarmente concentrato
nell'Italia settentrionale, si individuano più aree originarie,
dalla provincia di Parma a quella di Treviso, a quella di Genova, Alessandria
ed Asti, potrebbe esserci anche un ceppo nella Sicilia occidentale, potrebbe
essere originato da soprannomi legati a toponimi quali: Colla (MS) - (CZ)
- (ME).
COLLACCHI
COLLACCHIONI
Collacchi è laziale del romano, di Roma, Gavignano, Colleferro e
Segni, Collacchioni è tipicamente toscano di San Godenzo nel fiorentino
e di Prato, questi cognomi dovrebbero derivare direttamente o tramite forme
ipocoristiche accrescitive di soprannomi basati sul termine medioevale
bizantino collachium (zona
fortificata), importante era nel 1300 il Collachium o castello
di Rodi, zona dove risiedeva il Gran Maestro dell'Ordine dei Cavalieri,
si potrebbe quindi ipotizzare un'origine bizantina dei capostipiti o perlomeno
che i capostipiti vivessero nel Collacchio
cittadino, con questo termine, in epoca tardo medioevale, si identificava
quella parte delle città fortificate, come Rodi, Malta, ma anche
Lucca, L'Aquila, Gallicano nel Lazio e molte altre, riservata ai cavalieri,
il che potebbe far supporre in qualche caso un'appartenenza delle famiglie
alla nobiltà militare.
COLLALUNGA
Collalunga, assolutamente rarissimo, sembrerebbe tipicamente romano, dovrebbe
derivare da una forma dialettale del toponimo Collelungo nell'aquilano.
COLLASIUS
Presente solo a Melegnano, è
unico
COLLE
COLLI
COLLO
Colle è specifico dell'area veneto, friulana, del bellunese soprattutto,
del trevisano, del pordenonese e dell'udinese, Colli sembra avere due ceppi,
nel milanese e pavese e nel reggiano, Collo sembrerebbe piemontese, potrebbero derivare da uno dei moltissimi
toponimi italiani contenenti il termine Colle, è anche possibile,
ma molto improbabile che derivino dal nome celtico Coll. Esempio di
questa cognominizzazione si trova nel Codice Diplomatico della Lombardia
Medioevale sotto l'anno 1179, dove si legge: "...Placuit
itaque bona convenit voluntate inter Strimidum
qui dicitur Collum, de loco Gudi Antibiagi...".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Colli è la cognominizzazione del nome personale medievale Collus,
d'origine soprannominale, dal lat. collum
«collo», a indicarne la
lunghezza o la grossezza fuori dell'ordinario. In una carta modenese del
1138 è ricordato un «Albertus qui vocatur
Collo.de loco
Purcile»; altro Collus è menzionato come teste nel
1165 e un « Andreas Colli » nel 1183, ecc. Fonte: F. Violi,
Cognomi a Modena e nel Modenese.
COLLECCHI
COLLECCHIA
Collecchi ha un ceppo a Parma che dovrebbe derivare dal nome del paese
di Collecchio nel parmense, ed un piccolissimo ceppo nell'area che comprende
il lucchese in particolare, il pisano ed il livornese, questo ceppo potrebbe
derivare dal nome del paese di Collecchia di Fivizzano nel massese, così
come lo stesso cognome Collecchia, che è specifico di Tresana, Aulla
e Massa sempre nel massese.
COLLEONI
Assolutamente tipico del bergamasco, le tesi sull'origine del cognome sono
diverse, una sostiene che derivi da capileonis (teste di leone presenti
nello stemma del casato), un'altra farebbe derivare il cognome dal nomen
latino Colius, un'altra preferisce l'idea dei tre testicoli che Bartolomeo
Colleoni, noto condottiero nato nel 1400, si vantava di possedere
Tracce di questa cognominizzazione si trovano già nel 1300 a Martinengo
(BG), in una pergamena si può leggere: "...in
hospicio heredum quondam dom. Federici de
Collionibus civitatis Pergami..." e
questo porterebbe a preferire la prima delle tre ipotesi sulla derivazione
del cognome.
COLLETTA
COLLETTI
COLLETTO
Colletta è presente a macchia di leopardo un pò in
tutt'Italia, Colletti sembra avere oltre al nucleo principale nella Sicilia
occidentale, anche un ceppo originario nel Lazio tra le province di Rieti
e di Roma ed uno nel bolognese, Colletto, molto raro, ha un ceppo nel palermitano
ed uno nel veneziano, dovrebbero derivare da modificazioni dell'aferesi
del nome Nicola, troviamo tracce di questa cognominizzazione a Giuliana (PA)
nel 1500 con il notaio Giacomo Colletti, nel veneziano nella seconda metà
del 1700 con il compositore Giuseppe Colletti.
integrazioni fornite da Umberto
Colletti è un cognome originario dell'Irpinia in particolare
da Montemiletto (mos milthum), si rilevano notizie fin dal 1600. I Colletti
furono tra i grandi liberali dei moti del 1860 della regione, in parte
selvaggiamente sterminati con altri dai sostenitori, fuorilegge dei filoborbonici.
COLLINA
COLLINI
COLLINO
Collina ha un nucleo principale nel bolognese che si espande alle vicine
province di Ravenna e Modena, uno nel Piceno ed uno nel salernitano, Collini
ha un nucleo nel trentino e nella zona confinante del bresciano, uno nell'udinese,
uno nel fiorentino ed aree viciniori ed uno nel Piceno, Collino ha un ceppo
nell'udinese ed uno nel Piemonte centrooccidentale, dovrebbero derivare dal
nomen latino Collinus di cui abbiamo un esempio in un antico registro di
carico e scarico: "...L(ucius)
Lucilius Collinus
prof(essus) est
praed(ia) rustica
HS LXXV(milium)
DCCCCLXXV n(ummum)
accipere debet ...", tracce di queste cognominizzazioni le troviamo
nel 1600: "...Antonius
Collinus impudentissime veritatem historiae
Magorum negavit, quam in Evangelium Matthaei intrusam fuisse probare conatus
est. ...".
COLLOCA
Colloca, tipicamente calabrese, del vibonese, di Mileto, Cessaniti e Briatico,
dovrebbe derivare dal cognome greco Kolokas,
che a sua volta deriva da un'alterazione del nome Nicola.
COLLODI
Collodi è tipico della provincia di Lucca in prossimità del
pistoiese, di Altopascio e Porcari, dovrebbe derivare dal toponimo Collodi di Pescia
(PT).
COLLODO
Collodo è tipicamente veneto del trevisano, di Mogliano Veneto e
Roncade in particolare, dovrebbe derivare dal nome ungherese Köllod, proponendo
una possibile origine magiara del capostipite.
COLLOSTIDE
Collostide praticamente unico è del bellunese, potrebbe derivare
da una trasformazione per italianizzazione della voce ladina costholz
(parte superiore del carro simile a quello dei
pionieri americani), si potrebbe anche ipotizzare una derivazione
dal termine latino colostrum (secrezione
delle mammelle o primo latte), ipotizzando quindi che si tratti
di un soprannome che identificava una balia di professione.
COLLU
Collu è diffusissimo nella Sardegna meridionale, nel Medio Campidano,
nell'iglesiente, nel cagliaritano ed anche nell'Ogliastra.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
COLLU: crediamo sia originario del Medio Campidano e propriamente di
Villacidro, che conta il numero più alto di Collu. Non sappiamo
con certezza che cosa significa. Potrebbe derivare dal latino collum
= collo, o dall'italiano collo,
che significa collo (parte del corpo che sorregge la testa) o anche involto,
imballo di oggetti etc. Gli stessi abitanti di Villacidro che portano questo
nome, non ne conoscono il significato. Il sardo coddu, che traduce il latino
collum, indica non solo il collo, ma tutta la regione delle spalle: portai
a coddu significa appunto portare in spalla. Il solo collo è detto
su tzùgu, sa mola de si tzùgu. Ma coddu in sardo significa
anche collina, altura e però deriva dal latino collis = collina.
Ricordiamo inoltre che cotza ed anche colla è chiamato lo scroto,
la borsa dei maschi. Dal latino colea. Da cui deriva collùdu, non
castrato. Attualmente il cognome Collu è presente in 216 Comuni
italiani, di cui 86 in Sardegna: Villacidro 182, Cagliari 181, Assemini
159, San Sperate 157, Quartu 141, Gonnosfanadiga 107, etc.
integrazioni fornite da Fabrizio
Collu
troviamo tracce del cognome Collu (difusissimo a Sanluri,Villacidro,Samassi
e Decimoputzu), a Sanluri negli scritti riguardanti i lavori di manutenzione
e ampliamento del castello, già nel XIV° secolo, nella forma
Coll (che fà pensare ad un'origine catalana dovuta probabilmente
a una operazione di ripopolamento e iberizzazione ad opera dei vincitori
aragonesi), confermato nel censimento fiscale del 1786, ancora scritto
in spagnolo, pur trovandoci svincolati dalla corona d'Aragona già
da 56 anni ed essendo stati annessi al Regno dei Savoia. In Catalonia il
cognome Coll è ancora molto diffuso.
COLMEGNA
Colmegna è specifico dell'area che comprende il varesotto, il comasco
ed il nordmilanese, dovrebbe derivare dal nome del paese di Colmegna nel
varesotto.
COLNAGHI
COLNAGO
Colnaghi è un cognome lombardo, particolarmente dell'area compresa
tra le provincie di Pavia, Milano, Lecco e Bergamo, Colnago è più
tipico del milanese e del bergamasco, dovrebbero essere stati originati
da soprannomi legati al toponimo Colnago (MI).
COLO'
Ha un ceppo nel basso trentino, uno nel foggiano e uno nel torinese, deriva
dall'aferesi del nome Nicolò. Personaggio famoso il discesista eno
Colò.campione del mondo.
COLOFEO
Colofeo, quasi unico, specifico del leccese, potrebbe derivare dall'incapacità
del trascrittore di leggere il nome Colosseo, la s
nel 1500 e 1600 era scritta in modo molto simile ad una f.
COLOGNA
COLOGNESE
COLOGNESI
COLOGNI
COLOGNO
Cologna è tipico del trentino, Colognese ha un ceppo nel veronese,
Colognesi, ha un ceppo nel milanese ed uno nel rovigoto, Cologni è
tipico della zona tra Milano e Bergamo, Cologno è rarissimo e sembrerebbe
specifico di San Severo (FG), dovrebbero derivare dai vari toponimi contenenti
la radice Cologn-, come ad esempio Cologna (TN), Cologna Veneta (VR), Cologno
al Serio (BG), Cologno Monzese (MI), Colognola ai Colli (VR) ecc.
COLOGNORI
Colognori, molto molto raro, è specifico del lucchese, di Gallicano
in particolare, dovrebbe trattarsi di una forma etnica dialettale riferita
a capostipiti provenienti da Colognora nel lucchese, come Colognora frazione
di Capannori, ma anche di Pescaglia o di Villa Basilica, tutti nel lucchese.
Colomba ha vari ceppi, nel torinese e cuneese, nell'udinese, nel leccese
ed iun Sicilia, nel trapanese, palermitano e catanese, Colombella, quasi
unico, è meridionale, Colombelli è caratteristico del milanese,
di Milano e Pozzuolo Martesana, e del bergamasco, di Zanica, Stezzano e
Bergamo, Colombi è concentrato in modo massiccio in Lombardia, ma
si individuano ceppi anche in Liguria, Toscana ed Emilia, Colombina, molto
molto raro, sembrerebbe del vicentino, Colombini è soprattutto lombardo,
ma è presente in modo pesante anche nella provincia di Verona, in
Liguria, e Toscana, Colombino ha un ceppo tra savonese e genovese, un ceppo
fiorentino ed uno a Sassari e nel sassarese, Colombo è un cognome
panitaliano anche se prevalentemente presente al centro nord ed in Sicilia,
Columbo ha un ceppo a Bari ed uno a Comiso nel ragusano. Tutti questi cognomi
dovrebbero derivare, direttamente o tramite varie forme ipocoristiche,
dal nome tardo latino Columbus, Columba,
dal suo ipocoristico Columbinus, Columbina,
ma anche da soprannomi legati a toponimi quali: Colombano nel rovigoto
o San Colombano nel milanese immerso nel lodigiano, o altri simili, si deve tener presente poi che in provincia di Milano,
ai trovatelli veniva a volte dato un cognome simile, relativo all'essere
loro, senza colpa e puri come colombe.
integrazioni fornite da Mario Colombo
- Gruppo Ricerche Storiche Borsano
Nei secoli scorsi, il simbolo dell'Ospedale Maggiore di Milano, da
cui dipendeva il Brefotrofio (Pia Casa degli Esposti e delle Partorienti
in Santa Caterina alla Ruota) era una colomba, perciò era invalsa
l'abitudine di chiamare culumbìtt
(o colombitt, nella grafia usata dal
Cherubini nel suo vocabolario dialettale) i piccoli ospiti. Da questa abitudine
popolare derivò quella, diventata regola fino al 1825, di attribuire
ai piccoli, sempre e sistematicamente, il cognome Colombo (o anche Colombi
o Colombini). La colomba sullo stemma della "Ca' Granda" deriva dall'essere
l'ospedale dedicato alla beata vergine Maria "Annunciata". Ancora oggi
sul portale d'ingresso dell'Università Statale (Via Sforza e Festa
del Perdono) è visibile il bassorilievo che porta l'arcangelo Gabriele
su un lato, la vergine Maria sull'altro e al centro lo Spirito santo "in
forma di colomba".
COLOMBAI
Colombai, estremamente raro, ha un piccolo ceppo nel pisano ed uno nel
napoletano, dovrebbe derivare da un soprannome indicante che i capostipiti
abitassero nei pressi di chi allevava colombi, o che questa stessa fosse
la loro attività.
COLOMBANI
COLOMBANO
Colombani ha un ceppo nel sudmilanese e lodigiano ed uno nel ferrarese,
Colombano è tipico del Piemonte occidentale, dovrebbero derivare
dal nome medioevale latino Colombanus
di cui abbiamo un esempio nei registri inquisitori di Bormio (SO) sotto
l'anno 1630: "...Coram ut supra citatus comparuit
Colombanus della Scala,
filius quondam Burmii...", ricordiamo San Colombano (540?- 615)
monaco di origini irlandesi che nel 600 fondò l'abbazia di Bobbio
nel piacentino, ma è pure possibile una derivazione dal toponimo
San Colombano (LO).
COLOMBARI
COLOMBARINI
COLOMBARO
Colombari ha un ceppo nel milanese, uno nel veronese, ma il nucleo più
consistente è in Emilia e Romagna, nel reggiano, modenese, bolognese
soprattutto, ferrarese e riminese, Colombarini è tipico del bolognese,
Colombaro ha piccoli ceppi tra torinese ed astigiano, nel vicentino, nell'udinese,
ed un ceppo a San Salvo nel teatino, potrebbero derivare, direttamente
o tramite ipocoristici, dall'attività di allevatori di colombi,
o anche da un toponimo come Colombare (BG) - (BS), Casale Colombaro nel
novarese o Colombaro nel modenese.
COLOMBATTI
Colombatti, cognome estremamente raro, è dell'Italia settentrionale,
probabilmente del torinese, se ne trovano tracce a Varisella, con presenze
anche in Veneto, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine
dialettale settentrionale colombatt
(colombaccio, piccione selvatico),
termine utilizzato anche per indicare una persona credulona.
COLOMBERA
Decisamente trevigiano, dovrebbe
derivare da un nome di località identificata da una colombaia, colombera
è un termine usato per indicare una costruzione di forma quadrata,
adibita all'allevamento dei piccioni e dei colombi, situata sopra il tetto
o vicino ad esso. Tracce di questa cognominizzazione la troviamo in
Valtellina fin dal 1500, in un atto notarile del 1567 di un certo
Gio. Battista Colombera.
COLOMBERI
COLOMBERO
Colomberi. quasi unico è del cuneese, Colombero è tipicamente
piemontese, di Cuneo e Costigliole Saluzzo nel cuneese, entrambi i cognomi
dovrebbero derivare dal mestiere di allevatore di colombi o piccioni viaggiatori,
probabilmente svolto dai capostipiti.
COLONGI
Colongi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del latinense, dobvrebbe
derivare dal nome medioevale latino Colongius
di sui abbiamo un esempio in questo scritto del XVI° secolo: ".. Riverius
Massonius summae pietatis et eruditionis vir, Ecclesiae Parisinae Reformatae
prima iecit fundamenta: quibus superaedificârunt Iacobus Riparius,
Andegavensis, tum Colongius,
qui coetu auctô Collegam sibi legit Antonium Sadeelem Baronem, Iuvenem
non multum 20. annos egressum, sed eruditione et zelô admirabiliem. ..".
COLONNA
Molto diffuso in tutto il centrosud, ma in particolare nel Lazio ed in
Puglia, in alcuni casi può derivare dal toponimo Colonna (RM), in
altri dal fatto di abitare in prossimità di una colonna, in altri
casi dall'essere considerato una colonna e quindi di avere ad esempio nel
proprio stemma appunto una colonna, ricordiamo i principi Colonna, casato
romano che dovrebbero il loro cognome al fatto di abitare nei pressi della
colonna traiana, secondo altri il cognome sarebbe stato originato dal castello
della Colonna, situato sui Colli Albani, che la famiglia possedeva fin
dall'XI° secolo, il primo Colonna di cui si hanno notizie certe è
stato Petrus de Columna della seconda metà del secolo XI° di
questa famiglia fecero parte Cardinali e Principi e perfino un Papa Martino
V° al secolo Oddone Colonna, che fu Papa dal 1417 al 1431, di massimo
rilievo è stato anche Marcantonio Colonna Ammiraglio Generale e
Viceré di Sicilia, eroe della battaglia di Lepanto, il 7 ottobre
1571, la nave ammiraglia di Colonna sbaragliò infatti la flotta
turca. Al suo ritorno a Roma, papa Gregorio XIII° lo riconfermò
Capitano generale della flotta pontificia.
COLONNACCHI
Colonnacchi è specifico di Livorno, dovrebbe derivare dal cognome
greco Kolonakis , che a sua volta deriva
dal nome di uno dei quartieri di Atene.
COLORI
COLORO
COLORU
Colori, molto molto raro, ha presenze sparse qua e là, in Lombardia,
in Emilia, nel perugino ed in Puglia, Coloro, forse del cuneese, sembrerebbe
quasi unico, Coloru, assolutamente rarissimo è specifico del nord
della Sardegna dovrebbero tutti derivare da soprannomi originati dal termine
tardo latino colorus (colorato),
il terzo potrebbe anche derivare dal nome del toponimo oristanese di Bucca
Colorus.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
COLORU: biscia, serpentello, non velenoso.
Deriva dal latino colùber. Si
dice anche, colòvru, colòvuru, colòvra,
cabòru. Come cognome è attualmente in 25 Comuni
italiani, di cui 10 in Sardegna: Nule 9, Ozieri 9, Iglesias 8, etc.
COLOSETTI
COLOSI
COLOSIO
COLOSO
Colosetti, molto molto raro, è tipico dell'udinese, Colosi ha un
ceppo principale tra messinese e reggino e nella Sicilia orientale, ed
uno nel grossetano, Colosio, decisamente lombardo, del bresciano e del
bergamasco, è molto diffuso a Botticino, Brescia, Borgosatollo,
Travagliato e Provaglio D`iseo nel bresciano ed a Tavernola
Bergamasca nel bergamasco, Coloso, quasi unico, potrebbe essere marchigiano,
derivano tutti da modificazione dialettali dell'aferesi del nome Nicola. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo
a Bovalino (RC) in un atto della fine del 1600, dove si legge: "Die
decimo septimo mensis iunii, secundae inditionis, millesimo seicentesimo
nonagesimo quarto, in terra Bobalini et prope in marittima ...per esequtione
delle cose predette li sopradetti capitani e marinari infrascribendi ...
Costantino Colosi,
Diego Casentino, Diego Tomasello...".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Colosi è un cognome tipico della Sicilia orientale, è
l'abbreviazione di Nicolosi, comune
in provincia di Catania. Rohlfs 74.
COLOSIMI
COLOSIMO
Colosimi è assolutamente rarissimo, Colosimo è caratteristico
della Calabria, della provincia di Catanzaro soprattutto di Petronà,
Soveria Mannelli, Cropani e Catanzaro, con presenze significative anche
a Colosimi nel cosentino ed a Crotone, secondo alcuni deriverebbe da un
soprannome di origine greca con il significato di uomo
dal sedere curvo, secondo altri prenderebbe il nome dal paese
di Colosimi nel cosentino, mentre è storicamente accertato il contrario
e cioè che Colosimi abbia preso il suo nome dalla famiglia Colosimo
che lo avrebbe fondato e sul quale avrebbe esercitato Signoria, l'ipotesi
più plausibile è una derivazione da modificazioni dell'aferesi
del nome Nicola.
COLOSSEO
COLOSSI
COLOSSO
Colosseo, estremamente raro, parrebbe avere un ceppo nel torinese ed uno
nel sassarese, Colossi ha un ceppo nel bresciano ed uno piccolissimo nel
barese, Colosso ha un ceppo a San Donà di Piave ed uno piccolissimo
nel leccese, dovrebbero tutti derivare dal nome tardo latino Colossus
o dal greco Kolossos.
COLOTTI
COLOTTO
Colotti ha un ceppo nell'area che comprende il bergamasco, il bresciano
ed il trentino ed uno nel foggiano, Colotto è presente in modo sporadico
nel Veneto orientale, ma il ceppo principale è a Lerici nello spezzino,
dovrebbero derivare da Colottus una
forma ipocoristica dell'aferesi del nome Nicola,
del cui uso abbiamo un esempio in un'antica iscrizione presente nella Chiesa
di San Francesco a Lerici, dove si può leggere: "Colottus,
Muzius e Jacopellus erunt".
COLPANI
COLPANO
Colpani è tipicamente lombardo, del bergamasco, di Caravaggio, Bergamo,
Romano di Lombardia, Treviglio, Bariano, Pagazzano, Mozzanica, Covo e Brignano
Gera d'Adda, e del bresciano, di Brescia, San Zeno Naviglio e Flero, Colpano,
quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad errate trascrizioni del precedente,
dovrebbero derivare da un nome di località Colpano,
di cui si hanno tracce a Melzo in uno scritto del 1602: "...Item
possidet sedimen in quo exercentur ludus litterarius, ubi habitat praeceptor,
et in quo adest Camera Congregationis, cui coheret a duabus partibus strata,
ab alia Bapt.a Abondioli et ab alia illorum de
Colpano...".
COLTRARO
CULTRARO
Coltraro è molto raro ed
è specifico catanese, Cultraro, abbastanza raro, è tipico
del catanese e siracusano, potrebbe derivare da un soprannome originato
da un mestiere, il venditore di coperte. Troviamo a Catania, nella seconda metà del
1600 un notaio Giacinto Coltraro, nell'archivio del convento dei padri
domenicani, a Catania, si legge di "...casaleni di
Cultraro...", nel 1865 un Mario Coltraro, lascia in eredità
all'Università di Catania i fondi necessari per l'ampliamento dell'Orto
Botanico.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Coltraro è un cognome siciliano che indica 'chi fa o vende coltri'.
Rohlfs 74.
COLUCCELLI
COLUCCELLO
COLUCELLI
COLUCELLO
Coluccelli è tipico del foggiano, di Ascoli Satriano e foggia in
particolare, Coluccello, più raro, è del Salento, di Brindisi
e di Morciano Di Leuca nel leccese, Colucelli è quasi unico, Colucciello
è tipico campano, del napoletano e dell'avellinese.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Coluccello,
nato o dall'unione dei nomi Nicola
e Uccello (vedi
Uccelli) oppure dal vezzeggiativo del nome medievale Coluccio,
che dovrebbe derivare a sua volta da un ipocoristico del nome Nicola (quest'ultima
ipotesi sembra essere la più probabile, se si considera l'alta diffusione
del cognome Colucci nel sud Italia). Per quanto riguarda i cognomi in questione,
dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
COLUCCI
COLUCCINI
COLUCCINO
COLUCCIO
Colucci è tipico del centro sud peninsulare, ma con ceppi anche
in Toscana ed Emilia, Coluccini ha un ceppo nel lucchese, a Pietrasanta,
Camaiore e Massarosa, e piccoli ceppi nel maceratese, a Terni ed a Roma,
Coluccino, molto raro, è tipico di Avellino, Coluccio molto più
raro sembra avere due ceppi nell'avellinese e nel reggino, derivano dal
nome medioevale Colutius e anche dall'aferesi
di modificazioni ipocoristiche del nome Nicola.
Questo nome era portato già prima del 1000 come si evince da un'iscrizione
presente sul frontale della chiesa di San Matteo di Scala (SA) nella costiera
amalfitana:
"DEVOTIONE COLUTII DE BONETO - VIRI SENATORIS
ANNO 963" e a Firenze nel 1300 un notaio e giudice portava quel
nome: "...Tragedia quedam de casu Cesene composita
per Ser Colutium de Stignano....".
COLUCCIA
Di origine leccese, deriva da una
riduzione del nome Nicola .
COLUGNATTI
Assolutamente rarissimo, dovrebbe essere del basso udinese, dovrebbe derivare
dal toponimo Colugna di Tavagnacco (UD).
COLUMBRO
Molto raro sembrerebbe originario della provincia di Benevento, dovrebbe
derivare da un soprannome originato dal termine columbro
(dal latino coluber, colubris), sorta
di serpente.
COLUSSI
COLUSSO
Colussi è decisamente friulano, Colusso più trevigiano e
veneto, dovrebbero derivare da una modificazione dialettale dell'aferesi
del nome Nicola. Nel 1600 i conti Colussi erano feudatari nell'udinese.
COLZANI
Tipico di Giussano e Seregno nel milanese, con ceppi importanti anche a
Inverigo, Cantù, Mariano Comense e Cabiate nel comasco, ed a Cassago
Brianza e Barzanò nel lecchese.
integrazioni fornite da Simone
Colzani
Il cognome Colzani, frequente nell'Alto Milanese, deriva dal paese
di Colzano, facente parte del comune brianzolo di Veduggio con Colzano
(MI) L'origine del toponimo (in latino Caltianus)
va forse ravvisata nella pianta Caltha,
ranuncolacea piuttosto abbondante nei terreni circostanti e prospicienti
il fiume Lambro.
COLZATO
Colzato, assolutamente rarissimo, sicuramente veneto, ha un piccolo ceppo
nel veronese ed uno nel trevigiano, si dovrebbe trattare di una forma patronimica
in -ato riferita ad un padre del capostipite
il cui nome medioevale fosse Colzius
o Colgius, nome di cui abbiamo un esempio
in questo scritto tratto dal De Propheticis Revelationibus
di Adomnán (627 - 704)
: "...Alia itidem nocte, quidam de fratribus, Colgius
nomine, filius Aido Draigniche, de Nepotibus Fechreg, cujus in primo fecimus
mentionem, casu ad januam ecclesiae, aliis dormientibus, devenit, ibidemque
aliquamdiu stans orabat. Tum proinde subito totam videt ecclesiam coelesti
luce repleri: quae scilicet fulguralis lux dicto citius ab ejus recessit
oculis. Sanctum vero Columbam hora eadem intra ecclesiam orantem ignorabat...".
COMACCHI
COMACCHIO
Comacchi è quasi unico, Comacchio è tipico del trevisano,
di Castelfranco Veneto, con piccoli ceppi anche a Castello di Godego e
Loria, si potrebbe ipotizzare una derivazione dal toponimo Comacchio (FE),
ma potrebbe anche derivare da nomi di località ora scomparse che
si basassero sulla radice celtica Kom,
Komos.
COMAND
Specifico di Mortegliano (UD).
COMANDE'
Comandè sembrerebbe specifico della Sicilia settentrionale, di Palermo
e Monreale nel palermitano e di Messina e Palmi nel reggino, potrebbe derivare
dal termine vallone comandeus (comandante),
termine giunto in Sicilia con gli angioini, il vallone è un dialetto
francese della cosiddetta lingua d'oil parlato in una zona adiacente a
quella angioina, si potrebbe però anche trattare di una forma aferetica
dialettale di una modificazione del nome Giacomo. Personaggio di rilievo
del 1500 fu il pittore Francesco Comandè, leggiamo nel libro Memorie
de' pittori messinesi e degli esteri che in Messina fiorirono
dal ...: "...Francesco
Comandè è vero, che non fu il
fondatore della nuova scuola , non essendo mai uscito da Messina, pingendo
egli di un misto di Polidoro, e di Paolo, ma influì molto anch'esso
al rinnovamento del gusto. Nato in Messina, forse da Stefano sopra cennato,
discendente dall'antica famiglia de' Comandeo,
verso il 1568, passò la sua infanzia nella scuola di Guinaccia ...".
COMANDI
Specifico del grossetano.
COMANDU'
Due i ceppi, uno delle provincie
di Torino e Cuneo, l'altro delle provincie di Milano e Lodi, potrebbe derivare
da una modifica dialettale contratta del nome Giacomo. Giacomand, Giacomass
e Giacomù sono delle espressioni dialettali che si riferiscono al
nome Giacomo, Giacomandù non è improbabile come deformazione
dialettale di Giacomand e Comandù è l'aferesi di Giacomandù.
Tracce di questo cognome risalgono al 1700: un padre Comandù nel
1708 si trovava nella missione di San Javier a Mulege in Messico,
nel 1782 il pittore Giovanni Comandù dipingeva una tela per la chiesa
di Santa Croce a Rivoli (TO).
COMARO
Assolutamente rarissimo, dovrebbe
essere veneto, potrebbe derivare da un toponimo ormai scomparso derivato
dal latino Comarius, come ad esempio Gomarolo (VI).
COMAROLI
Sembra avere due nuclei, uno nel
bresciano ed uno nel Monferrato, il secondo dovrebbe derivare dal toponimo
Portacomero (AT) l'antica Curtis Comarii, mentre il primo dovrebbe derivare
direttamente dal nome latino Comarius, di cui si hanno tracce ad esempio
in una lapide che riporta: "D(is)
M(anibus) s(acrum)Comarius
pos(ui)
memoriam [co]niugi
m[e]ae Silvin(a)e
[q]uis
pervixs(it)[m]ecu(m)
annos
[X]XV
sit ti(bi) [t]e[rra
levis]". Personaggio notevole con questo nome fu nel II°
secolo d.C. il famoso alchimista greco bizantino Comarius.
COMASCHI
COMASCO
Comaschi è tipico del milanese e pavese, Comasco è quasi
unico, dovrebbero derivare dall'etnico della città di Como (comasco)
ad indicare probabilmente la provenienza della famiglia.
COMASNI
Dovrebbe essere lodigiano, potrebbe
derivare da una modifica dialettale contratta del nome Giacomo.
COMBERIATI
COMBERIATO
Comberiati è tipico calabrese, della zona tra Crotone e Catanzaro,
con un possibile ceppo nel genovese, Comberiato, quasi unico, è
del crotonese.
COMBI
Tipico della provincia di Lecco e nordmilanese. Tracce di questa cognominizzazione
le troviamo a Venezia verso la fine del 1500 con lo stampatore ed editore
Sebastiano Combi.
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (SO)
Cognome presente soprattutto nel Lecchese, in particolare in Valsassina:
Cassina Valsassina (LC), Barzio (LC), Cremeno (LC) e a Lecco. In provincia
di Milano sono presenti in modo rilevante solo ad Abbiategrasso e nel capoluogo.
Molto sporadica la diffusione nelle province di Bergamo e Sondrio.
Il cognome deriva dalla toponomastica. Dante Olivieri segnala la contrada
di Bormio, Combo, e sostiene che il cognome deriverebbe da una parola dialettale
che significa "valle,vallata". Parola che a dire il vero sembrerebbe sconosciuta
nei dialetti lombardi. A titolo di curiosità il cognome francese
Lacombe e il britannico Combe derivano anch'essi dalla toponomastica locale,
da parole che nelle rispettive lingue significano appunto "valle".
Comella ha un ceppo a Gianico nel bresciano, uno nel casertano a Casaluce,
Aversa e Sessa Aurunca e nel napoletano a Sant'Antimo e Napoli, ed uno,
il più consistente, in Sicilia nel palermitano, a Termini Imerese
in particolare ed a Palermo e Caltavuturo, Comelli ha molti i ceppi, nell'udinese,
nel milanese e nel pavese, al confine tra le provincie di Bergamo e Brescia,
in provincia di Genova ed in Emilia, Comello è caratteristico dell'udinese,
soprattutto di Reana del Rojale, Cometti è invece specifico solo
della zona che comprende la Lombardia centrosettentrionale ed il Piemonte
nordorientale, Comotti è tipicamente lombardo dell'area che comprende
il bergamasco ed il milanese, Comotto, molto meno comune, ha un ceppo nel
torinese, biellese ed astigiano ed uno a Genova e Serra Riccò nel
genovese, Commella, praticamente unico, dovrebbe essere semplicemente dovuto
ad un'errata trascrizione del primo, dovrebbero tutti derivare da modifiche
aferetiche di ipocoristici del nome Giacomo,
o Giacoma. Tracce di queste cognominizzazioni
le troviamo ad esempio a Tirano nel sondriese, dove nel 1726 è Degano
della Comunità di Tirano un certo Giacomo Cometti delli Baruffini
figlio di un precedente Decano della città sempre di nome Giacomo
Cometti.
integrazioni fornite da Luciano
Comelli
Il cognome Comelli di ceppo friulano è il risultato dell'italianizzazione
(piuttosto antica) del friulano Comel,
peraltro ancora esistente sopratutto nell'area del Goriziano (ex austroungarico, dove per ovvi
motivi storici vi è la piu alta concentrazione di cognomi friulani
non italianizzati). Il friulano Comel sembra derivare, più che dal
nome Giacomo piuttosto da elementi toponomastici, si veda in particolare
l'area del Comelico (in friulano moderno Comieli
o Cumieli, ma in ladino Comiel)
ed il toponimo carnico (peraltro vicino) di Comeglians (in friulano Comelians).
COMENSOLI
COMINCIOLI
Comensoli è tipico dell'alto bresciano, di Bienno ed Edolo
in particolare, Comincioli ha un ceppo ad Antegnate (BG) e il nucleo tra
Provaglio Val Sabbia, Cevo, Brescia e Toscolano Maderno, si potrebbe trattare
di etnici del toponimo Cominello di Lonato (BS).
COMERI
COMERIO
Comeri, estremamente raro, parrebbe della zona tra varesotto e novarese,
Comerio è tipico del nordmilanese e basso varesotto, zona di Legnano
(MI), Busto Arsizio e Gallarate (VA), dovrebbero derivare dal toponimo
Comerio nel varesotto, ma potrebbero anche derivare dal nome medioevale
Comerius, ricordiamo con questo nome
Comerius protovescovo di Tarragona in Spagna della fine del quarto secolo.
COMES
COMITA
COMITE
COMITI
COMITINI
COMITINO
COMITO
Comes è un cognome tipicamente pugliese, del barese e di Monopoli
in particolare, con presenze significative anche a Polignano A Mare nel
barese, Ostuni e Francavilla Fontana nel brindisino e Castellaneta e Manduria
nel tarantino, Comita, quasi unico ha una sparuta presenza in Campania
ed in Calabria, Comite ha un ceppo a Roma, uno nel salernitano ad Agropoli
ed Ogliastro Cilento ed a Napoli ed uno a Crosia, Rossano e Caloveto nel
cosentino, Comiti ha un ceppo ligure ed uno sardo nella zona de La Maddalena
nel sassarese, Comitini è specifico di Ragusa e del ragusano, di
Vittoria e Coimiso, Comitino è praticamente unico, Comito ha un
ceppo romano, uno calabrese ed uno siciliano tra palermitano ed ennese,
dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal termine latino comes,
comitis (compagno,
compare, ma anche conte),
sia usato come nome in epoca medioevale, che come attributo del nome (vedi
COMITANGELO). Un esempio di quest'uso lo troviamo a Lipari in questa
Bolla papale del 1375: "...Item Nobilis Antonyus
de Comito dictus Bacalar capitaneus civitatis
Liparensis recepit fructus redditus, et proventus ínsulae Lipariensis
tribus annis tempore Domini Iohannis Graffei , qui fructus valere possunt
annuatim circa sexaginta uncías...".
COMETA
Cometa è tipicamente pugliese, di Taranto, Grottaglie, San Giorgio
Ionico e Monteiasi nel tarantino, di Bari e Monopoli nel barese, di Francavilla
Fontana nel brindisino e di Presicce nel leccese, dovrebbe derivare da
un soprannome basato sul termine arabo qumayt
(bandana, piccola fascia di tessuto),
ad identificare forse il fatto che il capostipite fosse solito indossare
questo tipo di copricapo.
COMI
Comi ha un grosso nucleo tra lecchese, a Missaglia, Merate e Lomagna, e
bergamasco Calusco D`Adda, Cisano Bergamasco, Villa D`Adda, Mapello e Carvico,
con un ceppo a Milano Triuggio e Cornate D`Adda, un ceppo nel Salento a
Castrignano Dei Greci (LE) e Salve (LE) ed uno a Caraffa di Catanzaro in
Calabria, dovrebbero derivare dall'aferesi di nomi come Giacomo.
COMICI
KOMIC
Comici, molto molto raro, ha un ceppo a Pinzano al Tagliamento nel pordenonese
e nell'udinese ed uno a Trieste, Komic è tipico di Gorizia e di
San Floriano del Collio nel goriziano, questi cognomi dovrebbero derivare
dal cognome croato Komic, che dovrebbe
derivare dal nome del paese di Komic vicino a Udbina in Croazia.
COMIN
COMINA
COMINI
COMINO
COMINU
Comin è tipicamente veneto, diffuso soprattutto nel trevisano e
veneziano, ma ben presente in tutte le altre province venete, nel pordenonese,
nell'udinese e nel triestino, con un ceppo secondario nel romano, frutto
dell'emigrazione veneta in occasione della bonifica Pontina, Comina ha
qualche presenza in Sardegna nell'oristanese e nel cagliaritano, in Trentino
e nel bellunese, con un ceppo nel pordenonese a Montereale Valcellina e
Maniago, Comini è tipicamente lombardo, molto presente a Mandello
Del Lario nel lecchese e nel bresciano, con un ceppo anche nell'udinese
ed a Genova, Comino è tipicamente piemontese, di Torino, Mondovì
nel cuneese e del cuneese intero, con un ceppo anche nell'udinese, Cominu
è decisamente sardo, della provincia di Oristano, dovrebbero derivare
tutti dall'aferesi di diminutivi, anche dialettali, del nome Giacomo
e Giacoma.
COMINARDI
Cominardi è tipicamente lombardo del bresciano, di Erbusco, Palazzolo
sull'Oglio, Brescia, Castelcovati e Ghedi, dovrebbero derivare dal nome
medioevale Cominardus di cui troviamo
tracce almeno dal 1200, una forma patronimica aferetica del nome Giacomo,
probabilmente portato dal padre del capostipite, il suffisso -ard-
in questo caso indica appartenenza.
COMINATI
COMINATO
Cominati, quasi unico, sembrerebbe lombardo, potrebbe trattarsi di forme
alterate del cognome Cominato, che è tipicamente veneto, di Rovigo,
Adria e San Martino di Venezze nel rovigoto, di Correzzola e Boara Pisani
nel padovano e di Cona e Cavarzere nel veneziano, e che dovrebbe essere
una forma patronimica tipicamente veneta, dove il suffisso -ato
stesse per il figlio di, riferito a
capostipiti il cui padre si fosse chiamato Comino,
una forma aferetica ipocoristica del nome Giacomo.
COMINELLI
COMINETTI
Cominelli è tipico del bergamasco e del bresciano, Cominetti, anch'esso
lombardo, è più tipico del cremonese, di Cremona, Soncino,
Annicco e Grumello Cremonese e di Palazzolo Sull`oglio e Travagliato nel
bresciano, dovrebbero derivare da modificazioni ipocoristiche dell'aferesi
del nome Giacomo, ma in alcuni casi derivano da toponimi come Cominello
di Lonato nel bresciano o Cominello di Sorisole nel bergamasco.
COMINOTTI
COMINOTTO
COMIOTTO
Cominotti è tipicamente lombardo, del bresciano e del mantovano
in particolare, con massima concentrazione a Mantova, Milano e Brescia,
Cominotto ha un ceppo a Venezia ed uno a Spilimbergo nel pordenonese, con
presenze significative anche nell'udinese a Dignano, San Daniele del Friuli
e Rive d'Arcano ed a Trieste, Comiotto è specifico di Mel nel bellunese,
con presenze significative anche a Istrana nel trevisano, dovrebbe derivare
da forme ipocoristiche complesse dell'aferesi del nome Giacomo.
COMIRAN
Cognome quasi scomparso, potrebbe essere veneto.
COMITANGELO
Comitangelo è specifico di Barletta nel barese, dovrebbe derivare
dall'unione del termine latino comes,
comitis (vedi
COMES), con il nome Angelo,
probabilmente portato dal capostipite, si tratterebbe dunque di qualcosa
come l'attuale compare Angelo.
COMIZZOLI
Specifico delle provincie di Milano
e Lodi, dovrebbe essere stato originato da soprannomi legati al toponimo
Comazzo (LO).
COMO
Sembrerebbe avere più nuclei,
nell'alessandrino, nell'Italia centrale e nella Sicilia sudoccidentale,
dovrebbero derivare dall'aferesi del nome Giacomo; esiste poi un ceppo
nellazona tra Milano Como e Varese, che dovrebbe derivare dal toponimo
omonimo.
Compagna, estremamente raro, è dell'area casertano, napoletana,
Compagni ha un ceppo a Verona, uno nel mantovano ed uno a Formigine e Sassuolo
nel modenese ed a Casalgrande nel reggiano, Compagnin è tipicamente
veneto del padovano, di Padova, Casalserugo, Legnaro e Codevigo, Compagnini
sembrerebbe siciliano del catanese, di Palagonia, Catania e San Giovanni
la Punta, Compagnino è anch'esso del catanese, di Militello in Val
di Catania, Catania, Scordia, Licodia Eubea e Palagonia, Compagno ha un
ceppo veneto nel veneziano, a Camponogara, Vigonovo, Venezia, Fossò,
Dolo, Campagna Lupia e Mira, uno nel Lazio, a Roma, nel latinense, a Sezze,
Terracina, Pontinia e Latina ed a Vallecorsa nel frusinate, ed uno, il
più consistente in Sicilia a Palermo, dovrebbero derivare, direttamente
o tramite ipocoristici anche dialettali, dal nome medioevale Compagnus,
forma aferetica del nome Boncompagnus
(vedi BONCOMPAGNI), di cui abbiamo un esempio
d'uso a Firenze nel 1201 con Compagnus Arrigucci citato tra gli appartenenti
al gruppo consolare cittadino.
COMPAGNONE
COMPAGNONI
Compagnone ha un ceppo tra frusinate, casertano e napoletano ed altri in
Sicilia tra ennese e catanese, Compagnoni è specifico lombardo con
un nucleo importante in Valtellina, con un ceppo anche nelle Marche, dovrebbero
derivare da soprannomi originati dal vocabolo compagno,
come pure è possibile che derivino dall'aferesi di cognomi come
Boncompagni. Tracce di questi
cognomi si hanno già dal 1300, come si legge in un atto notarile
di Bormio del 1334: "...afictatus sit ser Compagnono
ser Grassi perticas XV terre in summo roncho ...".
COMPARIN
COMPARINI
Comparin è abbastanza raro ed è tipico del vicentino, Comparini
ha nuclei in Toscana, un ceppo tra veronese e mantovano ed uno a Roma,
dovrebbero derivare da un soprannome originato da un rapporto di quasi
parentela (padrino). Tracce di questa cognominizzazione le troviamo
a Roma nel 1500 in una sentenza del 1578 tra i testimoni troviamo: "...Et
questo fu quanto disse presenti li sotto scritti testimonii: Messer Vincenzo
Cenciolini, Confortatori Messer Thomaso Bachanti, Messer
Bartolomeo Comparini...", a Prato nel
1500 con Andrea di Girolamo Comparini, berrettaio e lanaiolo.
COMPIERCHIO
Compierchio è specifico di Cerignola nel foggiano, l'origine etimologica
è oscura, si potrebbe ipotizzare una relazione con un'alterazione
di un termine francese per padrino,
troviamo tracce nel foggiano di questa cognominizzazione già agli
inizi del 1600 con il pastore Donato Compierchio.
COMPOSTELLA
Compostella ha un nucleo trentino soprattutto a Spiazzo, uno veneto nel
vicentino a Bassano del Grappa e Nove e nel trevisano a Castello di Godego
ed un ceppo napoletano, potrebbe derivare dal toponimo Santiago de
Compostela, capoluogo della Galizia in Spagna, sede di un famosissimo Santuario,
in molti casi si tratta di cognomi attribuiti dalla devozione popolare
a trovatelli affidandoli alla protezione di San Giacomo.
COMUNELLI
COMUNELLO
Comunelli, assolutamente rarissimo, sembrerebbe toscano, con presenze nel
lucchese e nell'aretino, Comunello è invece veneto, di Rosà,
Cassola e Bassano del Grappa nel vicentino e di Treviso, dovrebbe trattarsi
di forme ipocoristiche originatesi dal nome medioevale Comunianus
(vedi COMUNIAN).
COMUNIAN
COMUNIANI
Comunian è tipicamente veneto, del padovano, di Padova, Tribano,
Conselve, Candiana, Monselice e Brugine, Comuniani, praticamente unico,
è probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione del precedente,
dovrebbero derivare dal nome medioevale Comunianus,
derivato dal nome greco Chumnos, di
questo nome abbiamo un esempio verso il 1180 quando Manuele imperatore
di Bisanzio inviò un certo Comunianus con altri due ambasciatori
presso il regno d'Aragona, per proporre un matrimonio tra la propria figlia
ed il Re d'Aragona, esiste però anche la possibilità che
prendano il nome da località di proprietà della Gens
Cominia, nomi di cui abbiamo un esempio in un atto di Commutatio
dell'anno 915 a Bergamo: "...hoc est curtem unam
domocultilis in loco et fundo qui dicitur Flaponica, iuris predicte ecclesie
Sancti Alexandri, cum casis et rebus masaritiis ad ipsam curtem pertinente
positis in vicis et fundis Materno et in Casa Alta, Mazina, Pratiolo, Turmo
et in vico Sarcolani,
Staciano, Comuniano,
Cadamello, Palliano, ut dictum est predicta curte cum iamdictis masaritiis
et nominatas locas sicut superius legitur, tam casis, curtis, ortis, areis,
clausuris, campis, pratis, silvis, stallareis, castanetis, cerretis, roboretis,
terris fructiferis et infructiferis, pascuis, usibus aquarum quod sunt
ut dictum est in predicto loco...".
COMUZZI
COMUZZO
Sia Comuzzi che Comuzzo sono tipici dell'udinese, dovrebbero derivare dall'aferesi
di diminutivi dal nome Giacomo, tracce della famiglia Comuzzi si trovano
fin dal 1400 nel comune di Lestizza (UD) dove vengono citati fra i notabili
del paese.
integrazioni fornite da Caterina
Comuzzi
Cognome tipico della bassa pianura friulana, in particolare dei comuni
di Rivignano, S.Giorgio di Nogaro e di Carlino.
CONATI
CONATO
Conati è tipico del veronese, di Fumane, San Pietro in Cariano,
Verona e Negrar, così come Conato che oltre al ceppo di Verona,
ne ha anche uno nel napoletano, potrebbero derivare da forme patronimiche
in -ati o -ato,
riferite a capostipiti i cui padri si chiamassero Conus
(vedi CONI),
nel 1268, in un atto, leggiamo: "In Nomine Domini
Jesu Christi. Anno Incarnationis Dominicae 1268. Regnante inclito Domino
nostro Carolo Dei gratia Hierusalem et Siciliae Rege Ducatus Apuliae et
Principatus Capuae Provinciae et Folfarcheriae (sic) et Pedimontis Comite,
Regni vero eius anno III Mense Madii Indictione duodecima. Nos Rogerius
de Puteo Castrimaris de Stabia Iudex, Gulielmus Iacta publicus eiusdem
Civitatis Notarius, Simeon de Longa, Tomasius
Conus, Trasemune Certa testes ad hoc specialiter
vocati et rogati; Per hoc scriptum notum facimus, quod Magnificus Dominus
Ioannes de Rogata miles vir praeclarus de Civitate Paduae ...",
in alcuni casi potrebbe invece trattarsi di una forma etnica derivata dal
comune di Cona nel veneziano, o dal nome della località Cona di
Sant'Anna d'Alfaedo nel veronese.
CONCA
La diffusione è abbastanza
vasta e molte sono le aree di radicamento, in provincia di Caserta, di
Catanzaro, di Bari e nella zona compresa tra le provincie di Pavia, Lodi,
Milano e Cremona. Le derivazioni sono molteplici, l'origine dei cognomi
settentrionali, dovrebbe far riferimento a caratteristiche di località,
in dialetto conca (chiusa) indica il meccanismo di regolazione delle acque
di un canale. I cognomi meridionali è più probabile che provengano
da soprannomi legati a toponimi quali: Conca Casale (IS), Conca d'Oro (TA),
Conca dei Marini (SA) e Conca della Campania (CE).
CONCAS
Concas è diffusissimo in tutta la Sardegna, in particolare in quella
centromeridionale, deriva dal termine dialettale sardo conca
che significa testa, ma è pure
possibile che derivi da nomi di località come Is Concas de Margini
frazione di Pompu (OR), traccia di questo cognome le troviamo a Uras (OR)
fin dal 1600.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CONCA/S: conca, scodella, caverna, grotta,
testa. Dal latino concha.
In greco abbiamo κονκοσ (concos)
, sempre nel significato di conca, vaso,
ma in maniera specifica di cranio, testa, capo.
Generalmente in Campidano prende il significato di testa: segai
sa conca = rompere la testa
(fig.) rompere l'anima, la pazienza
etc. Sa conca de su genùghu
(la testa del ginocchio, è la rotula;
sa conca de su fusu è la cocca del fuso; conca 'e mallu sono i girini
della rana; conca 'e moru è un uccellino, la capinera; is concheddas
de is didus sono le nocche; conch''e arròcca significa testa dura;
acconcai significa mettersi in testa di fare una cosa; isconkiai significa
far dondolare il capo, in segno di incertezza, mista a preoccupazione;
su concheddu è anche il glande del membro virile. Sconcau significa
avventato, senza testa. Sa conca, is/sas concas etc. sono toponimi molto
frequenti in tutta la Sardegna. Tra i firmatari della Pace di Eleonora,
*LPDE del 1388, sono presenti: Conca Bernardo, ville Curchuris; Conca Gonnario
- ville Terrenove(Olbia); Concas Francisco, ville Selluri(Sanluri - Seddòri);
Concas Margiano, ville de Sardara ; Conchas Comita, jurato ville Sii Majore
(Siamaggiore) ; Conchas Joanne, ville Mahara (Villamar). Nella Storia moderna
ricordiamo: Concas Giuseppe Stanislao, vescovo di Bosa dal 1759 al 1762
*DiStoSa(Dizionario Storico Sardo). Attualmente è presente in Italia
in 263 Comuni, di cui 106 in Sardigna. È presente inoltre in tre
Stati USA: Illinois, New York e Florida, con un nucleo familiare ciascuno.
In Sardegna ha una maggiore diffusione nel centro sud, a parte Sassari.
È difficile sapere dove abbia avuto origine, notiamo però
che Arbus, un centro abitato di 7500 abitanti, del Medio Campidano, conta
il numero più alto con 255; seguono Cagliari (208), Gonnosfanadiga
(181), Sassari (181), Quartu S. E. (135).
CONCETTI
CONCETTO
Concetti parrebbe specifico del Piceno, di Fermo, Grottammare, Falerone,
Campofilone e Porto Sant`Elpidio, Concetto, molto più raro, sembrerebbe
specifico di Giulianova nel teramano, derivano dai nomi medioevali Concetta
e Concetto, originati dal culto dell'
Immacola Concezione (concepito senza peccato).
CONCHEDDA
Conchedda, molto raro, sembrerebbe tipico di Nuoro e di Tertenia nell'Ogliastra.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CONCHEDDA: dal latino concha; ha
diversi significati: catinella di terra cotta
o di sughero che in Campidano chiamiano
metzòba, che però deriva
da mitzòla (un bellissimo termine,
coniato in Campidano) che a sua volta deriva da mitza
= sorgente; sa
mitzola è appunto la catinella
di sughero che si lasciava, generalmente appesa a lato della
sorgente, per i viandanti che vi si recavano a dissetarsi. In Campidano,
il termine concheddas viene usato per
indicare (vedi Concas) le
nocche delle dita, is concheddas de
is didus o anche i cardi selvatici
= is concheddas de gurèu. Conchèdda
è inoltre sinonimo di sventato, sempre
distratto, con la testa fra le nuvole. Ritroviamo il cognome
Conchèdda nelle carte antiche: tra i firmatari della Pace di Eleonora
del 1388 figurano: Conchedda Joanne, jurato (guardia giurata, collaboratore
del majore) ville Busache ( Busachi -Contrate Partis Varicati); Conchedda
Nicolao, jurato ville Busache. Si tratta di un cognome raro, attualmente
presente in 23 Comuni d'Italia, di cui 7 in Sardegna: Nuoro 24, Tertenia
23, Sassari 6, Sanluri 6, etc.
CONCILI
CONCILIA
CONCILIO
Concili, praticamente unico e Concilia che lo è quasi sono probabilmente
dovuti ad un'errata trascrizione di Concilio, che è un tipico cognome
campano, di Baronissi, Salerno, Scafati, Battipaglia, Pontecagnano Faiano,
Eboli e Fisciano nel salernitano e di Napoli, Giugliano di Campania e Casoria
nel napoletano, dovrebbe derivare dal nome medioevale Concilius,
di cui abbiamo un esempio d'uso in questo scritto del 1619: "..Alexander
episcopus, servas servorum Dei... Conquesti sunt nobis dilectifilit nostri
fratres lerosolimitani Hospitalis, quod Concilius
et Medina, parrochiani tui, villas eorum de valle Carona violenta manu
frangere, homines suos occidere et predam ipsis auferre presumunt.....".
CONCINA
CONCINI
Concina ha un ceppo nel novarese e nel pavese, uno nell'area friulana,
nel pordenonese e soprattutto nell'udinese, con presenze anche nel goriziano
e nel triestino e nel veneziano, Concini è tipicamente trentino,
di Tuenno in particolare, dovrebbero derivare dal nome medioevale Concinus,
Concina, forma contratta di un ipocoristico
del nome Concepcion, ricordiamo con
questo nome il fiorentino Concinus Concini (1575 - 1617) marchese d'Ancre e maresciallo
di Francia.
CONCONE
CONCONI
Concone, molto molto raro, ha un piccolo ceppo siciliano a Partinico nel
palermitano, Conconi ha un ceppo lombardo, nel varesotto, comasco e milanese,
uno molto piccolo a Casina nel reggiano ed uno nel sassarese, in particolare
a Sassari e Sedini, può derivare, soprattutto al nord, dal fatto
di abitare le famiglie vicino ad una grossa conca
(bacino di raccordo tra due diversi corsi d'acqua
di altezze diverse), o dal fatto di essere i capostipiti produttori
di grosse conche (vasi
dove conservare normalmente alimenti, o anche grossi
bacili per il bucato).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CONCONI: può derivare da conca,
che tanto in campidanese, quanto in logudorese significa scodella;
conca de ortigu = recipiente
di sughero altrimenti detto casiddu
o casillu, anche perché li usavano
per mungere. Sa conca è inoltre
una valle profonda, una caverna, una grotta.
Infine sa conca è la
testa: capìtha, cabìtza;
in catalano abbiamo conca e cabèza.
Conconi potrebbe quindi significare testa grande!
In latino concha = conchiglia,
vaso. In greco κόγχη, con lo stesso
significato latino. Però Conconi può essere anche una variante
di cuncuìnu, concoìnu,
usato nelle espressioni fradis cuncuinus/concoinus
o sorris cuncuinas/concoinas
= fratelli e sorelle dello stesso padre,
ma di diversa madre. Ricordiamo poi che conconi
è chiamato, soprattutto nel nuorese, il girino
della rana, altrimenti detto conca 'e mallu, per la sua testa
grossa e tonda. Non sappiamo che cosa significhi e che etimo abbia Conconi
nella penisola. Attualmente il cognome Conconi è presente in 104
Comuni italiani, di cui 14 in Sdegna: Sassi 23, Sedini 13, Castelsardo
8, etc.
CONCORDI
CONCORDIA
CONCORDIO
Concordia ha un piccolo ceppo a Riccione nel riminese, uno a Roma e Nepi
nel viterbese, uno in Abruzzo a Giulianova nel teramano, a Popoli e Pescara
nel pescarese ed a Pratola Peligna nell'aquilano, ed uno a Bari ed a Gallipoli
nel leccese, Concordi e Concordio sono assolutamente rarissimi ed entrambi
del centro Italia, dovrebbero derivare dal nome tardo latino Concordius,
Concordia, ricordiamo Sanctus Concordius
di Spoleto, martire del secondo secolo: "Concordius
quia in se concordiam habuerit virtutum expulsa discordia vitiorum, vel
Concordius quasi
cum corpore dius, id est deus, quia existens in corpore deus et beatus
fuit.".
CONCU
Concu è diffuso in tutta la Sardegna, in particolare in quella centromeridionale
a Cagliari e Quartu Sant'Elena nel cagliaritano, a San Gavino Monreale,
Sanluri e Samassi nel Medio Campidano, Gonnostramatza e Oristano nell'oristanese
ed a Nuoro, deriva dal termine dialettale sardo conca
che significa testa.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CONCU; dal latino concha o ancor
meglio dal greco κονκοσ (concos).
Nel Logudorese concu è
la parte della testa del maiale, cucinata
a parte. A Nuoro su concu è
il trogolo di legno per dare da mangiare
al maiale. Cuncu o concu
è inoltre una voce di rispetto, col significato di zio,
signore, padrone, che secondo alcuni studiosi deriva dal catalano conco,
con lo stesso significato. A nostro parere deriva più direttamente
dal greco κονκοσ nel significato di
"capostipite" di una famiglia di proprietari
terrieri. Non dimentichiamo però che il catalano conco
deriva dallo stesso termine greco. Tra i firmatari della Pace di Eleonora,
*LPDE del 1388 troviamo: Conchu Nicolao, ville Selluri (Seddòri
- Sanluri); Conco Petro, jurato ville Turri (odierno Turri - Contrate Marmille).
Attualmente Concu è presente in 133 Comuni italiani, di cui 65 della
Sardigna. Cagliari ne conta il maggior numero con 97, seguono San Gavino
Monreale (67), Sanluri ( 50), etc.
CONCUDU
Concudu, molto molto raro, sembrerebbe tipico della provincia di Oristano
in particolare.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CONCUDU: se deriva da conca nel significato di testa, potrebbe significare
con la testa grande!. In botanica sa concùda
è la margheritina bianca dei prati
(pratolina),detta inoltre sa sitzia,
(Sitzia è anche cognome). È un cognome molto raro; presente
in 16 Comuni d'Italia di cui 12 in Sardegna, per lo più della zona
di Oristano, che ne conta il maggior numero con 9; segue Busachi con 8,
etc.
CONDEMI
Condemi ha un piccolo ceppo napoletano, ma il nucleo è calabrese
nel reggino, a Condofuri e Brancaleone, dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal termine greco kontos
(corto), forse a caratterizzare un'aspetto
del capostipite.
CONDIPODARO
CONDIPODERO
Entrambi tipicamente siciliani, specifici del messinese, Condipodaro, estremamente
raro, ha un piccolissimo ceppo ad Acquedolci, Condipodero ha un ceppo a
Brolo, dovrebbero derivare da un soprannome grecanico con il significato
di dai piedi corti, probabilmente sottolineando
così una caratteristica fisica dei capostipiti.
CONDO'
CUNDO'
Entrambi tipici calabresi, Condò ha un ceppo a Soverato (CZ) e nel
reggino a San Giorgio Morgeto, Polistena, Cinquefrondi e Anoia, Cundò
invece, assolutamente rarissimo, sembrerebbe più specifico della
provincia di Catanzaro, dovrebbero derivare da un soprannome originato
dal termine greco kontòs
(corto) ad indicare probabilmente che il capostipite
era di piccola statura.
CONDOLEO
Tipico calabrese, di Rosarno (RC) in particolar modo, dovrebbe derivare
o dall'omonimo cognome greco o dal termine greco kontòs
(corto) ad indicare che il capostipite
di nome Leo (Leone) era di piccola statura.
CONDOLUCI
Condoluci ha un piccolo ceppo nell'imperiese, a San Remo e a Ventimiglia,
ed un ceppo, più consistente, nel reggino, a Melicucco, Polistena,
Rosarno e Cinquefrondi, dovrebbe derivare da un soprannome grecanico basato
sul termine greco Condò Loýces
che significa il basso Luca, intendendo
così che i capostipiti si chiamassero Luca
e fossero bassi di statura.
CONDORELLI
Condorelli è tipicamente siciliano, specifico del catanese, di Catania
e Misterbianco in particolare, ma anche di Acireale, Paternò, Gravina
di Catania, Motta Sant'Anastasia, Mascalucia, San Giovanni la Punta, Aci
Castello e Tremestiere Etneo, con un ceppo anche a Gela nel nisseno, dovrebbe
derivare da una forma ipocoristica italianizzata del termine grecanico
chondròs (grosso,
panciuto), un'alterazione della radice greca antica kontos
(brevilineo, corto), che costituisce
anche una seconda ipotesi di derivazione, mentre l'ipotesi di una derivazione
dal termine greco antico kontoforos
(armato di lancia o lancere) non ci
sembra condivisibile. (vedi anche CONDO' e CONDRO)
CONDOSTA
Condosta, estremamente raro è calabrese, potrebbe derivare da una
forma greco dialettale per Costante il basso, originato dal termine greco
kontòs (corto)
e dall'aferesi del nome Konstas, riferendosi
probabilmente al nome e ad una caratteristica fisica del capostipite.
CONDRO
CONDRO'
CUNDRO'
CUNTRO
CUNTRO'
Condro, quasi unico, dovrebbe essere un errore di trascrizione di Condrò
che è specifico del reggino, di Taurianova, Sinopoli e Seminara,
Cundrò, assolutamente rarissimo, è del catanese, Cuntro,
praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione
di Cuntrò, che è tipico di Catania e del catanese, tutti
questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi originati dal termine
grecho χόνδρός chondròs (grasso),
forse a sottolineare questa caratteristica fisica nei capostipiti, secondo
alcuni si può anche trattare di alterazioni dialettali del termine
neogreco kondo che significa anche
basso e corto.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Condrò è un cognome molto raro, originario del reggino, deriva dal termine greco
chondros, col significato di grosso.
Si tratta, dunque, della cognominizzazione di un soprannome attribuito
al capostipite in base a delle sue caratteristiche fisiche.
CONEGLIAN
CONEGLIANI
CONEGLIANO
Coneglian, assolutamente rarissimo, è tipicamente veneto, del rovigoto
in particolare, Conegliani e Conegliano sono quasi unici e dovrebbero essere
dovuti ad alterazioni del cognome precedente operate da ufficiali anagrafici,
che probabilmente interpretarono la terminazione in -an
del cognome come un errore dovuto ad una pronuncia dialettale, cognome
che deriva ovviamente dal nome veneto del paese trevisano di Conegliano.
Troviamo tracce di queste cognominizzazioni nel 1700 con il pellicciaio
Iseppo Conegliano, la comunità ebraica a Conegliano tra il 1600
ed il 1700 era molto fiorente, verso la fine del 1700 troviamo l'ebreo
Emanuele Conegliano, librettista d'Opera convertitosi poi al cristianesimo.
CONFALONE
Nel Lazio ha un ceppo a Roma ed uno a Posta (RI), uno a Napoli, uno a Maiori
(SA) ed uno in Sicilia, dovrebbe derivare dal termine medioevale confalone
(insegna di battaglia) derivato dal vocabolo alto germanico gundfano
ottenuto dall'unione dei due vocaboli longobardi ghan
(uccidere, combattere) e fahno (insegna).
integrazioni e stemma forniti da
Angelo Tajani
Nobile famiglia originaria di Scala, sulle alture alle spalle di Amalfi.
Già nel 1172 viene citato in un atto notarile il nome di un
Costantino, figlio del domino Leone de Compalone. Il cognome potrebbe avere
origine da un Leone o dalla parola longobarda da Gundfano, vessillo di
guerra, da dove deriva il termine confalone nella forma arcaica e gonfalone
nella forma moderna . Un Nicolò, nel 1275, fa parte di una certa
cerchia di benestanti che elargisce una consistente somma in prestito al
re Carlo I d'Angiò ricevendo in pegno la corona del sovrano.
Per il matrimonio di Aniello, detto il Saggese, con Tiziola Muscettola,
si trasferisce nel 1389 a Ravello, dove stabilisce la propria risidenza
nel famoso palazzo Confalone in località Tuoro. La famiglia
si distingue nella vita sociale e amministrativa del Regno di Napoli, dove
alcuni membri della famiglia si rivelano valenti giuristi. Priamo, nipote
del Saggese, è documentato giudice a Ravello nel 1454. Giovan Battista
nel 1615 fu eletto giudice ed in seguito promosso presidente della Camera
della Sommaria a Napoli. Egli libera Amalfi dall'infeudazione ai
duchi Piccolomini con una strenua difesa in opposizione alla volontà
di re Filippo IV. Il figlio Carlo, cavaliere gerosolimitano non professo,
fu marchese della Petina e vicerè della provincia di Lucera nel
1659. Don Vincenzo Paolo, duca di Grottaminarda per successione Citarella,
sposa Immacolata Gironda dei principi di Canneto. Nel 1600 due rami della
famiglia lasciano Ravello e si trasferscono a Maiori, dove ancora oggi
uno di esso è presente.
CONFALONIERI
Molto
diffuso in Lombardia, ma presente anche nel resto del territorio italiano,
un ceppo forse nel piacentino ai confini con la Lombardia e nel genovese.
Dovrebbe essere stato originato da soprannomi derivanti dal fatto di essere
stato il capostipite o gonfaloniere (portabandiera) o appartenente ad una
famiglia di un gonfaloniere. Gonfaloniere era anche un magistrato cittadino,
quindi non è escluso che chi porta questo cognome ne abbia avuto
uno per antenato. Della nobile famiglia Confalonieri di Piacenza
si trovano tracce fin dal XI° secolo quando Lantelmo Confalonieri partecipò
alla prima crociata come vessillifero dei combattenti piacentini in Terra
Santa. Nel comune di Carpaneto Piacentino (PC) si trova un castello
chiamato Torre Confalonieri, proprietà dei Confalonieri fin dal
1200. In un atto di compravendita del 1392 redatto dal notaio Pietro
Taccola, si legge che un tal Cristoforo Confalonieri cede metà del
vecchio castello di Celleri, ormai in rovina, a Marsilio Confalonieri.
Nel 1520 Gian Luigi Confalonieri fece costruire in una delle quattro torri
del castello un oratorio dedicato a San Corrado. Nel registro dei benefattori
dell'Ospedale di Piacenza, si legge che Confalonieri Girolamo, con atto
del notaio Luca Porro del 25 novembre 1549, lasciava all' ospedale parte
del fondo "Ponte Tidone" per un totale di 750 pertiche.
CONFETTURA
Cognome molto raro di origine catanese,
dovrebbe derivare dal mestiere di produttore alimentare.
CONFORTI
CONFORTO
CONFUORTO
Conforti è panitaliano,
Conforto è un cognome abbastanza diffuso in tutta Italia, ma è
più consueto nel meridione, Confuorto è una variante tipica
del napoletano, questi sono tutti cognomi beneauguranti derivati da nomi
attribuiti a dei trovatelli, a conferma dell'uso di questo nome, troviamo
citato nel 1500 in un atto redatto a Solofra (AV) un tale Conforto
Troisio: "...terre Solofre proprie in loco
ubi dicitur li casali delli Burrelli iuxta bona venerabilis ecclesia Monasteri
S. Augustini, iuxta bona magistri Robini de Petrone, iuxta bona Conforto
de Troisio, iuxta bona heredi quendam Nicolai
de Troisio ...".
CONGERA
CONGIA
CONGIU
Congera, molto raro, è specifico del cagliaritano, Congia è
specifico del Medio Campidano, in particolare di Sanluri, ma anche di San
Gavino Monreale e Villacidro, di Cagliari e di Fluminimaggiore ed Iglesias
nell'iglesiente, Congiu è tipico sardo, dovrebbero derivare da soprannomi
originati dal vocabolo cóngia
o cóngiu che è il termine
della lingua sarda per definire un certo tipo di boccale
di terra cotta, quindi starebbe ad indicare, con molta probabilità,
il mestiere di vasaio, ma è anche possibile che faccia riferimento
ad aneddoti richiamati alla memoria da quel termine.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CONGIA; CONGIU: su condzu (log.),
su congiu (camp.) è un vaso
di terracotta ed è anche misura
di liquidi, equivalente a tre litri
(dello stesso valore di s'imbùdu).
Viene dal latino congius. In Campidanese
su congiali o cungiali
o conjale o coniale/i,
è la brocca, detta anche sa
mariga. Su cungiabèddu
è una piccola brocca > sa
marighèdda. Ricordiamo inoltre che Congiu è il
nome di un paese medioevale, villa, bidda, non più esistente: era
sito nel territorio dell'attuale San Vero Congius (100 anime - frazione
di Simaxis (OR), un tempo autonomo; si trova ad un lato del fiume Tirso;
in seguito alla inondazione del 1918 e alla distruzione del paese, i superstiti
si trasferirono all'altra sponda del fiume, per maggior sicurezza. Sulle
vicende dell'inondazione del 1918, , rimane famosa la commedia sarda di
Antonio Garau - "Basciùra"). Sul significato e l'etimo di Congia,
manteniamo comunque riserve. Come cognome, anche se in diverse varianti,
è presente negli antichi documenti da noi consultati. Tra i firmatari
della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano: Congia (de) Guantino,
jurato ville Sernische (*Sernische.distrutto. Senusthe? Semische? Semiste?
Campitani Majoris); Congiu Anthonius - de Aristanni (Oristano: *** Aristanni:
elenco dei nomi dei firmatari della PETIZIONE. Omnes cives mercatores et
habitatores dicte civitatis.nisi pastores bestiaminum et quorum dificulter
demorari non poterant.congregati. Porta la data : die XIIII mensis Januarii
M°. CCC°. LXXXVIII° et etc); Congiu Guantino, ville Montis
Leonis (* Montis Leonis.odierno Monteleone Roccadoria. Caputabas).
Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo
abbiamo, al cap. 97, Terico Coniale e Samaridanu Coniali, testimoni in
una compera: comporei a Petru d'Ardu, fiiu de Comita Sepis e d'Elene d'Ardu,
a Comida de Kerchi.etc. Sempre nel CSMB, al cap. 55: comporeilli a Mariane
Zokella et assu ciu (zio) terra, tenendo a saltu (nei pressi del salto)
meu e fegilli tremisse a complilli (glielo ho pagato in tre volte). Teste
Troodori Cuniale. Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, XI°, XIII°,
secolo abbiamo: Conia (de) Ianne, presbiteru (prete), teste in una permuta
di terre: tramutai cun su archiepiscopu donnu Albertu. Ego deilli su saltu
de Campeta (Campeda), latus et buchellu (la metà e un quarto = tre
quarti), etc.Al cap. 46 è citata Conia Iorgia, serva nella domo
di Iusta de Capacennor a Borgonani (villa scomparsa, ubicata probabilmente
nella Curadorìa di Caputabas - regione della Sardegna che oggi comprende
i Comuni di Bessùde, Cherèmule, Cossoine, Giave, Mara, Monteleone
Roccadoria, Padria, Pozzomaggiore, Romana e Tiesi). Attualmente il cognome
Congia è presente in 95 Comuni italiani, di cui 43 in Sardegna:
Sanluri 187, Cagliari 92, Fluminimaggiore 77, Iglesias 72, etc. Congiu
è presente in 444 Comuni italiani, di cui 166 in Sardegna: Cagliari
418, Oliena 207, Quartu 176, Capoterra 133, Villasalto 98, etc.
CONGI
Congi è tipico del cosentino, di San Giovanni in Fiore in particolare,
dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine latino congius,
unità di misura di capacità,
utilizzata dagli antichi romani per il vino, leggiamo nei documenti pistoiesi
del 1301: "..Diedi a Va(n)ni
Bonafedi da Chasore p(er)
uno co(n)gio
di vino che co(n)peramo
da llui, dì xiij d'abrile...", probabilmente il capostipite
era un vinaio.
CONGREGALLI
Congregalli è assolutamente rarissimo, probabilmente dell'Italia
settentrionale, forse del Veneto e del Friuli, dovrebbe derivare dal termine
tardo latino congregales (affini,
appartenenti alla stessa congregazione, congresso o confraternita).
CONI
CONIO
CONO
Coni ha un nucleo in Sardegna, soprattutto nella parte centromeridionale
dell'isola, a Fonni nel nuorese, a Turri (MD), a Ussassai nell'Ogliastra,
a Laconi nell'oristanese, e a Nurallao nel cagliaritano, uno a Bondeno
nel ferrarese ed uno a Roma, San Vito Romano ed Anzio in provincia di Roma,
Conio è sicuramente ligure dell'imperiese, di Taggia, Pompeiana
e San Remo, Cono, molto raro, parrebbe siciliano di Geraci Siculo nel palermitano,
con un ceppo anche nell'ennese a Regalbuto ed Aidone, dovrebbero
tutti derivare dal nome medioevale Conus
di cui abbiamo un esempio in un Libellum
del novembre 1136 a Milano: "...Libellum quod fecit
Conus qui dicitur
Burro in manu Iohannis qui dicitur de Carcani de loco Vicomercato.. ut
in Dei nomine debeat dare sicut a presenti dedit ipse Conus
eidem Iohanni ad habendum et tenendum seu censum reddendum libellario nomine
usque ad annos viginti et novem expletos..".
CONIGLI
CONIGLIO
CONIGLIONE
CUNIGLIO
Conigli, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'anconetano, Coniglio
è diffusissimo in Sicilia nel palermitano, nell'agrigentino, nel
catanese, nel nisseno, a Siracusa ed a Nicosia nell'ennese, ed in
Calabria è presente a Scandale e Cotronei nel crotonese, a Bivongi,
Pazzano, Caulonia, Stilo e Monasterace nel reggino ed a Chiaravalle Centrale
nel catanzarese, Coniglione è tipicamente siciliano di Catania e
del catanese, Cuniglio sembrerebbe avere un piccolissimo ceppo nel cuneese
ed uno nel materano, dovrebbero derivare, direttamente o tramite una forma
accrescitiva, o modifiche dialettali, dal soprannome e nome medioevale
Coniglio.
CONIGLIARO
Conigliaro è tipicamente siciliano, di Palermo in particolare e
di Carini, San Giuseppe Jato, Monreale e Cefalù nel palermitano,
di Siracusa e di Porto Empedocle nell'agrigentino, dovrebbe derivare da
un soprannome motivato dal fatto che i capostipiti facessero gli allevatori
di conigli.
CONOSCENTE
CONOSCENTI
Conoscente è assolutamente rarissimo, Conoscenti parrebbe tipico
di Palermo e di Castelbuono (PA).
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Conoscente, rarissimo, sembra essere d'origini siciliane, Conoscenti
è tipico per lo più del palermitano, ma si riscontra anche
nel nord e centro nord del paese, entrambi questi cognomi derivano dal
termine conoscente, che qui molto probabilmente
va inteso nel suo significato letterale (ormai caduto in disuso) di persona
accorta, saggia, avveduta. Si tratta, dunque, delle cognominizzazioni di
soprannomi attribuiti ai capostipiti.
Consales ha un ceppo a Roma ed a Cassino nel frusinate, nel casertano a
Mondragone e Sessa Aurunca e nel napoletano a Mariglianella, Napoli e Portici,
in Puglia ha un ceppo a Foggia ed uno a Brindisi ed in Sicilia a Palermo,
nel siracusano, a Noto, Pachino e Rosolini, ed a Paceco nel trapanese, Consalvi ha un ceppo a Perugia, Marsciano e Deruta nel perugino ed a Terni,
in Abruzzo ha un ceppo nel teatino a Francavilla al Mare ed a Pescara,
e Nel Lazio ha un grosso ceppo a Roma ed a Cerveteri, Artena, Subiaco e
Fiumicino nel romano, nel latinense a Cisterna di Latina, Terracina e Sezze
e nel frusinate a Filettino, Consalvo ha vari ceppi nel centrosud, a Roma,
a Casoli nel teatino, a Foggia, a Capurso e Bari nel barese ed a San Pietro
Vernotico nel brindisino, in Campania nel salernitano a Cava de' Tirreni,
Eboli, Salerno, Nocera Inferiore, Roccapiemonte e Casalbuono ed a Napoli,
ed in Sicilia, a Paternò nel catanese, a Vittoria nel ragusano ed
a Francavilla di Sicilia nel messinese, Gonsalvo è praticamente
unico, Gonsalves e Gonsalvi, che si trovano nell'Italia settentrionale
lo sono quasi, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da alterazioni
del cognome spagnolo Gonçalves,
una forma patronimica del nome catalano Gonçal,
o del castigliano Gonzalo che significano
combattente, lottatore.
CONSANI
CONSANO
Consani è tipicamente toscano, di Lucca in particolare e di Capannori
e Pescaglia nel lucchese, di Calci, Pisa e San Giuliano Terme nel pisano,
di Pescia nel pistoiese, di Livorno e di Firenze, con un piccolo ceppo
anche a Genova, Consano è praticamente unico, potrebbe trattarsi
di un'alterazione dialettale del toponimo Conzano nell'alessandrino, ma
la cosa più probabile è che si tratti di una forma etnica
riferita all'ager consanus presso Orbetello
nel grossetano, l'uso di questo identificatore etnico lo troviamo nella
seconda Orazione di Cicerone contro Verre, anche se riferito ad una località
diversa: "..Gavius hic quem dico, Consanus,
cum in illo numero civium Romanorum ab isto in vincla coniectus esset et
nescio qua ratione clam e lautumiis profugisset Messanamque venisset, qui
tam prope iam Italiam et moenia Reginorum, civium Romanorum, videret et
ex illo metu mortis ac tenebris quasi luce libertatis et odore aliquo legum
recreatus revixisset, loqui Messanae et queri coepit se civem Romanum in
vincla coniectum, sibi recta iter esse Romam, Verri se praesto advenienti
futurum. ...".
CONSENSI
Specifico del piacentino
CONSIGLI
CONSIGLIO
Consigli ha ceppi a Parma, Berceto (PR) e nel parmense, in Toscana a Seravezza
(LU) ed a Firenze e nel frusinate a Sora, Consiglio è un cognome
abbastanza raro diffuso in tutto il sud, con un nucleo importante in Sicilia,
dovrebbero derivare dal nome medioevale Consilius,
di cui abbiamo un esempio in una pergamena pisana del 1209: "In
nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti amen. Hec sunt nomina Pisanorum
civium qui pacem compositam inter civitatem Pisanam et civitatem Massilie
iuraverunt sicut in tenore pacis continetur.. ..Orlandus calthularius,
Melanensis, Consilius
tinctor, Ughuicio Bellandi, Iordanus iudex, ...", o da nomi augurali
legati alla Madonna del Buon Consiglio.
CONSIGLIERE
CONSIGLIERI
CONSIGLIERO
Consigliere è tipico del genovese, di Genova e di Pieve Ligure,
Consiglieri ha un ceppo a Piacenza, uno, molto piccolo, a Genova e nel
genovese ed uno a Taranto, Consigliero, assolutamente rarissimo, è
campano, questi cognomi dovrebbero derivare dal fatto che i capostipiti
fossero stati dei Consiglieri, cioè avessero fatto parte del Consiglio
cittadino o del Consiglio ducale.
CONSOLANDI
Consolandi è tipicamente lombardo dell'area delle province di Brescia,
Bergamo, Milano, Cremona e Lodi, potrevve derivare da un nome medioevale
attribuito ad un figlio nato dopo la morte di un fratello o del marito.
CONSOLARI
CONSOLARO
Consolari, quasi unico, è friulano, Consolaro è veneto, del
vicentino in particolare, di Arzignano, Crespadoro, Chiampo, Valdagno e
Vicenza e di Verona, dovrebbero derivare dal fatto che i capostipiti avessero
avuto un incarico consolare, cioè
fossero stati uno dei tre patrizi incaricati di risolvere in prima istanza
delle controversie mercantili in nome della Repubblica Serenissima di Venezia.
CONSOLE
CONSOLI
CONSOLINI
CONSOLINO
CONSOLO
CUNSOLO
DI CONSOLO
LOCONSOLE
LO CONSOLO
LOCONSOLO
Consoli ha ceppi importanti nel catanese, nella provincia di Roma, e in
tutto il sud ed un nucleo autonomo in Lombardia, Consolini è specifico
della zona che comprende le province di Brescia, Verona, Mantova, Reggio,
Modena e Bologna, Consolino, rarissimo, sembrerebbe siciliano, con un ceppo
anche nel basso cuneese, Consolo è siciliano, del messinese e catanese
in particolare, Cunsolo ha un ceppo calabrese nel catanzarese in particolare,
ma anche nel vibonese e reggino, ed uno siciliano nella parte orientale
dell'isola, nel catanese soprattutto, Di Consolo è estremamente
raro, Loconsole è tipicamente pugliese di Bari in particolare, Console
è tipico del sud, della Puglia e del barese in particolare, Lo Consolo
è quasi unico, Loconsolo, molto molto raro, ha un ceppo a Melfi
nel potentino ed uno a Bisceglie ed Altamura nel barese, dovrebbero tutti
derivare, direttamente o tramite alterazioni dialettali, da soprannomi
o nomi originati dal termine latino Consul
(console, magistrato di altissimo livello)
come ad esempio il nome Consolo che
troviamo ad esempio in un Lodo arbitrale del 2 gennaio 1233 dove viene
citato un Consolo Martini, sindaco "castri Montis
Abbatis." nell'urbinate, è anche possibile che il cognome
dipenda dal fatto che la famiglia era al servizio di un Console.
CONSONNI
Assolutamente lombardo soprattutto
delle provincie di Milano, Varese, Como, Lecco e Bergamo, deriva da un
soprannome originato dal toponimo Consonno (CO).
CONSORTE
CONSORTI
Consorte è tipicamente abruzzese di Chieti e Pescara, con presenze
significative anche a Montesilvano nel pescarese, ed a L'Aquila, con un
piccolo ceppo anche a Roma e nel romano, Consorti ha un ceppo nell'area
che comprende il Piceno ed il teramano, in particolare a San Benedetto
del Tronto (AP) e Martinsicuro (TE), con presenze significative anche a
Corropoli, Alba Adriatica e Sant'Omero nel teramano e ad Ortona nel teatino,
presenta anche un grosso ceppo a Roma e nell'area reatino, romana, dovrebbero
essere di origine longobarda e derivare dal termine medioevale consorte,
inteso come compagno di squadra, appartenente
allo stesso gruppo e, presso i longobardi,
soprattutto nelle Marche ed in Abruzzo, veniva così chiamato
un membro della stessa fara (1),
come vediamo utilizzato in questo libellus
dell'anno 1164 a Pavia: "Anno dominice incarnacionis
millesimo centesimo sexagesimo quarto, nono die mensis aprilis, indictione
duodecima. In Christi nomine placuit atque convenit inter Ysenbardum filium
quondam Boniiohannis de Pillizaria et Albertum filium eiusdem Ysembardi,
necnon inter Albertonum filium quondam Oberti, de loco Cervini, et Addam
filium quondam Martini Zuconi de eodem loco Cervini, qui sunt missi suorum
consortum, et
Albertonus est missus presbiteri Iohannis de ecclesia Sancte Marie de loco
Ydoli et missus Celsi, et inter Balduinum filium quondam Oberti, et inter
Petrum filium quondam Bruni, per se et per suos consortes
de loco Cibergo ....", la stessa accezione è passata al vocabolo
moderno consorteria, i consortes in
epoca medioevale godevano del privilegio dominatus
loci sui territori della loro giurisdizione, cioè di
un diritto che riguardava le strade, i corsi d'acqua con le competenze
sui mulini di una percentuale del macinato, i campi a pascolo ed i boschi
e foreste, quindi i capostipiti probabilmente rivestivano cariche feudali
con queste prerogative.
Note: (1) La
fara era l'unità fondamentale dell'organizzazione sociale e militare
dei Longobardi, era costituita da un gruppo omogeneo e compatto di famiglie
provenienti dallo stesso clan gentilizio, formava un contingente di quelli
che oggi chiameremmo truppe scelte ed aveva potere feudale sul proprio
territorio.
CONSUMI
CONSUMO
Consumi è tipicamente toscano, in particolare di Firenze e Pelago
nel fiorentino, di Montemignaio nell'aretino e di Poggibonsi nel senese,
Consumo, quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione
del precedente, dovrebbero derivare da l nome della zona della Consuma,
un'area impervia lungo l'antica mulattiera che metteva in comunicazione
il Valdarno con la vallata del Casentino ed esattamente i territori di
Pelago con quelli di Montemugnai.
CONTADIN
CONTADINI
CONTADINO
Contadin è tipico della zona tra vicentino e padovano di Lozzo Atestino
(PD) e Agugliaro (VI), Contadini è della fascia che comprende Marche,
Umbria e Lazio, Contadino è specifico di Catania.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Contadino,
che, al pari di altri vecchi nomi come Campagnolo, Pagano, Villano, etc,
va inteso nel senso etnico di proveniente dal
contado, dalla campagna. Dal punto di vista storico, tracce
di questo nome si trovano a Siena nel 1218, quando in un atto di compravendita
viene citato un certo Contadino di Beringhieri. Per quanto riguarda i cognomi
in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali
dei capostipiti, anche se in alcuni casi non è esclusa una derivazione
da soprannomi o da nomi di mestiere.
CONTALDI
CONTALDO
CONTARDI
CONTARDO
Contaldi e Contaldo sono tipici
della zona del salernitano ai confini con il napoletano, anche se Contaldo
sembra avere un ceppo anche nel Salento, Contardo è specifico dell'udinese
e Contardi è tipico della Lombardia centro meridionale, tutti questi
cognomi derivano dal nome longobardo Gunthard, in uso anche presso i Normanni.
Abbiamo tracce in Lombardia dell'uso di questo nome, già dal 1100
con un Contardo de Butisino (Botticino
(BS)), nel pavese, nel 1200 troviamo il nobile estense Contardo fatto poi
santo.
CONTARIN
CONTARINI
CONTARINO
Contarin, decisamente veneto, è tipico del trevisano, di Riese Pio
Decimo, Loria e Castelfranco Veneto, con un ceppo anche a San Donà
di Piave e Musile di Piave nel veneziano, ed a Galzignano Terme e Due Carrare
nel padovano, Contarini ha un ceppo veneto, soprattutto nel padovano, con
presenze anche nel vicino veronese e veneziano, un ceppo romagnolo, soprattutto
nel ravennate ma anche nel ferrarese e riminise, ed uno tra romano e latinense,
probabilmente secondario, Contarino è tipicamente siciliano, del
messinese e soprattutto del catanese, dovrebbero tutti derivare da forme
ipocoristiche dell'italianizzazione dialettale del nome medioevale Conterius
o Conterus, derivati dal nome germanico
Gunter.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Contarino è anche cognome siciliano e calabrese. In questo caso
è la italianizzazione del cognome greco Kontarínis
da 'kontàrion' = giavellotto.
Rohlfs 74.
CONTE
CONTI
CONTIN
CONTINI
CONTINO
LO CONTE
LOCONTE
Molto diffusi in tutt'Italia Conte e Conti, con una prevalenza centro settentrionale,
Sicilia e Sardegna per il secondo, Contin è specifico del Veneto
e del Friuli, in particolare del padovano, ma anche del veneziano e dell'udinese,
Contini è sommamente rappresentato in Sardegna, ma è comunque
presente in modo significativo nel resto d'Italia, Contino ha un nucleo
principale in Sicilia, ma presenta ceppi anche nel Salento, nel foggiano,
in Campania e nel Lazio, Lo Conte ha un ceppo principale in Irpinia ad
Ariano Irpino (AV) con presenze secondarie anche a Roma, nel foggiano ed
in Sicilia a Mussomeli (CL) in particolare, Loconte è invece tipico
di Andria (BA) e del barese. Questi cognomi dovrebbero derivare direttamente
o tramite ipocoristici o dal nome medioevale
Conte, o da soprannomi legati al fatto
di essere i capostipiti in qualche modo connessi con dei Conti, o perchè
al loro servizio, o per gli atteggiamenti, o per la somiglianza fisica,
o per altri motivi simili.
CONTEDUCA
Conteduca è tipicamente pugliese, di Barletta, Modugno e Bitritto
nel barese, di Fasano nel brindisino e di Manfredonia nel foggiano, l'origine
etimologica potrebbe essere da un soprannome originati dagli atteggiamenti
dei capostipiti, difficilmente dall'essere stati questi alle dipendenze
di un nobile, troviamo tracce di questa cognominizzazione a Conversano
nel barese in una registrazione giudiziaria del 1682: "Informatio
criminalis de venditione salis contra don Ioannem Spinelli instante Angelo
Conteduca fundichiero (fundichiero
= gestore di un fondaco o magazzino)".
CONTEGNO
Contegno, assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico di Napoli, dovrebbe
trattarsi di un cognome di fantasia attribuito ad un trovatello da un funzionario
di un orfanotrofio borbonico.
CONTENTA
CONTENTE
CONTENTI
CONTENTO
Contenta ha un ceppo a Roma ed a Patrica nel frusinate ed uno in Sicilia
a Brolo, Gioiosa Marea e Piraino nel messinese, Contente è un cognome
specifico del salernitano, di Perdifumo in particolare, Contenti ha vari
piccoli ceppi nell'aretino, nelle Marche, in Umbria ed a Roma, Contento
ha un ceppo triestino, uno abruzzese a Pescara, L'Aquila e Lanciano nel
teatino, uno a Roma ed a Sezze nel latinense, uno a Napoli e Castellammare
di Stabia nel napoletano ed a Nocera Inferiore nel salernitano, ed uno
nel barese, a Monopoli, Alberobello, Castellana Grotte e Trani, con un
piccolo ceppo anche a Fasano nel brindisino, dovrebbero derivare dal nome
medioevale Contentus,
Contenta, con il significato
di contento, soddisfatto,
attribuito da genitori, che auspicassero per il proprio figlio un avvenire
ricco di soddisfazioni, potrebbero anche derivare da nomi di località.
CONTER
CONTERI
CONTERIO
CONTIERI
CONTIERO
GONTERO
Conter ha un ceppo a Brescia e Rovato (BS) ed uno a Livo (TN), Conteri
è assolutamente rarissimo, Conterio, altrettanto raro, parrebbe
dell'area varesotto verbanese, Contieri, molto molto raro, ha ceppi soprattutto
in Campania, Contiero ha un ceppo nel milanese ed uno in Veneto, soprattutto
nel padovano e rovigoto, Gontero è specifico del torinese, di Cumiana,
Bussoleno e Piossasco, dovrebbero tutti derivare da variazioni del nome
medioevale germanico Gunter che diventò
latinizzandosi Gontierus, Gonterus o Conterus, dell'uso di questi nomi abbiamo un esempio in uno scritto dell'anno 1145:
"...Sed nec Gonterus
prepositus nec Teodericus, successor eius, patrui sui filius, licet ecclesie
sue ferventissimi amatores extiterint et in secularibus satis potentes
fuerint, hoc honore digni non fuerunt, ut per eos tantum opus consumaretur.
Nam et hic honor alii repositus erat...".
CONTERNO
Cognome specifico del cuneese, della zona di Alba verso le Langhe, sembra
avere un ceppo anche tra vicentino e veronese,
integrazione di Luigi Colombo
Prima di tutto i Conterno mi sembrano piemontesi della provincia di
Cuneo. Esiste però anche un ramo veronese molto meno numeroso, potrebbero
venire da un'italianizzazione di cognomi stranieri: come Kunter o Konter,
ma è pure possibile che come il cognome tedesco Gunter derivi da
un vecchio nome germanico.
integrazione di Andrea Ferreri
è un cognome che mi è familiare dal momento che è
il 1° in ordine di frequenza nel comune di Monforte d'Alba (Cuneo)
del quale sono originario. Dalle ricerche archivistiche che abbiamo
svolto nella parrocchia "Beata Vergine (Santa
Maria) della Neve" di Monforte è emerso che il cognome
Conterno è presente nel comune sin dal XVII° secolo. E' uno
dei cognomi più antichi di Monforte, insieme a Zabaldano, Ferrero,
Manzone, etc. Le forme attraverso le quali è stato registrato
nel corso dei secoli sono: Conternus, De Conternis,
Conternis, Conterni, Conterno. Le famiglie Conterno di Monforte
pare che provenissero da Monchiero (Cuneo), piccolo comune un tempo inglobato
in Monforte. Anche se i registri purtroppo non ne danno la conferma, in
quanto gli archivi relativi al 16° secolo sono praticamente illeggibili,
noi propendiamo per l'origine del cognome, come già sottolineato
da Luigi Colombo, da un nome germanico. Tale ipotesi giustificherebbe peraltro
anche l'esistenza del ceppo veronese dei Conterno. Inizialmente si
riteneva che il cognome avesse alla base il toponimo cuneese Conterno,
località di Monchiero. Pare invece che sia stato il cognome a determinare
il nome della località e non viceversa.
CONTE ROSITO
CONTEROSITO
Conterosito, assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico di Matera, così
come il quasi unico Conte Rosito.
integrazioni forniti da Salvatore
Conterosito
Il cognome Conterosito arriva in Italia a Tolve (PZ) da Buenos Aires in Argentina
, dove è nato mio nonno Conte Rosito
(Jose) Giuseppe. Conte Rosito Jose ha avuto sei figli tutti nati a Tolve (PZ): Donato (morto a Tolve); Ferdinando (morto in Inghilterra), Rocco Giuseppe (mio padre morto a Chieri); Antonio (morto a Matera), Umberto (morto a Matera) e Vittoria
(morta a Gorgonzola) unica figlia femmina. Tutti i Conte Rosito o Conterosito, per errore di trascrizione,
sono cugini di primo e di secondo o terzo grado.
CONTESSA
CONTISSA
Contessa è molto diffusa nel ternano, nel Lazio centrosettentrionale,
nel napoletano, nel palermitano ed in Puglia, Contissa, molto più
raro, sembrerebbe dell'agrigentino, dovrebbero derivare dal nome medioevale
Contissa o Contessa,
di cui abbiamo un esempio nel Codice diplomatico
della Lombardia medievale in una Carta
vendicionis del 1147 a Milano: "Anno dominice
incarnationis milleximo centeximo quadrageximo septimo, tercio kalendas
magii, indictione decima. Constat nos Rolandum qui dicor Megenani et Contissam,
iugales, atque Oriciam, relictam quondam Nicolai Megenani, et Mortarium,
filium ipsius Oricie et suprascripti quondam Nicolai, omnes de civitate
Mediolani...", si tratterebbe quindi di un matronimico, ma è
pure possibile una derivazione in alcuni casi da toponimi come Contessa
(AV), Contessa Entellina (PA) o simili.
CONTINISIO
Tipico barese, potrebbe derivare
da un soprannome connesso in qualche modo con il vocabolo conte (vedi
Conte).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Continisio è cognome pugliese che è la giustapposizione
dei cognomi Conti e Nisio.
Il secondo è la cognominizzazione del personale Nisio,
forma abbreviata di Dionisio < greco
Diónisos. Minervini 348.
CONTO
Conto, estremamente raro sembrerebbe piemontese, del torinese in particolare
di Cuceglio, con un piccolo ceppo campano, dovrebbe derivare dal nome e
soprannome medioevale Contus di cui
abbiamo un esempio d'uso nel veronese in una registrazione del 1484 dove
leggiamo di un Lazarus dictus Contus quondam Bertoloti.
CONTRADA
Contrada, tipicamente campano, ha un ceppo a Napoli ed uno a Montefalcione
e Candida nell'avellinese, dovrebbe derivare da un soprannome stante ad
indicare un'origine del capostipite da una contrada paesana.
CONTRI
CONTRINI
CONTRINO
CONTRO
Contri parrebbe di origine modenese, ma esistono probabili ceppi anche
nelle provincie di Grosseto, Firenze, Bologna e Vicenza. Contrini è
specifico dell'area bresciano, trentina, Contrino è tipicamente
siciliano dell'agrigentino, di Naro, Favara, Aragona, Palma di Montechiaro,
Canicattì e Ravanusa, Contro è tipèicamente veneto,
in particolare del vicentino, del veneziano e del rovigoto fino al ferrarese,
dovrebbero tutti derivare, direttamente o attraverso ipocoristici, da forme
aferetiche del nome Bonincontro (vedi
BONCONTE).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Il cognome Contri, ben rappresentato a Riolunato, è forma aferetica
del nome proprio medievale Bonincontro:
uno dei tanti nomi beneauguranti dati ai figli. Fonte: F. Violi, Cognomi
a Modena e nel Modenese.
CONTRISCIANI
Abbastanza raro è tipico del teramano, è difficile individuare
una possibile origine, anche se si potrebbe ipotizzare una derivazione
da una modificazione dialettale dal toponimo Scontrone nell'aquilano.
CONTRUCCI
Contrucci ha un ceppo nel lucchese a Bagni di Lucca ed uno nel viterbese
ad Ischia di Castro e Canino, dovrebbe derivare da una forma ipocoristica
aferetica del nome medioevale Bonincontro
(vedi BONCONTE), probabilmente il nome dei capostipiti.
CONTU
Contu è tipicamente sardo, molto diffuso in tutta l'isola, nessuna
zona esclusa, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine
sardo contu (conto,
calcolo, competenza, pertinenza), forse ad indicare che i capostipiti
fossero degli amministratori di qualche proprietario terriero o di qualche
nobile.
CONTURSI
CONTURSO
Contursi è tipicamente campano e pugliese, di Nocera Inferiore,
Salerno, Battipaglia, Scafati e Baronissi nel salernitano, di Napoli e
di Solofra (AV), di Cassano Delle Murge e Ruvo di Puglia nel barese e di
Taranto, Conturso, molto raro, sembra specifico di Pozzuoli e Napoli, dovrebbero
derivare dal toponimo Contursi Terme nel salernitano.
CONVENTI
CONVENTO
Conventi è tipico di Goro nel ferrarese, Convento invece è
specifico di Campolongo Maggiore e Campagna Lupia nel veneziano e di Arzergrande
e Piove di Sacco nel Padovano, questi cognomi dovrebbero riferirsi a dei
trovatelli affidati ad un convento e che venivano quindi indicati come
quelli del convento, dovrebbero essere perciò antecedenti al 1730,
quando l'Imperatrice Maria Teresa d'Austria impose definitivamente l'uso
del cognome.
CONVERSANO
Conversano è decisamente pugliese con massima concentrazione ad
Andria nel barese, Fasano nel brindisino, Carmiano e Calimera nel leccese,
e con un ceppo anche ad Eboli nel salernitano ed uno a Genzano di Lucania
nel potentino, dovrebbe derivare dal nome del toponimo Conversano nel barese.
CONVERSI
CONVERSO
Conversi, abbastanza raro potrebbe essere originario del parmigiano, Converso
sembra avere più ceppi nel cosentino, nel napoletano e nel barese,
uno nella zona di confine tra le province di Venezia e Rovigo, derivano
dal termine medioevale, usato anche come nome, conversus (convertito)
che indicava inizialmente chi aveva scelto la
vita monastica in età adulta, ma, dopo il X°
secolo, stette ad indicare il religioso non ordinato
prete e addetto a lavori manuali. L'uso del termine è
citato ad esempio in questa lettera del 1333 scritta a Firenze: "...Frater
Iohannes Conversus filius olim Bracchetti
de Campi fuit morum maturitate nec non et precipua honestate prepoIlens.
Hic effectus est in ordine bonus carpentarius et índustrius in edificiis
construendis....". Tracce di questa cognominizzazione si trovano
a Bologna fin dalla fine del 1200 con un certo Giacomo Conversi.
CONVERSINI
CONVERTINI
CONVERTINO
Conversini, molto molto raro, ha un piccolo ceppo a Foligno e Valtopina
nel perugino ed uno a Tarquinia nel viterbese, Convertini è decisamente
pugliese, molto diffuso nel barese, nel brindisino e nel tarentino, Convertino,
ha un nucleo pugliese nel barese, brindisino e tarentino, con ceppi secondari
a Torino, Roma e Milano, questi cognomi dovrebbero derivare dal nome medioevale
Conversinus o Convertinus,
una forma ipocoristica di Conversus
(vedi CONVERSI), tracce di queste cognominizzazioni
le troviamo a Firenze nella seconda metà del 1300 con il professore
di retorica e notaio Johannes Convertinus o Conversinus.
CONZA
CONZI
CONZO
Conza è specifico del napoletano, di Poggiomarino, Boscoreale e
Napoli, Conzi rarissimo potrebbe essere genovese, Conzo sembra anch'esso
napoletano, potrebbero derivare da soprannomi dialettali legati al vocabolo
conza o conzo
(palamito = attrezzatura da pesca),
forse ad identificare i capostipiti come pescatori.
CONZATO
Conzato è tipicamente del vicentino, di Schio, Vicenza e Breganze,
potrebbe derivare da un soprannome originato dal termine ladino conzal
(capanna, catapecchia), forse a sottolineare
l'estrema povertà della famiglia, in questo caso il suffisso -ato
avrebbe valore di proprietà o appartenenza.
COPAT
Ha un ceppo trentino ed uno friulano, dovrebbero entrambi derivare da modificazioni
dialettali dell'aferesi del nome Iacopo, ma è pure possibile un
legame con il mestiere di produttore di tegole (copi
in dialetto).
COPELLI
Dovrebbe essere originario della
provincia di Parma, dovrebbe derivare dall'aferesi del nome Iacopo, come riduzione del
diminutivo.
COPERTINO
Tipico del basso barese, dovrebbe derivare dal toponimo Copertino (LE).
COPES
Copes è tipicamente lombardo, del sondriese e del comasco, di Verceia
(SO), dove si trovano le tracce più antiche risalenti almeno al
1700, di Sorico (CO) e di Dubino (SO), di origine etimologica oscura.
COPPA
COPPI
COPPO
Coppa è panitaliano, diffuso a macchia di leopardo sia al sud, che
al centro ed al nord, Coppi è diffuso in tutto il centro nord con
un ceppo anche nel barese, Coppo ha un nucleo in Piemonte ed uno tra padovano
e veneziano, derivano dal nome medioevale italiano Coppo,
Coppa, come possiamo vedere a San Gimignano
(SI): "...frate Iohanní condam domini Coppi
de Sancto Geminiano...". Troviamo
tracce di questa cognominizzazione nel 1200 a Venezia con un certo Malgherito
Coppo, nel 1300 troviamo in Valdarno uno Stoldo di Coppo, il casato dei Coppa annovera fra i suoi titoli quello di conti
di Valmacca e consignori di Brusasco sempre nel Monferrato.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Coppi è il nome proprio medievale Coppus
(sec. XIII), d'origine soprannominale dal 'coppo'
«recipiente panciuto di terra cotta per
olio; orcio», che applicato a persona dovette significare
«panciuto». Il cognome
è vivo soprattutto a Modena e a Fiumalbo. Fonte: F. Violi, Cognomi
a Modena e nel Modenese.
COPPARI
Coppari sembra essere originario dell'area coperta dalle provincie di Ancona
e Macerata, potrebbe derivare
da soprannomi legati al mestiere di produttori di coppe, ed in qualche
caso potrebbe anche derivare dal toponimo Copparo (FE).
COPPINI
Sembrerebbe provenire dal fiorentino
e pistoiese, ma forse esiste un ceppo anche in provincia di Brescia,
dovrebbe derivare dal nome Iacopo, come riduzione del diminutivo.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
II cognome Coppini può tanto essere diminutivo di Coppi
quanto derivare da coppino «occipite;
nuca», dalla voce italiana settentrionale copìn
«collottola; cuticagna»,
pur essa in funzione soprannominale. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena
e nel Modenese.
COPPOLA
COPPOLINA
COPPOLINO
Coppola è presente in tutt'Italia, particolarmente diffuso al centro
sud, Coppolina, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del messinese, ed
è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione di Coppolino, decisamente
siciliano, particolarmente diffuso nel messinese, a Barcellona Pozzo di
Gotto, Messina, Milazzo e Castroreale, possono derivare da soprannomi legati
al vocabolo dialettale meridionale coppola
(berretto) o, in alcuni casi possono
derivare dal vocabolo coppa, come riferimento
ad un elemento presente nello stemma del casato. Fin dal 1100 a Scala
(SA) si trovano tracce di una famiglia Coppola, nel 1255 Palmerio Coppola
è giudice della città di Castellamare di Stabia.
COPPOLARO
Coppolaro ha un ceppo a Scandicci (FI) e Firenze, ed uno nel beneventano
a Tocco Caudio e Montesarchio, dovrebbe derivare da un soprannome originato
dal mestiere di cappellaio svolto dal capostipite.
COPPONE
COPPONI
Coppone, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del Salento, di Botrugno
nel leccese in particolare, Copponi, leggermente meno raro, è tipico
della fascia centrale che comprende Marche, Umbria e romano, con un ceppo
a Roma e Civitavecchia, potrebbe trattarsi di una forma accrescitiva dell'aferesi
del nome Jacopo, come pure di particolari
forme etniche di paesi come Coppo nel perugino e nell'anconetano.
COPPOTELLI
La sua origine è laziale,
delle provincie di Roma e Frosinone, potrebbe derivare da un soprannome
legato al vocabolo dialettale meridionale coppola (berretto)..
CORA'
CORRA'
Corà è tipico del vicentino, di Vicenza, Lendinara, Sovizzo,
Valdagno, Schio e Asiago, Corrà è molto più diffuso
non solo nel vicentino, ma anche nel veronese e nel trentino, si dovrebbe
trattare di forme dialettali dell'apocope del nome Corrado,
dove l'accento sulla a finale sostituisce
la terminazione in -ado.
CORAGGI
CORAGGIO
Coraggi, molto raro, è tipicamente umbro, Coraggio ha un ceppo romano
ed uno nel frusinate, ma la maggiore diffusione la troviamo in Campania
a Napoli e Castellammare di Stabia nel napoletano ed a Salerno, Roccagloriosa
e Pagani nel salernitano, dovrebbero derivare da forme aferetiche del nome
medioevale Boncoraggio (vedi
BONCORAGGIO).
CORAI
Tipico di Pordenone potrebbe derivare da un soprannome dialettale legato
al vocabolo coraggio, ma più probabilmente deriva da una modificazione
dialettale del nome Corrado.
CORAIN
Tipico del veronese è molto raro, probabilmente deriva da una modificazione
dialettale del nome Corradino.
CORALLI
Coralli ha un ceppo nella zona che comprende il bolognese, il fiorentino
ed il ravennate ed un altro tra romano e reatino, potrebbero derivare dalla
Gens Corellia, o anche dal nome Corallus
di cui abbiamo un esempio a Roma agli inizi del 1600 con il
notaio Corallus Simon Petrus.
CORALLO
Corallo ha un ceppo pugliese a Bari, Lecce e Taranto in particolare ed
un ceppo siciliano a Paternò, Gela e Palermo, ma il nucleo principale
è nel ragusano a Ragusa, Comiso, Vittoria, Modica ed Ispica, dovrebbero
derivare da soprannomi derivati dal mestiere del capostipite, in qualche
modo connesso con il corallo, o per la pesca o per la lavorazione, o potrebbero
anche derivare direttamente dal nome Corallo
portato dal capostipite, nome di cui abbiamo un esempio in quest'atto del
1614: "...per
il prezzo di scudi 1626 moneta
compresi il laudemio et altro, come per instromento
rogato per li atti del Corallo
notaro di Campidoglio...".
CORAPI
Sembra specifico del catanzarese, potrebbe derivare da un toponimo germanico
Corapia ricordiamo nel X° secolo i Conti Von Corapia, come è
pure possibile che derivi dal nome spagnolo Corapia.
integrazioni fornite da Francesco
Corapi
cognome specificatamente dei comuni di San Sostene e Davoli in provincia
di Catanzaro, fino alla fina degli anni 50 nel comune di San Sostene era
il cognome più diffuso. Come riportato nel testo sui cognomi
calabresi il termine corapi corrisponde a corvo, derivato
dal greco koraki
e poi italianizzato.
CORASANITI
Corasaniti è tipicamente calabrese, della provincia di Catanzaro,
di Davoli, San Sostene e Catanzaro, e di Crotone, dovrebbe derivare da
un nome grecanico di località, non meglio identificabile, legato al termine greco κόραξ
(korax) corvo, forse Khora in Grecia.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Corasaniti è un cognome calabrese che significa 'gente
di *Corasano'; cfr. nel sec. XII Stephanus de Corasiano in zona
di Stilo. Rohlfs, 86.
CORATELLI
Coratelli sembrerebbe di origine barese, dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal toponimo Corato (BA).
CORATO
Corato è tipico del vicentino, di Vicenza, Monteviale, Arzignano,
Creazzo e Nogarole Vicentino, si dovrebbe trattare di una forma
patronimica tipica veneta in -ato stante ad indicare famiglia dei figli
di un Corà o Corrado (vedi
CORA').
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Per la sparuta presenza meridionale del cognome Corato, si può
ipotizzare un'origine locale dal toponimo pugliese Corato, in provincia
di Bari.
CORAZZA
CORAZZE
CORAZZI
CORAZZINI
CORAZZO
Corazza è diffuso in tutto il nord ed in provincia di Roma, è
particolarmente presente nel veneto ed in provincia di Bologna e Ferrara,
Corazzi è invece tipico della fascia centrale che comprende il riminese,
il pesarese, il fiorentino, l'aretinoed il perugino con un ceppo anche
a Roma, Corazze è unico mentre Corazzo lo è quasi, Corazzini
è presente in maniera sporadica nell'Italia centrosettentrionale,
con piccoli ceppi a Massa, a Roma e nel pescarese a Pescara e Popoli, dovrebbero
derivare dal nome medioevale Coraza di cui abbiamo un esempio in Coraza
canonarius in palatio Pupii, citato in un testo dell'epoca,
o anche con Coraza Ubaldini che nel 1302 venne esiliato, assieme al poeta
Dante Alighieri, da Firenze, come si può leggere nella Cronica
di Dino Compagni: "...Del mese d'aprile 1302, avendo
fatti richiedere molti cittadini ghibellini, e guelfi di Parte bianca,
condannò gli Uberti, la famiglia degli Scolari, de' Lamberti, delli
Abati, Soldanieri, Rinaldeschi, Migliorelli, Tebaldini: e sbandì
e confinò tutta la famiglia de' Cerchi; messer Baldo, messer Biligiardo,
Baldo di messer Talano e Baschiera Tosinghi; messer Goccia e 'l figliuolo,
Corso di messer Forese, e Baldinaccio Adimari; messer Vanni de' Mozi, messer
Manetto e Vieri Scali, Naldo Gherardini, i Conti da Gangalandi, messer
Neri da Gaville, messer Lapo Salterelli, messer Donato di messer Alberto
Ristori, Orlanduccio Orlandi, Dante Allighieri che era anbasciadore a Roma,
i figliuoli di Lapo Arrighi, i Ruffoli, gli Angelotti, gli Ammuniti, Lapo
del Biondo e' figliuoli, Giovangiacotto Malispini, i Tedaldi, il Coraza
Ubaldini, ser Petracca di ser Parenzo dall'Ancisa,
notaio alle Rinformagioni; Masino Cavalcanti e alcuno suo consorto; messer
Betto Gherardini, Donato e Teghia Finiguerri, Nuccio Galigai e Tignoso
de' Macci; e molti altri: che furno più di uomini DC, i quali andorono
stentando per lo mondo, chi qua e chi là....", ma possono
anche essere stati originati, direttamente o tramite ipocoristici da soprannomi
legati al vocabolo corazza, derivanti
dal fatto che il capostipite avesse militato nell'esercito, o da episodi
che facessero riferimento ad una particolare resistenza fisica o morale
dello stesso. Troviamo tracce di queste cognominizzazioni a Bologna agli
inizi del 1700 con Ercole Corazzi letterato e scienziato, o anche a Cortona
(AR) con Galeotto Corazzi.
CORBA
Tipico della provincia di Pordenone, di Montereale Valcellina in particolare,
dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo serbo korba
(zuppa, brodaglia e per estensione
sciocco, tonto), non è da escludersi
comunque una diversa origine dall'antico vocabolo italiano corba
(cesta).
CORBANI
CORBARA
CORBARI
La provincia di Cremona e di La Spezia e Massa Carrara sono le aree di
provenienza di Corbani, mentre Corbari dovrebbe essere originario della
provincia di Cremona, Corbara ha un ceppo tra forlivese, cesenate e ravennate
ed uno nel napoletano, l'origine di questi cognomi potrebbe essere da soprannomi
legati al mestiere di fabbricante o venditore di cesti, corbis
in latino significa cesto, ma in alcuni
casi è pure possibile prendere in considerazione una derivazione
da Toponimi come Corbara nel salernitano o nel casertano.
CORBASCIO
Corbascio è tipicamente pugliese, di Monopoli, Locorotondo e Castellana
Grotte nel barese e di Fasano nel brindisino, potrebbe derivare da un soprannome
basto sul termine arabo qurbash o sul
vocabolo arabo egiziano korbasch, entrambi
indicano un particolare tipo di frusta
con molte code di pelle d'ippopotamo, strumento anticamente utilizzato
per punire gli schiavi ai remi nelle navi saracene.
CORBELLA
CORBELLI
CORBELLINI
CORBELLINO
CORBELLO
Corbella è proprio della Lombardia occidentale, soprattutto nel
comasco e milanese, Corbelli ha un ceppo nel bresciano, uno tra reggiano
e modenese, uno nel pistoiese, uno nel riminese ed uno nel cosentino, Corbellini
dovrebbe essere originario dell'area coperta dalle provincie di Milano,
Pavia, Lodi e Piacenza, Corbellino, assolutamente rarissimo è probabilmente
ad un errore di trascrizione, Corbello, anch'esso estremamente raro, sembrerebbe
tipico dell'Irpinia. Questi cognomi dovrebbero derivare da soprannomi connessi
con il vocabolo latino corbis (cesto),
o per il mestiere svolto o per episodi diversi.
integrazioni fornite da Roberto
Lobsang Corbella
I Corbella italiani derivano da immigrazioni
dalla Catalogna (Spagna) effettuate nel medioevo o forse ancora prima:
Corbella è nome di un clan celtibero chiamato in antico catalano
"CORBELLA" ovvero "falce" dal latino "curvus" nome dato loro dai romani
per la forma dei loro pugnali, stabilita a Tarragona. Dopo le invasioni
barbariche il clan si disperse ricomparendo nel primo medioevo come famiglia
di cavalieri nobili con titolo di "Hidalgos". Nel 1300 diversi membri della
famiglia combatterono come cavalieri di ventura nelle forze dei Visconti
in Valdossola e ebbero in feudo il paesino che ancora porta il loro nome
situato nell'alta Val Onsernone (oggi in Canton Ticino, CH) da lì
nel 1700 alcuni membri della famiglia emigrarono a Lomazzo (CO) e da lì
a MIlano. Stemma di famiglia: un albero di rovere verde con un levriero
bianco e marrone legato con il guinzaglio al tronco su fondo oro.
CORBETTA
Particolarmente concentrato nelle
provincie di Como, Lecco, Milano, deriva da un soprannome originato dal
toponimo Corbetta (MI).
CORBI
CORBIN
CORBINI
CORBINO
CORBO
Corbi è tipico di Roma e di Cori e Sezze in provincia di Latina,
con un ceppo anche a Napoli, Corbin, assolutamente rarissimo, parerebbe
del padovano o veneziano, Corbini sembrerebbe specifico di Siena, Corbino
ha un ceppo a Roma ed uno a Ischia, ma il nucleo principale sembrerebbe
in Sicilia a Scordia (CT) e Vittoria (RG), Corbo, tipicamente campano,
ha ceppi a Roma, in Molise, nel foggiano, nel potentino, nell'agrigentino
e nel nisseno, Corboni sembra essere unico, dovrebbero tutti derivare o
direttamente o tramite ipocoristici dal nome medioevale Corbus
di cui abbiamo un esempio nell'anno 604 : "...Anno
9 regni Theuderici nascitur ei filius de concubina, nomine Corbus.
Cum jam Protadius genere Romanus vehementer ab omnibus in palatio veneraretur...",
un principio di questa cognominizzazione la troviamo nel Codice
Diplomatico della Lombardia medioevale in un Libellus
del 1148 a Milano: "Anno dominice incarnationis millesimo
centesimo quadragesimo octavo, tertio die mensis aprilis, indictione undecima.
Placuit atque convenit inter Petrum qui dicitur de la Mamma et Guifredum
qui dicitur Corbus, ambo de civitate Mediolani,
nec non et inter Petrum qui dicitur de Barzago, de suprascripta civitate...".
CORBISIERI
CORBISIERO
CORBUSIERO
Corbisieri, assolutamente rarissimo, presente in misura limitatissima nel
napoletano, avellinese, foggiano e potentino, è dovuto probabilmente
ad errori di trascrizione di Corbisiero, che è tipico del napoletano
e dell'avellinese, di Marzano di Nola e Mugnano del Cardinale (AV) e di
Marigliano, Nola e Visciano (NA), Corbusiero è praticamente unico,
potrebbero derivare dal mestiere di cestaio, secondo altri deriva invece
dal vocabolo tardo latino corbiceus (specifico
del corvo, dal latino corbus)
e starebbe ad indicare caratteristiche o atteggiamenti particolari del
capostipite.
CORBU
CROBU
Corbu, molto raro, è tipico di Nuoro, Crobu è specifico della
Sardegna occidentale, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal
vocabolo latino corbus (corvo),
ma è pure possibile un collegamento con il nome di località
sul monte Crobu nella zona di Carbonia.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CROBU: crobu, corbu, corvu è
il corvo, dal latino corvus.
Qui in Campidano su crobu (o su latzu)
è anche il laccio o trappola
che si prepara per catturare la selvaggina: con filo, che può essere
di spago, di nailon, o addirittura d'acciaio, per i cinghiali. Accrobai
= prendere, catturare con il laccio.
In senso figurato, riferito ad animali ed anche a persone si dice: si
funt accrobàus = sono in amplesso;
accrobàus ke cabaxèttas
= accoppiati come due lucertole! È
frequente in Sardegna come toponimo: niu de crobu;
sa paba de is crobus;
funtàna de crobu;
nuraghe de crobu (citato nel
testo del Fara " In Sardiniae Chorographiam" 126/25 : Flumen Balnei oritur
ex regionis Carici, non procul a Norace Corbi et in mare decurrit);
etc. Come cognome è presente nelle carte antiche da noi consultate,
generalmente nell'uscita corbu. Tra i firmatari della pace di Eleonora,
LPDE del 1388, figurano: Corbu Arçoco, majore ville Oddini.
(* Oddini .distrutto (anche Ollini), del Salto di Orotelli. Curatorie Dore);
Corbu Chalituto - ville Terrenove(Olbia); Corbu Cogotti(?), jurato ville
Sancte Juste(Santa Giusta); Corbu Joanne, jurato ville Sindia(Sindia);
Corbu Comita, jurato ville Mogoreda(Mogorella); Corbu Maniello, jurato
ville Sindia; Corbu Nicolao - ville de Donani; (* Donani.esistente, Contrate
Montis Acuti - Ozieri); Corbu Nicolaus, ville Sasseri; Corbu Sisto, ville
Sporlacu ( * Sporlacu.l'odierna Isporlatu. Curatorie de Anella).
Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, XI°, XIII° secolo, sono
presenti: Corbu Barbara( 167) in una partizione di servi: et remanserunt
depus custa partizione ad comuni (e rimasero in comune, dopo questa partizione,
tra la chiesa di Santa Maria di Oristano e quella di Santa Maria di Bonarcado)..et
Barbara (serva), fiia de Petru Corbu et de Iorgia Martalu.Testes.; Corbu
(de) Comita ( 186) in una donazione (a Santa Maria): donaitimi Barbara
de Urri et ipsas sorres, ki stant in Donigalia noa (Campiotani Majoris
- Donigala Fenugheddu) et in Sacte Eru (San Vero) sa parzone ispiro,
kìhaviant tenendo assa de Trodori Gaza et ae s'atera parte ad Petru
De Syi. Corbu Iohanne presbiteru (prete) ( 81), testimone in una compera
di servi: comporeilli. Nel Condaghe di San Pietro di Silki, XI°, XIII°
secolo, è citata una località: Riu de Janne Corbu ( nei pressi
di Putzu Passaris: villa - bidda medioevale oggi scomparsa, che si trovava
con molte probabilità tra l'agro di Romana e quello di Cheremule).
Nella storia ricordiamo: Crobu Emanuele di Bono; fu amico e segretario
privato di Giommaria Angioy (Di. Sto. Sa di F. C. Casula). Attualmente
il cognome Crobu è presente in 118 Comuni italiani, di cui 612 in
Sardegna: Oristano 74, Cagliari 70, Zerfaliu 39, etc.
CORCAGNANI
Corcagnani, molto molto raro, è specifico del piacentino, dovrebbe
derivare dal nome del paese di Corcagnano, una frazione di Parma.
CORCIULO
Corciulo è specifico del leccese, di Gallipoli, Salve, Melendugno,
Melissano, Tricase e Lecce, con un piccolo ceppo anche a Napoli, potrebbe
trattarsi di un'italianizzazione del cognome slavo Korciul
o Korciol, che indicherebbe una provenienza
del capostipite dall'isola dalmata di Korkula, attualmente in Croazia.
CORDA
CORDANI
CORDINI
CORDONE
CORDONI
Corda è tipico sardo, e potrebbe derivare dal vocabolo dialettale
corda (visceri), probabilmente come soprannome legato al mestiere di beccaio,
Cordani è piacentino, Cordini
dovrebbe essere della zona tra Milano e Pavia, Cordone ha un ceppo palermitano,
uno napoletano ed uno molisano, Cordoni ha tre ceppi, uno nell'area delle
provincie di Bergamo, Milano e Lodi, uno nella provincia di Teramo ed uno
nella provincia di Lucca e dovrebbero tutti derivare dalla Gens
Cordia o dal cognomen latino Cordus
o dal nomen Cordius, di cui abbiamo
un esempio nello storico latino Iunius Cordus:
"...Sed priusquam de actibus eorum loquar, placet
aliqua dici de moribus atque genere, non eo modo quo Iunius
Cordus est persecutus omnia, sed illo quo
Suetonius Tranquillus et Valerius Marcellinus, quamvis Curius Fortunatianus,
qui omnem hanc historiam perscripsit...".
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CORDA: corda in logudorese, codra
in campidanese. Is codras o cordas
de su tzugu = i tendini del collo
(le corde del collo. In spagnolo cuerdas.
In latino chorda significa più
che altro corda di strumento musicale
> non didicit tangere chordas = non
sa suonare la cetra; in greco χορδή cordì.
Sa corda o còrdule
(log.) o còrdula (camp.) sono
gli intestini della pecora intrecciati ed arrostiti
> in latino chordula intestinorum.
Corda, in lingua sarda non assume mai il significato di fune o spago. Come
cognome è presente negli antichi documenti della lingua sarda. Tra
i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano: Corda Barc¢olo
- de Bosa (** Bosa: omnibus civibus et habitatoribus civitatis Bose.nisi
pastores.congregatis intus Ecclesiam Beate Marie Virginis .die XV Januarii
1388; Corda Costantino, ville Laconi(** Laconi.et Contrate Partis Alença
et etc. seu Atara Barçolo, officiali Curatorie de Parte Alença.
In posse Penna Ambrosii et filii Guiducii (Penna) notari...die XII januarii
1388; nisi pastores bestiarium et etc); Corda Elia, jurato ville Cossein.
(* Cossein.odierno Cossoine. Contrate Caputabas); Corda Jacobo - de Castri
Januensis(Castelsardo); Corda Jinetino, ville Laconi; Corda Mariano, ville
Macumerii(Macomer); Corda Nicolao - de Castri Januensis; Corda Parisono
officiali Curatorie de Anella; Corda Sargiu(?) Mariano, ville Macumerii;
Corda Simone, jurato ville Sancto Lussurgio(Santulussurgiu). Nel Condaghe
di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo, abbiamo:
Corda Iorgi (160); in un atto di donazione; "In nomine Domini.ego presbiteru
Remundinu de Varca, ki mi fazo manago (uomo senza grazia)ad hora de sa
morte in sancta Maria de Bonarcado, in manu dessu priore donnu Ianne Meloni
e dessos monagos suos set cun boluntade dessu donnu meu donnu Ugo archiepiscopu
de Arbore. Et poniove ad sancta Maria una libra de argentu laborata....et
issa parzone dessa vinia de Cinnìga porkile, ki parzo cun sorre
mia Saracina tenendo assa vinia de Iorgi Corda. Testes:...Attualmente il
cognome Corda è presente in 457 Comuni italiani, di cui 139 in Sardegna:
Cagliari 374, Nuoro 226, Sassari 160, Quartu 147, Olbia 99, etc.
Cordara è specifico dell'area che comprende il milanese, il pavese,
l'alessandrino, l'astigiano, il torinese ed il cuneese, Cordari potrebbe
essere ascolano, Cordaro è specifico siciliano, Cordera è
tipico del torinese e del biellese, Corderi e Corderio sono praticamente
unici, Cordero, molto diffuso è tipicamente piemontese, del cuneese
e del torinese, di Torino e Priocca (CN) in particolare, dovrebbero tutti
derivare da un soprannome, più o meno dialettale, legato al mestiere
del produttore o venditore di corde. Tracce di queste cognominizzazioni
le troviamo nell'astigiano nel 1700 con il Padre Gesuita ed umanista Giulio
Cesare Cordara.
CORDEDDA
CORDEDDU
CORDELLA
Cordedda è tipicamente sardo, di Sassari e Banari nel sassarese,
di Serramanna nel Medio Campidano e di Selargius e Villasor nel cagliaritano,
Cordeddu è specifico del cagliaritano, di Cagliari, Selargius, San
Basilio, Suelli, Quartu Sant'Elena e San Sperate, Cordella ha un ceppo
originario delle Puglie, province di Lecce e Brindisi, ed uno della provincia
di Napoli, dovrebbero derivare da soprannomi dialettali.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CORDEDDA; CORDEDDU; CORDELLA: sa codrèdda,
sa cordella, su cordèddu o codrèddu,
è una cordicella, un cordoncino.
Qui in Campidano preferiamo il termine cardiòba
o cardiòla o cadriòba
= funicella, spago. Derivano tutti
dal catalano cordilla o anche dall'italiano
antico cordiglio. Anche cordella è
voce antica regionale, ancora frequente, soprattutto in Veneto. Deriva
sempre da corda italiano e da chorda
latino. Troviamo i cognomi nei documenti antichi della lingua sarda. Tra
i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, troviamo: Cordedda Joanne,
ville de Sardara (** SARDARA MONTIS REGALIS...11 GENNAIO 1388, et ego...Gadulesu
Margiano habitator velle Sardara, sindicus actor et procurator universitatis
Contrate Montis Regalis et villarum et etc. In posse Virde Andrea, Virde
Joanne, de Civitate Sasseri, notarii publici, die XI Januarii 1388); Cordedda
Michele, ville Selluri (** Selluri - Sedduri - Seddori: odierno Sanluri.
Et ego Capula Marcus .sindicus, actor et procurator ville Selluri.seu a
Petro De Castay, locuntenente capitanei et Margiano Costa, locuntenente
potestatis terre Selluri et omnibus habitatoribus dicte terre, congregatis.
X die januarii 1388); Cordedda Petro, ville de Sardara; Cordedda Petro,
ville Selluri; Cordella Joanne, jurato ville Salansi (* Salanis.distrutto.
Campitani Majoris). Attualmente il cognome Crdedda è presente in
53 Comuni italiani, di cui 18 in Sardegna: Sassari 53, Serramanna 37, Banari
23, etc. Cordeddu è presente in 21 Comuni sardi: Cagliari 54, Selargius
43, San Basiglio 38, etc. Cardella è presente in 238 Comuni italiani,
di cui 15 in Sardegna: Sassari 38, Buschi 11, Cagliari 10, etc.
CORDELLI
CORDELLINI
CORDELLO
Cordelli ha un ceppo a Cantiano nell'urbinate, con preesenze anche a Montevarchi
nell'aretino ed a Marsciano nel perugino, ed un ceppo a Roma ed a Grotte
di Castro nel viterbese, Cordello, quasi unico, forse romano, dovrebbe
essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, Cordellini, quasi
unico, sembrerebbe dell'area umbro, laziale, potrebbero derivare, direttamente o tramite un ipocoristico, dal nome
medioevale Cordellus (cuoricino).
CORDESCHI
CORDESCO
CORDISCHI
CORDISCO
Cordeschi, è specifico della zona che comprende le province de l'Aquila,
Rieti e Roma, in particolare dell'Aquila e Montereale nell'aquilano, di
Roma e di Magliano Sabina e Pescorocchiano nel reatino, Cordesco, assolutamente
rarissimo, è del pescarese, Cordischi ha un ceppo romano ed uno
nell'aquilano a San Benedetto dei Marsi, Pescina e Gioia dei Marsi, Cordisco
ha un ceppo nel teatino a San Salvo e Vasto, con presenze a Roccaraso nell'aquilano,
ha un grosso ceppo nel campobassano a Montefalcone nel Sannio, Termoli
e Campobasso, nel foggiano, a Foggia ed Ascoli Satriano, ed a Rapolla nel
potentino, dovrebbero derivare dal toponimo abruzzese di Cordesco
nel teramano, un principio di queste cognominizzazioni lo troviamo a Montemassi
nel senese fin dal 1300 in un atto: "...Agresto da
Montemassi ane la metia per non diviso d'una pezza di terra lavoratia posta
nela corte detta e contrata dela Casellina, ala quale da l'una parte è el fossato, dal'altra
del'eredi del Buglia, dal'altra de Ugolino
da Cordesco; la quale pezza di terra è
in tutto, una cum ser Vanni di Toro, .xiiii. staia a tavola, la parte del
detto Agresto .vii. staia a tavola....", nel 1366 in un atto del
12 aprile, redatto in Roma, si legge: "...Item simili
modo et forma renumptiavit et refutavit dictus Nucius dicto Laurentio,
presenti et recipienti vice et nomine Cecchi Falconis de regione Montium,
Cordeschi de
regione Sancti Angeli et aliorum sociorum eorum, quorum nomina pro specificatione
sint et esse intelligatur, et mihi notario ut publice persone recipienti
et stipulanti pro eis...".
CORDI
CORDI'
CORDO
Cordi ha un ceppo in Valle d'Aosta, dove potrabbe essere nato dall'italianizzazione
del cognome francese Cordié,
che signidica letteralmente cordaio, ed uno nel reggino, Cordì è
specifico del reggino, di San Giorgio Morgeto, Locri, Siderno, Gioia Tauro,
Roccella Ionica e Melicucco, Cordo, quasi unico, è meridionale,
potrebbero derivare da un soprannome greco originato dal vocabolo greco
antico χορδή
cordì (corda di cetra),
forse ad indicare che il capostipite fosse un cantore o un suonatore di uno
strumento musicale a corde.
CORDOLA
Cordola sembra specifico della Bassa Valle Susa nel torinese, di Condove
in particolare, presenta un ceppo anche a Taranto, potrebbe derivare dal
nome della frazione Cordole nello stesso comune di Condove, ma più
probabilmente si tratta di un matronimico che deriva da un ipocoristico
femminile del cognomen latino Cordus
o del nomen latino Cordius (vedi
Corda).
integrazioni fornite da Gianni
Cordola Cordola potrebbe derivare dal toponimo Cordola, borgata di Condove,
ma è più probabile in rapporto alla sua etimologia che derivi
dal vocabolo celtico Cordd o Kordd
stante ad indicare un clan gallico, soprannome mutato in Korda
o Corda nel Gallico Cisalpino e latinizzato
nel cognomen latino Cordus o nel nomen
Cordius da cui dovrebbero derivare
con le alterazioni, varianti e troncamenti intervenute nei tempi i cognomi
italiani Cordola, Corda, Cordani, Cordella, Cordini, Cordone, Cordoni,
Cordova (nobili marchesi di Palermo) e quelli stranieri Cordule (famiglia
di cavalieri localizzata in Allemagne), Cordelois de Wittenburg (famiglia
nobile local. Rotterdam) e Cordelles (famiglia nobile di Espagne), Cordelier
(famiglia nobile local. in Francia a Picardie, Champagne e Forez), Cordell
(local. Suffolk), Cordelere (local. Brabant), Cordelian, Cordelien.
Cordola potrebbe anche derivare da un soprannome legato al mestiere del
produttore o venditore di corde: dall'inglese cord
(corda) abbrev: di corderoy
che è forse dal francese corde
du roi, velluto di trama a coste costituito da un ordito di fili intrecciato;
oppure dal francese Cordeliers denominazione
dei frati minori conventuali e derivato di cordelle
(cordicella), per il cingolo che i
frati portano intorno alla vita; ed anche da cordella
voce antica indicante nastro o cordoncino intrecciato.
CORDOVANA
CORDOVANI
CORDOVANO
Cordovana, molto raro, parrebbe siciliano, di Nicosia (EWN), Catania, Tremestieri
Etneo (CT) e Mazzarino (CL), Cordovani ha un ceppo toscano a Bibbiena (AR)
ed uno laziale a Celleno (VT), Cordovano è quasi unico, potrebbero
derivare da soprannomi derivati dal termine arcaico cordovana
o cordovano
(tipo di pelle conciata per fare scarpe, spesso
di capretto) ad intendere forse che il capostipite fosse un
artigiano, in alcuni casi potrebbe trattarsi dell'etnico della città
spagnola di Cordova.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cordovana è cognome catanese che significa 'donna
di Cordova' (gr. Kurdoánis),
la città spagnola. Rohlfs, 75.
COREA
Tipico di Catanzaro e Sellia Marina (CZ), potrebbe derivare da un soprannome
originato dal vocabolo greco crea (carne),
forse ad indicare il mestiere di macellaio.
integrazioni fornite da Giovanni
Verdegiglio
cognome diffuso sull'altopiano della Sila (molto meno sulla costa del
catanzarese): pare più probabile che derivi dal greco choreos
(artista-ballo-ballerino-ballata-persona di spettacolo).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Corèa è cognome calabrese dal cognome greco Κορέας
(Corèas). Rohlfs, 86.
CORELLI
CORI
CORINI
CORINO
CORIO
Corelli ha vari ceppi, nell'area emiliano, romagnolo pesarese, nel romano,
latinense e frusinate, nel napoletano e nel brindisino, Cori è diffuso
in tutta la fascia centrale, tipico del Lazio con un ceppo nelle Marche
e nell'alto Abruzzo, potrebbe avere un nucleo originario anche nella provincia
di Caltanissetta, dovrebbe derivare, perlomeno il ceppo laziale, dal toponimo
Cori (LT), Corini ha un ceppo nella Lombardia orientale, in particolare
nel bresciano, con ramificazioni anche nel parmense e piacentino, un ceppo
nel teramano ed uno nel romano, Corino è specifico del Piemonte
e della Liguria centroccidentali, del torinese e cuneese in particolare,
con un ceppo nel romano ed uno nel cosentino, Corio ha un ceppo nel milanese
e varesotto, uno nel torinese, alessandrino, astigiano, genovese e savonese,
un piccolo ceppo nel romano ed uno nel reggino e nella Sicilia orientale,
tutti questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o tramite diverse
forme ipocoristiche, dal nome personale latino Corius
di cui abbiamo un esempio in epoca medioevale a Milano con Bernardinus
Corius Mediolanensis historicus sub nomine Aicardi scriptoris
eorum temporum, autore della historia Mediolanensium.
CORESE
Corese, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere laziale e deravare dal
nome del paese di Corese Terra, una frazione di Fara in Sabina nel reatino, probabile luogo d'origine del capostipite.
CORGNATI
Tipico di Torino e dintorni e di Livorno Ferraris (VC) e dintorni, dovrebbe
derivare dal nome arcaico del toponimo Cuorgnè (TO) i cui abitanti
si chiamano cuorgnatesi.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Molto raro, è tipico del vercellese e torinese, potrebbe derivare
dal toponimo Corgnate di Bobbio (PC).
CORIANI
CORIANO
Coriani è tipicamente emiliano, di Castellarano nel reggiano e di
Sassuolo nel modenese, Coriano è quasi unico, dovrebbero derivare
dal toponimo Coriano (RE), ma è pure possibile una derivazione dal
termine corianus
o curianus (proprietà
della Curia Diocesana).
CORICA
CORICO
Corica è tipico della zona dello stretto di Messina, di Taurianova,
Polistena e Cinquefrondi nel reggino e di Barcellona Pozzo di Gotto, Messina
e Sinagra nel messinese, con un ceppo anche nel palermitano a Palermo e
Trabia, Corico, praticamente unico, è siciliano, dovrebbero derivare
da un nome o soprannome grecanico basato sul termine greco antico korax,
korakos (corvo).
CORIGLIANI
CORIGLIANO
Corigliano, apparentemente unico, è probabilmente dovuto ad errori
di trascrizione del cognome Corigliano che è tipico del Salento,
di Salice Salentino (LE) e di Lizzano (TA), e della Calabria, di Crotone,
San Mauro Marchesato e Rocca di Neto nel crotonese, di Mileto e Nicotera
(VV) e di Villa San Giovanni nel reggino, dovrebbero derivare dai toponimi
Corigliano d'Otranto (LE) o Corigliano Calabro (CS).
CORIOLANI
CORIOLANO
Tutti rarissimi, potrebbero derivare dall'etnico del toponimo volscio Corioli nel Lazio,
ma più probabilmente originano dal nome del capostipite legato al
cognomen latino Coriolanus, non è
da escludersi anche una derivazione dalla Gens
Corellia.
CORIZZA
Corizza è tipico di Roma e provincia, potrebbe derivare da un soprannome
originato dalla voce italiana corizza
(raffreddore, infiammazione delle fossa nasali
con notevole produzione di muco) forse ad indicare che il capostipite
ne era spesso affetto o a sottolinearne spiacevoli aspetti comportamentali.
CORLEONE
Tipico palermitano, deriva dal toponimo omonimo in provincia di Palermo.
Cognome reso famoso dal film il Padrino.
CORLETA
CORLETO
Corleta, ormai quasi scomparso in Italia, sembrerebbe originario del salernitano,
dovrebbe derivare dal toponimo Corleto Monforte nel salernitano, ma potrebbe
in alcuni casi trattarsi di un errore di trascrizione del più comune
Corleto, tipico del potentino, di Pignola, Sasso di Castalda, Potenza e
Miglionico e che deriva invece dal toponimo Corleto Perticara nel potentino.
CORLIANO
CORLIANO'
Corliano, quasi unico, è del leccese, dovrebbe essere una variante
del cognome Corlianò, decisamente più diffuso, presente in
particolare a Calimera nel leccese, dove è ben presente anche a
Martano, Lecce e Melendugno, ha un ceppo anche a Brindisi.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel termine corlianò,
che, in dialetto grecanico, ha il significato di coriglianese,
proveniente da Corigliano d'Otranto
(in provincia di Lecce): va notato, infatti, che Corigliano d'Otranto -
un tempo noto come Corliano - è un comune grecanico appartenente
alla cosiddetta Grecìa Salentina, un'area del Salento che, storicamente,
è stata soggetta a una forte influenza greca (ancora oggi, in quest'area
della Puglia, si mantiene vivo il dialetto griko o grecanico). In conclusione,
dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei soprannomi etnici attribuiti
ai capostipiti.
CORNA
CORNI
CORNO
Corna è tipicamente bergamasco, Corni sembrerebbe modenese, Corno
oltre al ceppo milanese sembrerebbe averne anche uno cosentino, dovrebbero
derivare dai vari toponimi contenenti la radice Corn- tipo Corna Imagna,
Cornalba e Cornale, tutti in provincia di Bergamo, o Cornate d'Adda (MI)
o Corno Giovine (LO).
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza
"Corna" è una parola diffusa
in tutta la parte montana della Lombardia (da Bergamo a Brescia, a Como
e Sondrio) significa dirupo, ma soprattutto masso, quelle enormi pietre
che i fiumi trasportano durante le piene. Pertanto è possibile una
derivazione da una caratteristica della località.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
II cognome Corni può essere tanto un soprannome, dato ad un
individuo con protuberanza frontale, quanto derivare da toponimo. Si veda,
ad esempio, Corna Imagna nel Bergamasco. Buona la sua diffusione a Modena.
Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
Cornacchia è molto diffuso nel ravennate, in Lazio, Abruzzo, Campania
e Puglia, Cornacchi come Cornacchioni è quasi unico, Cornacchini
invece ha un ceppo friulano, uno romagnolo e nel pesarese, nell'aretino
e nel perugino, Cornacchio è assolutamente rarissimo, Cornacchione
ha un ceppo tra bolognese e ravennate ed uno in provincia di Campobasso.
Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio a Soragna (PR)
dove nell'anno 1230 fu notaio del Sacro Palazzo un certo Bernardo Cornacchia
e a Tirano (SO) dove nella seconda metà del 1500 troviamo il Notaio
Giovanni Francesco Cornacchi fu Cristoforo di Tirano.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Cornacchia, presente da nord a sud della penisola, ha nuclei principali
nel barese, nel foggiano, nel leccese, nell'avellinese, nel chietino, nell'aquilano,
nel teramano e nel ravennate, Cornacchi, quasi unico, si riscontra per
lo più nel bolognese e nel triestino, Cornacchio, rarissimo, ha
un ceppo maggiore nel foggiano, Cornacchini ha ceppi sparsi fra il nord
e il centro nord, il più grande dei quali si trova nell'udinese,
Cornacchione è più tipicamente campobassano e, in misura
minore, bolognese e ravennate, tutti questi cognomi derivano dal nome medievale
Cornacchia, la cui diffusione in Italia
si deve probabilmente all'influenza della cultura germanica, dove la cornacchia
(e, più generalmente, anche il corvo) era considerata come un animale
quasi sacro; solo per curiosità, inoltre, va detto che lo stesso
nome Rocco, d'origine germanica, sembra appunto significare corvo o cornacchia.
Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni
dei nomi personali dei capostipiti.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cornacchia, Cornacchione e Cornacchioni derivano dal latino parlato
*cornacula = "cornacchia".
Nomignolo per chi aveva una voce sgradevole o per indicare una persona
ciarliera e importuna.
CORNACCHIOLA
CORNACCHIOLI
Cornacchiola ha un ceppo a Rieti ed uno a Roma, Cornacchioli, estremamente
raro, sembrerebbe del barese, dovrebbero derivare da nomi di località
chiamate Cornacchiola, come ne è presente una a Roma ed a Cerveteri,
o Cornacchiolo a Castel del Monte nel barese.
CORNAGGIA
Cornaggia è tipicamente lombardo, con un ceppo principale nel sondriese
a Cosio Valtellino e Morbegno, presenze a Milano, Pavia e nel lodigiano,
dovrebbe derivare da una forma dialettale lombarda del nome medioevale
Cornacchia (vedi
CORNACCHIA).
CORNAGHI
Specifico della provincia di Milano,
potrebbe derivare da un soprannome originato dal toponimo Cornate d'Adda
(MI) o anche Cornale (BG) - (PV).
CORNAGLIA
Cornaglia sembrerebbe tipico piemontese, di Torino, Bra (CN), Fossano (CN)
ed Alessandria, dovrebbe derivare da nomi di località simili a Cornale,
molto presenti sia nel torinese che nell'alessandrino e nel cuneese.
integrazioni fornite da Daniele
Zaia
il cognome Cornaglia potrebbe anche derivare dalla parola piemontese
"curnaja", (tale il soprannome dialettale
di questa famiglia) voce che, indica per l'appunto la cornacchia
grigia.
CORNALBA
Tipico lombardo dell'areale delle
provincie di Milano, Pavia e Lodi, potrebbe derivare da un soprannome originato
dal toponimo Cornalba (BG).
CORNALE
Cornale è tipico del vicentino, di Recoaro Terme e Valdagno, dovrebbe
derivare da nomi di località derivati da cornus,
o corniolo, quindi riferiti ad una
zona ricca di cornioli.
CORNALI
Tipicamente lombardo particolarmente di Almenno San Bartolomeo, Strozza,
Almenno San Salvatore e Gorle nella bergamasca, Castenedolo e Brescia nel
bresciano e di Milano, dovrebbe derivare da toponimi come Cornale (PV),
Cornale di Pradalunga (BG), o Cornaleto (CR), tracce di questa cognominizzazione
le troviamo ad esempio già nel 1184 a Sartirana (PV) come si evince
da un Breve investiture per massaricium contenuto
nel Codice diplomatico della Lombardia medievale:
"...Item investivit eum medietatem aliarum peciarum
quatuor indivise a Petro Cornali.
Prima quarum est medietas braide Loirani, que medietas est iugera tria
et dimidia..."..
integrazioni fornite da Luigi Colombo
Sicuramente deriva da nomi di località.alla cui base ci
potrebbe essere o la parola corna che
in Lombardia assume il significato di masso, roccia, oppure il nome di
un arbusto il corniolo, dal legno durissimo
usato in passato per confezionare certe parti delle macchine utensili o
di attrezzi usati in agricoltura (vedere la parola dialettale lombarda
"cornàl").
CORNARA
CORNARI
CORNARO
CORNER
CORNERO
Cornara, molto raro, ha un ceppo nel nordest del milanese ed uno
nel genovese, Cornari è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione
del successivo, Cornaro è tipico del bergamasco, della zona di Ponteranica
in particolare, Corner, assolutamente rarissimo dovrebbe essere veneziano,
Cornero parrebbe genovese con un ceppo anche tra cuneese e torinese, potrebbero
derivare dal termine latino cornius
(corniolo), in qualche caso, soprattutto i ceppi liguri
e piemontesi potrebbero derivare dal termine provenzale cornard
(sciocco, credulone), ma, più probabilmente
derivano dalla gens Cornelia, tracce
di questa cognominizzazione le troviamo a Venezia nel 1400 con il patrizio
veneziano Marco Cornaro, padre della famosa Caterina Cornaro (1454-1510)
regina di Cipro, di Armenia e di Gerusalemme, nella stessa epoca i Corner
erano una delle famiglie più ricche ed influenti del patriziato
della Serenissima e sempre nella Repubblica Veneta nel 1500 troviamo l'erudito
Janus Cornarus (1500-1558), nel mezzo del 1500 è Vescovo di Bergamo
il Cardinale Luigi Cornaro; un Marco Cornero fu podestà di Bergamo
tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600.
CORNELI
CORNELIA
CORNELLI
CORNELIO
Corneli è tipico della fascia centrale che comprende Marche, Umbria,
Abruzzo e Lazio, in particolare di Silvi nel teramano, Cornelia è
unico, Cornelli è tipico del bergamasco, del milanese e del piacentino,
Cornelio ha un ceppo a Pavone Canavese nel torinese, uno a Scafa nel pescarese
e Celano nell'aquilano, uno a Roma ed uno a Floridia nel siracusano, dovrebbero
derivare dalla Gens romana Cornelia,
ma è pure possibile una derivazione dal nomen latino Cornelius
di cui abbiamo un illustre esempio nello storico latino del primo secolo
Publius Cornelius Tacitus.
CORNETTI
Cornetti dovrebbe essere bresciano, con un piccolo ceppo piemontese.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Oltre che a un diminutivo di corno, per il cognome Cornetti si può
agevolmente risalire al nome locale Cornetti,
in comune di Balme (TO).
CORNIA
Cornia è tipicamente emiliano, del reggiano, bolognese e soprattutto
modenese, potrebbe derivare dal nome del monte Cornia nella media Valle
del Taro nel parmense.
CORODDA
Corodda, quasi unico, tipico del centro della Sardegna, potrebbe trattarsi
di una forma matronimica e derivare da una forma arcaica di un nome originato
dal termine sardo logodurese coro (cuore),
che starebbe per amata.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CORODDA; Corolla: significa coroncina:
dall'italiano, o dal latino corolla
= piccola corona. Ricordiamo che in
agro di Oniferi (NU) esiste una torre nuragica: Nuraghe
Coròdda [ vedi nel Web Nuraghe Corodda - Oniferi > ippovie
Sardegna<]. Non abbiamo trovato il cognome Coròdda nelle carte
antiche da noi consultate, ma solo come vocabolo e come nome del Nuraghe
- nel voc. Del canonico G. Spano, ripreso dal DES del Wagner. Attualmente
il cognome Coròdda è presente in due Comuni della Sardegna:
Galtelli e Simaxis, con un solo nucleo familiare a testa. Nel nord Italia
il cognome Corolla, è presente in 19 Comuni, con i ceppi più
consistenti in Lombardia e Piemonte. Non è da escludere che Corodda,
sardo provenga da Corolla piemontese.
COROLI
Coroli, assolutamente rarissimo, è del sudmilanese, del pavese e
del piacentino, dovrebbe trattarsi di una forma arcaica del nome franco
Carolus, dovuta probabilmente ad un'errata
interpretazione della scrittura, troviamo un esempio negli Annales
Boiorum, dove esiste la compresenza delle due forme infatti
vi possiamo leggere "..Lotharius Carolo bellum indicit,
Ludodouicus fratres conciliare studet. Bohemi reprimuntur. Corolus
Gisalpertum regno pellit, qui Ludouico deprecatore a Lothario veniam impetrat.
Pax Lotharii cum Carolo. .." ed il Corolus è sicuramente
dovuto ad un errore di interpretazione del testo da parte dell'amanuense.
CORONA
CORONELLA
CORONELLI
CORONELLO
Corona è presente un pò in tutt'Italia, ha ceppi con origini
diverse, in Sardegna, nel tarantino, in Campania e nel palermitano, Coronella
ha un ceppo nel casertano e napoletano ed uno nel catanese e siracusano,
Coronelli ha un ceppo nel barese a Triggiano e Capurso, Coronello, assolutamente
rarissimo, parrebbe campano, dovrebbero derivare, direttamente o tramite
ipocoristici, dal termine corona inteso
come organo di governo, un pò come giudice o baglio o capitaneo,
ma è pure possibile una derivazione dal termine spagnolo coronel
(colonnello), sia forse
ad indicare che i capostipiti appartenessero alla gerarchia militare, sia
in tono scherzoso a caratterizzarne il comportamento, nel Trentino potrebbe
derivare da toponimi come Mezzacorona (TN), e così via. Tracce di
queste cognominizzazioni le troviamo a Solofra (AV) nella seconda metà
del 1400 con un certo Nardello de Corona.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CORONA: significa corona e deriva dal latino corona,
dal greco κορώνη (coròne).
Si tratta di un cognome diffuso in tutta Italia, in 857 Comuni, di cui
139 in Sardegna: Cagliari 308, Maracalagonis 189, Quartu 149, Selargius
94. Nella penisola: Roma ne conta 389, Palermo 230, Milano 141, Torino
137, Napoli 135, etc. etc. E' un termine usato in tantissime espressioni:
una corona di fiori; la corona d'alloro dei poeti e anticamente dei generali
vincitori a Roma; la corona (d'oro) del re, o per metonimia il sovrano
stesso; la corona dei frati, francescani e domenicani, che delimita la
tonsura; un insieme di persone disposte in cerchio; e tante altre. Ma nella
storia medioevale della Sardegna il termine Corona, con lettera maiuscola,
assume particolari significati. Nei regni giudicali di Càlari, Torres,
Gallura e Arborea ed anche nel successivo Regno catalano - aragonese di
Sardegna, "Sa Corona", era un'assise
giudicante ed era così chiamata perché all'inizio,
i giudici, si riunivano in cerchio. Nella Carta de Logu, di Arborea
(la prima raccolta di leggi scritte in lingua sarda, in 198 capitoli; redatta
per ordine di Mariano IV° ed emanata nel 1392 dalla figlia Eleonora),
le Coronas attive sono 5, con diverse funzioni: "Sa Corona" de Mayori de
Villa; si tratta di un tribunale territoriale, giudiziario ed amministrativo,
formato da una giuria, presieduta dal Mayori de Villa (amministratore,
sindaco), composta da giurati, il cui numero varia a secondo della grandezza
della Villa, cioè del numero degli abitanti. La Corona de Mayori
de Villa non si riuniva di domenica e neppure negli altri giorni festivi.
La "Corona" de Portu,: tribunale di 4 membri, presieduta da un funzionario
del regno, il Mayori de Portu, che aveva la vigilanza sui prodotti in commercio;
puniva le frodi, fissava il giusto prezzo delle merci, ispezionava i pesi
e le misure; non si riuniva nei giorni festivi. La "Corona de Kita de Berrùda,
era senza dubbio un tribunale militare. La Kita de Berrùda era infatti
costituita da un corpo di guardia o meglio da una vera e propria guarnigione
di "lieros de caballu" (uomini armati, forniti di cavallo, addestrati alla
battaglia e di "berrùda" , arma tipica dei "lieros" (uomini liberi),
che era costituita da una lunga asta, generalmente di legno, con la punta
metallica. La "Corona" de Curatore: era un tribunale composto da circa
5 "Curatori" > magistrati per casi giudiziari, penali e civili, ma
che avevano anche il compito di eleggere i magistrati della Corona de Logu,
che era il Tribunale Maggiore del Regno, che interveniva nelle cause
più rilevanti; questa era presieduta direttamente dal Giudice. La
"Corona" de Armentario de Logu; quando la Corona de Logu era presieduta
dal massimo funzionario (dopo il Giudice) del regno: solitamente per i
casi di natura amministrativa ed economica. Le "Corone", tutte, non si
riunivano nei giorni festivi. Corona, come cognome è presente negli
antichi documenti della lingua sarda. Tra i firmatari della Pace di Eleonora,
LPDE del 1388, figurano: Corona (de) Andrea, jurato ville Ville Longe
( * Ville Longe.Villalonga: distrutto. Campitani Majoris); Corona (de)
Benedicto, ville Lunamadrona ( * Lunamadrona.odierno Lunamatrona. Contrate
Marmille); Corona(de) Joanne, jurato ville Solgono ( * Solgono.odierno
Sorgono. Mandrolisay e Barbagia di Belvì); Corona(de) Mursino, jurato
ville Ville Longe. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°,
XIII°, figurano: Corona (de) Micale (214), e Corona (de) Orzocco (150).
Nella storia contemporanea citiamo, Corona Armando(noto Armandino): ( Villaputzu
- 1921 . Ca), politico; presidente del Consiglio della Regione Autonoma
della Sardegna; assessore regionale; presidente della Massoneria Italiana;
laureato in medicina e chirurgia presso la Facoltà di Medicina di
Cagliari. Ha esercitato la professione di medico sino al 1969; dopodichè
si è dedicato all'attività imprenditoriale e politica.
CORONATO
Sembra avere due ceppi, nell'alto foggiano e nel potentino, il ceppo foggiano
potrebbe derivare dal toponimo Borgo Incoronata (FG), tracce di questa
cognominizzazione si trovano a Teramo nel 1488, in un atto si legge: "...Iulius
de Scorciatis locumtenens et Franciscus Coronatus
pro magistro actorum Capitanei Terami".
CORONEI
CORONEO
Coronei è praticamente unico e dovrebbe essere dovuto ad un errore
di trascrizione del cognome Coroneo che sembrerebbe tipico del Salento,
della zona di Galatina (LE) e potrebbe derivare dal nomen latino Coroneus
di cui abbiamo un esempio nelle Metamorphosi
di Publio Ovidio Nasone: "...nam me Phocaica clarus
tellure Coroneus (nota
loquor) genuit...", ma molto più probabilmente deriva dall'etnico
di Koronè città greca della Morea nel Peloponneso.
integrazioni fornite da Guido Massacci
Esistono anche minime presenze del cognome Coroneo in Sardegna e Sicilia.
I Coroneo sardi, di Cagliari, per lo più, e i Coroneo siciliani
di origine cagliaritana, hanno una origine diversa dai Coroneo pugliesi:
discendono infatti dai francesi Joseph, Jean, e Claude Codonel, giunti
a Cagliari all'inizio del XVIII° secolo dalla Provenza, probabilmente
da Le Puy Sainte Reparade, presso Aix En Provence; il cognome fu trasformato
in Codoneo nel corso del XVIII secolo e in Coroneo intorno al 1800.
CORONGIU
Tipico sardo è diffuso in tutta l'isola, dovrebbe derivare da un
soprannome originato dal vocabolo sardo corongiu
che significa piccola collina rocciosa o grosso
masso, generato forse dall'abitare la famiglia in prossimità
di una roccia o anche forse da peculiarità del carattere del capostipite,
in alcuni casi potrebbe derivare dal toponimo Corongiu (CA).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas CORONGIU: il suo significato è di grossa
pietra, sasso di notevoli dimensioni,
rupe, roccione di montagna. Deriva senza dubbio dal latino corona:
corona montium, suggerisce il Wagner. Come toponimo è
frequente in tutto il territorio della Sardegna. Proprio sul centro abitato
di Gonnosfanadiga, circondata a est, sud e ovest dalla montagna, domina,
si fa per dire, un grosso roccione detto appunto "Corongiu de Mayori".
Non dimentichiamo inoltre il nome dell'antica città greca Coronea
(in Beozia - Кορώνεια), circondata da monti.
In periodo medioevale, in Sardegna esistevano ben tre centri abitati (villae
- biddas) con questo nome: Corongiu o Corogno, abitato scomparso (villa
- bidda), appartenente alla Curadorìa di Campidano o Civita, nel
regno giudicale di Càlari; era ubicato in località Santa
Itròxa (Santa Vittoria), nei pressi della casa cantoniera "Corongiu",
al 18° Km. della S. Statale 125. Fu abbandonato verso la fine
del XIV° secolo. Corognu o Corongiu, abitato scomparso (villa - bidda)
appartenente alla Curadorìa di Dolia o Parte Olla, nel regno giudicale
di Càlari; era ubicato nei pressi di Monastir; andò spopolandosi
verso la metà del XV° secolo. Corongiu o Coronio, abitato scomparso
(villa - bidda ), ubicato tra Iglesias e Carbonia; appartenente alla Curadorìa
di Cixerri, nel regno giudicale di Cagliari; fece parte poi dei possedimenti
di Ugolino della Gherardesca, conte di Donoratico; quando il territorio
tornò a far parte, dopo il 1409, del Regno di Sardegna, catalano
- aragonese, il paese era ormai spopolato (Di. Sto. Sa. di Francesco Cesare
Casula). Corongii Castrum (il castello di Corongiu - di Sigerro o Cixerri),
è citato nel "de Rebus Sardois IV" - 80/1 - di Giovanni Francesco
Fara: .presidio optimisque ducibus castro Sasseris, Calarsi, Quirrae, Corongii,
Santadi, Geriti .Ed ancora: Corongiu (Curatoria del Campidano), è
citato, nella stessa opera del Fara (82/6), et oppidum.Corongii.Come cognome
è presente nelle carte antiche della Sardegna. Tra i firmatari della
Pace di Eleonora, LPDE del 1388, abbiamo: Corongiu (de) Barisono, jurato
ville Mogoreda(Mogorella); Corongiu (de) Gonnario, jurato ville Spasulèe.
(* Spasulèe .scomparso. Espasulè - Ispasulè. Mandrolisay
o Barbagia di Belvì); Corongiu (de) Joanne, ville Solgono(Sorgono);
Corongiu (de) Nicolao, ville Mahara (Villamar). Nel Condaghe di Santa Maria
di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo, abbiamo, Petru de Coroniu
(71), teste in una donazione a Santa Maria della Regina d'Arborea donna
Algarburs:.do a Sancta Maria de Bonarcatu su latus (la metà del
servizio) ki avia in Lugia, sa fiia de Egizu Figos, et latus de Maria fiia
de Lugia.pro sa anima de Berringeri de Scol. Donna Algarburs, regina d'Arboera,
moglie del giudice Barisone de Serra. (Barisone I de Lacon - Serra, primogenito
di Comita III de Lacon - Serra. Sposò in prime nozze Pellegrina
de Lacon, dalla quale ebbe 5 figli. Spinto dal suo desiderio politico di
unificazione del regno di Sardegna, nel 1157, ripudiò la moglie
Pellegrina, per sposare in seconde nozze Algarbursa De Bas figlia del nobile
catalano Poncio de Cervera de Bas, cognato di Berengario IV, conte di Barcellona,
re designato alla corona d'Aragona (per saperne di più vedi Di.
Sto. Sa. di F. C. Casula). A pagina 324/15, della sua opera "De Rebus Sardois
II", Ioanne Franciscus Fara, riporta una notizia in parte diversa rispetto
al Di. Sto. Sa. > Barison Lacon, defunto patri iudex arborensis successit
et prius Peregrinam Laconem uxorem duxit..deinde Peregrina defuncta
(non ripudiata quindi), secundis nuptis cum Aglbursa se coniunxit.Attualmente
il cognome Corongiu è presente in 118 Comuni italiani, di cui 62
in Sardegna: Quartu S. E. 70, Laconi 66, Cagliari 59, etc.
CORPI
CORPO
CORPUS
Corpi è praticamente quasi scomparso, Corpo, molto molto raro, sembra
napoletano, Corpus sembrerebbe avere oltre al ceppo salentino, anche uno
probabilmente veneziano, dovrebbe derivare dal nome augurale cristiano
Corpus Christi o Corpi Santi, a volte usato per battezzare un trovatello.
integrazioni fornite da Carlo Corpi
La famigli Corpi è di origine genovese o veneziana. Si attesta
la presenza di alcuni Corpi, presso Istanbul nel 1830. Dove erano proprietari
di uno splendido Palazzo eretto nel 1873 nel distretto Tepebasi di Istanbul:
Palazzo Corpi, appunto.
integrazioni fornite da Guido Buldrini
Palazzo Corpi (in turco Korpi Sarayi) è stato costruito dall'armatore
Ignazio Corpi, ed è oggi proprietà del governo degli Stati
Uniti che vi hanno il loro Consolato dopo il trasferimento dell'Ambasciata
ad Ankara nel 1937. Curiosamente si tratta della prima proprietà
immobiliare acquistata all'estero dal governo americano. Appartiene invece
ancora ai Corpi una delle più grandi cappelle, ma in stato di quasi
abbandono, nel cimitero cattolico di Feriköy, sempre a Istanbul.
Corrada è specifico delle provincie di Milano e Lodi, sia Corradazzi
che Corradazzo estremamente rari, sono del nord Italia, Corradelli, molto
molto raro, è tipico di San Benedetto Po nel mantovano, Corradengo,
rarissimo sembrerebbe avere oltre al ceppo piemontese anche uno palermitano,
Corradetti è tipico della fascia centrale che comprende il maceratese,
il Piceno, il teramano, il reatino ed il romano, Corradi è proprio
dell'area occidentale del Veneto, Lombardia centro orientale,Emilia e Liguria,
Corradin è molto diffuso in tutto il Veneto, in particolare nel
vicentino e padovano, Corradina, assolutamente rarissimo, sembrerebbe friulano,
Corradini è di tutto il centro nord, Corradino ha un ceppo nel novarese,
uno nel genovese, uno a Roma, uno nel salernitano, uno nel barese ed uno
nel palermitano,Corrado è panitaliano, Corradone e Corradoni
sono estremamente rari, Corradossi è tipicamente toscano, del fiorentino,
di Firenze, Pontassieve, Rufina e Pelago, Corraducci, molto molto raro,
è di Pesaro e del pesarese, Curradi è fiorentino, Curradini,
assolutamente rarissimo, sembrerebbe del lombardoveneto, Currado parrebbe
avere un ceppo tra cuneese ed alessandrino ed uno calabrese a Curinga (CZ), Gurrado è tipico dell'area che comprende il barese, il tarentino
e soprattutto il materano.
Questi cognomi dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite varie
forme ipocoristiche, accrescitive o patronimiche cumulative, dal nome medioevale Curradus
molto diffuso nel tardo medioevo, nome che si è poi modificato in
Corrado . Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1200 nel cuneese
dove i Corradenghi esercitano potestà feudale suil territorio di
Monforte d'Alba (CN) e a Reggio Emilia nel 1500 con un certo Sebastiano
Corrado, precettore di lettere greche e latine.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Corradi viene dal personale germanico Konrad/Conrad composto da althochdeutsch
kuoni = ardito
(ted. kühn) + althochdeutsch rat
= consiglio (ted. Rat),
latinizzatosi in Conradus, Corradus,
nome tra i preferiti nel medioevo con il significato di ardito consigliere.
Cfr. Giovanni Vezzelli: Cognomi romagnoli di origine barbarico - germanica,
Il Sodalizio, Rimini, 1988
CORRAO
CORRAU
CURRAO
CURRAU
Corrao è tipico siciliano, del palermitano soprattutto, Corrau,
praticamente unico, è probabilmente dovuto da un errore di trascrizione
del precedente, Currao ha un ceppo calabrese, in particolar modo a Catanzaro,
ed uno siciliano ad Adrano, Bronte e Randazzo nel catanese, con ceppi anche
a Messina e Malvagna (ME), Currau è probabilmente nato da errori
di trascrizione, derivano tutti da modificazioni dialettali del nome Corrado,
in alcuni casi possono derivare da nomi di località come il Lago
calabrese Currao.
CORREALE
CORREALI
Il ceppo principale dei Correale è in Campania, a Napoli, Casoria,
San Giuseppe Vesuviano, Marano di Napoli, Giugliano in Campania e Torre
Annunziata nel napoletano, a Roccapiemonte, Salerno, Vallo della Lucania,
Ceraso e Sarno nel salernitano e ad Avellino, ha un piccolo ceppo a Foggia
e Manfredonia nel foggiano ed in Calabria a Crotone, Catanzaro ed a Siderno
e Gioiosa Ionica nel reggino, Correali è unico è dovrebbe
essere dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, che dovrebbe derivare
dal termine latino curiale, una sorta
di antico notaio (vedi
CURIALE), i Correale, di origini napoletane, furono feudatari di
Gioia del Colle nel salernitano,
CORREDDU
Tipico della provincia di Sassari, potrebbe derivare da un soprannome originato
dal vocabolo sardo correddas (fragore
ottenuto suonando un corno marino in occasione delle seconde nozze di un
vedovo) forse ad indicare che il capostipite aveva preso moglie
per una seconda volta.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CORREDDU: corrèddu, corrèdda,
corrinu significano di corno,
da corru, a sua volta dal latino cornu.
Su correddu o sa
corrèdda sono in genere delle
scatoline fatte di corno, per metterci i gioielli o più
comunemente per metterci il tabacco: tabacchiere. Sa
corrèdda è inoltre il
tritone marino; is corrèddas
sono gli schiamazzi ed i suoni (con
dei corni) che si fanno davanti alla casa di un vedovo che riprende moglie!
Nelle carte antiche della lingua sarda non abbiamo trovato il cognome Corrèddu,
però tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano
Corru e Corredda: Corru Comita , ville Sasseri; Corru Guantinus, ville
Sasseri; Corredda (de) Furado, ville Selluri (** Selluri - Sedduri - Seddori:
odierno Sanluri. Et ego Capula Marcus .sindicus, actor et procurator ville
Selluri.seu a Petro De Castay, locuntenente capitanei et Margiano Costa,
locuntenente potestatis terre Selluri et omnibus habitatoribus dicte terre,
congregatis. X die januarii 1388); Corredda Nicolao, ville Selluri. Attualmente
il cognome Corrèddu è presente in 38 Comuni italiani, di
cui 13 in Sardegna (nord - ovest): Alghero 113, Sassari 62, Villanovamonteleone
59, etc.
CORREGGI
CORREGGIA
CORREGGIO
DA CORREGGIO
Correggi, molto raro, è tipico del reggiano, di Busana in particolare,
Correggia ha un ceppo piemontese tra Canale (CN) e Torino, un ceppo campano
a Mondragone nel casertano e soprattutto a Sant`Antimo nel napoletano,
Correggio è quasi unico, Da Correggio, molto molto raro, parrebbe
torinese, dovrebbero tutti derivare dal toponimo Correggio (RE), nella
forma moderna o dalla sua forma antica di "in castro
Coregia"; esiste un Casato nobile, che dovrebbe risalire a prima
del 1000, e che deve la sua nobiltà a meriti conquistati combattendo
per Matilde di Canossa il capostipite dovrebbe essere un Wido da Coregia,
che già in un atto dell'anno 1009 risulta feudatario di quel territorio:
"...Frogerio et Adalberto germani, filiis quondam
Widonis de comitatu Reiense.. ..donamus tibi Sigheri presbyter et rectores
Sancti Michaelis archangeli sito ubi dicitur Corregia finibus regiense...".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Correggio è sia toponimo che cognome, entrambi derivano dal
termine 'corrigia' = «striscia
di terra emergente da acquitrini», una sorta di argini
delle paludi bonificate vicino alle quali si sviluppò l'abitato.
CORRENTE
CORRENTI
Corrente è tipicamente meridionale, ha un ceppo siciliano, uno nel
cosentino, uno nel tarentino, uno nel salernitano ed uno tra romano, latinense
e casertano, Correnti ha un nucleo siciliano ed un ceppo nel milanese cui
appartenne il famoso Cesare Correnti (1815 - 1888) che fu tra gli organizzatori
delle 5 giornate di Milano e divenne segretario del Governo provvisorio
di Lombardia, fu successivamente un senatore del Regno d'Italia e presidente
della Società Geografica Italiana dal 1873 al 1879.
CORRIA
CORRIAS
Corria è quasi unico, Corrias invece è diffusissimo in tutta
la Sardegna, casato nobile che ricevette nel 1644 il titolo di Nobile Sardo
e di Cavaliere Ereditario con l'autorizzazione a fregiarsi del titolo di
Don, dovrebbe derivare dal termine sardo corria
(correggia, ma anche cardine,
laccio in pelle, stringa, striscia di terra come misura lineare)
(al plurale corrias), forse ad identificare
la terra di cui era proprietaria la famiglia, come una striscia stretta
e lunga.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CORRIA; CORRIAS: corrìa
= correggia, di pelle o d'altro. Dal
latino corrigia. Una corria
de terra è una striscia di terra.
Corriàtzu = di
pelle dura: si dice anche di persona. Iscorriàu
= sbrindellato. Su
pantaloni iscorriàu = il calzone
sfilacciato, rattoppato: oggi va di moda! Kirriòlu,
o corriòlu de arròba
= striscia di tela. Come cognome è
presente negli antichi documenti della lingua sarda. Tra i firmatari della
Pace di Eleonora, LPDE del 1388, abbiamo: Corria Andrea, jurato ville Busache
(Busachi); Corria Barçòlo, ville Mahara (Villamar); Corria
Barisono, ville Selluri (Seddòri - Sanluri) Corria Jurato, jurato
ville Salanis ( * Salanis.distrutto. Campitani Majoris); Corrìa
Saraceno, majore (amministratore, sindaco) ville Sii Majore ( * Sii Majore.odierno
Siamaggiore. Campitani Majoris); Corria Truisco, jurato ville Simala (Partis
de Montibus). Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, XI°, XIII°
secolo, figura: Corria Ianne (117), servo "integru" di San Nicola, viene
ucciso da Mariane Cancella. Ego presbiteru Salomone ki nce ponio in stu
codice certo ki feci pro homine ki occisit Mariane Cancella: a Iane Corria,
ki fuit integru de Sanctu Nichola.(segue) Pertanto, in cambio il giudice
(Barusone de Laccon) mi diede latus (la metà del servizio) più
due giorni di Mariane e latus e duas dies de anbas sas fiias (la metà
e due giorni delle sue due figlie). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado,
CSMB, XI°, XIII° secolo, abbiamo: Corria Furatu (70), mandatore
de clesia (rappresentante giudiziale di una chiesa), teste in una compera
(comporeilli). Nel "De Rebus Sardois IV (14/8 )" di Giovanni Francesco
Fara, figura un certo Corria Guillelmus: morto deinde Bonifacio, 1304 (si
tratta di papa Bonifacio VIII° ), Iacobus rex legatos misit Vitalem
Villanovam et Guillelmum Corriam, qui Benedicto XI°, pontifici
creato, pro regno Sardiniae et Corsicae fidei iuramentum praestarent (prestassero
giuramento in nome del regno di Sardegna e di Corsica);.Nella storia ricordiamo
Corrias Efisio(1911 - 1975) politico, presidente della Giunta Regionale
per ben 5 volte e del Consiglio della Regione Autonoma della Sardegna per
due volte. Personalmente ricordo Corrias Vincenzino, fratello del presidente
Efisio, poiché è stato il mio professore di latino e greco
al liceo classico di Villacidro (vedi nel Web - Giuseppe Concas - racconti:
ιχθύς ισχύς;).
Attualmente il cognome Corria è molto raro ed è presente
in 5 Comuni Italiani, di cui 2 in Sardegna: Orgosolo 5, Nuoro 3.
Corrias è invece presente in 333 Comuni italiani, di cui 126 in
Sardegna: Cagliari 249, Quartu S. E. 147, Siniscola 103, etc.
CORRIDONI
Corridoni è tipico della fascia centrale che comprende le Marche
meridionali, l'Umbria ed il Lazio settentrionale, Macerata, Serravalle
di Chienti, Mogliano e Camerino nel maceratese, il perugino, Roma e Pomezia
nel romano e Tarquinia nel viterbese, dovrebbe derivare dal nome latino
Corido, Coridonis, citato da Virgilio
nella sua seconda ecloga: "..Hic historia pastoris
Coridonis describitur:
ille iuvinem Alexem adamat et pro eo canit, sed Corido
non curatur..", nome probabilmente portato dai capostipiti.
CORRIDORI
Corridori ha il ceppo principale a Grosseto e nel grossetano a Roccalbegna,
Scansano e Magliano in Toscana, presenta un ceppo anche a Milano, Provaglio
d'Iseo nel bresciano e Goito nel mantovano, ed a Roma, Genazzano e Ciampino
nel romano e ad Alatrie Morolo nel frusinate, dovrebbe derivare dal termine
medioevale curritores, milizia a cavallo,
molto agile e veloce, specializzata in scorrerie: "...Item,
sub eodem anno, die mercurii VI mensis iunii, sicut fuerat ordinatum, dominus
Aço marchio Estensis, cum militibus et popularibus Mutine et Regii,
et maxenatis suis militum et peditum, equitavit in comitatu Bononie ad
terram, que vocatur Crespelanum, et misit suos curritores
veniendo versus Bononiam usque ad burgum Panicalis. Ex alia parte dominus
Franciscus frater predicti domini marchionis, cum comuni et hominibus Ferarie
et eorum exforcio, equitaverunt in comitatu Bononie ad terram Peole et
ad Altedium et per illas contratas, incendendo et conburendo domos, et
capiendo homines et boves, et multa danpna inferendo...", venivano
così chiamate anche i messaggeri a cavallo.
CORRU
CORRU'
Corru è quasi unico, parrebbe dell'alessandrino, Corrù è
caratteristico del lodigiano, di Cavenago d'Adda, Lodi e Mairago, dovrebbe
derivare da un soprannome dialettale originato da un arnese tipico utilizzato
anticamente dai produttori di funi o cordai, il corriö.
CORSA
Molto raro sembrerebbe tipico dell'area
di Brindisi.
CORSARI
CORSARO
Corsari, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dovuto ad errori di trascrizione
del cognome Corsaro operati negli uffici anagrafe del centronord, Corsaro
è invece specifico dell'area reggina, valentiana, messinese e catanese,
difficile una derivazione dal termine corsaro (pirata), più probabilmente
può essere stato originato dal mestiere di scrivano svolto dal capostipite,
nel primo medioevo il cursarius era
uno scrivano altamente qualificato e veloce, ma con il termine cursarius
o corsarius si identificava
più tardi anche una persona esperta nel rintracciare le tracce.
CORSELLI
CORSELLO
CORSETTI
CORSETTO
CORSI
CORSINELLI
CORSINI
CORSINO
CORSO
DAL CORSO
Corselli, Corselli e Corsello sono tipicamente siciliani, del palermitano e trapanese
il primo e del palermitano e agrigentino e del catanese e siracusano il
secondo, Corsetti ha un ceppo nel bresciano, uno nell'aretino e nel grossetano,
uno tra maceratese e Piceno ed uno tra aquilano, romano, frusinate e latinense,
uno nel napoletano ed uno nel palermitano, Corsetto è tipico dell'avellinese,
di Serino in particolare, Corsinelli è praticamente unico, Corsi
e Corsini sono diffusissimi al centronord, Corsino ha ceppi in Sicilia
e nel foggiano, Corso è presente sia al sud che al nord, Dal
Corso ha un grosso ceppo nel veronese ed uno tra padovano e veneziano,
derivano tutti, direttamente o tramite ipocoristici più o meno complessi
o forme patronimiche, come Dal Corso dove il Dal
sta per figlio di, o ipocoristiche,
dal nome medioevale Corsus di cui abbiamo
un esempio in un atto redatto in Pisa nel 1210: "...elegit
et constituit Corsum
quondam fratrem Forestani et Garsendam eius uxorem et filiam quondam Bonvassalli
Ansoaldi, presentes et suscipientes..." e Corsino citato sempre
nel 1200 a Firenze: "...Corsinus
comes da Gangalandi dei gratia Vulterranorum potestas...".
Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1600 a Firenze: "...Nerius
Corsinus Archiepiscopus Damiatensis Camere
Apostolice Thesaurarius Generalis ac Decimarum...Collector Generalis......".
CORTAZZA
CORTAZZI
CORTAZZO
Cortazza è quasi unico, Cortazzi è assolutamente rarissimo,
Cortazzo, il più diffuso, ha un ceppo nel salernitano a Cannalonga
in paricolare, a Vallo della Lucania e ad Agropoli, dovrebbero derivare
da toponimi contenenti il riferimento a Corte o da nomi di località
che facciano riferimento al termine medioevale corte
(vedi CORTE).
CORTE
CORTI
CORTINI
CORTUCCI
Corte è molto diffuso in tutt'Italia, soprattutto in Sicilia a Poggioreale
(TP), nel Lazio a Roma, Formia (LT) e Coreno Ausonio (FR), in Piemonte
a Novi Ligure (AL) e Torino ed in Liguria a Genova, Corti è diffuso
in tutto il centro nord, ha un ceppo importante in Lombardia ed uno in
Toscana, Cortini ha un ceppo tra forlivese e ravennate ed uno nel fiorentino,
Cortucci è specifico di Ancona e di Jesi nell'anconetano, dovrebbero
tutti derivare, direttamente o tramite varie forme ipocoristiche, dal termine
medioevale corte tipica organizzazione
agraria risalente all'amministrazione dei Franchi, probabilmente ad indicare
che i capostipiti fossero appunto provenienti da una corte.
(vedi Della Corte)
CORTECCI
CORTECCIA
Cortecci ha piccoli ceppi in Toscana, a Grosseto, Civitella Paganico e
Roccastrada nel grossetano ed a San Giovanni Valdarno nell'aretino, ha
un piccolo ceppo a Spoleto nel perugino ed uno a Roma, Corteccia è
praticamente unico, dovrebbero derivare da nomi di località, come
Corteccia di Castelnuovo della Berardenga nel senese.
Corteggiani, molto raro, è tipico di Roma e del romano, Corteggiano,
molto molto raro, ha un ceppo a Roma, uno a Napoli ed uno nel foggiano,
Cortegiani ha un ceppo a Roma ed uno a Mompeo nel reatino ed uno a Palermo,
Cortegiano, quasi unico, è del centro Italia, Cortigiani è
tipicamente toscano, di Firenze e del senese, di Poggibonsi, Colle Val
d'Elsa e Siena, Cortigiano, più raro, è specifico di Bari,
dovrebbero tutti derivare dal fatto che alla famiglia appartenessero dei
cortigiani, cioè persone che orbitavano nella corte papale, ducale
o reale, come personaggi di contorno, o come accompagnatori di qualche
nobile.
CORTELAZZI
CORTELLAZZI
Cortelazzi ha un ceppo nel milanese ed uno tra cremonese, bresciano e mantovano,
Cortellazzi sembrerebbe tipicamente lombardo anch'esso, in particolare
del basso bresciano, cremonese e mantovano, dovrebbero derivare da un soprannome
originato dal termine dialettale lombardo cörtelass
(coltellaccio, ma
anche tipo di lama dell'aratro),
forse ad indicare nei capostipiti dei lavoranti agricoli.
CORTELAZZO
Cortelazzo è tipico del padovano con maggior concentrazione a Montagnana,
dovrebbe derivare da un nome di località come ad esempio Cortelazzo
di Jesolo nel veneziano.
CORTELLI
CORTELLINI
Cortelli ha ceppi nel perugino, nell'aquilano e nel romano, Cortellini
sembra avere tre ceppi, nel trentino occidentale, nel milanese e nel teramano,
dovrebbero derivare da toponimi contenenti la radice Corte, come Corte
(TN), Corte de' Cortesi (CR), Corte Palasio (LO), Piano di Corte (TE),
Santa Maria a Corte (AP), Casale della Corte (RM) o simili. Tracce di questa cognominizzazione
si trova a Cento (BO) nel 1540, nel libro Memoria
Delle cose di Cento Raccolte Dal Il.mo Padre Don Biagio Bagni Centese dove
si legge: "...l'anno seguente mille cinquecento quaranta
alli noue di Genaro à due hore di notte, s'accese il fuoco munitione
della Rocca ne sì sà il modo, ne la causa; et facendo grandissimo
strepito, e danno, ui concorse molto popolo per aiutare, ma era tanta la
furia del fuoco, che non poterono saluare ne la roba, ne li seruitori del
Cameslengo, quali furono abbruciati miseramente, due erano da Cento, Antonio,
e Bastiano Cortellini, il terzo era forastiero....".
CORTELLO
Cortello ha un piccolo ceppo a Portogruaro ed Eraclea nel veneziano, ma
il ceppo principale è nel vicino udinese a Latisana e Lignano Sabbiadoro,
dovrebbe derivare dal nome del paese di Cortello, vicino a Palmanova nell'udinese.
CORTENOVA
CORTINOVI
CORTINOVIS
Cortenova, estremamente raro, sembra specifico di Mandello Del Lario (LC),
Cortinovi è assolutamente rarissimo e dovrebbe trattarsi di un'errore
di trascrizione di Cortinovis che è ben diffuso ed è tipico
del bergamasco e di Bergamo in particolare, dovrebbero derivare dal
toponimo Cortenuova (BG), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo
a Bergamo in una pergamena del 1468 (Biblioteca Camai) nella quale un certo
Zanino fu Venturino Cortinovis della Costa, abitante. in Borgo Sant´Antonio,
si impegna, obbligando tutti i propri beni, a pagare a Martino fu Bonomo
Cabrini L. 99 per una fornitura di formaggio, nell'Archivio di Stato di
Venezia, tra i notai della Repubblica Serenissima, negli anni 1504/1510,
figura un certo Cortinovis Bernardo.
CORTES
CORTIS
Cortes, assolutamente rarissimo, ha presenze sparse in Sardegna, Cortis,
decisamente sardo, abbastanza raro, ha un ceppo a Cagliari e Capoterra
nel cagliaritano, a Terralba nell'oristanese ed a Villanovafranca nel Medio
Campidano.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CORTE; CORTES; CORTI; CORTIS: corte, corti
o anche cotti, in sardo ha il significato
di recinto degli animali, ma talvolta
anche di cortile. Nelle case dei villaggi
della Sardegna, ad esempio, c'era il doppio cortile, sa corti de basciu
e sa corti de susu, detti inoltre, sa pràtza de bàsciu e
sa pràtza de sùsu. Nella Sardegna medievale sa corte era
lo spazio, più o meno recintato dedicato al pascolo e riposo delle
greggi di bestiame minuto: pecore o capre. In italiano, come in sardo
ha inoltre il significato di Corte o Curia, cioè di reggia o Sede
Amministrativa di Giustizia. Derivano tutti dal latino cohortis = cortile,
recinto, chiuso, ma anche stuolo, folla, turba etc. Il termine "còrti"
compare nelle carte antiche della Sardegna, nei suoi vari usi: nella Carta
de Logu di Arborea, abbiamo: sa Corti de Spendiu >.mandit ( il reo,
per essere giudicato).in Aristanis a sa Corti de Spendiu (la voce
"spendiu" è di etimo incerto, secondo la maggior parte degli studiosi
della lingua sarda; noi crediamo si tratti della trascrizione errata di
"speddiu" nel senso giustizia = corte suprema di giustizia, per un condannato
a morte > spèddiu, da speddiai = spellare, ma usato nel senso di
giustiziare, condannare a morte). Sempre nella Carta de Logu, il termine
"corte" ha diversi significati, seppure simili: corte come reggia; corte
come alto collegio giudiziario; corte come curia o luogo dove si amministra
la giustizia. In tutta la Sardegna, corte nel Logudoro e corti in Campidano,
sono toponimi molto frequenti: sa corti de is bois = il recinto dei buoi,
etc. Come cognomi sono diffusi in tutta la Sardegna sin dal primo medioevo
e sono presenti negli antichi documenti della lingua sarda. Tra i firmatari
della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano: Cortis (de) Benedicto,
ville Mahara ( * Mahara - Barbaraquesa .Arbarei - Villamar. Contrate
Marmille); Cortis (de) Gunnario, ville Fodorachi ( * Fodorachi.distrutto:
villaggio del Meylogu. Contrate de Ardar et Meylogu); Cortis (de) Seraphino,
jurato ville Petra Veurra (* Petra Veurra.distrutto. Campitani Majoris);
Cortis (de)- Ventura Franciscus - de Aristanni (*** Aristanni= Oristano:
elenco dei nomi dei firmatari della PETIZIONE. Omnes cives mercatores et
habitatores dicte civitatis.nisi pastores bestiaminum et quorum dificulter
demorari non poterant.congregati. Porta la data : die XIIII mensis Januarii
M°. CCC°. LXXXVIII° et etc.). Nel Condaghe di Santa Maria di
Bonarcado, CSMB, XI° ; XIII° secolo, abbiamo: (1°) - Corte
(de) Comida, mandatore de Rennu (71°)[nei regni giudicali della Sardegna
medioevale, il mandatore de Rennu era l'inviato dello Stato, cioè
l'incaricato delle ambasciate, dei messaggi, delle citazioni regie]: ego
donna Algaburs, regina de Logu d'Arbore ( si tratta della, seconda moglie
del giudice Barisone de Serra, sposata, in seconde nozze, nel 1157,
successivamente alla morte della prima, Pellegrina de Laccon). ki lli dono
(donazione di servi) a Sancta Maria de Bonarcatu su latus (la metà
del servizio) ki avìa in Lugìa, sa fiia de Egizu Figos .Bennit
Comida de Corte, mandatore de Sancte Eru (San Vero) a Bonarcatu per comandamentu
dessa donna(Algabursa) et positilla in sa manu dessu Priore Armannu.(2°)
- Corte Iorgi (70), teste in un acquisto di terre, da parte del Priore
Armanno: ego prior...comporeilli (ho comprato) a Abisatu et Corsa Cankella.plaza
in Collevane.(località in agro di Bonarcado). Attualmente il cognome
Corte è presente in 196 Comuni italiani, ma in soli 3 in Sardegna:
Cagliari 19, Maracalagonis 3 Quartu S. E. 3. Cortes è presente in
22 Comuni italiani, di cui 10 in Sardegna: Cagliari 13, Benetutti
9, Quartu 9, etc. Corti è presente in 948 Comuni italiani, con i
ceppi maggiori in Lombardia e Toscana. In Sardegna è presente in
12 Comuni: Monserrato 12, Sassari 11, Cagliari 11, etc. Cortis è
presente in 58 Comuni italiani di cui 19 in Sardegna: Cagliari 29, Terralba
17, Villanovafranca 16, etc.
CORTESE
CORTESI
CORTESINI
Cortese è diffuso in tutt'Italia, Cortesi è specifico di
Lombardia e Romagna, con ceppi anche nel fiorentino ed a Roma, Cortesini
oltre al nucleo romano con un ceppo anche a Marino, ne ha uno anche nel
cremonese, possono essere originati da soprannomi derivanti dal fatto di
essere a servizio alla corte di qualche signorotto, come è possibile
che derivino da uno dei tanti toponimi con la radice Corte-, come Corte
(PD) - (TN) o Corte Brugnatella (PC), Corte de' Cortesi (CR), Corte Palasio
(LO), o uno dei tanti altri.
integrazioni fornite da Angelo
Cortesi
Cortesi è un cognome sufficentemente diffuso in Italia, ma la
mia famiglia discende da un Corradus Cortesius
pincipe di Bretagna che giunse in italia nel III° secolo d.c. a Vicus
Abenza, un toponimo ora scomparso nella zona di Ferrara, a capo di una
legazione che doveva conferire con il vescovo di quella località.
A Ferrara sembrava esserci un castello dei Cortesi luogo della sovranità popolare. Da quel che mi risulta i Cortesi di quel
ramo sono solamente nobili e servitori dell'Impero, lo stemma della casata
è d'oro alla torre al naturale con leone illeopardito brandente
la spada terrazzato di verde, cimiero l'aqula d'imperio. Tracce della casata
dei Cortesi possono ritrovarsi lungo la via Francigena da Ravenna, in Toscana
a Sangimignano (torre del diavolo o dei Cortesi) ed a Todi (più
esattamente Casigliano) dove, narra la leggenda, la moglie di Angelo Cortesi
usava farsi il bagno nel latte di asina per mantenere la giovinezza.
CORTIANA
Cortiana sembrerebbe originariodel vicentino, di Schio, Valli del Pasubio,
Torrebelvicino, Isola Vicentina e Posina, il cognome dovrebbe derivare
dal nome del paese di Cortiana, una frazione di Valli del Pasubio sempre
nel vicentino, probabilmente il luogo d'origine dei capostipiti.
CORTONA
Cortona è specifico del perugino, di Perugia e di Assisi, dovrebbe
derivare dal nome della città di Cortona nell'aretino, probabilmente
il luogo d'origine dei capostipiti.
CORTONE
CORTONI
Cortone, molto raro, ha un piccolo ceppo a Napoli e Casalnuovo di Napoli
nel napoletano ed uno a Bari, Cortoni ha un piccolo ceppo nel viterbese
ed uno a Roma e Cave nel romano, potrebbero derivare dal nome medioevale
Cortone, nome che a sua volta deriva
dal nome del cortone un'uccello
rapace, una specie di falco, in qualche caso si può ipotizzare
una derivazione dal nome della città aretina di Cortona.
CORUZZI
CORUZZO
Coruzzi sembrerebbe avere un ceppo emiliano nel parmense a Parma, Langhirano,
Felino, Calestano, Montechiarugolo e Fontevivo, ed un ceppo abruzzese nel
teramano a Montorio al Vomano, Coruzzo, quasi unico, prrebbe essere il
frutto di un'errata trascrizione del precedente, potrebbe derivare da un
nome dialettale arcaico Coruzzo (Cuoricino),
attribuito da genitori molto felici di aver avuto quel figlio cui tenevano
come al proprio cuore, cioè alla propria vita.
CORVAGLIA
CORVAGLIO
Corvaglia è tipicamente salentino, particolarmente diffuso nel leccese
a Spongano, Racale, Poggiardo e Diso, ma comunque ben presente anche a
Taurisano, Lecce, Casarano, Melissano, Minervino di Lecce, Ruffano, Specchia
e Uggiano la Chiesa e nel tarentino a Taranto e Manduria, Corvaglio è
quasi unico, di dovrebbe trattare di un'italianizzazione del termine croato
arcaico horvatski (croato,
della Croazia), probabile terra d'origine dei capostipiti, che
fuggirono forse con l'arrivo degli ottomani nelle vicinanze del loro paese.
CORVAIA
CORVAJA
Corvaia è tipicamente siciliano, con un grosso ceppo a Palermo,
nel messinese a Graniti e Messina, ed a Siracusa, Corvaja, estremamente
raro, è del catanese e messinese, l'origine di questi cognomi potrebbe
essere dal toponimo Corvaia nel lucchese, o da altri simili, la famiglia
Corvaja è stata una delle più antiche e nobili di Taormina,
ed annovera dal 1600 sia amministratori che magistrati e letterati, Corvaia
è stato invece un nobile casato lucchese che dettenne il titolo
di marchese in Sicilia nel messinese.
CORVASCE
CORVASCI
CORVASCIO
CROVASCE
CROVASCIO
Corvasce è specifico del barese, dove è molto diffuso a Barletta,
con buone presenze anche a bari, Trani e Canosa di Puglia, Corvasci, praticamente
unico, sembrerebbe essere dovuto ad errori di trascrizione del precedente,
come gli appena meno rari Corvascio e Crovasce, Crovascio sempre rarissimo,
è specifico di San Vito dei Normanni nel brindisino.
integrazioni di Stefano Ferrazzi
Tenendo conto della provenienza geografica (più tipicamente
pugliese), i cognomi Corvasce, Crovascio, etc sembrano nascere da un'italianizzazione
- dialettale - dell'etnonimo hrvatski
(horvatski in forma arcaica), che,
in lingua serbo-croata, significa letteralmente croato
- hrvatski, per la precisione, ha valore
d'aggettivo, mentre hrvat ha valore
di sostantivo (vedi Croati e Horvat). Va notato,
a questo proposito, che in epoca antica la Croazia era anche nota col nome
Corvazia o Crovazia (dal croato Hrvatska
o Horvatska) e, in questo senso, non
impossibile che il termine corvasce
o corvascio rappresenti un antico etnonimo
dialettale per un cittadino o un immigrante croato (tratto appunto dallo
slavo horvatski): l'uscita in -asce
o -ascio, in effetti, potrebbe riflettere
un adattamento eufonico del suffisso -atski,
addolcito in -asce/-ascio per renderlo più accessibile alla pronuncia
italiana o, meglio, ancora dialettale - si tenga presente che i cognomi
pugliesi ricorrono spesso al suono della -sc-,
sia nelle italianizzazioni dei cognomi stranieri (spesso proprio slavi)
sia nelle versioni dialettali di alcuni cognomi italiani. Va poi aggiunto,
a questo proposito, che anche in italiano il termine Croazia risente di
un adattamento eufonico della desinenza -atska, adattata in -azia proprio
per renderne più facile la pronuncia. Al di là della questione
etimologica, ad ogni modo, l'ipotesi di un'origine slava si appoggia anche
sulla distribuzione geografica dei cognomi in questione, diffusi prevalentemente
nelle Puglie: in questa regione, in effetti, vi è un gran numero
di cognomi slavi (italianizzati nel corso dei secoli), che, in molti casi,
sembrano venire proprio dall'area balcanica, soprattutto dai territori
della ex-Jugoslavia - anche se, forse, vi è un ulteriore presenza
di altri cognomi provenienti dall'Est Europa, presumibilmente fino su nell'area
mitteleuropea (ad esempio si pensi al cognome Ungaro, molto diffuso in
terra pugliese).
CORVATTA
CORVATTI
Corvatta è tipico della provincia di Macerata, di Recanati, Tolentino
e Porto Recanati in particolare, Corvatti è quasi unico, dovrebbero
derivare dal fatto che probabilmente i capostipiti provenissero dalla Corvatia
(Croazia).
CORVELLI
CORVELLO
Corvelli è tipico del foggiano, di Lucera in particolare, Corvello,
quasi unico, è probabilmente dovuto ad una diversa trascrizione
del precedente, che dovrebbe derivare dal nome medioevale Corvellus,
un ipocoristico del nome Corvus (vedi
CORVI), in qualche caso si può anche ipotizzare che possa
derivare dal nome del paese di Corvello di Gioia del Colle nel barese.
CORVETTA
CORVETTI
CORVETTO
Corvetta, molto molto raro, sembrerebbe specifico di Bolzano, Corvetti,
leggermente meno raro, ha un piccolo ceppo nel bresciano a Bedizzole ed
a Pescina nell'aquilano, Corvetto ha un piccolissimo ceppo nel sud della
Sardegna a Portoscuso nell'iglesiente ed a Cagliari e Sinnai nel cagliaritano,
ed un ceppo più significativo a Brindisi, l'origine di questi cognomi
può in alcuni casi derivare dall'italianizzazione del termine slavo
hrvat (croato), indicando
un'origine del capostipite da quella regione balcanica, in altri casi deriva
invece da una forma ipocoristica del nome medioevale Corvo,
derivato dal cognomen latino Corvus
(vedi CORVI).
CORVI
CORVINA
CORVINI
CORVINO
CORVO
Corvi è diffuso in Lombardia, soprattutto in provincia di Sondrio,
nel piacentino, nel ternano e nel Lazxio, Corvina è quasi unico,
Corvini sembra essere originario della zona fra Ferrara e Bologna, Corvino
è molto diffuso in Campania, Puglia, soprattutto nel foggiano e
nel Salento e nel cosentino, Corvo è diffuso in Lazio, Molise, Campania
e Sicilia, dovrebbero derivare dal cognomen latino Corvus
o dal suo ipocoristico Corvinus, di
questi nomi abbiamo un esempio negli Hannales
di Tacito: "...mox rerum potitus ob magnitudinem
populi ac tarda legum auxilia sumpsit e consularibus qui coerceret servitia
et quod civium audacia turbidum, nisi vim metuat. primusque Messala
Corvinus eam potestatem et paucos intra dies
finem accepit quasi nescius exercendi...", e nel Codice Diplomatico
della Lombardia Medioevale sotto l'anno 1158 a Milano: "...tam
iudicatis quam non iudicatis, volo et ordino ut sint errogatarii Corvus
presbiter ac prepositus ecclesie et canonice Sancti Laurentii et Vivianus
presbiter ipsius ecclesie et prefatus Arnaldus de la Porta...",
tracce di queste cognominizzazioni le troviamo già nel 1189 a Castiglione
in una Carta venditionis: "Anno ab incarnatione domini
nostri Iesu Christi millesimo centesimo octuagesimo nono, octavo kalendas
iunii, indicione septima. Venditionem fecerunt ad proprium de proprietario
et ad libellum de libellaria Anselminus, filius quondam Castelli de Cuzego,
et Virida eius uxor, qui professi sunt se lege vivere Longobardorum, ipso
namque viro et Mondoaldo suo ei cui supra Viride uxori sue consentiente
et subter confirmante et iusta legem una cum notitia de propinquioribus
parentibus meis, hi sunt Guido Corvus
pater meus et ...".
COS
COSOLO
COSS
KOS
QUOS
Cos è tipico dell'udinese di Faedis in particolare, Cosolo, anch'esso
dell'udinese, di San Canzian d`Isonzo e Rive d'Arcano, e di Monfalcone
e Ronchi dei Legionari nel goriziano, Coss, anch'esso tipico dell'udinese,
sembrerebbe caratteristico di Resia e di Udine, Kos, molto più raro,
è sempre friulano, Quos è praticamente unico ed è
una forma dialettale dei precedenti, dovrebbero tutti derivare, direttamente
o attraverso una forma ipocoristica, da soprannomi originati dal
vocabolo slavo kos (merlo
e in senso lato finto tonto)
COSCA
COSCO
Cosca è decisamente siciliano, di Gela nel nisseno con un ceppo anche a Chiaramonte
Gulfi nel ragusano, Cosco è tipico del catanzarese, dovrebbero derivare dall cognomen latino Cosco, Cosconis, come
leggiamo su di una lapide dell'antica Roma: "P(ublius)
Cosco P(ubli)
Gal(eria) Ars(ensis)
mil(es) l(egionis)
X g(eminae) (centuria)
Etrili an(norum)
XXXX aeror(um)
XI h(ic) s(itus)
est ", "ma è pure possibile un'origine spagnola, ricordiamo
ad esempio dai carteggi di Cristoforo Colombo: "...invictissimi
Fernandi Hispaniarum Regis missus fuerat ad magnificum dominum Raphaelem
Sanxis, eiusdem serenissimi Regis thesaurarium, missa, quam nobilis ac
litteratus vir Aliander de Cosco
...".
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cosco è un cognome che viene dalla voce dialettale calabrese
'coscu' = querciola
Rohlfs 87.
COSCARELLA
COSCARELLI
COSCARELLO
Molto raro Coscarella, ancora più raro Coscarelli, quasi scomparso
Coscarello, sono tutti e tre specifici del cosentino, dovrebbero derivare
da nomi di località, come ad esempio la frazione Coscaro di Conflenti
(CZ), o anche come derivazione del cognomen latino Cosco. (vedi
Cosco)
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Coscarella è cognome che viene dalla voce dialettale calabrese
'coscarella' = capinera.
Rohlfs 87.
COSENTINI
COSENTINO
Cosentini, molto raro ha un nucleo calabrese nel cosentino ed un ceppo
forse non secondario nel ragusano ,Cosentino è diffuso in tutto
il sud, derivano dall'etnico di Cosenza.
COSENZA
COSENZI
COSENZO
CUSENZA
Cosenza è molto diffuso in Calabria e Sicilia, ma presenta ceppi
significativi anche in Campania, Abruzzo e Lazio, Cosenzi, quasi unico,
è probabilmente il frutto di errori di trascrizione, così
come Cosenzo, Cusenza ha un grosso nucleo nella Sicilia occidentale ed
uno nel Gargano a San Giovanni Rotondo (FG), tutti questi cognomi dovrebbero
derivare dal toponimo Cosenza direttamente o attraverso modificazioni dialettali.
COSIMI
COSIMINI
COSIMO
Cosimi è tipico della fascia litoranea toscana e del Lazio, di Roma
in particolar modo, Cosimini, molto raro, sembra specifico della provincia
di Lucca, Cosimo ha un ceppo a Napoli e nel napoletano ed uno nel crotonese
a Rocca di Neto e Belvedere di Spinello soprattutto, derivano dal nome
medioevale Cosimus di cui abbiamo un
esempio in quest'atto del 1418 a Firenze: "...pro
quo et suis precibus et mandatis fideiussit Cosimus
Iohannis Biccii de Medicis campsor de Florentia
..."; un importante ed illustre esempio fu Cosimo De' Medici (1389-1464)
nonno di Lorenzo il Magnifico.
COSINI
Originario della provincia di La
Spezia, dovrebbe derivare da un soprannome legato al toponimo Cosio di
Arroscia (IM).
COSMACINI
Estremamente raro è tipico dell'udinese, deriva dal cognome sloveno
Kosmacin a sua volta derivato dal vocabolo
slavo kosmac (uomo
peloso, barbuto).
COSMA
Cosma ha un ceppo veneto, nel vicentino, padovano, trevisano e soprattutto
veneziano, un ceppo romano ed uno pugliese, nel barese, tarentino, brindisino
e leccese, dovrebbe derivare dal nome greco Kosmas,
ricordiamo i Santi Kosmas e Damianus.
COSMAI
Cosmai è tipico di Bisceglie nel barese, dovrebbe derivare dal nome
greco Kosmas, ma è anche da
prendere in considerazione una probabile derivazione dal nome normanno
Gossmann, data la notevole presenza
slava in loco non si può neppure trascurare una derivazioe da un
soprannome originato dal vocabolo slavo kosmac
(uomo peloso, barbuto), tracce di questa cognominizzazioni si riscontrano
nel barese fin dal 1600.
COSMI
COSMO
DE COSMI
DE COSMO
Cosmi ha un ceppo a Rimini ed uno nel Lazio, a Roma, Latina ed Aprilia,
Cosmo ha un ceppo a Venezia e nel veneziano ed un nucleo principali a Bari
e barese, De Cosmi, estremamente raro, sembrerebbe del romano, De Cosmo,
un poco più diffuso, parrebbe pugliese, di Bari in particolare e
di Foggia, dovrebbero derivare da modificazioni del nome normanno Gossmann
e forse, in alcuni casi, soprattutto al nord, dalla contrazione del nome
Cosimo, o da forme patronimiche con
il De che sta per figlio di.
COSOLETO
Dovrebbe essere della provincia
di Reggio Calabria, dovrebbe derivare da un soprannome legato al toponimo
Cosoleto (RC).
COSPOLICI
CUSPILICI
CUSPOLICI
Cospolici, molto raro, è specifico di Palermo, Cuspilici e Cuspolici,
quasi unici, sono entrambi siciliani.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
dovrebbero derivare dal cognome slavo Kuspilić
o Kuspilic, cognome che dovrebbe provenire
dall'isola dalmata di Curzola (Korčula in croato), famosa, ad esempio,
per la battaglia di Curzola in cui Marco Polo venne fatto prigioniero dai
genovesi.
COSSA
Si individuano tre ceppi, uno in provincia di Sassari, uno nel leccese
ed uno nell'udinese, quest'ultimo probabilmente è un'italianizzazione
del cognome sloveno Kos, molto diffuso.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cossa è un cognome sardo che può corrispondere al femminile
dell'etnico Cossu/a = Còrso/a,
cioè "nativo/a della Corsica",
che deriva dal latino 'Corsus-a'; oppure
al sostantivo 'cossa/coscia' = coscia,
che deriva dal latino 'coxa'. M. Pittau,
Dizionario dei Cognomi di Sardegna, 1, p. 248
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
COSSA: cossa, nei dialetti centrali
è la coscia; cóscia
(con la o aperta), in campidanese; coxa
in latino. Il termine coscèri
è sinonimo di feminàxu, bagassèri
= donnaiolo. A Ploaghe is cossas,
sono le campane di bronzo delle vacche. Troviamo il cognome nei documenti
antichi della lingua sarda. Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT,
XI°, XIII° secolo, figurano: Cossa Maria e Cossa Petru(163), in
una spartizione di terre e di servi tra donna Preziosa de Athen e San Nicola:.parcivimus
nos paris sa domo d'Olvesa (probabilmente in agro di Trullas), a boluntade
de pare.Ego (Petru, priore di S. Nicola ), levai latus (metà, del
servizio) di Iusta de Ribu, et pede(un terzo) de Maria Cossa et pede de
Sistu su fiiu;.Et remanserunt in comune latus de Margarita et pede de Palma
et pede de Sthefano de Silki et pede et duas dies de Pisana, et duas dies
de Guantine Cocone et duos(?) dies de Petru Cossa( che pure risulta essere
ancora un bambino).Attualmente il cognome Cossa è presente in 206
Comuni italiani, di cui 30 in Sardegna: Sassari 65, P. Torres 15, Sestu
12, etc. E' presente in quasi tutte le regioni italiane. Nella penisola
troviamo i ceppi più consistenti in Puglia (Lecce e prov.) e in
Lombardia (Milano e prov.). Anche qui il significato rimane quello di coscia
(lat. coxa). Nella terminologia medica è rimasto il termine cossalgia,
per coxalgia, per indicare il dolore dell'anca.
COSSALTER
Specifico di Feltre (BL), dovrebbe derivare da un antico toponimo simile
a Cossalto (VE).
COSSETTI
COSSETTO
Cossetti, molto raro, ha un piccolo ceppo nel bresciano, uno in Friuli
ed uno nel Piceno, Cossetto, estremamente raro, ha un ceppo nel torinese
ed uno triestino.
ipotesi pervenutaci da Gabriele
Cossetti
Con ogni probabilità i cognomi : COSS, COSSA, COSSALE, COSSALI,
COSSALTER, COSSANDI, COSSAR, COSSARA, COSSARI, COSSARINI, COSSARIZZA, COSSARO,
COSSART, COSSATO, COSSAVELLA, COSSE', COSSEDDU, COSSELLI, COSSELLU, COSSENTINO,
COSSER, COSSERAT, COSSETA, COSSETTA, COSSETTI, COSSETTINI, COSSETTO, COSSI,
COSSIA, COSSIANI, COSSIAU, COSSICH, COSSIDENTE, COSSIERS, COSSIGA, COSSIGNANI,
COSSINA, COSSINI, COSSINO, COSSIO, COSSIRA, COSSIRI, COSSO, COSSOLINI,
COSSOLO, COSSON, COSSONI, COSSOTTO, COSSOVEL, COSSOVICH, COSSU, COSSUTTO,
COSSUTTA, COSSUTTI, COSSUZIO, ecc. come pure i nomi di località
:COSSAINE(SS),COSSANO BELBO (CN), COSSANO CANAVESE (TO), COSSATO (VC),
COSSERIA (SV), COSSIGNANO (AP), COSSOGNO (NO), COSSOMBRATO (AT), COSSU
(NU), ecc. sono in relazione con l'antico nome romano dei COSSUS, gente
appartenente ad una delle sedici tribù rustiche più antiche,
ossia quella dei CORNELI (nome di origine etnica che significa oriunda
di CORNE' colle nell'Agro Tusculano). Il ramo più antico è
quello dei MALUGINENSES, dal quale si staccarono poi le famiglie dei COSSI
e degli ARVINA, e quindi quella degli SCIPIONES. Il soprannome tipico dei
COSSI è RUTILUS (rosso,fulvo,brillante,splendente) forse in relazione
alla caratteristica fisica delle gote rosse o rossori di altro tipo, come
in relazione a caratteristiche fisiche è il nome COSSUS : 'tarlo
del legno' di probabile origine etrusca "Ab antiquis
dicebantur natura rugosi corporis homines, a similitudine vermium ligno
editorum, qui cossi appellantur"-Festo,
36-II. Ne "LE STORIE" di TITO LIVIO vengono menzionati : AULO CORNELIUS
COSSUS - Riporta le Spoglie Ottime nel 428 a.C. di Larte Tolumnio re dei
Veienti - Pontefice Massimo nel 431 a.C. - Console nel 428 a.C. -
Tribuno militare con potere consolare nel 426 a.C. - Governatore a Roma
tra il 426 e il 413 a.C. - Maestro di Cavalleria tra il 426 e il 413 a.C.
- Console nel 413 a.C. GNEO CORNELIUS COSSUS -Tribuno militare con potere
consolare nel 414 a.C. - Console nel 409 a.C. - Tribuno militare con potere
consolare nel 406 a.C. - Governatore a Roma nel 405 a.C. - Tribuno militare
con potere consolare nel 404 e 401 a.C. PUBLIO CORNELIUS COSSUS -Tribuno
militare con potere consolare nel 408 a.C. - Dittatore nel 407 a.C. - Tribuno
militare con potere consolare nel 406,395,394a.C. AULO CORNELIUS COSSUS
-Dittatore nel 385 a.C. - Fa arrestare Marco Manlio Capitolino - Celebra
il trionfo sui Volsci ed abdica. AULO CORNELIUS ARVINA COSSUS -Maestro
della Cavalleria nel 353 e 349 a.C. - Console nel 343 a.C.
- Conduce un esercito nel Sannio e viene salvato dalla sconfitta da DECIO
MURE - Console ne 333 e 332 a.C. - Dittatore nel 322 a.C. , trionfa sui
Sanniti. Le centuriazioni (assegnazione ai veterani dei territori espropriati
ai vinti) devono aver disperso questa gente romana nelle zone più
ricche quali la ROMAGNA (zona dei Romani), Francia, Spagna e Romania. In
queste zone devono essersi verificate le differenziazioni dall'antico cognome
sotto l'effetto delle forme dialettali. I COSSETTI del centro Italia sono
notai e soldati di ventura venuti al sud forse contemporaneamente alle
comunità di Bolognola o di Villanova di Accumoli. BOLOGNOLA:
corrisponde a piccola Bologna, in quanto fondata da ghibellini cacciati
da Bologna tra il XIII ed il XIV secolo (1274 d.c. in Historie di Pompeo
Vizani). Ma vi sono altri centri che possono far richiamo a questa origine
come Villanova sopra Accumoli (RI) e Villanova di Castenaso (BO). COSSETTI
può farsi derivare da COSSUS con l'aggiunta di etnici o toponimi
quali -attus (cossattus), -etum (cossetum), -ittus (cossittus), -ottus
(cossottus) antichi suffissi vezzeggiativi usati per indicare il nome di
abitanti di precise località.
bibliografia:
DIZIONARIO DEGLI ETNICI E DI TOPONIMI
ITALIANI PATRON EDITORE - BOLOGNA di CAPPELLO e TRAVAGLINI
FESTO POMPEO - clossografo originario
di Narbona, scrisse l'epitome di 20 libri nell'opera di VERRIO FLACCO "De
Verborum Significatu". (Epoca sec. II o III d.c.)
COSSI
Cossi ha un grosso ceppo a Sondalo nel sondriese, con un piccolo ceppo
a Venezia ed a Trieste, dovrebbe derivare dal nomen latino Cossus
di cui abbiamo un esempio in un'elegia di Properzio: "...forte
super portae dux Veiens astitit arcem colloquiumque sua fretus ab urbe
dedit: dumque aries murum cornu pulsabat aeno, uinea qua ductum longa tegebat
opus, Cossus
ait "forti melius concurrere campo." nec mora fit, plano sistit uterque
gradum. di Latias iuuere manus, desecta Tolumni ceruix Romanos sanguine
lauit equos. ...", il ceppo veneto e triestino potrebbe invece derivare
o dal cognome sloveno Kos, o dalla
sua forma patronimica slava Kossic.
COSSU
Tipicamente sardo, deriva da un
soprannome legato al vocabolo dialettale cossu (tinozza, catino), potrebbe
anche derivare dal vocabolo dialettale.cossu (della Corsica).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
COSSU: su cossu, in camp.; su
cosso in log. = corpetto
(del costume femminile), o camicia di lusso;
especie de gipò (gippone), dal catalano cos
= cuerpo. Cossiu in campidanese
e barbaricino, cossu in logudorese è anche il tino o bacinella di
ceramica per il bucato; dal catalano cossi = vas de terra cuita per a rentar
roba; in aragonese cocio; dall'italiano coccio = terra cotta ordinaria.
Su cossu è inoltre la cruna dell'ago, dal catalano cos = su cù
de s'agu. Ricordiamo poi che Cossu o Cossi è il nome di un
antico centro abitato, abbandonato: villa (bidda) medioevale, ubicata presso
il monte Cossu, in agro di Isili; appartenne alla Curadorìa di Siurgus,
nel regno giudicale di Càlari; fece poi parte del Regno catalano
- aragonese di Sardegna; andò definitivamente spopolandosi alla
fine del XVI° secolo (Di. Sto. Sa); se ne fa menzione anche nell'opera
di I. F Fara, "In Sardiniae Chorographiam" pag. 218/4. Cognome diffuso
in tutta la Sardegna, con varianti e derivati, sin dai tempi antichi. Tra
i firmatari della Pace di Eleonora del 1388, figurano: Cossu (de) Anthonio,
ville Laconi (** Laconi.et Contrate Partis Alença et etc. seu Atara
Barçolo, officiali Curatorie de Parte Alença. In posse Penna
Ambrosii et filii Guiducii (Penna) notari...die XII januarii 1388.( nisi
pastores bestiarium) et etc.); Cossu (de) Joanne, ville Iscopediu(Escovedu
- Partis de Montibus); Cossu Barçòlu, jurato ville Gestori(
Gesturi - Contrate Marmille); Cossu Comita, majore ville Nuraci Niello(
Nuragi Nieddu - Campitani Mayoris); Cossu Guantinus - de Aristanni ( ***
Aristanni: segue l'elenco dei nomi dei firmatari della PETIZIONE.Omnes
cives mercatores et habitatores dicte civitatis.nisi pastores bestiaminum
et quorum dificulter demorari non poterant.congregati. Porta la data :
die XIIII mensis Januarii M°. CCC°. LXXXVIII° et etc; Cossu
Joanne, jurato ville Orani; Cossu Joanne, ville Forru (* Forru.Villanova
Forru; Bidda Noa de Forru; Collinas. Partis de Montibus); Cossu Juliano,
jurato ville Barumela (* Barumela.Mogorella? Partis de Montibus); Cossu
Nicolao, ville Tuyli (* Tuyli.odierno Tuili. Contrate Marmille); Cossu
Petro - de Bosa. Nella storia ricordiamo Cossu, frà Giovanni Antonio,
(Cuglieri 1725 - 1796). Oltre agli studi religiosi, coltivò anche
quelli di fisica, per cui ebbe l'incarico di docente di Fisica Sperimentale
nell'Università di Cagliari. Nel 1786 fu nominato vescovo di Bosa
e in quelli anni fondò il Seminario Diocesano a Cuglieri. Cossu
Giuseppe, cagliaritano (1939 - 1837): storico ed economista, partecipò
all'opera riformistica condotta dal ministro Gianbattista Lorenzo Bogino.
Può essere considerato il primo grande economista sardo dei tempi
moderni. Pubblicò numerose opere di carattere economico ed inoltre,
in lingua sarda l'opera: " Istruzionis pro is amministradores de is Montis
Granaticus de is biddas dipendentis de sa Reali Giunta Diocesana de Casteddu".
Il suo libro più famoso resta comunque: " La coltivazione dei gelsi
e la propagazione dei filugelli in Sardegna."; redatto con l'intento di
avviare nell'isola la manifattura della seta. (Di. Sto. Sa. - di F. C.
Casula). Attualmente il cognome Cossu è presente in 640 Comuni italiani,
di cui 227/377, in Sardegna: Sassari 813, Cagliari 474, Tempio 236, Olbia
204, etc. Nella penisola è Roma ad avere il numero più alto
di Cossu, con ben 422.
COSSUTTA
COSSUTTI
Cossutta è tipico di Trieste e del goriziano, ma ha un ceppo anche
a Montereale Valcellina (PN), Cossutti ha un ceppo a Trieste ed uno nell'udinese,
dovrebbero derivare da un soprannome originato dal diminutivo dialettale
del vocabolo slavo kos (merlo)
inteso anche come figlio del merlo (soprannome), si può prendere
in considerazione, anche se è da ritenersi non molto probabile una
derivazione dalla Gens latina Cossutia
che ricordiamo era imparentata con la Gens Giulia, molto radicata in quella
zona essendo di questa gens la prima moglie di Caio Giulio Cesare.
ipotesi fornita da I. Marangon
in friulano cossa e il diminuitivo
cossuta significano paniere. I cognomi
Cossutti e Cossutta sembrano proprio derivare da Cossuta dove la doppia
s è doppia solo in apparenza perchè indica solo il suono
tipico della esse (???). Dico così
perchè è quanto di solito accade con i cognomi che finiscono
in -utti o -utta, che sono in un certo senso la semplice italianizzazione
di espressioni o parole friulane in cui si è raddoppiata la consonante
e modificata o aggiunta la vocale finale.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cossutta è la forma italianizzata dell'originario cognome sloveno
e croato Kosuta da 'kosúta'
= cerva, ma in parte si tratta anche
dell'originale cognome romanzo friulano Cossùtta
proveniente da Malniso di Montereale Cellina (Pordenone), derivato dalla
voce friulana 'cossùta' = piccola
gerla, piccolo cesto, diminutivo di 'còs',
prestito dello sloveno 'kos' di uguale
significato. M. Bonifacio, Cognomi triestini, p. 102.
COSTA
Diffuso
moltissimo in tutt'Italia, dovrebbe derivare da soprannomi originati da
toponimi quali: Costa (TV), Costa Calcinara (PD), Costa d'Arcevia
(AN) e tantissimi altri.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Sull'origine del cognome Costa, in realtà, confluiscono per
lo meno due ipotesi, che, sommate l'una all'altra, ne giustificano l'altissima
frequenza nell'intero paese. Da una parte, infatti, la toponomastica ha
sicuramente avuto un ruolo determinante nella formazione del cognome, data
la grande quantità di toponimi formati dalla radice costa
(a dire il vero, se ne riscontrano per lo più nel nord Italia, ma questo non esclude un'origine topografica
anche per le famiglie Costa del sud, ad indicare cioè la conformazione
del territorio da cui provenivano i capostipiti): il termine costa,
infatti, non indica soltanto il litorale marino,
ma anche la riva di un fiume, di
un lago o ancora la fiancata d'un monte
e questo spiega allora la vasta diffusione del cognome anche nell'entroterra
del paese. Passando, invece, alla seconda ipotesi, va detto che in molti
casi il cognome Costa deriva dal nome greco Costas
o Kostas, nato per apocope
dal nome Konstantinos (il latino Constantinus,
diminutivo di Constans, col significato
di fermo, costante; cfr. Fermo e Durante);
la diffusione di questo nome nell'intera Europa (per lo più continentale)
è dovuta soprattutto alla figura di Costantino il Grande (272 d.C.
- 337 d.C.), il primo imperatore cristiano dell'Impero Romano (in suo onore
Bisanzio venne rinominata Costantinopoli). Va detto, allora, che quest'ipotesi
d'origine onomastica può essere applicata soprattutto alle famiglie
Costa meridionali, in seguito all'antica presenza delle colonie della Magna
Grecia (che ha molto influito sulla formazione di parecchi cognomi del
sud), ma non è affatto escluso che il nome Costa fosse usato anche
nel nord e nel centro nord del paese (come avviene nei casi dei nomi greci
di lunga tradizione). In conclusione, dunque, Costa deriva dalla cognominizzazione
o di soprannomi d'origine toponomastica o dei nomi personali dei capostipiti.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
COSTA: è un cognome largamente diffuso in tutta Italia, ma a
secondo della Regione in cui è presente, assume diversi significati,
riconducibili comunque alla stessa radice nominale e alla stessa etimologia,
che ha come base il latino costa. In
italiano costa è sinonimo di
costola, fianco, lato, riga orizzontale, dorso,
bordo, nervatura, costiera, riviera, etc. Anche in sardo assume,
per lo più gli stessi significati dell'italiano. Nei cognomi sardi
però solitamente significa altura, costa
de monti (fianco della montagna), tanto è che nei documenti
antichi della lingua sarda è preceduto sempre da "de",
ad indicare la provenienza. In tutta la Sardegna è inoltre frequente
come toponimo. Tra i firmatari della Pace di Eleonora LPDE del 1388, figurano:
Costa (de) Petro, ville Selluri (** Selluri - Sedduri - Seddori: odierno
Sanluri. Et ego Capula Marcus .sindicus, actor et procurator ville Selluri.seu
a Petro De Castay, locuntenente capitanei et Margiano Costa, locuntenente
potestatis terre Selluri et omnibus habitatoribus dicte terre, congregatis.
X die januarii 1388); Costa "de" Joannes, ville Algueri. (** Ville Algueri.odierno
Alghero. Camella Bernardus, Bos Franciscus, Ferret Anthonius sindici, actores
et procuratores.et nos, superius nominati: Serra (de) Thomas, major camere;
Pancie Comita, sub cancellarius; Caso Anthonio procuratores.et singulos
homines civitatum Sasseri et Ville Ecclesiarum ac loci Telluri et locorum
Mole de Posata et Iscle de Galtelì ac Contrate de Baronia .et ego
De Vieri Jacobus praedictus tutor et curator datus et etiam adsignatus
nobili Mariano filio (di Eleonora e Brancaleone Doria). Fideiussores Donnum
De Villa Gonnarium et Donnum Musca Bartholomeum, cives Aristanni. Presentibus:
Marinella Torbino, Polvirella Anthonio, Sirgo Barçòlo, civibus
Aristanni. In die vigesima mensis Januarii, anno millesimo CCCLXXXVIII
- 1388). Nella storia ricordiamo: Costa Enrico (Sassari 1841 - 1909), scrittore,
letterato e giornalista. Fu amministratore e archivista del Comune di Sassari.
Le sue opere più importanti sono: "l'Archivio del Comune di Sassari"
e molte altre note e numerosi articoli, sulla sua città, ma l'opera
maggiore è "Sassari - storia, tradizione, personaggi", dalle origini
fino al 1885. Ricordiamo inoltre: Costa Vittorio Amedeo, balio e conte
della Trinità, vicerè di Sardegna dal 1755 al 1758; Costa
Francesco Luigi, balio e conte della Trinità, vicerè di Sardegna
dal 1763 al 1767. Attualmente il cognome Costa è presente in 2560
Comuni, di cui 59 in Sardegna: Cagliari 235, Nuoro 92, Sassari 80, etc.
Nella penisola è Roma ad avere il numero più alto con 1411;
seguono: Genova 1237, Milano 998, Torino 755, Napoli 445, etc. In Sicilia
Messina ne conta 1208, Palermo 1166, etc.
COSTABILE
Particolarmente diffuso tra napoletano, salernitano e cosentino dovrebbe
derivare o dal nome Costabile o dalla
carica bizantina, poi passata in uso nel medioevo, di Comes
Stabulae (funzionario incaricato dell'amministrazioni delle
stalle reali), tracce di questa cognominizzazione le troviamo in uno degli
scritti ferraresi del 1500: "...Tunc omnes summi
viri auctoritate, exemplo, oratione Casellae commoti, certatim humeros
suos et colla feretro meo subiecerunt: ipse praetor urbanus, ipse Lodovicus
Casella, referendarius tanti ducis, Paulus
Costabilis, Ferrariensis rei publicae gubernator,
...".
integrazioni fornite da Vincenzo
Costabile
San Costabile, terzo abate della badia (abbazia) di Cava dei Tirreni
nel salernitano, patrono di Castellabbate nel salernitano.
COSTACURTA
Tipico della zona tra vicentino e trevisano, dovrebbe derivare da un toponimo
contrapposto ad esempio a Costalunga (TV) o Costalunga (VR) come Costa
Curta (BL) ad esempio.
COSTAGUTA
Costaguta, molto raro, sicuramente ligure del genovese, dovrebbe derivare
dal nome del quartiere Costaguta di Rapallo un sestiere storico della città
ligure.
COSTAMAGNA
Tipico del Piemonte occidentale, torinese e cuneese in particolare, dovrebbe
derivare dal toponimo Costamagna di Lequio Tanaro (CN).
COSTANTE
COSTANTI
Costante è presente a macchia di leopardo
in tutto il sud, Costanti, decisamente più raro, è del centro,
del Lazio in particolare, derivano dal nomen latino Constans,
Constantis
ricordiamo l'Imperatore romano Flavius
Iulius Constans figlio terzogenito di
Costantino, imperatore dal 337 al 350: "...Hic
Magnentius patre Britanno apud Laetos in Gallia natus, occiso iam Constante,
imperatorium habitum in Gallia induit, Britanniamque in suas partes pellexit...".
COSTANTIN
COSTANTINI
COSTANTINO
Costantin è tipico delle province di Padova, Venezia, Treviso, Belluno
e Pordenone, particolarmente presente a Forno di Zoldo (BL), Venezia, Montagnana
(PD), Montebelluna (TV) e Maniago (PN), gli altri due cognomi sono
diffusi in tutt'Italia, ma Costantini particolarmente nella fascia
centrale mentre Costantino lo è al sud, questi cognomi dovrebbero
tutti derivare dal cognomen latino Costantinus.
Nel 1200, troviamo una famiglia Costantini annoverata tra i patrizi di
Venezia.
COSTANTINOPOLI
Costantinopoli è assolutamente rarissimo, di probabile origine ebraica,
si trova a Roma ed a Milano.
COSTANZA
COSTANZI
COSTANZO
DE COSTANZO
DI COSTANZO
Sia Costanza che Costanzo sono diffusi in tutt'Italia, ma la loro origine
dovrebbe essere meridionale, Costanzi invece ha un ceppo nell'area tra
trentino, veronese e bresciano, ed un altro nella fascia che comprende
Marche, Umbria e Lazio, De Costanzo è napoletano come il molto più
diffuso Di Costanzo che oltre che ad essere molto presente a Napoli lo
è anche a Barano d`Ischia, Pozzuoli, Volla, Cercola, Casamicciola
Terme e Casalnuovo di Napoli, possono derivare dal cognomen latino Costantius,
di cui abbiamo un illustre esempio con l'imperatore romano Gaius
Flavius Valerius Costantius, più noto come Costanzo Cloro
(250 - 306), ma è pure possibile una derivazione da soprannomi legati
al concetto di costanza, o da toponimi.
COSTANZINI
COSTANZINO
Costanzini è tipico del modenese, di Modena, Vignola, Savignano
sul Panaro, Castelnuovo Rangone e Spilamberto, Costanzino è decisamente
siciliano, dell'agrigentino, di Palma di Montechiaro, Canicattì
e Licata, dovrebbero derivare da modificazioni del cognomen latino Costantinus
o da ipocoristici del nome Costanzo.
COSTARELLA
COSTARELLI
Costarella, molto molto raro, è specifico del reggino, Costarelli
ha un nucleo nella zona che comprende le province di Perugia ed Ancona
e ceppi in Sicilia ad Acireale (CT) e a Gela (CL), potrebbero derivare
da toponimi contenenti la radice Costa-, tracce di questa cognominizzazione
le troviamo nella seconda metà del 1600 nel reggino con don Giovanni
Costarello parroco di Castellace di Oppido Mamertina (RC).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Costarella è cognome calabrese che significa 'costola'.
Rohlfs, 87.
COSTELLA
COSTELLI
COSTELLO
Costella ha un ceppo veneto nel trevigiano e bellunese e nel vicino pordenonese,
di Vittorio Veneto e Mansuè nel trevigiano, di Pieve di Cadore nel
bellunese, e di Fiume Veneto e Sacile nel pordenonese, uno nel parmense
a Borgo Val di Taro, ai confini con la Liguria ed uno a Genova, Costelli,
molto raro, ha un piccolo ceppo lombardo, nell'area che comprende il varesotto,
il milanese ed il bergamasco, Costello, ormai quasi unico, che dovrebbe
essere stato originario della Campania e della Sicilia, sembrerebbe oggi
presente solo in Piemonte, questi cognomi potrebbero derivare in qualche
caso dal nome medioevale Costellus,
ma molto spesso hanno origine da forme ipocoristiche di nomi di località
(vedi COSTA).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
COSTELLA: non si tratta di un cognome propriamente sardo; il numero
più alto di presenze si registra in Veneto (Vittorio Veneto 29).
Per significato ed estimo crediamo derivi dal latino costa
e ne sia il diminutivo. L'arrivo del cognome in Sardegna (esclusivamente
ad Arborea - 19 - prov. di Oristano), risale agli anni 20 del secolo scorso,
al tempo della Bonifica della Piana di Terralba [per saperne di più
vedi "l'Arboreino - dalle paludi alla Bonifica del Terralbese - da Mussolinia
ad Arborea 2000 - di Michele Angioni - Ed. PTM di Mogoro o vedi nel Web
l'arborea di Michele Angioni]. Non abbiamo però la certezza che
il primo Costella in Sardegna sia arrivato negli anni 20 del '900, perché
tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388 abbiamo un certo
Costedda, che supponiamo sia la trascrizione in sardo di Costella: Costedda
Petro, ville Selluri (** Selluri - Sedduri - Seddori: odierno Sanluri.
Et ego Capula Marcus .sindicus, actor et procurator ville Selluri.seu a
Petro De Castay, locuntenente capitanei et Margiano Costa, locuntenente
potestatis terre Selluri et omnibus habitatoribus dicte terre, congregatis.
X die januarii 1388).
COSTENARO
Sembra avere due ceppi distinti, nel novarese e nel vicentino, dovrebbe
derivare da un indicatore di località stante ad indicare chi viveva
vicino ad una costa, intesa come bordo di una vallata, di una collina,
di un fiume, ecc.
COSTETTI
Costetti è tipicamente emiliano del reggiano, di Castelnovo ne'
Monti, Reggio nell'Emilia, Vetto e Quattro Castella, potrebbe derivare
da una forma ipocoristica del termine dialettale reggiano arcaico costi
(costole), forse ad indicare nel capostipite
una persona molto magra, tanto da avere le costole in bell'evidenza.
COSTIGLIOLA
Costigliola è molto diffuso nel napoletano, in particolare a Bacoli
e Pozzuoli, ma con buone concentrazioni anche a Monte di Procida, Napoli
e Quarto, dovrebbe derivare da un nome di località.
COSTUCCI
Assolutamente rarissimo, quasi unico.
COSZACH
Tipico della valle del Natisone nell'udinese è molto molto raro,
deriva dal cognome sloveno arcaico Hoszak,
l'attuale Hoscan, che a sua volta deriva
dall'etnico del toponimo slavo Hostne
(Costne), una località del comune
di Grimacco (UD).
COTA
COTE
COTI
Cota sembrerebbe pugliese, con un ceppo nel foggiano a San Severo e Mattinata,
ed uno piccolo nel leccese a Lecce e Taviano, Cote è quasi unico,
Coti ha un ceppo a Casarano nel leccese ed uno molto piccolo, forse secondario
a Morengo nel bergamasco ed a Crema nel cremonese, potrebbero derivare
da un soprannome originato dal termine albanese arcaico kota
(cosa da poco, inutile), troviamo anche
rare presenze nel sondriese, dove l'origine potrebbe essere dal vocabolo
dialettale cota (pietra
per affilare), forse ad indicare che il capostipite facesse
di mestiere il contadino, spesso visto con in mano la pietra per affilare
la falce.
COTELLA
COTELLI
COTELLO
Cotella è tipico di Genova e Campomorone (GE), con ceppi, probabilmente
secondari, anche nel torinese, Cotelli è specifico del bresciano,
di Gardone Val Trompia, Brescia, Bagnolo Mella, Sarezzo e Corzano, Cotello,
quasi unico e probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente,
potrebbero derivare da un soprannome originato da un ipocoristico del termine
cote (pietra
usata per affilare lame) forse dovuto ad un caratteristico modo
di affilare la falce, probabilmente denotando un'origine contadina.
COTICA
COTTICA
CUTICA
CUTTICA
Cotica, assolutamente rarissimo, parrebbe avere un ceppo nel milanese ed
uno tra anconetano e maceratese, Cottica, solo leggermente meno raro, ha
un ceppo tra milanese e cremonese, ed uno a Verbania, Cutica è quasi
unico e sicuramente piemontese, Cuttica, il più diffuso di questi
cognomi, tipicamente piemontese, ha un ceppo nell'alessandrino ad Alessandria
e Quargnento, a Torino ed a Genova, dovrebbero derivare da soprannomi originati
dal termine dialettale codega o cuttega,
che significano sia cotenna del maiale
che sona superficiale di un prato erboso, dove l'erba forma zolle
compatte trattenute dalle radici dell'erba. Troviamo tracce
di queste cognominizzazioni nella seconda metà del 1500 a Milano,
dove opera il notaio Gian Giacomo Cottica e a Cassago Brianza con una certa
Clemenza Cottica, citata come beneficiaria in un testamento del 1608 e,
sempre a Bologna nel 1645 troviamo Rettore il milanese Giovannandrea Cottica:
"Die 14 septembris 1645. Admodum Rev. Pater D. Andreas
Cotica Rector huius domus advenit, suffectus
loco".
COTIGNOLA
Estremamente raro, parrebbe originario
della Campania, dovrebbe derivare da un soprannome legato alle mele cotogne,
più difficile la derivazione dal toponimo Cotignola (RA).
Personaggio degno di nota del 1400 è il Capitano di ventura
Micheletto Cotignola (o da Cotignola)
COTOGNI
COTOGNO
COTUGNO
Cotogni ha un ceppo romano, Cotogno, molto raro, ha un ceppo ad Anzio,
Cotugno è tipicamente meridionale, con ceppi importanti tra iserniese,
casertano, beneventano e napoletano e foggiano in particolare, con presenze
comunque significative anche nel barese, tarentino e materano ed un ceppo
tra reggino e messinese, dovrebbero derivare da nomi di località
o dalla presenza di piante di mele cotogne nelle vicinanze dell'abitazione
dei capostipiti, ma non si può escludere in alcuni casi una derivazione
da soprannomi originati dal termine arabo qutun
(cotone), forse perchè il mestiere
dei capostipiti avesse in qualche modo connessioni con quella fibra tessile,
Cotugno in molti casi è di origini spagnole, derivando dal cognome
Cotuņo tipico dell'area di Toledo.
COTRONA
Cotrona tipico del reggino, dovrebbe derivare da Cotrona,
il nome latino della città di Crotone, come possiamo leggere nella
Historia Romana di Paolo Diacono: "...Quinto
Gulone Favio Pictore consulibus Picentes bellum commovere et ab insequentibus
consulibus Publio Sempronio, Appio Claudio victi sunt; et de his triumphatum
est. Conditae a Romanis civitates Ariminus in Gallia et Beneventum in Samnio.
Tunc etiam a Romanis Cotrona
invaditur. Eo tempore pluribus locis e fontibus cruor fluxit et de nubibus
in specie pluviae lac descendit. ..".
COTRONEI
COTRONEO
Entrambi tipici del reggino, dovrebbero derivare dal toponimo Cotronei
nel crotonese, o dall'etnico arcaico di Crotone (vedi Cotrona).
COTRUFFO
COTRUFO
Cotruffo, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione
di Cotrufo, che ha un ceppo a Napoli, uno molto piccolo a Matera ed uno
in Puglia a Manfredonia nel foggiano e ad Acquaviva delle Fonti e Bari
nel barese, e che dovrebbe derivare da un nome o soprannome grecanico basato
su di un'alterazione del termine greco antico κόττυφος
kottyfos (merlo).
COTTA
Ha un ceppo nella provincia di Imperia ed uno nel comasco, dovrebbe derivare
dal cognomen latino Cotta, portato ad esempio da Aurelio Cotta Console
del I° secolo avanti Cristo: "...Aurelius
Cotta consul, cum ad opus equites necessitate
cogente iussisset accedere eorumque pars detractasset imperium, questus
apud censores effecit, ut notarentur; a patribus deinde obtinuit..."
integrazioni fornite da Giancarlo
Mainardi
il cognome Cotta Ramusino trae origine intorno al 1600 da due insediamenti
originari dell'area della Lomellina nel pavese, entrambi di cognome Cotta
e fra loro imparentati. Gli appartenenti all'uno dei rami erano di
carattere rissoso, intollerante, i componenti del secondo ramo erano invece
di carattere pacifico, mite e tranquillo. Per distinguersi dal primo ramo
nella comunità rurale, i componenti del secondo ramo adottarono
il simbolo di un ramo d'ulivo, (nel dialetto di Lomellina ramoscello si
dice ramusin) simbolo di pace, e con tale simbolo marchiarono gli attrezzi
agricoli, le botti, i carri e quant'altro. Il simbolo divenne poi cognome
allorché i capi famiglia fecero battezzare i nuovi nati con il distinguo:
Cotta Ramusino. Tradizione orale dalla Lomellina, 1970 circa, e Dizionario
Pavese-Italiano.
COTTI
COTTINI
Cotti dovrebbe essere bolognese, ma con un ceppo anche nel bresciano ed
uno nel parmense, Cottini ha un ceppo nel verbanese, uno nel bergamasco,
uno nel veronese ed uno tra urbinate, Umbria, aretino e senese, potrebbero
derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dalla contrazione di una
variazione del nome Menico.
COTTITTO
Cottitto è tipicamente siciliano, di Palma di Montichiaro nell'agrigentino,
dovrebbe derivare da un soprannome grecanico basato su di un'alterazione del termine greco antico
κόττυφος kottyfos (merlo).
COTTONE
COTTONI
Cottone è tipicamente siciliano, molto diffuso in particolare a
Palermo, Balestrate (PA ) e Villabate (PA), ad Alcamo (TP), ad Adrano (CT)
e nell'agrigentino a Sciacca, Caltabellotta e Realmonte, Cottoni è
assolutamente rarissimo, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal
vocabolo dialettale cuttuni (cotone),
forse ad indicare il mestiere del capostipite.
COTTU
Cottu, decisamente sardo, è tipico del nuorese, di Ollolai in particolare
e di Nuoro e Gavoi, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale nuorese
basato sul termine cottu, che significa
sia cotto, che maturo
e abbronzato, forse una caratteristica
del capostipite.
COTTURA
COTURA
Cottura è tipicamente piemontese, Cotura è quasi unico, dovrebbero
derivare dall'italianizzazione dei cognomi francesi Cottour o Cotour, che
dovrebbero derivare dalla toponomastica, probabilmente brettone.
COUTANDIN
Abbastanza raro, sembrerebbe tipico della zona di Perosa Argentina (TO),
dovrebbe essere di origini occitane e deriverebbe dal mestiere di guardiano
dei campi coutaudier in antico provenzale.
COTZA
Specifico del cagliaritano dovrebbe derivare da un soprannome originato
dal vocabolo sardo còtza (mitile,
cozza, ma anche
cuneo).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
COTZA; COZZA: all'origine era senz'altro Cotza,
e quindi Cozza risulta come errore
di trascrizione anagrafica. L'etimo ed il significato del termine lasciano
spazi aperti, per il fatto che codza, cozza, cotza,
cotssa, hanno diversi significati e quindi origini diverse,
a secondo delle varie aree linguistiche della Sardegna. Esempio còtza
in campidanese può significare cuneo, cavicchia,
bietta dell'aratro, che in logudorese è detto còtta
o còndzu. Sa
marra est scotzàda (iscondzàda - log.) = la
zappa ha perso il cuneo. Su pippiu
tenit su bratzu sconciàu (iscontzàu, iscottàu)
= il bambino ha il braccio slogato.
Quindi accotzai significa mettere
il cuneo o anche sostenere.
In senso figurato, raccomandare. Da
accotzai deriva anche cotzìna,
che è l'insieme delle radici di un albero.
Cotzìna in senso figurato significa
uomo balordo e stupido. Cotza
in campidanese è la crocchia
o acconciatura dei capelli delle donne; crocchia deriva dal latino cordulare,
mettere in tondo: un crocchio di persone = un gruppo di persone disposte
in cerchio. Sa cotza o codza
in log. colla in campid.
È lo scroto o borsa dei maschi,
da cui deriva cotzùdu (log.),
collùdu (camp.) = non
castrato; e quindi codzòne
in log. callòni in camp., ma
nel significato di testicolo. Abbiamo
in altre parti chiarito che il termine dispregiativo sardo calloni, non
significa testicolo, bensì uomo da poco, facchino, portaborse e
deriva dal latino calonis = garzone, servo, sguattero, scudiero. Infine
is cozzas, sono le cozze di mare, cioè i mitili, che tutti conosciamo.
I cognomi Cotza e Cozza non sono presenti nelle carte antiche da noi esaminate.
Attualmente Cotza è presente in 136 Comuni italiani, di cui 56 in
Sardegna: Cagliari 100, Villasalto 71, Uras 36, etc. Cozza è presente
in 382 Comuni italiani, di cui 8 in Sardegna: Cagliari 10, Mandas 5, Maracalagonis
3. Ribadiamo: è nostra convinzione che il cognome Cozza in Sardegna
derivi dall'errata trascrizione anagrafica di Cotza. Cozza (chiaramente
col significato di mitilo), è diffuso in tutta la penisola, con
ceppi consistenti in Calabria, in Veneto, in Lombardia, in Piemonte etc.
COVA
Cova è tipico di Milano e del milanese, con un ceppo anche a Varese,
uno nel Trentino ed uno nel ferrarese, dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal vocabolo lombardo cova,
coa (coda).
COVATI
Covati è tipico del piacentino di Coli e Piacenza, parrebbe di origini
bresciane, dovrebbero derivare dal nome medioevale Covatus
di cui abbiamo un esempio in una Carta donationis
del 1200 a Milano: "...Signum + manuum Medii superstantis
ecclesie Sancte Tegle et Covati Cadenarii
et Guaschi Maistri qui dicitur de Senago, testium. ...", in epoca
medioevale i Covati sarebbero stati Signori dell'area che attualmente si
chiama Castelcovati nel bresciano, tracce di questa cognominizzazione le
troviamo ad esempio nel 1400 in uno scritto: "...Exemplum
vero codicis Othoboniani Joannes Odo Covatus
ad nonas martias MCCCCLXVIII raptim exaravit, ut ille in calce opusculi
notavit...".
COVATO
Covato è tipico di Modica nel ragusano e di Ispica, potrebbe derivare
dal nome medioevale Covatus (vedi
COVATI).
COVELLI
COVELLO
Covelli ha un ceppo nel bergamasco, uno tra romano e latinense, ma il nucleo
è nell'area che comprende napoletano, salernitano, potentino, Puglia,
cosentino, crotonese e catanzarese, Covello sembra tipico del cosentino
e del palermitano, dovrebbero derivare da una forma ipocoristica dell'aferesi
di una variazione del nome Iacopo,
modificato prima in Iacovo, poi in
Covo, quindi in Covello.
ipotesi fornita da Filippo Covelli
molti dei Covelli del ceppo bergamasco, come quelli del paese di Songavazzo,
e comuni limitrofi prendono il loro cognome dal paese di Covo, a est della
provincia di Bergamo. Il paese viene spesso nominato Covello ancora oggi.
COVER
Originario della zona tra Treviso
e Pordenone, potrebbe derivare da un soprannome originato da un vocabolo
slavo kovec (mastro ferraio), oppure dal toponimo Covolo (TV).
COVERI
Originario dell'area compresa tra
Firenze e Forlì
COVI
COVO
Covi è tipico del Trentino, di Fondo, Trento, Bolzano e Sarnonico
(TN), Covo è unico, dovrebbero derivare da un nome medioevale Covus
non meglio identificato, ma è pure possibile una derivazione da
un soprannome originato dal vocabolo dialettale covo,
covi (covone, covoni di paglia o fieno),
tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Soncino nella seconda
metà del 1500 con il Notaio Ottavio Covus.
COVIELLO
Coviello è molto diffuso in Campania, potentino e barese, potrebbe
derivare da una modificazione dialettale del nome Covello
(vedi COVELLI), ma l'ipotesi più probabile
è una derivazione da un soprannome originato dal nome della maschera
del teatro dialettale centromeridionale Coviello
(servo astuto, ruffiano, cialtrone)
personaggio che si trova anche nella commedia di Molière, il
Borghese Gentiluomo.
COVINI
COVINO
Covini è tipico dell'area milanese e pavese, Covino è tipicamente
campano, dell'area napoletano, avellinese soprattutto, questi cognomi dovrebbero
derivare da ipocoristici dell'aferesi di nomi come Iacopo
(vedi COVELLI).
COVIOLI
Tipico bergamasco, dovrebbe essere
originato da un soprannome discendente dal toponimo Covo (BG).
COVONI
Originario fiorentino, dovrebbe
derivare dal nome Iacopo.
COVRE
Tipico della zona tra Conegliano nel trevisano e Sacile nel pordenonese.
integrazioni fornite da Damiana
Covre
il cognome deriva dal latino cuprum
(rame) con lenimento e spirantizzazione
della consonante. Da notare lo spagnolo cobre
e il portoghese covre che significano
appunto rame.
COX
COXE
Entrambi probabilmente di origini francesi, Cox è presente in particolare
a Roma, Coxe, estremamente raro, è del cuneese e savonese, dovrebbero
derivare dal cognome francese Cox,
a sua volta derivato da un soprannome, che sembrerebbe volesse significare
fanfarone, ma anche seduttore.
COZZA
COZZI
COZZO
Cozza è tipico calabrese, del cosentino in particolare, Cozzi è
diffuso a macchia di leopardo in tutta l'Italia peninsulare, Cozzo dovrebbe
essere originario della provincia di Messina, dovrebbero derivare da modificazioni
dell'aferesi contratta del nome Jacopo, ma è pure possibile che
derivino da soprannomi originati dal fatto di essere il capostipite monco.
COZZAGLIO
Cozzaglio è specifico del bresciano, di Tremosine in particolare,
dovrebbe derivare da un nome di località non meglio identificabile.
COZZOLINO
Cozzolino è tipico campano, con un ceppo anche nel Lazio e
nel cosentino, si tratta di una forma ipocoristica dell'aferesi sincopata
di nomi come Jacopo.
COZZUBBO
CUZZUBBO
Cozzubbo è tipicamente siciliano, di Giarre e Paternò nel
catanese, Cuzzubbo, quasi unico, ha qualche presenza nel napoletano e nell'area
messinese e catanese, dovrebbero derivare da un soprannome basato sul termine
dialettale cuzzùpu, che significa
sia paniere largo e privo di manici,
sia, come estensione, ragazzotto piccolo di statura,
e forse questa potrebbe essere l'origine del soprannome riferito ad un
capostipite molto basso.
COZZULA
Tipico del sassarese, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal
vocabolo sardo cozzula (focaccia).
COZZUOL
Cozzuol, assolutamente rarissimo, parrebbe del trevigiano, potrebbe derivare
da una forma dialettale aferetica contratta di un ipocoristico complesso
del nome Iacopo, da Iacopuzzo, Iacopuzzuolo, Cozzuolo e quindi Cozzuol.
CRABA
CRABU
Craba è tipico delle province di Oristano, zona di Zerfaliu (OR),
Siapiccia e Villaurbana, e del sassarese, dintorni di Tula, Crabu, sempre
sardo, è specifico più del cagliaritano, di Cagliari, Mandas
ed Isili, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal vocabolo sardo
craba (capra),
ma è pure possibile che in qualche caso derivino da nomi di località
come Sa Craba nel cagliaritano. (vedi anche CABRAS)
CRACCHI
CRACCO
GRACCHI
GRACCO
Cracchi, molto raro, è bolognese, Cracco è tipicamente veneto,
del veronese e vicentino, soprattutto di Valdagno nel vicentino, ma anche
di Cornedo Vicentino, Arzignano, Vicenza, Brendola, Chiampo, Trissino,
Brogliano, Altissimo e Sovizzo sempre nel vicentino e di Verona, Vestenanova,
San Martino Buonalbergo e Tregnago nel veronese, Gracchi, assolutamente
rarissimo, è presente qua e là nell'Italia settentrionale,
Gracco, leggermente meno raro, sembrerebbe avere un piccolo ceppo in Friuli
ed uno nel napoletano, dovrebbero derivare dal cognomen latino Cracchus
o Gracchus, di cui abbiamo svariati
esempi, uno dei quali è questo: ".. Tiberius
Cracchus cum
comitia consularia habuisset, dicerentque Etrusci augures rem in augurio
experti vitio Coss. creatos fuisse, Gracchusque
ut ineptos et insanos Etruscos incesseret, abiens in provinciam Senatui
rescripsit, veridicos, non autem insanos Etruscos esse. ..".
CRACO'
Cracò è tipicamente siciliano, specifico di San Fratello
nel messinese, con un piccolo ceppo anche nell'agrigentino a Sciacca, dovrebbe
derivare da un soprannome basato sul termine dialettale siciliano cracò
originato da un'alterazione del vocabolo grecanico calcòs
(fabbro), stando così probabilmente
ad indicare quale fosse stata la professione dei capostipiti.
CRAIGHERO
Specifico dell'alto udinese, zona di Ligosullo e
Tolmezzo (UD), deriva dall'essere stati i capostipiti soldati mercenari,
al seguito del colonnello Kreig, questi venivano chiamati all'epoca Kraighers.
CRAMARO
Cramaro, molto molto raro è specifico dell'udinese.
integrazioni fornite da Pietro
Bortolotti
Cramaro è un cognome tipico dell'alto Friuli: i cramàrs
infatti erano coloro (soprattutto originari della Carnia), che si
recavano all'estero a svolgere il mestiere di venditori ambulanti. Il vocabolo
cramars deriva dal tedesco kram,
(merce, roba).
CRAMER
CRAMERI
CRAMERO
CRAMEROTTI
KRAMER
Cramer ha varie presenze sparse qua e là in Lombardia, basso Trentino,
Veneto, udinese ed a Trieste, Crameri, assolutamente rarissimo, sembrerebbe
della Lombardia nordorientale, Cramero è unico, Cramerotti ha un
ceppo trentino ad Aldeno e Trento ed uno ad Aprilia nel latinense, probabilmente
conseguenza dell'emigrazione triveneta in occasione della bonifica Pontina,
Kramer ha varie presenze sparse qua e là in tutta l'Italia settentrionale,
dovrebbero derivare, direttamente o tramite una forma ipocoristica, dal
termine germanico kramer (merciao,
bottegaio, mercivendolo), probabilmente a sottolineare l'attività
dei capostipiti.
CRANCHI
CRANCO
Cranchi, tipicamente lombardo, è concentrato nell'area di Bellagio
nel comasco, anche se presenta un ceppo, probabilmente secondario, a Sermide
nel mantovano, Cranco è quasi unico, di etimologia oscura, si potrebbe
assimilare al termine granchio o cancro, o forse al tedesco kranke (ammalato),
ma senza alcun riferimento concreto.
CRAPANZANO
Crapanzano è tipicamente siciliano, particolarmente concentrato
nel trapanese, agrigentino, nisseno ed ennese, si dovrebbe trattare di
un cognome originario della Catalogna, che vanta anche un casato nobile,
un Palascino Crapanzano sarebbe arrivato in Sicilia dalla Spagna nella
seconda metà del 1200 e si sarebbe posto al servizio di Re Manfredi
di Sicilia, successivamente Guglielmo Crapanzano avrebbe esercitato potere
feudale su Marsala.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Crapanzano è cognome calabrese e siciliano che viene dal toponimo
Carpanzano in provincia di Cosenza.
CRAPULLI
Crapulli, assolutamente rarissimo, parrebbe del materano, di Gorgoglione,
Stigliano e Matera in particolare, dovrebbe derivare dal termine greco
kraipale (gozzovigliare,
darsi ai bagordi), forse a caratterizzare il comportamentio
del capostipite.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Crapulli è un cognome lucano che significa 'capretto.
Fonte: G. Rohlfs, Dizionario storico dei cognomi in Lucania, 1985.
CRASCI
CRASCI'
CRAXI
Crascì, molto raro, è di Tortorici e Capo d'Orlando nel messinese,
Crasci, assolutamente rarissimo, è tipico della Sicilia settentrionale,
Craxi, altrettanto raro, è più specifico della parte orientale
dell'isola, ed è una forma arcaica del precedente, dovrebbero derivare
dal vocabolo greco κρασί (vino)
ad intendere probabilmente che il capostipite di mestiere facesse il vinaio.
Crast, assolutamente rarossomo, è dell'udinese, Crasti, abbastanza
raro, è tipicamente giuliano, di Trieste in particolare,cosi come
il rarissimo Crastich, Crastic è praticamente unico, così
come Krasti, Krastic e Krastich, dovrebbero tutti derivare, direttamente
o nelle tipiche forme patronimiche slave in -ic
o in -ich, dove questi suffissi hanno
il valore di il figlio di, dal cognome
slavo Hrast, a sua volta derivato dal
vocabolo slavo hrast (quercia),
l'origine dovrebbe quindi essere da un soprannome, che potrebbe essere
stato motivato da una particolare robustezza del capostipite, o riferirsi
al valore religioso e spirituale dell'albero e del bosco di querce presso
gli antichi, con un riferimento forse ad una posizione nella gerarchia
religiosa da parte del capostipite, o a una sua vicinanza geografica o
provenienza da una località chiamata Hrast.
CRASTA
CRASTU
CRASTUS
Crasta è tipico del sassarese, di Berchidda in particolare, Crastu
è quasi unico, mentre Crastus sembrerebbe specifico dell'iglesiente,
di Sant'Antioco soprattutto.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CRASTA: abba (acqua)
cràsta: è il liquido
residuo della frangitura e spremitura delle olive. In centro
Sardegna (Nuoro) lo chiamano, s'abba 'e cràstu. Secondo lo studioso
Massimo Pittau deriva dal latino castrum, inteso come pietra, sasso, granito.
In riferimento alla macina o mola di pietra granitica. Questa ipotesi non
convince il Wagner (M. L. Wagner D. E. S.), che opta per il vocabolo latino
crassus = grasso, sporco, oleoso. Il nostro parere si discosta dall'uno
e dall'altro. Sappiamo che i monaci bizantini, non solo importarono molti
innesti di ulivi, ma introdussero in Sardegna tecniche avanzate per ottenere
l'olio dalle olive e dai lentischi. Riteniamo che il termine cràsta
sia arrivato con loro e derivi dal greco κλάω (clào) = frangere,
spezzare, il cui aggettivo verbale è κλαστόσ (clastòs). È
ben vero che la frantumazione avviene con la pietra (il granito), ma tra
castrum e clastòs passa una bella differenza! Non lo ritroviamo
nelle carte antiche come cognome, ma esistono ancora i ruderi (in agro
di Monti) del castello di Crasta, che però è la trascrizione
con metatesi di Castra(vedi Castra o Castro). Attualmente il cognome Crasta,
è presente in 36 Comuni italiani, di cui 11/377 in Sardegna: Berchidda
62, Sassari 12, Cagliari 11, Nule 9, Olbia 6, Pattàda 6, etc. Nel
Continente è Napoli ad avere il maggior numero con 49 Crasta, non
di provenienza sarda, pertanto con etimologia e significato probabilmente
diversi da quelli citati.
CRASTU: per significato ed etimologia vedi Crasta. Il cognome Crastu
è attualmente presente in 3 Comuni d'Italia, di cui 2 in Sardegna:
Ottana 3, San Giovanni Suergiu 3; e 1 nel Lazio a Roma, con 5 presenze.
CRASTUS: per etimologia e significato vedi Crasta. Attualmente è
presente solo in 3 Comuni della Sardegna: Sant'Antioco con 28, Cagliari
con 5, Porto Torres con 3. Su Crastus facciamo una piccola osservazione:
nel gioco delle monete, o, ad esempio, prima di una partita di calcio,
per la scelta del campo, o del calcio iniziale si fa a "testa o croce"
che in sardo si dice a gruxis o grastus (crastus, in alcuni paesi). Le
monete medioevali (anche quelle sarde)solitamente avevano sul diritto i
segni del casato che rappresentavano (ad esempio un castello - qui il termine
deriverebbe da castra o castrum = castello, roccaforte - crastus o grastus)
e sul rovescio la croce (gruxis). Vedi Castro.
CRAVERI
CRAVERO
Craveri è una forma dovuta probabilmente ad errori di trascrizioine
del cognome Cravero che dovrebbe derivare da un soprannome originato dal
mestiere di pastore di capre svolto dai capostipiti.
CRAVOTTA
CRAVERO
Cravotta è siciliano, di San Cataldo e Caltanissetta nel nisseno
e di Barrafranca e Villarosa nell'ennese, dovrebbe derivare da un soprannome
dialettale indicante un'origine croata dei capostipiti.
CREA
CRIA
Crea è un cognome tipico del reggino, Cria, praticamente unico,
è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente,
che dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo greco creas
(carne), forse ad indicare il mestiere
di macellaio.
CREACO
CRIACO
Creaco è specifico del reggino, di Campo Calabro e Villa San Giovanni,
Criaco, più diffuso è specifico di Africo, sempre nel reggino,
potrebbero derivare da un soprannome grecanico per macellaio
(vedi CREA).
CREAZZI
CREAZZO
Creazzi è tipico di Avio (TN), Creazzo è specifico del vicentino
di Vicenza e di Montecchio Maggiore, potrebbero derivare da nomi di località
originate da termini dialettali derivati dal termine latino cretaceus
(cretaceo, dove è presente in
modo massiccio la creta) come ad esempio Creazzo (VI).
CRECCHIO
DE CRECCHIO
DI CRECCHIO
Crecchio è assolutamente rarissimo, Di Crecchio, sempre assolutamente
rarissimo, è anch'esso specifico di Chieti, De Crecchio, comunque
raro, ha un piccolo ceppo a Lanciano e Chieti, sempre nel teatino ed uno
a Napoli, dovrebbero tutti derivare dal nome del paese di Crecchio nel
teatino ed il Di o il De
starebbero ad indicare appunto la provenienza del capostipite da quel paese.
CREDA
CREDI
Creda, quasi unico, sembrerebbe emiliano, Credi, estremamente raro, è
tipico del bolognese e di Montese nel modenese, dovrebbero derivare dal
toponimo Creda (BO).
CREDO
Credo rarissimo è napoletano, dovrebbe derivare da toponimi come
Santa Maria del Credo (CS).
CREMA
Tipico della zona che comprende Lombardia sudorientale e Veneto, presenta
un ceppo anche in Molise, dovrebbe derivare dal toponimo Crema (CR).
CREMAGNANI
Cremagnani è tipico milanese,
possono esserci all'origine del cognome sia legami al toponimo Crema (CR)
che al vocabolo dialettale magnan (stagnaio).
CREMASCHI
CREMASCO
Cremaschi è tipicamente lombardo, dell'area che comprende il milanese,
il bergamasco, il cremonese, il lodigiano ed il pavese, con un piccolo
ceppo anche tra mantovano e modenese, Cremasco è specificatamente
veneto, dell'area tra vicentino e trevisano, dovrebbero derivare o dall'etnico
di Crema (cremasco) o da uno dei tanti
toponimi contenenti la radice cremasco, il cremasco costituiva il confine
dello Stato veneto prima con il Ducato e poi con lo Stato di Milano, quindi
non deve stupire la presenza di cremaschi in Veneto, infatti la libera
circolazione degli uomini era garantita nell'ambito della Serenissima Repubblica
veneta.
CREMASCOLI
Originario del lodigiano, deriva da un soprannome collegato
al toponimo Crema (CR) o a quello di Monte Cremasco (CR).
CREMISI
Cremisi, assolutamente rarissimo, sembrerebbe tipicamente livornese, con
qualche presenza anche nel fiorentino e nel romano, dovrebbe essere di
origine ebraico siciliana, avrebbe origine dall'attività di tintori
tessili svolta dalle famiglie.
CREMONA
Molto diffuso in Lombardia ed Emilia, deriva dal toponimo omonimo.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Cremona è un etnico dal poleonimo Cremona, attestato in iscrizioni
e in autori latini della classicità. L'etimologia è incerta:
il suffisso "ona" è frequente nei toponimi prelatini, la radice
"cram-" potrebbe forse derivare da
"carra" (sasso),
anch'esso prelatino.
CREMONCINI
CREMONI
CREMONIN
CREMONINI
CREMONINO
Cremoncini, assolutamente rarisimo, sembrerebbe aver avuto due ceppi uno
in Lombardia ed uno tra spezzino e carrarese,
Cremoni ha qualche presenza nel veronese e nell'urbinate, un piccolo ceppo
a Livorno, nel livornese, nel pisano ed a Firenze, Cremonin, assolutamente
rarissimo, è veneto, Cremonini sembra tipico emiliano, del modenese
e bolognese soprattutto, Cremonino quasi scomparso, potrebbe essere del
Italia nordoccidentale, dovrebbero derivare, direttamente o attraverso
varie forme ipocoristiche anche dialettali, dal nome medioevale Cremonius,
attribuito sia come riferimento alla città di Cremona, sia come
alterazione del cognomen latino Cremutius
o del nome celtico Greme o della sua
forma francona Kremon, improbabile
un'alterazione del cognome ebraico Cremona. Troviamo tracce di queste cognominizzazioni
a Padova nel 1600 con Cæsar Cremonius (1550-1631) il Cesare Cremonini che fino al 1631 insegnò
filosofia aristotelica ad indirizzo averroistico, troviamo poi nel 1700, nel reggiano,
il nobile casato dei Cremonini.
CREMONESE
CREMONESI
Cremonese ha un nucleo veneto e ceppi nel pescarese e nel basso Lazio,
Cremonesi, probabilmente originario di Cremona, è diffusissimo in
tutta la Lombardia, dovrebbero derivare dall'etnico di Cremona.
CRENNA
Molto raro è tipico del varesotto, deriva dal toponimo Crenna di
Gallarate (VA), della famiglia Crenna si hanno tracce nel varesotto già
nel 1500.
CREPALDI
CREPALDO
Crepaldi è tipico di Lombardia, milanese e varesotto e Veneto, veneziano
e rovigoto, Crepaldo sembrerebbe unico, dovrebbero derivare da una forma
contratta del nome medioevale Garipaldus,
di cui abbiamo un esempio nella Historia Langobardorum
di Paolo Diacono: "...unde Garipaldus
transiturus erat, evaginatum ensem sub amictu tenens, cum iuxta eum Garipald
venisset, ut pertransiret, ipse, elevato amictu, toto adnisu eodem ense
in cervice percussit caputque eius protinus amputavit....", ma potrebbe
anche derivare da toponimi come Crepaldo (VE).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Crepaldo è un cognome veneto che dovrebbe deriva dal nome germanico
Haribald, (per
il mutamento C/H si veda CLODOVEO < Hlod-). Non esclusa però
una derivazione dal toponimo Crepaldo in provincia di Venezia. Olivieri
159.
integrazioni fornite da Emanuele
Crepaldi - Adria (RO)
Ho condotto un'indagine presso l'archivio anagrafico della chiesa Santa
Maria Assunta di Adria (RO). Esistono documenti risalenti al 1264 (circa);
dalla consultazione del 3° libro (dal 1290 circa e successivi) si possono
trovare registrate le nascite dei primi Crepaldo. Con il passare
degli anni le nascite di bambini con cognome Crepaldo vanno in progressivo
aumento dai 50-60 ogni 10 anni dagli inizi del 1600, fino ai 140 (sempre
ogni 10 anni) del 1798. Tutti gli atti di nascita dopo tale data venivano
trascritti in italiano e non più in latino e il cognome divenne
Crepaldi. Da notare che un ceppo dei Crepaldo tuttora esistente si trova
nel Veneziano in particolare a San Donà di Piave. ad Eraclea fu
dato il nome anche ad una località Ponte Crepaldo. Mi è
stato tramandato da generazioni che i Crepaldo arrivarono a Venezia nel
secolo 13°, ma che a causa di due gravi pestilenze si diffusero inizialmente
sul territorio di Adria e Cavarzere e poi successivamente su tutto il territorio
Veneto e italiano. Esisteva anche una pergamena tramandata da generazioni
e poi andata perduta a causa dei frequenti traslochi, che dava la cittadinanza
ai primi Crepaldo.
CREPAX
CREPAZ
Crepax, molto molto raro, sembrerebbe veneziano, Crepaz è tipico
dell'Alto Adige, di Brunico e Bolzano, potrebbero derivare dal nome della
località Crepaz di Livinallongo o della Malga Crepaz nei pressi
di Campolongo, entrambe nel bellunese.
CRESCENZI
CRESCENZIO
CRESCENZO
Crescenzi ha un grosso nucleo a Roma, Frosinone e tra Lazio ed Abruzzo,
un ceppo nel salernitano ed uno nel foggiano, Crescenzio ha due ceppi uno
padovano ed uno brindisino, Crescenzo sembrerebbe specifico del salernitano,
derivano dal nomen latino Crescentius
di cui abbiamo un esempio in San Crescenzio martirizzato sotto Diocleziano.
CRESCI
CRESCINI
CRESCIO
CRESCITELLI
Cresci, non molto comune, sembra avere un ceppo in Toscana, nel fiorentino
e nel massese ed uno in Basilicata, Crescini sembra tipico del bresciano,
con un ceppo anche nel parmense, Crescio, molto raro, ha un ceppo tra alessandrino
e genovese ed uno, probabilmente secondario, nel sassarese, Crescitelli,
molto raro, è specifico di Altavilla Irpina (AV), dovrebbero derivare
dal nome medioevale Crescius di cui
si hanno tracce ad esempio a Firenze nel V° secolo con un vescovo con
questo nome; si ricorda il beato Crescio, terziario francescano, nato a
Foligno nel 1243, o anche nel 1500 in una lettera leggiamo: "Nicolaus
Crescius Florentinus monachus cisterciensis
Antonio Lanfredino Florentino civi illustri salutem. Multa quidem sunt,
Antoni Lanfredine, et in philosophia et in theologia, cum obscure dicta,
tum ad cognoscendum difficilia....". Esempio di questa cognominizzazione
lo si ha a San MIniato (FI) nel 1480 con il vicario Andrea Cresci di Crescio.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Crescini è cCognome veneto; per Olivieri 134 potrebbe derivare
da Criscino, nome di Santo (sec. III).
CRESCIMANNI
CRESCIMANNO
CRISCIMANNI
CRISCIMANNO
Crescimanni, assolutamente rarissimo, parrebbe della Sicilia occidentale,
Crescimanno, un poco meno raro, è di Palermo e del palermitano,
Criscimanni ha un ceppo a Roma, Criscimanno, estremamente raro è
siciliano, potrebbero derivare da una fusione del termine greco krasi (vino)
con il termine medioevale di origine germanica manno (uomo) ed intendere
che il mestiere del capostipite era quello di vinaio.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Molto opinabile l'interpretazione di G. Rohlfs 88 che suggerisce la
derivazione dal toponimo Crescimanno in provincia di Agrigento (che non
esiste) o, in forma dubitativa, dal napoletano criscemunno
= crescimento (?). Più probabile invece la derivazione germanica,
originariamente forse Kressmann/Cressmann,
sulla cui interpretazione vi sono diverse teorie: secondo una, il nome
verrebbe dal termine Kresse, un tipo
di pesce, secondo un'altra verrebbe dallo slavo e avrebbe la
stessa origine del cognome polacco Karczmarz
(oste). Anche il cognome Kretschmann viene dal temine slavo 'kretscham' = osteria.
CRESCIMBENE
CRESCIMBENI
Crescimbene è molto raro e sembrerebbe romano, Crescimbeni un pò
più diffuso sembre avere più ceppi, nel bresciano, nel fiorentino,
nel maceratese ed in provincia di Roma, dovrebbero derivare da un nome
beneaugurale. Tracce di questa cognominizzazione si hanno a Macerata
nel XIII° secolo con il poeta Giovanni Battista Crescimbeni, personaggio
illustre è stato anche Giovanni Mario Crescimbeni, letterato maceratese
del 1600 autore della Historia della volgar poesia.
CRESPI
Tipicamente milanese, diffusissimo
a Busto Arsizio (VA), esiste un ceppo anche in provincia d'Imperia, deriva
da soprannomi legati a toponimi quali Crespi d'Adda (BG), o a caratteristiche
somatiche, quali il tipo di capelli. Nel 1550 troviamo Pietro
Antonio Crespi, nativo di Busto Arsizio, che venne ordinato sacerdote
dall'Arcivescovo Carlo Borromeo e che divenne nel 1581 parroco di Morazzone
(VA), nel 1585 fu eletto Prete Canonico nel Borgo di Busto Arsizio, sempre
a Busto Arsizio (VA), nel 1600, troviamo un notaio di nome Francesco
Crespi de Roberti, e un nobile avvocato Gabriele
Crespi, pittore famoso, grande protagonista della pittura milanese,
fu Daniele Crespi, detto il Raffaello Lombardo,
nacque a Busto nel 1597 e morì di peste a Milano nel 1630. Fu uno
dei maggiori artisti del '600 lombardo.
CRESPIATICO
Originario della zona tra le provincie
di Cremona e di Lodi, deriva da un soprannome derivato dal toponimo Crespiatica
(LO).
CRESTA
CRESTE
CRESTI
CRESTO
Cresta ha un ceppo tra alessandrino e genovese, uno nel ternano ed uno
nell'avellinese, Creste è quasi unico, Cresti è decisamente
toscano, Cresto è tipico del torinese, si dovrebbe trattare di forme
dialettali arcaiche del nome Christus.
CRESTANI
CRESTANINI
Crestani è molto diffuso in tutto il settentrione, soprattutto
nel Veneto e nel vicentino in particolare, Crestanini, assolutamente rarissimo,
è specifico dell'area veronese, mantovana, la derivazione etimologica
non è chiara, essendo molte le possibili origini, direttamente o
tramite una forma contratta dell'ipocoristico del nome
Cristiano, al vocabolo dialettale veneto
per marito, maritino, all'etnico di paesi come
Cresta in Alto Adige, e così via.
CRETA
CRETAIO
Creta è tipico del viterbese, di Vasanello e Gallese e di Roma,
con un ceppo anche a Cusano Mutri e San Salvatore Telesino nel beneventano
ed a Pietravairano nel casertano, ed uno a Lucera nel foggiano, Cretaio, assolutamente rarissimo, potrebbe essere del ternano, dovrebbero
derivare dal mestiere di estrattore di creta o di argilla, sia per usi edili
che per scultura, svolto dai capostipiti, per il ceppo campano e pugliese si potrebbe anche ipotizzare un'origine
dal nome antico della città di Creta, si potrebbe allora trattare
di capostipiti, cittadini della Repubblica di Venezia, costretti a fuggire
dall'isola di Creta, dominio veneziano, a seguito dell'invasione da parte dei turchi avvenuta
nel 1669.
CRETELLA
CRETELLI
CRITELLI
CRITELLO
Cretella anche se ha un ceppo romano, che potrebbe derivare dal nome della
località di Porta Cretella nel romano, è tipicamente campano,
di Napoli e Casalnuovo di Napoli nel napoletano, di Succivo e Sant'Arpino
nel casertano e di Scafati, Maiori, Amalfi ed Atrani nel salernitano, Cretelli
è praticamente unico, Critelli è tipicamente calabrese, di
Catanzaro soprattutto e nel catanzarese di Tiriolo, Simeri Crichi, Marcellinara
e Gimigliano, di Cariati nel cosentino e di Crotone, Critello, assolutamente
molto più raro, è specifico di Catanzaro, dovrebbero tutti
derivare da forme ipocoristiche del nome greco Kretheus,
nome del re mitologico di Iolco, città da cui partì la spedizione
degli Argonauti.
CRETI
Creti sembrerebbe un cognome salentino, con un ceppo anche in Romagna ed
in Toscana, che potrebbe derivare dal toponimo Creti di Budrio nel bolognese,
e Creti di Cortona nell'aretino, o dalle Creti senesi, un ceppo a Roma
ed a Milano, probabilmente secondari, al sud il cognome potrebbe derivare
dal nome latino Cretheus o direttamente
dal nome greco originario Κρηδεΰς
ricordiamo con questo nome il mitologico nonno del famoso Giasone del vello
d'oro, Creteo eroe tessalo, figlio di Eolo ed Enarete, fratello di Salmoneo
ed Atamante, ma molto più probabilmente deriva dal nome di Creti
(Creta), l'antico nome della
città di Candia, l'attuale Ηράκλειο., probabile luogo d'origine del capostipite.
CREUSO
Creuso è un cognome tipico del padovano, di Piove di Sacco, Battaglia
Terme e Montegrotto Terme soprattutto, potrebbe derivare da Creusus,
nome portato ad esempio da un re della Lidia nella seconda metà del
VI° secolo avanti Cristo, molto più famosa è la forma
femminile di questo nome Creusa, nome
della moglie di Enea e madre di Ascanio.
CREVANI
Crevani, molto molto raro, è tipico del basso vogherese, ai confini
con il piacentino, zona di Zavattarello e Romagnese (PV), dovrebbe derivare
da un nome di località individuato da una creva (crepa, fenditura
nel terreno).
CREVATIN
CREVATINI
Crevatin è tipico della Venezia Giulia, di Trieste e Muggia, starebbero
ad indicare una provenienza croata cioè dovrebbero identificare
i capostipiti come originari della Croazia, ma è pure possibile
un'origine comunque balcanicai, quasi unico, è del goriziano, dovrebbero
indicare una provenienza croata, cioè dovrebbero identificare i
capostipiti come originari della Croazia, ma è pure possibile un'origine
comunque balcanica (vedi anche CROATI).
CRIALESI
Due i ceppi uno in provincia d'Ancona,
uno in provincia di Roma, potrebbe essere stato originato dal toponimo
Crio (FE).
CRIBIO
Molto raro è specifico del milanese, della zona di Rescaldina, potrebbe
derivare da un soprannome originato da una storpiatura del nome di Cristo.
CRICCA
Cricca ha quattro ceppi distinti, uno molto piccolo nel veronese a Mozzecane,
uno a Carrara e Massa, uno nel ravennate a Lugo, Ravenna e Massa Lombarda
e ad Imola nel bolognese, ed uno a Castelpagano nel beneventano, dovrebbe
derivare dal nome, soprannome medioevale Cricha
di cui abbiamo un esempio nel registro dei morti di peste nella bergamasca
dell'anno 1512, dove tra l'altro si legge: "...La
sorella del Cricha,
fiola de Michel da Castion...".
CRICCHIO
LO CRICCHIO
Sia Cricchio che Lo Cricchio sono siciliani, Cricchio è specifico
di Palermo, con un piccolo ceppo nel trapanese a Mazara del Vallo ed Alcamo,
Lo Cricchio è specifico del palermitano, di Terrasini, Palermo,
Carini, Partinico e Monreale, dovrebbero derivare da soprannomi basati
sul termine dialettale siciliano cricchio
(capriccio), forse a sottolineare caratteristiche
particolari dei capostipiti.
CRICELLA
CRICELLI
Cricella, praticamente unico, è calabrese, Cricelli è tipicamente
calabrese, di Catanzaro, di Caulonia e Roccella Ionica nel reggino e di
Ricadi nel vibonese, dovrebbero derivaare da un soprannome grecanico basato
sul termine greco antico cricellion
(piccolo anello o cerchio), forse ad indicare nei capostipiti dei produttori di braccialetti.
CRIFASI
CRIFO
CRIFO'
Crifasi, tipicamente siciliano del palermitano, di San Cipirello e Palermo, con presenze anche nel trapanese, Crifo, quasi unico, dovrebbe essere il prodotto di errate trascrizioni
del cognome Crifò, che è tipicamente siciliano del messinese,
di Gioiosa Marea, Messina e Patti, con un ceppo anche a Lentini nel siracusano
ed a Catania, e che dovrebbero derivare da un soprannome grecanico basato
sul termine greco antico κρυφαΐος kryfaios
(nascosto, clandestino, segreto), forse
ad indicare che il capostipite fosse un tipo molto riservato, o che provenisse
da un luogo segreto.
CRIM
CRIMI
KRIMI
Crim, ormai scomparso in Italia, era presente a Palermo nei primi del 1900,
Crimi è decisamente siciliano, molto diffuso nel messinese e catanese
e nel trapanese, Krimi sembrerebbe unico, dovrebbero derivare dal nome
greco Klimis
(Clemente), dove per un fenomeno di
rotacismo la elle si è modificata in erre, ma è pure possibile una derivazione dal nome arabo K'rim, Karim.
CRIMALDI
CRIMALDO
Crimaldi è decisamente siciliano di Palermo e di San Marco D'Alunzio,
Sant'Agata di Militello e San Pier Niceto nel messinese, e di Mazara del
Vallo nel trapanese, con un grosso ceppo anche nel napoletano ad Acerra,
Brusciano e Napoli, Crimaldo, che parrebbe unico, è sicuramente
campano, dovrebbero derivare da alterazioni dialettali del nome medioevale
franco Grimald o del nome longobardo
Grimoald.
CRIPPA
Cognome tipicamente lombardo ha
una presenza significativa anche in Liguria, dovrebbe derivare da soprannomi
legati al toponimo Crippa (CO).
integrazioni fornite da Andrea
Balzarotti
Il cognome Crippa è un toponimo antichissimo, prelatino. Klapp/Krapp
= roccia, sasso e lo si ritrova nel
milanese ciapp, ciapèl
cioè coccio, terracotta; nel
cantone svizzero ticinese ciapa = sasso,
roccia; nel friulano klapp
e nel canavesano ciapera con il significato
di luogo ciottoloso. Crippa è una frazione di Sirtori. Nell'elenco
del 1377 delle casate nobili milanesi, più volte ricordato, si trova
una famiglia de Creppa. Nell'elenco dei Nocevento dell'Aurea Repubblica
Ambrosiana appare un solo de Creppa. Il cognome si è, dunque, diffuso
più tardi in Brianza.
CRISA'
Crisà è decisamente siciliano, del messinese, in particolare
di Patti e Capo d`Orlando e di Palermo, con un ceppo anche nel crotonese
a Petilia Policastro, potrebbero derivare dall'idronimo Chrysas,
attualmente chiamato Del Dittaino, che è un fiume della Sicilia
centrale, importante affluente del Simeto, e che si potrebbe ipotizzare come possibile luogo d'origine della famiglia, ma è pure possibile che
derivino dal nome del dio neogreco Chrysas,
che veniva venerato in Sicilia come dio dei buoni auspici, dio citato da
Cicerone nelle Verrinae, e con il qual
nome sarebbe stato chiamato il capostipite, secondo altri deriverebbe invece
dal termine greco chrysòs (oro)
ad intendere quindi un mestiere probabile di orefice.
CRISAFI
CRISAFIO
Crisafi è siciliano, del catanese e messinese in particolare, Crisafio,
assolutamente rarissimo è ormai presente solo nel romano, in Toscana
e nel nord milanese, ma il ceppo originario è molisano o calabrese,
derivano dal nome greco Chrysophalos
(Macarius Chrysophalus). Traccia di questa cognominizzazione la troviamo
in Sicilia verso la seconda metà del 1300 con il messinese Calogero
Crisafi, che nel 1398 divenne Barone di Comiso.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Crisafi è cognome siciliano dal cognome greco Chrysáphis;
si veda il sostantivo 'krisáfi'
= 'oro', del dialetto grecanico della
zona di Bova in Calabria e il neogreco 'chrysáphi'
con lo stesso significato. Rohlfs 77.
CRISAFULLI
Crisafulli è tipico della Sicilia orientale, messinese e catanese,
deriva dal nome greco Chrysophalos. (vedi Crisafi)
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Crisafulli è cognome siciliano vezzeggiativo di Crisafi,
dal greco chrysaphúllion = piccolo
oro. Rohlfs 77.
CRISALDI
Assolutamente rarissimo sembrerebbe
originario della zona di confine tra pavese e milanese, deriva dal nome
longobardo Crisaldo o Crisoaldo.
CRISANTE
CRISANTI
CRISANTO
CRISANZIO
Crisante è specifico dell'area pescarese in Abruzzo, di Montesilvano
e Pescara in particolare, ma anche di Cepagatti, Pianella e Spoltore, Crisanti
sembra avere due zone d'origine, in Umbria e nell'alto Lazio e nel palermitano,
Crisanto, molto raro, non si riesce ad individuarne una zona d'origine,
Crisanzio, praticamente unico, è pugliese, dovrebbero tutti derivare
dal nome greco Chrysantos, o dal suo
corrispondente latino Chrisante, di
cui abbiamo un ricordo nelle giaculatorie in latino: "...Sancte
Sebastiane intercede pro eo Sancte Chrisante
intercede pro eo Sancte Hermes intercede pro eo...", ricordiamo
San Crisanto martire romano del terzo secolo, questo nome veniva usato
ad esempio nel 1700 a Rodi Garganico (FG), dove troviamo un certo Crisanto
Iacullo citato in una lapide votiva.
integrazioni fornite da Adriano
Crisanti
Il cognome Crisanti probabilmente proviene dal greco Crisantos (crisos
= dorato e antos = fiore). Si ritrova nel Trimalcione di Petronio, citando
ai fratelli Crisantos.
CRISCI
Probabilmente originario delle provincie di Napoli e Caserta, potrebbe
derivare dal toponimo Crisci nel casertano, ma non si può comunque
escludere che possa anche derivare dal cognomen latino Criscius
o Crixsius, nel 1200 ad Amalfi troviamo
un Criscius Amalfitanus magister procurator, ad Afragola, in una sentenza
del 1271 è citato in qualità di coimputato un Criscius de
Presbitero.
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Il cognome Crisci, alla cui base sta una forma imperativale del verbo
latino cresco, viene dal personale
medievale Crissius e Crescius,
diffusi in tutta Italia. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
CRISCINO
Criscino è specifico di Vittoria nel ragusano, dovrebbe derivare
dal nome grecanico Chrysinos, probabilmente
portato dal capostipite, nome che dovrebbe significare fatto d'oro, preziosissimo.
CRISCIONE
Cognome siciliano, con un nucleo in provincia di Ragusa e Catania, forse
con un ceppo anche in provincia di Caserta, potrebbe derivare da un soprannome
originato da una modificazione dialettale del vocabolo crescione
(tipo di pianta), ma è pure
possibile una derivazione dal cognomen latino Criscius.
(vedi Crisci)
CRISCITI
CRISCITO
Crisciti è quasi unico, Criscito è assolutamente rarissimo,
sembrerebbero entrambi del salernitano, dovrebbe trattarsi, secondo l'uso
greco con terminazione in -ita, di
etnici del paese di Crisci nel casertano, probabile luogo d'origine dei
capostipiti.
CRISCONIO
Crisconio, assolutamente rartissimo è proprio
del salernitano, dovrebbe derivare dal nome latino Crisconius di cui abbiamo
un esempio nell'anno 435: "...Nam Crisconius
Villaregiensis episcopus, plebe sua derelicta, Tuburniensem invasit ecclesiam,
et usque hodie commonitus, secundum quod statutum fuerat relinquere eandem
quam invaserat plebem contempsit adversus statuta quae pronuntiata fuerant....".
CRISCUOLO
Di origine campana, probabilmente
dell'areale tra Napoli e Salerno, già nel 1500 un pittore originario
di Gaeta portava questo cognome.
CRISONA'
Crisonà, quasi unico, sembrerebbe calabrese, potrebbe derivare dal
nome greco Crisone, nome di un maratoneta che disputò molte olimpiadi
tra il quinto ed il quarto secolo prima di Cristo, ma potrebbe anche semplicemente
derivare da un soprannome originato dalla contrazione e modificazione del
vocabolo greco chrysafenios (dorato),
forse ad indicare il mestiere di orafo svolto dal capostipite.
CRISOSTOMI
CRISOSTOMO
Crisostomi ha un ceppo principale a Terni con derivazioni nel Lazio, Crisostomo,
molto molto raro, sembrerebbe specifico di Tricase (LE), deriva dal nome
Crisostomo derivato dal latino di origine bizantina Chrysostomus
(originariamente un soprannome che significava bocca d'oro), ricordiamo
San Giovanni Crisostomo (345 ca.-407): "...Unum
itaque dicens, omnia declaravit; at vero Matthaeus et Marcus et vestitu
et cinctu et cibo prophetam declarare voluerunt. Chrysostomus.
Verbum autem Dei hic mandatum esse dicitur....".
CRISPI
CRISPINI
CRISPINO
CRISPO
Crispi diffuso a macchia di leopardo in tutto il sud ha un ceppo importante
in Sicilia nel catanese, Crispini rarissimo sembrerebbe umbro, Crispino
diffuso in tutto il sud ha un ceppo nel napoletano e casertano, uno nel
cosentino ed uno nel catanese, Crispo ha un ceppo in Campania ed uno in
Calabria, derivano tutti dal cognomen latino Crispus o dal suo diminutivo Crispinus, questo nome è citato ad esempio da Svetonio: "...Passienus
Crispus, municeps Viselliensis, tirocinio
suo in senatu ita coepit:..." storico latino vissuto nel I°
e II° secolo d.C., mentre il secondo viene ricordato dal Console romano
dal 354 al 351 a.C. Titus Quinctius Poenus Capitolinus Crispinus.
integrazioni fornite da Maurizio
Crispini
Ho fatto delle ricerche genealogiche: il mio ceppo risiede dal 1450/1500
nelle Marche in provincia di Macerata; penso che il ceppo umbro maggiormente
localizzato a Spoleto derivi dal nostro ma ovviamente non c'è sicurezza
per scarsità d'informazioni.
CRISPOLDI
CRISPOLTI
Crispoldi, molto raro, sembrerebbe tipicamente umbro, con un ceppo
a Terni ed uno a Spoleto nel perugino, una buona presenza a Roma è
probabilmente non secondaria, Crispolti, ancora più raro, ha un
ceppo a Perugia ed uno a Roma, dovrebbero derivare dal nome medioevale
Crispoldo, santo il cui culto è
presente nel perugino, ricordiamo che San Crispoldo da Gerusalemme, martirizzato
nell'anno 58, fu il primo vescovo di Foligno nel perugino.
CRISTADORO
Cristadoro ha un ceppo romano ed uno, molto piccolo, nel palermitano, dovrebbe
derivare dal nome medioevale Christadorus,
di cui abbiamo un esempio d'uso in un atto pugliese dell'anno 1111: "In
nomine Domini eterni salvatoris nostri Iesu Christi atque Spiritus Sancti.
Ego Fulco de Balungerio notum facio quoniam domnum Christadorum
Ammiratum et preco nobilissimum me requisisse
de casale quod alias fuit Kiccini Porcelli quod dicitur Sancti Apollinaris
et est secus fluvium Conchilis in iis mansis ...".
CRISTALDI
Cognome siciliano, tipico del catanese,
con un ceppo secondario tra brindisino e leccese, forse ha un ceppo anche
nella Calabria settentrionale, deriva dal nome longobardo Cristaldo. Troviamo
verso la fine del 1400 nel brindisino un Cristaldo Panza, tra i notabili
della marca brindisina. La cognominizzazione di questo nome è già
riscontrabile nel 1500, a Lecce troviamo una Caterina Castaldo, di probabile
origini siciliane.
CRISTALLI
CRISTALLINI
CRISTALLINO
CRISTALLO
Cristalli ha un ceppo a Piacenza e nel piacentino, uno nel marchigiano
a Cerreto d`Esi (AN) ed uno pugliese a San Severo (FG), Cristallini ha
un ceppo a Perugia ed uno a Roma, Cristallino, molto molto raro, parrebbe
campano, Cristallo è tipico della zona tra Altamura (BA) e Matera,
con un ceppo anche a Barletta (BA), dovrebbero tutti derivare dal nome
tardo medioevale Crystallus o Cristallo,
simbolo di purezza e di bellezza.
CRISTANI
CRISTANO
Cristani oltre al nucleo veronese ha un ceppo anche nel mantovano e nel
bresciano, Cristano è quasi unico, dovrebbero derivare dal nome
medioevale Christanus di cui abbiamo un esempio nell'anno 1183: "Anno
dominicae incarnationis MCLXXXIII Christanus,
archiepiscopus Moguntinus, moritur in transalpinis partibus, preliator,
sicut dicunt, opinatissimus, qui uicem gesserat plenam imperatoris siue
in expedicionibus, siue in omnibus regni negociis...".
CRISTI
CRISTO
Cristi ha un ceppo a Ferrara ed a Bologna, ed uno molto piccolo a Naro
nell'agrigentino, Cristo ha un ceppo sull'isola di Ponza nel latinense,
uno a Napoli ed uno a Tortolì nell'Ogliastra e ad Olbia, potrebbero
derivare per apocope da capostipiti di nome Christophorus
o Christobolus, o aventi proprio il
nome greco Christos.
CRISTIANI
CRISTIANO
Cristiani sembra avere un ceppo
nel bolognese, uno nel sud milanese e pavese ed uno nel Lazio, Cristiano,
specifico meridionale, con un importante nucleo nel napoletano, derivano
dal nome Cristianus, in uso presso i Franchi già ai tempi di Carlo
Magno, si cita a titolo di esempio: "...Eo tempore
erat quidam de Lothariis nomine Cristianus,
qui videns regi cuncta prospere procedere, quaesivit,..."; riferendosi
ad avvenimenti del 1165, leggiamo: "...Cristianus
cancellarius et comes Gonzolinus ceperunt Maritimam et Campaniam, praeter
Anagniam quam devastaverunt..."
CRISTINA
CRISTINI
CRISTINO
Cristina ha un ceppo tra varesotto e verbanese ed uno in Sicilia tra messinese
e palermitano, Cristini ha un ceppo nella Lombardia orientale, soprattutto
nel bresciano e nel vicino veronese ed un ceppo nel Lazio centromeridionale,
soprattutto nel romano e nel frusinate, Cristino invece sembra specifico
dell'avellinese, del foggiano e del barese, dovrebbero derivare dal nome
medioevale Christinus di cui abbiamo
un esempio in questo testo del 1291: "..super cameram
sitam super operatorium domus quondam Christini
barbitonsoris predicti..".
CRISTINZIO
DI CRISTINZI
DI CRISTINZIO
Cristinzio è caratteristico di Monteroduni in provincia di Isernia,
Di Cristinzi è specifico di Montaquila, sempre nell'iserniese, Di
Cristinzio, sempre molisano, sembrerebbe unico, dovrebbero derivare direttamente
o tramite forma patronimiche dove il Di- sta per il figlio di, dal nome
medioevale Christinius o Christintius,
una forma arcaica nel nome che diventerà poi Cristiano o Cristino,
molto più diffuso nella sua forma femminile Cristina.
CRISTADORO
CRISTODARO
CRISTODORO
Cristadoro ha un ceppo a Roma e presenze distribuite in tutta la Sicilia,
Cristodaro ha un ceppo ad Isola di Capo Rizzuto nel crotonese ed uno nel
palermitano a Polizzi Generosa e Palermo, Cristodoro ha un piccolo ceppo
nel napoletano ed uno ancora più piccolo nel palermitano, tutti
questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o attraverso alterazioni
dialettali, dal nome greco Cristòdoros,
che significa dono di Cristo.
Cristofaletti, molto raro, ha un ceppo nel veronese, Cristofali è
unico, Cristofalo ha ceppi al sud, nel palermitano, nel cosentino, catanzarese
e crotonese, nel tarentino e nel Salento, Cristofoletti ha un ceppo nel
Trentino ed uno nel bresciano, presenta un ceppo anche nel varesotto a
Venegono Superiore, Cristofoletto, molto molto raro, parrebbe del trevisano,
di Monastier di Treviso in particolare, Cristofoli ha un ceppo nel veronese
ed uno nel veneziano, trevigiano e nel Friuli, Cristofolini ha un ceppo
trentino a Trento, Fornace e Pergine Valsugana, con presenze, probabilmente
secondarie, nel bresciano, Cristofolo, assolutamente rarissimo, è
trevigiano, derivano tutti direttamente o tramite ipocoristici dal nome
bizantino Christophalus
o Christopholus, forme arcaiche per
Cristoforo, o anche da alterazioni del nome Christopoulos
(figlio di Cristo).
CRISTOFANI
CRISTOFANO
Cristofani è specifico dell'Italia
centrale, sembrerebbe avere più ceppi, nel Lazio, in Romagna e nel
lucchese, Cristofano, decisamente più raro, sembra tipico del Molise
ai confini con la Campania, dovrebbero derivare dal nome beneaugurale Christhophanus.
L'uso della forma volgare di questo nome è già in auge a
Pisa nei primi anni del 1400, dove Cristofano di Gherardo di Dino, maestro
d'abaco, scrive nel 1446 la sua Pratica geometriae
: "...Qui incomincia la pratica della geometria di
M.o Lunardo Pisano ...". Il cognome Cristofani era già in
uso nel 1500, quando a Lucca operava il notaio Nicolao Cristofani i cui
registri sono conservati nell'archivio di Stato di Lucca.
Cristofari ha un nucleo importante nel Lazio ed un ceppo non secondario
nel vicentino, Cristofaro è tipico del sud, Cristoferi, molto raro,
ha un ceppo nel ravennate ed uno nel vicentino, Cristofero è praticamente
unico e probabilmente si tratta di un errore di trascrizione di Cristofaro,
Cristoforetti è specifico del trentino, di Avio in particolare,
ma anche di Rovereto, Trento, Taio e Mori, Cristofori ha un nucleo emiliano
tra bolognese e ferrarese ed uno nel viterbese, Cristoforoni, assolutamente
rarissimo ha presenze in Liguria ed in Lombardia, derivano tutti, direttamente
o tramite ipocoristici o accrescitivi, dal nome bizantino Christopharus
o Christophorus vedi ad esempio il
famosissimo Christophorus Colombus, le forme con il Di-
stanno ad indicare le famiglie di figli di un Christophorus o Christopharus. Tracce di questa cognominizzazione
le troviamo a Vicenza con il testamento Castellini Cristofaro, datato 16
giugno 1502, a Canelli (AT) nel 1600: "...don Antonio
Cristofari
curato, et parocho di San Marciano
alli molto magnifici signori Consiglieri della Cità di Canelli...".
Crivellari e Crivellaro sono del nord, Crivelli è specificatamente
lombardo, Crivellini è presente qua e là nell'Italia centrosettentrionale,
con un piccolo ceppo in Emilia ed uno a Roma, Crivellino, quasi unico,
sembrerebbe ligure, Crivello è specifico invece del palermitano
soprattutto e del trapanese, questi cognomi potrebbero derivare, direttamente
o tramite ipocoristici, da soprannomi originati dal vocabolo dialettale
antico crivell
(stampo per dar forma ai cappelli)
e potrebbero far quindi riferimento al mestiere di cappellaio, come
potrebbero essere legati al vocabolo crivello
(setaccio) ed essere quindi indicatori del mestiere di mugnaio svolto dal capostipite.
integrazioni fornite da Andrea
Balzarotti
Il cognome Crivelli si potrebbe far risalire ai crivelli
cioè ai setacci: fabbricanti dunque. Il più antico rappresentante
sinora ritrovato è un Pietro fu Arderico "qui dicitur Cribello"
che appare in una pergamena milanese del 1086. Abbiamo poi Uberto Crivelli,
vescovo di Vercelli, arcivescovo di Milano nel 1186 e poi papa col nome
di Urbano III. Tra i cavalieri lombardi che aiutarono il comune di Alba
in guerra nel 1229 c'è Petrus Crivellus qui habitat in loco Parabiago.
Fra i prigionieri della battaglia di Cortenova (1237), fatti da Ferico
II e mandati nel regno di Napoli, compaiono ben sette Crivelli. Nel giuramento
di fedeltà prestato dai Milanesi alla Santa Sede, nel 1266, vi sono
otto Crivelli. Nell'elenco delle schiatte nobili milanesi del 1377
sono rappresentati ben quattro rami della famiglia: de Cribellis, de Cribelli
de Parabiago, de Cribellis de Uboldo, de Cribellis de Narviano. Sono presenti
nel Consiglio dei Novecento dell'Aurea Repubblica Ambrosiana (1447) in
dodici. Saranno poi presenti presso la corte sforzesca: nel 1497 Ludovico
Sforza dona il feudo di Nesso e la sua pieve all'amante Lucrezia Crivelli;
sono inoltre elencati in otto tra i 41 a cui Luigi XII, re di Francia,
confisca i beni il 25 agosto 1500. Sono iscritti nella Matricola dei Mercanti
di lana di Milano in venti tra il Trecento ed il Cinquecento.Il Casanova,
nel suo Dizionario Feudale, riporta: 1647, il feudo di Rancate, Ponte d'Albiate,
Calò, Rosnigo; Briosco ecc., è concesso a Tiberio Crivelli;
1655: il feudo d'Agliate è concesso a Flaminio Crivelli col titolo
di marchese; 1655: il feudo di Verano con Robbiano è concesso al
marchese Flaminio Crivelli; 1669: il feudo di Nerviano è concesso
al capitano Prospero Crivelli; 1676: il feudo di Varedo con Masciago è
concesso al giureconsulto collegiato questore marchese Flaminio Crivelli; 1677
il feudo della corte di Casale con Canzo, Caslino, Castelmarte, Proserpio,
Longone, ecc: è concesso al marchese Flaminio Crivelli; 1683: il
feudo di Carugate è concesso al marchese questore Flaminio Crivelli;
1691: il feudo di Lambrugo è concesso al marchese Enea Crivelli;
1691: il feudo di Castellanza è concesso al giureconsulto collegiato
Giovanni Crivelli; 1717: diploma dell'imperatore Carlo VI per la concessione
del feudo d'Ossolaro (Cremona) al conte Giuseppe Angelo Crivelli; 1755:
diploma dell'imperatrice Maria Teresa per la concessione del feudo di Luino
e Quattro Valli col titolo di conte al conte Antonio Crivelli."
CRIVELLER
Criveller, tipico del trevigiano, di Casale sul Sile e Treviso, ha un piccolo
ceppo anche nel latinense, frutto dell'emigrazione forzata in epoca fascista
in occasione della bonifica delle Paludi Pontine, dovrebbe derivare dal
termine dialettale per chi usa il setaccio, probabilmente dovuto al fatto
che il capostipite prestava servizio presso un mugnaio. Tracce molto
antiche di questa cognominizzazione le troviamo nel 1245 quando in un processo
per eresia troviamo citato come teste un certo Guillelmus Criveller.
CRO'
Crò ha un piccolissimo ceppo a Napoli e nel napoletano e qualche
presenza nella Sicilia sudorientale, dovrebbe essere di origini normanne
e derivare da un soprannome basato sul termine dialettale brettone croc
(uncino) o crotz
(gruccia).
Croati e Croato sono talmente rari da poter essere considerati quasi unici,
Croatti è specifico della bassa Romagna, di Rimini e Sant'Arcangelo
di Romagna nel riminese, di Cervia nel ravennate e di Borghi e Cesenatico
nel cesenate, Croatto è caratteristico di Udine e dell'udinese,
di Tarcento, Reana del Rojale, Attimis e Povoletto, Croattini è
specifico di Udine, Croattino, quasi unico, è anch'esso dell'udinese,
Crovati è praticamente unico, Crovatin e Crovatini, anch'essi estremamente
rari e quasi unici, sono invece il primo dell'udinese, il secondo giuliano,
Crovato, il meno raro, è tipico invece del pordenonese, con presenza
significative anche nel trevigiano e veneziano, Crovatti e Crovatto, entrambi
assolutamente rarissimi, sono tipici dell'udinese, starebbero ad indicare
una provenienza croata cioè dovrebbero identificare i capostipiti
come originari della Croazia, ma è pure possibile un'origine comunque
balcanica in quanto, con il termine croato, in epoca tardo medioevale si
indicavano spesso, soprattutto nell'area della Repubblica Serenissima,
i profughi dalle terre occupate dai saraceni, durante la loro espansione
dalla Turchia nei Balcani, fin quasi a raggiungere Vienna, un principio
di queste cognominizzazioni lo troviamo ad esempio nel 1600 con: "...Zechius
Croatinus haud obscuns parentibus ortus,...".
CROBIS
Crobis, assolutamente rarissimo, è del sud della Sardegna.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CROBIS: cognome molto raro; le persone che lo portano sono circa 18
in tutta Italia: 14 in Sardegna: San Gavino 9 e Cagliari 5, e 4 nella penisola,
di cui due a Vigevano, in Lombardia, e due a Cesena , in Emilia Romagna.
Sappiamo con certezza che il cognome Cròbis è originario
di San Gavino e che, i circa 18 che lo portano, appartengono ad un unico
ceppo. La voce cròbis significa
corbe, cioè ceste
di paglia, che compongono il cosiddetto, strexu
de fenu = recipienti di paglia,
tradizionali della Sardegna e non solo: cròbis,
crobèddas, pobìnas, canistèddas. In latino
corbis. Un tempo San Gavino Monreale,
era uno dei tanti centri del Medio Campidano, nel quale si confezionavano
le ceste di paglia. Per saperne di più, vedi nel Web Giuseppe Concas,
DICIUS, Detti e
Proverbi del Campidano di Sardegna, parte 28^: "tristu
e miserinu s'arriccu, su poburu jei s'arrangiat").
CROBU
(vedi CORBU)
CROCCO
CROCCOLI
CROCCOLO
CROCO
CROCOLI
Crocco è diffuso in modo disomogeneo in tutta la penisola, nell'alessandrino
e nel genovese, nel vicentino, veronese, padovano, rovigoto e veneziano,
in Campania, soprattutto nel casertano e beneventano, in Basilicata e in
particolare nel cosentino e nel catanzarese, Croccoli sembra unico, Croccolo
è estremamente raro, sono una forma ipocoristica del precedente,
Croco, assolutamente rarissimo, parrebbe del napoletano, Crocoli, molto
molto raro, è romano, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal
nome di mestiere del tintore, originato dal termine latino crocus
(zafferano, giallo), ricordiamo che
il nome scientifico dello zafferano è crocus sativus, ma è
anche probabile che, in molti casi, individuino famiglie ebraiche, caratterizzate
da soprannomi originati dall'editto di Papa Paolo IV° che aveva imposto
agli ebrei di portare un berretto giallo, editto che aveva effetto particolarmente
nei territori dello stato pontificio, ma anche nella Serenissima e cattolica
Repubblica Veneta e nel sud degli angioini e degli aragonesi. Un
importante esponente di queste famiglie è stato il bandito lucano
Carmine Crocco (1830 - 1905), nato a Rionero in Vulture nel potentino.
integrazioni fornite da Marco Russo
non è da escludere che nell'area estremo meridionale il cognome
Crocco derivi più semplicemente dal termine dialettale "croccu"
(Rohlfs) derivato a sua volta dal latino "croccus",
con cui i calabresi indicano più comunemente un
gancio, un uncino o comunque
un ferro ricurvo. Nel dialetto calabrese,
sempre nella variante estremo meridionale, il "crocco"
può essere anche un bastone.
Inoltre può assumere un connotato metaforico, tra gli anziani calabresi
si era soliti dare del "crocco" a qualcuno
quando si voleva indicare una persona i cui tratti caratteriali dominanti
sono l'ottusità e la testardaggine. Notando le connessioni di cui
sopra non è da escludere che il capostipite sia stato un fabbricatore
di ganci, uncini, aghi, attaccapanni e bastoni oppure che abbia avuto un
uncino in sostituzione di una mano o di un intero arto amputato o che abbia
avuto la schiena storta.
Croce è diffuso in tutt'Italia, Croci tipico del centro nord, nordovest
Lombardia ed Emilia in particolare, Crocini è tipicamente toscano,
particolarmente di Arezzo, dell'aretino e del senese, Crocioni è
umbro, di Città di Castello e Perugia in particolare e di Giove
e Terni nel ternano, Crocetta ha un ceppo tra trevisano e padovano, uno
tra pescarese e teatino, uno nel romano, uno nele napoletano, nel barese
e piccoli ceppi in Sicilia, Crocetti ha un ceppo tra spezzino e lucchese,
uno toscano, uno nell'area che comprende Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio,
Crocetto, molto molto raro, ha un piccolo ceppo nel napoletano ed uno nel
potentino, possono essere originati da soprannomi legati ad uno dei tanti
toponimi contenenti il vocabolo Croce o Crocetta, come Croce di Casale
(AP), Croce di Magara (CS), Croce di Monte Colombo (FO), Crocetta di Fornelli
(IS), Crocetta di Perano (CH) e molti altri ancora, come potrebbero pure
derivare da soprannomi legati a fatti religiosi.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
In alternativa all'ipotesi proposta (che, comunque, non è affatto
da escludere), i cognomi Croce, Croci, etc potrebbero derivare dal nome
medievale Croce, che, in ambito religioso,
allude naturalmente alla crocifissione di Gesù Cristo (evento centrale
dell'intero Cristianesimo): l'emblema della croce, in effetti, occupa un
posto d'assoluta importanza nella simbologia cristiana e, in questo senso,
la stessa onomastica religiosa gli rende omaggio, anche al di fuori dell'Italia
(a titolo d'esempio, basti pensare al nome greco Stavros,
equivalente all'italiano Croce, che ancora oggi è molto diffuso
in Grecia). Detto questo, comunque, va aggiunta un'ultima osservazione
riguardo al cognome Croce: secondo alcune fonti, questo cognome nasconderebbe
talvolta un'origine arbëreshë, trattandosi probabilmente di una
traduzione del nome albanese Stavri,
equivalente al greco Stavros (questa fonte, che non esclude un'origine
greco-albanese, varrebbe soprattutto nel sud Italia e, a maggior ragione,
in quelle provincie che storicamente hanno ospitato diverse comunità
arbëreshë).
ipotesi fornita da Enrico Franzil
Il cognome Croce potrebbe derivare
da un soprannome attribuito a chi avsse avuto le ciglia incrociate (ciglia
cioè che si prolungavano verso l'interno dove il naso si congiunge
con la fronte). Nelle credenze popolari a questo aspetto del viso venivano
attribuiti dei significati particolari. Un mio studente, molti anni fa,
aveva evidentemente ereditato dagli antenati delle vistose ciglia
incrociate e portava il cognome Crose,
fu allora che pensai ad questa possibile relazione.
Crocianelli è specifico di Roma, Crociani è tipico del forlivese,
cesenate, Toscana, Umbria e Lazio, Crociano è quasi unico, Crucianelli
è tipico della zona che comprende anconetano, maceratese e perugino,
con presenze anche nel romano, Cruciani è tipico della fascia centrale
che comprende Marche, Umbria, Lazio ed Abruzzo, Cruciano, assolutamente
rarissimo è specifico di Sannicandro Garganico nel foggiano, derivano,
direttamente o tramite un ipocoristico, dal nome medioevale Crucianus
di cui abbiamo un esempio nel grossetano nel 1500: "...Hoc
Dominicus Johannetti Sindicus, Crucianus Antonelli,
Jacobus Venturi et Bernardinus Catena Priores Comitatis Orbetelli admirati
cum ineo genere officij...", tracce di queste cognominizzazioni le
troviamo ad Ancona nella seconda metà del 1600 in una causa dove
l'attore è un certo Sante Cruciano.
integrazioni fornite da Cruciano
Giallombardo
Il Nome Cruciano è ancora molto usato ad esempio in Sicilia
e, in particolare, a Montemaggiore Belsito (PA). Il significato di questo nome è portatore di croce, il Santo si festeggia il 3 maggio e il 14 settembre, in corrispondenza dei festeggiamenti
del S.S.Crocifisso.
CROCIATI
CROCIATO
CRUCIATI
CRUCIATO
Crociati è specifico dell'area che comprende il forlivese, il riminese
ed il pesarese, ed è particolarmente diffuso a Bellaria Igea Marina,
Cesena, Rimini Savignano sul Rubicone e Novafeltria, Crociato è
quasi unico, Cruciati è praticamente unico, Cruciato, estremamente
raro, è specifico di San Pietro in Lama nel leccese, tutti questi
cognomi dovrebbero derivare da soprannomi originati dall'essere stati i
capostipiti connessi in qualche modo con manifestazioni religiose, non
necessariamente le Crociate vere e proprie, ma molto più probabilmente
confraternite che adottassero la croce come loro segno distintivo.
CROCICCHIA
Specifico di Capranica (VT) con un ceppo probabilmente secondario anche
a Roma, potrebbe derivare dal toponimo Crocicchia di Urbino (PU) o anche
Crocicchie di Lisciano Niccone (PG).
notizie ulteriori fornite
da Pio Crocicchia
l'origine del cognome e in Capranica (VT) con diffusione anche a Roma
da non oltre 50 anni ed in 4-5 stati U.S.A. come frutto dell'emigrazione dei
primi del '900; nei testi storici capranichesi questo cognome viene riportato
gia dal 1700.
CROGNALE
Specifico della zona di Castel Frentano e Lanciano (CH), dovrebbe derivare
dal termine locale crognale (corniolo), Crognale è anche il nome
di un'antica Contrada di Lanciano da cui è pure possibile che qualcuno
possa aver derivato il cognome. Casato baronale risalente almeno al XII°
secolo nel 1500 fu feudatario dei territori di Arielli (CH) e Poggiofiorito
(CH).
CROPELLI
Tipico bresciano, potrebbe derivare da toponimi come Gropello (PV), tracce
di questa cognominizzazione le troviamo in questo testo del 1534: "...His
medius (nisi me animus fallit) interiectus erat Gulielmus Saeua, uir admodum
honestus, Gallicaeque probitatis plurimum in se habens; aderat etiam Augustinus
Mainardus, pietate et doctrina clarus, Galeacius
Gropellus, iuris peritus, Claudius Figonus,
Laura Barbatus, uiri clarissimi et in omni doctrinae genere excellentes....".
CROPI
CRUPI
Cropi è praticamente unico, dovrebbe trattarsi di un errore di trascrizione
del più comune Crupi che è tipico della Calabria meridionale
e della Sicilia orientale, della zona dello stretto in particolare, potrebbe
derivare da un soprannome originato dal vocabolo greco kouroupes
(tosato, rasato), ma è pure possibile che possa derivare da un soprannome originato dal vocabolo siciliano crupu
(letame) derivato dal termine greco
κόπρος (escremento), indicando forse così il mestiere del capostipite.
CROSA
Crosa è tipico dell'area ligure, piemontese, dovrebbe derivare dal
nome del paese biellese di Crosa, o dal nome della Val Crosa, il nome di
questo paese deriva dal fatto di essere situato ad una crosa
(crocevia in dialetto piemontese) di strade percorse anticamente
dalla transumanza.
CROSARA
CROSERA
Crosara è decisamente veneto, di Chioggia e Venezia nel veneziano,
e del vicentino, di Valdagno, Cornedo Vicentino, Monte di Malo, Lugo di
Vicenza, Malo, Vicenza e Zugliano, Crosera è del veneziano, di Venezia,
San Donà di Piave e Meolo, dovrebbero derivare dal nome di uno dei
tanti paesi veneti chiamati Crosara, come ad esempio Crosara di Bolzano
Vicentino, Crosara di Marostica e Crosara di Valdagno nel vicentino ed
altri simili, ma può anche derivare dal fatto di abitare il capostipite
nei pressi di una crosara, o crosera,
che in veneto arcaico significa crocevia, crocicchio.
CROSARIOL
Crosariol è specifico del veneziano, di Santo Stino di Livenza e
di Annone Veneto, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale veneto
basato sul termine veneziano arcaico crosariol
(quello della crosara,
quello dell'incrocio), stante ad indicare che il capostipite
abitasse in prossimità di un particolare quadrivio o crocicchio.
CROSSIGNANI
Specifico milanese potrebbe derivare da nomi di località come Crosignano
(PC).
CROTALI
Crotali, assolutamente rarissimo, è del centro Italia, potrebbe
derivare da un soprannome originato dal termine crotali
(cimbali), forse ad indicare nei capostipiti
degli artisti girovaghi.
CROTT
Assolutamente rarissimo, sembrerebbe toscano.
CROTTA
CROTTI
CROTTO
Crotta ha un ceppo lombardo a Lecco, uno a Romagnese (PV), ed in Piemonte
a Chiaverano (TO), Crotti è dell'area lombardo emiliana, con grossa
concentrazione nell'area compresa tra le provincie di Brescia, Bergamo
e Cremona, Crotto, molto raro, è della provincia di Torino, dovrebbero derivare da un soprannome dipendente
da toponimi come Crotta d'Adda (CR) o Crotto (CO) o anche da nomi di località
identificabile dalla presenza di una grotta o crotto,
Crottus era anche un nome maschile
in uso nel medioevo, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Milano
in un atto del 1113 dove compare come testimone: "Signum
+ manuum ...Crotto
da Canova...", più tardi nella seconda metà del 1300
alla Corte dei Visconti è Segretario Ducale Ludovico Crotto, nel
1400 da Dominus Michele di Ser Antonio de Crottus de Bondiono (abitante
a Ponte in Valtellina, che si trasferì nel castello di Bellaguarda
dando origine ai nobili Crotti di Mazzo, a Mazzo (SO) nel 1600 Giovanni
Abbondio Crotto è Decano della comunità di Mazzo per l'anno
1616.
CRUCCAS
CURCAS
Cruccas è specifico dell'iglesiente, di Perdaxius, Iglesias e Tratalias,
Curcas, assolutamente rarissimo, è di Carbonia, dovrebbero derivare
per metatesi da toponimi come Curcuris nell'oristanese.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CRUCCAS; CURCAS: di significato ed etimo incerti. Secondo lo studioso
Giovanni Spano deriva dalla voce fenicia CUR
= città. Ma potrebbe significare
croce e quindi derivare dal latino
crux. Pertanto potrebbe essere la variante
sarda di Croce, diffuso in 906 Comuni italiani. Non dimentichiamo che Curcas
o Crucca o Curcaso
è inoltre il nome di un antichissimo centro abitato, oggi abbandonato,
di origine romana. In periodo medioevale appartenne alla Curadorìa
di Flumenargia, nel regno giudicale di Torres. Dal 1238 fece parte dei
possedimenti dei Doria. All'inizio del 1300 andò spopolandosi e
verso la metà del secolo fu definitivamente abbandonato. È
frequente, come cognome, negli antichi documenti della lingua sarda ed
è sempre preceduto da "de", ad indicare la provenienza. Tra i firmatari
della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano: Curcas (de) Comita, ville
Desilo (* Desilo.odierno Desulo. Mandrolisay o Barbagia di Belvì);
Curcas (de) Creyndeu, majore (amministratore, sindaco) ville Bilbì
(* Bilbì.odierno Belvì. Mandrolisay o Barbagia di Belvì);
Curcas (de) Gasparro, jurato ville Solgono (* Solgono.odierno Sorgono.
Mandrolisay e Barbagia di Belvì); Curcas (de) Joanne, jurato ville
Bilbì; Curcas(de)Nicolao, jurato ville Seercela ( *Seercela.distrutto.
Sarcela - Serzele. Partis de Montibus); Curcha (de) Simeone, jurato ville
Masudas(Masullas - Partis de Montibus); Curchas (de) Basilio, ville Selluri
(** Selluri - Sedduri - Seddori: odierno Sanluri. Et ego Capula Marcus
.sindicus, actor et procurator ville Selluri.seu a Petro De Castay, locuntenente
capitanei et Margiano Costa, locuntenente potestatis terre Selluri et omnibus
habitatoribus dicte terre, congregatis. X die januarii 1388); Curchas (de)
Francisco, ville Selluri; Curchas (de) Guantino, jurato ville Simagis de
Sancto Juliano (* Simagis de Sancto Juliano.distrutto. Simaxis di su. Contrate
Campitani Simagis; Curchas (de) Guantino, ville Cerchillo ( * Cerchillo...
attuale Berchidda. Curatorie de Costa de Valls); Curchas (de) Hugolino,
ville Genadas ( * Genadas.villaggio distrutto(Laconi ..Contrate partis
Alença); Curchas (de) Joanne, ville de Sardara (** SARDARA MONTIS
REGALIS...11 GENNAIO 1388, et ego...Gadulesu Margiano habitator velle Sardara,
sindicus actor et procurator universitatis Contrate Montis Regalis et villarum
et etc. In posse Virde Andrea, Virde Joanne, de Civitate Sasseri, notarii
publici, die XI Januarii 1388); Curchas (de) Laorencio, jurato ville Goçula
( * Goçula .distrutto. Goçuna: Partis de Montibus);
Curchas (de) Laorencio, ville Laconi (** Laconi.et Contrate Partis Alença
et etc. seu Atara Barçolo, officiali Curatorie de Parte Alença.
In posse Penna Ambrosii et filii Guiducii (Penna) notari...die XII januarii
1388.( nisi pastores bestiarium et etc); Curchas (de) Leorio, majore ville
Serdis de Monte (* Serdis de Monte.distrutto. Partis de Montibus); Curchas
(de) Leorio, ville Laconi ; Curchas (de) Petro, castellano majore Castri
Serravallis(il castello si trova presso la città di Bosa e fu edificato
dai Malaspina). Curchas (de) Petro, jurato ville Laconi; Curchas (de) Philipo;
Curchas (de) Salvatore, jurato ville Oçana ( * Oçana.odierno
Ottana. Curatorie Dore); Curchas (de) Stefano, ville de Sardara; Curchas
De) Gunario, jurato ville Gistorlu * Gistorlu...villaggio distrutto(Anglona).
Contrate de Anglona - Chiaramente); Curchas Petro, ville Gemessi
( * Gemussi.distrutto: Jemussi o Gimussa? Partis de Montibus); Curchas(de)
Gantino, ville de Sardara. Il nome del centro abitato, Curcas o Curcaso
è presente nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI°, XIII°
secolo: (42, 45, 85): (postura de servos = donazione di servi).et ego presbiteru
Ithoccor de Frauile, ki tenni corona de iudike Gosantine in Curcaso.Nel
Condaghe di San Nicola di Trullas, al cap. 284, in una permuta di servi:
Tramutai cun Gosantine de Thori de Curcas, cum boluntade dessa mujere donna
Anna, fiia de donnu Petru de serra, fiiu de donnu Dorbeni. Isse deitimi
(mi diede) latus (la metà, del servizio) de Ythoccor Thule; e t
ego deili latus de Gosantine Leppore, fiiu de Petru Biote. Testes. ( seguono
i testimoni). Attualmente il cognome Cruccas è presente in 40 Comuni
italiani, di cui 22 in Sardegna (con maggior frequenza nel Sulcis Iglesiente):
Perdaxius 25, Iglesias 19, Tratalias 14, Cagliari 23, Guspini 11; etc.
Curcas è presente in 5 Comuni della Sardegna: Carbonia 17, Siniscola
3, Decimoputzu 3, etc.
CRUCCU
CURCU
Entrambi tipicamente sardi, Cruccu è tipico di San Gavino Monreale
nel Medio Campidano, Curcu è specifico dell'oristanese, di Cuglieri
e Scano di Montiferro, potrebbe derivare da un soprannome originato da
un arcaico termine cruccu o curcu
(nodo).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CRUCCU; CURCU: di significato ed etimo incerti. Nella lingua sarda,
tanto in logudorese, quanto in campidanese esiste la voce croccu,
che significa gancio, arpione, uncino
e deriva dal tardo latino croccus.
Non sappiamo altro. Sono cognomi poco diffusi. Cruccu ha il ceppo
più consistente a San Gavino Monreale, con un cinquantina di presenze;
Curcu conta il numero più alto di presenze a Cuglieri, con 35 ed
a Scano Montiferro con 18. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE
del 1388, troviamo: Curchu (de) Petro, jurato ville de Sardara **
SARDARA MONTIS REGALIS...11 GENNAIO 1388, et ego...Gadulesu Margiano habitator
velle Sardara, sindicus actor et procurator universitatis Contrate Montis
Regalis et villarum et etc. In posse Virde Andrea, Virde Joanne, de Civitate
Sasseri, notarii publici, die XI Januarii 1388); Curchu Gantino, ville
Selluri (* Selluri - Sedduri - Seddori: odierno Sanluri. Et ego Capula
Marcus .sindicus, actor et procurator ville Selluri.seu a Petro De Castay,
locuntenente capitanei et Margiano Costa, locuntenente potestatis terre
Selluri et omnibus habitatoribus dicte terre, congregatis. X die januarii
1388). Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, al capitolo 213, figura un
certo Curçu Ianne, proprietario di una vigna in località
n agro di Consedin (Cossoine): positinke (diede) Elene Cersa, socra (suocera)
di Presnaci Virde .i. sollu (un soldo aureo sardo) de vinia in Mandra,
in pedale (sotto) de sa binia de Ianne Curçu. Testes.Osservazione:
Curçu, potrebbe derivare da
curtzu o curtu
= corto, dal latino curtus.
Curtu esiste come cognome (vedi Curtu). Attualmente
Cruccu è presente in 31 Comuni italiani, di cui 15 in Sardegna:
San Gavino Monreale 49, San Giovanni Suergiu 14, San Nicola d'Arcidano
12, etc. Curcu è presente in 19 Comuni italiani, di cui 8 in Sardegna:
Cuglieri 35, Scano Montiferro 18, Furti 11, etc.
CRUCILLA
CRUCILLA'
Crucilla è quasi unico, dovrebbe essere una forma alterata di Crucillà,
che è specifico di San Cataldo nel nisseno e di Palermo, che dovrebbe
essere di origini arabe non meglio identificate.
CRUDELE
CRUDELI
Crudele ha un ceppo ad Isernia ed uno a Barletta e Triggiano nel barese,
Crudeli ha un ceppo nel forlivese ed uno tra carrarese e lucchese, dovrebbero
derivare dal nome medioevale Crudelis
di cui abbiamo un esempio in una Carta venditionis
del 1143 a Rosate (MI): "...Signum + manuum Villani
Mura atque Durii .. ..Trinkerii qui dicitur Serene atque Boccarini Avocatus
et Arderici Crudelis
testium. ".
CRUGLIANO
Crugliano è specifico di Crotone, potrebbe derivare da una forma
dialettale per Corigliano, si potrebbe ipotizzare una provenienza dei capostipiti
dalla città di Corigliano Calabro.
CRUSAFIO
Crusafio è tipico del leccese, di Matino in particolare, dovrebbe
derivare dal nome greco Chrysáphis,
a sua volta derivato dal termine greco antico krisáfi
(aureo).
CRUSCA
CRUSCHI
CRUSCO
Crusca, assolutamente rarissimo, sembrerebbe di origini meridionali, dell'area
salernitana e lucana e della Sicilia, Cruschi ha un ceppo a Cutrofiano
nel leccese, Crusco ha un ceppo a Sapri nel salernitano ed a Napoli, a
Maratea e Muro Lucano nel potentino ed a Grisolia, Santa Maria del Cedro,
Diamante e Scalea nel cosentino, dovrebbero derivare da un soprannome basato
sul termine dialettale lucano e calabrese crùscu
(duro, rude), probabilmente a sottolineare
dei comportamenti dei capostipiti.
CUALLO
Cuallo è un cognome ormai scomparso in Italia, sembrerebbe essere
di origini campane, se ne hanno tracce a fine 1800 a Nola nel napoletano,
l'origine etimologica è oscura.
CUBEDDU
Cubeddu è specifico della Sardegna settentrionale, ma ha anche un
ceppo a Cagliari, dovrebbe derivare dal diminutivo di cuba (mastello
per la fermentazione del mosto).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CUBEDDU; CUBELLO; CUPELLO: cubeddu
o cubedda, ha il significato di tinozzo,
detto anche cubidìna e viene
da cuba o cupa
= botte, tino; dal latino cupa.
Cubone/i o cupone/i
= grosso tino o botte
ad un solo fondo, per la fermentazione del mosto con le vinacce.
Attualmente il cognome Cubeddu è presente in 133 Comuni italiani,
di cui 56 in Sardegna: Sassari 217, Seneghe 103, Cagliari 62, Olbia 46,
etc. Il cognome Cubello è presente in 33 Comuni italiani, di cui
nessuno in Sardegna. Il cognome Cubello è però presente nei
documenti antichi sardi del medioevo: Cubello Deiana Costanza figlia di
un nobile spagnolo Cubèl di Valenza e di una nobildonna sarda del
casato dei Deiana; sposò, verso la metà del 1300 il "donikello"
Salvatore dei Bas-Serra di Arborea, dal quale ebbe tre figli, con i quali
inizia la dinastia sarda dei Cubello; a partire da Leonardo primo marchese
di Oristano del Regno Catalano Aragonese di Sardegna; Antonio (figlio di
Leonardo), secondo marchese di Oristano; Salvatore, fratello di Antonio,
terzo marchese di Oristano, etc. (Di. Sto. Sa di F. Cesare Casula). Anche
il testo del Fara, "de Rebus Sardois II" riporta Leonardo ed Antonio, marchesi
di Oristano: anno 1420, Leonardus Cubello fuit marchio Aristanis, a Petro
Torrella prorege 4 kal. Aprilis et comes Gotiani creatus uxoremque duxit
Quiricam Decana, ex qua duos filios habuit, Antonium et Salvatorem et 5
idus novembris anni 1427 obiit. I Cubello non sono citati nei Condaghi
e ciò conferma quanto detto, sull'origine del cognome. Cubeddu potrebbe
essere la versione in sardo di Cubello, ma non abbiamo alcuna prova per
dimostrarlo. Il cognome Cupello è presente in 41 Comuni italiani,
di cui nessuno in Sardegna. Ma compare tra i firmatari della Pace di Eleonora,
LPDE del 1388: Cupello Joanne - ville Terrenove(Olbia).
CUBONI
Tipico sardo, ha un ceppo a Lanusei (NU) ed uno nel cagliaritano, dovrebbe
derivare dal vocabolo sardo su cuboni
(grosso mastello per la fermentazione del mosto).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CUBONI: da cuba o cupa
= botte, tino, che qui in Campidano
chiamiamo comunemente carràda,
dall'italiano antico carrata. In latino
abbiamo cupa. Cubone/i
o cupone/i = grossa
botte (vedi Cubeddu). Attualmente
il cognome è presente in 48 Comuni italiani, di cui 25 in Sardegna:
Lanusei 103, Cagliari 46, Selargius 27, etc. Non figura negli antichi documenti
della Sardegna, nei quali è però presente cupa, nel significato
appunto di botte: nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI°, XIII°
secolo (40, 309, 358 ) cupa de uinu, e cupas de uinu (44); nel Condaghe
di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo: cupa de vinu
(38; nella Carta de Logu, al cap. 127, abbiamo cuba de vjno over carràda.
CUCCA
CUCCO
CUCCU
CUCCUS
Cucca è cognome sardo del nuorese, con un possibile ceppo in provincia
di Caserta che potrebbe derivare come contrazione dal toponimo Cuccaro
Vetere (SA), Cucco è distribuito in tutt'Italia, Cuccu è
tipico della Sardegna meridionale e sudoccidentale, Cuccus, assolutamente
rarissimo, è cagliaritano, potrebbero derivare da un soprannome
dialettale legato al vocabolo sardo cuccu (cuculo).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CUCCU; CUCCUS: cuccu in sardo ha
diversi significati: cuculo; dal latino
cuculus.; in greco κόκκυξ.
Candu cantat su cuccu est codendi sa ceresia
= quando canta il cuculo le ciliegie stanno maturando.
Su cuccumeu in alcune parti è
la civetta, da noi è il
gufo. Cuccu è il nome di un pesce di mare, il pesce prete,
non documentato in latino, ma presente nel greco (κόκκυξ).
Su cuccu o meglio, is cuccus è
il pane per i cani. Cuccu è
inoltre il fiore del melograno. Chi porta questo cognome può scegliere
liberamente. Aggiungiamo poi che Cuccu è il nome di due centri abitati
scomparsi: Cuccu Marròccu (conosciuto anche come Ròcho Marròcho),
villa (bidda) medioevale sita in agro di Iglesias; appartenne alla Curadorìa
di Sulcis, nel regno giudicale di Càlari e dal 1258 fu possedimento
signorile dei pisani della Gherardesca. Andò spopolandosi alla fine
del XIV° secolo, a causa della guerra tra il regno catalano aragonese
di Sardegna ed il regno giudicale di Arborea. L'altro centro abitato che
portava questo nome era Muntcort, detto anche Cuccu, che lo storico Giovanni
Francesco Fara nell'opera "in Sardiniae Corographiam", chiama Montis Curtei
(188/ 24).memoratum caeteraque oppida Massadae, Montis Curtei, , Sanctae
Victoriae, Mociatni,.paese, villa(bidda) medioevale, sito in agro di Villanova
Monteleone. Appartenne alla Curadorìa di Nurcàra, nel regno
giudicale di Torres. È documentato nelle fonti solo sino al 1439.
Il cognome Cuccu è presente negli antichi documenti della lingua
sarda. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE, del 1388, figurano:
Cuchu Andrea, ville Ecclesiarum(Villa di Chiesa - Iglesias); Cuchu Gonario,
ville Curchuris (* Curchuris.Curcuris: Partis de Montibus); Cuchu Guantinus
-de Aristanni(Oristano); Cuchu Leone, ville Selluri(Seddori - Sanluri);
Cuchu Petro, ville de Sardara (** Burgi Castri Montis Regalis - Castello
di Monreale - Sardara). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB,
XI°, XIII° secolo, figura: Cucu Gosantine (92), coinvolto come
testimone nella rivendicazione di una terra (su padru de Sanctu Symione),
da parte del priore Alibertu ginivesu (genovese) priore de Bonarcado.Nel
Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo, compare:
Cuccu Ianne (331), teste in una lite per la spartizione di servi; Ego Iuvanne
Aspru, vicariu et priore de Trullas kertai cun donnu Gosantine Alfanu in
Corona (tribunale) de donnu Saltaro Tortu in Faules pro Iusta Toroti et.Testes:
.et Ianne Cuccu et tocta corona. Nella storia ricordiamo Cuccu fra Giacomo
(era nato a Pisa) vescovo della diocesi di Santa Giusta, oggi scomparsa,
dal 1340, al 1348(Di.Sto.Sa di F. C. Casula). Attualmente il cognome Cuccu
è presente in 332 Comuni italiani, di cui 145 in Sardegna: Cagliari
241, Iglesias 138, Villacidro 113, Carbonia 87, San Vito 85, Quartu S.
E. 76, Oristano 60, etc. Cuccus è presente solo in 8 Comuni italiani,
di cui 7 in Sardegna: Sinnai 19, Quartu 6, Cagliari 5, etc.
CUCCARESE
Cuccarese è tipico di Senise nel potentino e di Tursi e Policoro
nel materano, dovrebbe trattarsi di una forma etnica relativa al paese
di Cuccaro Vetere nel salernitano, la cui origine etimologica dovrebbe
essere da un antico termine sannita per appuntito,
posto in cima.
CUCCHETTI
CUCCHIANI
Cucchetti e Cucchiani, sono
tipici del milanese, dovrebbero derivare da soprannomi legati al toponimo
Moncucco (MI).
CUCCHI
Ha un nucleo lombardo soprattutto tra milanese e bresciano, un ceppo romagnolo,
nel forlivese in particolare e nel marchigiano ed uno in provincia di Roma,
potrebbe derivare da soprannomi originati da nomi di località, cuccus
sta ad indicare una cima tondeggiante, ma, più probabilmente deriva
dal termine cucco (l'uccello cuculo); personaggio illustre è stato
il pittore del 1600 Giovanni Antonio Cucchi.
CUCCHIA
Cucchia, molto molto raro, ha un piccolissimo ceppo nel teatino ed uno,
ancora più piccolo nel ragusano, dovrebbe essere di origini albanesi
e derivare da un soprannome basato sul vocabolo albanese kuqi
(rosso), probabilmente ad indicare
che il capostipite fosse rosso di capelli.
CUCCHIARI
CUCCHIARO
Cucchiari sembrerebbe specifico di Marta nel viterbese e di Roma, Cucchiaro
è tipicamente friulano, di Trasaghis, Gemona del Friuli, Tolmezzo
ed Osoppo nell'udinese, con un ceppo anche a Roma, l'origine di questi
cognomi dovrebbe essere diversa, il ceppo friulano dovrebbe derivare da
un soprannome originato dal mestiere del capostipite derivato dal termine
tedesco kutscher (cocchiere,
vetturino) o dal suo equivalente friulano cùcjar,
il cognome Cucchiaro è presente nell'area di Gemona e dintorni almeno
dal 1500, i ceppi laziali potrebbero derivare da soprannomi originati dal
termine medioevale latino cucchiarius
scritto a volte anche cugiarius, alterazione
del vocabolo latino coclearium, che
significa cucchiaio.
CUCCI
CUCCIA
CUCCIO
Cucci è tipicamente pugliese, con ceppi anche nel cosentino ed in
Sicilia, nel palermitano e nell'ennese, Cuccia , tipicamente siciliano,
è del palermitano in particolare, Cuccio, anch'esso del palermitano,
è specifico di Palermo e Ficarazzi.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi - alcune informazioni sono tratte dal sito www.ancestry.com
D'origine arbëreshë, questi cognomi
nascono da diverse italianizzazioni del cognome albanese Kuqi,
che, tratto dalla radice kuq,
significa letteralmente rosso
(per una spiegazione più approfondita, vedi Russa): dal punto di
vista etimologico, infatti, va notato che la q
albanese ha un suono difficilmente adattabile in italiano (la pronuncia
approssimativa è quella di una ch
aspirata), cosicché, al momento di italianizzare il cognome, si
è dovuto ripiegare su suffissi quali -ucci,
-uccia
ed -uccio,
più comuni nell'onomastica italiana (lo stesso, talvolta, capita
con nomi e cognomi d'origine greca, quando, cioè, la lettera k
viene adattata con una c dolce,
come nel caso di Kyriakos/Ciriaco e Kalokyris/Calaciura). Dal punto di
vista storico, comunque, i cognomi Cucci e Cuccia compaiono sia in Calabria
che in Sicilia già dalla metà del 1400, in seguito all'emigrazione
dei fratelli Giovanni e Basilio Reres (i figli del nobile condottiero albanese
Demetrio Reres); secondo alcune ricerche, inoltre, pare che almeno una
parte delle famiglie Kuqi provenissero da Himarë, nella prefettura
di Vlorë, da dove emigrò appunto nel XV o XVI secolo. Senza
nulla togliere a quest'ipotesi, comunque, va detto che talvolta i cognomi
Cucci, Cuccia e Cuccio potrebbero anche derivare dal nome medievale Cuccio,
che, assieme al femminile Cuccia,
rappresenta un ipocoristico aferetico di nomi quali Enrico,
Federico,
Teodorico,
Talarico,
etc (tutti nomi terminanti in -co,
spesso d'origine germanica): qualora fosse valida, comunque, quest'ipotesi
varrebbe per lo più nel nord Italia, considerata la frequenza di
cognomi albanesi sparsi per il sud (in effetti, i ceppi maggiori di queste
famiglie si trovano nel Meridione e, cosa ancora più importante,
sono tipici di quelle province che storicamente hanno ospitato diverse
comunità arbëreshë).
CUCCIARI
Cucciari ha un ceppo in Gallura, ad Arzachena, Olbia, Sant'Antonio in Gallura
e Luogosanto, con un ceppo anche a Sassari ed uno a Roma.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CUCCIARI: cucciàri = cucchiaio.
Dallo spagnolo antico cuchàr;
piemontese cuciàr. Qui in Campidano
cullèra, dal catalano cullèra
(cutzèra). Cucciarìnu,
coccerìnu = cucchiaino.
Cucceròni, cocceròni
= cucchiaione, mestolo, che qui in
Campidano chiamiamo altrimenti sa turra,
dal latino trulla → trudda → turùdda →
turra. Il cognome potrebbe essere riferito ad un fabbricante
di cucchiai (di legno!). Qui in Campidano il cucchiaio di legno (generalmente
di erica) lo chiamiamo su cragallu(in Campidano); corcariu, corcardzu(
in centro Sardegna)Corcàriu deriva dal latino coclearium; ma (secondo
noi), non cragàllu. Per questo suggeriamo una parola composta da
cra'-'e-callu = grosso cucchiaio di legno (spatola) per mescolare il caglio(su
callu, dal latino coàgulum), nei pentoloni (is caddaxus) di rame,
per fare il formaggio. Nei documenti antichi in nostro possesso, il cognome
Cucciàri non è presente. Attualmente lo troviamo in 25 Comuni
d'Italia, di cui 14 in Sardegna: Arzachena 36, Olbia 28, S. A. di Gallura
18, Luogosanto 18, Sassari 15, etc.
CUCCULIU
CUCCULLIU
Cucculiu è praticamente unico, Cucculliu, assolutamente rarissimo,
è specifico di Budoni in Gallura.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CUCCULIU; CUCCULLIU: probabilmente da cucculìnu
o cucculìna = piccola
pentola, tegamino etc. in latino coculum,
da cokere = cuocere,
dal latino coquere. Sa
cucculìa o cucculìna
o cuccubìa o cuccubìna
è anche l'allodola: probabilmente
dal verbo latino cuccubire, che però
richiama il verso del gufo o della civetta. Infine in latino c'è
cucullio - onis = cappuccio,
che da in sardo cugullòni. Su
cugulloni de su saccu = l'angolo del
sacco, dove appunto si infila la testa per trasportarlo, quando
il sacco è pieno a metà circa, ad es. di olive o d'altro
(a scaparroni). Per ora non sappiamo
altro. Cucculliu e Cucculiu sono molto rari: il primo è presente
in soli due Comuni sardi: Budoni con 29, Alghero con 3. Cucculiu è
presente a Torino, con un nucleo familiare (di Budoni) e a Budoni con 12.
In realtà i Cucculliu e i Cucculiu appartengono allo stesso ceppo,
vi è solo trascrizione anagrafica diversa.
CUCCUREDDU
CUCCURU
Cuccureddu è tipico del sassarese, di Ittiri e di Alghero, Cuccuru
è tipicamente sardo specifico anch'esso della parte nordoccidentale
dell'isola, di Sassari, Pozzomaggiore, Alghero ed Usini nel sassarese,
con un piccolo ceppo anche a Sindia nel nuorese, a Cagliari e ad Olbia,
Cuccureddu è tipico del sassarese, di Ittiri e di Alghero, dovrebbe
derivare da un soprannome originato dalla provenienza della famiglia dalla
sommità di un monte, legato perciò al vocabolo sardo cúccuru
(cima, cocuzzolo, colmo), espresso
sia direttamente che tramite una forma ipocoristica.
integrazii fornite da Giuseppe
Concas
CUCCURU; CUCCUREDDU: cùccuru,
generalmente è la cima della montagna:
su cùccuru de su monti; oppure
è sinonimo di collina o montagna:
su cùccuru; u'
cuccureddu/a = una collinetta.
Pieno sino all'orlo = prènu a cùccuru; portai a cùccuru
= portare in testa. Accuccurài = riempire sino all'orlo. Sa cùcca
o su cùccuru è anche la testa: una scuccuràda o scuccàda
= manrovescio sulla testa. Tantissimi toponimi sardi hanno come base "cùccuru"
nel significato di monte, colle: su Cuccuru de Sennòris; Cuccuru
'e Fenugu; Cuccuru de Killèlla; Cuccuru 'e Cauli; etc. etc. (toponimi
del Monte Linas - Sardegna sud occidentale). Per l'etimo, cuccuru
potrebbe derivare dal verbo greco ??? (kòo),
dal participio ????????? (kùkuron)
= luogo elevato, rialzo. Il famoso linguista J. Hubschmid, propone
il basco kukur = cima.
Nell'antico provenzale (Francia meridionale) cuguron
= le haut de la tête (la
parte alta della testa). Non abbiamo riscontrato i due cognomi
nelle carte antiche da noi consultate. Nelle quali compare invece come
toponimo e come centro abitato: la località Cuccuru Nuraxi, in agro
di Settimo San Pietro, contiene i resti di un complesso nuragico e di un
"bellissimo" pozzo sacro; Cuccuru è il nome di un centro abitato
scomparso (villa - bidda, medioevale, i cui resti si trovano nei pressi
di Domus de Maria), che appartenne alla Curadorìa ( o Parte di)
di Nora, del regno giudicale di Càlari (Di.Sto.Sa di Francesco Cesare
Casula). Il centro abitato è citato nel "De Rebus Sardois III" di
Giovanni Francesco Fara: (86/20) Franciscus Rubeus, qui habebat oppida
Sirochi, Petrae Salis, Garabionis, Sanctae Mariae et Cuchi, Curatorie Norae.
Cucur, altro centro abitato medioevale scomparso. Appartenne alla Curadorìa
di Taras del regno giudicale di Gallura. Attualmente il cognome Cuccuru
è presente in 112 Comuni italiani, di cui 49 in Sardegna: Sassari
172, Pozzomaggiore 128, Alghero 36, Usini 33, etc. Cuccureddu è
presente in 43 Comuni italiani, di cui 25 in Sardegna: Sassari 101, Ittiri
29, Alghero 28, etc.
CUCCURULLO
Cuccurullo è tipico di Napoli e del napoletano, di Casoria, Torredel
Greco e Massa Lubrense, e del salernitano, di Salerno, Angri, Nocera Inferiore
e Cava de' Tirreni, dovrebbe trattarsi di una forma etnica dialettale ad
indicare capostipiti provenienti dal paese di Cuccaro Vetere nel salernitano.
CUCINATO
Cucinato è estremamente raro e sembrerebbe del vicentino. (vedi
Cusin)
CUCINIELLO
Tipico della zona tra napoletano ed alto salernitano, dovrebbe derivare
da un soprannome legato al vocabolo cucina o cugina, cognome famoso a Napoli
fin dal 1700, nel Museo di San Martino si conserva ancora il grande presepe
Cuciniello dal nome del suo collezionista.
CUCINOTTA
Tipico del messinese. ma presente in modo significativo anche nel reggino
e nel catanese, dovrebbe derivare o da modificazioni del termine cugina,
ma è pure possibile una derivazione da modificazioni dell'aferesi
di vezzeggiativi di nomi come Enrico, Malrico ecc.
CUCOVAZ
Estremamente raro è tipico dell'udinese, di origine slovena deriva
da un soprannome collegato con il vocabolo slavo kukec
(tarlo).
CUCUGLIATA
Cognome assolutamente rarissimo, quasi unico, potrebbe derivare da un soprannome
dialettale con il significato di appisolata, addormentata.
integrazioni fornite da Antonella
Cucugliata
cognome rarissimo, (si segnala il Torrente Cucugliata
a San Filippo del Mela (Messina), la famiglia origina da Santa Caterina
di Villarmosa (Caltanissetta), in cui rimane un piccolo nucleo, alcuni
altri sono emigrati a inizio 1900 a New York ove tuttora risiedono. Un
piccolo ramo della famiglia è a Roma e Fiumicino. Il nome potrebbe
essere di origine araba.
integrazione di Enzo Papa
Nelle parlate della Bassa Calabria ionica la cucugliata
è la grandinata (i cùcuglia,
plurale, sono l'insieme dei grani di grandine.
Cucugliata, come cognome, può essere un'allusione a comportamenti
impulsivi e improvvisamente rovinosi.
CUCURACHI
Cucurachi è specifico del Salento, di Caprarica Di Lecce, Veglie,
Monteroni Di Lecce, Lecce e Lizzanello nel leccese, dovrebbe derivare dal
cognome greco Koukourakis.
CUCUSI
CUGUSI
Cucusi, quasi unico, dovrebbe essere una forma alterata del cognome Cugusi,
che è decisamente sardo, di Fonni e di Gavoi nel nuorese, con ceppi
anche a Cagliari ed a Sassari, e che dovrebbe derivare da un soprannome
basato sul termine arcaico sardo kugúsa
(appio d'acqua o ranino, crescione),
o anche dal nome medioevale Cucusa,
da quello stesso termine derivato, nome del cui uso abbiamo un esempio
nei testi medioevali campidanesi: ".Et dedilloi donna
Cucusa de Sii,
mulieri de donnu Saltori de Unali corrogla, a Sanctu Jorgi de Suelli omnia
cantu aeda in sa billa de Sestu.", ricordiamo inoltre che Cucusa
è anche un nome di località: "...vesindado
de Cucusa..."
è citato in un atto del 1737 a Mamoiada nel nuorese.
CUCUZZA
CUCUZZELLA
CUCUZZO
Cucuzza è tipicamente siciliano, di Palagonia, Grammichele, Caltagirone
e Catania nel catanese, di Palermo, Carini, Montelepre e Belmonte Mezzagno
nel palermitano. di Scicli nel ragusano, e di Rosolini nel siracusano,
Cucuzzella, molto più raro, è sempre siciliano, di Vittoria
e Comiso nel ragusano e di Ribera e Casteltermini nell'agrigentino, Cucuzzo,
quasi unico, è probabilmente il frutto di errori di trascrizione
delle anagrafi laziali, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici,
da soprannomi originati dal termine dialettale siciliano cucuzza
(zucca), forse ad evidenziare particolari
fisici come la forma allungata della testa o caratteristiche comportamentali
del capostipite.
CUDA
CUDO
Cuda è tipicamente meridionale, ha un ceppo nel salernitano a Futani
ed Ascea, uno nel catanzarese a Lamezia Terme. Falerna, Gizzeria, Andali,
Catanzaro e Martirano Lombardo e nel crotonese a Mesoraca e Petilia Policastro,
ed un ceppo nel nisseno a Caltanissetta e Mazzarino, Cudo, quasi unico,
è del catanzarese, l'origine di questi cognomi potrebbe essere da
un soprannome derivato dal termine greco koutos
(κουτός) che significa sciocco,
citrullo,
balordo, forse ad identificare
una caratteristica comportamentale del capostipite.
CUDIA
Cudia è tipicamente siciliano, del trapanese, di Marsala, Castelvetrano,
Petrosino, Alcamo e Mazara del Vallo, con un ceppo anche a Palermo, dovrebbe
derivare dal nome di Cudia, un antico feudo posto tra Erice e Trapani,
probabile zona d'origine dei capostipiti.
CUDICINI
CUDICIO
Cudicio è tipicamente friulano dell'udinese, di Torreano soprattutto
e di Cividale del Friuli, Cudicini, assolutamente rarissimo, è tipicamente
friulano, dovrebbe trattarsi per entrambi di una forma etnica riferita
alla località di Čudići in Croazia.
CUFFARI
CUFFARO
Entrambi tipicamente siciliani Cuffari ha un ceppo catanese ed uno a Caronia
(ME), Cuffaro è più tipico di Raffadali (AG) con ceppi anche
ad Agrigento, Palermo, Bagheria (PA) e Scicli (RG), possono
derivare dal mestiere di produttore o venditore di coffe
(panieri di vimini), nel ragusano potrebbe esserci un'origine diversa
il cùffaro è il nome
locale del grecale (vento freddo, violento
e secco proveniente da nordest), questo termine deriva dal vocabolo arabo
kuffar (gli
infedeli, i traditori, quelli di cui non puoi fidarti) e potrebbe
caratterizzare una caratteristica comportamentale del capostipite.
CUFFINI
Cuffini è un cognome specifico dello spezzino, di La Spezia e Bolano
in particolare, potrebbe derivare da un soprannome originato dal termine
dialettale medioevale cuffino o coffin
(cestino, paniere di vimini), forse
ad indicare nel capostipite un produttore di ceste, non si può però
ignorare una possibile connessione con il termine basso latino cuphia,
la moderna cuffia, che potrebbe caratterizzare
l'abitudine del capostipite a mostrarsi con quel tipo di copricapo, un
principio di questa cognominizzazione le troviamo nell'astigiano in un
decumento del 1283, dove viene citato come testimone un tale "Iacobus
Cuffinus, clericus ecclesie Sancti Cristofori
de Corseono".
CUGGIA
Assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico del sassarese e di Ossi
(SS) in particolare, dovrebbe derivare da un soprannome legato al vocabolo
logudorese cuggia (cuccia).
integrazioni fornite da Bruno Cugglia
cognome presente a Nizza (Francia) fin dal 1400.
CUGLIARA
Cugliari ha un ceppo a Mileto nel vibonese, potrebbe derivare da un soprannome
originato dal mestiere di fabbricante di cucchiai forse svolto dal capostipite.
CUGLIARI
Cugliara è tipicamente sardo di Cagliari, dovrebbe derivare da un
soprannome basato sul termine sardo meridionale cugliara
(mestolo, cucchiaione).
CUGNONE
CUGNONI
Cugnone è praticamente unico, Cugnoni,. assolutamente rarissimo,
è tipico del verbanese, dovrebbero derivare da un nome di località,
come Cugnone frazione di Valprato Soana (TO).
CUGUDDA
Cugudda è molto raro, tipico della Sardegna centromeridionale, dovrebbe
derivare dal termine sardo campidanese cugùdda
(riccio della castagna), forse per
rappresentare le caratteristiche di capostipiti particolarmente irsuti, o a sottolineare un carattere spinoso del capostipite, che però in fondo fosse una pasta d'uomo.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CUGUDDA: su cuguddu, in Campidanese
è il cappuccio. A Fonni su
cukuddu è il mantello di orbace
con cappuccio: dal latino cucullus.A
Tonara sa cruccùdda è
la crocchia delle donne (sa cotza in
Campidanese). In logudorese, Curkùddu
ha inoltre il significato di treccia
ed in senso lato anche di intestino.
Ancora in Campidanese sa cugùdda
è il riccio della castagna.
Accuguddàu significa incappucciato.
Il cognome potrebbe derivare da una delle varie sfumature, riconducibili,
tutte al cucullus latino = cappuccio.
Ma non dimentichiamo che con la voce cugùdda o cugùdula è
denominata la trinciatela (hyoseris radiata) e il cardo (cynara cardunculus).
Se riflettiamo ulteriormente sul significato e sull'etimo di cugudda, ci
si presenta un'altra possibilità e cioè che derivino dal
latino cucutia: voce che il professor
Ferruccio Calonghi, luminare della lingua latina, nel suo vocabolario definisce:
cucutia, frutto a noi sconosciuto,
presente nelle opere di Plinio e Valerio Massimo. * Cucutia altro non è
che il frutto (carciofino) del cardo selvatico e cioè il cynara
cardunculus silvestris, su menzionato, che qui nella Sardegna meridionale
chiamiamo sa cugùtzua. Ritroviamo il cognome tra i firmatari della
Pace di Eleonora, LPDE del 1388(anche se con la varianteCuculla): Cuculla
Gonnario, jurato ville Sammungleo (* Sammungleo.odierno Samugheo. Mandrolisay
o Barbagia di Belvì). Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, XI°,
XIII° secolo, figurano inoltre: Cucuta Ianne (306), servo di San Nicola,
proprietario di una vigna in Narbones, da lui venduta senza il consenso
del priore: il priore del monastero pertanto ne rivendica la proprietà;
Cucutu Petru(252 - 287); e Cucutu Andria(241, 252 e 287), servi in Mularia
(l'attuale Mulargia). Attualmente il cognome Cugudda è presente
in 17 Comuni italiani, di cui 11 in Sardegna: Neoneli 14, Samugheo 8, Tortoli
8, etc. Se osserviamo ancora possiamo notare che il Cuculla Gonnario del
LPDE del 1388 è proprio di Samugheo!
CUGURRA
Cugurra è specifico di Sassari. dovrebbe derivare da un soprannome
originato dal termine sardo logudorese cugùrra
(forbicina, tipo di insetto).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CUGURRA: cucùrra nei dialetti
centrali, cugùrra in Campidano
e Logudoro. Sa cugùrra è
il bruco; sa
cugurra frucaxàda è la
forfecchia. Sa cugùrra
per eccellenza è il bruco dei cavoli,
una peste per gli ortolani. L'etimo di cugùrra o cucùrra,
resta ancora nell'incertezza. Il Wagner lo definisce vocabolo preromano.
Potrebbe derivare da curri-curri (che
corre, dal latino currere), ma è
il nome che si da solitamente al millepiedi. Il cognome è presente
nei documenti antichi della lingua sarda. Tra i firmatari della Pace di
Eleonora, LPDE del 1388, figura: Cucurra Petro, ville Illorai (* Illorai...villaggio
attuale. Curatorie de Anella). Nel condaghe di Santa Maria di Bonarcado,
XI°, XIII° secolo, abbiamo: Cugurra Orzoco (104), in una lite per
la spartizione della servitù: ego Nocolaus, prior de Sancta Maria
de Bonarcadu, facio recordazione de kertu(lite) qui fecit megu(mecum =
con me)Orzoco Cugurra, in corona de logu (tribunale) de sanctu Petru (san
Pietro di Silki) etc. etc. Cugurra Furadu, sposo a Maria Caidana(Coiana)
(137) (una vendita di terre): et ego monagu Benedictu, regendo (sostituto
priore) sa domo de Bonarcatu, comporei (ho comprato) ad (da) Maria Caidana
et assu maridu (dal marito)Furatu Cugurra, vinia tenendo (dalla parte di
)assa de sanctu Symione(San Simeone) etc. Cugurra Melleos (115), in una
spartizione di servi): ego iudice Orzoco de Zori, potestando logu d'Arboree
(giudice del tribunale d'Arborea) fazo recordatione pèro fiios de
jorgiLongu ki siant serbos de Sancta Corona totos tres.tra i testes (testimoni)
figura Melleos Cugurra. Qui da noi in Medio Campidano il cognome Cugurra
esiste come soprannome. Attualmente il cognome Cugurra è presente
in 23 Comuni italiani, di cui 6 in Sardegna: Sassari 47, P. Torres 3, Oristano
3, etc.
CUIANI
Cuiani, assolutamente rarissimo, sembrerebbe della zona tra aretino e perugino,
dovrebbe derivare dal nome della località Villa Cuiano nei pressi
di Cortona nell'aretino.
CUIUS
Cuius è specifico di Grammichele nel catanese, dovrebbe trattarsi
di un cognome attribuito a figli di ignoti, il termine cuius
(letteralmente in latino significa di chi?)
veniva evidentemente attribuito nella zona ai bambini abbandonati, cioè
a figli di chi?.
CULEDDU
Culeddu è tipicamente sardo, di Bono nel sassarese soprattutto.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CULEDDU: un cognome non facile da portare, poiché significa
"ficcanaso" e deriva da culo;
culus in latino. A meno che non gli
si conosca altro significato e atro etimo! Non abbiamo altro da aggiungere.
Attualmente il cognome Culeddu è presente in 33 Comuni italiani,
di cui 15 in Sardegna: Bono 28, Sassari 23, Cagliari 8, etc.
CULIN
CULLIN
Sia Culin che Cullin, molto molto rari, sono cognomi originari del trevisano
e del vicino basso Friuli, dovrebbero derivare da una forma aferetica di un ipocoristico
del nome Nicola, di quest'uso abbiamo un esempio in uno scritto dell'anno
1203 nel territorio della Repubblica veneta: "...Accepimus
autem, quod cum nuper Venerabilis frater noster Spalatensis Archiepiscopus
Patarenos non paucos de Spalatensi et Traguriensi Civitatibus effugasset,
nobilis vir Culinus Banus Bossinus
iniquitati eorum non solum tutum latibulum, sed et presidium contulit manifestum...".
CULOS
Tipico friulano, specifico della ristrettissima zona che comprende Casarsa
della Delizia, San Vito al Tagliamento e loro circondario, potrebbe derivare
da una modificazione dialettale del nome medioevale Colossus, come pure
da una modificazione dialettale dell'aferesi del nome Nicola.
CULOSI
CULOSO
Tipico del catanese Culosi, del messinese Culoso, di origine molto incerta,
si può ipotizzare una derivazione dal toponimo Culon città
giudea di Palestina, ma più probabilmente discendono da una modificazione
dialettale dell'aferesi del nome Nicola.
CULLOTTA
CULOTTA
CULOTTI
CULOTTO
Culotta è specifico del palermitano, di Cefalù in particolare
di Palermo, di Lascari, di Pollina e di Collesano, Cullotta, assolutamente
rarissimo, anch'esso siciliano, è dovuto ad un'errata trascrizione
del precedente, Culotti e Culotto, quasi unici, sono forme alterate del
primo, dovrebbero essere di origini normanne e derivare dal termine medioevale
francese culot (basso
di statura), ad indicare probabilmente che i capostipiti avessero
questa caratteristica.
CULMONE
CURMONA
Culmone, tipicamente siciliano, di Delia e Caltanissetta nel nisseno e
di Alcamo, Calatafimi e Poggioreale nel trapanese, Curmona, quasi unico,
è siciliano dell'agrigentino, dovrebbero derivare da un soprannome
basato sul termine dialettale curmùne
(tronco d'albero, massiccio), probabilmente
ad indicare che i capostipiti avessero una struttura fisica imponente.
CULTORE
CULTORI
Sia Cultore che Cultori sono quasi unici, tipici dell'Italia settentrionale,
dovrebbero derivare dal termine latino cultor,
cultoris (agricoltore,
contadino), ad indicare probabilmente l'attività dei
capostipiti.
CULTRONE
Cultrone è specifico di Vittoria nel ragusano, potrebbe derivare dal termine latino cultro, cultronis
(coltello usato dagli antichi romani per uccidere
animali per un sacrificio), vocabolo usato ad esempio nell'Eudemia
di Janus Nicius Aerithraeus: "...At illa, tanquam
praedivinans quid futurum esset, dum ille in fenestra foribus injuriam
factam queritur, furtim e lecto desiluerat ac rubrica in eum usum quaesita
dexteram impleverat. Venit ergo ille amenti similis, clamans: 'Itane pessima?
Ante meos oculos amatorculum mihi tuum adducis?' unaque opera femur illi
dexterum et brachium lato cultro
percussit...", forse ad identificare il mestiere del capostipite
come quello di un macellaio.
CUM
Cum è specificatamente friulano, dell'udinese e del goriziano, dovrebbe
derivare da una forma apocopaica del cognome Altesino ed austriaco Cumer
(vedi CUMER)
CUMER
CUMERLOTTI
CUMERO
KUMER
Cumer è tipico di Rovereto (TN), Cumerlotti quasi unico è
dell'Alto Adige, Cumero, assolutamente rarissimo è dell'udinese, Kumer sembrerebbe praticamente unico,
derivano da un soprannome proveniente dal vocabolo dialettale cumer
(macilento, sofferente), originato
dal vocabolo tedesco kummer (pena,
afflizione) e stava a caratterizzare probabilmente la persona
estremamente magra del capostipite.
tesi fornite da Ferruccio
Cumer
secondo accreditati ricercatori delle provincia autonoma di Trento
Cumer è un cognome originatosi tra le popolazioni di stirpe germanica
stabilitesi nei secoli passati in Trentino. Ha alla sua base il nome di
persona Cummar / Kummar,
dal gotico Guma / Gummar,
che significa maschio, uomo, virile
(affine, come significato, al Marius
latino e all'Andréas greco).
Nelle sue varie forme, il cognome è tipico delle aree linguistiche
cimbre del Trentino e del Veneto (i Sette Comuni dell'Altopiano di Asiago,
in provincia di Vicenza, e i Tredici Comuni della Lessinia, in provincia
di Verona). Cumer si è originato ed è tuttora diffuso nella
Vallarsa. La forma Comer era un tempo tipica di
Folgaria, dove ora è estinta. Da Cumerle,
diminutivo di Cumer (il
piccolo Cumer, il giovane Cumer), sono derivati Cumerlotti (in
provincia di Trento; è originario della Vallarsa, dove esiste la
frazione omonima), Cumerlato (nei Sette Comuni), Comerlati (nei Tredici
Comuni).
CUMINETTI
CUMINETTO
CUMINI
CUMINO
Cuminetti, estremamente raro sembra del bergamasco, Cuminetto è
praticamente unico, Cumini. molto raro, è specifico friulano della
zona tra Udine e Cividale, Cumino, anch'esso molto raro, è tipico
di Torino e dintorni, derivano tutti dal nome medioevale Cuminus di cui
abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia
medievale a Milano nell'anno 1153: "...Placuit
atque convenit inter Adelardum diaconum de ordine maiore Sancte Mediolanensis
Ecclesie filium quondam Lanfranci qui dicitur Cuminus,
nec non et inter Iohannem qui dicitur da Muzane de civitate Mediolani...".
Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Villa d'Adda (BG) fin dalla
fine del 1300 dove i Cumini sono citati tra le famiglie ghibelline della
città, nello stesso periodo troviamo dei Cumini ad Artegna (UD).
CUMMO
Cummo è tipico di Canicattì nell'agrigentino, potrebbe essere
di origini slave e derivare da alterazioni dialettali del nome gotico Guma,
ma è anche possibile che derivi dal nome medioevale Cummo
di cui abbiamo un esempio d'uso in un atto del 1166 in Lombardia, dove
possiamo leggere: "...et posuit ei fideiussores Unfredum
qui dicitur de Cummo
de Varisio et Deuseumadiuvet de Busti communiter...".
CUNA
Originario del Leccese, dovrebbe derivare dal nome di una località.
CUNDARI
Ha un ceppo cosentino, uno nel reggino ed uno nel messinese.
integrazioni fornite da Stefano
Ferrazzi
Cognome tipicamente siciliano e calabrese, con ceppi maggiori nel messinese,
nel cosentino e nel reggino, Cundari è un cognome di origine greca
che deriva dall'aggettivo kunduros,
col significato di corto. Si tratta,
quindi, della cognominizzazione di un soprannome indicante caratteristiche
fisiche del capostipite.
CUNEGATI
CUNEGATO
CUNEGATTI
CUNEGO
CUNICO
Cunegati e Cunegato sono tipici della zona a ovest di Schio (VI)
e sono estremamente rari, Cunegatti sempre molto raro è tipico del
veronese, zona di Vestena Nuova e Badia Calavena, con un ceppo anche in
Lombardia, Cunego. rarissimo è proprio della zona di Verona e di
Villafranca, Cunico è ben diffuso nel veronese, e vicentino soprattutto,
in particolare a Vicenza, Asiago, Caldogno, Gambellara e Schio nel vicentino,
e a San Bonifacio nel veronese, potrebbero derivare dal nome germanico
Kunegund, o da un soprannome, poi divenuto
nome, originato dal termine medioevale germanico (a.a.t.) kuning
o kunig (Re,sovrano,
Signore di un territorio, governatore).
integrazioni fornite da Giovanni
Vezzelli
Sono tutti cognomi di origine cimbra. Cunego è diffuso nel Veronese
(in Lessinia e a Dossobuono), oltre che a Rovereto, Ala e Trento; Cunico
è diffuso in tutto il Vicentino, soprattutto nella zona collinare.
La forma Cùnego compare dapprima a Recoaro e a Badia Calavena (forse
contemporanea nelle colonie cimbre trentine); essa risale al diffuso soprannome
medio alto tedesco (1050-1500 d.C.) Kùnig,
Chunech e simili, significante Re.
Il soprannome era riferito al vincitore di gare importanti, al Re di una
brigata di amici. Fonte: Giovanni Rapelli, Cognomi di Verona e del Veronese.
CUNEGONDA
CUNEGONDI
Quasi unico Cunegonda sembrerebbe dell'estremo sud, Cunegondi, estrememente
raro sembrerebbe parmense,.potrebbero derivare dal nome germanico Cunegund.
integrazioni fornite da Massimo
Cunegondi
Il cognome Cunegondi, per quanto riguarda il ceppo parmense (nel quale
tutti i Cunegondi sono parenti), non deriva dal germanico Cunegund ma dal
ritrovamento di un orfano, che divenne il capostipite della famiglia, nel
giorno di Santa Cunegonda nel tardo
ottocento.
CUNEO
Cuneo è specifico del genovese, Cunei, assolutamente rarissimo
dovrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione del primo, dovrebbe
derivare dal toponimo piemontese Cuneo.
CUNGI
Cungi è tipicamente toscano dell'aretino, di Monte San Savino, Bibbiena
e Caprese Michelangelo, potrebbe derivare da nomi di località con
quel nome situate vicino a Sansepolcro nell'aretino, tracce di questa cognominizzazione
le troviamo a Sansepolcro nell'aretino agli inizi del 1500 con i pittori
Giovan Battista e Leonardo Cungi e nella seconda metà dello stesso
secolo con il pittore Francesco Cungi.
CUNIAL
Cognome tipico di Possagno (TV).
notizie ulteriori fornite
da Giancarlo Cunial
Il cognome deriva da quello della borgata di Possagno che ha forma
di cuneo (in loco qui dicitur cunealis, 1076).
CUNIETTI
Assolutamente rarissimo sembrerebbe dell'alessandrino, troviamo tracce
di questa cognominizzazione con un Leopoldo Cunietti, elencato tra gli amministratori
della città di Alessandria nominati dall'esercito napoleonico nel
1798.
integrazioni fornite da Arnaldo
Cunietti
Cunietti è originario da Castelnuovo Bormida (AL). Cognome unico
di questo paese che appare all'incirca verso il 1630/1640. Originariamente
questa famiglia si denominava Chinetti e appare per la prima volta con
questo cognome in un censimento del 1489/90. Chinetti e voce d'origine
incerta, probabilmente derivata dal nome Melchiorre, attraverso le forme
Marchiodi, Chiodi, Chionio, Chionetti, Chinetti.(Vedere La
famiglia Cunietti di Castelnuovo e Capriata - Cinque secoli di storia.
1489-1999 Acqui Terme 2001.- Autore: Arnaldo Cunietti-Ferrando.
Esemplare nella biblioteca del Archivo Storico di Alessandria).
CUOCO
Cognome campano, dovrebbe derivare
da un soprannome dipendente da un mestiere.
CUOGHI
CUOGO
Cuoghi è tipico dell'areea che comprende le province di Verona,
Mantova, Rovigo, Ferrara, Bologna e soprattutto Modena, Cuogo è
decisamente veneto, di Salzano, Noale e Santa Maria di Sala nel veneziano
e di Massanzago nel padovano, dovrebbero derivare dal termine veneto cuogo
(cuoco), del cui uso abbiamo un esempio
anche ne i Rusteghi di Carlo Goldoni:
"..E se el cuogo
de sior Lunardo non ha provisto salvadeghi, a tola no ghe n'ha da esser,
e no ghe ne sarà. Semo tuti desmesteghi, tuti boni amici, con tanto
de cuor. Stemo aliegri, magnemo, bevemo, e femo un prindese alla salute
de tuti queli, che con tanta bontà, e cortesia n'ha ascoltà,
n'ha sofferto, e n'ha compatìo. ..", si tratta dunque di
cognominizzazioni originate probabilmente dal mestiere del capostipite.
CUOLLO
Cuollo, assolutamente rarissimo, è specifico del napoletano,dovrebbe
derivare da un soprannome attribuito al capostipite, probabilmente a causa
di un suo collo particolarmente grosso.
CUOMO
Tipico campano, del napoletano in particolare, deriva dalla contrazione
del nome dialettale Cuosimo (Cosimo), tracce di questa cognominizzazione
si trovano a Napoli e Stabia fin dal 1600.
CUONZO
Cuonzo è specifico del barese, di Bari, Barletta dovrebbe
derivare dal nome pugliese Cuonzo,
una forma dialettale aferetica del nome latino di origini greche Acuntius
(vedi DI CUONZO).
CUORDIFEDE
Assolutamente rarissimo è napoletano.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Cuordifede è un cognome rarissimo, presente solo a Napoli e
con ogni probabilità appartenente ad un unico nucleo familiare.
Dal punto di vista etimologico è chiara la derivazione da un soprannome
legato ad una peculiarità caratteriale del capostipite propenso
spesso e volentieri a far del bene. Non sarebbe da escludere la recente
formazione del cognome in ambienti ecclesiastici, dove molto spesso venivano
abbandonati i cosiddetti figli di nessuno
o figli del peccato che venivano salvati
e allevati poi da frati e monache: a costoro spettava anche il compito
di dare un nome e un cognome agli sventurati infanti salvati e il più
delle volte, oltre ai soliti Esposito, Proietti o degli Infanti, assegnavano
nomi legati al Cristianesimo (nomi di Santi del giorno del ritrovamento
oppure nomi dettati dallo spirito cattolico, come può essere, in
questo caso, l'espressione cognominizzata Cuor
di fede).
CUORGENTILE
Il cognome Cuorgentile ormai scomparso, sembrerebbe essere stato
di Castellammare di Stabia nel napoletano, si dovrebbe trattare di un cognome
attribuito a fanciulli abbandonati da parte di un'associazione di carità.
CUOZZO
Cuozzo è tipicamente campano, con un grosso ceppo a Napoli, ma con
presenze significative anche nel napoletano a melito di Napoli, Giugliano
di Campania, Mugnano di Napoli e Marano di Napoli, nel salernitano ad Acerno,
Valva, Battipaglia, Salerno, Eboli e Pellezzano, nel Beneventano a Moiano
e Sant'Agata dei Goti, e nell'avellinese a Caposele, ha ceppi anche a Roma,
a Sant'Elia Fiumerapido nel frusinate e ad Aprilia nel latinense, ed uno
piccolo anche nel foggiano a San Severo, dovrebbe derivare da un nome di
località identificabile dall'aspetto a punta della cima, o anche
da un soprannome dialettale probabilmente riferito all'aspetto fisico del
capostipite.
CUPAIOLI
CUPAIOLO
CUPAIUOLI
CUPAIUOLO
Cupaioli è specifico della zona di Cupello e Vasto nel teatino,
Cupaiolo ha un ceppo nel teatino a San Buono, Vasto e San Salvo, ed un
ceppo a San Severo nel foggiano, Cupaiuoli è praticamente unico,
sembrerebbe del foggiano, Cupaiuolo è assolutamente rarissimo, sembrerebbero
di origini abruzzesi, forse del teatino, potrebbe trattarsi di varie alterazioni
di una forma etnica arcaica del paese di Cupello in provincia di Chieti.
CUPELLI
CUPELLINI
CUPELLO
CUPELLONI
Cupelli ha presenze nel Piceno, uno ceppo nel romano a Roma e Moricone
e nel viterbese a Vetralla e Viterbo ed un ceppo nel cosentino a Lago,
Cosenza, Amantea e Mendicino, Cupellini è specifico di Monte Porzio
Catone, Roma e Mentana nel romano, con un piccolo ceppo anche a Ferrara,
Cupello ha un ceppo nel ternano ad Orvieto, Allerona e Castel Viscardo,
qualche presenza a Roma ed un ceppo a Paola , San Lucido e Fuscaldo nel
cosentino, Cupelloni è tipicamente laziale di Nepi nel viterbese
e di Roma e Fiumicino nel romano, dovrebbero derivare, direttamente o tramite
dorme ipocoristiche o accrescitive, da zone come Valle Cupella nel frusinate
o Colle Cupellone nel romano o da paesi come Cupello nel teatino, non si
può comunque escludere che possano derivare da soprannomi basati
sul mestiere di fabbricanti di tegole svolto dai capostipiti, soprannome
originatosi dal termine latino cupella
(oggetto a forma di piccolo barile
e per estensione tegola).
CUPERTINO
DE CUPERTINIS
Cupertino è tipicamente pugliese, di Sammichele di Bari, Casamassima
e Locorotondo nel barese, di Fasano nel brindisino e di Foggia, De Cupertinis
è specifico di Nardò nel leccese, dovrebbero derivare dall'antico
nome Cupertino, di epoca bizantina,
del paese leccese di Copertino, indicandolo come luogo d'origine dei capostipiti.
CUPIDI
CUPIDO
Cupidi ha un piccolo ceppo nel pratese e nel pisano ed uno tra viterbese
e romano, Cupido, abbastanza raro, è specifico dell'Italia centromeridionale,
con un ceppo tra anconetano e maceratese, uno tra ternano, viterbese e
romano, uno nel teatino, e piccolissimi ceppi sparsi in Campania, Calabria
e Sicilia, l'origine di questi cognomi potrebbe essere dal nome del dio
romano dell'amore e dell'erotismo Cupidus
figlio di Venere e Giove, nome probabilmente attribuito ai capostipiti,
come potrebbe derivare da un nome o soprannome originato dal verbo latino
cupio (desiderare,
bramare).
CUPOLO
Cupolo è tipico di Sicignano degli Alburni nel salernitano e soprattutto
di Sant'Angelo le Fratte nel potentino, potrebbe derivare dal nome di paesi
come Sant'Angelo a Cupolo nel beneventano, o nella contrada di Cupolo vicino
ad Aversa nel casertano, ma molto più probabilmente deriva da nomi
di località come Cupolo di Castelmezzano nel potentino, o Aia del
Cupolo sempre nel potentino, probabili paesi d'origine del capostipite.
CUPPARI
CUPPARO
Cuppari è tipicamente calabrese, specifico della provincia di Reggio
Calabria, ed in particolare di Laureana del Borrello e Bova Marina, Cupparo
è specifico della zona del potentino ai confini con il cosentino,
di Francavilla in Sinni in particolare, dovrebbero derivare da un soprannome
legato al mestiere del capostipite, forse un artigiano produttore di catini
e bacili.
CUPPERI
Cupperi, estremamente raro, è del ragusano, soprattutto di Ragusa,
dovrebbe derivare da un soprannome basato sul mestiere del capostipite,
probabilmente un coppiere o servo di
tavola di qualche nobile, anche se non si può escludere che possa
invece riferirsi al fatto che le coppe le producesse.
CUPPI
CUPPINI
Cuppi è tipicamente emiliano del bolognese, di Bologna, Monte San
Pietro e Sasso Marconi, Cuppini ha un ceppo emiliano, a Bologna e nel bolognese
a San Lazzaro di Savena, ed uno laziale, a Ferentino nel frusinate ed a
Lariano e Roma nel romano, dovrebbero derivare , direttamente o tramite
un ipocoristico, dal nome medioevale Cuppus,
di cui troviamo tracce nel parmense nell'anno 1254 in un lascito testamentario
o confessione maioris ecclesie, Armanus Marencus
de Petrascremola, nel quale viene concesso un lascito di una
vigna ad un tale Cuppus Dalianus de Casellis de
Pado.
CUPPO
Cuppo, quasi unico, è tipicamente giuliano, di Trieste in particolare,
dovrebbe derivare dall'italianizzazione del cognome sloveno Kuppon.
CUPPONE
Cuppone ha un ceppo a Neviano, Galatone, Nardò ed Aradeo nel leccese
ed a Brindisi, ed un piccolo ceppo a Catania, potrebbe derivare da nomi
di località, pensiamo al monte Cuppone nel cosentino o alla Contrada
Cuppone di Castrovillari, ma potrebbe anche derivare da nomi germanici
come Koppon o da cognomi slavi o albanesi
come Kuppen o Kuppon,
non si può escludere inoltre una possibile derivazione da un soprannome.
CURA'
Curà, molto raro, è specifico dell'alto parmense, di Albareto
e Borgo Val di Taro, dovrebbe derivare da un nome dialettale di località
come Curà nel rovigoto.
CURATELLI
Curatelli, quasi unico, parrebbe della Basilicata dovrebbe derivare dal toponimo barese di Corato.
integrazioni fornite da Francesco
Curatelli
Il cognome Curatelli è ad origine singola; è stata infatti
accertata la sua derivazione dal cognome Coratelli per modifica della o
in u (a causa delle inflessioni dialettali) in un paese della Basilicata
in cui il capostipite si era trasferito da Andria nel 1700 Mio padre
Emilio, nativo di Montalbano Jonico (MT), andò alla ricerca negli
archivi parrocchiali del suo paese, risalendo fino al XVIIIé secolo, quando il capostipite Domenico Coratelli
(ancora con la "o") si stabilì a Gallicchio (PZ) dalla nativa Andria
(vicino a Corato, da cui certamente derivò il cognome originario).
Mio padre riuscì a trovare negli archivi parrocchiali (unica fonte
delle informazioni prima della legislazione napoleonica del primo '800)
gli atti di matrimonio e altri successivi (testimoni di nozze o battesimi)
in cui si vede come gradualmente avvenne il cambio in Curatelli (nei dialetti
lucani c'è questa tendenza a pronunciare la o come u). Infatti vi
è un atto intermedio in cui nel testo del documento l'estensore
dell'atto ha scritto Domenico Curatelli, e l'interessato si firmò
Domenico Coratelli. Questo cognome si è poi trasmesso ai discendenti
che vivono in Italia (ormai sparsi in molti posti) ed in Argentina.
CURATOLA
CURATOLO
DEL CURATOLO
DELCURATOLO
Curatola è tipico del reggino, Curatolo ha un ceppo nel Gargano
nella zona di Cagnano Varano nel foggiano e di Sannicandro Garganico, ed
uno in Sicilia a Caltanissetta ed a Marsala nel trapanese, Del Curatolo
e Delcuratolo sono specifici di Barletta e di Trani nel barese, dovrebbero
derivare, direttamente o attraverso una forma patronimica dove il prefisso
Del- stia per il
figlio di, riferito ad un capostipite il cui padre svolgesse
il compito di intendente, dovrebbero
infatti derivare tutti da alterazioni del termine bizantino kourator
(intendente).
CURCI
CURCIO
Curci è tipico del sud peninsulare, della Puglia in particolare
e del napoletano, con un possibile ceppo lombardo ma originario del veneziano,
Curcio è più diffuso in tutto il sud Campania, Calabria e
Sicilia, deriva da soprannomi originati da vocaboli dialettali che possono
significare sia corto (basso di statura), sia l'organo sessuale femminile,
in pugliese curciu. Traccia di questa cognominizzazione la troviamo a Paternopoli
(AV) nel 1600 con Giacomo Curcio Procuratore della Cappella del Rosario
della locale chiesa della Beata Vergine Maria, a Venezia sempre nel 1600
troviamo il liutaio Zuanne Curci.
integrazioni fornite da Giuseppe
Curcio
curcio o curci nel dialetto di Pedace (CS), dove ho tracce di parenti
fin dal 1700, vuol dire corto e grasso insieme e indica anche
le castagne non innestate, che sono appunto corte e chiatte.,
anche alcune forme di unghie delle mani vengono chiamate così.
CURCURUTO
Curcuruto è tipicamente siciliano del messinese in particolare,
di Taormina, Messina, Letojanni, Mongiuffi Melia, Santa Teresa di Riva
e Giardini Naxos, con un piccolo ceppo anche nel catanese a Fiumefreddo
di Sicilia e Calatabiano, dovrebbe trattarsi della forma dialettale di
origine grecanica indicante chi proveniva dal paese Curcuraci di Messina, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
CURI
Un ceppo ascolano, uno romano ed
uno leccese, il ceppo romano dovrebbe derivare da un soprannome legato
al toponimo Cura (VT), quello ascolano dal toponimo Curetta (AP), quello
leccese potrebbe derivare da una deformazione del toponimo Cursi (LE).
CURIA
Curia ha un ceppo calabrese a Rossano, San Giovanni in Fiore, Cariati,
Corigliano Calabro, Crosia e Cosenza nel cosentino, ed un ceppo nel trapanese
a Castelvetrano, Salemi e Marsala, a Catania, ad Aidone nell'ennese ed
a Partinico nel palermitano, dovrebbe derivare da un soprannome grecanico
basato sul termine κουρεύς kureis (barbiere),
probabilmente indicando così che questo fosse il mestiere dei capostipiti.
CURIALE
CURIALI
Curiale ha un ceppo a Roma, nel foggiano, in particolare a Foggia e Lucera,
nel reggino a Riace ed in Sicilia a Castelvetrano nel trapanese, a Palermo,
a Catania ed a Ragusa, Curiali è quasi unico, dovrebbero derivare
dal termine latino curiale, una sorta
di antico notaio, dell'uso di questo
termine abbiamo un esempio nel Codex diplomaticus
Cavensis : "..In nomine Domini vicesimoprimo
anno principatus domni nostri Gisulfi gloriosi principis, mense iunio,
quintadecima indictione. Ante me Petrum iudicem Ursus filius quondam Iannacii
Atrianensis, qui dictus est Curiale..".
CURIO
CURIONE
CURIONI
Curio è assolutamente rarissimo, Curione, abbastanza raro, ha ceppi
nel barese e nel palermitano, Curioni un pò meno raro, sembrerebbe
tipico del nordmilanese, varesotto e comasco, derivano dal cognomen latino
Curio (Curionis) di cui abbiamo un esempio nel De
Bello Gallico di Giulio Cesare: "...Qua in
fuga Fabius Pelignus quidam ex infimis ordinibus de exercitu Curionis
primus agmen fugientium consecutus magna voce Varum nomine appellans requirebat...".
Tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1200 a Gallarate, dove
i Curioni sono annoverati tra i nobili della città, nel 1300 nel
comasco con Bertrame Curione nativo di Asso (CO) in qualità di prevosto
di Dervio (LC): "...In nomine domini Anno a
nativitate eiusdem millesimo trecentesimo sexagesimo septimo Indictione
quinta - die decimo septimo mensis Januarij In presentia mei notarij testiumque
infrascriptorum ad hoc vocatorum et rogatorum dominus presbiter Bertramus
Curionus prepositus ecclesie sancti petri
de Dervio suo nomine proprio...".
CURIALE
Potrebbe avere due ceppi uno siciliano
ed uno pugliese, potrebbe essere derivato da un soprannome legato al termine
latino curialis (di pertinenza di un raggruppamento giudiziario, ecclesiastico
o amministrativo).
CURIGLIANO
Curigliano, molto raro, è tipicamente calabrese, con un piccolo
ceppo a Catanzaro, dovrebbe derivare da una forma dialettale del nome del
paese di Corigliano Calabro nel cosentino, probabile luogo d'origine dei
capostipiti.
CURINGA
Curinga è tipicamente calabrese del reggino, di Cittanova, Rizziconi
e Galatro in particolare, dovrebbe derivare dal nome del paese di Curinga
in provincia di Catanzaro, probabile luogo d'origine dei capostipiti, il
nome del paese dovrebbe derivare dal termine dialettale curinghe
(arengo, luogo di raduno dei maggiorenti
del paese), a sua volta derivato dal termine germanico hring
(cerchio, normalmente di saggi).
CURLETTA
Curletta, assolutamente rarissimo, è specifico del maceratese di
Civitanova Marche in particolare, e di Sant'Elpidio a Mare nel Piceno,
potrebbe derivare dal cognome greco Kourleta,
cosa più probabile, o anche dal cognome polacco Kurleta,
a sua volta derivato dal nome Kuryl
(Carlo).
CURLO
Curlo è tipico di Fasano nel brindisino e di Taranto, potrebbe derivare
dal nome normanno Curly, o da un'alterazione
del nome slavo Curyl.
CURONE
Curone sembra essere specifico di Castelnuovo Scrivia, potrebbe derivare
dall'idronomo Curone, un torrente della zona, ma molto più probabilmente
deriva dal nome latino Curo, Curonis
di cui abbiamo un esempio in questo testo del 1231: "...Ceterum
si quispiam de rebus eiusdem predicti Curonis
minus vel maius retinuisse probabitur, eundem vigore iuramenti nobis prestiti
iudicamus...".
integrazioni fornite da Massimiliano
Jattoni
Antica famiglia piemontese, originaria di Dernice e Fabbrica Curone
di cui ressero la Signoria. Uno dei rami principali trasferito a Castelnuovo
Scrivia (AL) già nel 1300 (documentazione cartari di rivalta) un
Valentino Curone Medico nel 1436 chiarì e capì come si diffondeva
la peste. Diversi cavalieri nell'Ordine di Malta, hanno dato lustro
alla famiglia. Imparentati con le famiglie Scarabelli della Mirandola,
Grassi, Bassi, Stella di cui ereditarono le armi.
Arma: Inquartato: nel primo e nel quarto: di rosso alla croce d'argento
sormontata da uno scudetto d'oro caricato da una "C" gotica di nero; nel
secondo: d'azzurro al gufo nascente con le ali alzate e spiegate di nero;
nel terzo: partito: nel 1° d'argento alla stella (5) d'oro; nel 2°
scaccato di nero e d'argento. Capo d'oro all'aquila di S.Giovanni al naturale.
Motto: AB ORIENTE ET OCCIDENTE SEMPER FIDELIS.
CUROTTI
CUROTTO
Curotti, rarissimo, è piacentino, Curotto, tipico del genovese,
è molto raro, dovrebbero derivare dal nome celtico Cur o dal suo
corrispondente latino Curius.
CURRELI
Tipicamente sardo, è diffuso in tutta l'isola, dovrebbe derivare
da una modificazione del nome sardo Correli
(Cornelio).
CURRIDORI
Curridori è tipicamente sardo di Villacidro nel Medio Campidano,
con un ceppo anche a Vallermosa nel cagliaritano.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CURRIDORI: corridore e viene dal latino cùrrere
= correre, andar di fretta. Andài
cùrri, cùrri = andar
correndo. Su cùrri, cùrri
è il mille piedi
o un qualsiasi insetto che cammina con una certa velocità: su
babbalòtti. Cuaddu
curridòri = cavallo da corsa;
è detto anche il giovanotto che va spesso e volentieri dietro le
gonnelle! Currèra = corsa. Ad esempio, quando un bambino entra in
casa di fretta, trova la madre che gli chiede: "E ita est custa currèra"?
= "Perché tanta fretta"? Currèra a trivas = gara di
corsa. Sa scurrentzia = dissenteria. Come cognome non l'abbiamo trovato
negli antichi documenti, ove è presente come sostantivo: su
curritòre era il corriere, il
postino, colui che consegnava le lettere e spesso era anche
il banditore. Attualmente il cognome è presente in 25 Comuni italiani,
di cui 13 in Sardegna: Villacidro 127, Vallermosa 15, Cagliari 5, Maracalagonis
3, Domusnovas 3, etc. E'chiaramente originario di Villacidro e provengono
da questo anche i Corridori degli altri centri. Due sono le ipotesi: 1)
che il cognome Curridori sia derivato dall'antico curritòre
= corriere, postino; 2) che provenga
dalla Toscana, provincia di Grosseto, dove si attesta il più grosso
ceppo del cognome Corridori, passato in Sardegna a Curridori.
CURRO'
Di origini siciliane.
integrazioni fornite da Andrea
Ferreri
Di origine messinese di Milazzo in particolare, deriva da una forma
dialettale del nome Corrado.
CURSIETTI
Assolutamente rarissimo, potrebbe
essere di origini laziali, deriva da una modificazione del cognomen latino
Curtius, trasformatosi nel medioevale Curzio e da questo in Cursio, una
seconda ipotesi lo fa derivare dall'aferesi del cognome Accursio (vedi).
CURSIO
Specifico del foggiano, della zona tra San Severo, Apricena e San Marco
in Lamis, potrebbe derivare dal nomen latino Cursius di cui abbiamo un
esempio in un testo del 1204: "...Cursius
carceri perpetuo adjudicatus remansit; proditores vice promissi auri ab
Hugone suspensi sunt, eorumque bona direpta...", o anche dall'aferesi
del nome Accursio (vedi), ma è pure possibile una modificazione
dialettale del cognome Curcio.
CURTI
CURTIS
CURTO
Curti è diffuso in tutt'Italia, Curtis, molto raro, sembra specifico
di Cervaro (FR), Curto ha ceppi in tutto il sud, in provincia di Roma,
in quella di Belluno ed in Piemonte, dovrebbero tutti aver avuto origine
da un soprannome legato alla bassa statura del capostipite, il cognome
Curtis potrebbe anche derivare dal sostantivo medioevale curtis
(della Corte) intendendo l'appartenenza
alla corte di un nobile.
CURTOLI
CURTOLO
Curtoli, quasi unico, sembrerebbe piemontese, ed è probabilmente
dovuto ad un'errata trascrizione del cognome Curtolo, che è tipicamente
veneto del trevisano, di Breda di Piave, Conegliano, Treviso e Carbonera,
potrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale arcaico
curtolo (tipo
di martello usato dai calderai per spianare la lamiera), magari
ad indicare il mestiere del capostipite, ma potrebbe anche derivare da
una forma ipocoristica del termine dialettale curto
(corto, basso), forse ad indicare una
caratteristica fisica del capostipite.
CURTU
Curtu, assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico della parte settentrionale
della Sardegna.
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CURTU: significa corto e deriva dall'italiano corto e quindi dal latino
curtus. In Campidano usiamo la variante
curtzu o crutzu,
con metatesi. Cognome raro, presente in 8 Comuni italiani, di cui 6 in
Sardegna: Alà dei Sardi 14, Olbia 3, Sarroch 3, etc.
CURZI
CURZIO
Curzi è specifico della fascia che comprende il riminese, il pesarese,
l'anconetano, il maceratese, l'ascolano ed il teramano, con un grosso ceppo
anche a Roma e nel romano, Curzio, molto meno comune, ha qualche presenza
nel rovigoto ed un ceppo a Napoli, Melito di Napoli e Sant'Antimo nel napoletano,
questi cognomi dovrebbero derivare dalla Gens
Curtia o dal suo nomen gentilizio Curtius.
CUSANELLI
CUSANI
CUSANO
Cusanelli è tipico di Pietraroja nel beneventano, Cusani, molto
raro, ha forse un ceppo milanese ed uno campano, Cusano è tipicamente
campano, dovrebbero derivare da toponimi come Cusano Milanino (MI) e soprattutto
come Cusano Mutri nel beneventano.
CUSCONA
CUSCONA'
CUSCUNA
CUSCUNA'
Cuscona, assolutamente rarissimo, ormai quasi limitato al catanese, sembrerebbe
essere stato originario del messinese, Cusconà, quasi unico, parrebbe
calabrese del reggino, Cuscuna, assolutamente rarissimo ha un piccolissimo
ceppo nel reggino ed uno nel catanese, Cuscunà ha un ceppo nel reggino
a Locri ed uno nel catanese a Motta Sant'Anastasia e Catania, questi cognomi
dovrebbero derivare dal cognome turcoalbanese Kuskuni,
o più probabilmente dalla sua variante greca e albanese Kuskunàs, come è pure possibile una derivazione da un soprannome basato sul termine grecanico coyscoynàs
(allevatore di porci) ad indicare forse il mestiere dei capostipiti.
CUSCUSA
Cuscusa, decisamente sardo, ha un ceppo nell'oristanese a Paulilatino,
ad Iglesias ed a Macomer nel nuorese, potrebbe derivare da un soprannome
originato dal termine sardo logudorese cuscusa o cuscuso
(una specie di minestra a base di semolino).
integrazioni fornite da Giuseppe
Concas
CUSCUSA: cuscusa, cuscusone/i:
con queste voci sono denominate parti di alcune
erbe selvatiche, in genere spighe di cereali: l'orzo
murino (hordeum murinum),
il forasacco (bromus), la lappa o lappola (arctium lappa). Queste hanno
tutte dei frutti (le parti delle spighe) che si attaccano ai calzoni, alle
magliette, ai vestiti in genere. Sono fastidiosissimi perché penetrano
nei calzoni, nelle calze delle scarpe sino a pungere la pelle. Sono assai
pericolosi quando penetrano nelle narici dei cani, perché vanno
sempre più a fondo. Quando una persona si rende fastidiosa e insistente
diciamo comunemente:" Esti peus de u' cuscusòni"
( E' peggiore di un ..) Forse il cognome
deriva dalle caratteristiche del cuscusòni. "Non mene voglia chi
porta questo cognome, per la mia osservazione"! Sul loro etimo permane
incertezza: forse si tratta di onomatopee. Il Wagner mette punto di domanda!
Ma non dimentichiamo che il cuscus o cuscussù è una pietanza
tipica del nord Africa, a base di semola di grano, selvatico un tempo:
dal berbero kuskus. Per il momento
non sappiamo altro. Attualmente il cognome Cuscusa è presente in
36 Comuni italiani, di cui 19 in Sardegna: Paulilatino 34, Iglesias 16,
Macomer 14, etc.
CUSIMANO
CUSMA'
CUSMANO
CUSUMANO
Sono tutti cognomi di origine siciliana, Cusimano è molto presente
nel palermitano, ma ha grossi ceppi anche nell'agrigentinmo, nisseno, catanese
e messinese, Cusmà, quasi unico, è del messinese, Cusmano
ha un ceppo a Palermo, uno nell'agrigentino, uno nel catanese ed uno nel
messinese, Cusumano è il più diffuso, soprattutto nel trapanese,
agrigentino, palermitano, catanese e messinese, ma ben presente comunque
in tutto il resto dell'isola, con sparute presenze solo nell'ennese, dovrebbero tutti derivare da una latinizzazione (Cosmanus)
del nome greco Kosmas, si ricordino
i SS Cosma e Damiano, da Cosmanus si è arrivati poi a Cusmano e
poi a Cusimano e Cusumano.
CUSIN
Cusin è tipico del padovano e veneziano, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale per cugino.
integrazioni fornite da Livio Morpurgo
il cognome è di origine ebreo Sefardita e proviene dal Portogallo da dove è partito verso l'italia quando ne furono cacciati tutti gli ebrei nel 1492.
CUSINATI
CUSINATO
CUSINI
Cusinati assolutamente
rarissimo e Cusinato sono di origine padovana, Cusini è tipico della
Valtellina, dovrebbero dipendere da un soprannome dialettale.
integrazioni fornite da Giacomo
Ganza / Villa di Tirano (SO)
Questi cognomi derivano da un vocabolo dialettale significante cugino
(legame di parentela).
integrazioni fornite da Paolo Cucinato
Alzate Brianza (Co)
Si possono fare parecchie ipotesi, su questi cognomi. La famiglia Cusinato
era originaria di Bassano del Grappa (VI) almeno fin dal 1259: una iscrizione
romana che elenca i nomi componenti di una centuria riporta "....Aulus
Cusinius Clarus
munificies......"; da Dante Olivieri (Toponomastica veneta) un certo
Cusinius risulta essere il fondatore del paese di Cusignana
di Arcade (Tv); il cognome Cusin
è elencato tra i cognomi di origine ebraica il significato è
: figlio di Kus (Chus), ossia Saulle, figlio di Cam. Re Davide scrive una
lamentazione in suo proposito (Bibbia salmo 7:1 ); in un atto notarile
di Bassano del 1259 ( F.Scarmoncin) risulta testimone un Pietro Cosino;
in un atto notarile del 1316 risulta testimone Albertino, figlio
di Cusin da Crespano (G. Farronato); nel 1508 esistono i Cuxin, sempre
a Bassano nella Rosà (G. Farronato); nel 1550 esistono i Cuxinus,
sempre della Rosà (G.Farronato); secondo il F.Signori (toponomastica
storica bassanese) i Cusin della Rosà danno il
nome alla contrada dei Cusinati
tuttora esistente come frazione di Rosà, comune del bassanese.
La nostra famiglia era Cusinato fino
al 1810/20. Da allora in poi nei registri di stato civile (S.Maria
in Colle di Bassano) venne variato in Cucinato,
mentre il cognome originario non alterato continua in altre località
del Veneto. Ultima ipotesi da non trascurare: in una regione
della Croazia, 100 km a sud di Zagabria esiste il cognome Kucinic in diversi
paesi della zona (scritto anche Kuchinich).Un uomo politico americano,
distintosi nell'ultima campagna elettorale
USA, Dennis Kuchinich, è di dichiarate origini croate. Una mia
trisavola (1789) era di origine dalmata. Quindi, visto le ipotesi
sopraesposte, ho ritenuto abbastanza semplicistico e sbrigativo far derivare
il cognome in questione solo dalla forma dialettale di cugino = cusin,
che è realistica, ma non completa.
CUSMA
Cusma è tipicamente giuliano, di Trieste in particolare, deriva
dal nome slavo Kusma, a sua volta derivato
dal nome greco Kosmas, ricordiamo i
Santi Kosmas e Damianus.
CUSSA
Cussa, quasi unico, è del cuneese, dovrebbero derivare dal nome
latino di origini germaniche Cussa
o Kussa di cui troviamo tracce in un
cippo funerario ai piedi dello Stelvio: "PONTICO
// GERMANI . F // ET . CVSSAE
// GRAECI . F // CAMUNNIS // MEDUSSA // GRAECI . F // SORORI // HIC SITI
SUNT", nome che può anche essere femminile: "...Item
Stephanus Drasych vendidit Johanni sutori unum fundum pro debitis Kussa
mulieris, tempore dicti Johannis....".
CUTARELLA
CUTARELLI
Cutarella, molto molto raro, è del napoletano, così come
il leggermente più diffuso Cutarelli che è tipico di Napoli,
con un ceppo anche a Roma, potrebbe derivare da una forma ipocoristica
di un soprannome originato dal termine greco κιθάρα
(kithara), cetra,
forse perchè il capostipite ne fosse un suonatore.
CUTI
CUTO
Cuti, molto raro, è specifico del palermitano, di Palermo in particolare
e di Casteldaccia, Cuto è praticamente unico, potrebbero derivare
dal nome ebraico Cuth o anche dal nome
ebraico Kittim, tracce di queste cognominizzazioni
le troviamo ad esempio a Gallipoli in una registrazione di battesimo del
1608, del figlio di un tale Quintiliano Cuti e di Caterina sua moglie.
CUTIETTA
Cutietta è specifico di Carini nel palermitano, famiglia importante
della città fin dal 1700, l'origine del cognome potrebbe essere
da un soprannome originato da un'alterazione del termine dialettale siciliano
cutieddu (coltello).
CUTINI
Cutini è tipico dell'area che comprende le province di Arezzo, Perugia,
Macerata ed il Piceno, con un ceppo anche tra romano ed aquilano, l'origine
di questo cognome potrebbe essere dal popolo dei Cutini,
abitanti anticamente la città sannita di Cutina nell'aquilano, di
cui parla Tito Livio nel Libro ottavo del suo Ab
Urbe Condita: "...refugerent hostes sed
iam ne uallo quidem ac fossis freti dilaberentur in oppida, situ urbium
moenibusque se defensuri. postremo oppida quoque ui expugnare adortus,
primo Cutinam
ingenti ardore militum a uolnerum ira quod haud fere quisquam integer proelio
excesserat, scalis cepit, deinde Cingiliam. utriusque urbis praedam militibus,
quod eos neque portae nec muri hostium arcuerant, concessit...",
non si può comunque escludere, anche se meno probabile, una derivazione
attraverso ipocoristici dalla Gens etrusca Cutu
(vedi CUZZI).
CUTINO
Cutino, abbastanza raro, è specifico del palermitano, di Palermo
e di Isola delle Femmine e di Alcamo nel trapanese, con un ceppo anche
tra napoletano e salernitano potrebbe derivare da forme ipocoristiche del
nome ebraico Cuth o Kittim
(vedi CUTI), l'ipotesi che farebbe derivare
invece quaesto cognome da un soprannome originato dal termine ungaro kut
(fontana), facendolo risalire all'epoca
dell'imperatore Federico, sembrerebbe molto poco credibile.
CUTOLO
CUTULI
Cutolo è tipico del napoletano di Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano
e Napoli, Cutuli, tipicamente siciliano, ha un ceppo nel catanese ed uno
tra messinese e reggino, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal
termine greco arcaico kutylè
(oggetto cavo, scavato, coppa).
CUTONE
Cutone ha un ceppo ad Isernia ed uno, molto più piccolo, a Lucera
nel foggiano, il cognome dovrebbe derivare da un soprannome dialettale,
probabilmente nato dal fatto che il capostipite commerciasse in cotone,
troviamo tracce di questa cognominizzazione a Pascarola nel napoletano
in una registrazione dell'anno 1271: "..Die V octobris
XV ind. apud Melfiam. Nicolao de Rugeth et Isabelle uxori, heredibus etc.
[conceduntur] bona que fuerunt quondam Iacobe
Cutone, existentia in Aversa. (Inter que bona:
.... in villa Pascarole petia una terre iuxta domum Martini de Rahone de
eadem villa et hortum Roberti Capicis, et ibi nemus quod fuit Iohannis
de Rebursa; item in pertinentiis Palude Carbonarie terra una iuxta terram
Sergii de Iudice de Neapoli et terram heredum Henrici de Sancto Arcangelo;
item terra una iuxta terram Petri Visconti; item iardenum unum iuxta terram
Roberti Capicis et ortum Andree de Thomasio...".
CUTRIGNELLI
Cutrignelli è specificatamente barese, potrebbe trattarsi di una
forma etnica arcaica per crotonesi, ma molto più probabilmnete si
tratta di un soprannome originato dal termine grecanico cutra
(vasellame cotto d'argilla), probabilmente
ad indicare che il mestiere dei capostipiti fosse quello di produttori
di stoviglie in argilla cotta al forno.
CUTRONE
CUTRONI
Cutrone ha un ceppo molisano a Toro e Campobasso, uno importante nel barese
a Palo Del Colle, Bari e Modugno ed in Sicilia a Corleone nel palermitano
e nel ragusano a Chiaramonte Gulfi, Acate, Ragusa e Comiso, Cutroni, estremamente
raro, parrebbe del messinese, dovrebbero derivare da soprannomi originati
dal vocabolo della Magna Grecia cutra
(oggetto prodotto con l'argilla), è
anche possibile un collegamento con il nome meridionale della città
di Crotone che è appunto Cutrone.
CUTROPIA
CUTRUPIA
Cutropia e Cutrupia sono specifici del messinese, in particolare di Barcellona
Pozzo di Gotto, il primo ha anche un ceppo a Milazzo il secondo a Terme
Vigliatore, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo con l'Arciprete
Cutropia agli inizi del 1700 a Barcellona Pozzo di Gotto, potrebbero derivare,
direttamente o tramite un ipocoristico, dal termine greco kostropòs
(alla maniera di Kos o anche
originario di Kos l'isola greca di
Coo nel Dodecanneso), indicandone probabilmente
l'origine da parte dei capostipiti, secondo un'altra ipotesi deriverebbero invece da soprannomi basati sul termine dialettale cutrùpu (piccola
brocca).
CUTRUFELLI
CUTRUFO
Cutrufelli, assolutamente rarissimo, è dell'area messinese catanese,
Cutrufo ha un ceppo a Siracusa ed a Noto nel siracusano ed a Catania, dovrebbero
derivare, direttamente o tramite una forma ipocoristica, da soprannomi
basati sul termine dialettale cutrùfo
(caraffa).
CUTAIA
CUTTAIA
Entrambi tipicamente siciliani, Cutaia ha un ceppo nel nisseno a Riesi
ed a Caltanissetta, nell'agrigentino, ad Agrigento, Grotte, Canicattì,
Racalmuto, Porto Empedocle e Palma di Montichiaro, e nel palermitano, a
Termini Imerese e Palermo, Cuttaia è specifico di Licata nell'agrigentino,
dovrebbero derivare da un soprannome basato sul termine arabo quttayah
(cima di un piccolo monte).
CUZZI
Molto molto raro, con un ceppo nell'udinese ed altri in giro per l'Italia,
potrebbe essere di origini latine e derivare dal praenomen romano Cutius,
originato dalla gens Cutu etrusca, di cui abbiamo un esempio
negli
Annales
di Tacito: "...cum velut munere deum tres
biremes adpulere ad usus commeantium illo mari. et erat isdem regionibus
Cutius Lupus
quaestor, cui provinci a vetere ex more calles evenerant...", ma
è pure possibile una derivazione dall'aferesi di una modificazione
del nome Marco, Marcuzzo, dei Marcuzzi, Cuzzi. Tracce di questa cognominizzazione
le troviamo a Rovigno in Istria fin dal 1600.
CUZZOCREA
Tipico del reggino, dovrebbe derivare da un soprannome di origine greca
cuzzocrea (carne mozzata), dal greco koutsos (tagliato)
e krea (carne),
forse in ricordo di un episodio di guerra o di un disastro durante la pesca,
ma anche, e non lo si può assolutamente escludere, che derivi da
un soprannome atto ad identificare il capostipite come un ebreo circonciso.
CUZZOLIN
CUZZOLINA
CUZZOLINI
CUZZOLINO
Cuzzolin è tipicamente veneto e friulano, con massima concentrazione
nel veneziano, a San Donà di Piave, Venezia, Iesolo, Portogruaro,
Noventa di Piave ed Annone Veneto, Cuzzolina, è unico, del salernitano,
Cuzzolini è quasi unico, Cuzzolino ha un ceppo a San Gregorio Magno
nel salernitano, con presenze anche nel cosentino, dovrebbero derivare
da forme ipocoristiche nate dal termine greco koutsos
(tagliato, forse circonciso), ma il ceppo veneto potrebbe
anche derivare da un soprannome dialettale con il significato di cucciolino.
CUZZUOL
Cuzzuol, estremamente raro, è del trevigiano, dovrebbe derivare
da un soprannome dialettale originato dal termine dialettale trevigiano
arcaico cuzzuol (cuccia
per animali domestici, il fatto di accovacciarsi).
CUZZUPE
CUZZUPE'
Cuzzupe, quasi unico, è siciliano, così come il più
diffuso Cuzzupè, che è specifico del messinese, di Milazzo,
San Filippo del Mela, Torregrotta, Messina e Pace del Mela, dovrebbero
derivare da un soprannome dialettale basato sul termine dialettale calabro, siciliano
arcaico di origini grecaniche kuzzùpa
(focaccia), probabilmente ad indicare
nei capostipiti dei produttori di questo tipo di alimento.
CUZZUPOLI
Cuzzupoli, molto molto raro, è tipico del reggino, di Palmi in particolare,
dovrebbe derivare da un soprannome originato dall'unione dei termini greci
koutsos (tagliato)
e poulos (figlio),
probabilmente utilizzato per indicare nel capostipite il figlio di un ebreo
circonciso (vedi CUZZOCREA)