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cognomi_italiani_a

Italian Surnames - Cognomi Italiani - A

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ABA Aba è un cognome ormai quasi scomparso, sembrerebbe sardo.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ABA/S; ALA; ALAS; ALES = ala/i. ABAS, ALAS: derivano dal latino ala, ma non esistono più come cognomi, che come tali, comunque, sono presenti nei documenti antichi della lingua sarda. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado (*CSMB -XI°, XII° sec.), sono citati: Abas (de) Marcu (99), in una lite(kertidu) per il possesso della servitù (partizione de servis), tra il Priore del Santuario di Bonarcado e, appunto, Marcu d'Abas; Abas (de) Pascasia (133), accusata, insieme al marito Orzoco Stapu, di avere abbandonato il servizio dovuto a S. M. di Bonarcado, nonostante il giuramento prestato davanti al loro padre( et ego posillos ad iurare d'essere servos de iuvale ad Sancta Maria de Bonarcatu, ad ube los poserat patre meu.et fiios issoro et nepotes.usque in sempiternum.), che li legava alla servitù del Santuario per tutta l'eternità! Sia in de Abas Marcu, che in de Abas Pascasia, il "de" indica chiaramente la provenienza dall'antico villaggio di Abas, o Alas, l'odierno Ales, sede di una delle più antiche Diocesi della Sardegna  Tra i firmatari della pace di Eleonora *LPDE del 1388, troviamo: Ala (de) Joanne, jurato(collaboratore del maiore - guardia giurata - vigilante)  ville Nuruci (Contrate Partis Alença- l'odierno Nurèci); per Joanne de Ala, invece supponiamo la provenienza dal villaggio antico di Ala, Contrate Montis Acuti, l'odierna Alà dei Sardi. Come detto Abas e Alas non esistono più come cognomi; esiste invece Ala, presente in 108 Comuni del territorio nazionale, di cui solo 8 della Sardegna, non di chiara origine sarda.
ABAGNALE
ABAGNALI
ABBAGNALE
Abagnale è tipico del napoletano, di Sant`Antonio Abate, Gragnano, Santa Maria la Carità, con ceppi comunque significativi anche a Castellammare di Stabia e Pompei ed a Scafati nel salernitano, Abbagnale, molto più raro è tipico di Castellammare di Stabia, Pompei e Sant`Antonio Abate nel napoletano e di Angri nel salernitano, Abagnali è unico e si dovrebbe trattare di un errore di trascrizione, potrebbe trattarsi di forme dialettali per cittadino di Bagni toponimo come potrebbe essere Bagni di Scafati (SA).
ABAGNATO
ABBAGNATO
Abagnato, assolutamente rarissimo, è forse del reggino, Abbagnato, un poco meno raro, parrebbe specifico di Palermo.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Abbagnato (variante del più comune Bagnato), da intendere probabilmente nel senso di battezzato, purificato con l'acqua santa (per una spiegazione più approfondita sull'origine del nome, vedi il cognome Bagnato). Dal punto di vista etimologico, infatti, il verbo abbagnare nasce da una forma arcaica o dialettale del verbo bagnare, in cui l'aggiunta del prefisso a- (dal latino ad) indica avvicinamento o tendenza verso qualcosa (come accade, d'altronde, in verbi quali accompagnare, accorrere, accostare, etc). Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti, anche se in alcuni casi non è esclusa una derivazione da soprannomi ad essi attribuiti.
ABATANTUONO
ABBATANTUONO
Abatantuono è specifico di Vieste (FG), Abbatantuono è tipico di Bitonto (BA), derivano da Abate Antonio o come discendenza diretta o come collegamento indiretto (quelli dell'abate Antonio).
ABATANGELO
ABBATANGELO
Abatangelo è specifico di Mola di Bari (BA), Abbatangelo è tipico di Grassano (MT) con un ceppo anche a Trani (BA), derivano da Abate Angelo o come discendenza diretta o come collegamento indiretto (quelli dell'abate Angelo).
ABATE
ABATI
ABBA'
Abate è molto diffuso in tutto il sud, con un possibile ceppo anche in Piemonte, Abati ha un nucleo in Emilia e Romagna, ceppi nel bergamasco, in Toscana, nel Lazio e nel Salento, Abbà è diffuso nel nord ovest in particolare, ha un sicuro ceppo nel Piemonte occidentale ed uno probabile nel milanese e lodigiano, derivano tutti dal termine Abate, sia come collegato ad un prelato, sia nel senso di persona degna di rispetto.
ABATECOLA
ABATICOLA
ABBATECOLA
ABBATICOLA
Abatecola ha un ceppo a Pico nel frusinate ed uno a Canosa di Puglia (BA), Abaticola, praticamente unico, è dovuto ad un errore di trascrizione, Abbatecola è tipico della zona di Casamassima e Adelfia (BA), Abbaticola è specifico di Bari, dovrebbero tutti derivare dall'unione del termine Abate e dell'aferesi del nome Nicola il che starebbe ad indicare la famiglia dell'Abate Nicola.
ABATEDAGA
ABBATEDAGA
Sia Abatedaga che Abbatedaga sembrerebbero praticamente unici, probabilmente piemontesi.
ABATEGIOVANNI
ABBATEGIOVANNI
Specifici entrambi del casertano, Abategiovanni della zona tra Trentola-ducenta (CE) e Lusciano (CE), Abbategiovanni oltre che di quell'area è specifico anche di Napoli, dovrebbero derivare da Abate Giovanni, cioè un abate, probabilmente ortodosso, di nome Giovanni, o come discendenza diretta o come collegamento indiretto (quelli dell'abate Giovanni).
ABATEMATTEI
ABATEMATTEO
ABBATEMATTEI
ABBATEMATTEO
Abbatemattei è unico, Abbatematteo è estremamente raro, sembrerebbero entrambi del tarantino, così come il decisamente più comune Abatematteo, tipico di Grottaglie, Taranto e Monteparano, o come Abatemattei, che è specifico di Carosino, dovrebbero tutti derivare dal fatto che il capostipite della famiglia fosse un prelato, probabilmente ortodosso, di nome Matteo.
ABATERUSSO
ABBATERUSSO
Abaterusso, molto molto raro, ètipico del Salento, così come l'ancora più raro Abbaterusso, dovrebbero derivare dal fatto che il capostipite, fosse un prelato, probabilmente ortodosso e fosse anche rosso di capelli.
ABATESCIANNI
ABATISCIANNI
ABBATESCIANNA
ABBATESCIANNI
ABBATISCIANNI
Tutti pugliesi e specifici del barese, Abatescianni è specifico di Bari e Foggia, Abbatescianni, abbastanza raro, è specifico di Bari, Abatiscianni, Abbatescianna ed Abbatiscianni sono quasi unici.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nell'unione fra il termine abate (con una variante in abbate) e il nome medievale Scianni (forma dialettale di Gianni), ad indicare che il capostipite era un abate - quasi sicuramente ortodosso - di nome Scianni (vedi Abategiovanni).
ABAZIA
ABBAZIA
Abazia, tipicamente meridionale, ha un piccolo ceppo a Napoli e qualche presenza nel foggiano, Abbazia, più raro, ha qualche rara presenza nel napoletano, dovrebbero derivare da nomi di località caratterizzati dalla presenza di una Abbazia o contenenti il termine Abbazia nel proprio toponimo.
ABBA Abba è un cognome presente a macchia di leopardo in Piemonte, dove sembra esistere un nucleo originario nel cuneese, in Liguria ed in Lombardia, esiste un ceppo anche in Sardegna, ma l'origine dovrebbe essere piemontese, dovrebbe derivare da termine prerinascimentale abbas, abbatis (abate, signore), bisogna considerare che, l'area ligure, piemontese subì molto in passato l'influenza del mondo francese, che attribuiva al vocabolo il significato di signore, esponente di una comunità, o monsignore, inteso come precursore del vocabolo francese moderno monsieur (signore).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ABBA: Acqua, dal latino aqua. Abba proviene dal logudorese. Nelle "carte cagliaritane" c'è akwa, ma in "quelle arborensi" sempre abba. Proviene dal latino aqua. Cognome presente in Sardegna solo in 2 Comuni: Sassari (9) e Alghero (3), mentre lo troviamo in altri 69 Comuni del continente. Non è un cognome originario della Sardegna, dove invece è comune come toponimo: abbas in Logudoro, acuas o aquas in Campidano. Abba, come cognome non deriva dal termine latino aqua, bensì dalla parola tardo latina abba, a sua volta derivante dall'aramaico abà = padre, nell'uso abituale odierno di papà.  Nei documenti antichi della lingua sarda, troviamo Abbas, villaggio, oggi distrutto, chiamato inoltre Villa d'Abbas - Contrate Montis Regalis (Castello di Monreale), ubicato nei pressi di Sardara e dove oggi sorge il Santuario di Santa Maria Aquas, famoso per le acque termali, meglio conosciute durante la dominazione romana come Aquae Neapolitanae. Nelle carte antiche è nominato un altro villaggio Abbas - Contrate Partis de Guilcier, l'odierno Abbasanta, l'antica stazione romana, conosciuta col nome di Medias Aquas.
ABBADELLI
ABBATELLI
Entrambi decisamente rari, dovrebbero essere originari della Toscana con un ceppo nobile secondario in Sicilia, derivano ta un soprannome legato al vocabolo abate, tracce di questo casato le troviamo a Palermo alla corte di Federico II° con Dulcio Abbatelli nei primi anni del 1200, nel 1431 Giovanni Abbatelli divenne conte di Cammarata.
ABBANDONATI
ABBANDONATO
Entrambi rarissimi, Abbandonati è più tipico del centro Italia, mentre Abbandonatosembrerebbe del centrosud, si dovrebbe trattare di cognomi attribuiti in epoca abbastanza recente, con un enorme sforzo di fantasia, a dei fanciulli abbandonati.
ABBASCIA Estremamente raro è tipico del barese, dovrebbe derivare da modificazioni dialettali di Abate Gianni attraverso Abatescianni e di lì Abbascia.
ABBATE
ABBATI
Abbate è panitaliano, presenta un grosso nucleo in Sicilia ed uno in Campania, ma è presente praticamente in tutt'Italia, Abbati ha un nucleo nel parmense e modenese, uno nel perugino ed uno a Rona, derivano da un soprannome originato o da connessioni con la funzione di abate (responsabile di un monastero) o da particolarità dell'atteggiamento. Queste cognominizzazioni sono molto antiche, come si evince da quest'atto conservato presso l'Archivio Capitolare di S. Ambrogio a Milano tra le  Pergamene del secolo XII, dove si legge: "...Dominico qui dicitur Abbate, filius quondam Iohannis de civitate Mediolani ut amodo in antea omni tempore defendere et guarentare et in antea stare debet ipse Iohannes et sui heredes eidem Dominico et suis heredibus et cui ipsi dederint, nominative de prato petia una iuri..."
notizie ulteriori  fornite dal barone Ugo Antonio Bella
Il Mugnos fa derivare un casato Abbate da un Papirio cavaliere romano che dopo aver donato al proprio figlio Ascanio tutti i beni che possedeva, si ritirò nel monastero di Montecassino dove venne eletto abate. In questa famiglia troviamo Troiano Abbate barone di Gibellina che fu senatore di Palermo negli anni 1499 e 1500; un Gabriele barone di Ucria, titolo confermato il 16 luglio 1453 e un Giacomo capitano di giustizia  di Palermo nel 1581. Ignazio Vincenzo Abbate comprò il titolo di marchese di Lungarini il 15 luglio 1723.
ABBELLITO Abbellito, quasi unico è tipico del napoletano, dovrebbe trattarsi di un cognome attribuito ad un trovatello da un funzionario di un orfanotrofio civile.
ABBIATE
ABBIATI
Abbiate, molto raro, è tipico del nordmilanese e varesotto, Abbiati è specifico dell'area milanese, questi cognomi fanno riferimento al toponimo Abbiategrasso, intendendo quindi quelli di Abbiategrasso, la cui origine è Abbiatese. Può anche derivare dal tardo latino aviaticus, passato nel dialetto lombardo come abbiaticus con il significato di figlio della figlia, di cui Abbiati sarebbe una troncatura.
ABBIENTO
LABBIENTO
Abbiento, molto raro, è specifico della zona di Albanella e Roccadaspide nel salernitano, Labbiento, altrettanto raro, è tipico di Bagnoli Irpino nell'avellinese, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal vocabolo dialettale campano abbiento (tranquillità, pace), ricordiamo il modo di dire napoletano nun truvare abbiento (non trovar pace).
ABBISOGNI
ABBISOGNO
Abbisogni è praticamente unico e dovrebbe trattarsi di un'errata trascrizione del cognome Abbisogno, che, assolutamente rarissimo, è un cognome tipicamente campano, si dovrebbe trattare di un cognome attribuito a dei trovatelli, dall'istituto di carità che lo aveva accolto, indicando in questo modo che il bambino necessitava dell'aiuto altrui, cioè che aveva appunto bisogno di tutto in quanto abbandonato da chi avrebbe dovuto amarlo.
ABBONDANTE
ABBONDANTI
Abbondante ha un ceppo napoletano ed uno romano, Abbondanti, molto molto raro, sembrerebbe specifico di Fusignano (RA).
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome cristiano-medievale Abbondante (variante del più noto Abbondio), da intendere in senso augurale col significato di abbondante di virtù, ricco di doti spirituali. In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
ABBONDANZA
ABBONDANZIO
Abbondanza è molto diffuso in Romagna, forlivese e ravennate, nel teramano, nelle province di Roma e Frosinone, nel barese e nel materano con piccoli ceppi anche nel salernitano, Abbondanzio, praticamente unico è romano.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
in molte aree del sud, soprattutto nel Sannio e nel Salento, è ancora in uso il nome di persona femminile Abbondanza, per devozione al culto della Madonna dell'Abbondanza. Abbondanza deriva dal Latino abundantia, ricchezza di beni. Come nome proprio nasce nei primi ambienti cristiani romani, con il significato di ricchezza spirituale.
ABBONDANZIERI Molto raro, ha un ceppo tra le province di Pesaro ed Ancona ed uno in provincia di Roma.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
dovrebbe derivare da una carica politica medievale, Abbondanziere quella cioè del prefetto dell'annona o dell'abbondanza, pubblico ufficiale medioevale incaricato di verificare il mercato dei cereali ed il prezzo del pane onde evitare abusi e sprechi.
ABBONDI
ABBONDIO
ABBUNDO
ABONDI
ABONDIO
ABUNDO
Abbondi, molto raro, è tipico della zona tra milanese e comasco, Abbondio, altrettanto raro, è tipico della zona tra milanese e cremasco, Abundo e Abbundo, assolutamente rarissimi, parrebbero del napoletano, Abondi sembrerebbe unico, sicuramente settentrionale, Abondio è molto diffuso ed è caratteristico di Darfo Boario Terme nel bresciano, derivano tutti dal nome medioevale Abundius, di cui abbiamo un esempio a Bormio nel 1630 in un processo per stregoneria: "...Die mercurii XI mensis decembris. Coram magnifico concilio constitutus fuit antescriptus Abundius del Sartor. Et interogatus che vogli confessar la verità, s'esso è stregone, come è stato denuntiato da più persone....", nome cui corrisponde l'italiano Abbondio, ricordiamo ad esempio il famosissimo curato dei promessi sposi, Don Abbondio.
ABBRESCIA
ABRESCIA
Abbrescia sembrerebbe specifico di Bari, ma è diffuso in tutta la Puglia ed ha un ceppo anche a Trieste, Abrescia, meno diffuso, ha un ceppo a Bari ed uno ad Altamura (BA).
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
D'origine albanese, questi cognomi derivano da un'italianizzazione del termine Arbëreshë o Arbresha, che in lingua madre significa appunto albanese (per una spiegazione più approfondita sull'origine del cognome, vedi il cognome Brescia); anche se non completamente escludibile, comunque, è piuttosto improbabile una connessione col toponimo Brescia, sia per la distanza fra il nucleo principale di famiglie Abbrescia e la quasi omonima città lombarda che per la stessa struttura letterale del termine abbrescia (è vero che potrebbe trattarsi di una forma prostetica del toponimo Brescia, ma nel contesto della toponomastica è difficile giustificare un'ipotesi del genere).
ABBRIANO
ABRIANI
ABRIANO
Abbriano è specifico di Milazzo nel messinese, Abriani è veneto, di Veronella nel veronese, di Lusiana e Lugo di Vicenza nel vicentino e di Vittorio Veneto nel trevisano, Abriano, molto più raro, è specifico di Messina, dovrebbero derivare dal nome medioevale Abrianus, di cui abbiamo un esempio d'uso in un atto del 1369 ad Enno in Trentino: "Anno 1369, indictione 7, die mercurii 14 martii, Enni in domo dominae Minae de Enno. Praesentibus ser Cabriele quondam Peramusii de Enno, Iohanne filio ser Beti de Enno24, Petro quondam Alesandri de Cazufo nunc habitatore villae Enni, domina Sara filia quondam ser Otoneli de Enno vallis Annaniae tridentinae diocesis, uxor ser Beti quondam domini Anci de Enno suprascripto, de verbo, licentia, et consensu dicti ser Beti eius mariti: Et discretus vir Belvesinus quondam ser Ferigo... dictae vallis Annaniae, ordinaverunt discretos viros Bonaventuram quondam domini Abriani civem Tridenti, Franciscum de Molveno nunc habitatorem civitatis Tridenti, necnon ser Betum quondam domini Anci eius maritum, in solidum, certos missos, nuncios et procuratores et defensores generaliter ad omnes, et in omnibus eorum causis, placitis, litibus, et quaestionibus motis, et movendis etc. occasione hereditatis quondam ser Bartholomaei quondam domini Ambroxii de Enno. ...".
ABBRUSCATO
ABRUSCATO
Entrambi tipici del palermitano, dovrebbero derivare da un soprannome.
integrazioni fornite da Luigi Colombo
 Il cognome è originario della provincia di Palermo. E' molto locale e poco diffuso: è presente soprattutto nel paese di Ventimiglia di Sicilia (PA) da dove dovrebbero venire anche gli emigranti negli USA o in Francia.  Probabilmente questo cognome deriva dal verbo siciliano abbruscare cioè abbrustolire, tostare, forse per indicare una persona col colore della pelle tendente allo scuro o abbronzato.
ABBRUZZESE
ABBRUZZESI
ABRUZZESE
ABRUZZESI
Abbruzzese è molto diffuso in Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria, Abbruzzesi, estremamente raro, è romano, Abruzzese è ben presente in Campania, Puglia e Basilicata, con ceppi anche nel cosentino e nel catanzarese, Abruzzesi è quasi unico, tutti questi cognomi derivano dall'etnico di Abruzzo e dovrebbero indicare una provenienza delle famiglie da quella regione.
ABBRUZZI
ABRUZZI
APRUZZI
APRUZZO
Abbruzzi, molto raro, ha un piccolo ceppo nel barese a Castellana Grotte e Conversano, Abruzzi, molto raro, è di Brindisi, come il quasi unico Apruzzo, dovrebbe trattarsi di forme alterate del più comune Apruzzi, che è specifico del brindisino, di Ostuni, San Michele Salentino e Brindisi, e che dovrebbe derivare dal nome della deriva dal nome dell'Aprutium, un'antica regione dell'attuale Abruzzo, il cui nome sarebbe derivato dall'antico popolo dei pretuzi che popolava anticamente l'area abruzzese.
ABBRUZZO
ABRUZZO
Abbruzzo ha un ceppo a Borgia nel catanzarese ed in Sicilia a Caltabellotta, Ribera e Sciacca nell'agrigentino ed a Palermo, Abruzzo sembrerebbe siciliano, con un ceppo nell'agrigentino a Sambuca di Sicilia, Sciacca e Santa Margherita di Belice, un ceppo a Palermo ed uno a Siracusa, dovrebbero derivare dall'appartenenza dei capostipiti al popolo dei Bruzii stanziati anticamente in Calabria, a Cosenza in particolare.
ABE Abe è quasi unico, parrebbe del centronord, dovrebbe derivare da una forma arcaica del termine ape e si riferirebbe forse al mestiere di apicultore svolto dal capostipite, sembra improbabile, anche se non impossibile, una derivazione dalla troncatura di nomi come Abele o Abelardo portati dal capostipite.
ABELA
ABELE
ABELI
ABELLA
ABELLI
ABELLO
Abela sembrerebbe siciliano,con un ceppo a Siracusa e nel siracusano ed uno a Gela nel nisseno, Abele, assolutamente rarissimo, parrebbe piemontese, Abeli, altrettanto raro, potrebbe essere del milanese, Abella, estremamente raro, dovrebbe essere di Cianciana nell'agrigentino, Abelli, molto raro sembrerebbe del parmense, con ceppi anche nel pavese e nel resto della Lombardia, Abello è specifico del cuneese, potrebbero derivare da modificazioni del nome Abele. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo in Valtellina dove Giovanni Abello è decano della magnifica communità di Grosio (SO) per l'anno 1678.
ABELTINO Abeltino è tipicamente sardo, della Gallura, di Sant`Antonio di Gallura, Palau, Arzachena, Olbia, Calangianus e Tempio Pausania, dovrebbe derivare dal termine gallurese abbeltinu (spianata, radura priva di alberi, in mezzo ad un bosco), probabilmente ad indicare il luogo di provenienza dei capostipiti.
ABETE
ABETI
Abete è tipico del napoletano, di Sant`Anastasia in particolare, Napoli, Pollena Trocchia e Somma Vesuviana, Abeti è un cognome toscano tipico di Prato, potrebbero derivare da toponimi come Abeto (FI) o Abetone (PT), ma è pure possibile derivino da un soprannome originato dal termine abete ad indicare l'altezza o una caratteristica del luogo d'origine.
ABIS Tipico sardo del sud in particolare, deriva da un soprannome legato al vocabolo campidanese abis (api), probabilmente originato dal mestiere di apicultore.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ABI/S - APIS: Ape/i. Dal latino apis. Diffuso in Sardegna, in 62 su 377 Comuni, nella forma Abis. Così e nella variante Apis, lo troviamo anche negli antichi documenti. Tra i firmatari della pace di Eleonora del 1388 rinveniamo: Abis (de) Joanne, ville Mogoro;  Apis Comita, ville Mahara (Mahara - Barbaraquesa .Arbarei - l'odierna Villamar. Contrate Marmille). Nel Con daghe di San Nicola di Trullas, *CSNT -XI° XII° sec. al cap. 80.1, troviamo Ape Rustikellu e Ape Jannico, fratelli, testimoni di una lite (kertidu: certarun mecu.) tra il priore del Santuario e gli abitanti di tre villaggi, Mularia, Orticale e Gitil per il possedimento delle terre di Sanctu Antipatre.Attuale: ABE è presente in 10 Comuni italiani, molti dei quali lombardi; assente in Sardegna. ABIS è presente in 109 Comuni, con maggiore diffusione in Sardegna; seguono Lombardia, Piemonte, Lazio (Roma). Il cognome APIS è presente solo in 4 Comuni delle Marche.
ABLONDI Ablondi è tipico del parmense, di Calestano e Parma, potrebbe derivare da una forma alterata dialettalmente del nome Abbondio (vedi ABBONDI), ma la cosa più probabile è che derivi invece da un'italianizzazione del nome medioevale germanico Ablund,  probabilmente portato dal capostipite.
ABRAM
ABRAMI
ABRAMO
Questi cognomi sono probabilmente di origine ebraica, Abram è tipico del trentino, mentre Abrami sembra essere specifico del bresciano, Abramo è siciliano, più propriamente della zona tra Messina e Catania, derivano tutti dal nome ebraico Abram presente sia nel mondo latino che nel greco, ad esempio leggiamo in un'ecloga del V° secolo a. C. :"...Limite iussusAbram patrio discedere Sarram...". Troviamo tracce di questo cognome già nel nel 1450 con un Jacobo de Abram da Bologna.
ABREGAL Abregal è un cognome rarissimo, si dovrebbe trattare di un matronimico, storpiatura del nome biblico Abigail moglie in seconde nozze di David.
ABRIOLA Tipico potentino, deriva dal toponimo Abriola (PZ).
ABRIONI Tipico sardo del nord è estremamente raro, deriva da un soprannome originato dal vocabolo sardo sassarese abru (cinghiale) ed è probabilmente legato al carattere particolarmente selvatico del capostipite.
ABRONZINO
ABRONZO
D'ABRONZO
Abronzino è tipico di Napoli, Abronzo, quasi unico, è sempre campano, D'Abronzo è specifico del napoletano, di Casandrino e Giugliano di Campania, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale italiano Abronzo o dal suo ipocoristico Abronzino, anche attraverso la forma patronimica in D', dove questa particella sta per figlio di.
ABUTZU Assolutamente rarissimo è tipico del sud della Sardegna, deriva da un soprannome originato dal vocabolo campidanese abutzi (rapaci).
ACANFORA
CANFORA
Acanfora è tipico di Scafati nel salernitano con ceppi anche nel napoletano a Boscoreale, Napoli, Castellammare di Stabia e Pompei, Canfora è specifico del napoletano, soprattutto di Napoli, ma anche di Pozzuoli, Nola ed Ercolano ed ha anche un ceppo siciliano a Tortorici nel messinese, l'origine di questi cognomi è oscura, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Napoli in un atto del 1610 dove Giovanni :Battista De Acamphora, debitore di Corte, viene citato in Giudizio.
ACARDI
ACCARDI
ACCARDO
ACCHIARDI
ACCHIARDO
ACCIARDI
ACHIARDI
Hanno origine probabilmente dal tedesco akhard, aghard termine composto da aki (ferita da taglio) o agi (paura) e hart (forte, duro) con il significato di duro combattente o guerriero che incute timore. La diffusione è prevalentemente nell'area del nord ovest, Accardi ha un forte nucleo in Sicilia ed è presente anche nel Lazio, in Campania e nel cosentino, Accardo ha un forte ceppo nel napoletano ed uno della Sicilia occidentale, Acchiardi è specifico della provincia di Cuneo, di Roccabruna e Dronero in particolare, Acchiardo, decisamente più raro, sembrerebbe specifico di Dronero, Achiardi è quasi unico, Acciardi ha qualche presenza nel casertano, un ceppo a Nova Siri nel materano ed uno nel vicino cosentino, ad Oriolo, Nocara, San Marco Argentano, Montegiordano e Rocca Imperiale.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Accardi è diffuso anche nel Riminese. Viene dall'antico alto tedesco ECKA = angolo, filo della spada, punta, (ted. Ecke = angolo) + antico alto tedesco HARTU/HERTI = resistente, forte (ted. hart = duro) e ha prodotto i nomi germanici ECKEHARD(T) / ECKHARD(T) e in seguito, da questi, il latino Achardus. Significato:valoroso nell'uso della spada. Cfr. G.Vezzelli: Cognomi romagnoli di origine barbarico-germanica, Il Sodalizio, Rimini, 1988, p.17
ACCA Specifico della Sardegna occidentale, è originato da un soprannome legato probabilmente al mestiere di vaccaro e deriva dal vocabolo sassarese acca (vacca).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ACCA: Cavallo di piccola stazza, ronzino, brocco. Dal catalano (h)aca (caball petit de estatura); spagnolo Haca. Non è presente nelle carte antiche della Sardegna; evidentemente si tratta di un cognome che ha origine in seguito alla conquista spagnola dell'isola. Attualmente lo troviamo in 54 Comuni italiani, di cui 25 in Sardegna, tra i quali primeggia Bosa con 47; seguono: Cuglieri 40, Santadi 38, Sassari 27, Cagliari 22, etc.
ACCAREDDU Assolutamente raro è tipico di Bonarcado (OR), deriva da un soprannome originato dal vocabolo sardo accareddu (piccolo vaccaro), probabilmente originato dalla piccola statura e dal mestiere di vaccaro.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ACCAREDDU: permangono incertezze sul significato e l'etimologia. Potrebbe derivare da a(c)ca = cavallo di mezza taglia, dal catalano haca = caval petit de estatura; oppure da άčča (àccia), che in campidanese e in logudorese significa torcia, candeliere, dal catalano àtxaάčča de poburu = lanterna della povera gente: in tal caso in fonetica si avrebbe aččarèddu (acciarèddu). Non vi è riscontro nelle carte antiche. Attualmente troviamo il cognome solo in due Comuni della Sardegna: Bonarcado 30, Oristano 6.
ACCARGIU Accargiu è ormai praticamente scomparso.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ACCARGIU: può derivare da Vaccargiu = custode di vacche, dal latino vaccarius o, per accostamento, da un possibile accarius, custode di ronzini (vedi Acca). È un cognome rarissimo, diffuso sino a poco tempo fa in un  solo Comune della Sardegna Meridionale, oggi scomparso!!!
ACCARINI
ACCARINO
Accarini, assolutamente molto raro, ha un piccolo ceppo a Savona e presenze nel parmense, Accarino è tipicamente campano, ha un ceppo a Napoli ed uno nel salernitano, a Cava de' Tirreni, astel San Lorenzo, Salerno e Capaccio, dovrebbero derivare da una forma aferetica del nome Iaccarino (vedi IACCARINI).
ACCETTA
ACCETTI
ACCETTO
Accetta ha un ceppo a Roma, uno nel napoletano e salernitano, uno nel barese e tarantino,uno in Sicilia, molto consistente, nel palermitano, nel messinese, nel vatanese e nel ragusano, Accetti ha qualche presenza nel romano e nell'area settentrionale italiana, Accetto è specifico del napoletano, dovrebbero derivare da nomi augurali medioevali come Accetto ed Accetta, forme che per aferesi hanno perso il prefisso Ben-, attribuiti a figli considerati molto benaccetti in famiglia.
ACCETTOLA Accettola ha un ceppo a Sora e Broccostella nel frusinate ed a Roma, dovrebbe trattarsi di una forma ipocoristica medioevale del nome Accetta (vedi ACCETTA).
integrazioni fornite da Alessio Bruno Bedini
Presente una famiglia nobile con tale cognome nella città di Sora (FR), il che fa pensare ad un origine specifica di tale cognome in tale città.
integrazioni fornite da Alessio Bruno Bedini
ACCETTURA
ACCETTURI
ACCETTURO
Accettura, tipicamente pugliese, è molto diffuso a Bari e nel barese a Modugno, Adelfia, Triggiano e Sannicandro di Bari, Accetturi è quasi unico, dovrebbe derivare da errori di trascrizione, Accetturo, molto molto raro, è tipico del foggiano, di San Marco la Catola in particolare, dovrebbero tutti derivare dal nome del paese di origine dei capostipiti, cioè il paese di Accettura nel materano, il cui nome, secondo la tesi più accreditata, dovrebbe derivare dal termine latino acapiter (sparviero).
ACCIAI
ACCIAIO
ACCIAIOLI
ACCIARESI
ACCIARI
ACCIARINI
ACCIARINO
ACCIARO
ACCIARRESI
ACCIARRI
Acciai è tipico toscano, delle province di Arezzo e Firenze, Acciaio è assolutamente rarissimo, Acciaioli, molto molto raro, è toscano del pratese, Acciaresi è specifico di Tuscania nel viterbese, Acciari ha un nucleo laziale ed un ceppo nel lucchese, Acciarini, molto molto raro, è specifico della fascia centrale che comprende maceratese, Piceno, Umbria e lazio, Acciarino ha un ceppo romano ed uno napoletano, Acciaro, molto raro, ha un ceppo nel sassarese a La Maddalena e Porto Torres, uno in Molise a Portocannone (CB), ed in provincia di Roma, Acciarresi è specifico della provincia di Macerata, di Corridonia, Macerata, Montecassiano e Petriolo, Acciarri è tipico marchigiano, del Piceno, area che da San Benedetto del Tronto arriva a Massignano, dovrebbero derivare o da soprannomi originati dal mestiere di mastro ferriere, ma anche in alcuni casi legati al termine medioevale accia (scure, lama), italianizzazione del termine germanico hacke con il medesimo significato, che ha originato il termine italiano moderno accetta, un uso di questo termine lo troviamo in una Cronica romana del 1300: "...Volete che aia tale fierro, tale tagliare, quale hao questa mea cortellessa?» E ditto questo, aizao la cortellessa sopra lo capo dello re più de doi piedi. Lo re levao l'uocchi per guardare alla accia de questo fierro....", o anche nei Fatti di Cesare sempre del XIV° secolo: "...Quando Bruto lo vidde uccidere, fu molto turbato; cambiò luogo et arme, e venne là dove li colpi si ferivano, e fecesi tenere lo scudo davanti, e prese una accia a due mani, e ferì et abattè de' Marsiliesi oltre XV in uno assalto, per ciò che le navi erano a costa a costa...", tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Firenze nel 1200 con Niccolò Acciaioli, giudice e Priore di Libertà, il cui casato vantava il titolo di Duchi di Atene e Conti di Melfi, più avanti con il letterato quattrocentesco toscano Donatus Acciaiolus traduttore delle Vitae parallelae di Plutarco ed autore di una Vita Caroli Magni.
integrazioni fornite da Franco Pettinato
A mio parere la parola accia (lat. acia) v. Devoto e Oli, e Vocabolario dell'accademia della Crusca ha un diverso significato e cioè : lino, stoppa, o canapa filata ridotta in matasse. Si tratta quindi di mestiere connesso all'attività di filatura e tessitura.
ACCIARITO Acciarito ha un ceppo laziale ad Artena nel romano ed uno siciliano nel catanese, a Catania e Vizzini, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul mestiere dei capostipiti, forse dei fabbricanti d'asce o azze.
ACCILI Accili è tipico de L'Aquila e provincia, dovrebbe derivare dal nome della Gens patrizia romana Acilia e dalle sue varie diramazioni plebee, o dal nomen gentilizio latino Acilius, improbabile una connessione con il piccolo paese longobardo di Acciano (Hacciànë) nell'aquilano, il cui nome è invece derivato dalla Gens Atia o Attia.
ACCINI
ACCINNI
ACCINNO
ACCINO
ACINNO
Accini ha un ceppo a Calvisano nel bresciano e ad Asola nel mantovano, ed uno piccolissimo a Monterosso al Mare nello spezzino, Accinni, molto raro, ha piccoli ceppi a Roma e Patrica nel frusinate, a Napoli ed a Foggia, Accinno, molto molto raro, è specifico di Roma, Accino è quasi unico, forse piemontese, Acinno è praticamente unico, dovrebbero tutti derivare da varie italianizzazioni del nomen latino Acinius, ricordiamo con questo nome il Console Romano del 160 a.C. Lucius Acinius Gallus, riportato da alcuni come Lucius Accinus, possono anche derivare direttamente dalla Gens Acinia.
ACCIO
ACCIU
Accio, assolutamente rarissimo, è presente ormai solo in Piemonte, Acciu, quasi unico, è presente in Piemonte ed in Sardegna, dovrebbero derivare da forme aferetiche di ipocoristici di nomi come Michelaccio o simili.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ACCIU; ACCIO: improbabile che derivi da Accius latino, gentilizio romano. Più verosimilmente da acc(i)u, che in logudorese significa abile, accorto, in campidanese adatto, idoneo, dal toscano rustico accio = presto, sollecito, o da avaccio, probabilmente dal latino vivacius. Cognome raro, attualmente è presente, nella variante Acciu in 4 comuni, di cui 2 in Sardegna: Barisardo con 8, Cagliari; 1 in Piemonte, a Vercelli con 2; 1 in Lombardia, a Robbio (PV) con 2. Nella variante Accio, in 12 comuni, con maggiore diffusione in Piemonte, Lombardia, Veneto Lazio, etc.: assente in Sardegna
ACCOCCI Accocci, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del sud della Sardegna, potrebbe derivare da un soprannome derivato dal vocabolo sardo accocciaresì (indugiare, tardare, poltrire, aver timore).
ACCOGLI Accogli è tipico del leccese, soprattutto di Andrano e di Tricase, ma ben presente anche a Scorrano, e nel tarentino a Diso e Fragagnano, dovrebbe derivare dalla forma aferetica del nome medioevale Bonaccogli, attribuito a figli molto desiderati, nome probabilmente portato dai capostipiti.
ACCOLLA
ACCOLLI
Accolla è tipicamente siciliano, con un ceppo a Messina ed uno più consistente nel siracusano a Siracusa, Avola ed Augusta, Accolli, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione del precedente, che dovrebbe essere di origini arabe, e che potrebbe derivare dall'espressione araba al kolah (la bolla di vetro, l'ampolla), ma Kolah è anche nome persiano il cui uso è diffuso anche in Medio Oriente, ed è più probabile che questo sia stato il nome del capostipite.
ACCOLTI Accolti è assolutamente rarissimo, dovrebbe derivare da una forma genitiva, patronimica, aferetica del nome medioevale Benaccolto (vedi BENACCOLTO), attribuito a figli molto desiderati, e probabilmente portato dal padre del capostipite.
ACCONCI
ACCONCIA
ACCONCIO
ACCUNZI
Acconci è tipicamente toscano di Vicopisano (PI), Pisa e Livorno, Acconcia ha un ceppo a Castelvecchio Subequo (AQ), a Roma, ma il nucleo principale è campano a   Marcianise e   Capodrise nel casertano ed a Mercato San Severino (SA), Acconcio, assolutamente rarissimo, è campano, Accunzi è unico, tutti questi cognomi derivano dal nome medioevale Accuntius o Acconcius.
ACCONCIAGIOCO Accongiagioco, molto molto raro, tipicamente campano, del napoletano soprattutto e del salernitano, dovrebbe derivare da un soprannome attribuito ad un capostipite cui si attribuiva l'abitudine forse di barare, o più probabilmente il compito di organizzare e guidare le competizioni in tenzoni cavalleresche.
ACCORDI
ACCORDINI
ACCORDINO
ACCORDO
Accordi, tipico del veronese, di Gazzo Veronese, Verona e Nogara, ha un ceppo anche a Cortona nell'aretino, Accordini è tipico anch'esso del veronese, è molto diffuso a Pescantina, San Pietro in Cariano, Verona e Sant'Ambrogio di Valpollicella, con buone presenze anche a Negrar ed a Marano di Valpollicella, Accordino ha un ceppo romano ed uno nel messinese, a Patti, Gioiosa Marea e Messina, Accordo è quasi unico, sembrerebbe meridionale, dovrebbero derivare, anche attraverso ipocoristici, da forme aferetiche del nome medioevale Bonaccordo (vedi BONACCORDI).
ACCORINTI
ACORINTI
Accorinti sembrerebbe originario della Calabria, del valentiano, di Ricadi e Briatico, ma presenta un ceppo significativo anche a Roma, Acorinti, che sembrerebbe unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, potrebbe derivare da un soprannome originato da un'alterazione dialettale del termine greco άκοιτις akoitis (sposa) con l'aggiunta di una erre ed una enne epentetica.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Accorinti è un cognome calabrese e siciliano, ricalca il cognome greco Akorinthios.
ACCORNERO Accornero è tipicamente piemontese, con un ceppo nell'astigiano a Viarigi, Asti, Refrancore e Montemagno,  un ceppo anche a Torino ed Alessandria e Genova, si dovrebbe trattare di una forma alterata del cognome Cornero (vedi CORNARA), con l'aggiunta di una Ac- prostetica eufonica.
ACCORSI
ACCORSINI
ACCORSO
ACCURSI
ACCURSIO
ACCURSO
OCCORSI
OCCORSIO
OCCORSO
Accorsi è tipicamente emiliano, Accorsini è tipico della zona di Camporgiano (LU), Accorso, assolutamente rarissimo è probabilmente del sud e dovrebbe essere dovuto ad errori di trascrizione di Accurso che ha ceppi in Sicilia, ad Alcamo (TP) e Palermo in particolare, Calabria a Villa San Giovanni (RC) e Verbicaro (CS), Napoli e Roma, Accursio, assolutamente rarissimo, parrebbe siciliano, Accursi, altrettanto raro, ha ceppi nel bolognese e nel sud, Occorsi è unico, Occorsio, estremamente raro, ha un ceppo a Roma ed uno a Napoli, Occorso, molto molto raro, ha un piccolo ceppo nel comasco ed uno, più consistente, nel palermitano, a Castelbuono, Palermo e Petralia Sottana, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite modificazioni dialettali, dall'antico nome medioevale Accursus, di cui abbiamo un esempio in questo scritto dell'anno 1320: "...Frater Octo, frater Beraldus, frater Petrus, frater Accursus, frater Adiutus: Hij 5 fratres martyrizati sunt tempore Innocencii et beati Francisci, quorum meminerunt historia et legenda, confessoris apud Marochium 17 Kal Feb., quorum venerandas reliquias dominus Petrus, infans Regis Portugalie, hospes predictorum fratrum a Marochia secum differens . . . celebrem passionis ordinem plenius deuulgauit. ..", un nome discretamente diffuso in epoca medioevale, nome con un significato propiziatorio che veniva dato al figlio tanto atteso o al figlio giunto dopo la morte di una persona cara, in molti casi può pure derivare dall'aferesi di nomi come Bonaccorso (vedi BONACCORSI). Un principio di queste cognominizzazioni patronimiche le troviamo già nel 1221 a Spoleto: "In nomine dñi amen, Anno Millesimo ducentesimo vigesimo primo, tempore Honorij pp. tertii et dñi Frederici Imperatoris Secundi, et die XI intrante julio, indictione nona, hoc quidem tempore Ego Berardus judex sindicus, constitutus a dño Jacobo Petri Corvi potestati Cerreti et a domino Letone Camerario comunis Cerreti, et plebano plebis alve et doño Berardo de Rocca et a Mercede tertii et ab Ansuvino Ardengi et doño Letone Rogerii, et Rainaldo de Muniano, et Saccente Belluvardi et Jonte Gilette, et a Nicolao Munaldi, et a doño Johanne de Sellano et Ruberto Accursii consciliariis ejusdem castri, et ab universo populo cerretano in eorum contione....".
ACCORTI
ACCORTO
Accorti, molto raro, sembrerebbe del nord Italia, probabilmente del pavese, Accorto, ancora molto più raro, parrebbe del centro Italia, forse del perugino, dovrebbero derivare dal nome medioevale Acortus di cui abbiamo un esempio nella Cronica di Salimbene de Adam: "..Item, his diebus et millesimo supraposito, scilicet anno Domini MCCLXXXVII, .. ..Et quattuor fuerunt qui interfecerunt eum, scilicet Raimundellus, Iacobellus, Acortus et Ferarellus..".
ACCOSSU Accossu, assolutamente rarissimo, è tipico di Pabillonis nel Medio Campidano.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ACCOSSU: dal latino cossus = tarlo; o da cossu de agu (cat. cos) =  cruna dell'ago (su cù de s'agu in campidanese);  su cossu è anche il corpetto. Su cossiu o cossu è anche un grosso recipiente di terracotta simile a un tino per bucato, detto anche sa scivèdda, dal catalano cossi (vas gran de terra cuita). Cos in latino è la pietra dura per  affilare, sa codi, da cui deriva anche codina o cotina = roccia, pietra. Abbiamo un ultimo suggerimento, che riteniamo il più valido: Accossu può derivare da una parola composta: acconcia-cossu (acconciai = aggiustare; cossu = tino di terracotta, scivèdda). Il fatto che Pabillonis (centro abitato del Medio Campidano) conti da solo (27) più della metà di tutti i Cossu d'Italia; e, considerato che Pabillonis è conosciuto in tutta la Sardegna come il paese delle botteghe specialiste della terracotta(il paese delle pentole = sa 'idda de is pinjàdas), è quasi certo che il cognome Accossu sia nato in quel borgo, anche perché sappiamo con certezza che i primi acconciacossu  (calderai) provenivano da quel centro abitato. Attualmente è presente in 8 Comuni sardi: Pabillonis (27), Ussana 3, Selargius 3, Villacidro 3, Gonnosfanadiga 3, Monserrato 3, Oristano 3, Guspini 3; ed infine Rapallo(GE) con 2: questi ultimi 2 provengono da Gonnosfanadiga.
ACCOTI
ACCOTO
ACCOTTO
ACOTTO
Accoti, assolutamente rarissimo, sembrerebbe dell'area cosentina e pugliese, Accoto è invece specifico del Salento, del leccese, di Andrano, Minervino di Lecce, Giurdignano, San Cassiano e Lecce, Accotto, molto molto raro, è piemontese, del torinese, di Vestignè, Montalto Dora, Strambino ed Ivrea, Acotto, più diffuso, è specifico di Vische nel torinese, dovrebbero essere di origine burgunda ed essere arrivati nell'Italia meridionale al seguito degli angioini, dovrebbero derivare dal termine francese arcaico hachotte (piccola ascia), che ha dato origine anche al cognome burgundo Achotte, che potrebbe anche essere stato poi italianizzato nelle forme di cui sopra, una ipotesi possibile è che possano riferirsi a capostipiti che producessero asce di mestiere o che, nel loro mestiere, le usassero.
ACCUMOLI
ACCUMOLO
Accumoli, quasi unico, ed Accumolo, che sembrerebbe proprio essere unico, dovrebbero derivare da soprannomi dialettali meridionali basati probabilmente sulla ricchezza del capostipite, forse proprietario di un accumole (mucchio, catasta) di roba.
ACERBI
ACERBIS
ACERBO
ACERBONI
Acerbi è molto diffuso in Lombardia, nell'alessandrino ed in Liguria, nel piacentino, parmigiano e reggiano, nel veronese e nel vicentino, Acerbis è specifico del bergamasco e del vicino milanese e bresciano, Acerboni sembra specifico del lecchese zona di Casargo e Vendrogno, Acerbo ha un ceppo tra alessandrino e genovese, uno nel pescarese ed uno nella costa campana. L'origine di questi cognomi è chiaramente da soprannomi originati dal vocabolo acerbo che ha due possibili significati originari: acre, duro, spietato oppure immaturo, prematuro, nato prima del tempo.
ACERENZA
LACERENZA
Acerenza è specifico del potentino, di Pignola in particolare, Lacerenza, molto più diffuso, ha un ceppo ad Avigliano e Potenza nel potentino ed in Puglia a Barletta nel barese, ad Orta Nova, Trinitapoli e Foggia nel foggiano ed a Laterza e Taranto nel tarentino, questi cognomi dovrebbero stare ad indicare che i capostipiti fossero provenuti dalla città potentina di Acerenza.
ACERRA Specifico del napoletano e basso avellinese zona di Lauro (AV), deriva dal toponimo omonimo.
ACERRANO Tipico di Acerra (NA), deriva dall'etnico dello stesso paese, inteso come originario di Acerra.
ACETI
ACETO
Aceti ha un ceppo tra bergamasco e milanese ed uno nel frusinate, Aceto ha un ceppo nell'alessandrino e genovese, un ceppo tra Lazio, Abruzzo, Molise e Campania ed uno nel cosentino e crotonese, dovrebbero derivare dal soprannome e quindi nome medioevale Acetus di cui abbiamo tracce fin dal 1200, a sua volta derivato dal nome latino Ancetus, ricordiamo con questo nome il ventesimo Papa dal 155 al 166: "...Polycarpus, discipulus Apostolorum et episcopus Smyrnensis, hospes Ignatii Antiocheni, Romam profectus est ad quaestionem de festo Paschatis cum Anceto papa tractandam. ..".
ACHENZA Achenza è specifico del nord della Sardegna, di Sassari, Ozieri e Santa Maria Coghinas nel sassarese, e di Tempio Pausania, Oschiri,Berchidda ed Olbia in Gallura.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ACHENZA: permangono incertezze sul significato e l'etimologia della parola. È un cognome oggi presente in 57 Comuni italiani, di cui 33 in Sardegna: Sassari 77, Tempio 38, Oschiri 28, Berchidda 21, Olbia 18, etc. Unici elementi di confronto rimangono due riferimenti, di cui il primo è del canonico Giovanni Spano, nel vocabolario sardo - Geografico, Patronimico ed Etimologico -, che recita: Achensa, villaggio distrutto nella diocesi di Cagliari, così detta dalla radice (fenicia) chanas = unione di uomini, aggregamento di case; il secondo lo troviamo nell'opera "In Sardiniae Chorographiam" di Giovanni Francesco Fara (pag. 210 - 20): Intus deinde sequitur partis Hipis (Parte Gippi), tota fere plana (quasi del tutto pianeggiante).ubi est castrum et oppidum Sorres (Villasor), comitatus titulo a Carolo V anno 1537, decoratum oppidaque alia Decimoputzi, Serramagnae et Villaexirdi (ricca di cedri, aranci etc. segue l'elenco di altri villaggi.) Fanaris superioris, Fanaris inferioris (vedi Cognome Fanàri), Leni, Hispidi, Aquensae,... Saboddus, .Sogus. (vedi cognome De Sogus). Crediamo che il cognome Achenza derivi dall'antico centro abitato di Aquensa, detto anche Acquesa, sito in agro di Villasor; in periodo medioevale appartenente alla Curadorìa o Parte di Gippi, del regno giudicale di Cagliari. Fece parte poi del regno giudicale di Arborea, quindi del Comune di Pisa; dal 1324 fu una villa (bidda) del Regno catalano aragonese di Sardegna. In seguito andò spopolandosi, sino all'abbandono totale avvenuto verosimilmente dal 1414 al   1427. In Aquensa o Acquesa è chiara la radice "acqua": il paese era infatti in una zona ricca di acque lungo la riva del fiume Mannu (In Sardiniae Chorographiam - sopra citata): flumen aliud  oritur in agro Sarcidano.ad dexteram reliquit Samassim, ad sinistram regionem Partis Hipis per pontem Villae Sorris.Etc. etc. Quel che non si riesce a capire è perché attualmente gli Achenza abbiano i ceppi più importanti a Sassari e Tempio, ben lungi da Villasor!
ACHILLE
ACHILLI
Achille ha un ceppo nel pavese, uno tra aquilano e romano, ed uno nel barese, Achilli ha un ceppo tra milanese, pavese e piacentino, uno a Rimini, uno tra maceratese e Piceno ed uno tra viterbese e romano, entrambi questi cognomi derivano dal nome Achille, probabilmente portato dal capostipite.
ACOCELLA Molto raro è specifico dell'Irpinia.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Cognome prevalentemente dell'avellinese, dovrebbe derivare dal vocabolo dialettale acucedda, che indicava un grosso ago usato per cucire i sacchi. Si tratterebbe, dunque, della cognominizzazione di un nome di mestiere, quello del fabbricante di sacchi.
ACONE
ACONI
Acone, molto raro è tipico del napoletano, avellinese ed alto salernitano, Aconi, praticamente unico è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione, potrebbe derivare dal cognomen latino Acone derivato da un toponimo Portus Acone in Bitinia: "...Acone portus est Bithyniae qui proventu malorum graminum usque adeo celebris est ut noxias herbas aconita illinc nominemus...", in una antica lapide romana si legge: "Q(uinti) Aconi Veri pri(ncipis) leg(ionis) XV  Apo(llinaris)".
ACONITI
ACONITO
Entrambi parrebbero del centro Italia, Aconiti è quasi unico, Aconito è solo leggermente meno raro e sembrerebbe avere un piccolissimo ceppo a L'Aquila, dovrebbero derivare dal nome tardo latino Aconitus, si ricorda con questo nome uno dei Vescovi della Chiesa che sottoscrissero ai sinodi del papa Simmaco nel l'anno 499, il nome deriva da quello della pianta di aconito (aconitum napellus), un'erba perenne, con forti doti curative ma velenosissima, una delle piante più tossiche che fioriscano in Italia, è però anche possibile che il nome derivi da una forma ipocoristica bizantina del nome latino di origine anatolica Acone (vedi ACONE).
ACQUA Acqua ha piccolissime presenze sparse in Lombardia, Veneto, Emilia e Marche, con presenza prevalente nel romano a Sant'Oreste e Roma, nel napoletano ed a Palermo. L'origine è legata a due possibili radici, che si identificano in toponimi (contenenti il vocabolo acqua, acque), o nel mestiere del distributore o venditore d'acqua (acquaiolo, acquarolo).
ACQUAFREDDA Specifico di Bitonto (BA), dovrebbe derivare da nomi di località come Acquafredda di Maratea (PZ) o come molte altre.
ACQUARONE
ACQUARONI
AQUARONE
QUARONE
QUARONI
Acquarone è decisamente ligure, di Imperia, Savona e Genova, Acquaroni, molto molto raro, sembrerebbe del mantovano, Aquarone è praticamente unico, Quarone, abbastanza raro, ha un ceppo ad Albenga nel savonese e presenze nel torinese e nel pavese, Quaroni è tipicamente lombardo, del pavese e del milanese, di  MIlano e di Pavia, Stradella, Montù Beccaria e Travacò Siccomario nel pavese, potrebbero derivare, direttamente o attraverso una forma aferetica, dall'accrescitivo del nome medioevale germanico Achari, a sua volta derivato dai termini ac (filo, lama della spada) ed hari (esercito), ma più probabilmente derivano dal nome ebraico Acharon con il significato di Ultimo.
ACQUATI Acquati è specifico dell'area lombarda che comprende il milanese ed il lecchese, Milano, Inzago, Brugherio, Monza, Cinisello Balsamo, Cormano, Vimercate, Lesmo e Novate Milanese nel milanese e Verderio Superiore ed Inferiore nel lecchese, dovrebbe derivare dal nome del paese di Acquate, ora una frazione di Lecco.
ACQUAVIVA Tipicamente pugliese ha ceppi anche a Roma, nel napoletano ed in Sicilia, dovrebbe derivare da uno dei tanti toponimi con questa radice come Acquaviva Collecroce nel campobassano, Acquaviva delle Fonti nel barese, Acquaviva Platani nel nisseno e molti altri.
ACQUINO
D'ACQUINO
Sia Acquino che D'Acquino, assolutamente rarissimi, parrebbero meridionali, potrebbe trattarsi in qualche caso di un errore di trascrizione del cognome Aquino, ma è più probabile che stiano invece ad indicare una provenienza dal paese di Acquino nel frusinate.
ACQUISTAPACE Tipico valtellinese dovrebbe derivare dal nome augurale rinascimentale Acquistapace, tracce nel sondriese si trovano almeno dal 1700, in un atto del 1771 a Prata (SO) troviamo come Curatore un certo canonico, coadiutore Eustachio Acquistapace.
ACQUISTI
ACQUISTO
Acquisti è tipico dell'aretino, Acquisto è specifico dell'agrigentino e del palermitano, derivano entrambi dal nome gratulatorio medioevale Acquisto dato normalmente a bambini particolarmente desiderati, è pure possibile una derivazione dall'aferesi del nome Bonacquisto, in altri casi potrebbero derivare da toponimi come Acquisti (GR).
ACRI Specifico del cosentino della zona di Rossano, Acri e Cosenza, deriva dal toponimo Acri (CS).
ACTIS Cognome tipico di Torino, dovrebbe derivare dalla consuetudine medioevale di confermare ufficialmente la nascita di figli illegittimi con una professio in actis: "...Mulier gravida repudiata, filium enixa, absente marito ut spurium in actis professa est...".
ACUCELLA Acucella sembrerebbe del potentino, di Rapolla e Melfi, con un piccolissimo ceppo a Mergozzo nel verbanese, potrebbe derivare dal termine medioevale acucella (piccoli aghi), forse a sottolineare che il capostipite ne facesse uso a causa del suo mestiere di sarto.
ACUTI
ACUTO
Acuti, abbastanza raro, ha un ceppo a Travo nel piacentino, uno a Bondeno (FE) ed uno a Fabriano nell'anconetano, Acuto, tipicamente piemontese, dell'astigiano e dell'alessandrino ha ceppi a Grana (AT) e, nel Monferrato, a Valenza, Mirabello Monferrato e Casale Monferrato, dovrebbero derivare dal cognomen latino Acutus di cui abbiamo un esempio in quest'antica lapide latina: "Deae Hariasae / Ti. Ulpius Acutus du[p(licarius)] al(ae) / Sulp(icianae) sing(ularis) co(n)s(ularis) / cives Traianenses / v.s.l.m. Crispino et Aeliano cos.".
ADABBO
ADDABBO
D'ADDABBO
Adabbo, molto raro, sembrerebbe specifico di Napoli, Addabbo è specifico dell'area che comprende il barese, il materano ed il tarantino, a Gioia del Colle e Bari nel barese ed ad Avetrana, Castellaneta, Taranto e Palagiano nel tarentino, con un ceppo anche a Molinara nel beneventano ed a Vallo della Lucania ed Amalfi nel salernitano, D'Addabbo è specifico del barese, di Turi, Bari, Acquaviva delle Fonti, Casamassima e Sammichele di Bari, probabilmente deriva da italianizzazioni del nome arabo Hadab, ma potrebbe anche derivare dal nome della città israeliana di Hadab situata nelle vicinanze di Hebron.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Addabbo è un cognome pugliese, è la cognominizzazione del soprannome Addabbo di significato incerto, forse in relazione con "l'ornamento o l'abbigliamento fastoso" usato dai cavalieri durante le loro cerimonie di investitura, se è vera l'ipotesi di alcuni studiosi che fanno derivare il cognome dall'ebraico 'adah' = orgoglio, ornamento del padre. Fonte: P. Minervini, 30.
ADAM
ADAMA
ADAMI
ADAMIC
ADAMICH
ADAMINI
ADAMO
ADAMOLI
ADAMOLLI
ADAMU
ADAMUCCI
ADAMUCCIO
ADDAMO
DE ADAMICH
L'origine è chiaramente risalente al nome Adamo (dall'ebraico adam = uomo), il primo uomo per le chiese cristiane ed ebraica. Adamo usato inizialmente come nome proprio finiva per diventare il cognome dei suoi discendenti, magari attraverso modificazioni ipocoristiche o dialettali. Adam, molto molto raro, ha un piccolo ceppo triestino, Adama è quasi unico, Adami è molto diffuso nel centronord, Adamini ha un ceppo nel bresciano ed uno nel viterbese, Adamo è panitaliano, Addamo è siciliano, di Riesi nel nisseno, di Catania e Vizzini nel catanese, di Patti e Montagnareale nel messinese, di Leonforte nell'ennese, di Lentini nel siracusano e di Partinico nel palermitano, Adamolli, è unico ed è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione di Adamoli, che ha un ceppo nelnord della Lombardia ed uno nel veronese, Adamu è specifico di Cagliari, Adamucci è unico, Adamuccio è specifico del leccese, la variante Adamic, Adamich è particolarmente presente nell'estremo nord est è tradisce l'origine slovena o croata, per quella terminazione -ic, -ich che stanno per figlio di (Adamo), De Adamich, praticamente unico è una forma patronimica italiana che starebbe quindi ad indicare il capostipite come un nipote di Adamo. Un ceppo della famiglia Adami, che era originaria di Murazzano (CN) e nel 1781, con il titolo di conte, possedeva il feudo di Cavagliano sempre nel cuneese, possiede tutt'oggi una casa a Murazzano. Personaggio di rilievo è stato Andrea De Adamich nato a Trieste nel 1941 ex pilota automobilistico e giornalista.
ADDA Molto raro, sembrerebbe del vicentino, potrebbe derivare dal nome del fiume omonimo.
integrazioni fornite da Gabriele Farronato
Sul finire del secolo XVII° numerosi svizzeri, provenienti dall'alta valle dell'Adda trovarono lavoro a Bassano ed anche in altre città venete in qualità di zoccolai o ciabattini. da questa gente si è sviluppato il cognome Adda indicando così il loro luogo di provenienza.
integrazioni fornite da Aldo Piglia
Tutto il bacino idrografico dell'Adda è in territorio italiano, ad esclusione della Val Poschiavina. Quando G. Farronato parla di svizzeri dell'alta valle dell'Adda nel XVII secolo, forse si riferisce ai bormini che, in quel periodo, insieme al resto della Valtellina, erano soggetti al dominio delle Leghe Grigie svizzere. Da notare anche che il Prof. Remo Bracchi in una sua nota a proposito del cognome Borromini scrive che "bormin o boromin indica "l'artigiano che lavora il cuoio fabbricando soffietti e che prepara anche setacci ed arnesi vari". Alla lettera, la denominazione vale "bormino". Da Bormio e dalle sue valli partivano nei secoli scorsi moltissimi ciabattini, diretti nel Canton Ticino e nel canton Grigioni, nel Bresciano e nel Bergamasco, in Val d'Intelvi, nel comasco e nel Varesotto. Secondo la testimonianza dell'abate P. Monti, in quasi tutte le case bormine esisteva un banco di ciabattini".
ADDAMIANI
ADDAMIANO
Addamiani, quasi unico, sembrerebbe pugliese, Addamiano, molto più diffuso, è tipicamente meridionale, dell'area campana, lucana e pugliese, dovrebbero derivare dal nome pugliese Addamiano (Damiano).
ADDARI
ADDARIO
Addari ha un ceppo romano, uno cagliaritano ed uno nella zona di Capistrello (AQ), Addario sembra avere più ceppi autonomi, nel barese, nel reggino, in Abruzzo e Molise ed in Val d'Aosta, dovrebbero derivare dal nome Addarius di cui si hanno tracce ad esempio nel 1700 a Pollutri (CH) con un certo Addarius Di Rosa e della cui cognominizzazione si hanno tracce verso la fine del 1700 nel Molise anche sotto la forma D'Addario.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
In Sardegna il cognome Addari è una variante del cognome Gaddari, Caddari e pertanto significa anch'esso "cavalcante, cavallante". Fonte: M. Pittau, Diz. cogn. Sardegna, 1, 24.
ADDEO
ADDIO
ADEODATO
Addeo ha un ceppo a Roma, ma il nucleo principale è a Marzano di Nola nell'avellinese e nel napoletano a Napoli, Palma Campania, Brusciano, Nola, Marigliano, Mariglianella, Visciano, Casamarciano, Saviano, San Paolo Belsito e Cicciano, con un piccolo ceppo anche a Montagnareale nel messinese, Addio è specifico di Napoli, Adeodato è praticamente unico, questi cognomi dovrebbero derivare direttamente o con forme apocopaiche dal nome gratulatorio medioevale Adeodatus, con il significato di dono ricevuto (datus) dal Signore (a Deo = da Dio), ricordiamo con questo nome i romani Adeodatus I° eletto Pontefice nel 615 e Adeodatus II° eletto Pontefice nel 672, entrambi santi.
ADDIS Addis è molto diffuso in tutta la Sardegna, a Sassari, Perfugas, Alghero, Nulvi e Porto Torres nel sassarese, a Tempio Pausania, Olbia, Trinità d'Aquito e Vignola, Buddusò, Luras, Aggius, Badesi, Alà dei Sardi  e Padru in Gallura, Lodè, Torpè e Siniscola nel nuorese, Cagliari e Bosa nell'oristanese, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine sardo addis (valle o anche bosco), probabilmente originato dal fatto che la famiglia provenisse da una valle.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ADDIS: di significato ed etimo incerti. Potrebbe derivare da badde, baddi = valle; baddis > addis = valli. Nei testi antichi troviamo il vocabolo in varie uscite. Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° sec. abbiamo la variante balle, nel significato di valle, citata tantissime volte; così anche nel CSMB, e nel CSPS, XI°, XIII° sec., in questo ultimo appare balle, ualle e valle. Addis come cognome figura tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE, del 1388, preceduto sempre da "de" ad indicare la provenienza: Addis (de) Gonnario, Iscle de Galtelì (* Iscle de Galtelì.odierno Galtelì); Addis (de) Joanne, jurato ville Fodrongiani ( * Fodrongiani.odierno Fordongianus. Contrate Partis Varicati - Barigadu). Nel CSNT, è presente il cognome "de" Balles: - Balles "de" Florisone e Balles "de" Gosantine (153), testimoni in una donazione di terre alla chiesa di San Nicola: ego Petrus prior (de Sanctu Nicola)ponio in custu condace.Testes .Florisone et Gosantine de Balles (prob. fratelli). - Iusta de Balles (67 - uno scambio di servi): tramutai homines cun donnu Petru de Açen: ego deili (gli diedi) a Gosantine Bacca et a Gavini Calfone et a Gavini Nuri et a Iusta de Balles. - Mariane de Balles (47), teste in una compera(compòru) di servi: comporaili ad Yçoccor de Carbia, su ki maneat in Patria, pede (un quarto del servizio) de Raganella, fiia de Dorgotori Ciçellu.Testes: Mariane de Balle set Niscoli de Castabar et Gosantine su frate (il fratello). Nella storia contemporanea ricordiamo Addis Ovidio, di Teulada(1908 - 1966), specializzato in Archeologia Cristiana, collaboratore dell'Istituto di Storia Medioevale, nell'Università di Cagliari; ha lasciato diverse opere, tra cui: "Un Sarcofago giudicale arborense"; "i borchioni bronzei del Duomo di Oristano". Con gli scavi del 1964/1965, mise in luce la necropoli e la basilica paleocristiana di Cornus (vedi nel Web - Ovidio Addis). Attualmente il cognome Addis è presente in 181 Comuni italiani, di cui 67 in Sardegna: Sassari 181, Tempio 150, Olbia 148, Buddusò 81, Lodè 71, Cagliari 70, etc.
ADDONE
ADDONI
ADONE
ADONI
Addone, assolutamente rarissimo, sembrerebbe meridionale, Addoni, quasi unico, parrebbe del perugino, Adone, molto molto raro, ha un piccolissimo ceppo in Puglia a Putignano nel baresee sparute presenze nel resto del sud, Adoni , estremamente raro, ha presenze in Toscana ed in Umbria, questi cognomi dovrebbero derivare dal nome Adone  di origine ebraica derivando da Adonay (il Signore), ricordiamo l'Adones della mitologia greca, la quintessenza della bellezza maschile.
ADDUCE
ADDUCI
Adduce oltre a qualche presenza nel reggiano, ha un ceppo nel casertano a Pignataro Maggiore ed uno nel materano a Pomarico, Adduci è diffuso nell'area che comprende il barese, il tarantino, la Basilicata ed il cosentino, con massima concentrazione a Corato nel barese, a Taranto, a San Giorgio Lucano nel materano e soprattutto a Trebisacce, Santa Maria del Cedro, Albidona, Alessandria del Carretto, Cerchiara di Calabria, Grisolia e Villapiana nel cosentino, dovrebbe trattarsi di forme aferetiche derivate dal nome medioevale Benadduce o Bonadduce (vedi BENADDUCE).
ADELFI
ADELFIO
Adelfi, assolutamente rarissimo, parrebbe del napoletano, Adelfio è decisamente palermitano.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Adelfi, rarissimo, si riscontra maggiormente nel napoletano, Adelfio, più comune del precedente, ha il suo epicentro nel palermitano, entrambi questi cognomi derivano dal nome medievale Adelfio o Adelfo, l'italianizzazione cioè del personale greco Adelphos, col significato letterale di fratello; in questo contesto, il termine fratello va inteso più probabilmente nel senso religioso di cristiano, come risulta dall'impiego del vocabolo adelphos nella Bibbia. Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
ADERENTI Aderenti, molto molto raro, è tipico del bresciano, di Serle, Nuvolento, Paitone e Brescia, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine italiano aderente, riferito a chi aderisca a qualcosa, a qualche iniziativa, o a qualche particolare congregazione, la motivazione del soprannome è comunque oscura.
ADERNO
ADERNO'
Aderno sembra essere praticamente unico, Adernò invece, sempre molto molto raro, è specifico di Noto nel siracusano, dovrebbero derivare dall'antico toponimo Adernò nome attribuito dagli angioini all'antica Hadranum, la moderna Adrano.
ADESSI
ADESSO
Adessi, molto molto raro, è specifico del barese, Adesso, un pò meno raro, è tipico della fascia che comprende il barese, il potentino ed il salernitano, potrebbe derivare da un soprannome.
ADIMARI Di origine incerta attualmente è presente con un ceppo nel cosentino nella zona di Acri, Rossano e Corigliano Calabro, deriva dal nome medioevale di origine longobarda Ademarus di cui abbiamo un esempio nel X° secolo: "...Ademarus vero Cabanensis, non Constantini, sed Sancti Mauricii lanceam hanc vocat,..." e in un atto dell'anno 962 nel beneventano si legge: "...de alio latere fine Ademari, et descendente in fine Calendi et pertange in fine de eredes Iohanni et descendente in fine benebentano. ".
integrazioni fornite da Pierluigi Carnesecchi
Questo cognome compare in diverse zone dell'Italia, si tratta di una grande famiglia fiorentina.  Di questi Adimari sono incerte le origini: una delle ipotesi è la discendenza dalla potentissima famiglia franca degli Hucpoldingi l'altra la discendenza dall'antica famiglia fiorentina dei Nepotecosa.  Furono la più grande delle famiglie guelfe fiorentine e dominarono la scena in tutto il XIII° secolo, furono esclusi dalla cariche repubblicane con gli ordinamenti di Giustizia di Giano della Bella.  Il Durante progenitore dei Carnesecchi fiorentini è visto da Scipione Ammirato il giovane in tale Durante di Buonfantino, più volte Priore e Gonfaloniere della Repubblica e dal Mariani in un taverniere Priore nel 1298 tale Durante di Ricovero. La tesi dell' Ammirato apre a un ipotesi: Durante di Buonfantino Cancellieri era un Adimari, (fattosi di popolo in seguito agli ordinamenti di giustizia) infatti il giudice Buonfantino di Cancellerio compare in un documento del 1251 come de Adimaris.  A sua volta Cancellerio compare in un documento del 1201 come figlio di Bellincione di Lotterio. Questo Lotterio (nome in uso fra i Cadolingi e nome dell'imperatore negli anni intorno al 1120) si collocherebbe a nascere tra il 1120 e il 1130 e diventerebbe un nuovo tassello per proseguire le ricerche sulle origini  degli Adimari.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Il cognome Adimari è diffuso anche nel Cesenate. Deriva dal nome germanico Adalmar, composto dai vocaboli halthochdeutsch (antico alto tedesco). adal = nobile (ted. Adel) e. mar = famoso, dal verbo maren = annunciare, glorificare (ted. Mär = diceria e Märchen = favola), passato in latino come Adi(e)marius. Significato: famoso per la sua nobiltà. Cfr. G. Vezzelli: Cognomi romagnoli di origine barbarico-germanica) Il Sodalizio, Rimini, 1988
ADINOLFI
ANTINOLFI
Adinolfi è specifico della zona che comprende Napoli e Salerno con epicentro a Cava dei Tirreni (SA), Antinolfi, molto raro, sembrerebbe campano, soprattutto di Napoli e del vicino casertano, derivano dal nome medioevale germanico Adinulfus o Atenulfus di cui abbiamo un esempio in questo scritto del 1129: "...Guido de titulo Sanctae Mariae in Valata; Adinulfus abbas Farfensis, Bernardus abbas Clararum-Vallium, qui tunc temporis in Gallia divini verbi famosissimus praedicator erat...".
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
 Adinolfi è diffuso a macchia di leopardo in Italia, ma è un cognome tipicamente campano: l'epicentro sembrerebbe Cava de'Tirreni in provincia di Salerno, dove molteplici sono i ceppi Adinolfi. Il cognome deriva dall'antico nome Atenolfus, variante di Adolfus, composto dai termini germanici athala e wulfa, che significano rispettivamente nobile, di stirpe nobile e lupo.
Il significato di lupo nobile è comprensibile se si considera il fatto che proprio il lupo fosse un animale particolarmente caro al dio germanico Odino: tale nome si diffuse infatti in Italia in un primo momento grazie agli Ostrogoti e in seguito per mezzo delle popolazioni germaniche che si susseguirono ai Goti nell'Alto Medioevo. Il nome lupo nobile, quindi Adolfus o Atenolfus, si addiceva particolarmente ai guerrieri germanici per mettere in risalto la loro forza e ferocia, appunto, simile a quella di un lupo. Una famiglia Adinolfi, proveniente dal salernitano, forse da Agropoli, fu insignita di privilegio araldico.
ADIUTORI Adiutori è tipico del romano, frusinate e latinense, di Roma, di Paliano, Piglio, Acuto e Fiuggi nel frusinate e di Fondi nel latinense, dovrebbe derivare dal termine latino adiutores con il significato di aiutanti subalterni, probabile stato dei capostipiti.
ADORNA
ADORNATO
ADORNETTI
ADORNETTO
ADORNI
ADORNO
Adorna ha un piccolo ceppo nel verbanese a Villette ed uno più consistente a Catania, Adornetti è specifico di Acri nel cosentino, Adornetto ha un ceppo a Belvedere Marittimo nel cosentino ed uno nel catanese a Misterbianco, Catania, Maletto e Santa Venerina e ad Altofonte nel palermitano, Adornato è specifico del reggino, di Cittanova, Rizziconi, Maropati e Locri, e di Messina, con un ceppo anche a Genova, Adorni ha un grosso ceppo emiliano a Parma, ma è ben presente nel parmense anche a Felino, Fidenza, Sala Baganza, Colorno, Sorbolo, Fornovo di Taro e Collecchio, e nella vicina Toscana ad Aulla nel massese, a Camaiore nel lucchese ed a Livorno, Adorno ha un ceppo genovese ed uno siciliano, in particolare nel siracusano a Siracusa, Floridia, Sortino, Solarino e Noto, a Porto Empedocle nell'agrigentino, a Messina ed a Palermo, dovrebbero derivare dai nomi medioevali Adornus, Adornatus ed Adornectus che ne è una forma ipocoristica, il significato di questi nomi era quello augurale di essere il proprio figlio adorno (ornato) di doti sia fisiche che morali. Ricordiamo con questi cognomi il mercante Gabriele Adorno che fu Doge di Genova dal 1363 al 1370 ed Antoniotto I° ed Antoniotto II° Adorno Dogi di Genova, il secondo per ben due volte nella seconda metà del 1300 fin quasi alla fine del secolo.
ADRIANA
ADRIANI
ADRIANO
Adriana, estremamente raro, sembrerebbe dell'Italia centrale, Adriani ha vari ceppi, uno a Schio nel vicentino, uno a Firenze ed uno nell'Isola d'Elba a Marciana Marina e Portoferraio nel livornese, uno nel perugino a Foligno, Città di Castello e Perugia, uno in Abruzzo a Casalincontrada nel teatino, a Giulianova nel teramano ed a L'Aquila, uno nel reatino a Rieti e Fiamignano, a Serrone nel frusinate ed a Roma, il più consistente di tutti, ed un ceppo a Bitonto nel barese, Adriano ha un ceppo piemontese nel cuneese, ad Alba, Govone, Roddino, Diano d'Alba e Roddi, a Torino e nell'astigiano a Castagnole delle Lanze ed Asti, questi cognomi dovrebbero derivare dal nomen latino Hadrianus, Hadriana, nome gentilizio della Gens Hadriana con due nuclei originari, ad Adria nel rovigoto, e ad Atri nel teramano, nomen che significava originario di Hatria, antico nome di Adria.
ADUASIO Aduasio, estremamente raro, sembrerebbe specifico di Andria nel barese, dovrebbe derivare dal nome medioevale Aduasio, di cui abbiamo un esempio a Foggia agli inizi del 1300 con il Diacono Aduasio di Troia vittima di una congiura contro il vescovo locale, il nome è forse dovuto ad un'alterazione del nome greco Adrastus, tracce di questa cognominizzazione le troviamo agli inizi del 1700 ad Andria con l'ecclesiastico Bernardino Aduasio benefattore del Convento femminile di Andria.
AFFANITI Affaniti è quasi unico, oggi presente solo al nord, tipicamente campano, originario del napoletano e del casertano, dovrebbe trattarsi di una forma che indicasse la provenienza dei capostipiti dal paese salernitano di Alfano.
AFFATICATO
AFFATIGATO
Affaticato, estremamente raro, è di Palermo, Affatigato leggermente più diffuso, è tipico del palermitano anch'esso, soprattutto di Palermo e Santa Flavia, non si può escludere che possano derivare da soprannomi di origine oscura, ma è pure possibile che derivino dall'italianizzazione del nome longobardo Falcwald formato sulle radici falc (falcone) e waldan (governo).
AFFINI Molto raro sembrerebbe avere un ceppo nel mantovano ed uno nel nordmilano, dovrebbe derivare da un soprannome generato dal vocabolo affinis (parente, congiunto).
AFIDI
ALFIDEO
ALFIDI
Afidi è praticamente unico, sembrerebbe dell'ascolano, Alfideo, quasi unico, sembrerebbe specifico di Canosa Sannita nel teatino, Alfidi è tipico dell'aquilano, di Luco dei Marsi e di Avezzano, dovrebbero derivare dal nome latino Aufidius, personale della Gens Aufidia, una gens plebea specifica del Piceno e dell'Abruzzo, dal cui nome hanno tratto origine le città di Offida nell'ascolano, ed Ofena ed Alfedena nell'aquilano, La trasformazione del dittongo Au- in Al- è presente già dal secondo secolo avanti Cristo, quando, nell'anno 171, troviamo come uno dei due Consoli di Roma per quell'anno sia il senatore romano Lucius Alfidius Herennianus. Citiamo come curiosità la legge promulgata dal Tribuno della Plebe Marcus Alfidius Lurco, la Lex Aufidia de ambitu, con questa legge venivano punite le donazioni fatte dai candidati alla plebe, obbligando il candidato che avesse promesso del denaro in cambio di voti, e che avesse realmente effettuato il pagamento, a versare a vita 3000 sesterzi l'anno di multa.
AFIERO
D'AFIERO
Entrambi molto rari, Afiero è specifico di Afragola e Casoria nel napoletano, D'Afiero è più diffuso sempre ad Afragola ed a Napoli, dovrebbero derivare, direttamente o attraverso la forma patronimica dove il D'- sta per figlio di, da una contrazione del nome germanico Adalferio (vedi ALFERI).
AFRICANI
AFRICANO
Entrambi assolutamente rarissimi, dovrebbero derivare dal cognomen latino Africanus ricordiamo il famosissimo Publius Cornelius Scipio Africanus, i veterani della campagna d'Africa potevano aggiungere, se distintisi nei combattimenti, al proprio nomen questo cognomen.
AGABBIO Agabbio assolutamente rarissimo, tipicamente sardo, è tipico della parte sudoccidentale dell'isola, dovrebbe derivare dal nome medioevale Agabius, o Agapius, una latinizzazione del nome greco Agapetos, ricordiamo Sant'Agabio, il secondo vescovo di Novara morto martire nel 438.
AGABIO Agabio è tipico di Ghemme nel novarese, dovrebbe derivare dal nome di Sant'Agabio, un'antichissima frazione di Novara, che prende il nome da Sant'Agabio, il secondo vescovo di Novara.
AGAGLIATE
AGAGLIATI
Agagliate è tipico di Torino, Castelnuovo Don Bosco e Moncalieri, Agagliati, decisamente più raro, ha un piccolo ceppo tra Chieri e Torino ed uno a Buttigliera d'Asti, dovrebbero derivare dal nome di una località, Agagliate, del comune di Capriglio nell'astigiano.
AGANI Cognome assolutamente rarissimo, deriva dal nomen latino Aganus, menzionato ad esempio su di una lapide funeraria, dove è possibile leggere: "Primigenius v(ixit) a(nnos) V / Priscus vix(it) a(nnos) X / Aganus v(ixit) a(nnos) XIII / Plautia Symperusa / Primus et Ingenua"; ricordiamo Aganus Signore di Toscana dal 835 al 845.
AGAPITI
AGAPITO
Agapiti è quasi unico, Agapito, assolutamente rarissimo, sembra avere un ceppo nel cosentino ed uno a Trieste, dovrebbero derivare dal nome medioevale Agapitus a sua volta derivato dal nome greco Agapetòs (Amabile, gentile), ricordiamo con questo nome Agapito I°, Papa dal 535 al 536 venerato come santo.
AGARI
AGARINI
AGARINIS
AGARIO
Agari è quasi unico, Agario è quasi scomparso, Agarini, molto raro, parrebbe del livornese, Agarinis, sempre molto raro, è friulano dell'alto udinese, in alcuni casi potrebbero derivare dal toponimo walser di Agaro (I walser sono popolazioni di origine germanica che attorno al 900/1000 si sono insediate in territorio alpino), ma normalmente dovrebbero derivare dal nome medioevale di origine ebraica Agar (vedi D'Agaro), il ceppo friulano potrebbe anche derivare dal termine friulano agar (canalone) forse ad indicare alcune caratteristiche del luogo d'abitazione del capostipite.
AGASSI
AGASSINI
AGASSO
AGAZZI
AGAZZINI
AGAZZINO
AGAZZONE
AGAZZONI
Agassi è quasi unico, Agassini è altrettanto raro, Agasso, oltremodo raro, sembrerebbe piemontese, dovrebbe trattarsi di deformazioni dialettali dei cognomi come Agazzi e derivati, Agazzi è tipicamente lombardo, del bergamasco in particolare, Agazzini, Agazzone e Agazzoni, molto molto rari, sembrerebbero della zona tra alta Lombardia e Piemonte, Agazzino è quasi unico, dovrebbero derivare dal cognomen tardo latino Agathius, di cui qui abbiamo un esempio in questa antica lapide latina: "...[Aia]ci L(uci) l(iberti) Agato / portitor(is) soc(ii) s(ervus) / [3] columnasque mag(nas) fi(ctiles) / [3 de s]uo Menervai d(onum) d(at) / l(ibens) m(erito)...":ricordiamo Sant'Agatio, un centurione della Cappadocia martirizzato a Costantinopoli nel 306: "...Constantinopoli sancti Agathii Centurionis, qui, in persecutione Diocletidni et Maximiani, a Firmo Tribuno delatus quod Christianus esset...".  Tracce degli Agazzi nel bergamasco si trovano fin dal 1400, mentre gli Agazzini sempre nel 1400 sono menzionati tra i notabili di Cassano Magnago (VA).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Secondo Francipane 260, Agazzi viene dal personale Agàzio, dal greco-latino agasia = illustre; per D. Olivieri 234 da un agaccio (da lat. acus = ago) o dal friulano agàzz = guazzo, o dal veneto agazzo = acquazzone.
AGATE
AGATELLI
AGATELLO
AGATI
AGATIELLO
Agate è specifico di  Marsala nel trapanese, Agatelli, quasi unico, sembrerebbe piemontese, ma dovrebbe trattarsi di una forma alterata del cognome Agatello che è specifico di Catania, Agati ha un nucleo importante nel catanese ed uno nel fiorentino, Agatiello è tipicamente lucano, di Acerenza, Potenza ed Oppido Lucano nel potentino e di Montescaglioso e Matera nel materano, dovrebbero tutti derivare, direttamete o attraverso forme ipocoristiche, anche dialettali, dal cognomen latino Agathius, ma è pure possibile siano originati da soprannomi di origine greca dal termine agathos (buono). (vedi Agazzi)
AGATENSI Agatensi è specifico di Forlì e Ravenna, potrebbe derivare dall'etnico del toponimo di Sant'Agata Feltria nel pesarese, ma è pure possibile una connessione con l'etnico di Sant'Agata Ferrarese, ora chiamata Sant'Agata sul Santerno, nel ravennate, paese molto antico, che risale ad epoca romana.
AGATTAU Agattau, assolutamente rarissimo è tipicamente sardo.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
AGATTAU: cognome rarissimo, che significa trovatello, dal latino adcaptare = trovare. A Gonnosfanadiga quando io ero ancora bambino (attualmente - anno 2008 - ho 63 anni), gli anziani raccontavano di un bimbo appena nato, rinvenuto nell'antica strada nazionale, Cagliari - Arbus, allora percorsa dalle diligenze, intorno alla metà del XIX° secolo, sul ciglio della strada, nel tratto Villacidro Gonnosfanadiga, avvolto in cenci, e che lo avesse raccolto e allevato un donna di Gonnosfanadiga, nel cui municipio fu iscritto, col nome appunto di Agattau = trovato. Dicono che ebbe due figli, uno dei quali si trasferì a Villacidro, l'altro è rimasto per tutta la sua lunga vita a Gonnos, Massimino, che ha poi avuto due figli, di cui uno è emigrato in Toscana per motivi di lavoro, m è di recente rientrato in Sardegna, a Pabillonis, dove si trova la sorella, sposata con il sig. Mario Agattau! Si dice ancora a Gonnos: "Si funt agattaus s'unu cun s'ateru"! ( si sono "ritrovati" insieme). Pare che il sig. Mario Agattau di Pabillonis, conosciuto in tutto il Medio Campidano come produttore di ottimi meloni, provenga invece da un altro ceppo, che ha origini nell'oristanese, a Cabras, dove tuttora risiede un nucleo familiare con tale cognome. Il  terzo nucleo familiare "Agattau" risiede a Villacidro e trae origine dal "trovatello" di Gonnos.
AGELAO Agelao, estremamente raro, sembrerebbe meridionale, dovrebbe derivare da un soprannome grecanico basato sul termine agelàios (selvatico) che diede anche origine al nome Agelàios, meno probabile una derivazione per rotacismo da un soprannome basato sul termine greco antico ageraos (che non invecchia, sempre giovane).
AGESILAO Agesilao, quasi unico, sembrerebbe siciliano, dovrebbe derivare dal nome greco antico Agesìlaos, nome portato ad esempio da alcuni Re di Sparta.
AGGI
AGGIO
Aggi è assolutamente rarissimo, potrebbe essere dell'Italia del nord, Aggio, molto meno raro, sembra avere un ceppo. tra padovano e rovigoto, uno nel centronord della Lombardia ed uno in Piemonte dal novarese al torinese, può derivare dall'aferesi di toponimi come Baraggia (NO) - (VC) - (VA) o simili, ma è più probabile derivino dal nome medioevale germanico Aggiuo, di cui si ha un esempio nel Gesta Danorum di Saxo Grammaticus del XII° secolo: "...His accedunt Skalc Scanicus et Alf Aggi filius, quibus iunguntur Olvir latus et Gnepia vetulus. His adnumeratur Gardh, Stang oppidi cultor. ...".
AGGRAVI Aggravi è specifico del senese, di Sarteano, Chianciano Terme, Cetona e Radicofani, l'origine di questo cognome potrebbe derivare dal fatto di essere stato il capostipite un funzionario amministrativo addetto alla gestione delle tasse o aggravi, l'uso di questo termine lo riscontriamo negli statuti pisani del 1327: "..Questo adjuncto, che se ad alcuno guelco fusse comandato per parte del Capitano o del Judice, che 'l dicto guelco diesse et pagasse alcuna quantità di denari ad alcuno creditore di quelli che l'avesse venduta la vena: che se lo dicto guelco si sentisse agravato del decto comandamento, debbia avere mostrato lo suo agravamento et ogni ragioni prove suoi infra dì octo dal die del decto comandamento computando; et se così non mostrasse, non sia inteso a ragione di quello che di po' lo dicto termine vollesse mostrare, et debbia pagare incontinente quello che comandato li fusse, sì veramente che non passi la valuta de la vena..."; tracce di queste cognominizzazioni le troviamo almeno dal 1600 a Cetona, nella prima metà del 1700 troviamo il Dottor Giuseppe Antonio Aggravi come Giudice di San Quirico del marchesato dei Chigi, inoltre troviamo un Leone Aggravi che esercita la professione di notaio a Sarteano dal 1751 al 1786.
AGGRAVIO Aggravio sembrerebbe specifico di Napoli, potrebbe trattarsi di uno dei tanti cognomi di fantasia attribuiti in epoca borbonica a dei trovatelli, considerati un peso per la comunità, da parte di funzionari, che interpretavano la loro mansione con lo spirito, spesso fuoriluogo, che si può riscontrare in molti altri cognomi di questo tipo.
AGHEMIO Aghemio, assolutamente rarissimo, parrebbe piemontese, dovrebbe derivare dal cognome francone Agerheim (pronuncia Aghereim), la cui origine etimologica dovrebbe essere da un antico toponimo composto da Ager, nome germanico medioevale composto dai termini adal (nobile) e gari (lancia), con il significato di la nobile lancia, aggiunto ad heim (patria, casa).
AGHILAR Aghilar è tipico di Orta Nova nel foggiano, dovrebbe derivare dal toponimo andaluso (Spagna) Aguilar de la Frontera, i D'Aghilar in Spagna erano Marchesi della corona aragonese il Guicciardini nella sua Storia d'Italia tra l'altro cita nella seconda metà del 1400: "...Consalvo Ernandes di casa d'Aghilar, di patria cordovese...".
AGIRMO Praticamente unico, dovrebbe derivare dal vocabolo greco agyrmos (simposio o assemblea) così era chiamato il primo giorno dei Misteri Eleusini ad Atene, una specie di purificazione che si svolgeva in primavera.
integrazioni fornite da Roberto Agirmo
il cognome deriva dallo spagnolo arcaico e significa: il primo giorno della bella stagione, giornata che era festeggiata con un rituale specifico.
AGLI
AGLIERI
AGLIETTI
AGLIO
Agli è rarissimo, potrebbe essere piemontese, Aglieri, molto raro è proprio del sudmilanese e lodigiano, Aglietti parrebbe della zona tra Firenze e Pistoia, con possibili ramificazioni in Umbria e un ceppo secondario nel novarese, Aglio sembrerebbe avere oltre ad un nucleo lombardo, un ceppo in Sicilia, dovrebbero derivare dal nomen latino Allius o Alleius, a volte tramite dei toponimi come Agliè (TO), Aglietti (VC), Agliana (PT) o Agliate (MI). (vedi anche AGLIALORO)
AGLIALORO Aglialoro, molto raro, sembrerebbe specifico del palermitano, di Palermo e di Caccamo, potrebbe derivare dal nome franco di origini germaniche Ailloud derivato a sua volta dal nome Agilwald, formato da agil (lama) e waldan (governo), con il significato di bravo spadaccino, o anche dal nome franco Aillard derivato a sua volta dal nome Agilhard, formato da agil (lama) e hard (duro), con il significato simile al precedente di buona lama. , ma potrebbe pure derivare, ed è più probabile, dal nome di origini normanne Allyre, latinizzato in Allyrius, che potrebbe facilmente essere stato deformato dalla parlata siciliana in Aglialoro, ricordiamo Sant'Allyrius Vescovo nel IV° secolo di Clermont ,capoluogo dell'Alvernia in Francia.
AGLIARDI Agliardi è tipico del bergamasco, di Morengo, Costa Volpino e Romano Di Lombardia, del bresciano di Montichiari e Brescia e di Milano, dovrebbe derivare da una forma dialettale del nome Aleardus (vedi ALEARDI), ma è pure possibile, anche se non probabile, una derivazione dal nome Galiardus per aferesi.  Tracce di questa cognominizzazione nel bergamasco la troviamo almeno dalla seconda metà del 1600 con il Giudice delle Vettovaglie Camillo Agliardi.
AGLIARULO Agliarulo è specifico di Napoli, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine dialettale agliarulo (orzaiolo, infezione acuta dell'occhio).
AGNATI Agnati sembra tipico di Milano e Vimercate, potrebbe derivare da una forma aferetica di toponimi come Garbagnate Milanese.
AGNELLI
AGNELLO
AGNELLUTI
AGNELLUTTI
In epoca medioevale Agnello era un nome diffuso, in modo particolare nell'Italia centrale e settentrionale, dal nome proprio al cognome il passo fu breve. Esiste anche un'ipotesi che propone il cognome come derivante dall'aggettivo agnello, inteso come mite come un agnello, quindi di carattere timido e accondiscendente.
AGNES
AGNESE
AGNESI
Agnes ha un ceppo nell'avellinese ed uno forse non secondario nel milanese, pavese e lodigiano, Agnese oltre al ceppo nel napoletano, ha un grosso nucleo nel Piemonte occidentale ed in Liguria, soprattutto nell'imperiese, Agnesi è decisamente lombardo, del bresciano e del milanese, tutti questi cognomi dovrebbero derivare, anche attraverso modificazioni dialettali dal nome Agnese.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cognomi che derivano dal nome proprio Agnese che viene dall'aggettivo greco haghnòs che significa pura, casta.
AGNETI Agneti è quasi scomparso in Italia, sembrerebbe campano, probabilmente del napoletano, dovrebbe derivare dal nome latino di origine bizantina Agnetius., una variante di Agnitius (vedi AGNITTI).
AGNINI
AGNINO
Agnini è presente in modo sporadico in tutta Italia, Agnino ha un piccolissimo ceppo nel napoletano ed uno più consistente a San Giorgio Ionico e Taranto nel tarantino, dovrebbero derivare dal nome medioevale Agninus, un ipocoristico del termine latino agnus (agnello), nome attribuito dalla devozione cristiana in memoria di Cristo Agnus Dei (agnello di Dio). Si deve inoltre ricordare che in alcuni casi può trattarsi di cognomi attribuiti a dei trovatelli.
ipotesi fornite da Vittorio Agnini
gli Agnini sono originari  di Agnino, un piccolo pese della Lunigiana ora nel Comune di Fivizzano. Nel 1600 alcuni divennero famosi avvocati in Toscana, altri , si ritiene che  si siano trasferiti nel 1400 a Napoli. Un certo Paolo che commerciava con il Venetosi stabili a Finale Emilia ove dette origine ad  una copiosa discendenza. a Napoli il cognome variò da De Agnino in Agnino ed in Agnini. altri crearono discendenze a Mileto e a San Giorgio Ionico; la storia della famiglia è raccontata nel libro GENS AGNINI, scritto da Vittorio Agnini. Altri rami furono creati a Catania ed a Roma. Anche il cognome  DAGNINO fu iniziato a Voltri da  un gruppo che volle evidenziarne l'origine
AGNITTI Agnitti, estremamente raro, sembrerebbe del centro Italia, dovrebbe derivare dal cognomen latino Agnitius, tracce di questa cognominizzazione in Toscana le troviamo nel 1385 ad Arezzo con lo scrittore Boetius Torquatus Severinus Manlius Agnitiius.
AGNOCCHETTI Agnocchetti è caratteristico di Vignanello nel viterbese, l'origine etimologica è oscura.
AGNOLETTI
AGNOLETTO
AGNOLI
AGNOLIN
AGNOLINI
AGNOLO
AGNOLON
AGNOLONI
Agnoletti è specifico del forlivese e delle vicine province di Ravenna, Firenze, Arezzo e Rimini, Agnoletto è tipico del veneziano e trevigiano, Agnoli ha ceppi nel bellunese, nel veronese, tra parmense e piacentino e nel frusinate, Agnolin, tipico delle tre Venezie, ha il nucleo più importante tra veronese  e vicentino, Agnolini, assolutamente rarissimo, parrebbe del veronese, Agnolo, quasi unico, potrebbe essere o del veronese o del trentino, Agnolon, molto raro, è della zona che comprende le province di Pordenone, Venezia e Padova, Agnoloni è decisamente del fiorentino, dovrebbero tutti derivare da vezzeggiativi, diminutivi, accrescitivi o direttamente dal nome medioevale Agnolus, una forma arcaica del nome Angelo, di quest'uso abbiamo un esempio illustre in Agnolo Ambrogini detto il Poliziano, illustre scrittore e poeta sia in italiano, che in latino ed in greco classico, nato a Montepulciano nel 1454.
AGNUSDEI
SDEI
Agnusdei, molto raro, sembrerebbe specifico della zona tra Lizzano e Manduria nel tarentino, Sdei, tipicamente umbro, del perugino, di Foligno e Trevi, ne è probabilmente la forma aferetica, si dovrebbe trattare di uno dei cognomi originati dalla misericordia cattolica ed attribuiti a trovatelli, ma non è da escludere la connessione con un soprannome legato ad un comportamento particolarmente devoto o alla consuetudine di portare degli amuleti benedetti chiamati un tempo agnusdei.
AGOLLI Agolli, assolutamente rarissimo, oggi con sparute presenze in Lombardia, dovrebbe essere originario del centro Italia, forse del maceratese, dove troviamo un paese chiamato Agolla, o del Lazio, dove esisteva una località Agolli ed una chiamata Insula de Agolli, in un documento del 1043 si legge: "...fundum qui vocatur Agolli, in quo est insula Agolli....".
AGONE
AGONI
Agone è quasi unico, Agoni, tipicamente lombardo del bergamasco e del vicino milanese e bresciano, potrebbe derivare da un soprannome originato dal fatto che il capostipite facesse il pescatore, l'agone è un tipico pesce di lago e di fiume diffuso in quella stessa zona.
AGONIGI Agonigi, molto raro, è tipicamente toscano, di Pisa e di Livorno, dovrebbe essere originato di una zona di San Miniato nel pisano, potrebbe derivare da un'alterazione del nome di origini ebraiche Akonis.
AGORNI Agorni, estremamente raro, è lombardo, dovrebbe derivare da una forma dialettale arcaica Agorno del nome del comune bergamasco di Gorno.
AGOS
AGUS
Agos, assolutamente estremamente raro, Agus, tipico sardo del nuorese e cagliaritano soprattutto, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal vocabolo sardo agus (aghi) originato forse da un soprannome legato al mestiere del capostipite.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
AGUS; AGOS:  ago, dal latino acus; dal greco (άκίς -  ). Lo troviamo nelle carte antiche. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, figurano:  Agos (de) Joanne, (de villa de Muchiano - villaggio scomparso; altrimenti detto Musitanu; ubicato in agro di Padria. Il paese medioevale o villa apparteneva alla Curadorìa di Caputabbas, nel regno giudicale di Torres. All'inizio del XV° secolo, i suoi abitanti si trasferirono nel centro vicino di Padria), sindicus, actor, et etc. Contrate Castri Montis de Verro (il sindicus, actor etc. era governatore della Contrada di Castri Montis de Verro); Agos (de) Joanne, jurato ville Culleri (* Cuglieri - era il capoluogo della Contrada di Castri Montis de Verro); Agus (de) Barisono, jurato ville Mogoreda (* Mogorella - Contrate Partis Alença). Lo stesso Agos de Joanne (già menzionato) lo troviamo citato nell'opera di Ionnis Francisci Farae - De Rebus Sardois III, (oppidi de Muchiano) sempre come sindicus, actor etc. encontrada Castri Montis Verri. Il cognome Agus è quello attualmente più diffuso. È presente in ben 192 Comuni italiani, di cui 74 in Sardegna: Cagliari 152, Dolianonova 146, Quartu S. E. 94, Ghilarza 52, Lanusei 47, Escalaplano 46, etc. Agos è invece presente in solo 7 Comuni italiani: 2 in Piemonte, 2 in Veneto, 1 in Liguria, 1 in E. Romagna e 1 in Sardegna: proprio a Cuglieri (5), che è ancora il centro abitato più importante del MontiVerro.
AGOSTA
AGOSTI
AGOSTINI
AGOSTINIS
AGOSTINELLI
AGOSTINELLO
AGOSTINO
AGOSTO
AGUSTI
AGUSTO
D'AGOSTO
DE AGOSTINI
DE AGOSTINIS
DE AGOSTINO
DEAGOSTINI
DEAGOSTINO
Agosta è decisamente siciliano, anche se compare un ceppo, forse non secondario, nel mantovano ed uno nella provincia romana, che dovrebbe derivare dal toponimo Agosta (RM), Agosti è tipico lombardo e dell'alta Emilia, Agostini è diffuso in tutto il centrosud, Agostinis molto raro è dell'udinese, Agostinelli è tipico del centro Italia e del beneventano, Agostinello, rarissimo, sembrerebbe avere un ceppo veneto ed uno nel Salento, Agostino ha ceppi in Sicilia, in Calabria, nel potentino e salernitano, nel romano, a Genova, nel torinese ed in Val d'Aosta, Agosto sembra avere un ceppo nel Piemonte occidentale, uno nell'udinese, uno nel salernitano, uno nel leccese ed uno nel catanzarese, Agusti ed Agusto, assolutamente rarissimi, sono probabilmente dovuti ad errori di trascrizione o a modificazioni dialettali, D'Agosto, poco diffuso, ha un ceppo friulano ed uno nel napoletano e salernitano, De Agostini è molto diffuso in tutto il nord con un ceppo anche a Cagliari, De Agostinis, estremamente raro, è tipico della zona tra Lazio ed Abruzzo, Deagostini, abbastanza raro sembrerebbe dell'area che comprende il varesotto ed il novarese, De Agostino, molto molto raro, parrebbe del pavese, mentre Deagostino, assolutamente rarissimo, è forse nel settentrione d'Italia, hanno origine quasi tutti, direttamente o tramite patronimici ed ipocoristici, dal cognomen e soprannome latino Augustus (consacrato agli auguri) titolo di dignità degli imperatori romani, può anche essere riferito al mese di agosto, come bambino nato ad agosto, il nucleo siciliano può anche prevalentemente derivare dal toponimo Augusta (SR).  Traccia di queste cognominizzazioni la troviamo a Bergamo nel 1500, nel 1513 un certo Oliverio Agosti, insigne giurista, viene designato dai cittadini di Bergamo come patrocinatore dei loro interessi ed ambasciatore presso il vicerè spagnolo a Milano.
AGOSTINIANO Agostiniano, quasi unico, sembrerebbe campano, dovrebbe derivare dal fatto di essere il capostipite o un padre agostiniano (seguace di Sant'Agostino), cosa molto improbabile, o di essere alle dipendenze di un convento di padri agostiniani o, più probabilmente, di essere un trovatello affidato ad un convento di suore agostiniane.
AGRATI Chiaro il riferimento al toponimo lombardo Agrate (Agrate Brianza) o a quello piemontese (Agrate Conturbia), indicherebbe quindi un'origine di quei luoghi.
AGRESTA
AGRESTE
AGRESTI
AGRESTINI
AGRESTINO
Agresta ha un ceppo nel chietino, uno nel salernitano ed uno tra il sud della Calabria e la Sicilia orientale, Agreste assolutamente rarissimo è probabilmente un'errore di trascrizione del primo, Agresti ha ceppi nel bolognese, nel fiorentino, nel basso Lazio, nel salernitano e nel barese, Agrestini è tipicamente laziale, Agrestino è quasi unico, tutti questi cognomi possono derivare, direttamente o tramite forme ipocoristiche, da soprannomi legati al vocabolo agrestis (agreste, anche nel senso di rustico) o agresta (uva acerba). Tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale sotto l'anno 1148, in un atto di vendita, leggiamo: "...Signum + manuum Amizonis qui dicitur Ciriolus et Ottonis, fratris eius, et Marchisi seu Adammi Agresto testium...", poi ad Udine nel 1500 con il sacerdote Giulio Agresta, parroco di Cassacco (UD) dal 1580 al 1610, a Mammola (RC) nel 1600 con Apollinare Agresta  (1621-1695), prima teologo e filosofo poi Abate dell'ordine di San Basilio Magno e quindi Generale dei monaci basiliani.
AGRICOLA
AGRICOLE
AGRICOLI
AGRICOLO
Agricola ha vari ceppi, uno piccolo a Roma, uno nel foggiano a Ischitella e San Severo, ed uno tra ragusano e siracusano, a Siracusa, Pachino ed Avola nel siracusano e ad Ispica nel ragusano, Agricole ed Agricolo sono praticamente unici, Agricoli, assolutamente rarissimo, è proprio dell'area toscano, umbra, dovrebbero derivare dal cognomen latino Agricola, di cui abbiamo un esempio negli Annali di Tacito: "..Natus erat Agricola Gaio Caesare tertium consule Idibus Iuniis, excessit quarto et quinquagesimo anno, decimo Kalendas Septembris Conlega Priscoque consulibus. Quod si habitum quoque eius posteri noscere velint, decentior quam sublimior fuit; nihil impetus in vultu, gratia oris supererat. Bonum virum facile crederes, magnum libenter. Et ipse quidem, quamquam medio in spatio integrae aetatis ereptus, quantum ad gloriam, longissimum aevum peregit. ..".
AGRIOLI Assolutamente rarissimo, forse marchigiano, potrebbe derivare o direttamente dal cognomen latino Agricola (vedi AGRICOLA) per contrazione, o da un'alterazione del termine medioevale agricola (contadino).
notizie ulteriori  fornite da Luca Agrioli
Nome di origine Marchigiana per la precisione si hanno notizie ad Ancona in tempi recenti e, in epoche meno recenti, a Filottrano (AN).
AGRIPPA Estremamente raro, deriva dal cognomen latino Agrippa attribuito ai neonati di parto podalico, ricordiamo il famosissimo tribuno della plebe Menenio Agrippa (500 a. C.): "...Menenius Agrippa concordiam inter patres plebemque restituit nam cum plebs a patribus secessisset, quod tributum et militiam non  toleraret...".
AGRO' Agrò è tipicamente siciliano, dell'agrigentino in particolare, di Agrigento, Racalmuto, Favara, Canicattì, Porto Empedocle e Castrofilippo, con un ceppo anche a Palermo, dovrebbe derivare da un soprannome, derivante dal termine greco άγρός agros (campo, podere), probabilmente attribuito a capostipiti piccoli proprietari terrieri.
AGROSTELLI Agrostelli, molto molto raro, è specifico di Brienza e Sant'Angelo le Fratte nel potentino, dovrebbe derivare da un soprannome originato dall'ipocoristico dell'italianizzazione del termine greco άγρός agros (campo, podere), intendendo forse che il capostipite fosse stato un piccolo proprietario terriero.
AGUANNO
D'AGUANNO
DAGUANNO
D'AQUANNO
Aguanno è specifico del trapanese, di Calatafimi, Alcamo, Castelvetrano, Vita e Trapani, Daguanno, quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del cognome D'Aguanno, che ha un ceppo siciliano in particolare nel trapanese a Trapani, Marsala, Mazara del Vallo, Castellammare del Golfo, Paceco ed a Palermo, ed uno laziale a Roma e nel frusinate a Villa Santa Lucia, Cervaro, Cassino e Piedimonte San Germano, D'Aquanno, molto raro, è specifico di Roma e del frusinate, così come Daquanno, decisamente romano, mentre per il ceppo siciliano dovrebbe trattarsi di un indicatore di provenienza da una località, Aguanno, nel trapanese, ora scomparsa, per il ceppo laziale è più probabile che derivino dal nome medioevale di origine germanica Aquanus, che rinveniamo in questo testo riferito all'anno 1130: "...Magnus conatur semina odii iacere in Canutum apud Nicolaum Regem; fingitque ab illo offensum Daniae Regem gueciae, nihil tamen proficit. Nicolaus Rex magnus filius Aquanus cognatus regis ...", anche se non si può anche qua escludere una derivazione toponomastica dal nome antico Aquana del paese di Civitaquana in Abruzzo.
AGUECI Agueci è specifico del trapanese, di Trapani, Salemi, Vita ed Erice, e di Palermo, l'origine etimologica è oscura.
AGUGLIA
AGUGLIARI
AGUGLIARO
AUGUGLIARO
Aguglia ha un nucleo siciliano a Palermo e nel palermitano ed anche a Piazza Armerina nell'ennese, con un ceppo anche a Lecce e nel leccese, Agugliari è quasi unico ed è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione di Agugliaro che sè siciliano con un ceppo a Palermo, uno a Scicli nel ragusano ed uno a Castellammare del Golfo nel trapanese, Augugliaro è siciliano, con un ceppo nel trapanese, a Trapani, Erice, Valderice e Paceco, un ceppo a Palermo ed uno a Scicli nel ragusano, dovrebbero derivare o da un mestiere marinaresco, aguglia era detto un tempo l'ago della bussola, o dal mestiere di pescatore o costruttore di reti, agugliara si chiama un particolare tipo di rete utilizzata per la pesca alle aguglie.
AGUIAR
AGUIARI
AGUIARO
ANGUIARI
Aguiar. decisamente veneto, è quasi unico, Aguiari è tipico del ferrarese, in particolare di Ferrara, Mesola, Copparo e Trisigallo e del rovigoto, Aguiaro, decisamente rarissimo è dell'area rovigota, Anguiari, estremamente raro, è del rovigoto, dovrebbero tutti derivare da soprannomi dialettali originari dall'attività di pescatore di anguille tipico dell'area del delta del Po.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Aguiari è variante del cognome Aguglia a proposito del quale scrive P. Minervini nel suo Dizionario dei cognomi pugliesi, p. 35: "Poco diffuso in It. e in Puglia nella forma base (spec. nel Leccese) e nelle varianti Aguiàri, Agujari, è la cognominizzazione del personale latino Aquilius, la cui gens Aquilia era molto diffusa in Campania presso i Vestini e gli Irpini ed in Umbria. Da esso si è avuto in Italia il toponimo Agugliano (AN), che è un centro situato tra i fiumi Esino e Musone [.]. L'antroponimo in esame potrebbe essere in relazione con lo zoonimo Aquila e con il veneto settentrionale 'gugia' e il toscano 'guglia' (<aculea), riferite queste forme a varie specie di falconidi oppure a una specie di pesce teleosteo commestibile, dal corpo allungato con mascella e mandibola sottili, che formano un caratteristico rostro. Potrebbe anche riferirsi a uno speciale ago, che si usa ancora oggi per cucire vele e tende, oppure derivare dal lat. mediev. 'agulia' = "obelisco" o dal toponimo sic. Aguglia.".
AGUNIANO Bellavide, moglie del fu Bonvillanii de Aguniano (Gugnano)
AGUZZI Sembrerebbe avere tre nuclei, uno nel pavese e sud milanese, uno tra Pesaro ed Ancona ed uno nel rietino, dovrebbe derivare dal cognomen latino Acutius di cui si hanno tracce ad esempio nel "de bello civili" di Giulio Cesare troviamo "...Acutius Rufus apud Pompeium...", nelle Aepistolae di Plinio minore:"Secutae sunt diversae sententiae consulum designatorum. Cornutus Tertullus censuit ordine movendum, Acutius Nerva in sortitione provinciae rationem eius non habendam.", e in una lapide del 300 d.C sul sarcofago di Acutius a Ghedi.
AIALA
AJALA
Aiala è unico a Palermo, Ajala è rarissimo e dovrebbe essere originario della Sicilia, derivano probabilmente dall'arabo ayal (cervo) o dal nome ebraico Ayal, con la stessa radice, ma potrebbero anche essere di origine spagnola (nel 1606 si riporta un Jeronimo Ayala Alcalde (sindaco) di una cittadina spagnola), in Spagna c'è una valle di Ayala e nel 1400, a valledolid ci sono tracce di un Anton Ayala.
AIAN
AIANI
Aian sembrerebbe unico, Aiani ha un ceppo a Tavernerio, Capiago Intimiano e Como nel comasco, uno a Villafranca di Verona e Verona nel veronese e presenze nel ternano e nel romano, dovrebbero derivare dal nome tardolatino Aianus.
AIANA Tipico sardo del cagliaritano è molto molto raro, deriva da un soprannome originato dal vocabolo sardo aiana (signorina, donna nubile) originato evidentemente da un soprannome legato alla condizione della capostipite.
AIASSA
AYASSA
AYASSE
Aiassa è tipico del torinese, di Torino, Carmagnola, Vigone, Chiero e Moriondo Torinese, Ayasse, sempre piemontese, sembrerebbe unico, così come Ayassa, dovrebbero derivare dal cognome francese Ayasse che sembrerebbe essere nato dal termine latino acastus (acero), probabilmente ad indicare una caratteristica della località d'origine dei capostipiti, secondo un'altra ipotesi deriverebbe invece dal termine basco aitz (roccia), considerando la discreta diffusione di valdesi di origine basca nell'astigiano.
integrazioni fornite da Daniele Zaia
Cognome del nord-ovest della Provincia di Asti. Suggerisco una derivazione dal toponmo Val d'Ayas in Valle d'Aosta
AIAZZI
AIAZZO
Aiazzi è tipicamente toscano, del fiorentino, pistoiese e senese, Aiazzo è unico, potrebbero derivare da una forma aferetica modificata di un ipocoristico del nome Caio.
AICARDI
AICARDO
Entrambi liguri, Aicardi è diffuso nelle province di Savona, soprattutto a Tovo San Giacomo, ed Imperia, Aicardo, molto più raro, sembrerebbe savonese, derivano dal nome medioevale di origine germanica Aicardus di cui abbiamo un esempio in una charta venditionis del settembre 1045 nel Codice Diplomatico Bresciano dove il notaio così si firma: "...Aicardus notarius subscripsit  postradita complevit et dedit".  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo agli inizi del 1400 con il Vescovo di Novara  Bartolomeo Aicardi Visconti.
AIDONE Aidone ha un ceppo a Venezia ed uno a Vizzini nel catanese ed a Misilmeri nel palermitano, il ceppo siciliano dovrebbe derivare dal nome del paese di Aidone nell'ennese, mentre il ceppo veneziano sembrerebbe essere derivato da un'alterazione del nome bizantino Adonis.
AIELLI
AIELLO
AJELLI
AJELLO
DAIELLI
DAJELLI
D'AIELLO
D'AJELLO
Aielli, probabilmente originario del pescarese, ha un ceppo anche nel romano e nel latinense, Aiello è tipico del sud, molto diffuso soprattutto in Campania, Calabria e Sicilia, Ajello, molto più raro, ha un ceppo romano, uno nel napoletano ed uno nel messinese, D'Ajello, molto raro, è napoletano, mentre D'Aiello è, oltre che del napoletano, anche e soprattutto del casertano, con un ceppo anche nel palermitano, Daielli quasi unico, Ajelli e Dajelli, molto molto rari, dovrebbero essere abbastanza recenti e sono probabilmente il frutto di errate trascrizioni nelle anagrafi settentrionali, derivano tutti dal vocabolo medioevale latino agellum (piccolo podere, campicello) anche tramite toponimi come Aielli nell'aquilano, Aiello Calabro nel cosentino, Aiello del Friuli nell'udinese, Aiello del Sabato nell'avellinese e molti altri. Abbiamo tracce di queste cognominizzazioni fin dal XII° secolo, Matteo d'Ajello è stato nella seconda metà del 1100 notabile al servizio dei sovrani normanni, personaggio di rilievo della seconda metà del 1500 fu il pittore Antonio Ajello nativo di Rivello nel potentino.
notizie ulteriori  fornite dal barone Ugo Antonio Bella
deriva dal toponimo Aiello (in varie parti dell'It. merid.) da latino augellus "piccolo podere". Si deve a questo cognome l'esistenza isolana del toponimo Aiello.  Questa famiglia è dello stesso stipite del napoletano ascritta al sedile di Capuana. Un Francesco fu console generale di Spagna in Messina per tutto il Regno delle Sicilie nell'anno 1711 e fu padre di un Letterio che troviamo ascritto alla Mastra Nobile di detta città del 1807.
Blasone: d'oro, alla sbarra d'azzurro, caricata da tre stelle del campo, accompagnata da due leoni rivolti del secondo.
AIMAR
AIMARO
AYMAR
Aimar è specifico del cuneese, di Cuneo, Dronero, Barge, Busca, Caraglio, Savigliano, Saluzzo e Fossano, Aymar, estremamente raro, è piemontese, Aimaro è specifico del vercellese, di Moncrivello e Cigliano, dovrebbero derivare da una forma contratta del nome medioevale germanico Ademarus, composto dalle radici adal (nobile) e mar (celebre).
AIMI
AIMO
AIMONE
AIMONI
AJMO
AJMONE
Aimi è specifico dell'area parmense di Parma e Fidenza in particolare, Aimo è specifico del cuneese, di Mondovì in particolare, Aimone è più tipicamente torinese, Aimoni, molto molto raro, parrebbe lombardo, ma quasi sicuramente a seguito di trasferimenti dal Piemonte, Ajmo e Ajmone, assolutamente rarissimi, sono probabilmente residui di grafie antiche degli stessi cognomi, derivano tutti dal nome germanico Aimo, Aimone di cui abbiamo un esempio in epoca longobarda in questa Charta Convenientiae dell'anno 768: "In nomine Domini. regnantes dominis nostris Desiderius et Adelchis filio eius ueris excelentissimis et a Deo conserbatis magnis regibus, anno regnis eorum in Dei nomine undecimo et nono, mense ianoario, per indictione sexta; feliciter. Placuet igitur adque bona bolontate conuenit inter Aimone, habitatore castello Ueterbo, nec non et Gumpertu presbiterum...", con questo nome ricordiamo Aimone di Savoia (15 dicembre 1291 - 22 giugno 1343), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel bresciano fin dal 1100, con Ardiccio degli Aimoni, nato a Vobarno (BS) in guerra con il Vescovo di Brescia Arimanno.
AINI Tipico di Ozieri (SS) è molto raro, deriva da una modificazione dialettale del nome Gavino.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
AINI: significato ed etimo incerti. Potrebbe derivare da aìna = strumento di lavoro degli artigiani ( is aìnas = i vari strumenti); oppure da àinu = asino. Àinu in Logudoro, molenti in Campidano; oppure da àina, àxina = vite, uva, dal latino àcina; o ancora da aìna = avena, dal latino avena; infine, prendiamo in considerazione anche il vocabolo àlinu = alno, ontano, dal latino alnus. Non trova riscontro nelle carte antiche. Attualmente il cognome Aini è presente in 20 Comuni italiani di cui 10 in Sardegna: Ozieri 39, Berchidda 11, Sassari 6, Sinnai 3 Milis 3, etc.
AIOLFI
AJOLFI
Aiolfi , abbastanza raro è specifico della zona che comprende il milanese, il bergamasco, il lodigiano, il cremonese ed il parmense, Ajolfi rarissimo è più tipicamente emiliano del parmense, derivano dal nome longobardo Agilulfus o Aginulfus, da cui Aghilolfi e Aginolfi e per contrazione Aiolfi. Il nome deriva da due termini germanici agi (paura) e wolf (lupo), che uniti starebbero a significare lupo che incute terrore quindi uomo terrificante. Le popolazioni germaniche trasferiscono nei nomi da loro usati il rispetto che provano per la forza fisica e per il potere rappresentato dal saper incutere timore, nel medioevo nomi tremendi erano di buon auspicio per il figlio che avrebbe dovuto difendere l'onore del casato. Il cognome indica quindi una discendenza da un Agilulfus o Aghinolfus, nome di cui abbiamo un esempio in una pergamena del 1119, conservata a Pavia: "...Trigexima tercia dicitur de Bercela, et est pertice tres et tabule quinque: est ei a mane Aginulfi, a monte Lanfranci Ariprandi...".
AIOSA
AIOSI
AIOSSA
AIOSSI
Aiosa è siciliano, in particolare del palermitano, di Palermo e Polizzi Generosa, Aiossa, molto raro, sembrerebbe avere un ceppo romano, uno nel casertano ed uno nel reggino, Aiosi ed Aiossi sono praticamente unici e probabilmente sono dovuti ad errori di trascrizione dei precedenti, dovrebbero derivare dal nomen latino Abbius, ricordiamo Statius Abbius Oppianicus citato ad esempio da Cicerone nella sua requisitoria Pro Aulo Cluentio Habito.
AIRALDI
AIROLDI
AIROLDO
ARALDI
ARALDO
ARIOLDI
ARIOLDO
Nome diffuso particolarmente in Lombardia, anche se a volte è presente in buona parte dell'Italia settentrionale. Il nome è di origine longobarda e deriva da Ariovaldo composto da haria (esercito o anche popolo degli Arii (guerrieri)) e waldan (guidare, comandare), con il chiaro significato di condottiero, cioè di colui che guida l'esercito. Il nome in epoca medioevale veniva spesso dato ai primogeniti di casate importanti come buon augurio. Si diffuse poi per imitazione presso il popolo. Il cognome assume quindi il significato di appartenente alla famiglia di un Ariovaldo e non è necessariamente sinonimo di nobiltà di stirpe.
AIRASCA Airasca, molto molto raro, è tipico della zona tra cuneese e torinese, dovrebbe derivare dal toponimo Airasca (TO), feudo della contea di Piossasco, di questo feudo si hanno tracce almeno dal 1300 con il nome di Ayrasca.
AIRAUDI
AIRAUDO
Airaudi è decisamente di Vallo Torinese, con ceppi anche a Cafasse, Torino e Robassomero, tutti nel torinese, Airaudo è anch'esso specifico del torinese, di Villafranca Piemonte e Torino, con un ceppo anche a Bagnolo Piemonte nel cuneese, dovrebbero derivare dal nome medioevale germanico Hariwald, che significa colui che conduce l'esercito, o anche dal nome di origine longobarda Ariovaldo (vedi AIRALDI).
AIRO' Sembra avere due ceppi, nel tarentino e nell'agrigentino, è molto raro, dovrebbe derivare dal nome longobardo Airoaldo di cui abbiamo traccia ad esempio in un atto di compravendita datato 765 stilato in Chiusi (SI): "...Constat me prenominatus Teudemari ab ac die uindedisse et uindedi tiui Airoaldo terra purectas in casale Quaratule...".
AIROLA Airola ha un ceppo nel torinese ed una presenza in Irpinia, che dovrebbe derivare dal toponimo Airola (BN), il ceppo torinese invece è di origini oscure.".
AIROMA Airoma, assolutamente rarissimo, parrebbe di Mercato San Severino e Salerno nel salernitano.
AISA Aisa sembrerebbe tipico del perugino, di Assisi, Perugia, Bastia e Foligno, con un grosso ceppo anche a Roma, potrebbe derivare dal nome di Aisa, una città della Tracia, o anche da un soprannome basato sul termine osco aisa (parte, porzione), ma non dobbiamo dimenticare che Aisa è anche un nome della mitologia greca e che potrebbe quindi trattarsi di una forma matronimica.
AITA Sembrerebbe avere tre ceppi, nell'udinese, nel napoletano e nel cosentino, dovrebbe derivare da una modificazione del nome Agata, mutatosi prima in Aghjta e quindi in Ajta e Aita.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Si tratta di una variante tipicamente toscana dal ceppo "Aiuti", che proviene dal sostantivo "aiuto" (e dal più antico "aita"). Il cognome si è formato molto probabilmente da un soprannome dato a persone particolarmente generose.
AIUTI
AIUTO
AJUTI
Aiuti ed Ajuti, molto molto rari, sembrano originari dell'Italia centrale, forse del pistoiese, Aiuto, sempre rarissimo, sembrerebbe del trapanese, dovrebbero derivare dall'aferesi di cognomi come Diolaiuti o simili, è pure possibile che derivino dal nome medioevale beneaugurale Aiutus di cui abbiamo un esempio nel 1200 in uno scritto dei padri agostiniani: "...In Dei nomine Amen. Ex hoc publico Instrumento sit omnibus manifestum, quod frater Simon Prior Eremitarum Sancti Antonii de Ardinguesca, et frater Aiutus Prior Collae, Praesbyteri Rustici, Lucensis alias Livontij Dioecesis...".  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio in Sicilia nel 1300 con Vincenzo Ajuto nobile cavaliere della corte di Federico III°.
AJOSSA Ajossa, quasi unico, sembrerebbe del cagliaritano, potrebbe derivare da una forma esclamativa sarda ajosa di disaccordo.
ALA Ala ha un ceppo nel torinese, in particolare a Cantoira, Torino e Balangero, uno a Campi Salentina e Salice Salentino nel leccese, più altri molto piccoli a San Vero Milis nell'oristanese, a Roma, a Napoli, a Rapolla nel potentino ed in Sicilia a Palermo, Naro nell'agrigentino e Salaparuta nel trapanese, dovrebbero tutti derivare da toponimi come Ala di Stura nel torinese, Ala di Trento o Ala dei Sardi nel sassarese.
ALABARDI
ALABARDIERI
Alabardi, assolutamente rarissimo, ha due piccoli ceppi, uno nell'area tra reggiano e modenese ed uno nell'anconetano, Alabardieri, praticamente unico, è del pesarese, dovrebbero derivare dal mestiere di alabardiere svolto dai capostipiti, così veniva ad esempio chiamato un soldato delle antiche milizie munito di alabarda, ma era anche l'identificativo specifico di un armato dei Lanzichenecchi e delle Guardie papali.
ALACCA
ALACCHI
ALACCO
Alacca, quasi unico, ed Alacchi, solo leggermente meno raro, sembrerebbero essere di origini campane, forse dell'area salernitano, avellinese, e siciliane, Alacco che oggi sembrerebbe scomparso in Italia, potrebbe essere di origini foggiane, potrebbero derivare da una forma aferetica etnica riferita a quanti provenissero dalla regione della Valacchia, nell'attuale Romania, indicandone così la provenienza da parte dei capostipiti.
ALAFACI Alafaci, assolutamente rarissimo, sembrerebbe di origini calabresi, del reggino in particolare, dovrebbe derivare da un nome o soprannome basato sul termine grecanico elafaki, una forma ipocoristica greca del termine elafos (cervo), con il significato quindi di cerbiatto.
ALAGNA Alagna parrebbe tipicamente siciliano, soprattutto del trapanese, di Marsala e Mazara del Vallo, con un importante nucleo anche a Palermo, potrebbe trattarsi di un cognome a derivazione etnica ed indicare una provenienza germanica dei capostipiti o come contrazione del nome Alemagna (Germania) o come distorsione del termine alani ed indicare quindi l'appartenenza dei capostipiti a quel popolo, altamente improbabile una connessione con i toponimi Alagna del vercellese o del pavese.
ALAGONA Molto raro, tipico della provincia di Caltanissetta, famiglia nobile spagnola originaria dell'Aragona da cui prende il nome. Annovera tra i propri membri personaggi illustri come Blasco Alagona che nel 1328 è Capitano di Pietro II° re di Sicilia, o Artale I°  (m. 1389), Gran Giustiziere di Sicilia e tutore della regina Maria, figlia di Federico III° il Semplice, che abbandonò la tradizionale politica filoaragonese e si oppose a Maria e a Martino d'Aragona suo marito che ambiva impadronirsi della Sicilia, il Barone Giovanni Alagona si mise in contrasto con Martino II° Re di Sicilia, suo nipote, Artale II°, riprendendo la politica dello zio,scatenò la ribellione ai Martini (1392) e progettò l'intervento di Gian Galeazzo Visconti (1395).  Rifugiatosi alla corte del duca, fu nominato podestà di Pavia (1401) e di Milano (1402).
integrazioni fornite da Ferdinando Lauricella
ALAIMO Tipico siciliano, deriva dal nome medioevale Alaimo, ma in alcuni casi può derivare dal nome della località Alaimo di Lentini, inizio di questa cognominizzazione la troviamo nel 1200 con il Conte Alaimo di Lentini Maestro Giustiziere del Regno, Strategoto (governatore) di Messina, custode della famiglia Reale durante l'assenza del Re angioino.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Alaimo è un cognome siciliano diffuso anche nel resto dell'Italia. Viene dal personale germanico Heimo, Haimo che è probabilmente ipocoristico di nomi inizianti in heim, come Heimeran o Heimeric, e ha prodotto il latino Aimo, Aimonis. La base è il vocabolo germanico heimcasa, patria.
ALAMANNI Abbastanza raro è tipico fiorentino, deriva dall'etnico alemanno (tedesco), presente a Firenze fin da prima del 1300, occupando posti di rilievo nell'organizzazione cittadina, annoverando Gonfaloni di Giustizia, Priori di libertà, Senatori del Granducato e Cavalieri di Santo Stefano fra le proprie fila fino a diventare Marchesi.
ALAMPI
ALAMPO
Alampi è tipico calabrese, del reggino, Alampo, invece è rarissimo e tipico di Catania, dovrebbero derivare da modificazioni del nome greco Eulampio che significa uno che possiede grande bontà.
ALARI
ALARIA
ALARIO
Alari, molto raro, ha un ceppo nel bergamasco ed uno a Roma, Alaria, estremamente raro, è del torinese, Alario ha un ceppo a Roma, uno a Napoli, uno a Trani nel barese, uno a Cassano allo Ionio nel cosentino, ed uno a Palermo, Caltagirone nel catanese, Niscemi e Gela nel nisseno, potrebbero derivare dal fatto di essere stati i capostipiti degli equites alarii, cioè appartenenti alle formazioni della cavalleria romana, che costituivano le ali del fronte d'attacco: "...Livius équités legionarios et alarios clare distinguit et illos vocat Romanos. Sed fortasse Romani équités ibi dicuntur, qui cum Romanis erant, ut alarii etiam équités sociorum, non quia e sociis lecti, quanquam hoc quoque, sed quia cum ipsis pugnabant. Sic et Victorius iudicat...", dagli Annales di Tacito leggiamo: "...quod peditum Germanorum inter nostros merebat circumgredi terga hostium iubet, qui iam acie compositi pellunt turmas socialis equitesque legionum subsidio missos. tum tres leves cohortes ac rursum duae, dein tempore interiecto alarius eques immissus: satis validi si simul incubuissent, per intervallum adventantes neque constantiam addiderant turbatis et pavore fugientium auferebantur. Cethego Labeoni legato quintae legionis quod reliquum auxiliorum tradit...", ma è pure possibile una derivazione dal nome medioevale Alarius, un'alterazione del nome Ilarius, ne abbiamo un esempio in quest'atto dell'anno 1096: "...De parte monachorum: Warinus cellararius, Alarius Barratus, Gervasius mariscallus, Johannes Peregrinus, Bodinus de Mairono, Walterius de Calciata...".
ALARICO Assolutamente rarissimo, dovrebbe derivare dal nome germanico Alarico (il famoso re dei Visigoti.).
ALASIA
ALASIO
Alasia abbastanza raro è specifico del cuneese e torinese, Alasio, molto più raro è tipico dell'astigiano, dovrebbero derivare dal nome originario della Linguadoca Alas divenuto Alasius in latino, di questa cognominizzazione si hanno tracce ad esempio nel cuneese nel 1500, in un atto tra l'altro si può leggere: "...Iohannis Francisco Romano, Iohannis de Alasio testibus ad omnia supradicta vocatis et rogatis." e con il frate linguista Gregorio Alasia da Sommariva (CN) autore di un vocabolario italo slavo.
integrazioni fornite da Maria Luisa Alasia Nienstedt
Famiglia nobile cuneese Alasia (De Domina Alasia) risale al XIII° secolo, seguaci dei marchesi di Saluzzo appartennero alla classe dominante ghibellina; cacciati dalla città vennero riammessi nel 1277 in occasione della pace con Asti. In S. Francesco dei conventuali di Cuneo si trovano le loro sepolture; furono ammessi dall'ordine di Malta come quarto Ceva (1595). Foresto, sec. XIV; il Vernazza ne illustrò il sigillo. Giacomo, vicario di Fossano (1309) per Carlo III re di Napoli.
ALASSIO Alassio, molto molto raro, è tipico dell'area di Imperia, dovrebbe derivare dal nome del toponimo Alassio nel savonese, indicandone così la zona d'origine del capostipite.
ALAZIO Alazio, cognome rarissimo, sembrerebbe dell'area siculo calabrese, dovrebbe derivare dal nome latino medioevale Alatius di cui abbiamo un esempio in questo scritto del XIII° secolo: "...At miraculosa mutatio lacrimarum mastichis ab Alatio ex Papagomeno, et aliis relatoribus asserta; satis ibidem a praefato Iustiniano reicitur....".
ALBA Alba è presente a macchia di leopardo in tutt'Italia isole comprese, potrebbe trattarsi di un matronimico e derivare dal nome femminile Alba, ma è pure possibile una derivazione dai molti toponimi contenenti la radice Alba, coma Alba (CN) o (TN), Terralba (GE) o (OR) o Torralba (SS), Villalba (RM o (CL), ecc.
ALBANESE
ALBANESI
Cognome diffuso al sud, ha chiara origine geografica, indicando l'appartenenza ad un popolo, l'albanese, che si insediò nelle zone costiere adriatiche dagli Abruzzi alle Puglie e di lì in Sicilia.
ALBANI
ALBANIS
ALBANO
L'origine di questo cognome è abbastanza varia. La prima possibilità è che sia una derivazione da un toponimo romano Alba presente in varie zone d'Italia, dalla piemontese Alba Pompeia (Alba) alla più famosa Alba Longa. Una seconda teoria è che il cognome derivi da un nome tardo latino Albanus, mentre una terza ipotesi plausibile è che derivi da un toponimo medioevale Albano, presente in molte parti d'Italia. Le prime tracce di questi cognomi sono del 1500.
ALBANITO Albanito, molto molto raro, sembrerebbe tipico di Torano Castello nel cosentino.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
D'origine arbëreshë (più probabilmente greco-albanese), il cognome Albanito sembra nascere da un'italianizzazione del cognome greco Arvanitis, col significato letterale di albanese (è chiara l'affinità col cognome Albanese): nel corso della storia, infatti, il fenomeno plurisecolare dell'emigrazione albanese (la cosiddetta diaspora albanese) si è diretto molto spesso verso la Grecia e, al tempo stesso, verso l'Italia, dando vita, in entrambi i paesi, a parecchi cognomi d'origine albanese (per tradizione, gli italo-albanesi vengono definiti arbëreshë, mentre i greco-albanesi son detti arvaniti); in questo contesto, inoltre, è importante notare che molti cognomi arbëreshë provengono in realtà dalla Grecia e non dall'Albania, trattandosi appunto di cognomi arvaniti (vedi anche Greca).
ALBE
ALBE'
Albe, quasi unico, è del nordmilanese, dovrebbe trattarsi di una forma alterata del cognome Albè, che è tipico dell'area tra milanese e varesotto, di Legnano nel milanese e di Gorla Maggiore, Gorla Minore, Olgiate Olona, Busto Arsizio e Castellanza nel varesotto, potrebbe essere di origini longobarde e derivare dal nome derivato dal termine longobardo albhi (elfo, spirito dei boschi).
ALBENGA Albenga ha un ceppo nell'astigiano, a San Marzano Oliveto, Nizza Monferrato ed Incisa Scapaccino, con presenze anche nell'alessandrino e nella Lombardia occidentale, dovrebbe derivare dal nome della cittadina ligure di Albenga, probabile luogo d'origine del capostipite, paese il cui nome dovrebbe derivare dall'espressione prelatina album Ingaunum (il capoluogo degli Ingauni, un popolo ligure).
ALBENZI
ALBENZIO
Albenzi, molto molto raro, è tipico della provincia di Roma, di Gallicano nel Lazio e di Roma stessa, Albenzio ha un piccolo ceppo in Irpinia a Bisaccia (AV) ed uno primario a Bari e Cassano Delle Murge (BA), dovrebbero derivare dal nome medioevale Albentius di cui abbiamo un esempio in Albenzio Rossi in una lapide funeraria del 1606 a Roma: "...fr. Albentius De Rubeis a Vetrario clericus eremita studio religionis in Deum ac pietatis in proximum ecclesiam hanc Ascensioni Domini dicatam ...", di lui si parla anche nelle Acta Visitationis sotto Alessandro VII: "...Albentio da Cetrario in Calabria huomo timorato del Sig. Iddio essendo andato al Monte d' Ancona per ricevere da quei Padri Camaldoli di Montecorona qualche carità, gli diede il Priore un tonichino bianco dell' habito loro con il quale venne a Roma l' anno 1586 e prese l' habito di eremita di lana pura bianca sopra della nuda carne senza cappuccio...".
ALBERANI
ALBERANO
ALBERONE
ALBERONI
Alberani è tipico dell'area bolognese, ferrarese, ravennate, Alberano è quasi unico, così come Alberone, Alberoni, tipicamente emiliano, ha un ceppo nel piacentino ed uno nel bolognese, potrebbero in alcuni casi derivare dai vari toponimi come Alberone di Cento nel ferrarese o altri contenenti la radice albero o alberi.
ALBERGHI
ALBERGO
Alberghi ha un ceppo genovese ed uno a Faenza nel ravennate, Albergo è tipicamente meridionale, ha un ceppo a Napoli, uno a Venosa nel potentino ed a Tursi nel materano, uno consistente nel barese, a Bari, Altamura, Modugno, Valenzano e Bitonto, ed uno in Sicilia a Catania e Vizzini nel catanese, dovrebbero derivare dal nome longobardo Aliberg, originato dall'unione dei termini ali (diverso, altro) e da berg (montagna), ma non si può escludere possa anche trattarsi di un'alterazione del nome germanico Albericus (vedi ALBERICI).
ALBERGHINI Tipico della zona che comprende il bolognese ed il ferrarese, dovrebbe derivare dal nome longobardo Aliberg o Alibergo di cui si hanno tracce anche al femminile nel VII°, VIII° secolo, in alcuni casi potrebbe anche derivare dal toponimo Malalbergo nel bolognese.
ALBERI
ALBERO
Alberi ha un ceppo nel ferrarese ed uno nel bolognese, Albero è tipicamente campano del napoletano e del vicino salernitano, dovrebbe derivare dal nome medioevale Alberius (vedi ALBERIO), ma potrebbe anche derivare da soprannomi utili ad indicare sia quelli dell'albero, intendendo una pianta particolarmente rinomata, sia quelli che tagliavano gli alberi e che degli alberi vivevano.
ALBERICI
ALBERICO
ALBERIGHI
ALBERIGO
ALBRICI
ALBRIGHI
ALBRIGO
ALBRISI
ALBRISIO
Alberici è molto diffuso nella Lombardia occidentale, in Emilia e nel romano, Alberico ha un ceppo lombarso, uno nell'area che comprende il romano, il latinense, l'aquilano, il pescarese, il teatino, il campobassano, il casertano ed il napoletano, Alberighi, decisamente molto raro, è specifico del ferrarese, Alberigo, assolutamente rarissimo, parrebbe piemontese, Albrici, tipicamente lombardo, è soprattutto specifico del bergamasco, di Bergamo e Vilminore di Scalvi e di Cologne nel bresciano, Albrighi, estremamente raro, ha qualche presenza nel nordovest della Lombardia e nel ferrarese, Albrigo ha qualche presenza in Trentino ed un ceppo nel veronese, a Sommacampagna, Verona e Bussolengo, Albrisi, quasi unico, è del milanese, Albrisio è praticamente unico, Albrizi è una forma alterata di Albrizio che ha un ceppo a Napoli ed uno nel barese. Dovrebbero tutti derivare da alterazioni del nome ostrogoto Alarico, Alberico, parola composta dai due termini albhi (folletto, elfo) e rix, ric (Re, Signore) che assieme assumono il significato di Re degli Elfi. Il nome latinizzato in Albericus si diffuse nella penisola, il cognome che da questo deriva, identifica un'origine medioevale, probabilmente Franca, della famiglia.
ALBERIO
ALBERIOLI
ALBERIONE
Alberio ha un nucleo lombardo, a Rovello Porro nel comasco, con ceppi anche a Turate, Como, Lomazzo e Rovellasca,  un ceppo nel varesotto a Saronno e Gavirate ed uno a Milano,Alberioli, assolutamente rarissimo, è del bellunese, Alberione, molto raro, è tipico del cuneese, tutti questi cognomi dovrebbero derivare direttamente o tramite ipocoristici od accrescitivi dal nome medioevale Alberius di cui abbiamo un esempio in una Cartula ordinationis dell'anno 1098 a Sombreno nel bergamasco: "In Christi nomine. Anno ab incarnacione domini nostri Iesu Christi millesimo nonageximo octavo, mense marcio, indicione sesta. Ego Alberius filius quondam Alkerii de loco Breno, qui profesus sum lege vivere Langobardorum, presens presentibus dixi: "Vita et mors in manu Dei est; melius est enim homini metu mortis vivere quam spe vivendi morte subitanea pervenire". Ideoque ego qui supra Albero volo et statuo seu iudico atque per hanc cartulam et ordinationis ...".
ALBERTA
ALBERTACCI
ALBERTARELLI
ALBERTARIO
ALBERTAZZI
ALBERTELLA
ALBERTELLI
ALBERTI
ALBERTIN
ALBERTINI
ALBERTINO
ALBERTIS
ALBERTO
ALBERTON
ALBERTONE
ALBERTONI
ALIBERTI
ALIBERTO
Il nome Alberto è arrivato in Italia con i Longobardi prima e con i Franchi poi, deriva dal nome Adalberto che ha origine da due vocaboli germanici athala (nobiltà) e berth (splendore), identifica cioè uno di nobilissima stirpe, di splendente nobiltà. Il nome, per imitazione, venne dato, in epoca medioevale, a bambini come indice di nobiltà e poi come semplice augurio. I cognomi pur se distribuiti per tutta la penisola hanno una maggiore concentrazione al nord, dove maggiore è stata l'influenza dei Longobardi prima e dei Franchi dopo. Alberta rarissimo è specifico di Castelnuovo Della Daunia (FG), Albertacci, estremamente raro, ha un piccolissimo ceppo triestino ed uno torinese, Albertarelli, estremamente raro, sembrerebbe avere un ceppo nel milanese ed uno nel ravennate, Albertario è della zona tra Milano e Pavia, Albertazzi ha un nucleo nel bolognese ed un ceppo tra pavese e piacentino, Albertella sembrerebbe specifico del verbanese, di Cannobio, Cannero Riviera e Verbania, Albertelli ha un piccolo ceppo nell'alessandrino ed a Genova, ha ceppi lombardi, a Milano ed a Cedegolo nel bresciano, ed ha ceppi emiliani, a Piacenza e Bettola nel piacentino e nel parmense a Corniglio e  Parma, Alberti è panitaliano, Albertin, tipicamente veneto, è specifico della zona che comprende le province di Padova e Rovigo, Albertini è tipico della zona che comprende Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Marche, Albertino è piemontese, di Carmagnola e Carignano nel torinese e del cuneese, Albertis è praticamente unico, Alberto ha un nucleo tra torinese, cuneese e savonese e ceppi nel napoletano ed in provincia di Catanzaro, Alberton è tipico del vicentino anche se è presente in modo significativo anche nel trevisano, Albertone è di Chivasso (TO) e del torinese, Albertoni sembrerebbe lombardo, del bresciano, del cremonese, del milanese e del mantovano, ma ha presenze significative anche nel bolognese e nel fiorentino, Aliberti ha un nucleo principale in Campania e ceppi nella zona dello stretto, a Roma ed in Piemonte, Aliberto, molto raro, ha un ceppo nel messinese ed uno nel napoletano.
ALBEVERIO Albeverio, molto raro, è specifico di Busto Garolfo nel milanese, dovrebbe derivare dal nome medioevale Albeverius, a sua volta derivato dal nome medioevale germanico molto poco diffuso Albewer.
ALBIERI
ALBIERO
Albieri è tipico dell'area rovigoto, ferrarese, mentre Albiero è decisamente veneto, in particolare del vicentino, dovrebbero derivare dal nome medioevale Albiero, una variante del più diffuso Alberico a sua volta derivato dai termini medioevali germanici alb (elfo) e  ric (potente, ricco), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nella seconda metà del 1400 a Castelvecchio di Valdagno (VI) con la famiglia degli Albieri.
ALBINATI Albinati, molto molto raro, ha un ceppo lombardo tra varesotto e milanese ed uno romano, si potrebbe trattare di forme etniche derivanti dal toponimo Sant'Albino nel milanese, ma è pure possibile che si tratti di forme patronimiche dove -ati sta per figlio di e starebbe allora ad indicare la famiglia del figlio di un Albino (vedi ALBINI).
ALBINI
ALBINO
ALBINONI
Albini è distribuito in tutt'Italia, ma ha un forte gruppo lombardo che potrebbe derivare dal toponimo Albino (BG), ha ceppi in Liguria, nel fiorentino, in Romagna, in Umbria, nel beneventano, nel Salento, nel potentino, nel reggino e nel catanese, Albino, più propriamente meridionale, ha ceppi in Campania, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia, Albinoni è assolutamente rarissimo, oltre alla derivazione da toponimi contenenti la radice Albino, questi cognomi possono derivare dalla Gens Albinia o dal nome personale latino Albinius da questa derivato, riportiamo a titolo di esempio Marcus Albinius tribuno militare dell'epoca di Roma repubblicana nell'anno 378 a. C., è pure possibile una derivazione da soprannomi originati da caratteristiche fisiche cioè dal fatto che il capostipite avesse la pelle chiara o i capelli bianchi.
ALBINIANO Albiniano, molto raro, è specifico del Molise e di Campobasso in particolare, deriva dal cognomen latino Albinianus di cui abbiamo un esempio in Lucius Sestius Quirinalis Albinianus proquestore del più famoso Marcus Iunius Brutus, si potrebbe anche ipotizzare che l'Albiniano si debba intendere come locus Albini indicando quindi una località Albiniano di cui si sarebbero perse le tracce, nei pressi di San'Agata dei Goti nel beneventano un simile toponimo esisteva almeno nel 1100 perchè in uno scritto locale del 1120 possiamo leggere "...Rogerio filio Attardi de Albiniano...".
ALBIS Molto molto raro sembra avere un ceppo piemontese ed uno laziale, potrebbe derivare dal nome Albis attribuito a volte ai nati in quel periodo (settimana in Albis e domenica in Albis, la settimana successiva alla Pasqua, così chiamata in riferimento alla massiccia presenza delle vesti bianche dei neobattezzati).
ALBIZZATI Tipico del varesotto e del vicino milanese, dovrebbe derivare dal toponimo Albizzate (VA).
ALBOINI
ALBOINO
ALBORINI
ALBORINO
Alboini e Alboino, estremamente rari, sono quasi sicuramente settentrionali, Alborini è assolutamente rarissimo, Alborino sembrerebbe specifico di Napoli, Grumo Nevano, Bacoli, Quarto, Arzano e Frattamaggiore nel napoletano e di Aversa nel casertano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Alborinus, una forma latinizzata del nome longobardo Alboino, ricordiamo con questo nome il Re dei longobardi dall'anno 560, il cui nome Albwin, composto da alb (elfo) e win (amico), ha il significato di amico degli elfi.
ALBONETTI
ALBONI
ALBONICI
ALBONICO
Albonetti ha un ceppo romagnolo a Faenza, Brisighella, Ravenna, Lugo e Castel Bolognese nel ravennate, a Forlì e Tredozio nel forlivese e ad Imola e Bologna nel bolognese, un ceppo a Senigallia nell'anconetano ed uno a Roma, Alboni è tipico emiliano con un ceppo nel lodigiano, Albonici, assolutamente rarissimo, sembrerebbe laziale, Albonico è specifico del comasco che, in qualche caso, potrebbe derivare dal toponimo Albonico, frazione di Sorico appunto nel comasco, tutti dovrebbero derivare, direttamente o tramite alterazioni ipocoristiche, dal nome tardo latino Albonius, di cui abbiamo un esempio in un'antica lapide: "Albonius Targell(i) Saturnino / militante S(aluti) v(otum) f(ecit)", o dal nome equivalente longobardo Alboino.
ALBORE Albore, molto raro, sembrerebbe avere un ceppo campano nel napoletano ed uno tra foggiano e barese, si dovrebbe trattare di un'alterazione dialettale del cognome Arbore (vedi ARBORE).
ALBORGHETTI Alborghetti è tipicamente lombardo, di Bergamo, Ambivere, Sanzorosciate, Palazzago, Mapello, Cisano Bergamasco, Alzano Lombardo, Cenate Sopra Nembro, Comun Nuovo, Bolgare, Filago, Trescore Balneario, Entratico, Villa di Serio e Terno d'Isola, con ceppi anche nel bresciano a Rovato e Chiari e nel lecchese a Calolziocorte e Lecco, un piccolo ceppo è presente anche a Trieste, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale, probabilmente motivato dal mestiere di albergatore o locandiere svolto dai capostipiti.
ALBORINI
ALBORINO
Albrizi, praticamente unico dovrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione di Albrizio che è specifico del barese, Albrizzi, molto molto raro potrebbe essere bolognese, derivano tutti dal nome medioevale Alberigus modificato in Albritius.
ALBRICCI Molto raro sembra essere tipico della bergamasca, deriva dal nome medioevale Alberigus modificato in Albritius, esempio di questa cognominizzazione la troviamo in val di Scalve dal 1200 tra le famiglie nobili di importanza notevole per la politica della valle, abbiamo ad esempio Alessio Albricci Console della valle nel 1484 e nel 1488; la famiglia Albricci estese la sua rinomanza fino al veronese, a SanBonifacio (VR) troviamo nel 1400 una famiglia Albricci che lascia alla Chiesa della Misericordia una discreta somma per il mantenimento dell'Altare di San Francesco, in base al testamento di Aurelio Albricci del 9 febbraio 1441.
ALBRIZI
ALBRIZIO
ALBRIZZI
Albrizi, praticamente unico dovrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione di Albrizio che è specifico del barese, Albrizzi, molto molto raro potrebbe essere bolognese, derivano tutti dal nome medioevale Alberigus modificato in Albritius.
ALCAINI
ALCAINO
Alcaini,estremamente raro, è tipico di Dossena (BG) Alcaino, quasi unico sembrerebbe originario del salentino, dovrebbero essere di origini basche, nell'elenco dei notai della Repubblica di Venezia troviamo il notaio Francesco Alcaini che esercitò dal 1580 al 1603 e negli atti della cancelleria pretoria del comune di Bergamo troviamo in un atto del 1617 una cessione di beni ad un certo Giovanni Maria Alcaini, fu Francesco.
integrazioni fornite da Daniele Todeschini
Alcaini è un cognome originario di Dossena (BG) risalente all'epoca romana. La famiglia fu presente nella compagnia detti dei Bastazi della dogana di Venezia.
ALCAMO Alcamo, tipicamente siciliano, del trapanese, particolarmente concentrato ad Alcamo, Trapani, Mazara del Vallo ed Erice, con ceppi anche a Ficarazzi e Palermo nel palermitano, ed a Lentini nel siracusano, potrebbe derivare dal nome arabo Alqamah, ma è pure possibile, in alcuni casi una derivazione dal toponimo trapanese Alcamo.
ALCESTE
ALCESTI
CESTE
CESTI
Alceste ed Alcesti sono quasi unici, Ceste è decisamente piemontese, del torinese, astigiano e cuneese, soprattutto di Costigliole (AT) e di Govone (CN), Cesti, assolutamente rarissimo, sembrerebbe avere avuto un ceppo tra varesotto e pavese, probabilmente ad Uboldo ed uno nel modenese, soprattutto a Finale Emilia e Castelvetro di Modena, ancora esistente, dovrebbero derivare dalla cognominizzazione del nome Alceste portato dal capostipite, sia per aferesi che con lo stesso nome.
ALCIBIADE Alcibiade, molto molto raro, è tipico di Roma e di Viterbo, dovrebbe derivare dal nome greco Άλκιβιάδης   Alkibiadês (Alcibiade), ricordiamo con questo nome l'uomo politico e generale ateniese vissuto dal 450 al 404 a.C., un parente stretto di Pericle.
ALCINI
ALCINO
Alcini, ha un ceppo umbro a Massa Martana e Giano dell'Umbria nel perugino ed a Terni e Narni nel ternano, ed uno a Pineto nel teramano, Alcino è quasi unico, dovrebbero derivare dal nome latino Alcinus derivato dal nome omerico Αλκίνοος Alcinoo, citato nell'Odissea, portato dal Re dei Feaci che fornisce ad Ulisse l'imbarcazione per tornare ad Itaca.
ALCOZER Alcozer, assolutamente rarissimo, sembrerebbe essere di origini spagnole, trapiantato in Sicilia, dovrebbe derivare dal nome del paese di Alcozer sotto Valencia o di Alcozer di Guadalajara, entrambi in Spagna, un feudo di Alcozer è citato anche nell'introduzione del libro di Cervantes Don Chisciotte del la Mancia, che inizia così: "El ingenioso Hidalgo Don Quixote del la Mancha. Compuesto por Miguel de Ceruantes Saauedra. / Dirigido al Duque de Beiar, Marques de Gibraleon, Conde de Barcelona, y Bañares, Vizconde de la Puebla de Alcozer, Señor de las villas de Capilla, Curiel, y Burgillos ...", nel 1776 nasce lo scrittore dialettale siciliano Giovanni Alcozer che prese parte alla rivoluzione del 1848, entrò nel Consiglio dei Pari del Parlamento siciliano e fu tra i firmatari dell'atto di decadenza della dinastia borbonica.
ALDEBRANDI
ALDOBRANDI
ALDOVRANDI
ALDROVANDI
ALTEBRANDI
ALTEBRANDO
ALTOBRANDO
Aldebrandi, assolutamente rarissimo, parrebbe toscano, Aldobrandi e Aldovrandi, altrettanto rari, parrebbero del fiorentino, Aldrovandi è molto diffuso in Emilia nel reggiano, modenese e bolognese, nel mantovano e nel fiorentino, Altebrandi è quasi unico, Altebrando e Altobrando parrebbero lombardi, dovrebbero tutti derivare direttamente o tramite modificazioni dal nome medioevale Aldobrandus o Aldevrandus di cui abbiamo un esempio in dominus Aldobrandus de Cerreto (Porte Domus) che è uno dei sei Priori di Firenze nel periodo che va dal 15 giugno al 14 agosto dell'anno 1283, nome originato dalla fusione di due vocaboli longobardi alda (saggio) e branda (spada) o da un germanico alt (antico, vecchio) e brand (spada) il nome originario avrebbe avuto quindi il significato di spada sapiente o spada antica. Il cognome, che si trova pressocchè esclusivamente in nord Italia ha inizialmente origini nobili, potrebbe essere stato l'identificativo di Arimanni longobardi, divenuto poi casato.
ALDEGHERI
ALDIGHERI
ALDIGHIERI
ALDIGHIERO
Aldegheri è specifico del veronese, soprattutto di Verona, ma anche di San Martino Buon Albergo, Colognola ai Colli, Tregnago ed Illasi, Aldigheri è unico, Aldighieri è anch'esso specifico del veronese di Montecchia di Crosara, Aldighiero è unico, dovrebbero tutti derivare da modificazioni del nome Aldeghiero o Aldighiero, che deriva dal nome medioevale germanico Hadalgher, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio a Montechiarugolo (PR) negli atti di un processo del 1572: "...Et erano a tavola della signora Paola, detto conte Bonifacio Aldighiero et vi erano altre persone et servitori. Ivi detti signora Paula et conte Bonifacio pubblicamente et apertamente si chiamavano marito e moglie alla presenza di quei signori,..".
ALDERICI
ALDERIGHI
ALDRIGHI
ALDRIGO
Alderici, assolutamente rarissimo è della zona di Massa, Alderighi è tipico della zona di Empoli e Vinci nel fiorentino, Aldrighi è molto raro e tipicamente lombardo, con un ceppo nel mantovano ed uno nel milanese, Aldrigo ha un piccolo ceppo nel pavese e piacentino ed uno più consistente nel padovano e veneziano, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite contrazioni, dal nome medioevale di origine germanica Aldericus ricordiamo sant Alderico a cavallo tra il 1100 ed il 1200, di questo nome abbiamo un esempio in una Designationes terrarum nel Codice diplomatico della Lombardia medioevale a Maderno nel 1191: "...In Christi nomine. Die sabati .XIII. exeunte mense ianuarii. In loco Materni ubi dicitur Prementor. In presentia domini presbiteri Ugonis, Uberti Ricardi, Vanacii et Balderici et Materni Cavucii et Iohannis Bocrinverse, Petrus Enrici et Zanebonus de Basano et Nasettus de Puteo et Aldericus Stancie isti omnes iuravere designare terram monasterii Sanctorum Martirum Gosme et Damiani de loco Brixie. ...".
ALDERISI
ALDERISIO
Assolutamente rarissimi, probabilmente del centrosud, deriva dal nome longobardo Alderisius, nome di cui si hanno tracce ad esempio a Solofra (AV) nel 1000 in un atto si legge: "...Vicesimo quinto anno principatus salerni domni nostri guaimarii ... ...Ego Alderissi notarius me subscripsi.".
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Il cognome Alderisio è documentato a Colle Sannita (BN) fin dal '500 come cognome di una famiglia molto distinta: il primo notaio pubblico di Colle fu infatti il nobilis homo Antonio Alderisio, che esercitò la sua professione dal 1610 al 1613.  (Gli Alderisio sono menzionati tra le altre famiglie potenti del luogo dal Meomartini nella sua opera I comuni della provincia di Benevento, 1907, pag. 401).
ALDI
ALDINI
ALDINO
ALDO
Aldi ha ceppi in Lombardia, nel grossetano ed in Campania, nel napoletano, casertano e beneventano, Aldini ha un ceppo milanese, ma è tipicamente emiliano, del reggiano e modenese soprattutto e romagnolo del forlivese e ravennate, Aldino, estremamente raro, sembrerebbe del lombardoveneto, Aldo, molto molto più raro, ha presenze nel napoletano e sporadiche al nord, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, soprattutto al sud, dal nome normanno Aldo, e più generalmente da forme aferetiche di nomi longobardi come Monaldo, Romualdo, Gesualdo o altri simili.
ALDIERI
ALDIGERI
ALIGERI
ALIGERO
ALTIGERI
ALTIGIERI
Aldieri è tipicamente napoletano, Aldigeri è caratteristico di Parma, Aligeri, assolutamente rarissimo sembrerebbe laziale, Aligero,quasi unico, è ligure, Altigeri, anch'esso quasi unico, è toscano, Altigieri, molto molto raro, è del viterbese, di Ronciglione in particolare, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da alterazioni dialettali del nome medioevale Aldigerus di cui abbiamo un esempio d'uso in un documento del IX° secolo: ".. Aldigerus colonus, homo sancti Germani; Johannes colonus et uxor ejus colona, nomine Sarra, homines sancti Germani, habent secum infantem i ; Erlebaldus colonus et uxor ejus colona, nomine Dodilberga, homines sancti Germani. Isti très tenent mansum ingenuilem i, habentem de terra arabili bunuaria xv, de vinea aripennum i. De avena modios ii; pullos vini, ova xlv. Cetera similiter. ..". (vedi anche ALDEGHERI ).
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questo cognome va ricercata nel nome medievale Aldigero, l'italianizzazione cioè del personale germanico Aldiger, che, composto dai termini alt (vecchio, saggio) e ger (lancia), può essere tradotto come vecchia lancia, esperto lanciere (vedi Lanzavecchia); altre fonti, invece, sostengono che la radice Aldi- derivi dall'antico alto tedesco adal (nobile) e, di conseguenza, il nome Aldiger andrebbe tradotto come lancia nobile, nobile lanciere. In conclusione, dunque, si tratta della cognominizzazione del nome personale del/la capostipite.
ALDINUCCI Molto raro è tipico dell'aretino, della zona tra Montevarchi e Monte San Savino, deriva da modificazioni del nome  medioevale Aldinus.
ALDISI
ALDISIO
ALDIZIO
AUDISIO
AUDIZIO
Aldisi ed Aldisio sono quasi unici, Aldizio, altrettanto raro, sembrerebbe del varesotto, Audisio è tipicamente piemontese, di Torino e del torinese, di Orbassano, Carmagnola, Rivoli, Rivalta di Torino e Moncalieri, di Cuneo e del cuneese, in particolare di Saluzzo, Savigliano, Entracque, Racconigi e Bernezzo, Audizio è quasi unico, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale germanico Aldisius formato sul termine ald (vecchio), ma è pure possibile derivino da modificazioni dell'aferesi del nome Mondoaldus, si hanno tracce di questa cognominizzazione già nel 1400 a Sassoferrato nell'anconetano, dove opera il notaio Girolamo Audisio.
ALDOVINI
ALDOVINO
ALDUINA
ALDUINI
ALDUINO
Aldovini è tipicamente lombardo, di Cremona in particolare, Aldovino, praticamente unico, è campano, Alduini, estremamente raro, dovrebbe essere del nord Italia, Alduina e Alduino, altrettanto rari, sembrano essere siciliani, dovrebbero tutti derivareo dal nome medioevale di origine germanica Aldovinus o Alduinus, derivato da Hardwin (vedi ARDINI), nome di cui abbiamo un esempio in Alduino Conte di Geraci (PA) e d'Ischia guida della fazione svevo-aragonese nella ribellione e nella guerra contro Carlo D'Angiò.
ALEANDRI
ALEANDRO
Aleandri è molto diffuso nella fascia che comprende il romano, il reatino ed il Piceno, Aleandro è quasi unico, derivano dal nome medioevale Aleander, forma arcaica del molto più comune Alexander (Alessandro), personaggio illustre è stato il letterato friulano di Motta di Livenza Hieronymus Aleander, Cardinale Jeronimo Aleandri (1480 - 1542).
ALEARDI
ALEARDO
ALIARDI
Aleardi ha un ceppo nel vicentino, in particolare a Montecchio Maggiore, e presenze non significative nel Salento ed in Calabria, Aleardo ed Aliardi sono quasi unici, derivano dal nome longobardo Aleardus di cui abbiamo un esempio in una lapide risalente all'anno 1040 : "Ermengardis et maritus eius Aleardus Rosellus" è che possiamo leggere in un atto del 1122: "...Ego frater Hugo, et socius noster Johannes, qui ecclesiam de Butza pertinemus, et predictas res que huic ecclesie pertinent, ex dono ab ipsoque Aleardo accepimus, similiter concedimus....".
ALEI
ALEO
Alei, non comune, è tipico di Capena nel romano, Aleo è invece tipicamente siciliano, molto diffuso a Barrafranca nell'ennese ed a Trapani, ma anche a Catania, Caltagirone, Acireale, Aci Catena e Misterbianco nel catanese, a Palermo, ad Agrigento e Canicattì nell'agrigentino, a Marsala, Paceco ed Erice nel trapanese ed a Caltanissetta, dovrebbero derivare dal nome latino Aleus o dal nome greco Aleos, da cui il primo è derivato, nella mitologia greca troviamo Aleos figlio di Apheidas e Re di Tegea in Arcadia, consideriamo anche che si tratta della forma maschile di Alea che è un'altro nome di Athena (Minerva), la dea della sapienza.
ALEMAGNA Alemagna è tipicamente milanese, fa pensare ad un'origine germanica della famiglia, intendendosi con questi cognomi identificare gente di Alemagna (Germania). Si può ipotizzare anche che potesse essere un identificativo di alcuni Arimanni longobardi.
ALEMANDI
ALLEMANDI
Alemandi, quasi unico, è piemontese, dovrebbe trattarsi di una forma alterata del cognome Allemandi, che, decisamente piemontese, ha un ceppo a Torino e Collegno nel torinese ed a Pagno, Cuneo, Prazzo, Cavallermaggiore e Saluzzo nel cuneese, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine medioevale allemandus (tedesco), di origini francesi, il termine indica chi fosse giunto dalla Germania (in francese d'Allemagne).
ALEMANI
ALEMANNI
ALAMANNO
ALEMANNO
ALEMANO
ALLAMANI
ALLAMANO
ALMANNO
Alamanno, praticamente unico è probabilmente un errore di trascrizione di Alemanno, Alemani è tipico del milanese, così come Alemano, quasi unico, probabilmente dovuto ad errori di trascrizione, Alemanni ha un nucleo salentino ed uno milanese, Alemanno è tipico del Salento, Allamani, quasi unico, è del nord, Allamano, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del torinese, Almanno, estremamente raro, è del sud, dovrebbero tutti derivare da modificazioni del termine longobardo arimanno (uomo libero), ma è pure possibile una radice etnica, alemanni in quanto provenienti dall'Alemagna (Germania), bisogna inoltre considerare che Alamanno e Alemanno in epoca medioevale erano diventati nomi abbastanza in uso: "...iudico pro anima mea et filii mei Alamanni et parentum meorum suprascriptae ecclesiae Sancti Iacobi...".  Tracce di questo tipo di cognominizzazione le troviamo ad esempio ad Alessandria in uno scritto del 1107: "...per successionem Alberti Alamanni filii quondam Guidonis marchionis fratris et cognati nostri...".
ALEMMA Alemma, quasi unico, parrebbe lucano, dovrebbe derivare dal nome turco Alem, una variante antica del più comune Alim, alem in turco significa amichevole, quindi si può anche ipotizzare una derivazione da un soprannome con questo significato.
ALENGHI Alenghi, quasi unico, sembrerebbe lombardo, dell'area bresciano, cremonese, in particolare, dovrebbe derivare dall'italianizzazione del nome medioevale germanico Alengrim, composto dai termini ale (tutto, del tutto) e grim (selvaggio, duro, forte), con il senso di uomo dotato di forza selvaggia.
ALEPPI
ALEPPO
Aleppi del palermitano ed Aleppo del catanese, entrambi assolutamente rarissimi, dovrebbero derivare dal toponimo Aleppo, città siriana.
ALEPRI Casata antichissima, ormai estinta, risale ai tempi di Carlo Magno che, attorno all'anno 800, fece cavaliere un certo Aleprius, il capostipite della famiglia.  Il loro stemma deriva dal riconoscimento imperiale (l'aquila) e da Ugo il Grande di Brandeburgo, marchese di Toscana, le sette bande verticali bianche e rosse.
ALERONI Aleroni, estremamente raro, quasi unico, ha qualche presenza nel piacentino e qualcuna nel romano, dovrebbe derivare dal nome medioevale Alerone, ricordiamo con questo nome Alerone, pievano di S. Giovanni Grisostomo di Venezia e successivamente vescovo di Torcello nel tredicesimo secolo.
ALES
ALESI
ALESIO
Ales è tipico di Palermo e del palermitano, di San Giuseppe Jato, Piana degli Albanesi e Partinico, con ceppi anche a Marsala nel trapanese ed a Caltagirone nel catanese, Alesi ha un ceppo importante nella Sicilia occidentale ed uno nelle Marche, Alesio, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del sud Italia, dovrebbero derivare dal nome albanese Ales (Alessio), o dal nome bizantino Alexios, da cui lo stesso Ales deriva, basato sul termine greco alexein = difendere, proteggere, con il significato quindi di difensoreprotettore) (vedi ALESSI).  Personaggio storico fu Giuseppe D'Alesi che capeggiò nel 1647 la rivolta dei palermitani contro la struttura amministrativa dello Stato.
ALESCI
ALESCIO
Alesci, decisamente siciliano, ha un ceppo nel messinese a Barcellona Pozzo di Gotto, Terme Vigliatore e Messina, uno a Palermo, uno a Niscemi nel  nisseno ed uno a Licata nell'agrigentino, Alescio è specifico del sud della Sicilia, di Siracusa, Noto e Pachino nel siracusano e di Vittoria, Modica, Chiaramonte, Scicli e Ragusa nel ragusano, dovrebbero derivare dal nome turco Alesh, i nomi Alesha ed Alisha venivano usati anche presso le popolazioni slave.
ALESINA
ALESINI
Alesina è assolutamente rarissimo, sembrerebbe del Canavese, Alesini, altrettanto raro, sembra laziale, potrebbero derivare dal nome medioevale Alesius di cui abbiamo un esempio a Bergamo in uno scritto del 1510: "...citati sunt infrascripti bergomenses existentes... ...Maffeius de Carraria, Alesius de Marchisiis, Santinus de Marchisiis...".
ALESSANDRELLA
ALESSANDRELLI
ALESSANDRELLO
ALESSANDRETTI
ALESSANDRI
ALESSANDRIN
ALESSANDRINA
ALESSANDRINI
ALESSANDRINO
ALESSANDRO
ALESSANDRONI
ALESSANDRUCCI
Alessandrella, molto molto raro, è del napoletano, Alessandrelli ha un ceppo nella fascia che comprende le Marche, l'Umbria ed il Lazio ed un ceppo nel leccese, Alessandrello sembrerebbe tipicamente siciliano del ragusano, Alessandretti è specifico di Assisi nel perugino, Alessandri è diffusissimo in tutto il centronord, con un ceppo anche nel leccese, Alessandrin, assolutamente rarissimo , è del veneziano, Alessandrina è quasi unico, Alessandrini è diffusissimo in tutto il centronord, Alessandrino ha piccolissimi ceppi in Campania, in Puglia ed in Sicilia, Alessandris, estremamente raro, è specifico dell'udinese, Alessandro è del centrosud, di Campania e Sicilia in particolare, Alessandroni è caratteristico dell'area che comprende il riminese, le Marche, il teramano, l'aquilano ed il Lazio costiero, Alessandrucci, assolutamente rarissimo, è del viterbese. Il nome Alessandro, sia direttamente che attraverso ipocoristici od accrescitivi, è ovviamente all'origine di tutti questi cognomi, l'origine è macedone (indoeuropea), diffusosi poi in Grecia e, se pur con scarsa diffusione, nell'Italia romana, ebbe una maggior diffusione con il tardo medioevo e i primi cognomi risalgono al periodo rinascimentale. La diffusione è normalmente distribuita in tutto il territorio italiano.
ALESSANDRI' Alessandrì è tipico del leccese, di Maglie in particolare.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
D'origine grecanica (in alternativa greco-albanese), il cognome Alessandrì nasce da un adattamento del cognome greco Alexandrìs, tratto a sua volta dal nome greco Aléxandros, l'italiano Alessandro (vedi Alessandrella). In conclusione, dunque, si tratta della cognominizzazione del nome personale del capostipite.
ALESSI
ALESSIO
ALESSO
Alessi è diffuso in tutt'Italia, Alessio ha ceppi nel nord Italia ed al sud, soprattutto in Calabria, Alesso, abbastanza raro, ha un ceppo nel Piemonte occidentale ed uno in Sicilia, derivano dal nome latino di origine greco bizantina Alexius, di cui abbiamo un esempio nelle ecloghe di Virgilio: "...'O crudelis Alexi, nihil mea carmina curas?...".
ALFANI
ALFANO
L'origine di questi cognomi potrebbe essere diversa a seconda delle diverse aree di diffusione che sono Il nord Italia, la Toscana la Campania, la Calabria e la Sicilia; Alfani ha un ceppo nel fiorentino, uno nel romano ed uno nel salernitano e napoletano, Alfano è diffusissimo nel Lazio ed in tutto il sud, Sicilia compresa. Tre sono le ipotesi: la prima che il cognome derivi da un termine germanico halfer (aiutante,); la seconda che derivi da un toponimo campano Alfano nel salernitano; la terza che avrebbe contribuito anche all'origine del toponimo è araba, dal termine al fannan (l'asino selvatico). Alfana è anche il nome di una razza di cavalli arabi molto imponenti ed Alfani potrebbe quindi essere un riferimento ad  allevatori o addetti a cavalli di tale razza.
ipotesi fornite da Aldo Piglia, Milano
Potrebbe anche derivare ad un uguale nome di persona, ricordo Sant'Alfano arcivescovo di Salerno, nome che si pensa risalga ad un cognomen latino del tardo impero Alphanus di origine incerta.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Viene quasi certamente dal toponimo Alfano (SA) per il quale si ipotizza una derivazione dal termine *alfanus, forse forma osca di 'albanus'. Altri lo vogliono derivato dal personale Alfius o dalla gens Alfia.
ALFARANI
ALFARANO
ALFERANO
Alfarani è unico, Alferano lo è quasi e sono probabilmente dovuti ad errori di trascrizione del molto più diffuso Alfarano, che è un tipico cognome pugliese, in particolare del Salento, con ceppi anche a Roma, a Napoli e nel reggino, dovrebbe derivare dal nome greco Alpheranas, ma non si può escludere una derivazione da un'italianizzazione del nome arabo Al Farrah. Gli Alfarano costituirono un nobile casato baronale d'origine greca, imparentato con i Capece, discendente da Alano Signore d'Epiro. Gli Alfarano esercitarono Signoria su molte terre salentine, tra il 1571 ed il 1582 Tiberio Alfarano, nato a Gerace (RC), disegnò il progetto per il prolungamento della Basilica di San Pietro in Roma, venne fatto Chierico Beneficiato di S. Pietro e, nel 1590, venne fatto Arciprete.
ALFEI
ALFEO
Alfei è specifico della fascia centrale, in particolare del maceratese di Tolentino e di Belforte del Chienti, e di Roma, Alfeo ha un piccolo ceppo siciliano ad Aragona nell'agrigentino ed a Gela nel nisseno ed uno a Taranto e nel tarentino, dovrebbero derivare dal nome latino di origine greca Alpheus di cui abbiamo un esempio: "...Sed iugulare virum cum iam mucrone pararet, Currentes Mauri socium de cede tulerunt. Signifer Alpheus medios violentus in hostes Currit, et exacuens fortes in bella sodales. Ut reliquas prosternit aves regina volucrum, Sic sic hostiles terit insistendo phalanges. ..", il ceppo siciliano è più probabilmente derivato dal fatto di abitare la famiglia nei pressi del fiume Alfeo che bagna Siracusa.
ALFENI Alfeni, praticamente unico, è del padovano, si dovrebbe trattare di un cognome attribuito ad un fanciullo abbandonato. I cognomi attribuiti ai bambini abbandonati non obbediscono ad alcuna regola, quasi sempre erano di fantasia e, a seconda del tipo di istituzione, se religiosa o meno, venivano attribuiti da un funzionario in base alla sua cultura, al credo religioso, a volte all'aspetto o al comportamento del fanciullo e così via.
informazioni ricevute da Eddi Alfeni
Questo cognome è stato dato a mio nonno nell'orfanotrofio padovano. Si parla dell'inizio del secolo scorso indicativamente nell'anno 1913. E' stato trovato in un fosso con dei soldi,una cuffietta e dei vestiti.
ALFERI
ALFERO
ALFIERE
ALFIERI
ALLIERI
ALLIERO
AUFERIO
AUFIERO
Alferi sembrerebbe siciliano, di Motta d`Affermo (ME) con un ceppo anche a Gela (CL) ed a Santo Stefano Quisquina (AG), Alfero è piemontese, Alfiere sembrerebbe unico, Alfieri è panitaliano, molto diffuso su tutto il territorio nazionale, Allieri è lombardo, particolarmente insediato nel bergamasco, Alliero è quasi unico, così come Auferio, Aufiero sembra tipicamente campano, del napoletano, salernitano ed avellinese. Questi cognomi, diffusi in tutta Italia, potrebbero avere due diverse origini araba al sud e germanica al nord. Il nome Adalferio che proviene da due vocaboli germanici athala (nobiltà) e faran (viaggiare) o da una commistione latino germanica con fero (io porto, conduco) che avrebbe avuto il significato di colui che guida con nobiltà e dal nome dato in forma augurale al cognome, inteso come degli Adalferi ecc. L'origine araba deriverebbe da al faris (cavaliere) o da al faras (destriero) con un accenno di nobiltà nel primo caso e di un lavoro di cavalcante nel secondo.
ALFINI
ALFINO
Alfini è estremamente raro, Alfino lo è un pò meno e sembra tipico del chietino, di Rocca San Giovanni in particolare, dovrebbero derivare dal nomen latino Alfenus o Alfinus del quale abbiamo un esempio in un'antica lapide latina: "T(ito) Appalio T(iti) f(ilio) Vel(ina) - Alfino Secundo - proc(uratori) August(i) XX hered(itatium) - proc(uratori) Alpi(um)...".
ALFONSI
ALFONSINI
ALFONSINO
ALFONSO
ALFONZETTI
ALFONZINI
ALFONZINO
D'ALFONSO
Alfonsi sembrerebbe tipico dell'area coperta dalle Marche meridionali, dall'Abruzzo e dal Lazio, ma con un ceppo nel padovano ed uno nel barese, Alfonsini, rarissimo, ha un piccolo ceppo nel romano, Alfonsino è praticamente unico, Alfonso ha un ceppo tra alessandrino e genovese, uno tra padovano e veneziano, uno nel sassarese, uno nel barese e una discreta concentrazione in Sicilia, Alfonzetti è tipicamente meridionale, con un ceppo a Francavilla Fontana nel brindisino ed a Taranto, uno a Scilla nel reggino ed uno a Catania, Alfonzini ed Alfonzino sono praticamente unici, D'Alfonso è ben presente in tutto il centrosud, in particolare in Abruzzo ed in Puglia, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite varie forme ipocoristiche, o forme patronimiche dove il D' sta per figlio di, dal nome di origine germanica Alfonso, molto spesso arrivato per imitazione dagli usi degli invasori spagnoli, presso i quali il nome era molto diffuso, nome nato dal germanico Adalfuns, a sua volta derivato da adal (nobile) aggiunto a funs (veloce, rapido).
ALGERI
ALGIERI
Algeri ha un ceppo lombardo, soprattutto nel bergamasco, uno nel reggiano ed uno siciliano nell'area che comprende il palermitano ed il messinese, Algieri ha un ceppo molto consistente nel cosentino ad Acri e Corigliano Calabro, con ceppi anche a Santa Sofia d'Epiro, Bisignano e Cosenza, ed uno, molto piccolo, a Ragusa e nel ragusano, quest'ultimo potrebbe derivare dalla forma arcaica del nome della città nordafricana di Algeri, come possiamo leggere in questa lettera di supplica rivolta "all'Eccellentissimo Principe della Trabia, Presidente della Deputazione per la Redenzione dei cattivi in Palermo": "Eccellentissimo Principe Indotti siamo a ricorrere a Vostra Eccellenza noi poveri meschini schiavi in questa d'Algieri, ché soffrimmo il duro peso della schiavitù da tanti anni che già passati sono senza aver sollievo da nessuno, e perciò oggi chiamamo per padre a Vostra Eccellenza e per nostri avvocati al Signor Marchese Laredo e il Signor Marchese Flores ed il Reverendissimo padre Adriano Amari tutti Deputati di questa di Palermo acciò mossi di pietà ci vogliano liberare da questa penosa catena che giorno e notte soffrimmo.", e riferirsi forse a cristiani esuli da quella città.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Algeri (con una variante in Algieri), l'italianizzazione cioè del personale germanico Alger o Aldiger, che può essere tradotto come esperto o nobile lanciere (per una spiegazione più approfondita, vedi Aldigeri). Per quanto proponibile, invece, pare meno probabile un rapporto con la città di Algeri, la capitale dell'Algeria. In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti, anche se in alcuni casi non è esclusa una derivazione dalla toponomastica.
ALGHISI
ALGHISIO
ALGISI
Alghisi è tipico del bresciano, Alghisio, assolutamente rarissimo, dovrebbe avere le stesse origini, Algisi è specifico del bergamasco, derivano tutti dal nome medioevale Alghisius di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale in un atto del 1174 in Lodi: "MCLXXIIII, VII die mensis madii, indicione VII. In presentia domni  Alberici, Laudensis episcopi, et Ottonis Morena, iudicis et tunc consulis Laude... ...Albertus et Homobonus de Luviraga et Alghisius de Vignathe dant conditium episcopatui..."; tracce di questa cognominizzazione le troviamo ad esempio nella seconda metà del 1500 nel cremonese con "Alchisi sive Alghisi Frate Camillus Angelus".
integrazione fornita da Giovanni Vezzelli
Alghisi è un cognome lombardo che viene dal nome germanico Algis (Förstemann, Altdeutsches Namenbuch, I, 167), forma breve di Athalgis formato da 'athal' = nobile + 'gis/gisil' = lancia.
ALGOZZINI
ALGOZZINO
Algozzini, assolutamente rarissimo, è probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione di Algozzino, che è tipicamente siciliano, con un ceppo a Palermo ed uno ad Agira nell'ennese, dovrebbe derivare dall'italianizzazione del termine arabo al wazir, di origine persiana, dal termine vezir con identico significato di ministro o alto funzionario.
ALI'
ALO'
ALU'
D'ALI'
D'ALO'
D'ALU'
Tipico catanese Alì, Alò è decisamente pugliese, del barese, brindisino e tarentino, mentre è molto raro e specifico della provincia di Caltanissetta Alù, D'Alì, molto raro, ha un ceppo siciliano, tra messinese e catanese ed uno in Calabria nel valentiano, D'Alò, è molto diffuso in Puglia, soprattutto nel tarentino e nel barese, D'Alù, molto raro, è tipico dell'ennese, in alcuni casi possono derivare dal toponimo Alì (ME), più difficilmente dal termine arabo alì che significa alto o dal nome Alì derivato da questo termine, il cognome Alò deriva dal nome Alò o Alone, questo nome è una contrazione del nome Aloisius (Eligio o Luigi), le forme in D'- dovrebbero essere tutte patronimiche, cioè sottintendere figlio di, anche se in alcuni casi potrebbero invece indicare la provenienza dal paese di Alì.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Più tipicamente siciliano, con un nucleo principale fra il nisseno, l'agrigentino, il catanese e l'ennese, ma presente anche fra il nord ed il centro nord del paese, il cognome Alù deriva dal nome medievale Alù o Alò, variante sincopata del nome Aluisio o Aloisio: si tratta, in realtà, dell'italianizzazione del personale germanico Ludwig, che, composto dagli elementi hlod (fama, gloria) e wig (guerra, battaglia), può essere tradotto come glorioso combattente (vedi anche Aloise).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Alò deriva dal nome Eligio nella forma francese Eloi, che si è fissata in italiano come Alò. Cfr. Sant'Alò e i cognomi bellunesi cadorini D'Alò, Dallò, Dall'O.
ALIANI
ALIANO
Aliani, abbastanza raro, è tipico del parmense e del piacentino, con un ceppo anche nel barese, Aliano ha un ceppo tra Basilicata e barese ed uno in Sicilia tra catanese e siracusano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Alianus di cui abbiamo un esempio in questo scritto dell'anno 1248: "Anno Domini M°CC°XLV III kls febroarii2 A1ianus de Vauro t.i. d. qd i.t. et Petrus Alianus frater i.t. rogaverunt Bernardam filiam quondam Willelmi Vinerous de Cocorenx quod redderet eis hereticos et d. Bernarda promisit eis.quod redderet si posset,...".
ALIAS Tipico cognome sardo della Gallura.
integrazioni fornite da Massimo Luciano
In gallurese si tende a trasformare il nesso "el" in "al", quindi Alias potrebbe essere la variante gallurese del sardo Elias (Elia), in Gallura il nome proprio di persona Elia si dice esattamente Alias. Il cognome dovrebbe perciò derivare da una cognominizzazione del nome proprio del capostipite.
ALIBERTI
ALIBERTO
Aliberti sembra avere un nucleo importante in Campania, uno nel torinese e milanese ed uno nel messinese, Aliberto, molto molto raro, ha un nucleo nel messinese, derivano dal nome germanico Alipertus di cui abbiamo un esempio in un atto scritto a Cremona nell'anno 851: "...Ego Alipertus interfui. Ego Leo notarius ibi fui et hoc iuditium dedi...".
integrazione fornita da Fabio Paolucci
Aliberti è diffuso al Nord, in Piemonte (nel torinese e nell'astigiano) e in Lombardia nel milanese.  L'origine di questo cognome va ricercata nel Sud, in Campania, dove tuttora si individuano ceppi consistenti nel napoletano e soprattutto nel salernitano. L'epicentro è infatti il comune di Siano (SA), dove Aliberti è tutt'oggi un cognome diffusissimo. Alipertus era un tipico nome longobardo, attestato in Italia fin dal VII sec (ricordiamo che Siano si trova nell'antico Ducato Longobardo di Benevento, la famosa Langobardia Minor, tra la capitale Benevento, Capua e la più recente sede longobarda di Salerno). E' chiara l'etimologia di Aliberti, che deriva dai termini germanico-romanzi ala (che significa del tutto, molto) e bertha (col significato di illustre, famoso, splendente). (C'è anche chi protende a giustificare il primo termine come derivante da athala, cioè di stirpe. In tal caso il cognome deriverebbe da nobile, illustre di stirpe: questa interpretazione mi sembra però più appropriata per i cognomi di origine germanica che iniziano con Adal- es., Adalberti).  Aliberti avrebbe quindi come significato originario illustre, molto famoso: non dimentichiamo però che stiamo considerando sempre il cognome come derivato da un nome, per cui non dobbiamo ritenere che si sia per forza creato da un capostipite nobile o illustre, ma più semplicemente da un personaggio di nome Alipertus, diventato Alibertus, insomma, il nostro Alberto (lo stesso esempio potrebbe essere fatto spiegando la cognominizzazione del nome Salvatore, che non vuol dire che il capostipite fosse "un salvatore", ma che probabilmente quello fosse il suo nome o soprannome). Tra gli Aliberti si distingue un ramo a Canelli, in provincia di Asti, che tra la seconda metà del '600 e l'ultimo quarto del '700 annovera fra i suoi membri parecchi artisti di pregio: Giovanni Carlo (1662-1740), pittore; Carlo Filippo (1710-1770), architetto; Giuseppe Amedeo (circa 1709-1772) pittore.
ALIBRANDI
ALIBRANDO
Alibrandi sembrerebbe tipico di Messina, presenta anche un ceppo a Roma, Alibrando ha un ceppo salentino a Taurisano (LE) in particolare ed il nucleo principale nel messinese a Santa Lucia del Mela e Milazzo, dovrebbero derivare dal nome medioevale di origine germanica Alibrandus di cui abbiamo un esempio in un atto del 1203: "...Nos Aldibrandinus Malpillus et Glando... cives lucani confitemur simul recepisse mutuo a dno fratre Alibrando magistro domus militie templi, et a Bruno Preceptore, et Cobto yconomo ejusdem domus quinquaginta libras promittentes reddere ad proximum Festum Pascatis resurrectionis vobis...". variazione del nome Aldebrandus o Ildebrandus.
ALICICCO Alicicco è specifico di Sassari, l'origine etimologica è oscura, anche se si può ipotizzare una derivazione da un soprannome dialettale basato sul termine catalano alica (alga).
ALIENI
ALIENO
Sia Alieni che Alieno sono quasi unici, probabilmente siciliano il primo e dell'area campano, lucana il secondo, dovrebbero derivare dal cognomen latino Alienus, ricordiamo con questo nome il generale latino del primo secolo d.C. Aulus Caecina Alienus, di cui parla Tacito nelle sue Historiae: ".. Sed profusa cupidine et insigni temeritate Legati legionum, Alienus Caecina et Fabius Valens: e quibus Valens, infensus Galbae, tamquam detectam a se Verginii cunctationem, oppressa Capitonis consilia ingrate tulisset, instigare Vitellium, ardorem militum ostentans. Ipsum celebri ubique fama : nullam in Flacco Hordeonio moram: adfore Britanniam: secutura Germanorum auxilia : male fidas provincias: precarium seni Imperium et brevi transiturum: panderet modo sinum et venienti Fortuna occurreret. ..".
ALIETTA
ALIETTI
Alietta, quasi unico, sembrerebbe piemontese, Alietti è tipico della Lombardia settentrionale, di Domaso nel comasco e di Colico nel lecchese, dovrebbero essere forme ipocoristiche del nome latino Aelia, ricordiamo Aelia Galla Placidia il cui mausoleo a Ravenna è famosissimo, o del nome di origini ebraiche Elia.
ALIFFI Aliffi è tipicamente siciliano di Siracusa e del siracusano e di Catania, potrebbe derivare da una forma aferetica del nome arabo Khalifa derivato a sua volta dal termine omonimo (in italiano il califfo) (vedi CALIFANI); potrebbe anche esserci un collegamento con il termine arabo alif, corrispondente all'alfa greco, è la prima lettera dell'alfabeto arabo.
ALIGHIERI
ALIGHIERO
ALLIGHI
ALLIGHIERI
Alighieri è assolutamente rarissimo, Alighiero, Allighi ed Allighieri, quasi scomparsi, sono fiorentini.
integrazioni inserite da Andrea Ferreri - Milano
Alighieri, Alighiero e Alligghieri, potrebbero avere alla base il nome Alighiero (Allighiero) o Aldighiero, o Aldaghiero. Presenta nuclei sparsi lungo la penisola. In Romagna, Marche, Sicilia e soprattutto in Toscana (Pisa e Firenze, con un nucleo a Santa Croce sull'Arno, a pochi chilometri dal comune fiorentino di Fucecchio, patria del compianto Indro Montanelli) e Puglia (provincia di Brindisi, epicentro nel comune di Carovigno). Allighi forse derivato dalla contrazione del nome Allighiero (Alighiero), o Aldighiero o Aldaghiero è rarissimo, presente solo a Firenze e provincia.
Dante Alighieri
Il "Sommo Poeta" Dante Alighieri nacque a Firenze tra il 14 Maggio e il 13 Giugno del 1265 (sotto il segno dei Gemelli). Morì a Ravenna il 14 Settembre 1321. E' autore della "Divina Commedia", capolavoro della letteratura di tutti i tempi.  Dante Alighieri è il primogenito maschio di una famiglia fiorentina di piccola nobiltà. Il trisavolo di Dante, tal Cacciaguida, nato anch'egli a Firenze, lasciò vasti possedimenti terrieri alla casata Alighieri, la quale discendeva molto probabilmente dal ceppo romano dei Frangipane, già possessori del Colosseo. Cacciaguida sposa, forse a Ravenna, Donna Aldaghiera (Aldaghiero era forse un nome di origine germanica?). Il primogenito Aldaghiero (dal nome dell'importante casata alla quale apparteneva la madre) sposò a Firenze una figlia di Bellincione Berti, con la quale generò Bellincione (dal nome del nonno materno). Bellincione, nonno del Sommo, era molto conosciuto a Firenze. Abile mercante di successo e proprietario terriero. Suo figlio, padre di Dante, si chiamava Alaghiero II (con la perdita della -d per via della pronuncia locale). Alaghiero sposò Gabriella Abati dalla quale ebbe Durante Alaghieri (che pare essere il vero nome di Dante Alighieri). La variante Alighieri (o Allighieri) si afferma infatti solo con il Boccaccio. Dante sposa (a soli 12 anni, un matrimonio concordato dalle rispettive famiglie) la fiorentina Gemma Donati con la quale ebbe almeno tre figli: Jacopo, Pietro e Antonia.  Beatrice, la nobildonna fiorentina amata da Dante, si chiamava Bice Portinari, figlia di Folco Portinari, coetanea del Poeta e morta di parto a 25 anni. Dante la incontrò quando aveva 18 anni e se ne innamorò perdutamente.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Alighieri viene dal nome germanico Aldiger (Förstemann, p. 59), composto dalla radice 'alda', antico alto tedesco 'alt' = vecchio + 'gairu', antico alto tedesco 'gér' = lancia.
ALIMENA Tipico del palermitano con ceppi derivati nel cosentino e nel Lazio, deriva o direttamente dai marchesi Alimena il cui cognome deriva dal vocabolo greco alimena = inesorabile, o indirettamente dal toponimo Alimena (PA).
ALIMONDA
ALIMONDI
ALIMONDO
ALIMONTA
ALIMONTI
ALMONTE
ALMONTI
Alimonda, decisamente rarissimo, sembrerebbe ligure, con un ceppo secondario nel cagliaritano, sia Alimondi che Alimondo sono pressocchè unici, Alimonta è specifico del basso trentino, di Spiazzo, Pinzolo ed Arco, Alimonti ha un ceppo nel bergamasco a Romano Di Lombardia, ed è tipico dell'area che comprende l'Abruzzo Guardiagrele nel teatino, L'Aquila e Pescara ed il romano, Roma, Arsoli, Palombara Sabina e Tivoli, Almontie ha presenze nel cuneese ed un ceppo a Gioia dei Marsi e Casalincontrada nell'aquilano, Almonti ha un piccolo ceppo nell'imperiese, uno tra ascolano, teramano e pescarese ed uno nel romano, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Alimondo derivato dal normanno Alemond, una variante del più comune Alemanno.  Personaggio famoso è stato il Cardinale Gaetano Alimonda nato a Genova nel 1818 che divenne arcivescovo di Torino.
ALINARI
ALINERI
ALINEI
ALIERI
Il nome Alinario di derivazione Franca dai termini alian (potenza) e haria (esercito o anche popolo degli Arii (guerrieri) che avrebbe avuto il significato di guida (sottinteso) di un potente esercito, appartiene all'insieme di nomi augurali trasformatisi in cognomi dal nome del capostipite.
ALIOTA Assolutamente rarissimo Aliota ha uuna presenza tra anconetano e maceratese ed uno nel Gargano, potrebbe essere derivato da un soprannome greco per cittadino di Alì (vedi ALIOTI), ma molto più probabilmente si tratta di una forma etnica derivata da Alykes sull'isola veneta di Zante nel peloponneso, l'isola natale del poeta Ugo Foscolo, ora parte della nazione greca.
ALIOTI
ALIOTO
ALIOTTA
Tutti originari della Sicilia, dovrebbero derivare dall'etnico aliota abitante di Alì (ME), ma è pure possibile una derivazione dal nome medioevale italiano Galeottus modificato in Galioto e quindi per aferesi, a titolo di esempio citiamo Galeotto Malatesta (1305-1385) Signore di Rimini: "...et admirationem: quibus etiam incitatus ad pietatem in eum, et religionem augendam Galeottus Malatesta, qui Ariminum, aliaque finitima Oppida, Joanne XXII, Summo Pontifice, invaserat,...".
ALIPRANDI Aliprandi tipicamente lombardo, con ceppi anche nel pescarese, è una nobile famiglia ghibellina di cui abbiamo tracce a Milano fin dal 1200, a Brescia nel 1237 Degoldo Aliprandi perora la causa della repubblica di Mantova contro i Cremonesi circa delle competenze territoriali, casato che ha dato Decurioni alla città di Lodi,  nel 1492 troviamo infatti tra i Decurioni di Lodi Antonio Aliprandi, nel 1595, la troviamo tra le famiglie nobili del Repertorio della Città di Milano. (vedi ALIBRANDI)
ALITTA
ALITTI
ALITTO
Alitta, molto molto raro, parrebbe dell'Italia settentrionale occidentale, con qualche presenza nel cosentino, Alitti, praticamente unico, sembrerebbe toscano, Alitto, assolutamente rarissimo, sembrerebbe di origini calabresi, della costa tirrenica cosentina in particolare, i ceppi meridionali dovrebbero derivare dal nome greco Alitta, una delle tante varianti del nome della dea Afrodite (Venere), per gli altri settentrionali si tratterebbe invece del risultato dell'italianizzazione del nome francese Aliot, una forma diminutiva del nome Helias (Elia).
ALIVERNINI
ALVERNI
Alivernini è tipicamente laziale del romano, di Roma in particolare, ma anche di Agosta, Mentana, Subiaco e Guidonia Monticello, Alverni, praticamente unico, è del romano, l'origine di questi cognomi dovrebbe essere molto antica e risalirebbe al termine geografico Alvernia, o Auvèrnha in provenzale, una regione della Francia centro-meridionale, l'attuale Auvergne, territorio di arruolamento di legionari per le legioni romane.
ALIVESI Alivesi, molto molto raro, è tipico del sassarese, di Alghero in particolare, dovrebbe trattarsi dell'etnico della provincia basca di Alava in Spagna.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Alivesi è un cognome presente in Sardegna ma originariamente còrso. Si tratta di un etnico del comune di Oliveti, Alivesi, Livesi (nel distretto di Sartene). Fonte: M. Pittau, Diz. cogn. Sardegna, 1, 32.
ALLADIO
ALLODI
ALLODIO
Alladio è tipicamente piemontese di Villafalletto, Caraglio, Centallo e Fossano nel cuneese, Allodi è tipico di Parma e del parmense, di Sorbolo, Fidenza e Colorno, con ceppi significativi anche in Lombardia, Allodio, molto più raro, ha un piccolo ceppo a Caslino d'Erba nel comasco, dovrebbero derivare dal nome latino Alladius o Allodius originato dal nome greco bizantino Helladius, ricordiamo con questo nome il vescovo Allodius santo martire del quarto secolo, ricordiamo che Alladius, secondo Dionisio di Alicarnasso, è anche il nome di un re laziale preromano.  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamoa Roma nella seconda metà del 1400 con il pittore Gian Giacomo Alladio.
ALLAIS Allais è tipicamente piemontese, del torinese in particolare, di Avigliana, Coazze, Torino e Giaveno, dovrebbe essere di origini francesi e derivare dal nome medioevale femminile francese Allais, Alais, una forma contratta alterata dell'originale medioevale francogermanico Adalhaid, a sua volta originato dall'unione dei termini medioevali germanici adal (nobile) ed haid, heide (terra, steppa, brughiera), con il senso di colei che è di nobili origini, ma non si può escludere una possibile connessione con un'alterazione del nome provenzale Alas (vedi ALLASIA).
ALLARCHI Allarchi, estremamente raro, sembrerebbe specifico dell'Italia settentrionale, dovrebbe derivare dal nome spagnolo Alarcos, nome diffusosi in Spagna per immortalare la vittoria dei cristiani sui mussulmani avvenuta nel 1195 nella località di Alarcos presso Ciudad Real, molto meno probabile invece una derivazione da un'alterazione del nome goto Alrick (Alarico).
ALLASIA
ALLASIO
Allasia è abbastanza diffuso tra cuneese e torinese, Allasio, molto più raro è tipico del torinese, dovrebbero derivare dal nome originario della Linguadoca Alas divenuto Alasius in latino, di questa cognominizzazione si hanno tracce ad esempio nel cuneese nel 1500, in un atto tra l'altro si può leggere: "...Iohannis Francisco Romano, Iohannis de Alasio testibus ad omnia supradicta vocatis et rogatis.".
integrazioni fornite da Ivo Allasia
ho eseguito una ricerca (metodica su atti battesimo e matrimonio in diverse chiese delle province di Torino e Cuneo registrando tutto, anche i rami collaterali e alcuni ceppi che non appartenevano al mio, ho visitato anche gli archivi storici di Torino, Cuneo, la Biblioteca sabauda di Torino e lo storico di Sommariva Bosco, dove, come da copie di documenti in mio possesso, c'erano almeno 15/20 nuclei famigliari Allasia/Alasia già nel 1400 circa col giuramento fatto ai Savoia. Alasia è uno dei cognomi nobili importanti della città di Cuneo già dalla sua fondazione nel XII° e XIII°  secolo. Può darsi che l'origine sia da ricondursi al fatto di avere il capostipite servito una persona importante con nome di donna: Adelasia, Alasia oppure che sia come da Voi esposto da Alas, che durante le registrazioni plurali latine (figlio di padre e madre )diventava de Alasis o de Alasys, intesi come coniugi, che riconvertito alla morte o in altre dichiarazioni si trasformava ancora in Alasia.  Allasia e Alasia sono la stessa cosa, l'origine premeva si può ricondurre ad Alasia, nel corso delle registrazioni in chiesa (fino al 1806 quando Napoleone ha istituito i cimiteri e l'anagrafe comunale) a partire dal concilio di Trento del 1541, sia per il mio ceppo che per gli altri ho documentato registrazioni, inizialmente Alasia, che poi variavano in Allasia, di nuovo Alasia (il mio bisnonno era nato Alasia, deceduto Allasia, suo padre deceduto Alasia, nato Allasia, suo padre ancora era Alasia come quelli che lo avevano preceduto, ho anche annotato documenti che annotano dei de Alaysis che arrivano o tornano in Costa Azzurra.
ALLAVENA Allavena è specifico di Ventimiglia, con buone presenze anche a Pigna, Bordighera e Castel Vittorio, dovrebbe derivare dal cognome francese, originario della Picardia, Allavène, cognome che probabilmente stava ad indicare nel capostipite un produttore di avena.
ALLEGRA
ALLEGRETTI
ALLEGRI
ALLEGRINI
ALLEGRO
ALLEGRONE
ALLEGRONI
Allegra è tipico siciliano, Allegretti sembra avere più ceppi, nel mantovano e modenese, in Umbria e Lazio ed in Puglia e Lucania, Allegri è diffuso in Piemonte, Lombardia, Veneto, alta Toscana, Emilia e Romagna, Allegrini è tipico della fascia centrale e della Puglia, Allegro è presente a macchia di leopardo in tutt'Italia, Allegrone, abbastanza raro, è specifico dell'alessandrino, di Tortona e Cerreto Grue in particolare, Allegroni, probabilmente sempre piemontese dell'alessandrino, è ormai quasi scomparso, dovrebbero derivare, direttamente o tramite modificazioni ipocoristiche od accrescitive, dal nome medioevale Alegrus di cui si ha esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale in un giudizio emesso nel 1181 si legge: "...Pro male ablato, et decima male retenta, et anime mee remedio et mercede, et sic ut supra legitur, investivit ipse Alegrus Iohannem qui dicitur de Ferrera de eodem loco ad partem et utilitatem suprascripte ecclesie....".
ALLEGRANZA Molto raro sembra originario della Val d'Ossola, dovrebbe derivare dal nome medioevale Allegranza, di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale: " Anno dominice incarnationis milleximo centeximo trigeximo nono, mense ianuarii, indictione secunda. Constat nos Alegranziam, relictam quondam Guifredi Verpo, atque Latinam, coniugem Anselmi Curto,...", tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Milano nel 1700 con il padre domenicano, storico ed archeologo Giuseppe Allegranza.
ALLELUIA Alleluia è quasi unico, probabilmente toscano, l'origine dovrebbe essere dal nome ebraico Alleluia (preghiamo il Signore), potrebbe essere di origini israelitiche, ma non è escluso che possa trattarsi anche di un nome attribuito forse ad un figlio atteso molto a lungo.
ALLETTI Alletti, assolutamente rarissimo, parrebbe del palermitano, potrebbe derivare dalla Gens Allectia.
ALLEVATO Allevato è tipicamente calabrese del cosentino, di San Giovanni in Fiore, Fuscaldo, Pietrafitta e Cosenza, potrebbe trattarsi di un cognome attribuito a capostipiti orfani, allevati da una famiglia diversa da quella d'origine.
ALLEVI
ALLIEVI
Deriva dall'uso prevalentemente lombardo e particolarmente del Milanese di attribuire ai figli senza padre un cognome beneugurante come Diotallevi, Diotaiuti che per contrazione divennero poi più semplicemente Allevi, ecc.
Nelle Marche e più precisamente ad Offida (AP) troviamo già dal 1200una famiglia Allevi ricca e di nobile casato, che già allora vantava origini antichissime. Un Giacomo dict Allevi (così indicato nei documenti), nativo di Offida, fu priore del convento degli agostiniani di Lanciano (CH).
ALLIANA
ALLIANI
ALLIANO
Alliana è quasi unico, Alliani, assolutamente estremamente raro, sembrerebbe piemontese, così come l'ancor più raro Alliano, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale del toponimo Agliano nell'astigiano, Fundus Allianus, ma è pure possibile che derivino dal nome latino Allianus attribuito a liberti o clientes di un Allius., ricordiamo ad esempio Ticiasenus Allianus, curator lusus iuvenalis.
ALLIATA
ALLIATI
Alliata cognome probabilmente di origini longobarde e toscane, trasferitosi poi in Sicilia, è attualmente specifico solo di Gozzano (NO), Alliati, quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione, dovrebbero derivare dal termine alliatus (alleato, nel senso di famiglia alleata dell'Imperatore), tracce di queste cognominizzazioni le troviamo tra gli scritti pisani del 1200, ecco cosa si legge in una lettera del 1295: "...Petri Gambacorte et Gaddi Gambacorte sociorum suorum et pro eis et quoque eorum in solidum et Bectus Alliata quondam Galgani Alliate pro se et suo nomine mutuo consensu et voluntate concordi ob comodiorem usum et uberiorem questum inter se ad invicem fecerunt...", nobile casato che gode dei titoli di principi di Villafranca, di duchi di Salaparuta, duchi di Saponara e di duchi delle Pietretagliate.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Alliata è un cognome siciliano derivato dal vocabolo dialettale 'alliatu' = attaccato, ostinato. Fonte: Rohlfs, 40.
ALLIO Allio ha un ceppo nel cuneese, a Paesana, Sanfront, Revello e Saluzzo, ed uno molto piccolo a Messina, potrebbe derivare dal nome medioevale provenzale Aliot , ma è pure possibile possa trattarsi di un'italianizzazione della forma ipocoristica francese Allion, una variante di Elliot, che è un diminutivo del nome Elia.
ALLIORA
ALLORA
ALLORI
ALLORO
Alliora, quasi unico, è del milanese, Allora è tipicamente piemontese, del torinese ed in particolare di Riva presso Chieri, Chieri e Torino, Allori è tipicamente toscano, con ceppi a Prato e Poggio a Caiano nel pratese, a Firenze e Scandicci nel fiorentino, a Marciana Marina, Piombino, Livorno e Portoferraio nel livornese, ad Agliana e Pistoia nel pistoiese ed a Bucine nell'aretino, Alloro ha presenze il Liguria, Piemonte, Campania e Sicilia, con un piccolo ceppo a Verona ed uno a Roma, dovrebbero derivare, direttamente o tramite modificazioni dialettali, dal nome medioevale Alloro, Allora, forme passate in disuso dell'oggi più comune Lauro e soprattutto Laura., nome anticamente attribuito in onore di Apollo, cui era dedicata la pianta aromatica dell'alloro.
ALLOA
ALLOI
Alloa, molto molto raro, è specifico del Piemonte occidentale, soprattutto del cuneese, così come l'ancora più raro Alloi, presente nel cuneese, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal termine medioevale francese alleu (pronuncia allö), che indicherebbe la provenienza del capostipite da aree libere, non sottoposte alla Signoria di alcuno.
ALLOCCA
ALLOCCHI
ALLOCCHIO
ALLOCCHIS
ALLOCCO
ALLOCHIS
ALOCCHI
Allocca è specifico del napoletano, in particolare di Somma Vesuviana, Marigliano, Nola, Saviano e Napoli, con ceppi importanti anche a Brusciano, Sant'Anastasia,San Giuseppe Vesuviano, Pomigliano d'Arco, San Gennaro Vesuviano, Mariglianella e castello di Cisterno, Allocchi è quasi unico, Allocco ha un ceppo piemontese, in particolare nel cuneese, a Bra, Savigliano, Fossano e Racconigi, Allochis, estremamente raro, e Allocchis, praticamente unico, sembrerebbero piemontesi, mentre Allocchio è decisamente lombardo, soprattutto del cremonese, Alocchi ha presenze nel forlivese, nel maceratese e nel romano, si potrebbe trattare di forme ipocoristiche del nome Elia, o di forme contratte del nome medioevale germanico Alialdus, da non scartare, anche se poco probabile una derivazione da soprannomi generati dal termine allocco (tipo di uccello notturno simile alla civetta), sia il ceppo piemontese, che quello napoletano, potrebbero anche derivare dal termine dialettale dell'area della Alpi Marittime allouche (agnello), o da soprannomi originati dal vocabolo provenzale occitano alloca (ribes nero) ed essere portati in Campania al seguito degli angioini.
ALLOISE
ALLOISI
ALLOISIO
ALLOISO
ALLOSIA
ALLOSIO
ALOISE
ALOISI
ALOISIO
Alloise e Alloiso sono quasi unici, Alloisi sembrerebbe umbro, di Pietralunga (PG) in particolare, Alloisio ha un nucleo tra il Monferrato, Ovada in particolare ed il genovese, particolarmente a Genova, ed uno nella bassa bresciana, zona di San Paolo e Orzinuovi, Allosia ed Allosio, assolutamente rarissimi, sono piemontesi, Aloise ha un nucleo romano, un ceppo napoletano ed uno nel cosentino, Aloisi ha ceppi sparsi a macchia di leopardo in giro per il paese, Aloisio è più propriamente del centrosud, derivano tutti dal nome medioevale Aloisius, il nome Franco Clodoveo, l'antico Ludovico, per diventare il moderno Luigi ha subito molte trasformazioni una delle prime è stata la latinizzazione in Aloisius dal quale nome hanno avuto origine questi vari cognomi. La diffusione , nelle sue varianti, è pressocchè a livello di tutta la penisola, sono quindi cognomi antichi che possono risalire a prima del '400.
ALLONE
ALLONI
Allone è caratteristico di Messina, Alloni è tipicamente lombardo di Milano e del milanese, di Carbonara al Ticino e Pavia nel pavese, di Mozzanica nel bergamasco, di Pianengo e Cremona nel cremonese e di Brembio e Codogno nel lodigiano, dovrebbe derivare dal nome longobardo Allone, ricordiamo con questo nome un Duca longobardo di Lucca, dell'uso di questo nome abbiamo un esempio in una Cartula finis et refutationis del gennaio 1176 a Casei Gerola nel pavese: "Anno ab incarnatione domini nostri Iesu Christi millesimo centesimo septuagesimo sesto, indictione nona, die mercurii qui est quartus decimus dies mensis ianuarii. In loco Caselle, in portico ecclesie Sancti Agustini. Presentia bonorum hominum quorum nomina subter leguntur, per lignum quod in suis tenebant manibus donna Isa, uxor Allonis de Mangano, et donna Adelaxa, uxor Uberti filii predicti Allonis, adversus dominum Iohannem Dei gracia abatem monasterii Sancti Petri Celaurii fecerunt finem et refutacionem de omni iure ...".
ALLUIGI
ALOIGI
ALUIGI
Alluigi, molto raro, ha un piccolo ceppo nel savonese ed uno nel pesarese, Aloigi, molto molto raro, è della zona che comprende il fiorentino, l'aretino ed il pesarese, Aluigi, il meno raro, ha un ceppo genovese, uno nel riminese a Rimini, Coriano e Cattolica, uno, il più consistente, nel pesarese, a Piobbico, Acqualagna, Fermignano, Urbania, Pesaro, Cagli, Cartoceto, Sant'Angelo in Vado e Fano, uno a Città di Castello nel perugino, uno nel grossetano a Grosseto, Magliano in Toscana e Cinigiano, ed uno a Roma, dovrebbero tutti derivare da alterazioni successive del nome medioevale Aloisius (vedi ALLOISE), da cui si è poi ottenuto il nome moderno Luigi.
ALMADORI Almadori è decisamente umbro di Terni e di Spoleto nel perugino, dovrebbe derivare dal nome settecentesco Almador, ricordiamo ad esempio che un personaggio di Schubert nell'opera Il cavaliere dello specchio ( Der Spiegelritter) è il principe Almador.
ALMASI
ALMASIO
Almasi, quasi unico, sembrerebbe lombardo, Almasio è specifico del nordmilanese e varesotto, di San Vittore Olona, Legnano, Parabiago e Nerviano nel milanese e di Fagnano Olona nel varesotto, dovrebbero derivare dal nome medioevale Almasio, ricordiamo con questo nome il Capitano di Ventura Almasio Dei Banoli che operò al servizio della Repubblica Serenissima agli inizi del 1300.
ALMEONI Almeoni, assolutamente rarissimo, ha un piccolissimo ceppo ad Orzinuovi nel bresciano, dovrebbe derivare dal nome medioevale Almeone derivato dalla contrazione del nome mitologico greco Alcmeone.
ALMERIGHI
ALMERIGO
Almerighi, estremamente raro, ha qualche presenza in Piemonte ed in Sardegna, dove dovrebbe essere giunto dal Piemonte, Almerigo è praticamente unico, dovrebbero derivare dal nome medioevale germanico Almericus, latinizzazione del nome germanico Almrich, a sua volta composto dai termini alm (alpe, alpeggio, pascolo alpino) e rich (ricco, che possiede) con il significato di colui che è ricco di pascoli alpini.
ALMIRANTE
ALMIRANTI
AMARANTE
AMIRANTE
Almirante è un cognome assolutamente rarissimo, sembrerebbe avere lontane origini siciliane, Almiranti, ancora più raro, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del precedente, Amarante è specifico del salernitano, di Pagani, Angri, Sarno e Corbara, con un ceppo anche a Napoli, Amirante è specifico di Napoli, con presenze significative anche a Pozzuoli, Portici, San Giorgio a Cremano e Quarto, dovrebbero tutti derivare, attraverso varie modificazioni, dal termine medioevale Almirante o Ammirante con il significato di comandante, derivato dal termine spagnolo omonimo a sua volta derivato dal termine arabo al-amir (il capo, il comandante, il Signore, stessa origine del termine emiro), anche il vocabolo ammiraglio (comandante di una flotta) ha la stessa origine.
ALNI
ALNO
Alni, molto molto raro, è tipicamente romagnolo, di Forlimpopoli e Forlì nel forlivese e di Ravenna, Alno, altrettanto raro, sembrerebbe di Iesolo e Cavallino, ai confini con il territorio di Venezia, potrebbero derivare dal latino alnus (ontano), forse tramite soprannomi attribuiti a capostipiti che vivessero o provenissero da una zona ricca di quel tipo di essenza arborea, molto frequente nelle vicinanze dei corsi d'acqua: "...Alnus vocatur quod alatur amne; proxime enim aquae nascitur, nec facile extra undas vivit....".
ALOE
ALOI
ALOIA
ALOJA
D'ALOIA
D'ALOJA
Aloe è tipico del cosentino, Aloi sembra originario della Calabria, ma è presente anche in Sicilia con ceppi forse autoctoni, Aloia è sparso a macchia di leopardo in tutto il sud, Aloja assolutamente rarissimo ne dovrebbe essere la forma originaria sembrerebbe originario dell'area campano, pugliese calabrese, D'Aloia e D'Aloja, rarissimo, sono tipici dell'area che comprende le province di Napoli, Benevento, Foggia, Bari e Potenza, derivano dalla forma dialettale campano calabra del nome medioevale Aloisius (che diventerà Eligio e Luigi).
ALONCI
ALONGE
ALONGI
Alonci è quasi unico, Alonge è siciliano, con un ceppo nell'agrigentino, ad Agrigento, Raffadali, Menfi, Sciacca e Favara, Alongi è un cognome anch'esso decisamente siciliano, molto più diffuso, ha un ceppo nel palermitano, a Palermo, Villabate, Monreale, Prizzi, Caccamo e Cefalà Diana, nell'agrigentino, ad Agrigento, Favara, Aragona, Naro,San Giovanni Gemini, Menfi, Raffadali, Campobello di Licata e Realmonte, nel catanese, ad Adrano e Catania, nel nisseno, a Sutera e Sommatino, e nel trapanese a San Vito lo Capo, potrebbero derivare da una modificazione del cognome spagnolo Alongio, o dalla sua forma provenzale Alonge, ma è abbastanza probabile anche una derivazione da modificazioni dialettali del nome Alonsus di origine spagnola, ma presente in misura abbastanza significativa in Sicilia almeno dal 1500, dell'uso di questo nome in Sicilia abbiamo un esempio in questa lettera dell'anno 1548: "...magnificum et reverendum fratrem Alonsum de Madrigal ordinis eiusdem Sacre Religionis Hiresolimitane preceptorem Marsalie et Corleonis...".
ALONSI
ALONSO
ALONZI
ALONZO
D'ALONSO
D'ALONZO
Alonsi, Alonso e D'Alonso, sono forme corrotte da una sostituzione della esse alla zeta originaria, Alonzi è tipico di Sora nel frusinate, e delle vicine province dell'Aquila e Roma, Alonzo ha un ceppo nel teramano, nel romano, in Campania e nel catanese, D'Alonzo è tipicamente abruzzese con un ceppo anche nel casertano ed uno nel barese, dovrebbero essere tutti di origine spagnola e derivare o dal nome spagnolo Alonzo (forma alterata di Alfonso) o dal cognome spagnolo Alonso.
ALOSA
ALOSI
Alosa ha un ceppo a Napoli ed uno a Crotone, Alosi è siciliano, soprattutto del messinese, di Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo, Messina e Mazzarrà Sant'Andrea e di Palermo, come possibile origine si può proporre una derivazione da un soprannome basato sul nome del pesce alosa, un particolare pesce di mare molto vorace, indicando forse nel capostipite un pescatore, ma non si può escludere che possa trattarsi di una forma alterata dialettalmente del nome femminile Aloisia (Luigia), nome peraltro anticamente molto comune in tutto il meridione, o del nome spagnolo Alonsa.
ALPA Alpa è tipico della zona che comprende l'alessandrino ed il genovese, in particolare Alessandria ed Ovada nell'alessandrino e Genova, potrebbe derivare da un soprannome arcaico, basato sul termine ormai in disuso alpa, un antico strumento tagliente usato per produrre dei riccioli di legno di salice adoperati per impagliare le sedie, molto meno probabile una derivazione da una forma dialettale del termine alpe (pascolo di montagna).
ALPARONE Alparone è decisamente siciliano, ha un cepponel catanese, in particolare a Caltagirone e Catania, con un ceppo anche a Palermo, potrebbe trattarsi di una forma accrescitiva dialettale derivata da una modificazione del nome Alvaro, giunto in Sicilia al seguito degli aragonesi.
ALPINI
ALPINO
Cognome abbastanza recente con chiaro riferimento ad un'origine montanara del capostipite.
ALQUATI Alquati è specifico della Lombardia sudorientale, di Cremona, Casalmorano e Castelverde nel cremonese, di Rivarolo mantovano nel mantovano e di Rudiano nel bresciano, dovrebbe stare per una forma etnica di capostipiti provenienti dal paese piacentino di Castell'Arquato, uso che troviamo anche nelle Dissertazioni di Ludovico Muratori: "...Nicolaus de Castello Alquato et Leccacorvus Consules civitatis Placentinae...".
ALSTER Dovrebbe trattarsi di un cognome tedesco originario probabilmente della zona di Amburgo e deriverebbe dal nome del fiume Alster.
ALT Alt, assolutamente rarissimo, tipicamente friulano, è specifico di Cormons nel goriziano, potrebbe derivare da un soprannome originato dal termine tedesco alt (vecchio).
ALTADONNA Altadonna è tipico della Sicilia settentrionale, di Messina e   Santa Teresa di Riva nel messinese e di Carini nel palermitano, ma presenta anche un ceppo nel Lazio, dovrebbe derivare dal nome medioevale Altadonna o anche da un soprannome attribuito alla capostipite, probabilmente per la sua alta statura, tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Viterbo in un atto di compravendita del 1256, atto nel quale la parte cedente è un certo Rainero Altadonna.
ALTAMORE Altamore è decisamente siciliano, di Caltagirone, Grammichele e Catania nel catanese, di Giuliana, Roccamena e Palermo nel palermitano e di Gela e Niscemi nel nisseno, dovrebbe trattarsi di un'italianizzazione del nome normanno Aldamor, ma non si può escludere possa derivare da un'italianizzazione del nome germanico Waldemar, entrambi questi nomi hanno la medesima origine.
ALTAMURA Cognome derivante dal toponimo Altamura (BA), è diffuso in un'area circoscritta alla provincia di Bari, mentre è presente sia nelle Puglie che in Campania.
integrazioni fornite da Giuseppe Altamura
Il cognome Altamura è presente anche nel comune di Satriano (CZ) e zone limitrofe. Ciò è dovuto al fatto che il principe di Satriano, attorno al 1600 circa fece arrivare dei coloni dalla Puglia per ripopolare le campagne rimaste disabitate a causa di epidemie.
ALTANA Specifico della Sardegna settentrionale, potrebbe derivare da un nome di località legata al fiume Altana nel sassarese.
ALTAVILLA Altavilla è specifico del meridione, molto diffuso in Puglia, soprattutto nel brindisino, nel napoletano, nell'avellinese, nel messinese e nel palermitano, dovrebbe derivare dai molti toponimi contenenti la radice Altavilla, come Altavilla Irpina (AV), Altavilla Milicia (PA) o Altavilla Silentina (SA), un collegamento con il casato normanno degli Hauteville (Altavilla) è possibile solo in rarissimi casi.
ALTEA Altea è tipicamente sardo, diffuso in particolare nel cagliaritano e un pò meno nel sassarese, potrebbe derivare dal nome greco Altheia, ma è da prendersi in considerazione una derivazione da un soprannome originato dal termine sardo altíu (altero, altezzoso) e starebbe ad indicare il carattere superbo della capostipite.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ALTEA: Altea, madre di Meleagro, è una figura femminile del Mito greco. Altea è un nome proprio di persona. Altea è un Comune spagnolo di 21898 abitanti, in provincia di Alicante, della Comunidad Valenciana. Altea è un piccolo asteroide scoperto nel 1872 dall'osservatorio astronomico americano del Michigan. Infine Althea Rosea è pianta officinale della famiglia delle malvacee; che qui in Campidano chiamiamo generalmente narbedda, narboni. I suoi frutti simili a piccolissime forme di formaggio, cilindriche, del diametro di circa un centimetro sono detti. "su casixèddu de Santu Franciscu" (tradotto letteralmente) i formaggini di San Francesco. - Nel greto del torrente Rio Piras (Gonnosfanadiga), crescevano spontaneamente le malve (altea: su narboni), e noi, bambini e bambine del vicinato (rione) di "Su Forraxèddu", eravamo ghiotti dei "formaggini di San Francesco".  Crediamo quindi che il cognome Altea derivi dalla pianta officinale "Althea Rosea Officinalis". A prova facciamo riferimento ai tanti cognomi sardi derivanti da nomi di erbe, piante, arbusti, fiori: alba, ardu, arbus, arrù, asole, basolu, uda, bussu, cadoni, cardu, cannas, carcangiu, chessa, concudu, fa, fenu, frassu, gravellu, lillu, lilliu, murtas, pibiri, pisu, cherchi, zanda, etc. etc. Troviamo il cognome negli antichi documenti della lingua sarda. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388 figurano: Altea Murono, jurato ville Almos (* villaggio distrutto - Contrate Partis de Montibus); Altea Petro, ville de Sardara (** SARDARA MONTIS REGALIS...(11 GENNAIO 1388), et ego...Gadulesu Margiano habitator ville Sardara, sindicus actor et procurator universitatis Contrate Montis Regalis et villarum et etc. In posse Virde Andrea, Virde Joanne, de Civitate Sasseri, notarii publici, die XI Januarii 1388). Altea è un cognome oggi presente in 107 Comuni italiani, di cui 45 in Sardegna: Sardara 57, Arbus 46, Dolianova 43, Cagliari 5, San Gavino 35, Serdiana 33, Sassari 26, etc. Nella penisola Genova ne conta 18, Roma 12, Milano 11, Torino 11. In USA è presente in 4 Stati, con un solo nucleo familiare a testa.
ALTERI
ALTERIO
ALTERO
ALTIERI
ALTIERO
Alteri è tipico delle province di Roma e Frosinone, Alterio è molto diffuso in Campania, soprattutto a Napoli, con buone presenze nel napoletano ad Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Casoria ed Arzano, un ceppo ad Ariano Irpino nell'avellinese ed uno ad Aversa nel casertano, Altero ha un piccolo ceppo nel barese ed uno nel napoletano, Altieri è molto diffuso in tutto il centrosud, in particolar modo in Campania, Altiero, specifico del napoletano e del casertano, ha un nucleo a Torre del Greco (NA) ed uno a Casagiove (CE), dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale di origine germanica Alterus o Altierus, a sua volta derivato dal germanico alt (vecchio) + hari (armato), in alcuni casi possono anche essere derivati per aferesi da Walterius e Galterus, o anche dal nome normanno Autier.
ALTINER
ALTINIER
Cognomi molto rari, specifici dell'alto trevisano orientale, zona tra Conegliano e Sacile, Altinier sembra specifico di Godega Di Sant'urbano (TV), potrebbero derivare dall'antico toponimo Altino (laguna veneta) centro che risale a prima del VI° secolo a.C.
integrazioni fornite da Giovanna Altinier
Altinier può derivare anche dal nome proprio longobardo Altiniero. A titolo di esempio si cita Altiniero degli Azzoni da Treviso del 1300.
ALTINI
ALTINIO
ALTINO
Altini ha un ceppo romagnolo nel ravennate, a Faenza, Lugo, Ravenna, Alfonsine e Cervia, con ceppi anche a Cesena, Forlì e nel pesarese, ed uno a Bari, che potrebbe derivare dal toponimo Altino nel teatino, o da Mont'Altino nel barese, Altinio è quasi scomparso, Altino, quasi unico, parrebbe pugliese, dovrebbero tutti derivare dal nomen latino Altinus, o Altinius di cui abbiamo un esempio nelle Historiae di Tito Livio: "...In ea castra Dasius Altinius Arpinus  clam nocte cum tribus servis venit, promittens, si sibi praemio foret, se Arpos proditurum esse. Cum eam rem ad consilium retulisset Fabius, aliis pro transfuga verberandus necandusque videri, ancipitis animi communis hostis, qui post Cannensem cladem, tanquam cum fortuna fidem stare oporteret, ad Hannibalem discessisset, traxissetque ad defectionem Arpos ; cumque res Romana contra spem votaque ejus velut resurgeret, turpius videatur novam referre proditionem proditis olim...". Circa il ceppo dell'area pesarese, di Fossombrone, sembrerebbero esserci tracce di una nobiltà piuttosto recente.
ALTISSIMI
ALTISSIMO
Altissimi è decisamente laziale, di Ronciglione nel viterbese e di Roma, Altissimo, molto raro, sembrerebbe veneto, dovrebbero derivare dal nome Altissimus attribuito dalla devozione cristiana, al proprio figlio, ma anche a trovatelli, con riferimento alle parole del Gloria in excelsis Deo: ".. Quondam tu solus sanctus, tu solus Dominus, Tu solus Altissimus, Jesu Christe, Cum Sancto Spiritu in gloria Dei Patris. ..".
ALTOBELLI
ALTOBELLO
Altobelli è tipico della zona che comprende le province di Roma, Latina, Frosinone, Casera e Napoli, con un ceppo anche nel chietino, Altobello, molto meno diffuso, ha un ceppo nel barese ed uno nel salernitano, dovrebbero derivare dal nome medioevale italiano Altobellus di cui abbiamo un esempio nella seconda metà del 1400 con il pittore veronese: "Altobellus Pictor de l'Angolo quondam Baptista de S, Stephanus", tracce di queste cognominizzazioni le troviamo in quest'atto redatto a L'Aquila nel 1573: "...Dominicus Altobelli, Honorius Pontilli, Iacobus Bernardini Blaxii... ...qui sunt et faciunt majorem et saniorem partem dicti concilii et dictam Universitatem dictae terrae Burboni raepresentant, unanimiter et concorditer et nemine ipsorum discrepante,,,".
ALTOMARE
ALTOMARI
Altomare ha un nucleo principale a Molfetta (BA) ed uno a Rogliano, Santo Stefano di Rogliano e Luzzi nel cosentino, ha inoltre un piccolo ceppo anche a Castel San Giorgio (SA) ed a Napoli, Altomari sembrerebbe specifico di Acri (CS), dovrebbero derivare da modificazioni dialettali del nome medioevale di origini germaniche Aldemarus o Valdemarus di cui abbiamo un esempio agli inizi del 1200 con il re dei danesi e degli slavi Valdemaro: "...Accessit tandem et Travemunda Sigebergumque: mortuoque Canuto, frater eius Valdemarus, Rex Danorum, Sclavorumque, et Nordalbingiae Dominus Lubecae salutatus; Lavenburgum munitissimum ad Albim castrum...".
ALTOSINNO Altosinno, quasi unico, sembrerebbe tipico del salernitano, potrebbe derivare dal cognome francese Altazin di cui si hanno riscontri almeno dal 1500, o anche dal nome arabo Haltazin di significato incerto.
ALTOVITI Assolutamente rarissimo, probabilmente di origini longobarde insediatisi poi a Firenze, dovrebbe derivare dal nome longobardo Altowido; casato nobile presente a Firenze fin dal 1100 ebbe signoria sul Valdarno divennero Marchesi con l'Imperatore del Sacro Romano Impero Ferdinando II°.
ALTURA Altura è un cognome assolutamente rarissimo, tipicamernte campano, potrebbe trattarsi dell'italianizzazione del nome francese Authier, o anche di una'alterazione dialettale del nome medioevale femminile Altera, una forma contratta del nome Altiera, non si può escludera una possibile origine dal nome del paese istriano di Altura, vicino a Pola, in questo caso sarebbe giunto in Campania al seguito degli esuli istriani all'epoca delle battaglie tra turchi e veneziani.
ALUNNI
ALUNNO
Alunni è molto diffuso nel perugino, a Perugia in particolare, ma anche a Magione, Corciano, Umbertide e Città di Castello, ma è comunque presente nell'aretino, nel pesarese, nell'anconetano, nel ternano e nel romano, Alunno occupa lo stesso areale, a Cortona nell'aretino, e soprattutto a Gubbio e Città di Castello nel perugino, questi cognomi potrebbero derivare dal termine latino alumnus, inteso come allevato, cresciuto, educato, un esempio di quest'uso lo troviamo in un testo di Properzio: "..Nil patrium nisi nomen habet Romanus alumnus: sanguinis altricem non putet esse lupam..", si potrebbe allora ipotizzare che possa trattarsi di capostipiti  allevati ed educati da una nutrice se non abbandonati e cresciuti in un Istituto.
ALVARI
ALVARO
Alvari è quasi unico e sembrerebbe dovuto ad errori di trascrizione di Alvaro che sembrerebbe originario del reggino, e che è tipico di Sinopoli, San Luca, Giffone, Locri e Roccella Ionica nel reggino, dovrebbero derivare dal nome di origine germanica Alvaro derivato dai termini alt (vecchio, antico) e war (casato) cioè di antica stirpe, il nome si diffuse particolarmente nella penisola iberica attraverso i visigoti, quindi non è da escludere una non impossibile origine ispanica del cognome.
integrazioni fornite da Enzo Papa
Alvàro è pronunzia piana dello stesso nome (scritto senza accento) che in Spagna si pronunzia sdrucciolo (A'lvaro), derivato dal visigoto ala (tutto) e da waria (protezione), con il significato di è protetto da tutto. Con la pronunzia latina può derivare dal termine albarius (imbianchino da albus (bianco). Altra ipotesi lo ascrive all'arabo al-wazir (l'aguzzino), per via della diffusione in aree dominate dai Musulmani (Sud Italia e Spagna).
ALVIGGI
ALVIGI
Alviggi, tipicamente campano, ha un ceppo ad Atripalda nell'avellinese, probabile luogo d'origine, nonchè a Salerno ed a Napoli, Alvigi, molto più raro, è del napoletano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Alvigi, l'italianizzazione del nome longobardo Hlodowig, da cui è derivato anche il più comune nome Luigi.
ALVINI
ALVINO
Alvini, molto molto raro, parrebbe toscano, Alvino è invece molto diffuso in Campania, soprattutto nel napoletano, nell'avellinese e nel salernitano, con un ceppo anche nel potentino, nel foggiano e nel leccese, nel romano e nel latinense, si dovrebbe trattare di forme betacistiche del nomen latino Albinus o, sempre attraverso il fenomeno del betacismo, derivare dalla Gens Albinia.
ALVISE
ALVISI
ALVISINI
ALVISIO
ALVISO
Alvise, Alviso ed Alvisio sono praticamente unici, Alvisi tipico emiliano/romagnolo, con un nucleo principale nel bolognese a Bologna ed Imola, e nelle aree limitrofe del ferrarese, ravennate, a Faenza in particolare, e forlivese, soprattutto a Cesena, Alvisini è laziale, di Fiamignano (RI) e di Roma, dovrebbero derivare dal nome medioevale Alvisus (Alvise, forma arcaica di Luigi), di cui abbiamo un illustre esempio nell'anno 1146: "...Ego Alvisus, Dei miseratione Atrebatensis episcopus, tam futuris quam praesentibus, in perpetuum...".
ALVITI
ALVITO
Alviti ha un nucleo laziale a Roma in particolare e nel latinense a Norma e Latina, ed un piccolo ceppo a Bari, Alvito è assolutamente rarissimo, sembrerebbe avere due ceppi, uno laziale ed uno pugliese, dovrebbero derivare dal nome medioevale germanico Alwit, dalla sua latinizzazione Alvitus, o dalla sua forma galiziana Aluitus, nome che ha dato luogo nel medioevo, nell'area galiziana, alla denominazione di almeno una ventina di villaggi.
ALZATE Alzate, quasi unico è tipicamente piemontese, dovrebbe derivare dal nome del paese di Alzate di Momo nel novarese.
ALZATI Alzati è tipicamente lombardo, del milanese, di Bollate, Milano, Monza, Rescaldina e Legnano, dovrebbe derivare dal nome del paese di Alzate Brianza nel basso comasco.
AMADASI Amadasi è tipico di Parma in particolare e del parmense, dovrebbe derivare dal nome medioevale Amadasius, di cui abbiamo un esempio d'uso nel veneziano, nell'anno 1298, quando troviamo il notaio: "Amadasius de Ravegnanis imperiali auctoritate iudex ordinarius et notarius.. .. in episcopatu Torcellano (Torcello nel veneziano)".
AMADDEO
AMADDIO
AMADEI
AMADEO
AMADINI
AMADIO
AMEDALI
AMEDEI
AMEDEO
AMODEO
AMODIO
Amaddeo è specifico di reggio Calabria, Amaddio è tipico siciliano, di Rosolini (SR) e di Catania, Amadei è molto diffuso in Lombardia, Emilia e Romagna e pesarese, basso trentino e veronese, con massima concentrazione nel bresciano, ha ceppi nel genovese, spezzino, carrarese e lucchese, ha un ceppo anche tra le province di Terni, Rieti e Roma, Amadeo ha un ceppo lombardo ed uno reggino, Amadini è tipicamente lombardo, Amadio è molto presente al nord ed al centro, con un ceppo anche nel catanese, ha una grossa concentrazione in Veneto e nel Lazio, Amedali, quasi unico, sembrerebbe lombardo, Amedei, molto molto raro, parrebbe di Toscana e Lazio, Amedeo ha un ceppo nel reggino ed uno nel Piemonte occidentale, Amodeo è presente a macchia di leopardo in tutt'Italia, ma con massima concentrazione in Sicilia e Calabria, Amodio è tipico del sud, di Campania e Puglia in particolar modo. Tutte queste varianti hanno in comune l'origine religiosa  medioevale Amo Deus - Ama Deus cioè ama il Signore, sono cognomi molto comuni in tutta Italia con forme più frequentemente presenti in alcune zone ed altre in altre. Esistono tracce di questi tipi di cognomi già dal XIII° secolo, anche se la piena diffusione avvenne in epoca rinascimentale.
AMADELLI
AMADI
AMADINI
AMADU
AMADUCCI
AMADUZZI
Amadelli è tipico della zona di confine tra modenese e ferrarese, di Finale Ligure (MO) e di Voghiera (FE), Amadi ha un ceppo nello spezzino a La Spezia e Calice al Cornoviglio, ed uno a Venzia e nel veneziano limitrofo, Amadini sembra tipicamente lombardo con un ceppo principale a Bovegno nel bresciano ed a Gazzuolo nel mantovano, Amadu è tipicamente sardo di Pattada (SS), Amaducci è specifico della Romagna, di Cesena, Forlì, Rimini, Bertinoro (FC) e Ravenna, Amaduzzi ha un ceppo a Bologna e Pianoro nel bolognese ed in Romagna a Cesena, Rimini e Savignano sul Rubicone (FC), con un ceppo a Fano (AN) ed uno a Roma.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Amado (forma dialettale di Amato), che, in ambito cristiano, va letto nel senso di amato o protetto da Dio (vedi Amata): in questo contesto, infatti, l'ipotesi di un'origine araba è poco probabile o, comunque, limitata a poche famiglie, se si considera la distribuzione dei cognomi per lo più nel nord e centro nord del paese (lo stesso discorso vale
anche in Sardegna per le famiglie Amadu). Per quanto riguarda i cognomi in questione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
AMADESI Amadesi è tipicamente emiliano, di Bologna in particolare e di Casalecchio di Reno, dovrebbe derivare dal nome medioevale Amadesius, nome di un antico arcivescovo di Ravenna.
AMADORE
AMADORI
AMATORE
AMATORI
Amadore, molto molto raro, sembrerebbe della zona tra Galati Mamertino (ME) e Capo D'Orlando, Amadori diffusissimo tra bolognese, Romagna e pesarese ha ceppi anche in costa Smeralda e nel bresciano e basso trentino, Amatore ha un nucleo nel siracusano nella zona di Noto e Palazzolo Acreide (SR) ed uno nel napoletano, Amatori ha un ceppo nel pesarese, uno a Thiene (VI) e dintorni ed uno secondario a Roma, derivano tutti dal nome latino Amator di cui abbiamo un esempio in Historia Longobardorum di Paolo Diacono: "...Quo vita decedente, Amator in eius loco episcopus ordinatus est. Usque ad eundem enim diem superiores patriarchae, quia in Aquileia propter Romanorum incursionem habitare minime poterant,..", tracce di questa cognominizzazione le troviamo con gli Amadori a Sabbionara d'Avio (TN) nel 1400, sempre nel 1400 a Vinci troviamo Albiera Amadori matrigna di Leonardo.
AMALBERTI
AMALBERTO
Amalberti è tipico della zona tra Ventimiglia, Vallecrosia e Soldano nell'imperiese, Amalberto, assolutamente rarissimo, sembra astigiano, derivano dal nome di origine franca Amalbertus, di cui abbiamo un esempio nel VII° secolo con San Amalberto e più tardi nel Codex Chronologico Diplomaticus Episcopatus Ratisbonensis nell'anno 885: "...Signum Domni Karoli Serenissimi Imperatoris Augusti.Amalbertus Notarius ad vicem Liutuuardi Archcancellarii recognovi...".
AMALFI
AMALFITANI
AMALFITANO
Amalfi ha un ceppo a Napoli, uno a Lagonegro (PZ) ed uno nel messinese a Santa Lucia Del Mela (ME) in particolare, Amalfitani è quasi unico, Amalfitano è specifico di Napoli ed Ischia, derivano dal toponimo Amalfi e dal etnico relativo, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1200 alla corte di Federico II° con il gran valletto Crescius Amalfitanus.
AMANATI
AMANNITI
AMMANATI
AMMANATO
AMMANITI
AMMANNATI
AMMANNATO
AMMANNITI
AMMANNITO
Amanati, quasi unico, è della zona tra riminese e pesarese, Amanniti sembrerebbe unico, come Ammanati, che è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione di Ammannati, che ha un ceppo nel fiorentino a Firenze, Empoli, Sesto Fiorentino, Vinci e Lastra a Signa, a Pistoia e Montale nel pistoiese, a Pisa e San Miniato nel pisano ed a Montemurlo e Prato nel pratese, Ammanato , quasi unico, sembrerebbe siciliano, ed è probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione di Ammannato, che è specifico di Palermo, Ammaniti, quasi unico, Ammanniti ed Ammannito, molto molto rari, sono specifici del centro Italia.
informazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Ammannato (con una variante in Ammannito), che, nell'onomastica augurale, assume il significato di ben pronto, preparato o, per estensione, dotato (di virtù, qualità, talento, etc): va osservato, in effetti, che, per quanto disusato ai giorni nostri, l'aggettivo ammannato o ammannito deriva dal verbo ammannare o ammannire (letteralmente raccogliere in manne), che, in senso figurato, significa proprio allestire, preparare, predisporre - in ambito onomastico, è chiaro il riferimento a un'inclinazione del carattere o un'auspicata dote naturale. A titolo esemplificativo, si può citare un verso di fra' Domenico Cavalca (Vicopisano, 1270 c.ca - Pisa, 1432), che, nelle sue Rime, dice "e siamo di virtù tutte amannate, e di divino amor tutte infiammate e di bellezza". Dal punto di visto storico, esempi del nome Ammannato si hanno già nella Siena del '200, con personaggi quali Ammannato del fu Prospero da Firenze, Ammannato del fu Rontieri, Ammannata del fu Parabuoi, Ammannato console del castello di Abbadia, etc. In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
AMANDOLA
AMENDOLA
AMENDOLEA
AMENDOLIA
AMMENDOLA
AMMENDOLEA
AMMENDOLIA
Amandola è piemontese, del torinese, astigiano e cuneese, Amendola è tipico del Lazio, Campania e Calabria settentrionale, Amendolea, assolutamente rarissimo, potrebbe essere di Polistena nel reggino, Amendolia, molto raro, è specifico di Messina e dintorni, Ammendola ha un grosso ceppo nel napoletano, a Napoli, San Giuseppe Vesuviano, Torre Annunziata, Terzigno, San Giorgio a Cremano, Ottaviano, Castellammare di Stabia e Torre del Greco, ed uno tra catanzarese e reggino, in particolare a Lamezia Terme nel catanzarese ed a Taurianova nel reggino, Ammendolea, molto molto raro, ha un piccolissimo ceppo nel reggino, Ammendolia ha un ceppo nell'area dello stretto, a Messina e nel reggino a Caulonia e Polistena, derivano tutti da soprannomi legati al vocabolo dialettale amandula, amendula o mendola (mandorla). Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel Salento nel 1300 con i feudatari dell'Amendolea, a Lipari nel 1500 in un atto viene citato: "...Baldasar Blasius pro magnifico Ioannello Amendula, iurato...".
AMANTEA
AMANTIA
Amantea, molto raro, è tipico calabrese, di Amantea (CS), Amantia anch'esso raro, è tipico di Catania e dintorni, dovrebbero entrambi derivare dal toponimo Amantea e dal suo equivalente arcaico Amantia.
AMAOLO Amaolo è tipico del sud delle Marche, di Sant'Elpidio a mare, Montegranaro e Porto San Giorgio nel Piceno, e di Civitanova Marche e Corridonia nel maceratese, dovrebbe derivare dal nome medioevale Amaulus a sua volta derivato dal nome provenzale Amaul.
AMAPANE
AMAPANI
Amapane, cognome assolutamente rarissimo, di cui si ha una presenza nel pavese, ma che sembrerebbe essere stato originario del barese, forse di Acquaviva delle Fonti, come possiamo arguire da un registro dell'università di Brema: "14 Iunii 1696 Joseph Dominicus Amapane, ex regno Neapolitano oriundus, ex civitate Barii. Proselytus, linguae Italicae magister ex decreto 9 Iunii constitutus, adeoque gratis inscriptus.", e da una registrazione del 1722 a Rutigliano sempre nel barese: "...Rutiliani 1722. Acta super petitione legati pii montis fundati per quondam diaconum Vitum Pappalepore inter magnificam Anna Amapano et canonicum don Ignatium Pappalepore...", si hanno tracce dei de Amapano comunque anche in Piemonte, nella zona di Borgaro Torinese, tracce di una famiglia benestante risalenti almeno al 1500, il cognome Amapani, quasi unico, ha una presenza barese, dovrebbero derivare dal nome troiano Amopaon citato da Omero nell'Iliade come figlio di Polyaemon.
AMARELLI
AMARELLO
AMARI
AMARINI
AMARINO
AMARO
Amari è tipicamente siciliano, di Ribera nell'agrigentino, di Palermo e Bagheria e di Partanna e Salemi nel trapanese, Amarini ed Amarino sono quasi unici, così come Amarelli ed Amarello, Amaro ha un ceppo a Boscoreale, Napoli e Boscotrecase nel napoletano, a Scafati nel salernitano, un ceppo a Melicucco nel reggino ed uno in Sicilia nel trapanese a Trapani, Alcamo ed Erice, l'origine di questi cognomi dovrebbe essere, direttamente o attraverso ipocoristici, da forme contratte del nome germanico Ademaro, ma non si può escludere, soprattutto per i ceppi siciliani una derivazione dal nome arabo Ammar, ricordiamo con questo nome Ammar ibn Yasir nato nel 570, stesso anno di Maometto, di cui fu grande amico.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cognome siciliano dalla voce dialettale 'amaru'= infelice. Fonte: Rohlfs, 40.
AMAS Amas è quasi unico, sicuramente siciliano, forse del catanese, dovrebbe derivare dal nome arabo Hamas (Leone).
AMATA
AMATI
AMATIELLO
AMATINO
AMATO
AMATU
AMATUCCI
AMATULLI
AMATUZZI
Dal nome medioevale Amatus. nei cristiani, "amato, protetto da Dio "di cui abbiamo un esempio in un atto di compravendita del 1195 a Solofra (AV): "...Que tota petia videtur esse per hos fines: a parte orientis fine heredum quondam Amati Cioffi et Iaconi Petri qui dicitur de Archipresbitero; a parte meridiei fine via puplica; a parte occidentis fine ipsius Iaconi Petri et Iohannis qui dicitur de Archi... ..ego Falco notarius iussu suprascripti iudicis scripsi". Amata ha un ceppo laziale a Roma e ad Atina nel frusinate, ed un ceppo siciliano a Sant`Agata di Militello e Militello Rosmarino nel messinese, a Troina nell'ennese ed a Catania, Amati è presente in tutt'Italia, ma in particolar modo nel milanese, lecchese e comasco, tra forlivese, riminese e pesarese e tra Basilicata e Puglia centrale, Amatiello, abbastanza raro, è specifico di Cervinara nell'avellinese, Amatino, rarissimo, sembrerebbe di Minori nel salernitano, Amato è diffuso in tutto il Sud Italia, Amatu, estremamente raro, parrebbe del ragusano, Amatucci ha un ceppo nell'aretino ad Arezzo e Castiglion Fiorentino, uno nel Piceno ad Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Castignano, Folignano e Castel di Lama e nel vicino teramano a Sant`Egidio alla Vibrata ed Ancarano, ed in Campania a Napoli, Avellino, San Potito Ultra (AV) e Castellabate nel salernitano, Amatulli è pugliese, del barese, di Noci, Grumo Appula, Conversano, Bari, Rutigliano e Putignano e. nel tarantino di Taranto e Mottola, Amatuzzi, molto molto raro, parrebbe del cosentino. Personaggio famoso fu Andrea Amati nato nel 1505 a Cremona che diede origine alla famosa famiglia di liutai cremonesi.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Sull'origine di questi cognomi confluiscono perlomeno due ipotesi, che, sommate l'una all'altra, ne giustificano l'altissima diffusione nell'intero paese (soprattutto nella forma Amato). Cominciando con la prima interpretazione, innanzitutto, è sicuramente corretta la derivazione dal nome medievale Amato, che, grazie al suo chiaro valore augurale, si è diffuso anche al di fuori dei confini italiani (basti pensare al nome spagnolo Amado o al francese Aimé o all'ebraico David o all'arabo Habib, etc). Tenendo ferma quest'ipotesi, comunque, è interessante notare la fortissima diffusione del cognome Amato in Sicilia e, a dire il vero, un po' in tutto il sud Italia (soprattutto nell'area occidentale): in queste parti del paese, infatti, pare che i cognomi in questione nascano spesso dall'italianizzazione
del nome arabo Ahmad o dell'ancora più noto Muhammad (accostato foneticamente ad Ahmad tramite aferesi della prima sillaba); al di là della fonetica, inoltre, va notato che Ahmad può essere considerato di fatto come una variante di Muhammad, anzi, nel mondo arabo-musulmano (così come nello stesso Corano), entrambi questi nomi vengono usati in riferimento alla figura del profeta Maometto. Dal punto di vista etimologico, comunque, i nomi Muhammad e Ahmad derivano entrambi dal verbo arabo hamida (lodare, encomiare) e vengono spesso tradotti col significato di lodevole, degno di ogni lode o encomio; solo per curiosità, inoltre, va detto che questi nomi sono tra i più diffusi nel mondo musulmano (Muhammad, di fatto, è il più comune fra tutti i nomi arabi e, secondo statistiche recenti, pare che sia addirittura il nome più diffuso al mondo) e questo, allora, spiega la vasta concentrazione di famiglie Amato soprattutto in Sicilia (anche se, naturalmente, non bisogna dimenticare la prima ipotesi di significato, che può valere anche per molte famiglie del sud Italia).
AMATOBENE Amatobene, estremamente raro, ha un ceppo nel pescarese, in particolare a Villa Celiera, dovrebbe derivare dal nome medioevale Amatobene attribuito probabilmente al capostipite da genitori che avessero molto desiderato il proprio figlio.
AMATRICE Tipico napoletano, dovrebbe derivare dal toponimo Amatrice (RI), ma è pure possibile interderlo come matronimico dal nome femminile Amatrice, in uso in epoca rinascimentale, ricordiamo con questo cognome l'architetto e pittore Cola dell'Amatrice (1480-1547).
AMATRUDA
AMATRUDE
AMATRUDI
AMATRUDO
Amatruda ha un ceppo calabrese nella zona di Lamezia Terme (CZ) ed uno salernitano nella zona di Amalfi e Tramonti, Amatrude, quasi unico è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, Amatrudi, assolutamente rarissimo, è napoletano mentre il meno raro Amatrudo è salernitano, dovrebbero derivare dal nome medioevale germanico Amoltrud.
AMAZZINI
AMMAZZINI
Amazzini ha qualche presenza nel lucchese ed un piccolo ceppo a Napoli, Ammazzini è tipico di Villa Basilica nel lucchese e di Pescia nel pistoiese, l'origine di questi cognomi dovrebbe essere da una forma ipocoristica dell'aferesi di nomi medioevali come Iammazzo (vedi IAMMAZZO).
AMBESI Ambesi ha un ceppo a Ventimiglia nell'imperiese ed uno nel reggino a Molochio e Careri, di origine etimologica oscura, per il ceppo ligure si può ipotizzare una derivazione da un soprannome originato dal termine celta ambes (fiumi), mentre per il ceppo calabrese si potrebbe ipotizzare una correlazione con il vocabolo medioevale germanico ambaht (guida, emissario, procuratore), anche se l'ipotesi è molto poco plausibile.
AMBIVERI
AMBIVERO
Entrambi molto molto rari, Ambiveri è del milanese, Ambivero ha un piccolo ceppo a Treviglio nel bergamasco ed a Milano, potrebbero derivare dal nome del paese di Ambivere nel bergamasco, meno probabilmente si può ipotizzare una derivazione dal popolo gallico degli Ambivareti, che si insediarono appunto in quel paese dandogli il nome.
AMBOLA
AMBOLI
AMBOLO
Ambola ed Ambolo, praticamente unici, sembrerebbero siciliani, Amboli, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del piacentino, questi cognomi potrebbero derivare dal nome del paese spagnolo di Ambolo vicino a Valencia in Spagna o del paese pirenaico francese di Ambole, riteniamo assolutamente casuale ed ininfluente il fatto che il termine latino medioevale ambolus (uno di due, ambedue) sia foneticamente simile.
AMBRA
AMBRO
Ambra ha un ceppo romano, uno napoletano ed a Pozzuoli e Quarto sempre nel napoletano ed uno siciliano, a Catania ed Acireale nel catanese, a Caltanissetta e San Cataldo nel nisseno ed a Taormina nel messinese, Ambro, quasi unico, è palermitano, dovrebbero derivare dal nome greco Ambar (luce), o anche direttamente dal termine arabo da cui questo è derivato, cioè anbar (luminoso).
AMBRASSA Ambrassa è specifico di Savigliano nel cuneese, dovrebbe derivare da una forma dialettale del nome francese Ambrose (Ambrogio), secondo un'altra ipotesi originerebbe da un soprannome basato sul termine francese embrasse (abbraccio).
AMBROGETTI
AMBROGGI
AMBROGGIO
AMBROGI
AMBROGINI
AMBROGIO
AMBROSETTI
AMBROSI
AMBROSIN
AMBROSINI
AMBROSINO
AMBROSIO
Ambrogetti è tipico di Verghereto nel cesenate, Ambroggi è tipico di Piacenza e di Fidenza nel parmense, Ambroggio ha un ceppo piemontese, a Savigliano nel cuneese ed a Rivarolo Canavese nel torinese, ed uno a Reggio Calabria, Ambrogi sembrerebbe specifico dell'Umbria, con ceppi anche nel milanese, in Emilia, a Firenze ed a Roma, Ambrogini, molto molto raro, è toscano, Ambrogio ha un grosso nucleo nel Piemonte occidentale e ceppi anche tra Calabria e Sicilia, Ambrosetti ha un nucleo lombardo ed uno non secondario nel Lazio, Ambrosi è panitaliano, ma con un nucleo molto importante tra Veneto e Lombardia e ceppi rilevanti nella fascia che comprende Marche, Umbria e Lazio, Ambrosin, molto raro, è decisamente veneto, Ambrosini è diffuso in tutto il centronord, con un nucleo principale tra Lombardia e Veneto, Ambrosino sembrerebbe specifico della Campania, Ambrosio, tipicamente campano, ha ceppi anche in Calabria e nel Veneto, derivano tutti da ipocoristici o direttamente, anche tramite alterazioni dialettali, dal nome Ambrosius di origine greca che ha il significato di immortale, passato in uso in latino e poi in italiano, con varie forme e variazioni. L'antica presenza di questo nome nella penisola italiana fa sì che i cognomi che ne derivano siano diffusi in modo pressocchè uniforme, anche se nelle varie località prevalgono forme diverse tutte comunque aventi in comune la sorgente.
AMBROSECCHI
AMBROSECCHIA
AMBROSECCHIO
Ambrosecchi, praticamente unico, è dell'avellinese, Ambrosecchia ha un ceppo a Morra De Sanctis nell'avellinese, un ceppo a Gravina in Puglia nel barese, ma il nucleo principale è a Matera, Ambrosecchio, quasi unico, ha sparute presenze in Campania ed in Sicilia, dovrebbero derivare dall'italianizzazione del nome greco Ambrosakys (divino, immortale).
AMBROSIANI Ambrosiani è tipicamente lombardo del milanese e del cremonese, dovrebbe derivare dal fatto di essere il capostipite originario di Milano o comunque dell'area della sua Diocesi.
AMBROSIANO Ambrosiano, molto molto raro, è diffuso in maniera sporadica soprattutto al sud, dovrebbe derivare dal nome medioevale Ambrosianus o dallo stato di soggezione della famiglia nei confronti di un Ambrosius da cui presero il nome come proprietà dello stesso il suffisso -anus indicava appunto la proprietà.
AMBROSOLI
BROSOLI
Ambrosoli è tipicamente lombardo, di Milano e di Gallarate e Varese nel varesotto e del comasco, Brosoli, quasi unico, dovrebbe essere una forma aferetica del precedente, che dovrebbe derivare da Ambrosolus un ipocoristico medioevale del nome Ambrosius, di quest'uso troviamo un esempio tra la fine del 1300 e gli inizi del 1400 con un tale Ambrosolus de Cisnuschulo filius quondam domini Poroli, di porta Orientale milanese, sindicus della corporazione dei sarti della città di Milano.
AMBRUOSO Ambruoso è tipico di Scafati nel salernitano, con un grosso ceppo anche a Bari, dovrebbe derivare da una forma dialettale meridionale del nome medioevale Ambrosius di origine greca (vedi AMBROGETTI).
AMBU Ambu, decisamente sardo, di Cagliari e del cagliaritano, potrebbe derivare da un soprannome originato da una contrazione del termine sardo ámbulu (tinta nera o rossa per stoffe).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
AMBU: in italiano ambo (dal latino ambo) significa tutti e due; o è una combinazione vincente nel gioco della tombola o del lotto. Ambos, ambas in logudorese significa tutti e due; ambadùs o ambedùs, esteso a tutta la Sardegna. Potrebbe derivare da bambu = insipido. Si dice: custu brodu esti ambu = questo brodo è bambo, insipido ( dalla radice bamb, da cui deriva anche bambino). Come cognome non è presente nelle carte antiche. Attualmente lo troviamo in 53 Comuni italiani, di cui 23 in Sardegna(per lo più nel cagliaritano): Selargius 226, Cagliari 84, Monserrato 78, Quartu S. E. 23, etc.
AMEGLI
AMEGLIO
AMELI
AMELII
AMELIO
AMELLI
AMELLIO
D'AMEGLIO
D'AMELIO
Amegli, quasi unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione, Ameglio è tipico dell'area che comprende genovese, alessandrino ed astigiano, Ameli ha un ceppo romano ed uno tra teramano e Piceno, Amelii, tipico del teramano, sembra più propriamente specifico di Pineto ed Atri, Amelio ha piccoli ceppi a Roma, in Campania, Puglia, Basilicata e Calabria, Amelli, estremamente raro, è lombardo, Amellio è praticamente unico, D'Ameglio è unico, D'Amelio è tipico del meridione, del chietino, delle province di Roma e Latina, della Campania, della Puglia e del potentino, dovrebbero tutti derivare dal nomen latino Amelius derivato da Amius nome di origine etrusca , ma si deve pure prendere in considerazione un'altra possibile origine e cioè che derivi invece da Amali, nome di una potente famiglia Ostrogota che significa "vergine dei boschi", il cognome che ne deriva, in questo caso, è una prerogativa della zona del nord ovest della nostra penisola, anche se alcune varianti sono presenti in modo sporadico anche al sud.
AMELIA
D'AMELIA
Amelia, molto raro, ha un ceppo laziale tra Rocca Priora e Roma ed uno campano, D'Amelia ha la stessa distribuzione geografica, potrebbero derivare da soprannomi originati dal toponimo Amelia (TR), ma è anche possibile una derivazione matronimica dal nome latino Amelia.
AMELLA
AMELLO
Amella. estremamente raro, sembrerebbe originario di San Biagio Platani (AG), Amello, quasi unico, dovrebbe essere del centro Italia, potrebbero derivare dal rarissimo praenomen latino Amellus (Amella) originato dal nome di un fiore, come si legge in Virgilio nel libro quarto delle Georgiche: "...Est etiam flos in pratis, cui nomen amello fecere agricolae,...".
AMENTA
AMINTA
Amenta è tipicamente siciliano, in particolare di Siracusa e del siracusano, Canicattini Bagni, Floridia, Solarino e Lentini, di Palermo, Catania, Messina e nel ragusano di Scicli e Vittoria, con un piccolo ceppo anche a Matera e nel materano, Aminta è quasi unico, dovrebbero derivare dal nome greco Amyntas (Αμύντας), che significa difensore, anche se non si può escludere una derivazione da soprannomi dialettali originati dal fatto di abitare la famiglia in aree vicine a campi di menta o, ipotesi interessante, anche se assolutamente poco credibile, da soprannomi derivati dall' egiziano Aha Men Ptah, il paradiso e regno dei morti egizio.
AMERI
AMERINI
AMERIO
Ameri sembrerebbe tipico del genovese ed alessandrino, Amerini è specifico delle province di Firenze, Prato e Pistoia, Amerio è tipicamente piemontese, dovrebbero tutti derivare dal nome tardo latino Amerius di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale a Sesto Calende nell'anno 1145: "Anno dominice incarnacionis milleximo centeximo quadrageximo quinto, mense ienuarii, indicione octava... ...dicebant ac reclamabant eo quod predictus quondam Amerius genitor eorum reliquisset eis debitum usque ad argenti denariorum bonorum Mediolanensium solidos quadraginta et novem et denarios duos..." o dal nome medioevale Amerinus: "...Roscius, pater huiusce, municeps Amerinus fuit, cum genere et nobilitate et pecunia non modo sui municipi, verum etiam eius vicinitatis facile primus...".
AMERIGHI
AMERIGO
EMERIGO
MARIGA
MARIGHI
MARIGO
MERIGA
MERIGHI
MERIGO
Amerighi è tipicamente toscano, del fiorentino, aretino e grossetano in particolare, Amerigo, estremamente raro potrebbe anche essere ligure, Emerigo è specifico della provincia d'Imperia, di Borgomaro in particolaare, Mariga, molto raro, è tipico dell'area vicentino, padovana, di Carmignano di Brenta e Loreggia nel padovano e di Monticello Conte Otto e Vicenza nel vicentino, Marighi, molto molto raro, è di Comacchio nel ferrarese, Marigo è tipicamente veneto, del vicentino, padovano e veneziano soprattutto, Meriga è praticamente unico, Merighi è tipico di Bologna e di Bondeno e Ferrara nel ferrarese, di Modena e Castelfranco Emilia (MO) e di Parma, Merigo è specifico del bresciano, dovrebbero derivare, direttamente o tramite aferesi, o alterazioni dialettali, dal nome medioevale Ameriga, Amarigus o Amerigus di cui abbiamo un esempio nel Baldus: "...Hic Brunellus adest, Gambo, Schiavina, Lafrancus, ardet Amerigus, pariter bravegiante Galetta, alter ballestram, fert alter tergore schioppum ...", il più famoso esempio dell'uso di questo nome è stato sicuramente Amerigus Vespuccius o Vesputius (1451-1512), il famoso astronomo, cosmografo ed esploratore che dieve il proprio nome al continente americano.
AMICHETTI
AMICHINI
AMICI
AMICO
AMICONE
AMICONI
AMICUCCI
AMIGHETTI
AMIGHINI
AMIGO
Amichetti, molto molto raro, è tipico dell'anconetano e maceratese, Amichini è praticamente unico, Amici ha un ceppo in Lombardia ed è diffuso in Romagna, Marche, Umbria e Lazio, Amico ha un ceppo brindisino ed uno napoletano ed un grosso nucleo in Sicilia, Amicone ha un ceppo abruzzese ed uno nell'iserniese oltre ad un grosso ceppo romano, Amiconi, molto più raro, ha un ceppo nel teramano, uno nell'aquilano ed uno a Roma, Amicucci ha un ceppo nell'anconetano, uno nell'aquilano ed uno nel romano, Amighetti è tipicamente lombardo, del Bresciano, di Verolanuova e Brescia, del bergamasco, di Urgnano, Costa Volpino e Lovere e di Milano, Amighini ha un ceppo a Cremona ed uno a Verona, Amigo, quasi unico, è ligure, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite accrescitivi o ipocoristici, dal nome gratulatorio medioevale Amicus  o Amigus ricordiamo l'abruzzese San Amico, morto nel 1045; tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Brescello nel reggiano agli inizi del 1400, con Pietro degli Amighetti di Cremona notaio di Duodo ed anche Camerlengo, più tardi a Narni nella seconda metà del 1500 troviamo il governatore Iulius Amicus.
AMIDANI Amidani è tipicamente lombardo, di Brescia, Pralboino e Seniga nel bresciano e di San Giovanni in Croce nel cremonese, dovrebbe derivare dal cognomen tardo latino Amidanus, di cui abbiamo un esempio in epoca tardomedioevale: "..Profecto Plinio emendando plurimam operam navarunt viri docti Mediolanenses, quorum hi codices fuerunt, praecipue Pizolpassus archiepiscopus et Petrus Candidus Decembrius. Qua de re afferam tres epistulas, unam Decembrii reliquas Zenonis Amidani, in quibus de Plinio emendando agitur..", una traccia illustre di questo cognome la troviamo nel 1500 con Aetius Amidanus, autore del Medicae certis principes post Hippocratem Galenium, Graeci latinitate donati.
AMIRANDA Specifico del napoletano è molto raro, dovrebbe derivare dal toponimo Miranda (IS) o da Miranda di Poggiomarino nel napoletano.
AMIRATA
AMIRATO
AMMIRATA
AMMIRATI
AMMIRATO
Amirata ed Amirato sono quasi unici, quasi certamente meridionali, Ammirata ha un nucleo nel palermitano ed uno nel cosentino, Ammirati ha un ceppo in provincia d'Imperia, uno in provincia di Napoli ed uno nel crotonese, Ammirato sembra specifico del cosentino.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Amirata e Amirato, quasi unici, si riscontrano esclusivamente a Pozzuoli (NA) il primo e nel cosentino e a Firenze il secondo, Ammirata è tipicamente siciliano e calabrese, con ceppi maggiori nel palermitano e nel cosentino, ma con ceppi minori anche nel nord e centro nord del paese, Ammirati ha un nucleo principale nel napoletano e nuclei secondari nel crotonese, nell'imperiese, nel pescarese e nel chietino, Ammirato è tipico per lo più del cosentino e, in misura minore, anche del barese, del brindisino, del casertano e del napoletano, tutti questi cognomi derivano dal nome medievale Ammirato o Amirato, che, diversamente da quanto si possa pensare, non trae origine dal verbo ammirare: alla base di questo nome, infatti, si trova la voce araba amir, col significato di principe, governatore (lo stesso termine che, tra l'altro, ha dato origine ai vocaboli emiro e ammiraglio). Nell'antico Regno di Sicilia, in realtà, esisteva anche la carica di amiratus (Giorgio di Antiochia, per esempio, venne nominato amiratus amiratorum nel 1132 da parte di Ruggiero II, re di Sicilia), ma è meno probabile che i cognomi in questione abbiano qualcosa a che fare con l'appartenere alla famiglia d'un amiratus o con l'aver lavorato presso una di tali famiglie. In conclusione, dunque, tutti questi cognomi derivano dai nomi personali dei capostipiti.
AMISTA Specifico del mantovano, di Suzzara in particolare, potrebbe derivare da una contrazione del nome medioevale d'uso longobardo Amistada di cui abbiamo un esempio in una Charta venditionis dell'anno 1119 nel bresciano a San Pietro in Oliveto: "...Theudoldus quondam Ghisulbertini et Amistada iugales, lege Langobardorum vivere professi, pretio librarum quinque argenti boni habitarum a Iohanne presbitero ecclesiae Sancti Petri in Oliveto, vendiderunt eidem presbitero Iohanni quattuor petias terras...".
AMISTADI Cognome raro molto antico, originario della zona di Arco di Trento e Riva del Garda, deriva dal termine rinascimentale amistade (amicizia) o dal nome medioevale Amistada (vedi Amista).
AMITRANO Amitrano è un cognome tipico del napoletano, di Massa Lubrense, Napoli, Torre Annunziata, Pompei, Capri, Torre Del Greco e Marano di Napoli, potrebbe derivare da una modificazione arcaica dell'etnico di Montemitro in Molise, probabile luogo d'origine dei capostipiti, tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Napoli nel 1600 con Beatrice Amitrano che si congiunge in matrimonio con il patrizio napoletano, doganiere della Regia Dogana di Napoli, Pompeo d'Anna.
AMMAZZAGATTI
MAZZAGATTI
Ammazzagatti è quasi unico, Mazzagatti ha un ceppo nel teramano ed uno nel messinese, dovrebbero derivare da soprannomi scherzosi originati forse da episodi particolari o dalla spacconeria del capostipite.
AMMAZZALAMORTE Ammazzalamorte, molto raro, sembrerebbe specifico di Cerveteri nel romano, dovrebbe derivare da un soprannome poi divenuto nome beneaugurale che augurava al suo portatore di essere più forte della morte.
AMMAZZALORSO Specifico abruzzese del pescarese in particolare è estremamente raro, dovrebbe derivare dal mestiere di cacciatore di orsi, molto diffusi in epoche passate in quella regione; è certo che tra il '500 e il '600 i cacciatori di orsi più che per soldi, come
invece accadeva nell'800, lo facevano per passione e per mettere alla prova il proprio coraggio.
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
AMMIRAGLI
AMMIRAGLIA
Ammiragli, quasi unico, sembrerebbe calabrese, Ammiraglia è tipico di Roma e del reatino, dovrebbe derivare da un soprannome, probabilmente scherzoso, forse ad indicare il mestiere di marinaio svolto dal capostipite.
AMMUTINATO Ammutinato, molto raro, sicuramente dell'area casertano, napoletana, dovrebbe essere un cognome attribuito ad un trovatello in epoca borbonica, forse perchè il suo comportamento non era particolarmente piaciuto al funzionario dell'orfanotrofio, che così lo identificava come un carattere ribelle.
AMOLINI Amolini è decisamente del bresciano, di Bione e Casto, ma dovrebbe essere di origine veneta, probabilmente del rovigoto, dovrebbe derivare da una forma ipocoristica del nome e soprannome veneto amolo (susina), tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1500 a Rovigo con il medico e filosofo Laurentius Amolinus Rhodiginus.
AMONE
AMONI
Amone è quasi unico, Amoni, estremamente raro, sembrerebbe tipico dell'Italia centrale, deriva da modificazioni del nome medioevale Aimone derivato dal nome longobardo Haimon, di questo nome abbiamo un esempio nell'anno 768 in una  Charta Convenientae: "...Placuit igitur adque bona bolontate conuenit inter Aimone, habitatore castello Ueterbo, nec non et presbyter monachus Sancti Salbatoris de terris cultis et incultis ....", un esempio di questa modificazione lo troviamo nell'Orlandino di Teofilo Folengo (1491-1544): "...Narra lo gran viaggio al mar Euxino, / ove trovò ch'Amone suo fratello, / scampando dal figliuolo di Pipino, / condotto avea d'armati un gran drapello,...".
integrazioni fornite da Daniele Amoni, storico ed antropologo culturale
Amoni: "Antica famiglia di origine normanna. Si trova stabilita nel Reame di Napoli fin dal 1135 nella persona di un Lanfranco, condottiero di milizia sotto Re Ruggero II°. Gli Amoni da tempo remoto hanno fatto parte della nobiltà di Sorrento al Seggio di Porta. Un ramo si trapiantò in Sulmona, un ramo nel perugino. Possederono il feudo di Tricarico. Giulio nel 1460 era Capitano di Sulmona. Vari furono eminenti prelati". (G.B. Di Crollalanza) Francesco Bonazzi, nell'opera Famiglie Nobili e Titolate del Napoletano, descrive questa famiglia: "Patrizia della città di Sorrento del Seggio di Porta, antica feudataria, ricevuta nell'ordine di Malta nel 1751, riconosciuta ammissibile nelle RR. Guardie del Corpo, ed ascritta al Re. Aimone d'Aarienzo (de Argentia): uomo d'arme normanno della famiglia dei conti d'Acerra che, al tempo di Riccardo I°, principe di Capua, era già notevolmente consolidata nell'agro aversano, é ricordato per la prima volta in un atto del 28 agosto 1097: la madre, con il suo consenso, aveva fatto una donazione al monastero di S. Lorenzo di Aversa, ottenendo la conferma del principe capuano. Signore di Castel Cicala, sposò Sica, figlia del conte di Pozzuoli, appartenente, alla aristocrazia napoletana. Nel 1116 sottoscrisse un diploma del principe Roberto in favore del monastero di S. Lorenzo d'Aversa. Nel 1121 risulta ancora tra i più fidi baroni capuani, al seguito di Giordano II°, presenziando e sottoscrivendo una donazione del principe al vescovo d'Aversa, Roberto. Forse dopo la morte del principe dovette separare la propria sorte da quella di Capua; infatti, durante il conflitto scoppiato tra Roberto di Capua e Ruggero, egli stette dalla parte di quest'ultimo, e quando nel 1135 Ruggero ricevette la sottomissione dell'aristocrazia capuana venne inviato nella città quale amministratore della giustizia insieme con l'arcivescovo. Nel maggio 1143 fece una donazione al prete Mairano e qualche mese dopo (nel novembre del 1143) partecipò in Salerno alla curia del re. Amoni di Sulmona: "Errico Amone, (anno 1307), figlio del Cavalier Giacomo Amone di Solmona fu molto a cuore a Carlo II° Re di Napoli per l'ottime sue qualità, e per la fede conservatagli, e per i servigj prestati alla Real Corona: il Sovrano perciò in un diploma l'onora col titolo di Regio Milite, e riduce in burgensatico un di costui molino in flumine ubi dicitur carbonaria per cui pagava un annuo censo di tomola venti di vettovaglie" (Diploma Caroli II Reg. Neap. An. 1301 ex Regest. in M. C. lit. A fol . 84). "Gio. Battista Amone (anno 1546), fu egli celebre nella Giurisprudenza motivo per cui il Principe D. Filippo Lanoja Capitan Generale di S. M. l'Imperatore Carlo V° lo creò suo Uditore Generale, e Giudice dell'intero Esercito Imperiale; dandogli perciò tutte le facoltà ad modum belli, e altri Privilegi, che leggonsi nella Patente spedita. In essa vi si legge eziandio stabilito là per quei tempi non piccola provvigione di trenta scudi al mese. Di tal Nobile soggetto ignorasi le più precise notizie: si sa solo c'ebbe un figlio Placido D'Amone che si casò con Giovannella Carafa figlia di D. Diomede Carafa german fratello del Pontefice Paolo IV° come si dirà in appresso. "Lorenzo Amone (anno 1553), fratello germano del sovramentovato Gio. Battista. Dopo aver atteso allo studio delle Umane lettere, si applicò tutto a quello delle Armi: servì l'Imperatore Carlo V° in qualità di Capitano di Cavalleria, da cui con Imperial Diploma gli fu concesso di poter usare nello Stemma gentilizio di sua famiglia l'Aquila Imperiale. Perciò quella tuttavia si osserva nell'Impresa del riferito Casato". Il ramo di Gualdo Tadino documentato a partire dal 1580 fiorisce tuttora con il dott. Daniele Amoni, storico ed antropologo culturale.
AMOR
AMORE
AMORELLI
AMORELLO
AMORETTI
AMORETTO
AMORI
AMORINI
AMORINO
Amor assolutamente rarissimo, parrebbe del Trentino, Amore ha un nucleo siciliano, soprattutto nella Sicilia meridionale, uno nel napoletano, beneventano e casertano, un ceppo nel Lazio, in particolare a Roma, Amorelli ha un ceppo nel salernitano a Moio della Civitella e Salerno, ed uno in Sicilia a Caltanissetta, ad Alessandria della Rocca nell'agrigentino, a Palermo ed a Vittoria nel ragusano, Amorello è tipico di Palermo e di Partinico nel palermitano, Amoretti sembrerebbe abere un ceppo in provincia d'Imperia ed uno nel parmense, Amoretto è assolutamente rarissimo, Amori ha un ceppo a Roma ed un piccolo ceppo a Sassoferrato nell'anconetano, Amorini è assolutamente rarissimo, con un ceppo nel reggiano e probabilmente uno in provincia di Roma, Amorino, anch'esso rarissimo, sembra avere un ceppo nel napoletano ed uno in Puglia, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal cognomen latino Amor, o da un suo derivato ipocoristico medioevale come Amoretto, di cui abbiamo un esempio a Spoleto nel 1400 con Amoretto Coldumario Governatore di castel San Giovanni di trevi (PG) e castellano della Rocca di Spoleto.
AMORESANO Amoresano, molto raro, ha un piccolo ceppo a Montecorice e Perdifumo nel salernitano, potrebbe trattarsi di una forma etnica del comune beneventano di Amorosi, probabile luogo d'origine del capostipite.
AMOROSI
AMOROSO
AMORUSI
AMORUSO
Amoroso è diffuso in tutto il centrosud, Amorosi sembrerebbe tipico romano, Amorusi semrerebbe specifico di Apricena (FG) ed è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione, Amoruso è molto diffuso in Puglia e nella fascia costiera della Campania ed ha un ceppo anche in Sicilia, derivano tutti dal nome tardolatino Amorusus o Amorusius.
AMOVILLI Amovilli è tipicamente emiliano, probabilmente originario del reggiano, di difficile interpretazione etimologica, potrebbe derivare per betacismo da un soprannome originato dal termine amobilis stante ad indicare la fermezza del capostipite.
AMPELLI
AMPELLIO
Sia Ampelli che Ampellio sono assolutamente rarissimi, dovrebbero derivare dal nomen latino Ampellius di cui abbiamo un esempio nello scrittore del III° secolo Lucius Ampellius, non dimentichiamo poi Sant'Ampellio Arcivescovo di Milano dal 672 al 676.
AMPOLA Specifico abruzzese del pescarese in particolare è estremamente raro, dovrebbe derivare dal mestiere di cacciatore di orsi, molto diffusi in epoche passate in quella regione; è certo che tra il '500 e il '600 i cacciatori di orsi più che per soldi, come invece accadeva nell'800, lo facevano per passione e per mettere alla prova il proprio coraggio.
notizie fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
Il cognome Ampola è anche di famiglia nobile da secoli stabilita in Sicilia (notai in Castelvetrano 1570, nobili in Palermo..)
integrazioni di Filippo Ampola
AMURRI Amurri, molto molto raro, specifico del Piceno, dovrebbe derivare da una forma genitiva patronimica in i, di un nome italiaco preromano Amurus o Amurrus, è veramente remota la possibilità che in qualche modo abbia a che vedere con la popolazione accadica mediorientale degli Amurri o Amorites.
ANACLERIO Anaclerio ha un ceppo a Napoli e Pozzuoli, uno molto consistente a Bari, con un ceppo a Taranto ed a Modugno e Mola di Bari nel barese, dovrebbe derivare dal nome rinascimentale Anaclerius, di cui abbiamo un esempio nel 1600 a Napoli nel libro Massanielli Seditio Neapolitana: "...talisque hominum indignantium fremitus exortus est, qualis magni plerumque motus ad omnem imperii & magistratuum reverentiam exuendam tandem proruentis haud dubium est indicium, concursu ergo in forum a promiscua multitudine novitatem irrogati tributi execrante facto Anaclerius electus populi (id magistratui illi, cui res populi curae sunt, nomen est) praesidem Regni nuntio trepide tanquam super re atroci misso certiorem fecit, ...".
ANANIA Anania è tipicamente meridionale, con un ceppo nel potentino, in particolare a Lauria e Nemoli, uno tra catanzarese e crotonese, a Crotone, Cirò Marina, Casabona e Savelli nel crotonese, ed a Curinga, Lamezia Terme, Petronà, Catanzaro, Maida, Isca sullo Ionio e Stalettì nel catanzarese, ed uno tra palermitano e messinese, a Milazzo e San Filippo del Mela nel messinese ed a Palermo e Cinisi nel palermitano.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questo cognome va ricercata nel nome medievale Anania, l'italianizzazione cioè del personale ebraico Hananiah, che, composto dai termini hannah (favore, grazia) e Yah (Dio), può essere tradotto come grazia di Dio, favore divino (vedi Grazia e Graziadei): in questo contesto, è interessante notare che i nomi Anania e Anna condividono la stessa radice (vale a dire il termine hannah), tenendo conto che nel nome Anna il suffisso Yah è semplicemente implicito - a differenza di Anna, però, il nome Anania viene usato per lo più al maschile. Nell'area siculo-calabrese, ad ogni modo, va precisato che il cognome Anania dovrebbe avere o un'origine grika - soprattutto nel messinese - o un'origine arbëreshë (più probabilmente greco-albanese), derivando appunto dal nome greco Ananias (l'italiano Anania). In conclusione, dunque, si tratta della cognominizzazione del nome personale dei capostipiti.
ANARDU Anardu, molto molto raro, è tipico del sudovest della Sardegna, con un piccolo ceppo ad Arbus nel Medio Campidano.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ANARDU: anadru, anadre (a Nuoro), anàdi o enàdi in Campidano = anatra; dal latino anatis. Anàrdzu, enàrdzu o enàrju è anche l'avena selvatica, aèna, dal latino avena. A-renardzu è il granchio " su cavuru de areni". V-enardzu (v-enadroxu, o benadroxu) è la sorgente. Supponiamo si tratti di un cognome recente, perché non l'abbiamo riscontrato negli antichi documenti sardi. Attualmente il cognome Anardu è presente in 23 Comuni italiani, di cui 11 in Sardegna: Arbus 16, Turri 7, Capoterra 6, Quartu S. E. 6, Ales 6 etc.
ANASTASI
ANASTASIA
ANASTASIO
Anastasi ha un nucleo importante in Sicilia ed un ceppo non secondario nel perugino, Anastasia ha un ceppo pugliese ed uno nel basso udinese, Anastasio è specifico del napoletano e salernitano, dovrebbero derivare dal nome tardo latino di tradizione cristiana Anastasius o dal nome greco bizantino Anastasios, nomi di cui abbiamo un esempio in Paolo Diacono nel suo Historiae Langobardorum: "...Hic Anastasius litteras Constantino papae Romam per Scolasticum patricium et exarcum Italiae direxit...", ma è pure possibile che in qualche caso derivino da toponimi come: Motta S. Anastasia (CT), Sant'Anastasia (NA), Sant'Anastasio (LU) o Valle Sant'Anastasio (PU).
ANATRA
ANETRA
ANITRA
DANETRA
Anatra è tipicamente siciliano, della Sicilia occidentale, di Partanna nel trapanese e di Palermo e Geraci Siculo nel palermitano, Anetra è quasi unico e Danetra, ormai scomparso in Italia, sono probabilmente dovuti ad errori di trascrizione di Anatra o Anitra, che è specifico del palermitano, di Monreale, Altofonte e Palermo, all'origine di questi cognomi dovrebbero esserci dei soprannomi originati dal termine anatra o anitra (uccello palustre, ma anche da cortile), forse a sottolineare il modo di camminare ondeggiante dei capostipiti.
ANCARANI
ANGARANI
ANGARANO
Ancarani è tipico della Romagna e delle Marche, Angarani è quasi unico, Angarano è invece pugliese, del barese ed in particolare di Bisceglie, Trani, Bari e Terlizzi, potrebbero derivare dal toponimo Ancarano nell'urbinate o dall'omonimo nel teramano, ma più probabilmente derivano da nomi di località originati dalla presenza in loco di un tempio dedicato alla dea Ancaria o dalla presenza di un podere di proprietà di un Ancharius, nome latino di cui abbiamo un esempio in un'antica lapide: "Ti(berio) Iulio Po[l]/lieno Auspici lega[t(o)] Augusti / pr(o) pr(aetore) c(larissimo) v(iro) co(n)s(uli) / praesidi ra/rissimo / Q(uintus) Ancharius / Felix a militiis", ricordiamo con questo nome il Margravio di Spoleto e Camerino dal 937 al 940.
integrazioni fornite da Luca Agrioli
cognome abbastanza diffuso nell'Italia centrosettentrionale si divide in due categorie una, la piu diffusa, di origine cristiana, la seconda derivata dal nome Ancarano e Angarano di origine ebraica oggi diffusa solo in poche unità nel centro Italia. L'origine del nome Ancarano nel centro Italia è sicuramente comprovato dall'archivio di stato di Ancona che tratta di atti notarili di compravendita fatti dagli Ancarano sino al 1656, esistono inoltre informazioni piu' recenti reperite dagli archivi del comune di Ancona,  in epoche precedenti esistono tracce in Portogallo.
ANCELLOTTI
ANCELLOTTO
ANCELOTTI
ANCILLOTTI
ANCILLOTTO
ANCILOTTI
ANCILOTTO
Sono entrambi decisamente lombardi, Ancelotti è estremamente raro, Ancellotti ha un ceppo bresciano tra Capriano Del Colle, Brescia e Azzano Mella ed uno principale mantovano a Gonzaga, Ancellotto, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione, mentre invece Ancillotti è chiaramente toscano di Empoli e Firenze e di Lamporecchio (PT), in particolare, Ancilotti, molto molto raro, è di Empoli e Castelfiorentino, Ancillotto e Ancilotto sono veneziani, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Ancillottus di cui abbiamo un esempio nell'elenco degli allievi dell'Ateneo perugino dove sotto l'anno 1583 è citato il marchigiano Ancillottus Ancillottus, il nome è una variante del molto più noto Lancillotto.
ANCESCHI Anceschi è specifico del reggiano e del modenese, di Reggio Emilia e Scandiano (RE), probabile luogo di origine, con diramazioni anche a Modena e Sassuolo (MO), potrebbe trattarsi di una forma aferetica del nome Francesco, tracce di questa cognominizzazione si trovano a Scandiano almeno dalla seconda metà del 1500.
ANCONA
ANCONETANI
Ancona è molto diffuso in Puglia, soprattutto a Bari e nel barese, ad Altamura, Bitonto, Triggiano, Molfetta e Monopoli, ha un ceppo a Palermo e nel trapanese a Castelvetrano, Castellammare del Golfo e Trapani, ha ceppi campani a Napoli e Villa Literno (CE) e nel Lazio a Roma, Anconetani è specifico di Jesi (AN), derivano dal toponimo Ancona e dal suo etnico (anconetano).
ANDALORE
ANDALORO
Andalore, che sembrerebbe essere unico, è probabilmente dovuto ad un'errata trascrizione di Andaloro, che, tipicamente siciliano, ha ceppi nel messinese, in particolare a Milazzo, a Messina, Caltanissetta, Palermo e Catania, e che potrebbe derivare da una forma aferetica italianizzata del nome longobardo Auriwandalus o del gotico Vandalarius, o dall'aferesi del nome Wandalor di cui abbiamo un esempio d'uso in un atto di donazione del 1078: ".. de meo comitali fisco orto illum qui est inparochia ecclesiae illius quae dicitur Wandalor. Dedi quoque similiter ibidem casale ubi custos sive ortolanus possit ibi iugiter manere..".
ANDENA
ANDENI
ANDENNA
Andena è tipico del milanese, del lodigiano e del cremonese, di Milano in particolare, di Lodi, di Casalpusterlengo e Marudo nel lodigiano e di Dovera e Spino d'Adda nel cremasco, Andeni è praticamente unico, Andenna è un cognome di probabili origini novaresi, ma presenta anche un ceppo milanese, forse derivato da modificazioni del cognome Andena, dovrebbe derivare dall'antico toponimo di Andena nel bergamasco di cui abbiamo un esempio in quest'atto del 1322 redatto a Serina: "Confines communis de Serina et de Bracha. In Christi nomine amen. Die vegessimo secundo mensis octubris millessimo trecentesimo novagessimo secundo, indicione quintadecima in vicinia de Levrene loci de Serina Vallis Brembane episcopatus Pergami in contrata de Zuglato ad domum habitationis Guarischini dicti Rasgete filii quondam Zamboni de Amigonibus de Serina, presentibus testibus... ...primo cum dicto communi et territorio de Serina et de Bracha coheret ab una parte commune de Honeta in parte et in parte de Gorne et in parte commune de Primolo Vallis Seriane Superioris et in parte commune de Vertoa Vallis Seriane Inferioris, ab alia parte coheret dicto communi de Serina et de Bracha commune de La Costa in parte et in parte commune de Andena et in parte commune de Postcantu. Ab alia parte commune de Spino in parte et in parte de Plazze et in parte commune de Sancto Gallo et in parte commune de Dossena....", ma non si può escludere anche una possibile derivazione da un soprannome originato dal vocabolo dialettale andana o andèna che sta per andazzo, malvezzo, modo di fare disdicevole, forse per prendere in giro o per sottolineare un particolare comportamento del o dei capostipiti.
ANDERLINI
ANDERLONI
Anderlini ha un piccolo ceppo nel verbanese, un piccolo ceppo veneto, un nucleo importante tra modenese e bolognese, un ceppo nel perugino ed uno nel romano, Anderloni ha un ceppo nel veronese a Verona, San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo e Caprino Veronese, con presenze anche nel vicino bresciano, a Brescia ed a Milano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Anderlinus, forma ipocoristica arcaica di Andrea, o dalla forma accrescitiva dello stesso, Anderlone, di questo diminutivo abbiamo un esempio in un atto dell'anno 1116: "...Paganus nepos Odonis de Banterlu, Anderlinus de Cleriaco...", e in uno scritto del 1484 a Vigasio nel veronese: "...Anderlinus dictus barba quondam Bartholomei...".
ANDIDERI
ANDIDERO
Andideri, praticamente unico dovrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione, Andidero è assolutamente rarissimo, si individua un ceppo barese ed uno reggino.
ANDO
ANDO'
Ando è quasi unico, Andò è decisamente siciliano, di Messina e Taormina nel messinese, di Palermo e di Giarre e Catania nel catanese, dovrebbe trattarsi di una forma tronca del nome latino Andochius o del nome greco Andochos.
ANDOLFI
ANDOLFO
Andolfi ha un ceppo nel pavese, uno nella zona tra Livorno e Pisa ed un grosso nucleo tra napoletano e casertano, Andolfo ha un ceppo padovano ed uno napoletano, derivano dal nome gotico Antolf e dalla sua latinizzazione in Andulfus: "...manent ibi, Godrandus, Bertrandus, Andulfus, servi ...".
ANDOLINA Specifico della Sicilia, potrebbe derivare dal termine arabo El Andolus (una persona dei Vandali). Fin dal XVI° secolo troviamo in Sicilia, nell'agrigentino, questo cognome, ad esempio con l'illustre letterata di quei tempi Suor Maria Andolina.
ANDORNI
ANDORNO
Andorni, assolutamente unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione di Andorno, che è specifico della zona che comprende il novarese, a Suno e Novara, il vercellese, a Borgo d'Ale e Moncrivello, ed il torinese, a Torino e provincia, dovrebbe derivare dal nome medioevale di origine celta Andornus o Andornius.
ANDRADE
D'ANDRADE
DE ANDRADE
Cognomi estremamente rari, con comune origine galiziana,  gli Andrade costituirono un nobilissimo casato, furono feudatari di La Coruna, la provincia più a nord nella Spagna occidentale. Nei primi anni del 1300 troviamo a Lisbona un alto prelato di nome Nuno Freire de Andrade, il Conte Don Fernando de Andrade è uno dei più importanti comandanti delle forze spagnole nella campagna d'Italia del 1520, a la Coruña si trova ancora el castillo de los Andrade.
ANDREA
ANDREACCI
ANDREASI
ANDREETTA
ANDREETTI
ANDREI
ANDREINI
ANDREOCCI
ANDREOLI
ANDREOLO
ANDREOTTI
ANDRETTI
ANDREUTTI
ANDREUTTO
ANDRIOLO
ANDRIULO
Andrea è assolutamente rarissimo, così come Andreacci, Andreasi è tipico del Triveneto, del Trentino, veronese e rovigoto, con presenze significative anche nel latinense, dovute probabilmente all'emigrazione veneta all'epoca della bonifica delle Paludi Pontine, Andreetta, decisamente veneto del trevisano, con presenze significative anche nel padovano e nel veneziano, Andreetti ha un ceppo nel ferrarese ed uno nell'aquilano, Andrei ha un ceppo nel parmense ed in Toscana, Andreini è tipicamente toscano delle province di Lucca, Firenze ed Arezzo in particolare, Andreocci è tipicamente laziale, diffuso a Priverno nel latinense, a Vignanello nel viterbese ed a Roma, Andreoli è diffusissimo in tutto il centronord, nella Campania settentrionale ed in Calabria, Andreolo, quasi scomparso, parrebbe veneto, Andreotti è diffuso al nord, nell'alta Toscana, nell'aquilano, nel Lazio, nel napoletano e nel beneventano, Andretti ha un ceppo nel napoletano ed uno nel foggiano, Andreutti è tipico friulano di Ragogna, Majano e San Daniele del Friuli nell'udinese e di Trieste, Andreutto, molto raro, è veneziano, Andriolo ha un grosso ceppo veneto, soprattutto nel vicentino e nel veneziano, un ceppo pugliese tra barese, brindisino e leccese, ed un ceppo sicliano, in particolare nel palermitano e nel messinese e catanese, Andriulo è tipicamente pugliese, abbastanza raro, è specifico del brindisino e tarentino. Tutti questi cognomi e molti altri ancora hanno in comune la derivazione, attraverso modificazioni dialettali, ipocoristiche o particolari forme patronimiche, dal nome proprio grecoAndreas che ha origine dal greco andros (uomo) che ritroviamo nel latino Andreas, che è diventato l'italiano Andrea. L'antichità del nome ha permesso una distribuzione omogenea per tutta l'Italia, anche se con forme diverse. La zona di massima concentrazione di questi cognomi è comunque quella nord orientale.
ANDREANI Andreani è tipico della fascia dell'Italia centrale con ceppi anche in Lombardia, Liguria e Piemonte e Trentino, dovrebbe derivare dal nome Andreanus (vedi Andreano), ma è pure possibile una derivazione da uno dei tanti toponimi che prendono il nome da Sant'Andrea. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo in Trentino nel 1600 con don Valentino Andreani Rettore della chiesa di Isola della Scala (VR).
ANDREANO Andreano è tipico della zona che comprende avellinese e foggiano, dovrebbe derivare dal nome Andreano, di cui abbiamo memoria ad esempio nel 1400 con un certo Andreano d'Andreano di doccia (MO), ma potrebbe anche derivare da toponimi come Andretta (AV), tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Pietradefusi (AV) fin dal  1600 con un certo Pietro Andreano citato in una cronaca giudiziaria del tempo.
ANDREASSI
ANDREAZZA
ANDREAZZI
ANDREAZZINI
ANDREAZZO
ANDREOZZI
Andreassi ha un nucleo nel bresciano ed uno in centro Italia, Andreazza è tipico veneto, del trevigiano e basso bellunese in particolare, Andreazzi, estremamente raro, sembrerebbe sempre veneto, Andreazzini, quasi unico, parrebbe della Lunigiana, Andreazzo rarissimo è tipico padovano, Andreozzi oltre al ceppo principale tra Lazio, casertano e napoletano, ha anche un ceppo marchigiano ed uno nella Toscana settentrionale, derivano da modificazioni medioevali del nome Andrea, uso dimostrato in questo testo del 1352: "...Venerunt de Ungaria de carcere, ubi per septem annos steterunt Domini Regales Robertus Imperator Romaniae Despotus Princeps Achayae, et Tarenti Philippus frater eius et Dominus Lodovicus de Duracio pro quorum adventu Neapoli, magnae festivitates per Lodovicum et Ioannam Reginam, qui fuerunt capti a Rege quando venit in Regnum ad vindicandum mortem Andreassi fratris, quando fecit mutilare Capite Dominum Carolum de Durachio in Castello Aversae....".
ANDREATO Andreato è tipicamente veneto del veneziano, di Campagna Lupia, Mira e Camponogara, cn presenze nel latinense dovute all'emigrazione veneta in occasione della bonifica Pontina, si dovrebbe trattare di una tipica forma patronimica veneta, dove il suffisso -ato stia per il figlio di, riferito a capostipiti il cui padre si fosse chiamato Andrea./font>
ANDREIS Andreis ha un ceppo tra cuneese e torinese ed uno tra bresciano, veronese e basso Trentino, un piccolo ceppo autonomo è presente in Friuli e dovrebbe derivare dal toponimo Andreis (UD), gli altri dovrebbero derivare dal nome Andrea. Tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel bergamasco nel 1500 dove troviamo un "Memoriale mei Perini de Andreis civis Bergomi [et] Marci Berette quondam dicti Perini".
ANDRELLI
ANDRELLO
Andrelli, molto molto raro, parrebbe del marchigiano, di Fermo nel Piceno e di Ancona, Andrello, anch'esso molto raro, pur avendo la massima diffusione tra milanese e varesotto, dovrebbe essere originario del reggino in Calabria dove ha un ceppo nel valentiano a Dinami e a Serrata nel reggino, dovrebbero derivare da un ipocoristico del nome Andrea, tracce di queste cognominizzazioni si hanno nel reggino nel 1700 quando gli Andrello erano annoverati tra le famiglie nobili del paese di Acquaro (RC), tanto da avere sepoltura in tombe di famiglia all'interno del Convento di Santa Maria del Soccorso.
ANDRENACCI Tipico del Piceno e teramano, deriva da modificazioni ipocoristiche del nome Andrea, è presente nel teramano fin dal 1600.
ANDRIA Andria è tipico del salernitano, con un ceppo anche nel valentiano ed in Sardegna, i ceppi continentali dovrebbero derivare dal toponimo Andria nel barese, ma è pure possibile una derivazione dal nome greco Andros.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ANDRIA: in sardo significa Andrea ed è il nome del Santo Apostolo, fratello minore di Pietro: nato in Galilea a Bethsaida nel 6 a. C. crocifisso e martirizzato il 30 novembre del 60 d. C. a Patrasso in Grecia. Il suo nome ebraico d'origine non compare. I greci lo chiamarono Andrea (Ανδρέας), il cui significato è di uomo forte, vigoroso. È venerato in tutto il mondo cristiano ed in maniera eccezionale in Sardegna(Sant'Andrìa). A lui i sardi hanno dedicato tantissime chiese, campestri e parrocchiali. La più antica è senz'altro la chiesa campestre di Sant'Andrea di Torralba, di origini paleocristiane, costruita probabilmente fra il VII° e l'VIII° sec. Era ancora consacrata nel XIX° secolo.  Alcuni villaggi portano, sin dal primo periodo medioevale, il nome del santo apostolo; tra questi citiamo Sant'Andrea Frius (Sant'Andrìa per i sardi) della provincia di Cagliari; 1892 abitanti (santandriesi). Andria è molto diffuso come nome, ma come cognome è raro. Persino il mese di novembre è chiamato, in molte parti della Sardegna (Bitti, Nuoro, Dorgàli, Fonni, Macomer, Bonarcado, Milis, Laconi, etc.) oltre che Onnyassantu, il mese di Sant'Andrìa.  Nelle carte antiche lo troviamo come nome, ma tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, figura un certo Andrèe Guillermus, ville Algueri(Alghero). Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, *CSNT, XI°, XIII° sec. troviamo Andrìa in diversi capitoli, solo come nome (208, 121, 166, 184, 173, 130, etc.). Attualmente il cognome Andria è presente in 55 Comuni italiani, di cui 18 in Sardegna( con la pronuncia Andrìa, ad indicare la discendenza o la provenienza): Sassari 24, Cagliari 11, Muravera 8, Uras 8, Seneghe 8, Iglesias 8, etc. In Campania è presente in 11 Comuni con Giffoni 86, Napoli 15, etc. Non sappiamo però se in quella regione la pronuncia è Andrìa o Andria: in quest'ultimo caso significato ed estimo sono completamente diversi da quelli individuati per il primo.
ANDRIAN Andrian ha un ceppo nel padovano, ma il grosso è specifico dell'area friulano, giuliana, di Fiumicello, Aquileia, San Vito a Torre e Cervignano del Friuli nell'udinese e di Gorizia e Monfalcone nel goriziano, dovrebbe derivare dal nome slavo Andrian, un'alterazione del nome Andrey, probabilmente portato dal capostipite.
ANDRIANI
ANDRIANO
Tipicamente pugliesi, Andriani, è il più comune, molto diffuso nel barese a Molfetta, Bari, Giovinazzo e Barletta, a Taranto, nel brindisino a Brindisi, Francavilla Fontana e Carovigno, e nel leccese a Squinzano, Andriano è diffuso particolarmente a Giovinazzo (BA) ed a Trinitapoli (FG), dovrebbero entrambi derivare dall'etnico di Andria (BA) di quest'uso abbiamo un esempio nel 1242 in uno scritto: "...Deinde cum vellet ulterius procedere exivit Andria et, cum esset extra portas, Andriani omnes supplicaverunt ut Andrianis aliquam gratiam faceret. ...", le presenze al nord non sempre derivano dall'emigrazione, a volte sono invece dovute al mantenimento di antiche grafie del cognome Andreani di cui si ha un esempio nel 1371 in una lapide sepolcrale a Corenno (LC): "In nomine Domini amen, anno Christi MCCCLXXI hoc opus fieri fecit Stephanus filius quondam domini Balsari de Andriani de burgo Corenni diocesis Mediolani".
ANDRIGHETTI
ANDRIGHETTO
ANDRIGHI
ANDRIGO
Andrighetti è tipico dell'alto Veneto orientale, diTrevignano e Montebelluna nel trevisano, di Fonzaso nel bellunese, di Venezia e di Legnago nel veronese, Andrighetto, sempre veneto, è più specifico del vicentino, di Vicenza, Dueville, Costabissara, Schio, Breganze, Sandrigo e Fara Vicentino, e del trevisano, a Cavaso del Tomba e Quinto di Treviso, Andrighi, estremamente raro, è del trentino, di Vermiglio in particolare, Andrigo, altrettanto raro, ha un ceppo nel padovano a San Giorgio delle Pertiche, Santa Giustina in Colle e Limena ed uno nel pordenonese, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite modificazioni ipocoristiche, dal nome medioevale di origini germaniche Andericus, di cui abbiamo un esempio d'uso nel 1189 a Milano: "...Apud Mediolanum obiit Andericus de Palacio, avus domni Anderici episcopi, era Mª Cª LXXXIX...".
ANDRISANI
ANDRISANO
Andrisani ha un ceppo nel materano a Matera e Montescaglioso ed uno a Taranto, a Ceglie Messapica (BR) ed a Gravina In Puglia (BA), un ceppo a Marcianise (CE) ed uno a Pomigliano d`Arco (NA), Andrisano invece è specifico di Manduria, San Marzano Di San Giuseppe, Fragagnano e Taranto nel tarentino, dovrebbero derivare dal termine andrisano forma arcaica dell'etnico della città di Andria (BA).
ANDRONICO Andronico ha un ceppo siciliano, soprattutto a Messina, a Catania e nel catanese a Belpasso, San Giovanni la Punta e Acireale, ed a palermo, presenta un piccolo ceppo anche nel Salento a Sannicola e Seclì nel leccese, dovrebbe derivare dal cognomen latino di origini greche Andronicus, derivato da Andronikos, ricordiamo lo scrittore latino Lucius Livius Andronicus  (284 a.C. - 204 a.C.) e l'imperatore bizantino Andronikos II Palaiologos (1259 - 1332).
ANDRUSIANI Estremamente raro sembra originario del cremonese, dovrebbe derivare da Androsianus, dal greco Andros (uomo), ed essere quindi una variante rara ed arcaica del nome Andrea.
ANEDDA
ANELA
ANELLA
Anedda è tipico della Sardegna centromeridionale, Anela, molto molto raro, è tipico di Nuoro e di San Teodoro (SS), dovrebbe derivare dal toponimo Anela (SS), Anella è specifico del romano, frusinate e latinense, hanno diverse origini possibili, o da un diminutivo del nome Ana (Anna), da ipocoristici del nomen della Gens Annia, o dal vocabolo anedda l'anello murato dove si legavano gli animali come mulo, asino o cavallo.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ANEDDA; ANELA; ANELLA:  Il cognome potrebbe essere legato all'antico mestiere del fabbro ferraio.  In lingua sarda abbiamo aneddu, oneddu nel significato di anello da dito, riferito a persone. S'anella era il picchiotto dei portoni delle case dei proprietari terrieri, in forma di grosso anello di ferro; s'anella de su porcu è invece l'anello di ferro che si mette sul muso del maiale da ingrasso, in modo che non crei danno al pavimento della stalla (s'aùrra de su porcu); s'anella po ferrai is cuaddus e is bois l'anello di ferro che si trovava davanti alla porta dell'officina del fabbro ferraio). In catalano abbiamo anella, in latino anellus. Anella o Anela è il nome di un 'antica città del Goceano, regione della Sardegna centro settentrionale ( centro abiatao della Prov. di Sassari, di 817 abitanti - villa romana risalente all'epoca Sillana - Feudo regio  sino al 1839 - etc. ), della cui Curadorìa era appunto capoluogo(Curadorìa de Gociano o de Anella). In tutte la carte antiche della Sardegna troviamo citato il centro abitato. Era tra le Curatorie aderenti al Trattato di Pace di Eleonora, *LPDE del 1388 ** Curatoria de Anella (de Gociano).et ego Alesio (de) Anthonius, habitator ville de Sporlachu (odierna Isporlatu).sindicus actor et procurator Curatorie de Anella et villarum...nisi bestiaris pastores.congregatis in villa de Bilĉochor (Guilciochor) et etc. in  posse  Salari Arsoci de Bose...X die januarii 1388).appartenne alla Curadorìa di Gociano di cui fu capoluogo, nel regno giudicale di Torres sino al 1272. Poi al Regno catalano aragonese di Sardegna. Dal sovrano Alfonso il Benigno fu concesso in feudo al donnichello Mariano d'Arborea(futuro Mariano IV° padre di Eleonora) e fu in seguito compreso nel Giudicato di Arborea. Scoppiata la guerra tra il re aragonese e il Giudicato di Arborea, di cui era Giudice appunto Mariano, il villaggio di Anella fu concesso in feudo a Valore de Ligia, ma solo nominalmente, perché di fatto la "villa" continuò ad appartenere al regno arborense. Nel 1420 la villa fu inglobata nel Regno di Sardegna, etc. (Di. Sto. Sa. - Dizionario Storico Sardo, di Francesco Cesare Casula). Nel testo del Fara ( Ioannis Francisci Farae - in Sardiniae Chorographiam), ove tratta della diocesi di Castro (Castrensis diocesis mediterranea, Ottanensi proxima, nomen sumpsit ab urbe Castri .- la diocesi di Castro, sita nell'entroterra e attigua a quella di Ottana, prende il nome dalla città di Castro.), cuius diocesis incipit a regione curatorie Anelae.la cui diocesi ha inizio con la regione della Curatoria di Anela.Il cognome Anedda attualmente è presente in 212 Comuni d'Italia, di cui 87 in Sardegna( per lo più concentrati nella zona di Cagliari): Cagliari 252, Orroli, 105, Sinnai 86, San Sperate 68, Villaputzu 60, Narcao 53, etc. Il più famoso degli Anedda è Gianfranco(CA 28 agosto 1930), avvocato, politico militante di Alleanza Nazionale, parlamentare dal 1992. Il cognome Anella presenta un ceppo ben radicato in Lazio, nel quale è presente in 8 Comuni su 12 di tutto il territorio nazionale: Roma 40, etc.- assente in Sardegna - Il cognome Anela ( presente in 12 Comuni italiani) ha un ceppo radicato in Puglia( in 3 Comuni): Bari 12, etc.; uno in Sardegna (3 Comuni): Nuoro 12, San Teodoro 6, Sedini 3.
ANELLI Anelli è diffuso diffuso prevalentemente in Lombardia, l'origine può essere messa in relazione sia ad anelli particolari, cui il capostipite era legato sia ad una chioma ad anelli, cioè riccioluta , come potrebbe essere una diversificazione del cognome Agnelli, passando tramite un Anielli per diventare quindi Anelli. (vedi Anello)
ANELLO Tipico della Sicilia e della Calabria meridionale, dovrebbe derivare da una contrazione del nome Aniello (vedi) di cui abbiamo un esempio nel 1500 con l'erudito salernitano Anellus Sanvitus, tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Filadelfia (VV) nel 1700, tra i cittadini appartenenti al 2° ceto si trovano quattro famiglie Anello.
ANERIS Aneris, estremamente raro, è tipico della zona di Oristano, dovrebbe derivare per aferesi da San Neri, la forma sarda di San Ranieri, santo molto venerato in Sardegna (vedi SANNERIS).
ANESA Anesa è specifico del bergamasco, in particolare di Vertova, ma anche di Fiorano al Serio, Peia , Albino e Gazzaniga, dovrebbe derivare dal nome della località Anesa citata in questo testo del 1516: "...Montani vero tractus vallibus distinguntur, quæ a meridie in septemtrionem protensæ in Sassinam et Tellinam demum valles illis sese ex transverso obiicientes omnes fere desinunt. Earum primæ ad ortum Caballina illique adnexa Calepina sunt, quarum utranque Sebini lacus prospectu exhilaratur; cæterum Caballina ad septentrionem vergens lacu (qua patentior est) alluitur, in cuius margine Luerium oppidum sedet, confectura pannorum celebre. Calepina vero ad meridiem versa et ad emissorium lacus posita Ollii etiam fluvii amoenitate perfruitur, in cuius dextera ripa Calepium (unde sibi cognomen) habet. His proxima est Serriana a Serrio intersecante dicta, quæ propter amplitudinem sui in superiorem, mediam et inferiorem dividitur. Superiori Clusonium, Gromum, Gandelinum, Suerum, Castilio, Præmolum, Gorne, Onetum et Cerete; mediæ Gandinum (unde et Gandinia quadam sui parte appellatur) Vertua, Gazaniga, Cazanum, Lavium, Cazanigum; inferiori Alzanum, Nembre, Albinum, Comendunum, Dezenzanum, Anesa, Aranica, ascribuntur....", o dal  nome del torrente Anesa in Val Seriana.
ANESE Anese è tipico di Concordia Sagittaria, Portogruaro, Cinto Caomaggiore e Fossalta di Portogruaro nel veneziano e di Pordenone e Fiume Veneto nel pordenonese, dovrebbe derivare dal nome del paese di Borgo Anese nel trevisano, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
ANESI Anesi è tipico di Verona e di Baselga di Pinè e Trento nel trentino, dovrebbe derivare dal nome del paese di Anesi nel veronese.
ANESIN
ANESINI
Assolutamente rarissimi, specifico di Baselga Di Pinè (TN) Anesin e di Pergine Valsugana (TN) Anesini, potrebbero derivare da soprannomi dialettali originati dal termine anes (anice), ma è pure possibile una derivazione dal nome Agnese.
integrazioni fornite da Magda Lúcia Turrer Rodrigues
Anesini potrrebbe derivare dal nome di persona dal latino Iohannes. Il cognome è diffuso soprattutto nelle zone di Pergine, Civezzano, Piné.
ANFOLSI Anfolsi è quasi unico, dovrebbe derivare dalla cognominizzazione del nome Anfolso, forma dislessica del nome Alfonso.
ANFORA Tipico di Casale di Carinola (CE), famiglia patrizia, il cui nome probabilmente deriva da un particolare dello stemma del casato.
integrazioni fornite da Domenico Anfora
Questa famiglia, sin dal XII° secolo, era presente in Terra del Lavoro, nella zona di Carinola, dove Tommaso divenne Vescovo alla fine del secolo. Godette nobiltà in Sorrento e durante il periodo borbonico alcuni componenti della famiglia furono ammessi nelle Guardie del Corpo del re.  Francesco fu generale di brigata e maggiordomo di settimana di Ferdinando II°.  Francesco Saverio, figlio del generale Raffaele, raggiunse il grado di tenente colonnello e fu tra i più valorosi difensori di Gaeta contro i piemontesi (1860-61). Scrisse un saggio su quell'assedio.  Ai principi del XIX° secolo la famiglia si divise in due rami, ambedue patrizi di Sorrento. A Giuseppe, deceduto nel 1894, fu riconosciuto il titolo di Duca di Licignano con R.D. del 21-06-1891.
ANFORTI Assolutamente rarissimo, probabilmente di origini franche insediatisi a Firenze, dovrebbe derivare dal nome franco Aufort, il casato Anforti appartenne al patriziato fiorentino fin dal 1700, furono grandi proprietari terrieri nella zona di Pontassieve (FI).
ANFOSSI
ANFOSSO
Anfossi è tipico dell'estrema fascia occidentale dell'Italia settentrionale, con un nucleo principale nella zona di Taggia (IM), un ceppo nella zona di Alba (CN), uno a Torino ed uno non secondario a Milano, Anfosso è tipico della Liguria  derivano dal nome medioevale Anfossus, forma arcaica di Alfonso, di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale sotto l'anno 1179: "...qui in eorum subter leguntur presentia estimaverunt quod pocior illa terra erat quam ipse prefatus Anfossus presbiter ab eodem monasterio Morimondi recipiebat quam ipse dabat...", tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Pisa nel XII° secolo: "...ideo nos Alcherius Anfossi et Bandinus Burgundii, Lamfrancus quondam Gerarduccii, Lamfrancus Boccii atque Battepalia, pisanorum Dei gratia consules...", a Taggia nel 1600 troviamo la famiglia dei notai Anfossi.
ANFUSO Anfuso è un cognome tipicamente siciliano del catanese, messinese ed ennese, si dovrebbe trattare di una forma dialettale medioevale  Anfusus derivata dal nome Anfossus, forma arcaica di Alfonso (vedi ANFOSSI), di questa modificazione abbiamo un esempio in questo atto redatto a Palermo nel 1201: "Fredericus dei gratia rex Sicilie, ducatus Apulie et principatus Capue. Per hoc presens scriptum notum facimus universis nostris fidelibus presentem paginam inspecturis, quod nos de solita gratia et liberalitate nostra, attendentes quoque puram fidem et grata servitia, que Anfusus de Roto comes Tropee, fidelis noster, ...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cognome siciliano, calabrese e tarantino. Viene dalla voce calabrese 'nfusu' = bagnato. Fonte: Rohlfs, 42.
ANGARAN Angaran è abbastanza raro ed è tipico di Fonzaso nel bellunese, potrebbe trattarsi di una forma etnica dialettale per chi proveniva dalla frazione di Fonzaso chiamata Agana, con una n epentetica per rendere più fluida la pronuncia del termine.
ANGARI
ANGARONE
ANGARONI
Angari è assolutamente rarissimo, Angarone è praticamente unico e dovrebbe trattarsi di un errore di trascrizione di Angaroni che è specifico di Gerenzano (VA), dovrebbero derivare da un soprannome originato dal vocabolo latino aggarius (messo a cavallo spesso del servizio postale) e starebbe ad indicare che il capostipite era addetto a quel tipo di servizio, ma potrebbe, anche se meno plausibilmente, derivare anche dal termine medioevale angaria (la punizione per la quale il reo era costretto a percorrere le vie del paese con un ceppo al collo) e potrebbe in questo caso essere riferito ad un fatto occorso a d un componente della famiglia.
ANGEI Angei, abbastanza raro, è tipicamente sardo di San Gavino Monreale nel Medio Campidano, dove è ben presente anche a Samassi.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ANGEI: (angèi -potrebbe derivare da angèî (con nasalizzazione della i, per caduta della "n")  sul significato e l'etimo permangono incertezze. Suggeriamo la radice "agn." del latino agnus = agnello. Ma non trascuriamo la radice greca άγγ di άγγος, che significa recipiente, anfora, boccale etc. In greco abbiamo inoltre il vocabolo άγνοσ (agnos) = agnocasto (su pibiri sardu) e αγνός (agnòs) = casto, puro, venerando. Citiamo pure il verbo greco άγχω = angustio, creo sofferenza. È un cognome raro, con la maggior parte delle presenze a San Gavino Monreale (Medio Campidano). Lo troviamo in 28 Comuni italiani, di cui 15 in Sardegna: San Gavino 79, Samassi 18, Cagliari 8, Villacidro 6, etc.
ANGELANTONI
ANGELANTONIO
ANGELANTONJ
Angelantoni, molto molto raro, è tipico dell'area centrale che comprende Umbria, Lazio ed aquilano, Angelantonio, assolutamente rarissimo, sembrerebbe abruzzese, Angelantonj, sempre abruzzese, è praticamente unico, dovrebbero derivare dal nome composto da Angelo ed Antonio. Lo stemma si riferisce al casato degli Angelantonj, che dovrebbe risalire almeno al 1505.
integrazioni fornite da Lelio Angelantonj
Negli ultimi 200 anni il cognome Angelantonj proviene da Tocco da Casauria in Abruzzo dove è locato il palazzo Angelantonj con stemma nobiliare.
ANGELELLI
ANGELETTI
ANGELI
ANGELINA
ANGELINI
ANGELINO
ANGELO
ANGELONI
ANGELUCCI
ANGIOLINI
Angelelli, Angeletti e Angeloni sono specifici dell'Italia centrale, Marche, Umbria e Lazio, con piccoli ceppi secondari in Lombardia, Angelelli ha anche un ceppo nel Salento, Angeli è molto diffuso in tutta l'Italia centro settentrionale, Angelini oltre ad una diffusione importante nel centro e nel settentrione, ha un ceppo nelle Puglie, Angelino è molto diffuso in Piemonte nel torinese e biellese e nell'alessandrino, ha un ceppo tra napoletano e casertano ed uno tra ragusano e siracusano, Angelo, abbastanza raro sembra originario del trapanese, Angelelli, Angeletti e Angeloni sono specifici dell'Italia centrale, Marche, Umbria e Lazio, con piccoli ceppi secondari in Lombardia, Angelelli ha anche un ceppo nel Salento, Angeli è molto diffuso in tutta l'Italia centro settentrionale, Angelina, assolutamente rarissimo, ha un piccolissimo ceppo piemontese, in particolare nel biellese ed uno veneto, in particolare nel vicentino, Angelini oltre ad una diffusione importante nel centro e nel settentrione, ha un ceppo nelle Puglie, Angelino è molto diffuso in Piemonte nel torinese e biellese e nell'alessandrino, ha un ceppo tra napoletano e casertano ed uno tra ragusano e siracusano, Angelo, abbastanza raro sembra originario del trapanese, Angiolini sembra avere due nuclei, uno in Toscana e nel bolognese ed uno nel milanese e bergamasco. Derivano tutti direttamente o tramite ipocoristici dal greco è molto diffuso nella fascia centrale che comprende il riminese, le Marche, l'Umbria, l'Abruzzo, il Lazio, con ceppi anche più a sud, Angiolini sembra avere due nuclei, uno in Toscana e nel bolognese ed uno nel milanese e bergamasco. Derivano tutti direttamente o tramite ipocoristici dal grecoanghelos (messaggero sottinteso di Dio) che si ritrova nel Latino angelus che diviene in epoca medioevale un nome beneaugurante. Dal nome al cognome come attributo di uomo timorato di Dio o di persona legata ad un'immagine angelica dipinta nei pressi della sua abitazione il passo è breve. In alcuni casi derivano dal nome medioevale Angelinus di cui abbiamo ad esempio tracce nella seconda metà del 1300 in questo scritto: "...Et ego Angelinus Agacia, natus quondam domini Georgii notarii Vercellensis, publicus imperiali auctoritate notarius, habitans Vercellis in parrochia Sancti Michaelis, millesimo tricentesimo nonagesimo septimo, indicione quinta, die secundo mensis iunii, intravi collegium notariorum comunis Vercellarum...".  Tracce in Lombardia della notabile famiglia Angeloni si hanno a Villa d'Adda (BG) fin dal 1400, in Abruzzo, a Roccaraso (AQ), si trovano nel 1600 i degli Angeloni baroni di Montemiglio; degli Angelini si hanno tracce nel Veneto sin dal XIV° secolo, con la loro iscrizione alla nobiltà di Verona e di Ala di Trento, atti redatti da un notaio Giovanpietro Angelini risalgono alla seconda metà del 1500
per approfondamenti sul ramo istriano degli Angelini http://www.digilander.iol.it/arupinum/
ANGELERI
ANGELIERI
ANGIOLIERI
Angeleri è tipico dell'area alessandrino, pavese, di Alessandria, Tortona, Valenza e Castelnuovo Scrivia nell'alessandrino, di Voghera, Vigevano e Pieve del Cairo nel pavese e di Milano e Genova, Angelieri è specifico di Roma, Angiolieri è quasi unico, si tratta di forme collettive arcaiche e  dialettali in -eri, o -ieri, stanti ad indicare il gruppo dei figli di un Angelo o Angeli, indicando cioè le famiglie dei figli di uno di nome Angelo o Angiolo.  Tracce illustri di queste cognominizzazioni le abbiamo in epoca dantesca con il famoso scrittore e poeta senese Cecco Angiolieri (1260 -~ 1312).
ANGELICA
ANGELICI
ANGELICO
Angelica è tipicamente siciliano, ha un ceppo a Palermo ed uno nel ragusano a Monterosso Almo, Giarratana e Comiso ed a Siracusa e Catania, Angelici è specidico della fasciz che comprende il maceratese, il Piceno, l'Umbria, il reatino ed il romano, Angelico ha un ceppo romano, uno ad Acerra e Napoli nel napoletano, uno piccolo in Puglia nel barese a Terlizzi, Bisceglie e Bari ed uno in Sicilia nel siracusano a Palazzolo Acreide, Siracusa e Canicattini Bagni, nel catanese a Caltagirone, Grammichele e Catania e ad Ispica nel ragusano, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Angelicus, Angelica, di cui abbiamo un esempio d'uso con un tale Angelicus filius Hieronimi de Augustis Podestà di Lovere nel bergamasco nel 1524.
ANGELILLI
ANGELILLIS
ANGELILLO
Angelilli ha un ceppo a Roma, uno a Schiavi Di Abruzzo (CH) ed uno a Lucera (FG), Angelillis è tipico del foggiano, Angelillo, oltre al nucleo pugliese, tra barese e tarantino, ha un ceppo non secondario a Napoli e nel napoletano, derivano dal nome medioevale angelillus di cui abbiamo un esempio in questa lapide del 1585 a Frattamaggiore (NA): "A. 1585 - ADAM PARRETTA, EIUSQUE FILIUS ANGELILLUS, HOC - MONUMENTUM FF. NEPOS - JO. DOM.CUS PATRICI.US NEAP.NUS I.P. - TOT  POST LABORES". Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel casertano a Cerreto nel 1400: "Anno domini Millesimo quadringentesimo trigesimo secundo die duodecimo mensis Madij X inditionis... ...Insuper per presencium seriem eligimus in idoneos confessores Dominum Guillelmum de Angelillo dominum Nicolaum Martinum vel ipsorum alterum cappellanorum dicti ...", e a Sant'Angelo di Alife (CE) nel 1600 con il notaio Giuseppe de Angelillis.
ANGELINO GIORZET Angelino Giorzet, molto molto raro, è specifico dell'area tra biellese e vercellese, dovrebbe trattarsi di un ramo della famiglia Angelino, molto diffusa in Piemonte (vedi ANGELELLI), il cui capostipite si chiamasse Giorgio, che per una forma ipocoristica dialettale è poi diventato Giorzet, dando origine, probabilmente nel 1800, ad un nucleo nuovo individuabile dal cognome composto dal cognome e nome del capostipite.
ANGELISANTI
ANGELOSANTE
ANGELOSANTO
Angelisanti è tipico di Ferentino nel frusinate, Angelosante è caratteristico dell'aquilano, di Avezzano, Ovindoli e L'Aquila, Angelosanto sembrerebbe anch'esso specifico del frusinate, di Cassino, Sant'Elia Fiumerapido e Sant'Andrea del Garigliano, con un grosso ceppo secondario anche a Roma, dovrebbero tutti derivare dal nome composto dai nomi Angelo e Sante o Santo, o anche dal nome antico Angelosanto, originato dalla fede cristiana, probabilmente portato dal capostipite.
ANGELLA Angella è tipico di Pontremoli, Filattiera e Villafranca in Lunigiana nel carrarese, con un piccolo ceppo anche a La Spezia, dovrebbe derivare da un'alterazione toscana del nome medioevale Ancilla Dei (serva di Dio, l'attuale suora).
ANGEMI Angemi, molto molto raro, è tipico di San Giovanni la Punta e Catania nel catanese e di Messina, si dovrebbe trattare di una forma aferetica del cognome Cancemi o Cangemi (vedi CANCEMI).
ANGERAMI
ANGERAMO
Angerami, molto molto raro ha un piccolo ceppo a Napoli e nel napoletano ed un altro piccolo ceppo a Montemurro nel potentino, Angeramo è specifico di Cerignola nel foggiano, si tratta di modificazioni locali del nome germanico Enghiramo o Inghiramo (vedi INGHIRAMI)
ANGERI
ANGERO
ANGIERI
ANGIERO
Angero, assolutamente estremamente raro, è del veronese, Angieri, molto raro, ha un ceppo campano a Taurano nell'avellinese ed a Napoli, Angiero, molto molto raro, è specifico di Pago del Vallo di Lauro nell'avellinese, Angeri, molto molto raro, sembrerebbe della zona bresciano, veronese, e potrebbe derivare, come Angero, da un'alterazione del toponimo Angiari nel veronese, ma, molto probabilmente questo cognome ha un ceppo, ormai scomparso in Italia, originario del siracusano, di Melilli in particolare, dove potrebbe invece derivare, assieme ai ceppi campani, dal nome normanno Angerius, che dovrebbe derivare dal nome germanico Ansgari, composto dai termini Ans (divinità, dio) e gari (lancia), con il significato di lancia divina, ricordiamo con questo nome il vescovo di Catania Angerius Brito del XII° secolo.
ANGHEBEN Angheben è tipico di Rovereto, Vallarsa e Trambileno nel trentino, dovrebbe derivare dall'aferesi di un nome di località individuata dai termini tirolesi lange ebene (lungo pianoro) o dal toponimo Anghebeni di Vallarsa (TN).
ANGHELEDDU Angheleddu, tipicamente sardo, è specifico del nuorese, di Fonni e Nuoro, deriva dall'ipocoristico in lingua sarda del nome Anghelu (Angelo), si tratta quindi dell'equivalente sardo di Angelino.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ANGHELEDDU: angioletto: da angelo; dal latino angelus; ancor più dal greco άγγελος (ànghelos). Molti toponimi della Sardegna portano questo nome: il più famoso è Anghelu Ruju, necropoli preistorica sita in agro di Alghero, con grotte ipogeiche artificiali del tipo "domus de Janas" - 38 tombe scavate in roccia(arenaria calcarea - vedi nel Web - Alghero - necropoli di Anghelu Ruju). Il cognome Angheleddu è presente in 20 Comuni italiani, di cui 15 in Sardegna: Fonni 40, Nuoro 36, Sassari 12, Ittiri 11, etc.
ANGIARGIA
ANGIARGIU
Angiargia, abbastanza raro, è tipico di Decimoputzu e Decimomannu nel cagliaritano, Angiargiu, molto più raro, sembra specifico di Gonnosfanadiga (MD), dovrebbero derivare entrambi dal nome locale della chiesa di San Michele Arcangelo del paese di Collinas (CA), cioè Santa Maria Angiargia.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ANGIARGIA; ANGIARGIU: significa custode o guardiano/a degli agnelli e deriva dal latino agnus ago = conduco, spingo, custodisco gli agnelli, come boinargiu, vaccargiu, molentargiu, etc. In agro di Collinas (un tempo Forru, famoso per i suoi vini), centro abitato della provincia del Medio Campidano (già nella provincia di Cagliari), di 1045 abitanti(2008), vi è la chiesa campestre di Santa Maria Angiargia, la cui festa si celebra in settembre. Sorge nelle vicinanze di antiche terme romane, in località Su Angiu ? Non si ha notizia certa sulla data della sua costruzione; alcuni storici la fanno risalire al XII° secolo. Gli abitanti di Collinas fanno derivare il nome della Santa da Su Angiu quindi Angiargia, ma non sanno evidentemente che su angiu significa l'agnello e deriva dal latino agnus e che la santa è appunto la custode dell'agnello di Dio, cioè del Bambino Gesù. Angiargia e Angiargiu sono due cognomi rari; non presenti nelle carte antiche. Attualmente Angiargia è presente in 12 Comuni d'Italia, di cui 8/377 in Sardegna(sud): Decimoputzu 18, Villasor 12, Decimomannu 9, Assemini 6, etc. Angiargiu è presente in 11 Comuni italiani, di cui 9 in Sardegna: Serramanna 12, Gonnosfanadiga 9, Samassi 6, Furtei 5, Cagliari 5, etc.
ANGIO'
D ANGIO'
DANGIO'
Angiò, molto molto raro, ha un piccolo ceppo a Roma ed uno altrettanto piccolo a Trebisacce nel cosentino ed ad Ardore nel reggino, Dangiò, altrettanto raro, parrebbe invece settentrionale, D'Angiò, il meno raro, ha un ceppo a Formia nel latinense ed a Roma ed uno a Napoli e Nola nel napoletano, dovrebbero derivare dal fatto che il capostipite fosse originario dell'antica provincia francese dell'Anjou, l'attuale dipartimento di Maine-et-Loire.
integrazioni fornite da Ettore C. Angiò
Per gli Angiò calabresi secondo Amedeo Miceli di Serradileo ed altri autori, il cognome Angiò, dal francese Anjou, è stato assunto da alcuni nobili angioini, che scesi in Calabria nel XV° secolo al seguito di Luigi III° vi rimasero anche dopo la sua morte. Nei documenti da me rinvenuti il cognome Angiò è riportato anche nella variante d'Angiò e spesso riferendosi alla stessa persona.
bibliografia
- Amedeo Miceli di Serradileo "Una dichiarazione di Luigi III d'Angiò dalla città di S. Marco in Calabria" in ASCL, anno XLIII, 1976, pp. 69-81
- G. Rohls "Dizionario dei cognomi e dei soprannomi della Calabria" Longo Ed. Ravenna
ANGIOI
ANGIOJ
ANGIONI
ANGIOY
Angioi è tipico della Sardegna settentrionale di Alghero (SS) e di Irgoli e Ottana nel nuorese, Angioj è quasi unico, Angioy, molto molto raro, pur essendo presente anche nel nuorese e sassarese, sembrerebbe più caratteristico di Iglesias (CI), Angioni è specifico di Cagliari e del cagliaritano, dovrebbero tutti derivare da soprannomi originati dal vocabolo sardo angioni  (agnello), forse ad indicare il mestiere di pastore, o, più probabilmente, ad indicare una discreta agiatezza della famiglia.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ANGIOI; ANGIOJ; ANGIONI; ANGIOY: hanno tutti e quattro lo stesso significato e la stessa origine: agnello e deriva dal latino agnus. Oggi è un cognome mediamente diffuso, soprattutto nella variante Angioni; è invece raro nelle carte antiche, ove è presente solo nella variante Anione (Angioni), in cui la radice latina "ang" di agnus (agn-ione), si confonde con quella greca "amn" di αμνός (amnòs - agnello). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, *CSMB XI°, XIII° sec. troviamo: Anione Gosantine, sposato a Furata Cambuli (167), in una spartizione di servi. (sott. Ego priore Iohanni - di S. Maria di Bonarcado) - Partivi cun donnu Trodòri Cocco, arkipiscopu (canonico della chiesa di Santa Maria di Oristano e arcivescovo di Arborea - 205, 206). Coiuedi Gosantine Anione serbu de Santa Maria de Bonarcadu cun Furata Cambuli, ankilla de Santa Maria de Aristanis. Fegerunt IIII (4) fiios. Santa Maria d'Aristanis levedi ad Samaridanu (Anione) et ad Iorgi (Anione)et Santa Maria de Bonarcadu levedi a Ianni (Anione) et ad Iohanne(Anione). - (Ho maritato Gosantine Anione servo di Santa Maria di Bonarcado con Furata Cambuli ancella di Santa Maria di Oristano. Santa Maria di Oristano ha preso Samaritano e Giorgio, e Santa Maria di Bonarcado ha preso Gianni e Giovanni). Attualmente Angioi è presente in 79 Comuni d'Italia, di cui 42 in Sardegna(nord): Sassari 53, Irgoli 47, Alghero 33, Ottana 30, Cagliari 27, Nuoro 23, etc. Angioj, è presente in 3 Comuni sardi: Sassari 6, Quartu S. E. 3, Iglesias 3. Angioni è presente in 175 Comuni italiani, di cui 62 in Sardegna(sud): Quartu S. E. 361, Cagliari 195, Sestu 152, Maracalagonis 66, Teulada 65, Borore 50, Carbonia 47, Sassari 38, etc. Angioy è presente in 23 Comuni italiani, di cui 10 in Sardegna: Iglesias 19, Sassari 6, Bolotana 5, Magomadas 4, Nuoro 3, etc. Nella storia ricordiamo: Angioy Giommaria, giudice della Reale Udienza. Alternos viceregio. Uno dei più importanti personaggi della storia della Sardegna. Nacque a Bono il 21, 10 del 1751. Figlio di un nobile possidente. Visse in periodo sabaudo. Dopo gli studi medi seguì studi universitari e si laureò in Filosofia ed Arti. Subì il fascino delle idee riformiste del ministro Giambattista Lorenzo Bogino. Trasferitosi a Cagliari prese la Laurea in Leggi (utroque jure) nel 1771. Nel 1773 ebbe la cattedra di Istituzioni Civili. In seguito ottenne la nomina a Giudice della Reale Udienza. Nel 1794, in seguito alla cacciata del vicerè piemontese, il potere passò nelle mani della Reale Udienza. Fu uno dei capi del movimento patriottico sardo. Operò con tutte le sue forze per abbattere il sistema feudale in Sardegna. Il rientro dei Savoia in Sardegna e la pressione esercitata dai feudatari sardi contro lo spirito riformista dell'Angioy, furono l'inizio della fine del suo sogno indipendentista e riformista. Finì in Francia e inutili furono le sue suppliche rivolte a Napoleone Bonaparte per la conquista della Sardegna. All'imperatore la Sardegna non interessava più. Morì esule e ridotto in povertà a Parigi, nel 1808.
ANGIOLANI Angiolani, molto molto raro, ha qualche presenza nel genovese ed un piccolo ceppo ad Ancona, dovrebbe derivare dal nome medioevale Angiolanus, di cui abbiamo iun esempio d'uso con Angiolanus de Praefectis Capitaneus Senensium.
ANGIOLILLI
ANGIOLILLO
Specifico di Isernia Angiolilli, di Genzano di Lucania (PZ), Napoli e Foggia Angiolillo, derivano da modificazioni dialettali del termine Angelo o del nome da lui derivato, in alcuni casi si può trattare di cognome attribuito a neonati abbandonati.
ANGIU
ANGIUS
Angiu è quasi unico, Angius invece è molto diffuso in tutta la Sardegna, sembrerebbero derivare per aferesi da modificazioni del termine latino balneum (bagno), che sarebbe all'origine di soprannomi generati da toponimi contenenti appunto quella radice che identificava spesso la presenza in luogo di acque termali.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ANGIUS: potrebbe significare  agnello, dal latino agnus (vedi Angiõi etc.). Oppure  potrebbe derivare dalla voce greca άγγος (àngos), che significa anfora, boccale, recipiente in genere. O dal verbo greco άγχω(ànco) = angustio, angoscia (angustiare, angosciare). Secondo alcuni linguisti deriverebbe da bangius > balneum > bagno, come toponimo = luogo ricco di acque termali, con aferesi della consonante iniziale (un fenomeno fonetico frequente nella lingua sarda parlata, ma raro in quella scritta)! Su questa ipotesi permangono in noi dubbi, per il fatto che nelle carte antiche sia come cognome che come toponimo è riportato con la “b” iniziale. Quando è avvenuta la caduta della “b”? Di rimando l’ipotesi dei diversi linguisti potrebbe trovare riscontro nel fatto che il cognome “Bangius” è quasi totalmente sparito dagli odierni registri anagrafici. Ma siamo certi che al suo posto si trova Angius? E perché tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, troviamo il cognome Bangius, ma anche Angiu (vedi più avanti)? Esistevano in Sardegna ben 6 centri abitati, col nome Bangios o Bangiu, oggi abbandonati, ma documentati nelle carte antiche medioevali: 1) - Bangios, abitato scomparso; era ubicato in località Spirito Santo, in agro di Perfugas. In periodo medioevale fu “villa” – “bidda”, appartenente alla Curadorìa di Anglona, nel regno giudicale di Torres, sino al 1272 fu possedimento privato dei Doria. Il paese fu definitivamente abbandonato verso la fine del 1300 e l’inizio del 1400, verosimilmente per le continue guerre tra gli arborensi e gli aragonesi; 2) – Bangios, villaggio abbandonato: è attestato nei documenti medioevali della Sardegna, ma non ben localizzato. Appartenne alla Curadorìa o Parte di Campidano Simaxis o di Oristano, nel regno giudicale di Arborea. Non sappiamo quando fu abbandonato, ma non risulta più documentato dalla fine de 1300; 3) – Bangiu de Liri, abitato medioevale scomparso, era ubicato in prossimità della chiesa di Nostra Signora d’Itria in agro di Quasìla. Il territorio è segnato da abbondanti resti preistorici e romani, evidentemente per la presenza delle acque termali. In periodo medioevale appartenne alla Curadorìa di Trexenta, nel regno giudicale di Càlari. Passò poi al Regno catalano aragonese di Sardegna, quindi fu possedimento oltremarino della Repubblica di Pisa, poi conquistato dalle truppe giudicali di Arborea e di nuovo, dal 1410, del Regno catalano aragonese di Sardegna: alla fine del 1400 il paese risulta disabitato; 4) – Bangiu, paese scomparso, sito in agro di Laconi; della “villa” si sa ben poco: è ricordata in una “quartina rimata” del 1868 del canonico Giovanni Spano: Bangiu e Pardubiore/ Sperdidu in mal’amore/ Pardubiore e Bangiu Sperdidu in malu prangiu/ (da una citazione riportata dal conte Alberto Ferrero della Marmora, nel suo “Itinerario nell’isola di Sardegna”); 5) – Bangios, detto anche Bangios, villaggio scomparso. Era ubicato in agro di Uri, in località oggi detta Banzos, lungo la valle del Rio Mannu. Il paese è attestato nei Condaghi di San Michele di Salvennor, di San Pietro di Silki e di San Nicola di Trullas. Fu abbandonato verso la fine del 1300, verosimilmente per le continue scorribande delle truppe arborensi e di quelle aragonesi, in guerra per la conquista del territorio; 6) – infine citiamo Bangiargia, detta anche Bangius, abitato medioevale scomparso. Era ubicato non lontano da Villa di Chiesa (Iglesias) e fece parte della Curadorìa di Cixèrri, nel regno giudicale di Càlari. Probabilmente a causa delle continue guerre tra il giudicato di Arborea ed il Regno catalano aragonese di Sardegna, verosimilmente nella seconda metà del XIV la sua popolazione si trasferì definitivamente nei centri vicini, tra i quali, Tratalias ed Iglesias. Nelle carte antiche medioevali della lingua e della storia della Sardegna è attestato il cognome nelle sue varianti: de Bançu, de Bangius, de Banjos, de Baniu. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, troviamo infatti: Bançu (de) Anthonio, ville Ecclesiarum, *** Villa Ecclesiarum…odierno Iglesias. Et ego De Nelli Pelipaparius Ludovicus, civis et habitator terre et Ville Ecclesiarum…sindicus, procurator universitatis Ville Ecclesiarum…seu a Formenyino Joanne, capitano, camerlengo Ville Ecclesiarum di Sigerro. Omnibus habitatoribus dicte terre Ville Ecclesiarum, congregatis in Curia Magna…in posse Virde Andree, quondam Virde Joannis de Civitate Sasseri…nona die januarii 1388; Bangius (de) Petro, jurato ville Busache, * Busache…odierno Busachi. Contrate Partis Varicati; Bangius (de) Petro, jurato ville Golossane, * Golossane…villaggio distrutto…Curatorie de Marghine de Gociano;Bangius (de) Petro, ville Ecclesiarum. Ma nel LPDE troviamo anche, de Angiu Leonardo, jurato ville Ogiastra, * odierno Ollasta Simaxis -Contrate Campitani Simagis. Nel Condaghe di San Michele di Salvennor, CSMS, XI, XIII secolo, al capitolo 191: dio a San Miguel Gunnari de Banjos por su alma con voluntat de su muger y de sus hiios su parte de cortinque, quanto tenia de tierra y de viña …(Gunnari de Banjos dona a San Miguel per la sua anima, con la volontà della propria moglie e dei propri figli la parte di Cortinque località – quanto ha di terra e di vigna)etc. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI, XIII secolo, al capitolo 28 troviamo de Baniu Goantine chierico, citato come teste in una partizione di servi tra la chiesa di Sanctu Georgii de Calcaria e quella di Sanctu Gregorii de Bauladu: Ego Arrigu priore de Sancta Maria de Bonarcadu e Samaridanu servitore de Sanctu Georgii de Calcaria, fagemus recordatione…etc. Fra i numerosi testimoni c’è Goantine de Baniu clerigu. Al capitolo 166/2^ parte, sempre del CSMB è citato de Baniu Petru, teste in una partizione di servi: (Ego Priore Iohanne) partivi (ho diviso) cun su piscopu(vescovo) de Sancta Iusta fiios de Goantine de Figus et de Iusta Barbis…tra i testimoni c’è appunto Pedru de Baniu. Nella storia il più famoso degli Angius è Vittorio (1798 - 1862). Collaborò, per la parte riguardante il regno territoriale di Sardegna, alla stesura del Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli Stati di S. M. il re di Sardegna, dell'abate prof. Goffredo Casalis. Attualmente il cognome Angius è presente in 255 Comuni italiani, di cui 110 in Sardegna: Cagliari 284, Sassari 196, Quartu 129, Terralba 77, Alghero 56, Lanusei 50, Bonorva 49, Isili 45, Guspini 43, etc. Nella penisola è Roma ad avere il numero più alto, con 60; seguono: Genova 31, Milano 29, Torino 26, etc.
ANGIULI
ANGIULLI
ANGIULLO
ANGIULO
Angiuli è tipicamente pugliese del barese, di Adelfia e Bari in particolare, e di Valenzano, Angiulli è molto diffuso in Puglia, nel barese soprattutto a Monopoli e Gravina in Puglia, ma anche a Noci, Alberobello e Bari, nel tarantino a Massafra, Taranto e Grottaglie ed a Fasano nel brindisino, Angiullo, quasi unico, è del barese, con un piccolo ceppo ad Andria, Angiulo è specifico di Cassano delle Murge nel barese, dovrebbero derivare direttamente o tramite ulteriori alterazioni dialettali dal nome dialettale pugliese Angiulo o Angiullo (Angelo).
ANGLESIO Tipico del torinese ed in particolare di Rocca Canavese, è molto raro, dovrebbe derivare dal nome Anglesius derivato dall'etnico englesius o anglesius (inglese), uso che troviamo ad esempio a Genova nel 1200 con il fabbricante di carta Gualterius Englesius, nome portato dal vescovo di Novara (1287 - 1291) il novarese Englesio Cavallazzi  e nel 1400 da Anglesia Visconti.
ANGOBALDO Angobaldo è ormai praticamente quasi scomparso in Italia, dovrebbe derivare dal nome germanico Angobald, portato dal capostipite, composto dai termini medioevali germanici ango (aculeo, punta di freccia, punta di spada) e bald (audace), con il significato di colui che usa la spada con audacia.
ANGOLI Angoli, tipicamente lombardo, sembrerebbe specifico del bresciano, di Cologne e Palazzolo sull'Oglio, con un ceppo anche nel pavese a Frascarolo e Vigevano, dovrebbe trattarsi di una forma etnica del paese di Angolo Terme nel bresciano, probabile località d'origine del capostipite.
ANGONOVA Assolutamente rarissimo, probabilmente del cuneese, potrebbe essere di origini spagnole.
ANGORI Angori è tipicamente toscano, dell'aretino, di Cortona, Castiglion Fiorentino, Arezzo e Foiano della Chiana, con un piccolo ceppo anche ad Orbetello nel grossetano, dovrebbe derivare dal nome medioevale Angorius, che troviamo in uno scritto medioevale che cita un tale Angorius puer claustralis monasterii de Biterbis.
ANGRISANI
ANGRISANO
Tipicamente campano Angrisani è specifico soprattutto del salernitano, di Nocera Superiore, Salerno, Cava de` Tirreni e Nocera Inferiore e di Somma Vesuviana (NA) e Napoli, Angrisano, decisamente più raro, è più tipico del napoletano, di Napoli, San Giorgio a Cremano, Portici e Torre Annunziata con presenze significative anche a Grottaminarda (AV), dovrebbero derivare dall'etnico di Angri (SA).
ANICE
ANICI
ANICIO
Anice, Anici, Anicio, tutti assolutamente rarissimi, quasi unici, potrebbero derivare dal nome della Gens Anicia, o dal nome gentilizio romano Anicius, di cui abbiamo un esempio in un'antica lapide romana: "Consimiles fratrum trabeis gestamina honorum / tertia quae derant addidimus titulis / dilectae Probus haec persolvo munera matri / restituens statuis praemia quae dederat // Aniciae Faltoniae / Probae Amnios Pincios / Aniciosque decoranti / consulis uxori / consulis filiae / consulum matri / Anicius Probinus v(ir) c(larissimus) / consul ordinarius / et Anicius Probus v(ir) c(larissimus) / quaestor candidatus / filii devincti / maternis meritis / dedicarunt".
ANICETO Aniceto, molto molto raro, è meridionale, dovrebbe derivare da un nome originato dal termine greco anìketos (invincibile).
ANICHINI
ANICO
Anichini è tipicamente toscano, molto diffuso a Firenze ed a Greve in Chianti, Scandicci, San Casciano in Val di Pesa, Impruneta e Lastra a Signa nel fiorentino, a Siena, Castelnuovo Berardenga e Poggibonsi nel senese, a Terricciola, Ponsacco e Pomarance nel pisano ed a Monte Argentario ed Isola del Giglio nel grossetano, Anico, quasi unico, è emiliano, dovrebbero derivare, direttamente o tramite un ipocoristico dal nome tardo latino Anicus, una variante medioevale di Anicius, nome gentilizio della Gens Anicia, di cui abbiamo un esempio in Anicus Manlius Severinus Boethius (475-524), il famoso filosofo, autore del famoso De consolatione philophiae, che, console di Roma sotto Teodorico, venne da questi fatto imprigionare e condannato a morte nel 524.
ANICITO Anicito è tipico di Paternò (CT), deriva dal nome di Sant'Anicito che fu l'undicesimo papa dall'anno 155 al 166, o dal toponimo Anicito, valle e lago del catanese.
ANIELLO Aniello, non comune, sembra avere oltre al ceppo campano, tra Napoli e Caserta, anche uno nel barese, deriva dal nome medioevale Aniellus (Agnello sottinteso di Dio) di cui si ha esempio nel V° secolo con Aniellus Oratius de Venosa (PZ), potrebbe anche, in alcuni casi derivare dall'aferesi di toponimi come Curtaniello (BA) o Puccianiello (CE) o anche da un soprannome dialettale originato dal vocabolo aniello (agnello), esempio di questa cognominizzazione lo troviamo nel 1700 con monsignor Domenico Aniello, vescovo di Acerenza (PZ).
ANIGONI
ANNIGO
ANNIGONI
Anigoni, assolutamente rarissimo, è dell'area reggiano, parmense, Annigoni è specifico del reggiano, di Scandiano, Reggio Emili, Casina e Carpineti, Annigo è praticamente unico, dovrebbero derivare, direttamente e soprattutto attraverso una forma accrescitiva, da un'alterazione dialettale del nome tardo latino Anicus (vedi ANICHINI).
ANITORI Anitori ha un piccolissimo ceppo a Sant'Angelo in Pontano nel maceratese, un ceppo a Roma e Velletri nel romano ed uno a Ronciglione nel viterbese, dovrebbe derivare da Anitor, il nome medioevale di un angelo invocato spesso in riti magici come guida spirituale.
ANNARELLI Annarelli ha un piccolo ceppo a Sora nel frusinate ed a Terracina e Pontinia nel latinense ed uno a Foggia, dovrebbe derivare da Annarello, un ipocoristico del nome Anna al maschile.
ANNARILLI Annarilli è specifico di Ariccia e di Albano Laziale nel romano, dovrebbe derivare da una forma dialettale del nome Annarello, un ipocoristico del nome Anna al maschile (vedi ANNARELLI).
ANNARUMMA Annarumma è specifico del salernitano, di Angri soprattutto, ma anche di Scafati, Salerno, Cava de` Tirreni, Calabritto e Pagani, dovrebbe derivare dalla forma dialettale del nome composto da Anna e dalla contrazione di Rumménéca, rotacismo dialettale per Domenica, nome portato evidentemente dalla capostipite.
ANNECCHIARICO
ANNECHIARICO
ANNICCHIARICO
ANNICHIARICO
Annecchiarico, abbastanza raro, sembra tipico di Montemiletto (AV), Annechiarico è dovuto ad errori di trascrizione, Annichiarico, molto raro, e Annicchiarico, più diffuso, sembrano tipici di Grottaglie (TA).
integrazioni fornite da Stefano Bettazzi
Annechiarico, quasi unico, è un errore di trascrizione di Annecchiarico, tipico per lo più dell'avellinese, Annichiarico, molto raro, è anch'esso probabilmente un errore di trascrizione di Annicchiarico, che presenta un ceppo largamente maggiore nel tarantino e ceppi minori nel nord e centro nord del paese, nonché nell'avellinese, tutti questi cognomi derivano dall'antico italiano annicchio o annicchiarico, col significato di giovenco, manzo: l'origine del termine va ricercata nel latino anniculus, che letteralmente significa di un anno, in riferimento, quindi, ai giovenchi che hanno raggiunto il primo anno di vita. Questi cognomi, dunque, derivano o dal mestiere svolto dai capostipiti (probabilmente dei mandriani o dei commercianti in giovenchi) oppure da loro caratteristiche fisiche o comportamentali (talvolta, infatti, il termine annicchio o annichiarico poteva essere utilizzato anche come soprannome per un ragazzo, in relazione alla giovinezza che accomuna uomini e animali nei primi anni della loro vita).
ANNESA
ANNESE
ANNESI
Annesa sembrerebbe unico, Annese è tipicamente pugliese, di Molfetta, Monopoli, Alberobello e Bari nel narese, di Massafra nel tarentino e di Torremaggiore ed Orta Nova nel foggiano, con un ceppo anche a Grottaminarda nell'avellinese ed a Roma, Annesi ha un ceppo laziale a Vignanello e Civita Castellana nel viterbese ed a Roma ed Anguillara Sabazia nel romano, ed uno a Miggiano nel leccese con buone presenze anche a Montesano Salentino,  dovrebbero derivare dal nome latino Anesius, Anesia, ricordiamo con questo nome il Santo Martire sotto Diocleziano citato dal Martyrologium Romanum, o dal nome medioevale Annesius, Annesia, derivato dal precedente, di queste cognominizzazioni abbiamo un esempio d'uso nel 1600 in uno scritto sulla Compagnia di Gesù: "...Neque promerita commemoratione fraudandi sunt fortissimi Alii ex Societate in infecto rum obsequium demortui.] Sacerdotes, inuictissimique Fratres: illi quidem Petrus Correa, Laureutius Fonseca, Balthassar Esteuius: hi vero Antonius Abreus, Alexander Coëlius, Andreas Annesius, ac Rodericus Gomesius: qui nimirum omnes Socij non laborum minus, quam palmarum, inter haec eadem huiusce temporis discrimina ..".
ANNIBALDI
ANNIBALE
ANNIBALI
ANNIBALINI
ANNIBALINO
ANNIBALLO
Annibale, molto raro sembra essere di origini campane anche se potrebbe avere un ceppo secondario nel veneziano, Annibali e Annibaldi sono tipici dell'Italia centrale, Annibalini è specifico del pesarese, di Pesaro, Fano e Gabicce Mare, Annibalino, praticamente unico, sembrerebbe romano, Anniballo, estremamente raro, potrebbe essere campano.  Dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome punico Hannibal o dal bizantino Hannibalianus. Tracce di questo cognomen si hanno fin dal 300 d.C. con l'imperatore Flavius Hannibalianus figlio di Flavius Dalmatius e nipote dell'imperatore di origine illirica Flavius Valerius Constantius.  Nel 1350 troviamo il Cardinale Annibaldo da Ceccano, principe di Avignone, in qualità di legato del Pontefice Romano Clemente VI. La famiglia Annibaldi, divisa in 3 ceppi:  della Molara, di Montecompatri e Zancato, ebbe numerosi senatori e cardinali, tra i suoi più celebri figli annovera il cardinale Riccardo della Molara, che prende il nome della omonima fortezza vicino Tuscolo, sua abituale residenza. Nella biografia del Petrarca, fra i suoi amici, incontriamo Paolo Annibaldi. San Tommaso d'Acquino dedica parte della sua Catena Aurea ad Annibaldo Annibaldi, a Roma, nella basilica di S.Maria in Trastevere, è conservato il mausoleo del cardinale Pietro Annibaldi (?-1414).
ANNICCHINI
ANNICCHINO
INNECCO
Annicchini è quasi unico, Annicchino, assolutamente rarissimo, sembra avere un ceppo nel napoletano ed uno nel cosentino, Innecco, estremamente raro, sembrerebbe lucano, tutti questi cognomi dovrebbero derivare da forme dialettali derivante dall'antico italiano annicchio, con il significato di giovenco o manzo, forse indicatori in passato di particolare agiatezza questi cognomi indicavano a volte dei proprietari di bestiame a volte dei semplici mandriani.
ANNIS Specifico sardo del cagliaritano, dovrebbe essere una modificazione dialettale derivata dal nome Anna, ma più probabilmente deriva da una variazione sul tema del nome Giovanni.
ANNONE
ANNONI
Cognome tipicamente dell'areale milanese, la cui origine è da attribuirsi al toponimo Annone (CO).  Risulta già dal medioevo un nobile e prosperoso ceppo antico, forse originario, nella città di Lodi (l'attuale Lodivecchio); nel 1500 troviamo poi questa famiglia citata nel Repertorio dei Nobili della città di Milano con la qualifica di Conti.
ANNOVAZZI Specifico del milanese e del bergamasco, è poco diffuso, potrebbe derivare dal nome tardo latino Novatius, di cui si hanno tracce fin dal 250 quando un Novatius contrastò le idee cattoliche opponendosi alla sacralità di alcuni sacramenti.
ANNUNZI
ANNUNZIO
Annunzi, molto molto raro, sembrerebbe tipico del Piceno, Annunzio è quasi scomparso, derivano dal nome medioevale Annuntius di cui abbiamo un esempio con Annuntius Persicus de Persicis citato nella Lista degli scolari dello Studio di Perugia relativa all'anno 1574.
ANNUNZIATA
ANNUNZIATO
Annunziata è tipico di Sarno (SA) e della zona di Napoli, Annunziato, molto molto raro è della stessa zona, derivano dal nome della località Torre Annunziata (SA) o direttamente dal nome Annunziata (da Santa Maria Annunziata) tipico della tradizione cristiana.
ANOE' Anoè è specifico del veneziano, di Martellago e Venezia, dovrebbe derivare da una forma arcaica Anoè del nome biblico Noè, probabilmente portato dal capostipite.
ANSALDI
ANSALDO
ANZALDI
ANZALDO
Ansaldo è specifico genovese, Ansaldi  oltre che ligure è più propriamente torinese e cuneese, con ceppi anche nel basso Piemonte e milanese, in Toscana ed uno persino in Sicilia, dove sono molto diffusi Anzaldi ed ANzaldo, derivano, direttamente o tramite modificazioni dialettali, dal nome longobardo Ansoaldo di cui si hanno tracce fin dal 600, ricordiamo il Vescovo Ansoaldo di Poitiers legato alla storia di San Filiberto, e l'Ansoaldo notaio di corte di Rotari il re longobardo del famoso editto di Rotari dell'anno 643.   Tracce di questa cognominizzazione si hanno ad esempio a Pisa in un atto del 1210, facente parte della raccolta di Pergamene di Lunigiana, dove si legge: "...elegit et constituit Corsum quondam fratrem Forestani et Garsendam eius uxorem et filiam quondam Bonvassalli Ansoaldi, presentes et suscipientes, operaios et rectores atque administratores."
ANSALONE
ANSALONI
ANZALONE
ANZALONI
Ansalone è abbastanza raro ed è tipico dell'alto salernitano, Ansaloni è specifico emiliano, delle province di Modena e Bologna, Anzalone è molto diffuso in Sicilia con un ceppo anche in Campania, Anzaloni è assolutamente rarissimo, dovrebbero tutti derivare dal nome italo germanico Ansaldonus, latinizzazione del longobardo Ansoaldo, secondo alcuni potrebbero derivare dal nome ebraico Assalonne. Tracce di questa cognominizzazione si hanno in Sicilia con Giacinto Ansalone, nato il 10 novembre 1598, a Santo Stefano Quisquina, santificato poi come martire con il nome di San Giordano Ansalone.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Cognome tipico dell'area nonantolana, deve la sua secolare presenza «in loco» all'istituto della Partecipanza agraria. È il nome proprio biblico Assalonne, vivo nelle carte medievali modenesi nelle forme Ansalon, Absalon, Ansalon (sec. XII); un monaco Ansalonus è ricordato in una carta nonantolana del 1187. Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese, 1996.
ANSANELLI
ANSANI
ANSANO
Ansanelli, estremamente raro, sembrerebbe campano, del salernitano in particolare, con sparute presenze anche nel cuneese, Ansani, molto raro, ha un piccolo ceppo toscano tra lucchese e pistoiese ed uno calabrese a Catanzaro, Ansano, assolutamente rarissimo, è del senese, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocosristici, dal nome tardo latino Ansanus, ricordiamo Sanctus Ansanus, detto il Battista, patrono di Siena, martire sotto l'imperatore Diocleziano.
ANSELMETTI
ANSELMETTO
ANSELMI
ANSELMINI
ANSELMINO
ANSELMO
ANZELMETTI
ANZELMI
ANZELMO
Anselmetti è tipico di Biella, Muzzano (BL) e del biellese, Anzelmetti, praticamente unico, è dovuto ad errori di trascrizione, Anselmetto, molto molto raro, è tipico di Condove (TO) e zone viciniori, Anselmi è estremamente diffuso in tutto il centronord, con presenze significative anche nel barese e nel trapanese, Anselmini, tipicamente lombardo, ha presenze a Milano e nel milanese e nel basso bresciano, Anselmino è specifico di Torino e del torinese, Anselmo ha un grosso nucleo piemontese, uno ligure, soprattutto nel genovese e nello spezzino, ha un ceppo nel salernitano, uno nel cosentino ed uno siciliano tra trapanese e palermitano, Anzelmi. estremamente raro, parrebbe toscano o pugliese, Anzelmo, decisamente meridionale, ha un ceppo nel napoletano, uno nel barese ed uno nel palermitano. Il nome che ha dato origine a tutti questi cognomi è longobardo ed è composto dai termini ans (divinità) ed helm (elmo), con il significato quindi di elmo divino, elmo sacro o difensore di Dio, nel 500 troviamo la latinizzazione Anshelmus italianizzato poi in Anselmo, nome diffuso in tutta la penisola.
ANSEVINI
ANSOLINI
ANSOVINI
ANZEVINO
ANZIVINO
ANZOLIN
ANZOLINI
ANZOVINI
ANZOVINO
Ansevini è tipico di Ancona, Ansolini è praticamente unico, Ansovini, molto raro, è del centro Italia, Anzevino ha un piccolo ceppo toscano ed uno campano, ad Arienzo (CE) ed a Napoli, Anzolin sembrerebbe tipico del vicentino, Anzivino è tipico del foggiano, Anzolini, decisamente più raro, è tipico dell'udinese, Anzovini è quasi unico, Anzovino, sempre raro, è tipico della fascia che dal napoletano, attraverso il beneventano, arriva in Molise, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal nome medioevale Ansovinus, o Ansuinus , ricordiamo Sanctus Ansovinus di Camerino morto nell'anno 840, il cui nome è a sua volta derivato dal nome germanico beneaugurale Answin composto dal vocabolo ans (divinità) e win (amico) con il significato o di o Dio ti è amico o l'amico di Dio.
ANSIONE Praticamente unico dovrebbe derivare dal nome latino Ansio (Ansionis) di cui si hanno tracce in una lapide: "Ansio Caes(ar) (is) ministrat(or) - Erastus Vedi(anus) Caesar(is) minist(rator) Liccaea l(iberta) ol(lam) d(edit)" e ancora in uso più tardi come  si legge nel libro di Francesco di Gregorio di Francesco Redi d'Arezzo scritto nel 1647 "...A Monsù Ansio per fattura della giubba di velluto nero da campagna, dell'altra giubba e vestito di panno d'Olanda, fodere e altre spese, lire 73-10....".
ANSUINELLI
ANSUINI
ANZUINELLI
ANZUINI
ANZUINO
Ansuinelli, quasi scomparso, sembrerebbe marchigiano, Ansuini, molto raro, è specifico della fascia centrale che comprende Marche, Umbria e Lazio, Anzuinelli è molto molto raro, dell'Italia centrale, forse marchigiano, Anzuini meno raro è anch'esso dell'Italia centrale, probabilmente laziale, Anzuino, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del beneventano, derivano dal nome medioevale Ansuinus o Ansovinus derivato dal germanico Answin (vedi Ansevini), dell'uso di questo nome abbiamo un esempio nell'elenco degli scolari dell'Università di Perugia dell'anno 1489, dove troviamo un Ansuinus de Camerino.  Personaggio famoso con questo nome è stato nel 1400 il pittore Ansuino da Forlì.
ANTACIDO Assolutamente rarissimo, dovrebbe essere originario della zona di Pozzuoli (NA), circa la derivazione si può solo ipotizzare una connessione con il vocabolo spagnolo antaco (nome di una pianta tintoria dalla quale si estrae una tinta gialla).
ANTENORA
ANTENORE
ANTENORI
ANTINORA
ANTINORI
ANTINORO
Antenora, quasi unico, è dell'area molisana, Antenore, molto raro, è specifico di Grottole nel materano, Antenori, sempre lucano, è specifico di Venosa nel potentino, Antinora, quasi unico, è del beneventano, Antinori è tipico del centro Italia, sembra avere un ceppo primario anche nel bolognese e nel fiorentino, ci sono nuclei collegati  nel perugino e sul litorale adriatico da Forlì al maceratese, Antinoro, il più diffuso, è specifico della Sicilia, di Paermo, del nisseno a Mussomeli e, soprattutto, dell'agrigentino a Casteltermini e Canicattì, derivano tutti dal nome di origine greca Antinore (il troiano Antenor).  Si hanno tracce di questo cognome a Firenze fin dal 1400 con la famiglia di ricchi mercanti che acquisirono poi nel 1506 quello che si chiama ancora oggi Palazzo Antinori, nel 1600 nella provincia di Pisa troviamo il Vicario Alessandro Antinori di Sebastiano.
ipotesi proposta da Alioscia Antinori (che riteniamo molto poco probabile in funzione della distribuzione geografica)
Premetto che mio nonno di cognome Antinori era originario della marsicana. Civita d'Antino prima dell'era cristiana era conosciuta con il nome di Antinum e fu un importante città del popolo dei Marsi. Dopo la guerra sociale solo due centri marsi furono insigniti della cittadinanza romana, Antinum e Marruvium. Attorno all'anno mille il paese veniva chiamato Antena. Almeno per quanto riguarda il mio ceppo, ritengo più credibile l'ipotesi di una derivazione dalla toponomastica marsicana.
ANTENOZIO Antenozio è un cognome tipico di Foggia, dovrebbe derivare da una forma ipocoristica arcica del nome Antonius.
ANTENUCCI
ANTINUCCI
Antenucci ha un ceppo a Roma, uno abruzzese e molisano a Cupello, Celenza sul Trigno, Vasto e San Salvo nel teatino, a Tagliacozzo ed Avezzano nell'aquilano, a Colledara nel teramano, , ha un grosso ceppo ad Isernia ed uno nel campobassano a Roccavivara, Campobasso e Guardialfiera, Antinucci, meno comune, ha un ceppo a Roma e ad Oriolo Romano nel viterbese, un ceppo a Scafa nel pescarese, ed uno piccolo ad Isernia, in Campania è ben presente a Sessa Aurunca nel casertano, si dovrebbe trattare di forme ipocoristiche, anche alterate dal dialetto, derivate dal nome Antino (vedi ANTINA).
ANTICHI
ANTICO
Antichi ha un ceppo tra reggiano e modenese ed in Toscana, soprattutto nell'area che comprende il livornese, il pisano il fiorentino ed il senese, Antico ha vari ceppi, nel padovano, veneziano e rovigoto, nel pescarese e teatino, nel salernitano, nel Salento, nel reggino e nel siracusano e palermitano, dovrebbe derivare dal nome Longobardo Anticus, citato ad esempio da Paolo Diacono nella sua Historia Longobardorum: ".. Hac tempestate Iustinianus Augustus Romanum imperium felici sorte regebat. Qui et bella prospere gessit et in causis civilibus mirificus extitit. Nam per Belisarium patricium Persas fortiter devicit, perque ipsum Belisarium Wandalorum gentem, capto eorum rege Gelismero, usque ad internicionem delevit Africamque totam post annos nonaginta et sex Romano imperio restituit. Rursumque Belisarii viribus Gothorum in Italia gentem, capto Witichis eorum rege, superavit. Mauros quoque post haec Africam infestantes eorumque regem Amtalan per Iohannem exconsulem mirabili virtute protrivit. Pari etiam modo et alias gentes belli iure conpressit. Quam ob causam propter horum omnium victorias, ut Alamannicus, Gothicus, Francicus, Germanicus, Anticus, Alanicus, Wandalicus Africanusque diceretur, habere agnomina meruit...", ma potrebbe anche derivare da una forma aferetica del nome longobardo Nanticu, di cui abbiamo un esempio nel Codex Diplomaticus Cavensis nell'anno 898, dove tra i testimoni di una dichiarazione di proprietà compare: "..+ ego Nanticu filio Tuntuli teste subscripsi ..".
ANTIFORA Antifora è tipico di Bisceglie nel barese e di Lucera nel foggiano, dovrebbe essere di origini greche e derivare da un soprannome basato sul verbo greco antico άντιφέρω antifero (portare contro, porre prima, anticipare).
ANTIGNANI
ANTIGNANO
Antignani ha un ceppo romano, uno a Santa Croce di Magliano nel campobassano ed uno, il più consistente, a Pomigliano d'Arco nel napoletano, Antignano è un tipico cognome del napoletano, di Giugliano in Campania, Acerra e Napoli, dovrebbero derivare dal toponimo Antignano di Vico Equense nel napoletano, gli Antignano sono un importante casato campano che risale almeno all'epoca di Federico II° di Svevia, i Conti di Antignano, paese e castello del perugino posto sulle colline di Bevagna da cui sembra trassero il nome, al momento degli scontri tra guelfi e ghibellini, col l'avvento della supremazia papale si ritirarono in Campania, famoso è il palazzo Antignano di Capua costruito tra il 1450 ed il 1454, gli Antignani sono, più che un ramo cadetto degli Antignano, più probabilmente semplicemente gente che fosse di Antignano, la -i finale identificherebbe quindi il genitivo di specificazione.
ANTIGNATI Antignati, praticamente unico, specifico del bergamasco, dovrebbe derivare dal nome arcaico del paese bergamasco di Antegnate, probabile luogo d'origine del capostipite.
ANTILLI
ANTILLO
Antilli, molto molto raro, ha un piccolo ceppo a Fano nel pesarese, con sparute presenze nel romano, Antillo è praticamente unico, dovrebbero essere derivati da una forma contratta del nome medioevale Antonillus (vedi ANTONILLI)
ANTIMI
ANTIMO
Antimi ha un ceppo nel forlivese, uno nel ternano ed uno a Roma, Antimo è quasi unico, dovrebbero derivare da nome medioevale Antimo, di cui abbiamo un esempio in quest'atto del 1500: "...per deputationem et electionem domini Antimi de Sinebarbis sui patris heredis quondam Antonii Pauli Funarii donatarii dicte domus...", ma è pure possibile una derivazione dal toponimo Sant'Antimo nel pesarese o Sant'Antimo (NA).
ANTINA
ANTINI
ANTINO
Antina è praticamente unico, Antini, molto molto raro, ha un ceppo nel foggiano ed uno probabilmente secondario a Roma, Antino, sempre molto raro, ha un ceppo nel foggiano ed uno nel napoletano.
integrazioni fornite da Fabio Paolucci tratto dal testo di prossima pubblicazione "I cognomi di Colle Sannita" di F. Paolucci
Attualmente sono presenti due ceppi Antino nella nostra Penisola, a Napoli e nel foggiano comune di San Severo (centro dove con ogni probabilità il cognome si è formato e dal quale si è poi irradiato - nei secoli scorsi anche a Colle Sannita -).
Varianti di Antino sono Antina, cognome estremamente raro, forse riconducibile ad un unico ceppo familiare presente in Basilicata e in Emilia Romagna, e Antini, classica forma pluralizzata diffusa principalmente a Roma e nel Foggiano (nelle vicinanze di San Severo). Più ipotesi possono essere formulate circa l'origine etimologica del cognome. In prima analisi va presa in esame l'ipotesi fornita dal noto linguista del "Corriere della Sera" Giorgio De Rienzo, il quale proponeva, in risposta ad un lettore che richiedeva informazioni sull'origine del cognome D'Antino, la provenienza dal ceppo Durante. Il cognome Durante, derivato dal nome augurale cristiano della latinità tarda e medioevale Durante (col significato di "preciso, perseverante, fermo", ottenuto dal participio presente "durans, durantis" del verbo latino "duro, as, avi, atum, are", la cui traduzione è "indurre, rendere duro, indurire, rendere solido, fortificare" o "radicarsi", "rendere insensibile", "resistere a, sopportare", "costipare", "indurirsi, divenir duro", "durare, sussistere" o ancora "esser duro, spietato") che presenta varianti come Duranti e Durando, avrebbe secondo il parere dell'esperto linguista forme abbreviate quali Dante, Danti, Dantini, ergo, D'Antino.  Secondo il mio modesto parere, tale spiegazione è riduttiva e poco chiara per i cognomi presi in esame: Antino, così come il patronimico D'Antino, andrebbe ricondotto etimologicamente alla cognominizzazione del nome Antino, diffusosi nella tarda antichità e nel medioevo per mezzo del culto dell'omonimo santo martire Antino, festeggiato tradizionalmente il 27 settembre. Ancora da ricordare è un singolare episodio che sconvolse il mondo romano sotto Adriano, ma che contribuì alla diffusione dei nomi Antinoo e poi Antino. Antinoo (dal greco "anti" e "noos", "avversario, che ha diverso pensiero") fu il favorito dei fanciulli di cui amava circondarsi l'imperatore Adriano; originario dalla Bitinia (Asia Minore), nacque secondo le fonti il 27 novembre del 110 d. C. e morì per annegamento in circostanze oscure il 30 ottobre del 130 durante un viaggio sul Nilo. Dopo la sua morte fu subito divinizzato dall'Imperatore: il caso fu unico ed eccezionale nella storia romana in quanto la divinizzazione era riservata agli imperatori e ai membri della famiglia imperiale, per cui notevole fu lo scalpore che investì tutto l'Impero. Un'ultima tesi ricondurrebbe l'origine del cognome Antino al toponimo abruzzese Civita d'Antino, piccolo e suggestivo storico comune della provincia de L'Aquila, ma anche in questo caso la proposta andrebbe scartata per la evidente lontananza del centro dai luoghi di diffusione del cognome e, in particolar modo, per la assoluta veridicità della mia precedente ipotesi di formazione etimologica dalla cognominizzazione di un nome proprio.
ANTIOCO
ANTOCI
Antioco, estremamente raro sembrerebbe del palermitano, Antoci è tipico del ragusano, dovrebbero derivare dall'etnico antioco (di Antiochia) come pure, anche se la cosa è meno probabile dal cognome macedone Antoci.
ANTISTA Antista è specifico di Castelbuono, Geraci Siculo e Palermo nel palermitano, dovrebbe derivare dal nome della Gens plebea latina Antistia, troviamo citato il personale relativo a questa Gens in una lettera di Bruto a Cicerone: "..duabus rebus egemus, Cicero, pecunia et supplemento; quarum altera potest abs te expediri ut aliqua pars militum istinc mittatur nobis vel secreto consilio adversus Pansam vel actione in senatu, altera quo magis est necessaria neque meo exercitui magis quam reliquorum, hoc magis doleo Asiam nos amisisse; quam sic vexari a Dolabella audio ut iam non videatur crudelissimum eius facinus interfectio Treboni. vetus Antistius me tamen pecunia sublevavit. ..".
ANTOGNONI Antognoni ha un ceppo marchigiano, soprattutto a Fano nel pesarese ed un ceppo nel perugino a Perugia, Deruta e Torgiano, dovrebbe derivare da una forma dialettale accrescitiva del nome Antonio, probabilmente i capostipiti, di nome Antonio, erano di grossa corporatura.
ANTOLA
ANTOLINI
ANTOLINO
Antola è specifico della Liguria, deriva da soprannomi originati dalla provenienza dal monte Antola in Liguria. Antolini ha un nucleo originario nel veronese, ma potrebbe avere ceppi lungo la zona adriatica dalla Romagna all'Abruzzo ed uno nel genovese, Antolino dovrebbe essere di origine meridionale ed in particolare della zona di confine tra il foggiano, la Basilicata e la Campania. Questi ultimi due cognomi potrebbero derivare da una modificazione del nome Antonio.
ANTONA
ANTONAZZI
ANTONAZZO
ANTONELLI
ANTONELLO
ANTONI
ANTONIAZZI
ANTONIAZZO
ANTONICELLI
ANTONICELLO
ANTONIEL
ANTONIETTI
ANTONIO
ANTONIOL
ANTONIOLI
ANTONIOLO
ANTONIONE
ANTONIONI
ANTONIOTTI
ANTONIOTTO
ANTONIOZZI
Antona sembrerebbe dell'agrigentino, Antonazzi ha un ceppo nel romano a Morlupo ed a Roma, ed uno in Puglia a Surbo nel leccese, Antonazzo ha un ceppo, probabilmente secondario, a Roma, uno in Sicilia, soprattutto a Torregrotta nel messinese, ma il ceppo più importante è nella Puglia meridionale, nel leccese a Carpignano Salentino, Tiggiano, Parabita, Ortelle, Ugento e tutto il leccese, con un grosso ceppo anche a Grottaglie nel tarentino, Antonelli, molto diffuso, è panitaliano, Antonello è tipico veneto, Antoni parrebbe toscano, Antoniazzi è tipico del Lombardoveneto, Antoniazzo, molto molto raro, ha un ceppo nel novarese ed uno nel Veneto, Antonicelli sembrerebbe specifico dell'area che comprende il barese ed il tarentino, Antonicello, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad errori di trascrizione del precedente, Antoniel, molto molto raro, è specifico di Pordenone e del pordenonese con qualche presenza nel vicino trevigiano, Antonietti ha un ceppo nell'Italia settentrionale occidentale, a Genova, Torino, nel verbanese, in Lombardia, con piccoli ceppi anche in Emilia, ed ha ceppi nella fascia centrale che comprende urbinate, anconetano, perugino, romano e latinense, Antonio, estremamente raro, parrebbe del centrosud, Antoniol è caratteristico di Sovramonte nel bellunese con un ceppo secondario anche a Codognè e Fontanelle nel trevisano, Antonioli è tipicamente lombardo, Antoniolo, rarissimo, parrebbe veronese, Antonione, estremamente raro, sembrerebbe piemontese, Antonioni ha ceppi emiliani, nell'urbinate e tra Roma e Latina, Antoniotti e Antoniotto sono tipicamente piemontesi, Antoniozzi è specifico del romano e del rietino, di Roma, Rieti e Gallicano nel Lazio (RM) in particolare, derivano tutti da modificazioni più o meno ipocoristiche del nome latino Antonius, probabilmente di origine etrusca anche se non se ne conosce la radice che è alla base di tutta una serie di cognomi distribuiti equamente in tutta Italia.Un'altra possibile origine di questa serie di cognomi, soprattutto al sud potrebbe essere il nome greco Antionos, che significa nato prima (ante gnatos con la stessa radice di antenato).
ANTONACCI
ANTONACI
Antonacci è diffusissimo in Puglia e tra Abruzzo, Molise e Lazio, con massima concentrazione nel foggiano e nel barese, Antonaci, tipicamente pugliese, è soprattutto salentino, diffuso a Galatina, Lecce, Cutrofiano, Sogliano Cavour, Collepasso, Neviano, Martano, Matino, Corsano, Soleto e Gallipoli nel leccese, a Taranto ed a Bari, dovrebbero essere di origine greca e derivare dall'italianizzazione del nome e cognome greco Antonakis, forma patronimica o diminutiva in -akis del nome Antonios (Antonio).
integrazioni fornite da Lucia Antonaci
Il cognome Antonaci è di origine greca dal cognome Antonakis, e deriva dall'insediamento greco-bizantino nella terra d'Otranto.
ANTONANGELI
ANTONANGELO
Antonangeli è specifico di Lazio di Roma e Sora (FR) e dell'aquilano, di Pescina in particolare, Antonangelo è quasi unico, derivano dal nome composto Antonio ed Angelo.
ANTONGIOVANNI Antongiovanni è tipicamente toscano del lucchese, di Capannori, Viareggio e Camaiore, dovrebbe derivare da un capostipite che si fosse chiamato con il nome composto dai nomi Antonio e Giovanni, ricordiamo con questo nome l'Abate Antongiovanni Bonicelli, il traduttore, verso la fine del 1700, dal latino in italiano della Memoria storica della Repubblica di Venezia di Paolo Morosini.
ANTONICA
ANTONICI
ANTONICO
Antonica, tipicamente salentino, di Galatina, Zollino, Lecce e Martignano nel leccese e di Mesagne nel brindisino, ha anche qualche presenza nel cosentino, Antonici ed Antonico sono quasi unici e probabilmente il prodotto di errori di trascrizione del precedente, che dovrebbe derivare da una forma ipocoristica grecanica del nome greco Αντώνης  Antónis (Antonio).
ANTONILLI Antonilli è specifico di Sant'Agapito nell'iserniese e di Isernia, con piccole presenze anche nel Lazio meridionale, dovrebbe derivare dalla forma ipocoristica latina Antonillus (piccolo Antonio), troviamo tracce di questa cognominizzazione nella Lista degli Scolari dell'Università di Perugia, sotto l'anno 1559, dove compare un certo Andreas Antonillus.
ANTONINI
ANTONINO
Antonina è praticamente unico, Antonini è molto diffuso al centronord, Antonino sembrerebbe tipico pugliese, del barese in particolare, con ceppi anche nel napoletano e beneventano.
integrazioni tratte da Da I cognomi di Colle Sannita - sezione cognomi estinti a Colle, di Fabio Paolucci, di prossima pubblicazione
Antonino sembrerebbe tipico di Bari e provincia, ma lo si ritrova diffuso in nuclei meno consistenti rispetto al precedente anche a Brindisi e nel comune di San Severo in Capitanata. Sempre nel Mezzogiorno sono individuabili altri due ceppi: uno nella città partenopea, l'altro nel comune beneventano di Pago Veiano. A Torino, Milano e nel resto del Nord, la presenza del cognome Antonino potrebbe essere una delle conseguenze visibili del fenomeno di migrazione dall'Italia meridionale al Settentrione, ma non è escluso che potremmo trovarci innanzi a ceppi autonomi. Varianti di Antonino sono Antonina, estremamente raro, forse unico, e Antonini, ampiamente diffuso nell'area centro-settentrionale della nostra Penisola. Un gruppo familiare Antonino è documentato a Colle Sannita nell'ultimo ventennio del 1500, come risulta dalla consultazione dei Libri Baptizatorum; già dai primi decenni del Seicento il cognome non viene più registrato nell'archivio parrocchiale collese. Più ipotesi possiamo formulare sulla presenza di questo cognome nel nostro borgo, considerando il fatto che la forma cognominale Antonino è attualmente diffusa nei comuni di San Severo e Pago Veiano, mentre risulta assente nei restanti limitrofi comuni sanniti e della Capitanata: si potrebbe pensare che il ceppo Antonino stanziato a Colle fosse autoctono, e che in seguito, verso i primi decenni del Seicento, il cognome si fosse qui estinto per cause naturali (assenza di discendenti di sesso maschile, pestilenze o carestie) oppure a causa di una migrazione di uno o più gruppi familiari da Colle alla volta di luoghi meno ostili in cui poter vivere, stanziandosi nei non lontani centri di San Severo e Pago Veiano. Altra ipotesi è invece opposta alla precedente: è possibile lo spostamento del ceppo Antonino da Pago Veiano o da San Severo verso Colle, nel cui abitato non dovette sostare a lungo data la subitanea estinzione del cognome nel nostro centro sannita. Non è possibile sciogliere in questa sede il dubbio circa la provenienza degli Antonino collesi: accurate e minuziose ricerche archivistiche andrebbero condotte in tal senso, ma ciò ridurrebbe il nostro lavoro di ricerca scientifica ed etimologica dei cognomi allo studio di una singola famiglia. Molto più semplice, ma anche più giusto, sarebbe a mio avviso ricondurre la formazione del cognome Antonino a Colle ad un evento del tutto casuale: il cognome fu assegnato con ogni probabilità (data la scarsissima diffusione) ad un infante figlio della colpa o figlio di nessuno, nato e subito abbandonato dai suoi sciagurati e sventurati genitori davanti all'uscio di un convento, di una chiesa o della casa di un privato. Il cognome sarebbe quindi nato da un nome pensato di sana pianta e istantaneamente attribuito al bambino pronto per il battesimo. In conclusione, il ragionamento indurrebbe a considerare il ceppo Antonino di Colle come autonomo rispetto agli altri due ceppi pugliese e sannita.  Prima di passare all'analisi etimologica, vorrei incentrare l'attenzione dei lettori su un altro punto: è possibile anche una correlazione tra il cognome in questione e la forma cognominale, già analizzata, Antino, che sembrerebbe quasi una variante del primo ottenuta per contrazione (Ant-on-ino), o addirittura una sua forma abbreviata. Passiamo adesso finalmente ad approfondire l'aspetto etimologico. Antonino, cognominizzazione del nome Antonino, derivato dal nomen latino Antoninus, di derivazione etrusca, si diffuse come nome personale soprattutto in epoca medievale grazie al culto cristiano dei Santi Antonio Abate e Antonio di Padova, nonché dei Santi Antonino Abate e Antonino da Firenze.  Prestigioso fu questo nome nell'antichità: si ricordi la dinastia imperiale degli Antonini, composta da Tito Aurelio Fulvio Baionio Arrio Antonino Pio (noto come Antonino Pio, 19/9/86 - 7/3/161, Imperatore Romano dal 138 al 161 d.C.), Cesare Marco Aurelio Antonino Augusto (noto come Marco Aurelio, 26/4/121 - 17/3/180, Imperatore dal 161 al 180), Lucio Elio Aurelio Commodo (detto Lucio Vero, 130 - 169, Imperatore dal 161 al 169) e Marco Aurelio Commodo Antonino (noto come Commodo, 31/8/161 - 31/12/192, Imperatore dal 180 al 192). È chiaro che la dignità imperiale di questa dinastia contribuì in passato alla diffusione del nome per ossequio agli Antonini, ma deve essere ancora più chiaro il fatto che nessun legame si deve ritenere esistente tra gli Imperatori e i vari attuali ceppi Antonini e Antonino italiani, i cui cognomi sono il risultato del fenomeno di cognominizzazione di un semplice nome di persona.
ANTONOMASO Antonomaso, quasi unico, dovrebbe derivare dal nome del capostipite composto da una forma contratta del nome Antonio e dall'aferesi del nome Tommaso.
ANTONUCCI Tipico del centrosud, dovrebbe derivare dal nome medioevale Antonucius di cui troviamo tracce ad esempio nel 1400 a Pacentro (AQ) con un certo  "...Antonucius dictus Zachardus..." e, nell'elenco degli scolari dell'Università di Perugia dell'anno 1513 è menzionato un certo Antonucius de Buclano abruzzese, personaggio di rilievo con questa cognominizzazione è stato il teologo e letterato Baptista Antonucius (1532-1585) di Gubbio (PG).
ANTUONO
D'ANTUONO
Antuono è un cognome abbastanza raro specifico del casertano, di Teano in particolare e di Marzano Appio, D'Antuono, decisamente più diffuso, ha un ceppo nel foggiano, uno nel salernitano, uno abruzzese ed uno romano, dovrebbero derivare da una forma dialettale del nome Antonio, probabile nome del capostipite o del padre del capostipite nel caso di D'Antuono.
ANTUZZI Assolutamente rarissimo, sembrerebbe della zona tra il foggiano ed il Molise, potrebbe derivare da una modificazione dialettale del nome Antonio.
ANVIDI Anvidi è un cognome ormai scomparso in Italia, dovrebbe derivare dal nome medioevale germanico Arwidus, di cui abbiamo un esempio in un atto del 1565: "...Praeclaram in peruestigandis veterum populorum, qui Chersonesos ac Insulas regnorum tuorum olim incoluerunt, Cimbrorum, Getarum, Dacorum, Gothorum, Vandalorum, antiquis sedibus, regnis, ac rebus, toto orbe ante et post nati Christi tempora gloriose gestis, operam nauauit Iohannes Lyscander, Claudii huius frater. de cuius labore, non Daniae solum tuae ac Norwegiae regna, sed totum hunc orbem Arctoum illustrante, et omnibus etiam exterarum gentium Historiis lucem eximiam adferente, viri genere ac ingenio nobilissimi ac eruditissimi Nicolaus Kaas Cancellarius, et Arwidus Huitfeldius, et alii Regiae Maiest. T. familiares, testari poterunt. ..."di questa cognominizzazione se ne trovano tracce a Piacenza alla fine del 1600, in un atto, datato 9 agosto 1697, conservato presso l'Archivio di Stato di Piacenza, redatto dal notaio Giuseppe Anvidi, nel 1700, nel 1727 il conte Odoardo Anvidi è Segretario di Stato Reggente del Ducato d'Este fino al 1731, sempre a Piacenza il conte Giuseppe Anvidi sposa la contessa Maria Maddalena Affaticati, nella seconda metà del 1700 il conte Alfonso Anvidi, figlio del precedente, sposa la contessa Gerltrude Carasi.
ANZI Anzi è tipico di Verona e del veronese, dovrebbe derivare dal nomen latino Antius (vedi ANZIUTTI), il gentilizio della Gens Antia.
ANZIL
ANZILE
ANZILUTTI
Anzil è specifico dell'udinese cosi come Anzillutti assolutamente rarissimo, che ne è il diminutivo, Anzile, un pò più raro, è più specifico del basso udinese, dovrebbero derivare da una modificazione dialettale del nome Angelo, tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Laipacco (UD) fin dal 1600 con un Geremia Anzil.
ANZINI Sembra avere 3 ceppi, nel varesotto, in provincia di Roma e in Abruzzo nella zona di Tagliacozzo e Avezzano.
integrazioni fornite da Pier Luigi Anzini Farmacista in Busto Arsizio (VA)
questo cognome deriva da due toponimi: Anzino (Comune di Bannio Anzino, provincia del Verbano-Cusio-Ossola) per il ceppo del varesotto e Anzio (ROMA) per quello laziale
Essendo io di Busto Arsizio riporto la storia del mio casato, che si fa risalire alla migrazione Walser dal Cantone svizzero del Vallese (Wallis in tedesco) nella Valle Anzasca (VB) nel XIII° secolo. Da qui si è avuta una ulteriore migrazione di alcune famiglie in Lombardia occidentale nel XVII°-XVIII° secolo. A Busto Arsizio, dove c'è la maggior concentrazione di Anzini del nord, il cognome è presente dal XVIII° secolo (fonti: archivi parrocchiali, Catasto Teresiano, Verbali delle Congregazioni o Scuole).
La presenza in Lazio e in Abruzzo è invece derivabile dal toponimo Anzio, dal quale originano sia gli Anzi e i D'Anzi, che gli Anzini stanziati nel Centro Italia, con una significativa presenza anche in Sicilia occidentale. Negli Stati Uniti d'America si trovano alcuni Anzini che hanno origini appunto in Sicilia, essendo stata la migrazione meridionale verso l'America del Nord più imponente di quella settentrionale. Il rapporto è invertito invece per la migrazione verso l'America del Sud (Argentina, Uruguay e Brasile). A Blumenau, città dello Stato di Santa Catarina, Brasile meridionale, colonizzata da Tedeschi e Italiani del nord (principalmente Lombardi e Veneti), c'è una strada intitolata a Thiago Anzini.
ANZISI Anzisi è specifico del salernitano, di Albanella in particolare, dovrebbe derivare dal nome medioevale Anzise, una forma alterata, derivata dal nome greco Άγχίσης  Agxises (Anchise), che in greco significa ingobbito, storto.
ANZIUTTI Anziutti, molto molto raro, è tipico dell'alto udinese, di Forni di Sopra in particolare, dovrebbe trattarsi di una forma ipocoristica dialettale con valore patronimico, riferito al nome Anzio, italianizzazione del cognomen latino Antius, di cui abbiamo un esempio nel Factorum et dictorum memorabilium di Valerio Massimo: "...Contentus essem huius exemplis generis, nisi unum me dicere admiratio facti cogeret. Antius Restio proscriptus a triumviris, cum omnes domesticos circa rapinam et praedam occupatos videret, quam maxime poterat dissimulata fuga se penatibus suis intempesta nocte subduxit....", il suffisso -utti sta per il figlio di, tracce di questa cognominizzazione si trovano a Forni fin dalla seconda metà del 1400.
AONDI
AONDIO
Aondi, praticamente unico, è lecchese, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione di Aondio, che, molto raro, è specifico di Lecco e del lecchese, dovrebbe trattarsi di una forma contratta del nome Abondio o Abbondio (vedi ABBONDI), molto diffuso nella zona milanese, comasca e lecchese in epoca secentesca.
APA
APE
API
Apa è un tipico cognome calabrese, con un ceppo anche a Napoli, Ape , molto molto più raro, è invece specifico di Monopoli nel barese, Api ha un piccolissimo ceppo ad Andretta nell'avellinese ed uno più consistente ad Ostra Vetere nell'anconetano, tutti questi cognomi dovrebbero derivare sia dal vocabolo italiano ape che da sue varianti dialettali, probabilmente intendendo così definire i capostipiti come apicultori, o anche sottolineando una particolare operosità degli stessi, esiste anche la possibilità che in alcuni casi possa derivare da modificazioni del nome degli Appi della Gens Appia (una famiglia della Gens Claudia cui venne ascritto anche il territorio barese), bisogna considerare che il nome Apius è una variante consolidata di questo gentilizio.
APARO Aparo è tipicamente siciliano, dell'area siracusano, ragusana, di Solarino, Lentini e Priolo Gargallo nel siracusano e di Modica nel ragusano, dovrebbe derivare dal termine aparo (arnia, cassettino per le api), probabilmente ad indicare che il capostipite facesse l'apicultore, tracce di questa cognominizzazione le troviamo in un testamento palermitano dell'anno 1333, dove, tra i vari lasciti, ne figura uno ad un certo Christopharo Aparo: "...Item legavit Christopharo Aparo unceas decem..." e nella seconda metà del 1600 con Don Tommaso Aparo sacerdote di Santa Maria Maggiore ad Ispica (RG).
APEDDU Apeddu, molto molto raro, è tipico della Gallura nel nord della Sardegna, di Berchidda, Oschiri ed Alà dei Sardi, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale originato dal vocabolo gallurese apeddu (abbaio, latrato), forse ad indicare una caratteristica comportamentale del capostipite.
APICE
APICELLA
Apice è tipico di Napoli e dintorni, Apicella è tipico campano, del napoletano e salernitano in particolare, dovrebbero derivare dal nomen latino Apicius di cui abbiamo un esempio in una satira di Giovenale: "...emit sibi. multa videmus quae miser et frugi non fecit Apicius. hoc tu succinctus patria quondam, Crispine,...", tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Pietrelcina (BN) fin dalla seconda metà del 1500 con un certo Consultore Apicella, a Napoli nel 1600: "...Fiorello Apicella Fr. Ioannes Baptista, Neapolitanus, floruit circa medietatem saeculi XVII ...".
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Apicella è un tipico cognome campano, con epicentro a Cava de'Tirreni (SA), Salerno e Napoli, nonchè in costiera amalfitana nei comuni salernitani di Tramonti, Maiori, Vietri sul Mare e Minori, e nell'Agro Nocerino - sarnese nei centri di Nocera Superiore, Nocera Inferiore ed Angri, sempre nel Salernitano, ma ampiamente diffuso in più nuclei in tutto il territorio nazionale.  Più ipotesi possono essere formulate circa l'origine etimologica. La prima intuizione muoverebbe a pensare ad una probabile derivazione latina, ma sono molti i termini della lingua parlata dai nostri lontani antenati che si possono ricollegare etimologicamente al cognome in questione. Il primo vocabolo latino da tenere in considerazione è il sostantivo apex, icis, che può essere tradotto con i significati di apice, punta, sommità, apice come segno della vocale lunga (apex litterarum), cresta, ciuffo di penne sul berretto o sull'elmo, ornamento, sommo decoro, grado.  Apicella potrebbe quindi derivare da un soprannome legato all'attività svolta o ad una specifica connotazione fisica del Capostipite.  Un altro termine da considerare è apica, ae, termine che designava un particolare tipo di pecora che non ha lana al ventre: in tal caso, il cognome potrebbe derivare dall'attività di pastore, allevatore, tosatore o produttore di formaggi e latte di pecora.  Sempre legato al mondo delle attività agresti è il vocabolo apicia: era chiamata con questo nome una particolare uva moscata che dava luogo al cosiddetto vinum apicium, vino ampiamente apprezzato nell'antica Roma.  In ultima analisi, Apicella potrebbe derivare dalla cognominizzazione del nome di persona Apicius, nome di un famosissimo ghiotto gastronomo Romano vissuto sotto Tiberio: egli fu autore di un'opera in dieci libri, fortunatamente giunta fino ai nostri giorni, il de re coquinaria, in cui trattava dei piaceri della tavola e dei modi di stimolare l'appetito.  Per il motivo appena citato, il nome Apicio fu soprattutto usato al femminile per auspicare e sottolineare le buone doti culinarie di una fanciulla, destinata a diventare una onesta sposa e fattiva donna di casa. Apicius divenne così al femminile Apicia, in termini domestici e affettivi Apicellula, da cui Apicella.  Tale ultima considerazione, che sembra la più accettabile, dimostrerebbe il fatto che sono tanti e di origine diversa i ceppi Apicella, anche se localizzabili nella medesima circoscritta area geografica: tale combinazione è dovuta con ogni probabilità alla maggiore diffusione, ancora nel Medioevo per tradizione popolare, del nome di persona Apicia più in area campana che in altri luoghi italici. Da diverse Apicia sarebbero quindi sorti e si sarebbero poi ramificati i svariati ceppi Apicella nel corso dei secoli.  Ancora un'ultima considerazione, da non sottovalutare, riguarderebbe la derivazione del cognome non dal nome Apicia, ma da un tipo di attività molto fiorente in passato, soprattutto in epoca medievale: quella dell'apicoltore e produttore di miele, alimento fondamentale per la dieta del passato e adoperato anche allo scopo di conservare altri generi alimentari.  In tal senso Apicella deriverebbe dall'unione dei due termini ape, o al plurale api (da apis, is), e cella (da cella, ae), cioè cella per api in senso popolare, ossia in latino parlato, quindi alveare artificiale costruito dall'apicoltore al fine di produrre del miele. Potrebbe anche derivare dal toponimo campano Apice (BN).
APIS Apis è proprio del maceratese, potrebbe derivare dal termine latino apis (ape), ma molto più probabilmente deriva dal nome mediorientale in uso presso i bizantini Apis: "...Nominis autem huius, cur non Apis etiam post mortem, sed Serapis appellatus sit, facillimam rationem Varro reddidit.. ..quoniam eum sine sarcophago vivum venerabantur, Apis, non Serapis vocabatur: quo bove mortuo, quoniam quaerebatur, et reperiebatur vitulus, coloris eiusdem...".
APOLITO
APPOLITO
Apolito ha un piccolo ceppo nel nord milanese, un ceppo consistente nel salernitano a Perito, Salerno. Ogliastro Cilento, Agropoli, Bellosguardo e Battipaglia, ed a Napoli ed uno a Francavilla Marittima nel cosentino, Appolito, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad una diversa trascrizione del precedente, dovrebbero derivare dal nome medioevale Apolitus o Appolitus, forma arcaica alterata del nome greco Ippolytos, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad Arona nel novarese verso la fine 1100 con Albertus Apolito de Staciona, iudex sacri palatii che ricopre la carica di notaio presso il monastero di Arona.
APOLLO
APOLLONE
APOLLONI
APOLLONIA
APOLLONIO
APPOLLONI
APPOLLONIA
APPOLLONIO
APPOLONI
APPOLONIA
APPOLONIO
Tutti estremamente rari, Apollo ha un ceppo a Napoli, uno a Lucera nel foggiano ed uno a Mazara del Vallo nel trapanese, Apollone è quasi unico, probabilmente siciliano, Apollonia, parrebbe avere un ceppo lombardo ed uno nel bellunese, Appolonia ha un piccolissimo ceppo lombardo nel bresciano, Appollonia, ha un ceppo lombardo ed uno nel bellunese, Apolloni invece è ben presente, ha un ceppo importante nel vicentino, uno tra Marche, forlivese e fiorentino ed uno nel romano, Apollonio ha un grosso ceppo lombardo, soprattutto nel bresciano, uno nel bellunese, uno nel romano, uno nell'iserniese ed uno nel leccese, Appolloni è tipico della fascia centrale che comprende anconetano e maceratese, Umbria, Lazio ed aquilano, Appollonio, molto raro, è del casertano, Appoloni ha un ceppo nel trentino che interessa anche il vicino veronese e vicentino, Appolonio, abbastanza raro, è dell'area che comprende il veneziano e l'udinese, derivano tutti dal nome del dio greco Apollon trasformatosi presso i Romani nel nome personale Apollonius, italianizzato poi in Apollonio, abbiamo un illustre esempio in Apollonio Rhodio  (295 a.C. - 215 a.C.) poeta greco bibliotecario della Biblioteca di Alessandria autore tra l'altro delle Argonautiche: "...Apollonius Rhodius Graeco, et Valerius Faccus, Latino carmine, descripserunt. Igniarium quod in Aureo torque Equitum illorum intertextum velleri conspicitur...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Apollonio, cognome proveniente dal nome Apollonio, continuatore del latino Apollonius che è un incrocio fra il gentilizio romano di origine etrusca Aplonius/Apluni e il nome greco Apollonios derivato da Apollon, il nome del dio Apollo nella mitologia greco-romana.
APONTE
D'APONTE
DAPONTE
Aponte è specifico del napoletano, di Napoli, Castellammare di Stabia, Sant'Agnello e Sorrento, D'Aponte ha un ceppo nel napoletano, a Napoli, Sant'Antimo, Casoria, San'Agnello e Giugliano in Campania, a Mercato San Severino nel salernitano e ad Aversa nel casertano, Daponte, quasi unico, è sempre campano, del napoletano e del salernitano, questi cognomi dovrebbero tutti derivare da registrazioni, falsate dal dialetto e dalla scarsa cultura dei primi ufficiali anagrafici, originate dal fatto che i capostipiti provenissero da una zona nei pressi di un ponte.
APORTI Molto raro sembrerebbe tipico della zona che comprende mantovano e cremonese.  Personaggio famoso è stato nel 1800 l'abate cremonese Ferrante Aporti.
APOSTOLICA
APOSTOLICO
Apostolica, quai unico, è campano, dovrebbe trattarsi di un'errata trascrizione di Apostolico, che ha un ceppo nel perugino a Bastia, Assisi, Gualdo Tadino e Perugia, uno a Latina, a Roma ed a Cassino nel frusinate ed uno nel salernitano a Castel San Giorgio, Battipaglia, Salerno, Roccapiemonte e Praiano, e che dovrebbe derivare dal nome medioevale Apostolicus, che troviamo ad esempio citato nel Chronicon Beneventanum relativo all'anno 1139: "... nec moara, prefato regi nuntiatum est, qualiter iam dictus Apostolicus castellum illud esset agressus. Quid multa? Cursu rapidissimo rex ille ad terram Sancti Germani, ubi Apostolicus ipse morabatur, pervenit; en subito de regis adventu fama terribilis pervolat, et continuo castra regis confixa sunt. Apostolicus itaque, et princeps Robertus Capuanus et romanorum militia regis adventum sentiens, castra eorum omnia amoveri iubent, ut in securiori parte manerent. ...".
APOSTOLI
APOSTOLO
Apostoli sembra avere oltre al nucleo principale nel bresciano, anche un ceppo a Trieste, uno in provincia di Roma ed uno nel maceratese, Apostolo sembra essere specifico del varesotto, dovrebbe derivare da un nome di località tipo Borgo Santi Apostoli, presente in molte contrade d'Italia.
APPARI Appari, quasi unico, dovrebbe essere siciliano, dell'area palermitano, trapanese, dovrebbe derivare da un soprannome grecanico basato sulla dialettizzazione del termine greco antico àppas (padre putativo, ministro).
APPELLO Quasi unico se ne trovano tracce nel pavese, dovrebbe derivare dal nome medioevale di origine grecolatina Appellus.
APPIANI
APPIANO
Cognome che deriva dal toponimo Appiano Gentile (CO) è diffuso ormai praticamente solo nel milanese.  Nell'Alto Adige si trova Castel d'Appiano (BZ) signoria dei Conti d'Appiano, vassalli dei Vescovi di Trento e Bressanone, sino al 1140, quando questo ramo della famiglia si estinse, a Pisa nel 1200 Guarnito d'Appiano esercitò la professione di notaio, nel 1392 la sua famiglia ottenne la Signoria di Pisa con Jacopo I°, mentre suo figlio Gherardo divenne successivamente signore di Piombino..
APPICCIAFUOCO Appicciafuoco, assolutamente rarissimo, sembrerebbe abruzzese, dovrebbe derivare dal mestiere del capostipite, probabilmente un addetto all'accensione dei fuochi d'illununazione del paese.
APPIERTO Assolutamente rarissimo, tipico napoletano, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale legato forse a caratteristiche della persona, ma potrebbe anche avere un'origine francese e derivare quindi dal cognome francese Appert diffuso nel dipartimento della Marna.
APPINO Abbastanza raro è specifico del torinese, dovrebbe derivare dal nomen latino Appinus, una modificazione di Appius; su di una lapide medioevale si legge: "Ava Magimari f(ilia)  = an(norum) XXV et Siliduna = et Appinus fil(ii) h(eredes) = Sisi et Quintus = 
APREA
D'APREA
DAPREA
Aprea ha un grosso ceppo a Napoli e nel napoletano a Massa Lubrense, Castellammare di Stabia, Sant`Antonio Abate, Sorrento, Torre del Greco, Portici e nell'isola di Capri, uno a Roma e Latina con una buona presenza anche nell'isola di Ponza ed un piccolo ceppo anche a Taranto, Daprea è quasi unico, mentre D'Aprea è tipico di Torre del Greco e del napoletano, l'origine di questi cognomi potrebbe essere dal nome greco Aprea o da un nome di località caratterizzato dalla presenza di un tempio dedicato a Venere Aprea citato ad esempio in questo testo del 1516 scritto da Mario Equicolo di Alvito: "...In quelle bande essere un tempio di Venere Aprea dice Strabone (63a.C.~20d.C.), in lo quale non potevano intrare domne. Haveva lochi ad lei dedicati in la insula Amatho et Idalia...", un principio di queste cognominizzazioni lo troviamo a Napoli nel 1339 quando troviamo il pubblico Notaro Facium de Aprea, a Palermo nel 1450 in un atto possiamo leggere: "Fuit propositum in consilio per dominos pretorem et iuratos in curie preture in loco solito et consueto videlicet per ki omni iornu per lu portari di li armi di iornu et di nocti suchedinu multi brighii et multi inconvenienti non solum per lu passatu ymmo omni iornu di mali in peyu fina ad heri ki foru morti di xarri homini quactru... ...Nobilis Adinolfus di Furnaya ut dominus Bernardus Pinos.Magister Laurencius di la Balba ut Antonius di Curnaya. Fabrizio Titone Notarus Andreas di Aprea ut proximus.Magister Fidericus di Sinibaldis est in voto quod provideant officiales di iustixia...".
APRILE
APRILI
D'APRILE
Aprile è molto diffuso in tutto il sud, in Sicilia ed in Puglia soprattutto, ma con presenze importanti anche nel napoletano, Aprili, molto raro, parrebbe dell'area toscana, D'Aprile è specifico di tutta la Puglia, dovrebbe derivare dal nome medioevale Aprile, attribuito in senso beneaugurale ai propri figli, con riferimento alla bellezza ed alla godibilità di quel mese primaverile, si potrebbe anche trattare in alcuni casi di cognomi attribuiti ai neonati abbandonati in quel mese.
APULEI Assolutamente rarissimo sembrerebbe del padovano, dovrebbe derivare dal nomen gentilizio romano Apuleius ricordiamo lo scrittore e filosofo neoplatonico latino Lucius Apuleius, l'autore delle Metamorfosi.
AQUILA
D'AQUILA
DELL'AQUILA
Aquila è un cognome diffuso a macchie di leopardo un pò in tutto il sud, D'Aquila ha un ceppo nel campobassano, uno nel cosentino ed uno nel siracusano, tra catanese e ragusano ed a Palermo, Dell'Aquila è molto diffuso a Roma, nel napoletano e casertano, in tutta la Puglia, in particolare nel barese, presente in Lucania e con un ceppo nel catanese, potrebbero derivare da un soprannome o anche dal toponimo abruzzese omonimo, ma la cosa più probabile è che derivino dal nome medioevale Aquila, di cui abbiamo menzione ad esempio negli Atti degli Apostoli: "...Qui trovò un Giudeo chiamato Aquila, oriundo del Ponto, arrivato poco prima dall'Italia con la moglie Priscilla, in seguito all'ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei...", e che i casi in D' e Dell' siano delle forme patronimiche riferite a capostipiti i cui padri si chiamassero Aquila, o tuttalpiù provenissero dalla città dell'Aquila, come si evince ad esempio da questo scritto del 1460 a Sulmona: "Hanc Bibliam ego Nicolaus ser Pauli de Raynaldis de Sulmona donavi conventui Sancti Nicolai de Sulmona quam tenere debeant fratres in loco dicto ad usum fratrum dicti conventus et eam consignavi in manibus fratris Leonis de Aquila tunc guardiani dicti conventus, octobris 1460, et eam nunc tenet pro usu suo...", tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1300 con il Signore di Anagni Giacomo Caetani (o Gaetani) dell'Aquila (1338 ca.- 1423).
AQUILANI
AQUILANO
Aquilani ha un ceppo a Teramo, nel teramano e nel pescarese ed un ceppo a Roma, Viterbo e nel viterbese a Vetralla, Aquilano è tipico del teatino, di Celenza sul Trigno, Ortona, Vasto e San Salvo, ha un ceppo anche nel foggiano a San Severo ed a Lucera, nonchè a Roma, dovrebbero derivare dall'etnico della città dell'Aquila ad indicarla probabilmente come provenienza geografica delle famiglie dei capostipiti.
AQUILANTE
AQUILANTI
Aquilante ha un ceppo principale a Gricignano di Aversa (CE), ceppi a Carinaro(CE), Palombaro (CH), San Martino in Pensilis (CB) e San Giovanni Rotondo (FG), Aquilanti ha ceppi a Roma e Viterbo e nell'anconetano, derivano dal nome Aquilante reso diffuso dai poemi cavallereschi, leggiamo ad esempio nel libro primo dell'Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo: "...Vedevasi Marfisa la regina / Di qua di là voltar sì fur a, / Perché Aquilante e 'l suo fratel pregiato / La combatteano atorno in ciascun lato...." o anche nell'Orlando furioso di Ludovico Ariosto: "... venuti a queste parti eran di poco; / di tal valor, che non ha nostra etade / tant'altri buoni al bellicoso gioco: / Aquilante, Grifone e Sansonetto, / ed un Guidon Selvaggio giovinetto....".
AQUILI
AQUILINI
AQUILINO
AQUILOTTI
AQUILOTTO
Aquili è tipico dell'anconetano di Filottrano, Chiaravalle, Jesi e Falconara Marittima e di Roma, Aquilini ha un ceppo bergamasco ed uno tra Lazio ed Umbria, Aquilino ha ceppi in Puglia, Calabria e Sicilia, Aquilotti, assolutamente rarissimo, parrebbe del centro Italia, Aquilotto, quasi unico, potrebbe essere del sud, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, dalla Gens Aquillia o dal nomen Aquilius da lei derivato ricordiamo a titolo di esempio Caius Aquilius Proculus  console romano del 90 d.C.
AQUINO Tipico campano, in particolare nella zona di Boscoreale (NA), dell'avellinese e di Benevento, con un ceppo anche nel cosentino, dovrebbe derivare dal cognomen latino Aquinus di cui abbiamo un esempio nelle Historiae di Tacito: "...Macrum in Africa haud dubie turbantem Trebonius Garutianus procurator iussu Galbae, Capitonem in Germania, cum similia coeptaret, Cornelius Aquinus et Fabius Valens legati legionum interfecerant antequam iuberentur. ...", ma è pure possibile un collegamento con il toponimo Acquino (FR).
ARA
ARE
Ara ha un ceppo a Bologna, uno a Roma e nel sassarese in Sardegna a Sassari, Alghero, Sedini e Viddalba, Are è specifico della Sardegna centrosettentrionale, i ceppi sardi potrebbero derivare da nomi di località che si rifacciano al concetto di domo le 'ara (luogo per gente di rispetto) o anche semplicemente al vocabolo sardo ara (adesso, ora), forse originato dalle caratteristiche comportamentali del capostipite, o al termine ara, non tanto come unità di misura di superficie, ma intendendo un territorio ampio.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Il cognome Ara deriva dal cognome Aria che si rifà al concetto di aia nel senso di spiazzo, piazzale.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARA; ARE: dal sardo arva, abra = brezza. Dal latino aura = aria venticello. In campidanese abbiamo anche araxi, frida o callenti = arietta fredda o calda. Ara, unità di misura di superficie, dal francese are = 1damq = 1000 mq. Dal latino area. Ara è inoltre un pappagallo sudamericano. In latino vi è anche hara, o harula,  che significa porcile, hara suis = la stalla della scrofa, da cui deriva in campidanese s'aùrra de su procu. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, troviamo: Aras Joanne - de Bosa; Are (de) Comitaçu, ville Zaramonte(* odierno Chiaramonte - Contrate de Anglona ). Attualmente Ara è presente in 122 Comuni italiani, di cui 37 in Sardegna: Sassari 89, Alghero 51, Sedini 29, Viddalba 26, Ittireddu 24, etc. Nella Penisola è presente in 15 regioni(per le quali la provenienza sarda non è scontata): Bologna 31, Roma 20, Genova 11, Milano 9, Napoli 9, Torino 7, etc. Are è attualmente in 55 Comuni italiani, di cui 25 in Sardegna: Bolotana 21, S Lussurgiu 19, Sorso 17, Olbia 15, etc. Nella penisola è presente in 9 regioni e, come per Ara, non è accertata la provenienza sarda.
ARABITO Arabito, assolutamente rarissimo, è tipico della Sicilia orientale, dovrebbe derivare dal nome franco Arbitio, ma è pure possibile una derivazione dal termine grecanico per arabo, ad indicare forse una provenienza araba del capostipite, tracce molto antiche di questo casato si hanno fin dagli inizi del 1300 a Policastro nel crotonese: "...cum contra nostram et communbem intentionem foret eorum absentiam depopulationem terre domini in suspenso tenere, ad septimum quod incipit Item Nicolaus de Arabito (Signore di Policastro agli inizi del 1300) qui tenet quoddam tenimentum et plura alia bona de antiquo dominio asserit illa patri suo per clare memorie dominum regem Carolum secundum esse concessa privilegium ed exinde estendere non curavit...", questo fatto farebbe propendere per l'ipotesi di derivazione normanna piuttosto che araba.
ARACCHIO Aracchi, quasi unico, sembrerebbe del napoletano, dovrebbe derivare dal nome medioevale Arachio, una forma italianizzata dialettale campana del nome ebraico Arioch.
ARACHIDE Arachide è unico, attualmente del novarese.
integrazioni fornite da Piero Arachide
è un cognome dato ad un trovatello a San Giorgio di Piano nel bolognese il  2 febbraio del 1882, che divenne quindi il capostipite di questa famiglia, egli ebbe due figli: Gino e Guerrino nati a Camugnano (BO).
ARACRI Aracri ha un ceppo a Napoli e Pozzuoli nel napoletano ed uno in Calabria nel crotonese a Crotone, Cutro e Rocca di Neto, con presenze anche nel catanzarese a Catanzaro ed a Girifalco, dovrebbe derivare da alterazioni dialettali del nome greco Eràclios (dedicato ad Ercole), ma è anche possibile un riferimento ad una provenienza dalla città greca di Ηράκλειον  Herakleion, il nome della città di Candia sull’isola di Creta, che fu veneziana fino 1669 anno della conquista ed invasione turca dell'isola, con conseguente fuga verso l'Italia dei profughi italici e greci, soprattutto verso le più sicure coste tirreniche ed ioniche occidentali.
ARAGNI
ARAGNO
ARANI
ARANO
Aragni è quasi unico, sembrerebbe settentrionale, Aragno è tipicamente piemontese, di Torino e Settimo Torinese nel torinese e di Fossano e Savigliano nel cuneese, Arani, molto molto raro, sembrerebbe della zona tra Piemonte orientale e Lombardia occidentale, Arano è praticamente unico, questi cognomi dovrebbero derivare dal nomen latino Aranius, a sua volta originato dal termine latino araneus (ragno), dell'uso di questo nome abbiamo un esempio in Abruzzo un ara funeraria di epoca latina: "Dis Manibus Sacrum Aranius Pullo  et Avidia Successa Avidio Felici filio pientissimo qui vixit annos  XIII et menses VI  et dies VIIII posuerunt".
ARAGONA
ARAGONESE
D'ARAGONA
Aragona ha vari ceppi, a Sorso (SS), a San Filippo del Mela (ME) e Messina, a Palermo, a Roma, a Napoli ed in Calabria nel cosentino e nel catanzarese, Aragonese è quasi unico, D'Aragona sembrerebbe campano, dovrebbero essere di origine spagnola e derivare da soprannomi originati dal nome della regione spagnola Aragona o dal suo etnico, si potrebbe in rarissimi casi intendere una derivazione dal casato spagnolo degli Aragona, più probabile invece per i D'Aragona.
ARAGONI Aragoni, molto molto raro, tipicamente sardo, ha un piccolissimo ceppo a Baunei nell'Ogliastra, con presenze a Cagliari ed a Sassari, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine sardo aragoni (bile, amaro, ma anche coraggioso), probabilmente attribuito ad un capostipite per esaltarne un atto di coraggio.
ARALDI
ARALDO
Araldi sembra specifico del cremonese e mantovano, Araldo molto più raro potrebbe avere un ceppo tra cuneese e savonese, uno dubbio nel barese ed uno molto dubbio in Calabria, derivano dal nome di origine longobarda Aroald di cui si ha un esempio in una carta di matrimonio del 722 dove si legge: "...cum familia eorum, uinea, oliuito, silua, peculiare prato in ipso loco supra memorato; et casa Aroald...", la modificazione in Araldus la troviamo nell'alto milanese nella seconda metà del 1100 con un certo Araldus de Pontegana (potrebbe già essere un inizio di cognominizzazione).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
II cognome Araldi deriva dal personale medievale Araldus, che è a sua volta il mediolatino haraldus, dal francone *hariwald «impiegato dell'esercito; araldo».
ARAMINI
ARAMINO
Aramini è molto presente, anche se in misura sporadica, in tutt'Italia, con due ceppi consistenti a Roma ed a Latina, Aramino, molto molto raro, è del napoletano, potrebbero derivare da una forma ipocoristica latina del nome ebraico Aram, uno dei figli di Sem di cui parla la Genesi, nome che fu abbastanza comune presso le famiglie ebraiche, il termine araminus, in epoca medioevale, indicava anche chi provenisse, o fosse stato in Siria, magari durante qualche Crociata.
ARAMU Aramu è tipico del sud della Sardegna, di Terralba nell'oristanese, di Cagliari, Capoterra, Quartu Sant'Elena ed Elmas nel cagliaritano e di Serrenti nel Medio Campidano.
integrazioni di Giuseppe Concas
ARAMU:  a-ramu, ar-ramu, ramu, significa ramo e deriva dal latino ramus. Nelle parlate del Campidano prende la vocale prostetica, come, del resto, quasi tutte le parole che cominciano con erre. Si tratta infatti di un cognome tipicamente campidanese. Il significato proprio è di piccolo ramo, per grosso ramo diciamo sa nai  o sa sida. Arramai ha il significato di tagliare i piccoli rami, ad esempio nella potatura dei fiori o anche degli alberi da frutto; arramai ha inoltre il significato di cospargere le strade di erbe aromatiche e di fiori prima del passaggio di un corteo o processione etc. In catalano enramar significa ornare i balconi  e i davanzali delle finestre delle case di fiori, o anche i petti femminili! Negli antichi documenti in nostro possesso non è presente il cognome Aramu, che attualmente troviamo in 74 Comuni italiani, di cui 33 in Sardegna(con maggior diffusione a Cagliari e Terralba): Cagliari 108, Terralba 101, Capoterra 30, Quartu S. E. 26, Elmas 20, etc. E' recentemente scomparso, a Milano (ottobre 2006), Francesco Aramu, nativo dell'isola sarda La Maddalena, milanese di adozione, giornalista, scrittore e soprattutto pittore di grande caratura: visita nell'Web - Francesco Aramu: per lui noi aggiungiamo in sardo - u' a-ramu bellu, de matta bona = un bel ramo, di un buon albero!
ARANCI
ARANCIO
ARANGI
ARANGIO
NARANGIO
Aranci, assolutamente rarissimo, è probabilmente dovuto ad errori di trascriione di Arancio, che è tipicamente siciliano, molto diffuso a Palermo, Catania, Gela nel nisseno, Vittoria nel ragusano, Agrigento, Favara e Naro nell'agrigentino, Piazza Armerina nell'ennese e Rosolini nel siracusano, Arangi è quasi unico, Arangio è decisamente siciliano, di Enna, Pachino e Siracusa nel siracusano, Vittoria nel ragusano e Palermo, Narangio, assolutamente rarissimo, è del napoletano, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal nome medioevale Narangio (forma italianizzata dall'arabo naranj, il nome originale del frutto dell'arancia, derivato dal sanscrito nagaranga), e dalle sue successive modificazioni, fino ad arrivare al nome italiano Arancio.
ARATA Arata è specifico dell'area che comprende il genovese, con Genova, Rapallo e Chiavari, l'alessandrino con Ovada, con ceppi anche a Torino e Piacenza, dovrebbe derivare da nomi di località come la Borgata Arata del comune di Marmora nel cuneese.
ARATORE
ARATORI
Aratore è specifico del salernitano, di Nocera Inferiore in particolare, Aratori, quasi unico, sembrerebbe emiliano, dovrebbero derivare dal mestiere di contadino svolto dai capostipiti.
ARBA Arba, tipicamente sardo, è specifico del cagliaritano, di San Basilio, Cagliari, San Nicolò Gerrei, Suelli e Muravera, e di Urzulei nell'Ogliastra.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARBA: arba, arbu, arvu, alvu, albu significa bianco e deriva dal latino album. Nelle varie parlate della Sardegna viene comunemente usato l'aggettivo biancu e si tratta di un italianismo. Ma s'arbiu o s'arviu o s'arvu de s'ou è il bianco dell'uovo. Linnarba o linnarbu o linnarvu è il pioppo (legno bianco). Arvu è anche il campo arativo = agrum necdum satum = campo non ancora seminato; detto altrimenti arvoni, arboni, narboni. Narbonai significa preparare il campo per la semina: togliere le malve (althea officinalis). Avra, arba, arva, ara, araxi = aura, brezza, dal latino aura. Non abbiamo altri suggerimenti. Negli antichi documenti della lingua sarda troviamo il cognome Albu. Nel Condaghe di San Pietro di Silki, *CSPS, XI°, XIII° secolo, troviamo:  Albu Gavini (106), in un Kertu de servis(lite per la spartizione della servitù) - tenit mecu corona (tribunale) Petru de Roma, pro fiias de Furatu Boriche.ca mi lu desti tu a Furatu Boriche cando partuimus (dividemmo), levande tu a Gavini Albu (e tu prendesti Gavini Albu); Albu Gosantina di Janne e Maria Pithiris et Albu Janne, tramutu de servis (97), in uno scambio di servi: Ego Apatissa (badessa)Massimilla tramutati homines cun donnu(nobile) Gosantine de Cannettu.ego deili latus (la metà, del servizio) in Gosantina fiia de Maria Pithiris e de janne Albu. Attualmente il cognome Arba è presente in 89 Comuni italiani, di cui 43 in Sardegna: San Basilio 58, Urzulei 52, Cagliari 40, San Nicolò Gerrei 21, etc.
ARBATI
ARBATO
Arbati è quasi unico, Arbato, sempre assolutamente rarissimo, è del messinese, dovrebbero derivare dal nome latino Arbatus derivato dal nome medioorientale Arbacen, come possiamo leggere nelle Historiae adversum paganos: "...Rex primus apud Assyrios, qui eminere ceteris potuit, Ninus fuit occiso Nino Samiramis uxor eius, totius Asiae regina, Babylonam urbem instaurauit caputque regni Assyriis ut esset instituit regnum Assyriorum diu inconcussa potentia stetit; sed cum Arbatus, quem alii Arbacen uocant, praefectus Medorum idemque natione Medus, Sardanapallum regem suum apud Babylonam interfecisset, regni nomen et summam ad Medos transtulit....".
ARBAU Arbau è tipicamente sardo, del nuorese in particolare, di Macomer e Ollolai con un piccolo ceppo anche a Sinnai nel cagliaritano, potrebbe derivare da un soprannome in lingua sarda per orbace, il tipico tessuto di lana grezza utilizzato per i costumi tradizionali sardi, tessuto ottenuto mediante una lavorazione particolare che risale ad epoche molto antiche.
ARBERI Estremamente raro Arberi è ortmai presente in modo sporadico nella Sardegna centromeridionale.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARBERI: deriva da arbu, arvu, dal latino arvum, che significa campo arativo. Arvèri, arbèri, abrèri, obrèri è colui che presta opera nei campi, sinonimo di bracciante agricolo. Is obrèris nelle feste popolari e religiose sono i componenti del Comitato per la festa, coloro che operano, che si danno da fare (detti anche oberàius) per la buona riuscita della manifestazione. Si tratta di un cognome poco diffuso e assente negli antichi documenti della lingua sarda. Oggi è presente in 12 Comuni italiani, di cui 6 in Sardegna: Nuoro 9, Gonnosfanadiga 6, Sorgono 5, Assemini 3, etc.
ARBIZZANI
ARBIZZI
Arbizzani è tipico di Bologna in particolare e di tutto il bolognese, Arbizzi, abbastanza raro è proprio della zona tra reggiano e modenese, dovrebbero derivare dal nome tardo latino Arbitio, Arbitionis diffusosi poi presso i Franchi, di questo nome si hanno tracce ad esempio nella Storia di Roma di Ammiano Marcellino, dove si legge tra l'altro: "...Huic sententiae uersabilium adulatorum refragantibus globis, inter quos erat Arbitio ad insidiandum acer et flagrans et Eusebius tunc praepositus cubiculi effusior ad nocendum, id occurebat Caesare discedente ...", ai tempi dell'imperatore Costantino troviamo ad esempio un Comes Arbitio in qualità di magister equitum (comandante della cavalleria).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Arbizzani muove dal nome locale Arbizzano di Valpolicella (Verona), anticamente Albutiano, che l'Olivieri fa giustamente derivare dal personale latino Albutius.
ARBIZZONI Arbizzoni molto raro è tipico del nord milanese e varesotto, dovrebbe derivare dal toponimo Arbizzo nel varesotto.
ARBOIT Arboit è tipico del bellunese. di Arsiè e Feltre, potrebbe derivare da una forma dialettale contratta del nome medioevale germanico Arbogast, a sua volta formato dalle radici arb (eredità) e gast (che ospita, che detiene), ma potrebbe anche derivare da un soprannome dialettale basato sul termine cimbro arbatan (lavorare) con il significato di operaio.
ARBOLINO Arbolino è tipico del casertano di Sant`Arpino ed Aversa e del napoletano, dovrebbe derivare dal nome medioevale latino Arbolus citato ad esempio in un atto senese del 1298: "...restituantur illis omnibus qui eas et ea dederunt et illis aliis qui cautionem similem facient et non aliis, salvo et reservato semper omni et quolibet precepto et mandato sanctissimi patris domini Bonifatii pape octavi in quem fuit compromissum factum per omnes sotios dicte sotietatis... ..Vannes Herrigi, Angelus Benvenuti , Arbolus Bernardini.", troviamo tracce di questa cognominizzazione nel Catasto Onciario del 1754 di Crispano (NA) con un certo "Marcello Arbolino di anni 30 che abita in casa propria sita al Trivio, giusto li beni di Nicola Lizzano consistente in quattro bassi con giardinetto".
ARBORE
ARBORI
Arbore è tipicamente pugliese del barese in particolare e del foggiano, di Corato e Rutigliano entrambi nel barese, Arbori è unico ed è quasi sicuramente dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal termine latino arbor, arboris (albero) o ad indicare località specifiche o il mestiere di tagliaboschi svolto dai capostipiti.
ARBORETO Arboreto è ormai scomparso in Italia, dovrebbe derivare dal fatto che la famiglia abitava in prossimità di un arboreto che è un posto dove si trovano essenze di molte specie diverse, soprattutto collocati in epoca rinascimentale in prossimità di conventi.
ARBUCCI Arbucci è molto raro e specifico della zona tra la provincia di Avellino e quella di Napoli, difficile identificare un'origine etimologica, solo a titolo di mera ipotesi si potrebbe pensare ad una derivazione dal nome spagnolo Arburus, troviamo nel 1811 un Francesco Arbucci in qualità di sindaco ad Avella (AV).
informazioni fornite da Anna Arbucci Drefs
Il cognome è di provenienza toscana.
ARBUS Arbus è specifico di Cagliari del cagliaritano.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARBUS: per noi del Medio Campidano Arbus più che un cognome è il nome di un centro abitato: Arbus, Medio Campidano, 6779 abitanti (31.12.2006), 314 metri s.l.m., confina con: Gonnosfanadiga, Guspini, Fluminimaggiore, Terralba. Ha 47 chilometri di costa (quasi vergine), da Capo Pecora a Capo Frasca. Paese di origini nuragiche: sono tanti gli elementi archeologici a dimostrarlo; numerosi i nuraghi e le tombe di giganti sinora scoperte e catalogate. In periodo Fenicio - Punico e successivamente romano fu sede di numerose ricerche minerarie argentifere. In periodo medioevale fu villa (bidda) appartenente alla Curadorìa di Bonorzuli, nel regno giudicale di Arborea. Nel 1410, in seguito alla disfatta del regno di Arborea, passò al regno catalano aragonese di Sardegna, sotto la giurisdizione di Berengario Bertran Carròs. Dopo alterne vicende fu unita alla contea di Quirra, sempre dei Carròs, i cui possedimenti furono ereditati dai Centelles e poi da Borgia, dai Català etc. etc. (Di. Sto. Sa - Dizionario Storico Sardo di Francesco Cesare Casula). Il significato del nome è legato alla radice arb- che può estendersi in arbus > albus = bianco, o in arbor > arboris = albero, verde etc. Il cognome Arbus, attualmente, è presente in 7 Comuni della Sardegna: Sinnai 133, Burchi 62, Cagliari 38, Quartu S. E. 32. Lotzorai 14, etc.
ARCA
DE ARCA
DEARCA
Arca è un cognome tipicamente sardo, molto diffuso a Sassari, Alghero e Bultei nel sassarese, a Silanus e Macomer nel nuorese, a Cagliari, a Cuglieri, Abbasanta, Santo Lussurgiu ed Oristano nell'oristanese, De Arca, quasi scomparso è del nuorese, Dearca, solo leggermente meno raro, è sempre del nuorese, dovrebbero derivare dal vocabolo sardo arca (cassapanca) probabilmente ad indicare la professione di mastro falegname svolto dal capostipite, ma è pure possibile un riferimento allo stato di benessere della famiglia o alla taccagneria attribuita al capostipite.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARCA: arca sia in campidanese che in logudorese = arca o cassapanca di legno, generalmente di castagno, che si fabbricavano nei villaggi intorno al Gennargentu, Aritzo, Desulo, Tonara, ma che ormai si fabbricano in tutta la Sardegna: erano e sono numerosi i maestri "de arca", tra i quali molti bravissimi intagliatori. Qui in Medio Campidano, gode di gran fama il maestro Antioco Tomasi di Gonnosfanadiga (1913- 2005), per le sue "arche" dai bellissimi intagli. Il cognome è presente in Sardegna sin dai tempi antichi, a prova del fatto che questa arte affonda le radici nelle antiche tradizioni dell'isola. Nei documenti antichi si presenta sempre preceduto da "de". Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, troviamo: Arca (de) Daniele, ville Mumutata (l'odierna Mamoiada. Barbagie Ollolai et Curatorie de Austis); Arca (de) Fuliato, jurato ville Baratili (odierno Baratili. Campitani majoris); Archa (de) Gunnario, jurato ville Oruinas (odierno Ruinas - Contrate Laconi - Partis Alença); Archa (de) Jacobo, ville Alary (odierno Alai. Contrate Partis Varicati - Barigadu); Archa (de) Joanne, majore Villa de Abbas(Santa Mariacquas Terme. Contrate Montis Regalis); Archa (de) Sthefano, jurato ville Gestori (odierno Gesturi. Contrate Marmille); Archai Arçoco, jurato ville Layrru (odierno Laerru. Contrate de Anglona- Chiaramente); De Alca Corbu Franciscus, ville Sasseri ; De Arc Georgius, ville Sasseri; De Arca Arsoco - de Bosa; De Arca Guantino, ville Macumerii (Macomer - MACUMERII et Curatorie de Marghine de Gociano..  In posse Chelis Simonis, notarii publici...die XII Januarii 1388); De Arca Leonardo, ville Macumerii; De Arca Mon. Ville Macumerii ; De Archa Nicolao - de Bosa. Nel testo del Fara - De Rebus Sardois IV - figura un certo Antonio Arca.Soltanto i Sassaresi avevano inviato a Genova Antonio Arca, che aveva procurato le bocche da fuoco per la difesa dell'isola Piana e di Porto Torres.Sassarenses tantum aenea tormenta, quibus insulae Planae et Portus Turrium arces munirent, misso Antonio Arca ex Genua sibi compararunt.Nel periodo in cui il vicerè sequestrò tutti i beni che gli ebrei possedevano in Sardegna( siamo nel 1527, all'indomani della nascita del primogenito Filippo, di Carlo V° imperatore, per cui ci furono anche in Sardegna grandi festeggiamenti) e nacque una contesa tra Sassaresi ed Algheresi per il diritto di pesca del corallo a Porto Ferro). Nella storia ricordiamo Arca Proto, storico (Bitti 1562 -1599), ordinato sacerdote nel 1584. Nello stesso anno entrò a far parte della Compagnia di Gesù. Nel 1592 pubblicò l'opera "de bello et interitu marchionis Oristanei, che narra la rivolta  e la fine di Leonardo Alagòn, un secolo prima. Forse per imitazione di Alagòn anche prete Arca diventò ribelle e fu espulso dalla Compagnia. Fu poi rettore di Lodè, ma anche qui manifestò contrarietà verso alcuni parrocchiani. Fu nuovamente inquisito dal Santo Uffizio nel 1599, ma la morte, sopraggiunta all'improvviso, a soli 37 anni, lo salvò da una severa condanna! (Di. Sto. Sa). Ricordiamo che Arca è anche il nome di un villaggio abbandonato, detto anche Arave, ubicato in agro di Usini. Appartenne alla Curadorìa di Flumenàrgia, del regno giudicale di Torres, abbandonato verso la fine del XIII° secolo. Il villaggio è citato, col nome Arave, nel Condaghe di San Pietro di Silki, *CSPS, XI°, XIII° sec. Attualmente il cognome Arca è presente in 193 Comuni italiani, di cui 62 in Sardegna: Sassari 128, Silanus 125, Alghero 85, Cagliari 81, Cuglieri 50, Baltei 49, Abbasanta 40, etc.
DE ARCA: rarissimo; presente in soli due Comuni: Teti 3, Tonara 2. Per significato ed etimologia vedi Arca.
DEARCA: raro, presente in 10 Comuni italiani, di cui 3 in Sardegna: Tonara 12, Teti 3, Ortueri 2. Per i riferimenti ai Dearca della Sardegna, vedi Arca.
ARCA' Arcà, molto raro, è tipicamente romano, dovrebbe derivare da un soprannome dialettale derivato dal mestiere di arcaro (fabbricante di casse o falegname).
ARCAINI
ARCARI
ARCARO
ARCHIERI
Arcaini abbastanza raro è tipico lombardo, con un piccolo ceppo nel teramano, Arcari ha un ceppo nella zona che comprende le province di Cremona, Brescia, Milano, Reggio Emilia, ed uno in Molise, Arcaro sembra avere un ceppo tra padovano e vicentino, uno nell'iserniese ed uno nel salernitano che potrebbe derivare dal toponimo Arcara (SA), Archieri, assolutamente rarissimo, dovrebbe essere del cremonese, dovrebbero derivare dal mestiere di fabbricante di arche (casse, teche), come anche dal vocabolo latino arcarius (tesoriere, gabelliere): "...Ego Bonushomo presbiter et arcarius qui super ipsas res accessi et misus fui ut supra ...". Tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Pisa nel XII° secolo con Giovanni, Grasso, Paganello, Guido e Giovanni Arcari, indicati tra i mille firmatari del trattato di pace con la repubblica marinara di Genova.
ARCANGELI
ARCANGELO
ARCANGELONI
DE ARCANGELI
DE ARCANGELIS
Arcangeli è tipico della fascia che comprende la Romagna meridionale, le Marche, l'Umbria ed il Lazio, Arcangelo, assolutamente rarissimo, ha un ceppo nel vicentino ed uno tra salernitano e cosentino, Arcangeloni è tipico della zona tra riminese e pesarese, di Rimini e di Fano e San Leo nel pesarese, De Arcangeli, assolutamente rarissimo, parrebbe dovuto ad errori di trascrizione di De Arcangelis, che è tipico dell'area che comprende Abruzzo e Lazio, Roma e Guidonia Montecelio nel romano ed Arpino nel frusinate, dovrebbero derivare, direttamente o tramite accrescitivi, o forme patronimiche, dove il prefisso De stia per il figlio di, dal nome medioevale Arcangelus o dai vari toponimi contenenti la radice Arcangelo come Sant'Arcangelo (SA), (BN), (PG)  e (RN). Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nelle Marche fin dal 1600 tra le famiglie di origine ebraica.
ARCELLA
ARCELLI
ARCELLO
ARCELLONE
ARCELLONI
ARGELLI
Arcella è di origini napoletane, di Napoli, Torre Annunziata, Casoria, Caivano, Afragola, Frattamaggiore, Boscoreale e Crispano, Arcelli ha un ceppo nel piacentino a Piacenza e Sarmato ed a Bologna, un ceppo in Umbria nel perugino, a Perugia in particolare e ad Umbertide, Arcello, quasi unico, è del napoletano, Arcellone è ormai scomparso, Arcelloni, assolutamente rarissimo, sembrerebbe lombardo, Argelli è romagnolo del ravennate, di Lugo, Alfonsine, Ravenna, Fusignano e Bagnacavallo, dovrebbero derivare, direttamente o tramite forme accrescitive, dal mestiere di falegname o produttore di arche (casse, cassapanche), anche se non si può escludere che in qualche caso possa trattarsi di produttori di archi da caccia o da guerra.
ARCERE
ARCERI
ARCIERE
ARCIERI
Arcere ed Arciere sono quasi unici, Arceri ha ceppi a Roma ed Olevano Romano (RM), in Sicilia a Palermo, a Francofonte nel siracusano e nel trapanese a Trapani, Marsala ed Erice, ha ceppi anche in Sardegna nel carboniense a Santadi e Nuxis, Arcieri ha un grosso nucleo a Roma, nel salernitano, nel potentino, nel barese, in Calabria e nell'agrigentino, potrebbero derivare dal fatto di essere stati i capostipiti dei soldati specializzati nel tiro con l'arco, ma è pure possibile una derivazione da toponimi come Arcera e Arcieri nell'ennese.
ARCERITO Arcerito è tipicamente siciliano di Niscemi nel nisseno, dovrebbe trattarsi di una forma etnica grecanica riferita a cvapostipiti che provenissero dal paese di Arcera nell'ennese.
ARCHETTI
ARCHI
Archetti è specifico del bresciano, Archi, estremamente raro, sembra lombardo, dovrebbero derivare dal mestiere di fabbricante di archi o di arcere, tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Brescia nel 1600, sempre a Brescia gli Archetti assurgono al rango di Marchesi nella seconda metà del 1700.
ARCHINTI Estremamente raro è specifico del sudmilanese, Troviamo la famiglia Archintus tra i notabili milanesi, Ambrosius Archintus è uno scrittore milanese del 1400, Filippo Archintus diventa Arcivescovo di Milano nel 1556, all'epoca del Medeghino, gli Archinto cedono al cardinale Giovanni Angelo Medici dei terreni limitrofi al suo Palazzo di Milano, permettendogli così di costruire le nuove ali, Troviamo un Filippo Archinti (1595- 1621) vescovo di Como.
ARCIDIACO
ARCIDIACONE
ARCIDIACONO
Arcidiaco, molto molto raro è tipico di Reggio Calabria, Arcidiacone è specifico del cosentino, di Longobucco, Crosia e Rossano, Arcidiacono sembra essere specifico del catanese, con un possibile ceppo secondario nel cosentino, derivano dal titolo di arcidiacono (arciprete, capo dei diaconi) cui la famiglia era in qualche modo connessa, anche forse perchè questa era la carica occupata dal capostipite, ovviamente ortodosso.  In un atto del 1138 si può individuare un principio di cognominizzazione: "...anno Dominice Incarnationis MCXXXVIII. Indictione vero IIII, kalendis Septembris. Ego Stephanus Archidiaconus hoc Decretum confirmavi. ...", tracce degli Arcidiaco si trovano nel reggino fin dal 1540 con Nardo Arcidiaco.
integrazioni fornite da Giacomo Arcidiaco
gli Arcidiaco hanno tutti origine nel paese di San Lorenzo Superiore (RC), dove, oltre al mio capostipite Nardo Arcidiaco, che, in ogni caso, sembra essere l'avo comune di tutti o quasi tutti gli Arcidiaco attualmente residenti in Italia (emigrati da San Lorenzo per lo più tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento), esistevano altri rami.
ARCIDUCA
ARDUCA
Arciduca, che sembrerebbe unico, dovrebbe essere dovuto ad un'errata trascrizione del cognome Arduca, che è specifico di Palmi nel reggino, che potrebbe derivare da un soprannome scherzoso, forma contratta del vocabolo arciduca, forse a sottolineare un comportamento esageratamente pomposo del capostipite, ma, più probabilmente deriva da una posizione di rilievo occupata dalla famiglia, forse nella quale era presente un arcidiacono.
ARCINI Arcini è originario dell'area calabrese e siciliana, dovrebbe derivare dal nome di origini greche Arcino, ma non si puo escludere che posaa deivare dal fatto che il luogo di abitazione o di provenienza del capostipite fosse ricco di cespugli di arcinus alpinus (un arbusto tipico delle zone montuose).
ARCIPRETE
ARCIPRETI
Arciprete ha un ceppo a Civitavecchia nel romano, uno nel napoletano a Napoli, Pozzuoli, Grumo Nevano ed Arzano e presenze in Sicilia, Arcipreti, quasi unico, sembrerebbe del perugino, dovrebbero derivare dal fatto di essere i capostipiti degli arcipreti ortodossi o di essere parenti prossimi di un Arciprete cattolico.
ARCODIA
ARCOLEO
ARCOLIA
ARCUDI
ARCUDIA
Arcodia ha ceppi nel messinese a San Marco d'Alunzio, Tortorici e Naso, a Maniace e Bronte nel catanese ed a Termini Imerese e Trabia nel palermitano, Arcoleo è specifico di Palermo, Arcolia, molto più raro, ha un piccolo ceppo a Troina nell'ennese e nel catanese, Arcudi è specifico di Reggio Calabria, Arcudia, sempre siciliano, è quasi unico, questi cognomi dovrebbero derivare direttamente o attraverso varie modificazioni dialettali da nomi grecanici originati dal termine greco antico άρκτος  arktos (orso), o dal nome greco Αρκούδι  Arkoudi con lo stesso significato, in qualche caso potrebbero forse anche derivare dal nome dell'isola greca di Arkoudi, situata tra Lefkada ed Ithaka, tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1500 con il teologo Petrus Arcudius, autore del De Concordia Ecclesiae Occidentalis et Orientalis, e nel 1600 con il vescovo di Nusco (AV) Francesco Arcudio.
ARCOLIN
ARCOLINI
ARCOLINO
Arcolin è specifico di Padova e di Correzzola nel padovano, Arcolini è tipico di Massa e Carrara, con un ceppo anche nel veronese a Cerea e Salizzole, Arcolino è quasi unico, si potrebbe trattare di una forma aferetica di un ipocoristico del nome Marco, ma molto più probabilmente sono forme etniche di toponimi come Arcola nello spezzino o Arcole nel veronese, o derivano direttamente da toponimi come Arcolino di Santa Croce sull'Arno nel pisano.
ARCONATI Assolutamente rarissimo, è specifico del milanese, deriva dal toponimo Arconate nel milanese. La famiglia Arconati, nobile e imparentata con i Visconti che già nel 1500 era diventata feudataria della pieve di Dairago emerse nel 1600 con dovizia di mezzi finanziari, dandosi al mecenatismo, raccogliendo varie opere d'arte.
ARCONDO Arcondo, ormai unico, è tipicamente siciliano, dovrebbe derivare da una forma dialettale per Arconte, nome grecanico originato dal termine arcon, un alto magistrato bizantino.
ARCONE
ARCONI
Arcone è tipico di Napoli e Pozzuoli nel napoletano, con un piccolo ceppo anche a Maddaloni nel casertano, Arconi è tipicamente laziale e dovrebbe derivare da un'alterazione del precedente, che dovrebbe derivare dal termine grecanico arcone (capoccia), basato sul vocabolo greco antico άρχων arcon (capo), forse ad indicare così che il capostipite fosse una specie di capoccia o caporale, cioè reclutasse manodopera.
ARCURI
ARCURIA
ARCURIO
ARCURO
Arcuri, tipico calabrese, ha un ceppo anche nella Sicilia occidentale, Arcuria, assolutamente rarissimo, potrebbe essere siciliano, Arcurio, altrettanto raro, è sicuramente meridionale, Arcuro sembrerebbe del napoletano, potrebbero derivare da una modificazione del nome longobardo Arculf, o anche dal termine arcarius (tesoriere, gabelliere), ma è più probabile che derivino da modificazioni del greco arkouda (orso), tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale dove sotto l'anno 1171 si può leggere: "...constituerat se soluturum pro ipso Chunrado in Gotefredum qui dicitur de Arcuri de suprascripta civitate intus pretium centum librarum..."., nel 1600, nel crotonese, troviamo come agente erariale del Conte di Melissa nel crotonese un certo Nuntiato Arcuri.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Arcuri è più tipicamente siculo calabrese, con ceppi maggiori nel cosentino, nel catanzarese, nel crotonese, nel reggino, nel palermitano e nell'agrigentino, ma con ceppi minori sparsi un po' in tutta Italia, per lo più fra il nord e il centro nord, Arcuria, rarissimo, è originario dell'ennese, Arcuro, anch'esso estremamente raro, è prevalentemente napoletano, per Arcurio, quasi unico, è invece molto difficile indicare un'esatta provenienza, tutti questi cognomi derivano dal nome medievale Arcurio o Arcudio, che, secondo alcuni studiosi, è in realtà una corruzione dell'originale Arcadio, col significato di arcade, nativo o proveniente dall'Arcadia (un'antica regione del Peloponneso): la successiva alterazione in Arcudio o Arcurio, invece, sarebbe dovuta ad un accostamento fonetico fra l'etnico Arkadios e il termine greco moderno arkouda, col significato di orso. In conclusione, dunque, si tratta delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
ARDAO
ARDAU
Ardao, praticamente unico, dovrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione di Ardau, che, decisamente sardo, è tipico del sud dell'isola, di Cagliari, Guasila, Assemini e Quartu Sant'Elena nel cagliaritano, di Segariu nel Medio Campidano e di Iglesias, potrebbe derivare dal toponimo Ardauli nell'oristanese, ma non si può scartare l'idea che possa trattarsi di un soprannome originato dal termine sardo arda (altare).
ARDEMAGNI
ARDEMANI
ARDEMANNI
Ardemagni è tipicamente lombardo, del milanese, pavese e lodigiano in particolare, ma ben presente in tutta la regione, Ardemani, molto più raro, è più propriamente del lodigiano e del sudmilanese, Ardemanni è quasi unico ed è sempre del lodigiano, dovrebbero derivare da un nome di origine germanica composto da due vocaboli hard (duro, forte) e mann (uomo) Hardmann "uomo forte", italianizzato in Ardemanno, nome che distingueva all'origine una discendenza patrizia.
ARDENGHI
ARDENGO
Ardenghi è tipico lombardo con un ceppo nella Toscana meridionale, Ardengo. molto raro, sembra avere un ceppo nel trevigiano ed uno nel torinese, dovrebbe derivare dal nome medioevale Ardengus di cui si hanno tracce ad esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale in un atto del 1189 dove si legge: "...Interfuerunt testes infrascripti vicini ecclesie qui huic commutacioni consenserunt et firmaverunt, silicet Ambroxius de Ottonebono, Guilielmus de Rozo, Lezo Ferrarius, Ubertus de Prato, Ardengus Magister, Ardengus Pozolus,...", in alcuni casi può derivare da toponimi come Villanova d'Ardenghi (PV) o una località Ardengo nel milanese, tracce di questa cognominizzazione si trovano a Pisa nel 1200 con Ardengo degli Ardengi, nel 1300 troviamo a Lucca il Vicario Pietro degli Ardenghi.
ARDESI Specifico del bresciano, potrebbe derivare dal cognomen latino Ardesius, ricordiamo verso la fine del III° secolo Sant'Ardesius martire in Alessandria.
integrazioni fornite da Giacomo Ganza / Villa di Tirano (SO)
il cognome deriva dal toponimo Ardesio (BG). Cognome a diffusione locale, è concentrato soprattutto nel bresciano, molto più sporadico nel milanese. Ardesio, nell'Alta Val Seriana, è nota nel bresciano, in Valtellina e nel Bergamasco per il suo santuario, meta di pellegrinaggi.
ARDIGO' Probabilmente derivato da  *Harding,  cioè Ardigo, dalla radice germanica *hardhu-, cioè hard "forte", con suffisso derivativo -ing, qui però con l'omissione della "n".
ARDIMENTI
ARDIMENTO
ARDIMENTOSO
Ardimenti è praticamente unico e sembrerebbe del napoletano, Ardimento, molto raro, ha un ceppo a Napoli e nel napoletano ed uno a Bari, Ardimentoso, quasi unico, è anch'esso del napoletano, si potrebbe trattare di cognomi attribuiti da soprannomi originati dal carattere del capostipite, ma la cosa più probabile è che si tratti di cognomi attribuiti a trovatelli da funzionari di orfanotrofi borbonici, tipici cognomi di fantasia attribuiti ad un fanciullo abbandonato, augurandogli forse di poter essere tanto ardimentoso da poter superare le avversità della vita.
ARDINI
ARDINO
ARDOVINI
ARDOVINO
ARDUINI
ARDUINO
Nome di origine germanica composto da due vocaboli hard (duro, forte) e win (amico) Hardwin con il significato di "veramente amico" latinizzato in Ardovinus e diventato in italiano Arduino. Il Cognome abbastanza diffuso copre un'area discretamente ampia dal centro al nord Italia.
ARDISIO
ARDIZIO
ARDIZZI
Ardisio è praticamente unico, Ardizio ha un ceppo nel varesotto ed uno nel napoletano, Ardizzi, abbastanza raro, ha un nucleo nel sudmilanese, pavese e lodigiano ed un ceppo secondario nel teramano, derivano dal nome italogermanico Arditius.  Troviamo questo nome con Arditius vescovo di Modena (1179-1195).
ARDISSINO Assolutamente rarissimo è tipico della zona di Cigliano (VC).
integrazioni fornite da Sara Audissino
Cognome rarissimo e antichissimo originario del Canavese, si fanno risalire le origini al nome Ardicino dal latino Ardicinus, figlio secondogenito di Arduino marchese d'Ivrea, vissuto intorno all'anno 1000, i cui feudi erano collocati proprio nei luoghi d'origine della famiglia Ardissino. Il cognome Ardissino è attualmente localizzato nelle provincie di Vercelli e di Torino.
ARDISSON
ARDISSONE
ARDISSONI
ARDIZZON
ARDIZZONE
ARDIZZONI
ARDUZZONI
Ardisson, assolutamente rarissimo, e Ardissoni, quasi unico, parrebbero piemontesi, Ardissone ha un nucleo piemontese tra Torino, Borgofranco d`Ivrea (TO) e Castellamonte (TO), ed un nucleo tra Diano San Pietro, Diano Marina e Diano Castello nell'imperiese, Ardizzon è specifico di Chioggia (VE), Ardizzone, abbastanza diffuso, ha un ceppo importante nella Sicilia nord orientale, ed un ceppo tra Piemonte e Lombardia, Ardizzoni è tipico del ferrarese, Arduzzoni, estremamente raro, è specifico dell'area reggiano, parmense, derivano tutti, direttamente o attraverso modificazioni dialettali, dalla forma obliqua del nome italogermanico Arditio (Arditionis).  Troviamo tracce di questo nome in un atto di cessione di proprietà terriere del XII° secolo conservato a Milano: "...Primus campus dicitur Sute Curte, coheret ei a mane via, a meridie Ardizionis, a sero Ugonis de Citilli, et est per mensuram iustam tabule treginta et sex. Secundus campus est ibi prope, a mane via et terra Otonis, a meridie Bollagii, a sero Straciadi, et est tabule decem et dimidia. Tertius campus dicitur in Cagalli, a mane Ugonis de Citilli, a meridie via, a sero Ardizionis, a monte via, et est tabule decem et octo. ".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Ardizzoni muove dal nome personale medievale Ardicionus, d'origine germanica (da *hardhu - «forte, valoroso»), come Ardissone.
ARDITI
ARDITO
Arditi, abbastanza raro, ha un ceppo tra alessandrino e genovese, uno tra bolognese e fiorentino ed altri nel perugino, nel pescarese e nel Salento, Ardito, decisamente molto più diffuso, ha ceppi importanti  in Piemonte e Liguria, nel bolognese e nel triestino, in Campania, in Sicilia e soprattutto in Puglia, derivano dal nome medioevale Arditus di cui abbiamo un esempio a Firenze in un atto del 1432: "...stabat dominus Arditus de Antilla prope domum...".
ARDONE
ARDONI
Ardone ha un ceppo a Napoli ed uno a San Vito dei Normanni nel brindisino, Ardoni, quasi unico, sembrerebbe del mantovano, dovrebbero derivare dal nome longobardo Ardone, di cui abbiamo un esempio d'uso in una Cartula commutacionis del 1021 ad Alfianello nel bresciano: "... coerit ei fines a mane Valperti et Martini germanes et in alico Garibaldi, a meridie eidem Dominici quod sibi reservavit, a sera via, a munti Iohanni et Ardoni diaconus, et est per iusta mensura ipsa vinea cum area eius perticas legiptimas sex cum tabulas sedecim; predicto campo ibi se tenente infra ipsas corencias per iusta mensura iugie legiptima una et pertica una cum tabulis octo; secundo campo dicitur Barraina, coerit ei fines a mane via, a meridie Addammi, a sera eidem Dominici quod sibi reservavit...".
ARDU Ardu tipicamente sardo del sudovest dell'isola, di Santo Lussurgiu, Pompu, Oristano, Mogoro, Uras, Gonnosno e Zerfaliu nell'oristanese, di Cagliari, Assemini e Sestu nel cagliaritano e di Segariu nel Medio Campidano.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARDU: ardu (logudorese), cardu, cadru, gardu, bardu = cardo; dal latino cardus. Gardurèu o Cardurèu o ardurèu o carduèru = cardo vero, è il cardo selvatico. In Medio Campidano lo chiamiamo gurèu (abbrev. di gardurèu) de sattu = cardo dei campi, che da il carciofino selvatico = sa cugùtzua o cucùtza, in latino cucutia (*quel che ci pare strano, a proposito di cucutia latino, riportato da Plinio nella sua opera "Naturalis Historia" è che Ferruccio Calonghi, autore del "Dizionario della Lingua Latina", ancora oggi tra i migliori in Italia, non conosce la cucutia e riporta in proposito: frutto a noi sconosciuto!), chiamata a Pabillonis e dintorni, s'occi balla, per distinguerlo dal gurèu meseru = cardo (mansueto) domestico, degli orti, che dà il carciofo = sa canciòffa. Il cognome è presente negli antichi documenti in nostro possesso. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388 troviamo: Ardu Gabriele, ville Mahara (* Mahara - Barbaraquesa .Arbarei -  Villamar. Contrate Marmille); Ardu Guiducio, jurato ville Bauladu (Bauladu - Contrate Partis de Milis); Ardu Gunnario, ville Mahara; Ardu Joanne, jurato ville Palmas .Majore. . (* Palmas Arborea. Contrate Campitani Simagis); Ardu Laurencio, ville de Sardara. (** SARDARA MONTIS REGALIS...11 GENNAIO 1388, et ego...Gadulesu Margiano habitator ville Sardara, sindicus actor et procurator universitatis Contrate Montis Regalis et villarum et etc. In posse Virde Andrea, Virde Joanne, de Civitate Sasseri, notarii publici, die XI Januarii 1388; Ardu Mariano, jurato ville Bauladu. Nel condaghe di San Nicola di Trullas, *CSNT, XI°, XIII° sec., troviamo: Ardo (de) Gosantine(256), teste in una donazione di servi (del loro servizio). Nel Condaghe di San Pietro di Silki, *CSPS, XI°, XIII° sec. troviamo: 3 persone col cognome d' Ardu (182, 399, 422): Janne, Ithoccor e Gunnari, probabilmente fratelli, testimoni in altrettanti atti: una donazione e due acquisti (comporaili). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, *CSMB, XI°, XIII° sec., troviamo: 4 "de Ardu", Elene, moglie a Comita Sepis(97), Petru, figlio a Comita Sepis(97), Torbeni, maiore de scolca (134): Troodori (130). Ardu è inoltre il nome di un villaggio scomparso, detto anche Ardo e Cardo, la cui etimologia, secondo alcuni studiosi, deriva dal latino cardinis, per il fatto che il villaggio si trovava, territorialmente, in un punto cruciale, che collegava Torres al resto del territorio. Sta di fatto comunque che il cardus latino, cioè su gureu de sattu, vi cresceva e vi cresce spontaneamente e abbondante! La villa (bidda) in periodo medioevale appartenne alla Curadorìa di Flumenargia del regno giudicale di Torres. Dal 1323 fu inglobata nel regno catalano aragonese di Sardegna. Dal 1364, per conquista in guerra da parte di Mariano IV°, al 1388 fu parte del giudicato di Arborea. Tornò poi al regno di Sardegna sino al 1391; e riconquistata dalle truppe giudicali di Arborea, al cui regno appartenne di nuovo sino al 1420, cioè alla fine del Giudicato Arborense. Forse perché il suo territorio era diventato un vero e proprio campo di battaglia, il paese fu abbandonato poco dopo, verosimilmente tra il 1420 e il 1435 (Di. Sto. Sa - di F. C. Casula). Ardu o Pardu è infine il nome di un abitato scomparso, i cui resti si trovano nelle vicinanze di Musei, nella valle del Cixerri, nel Sulcis. Appartenne alla Curadorìa di Cixerri, del regno giudicale di Cagliari. Terminato questo stato, nel 1258,  Pardu  fu feudo dei conti della Gherardesca (Ugolino, il famoso personaggio dantesco). Appartenne poi al regno catalano aragonese di Sardegna e infeudato a Petro de Athen (o Açen o Atzeni). Fu conquistato dalle truppe arborensi, ma dopo il 1409, per la sconfitta definitiva di queste, tornò al regno di Sardegna. Forse a causa delle continue guerre anche Pardu fu abbandonata poco dopo il 1409. Pardu ha chiaramente significato ed etimologia diversi da Ardu/Cardu. Pardu, significa infatti territorio pianeggiante, prato, dal latino pratum. Attualmente il cognome Ardu è presente in 107 Comuni italiani, di cui 60 in Sardegna(con maggior diffusione in Prov. di Oristano): Santulussurgiu 38, Pompu 36, Oristano 36, Mogoro 35, Cagliari 35, Segariu 34, etc.
ARECCHI
ARECCO
Arecchi ha un piccolo ceppo a Genova ed uno nel reggino a campo Calabro, Arecco è specifico dell'area che comprende l'alessandrino, il savonese ed il genovese, dovrebbero derivare dal praenomen tardo latino Areccus o Arecus, di cui abbiamo un esempio in "Arecus filius Nestoris Euridices".
ARELLA
ARELLI
ARELLO
Arella, estremamente raro, quasi unico, sembrerebbe dell'area campana e calabrese, Arelli, molto molto raro ha vecchie radici sia nel pavese, che in Veneto, in Campania ed in Puglia, Arello è praticamente unico, dovrebbero derivare dal nome latino Arellus, Arella, di cui abbiamo un esempio in una satira medioevale: "..Improvisa, satis reverens habeare futuri. // Si vel tussicula leporis vexatus Arellum // Aut Dasium, fratres infausto sidere natos, // Sub tua tecta voces. Cosconi, fidis Arello?//..", nome che può sia essersi originato da forme ipocoristiche del nome Ares, sia da alterazioni dialettali medioevali del nome Aurelius.
ARENA
ARENI
Arena è diffusisimo in tutt'Italia, la cui origine dovrebbe essere in Calabria ed in Sicilia, Areni, assolutamente rarissimo, è probabilmente del centronord, dovrebbero derivare da soprannomi con riferimento alla  toponomastica locale.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARENA: è un cognome diffuso in tutta Italia (in 1059 Comuni) e presenta i ceppi più consistenti in Sicilia, a Messina (1996), a Catania (967), a Palermo (521). Significa rena, arena, sabbia e deriva dal latino rena; in sardo arena o areni. In Sardegna è presente in 11 Comuni: Guspini 11, S. N. d'Arcidano 6, P. Torres 6, Nuoro 6, Quartu S. E. 6, etc. Lo ritroviamo tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE, del 1388: Arena (de) Fuliato, jurato ville Nurapulia (* odierno Narbolia - Contrate Partis de Milis). Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, *CSNT, XI°, XIII° sec. Lo ritroviamo come toponimo (108) : località saltu d'Arena, in agro di Consedin (l'attuale Cossoine). Il Vocabolario Sardo Geografico Patronimico ed Etimologico del canonico Giovanni Spano, recita: "Arenas, villaggio distrutto nel Sulcis. Era oppido romano dove si coltivava in vicinanza la miniera". Nel Di. Sto. Sa. di F. C. Casula, Arenas: paese, villa (bidda) medioevale, ubicato ai piedi del monte San Michele Arenas, in agro di Tratalìas, appartenente alla Curadoria di Sulcis, nel regno giudicale di Càlari. Il paese fu abbandonato verosimilmente nella seconda metà del XIV° secolo, a causa delle continue guerre tra il regno giudicale di Arborea ed il regno catalano aragonese di Sardegna. Nell'opera "In Sardiniae Chorographiam" di Giovanni Francesco Fara (la cui stesura si colloca tra il 1580 ed il 1590), è citato il villaggio sulcitano di Arenas(14 - 17).et oppida.Uratelis, Paesus, Burstiris, Bau der Cannas, Petrargius, Garamatae, Smergi, Arenae, Flumentepidi.
ARENALDI
ARINALDI
Arenaldi sembra essere ormai scomparso in Italia, Arinaldi, ormai quasi completamente scomparso anch'esso, dovrebbe provenire dall'area campano, foggiana, dovrebbe derivare dal nome medioevale di origine germanica Arenaldus o Arinaldus, di questo nome abbiamo un esempio nelle Historiae Venetae: "...Anno 1458. Philelphi epistolas Venetiis editas fuisse asserit Johan. Arenaldus apud Freytag, & hoc anno Romam appulisse Germanos scribunt permulti quibus praeiverat Polydorus Vergilius, accedente etiam auctoritate Sabellici. ..", ricordiamo con questo nome un principe degli Alemanni.
ARENZI Probabilmente l'origine del cognome è da un toponimo scomparso. Il cognome pochissimo diffuso è presente solo nel milanese.
ARESCA Aresca è specifico di Mombercelli nell'astigiano, dovrebbe derivare da nomi di località come Aresca di Pavone Canavese nel torinese, o Aresca di Castagnole Lanze nell'astigiano, anche se sembrerebbe che siano invece queste località a prendere il nome dal nome della famiglia Aresca, che deriverebbe invece da un soprannome originato dal termine piemontese aresca, resca (lisca di pesce).
ARESCO Aresco è tipicamente siciliano, di Melilli e Sortino nel siracusano, dovrebbe derivare dal nome greco Areskon a sua volta derivato dal verbo greco antico άρέσκω  aresko  (essere gradito), molto meno probabile la derivazione da un'alterazione dialettale del nome latino Aretius.
ARESE Arese, tipicamente piemontese, è specifico del cuneese, di Fossano, Cuneo, Savigliano e Centallo, dovrebbe derivare dal nome provenzale Ares, probabilmente derivato da un'alterazione del nome latino Aretius, piuttosto che direttamente dal nome greco Ares.
ARESI Aresi, tipicamente lombardo, molto diffuso nel milanese e bergamasco, dovrebbe derivare dal nome del paese di Arese, tra Milano e Bergamo, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
ARESPICI
ARUSPICI
Arespici ed Aruspici, praticamente entrambi unici e toscani, dovrebbero derivare dal termine latino di origini etrusche haruspex, haruspicis, che indicava chi esaminando le viscere di un animale sacrificato, in particolare il fegato e l'intestino, pronunciasse divinazioni e soprattutto valutazioni circa l'esito di un'impresa.
ARESTE
ARESTI
Areste, quasi unico, sembrerebbe specifico di Osilo nel sassarese, Aresti, abbastanza raro, è specifico del cagliaritano, derivano da un soprannome dialettale, in sardo aresti significa selvatico, riservato, schivo, secondo alcuni deriverebbe dal nome basco Aresti, ma non è molto probabile.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARESTI; ARESTE: selvatico, non addomesticato; dal latino agrestis. Qui in Sardegna è frequente come toponimo: acquas arestis = acque selvatiche; terras arestis = terre non coltivate; riferito ad animali: su pisittu aresti = il gatto selvatico. Riferito a persone, assume il significato non tanto di rude o rozzo, ma di timido, schivo. Nei documenti antichi ritroviamo il cognome tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388: Arestis Paulo, ville Selluri (Sanluri - Seddori - **(prima dell'elenco dei firmatari di Sanluri, il documento riporta:. Et ego Capula Marcus .sindicus, actor et procurator ville Selluri.seu a Petro De Castay, locuntenente capitanei et Margiano Costa, locuntenente potestatis terre Selluri et omnibus habitatoribus dicte terre, congregatis. X die januarii 1388.). Attualmente il cognome Aresti è presente in 67 Comuni italiani, di cui 25 in Sardegna: Sanluri 56, Villacidro 48, Cagliari 32, Iglesias 25, Carbonia 19, etc. Areste è invece presente solo a Macomer, con un unico nucleo familiare.
ARESU Decisamente sardo, del cagliaritano e del basso nuorese, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo sardo aresu (selvatico, selvaggio, indomito, intrepido), gli Aresu ottennero il cavalierato ereditario ed il rango di nobili  nel 1600.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARESU:  permane incertezza sul significato e l'etimologia. Dalla radice latina "are", asciutto, secco, o dal greco αραιός araiòs (raro). Ma non dimentichiamo che il verbo resài o aresài significa pregare, invocare, quindi rèsu o arèsu significa preghiera, ma anche invocato, desiderato, richiesto (per analogia pensiamo al cognome Desiderato). Non abbiamo altri suggerimenti! Supponiamo si tratti di un cognome di recente origine, perché non figura negli antichi documenti in nostro possesso. Attualmente lo troviamo in 195 Comuni italiani, di cui 76 in Sardegna: Cagliari 401, Lanusei 130, Quartu S. E. 82, Orroli 64, Seni 61, Settimo 53, Carbonia 50, Dolianova 46, etc. Nella penisola è Roma ad avere il numero più alto, con 73; seguono: Genova 24, Milano 13, Padova 12, Torino 9, etc. In USA è presente in 5 Stati con un nucleo familiare ciascuno.
ARETUSA
ARETUSI
ARETUSO
Tutti estremamente rari, Aretusa è quasi unico, Aretusi è presente in modo decisamente sporadico nel centronord, con un piccolo ceppo in Abruzzo ad Alanno nel pescarese e Pineto nel teramano, Aretuso parrebbe avere un piccolissimo ceppo specifico di Ospedaletti nell'imperiese, dovrebbero derivare dal nome femminile latino Arethusa originato dal greco Αρέθουςα, il nome di un personaggio della mitologia greca, figlia di Nereo e di Doride, che in epoca tardo latina venne anche usato al maschile come Arethusus, ricordiamo il martire Marcus Arethusus che all'epoca dell'imperatore Giuliano l'Apostata sacrifico la propria vita pur di non sostenere la ricostruzione di un tempio pagano.
AREZIO
AREZZIO
AREZZO
Arezio è tipico di Firenze mentre Arezzio è ormai quasi scomparso, Arezzo, il più diffuso ha un ceppo a Bari ed uno a Ragusa e nel ragusano e catanese, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Aretius di cui abbiamo un esempio in un atto di donazione dell'anno 998 a Cluny: "Nos, in Dei nomine, Constantius et filii ejus Constant, Aretius, donamus ad locum Cluniacum campum unum in villa Colonias; terminat a mane terra Sancti Nazarii, a medio die terra Sancti Romani, a sero increpito, a certio de ipsa hereditate: in eo tenore, ut quamdiu nos tres vixerimus teneamus...", ma è pure possibile una derivazione dal nome del toponimo Arezzo il cui nome originario era Arretium, e non si può escludere in alcuni casi degli Arezzo un'origine ebraica.
AREZZINI Tipico della zona del senese dove si trovano i comuni di Piancastagnaio e Abbadia San Salvatore, dovrebbe derivare dal nome latino Aretius ricordiamo Sant'Arezio martire romano la cui tomba è situata sulla via Appia, ma non si può escludere una derivazione dal toponimo Arezzo.
ARFE' Arfè è tipicamente napoletano, dovrebbe essere di origini francesi, risalire al periodo angioino e derivare dal nome di uno dei vari paesi francesi come Arfeil, Arfel, Arfeille o Arphel, tutti originati dal termine latino acrifolius o aquifolius (agrifoglio), per ala diffusione di questa pianta in quelle località.
ARGAZZI Argazzi è tipico della zona tra il bolognese ed il basso ferrarese, potrebbe derivare dal termine argati (servo) di origine albanese.
ARGENIO
D'ARGENIO
DARGENIO
Argenio e d'Argenio sembrerebbero tipicamente campani dell'Irpinia di Avellino in particolare con ceppi anche a Benevento, Napoli e Mercogliano (AV), con ceppi anche in Puglia a Barletta (BA) e a Margherita Di Savoia e San Ferdinando Di Puglia nel foggiano, è ben presente anche a Roma, Dargenio invece sembra specifico di Barletta (BA) e del basso foggiano, dovrebbero derivare dal nome latino Argenius, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio nel settembre 1799 in una deposizione a favore di un tale Don Nicola D'Argenio di Banzano casale del Regio Stato di Montoro (AV).
integrazioni fornite da Francesco D'Argenio
Nell'opera"Documenti per la Storia dei Comuni dell'Irpinia" di Francesco Scandone pag 114 il 14 marzo 1605 viene menzionato il Comm. Della Somm. Francescantonio d'Argenio. Nell'Opera "Gli uffici del Dominio Sforzesco" di Caterina Santoro - Fondazione Treccani degli Alfieri a pag. 290 viene citato per l'anno 1465 Baldessar de Argenio con la carica per la "Potestaria Mendrisii et plebis balerne".  Nell'opera "Il comune di Alanno (nelle sue origini nelle sue vicende nel suo lavoro) di Augusto Nini a pag.74 si cita per l'anno 1505 il Magnifico Benedetto de Argenio.  Tommaso Leccisotti nell'Opera "Le pergamene latine di Taranto nell'archivio di Montecassino" a pag. 10 cita per l'anno 1456 del 17 di novembre la concessione all'Abate Cesare di Riccardo de Argenii di Taranto la concessione per nove anni di affittare le terre della chiesa di San Pietro Imperiale Notaio Bernardo Bonamico di Taranto - Giudice a contratti Francesco di Taranto. Lo stemma che compete a quest'antica e nobile Casata è conservato nell'Archivio Araldico Guelfi Camaiani dei Conti Pierfrancesco e Alessandro Guelfi Camaiani, e risulta così blasonato: "D'Argento, a tre rose di rosso".
ARGENTERI
ARGENTERO
ARGENTIERI
ARGENTIERO
Argenteri, molto molto raro, sembrerebbe di Voghera nel pavese, Argentero, tipico piemontese, ha un ceppo a Biella ed è abbastanza diffuso nel torinese, Argentieri e Argentiero sono specifici del brindisino, con ceppi anche in Abruzzo, i piemontesi potrebbero derivare da toponimi come Argentera presente sia nel cuneese che nel torinese, o anche dal mestiere di argenterius (argentiere, artigiano dell'argento), come tutti gli altri, traccia di quest'uso le troviamo nel 1500 a Siena con il medico Iohannes Bartholi argenterius: "...et dictus Johannes Bartholi de Senis argenterius nomine dicti capituli in presentia mei notarii et testium infrascriptorum recognovit...". Tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1700 nel cuneese con il Marchese Niccolo Argentero.Berzesio di Bagnasco (CN).
ARGENTI
ARGENTINA
ARGENTINI
ARGENTINO
ARGENTO
Argenti ha un nucleo importante in Umbria e Lazio e possibili ceppi anch'essi probabilmente primari lungo la riviera tosco ligure e nel Veneto, Argentina sembrerebbe specifico di Francavilla Fontana nel brindisino, Argentini, non molto diffuso, è caratteristico del centro Italia, Argentino è tipico del sud, soprattutto della Campania, del foggiano, del siracusano e ragusano, Argento sembra avere un ceppo in Sicilia tra palermitano ed agrigentino, uno nel napoletano e probabilmente anche uno nel barese, dovrebbero derivare dal mestiere di argentiere o dal nome Argento abbastanza diffuso in centro Italia in epoca medievale, o da suoi ipocoristici. Esempio di questa cognominizzazione si ha a Capua (CE) dove in un atto del 1120 si legge: "...Quoniam per interventum Aymonis cognomento De Argintia...." e a Firenze nel 1200 con Filippo Argenti contemporaneo e nemico personale di Dante che apparteneva alla fazione politica dei Guelfi Neri, Dante lo incontra nel quinto girone dell'Inferno tra i superbi immersi nella melma della palude stigia. A Roma nel 1500 troviamo gli Argenti alla Corte papale in qualità di segretari di Papi e Cardinali.
ARGENTON
ARGENTONE
ARGENTONI
Argenton, abbastanza raro, è tipicamente veneto, dell'area del rovigoto e delle zone viciniori  del padovano e del veneziano, di Rovigo, Trecenta e Castelguglielmo in particolare, Argentone è quasi unico, Argentoni, molto molto raro, sembrerebbe del veronese, questi cognomi potrebbero derivare dal nome medioevale Argento o anche da soprannomi originati dal colore dei capelli del capostipite, assolutamente improbabile una connessione con la cittadina francese di Argenton, la gallica Argentomago, anche se a Venezia abbiamo avuto la presenza per alcun tempo del Signore d'Argenton, come spiega il Guicciardini nella sua Storia d'Italia: "...Però il re, necessitato a fare nuovi pensieri, commesse a Filippo monsignore di Argenton, il quale, essendo stato poco innanzi imbasciadore per lui appresso al senato viniziano, aveva nel partirsi da Vinegia offerto al Pisano e al Trivisano, già diputati proveditori, d'affaticarsi per disporre l'animo del re alla pace, che mandasse un trombetto a detti proveditori...".
ARGERI
ARGERIO
Entrambi assolutamente rarissimi, probabilmente di origine longobarda, derivano dal nome medioevale di origini germaniche Argerius, di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale dove nell'anno 1020 si trovano atti scritti in Alfianello (BS) da Argerius  notarius imperatoris, la possibile derivazione dal termine argere per arciere è molto improbabile.
ARGIOLAS Tipico della Sardegna centromeridionale dovrebbe derivare da un soprannome dialettale originato dall'essere nati di luglio, in campidanese il mese di luglio viene chiamato mesi de argiolas.
integrazioni fornite da Nicoletta Argiolas
in alcune zone della Sardegna meridionale, sta ad indicare una zona dove in passato si riunivano le famiglie a battere il grano..... una specie di aia.Sa argiola era appunto il nome di tale cortile.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARGIOLAS: s'argiòla o arjòla, significa aia, dal latino areola. Spazio più o meno chiuso dove venivano depositati i covoni del grano o altro cereale, per la trebbiatura. Questa veniva fatta solitamente con i cavalli etc.  Il mese di luglio, appunto perché mese della trebbiatura è detto mes''e argiòlas o arjòlas. Cognome legato probabilmente al mestiere di arjòlaio/u, addetto alla trebbiatura. Presente negli antichi documenti in lingua sarda. Tra i firmatari della Pace di Eelonora, *LPDE del 1388, troviamo: Argiola(de) Sisinnio, ville Sorradili (*odierno Sorradìle. Contrate Partis Varicati - Barigadu); Argiolas (de) Barçòlo, ville Selluri(Sanluri - Seddòri); Argiolas(de)Gonario, jurato ville Segacos ( *Villaggio distrutto (Segatos) - Contrate Partis  Milis). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado è presente come toponimo: ariòla de Musellu (159), in una donazione di terre: Ego Mariane de Uta ki ponio ad Sancta Maria de Bonarcatu pro s'anima mea terras quantas apo...Io Mariane de Uta dono a Santa Maria di Bonarcado, per l'anima mia quante terre possiedo.segue l'elenco, tra cui altera(terra) ante ariola de Musellu (in agro di Baratili). Ariolas Floràdas (176), sempre in una donazione di terre alla chiesa di S. Maria. Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, troviamo: Ariolas (de) Gosantine(172, 173, 174) servo in Mularia(l'attuale Mulargia - Curadorìa del Marghine); di lui si acquistano, da 3 proprietari diversi, una giornata, il latus(la metà, del sevizio settimanale, s'intende) e ancora, due giornate. Attualmente il cognome Argiolas è presente in 260 Comuni d'Italia, di cui 109 in Sardegna(con maggiore diffusione nell'area cagliaritana): Monserrato 498, Cagliari 439, Sestu 179, Quartu S. E. 147, Selargius 131, Ussana 95, Elmas 84, Carbonia 78, Serrenti 67, Terralba 61, Serramanna 49, Assemini 48, Sanluri 44, Sassari 38. Nella penisola è Roma ad avere il numero più alto con 126; seguono: Genova 38, Torino 28, Milano 11.
ARGIOLU Argiolu, molto raro, è specifico di Cagliari e dell'oristanese, di Nureci in particolare.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARGIOLU: argiòlu, arjòlu, oriolu, orgiolu, orjòlu, vargiòlu, barjòlu, brajòlu = orzaiolo (generalmente), ma anche vaiolo. Nei dialetti centrali si presenta con "o" , orgiòlu, dal latino hordeolum in quelli meridionali con "a", argiòlu, dal latino variolus (vedi inoltre il cognome Vargiolu). Attualmente il cognome è presente in 27 Comuni italiani, di cui 16 in Sardegna: Cagliari 30, Nureci 12, Ballao 8, Genoni 5, Armungia 4, etc.
ARGIRO' Molto raro sembrerebbe calabrese, dovrebbe derivare dal nome bizantino Argyros latinizzato in Argirus, in uno scritto medioevale si legge: "Anno millesimo centesimo septimo decimo Dominicae Incarnationis, et octavo decimo pontificatus domini Paschalis... ...Riso Barensis archiepiscopus ab Argiro cive Barensi trucidatus est in via Canosina...".  Tracce di questa cognominizzazione si trovano a Sinopoli (RC) fin dal 1500, nella locale Chiesa della Madonna delle Grazie si trova questa iscrizione: "ANTONINUS ARGIRÒ HANC IMAGINEM FIERI MORIENS LEGAVIT QUOD N. EGISMONDUS BIELATI ADIMPLEVIT ANNO D. N. I., MDIIIL".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Argirò è un cognome calabrese di origine greca Argyròs che proviene dall'aggettivo argyròs (argenteo).
ARGONDIZZA
ARGONDIZZO
Entrambi calabresi del cosentino, Argondizza, assolutamente rarissimo è soprattutto di San Giorgio Albanese, Argondizzo, meno raro, è di Mongrassano e San Marco Argentano.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
D'origine arbëreshë (più probabilmente greco-albanese), i cognomi Argondizza e Argondizzo sembrano nascere da un adattamento del cognome greco Archontis, col significato letterale di arconte, il sommo magistrato, cioè, delle antiche città elleniche - lo stesso titolo, in epoca bizantina, passò a indicare diverse figure di magistrati, quali, ad esempio, il maestro di palazzo e il prefetto di corte: dal punto di vista etimologico, va notato che il termine arconte è un prestito del greco àrchontos (genitivo di àrchon), termine che, alla lettera, può essere tradotto come comandante, magistrato (nel senso di capo, maestro, dal latino magister). In conclusione, dunque, si tratterebbe delle cognominizzazioni dei nomi di mestiere attribuiti ai capostipiti, anche se non è escluso un rapporto più generico con un arconte, in senso non strettamente familiare.
ARGURIO Estremamente raro sembrerebbe tipico di Messina, dovrebbe derivare dal nome greco Argurios, il nome portato anche da un leggendario guerriero di Micene.
ARIANI
ARIANO
Ariani, dovrebbe essere di origini toscane, probabilmente fiorentine, ma presenta piccoli ceppi anche nel barese e nel cosentino, Ariano ha un piccolo ceppo laziale nel romano e nel frusinate, un ceppo campano nel casertano, nel napoletano ed avellinese soprattutto e nel salernitano, un ceppo nel foggiano ed uno nel brindisino, dovrebbero derivare dal nome latino Arianus, di cui si hanno tracce nel 311d.C., quando un certo ufficiale romano di nome Arianus divenne governatore di Tebe e, convertitosi al cristianesimo, venne poi ucciso e fatto quindi santo. Esistono anche altre ipotesi, una ipotizza che l'origine non sia toscana, ma che derivi da toponimi quali: Ariano Ferrarese nel ferrarese o Ariano Irpino nell'avellinese, un'altra fa derivare il Cognome Ariani dal latino Ara Jani (altare di Giano, dio romano) e starebbe ad indicare in questo modo il vivere il capostipite in una località vicina probabilmente ad un tempio dedicato alla divinità della pace e della guerra.
ARIATTI Specifico di Bologna e del bolognese, si può solo ipotizzare una derivazionbe dal termine di origine germanica arii (uomini, guerrieri).
ARICE
ARICI
ARISE
ARISI
Arice, quasi unico, parrebbe piemontese, Arici, tipicamente lombardo, è più proprio del bresciano e bergamasco, mentre Arisi, anch'esso tipicamente lombardo, è più del milanese e cremonese, Arise, che sembrerebbe dovuto ad un'errata trascrizione di Arisi, è milanese, probabilmente derivano tutti dal nome medioevale di origine franca Aricius o Arrichus, tracce storiche di prelati con questo nome risalgono al VII°-VIII° secolo. L'origine del nome è la stessa del nome Enrico e del toscano Arrighi.
ARICO
ARICÓ
Arico, molto molto raro, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione di Aricò, che è specifico della zona dello stretto di Messina, dovrebbe derivare dal termine greco agroikòs (contadino, agricoltore).
ARIENTE
ARIENTI
Ariente è quasi unico, Arienti è tipico della Lombardia, ha un ceppo anche nel bolognese ed in Romagna, ed uno nella zona di Orbetello e  Isola Del Giglio nel grossetano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Arientus di cui abbiamo un esempio d'uso in una Carta venditionis nell'anno 1163 a Milano: "Anno dominice incarnationis milleximo centeximo sexageximo, tercio die mensis aprilis, indictione octava. Constat me Garbaniate infantulum filium quondam Markisi Veneroni de loco Garbaniate qui professus sum lege vivere Longobardorum, michi qui supra Garbaniati infantulo consentiente Ugone qui dicitur Arientus de suprascripta civitate tutore sibi dato in hoc solummodo negotio ab Anselmo iudice et misso domini regis...", ma è pure possibile una derivazione dal nome medioevale Ariente, Arienta, di cui abbiamo un esempio nell'Archivio Capitolare di Vercelli, in un atto di donazione del settembre 1430 si legge: "...in vicinia ecclesie Sancti Petri videlicet in domo habitacionis domine Ariente...", tracce di questa cognominizzazione le troviamo a Bologna nel 1200; "Anno millesimo ducentesimo sexagesimo tercio.. ..mortuus fuit dominus Uguicio de Arientis, quem occiserunt dominus Maghinardus comes de Panici et Goxadini." e nel 1400 con lo scrittore: "...Iohannes Sabadinus de Arientis Bononiensis ad illustrissimum et inclitum Herculem Estensem, Ferarie Ducem, compatrem ac dominum...".
ARIENZI
ARIENZO
D'ARIENZO
Arienzi sembrerebbe stato toscano ed è ormai scomparso in Italia, Arienzo è tipico di Napoli e di Salerno e delle aree limitrofe, D'Arienzo ha un ceppo tra romano e latinense ed uno nell'area che comprende le province di Campobasso, Foggia e tutta la Campania, dovrebbero derivare dal toponimo Arienzo nel casertano, mentre il ceppo toscano potrebbe derivare da una modificazione dialettale del nome medioevale Arientus (vedi ARIENTE), ma è pure possibile una derivazione dal termine ariento (argento) in uso in epoca medioevale anche come nome, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo nella seconda metà del 1700 a Solofra nell'avellinese, Nicola d'Arienzo e suo fratello don Marcantonio sono tra i combattenti borbonici contro i francesi nel 1799.
ARIETA
ARIETTA
Arieta è specifico del cosentino, di Verbicaro, Santa Maria del Cedro e Praia a Mare, Arietta, quasi unico, parrebbe del salernitano, potrebbero derivare da nomi di località come Arietta (CZ) o, più probabilmente dal nome della città spagnola di Arrieta, ce ne sono ben cinque di città spagnole con questo nome, che hanno dato origine al cognome Arieta che in Spagna è abbastanza diffuso.
ARIGLIANI
ARIGLIANO
Arigliani è specifico del leccese, di Lecce e di Castri di Lecce, Arigliano, sempre salentino, ha un ceppo a Brindisi ed uno nel leccese ad Alessano, dovrebbero derivare dal nome del paese di Arigliano, una località di Gagliano del Capo nel leccese.
ARIGOTTI Arigotti è quasi unico, potrebbe derivare da una forma ipocoristica derivata dal nome di origine germanica Arrigo, ma è pure possibile una derivazione per aferesi dal toponimo ligure Varigotti.
ARIIS Ariis è specifico dell'alto udinese, di Raveo vicino a Tolmezzo, in particolare, dovrebbe derivare dal toponimo Ariis di Rivignano (UD) o molto più probabilmente da località indicate dal plurale del termine dialettale arie (aia e per estensione casa colonica) ad individuare una zona dove si trovasse più di un'abitazione di agricoltori.
ARINGHIERI Molto raro è toscano, specifico oggi del pisano, di Ponsacco e Pontedera in particolare, dovrebbe essere originario del senese e derivare dall'essere stato il capostipite un magistrato dell'Arengario, cioè del palazzo della consulta cittadina. Gli Aringhieri furono un nobile e potente casato nella seconda metà del 1200 a Casole d'Elsa (SI) che annoverò personaggi come Beltramo Aringhieri illustre giureconsulto. suo fratello Ranieri che fu Vescovo di Cremona e il giurista Niccolò Aringhieri che insegnò Diritto Civile nell'Ateneo di Perugia.
ARINI
ARINO
Arini è specifico di Marsala nel trapanese e di Palermo, Arino invece è decisamente napoletano, dovrebbero derivare o dall'ipocoristico del cognomen latino Arius o dal nome tardo latino Arinus,  di cui abbiamo un esempio nel Amphitheatrum Seriorum Iocorum: Libris XXX Epigrammatum constructum: "...Quam leve Visiolum credit mendacium Arinus Vilius; hoc numquam, semper eo erubuit...".
ARIOLDI
ARIOLDO
Famoso fu Arialdo da Carimate, monaco e soldato difensore dell'integrità della religione è castigatore del lassismo e licenziosità dei prelati dell'epoca,  nato a Cuggiago intorno al 1010, fu fatto santo.
variante poco diffusa presente praticamente solo in provincia di Milano. (vedere Airoldi)
ARIOLI
ARIOLO
Cognome diffuso in Lombardia e soprattutto in provincia di Milano. La sua origine potrebbe risalire ad un Hariolus (divinatore, veggente) quindi ad una discendenza molto antica. Meno probabile, data la diffusione una derivazione dal gotico Airus (messaggero).
ARIOSTA
ARIOSTI
ARIOSTO
Ariosta ed Ariosti sono quasi unici, Ariosto ha ceppi a Roma, Napoli ed in Sicilia.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
Ariosta, quasi unico, si riscontra soltanto nel catanzarese, Ariosti, anch'esso quasi unico, è presente esclusivamente in Lombardia e nelle Marche, Ariosto, più diffuso dei precedenti, ha ceppi maggiori nel napoletano, nel messinese e nel catanese e ceppi minori sparsi fra il nord e il sud della penisola, tutti questi cognomi derivano dal nome Ariosto, l'italianizzazione cioè del personale germanico Ariost, che, composto dagli elementi hari (esercito) e host (pronto, svelto), significa guerriero pronto o lesto nel combattimento. Personaggio famoso fu il poeta emiliano Ludovico Ariosto (nato a Reggio Emilia nel 1474 e morto a Ferrara nel 1533), autore del celebre poema epico Orlando Furioso. Per quanto riguarda i cognomi in questione, si tratta comunque delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
I cognomi Ariosti e Ariosto sono etnici dal toponimo Riosto di Pianoro nel Bolognese, paese originario della famiglia di Ludovico Ariosto.
ARIOTTI Cognome con modesta diffusione, ma esclusivamente concentrata nel nord est. La sua origine è controversa, e difficilmente individuabile con un riferimento toponomastico scomparso, vista l'area di diffusione troppo vasta. Più facile è pensare ad una connessione al termine arii (uomini, guerrieri).
ARISA Arisa è ormai scomparso in Italia, sembrerebbe essere stato di origini siciliane o maltesi, potrebbe trattarsi di un matronimico ed essere derivato dal nome medioevale di origine franca Arisia.
ARISCI
ARIXI
Arisci, abbastanza raro, è tipico di Villasor (CA), con un ceppo, probabilmente secondario, a Cagliari, Arixi, molto molto raro è specifico del cagliaritano, dovrebbero derivare dal toponimo Arixi, frazione di Senorbì (CA).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARISCI; ARIXI: alice (salsa di pesce) o anche acciuga; dal latino halecis. Arìxi è il nome di due centri abitati (paese - villa - bidda) della Trexenta. Arìxi Magno (scomparso), detto anche Santa Lucia, ubicato tra l'attuale paese Arixi e Senorbì. Appartenne alla Curadorìa di Trexenta, nel Regno Giudicale di Cagliari; anche allora confinante con la villa di Arìxi (attuale). Probabilmente fu abbandonata nel corso del XIII° secolo. Arìxi Piccìa (= Arixi piccola - ): attualmente conta 500 abitanti, a 2 chilometri da Senorbì, in provincia di Cagliari. La festa principale del paese è rimasta sin dall'antichità quella in onore di Santa Lucia(15 agosto e 13 dicembre), la cui chiesetta si trova sul colle omonimo, nei cui pendii sorgeva appunto Arixi Magno. I cognomi Arisci e Arixi potrebbero derivare da questi due centri abitati della Trexenta, di cui il primo, come anzidetto, scomparso. Troviamo il cognome tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE, del 1388, ma nell'uscita Arìgi: Arigi (de) Geminiano, canonico Arborensi; Arigi Leonardus, ville Sasseri. Il nome del centro abitato compare nel testo del Fara(Ioannis Francisci Farae - in Sardiniam Chorographiam -)."Flumen Caralis oritur ex Badiepiscopi agro et decurrit  per Regionem Gerrei iuxta oppidum Sisini et per regionem curatorie Trexentae iuxta oppidum Arixi, ubi.". Nella storia ricordiamo Arixi Geminiano, canonico della Cattedrale di Oristano e poi vescovo, nel 1400, della Diocesi, oggi scomparsa, di Santa Giusta. Attualmente Arisci è presente in 38 Comuni italiani, di cui 19 in Sardegna: Villasor 58, Cagliari 27, Carbonia 22, Serramanna 12, San Sperate 9, Iglesias 8, etc. Il cognome Arixi è presente in 12 Comuni italiani, di cui 8 in Sardegna: San Gavino Monreale 11, Villasor 9, Cagliari 8, Villacidro 6, etc.
ARISTONE Aristone, molto molto raro, sembrerebbe specifico della provincia di Pescara, di Montesilvano e Pescara, dovrebbe derivare dal nome latino di origine greca Aristone, derivato dal termine greco άριστος aristos con il significato di ottimo, eccellente, di questo nome abbiamo un esempio d'uso nel De finibus bonorum et malorum di Marco Tullio Cicerone: "...Dicuntur ista, Cato, magnifice, inquam, sed videsne verborum gloriam tibi cum Pyrrhone et cum Aristone, qui omnia exaequant, esse communem? de quibus cupio scire quid sentias. Egone quaeris, inquit, quid sentiam? quos bonos viros, fortes, iustos, moderatos aut audivimus in re publica fuisse aut ipsi vidimus, qui sine ulla doctrina naturam ipsam secuti multa laudabilia fecerunt, eos melius a natura institutos fuisse, quam institui potuissent a philosophia, si ullam aliam probavissent praeter eam, quae nihil aliud in bonis haberet nisi honestum, nihil nisi turpe in malis;...".
ARITZO Aritzo, quasi unico sembrerebbe di Oristano.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARITZO: presente nel solo Comune di Oristano con un solo nucleo familiare. Significa probabilmente proveniente da Aritzo, manca il de ad indicare la provenienza, ma nei cognomi moderni la preposizione non è quasi mai trascritta. Aritzo = Comune di 1426 abitanti, della provincia di Nuoro. Situato sulle pendici del Gennargentu, a 900 metri s.l.m. è un bellissimo paese di montagna, conosciuto da tutti i sardi, tra l'altro, come il paese delle castagne e delle nocciole.
ARIU
ARRIU
Ariu è tipico della Sardegna sudoccidentale, di Mogoro, Terralba e San Nicolò d'Arcidano nell'oristanese, di Cagliari, e Selargius nel cagliaritano, di Guspini e San Gavino Monreale nel Medio Campidano, di Carbonia e di Iglesias, Arriu, molto più raro, è specifico del sud della Sardegna, dovrebbe trattarsi di forme indicanti che il capostipite provenisse dall'antica località di Vare, ricordiamo ad esempio Nicolao de Vare, rappresentante delle terre de Çaramonte e della contrada dell' Anglona, nella stipula della pace fra il re d'Aragona ed Arborea, o anche da nomi di località che si rifacciano al concetto di domo le 'ara (luogo per gente di rispetto).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARIU; ARRIU: significa torrente, ruscello ed anche fiume: riu, rio dal latino rivus; con vocale prostetica (molto comune nel campidanese: a-rrìsu; a-(r)ròsu; a-rràna; a-(r)ràbiu; a-(r)rettòri; a-rrànda; a-rròda; a-(r)rumbulòni; a-(r)recàttu; a-(r)ròba; a-(r)reìga; a-(r)regòrdu; a-ragàdda; etc. ) "a", quindi a-riu, o a-rriu; raramente con "e",  e-riu, e-rriu (vedi il cognome Erriu). A-riu o Riu è toponimo comune a tutta la Sardegna: tutti i corsi d'acqua dell'isola, di qualsiasi portata o di qualsiasi carattere essi siano, sono chiamati Riu o Rio, a parte poche eccezioni. Negli antichi documenti non compare la vocale prostetica, segno evidente che trattasi di fenomeno fonetico recente e ristretto alle parlate campidanesi. Compare invece "de" Riu (vedi Deriu). Attualmente il cognome Ariu è presente in109 Comuni italiani, di cui 45 in Sardegna(sud): Mogoro 65, Terralba 57, Cagliari 57, Guspini 43, San Gavino 41, Carbonia 39, etc. Arriu, è presente in 21 Comuni italiani, di cui 8 in Sardegna(sud): Guspini 14, Quasila 11, Pabillonis 6, Terralba 3, Cagliari 3, etc.
ARLANCH Arlanch è specifico di Rovereto e Vallarsa in Trentino, dovrebbe derivare dal nome del paese di Arlanch, una frazione di Vallarsa.
ARLATI Specifico della zona che comprende il milanese, il comasco ed il lecchese, dovrebbe derivare dal toponimo Arlate, una frazione del comune di Calco (LC), di quest'uso abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale nella Carta terrarum ecclesie de Vicomercato in Caponago: "...Ad Rosarium petia .I., et est pertice .III. : a mane Giselberti Cavanagi, a meridie via, a sera Guilielmi de Arlate, a monte de Buzis....".
ARLES
ARLESE
ARLESI
Arles è assolutamente rarissimo, ha una minima presenza nel padovano, Arlese ed Arlesi sono quasi unici, dovrebbero derivare da soprannomi originati dal toponimo francese Arles, probabilmente di origine ebraica, potrebbero essere risalenti agli inizi del 1300 epoca in cui il re Filippo IV° di Francia obbligava gli ebrei a farsi cristiani con la conseguente fuga degli stessi verso lidi più tranquilli.
ARLETTA
ARLETTI
ARLETTO
Arletta, praticamente unico, sembrerebbe siciliano, Arletto, altrettanto raro, è calabrese, Arletti, molto diffuso, è tipicamente emiliano del modenese, di Carpi, Modena, Soliera e Campogalliano, questi cognomi dovrebbero derivare dal nome medioevale Arlettus di origini francesi, di cui abbiamo un esempio d'uso a Tiro in questo scritto del 1192: "Conradus, dominus Tyri, Januensibus per manum Guillielmi Ricii consulis consensu uxoris Hisabellae concedit et sigillo confirmat in civitate Acconis curiam et rugam cum juribus antea datis necnon, quae extra civitatem unquam possederunt, et tertiam partem introitus catenae, deinde liberum exitum et aditum et liberum commercium in civitatibus Joppae, Ascalonae et Hierosolymorum et in eisdem domum, balneum et furnum insuper concedens, ut in S. Sepulchro litteras privilegii aureas restaurent, denique libertatem promittit in omnibus civitatibus
acquirendis. — Balianus de Ybelino, Raynaldus Sydonis, Gualterius Durus, marescalcus Januensium, Hengo dominae Galianae, Ansaldus Guaracius, Symon Bufferius, Arlettus Vicecomes, Rollandus Picius, Guillielmus Bechus Rubeus....".
ARLOTTA
ARLOTTI
ARLOTTO
Arlotta è tipico del messinese, Arlotti è specifico romagnolo, di Rimini in particolare, Arlotto, molto molto raro, sembra avere un ceppo genovese ed uno lucano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Arlotus di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale in una Breve refutationis et finis del 1163 a Pavia: "...Ego Arlotus notarius sacri palacii interfui et hoc breve scripsi.", secondo alcuni potrebbe derivare dal termine normanno harlot (uomo da poco).
ARMA Arma, ormai assolutamente rarissimo, dovrebbe essere di origini siciliane della zona di Valguarnera Caropepe e Piazza Armerina, dovrebbe derivare da una forma contratta atta ad indicare chi provenisse dalla zona di Piazza Armerina.
ARMAGNI Il cognome rarissimo, probabilmente del mantovano, cremonese, ha origine dal termine longobardo Arimanni (uomini liberi), gli arimanni costituivano una forma di patriziato avendo la responsabilità di mantenere il potere del Rè nei territori occupati. Assimilabili agli Equites (cavalieri) romani come livello di nobiltà. La diffusione è massiccia nell'Italia settentrionale con qualche presenza al centro ed al sud.
ARMAIOLI
ARMAROLI
ARMAROLO
Armaioli è quasi unico, Armaroli è tipico di Bologna, Armarolo, quasi unico, sembrerebbe del napoletano, dovrebbero tutti derivare da soprannomi originati dal mestiere di armaiolo esercitata dal capostipite, ma è pure possibile una derivazione da nomi di località come Armarolo (BO).
ARMAN Arman ha un piccolo ceppo nel goriziano, uno nella zona di Giovo e Lavis nel Trentino, ed uno principale nel trevisano a Farra di Soligo e Valdobbiadene, potrebbe derivare dal radicale longobardo Harimann (vedi Armani), così come è pure possibile una derivazione dal nome medioevale longobardo Hardman (vedi Armandi).
ARMANDI
ARMANDINI
ARMANDINO
ARMANDO
Armandi è presente un pò in tutt'Italia, con ceppi nel torinese, nel ferrarese, a Roma, nel Piceno, a Cagliari e nel materano, Armandini, assolutamente rarissimo, parrebbe del centro, Armandino, praticamente unico, è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione, Armando è tipicamente piemontese, del cuneese in particolare, ma con presenze molto significative anche nel torinese, derivano dal nome medioevale longobardo Hardman (hard = duro + man = uomo) latinizzato in Arimandus, il ceppo piemontese può anche facilmente derivare dal nome francese Armand.
ARMANETTI
ARMANETTO
ARMANI
ARMANINI
ARMANINO
ARMANNI
ARMANNO
ARMANO
Armanetti ha un piccolo ceppo nel bresciano, uno tra parmense e carrarese ed uno in Molise, Armanetto sembra essere unico, Armani è tipico del nord Italia, del basso trentino e del veronese in particolare, con ceppi significativi anche in Emilia, Armanini è dell'area che comprende il basso trentino e la Lombardia, Armanino è specifico dell'area genovese e spezzina, Armanni è lombardo della zona che comprende le province di Bergamo, Brescia e Cremona, Armanno ha un ceppo nel palermitano ed uno nel casertano, Armano ha un ceppo piemontese, soprattutto nell'alessandrino, uno veneto ed uno nel napoletano, tutti questi cognomi hanno origine, direttamente o tramite forme ipocoristiche, dal termine longobardo Harimann o Arimanno (uomini liberi), gli arimanni costituivano una forma di patriziato avendo la responsabilità di mantenere il potere del Rè nei territori occupati. Assimilabili agli Equites (cavalieri) romani come livello di nobiltà.
ARMAO Armao è tipicamente siciliano, di Palermo, di Licodia Eubea nel catanese e di Mistretta e Sant'Agata di Militello nel messinese, dovrebbe derivare da un soprannome grecanico basato sul termine armàos (non coltivato), a sua volta derivato dal termine greco antico ήμερος emeros (coltivato), con l'aggiunta dell'alfa privativo davanti per indicare l'assenza di coltivazione.
ARMAS Armas è tipicamente sardo, di Arbus nel Medio Campidano e di Oristano, potrebbe derivare da un soprannome originato dal termine sardo armas (mezzi, strumenti, armi), ma molto più probabilmente è di discendenza spagnola e deriva dal termine catalano armas (armi).
ARMELLANI
ARMELLI
ARMELLIN
ARMELLINI
ARMELLINO
ARMELLON
ARMELLONI
ARMELLOTTI
Armellani è molto molto raro ed è tipico di Montesilvano (PE), Armelli, estremamente raro, sembrerebbe di Arzignano (VI), Armellin è invece tipico dell'area che comprende le province di Treviso, Pordenone e Venezia, dovrebbe derivare dal termine armeno o dal nome della pianta dell'albicocco detto appunto armellino in quanto derivante dall'Armenia, Armellini è diffuso qua e là un pò in tutto il centronord, Armellino ha un ceppo piemontese tra Torino, Saliceto (CN) e San Mauro Torinese (TO), ed uno campano tra Vico Equense (NA), Montesarchio (AV) e Nocera Inferiore (SA), Armellon è praticamenbte unico, Armelloni è tipicamente lombardo, del sudmilanese, cremonese e piacentino, Armellotti, assolutamente rarissimo, è forse lombardo,  in particolare. L'origine di tutti questi cognomi potrebbe essere varia, da toponimi come ad esempio il torrente Armella (CN) alla derivazione dal vocabolo latino armilla (braccialetto) come caratteristica identificativa diventata soprannome e poi cognome.
ARMENANTE Armenante è specifico del salernitano, di Cava de' Tirreni, decisamente di origini longobarde, dovrebbe derivare dal termine longobardo armenanth (colui che guida gli armenti), da cui è derivato il nome Armenanth o Ermenand di cui abbiamo un esempio d'uso a Cava de' Tirreni nel nono secolo quando un certo Ermenandus de Priatu (Pregiato, una frazione di Cava de' Tirreni) compie una donazione al fratello Leomperto, così leggiamo nel codice diplomatico cavense sotto l'anno 881: "In nomine domini quinto anno principatus domni nostri Waimari summo, princeps, mense iunius quartadecima indictione. brebe.....Ermenandus filius Leoni de Priatu, de eo quod ante vonorum hominum que subter scripti sunt, a me qui supra ermenandus ostensum est ipsa cartula donationis que continebat, ut ego donatum adque concessum havere Leomperti germano meus integra ipsa curte mea, quem abeo de predictum genitorem meum ubi resedeo in suprascriptum locum Priato, ipsa curte cum arboribus et rebus et territorie et cum integre ipse case que ibi posite sunt, in simul et homnes alie rebus et territorie, quem de predicto genitorem meum habeo cum propie finibus et viebus sue et cum homnibus pertinentie sue, sicut dixi, quit quantum de predicto genitore nostro pertinet, totum in integrum cum superius et inferius ei in integrum ..".
ARMENI
ARMENIO
Armeni ha un ceppo a Roma, uno a Terni ed uno nel reggino, Armenio ha vari ceppi in Sicilia, in Puglia e nel napoletano, in alcuni casi potrebbe trattarsi dell'etnico di Armenia, ma più probabilmente deriva da una variazione del nome Erminio o è dovuto ad una corruzione del vocabolo arimanno.
ARMENISE Armenise, tipicamente pugliese, ha un ceppo a Bari con presenze anche nel barese ed a Lecce, dovrebbe derivare da un'errata interpretazione del termine Armeniae (dell'Armenia), scritto probabilmente con i caratteri a ed e finali attaccati Armeniæ, questo tipo di scrittura può aver tratto in inganno l'ufficiale anagrafico, che ha interpretato la a come se fosse una una s, il cognome dovrebbe risalire al periodo successivo alla prima guerra mondiale ed indicare un'origine armena della famiglia, ma non è possibile escludere un'origine più antica, che potrebbe allora risalire alla seconda metà del XVI° secolo. Negli anni successivi all'inizio della prima guerra mondiale, furono migliaia gli armeni che fuggirono per cercare scampo al genocidio commesso dal governo Ottomano dei giovani turchi, che, in quello stesso periodo, uccise almeno un milione e mezzo di armeni semplicemente perchè osservanti di una religione diversa dalla loro. Gli esuli trovarono asilo prima in Grecia e poi si dispersero come apolidi in giro per il mondo, nel 1924 iniziarono i primi sbarchi nel porto di Bari, dove costituirono una numerosa colonia.
ARMENTI
ARMENTO
ARMIENTI
ARMIENTO
D'ARMENTO
D'ARMIENTO
Armenti ha un ceppo nell'iserniese, ad Isernia e Castelpetroso, uno piccolo a Foggia, uno a Bari ed uno piccolo nel potentino a Chiaromonte e Castelsaraceno, Armento presente nel salernitano, in Basilicata e nel tarentino, ha la sua massima diffusione nel materano tra Bernalda e Tricarico, Armienti, molto raro, è pugliese, con un piccolo ceppo a Taranto ed uno a Cassano delle Murge ed Acquaviva delle Fonti nel barese, Armiento ha un ceppo nel foggiano a Manfreedonia, Mattinata, Foggia, Vieste, San Severo e Monte Sant'Angelo, a Calitri nell'avellinese ed a Tolve nel potentino, D'Armento invece è tipico del materano, ma di Pisticci e Nova Siri, D'Armiento è caratteristico di Grumo Appula nel barese, dovrebbero derivare, direttamente o attraverso alterazioni dialettali, dal mestiere di allevatore di armenti (grossi quadrupedi, bufali, buoi, cavalli) svolto dai capostipiti, ma possono anche derivare dal nome del paese lucano di Armento nel potentino, possibile luogo di origine di alcuni dei capostipiti.
ARMENZANI
ARMEZZANI
Armenzani è quasi unico dell'Italia centrale, Armezzani, molto raro, è della zona centrale che comprende Marche ed Umbria, in particolare di Sassoferrato nell'anconetano, con un ceppo anche a Roma, dovrebbero derivare dal nome del paese di Armenzano, una frazione di Assisi nel perugino, probabile luogo d'origine dei capostipiti.
ARMILLA
ARMILLI
ARMILLIS
Armilla è praticamente unico, Armilli lo è quasi, solo Armillis è presente in misura concreta con un ceppo pugliese a Lecce, questi cognomi potrebbero derivare dal nome femminile latino Armilla, ma potrebbero anche derivare da soprannomi, che potrebbero essere nati dal luogo di provenienza dei capostipiti, la città spagnola di Armilla presso Granada, o anche dal fatto di essere dei produttori di armille (bracciali, braccialetti).
ARMIRAGLI
ARMIRAGLIO
Armiragli, quai unico, sembrerebbe marchigiano, Armiraglio è caratteristico di Busto Arsizio nel varesotto al confine con il milanese, dovrebbero derivare dal termine veneziano arcaico armiraglio, con il significato di comandante di una formazione di uomini d'arme, più spesso di una nave o di una flotta, ma assume anche il significato di consigliere, come possiamo leggere nel de Navigatione del 1564, dove leggiamo: "..Poi è sottopatrone, comito, soctocomito, dui consiglieri ad modo de Catalogna, alla veneciana uno homo de consiglo, lo qual nella galea del capitanio se chiama armiraglio, VIII nauchieri, VI prudieri, dui alieri dello schifo, uno scrivano, uno scrivanello, uno algoçino, XXX compagni, uno barbiero, uno siniscalcho, uno remularo, uno calafato, uno cocho, uno magistro d'asca, uno botaro et delli hommini da remo sono sei spallieri ad modo Catallano, ad modo Vindiçiano portolati, stando allo primo bancho, a poppe sei criule che stivano et levanose alli servitii, moço dello padrone, moço d'algoçino governa le arme et rivede li ferrati, dui moçi de scandalaro, dui moçi de nauchieri alla camera di meço, dui moci de prudieri, uno maiordomo o vero guardiano, et quisto governa la compagnia de victuarie...".
ARMOCIDA
ARMOGIDA
ERMOCIDA
ERMOGIDA
Armocida è tipico di Locri, Monasterace e Roccella Ionica nel reggino, Armogida, molto molto raro, è tipico del catanzarese, di   Sant`Andrea Apostolo dello Ionio e Soverato, Ermocida è specifico di Badolato nel catanzarese, Ermogida, assolutamente rarissimo, è di Badolato
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Ermocida è un cognome di Catanzaro in zona di Badolato. Si tratta di una variante di Armogida, Armocida, Hermogida. Alla base c'è l'antico nome greco Armóghis, probabilmente dal sostantivo armoghè = proporzione, armonia. Hermogida , Armogida era un'antica famiglia nobile di Catanzaro (estinta da tempo in città), proveniente da Squillace.
ARMONE
ARMONI
ARMONIA
ARMONIO
Armone ha qualche presenza in Campania, un ceppo calabrese a Catanzaro, ed uno siciliano a Caltanissetta ed a Messina, Armoni, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del Piceno, Armonia è specifico del napoletano, di Napoli, Torre del Greco e Giugliano in Campania, Armonio, molto raro, è specifico del reggino, di Brancaleone in particolare, dovrebbero derivare, direttamente o tramite varie forme di italianizzazione, dal nome ebraico Armon (armeno) o dal nome in uso presso i longobardi Armone.
ARNABOLDI Arnaboldi è tipico di Cantù da dove si è espanso nel milanese e nel comasco, deriva dal nome medioevale Arnaboldus, forma latinizzata del nome longobardo Arnwald che significa audace come un'aquila, che controlla dall'alto come un aquila.
ARNALDI
ARNALDO
ARNAO
ARNARDI
ARNAU
ARNAUDI
ARNAUDO
ARNEODO
ARNEUDO
Arnao, molto molto raro, è specifico del messinese, Arnau e Arnaudi sono assolutamente rarissimi e dovrebbero essere dell'Italia nordoccidentale, Arnaldi, molto raro, sembra tipico della provincia di Imperia e dell'Isola d'Elba, con un ceppo probabilmente non secondario nel vicentino, Arnaldo, molto più raro, sembrerebbe avere un ceppo torinese ed uno ligure, Arnardi, estremamente raro, ha un ceppo nel milanese, Arnaudo è tipico del cuneese e torinese, così come il meno comune Arneodo ed il quasi unico Arneudo, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite modificazioni dialettali di vario tipo, dal nome medioevale italo germanico Arnoaldus o dall'equivalente provenzale Arnaudus di cui abbiamo un esempio nel XII° secolo a Brescia: "...Hoc tempore surrexit quidam magister Arnaudus nomine, magistri Petri Abelardi discipulus, qui multa contra Romanam ecclesiam predicabat...".
ARNERI
ARNERO
Arneri è tipicamente lombardo dell'area pavese, con un piccolo ceppo a Vigevano e Garlasco nel pavese, Arnero, quasi unico, è dell'alessandrino, dovrebbero derivare dal nome medioevale di origine germanica Arnerius basato sul termine arn (aquila) o da una forma aferetica del nome medioevale germanico Warneri.
ARNESANO Arnesano è specifico della penisola salentina, di Salice Salentino, Carmiano, Arnesano, Veglie, Campi Salentina, Lecce e Squinzano, deriva dal toponimo Arnesano (LE).
ARNI
ARNO
ARNO'
ARNONE
ARNONI
Arni, estremamente raro è del nord, Arno sembrerebbe specifico del napoletano, di Frattamaggiore, Cardito e Napoli, Arnò è pugliese, di Campi Salentina, Taviano e Lecce nel leccese e di Manduria e Taranto nel tarentino, Arnone è molto diffuso in Campania, Calabria e soprattutto Sicilia, Arnoni è assolutamente rarissimo, dovrebbero derivare dal nome medioevale Arno, Arnonis di cui abbiamo un esempio in un Breve convenientie dell'anno 1068 a Calusco (BG): "...et Vitale filius quondam Ariprandi adque Odone et Iohanne cum germanis sui, de loco Mezoviho, seu cum Andrea Cuco et cum germanis et nepotibus suis et Rustiho Scarido adque Giselberto Marieni et Albertus cum germanis sui et Petro Vidali et Dominiho filius quondam Tunizoni cum nepotibus suis, Iohannes et Petro Dominiho qui vocatur Arnoni et Ambroxio et Rustihelo et Petro...".
ARNOFFI
ARNOLFI
ARNULFI
Arnoffi ha un ceppo a Feltre nel bellunese ed uno a Ferrara, Argenta e Poggio Renatico nel ferrarese, Arnolfi è assolutamente rarissimo, mentre Arnulfi è quasi unico, dovrebbero tutti derivare dal nome longobardo Arnolfus o Arnulfus di cui abbiamo un esempio in una Notitia pro securitate del marzo 993 tratta dal Codice Diplomatico della Lombardia medioevale: "...Ad hec respondens ipse Arnulfus presbiter dixit et professus est: Vere ideo munimine ipso, quod est cartula commutationis, quem tu hic ostensisti bonum et verum est...".
ARNOLDI
ARNOLDO
Arnoldi ha un ceppo lombardo, soprattutto nel bergamasco ed uno trentino a Trento e Bresimo, Arnoldo ha un ceppo a Venezia ed uno nel bellunese a Forno di Zoldo, Belluno e Zoldo Alto, ed uno nel trentino a Revò ed a Levico Terme, dovrebbero derivare dal nome germanico Arnwald a sua volta derivato dai termini arn (aquila) e wald (governo) con il significato di potente come un'aquila.
ARNOSTI Molto raro è tipico dell'alto trevigiano ma la famiglia dovrebbe essere originaria delle valli bergamasche dove sarebbe giunta dalla Cecoslovacchia, dovrebbe derivare dal nome ceco Arnost.  Tracce di questo cognome si trovano nell'Estimo di Ceneda (TV) del 1608 dove si legge: "...Silvestro Arnosti depentor possiede per proprio in contrada di mesco case da Coppi, cortivo et horto dove Izabita et bruolo. Con un campo contiguo verso mezo di et va' fin alla strada di soto murado de una zoia, (confina) à mattina de ms Domenego tintor,...".
alcune notizie sono state tratte da Alcune note biografiche e documentarie di Oscar De Zorzi
ARNUZIO
ARNUZZO
Arnuzio è quasi unico, Arnuzzo è specifico di Genova, dovrebbero entrambi derivare dal nome medioevale Arnutius di cui abbiamo un esempio in questo epigramma medioevale: "Qui te, Pontia, dixit imminutam - Ex quo nomen habere virginale- Desiisti, lepidum tibi et iocosum, - Falsum dixit Arnutius profecto.- Namque a tempore tam tibi beato,- Bis es virgine crassior puella.".
AROFFO
AROFFU
Sia Aroffo che Aroffu, assolutamente rarissimi, sembrerebbero tipici della zona tra la provincia di Oristano e l'alto cagliaritano, dovrebbero derivare da un soprannome originato dalla contrazione per aferesi del vocabolo dialettale baroffu, una qualità di uva da pasto, anche se non si può escludere una derivazione dal nome Arnolfo attraverso una modificazione dialettale. Tracce di questa cognominizzazione si trovano ad Ales (OR) fin dal 1800.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
AROFFO; AROFFU: del cognome non conosciamo né il significato, né l'etimologia. Garòvu o garroffu è il garofano selvatico - dianthus caryofilus -. Arrovu o arrovonellu è il ravanello; roffa o ruffa ed in campidanese aruffa o arruffa o anche aroffa è una moltitudine di persone, disposte in maniera confusa, una confusione di gente, etc. Non abbiamo altri suggerimenti. Attualmente Aroffo è presente in 8 Comuni d'Italia, di cui 5 in Sardegna: Terralba 3 Arborea 3 etc. Aroffu è presente in 11 Comuni italiani, di cui 7 in Sardegna: Terralba 13, Lunamatrona 8, Pauli Arborei 5, etc.
AROMANDO Assolutamente rarissimo specifico del salernitano, sembrerebbe originario della zona che comprende Sant'Arsenio (SA) e Pietro Al Tanagro (SA), dovrebbe derivare dal termine longobardo Arimanno (uomo libero).
ARONI Aroni è specifico del cagliaritano, di Cagliari, Villaspeciosa,m Uta, Capoterra, Quartu Sant'Elena e Decimomannu.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARONI: Aroni dal latino aron, dal greco άρον (aron) = gigaro, pan di serpe, pianta detta in sardo foll''e casàdas, satzaroni.  Oppure da arone o erone, cosiddetto il riccio della castagna o anche cesto, cestino. Attualmente il cognome è presente in 38 Comuni italiani, di cui 19 in Sardegna: Cagliari 22, Villaspeciosa 19, Uta 16, Capoterra 15, Quartu S. E. 15, Decimomannu 12, etc.
ARONICA Originario dell'agrigentino, potrebbe derivare dal nome germanico Aronius, di cui si trovano tracce fin dal VIII° secolo con un monaco di nome Aronius, probabilmente di origine ebraica (nome che deriverebbe dall'Aronne giudaico).
integrazioni fornite da Giovanni Aronica:
Il cognome Aronica, più verosimilmente, è di origine Greca formato dalla fusione di due parole dell'antico greco:  aro = portare o portatore; e nikos-nike = vittoria - di vittoria; dando luogo ad aro-nicas = portatore di vittoria.  Secondo alcuni ricercatori Spagnoli,  Aronica deriva dal basco arru o arro che vuol dire roccia, unito a nika che vuol dire rotonda quindi Arronika starebbe ad indicare la provenienza da una zona caratterizzata da rocce rotonde. Gli Aronica di Sicilia si schierarono al fianco della casa regnante di Spagna, ottenendone il titolo nobiliare di Baroni con il relativo stemma gentilizio.
AROSIO Tipico del nord milanese, deriva dal toponimo Arosio (CO), sembra presentare anche un piccolo ceppo ligure che dovrebbe derivare dal nome di località Monte Arosio (IM).
ARPAIA Arpaia è tipicamente campano, del napoletano, a Napoli, Pompei, Poggiomarino, Santa Maria la Carità, Casola di Napoli, Gragnano, Torre Annunziata, Castellammare di Stabia, Ottaviano, Boscoreale, San Giorgio a Cremano, Marano di Napoli e San Giuseppe Vesuviano, con un ceppo anche ad Aversa e Carinaro nel casertano ed a Scafati nel salernitano, Arpaio, quasi unico, dovrebbe essere una forma alterata del precedente, Arpaia dovrebbe derivare dal nome del paese beneventano di Arpaia, secondo un'altra ipotesi sarebbe invece il paese a prendere il nome dal cognome, fatto a riprova del quale non sembrano esistere documenti a supporto, il cognome allora deriverebbe da un'alterazione del termine greco antico àrpax, uno strumento in uso presso i fabbricanti di botti, intendendo così che i capostipiti fossero dei bottai.
ARPELLA
ARPELLI
Arpella, quasi unico, potrebbe essere campano, Arpelli, leggermente meno raro, ha qualche presenza nel settentrione e nel sassarese, di origini etimologiche oscure, si può ipotizzare una derivazione dal cognomen latino Harpilius, Harpilia.
ARPENTI Arpenti è estremamente raro, ha un piccolo ceppo nel modenese ed uno appena più grande a Napoli e Portici (NA), il cognome dovrebbe derivare dal termine latino arpentum (unità di misura agricola pari a circa 2500 metri quadrati di terreno) che troviamo ad esempio citata in quest'atto di donazione dell'anno 1156: ".. Nanterius de Orceio dedit predicte ecclesie novem arpenta terre ; superaddidit etiam terram illam liberam et absolutam que sita est inter vineam monachorum et viam que ducit ad Montem Lethericum, uxore sua concedente ; ex altera vero parte ejusdem vie concessit quamdam culturam cum decima, retenta tantummodo campiparte. ..", forse ad indicare nel capostipite un proprietario di un piccolo appezzamento terriero o addirittura un centurione o comunque un veterano cui era stato concesso un premio di congedo.
ARPINI
ARPINO
L'origine del cognome appare essere derivante dal toponimo Arpino (FR) patria di Cicerone. La distribuzione è omogenea per tutta la penisola con una concentrazione significativa nel basso Lazio ed in Campania.
ARQUA' Arquà, molto molto raro, sembrerebbe tipico del ferrarese, di Copparo, Ferrara e Ro, dovrebbe derivare dal toponimo Arquà Polesine nel rovigoto.
ARRA
ARRAS
Arra, molkto molto raro, ha un ceppo nell'Ogliastra a Bari Sardo ed Arzana ed uno a Catania, Arras è decisamente sardo, di Sassari e del sassarese, di Ploaghe, Bultei, Alghero, Esporlatu e Burgos, di Lanusei nell'Ogliastra, di Olbia e Tempio Pausania.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARRA; ARRAS: per Arra abbiamo due ceppi portanti: uno sardo e l'altro siciliano, che pur avendo significato apparentemente diverso rimandano alla stessa radice latina: arra = pegno, caparra. In Sardegna arra è l'anello matrimoniale, la cosiddetta fede, ma inteso appunto come pegno o meglio come impegno a mantenere "fede" al sì pronunciato, secondo il rito cristiano, davanti allo Stato e davanti a Dio. Nelle carte antiche della Sardegna, troviamo il cognome nell'uscita Arras. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, abbiamo: Arras Aranio, jurato ville Gulsei (* villaggio distrutto. Curatorie de Anella); Arras Mario - ville de Nughedu (* Nughedu.San Nicolò: diocesi di Ozieri. Contrate Montis Acuti). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, *CSMB, XI°, XIII° sec. abbiamo: Arras Terico(115), capellano di Sancta Corona di Riora: in nomine Domini amen, Ego iudice Orzoco de Zori, protestando Logu de Arboree (Giudice di Arborea).seguono poi le fsi della lite per il possesso di servi.infine i testimoni, tra cui figura prebiteru Terico Arrascapridano de Sancta Corona (capellano del Tribunale). Attualmente Arra è presente in 28 Comuni italiani, di cui 8 siciliani e 6 della Sardegna: Barisardo 27, Arzana 12, Loceri 7, Lanusei 3, etc. In Sicilia è Catania ad avere il numero più alto con 14. Arras invece è presente in 81 Comuni italiani, ma ha maggiore diffusine in Sardegna(32/377): Sassari 65, Plaghe 50, Lanusei 26, Olbia 24, etc.
ARREGHINI
ARRIGHINI
Arreghini è tipico di Portogruaro, Pramaggiore e Cinto Caomaggiore nel veneziano ai confini con il Friuli, Arrighini ha un ceppo a Brescia e nel bresciano a Tremosine, Concesio, Brenoe Bovezzo ed uno a Viareggio nel lucchese, ed a Prato e Vaiano nel pratese, dovrebbero derivare da ipocoristici dell'italianizzazione del nome gotico Heimrich (vedi ARRIGHI).
ARRIGA Arriga è tipico del viterbese, di Soriano nel Cimino e Viterbo, dovrebbe trattarsi di un matronimico e derivare dalla forma italianizzata femminile del nome gotico Heimrich (vedi ARRIGHI).
ARRIGHETTA
ARRIGHETTI
ARRIGUCCI
Arrighetta è quasi unico, Arrighetti ha un ceppo nel fiorentino, a Firenze ed a Sesto Fiorentino in particolare, ed uno a Bossico nel bergamasco, Arrigucci è decisamente toscano, in particolare del senese e dell'aretino, derivano tutti da modificazioni ipocoristiche del nome gotico Heimrich. (vedi Arrighi)  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Pistoia nel 1600 con il Prete Giuseppe Arrighetti. e nel 1700  a Firenze con l'Illustrissimo Domino, Comiti Laurentio Arrighetti Florentino.
ARRIGHI
ARRIGO
Arrighi è un cognome che trae origine dal nome gotico Heimrich formato dai due vocaboli Heimat (patria) e rich (rè, signore) con il significato di signore della patria, sovrano, il nome venne poi latinizzato in Henricus e divenne Enrico in italiano, Arrighi è abbastanza diffuso in tutto il nord ovest, Arrigo invece parrebbe tipicamente siciliano, con ceppi in Liguria ed in Lombardia.  Troviamo nel 1200 la nobile famiglia fiorentina degli Arrighi che diede inizio alla contesa tra guelfi e ghibellini, nel 1300 a Lucignano (AR) tra le famiglie benestanti troviamo gli Arrighi, nel 1500 a San Miniato (PI) gli Arrighi occupano posizioni di rilievo, nel 1600 emerge lo scultore ligneo cremonese Alessandro Arrighi, nel 1700 l'architetto, sempre cremonese Antonio Arrighi lascia opere di grande interesse architettonico.
ARRIGONE
ARRIGONI
Arrigoni è tipico lombardo, della zona di Milano, Como, Lecco, Bergamo e Brescia, ha un ceppo anche nel forlivese ed uno ta Lucca e Pistoia, Arrigone è estremamente raro e sembrerebbe specifico dell'area tra Pavia ed Alessandria, derivano dal nome gotico Heimrich.  Nel 1400 un Arrigoni è vescovo di Lodi, nel 1493 Simone Arrigoni è Capitano della Martesana, nel 1528 Pietro Paolo Arrigoni ottiene da Carlo V° un feudo nell'Oltrepò pavese nel  1531, diventano feudatari  i suoi fratelli Galeazzo e Gaspare Arrigoni; nel 1586 Constantinus Arrigonus di Rimini è Governatore  a Narni (TR), nel 1600 l'avvocato concistoriale Pompeo Arrigoni viene fatto Cardinale, nel 1648 era Podestà di Cremona il milanese Giacinto Arrigoni, nel 1837 Carlo Arrigoni diventa Gonfaloniere di Ravenna.
ARRIVABENE
ARRIVABENI
Arrivabene ha un ceppo nel bresciano a Brescia, Isorella e Desenzano Del Garda ed uno nel Salento in particolare a Maglie, Arrivabeni, molto più raro, sembrerebbe specifico di Calto nel rovigoto.
integrazioni fornite da Stefano Ferrazzi
L'origine di questi cognomi va ricercata nel nome medievale Arrivabene (con varianti in Nascimbene, Tornabene e Vienibene), da intendersi in senso augurale col significato di che tu possa arrivare o nascere bene. Si tratta, dunque, delle cognominizzazioni dei nomi personali dei capostipiti.
ARRU Arru, tipicamente sardo, soprattutto del sassarese, potrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo sardo arrúi  (indomito, brado), ma potrebbe anche derivare dal termine basco arru o arro che vuol dire roccia, secondo altri deriverebbe addirittura dall'accadico harru (corso d'acqua), cosa che riteniamo veramente improbabile.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARRU: permangono incertezze sul significato e l'etimologia del cognome Arru. Alcuni lo fanno derivare da arrùi, orrùi, = indomito, rude, selvatico, dal latino rudis. In effetti Àrru in sardo significa errore, sbaglio e si tratta di una voce derivata dall'italiano errare, dal latino errare; nel  catalano antico èrro. Scartiamo la trascrizione errata per arrù, orrù = rovo, a cui corrispondono i cognomi Orrù (abbastanza diffuso) e Arrù (oggi rarissimo, ma presente nelle carte antiche), dal latino rubus. Il cognome Arru è presente negli antichi documenti. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388,  troviamo: Arru Petro, jurato ville Nurgillo (odierno Norbello. Contrate Partis de Guilcier); Arru (de) Arcõco, majore (amministratore, sindaco)  ville  Illorai ( attuale. Curatorie de Anella); Arru (de) Elia - de Bosa; Arru (de) Nicolao - de Bosa; troviamo inoltre: Arro (de) Guantino, ville Sancto Lussurgio (Santulussurgiu. Contrate Castri Montis de Verro); Arro (de) Petro, ville Sancto Lussurgio. Attualmente il cognome Arru è presente in 118 Comuni italiani, di cui 51 in Sardegna: Sassari 211, Cagliari 86, Sorgono 59, Villanovamonteleone 40, Alghero 38, Brutta 36, etc.
ARRU' Arrù, quasi unico, è  decisamente sardo.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARRU': sta per Orrù (per significato ed etimologia vedi Orrù). Oggi è presente in un solo Comune, a Macomer e con un solo nucleo familiare. Era più frequente in periodo medioevale, infatti lo ritroviamo tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388: Arrù (de) Francisco, ville Modolo (Modulo. Contrate Castri Serravallis); Arrù (de) Joanne, majore (amministratore, sindaco) ville Nuraghi de Triganu (distrutto. Contrate Castri Serravallis); Arrù (de) Nemauru, ville Macumerii (Macomer); Arrù (de) Nicolao, ville Nuraghi de Triganu; Arrù (de) Theodoro, jurato ville de Triganu; Arrù(u) (de) Comita - de Bosa. Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, *CSNT, XI°, XIII° sec., è presente nella variante Aruvu: Aruvu Gosantine e Mariane( 224), probabilmente fratelli, in una spartizione di servi, nelle terre di Puço Maiore (Pozzomaggiore) - parthirum Mariane et Gosantine d'Aruvu; poserum ass'una parte III pedes (tre quarti) di Iorgi et issu fiiu Michali integru (interamente); et ass'atera Petru (all'altra parte Petru) et latus de sa sorre Maria (e metà - del servizio - della sorella Maria), etc. etc.
ARSANTO Arsanto, estrememente raro, sembrerebbe piemontese, l'origine etimologica potrebbe essere dal nome francese Arsonnaud, ipocoristico di nomi come Arsene, o dal nome Archambaut, ma potrebbe anche derivare da un'italianizzazione dell'etnico del paese di Arsac in Francia.
ARSENI
ARSENIO
ARSINI
Arseni ha un ceppo nel pesarese, uno nel Salento ed uno a Roma, Arsenio è specifico di Brindisi e Lecce, con un piccolissimo ceppo campano, Arsini è assolutamente rarissimo, dovrebbero discendere dalla Gens Arsinia o meglio dal nome gentilizio ad essa collegato Arsinius, italianizzato in Arsenio, di cui abbiamo un esempio con "vir consularis Flavius Arsinius" governatore romano in Sicilia nel IV° secolo dell'era cristiana.
ARTALE
ARTALI
Artale è tipicamente siciliano, di Avola, Siracusa e Noto nel siracusano, di Palermo, di Alcamo nel trapanese, di Santa Margherita nerll'agrigentino, di Catania e di Gioiosa Marea e Messina nel messinese, Artali, quasi unico, è probabilmente il frutto di errori di trascrizione di Artale, che dovrebbe derivare dal nome medioevale Artale, di cui abbiamo un esempio d'uso nel 1300 con il nobile Artale Alagona, feudatario e Gran Giustiziere del Regno di Sicilia.
ARTEBANI
ARTIBANI
Artebani, assolutamente rarissimo, parrebbe del viterbese, Artibani è tipico di Roma e del romano, di Nettuno, Tivoli e Riofreddo, con un ceppo a Senigallia e Ostra Vetere nell'anconetano, dovrebbero derivare dal nome bizantino di epoca latina Artabane o Artibanus, di cui abbiamo un esempio d'uso nel Corpus scriptorum historiae byzantinae: "...Tum lapso astans unus e Barbaris, vulnus quidem ense infligit Artabanis capiti, at non letale. Manum hic nondum ab Artabanis capite retraxerat, cum ipsi vitam eripuit, a laeva confodiens ilia, alter comitum Artabanis. His attoniti praecursores mille, et retrogressi, Chorianem cum caeteris Persarum Alanorumque copiis expectarunt, ac brevi illis se adiunxerunt. ..", ricordiamo con questo nome il fratello minore di Dario Re di Persia, e nel 551 il generale bizantino Artabane, che cacciò i Goti dalla Sicilia.
ARTESE
ARTESI
ARTESIO
Artese ha un ceppo a Roma, un ceppo a San Salvo e Vasto nel teatino, uno molto piccolo a Napoli, piccoli ceppi in Calabria a Cosenza, a Crucoli e Crotone nel crotonese ed a Catanzaro, ed in Sicilia a Termini Imerese nel palermitano, Artesi ha un piccolissimo ceppo a Macerata, uno a Napoli ed uno molto piccolo a Ricadi nel vibonese, Artesio è quasi unico, dovrebbero derivare dal nome tardo latino Artesius, ma è anche possibile una derivazione dall'etnico di Artesia, forma arcaica per Artois, una regione della Francia settentrionale che comprende il Passo di Calais, forse indicando così una provenienza dei capostipiti da quella regione.
ARTIACO Artiaco è specifico del napoletano, di Pozzuoli e di Napoli, dovrebbe derivare dal cognomen latino Artiacus, a sua volta derivato dal nome greco Artakos.
ARTICO Tipico del Veneto orientale e del Friuli, dovrebbe derivare dal nome medioevale Arduicus latinizzazione del germanico Hardvick, di cui abbiamo un esempio in questo testo dell'anno 869: "...Arduicus acquisivit ad luminaria concinnanda salarium Ledonis de manu Clotharii, nepotis Karoli regis..:".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Artico è un cognome veneto dal personale germanico Harto (Förstemann, 751)
ARTIGIANI
ARTIGIANO
Artigiani ha qualche presenza nell'area bresciano, mantovana, nel pesarese e nel reatino e romano, con un piccolo ceppo a Pisa e nel pisano, Artigiano è specifico di Napoli, dovrebbero derivare da soprannomi attribuiti a capostipiti che di mestiere facessero i mastri artigiani.
ARTINO Cognome con derivazione da vari toponimi, anche se la concentrazione geografica lo fa ritenere probabilmente d'origine siciliana. Si trova infatti concentrato in Sicilia e raramente presente nella parte centro nord della penisola.
ARTISTI Cognome estremamente raro, molto recente che deriva dalla professione omonima. La distribuzione è esclusivamente in provincia di Milano.
ARTITZU
ARTIZZU
Artitzu è estremamente raro, dovrebbe essere specifico del cagliaritano come Artizzu, meno raro, che è caratteristico di Cagliari, Quartu Sant'Elena, Quartucciu e Siurgus Donigala, potrebbe derivare da un soprannome originato dalla nascita prematura del capostipite.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARTITZU; ARTIZZU: viene da aurtiri, agurtire in logudorese; ortì(ri) in campidanese = abortire: riferito ad animali, ma anche a persone. Artitzu o artizzu in logudorese, ortìu in campidanese prende il significato di nato a stento!  Probabilmente dall'italiano abortire, in latino abbiamo aborior  nel significato di venir meno, ma anche di nascere anzitempo. In catalano abortar.  Attualmente il cognome Artitzu è presente in 13 Comuni italiani, di cui 8 in Sardegna: Quartucciu 6, S. N. Gerrei 5, Ninnai 3, Dolianova 3, Selegas 3, etc. Artizzu è presente in 31 Comuni italiani, di cui 16 in Sardegna: Cagliari 78, Quartu S. E. 38, Quartucciu 36, Siurgus Donigala 31, etc.
ARTONE
ARTONI
Artone è quasi unico, Artoni è specifico della zona che comprende il mantovano, il reggiano ed il parmense, e specificatamente Mantova, Viadana, Marcaria, Suzzara e Virgilio nel mantovano, Guastalla, Gualtieri, Boretto, Reggio nell'Emilia, Brescello, Castelnovo di Sotto, Luzzara e Gattatico nel reggiano e Parma e Sorbolo nel parmense, dovrebbero derivare dal nome medioevale Artone, di cui abbiamo un esempio d'uso in uno scritto del 1198: "..Quum dilectus filius abbas de Ferentino ad nostram praesentiam accessisset, conquerens de nobilibus viris O. et A. fratre ipsius et filiis R. dominis de Artone, partibus in nostra praesentia constitutis, dilectum filium nostrum..", o in uno del 1234: "..Item, Petrus de Brana... quidquid habet in parrochia Sancti-Stephani de Brana excepta una stagia que fuit Raymundi Odonis et quadam alia stagia que est apud predictum de Brana, quos tenet a domino Silve-Majoris.
Item, a domino Rege quidquid habebat in parrochia Sancta-Certa et de Maures, exceptis quatuor vel quinque stagiis desertis quas dixit tenere ab Artone...".
ARTUFFO Artuffo, abbastanza raro, è un cognome tipicamente piemontese, di Torino e dell'area cuneese, astigiana, di Asti e Castagnole delle Lanze nell'astigiano e di Alba nel cuneese, dovrebbe derivare da un'alterazione del nome provenzale Artuphel o Artufel o dal nome longobardo Artulfus.
ARTUS
ARTUSI
ARTUSINI
ARTUSO
ARTUZZI
Artus, estremamente raro, è del torinese, Artusi ha ceppi in Veneto, tra veneziano e padovano, in Romagna, in Emilia nel parmense, e in Lombardia tra le province di Milano e Lecco, Artusini, quasi unico, parrebbe del pistoiese, Artuso, oltre al nucleo principale veneto tra vicentino, padovano e trevisano, ha un ceppo autoctono anche nel reggino, Artuzzi, assolutamente rarissimo, ha qualche rara presenza nel biellese e nel vicentino, dovrebbero derivare dal nome medioevale italiano di origine franca Artusius di cui abbiamo un esempio a Pavia in un Breve convenientie, investiture, finis et refutationis dell'anno 1151 tratto dal Codice Diplomatico della Lombardia medioevale: "...Presentia bonorum hominum quorum nomina subter leguntur, convenerunt inter se Guilicionus, filius suprascripti Guilielmi, per consensum eiusdem genitoris sui, necnon et Artusius, filius eiusdem Guilielmi, et Bernardus, pater et filius, consenciente ei ipso genitore suo et subter confirmante, similiter consensu eiusdem genitoris sui, eo modo quod abhinc in antea in aliquo tempore ipse Guilicionus et sui heredes ...". Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo in Emilia nel 1300 con Andrea Artusi Priore del convento di San Giacomo Maggiore a Bologna e nella seconda metà del 1500 con il giureconsulto Antonio Artusini.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Artusi, come gli altri Artusi emiliani e italiani, risale al nome proprio Artù o Arturo, quello del leggendario re del ciclo cavalleresco bretone della «Tavola rotonda», le cui meravigliose vicende Dante ricorda nel capo decimo del De Vulgari eloquentiae colle parole «Arturi regis ambages pulcerrimae». Ma ancor prima di Dante esse erano note ai modenesi, che vollero anche fissarne memoria nei marmi del loro Duomo. A una di quelle storie s'ispira, infatti, la scultura dell'archivolto sovrastante la Porta della Pescheria, raffigurante re Artù, che muove con altri all'assalto del castello dove è rinchiusa Winlogee, sorvegliata da Mardoc. La scultura, di scuola wiligelmica, risale alla prima metà del 1100; di poco posteriore, esattamente del 1125, è la prima citazione, in carte modenesi, del nome proprio Artusius. Non a caso questo Artusius «fìlius quondam Alberti» di Montebaranzone, che addì 24 giugno 1125, dona terreni alla chiesa modenese, rivela la sua ascendenza franca, professando di vivere secondo la «legge salica». E l'ambiente franco fu appunto il veicolo attraverso cui entrò in Italia anche la cultura cavalieresca bretone. Quanto poi al significato del nome Artù, Arturo sembra abbastanza verisimile legarlo al celtico 'art' «orso». Fonte: F. Violi, Cognomi a Modena e nel Modenese.
ARU
ARUS
Aru è ben presente in tutta la Sardegna centromeridionale, soprattutto nel Medio Campidano, a Villacidro, Sardara, Guspini, Arbus e Siddi, nel cagliaritano a Cagliari, Quartu Sant'Elena e Decimonammu, ad Iglesias, Carbonia, ed Oristano, e nel nuorese a Fonni, Arus, estremamente raro, sembrerebbe del cagliaritano, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal vocabolo sardo aru (ramo biforcuto per chiudere le siepi).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARU; ARUS:  cognome tipicamente sardo, che ha il suo ceppo maggiore a Villacidro, capoluogo, insieme a Sanluri, della nuova Provincia del Medio Campidano. Permane incertezza sul significato e l'etimologia di Aru: potrebbe derivare da varu, dal latino varusstorto (trotoxàu); o da arru = anello; o ancora dal latino aron (vedi Aroni). Aru é presente in 186 Comuni italiani, di cui 71/377 in Sardegna: Villacidro 167, Cagliari 130, Iglesias 122, Sardara 72, Carbonia 61, Quartu S. E. 53, Guspini 51, Arbus 43, etc. Arus lo troviamo in 24 Comuni italiani, di cui 12 in Sardegna: S. Giovanni Suergiu 11, Iglesias 8, Carbonia 5, etc.
ARUANNO Aruanno è specifico del barese, di Bisceglie, Andria e Ruvo Di Puglia, dovrebbe derivare da una modificazione locale del termine longobardo Hariman (arimanno, uomo libero, il primo passo verso la nobiltà).
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Secondo P. Minervini, Dizionario dei cognomi pugliesi 65, potrebbe essere la cognominizzazione soprannominale del nome spagnolo Ruàno, da 'rua', con 'a' prostetica, per indicare 'chi passeggia per la via'.
ARUTA Aruta ha un grosso nucleo nel napoletano ad Arzano, Napoli, Casoria e Melito di Napoli, ed un ceppo a Palermo, potrebbe trattarsi di un matronimico della forma femminile del nome franco Arutius, di cui abbiamo un esempio in quest'atto di donazione all'Abbazia di Cluny dell'anno 871: "...Et in villa a La Valle, dono unum mansum ubi Udulbertus manet, cum omnibus appendiciis suis: [tali conditione ut si commutare voluerit uxor mea, pro illo det unum mansum qualem voluerit de istis duobus, illum scilicet qui conjacet in villa Arfolia, ubi Arutius manet, cum omnibus appenditiis suis;] aut illum qui conjacet in villa Roca, cum omnibus appenditiis suis....".
ARVATI Arvati, molto raro, è specifico di Mantova e dell'area che comprende il mantovano, come Bagnolo San Vito e Gazoldo degli Ippoliti, ed il vicino veronese, dovrebbe derivare dal nome medioevale latino Aravatius o Arvatius, di origine gallica, ricordiamo con questo nome il Vescovo di Utrecht all'epoca dell'unvasione della Gallia da parte degli Unni (450 circa), come leggiamo nella Historia Francorum: "...Cumque Wandali praeterissent a Galliis, nec multo post tempore Chuni Gallias ingredi disponebant. Quod cum beatus Arvatius episcopus Tungrorum civitatis audisset, Romam pergit ad limina sancti Petri apostoli. Ibique quotidianum jejunium et vigilias assidue faciens, in visione somni ab apostolo responsum accipiens decretum ab Altissimo Chunos ingredi Gallias, protinus ad civitatem suam rediit, praedicens ejus obitum, ut hoc malum non videret...." e nelle Historiae di Gregorius Turonensis: "...Igitur rumor erat, Chunos in Galliis velle prorumpere. Erat autem tunc temporis apud Tungrus oppidum Aravatius eximiae sanctitatis episcopus, qui vigiliis ac ieiuniis vacans, crebro lacrimarum imbre perfusus, Domini misericordiam praecabatur, ne umquam gentem hanc incredulam sibique semper indignam in Galliis venire permitterit...", la diffusione di questo nome nell'area della Gallia settentrionale, dove si riscontra il culto di quel santo, fa ipotizzare una provenienza del capostipite da quelle zone.
ARVIZZIGNO Arvizzigno è tipicamente pugliese, di Monopoli nel barese in particolare, si dovrebbe trattare dell'italianizzazione di una forma ipocoristica con betacismo del nome tardo latino Arbitio, Arbitionis. (vedi anche ARBIZZANI)
ARZAGHI Cognome ormai praticamente estinto, specifico lombardo, dovrebbe derivare dal toponimo Arzago d'Adda (BG), è un cognome molto antico, troviamo infatti un Pietro e Guglielmo Arzaghi a Lodi (l'attuale Lodivecchio) già nel 1233 e nel 1590 troviamo gli Arzaghi elencati nel Repertorio delle famiglie nobili della città di Milano. 
ARZANI La distribuzione di questo cognome è concentrata nella zona di confine del basso Piemonte orientale con la Lombardia sud occidentale. L'origine potrebbe essere da toponimi non più ben identificabili.
ARZAROLI
AZZAROLI
Arzaroli, molto raro, è tipico del bresciano, di Edolo in particolare, Azzaroli, ancora più raro sembrerebbe di Massa Lombarda nel ravennate, questi cognomi deriverebbero da soprannomi semidialettali originati dal mestiere di fabbro, probabilmente fabbricante d'armi come spade e picche, svolto dal capostipite.
ARZENTE
ARZENTI
Tipici della provincia di Catanzaro, Arzente è molto raro, Arzenti quasi unico, potrebbero essere di origini spagnole, potrebbero anche essere di origini francesi e quindi derivare dal toponimo Arzens in Linguadoca, come è pure possibile che derivino da un soprannome originato dal vocabolo medioevale arzente (ardente).
ARZENTON Arzenton è tipicamente veneto, soprattutto del padovano, di Montagnana, Casale di Scodosia e Ponso, e del veronese, di Legnago, Verona e Bovolone, dovrebbe derivare da un soprannome in lingua veneta stante ad indicare un carattere particolarmente agitato, uno "con l'argento vivo addosso", probabile caratteristica comportamentale del capostipite.
ARZU Arzu, specifico del nuorese, zona di Talana e Lotzorai (NU), dovrebbe derivare da un soprannome originato dall'avere il capostipite il volto butterato e sarebbe originato dal vocabolo sardo arzolu (vaiolo), è pure possibile un collegamento con arzu che significa stecca.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ARZU: per il significato e l'etimologia abbiamo due suggerimenti: 1° - può derivare da arthu: vocabolo che troviamo nel Condaghe di San Nicola di Trullas (*CSNT, XI°, XIII° sec.), nella variante arçu ai capitoli 56, 126, 200, 239, 246 e nella variante arthu al capitolo 311; riferito a un cavallo: deibili II caballos, I muiu et I arthu (aggettivo senza specificazione).Si tratta forse di un cavallo particolare? La voce ha dato filo da torcere ai più grandi linguisti del passato e contemporanei. Fra tutti citiamo l'ipotesi di Giulio Paulis, che opta per una derivazione dal greco ψαρός = grigio; altri infine lo fanno derivare dall'italiano arso = rossiccio. 2° - può derivare da àrdzu, in logudorese = stecca, ramo, bastone. Ma artzu o arzu o ardzu potrebbe derivare da arzana o artzana (anche centro abitato), secondo il canonico Giovanni Spano, quindi nel significato di freddo, ghiaccio. Non abbiamo, per il momento, altri suggerimenti. Attualmente il cognome Arzu è presente in 41 Comuni italiani, di cui 13/377 in Sardegna: Taluna 91, Lotzorai 43, Lanusei 38, Bosa 23, etc.
ASARA Asara è tipico della Sardegna settentrionale, di Olbia, Arzachena, Oschiri e Sant`Antonio Di Gallura, non molto probabile una derivazione dal nome arabo Azar, Assar, ma ancora meno probabile una variazione dal termine spagnolo azo (astore), resta l'ipotesi di una derivazione da nomi di località scomparse.
integrazioni fornite da Pierpaolo Asara
il cognome Asara,in Sardegna nel 1600, dagli archivi, risulta essere De Azara cognome che ha subito mutazioni a causa del passaggio fonetico dallo spagnolo, lingua ufficiale di quell'epoca, all'italiano nel 1800 circa, perché la pronuncia della Z in spagnolo era come la S,e la conseguente trascrizione in italiano della Z, riscontrabile nei cognomi di varie famiglie, è stata appunto la S. A supporto di questa tesi possiamo citare il fatto che nella zona di Sassari vi sono dei d'Asara e degli Azara stessa famiglia, e nella zona di Tempio-Olbia nel 1800 vi erano dei De Sara poi trasformato in Asara. Per quanto riguarda l'origine ,sia per antichi detti e per il fatto che il dominio spagnolo, radicato per circa 400 anni nell'isola con non pochi spostamenti di persone,commercianti,militari,possidenti e parenti degli stessi, e visto che lo stesso cognome è risultante nella stessa Spagna, l'ipotesi più probabile è che l'origine sia spagnolo, aragonese.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ASARA: cognome presente in 64 Comuni italiani, di cui 35 in Sardegna(con maggior diffusione nella provincia di Olbia - Tempio): Olbia 300, Arzachena 68, Padru 51, Oschiri 45, Sassari 29, Calangianus 24, Tempio 17, etc. Sul significato e l'etimologia del cognome Asàra, permangono incertezze. Abbiamo due ipotesi: 1) asàra può derivare dallo spagnolo asar = dado (azzardo: vedi il cognome Zara), quindi dall'arabo az-zarh; 2) può derivare da Atzàra = clematis vitalba = clematide, vitalba (vedi il cognome Atzara), di cui non conosciamo ancora l'etimologia; o dal centro abitato Atzara (vedi il cognome Atzàra).
ASARO
ASERO
Asaro è tipico del trapanese, di Mazara Del Vallo (TP) in particolare, Asero è della zona di Paternò, Biancavilla e Belpasso nel catanese, potrebbe derivare dal toponimo Assoro (EN), ma potrebbe pure derivare dal nome arabo Azar o Assar.
ASCANI
ASCANIO
D'ASCANIO
DE ASCANIIS
Ascani è tipico della fascia che comprende le Marche, l'Umbria ed il Lazio, con un probabile ceppo nel fiorentino, Ascanio, assolutamente rarissimo, parrebbe avere due ceppi, nel barese e nel Salento, e nel catanese con un probabile ceppo originario anche nell'udinese, D'Ascanio è specifico dell'area abruzzese e laziale, con un ceppo anche in Molise e nel foggiano, De Ascaniis, molto molto raro, è tipico del teramano, di Giulianova, Sant'Omero e Mosciano Sant'Angelo, derivano, direttamente o tramite forme patronimiche, dove il D' o il De stanno per figlio di, dal nome latino di origine greca Ascanius, nome del figlio di Enea nell'Eneide di Virgilio.
ASCARELLI Ascarelli è tipicamente romano
integrazioni fornite da Giorgio Castelnuovo
Ascarelli è un nome di famiglia ebraica di origine spagnola; nel 1400 il cognome era Ascarieli עז כאריה אלי che in ebraico significa forte come un leone di mio Dio il cognome si trova  in ebraico in testi risalenti al 1200, scritto anche in caratteri latini, ritorna in seguito altre volte, si ritrova a Livorno nel 1500 e poi a Roma. Un Giosue Ascarelli fu rabbino capo nel 1600, i suoi figli furono costretti al battesimo, la moglie Debora Ascarelli fu nel 1600 una poetessa sia in italiano che in ebraico.
ASCARI
ASCHERI
ASCHERIO
ASCHERO
ASCHIERI
ASCHIERO
Ascari è tipicamente emiliano, del modenese in particolare, Ascheri è tipico ligure, della provincia di Imperia soprattutto, Ascherio, assolutamente rarissimo, parrebbe del milanese, Aschero, sempre ligure, ma del savonese, Aschieri ha un ceppo torinese, uno milanese ed uno nel reggiano, Aschiero, molto molto raro, è piemontese, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale Anscarius originato dal nome germanico francone Anskar (la lancia divina), ricordiamo  Sanctus Anscarius Hammemburgensis archiepiscopus: "...Inter quos praecipuus legitur sanctissimus pater noster ac philosophus Christi Anscarius, vitae ac scientiae merito clarus, et omni populo Saxonum acceptus...." e nel 900 "Anscarius Berenganii (fratello di Berengario e duca d'Ivrea) frater, quem ex Adelberto Ermengarda Regis Hugonis genuit soror...". Famosissimo è stato Alberto Ascari che per due stagioni consecutive nel 1952 e 1953 fu campione del mondo di Formula 1 con la Ferrari.
ASCEDU Ascedu, molto raro è tipico dell'Ogliastra.
integrazioni fornite da Antonello Sirigu
Ascedu, nel mio dialetto sardo ha due significati principali, come aceto, nel senso di sostanza ottenuta dall'acidificazione del vino ad opera di un fungo e anche come aggettivo acido, nel senso di persona acida, antipatica, intrattabile.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ASCEDU: cognome molto raro, presente in soli 5 Comuni della Sardegna: Gairo 17, Armungia 7, Sassari 3, Cagliari 3, S. Nicolò Gerrei 3. Ascèdu (akètu, akèdu, agèdu, axèdu,  significa acetoso, acido o anche rancido. Viene dal tardo latino acètum; in spagnolo acèdo, in portoghese azèdo etc. è un cognome strano, perché umiliante, nel significato proprio del termine. Evidentemente deriva da un nomignolo o soprannome, ma non recente, poiché lo ritroviamo nei documenti antichi della Sardegna. Nel Condaghe di San Pietro di Silki, *CSPS, XI°, XIII: secolo, troviamo:  Achetu Ithoccor(14), parthizione de servis, nella quale sono coinvolti Susanna Pinna "Priorissa" di S. Pietro, Ogulino della Rocca Priore di S. Pietro, Dorgotori Pinna Proprietario terriero e la famiglia di Ithoccor Achetu, già servo, per intero (intreu) di S P. di Silki: Susanna Achetu, Vittoria Achetu, Elene Achetu e Gantine Achetu, che sono appunto i figli di Ithoccor e di Maria Sella(che era per un piede = un terzo, di S. Pietro, il resto di Dorgotori Pinna; Aketu Bittoria(99), kertu de servis: (Ego presbiteru Ithoccor de Fravile), etc. Gunnari de Thori fece lite con me per il possesso(servizio) di Vittoria Achetu (figlia di Ithoccor Achetu - 14) e per i suoi fratelli, etc. perché Migali Achetu si era portato via la madre di Vittoria; Aketu Migali( 43), servu di Mariane de Castavar, ruba Maria de Canake, che era serva intera (intera) di San Pietro; Ego piscopu Jorgi gliele portai via e la riportai a San Pietro, ma Migali Aketu ha fatto in modo di portarmela via di nuovo. Ed io andai e gliela portai via di nuovo ed allora Mariane de Castavar mi raggiunse e mi disse: " Lasciateli insieme e se faranno figli saranno di San Pietro"! E perciò cercammo testimoni. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, *CSMB, XI°, XIII° sec., troviamo una famiglia col cognome Agèdu: Furatu(157), padre ( sposo a Luxuria Mellone), e i figli, Ianni, Miale e Pelerina: coiuvedi Luxuria Mellone ankilla de sanctu Iorgi de Calcaria cun Furatu Agèdu servu de donnigellu Orzoco e fecerunt IIII fiios: a Miale et a Ianni et a Pelerina (il quarto è omesso).Calcària: abitato scomparso, i cui resti si trovano presso la chiesa campestre di San Giorgio, in agro di Milis; appartenne come villa (bidda) al regno giudicale di Arborea. Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, *CSNT, XI°, XIII° sec., troviamo: Gosantine Aketu, prete(295, 297, 329) teste: (295) comporaili a Gunnari d'Athen, latus de Iorgia Pirinione et latus  dessa fiia; et ego devili I cavallu, et XX moios de triticu, et I vaccone. Testes: Mariane de Nurki et previteru Gosantine Aketu et Comita de Leckeri. (Ho comprato  da Gunnari d'Athen la metà (del servizio) di Giorgia Pirinione e la metà della figlia ; e io gli ho dato un cavallo, 20 moggi di grano e un bue. Testimoni: Mariane de Nurchi, Gosantine Aketu e Comita de Lichèri.)
ASCENTE
ASCENTI
ASCENZI
ASCENZIO
ASCENZO
D'ASCENZI
D'ASCENZIO
D'ASCENZO
DE ASCENTIS
DE ASCENTIIS
Ascente, molto molto raro, è tipico della zona di San Giorgio Albanese (CS), Ascenti, assolutamente rarissimo, è calabrese, Ascenzi ha un ceppo nel Piceno ed uno nel Lazio, soprattutto nel romano e nel frusinate, Ascenzio, molto molto raro, ha un piccolissimo ceppo nel pescarese ed uno nel napoletano, Ascenzo è tipico del pescarese, D'Ascenzi è decisamente laziale, di Roma e Lariano nel romano, di Ferentino nel frusinate, di Valentano nel viterbese e di Borgorose e Fara in Sabina nel rietino, D'Ascenzio ha un ceppo piccolissimo a Roma e Santa Marinella nel romano ed uno a Napoli, D'Ascenzo è specifico dell'area coperta dalle province di Roma, Rieti, Campobasso e l'intero Abruzzo, De Ascentis, estremamente raro, sembrerebbe della zona tra Marche ed Abruzzo, De Ascentiis ha un ceppo a Roma e nel teramano in Abruzzo, a Nereto, Giulianova e Teramo, tutti questi cognomi dovrebbero derivare dal nome medioevale Ascentius (Assenzio), anticamente attribuito a figli nati nel giorno dell'Ascensione di Gesù Cristo al cielo, fissato dalla liturgia cattolica il giovedì successivo alla quinta domenica dopo il giorno di Pasqua, dell'uso di questi nomi abbiamo un esempio in Toscana nel 1500: "...Peritissimus erat Ascentius Senensis in musica, onusque Magisterii Cappellae pluribus in civitatibus, et praecipue in Metropolitana Sen. retinuit ...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Ascente è un cognome calabrese che dovrebbe significare 'esente'. Si veda a tal fine  l'espressione dialettale calabrese 'nésciri ascenti' che vuol dire 'cavarsela impunemente'. Fonte: G. Rohlfs, Diz. dei cogn. in Calabria, p. 40.
ASCHEDAMINI
ASCHEDEMINI
Aschedamini è tipico di Crema e Madignano nel cremonese, Aschedemini, quasi unico, sicuramente lombardo, sembrerebbe dell'area milanese di sudest, dovrebbe trattarsi di una forma alterata del cognome precedente, potrebbero derivare da forme ipocoristiche del nome ebraico Askedam di provenienza germanica.
ASCHETTINI
ASCHETTINO
Aschettini, praticamente unico, è napoletano, dovrebbe trattarsi di un'errata trascrizione di Aschettino, che ha un ceppo a Napoli ed uno nell'avellinese a Pago del Vallo di Lauro, Lauro e Moschiano, potrebbe derivare da una forma etnica riferita al Borgo dell'Aschetto vicino a Cerveteri nel Lazio, ma è molto improbabile, potrebbe derivare dal nome Aschetinus o Aschettinus, a sua volta derivato dalla forma normanna Askatini, di cui abbiamo traccia nel 1060 a Genzano di Lucania, in un diploma di Roberto il Guiscardo: "..Balduinus homo Dragonis fratris Askatinis de Genciano..", secondo un'altra ipotesi deriverebbe da un ipocoristico composito di un soprannome grecanico basato sul termine greco antico άσκός  askos (otre), forse ad indicare nei capostipiti delle persone piccole di statura ed abbastanza in carne.
ASCIONE
ASCONE
ASCONI
Ascione ha un grosso ceppo campano, sopreattutto nel napoletano, uno a Roma e nel Lazio meridionale ed uno nel sassarese, Ascone ha un nucleo calabrese nel reggino a   Cittanova, Rosarno, Taurianova, Limbadi e Rizziconi, ed un piccolo ceppo nel salernitano a Sassano, Asconi, praticamente unico, è dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, dovrebbero tutti derivare dal nomen latino Asconius di cui abbiamo un esempio in Quintus Asconius Pedianus  (9a.C - 76d.C.) grammatico e storico romano, ma potrebbe anche derivare da un soprannome originato dal verbo greco askeo (coltivare) ed indicherebbe un'origine contadina della famiglia.
ASCIOTI
ASCIUTI
ASCIUTO
Asciuti è tipico di Napoli, Asciuto, quasi unico, dovrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione del precedente, Ascioti, molto raro, è tipico calabrese, del reggino, dovrebbero tutti derivare da etnici del toponimo Ascea nel salernitano ed essere dovuti ad una migrazione da quella città in epoca medioevale.
ASCOLI
D'ASCOLI
DASCOLI
Ascoli ha un ceppo a Milano, uno a Roma, uno a Vieste nel Gargano, uno a Siano nel salernitano, uno in Liguria a Ceriale nel savonese ed a Genova, D'Ascoli è più tipicamente campano, del napoletano soprattutto e del salernitano, con un ceppo anche a Roma, Genova, reggino e palermitano, Dascoli ha un ceppo a Barletta nel barese e qualche presenza in Calabria, la derivazione dal toponimo omonimo è evidente, si dovrebbe trattare di tipici cognomi ebraici, portati anche da famiglie non di origine ebrea.
ASFINIO Assolutamente rarissimo, decisamente lodigiano, dovrebbe derivare dal cognomen tardo latino Asphinius, derivato da un soprannome legato al vocabolo aspius (segaligno).
ASILI
ASILIO
Asili ha un ceppo marchigiano nel maceratese ed uno nel cagliaritano, Asilio, estremamente raro, è specifico del trevigiano, di Carbonera in particolare, dovrebbe trattarsi di una forma alterata dialettalmente del nome Arsilio, probabile nome del capostipite, ma è pure possibile una derivazione da nomi di località considerati come asili (ricoveri, rifugi).
ASINARI
ASINARO
Asinari ha un ceppo piemontese ed uno mantovano, Asinaro, molto più raro, è del torinese, l'origine sembrerebbe riferirsi al mestiere di conduttore o allevatore e soprattutto commerciante ambulante che utilizzava, nel medioevo ed anche in epoca romana, gli asini come mezzo di trasporto, di quest'uso abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale : "...et item Petrus qui dicitur Asinarius..." ed in una Sententia appellationis del 1183 a Brescia: "...dominum Albertum, abbatem Sancti Petri in Monte, ex una parte, et Asinarium et Girardum eius fratrem et Guilielmum de Temolinis et Cipellum, consortes et succesores quondam Guilielmi de Ripa in feudo...", ma non si deve trascurare una derivazione dal cognomen latino Asinarius di cui abbiamo un esempio nel IX° secolo negli Annales Regni Francorum: "...Aeblus et Asinarius comites cum copiis Wasconum ad Pampilonam missi, cum peracto iam sibi iniuncto negotio reverterentur, in ipso Pirinei iugo perfidia montanorum in insidias deducti ac circumventi capti sunt...", tracce importanti di queste cognominizzazioni le troviamo fin dalla seconda metà del 1100 a Camerano (AT) dove un Opicinus Asinarius di Asti vende della merce a Iacobus de Albisano, dopo circa cinquant'anni troveremo gli Asinari in qualità di feudatari del luogo. Il famoso leader spagnolo Aznar ha un'analoga origine etimologica.
ASIOLI
ASSIOLI
Asioli è tipicamente romagnolo, di Forlì e Ravenna in particolare, ma ben presente anche a Correggio nel reggiano, a Massa Lombarda nel ravennate ed a Cesena, Assioli, estremamente raro, sembrerebbe della toscana appenninica ai confini con il forlivese, dovrebbero derivare da un soprannome originato dal termine emiliano asiöl (vespa), a sua volta derivato dal vocabolo latino asiolus (tafano), soprannome probabilmente motivato dagli atteggiamenti dei capostipiti.
ASMODEI
ASMODEO
Asmodei, assolutamente rarissimo è dell'aretino, Asmodeo parrebbe romano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Asmodaeus a sua volta derivata dall'ebraico Ashmadia (Ashmed il distruttore) originato dal nome del dio persiano Aeshma-deva (dio dell'ira e della collera), nella Bibbia, nel Libro di Tobia viene citato come Demone, Asmodeo era, secondo la tradizione ebraica, il guardiano demoniaco del tesoro del Tempio di Gerusalemme, è molto strano l'uso di questo nome, poi divenuto cognome in una terra cristiana come l'Italia.
ASMUNDO
DE ASMUNDIS
Asmundo, assolutamente rarissimo, ha un piccolo ceppo a Ferrandina nel materano ed uno a Paternò e Catania nel catanese, De Asmundis, quasi scomparso, sembrerebbe della zona tra Campania e Lucania, questi cognomi dovrebbero derivare, direttamente o attraverso la forma patronimica in De, da nome normanno Asmund, latinizzato in Asmundus, di cui abbiamo un esempio nel Gesta Danorum di Saxo Grammaticus: "...Inter haec Asuithus morbo consumptus cum cane ac equo terreno mandatur antro. Cum quo Asmundus ob amicitiae iusiurandum vivus contumulari sustinuit, cibo quo vesceretur illato. Iamque Ericus cum exercitu superiora permensus Asuithi forte tumulum appetebat; cui Sueones thesauros inesse rati ligonibus perfregere collem. Itaque maioris quam credebatur altitudinis specum aperiri conspiciunt. Ad quem perlustrandum opus erat eo, qui se in illum pendulo circumligatum fune demitteret....".
ASNAGHI
ASNAGO
Tipici del milanese, derivano entrambi dal toponimo Asnago (CO), o dal vocabolo latino asinacum cioè dei fondi di Asina (nome personale latino). Tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1300 con il Vescovo di Como Benedetto degli Asnaghi e a Fusine (SO) agli inizi del 1600 con il notaio Notaio Giovanni Battista de Asnago.
ASNICAR Molto raro è tipico della zona dei sette comuni, di Recoaro Terme (VI) in particolare, il cognome deriva dal toponimo Asnicar, contrada sulla riva destra dell'Agno, dal cimbrico Assan éikar = Dosso delle lepri.
ASOLAN Asolan, molto molto raro, è tipico del trevisano, di Istrana in particolare, dovrebbe derivare dall'etnico della città di Asolo nel trevisano.
ASOLE Asole è tipicamente sardo, di Lodè, Siniscola e Torpè nel nuorese, di Olbia e San Teodoro in Gallura e di Tula nel sassarese, dovrebbe derivare da un soprannome in sardo logudorese, basato sul termino asolu per fagiolo, forse ad indicare che il capostipite ne fosse un coltivatore.
ASONI
ASUNI
Asoni è tipicamente sardo, molto raro, è specifico di Lanusei, Loceri ed Arzana nell'Ogliastra.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ASONI: agasone/i, basone/i, asone/i = è il guardiano dei cavalli; dal latino agasonis (nei tempi antichi era usato in senso dispregiativo = servo di stalla), dal verbo agere = condurre, dirigere, badare a. Lo ritroviamo nelle carte antiche sia come cognome che come sostantivo. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, abbiamo: Asoni Joanne, jurato ville Tadasuni (* Tadasuni. Contrate Partis de Guilcier); Asonu Comita, Mole de Posata (* odierno Posada). Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, *CSMB, XI°, XIII° sec. al cap. 131, lo troviamo come sostantivo: "In Nomine Patris etc. Ego Iudice Gostantine de Lacon fazo custu Condaghe pro homines de Bonarcatu.et posillos a iurare a servire a iuale IIII dies in setimana (sic) et issos apiaresos (allevatori di api) et issos agasones (guardiani di cavalli), et issos canarios (guardiani dei cani, nelle battute di caccia).". Sempre come sostantivo lo troviamo nella Carta de Logu (la cosiddetta Carta di Eleonora) al capitolo 140, troviamo: sus asonis.etc. Attualmente il cognome Asoni è presente in 22 Comuni italiani di cui 15/377 in Sardegna: Lanusei 29, Loceri 12, Arzana 9, Capoterra 6, etc.
ASPERTI Asperti è tipico di Martinengo, Covo, Bergamo e Bolgare nella bergamasca, deriva dal nome medioevale di origine germanica Anspertus, ricordiamo l'arcivescovo milanese con questo nome Ansperto Confalonieri dal 868 al 881: "...tulit corpus eius, et posuit eum in sepulchro in ecclesia sanctae Mariae, ubi corpus sancti Filastrici quiescit. Anspertus Mediolanensis archiepiscopus mandans ei per archidiaconum suum, ut reddat corpus illud...".
ASPESI Specifico del basso varesotto zona di Gallarate, Samarate e Cardano al Campo soprattutto, dovrebbe derivare dal nome tardo latino Aspasius di cui abbiamo un esempio nel III° secolo con il proconsole Aspasius Paternus governatore di Cartagine, ricordiamo Sant'Aspasio morto nel 560.
notizie ulteriori  fornite da Gianluigi Aspesi
Le mie ricerche hanno riguardato il significato e la derivazione del cognome Aspesi. Ho trovato alcune pubblicazioni di storici locali (di Gallarate e di Cardano al Campo) e ognuno di loro dà interpretazioni molto diverse e abbastanza personali. Un gallaratese ha addirittura ipotizzato una derivazione dal greco "aspazomai" verbo che significa accogliere con effusione, dare il benvenuto quindi con significato di bene accetto, messaggero di gioia; cita perciò i nomi Aspasio, Aspasia e Aspasiano perché secondo lui Como è stata fondata dai Greci, e questi si sarebbero diffusi da lì. Secondo qualcuno di Cardano, che mi sento di condividere completamente, il nostro cognome originariamente veniva scritto "de Asperi" e dovrebbe essere di origine latina di cui ha conservato l'insolita accentazione Aspesi con l'accento sulla à e non Aspèsi come dovrebbe essere, e come i professori a scuola o i superiori a militare ci hanno magari istintivamente sempre chiamati. Il significato verosimilmente potrebbe essere "gli aspri" riferito presumibilmente al carattere di qualcuno degli antenati.  Nel tempo a Cardano e anche a Cascine del Manzo e poi San Macario, lo si verifica nelle varie registrazioni, si trasformò in de Asperis, de Aspesis, de Aspesi, Aspesis, talvolta con una a al posto della e, poi Aspes e finalmente Aspesi, questo avvenne in modo definitivo dalla seconda metà del 1700. A conferma di questo si deve considerare che dagli stati delle anime del 1574 relativi alle località circostanti si trovano i dati seguenti:
nel 1574 a Cardano 20 fuochi con "cognome" "de Asperi"
nel 1574 a Ferno 2 fuochi con cognome "de Asperi , de Aspari"
nel 1574 a Lonate Pozzolo 1 fuoco con una vedova di cognome Asperi.
nel 1574 nessuno a Samarate, a Verghera, a Gallarate e ad Arnate.
ASPRELLA Asprella sembrerebbe specifico di Senise nel potentino e del materano, dovrebbe essere di origini spagnole e derivare dal toponimo Asprella, paese in provincia di Alicante nella regione valenciana della Spagna, è anche possibile, anche se improbabile, una derivazione dal termine asprella (tipo di pianta utile in erboristeria): "Asprella est equisetum maius, sic ob asperitatem dicta; ea enim cistae et scrinia poliuntur". (vedi anche ASPRELLI)
ASPRELLI
ASPRELLO
ASPRIELLO
Asprelli sembrerebbe unico, Asprello, molto molto raro, è genovese, Aspriello, quasi unico, sembrerebbe lucano, dovrebbe derivare da forme ipocoristiche anche dialettali del nome latino Asperius o Asper di cui abbiamo un esempio con il grammatico latino del primo secolo Aemilius Asper, troviamo poi un uso nel quinto secolo in questo scritto sui galli: "..in villas cognominatis Treviciaco, Melarione, Cadugio, Imantia et Tornotrinse, de quibus Asper quondam ibidem tenuit..".
ASPRONI Asproni è tipico del nuorese, di Nuoro, Lula, Bitti e Siniscola, con un ceppo anche a Sassari.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ASPRONI: in logudorese aspru; in campidanese aspu = aspro, acerbo. Deriva dal latino asper. Asproni = terreno pietroso, sterile: qui in Campidano diciamo anche pedriaxu. Nei documenti antichi non troviamo Asproni, ma troviamo Aspru. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, *CSMB, XI°, XIII° sec. troviamo: Aspru Iuanne , teste in una donazione; Aspru Petru (113 bis) teste in una partizione di servi: Barbara Pisana.ankilla de Sancta Maria.coiuvedi cun Gavine Zabarruskis servu de sanctu Paramine de Gilarce (Ghilarza).fecerunt III (tre) fiios.partirus illos (li divisero) cun arkiepiscopu de Gilarce.a Margarida levedi Sanctu Paramine.Santa Maria levedi a Maria e Petru, ladus, ladus(metà e metà): Testes etc. etc. Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, *CSNT, XI°, XIII° sec. figura: Aspru Iuvanne o Iohanne, vicario  e priore di Trullas (331): Ego Iuvanne Aspru, vicariu et priore di Trullas; kertai (ebbi una lite) cun donnu Gosantine Alfanu in corona de donnu Saltare Tortu.per il per il possesso della serva Iusta Toroti.et binki (e ho vinto). La stesso priore ( Iuvanne Aspru compare nel Condaghe di San Pietro di Silki, *CSPS, XI°, XIII° al cap. 283, in uno scambio di servi con la badessa Maria. Nella storia ricordiamo Giorgio Asproni (Bitti 1809 - Roma 1876 ), figura politica di spicco nella storia della Sardegna (Di. Sto. Sa. di F. C.  Casula - inoltre vedi nell'Web - Giorgio Asproni).    Attualmente il cognome è presente in 30 Comuni italiani, di cui 14 in Sardegna: Nuoro 24, Sassari 18, Lula 17, Bitti 16, etc.
ASQUINI Presente nel veneziano ha un nucleo friulano nella provincia di Udine, ma presenta anche un ceppo, forse secondario, a Roma, dovrebbe derivare dal nome medioevale Asquinius di cui abbiamo un esempio in un atto del 1275 atto con il quale un certo Asquinio di Varmo e Porzitta d'Attems ottengono in feudo, dalla chiesa di Aquileia, un manso in Flambro, tracce di questa cognominizzazione le troviamo nel 1500 con il Nobile Giovanni Antonio Asquini, Consignore di Fagagna nell'udinese. Personaggio di rilievo nel XIX° secolo è stato il cardinale Fabio Asquini.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Asquini è un cognome veneto dal personale germanico 'Ascwin' (Förstemann 149), composto dalla radice 'asca' > antico alto tedesco 'asc' = frassino + 'wini' = amico. La radice 'asc', da cui anche il tedesco 'Esche' = frassino, era molto frequente nei nomi propri germanici per indicare la 'lancia' normalmente costruita con questo legno.
ASSANDRI
ASSANDRO
Assandri è tipico dell'Italia settentrionale occidentale, del cremonese e milanese, dell'alessandrino, genovese e savonese e del torinese, Assandro, assolutamente molro raro, è tipico dell'alessandrino, deriva da una forma sincopata del nome Alessandro, probabilmente portato dal capostipite.
ASSANTE
ASSANTI
Assante è tipico del napoletano, di Napoli, Procida, Castellammare di Stabia ed Ischia, Assanti, molto raro, ha sparute presenze nel Lazio e nel napoletano a Pozzuoli, dovrebbero derivare da latinizzazioni del nome arabo Hassan, ma è pure possibile una derivazione dal cognome maltese Assant di cui si hanno tracce a Malta almeno dal 1400, tracce di queste cognominizzazioni si trovano a Procida fin dal 1700 ne è testimonianza il medico rivoluzionario repubblicano Vincenzo Assante di Procida, giustiziato nel 1799 all'età di 55 anni.
ASSENZA
ASSENZI
ASSENZIO
ASSENZO
Assenza è specifico della Sicilia meridionale, di Modica nel ragusano in particolare, ma anche di Pozzallo, Scicli, Vittoria, Ragusa, Ispica e Comiso, sempre nel ragusano e di Siracusa, Rosolini e Pachino nel siracusano, Assenzio, molto più raro, è specifico di Messina, Assenzo, altrettanto raro, è specifico di Sciacca nell'agrigentino, Assenzi è quasi unico, dovrebbero tutti derivare da un'alterazione del nome medioevale Ascensio, o Ascentius (vedi ASCENTE), che significa Ascensione.
ASSERETO Assereto è un cognome tipico di Genova e Rapallo, potrebbe derivare da modificazioni del nome germanico Asser, o anche derivare da un toponimo francese come Asserac, si hanno tracce di questa famiglia fin dal 1300 con Costantino Assereto, nativo di Recco, fabbro in quel di Genova che entrò a far parte della magistratura dei Salvatori del porto, carica politica di rilievo, il figlio Biagio divenne notaio e cancelliere dell'Ufficio della Guerra e fu tra i collaboratori di Filippo Maria Visconti Signore di Genova che gli affidò la Signoria di Serravalle con il titolo di Visconte.
ASSI
ASSO
Assi abbastanza raro sembra tipico del milanese e bergamasco, Asso, molto raro, potrebbe essere ligure o nord milanese, potrebbero derivare dal toponimo Asso (CO), così come è pure possibile e molto più probabile una derivazione dal nomen romano Assius da cui sarebbe derivato il toponimo Assago nel milanese, si ricordi Quintus Assius reso celebre dal fatto di aver ospitato Marco Tullio Cicerone.
ASSISI Assisi sembrerebbe calabrese di Crotone e di Girifalco nel catanzarese in particolare, l'ipotesi che il capostipite fosse un abitante di Asisium (Assisi), che all'epoca degli imperatori germanici si sia arruolato nell'esercito imperiale per stabilirsi poi in Calabria e che abbia preso poi il cognome della città di origine è affascinante, ma decisamente improbabile, l'ipotesi più credibile è che il cognome derivi dal nome arabo Haziz, probabilmente portato dal capostipite.
ASSORGIA Assorgia, molto molto raro, è specifico del cagliaritano, di Uta, Siliqua e Guamaggiore, dovrebbe derivare dal nome del monte Assorgia nel cagliaritano, probabile zona di provenienza del capostipite.
ASTARITA
ASTARITI
ASTAROTTA
STARITA
Astarita è specifico dell'area napoletana e del più vicino salernitano, Astariti è praticamente unico, Astarotta, praticamente unico anch'esso è comunque campano, Starita, meno comune, è sempre del napoletano, potrebbero derivare da modificazioni ed eventuale successiva aferesi del nome medioevale Astarius nella sua forma femminile, si tratterebbe allora di un cognome matronimico, ma molto più probabilmente derivano da un'italianizzazione e successiva modificazione del nome ebraico Astaroth, ricordiamo il diavolo cui il Pulci nel Morgante attribuì il nome di Astarotte: "..Uno spirto chiamato è Astarotte, // molto savio, terribil, molto fero; // questo si sta giù nelle infernal grotte: // non è spirto folletto, egli è più nero. // Malgigi scongiurò quello una notte, // e disse: - Dimmi di Rinaldo il vero; // poi ti dirò quel che mi par tu faccia. // Ma non guardar con sì terribil faccia. ..", tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Pagani nel salernitano dove è presente il palazzo nobiliare Astarita e a Sorrento con il palazzo Astarita e nell1800 con il capitano marittimo Tommaso Astarita originario sempre della penisola sorrentina.
ASTE Sembra essere di origine genovese, con un ceppo probabilmente secondario nel cagliaritano ed uno, probabilmente autonomo nel trentino ai confini con il veronese, potrebbe derivare da un nome di località. Troviamo questo cognome in una lettera del Gandolfo (datata Ventimiglia 25 aprile 1692) al marchese Felice Spinola in cui si trattano le gesta del barone Michele d'Aste nella battaglia di Buda.
ASTEGIANO
ASTESIANO
ASTIGIANO
Astegiano è specifico del cuneese, di Sommariva Perno, Alba, Cherasco e Mondovì, con ceppi anche a Torino e Collegno nel torinese, ed a Savona, Astesiano, che è la forma più arcaica del precedente, è tipico dell'area alessandrino, savonese, di Alessandria e di Cairo Montenotte e Dego nel savonese, Astigiano è caratteristico del savonese, di Savona, Altare e Pietra Ligure, dovrebbero derivare da una forma etnica medioevale, tardo rinascimentale e, l'ultimo, recente per astigiano, o abitante di Asti, probabile luogo d'origine della famiglia. Ad Alba esiste una torre medioevale chiamata Astesiano, gli Astegiano furono consignori di Bussolino nel torinese.
ASTENGHI
ASTENGO
Astenghi, estremamente raro, sembrerebbe emiliano, Astengo è tipico della zona che comprende il savonese soprattutto, il genovese e l'alessandrino, dovrebbero derivare dal nome medioevale di origini nordiche Hastengus: "..anno 892, Hastengus fecit sibi firmissimum oppidum apud Middeltunam. .." (Sax. Chron. anno 893), non si può comunque escludere la possibilità che possa qualche volta trattarsi di una forma etnica arcaica per un cittadino della città di Asti.
ASTER Aster è un cognome altoaltesino molto raro, presente a Sarentino, San Genesio Atesino, Lana e Bolzano, dovrebbe derivare dal nome Aster probabilmente portato dal o dalla capostipite, il nome origina dal nome del fiore omonimo.
ASTI Il cognome dovrebbe essere riconducibile al toponimo piemontese Asti che dovrebbe derivare dalla voce antica ligure ast (altura). La distribuzione è concentrata massicciamente nell'Italia nord occidentale, ma esistono rare presenze anche nel resto del territorio.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Asti è un cognome derivato dal toponimo che, secondo l'analisi del Forcellini, potrebbe derivare dalla locuzione latina 'sub hasta', cioè all'incanto, per l'uso antico di piantare un'asta sul luogo della vendita della preda di guerra da parte dei soldati romani.
ASTILLERO Cognome che sembra ormai scomparso, di probabile origine iberica, dovrebbe derivare o dal toponimo spagnolo El Astillero. piccola cittadina cantabrica o direttamente dal vocabolo spagnolo astillero (piccolo cantiere navale).
ASTOLFI
ASTOLFO
Astolfi ha un ceppo lombardo, uno nel rovigoto, ed è molto diffuso nella fascia che comprende Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio, Astolfo, molto raro, ha un ceppo nella zona tra Venezia, Treviso e Pordenone, derivano dal nome longobardo Astulfus, di cui abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale in un atto del 1129 scritto in Varese: "... Placuit atque cunvenit inter Bruno presbiter offitialis ecclesie et plebis Sancti Victoris sita infra castrum Varise necnon inter Astulfus filius Adiaxie de suprascripto loco Varese ut in Dei nomine debeat dare...".
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Diffuso in tutto il Nord Italia, Astolfi, Astolfo è un cognome di origine longobarda (cfr. re Astolfo) ed è formato dal germanico haist(i) = forza, violenza + wulfa = lupo.
ASTORE
ASTORI
ASTORINI
ASTORINO
Astore ha un ceppo molisano, uno nel salernitano ed uno salentino, Astori parrebbe specifico lombardo, Astorini è probabilmente un errore di trascrizione di Astorino che è tipicamente calabrese, dovrebbero derivare dal nome proprio (prima soprannome) medioevale Astore o Astorre, a sua volta dall'omonimo uccello rapace, usato anticamente per la caccia, col significato evidente di "persona avida, rapace e scaltra".Può anche derivare dal mestiere di falconiere (vedi Falconieri) che usava appunto gli Astori per la sua caccia.
notizie ulteriori  fornite da Daniele Todeschini
Astori famiglia originaria di Dossena (BG) presente sin dell epoca longobarda, la Famiglia faceva parte della compagnia dei Bastazi. della dogana di Venezia.  Il casato annovera personaggi illustri quali: Giuseppe Celestino (1728-1777) considerato uno dei migliori poeti bergamaschi del 1700 (Belotti) e Melchiorre ricordato da D'Annunzio perchè nel 1911 militando come sergente nella guerra italo-turca in Libia strappò agli arabi la verde bandiera del profeta.
ASTRUA Astrua, tipicamente piemontese, ha un ceppo nel biellese, in particolare a Graglia, troviamo tracce di questa cognominizzazione a Pavia, dove nella seconda metà del 1400 studia il biellese Francesco Astrua, che vi si laureò nel 1473 e che fece poi carriera a Nizza.
integrazioni fornite da Daniele Zaia
Il cognome biellese Astrua, secondo un'ipotesi segnalatami da un esponente della famiglia, sorgerebbe da un soprannome dialettale, significante Austria, dato a famiglie della minoranza germanofona walser.
ASTUTI
ASTUTO
Astuti ha vari ceppi, uno marchigiano tra anconetano e maceratese, uno romano, uno tra napoletano e salernitano ed uno nel messinese e catanese, Astuto ha un ceppo nel napoletano ed uno, il principale, in Sicilia, nel catanese, ma con presenze anche nel messinese, nel siracusano, ragusano, nisseno ed agrigentino, dovrebbero derivare dal nome medioevale Astutus, o anche dall'italianizzazione del nome nordico Hastud.
ASUNI Asuni è caratteristico del cagliaritano, di Sinnai, Burcei, Cagliari, Quartu Sant'Elena e Sestu.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ASUNI: piccolissimo centro abitato con 401 abitanti della provincia di Oristano (vedi nell'Web). Di origini antichissime, nel suo territorio rimangono tracce di insediamento prenuragico. I veri fondatori del paese furono probabilmente i Cartaginesi, dei quali rimangono ancora le fortificazioni. E fu oppidum (città fortificata) anche in periodo romano; segnava il confine tra il Campidano e la Barbagia. In periodo medioevale fu villa (bidda), appartenente alla Curadorìa di Valenza, nel regno giudicale di Arborea. Etc. Etc. (Vedi: Di.Sto.Sa - Dizionario Storico Sardo di F. C. Casula).  Il villaggio Asunis è citato anche nell'opera di Ioannis Farcisci Farae (de Rebus Sardois IV - 148/8): .eodem anno rex concessit Ludovico de Pontibus, Calaris gubernatori bene merito, oppida Nuralai, Mogorellae, Asunis.Troviamo il villaggio anche nel testo del Besta (Enrico Besta - La Sardegna Medioevale - Istituzioni politiche, econ.etc.) - cap. IX nota 7 - Asuni appartenente, allora, alla Diocesi di Oristano e Santa Giusta, oggi a quella di Oristano). Sul significato ed etimologia del nome permangono incertezze. Il canonico G. Spano lo fa derivare dalla radice fenicia asun = danno, sito insalubre. Anche il Nurra (Nurra Gianpaolo . Regia Biblioteca di Cagliari - Storia civile e corografica  della Sardegna - 1685) deduce il nome dal fenicio asun = maligno, ed anche fuoco: in proposito, un'antica storia del paese narra di un immenso incendio che distrusse interamente le case del villaggio, e che da questo fuoco avesse preso nome il villaggio! Attualmente il cognome Asuni (nelle carte antiche è sempre preceduto da "de" ad indicare la provenienza) è presente in 48 Comuni italiani, di cui 21 in Sardegna: Sinnai 133, Burcei 62, Cagliari 38, Quartu S. E. 32, Lotzorai 14, etc. Azuni (nella su citata opera del Fara al 148/8 compare Asunis, al 148/11 compare Azunis per Asunis), è quindi una variante di Asunis. Azuni come cognome è presente in 6 Comuni italiani, di cui 3 in Sardegna: Sassari 6, Oschiri 3, Ilbono 3. Nella storia è famoso Azuni Domenico Alberto (Sassari 1749 - Cagliari 1827), giureconsulto, esperto di diritto amministrativo e commerciale, giudice legale del consolato di Nizza, letterato, autore dell'Opera "Codice di Legislazione Marittima", presidente della Corte imperiale d'Appello di Genova(1805), Cavaliere dell'Impero nel 1810, autore dell'Opera Histoire Gèographique, Politique et Naturelle de la Sardigne, autore inoltre di numerosi opuscoli (Di. Sto. Sa. Di F. C. Casula).
ATANASI
ATANASIO
ATTANASI
ATTANASIO
Il nome deriva dal greco Athanasios con il significato di immortale è infatti composto da a (negazione alfa privativo) e thanatos (mortale). Anche questo è un nome bene augurale che ha dato origine a cognomi soprattutto nella zona di influenza greca cioè al sud, ma essendo molto antico ha avuto modo di diffondersi in tutt'Italia, anche se le maggiori concentrazioni sono in Lazio, Campania, Puglie e Calabria.
ATELLA
LATELLA
LATELLI
Atella, molto raro, è tipico del potentino, con presenze anche in Campania, Latella ha un ceppo nella zona che comprende il beneventano, il foggiano ed il potentino, con un ceppo anche nel reggino, Latelli, quasi unico, sembrerebbe del catanzarese, e sembrerebbe il frutto di errori di trascrizione del precedente, la cui origine etimologica potrebbe provenire dal nome del paese potentino di Atella, che potrebbe essere l'antico luogo d'origine di tutti i capostipiti, la consuetudine di anteporre l'articolo al nome del paese di provenienza e molto diffuso in Basilicata.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
LATELLA, (LA TELLA)  - Cognome lucano ma anche anche calabrese, siciliano e a Napoli; cfr. voce calabrese 'tella' (tiella) =  teglia, tegame; Tella è anche un toponimo (fosso) nei pressi di Caserta, e un cognome in Catalogna. Fonte: G. Rohlfs, Dizionario storico dei cognomi in Lucania,1985.
ATENA
D'ATENA
Atena è molto molto raro, ha un piccolo ceppo triestino e presenze nel napoletano e nel potentino, D'Atena, altrettanto raro, ha qualche presenza nel triestino, nel potentino ed un piccolo ceppo a Poggio Imperiale nel foggiano, questi cognomi dovrebbero derivare dal nome di paesi come Atena Lucana nel potentino, in qualche caso potrebbe derivare dal nome latino Athenia (vedi ATENI), ma in qualche caso si tratta anche di cognomi attribuiti ad un trovatello.
ATENI
ATTENI
ATTENNI
Ateni è unico, così come Atteni che è romano, Attenni è specifico della provincia di Roma, di Roma, Genzano di Roma ed Ardea, questi cognomi dovrebbero derivare dal cognomen latino Athenius, di cui abbiamo un esempio d'uso nell'Epistolario di Sidonio Apollinare: "..primus iacebat cornu sinistro consul ordinarius Severinus, vir inter ingentes principum motus atque inaequalem reipublicae statum gratiae semper aequalis; iuxta eum Magnus, olim ex praefecto, nuper ex consule, par honoribus persona geminatis, recumbente post se Camillo, filio fratris, qui duabus dignitatibus et ipse decursis pariter ornaverat proconsulatum patris, patrui consulatum; Paeonius hinc propter atque hinc Athenius, homo litium temporumque varietatibus exercitatus. hunc sequebatur Gratianensis, omni ab infamia vir sequestrandus, qui Severinum sicut honore postibat, ita favore praecesserat...", nome probabilmente portato dai capostipiti.
ATENIESE
ATENIESI
Ateniese, molto molto raro, ha un ceppo a Mola di Bari (BA) ed uno a Napoli, Ateniesi, assolutamente rarissimo è quasi sicuramente dovuto ad errori di trascrizione, il ceppo pugliese dovrebbe derivare dall'etnico della città greca di Atene, quello campano potrebbe anche derivare dall'etnico di Atena Lucana (SA).
ATILI
ATTILI
ATTILIA
ATTILIO
Atili, quasi unico, è romano, potrebbe essere dovuto ad un errore di trascrizione di Attili, che è tipico dell'area che comprende anconetano e maceratese, Umbria, Lazio ed aquilano, Attilia è specifico di Roma e Tivoli nel romano e di Orvinio nel reatino, Attilio ha un ceppo nell'anconetano ed uno nel napoletano, dovrebbero tutti derivare o dal nome della Gens romana Atilia o dal nomen latino Atilius.
ATRI
D'ATRI
Atri, assolutamente rarissimo, parrebbe della zona tra Abruzzo e Molise, D'Atri ha più ceppi, a Roma, nel pescarese, soprattutto a Montesilvano, a Napoli ed a Castrovillari nel cosentino, dovrebbero derivare dal toponimo Atri nel teramano.
ATRIA Atria è siciliano, di Partanna e Castelvetrano nel trapanese, di Sciacca nell'agrigentino e di Palermo, potrebbe derivare dal nome mitologico greco Atri, Re dei Pelasgi, o da nomi di località, ma non si può escludere una connessione con il termine greco antico άτρός  atros (medico), magari con riferimento al mestiere del capostipite.
ATTA
ATTI
ATTO
Atta, quasi unico, parrebbe veneto, Atti è un cognome tipicamente emiliano, del bolognese e del ferrarese, di Bologna, San Giovanni in Persiceto, Malalbergo e Casalecchio di Reno nel bolognese e di Ferrara, Cento ed Argenta nel ferrarese, Atto è praticamente unico, dovrebbero derivare dal nome medioevale Atto, una variante del nome Azzo (vedi AZZI).
ATTAGUILE Molto raro è tipico del catanese,  in particolare del paese di Grammichele (CT), potrebbe essere derivato dal nome greco Attagilos ma è pure possibile una derivazione da un nome di origine araba.
ATTARDI
ATTARDO
Attardi ha vari ceppi in Sicilia, con ceppi, probabilmente secondari, a Napoli, Roma, Genova e Milano, Attardo è specifico dellla Sicilia, dovrebbero derivare dal nome medioevale Attardus di cui abbiamo un esempio nel 1100: "...Missi sunt ergo de communi consensu, ad explendum, auctore Domino, quod conceperant, Attardus Nazaraenus episcopus, dominus quoque Henfredus de Torono, regius constabularius; qui dispositis pro tempore rebus mare ingressi, navigio illuc iter arripuerunt, .::".
ATTIANESE
ATTIANESI
Attianese è tipicamente campano, soprattutto del salernitano, in particolare di Sant`Egidio del Monte Albino, di Angri e di Pagani, ma anche di Scafati, Nocera Inferiore, San Marzano sul Sarno, Pontecagnano Faiano, Battipaglia e Salerno, e del napoletano, di Pimonte, Sant'Antonio Abate, Napoli, Gragnano e Castellammare di Stabia, Attianesi, quasi unico, è del salernitano, dovrebbero derivare dal fatto che i capostipiti provenissero da una zona che fosse stata una proprietà terriera della Gens Atia o Attia, cioè da un ager Attianum.
ATTINA
ATTINA'
ATTINI
ATTINO
Attina, assolutamente rarissimo, è meridionale, Attinà è specifico della zona che comprende il catanese e messinese ed il reggino, Attini ha un ceppo ad Orta Nova nel foggiano, uno piccolo a Trieste ed uno secondario a Torino, Attino ha presenze tra foggiano, avellinese e napoletano ed un ceppo a Torino, dovrebbero derivare dal nomen latino Attinus, Attina, ricordiamo che esiste un poemetto Attinus attribuito a Nerone.
ATTIVISSIMO Attivissimo, abbastanza raro, è specifico di Bitonto nel barese e di Taranto, potrebbe trattarsi di un cognome attribuito da un orfanotrofio ad un bambino abbandonato, identificato con una caratteristica comportamentale in mancanza di altri elementi.
ATTOLI Attoli, assolutamente rarissimo, sicuramente sardo, sembrerebbe dell'oristanese, di Tramatza e San Vero Milis.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ATTOLI: permangono incertezze sul significato e l'etimologia della parola. Nel campidanese antico e rustico era usata l'espressione "a tòlla" o a tollatòlla, nel significato di presto, con insistenza, sinonimo di allò! allò! Anche nel logudorese esiste il verbo attolliare = confermare con insistenza. Il canonico Spano gli da il significato di chiamarsi, riunirsi e fa presente l'uso del vocabolo attoliu per significare una riunione, un convegno, un appuntamento. Esistono altri due verbi che, per significato appaiono quasi sinonimi di attoliai/re ed il deverbale attoliu: adobiai/re (adòbiu); arroliai/re (arroliu); adobiai, dal latino ad obviare significa andare incontro; arroliai (catalano rottlar) andare intorno (arroliu = gruppo, per lo più di persone, riunite in cerchio). È un cognome raro ma presente comunque negli antichi documenti della lingua sarda. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, *LPDE del 1388, troviamo: Attoli Vanoccio, ville Macumerii ( Macomer - MACUMERII et Curatorie de Marghine de Gociano. In posse Chelis Simonis, notarii publici...die XII Januarii 1388). Attolli Brancacio, ville Ecclesiarum (Iglesias - Villa di Chiesa (Et ego De Nelli Pelipaparius Ludovicus, civis et habitator terre et Ville Ecclesiarum.sindicus, procurator universitatis Ville Ecclesiarum.seu a Formenyino Joanne, capitano, camerlengo Ville Ecclesiarum di Sigerro. Omnibus habitatoribus dicte terre Ville Ecclesiarum, congregatis in Curia Magna.in posse Virde Andree, quondam Virde Joannis de Civitate Sasseri.nona die januarii 1388). Attualmente il cognome Attoli è presente in 15 Comuni italiani, di cui 7 in Sardegna: Tramazza 11, San Vero Milis 11, S. G. Suergiu 6, Selargius 3, etc.
ATTOLINI
ATTOLINO
Attolini è tipico emiliano, delle province di Parma e Reggio con un possibile ceppo anche nel barese, Attolino abbastanza raro è tipico del tarantino, derivano dal nome medioevale Attolinus, di cui si hanno tracce ad esempio nel 1191 come si può leggere nel codice diplomatico bresciano: "Anno domini nostri Iesu Christi millesimo centesimo nonagesimo primo, indictione VIIII., die iovis .VII. exeunte mense iulii. In soburbio Arcus, civitatis Brixie, in curte Sancti Iohannis de foris. ..... investivit Girardum de Gazio, de Celatica, nominative perpetualiter de tabula una legitima de terra, cum casa super habente, que est et iacet in suprascripto borgo Arcus, et quam tenebant Malgarita, uxor condam Mangani de Pontolio, et Attolinus condam eius nepos, eius heredes, ut confitebantur, ...".
ATTONE
ATTONI
ATTUONI
Attone ed Attoni sono praticamente quasi unici, Attuoni, abbastanza raro, è specifico di Carrara, questi cognomi dovrebbero derivare dalla forma declinata del nome Ato, Atonis o da un accrescitivo dello stesso nome (vedi ATTA), dell'uso di questa forma abbiamo un esempio in una Carta Commutacionis del 1019 a Bergamo: "... Comutatio bone fidei nossitur esse contractum ut vice emtionis obtineat firmitatem eodemque nexu obliquant contradantes. Placuit itaque et bona convenit voluntate inter domnus Alherium umiles episcopus sancte Bergomensis Eclesie nec non et inter Atone presbitero de ordine sancte Bergomensis Eclesie et filius Leoni de civitate Bergomo...".
ATZA
AZZA
Atza è tipicamente sardo, di Bailadu, Oristano, San Vero Milis nell'oristanese, di Cagliari e di Dolianova nel cagliaritano, Azza, ormai quasi scomparso, è panitaliano.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ATZA: àtta, àttsa, àθθa, àçça è il filo del coltello: s'àtza de su gortèddu, de sa lèppa, de s'arresòia; oppure s'atza de su monti = lo schienale della montagna; l'espressione a s'atza = da un lato: "Ponidìdha a s'atza" = mettiti da un lato: di una strada, di un parcheggio, di un campo, etc.; a s'atza de su mari = in riva al mare; a s'atza de s'arriu = in riva al ruscello, al fiume, etc. Atzùdu: ben affilato, tagliente; di dice anche di persona: homini de àtza (àttsa) = uomo audace, coraggioso. In latino abbiamo acia = filo; o acies = punta, ferro tagliente; in greco άκις . Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, *CSNT XI°, XIII° sec. troviamo il vocabolo citato due volte "aza" e "aça"(82, 259), nel significato di schienale di monte. Attualmente il cognome Atza è presente in 49 Comuni italiani, di cui 25 in Sardegna: Bauladu 19, Oristano 18, Cagliari 11, San Vero Milis 10, Dolianova 9, etc.
ATZARA
AZARA
Atzara, assolutamente rarissimo, sembrerebbe specifico del sud della Sardegna, Azara, molto più diffuso, è invece specifico del nord dell'isola, soprattutto della Gallura, di Arzachena, ed Olbia, ma prersente in misura consistente anche a Tempio Pausania, Palau, Calangianus, Santa Teresa di Gallura e Luogosanto, ed a Sassari.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ATZARA; AZARA; (AZZARA): atzàra o autzàra = clematis vitalba, clematide, vitalba. Etimo?  Atzàra è un centro abitato antichissimo, preromana (prende nome probabilmente dalla presenza copiosa della clematis vitalba), le cui origini permangono nell'incertezza. Gli archeologi la classificano come uno dei centri abitati più antichi della Sardegna. Nel medioevo fu "villa" (bidda) appartenente alla Curadorìa del Mandrolisay, nel regno giudicale di Arborea. Nel 1420 divenne paese del Regno catalano - aragonese di Sardegna (Di. Sto. Sa). Oggi è un paese di 1310 abitanti della provincia di Nuoro, famoso per i suoi monumenti archeologici e perché ha dato i natali al pittore Antonio Corriga (vedi nell'Web Atzàra). Il paese è citato nell'opera di Ioannis Francisci Farae - In Sardiniae Chorographiam  - "Flumen Massaris oritur ex montibus Cornu bovis (Correbòi).et Azarae ad Samogueum usque decurrit." Sempre nell'opera del Fara "De Rebus Sardois IV°, il paese è citato come oppidum.Attualmente il cognome Atzàra è presente in 17 Comuni italiani, di cui 8 in Sardegna: Cagliari 11, Quartu S. E. 6, Capoterra 6, Carbonia 5, Dolianova 3, Sestu 3, etc. Il cognome Azàra è presente in 71 Comuni italiani, di cui 25 in Sardegna (provincia Olbia - Tempio): Arzachena 357, Olbia 186, Tempio 68, Palau 27, Calangianus 27, etc. Il cognome Azzàra(vedi il cognome Zara), è presente in 113 Comuni italiani (con ceppi rilevanti in Sicilia, Lazio e Lombardia), di cui 4 in Sardegna: Olbia 3, Gonnesa 3, Monti 3, La Maddalena 2.
ATZEI
ATZENI
ATZENIS
ATZERI
Atzei è tipico della zona sudoccidentale della Sardegna,  Atzeni oltre che nel cagliaritano dove è dominante è diffuso anche in tutto il resto dell'isola, Atzenis, quasi scomparso è del cagliaritano, Atzeri è specifico di Cagliari e delle sue immediate vicinanze, dovrebbero tutti discendere da un ceppo spagnolo e dovrebbero derivare da un antico toponimo ormai scomparso Atzena o Assena in prossimità di Ales nell'oristanese, tracce in atti di questo cognome si trovano fin dal 1400.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ATZENI; (AZENI); ATZEI; (AZZEI); ATZERI; (ATHEN); (ATHENA/E); (ACEN); (ACENI); (DE ACENI); (DACENI); (AKEN/A): hanno in comune significato ed etimologia. Facciamo notare che quelli tra parentesi non esistono più, ma si trovano negli antichi documenti della lingua sarda. Si tratta di uno dei  cognomi più diffusi nella Sardegna Giudicale, nelle diverse uscite. Il fatto che molto spesso lo troviamo nella forma De Athen, ha spinto molti studiosi a far derivare il cognome da Atene, riferito quindi all'arrivo di greci, ateniesi, nel periodo della dominazione bizantina. Dagli antichi documenti possiamo risalire al capostipite dei De Athen o De Athene: Petru D'Athen, che fa capo all'antica, illustre e potente famiglia di Torres. Visse nel XII° secolo ed a lui si deve la fondazione dell'antico monastero di San Nicola di Trullas, in seguito alla concessione ai Camaldolesi, da parte di Gosantine, Giudice di Torres, per la costituzione dell'ente monastico e l'affiliazione a San Salvatore di Camaldoli, dell'ordine dei benedettini, provenienti dalla Toscana, della chiesa di San Nicola di Trullas. Il canonico Giovanni Spano, illustre storico e linguista sardo del XIX° secolo, fa derivare il cognome Atzeni dal fenicio Atzim, che significa fortezza. In greco il termine atzer significa punta e corrisponde al sardo atza = punta, quindi atzùdu = coriaceo e testardo insieme. Sempre in greco esiste la radice atzan = immortale. Pardu Atzeni o Atzei è una località ubicata sotto le pendici settentrionali del Monte Arcuentu, nel territorio di Arbus, ma appartenente al Comune di Gonnosfanadiga (Sardegna Sud Occidentale): antico centro abitato, oggi ridotto a poche case di allevatori (ovili). Pardu Atzei appartenne alla Diocesi di Terralba. Vediamo le varie uscite nei documenti antichi. Tra i sottoscrittori della Pace di Eleonora del 1388, *LPDE, troviamo 20 Aceni, dei quali ricordiamo: Aceni (de) Anthonio, jurato ville Guilarci Aceni (de) Anthonio, jurato ville Guilarci. * Guilarci.odierno Ghilarza. Contrate Partis de Guilcier; Aceni (de) Barione, jurato ville Seercela. * distrutto. Sarcela - Serzele. Partis de Montibus; Aceni (de) Dominico, jurato ville Solarussa; Aceni (de) Joanne, jurato ville Putu Majore; Aceni (de) Nicolao, majore ville de Balamic (villaggio distrutto - Contrate Montis Acuti); Aceni(de) Guantino, majore ville Genadas(* villaggio distrutto-Contrate partis Alença); Aceni(de) Nicolao, majore ville de Berquilla (Berchidda - Contrate Montis Acuti). Nel Condaghe di San Pietro di Silki (*CSPS - XI°, XII° sec.), troviamo: Athen (de) Ithoccor (110, 112), donnu (signore, di nobili origini), testis, kertu de servis (testimone in una lite per il possesso della servitù); Athen (de) Petru(112), donnu, testis, kertu de servis. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, *CSMB - XI°, XII° sec., abbiamo la variante più comune in Azene(6)e più rara in Athen(1). Ricordiamo: Azene (de) Baldufinu (padre) e Azene (de) Orzocco (figlio) - 25 - in una lite (kertidu) tra il Priore del convento di SMB e il donnu (nobile, signore) Petru de Figus, armentariu de logu (amministratore generale, collaboratore diretto del Giudice nello stato giudicale) per il possesso della servitù; Vera de Athen, moglie a (di) Gosantine Madzu. Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, *CSNT, XI°, XII° sec., troviamo insieme de Açen e de Athen (24), tra i quali ricordiamo: (sos de Athen o Açen = gli Athen o Açen, proprietari di Serra de Iugale, territorio sito tra i Comuni attuali di Cheremule e Giave, e comproprietari di Campeta (Campeda); Iorgia de Athen (52, 279, 312, 313), dona a San Nicola metà dei suoi beni alla sua morte.Ego Iorgia de Athen ponio (dono) a Sanctu Nichola de Trullas, pro s'anima mea (per la mia anima) sa parthone (parte) mea de cantu mi vi dittat in Birori (di quanto mi spetta in Birore - attuale), sa corte e sos homines (la casa e la servitù).Nella storia giudicale ricordiamo inoltre: Atzeni o Açen Aldobrandino de Sena ( villaggio distrutto - presso Banari) collaboratore e partigiano di Mariano IV di Arborea, si distinse nelle lotte tra il regno d'Arborea e il regno Aragonese; Atzeni Petro, Armentario de Logu (amministratore generale)del regno d'Arborea sotto Mariano IV (padre di Eleonora). Della storia recente citiamo: Atzei padre( dei frati minori) Paolo, nato a Mantova il 21 febbraio 1942, attuale vescovo della diocesi di Tempio Ampurias dal 1993; Azzei Giovanni Antioco(1760/1821) arcivescovo di Oristano, letterato, legato per stile al gruppo dell'Arcadia (di lui si conservano due orazioni funebri).
ATZORI Tipico sardo della zona che comprende le province di Cagliari ed Oristano e il nuorese sudoccidentale, potrebbe derivare da un soprannome originato dal vocabolo spagnolo azor (tipo di falco), ma può anche derivare dal nome di un antico toponimo sardo ora scomparso Assori.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ATZORI: etimologia e significato rimangono nell'incertezza. È improbabile che derivi da su stori: così viene comunemente chiamato in sardo il falco, dall'italiano astore. Noi crediamo che provenga dal nome Salvatore (vedi Dettori oppure Loi). Nelle carte antiche il nome Salvatore è riportato in varie uscite: Bobore, Badore, Bore, Boreddu, Dore, Tori, Thori, Tzori,  Zori, Loi, Balloi, Billoi, Çori, Sori, etc. I de Thori, appartengono ad uno dei più antichi e potenti casati sardi (vedi Dettori). Atzori > A-Tzori da o di Salvatore (ramo cadetto dei De Thori?). Ricordiamo che nei Condaghi, quando si indica la discendenza o appartenenza di un figlio/a, o il vincolo matrimoniale, o proprietà ad esempio di un servo, si usa spesso la preposizione "de" ma talvolta anche "a":  Es. Lacon (de) Susanna fiia "a" Barisone giudice d'Arborea e sposa "a" Costantino Spanu, *CSMB, XI°, XIII° sec. (87); Campana Maria sposa "a" Furadu Buriga, *CSMB(167); Camisa Maria fiia "a" Goantine, *CSMB (83), etc. Il cognome Atzori non compare nei Condaghi, tra i firmatari della Pace di Eleonora, nelle Carte Cagliaritane etc.; ma nella storia ricordiamo: Atzori Antonio, vescovo della diocesi di Bosa dal 1592 al 1604, cagliaritano di origine, pare fosse discendente della potente famiglia dei "de Zori", (de Thori, de Çori : questo confermerebbe pienamente la nostra ipotesi!); Atzori Giovanni, vescovo di Bosa, dal 1625 al 1626, cagliaritano, parente del precedente. Abbiamo poi Atzori Giovanni Antioco, di nobile famiglia di Oristano, partigiano di Carlo d'Asburgo, nel 1713, durante la guerra di successione spagnola. Qui in Medio Campidano ricordiamo Mons. Abramo Atzori (Sardara 1909 - 2001), rettore del Seminario di Villacidro, nonché direttore della Rivista Cattolica "Nuovo Cammino", per ben 42 anni. Personalmente conservo di lui, per me docente di religione al liceo classico di Villacidro, un ottimo ricordo. Attualmente il cognome Atzori è presente in 462 Comuni italiani, di cui 178 in Sardegna (con maggiore diffusione a centro sud): Cagliari 447, Terralba 138, Oristano 137, Isili 136, Serramanna 127, Guspini 108, Assemini 105, Sassari 104, Capoterra 101, Arbus 92, Carbonia 92, etc. Nella penisola è diffuso al centro nord. In USA è presente in 2 Stati: Oregon e New Jersey con un nucleo familiare a testa.
ATZU
AZZU
Atzu è specifico di Dolianova nel cagliaritano, mentre Azzu è specifico di Sassari, potrebbero derivare da un soprannome originato dal vocabolo sardo logodurese azu (aglio), anche se non si può ignorare la possibilità che derivi invece da un adattamento locale del nome medioevale Azzo (vedi Azzi).
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
ATZU; AZZU: adzu, atzu, azzu, azu, nei dialetti centrali, allu, in Campidano è l'aglio, dal latino allium; nelle diverse varietà: allu eru > aglio vero (allium sativum); allu de carròga (allium roseum - aglio di serpe); allu de marjàni (leucojum - campanellini). Attualmente il cognome Atzu è presente in 6 Comuni italiani, di cui 3 in Sardegna: Dolianova 28, Selargius 3, Fluminimaggiore 3. Azzu è presente in 8 Comuni italiani, di cui 3 in Sardegna: Sassari 56, Quartu S. E. 3, Ossi 3.
AUCELLA
AUCELLI
AUCELLO
AUGELLI
AUGELLO
Aucella, che ha un ceppo a Torre del Greco nel napoletano, è assolutamente rarissimo ed è probabilmente dovuto ad un errore di trascrizione di Aucello, Aucelli sembrerebbe napoletano, Aucello ha un nucleo nel foggiano a San Marco In Lamis (FG) ed uno a Cerignola, probabili zone d'origine, è presente inoltre un ceppo, forse autoctono in Sicilia, dovrebbero tutti derivare dal nome soprannome medioevale Augellus (Uccello), tipico esempio di quest'uso lo abbiamo con il famosissimo pittore fiorentino Paolo di Dono detto Uccello (1397-1475);.tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Trapani in un atto del 1619 dovre tra i mastri custureri (sarti) è citato un Francesco Aucello.
integrazioni fornite da Antonello Aucelli - Montecalvo Irpino (AV)
il cognome Aucelli è caratteristico - dalla fine del 1800 almeno - del comune di Montecalvo Irpino (AV), ove la mia famiglia risiede.
AUDA
AUDDINO
AUDENINO
AUDI
AUDINI
AUDININO
AUDINO
AUDO
Auda, assolutamente rarissimo, sembrerebbe piemontese, Auddino ha un ceppo a Nichelino nel torinese, uno a Roma e Latina ed uno nel reggino a Polistena, Cinquefrondi, Anoia, Cittanova, Melicucco e Rizziconi, Audenino ha un ceppo nell'area astigiano, torinese, a Villafranca d'Asti e Cantarana nell'astigiano ed a Torino, Chieri e Pinerolo nel torinese, Audi ha qualche presenza nell'Italia centrosettentrionale, in particolare in Piemonte ed un ceppo nel casertano a Castel Campagnano, Caiazzo e Caserta, Audini, quasi unico, parrebbe della zona tra Valle d'Aosta e Piemonte, Audinino, quasi unico anch'esso, è del torinese, Audo, estremamente raro, sembrerebbe anch'esso piemontese, di Corio nel torinese in particolare, Audino, il più diffuso, ha un ceppo piemontese, uno piccolissimo nel casertano, uno nel reggino ed uno in Sicilia, dovrebbero derivare, direttamente o tramite ipocoristici, da una forma aferetica del nome medioevale, di origine longobarda, Audibertus (vedi AUDIBERTI), o anche direttamente dal nome augurale longobardo Auda, nome nato dal termine audha (ricchezza, potere).
AUDERI
AUDERO
Auderi, quasi unico, è settentrionale, Audero è tipicamente piemontese, di Racconigi e Casalgrasso nel cuneese e di Torino e Collegno nel torinese, dovrebbe derivare dal nome medioevale germanico Audherius, a sua volta derivato dall'unione dei termimi germanici audha (potere, ricchezza) ed hari (esercito), con il senso di il più potente in battaglia, ricordiamo con questo nome un Auderius vescovo di Cremona nel quarto secolo.
AUDIBERTI Audiberti, presente in misura estremamente sporadica nell'Italia centrosettentrionale, sembrerebbe avere un minuscolo ceppo a Livorno, dovrebbe derivare dal nome medioevale, di origine longobarda, Audibertus, di cui abbiamo un esempio d'uso a Bussolengo nel veronese in un atto dell'anno 843, che risulta essere redatto da un Audibertus clericus notarius: "...Signum + manus Audiberto qui Halbinio vocatur qui hac cartola vendicionis fieri rogavi. Signum + manus Leoni de civitate Veronam da porta Sancti Firmi testi. Signum + manus Giselberto de Gussilingus testi. Signum + manus Suavi de ipso vico testi. Signum + manus Rodulfo filio quondam Pasquali testi. Signum + manus Dagiberto de Anglare testi. Signum + manus Teudiberto degano testi. + Ego Audibertus notarius rogatus ad Audiberto qui Albinio vocatur me pro teste subscripsi...", nome composto dai termini audha (ricchezza, potere) e bertha (luminosità, lucentezza), con il significato di ricco di luce o anche di splendente ricchezza.
AUDISSINO Assolutamente rarissimo, parrebbe ligure.
integrazioni fornite da Sara Audissino
Il cognome Audissino deriva dal cognome Odicino. Il cognome Odicino fu storpiato in Audissino durante la dominazione Francese nel 1810, esso infatti si delineò ad Oneglia (oggi Imperia). Il primo Audissino, Giacomo Francesco Odicino (denominato Audissino) era nato a Lerma Monferrato (AL) nel 1781 da Bartolomeo Domenico Odicino e Maddalena Girola,  sposò nel 1810 Maria Domenica Evangelista Amadeo di Luca Amadeo e Prudenza Giordano. Il cognome Odicino trae origine a Lerma Monferrato (Al) di cui se ne hanno notizie certe a partire dal 1400.
AUGUSTI
AUGUSTINI
AUGUSTO
Augusti ha un ceppo tra veneziano e rovigoto, uno nel frusinate ed a Roma ed uno nel leccese, Augustini, assolutamente rarissimo, parrebbe veneto, Augusto ha un ceppo nel napoletano ed uno nella Sicilia orientale, tutti questi cognomi derivano direttamente o tramite ipocoristici dal nome latino Augustus.
AULETTA Tipico del napoletano, salernitano, potentino e materano, deriva dal toponimo Auletta nel salernitano.
AULICINO Aulicino è tipicamente meridionale, ha un ceppo nel casertano a Santa Maria Capua Vetere, Caserta e Maddaloni, ed a Napoli, un ceppo nel potentino a Marsico Nuovo e Tramutola, ed un ceppo calabrese, a Santa Maria del Cedro nel cosentino e Catanzaro, dovrebbe derivare da un soprannome basato sul termine dialettale meridionale aulìcina una specie di susina.
AURELI
AURELIO
Aureli è tipico della fascia centrale che comprende Marche, Abruzzo e Lazio, Aurelio ha ceppi nel cosentino, nel napoletano, nel foggiano e nel tarentino, nel palermitano e nel veneziano, dovrebbero derivare dalla Gens Aurelia o direttamente dal nome gentilizio romano Aurelius, ricordiamo l'imperatore Marco Aurelio dal 161 al 180 d.C.: "Nomine Marco Annio Catilio Severo natus est et in matrimonio nomen Marcum Annium Verum accepit. Cum imperator factus est nomen Marcus Aurelius Antoninus ei datus est.".
AURELIA
AURILIA
AURILIO
D'AURILIA
D'Aurilia è unico, Aurelia, quasi unico, è dovuto probabilmente ad un errore di trascrizione di Aurilia che è tipico del napoletano e dell'avellinese, di Torre del Greco (NA) in particolare, Aurilio è tipico del casertano, di Vitulazio e Bellona in particolare, e di tutta la Campania, dovrebbero derivare da una forma dialettale del nome femminile latino Aurelia o del nome maschile Aurelius, derivati dal nome sabino Ausel (splendido, splendente), o anche dalla Gens Aurelia, questi cognomi sono presenti nel napoletano, a Frattamaggiore, almeno dalla seconda metà del 1200, in un atto del gennaio 1282, si può leggere: "...Philippus Aurilia vendit Domino Ludulfo Capuano Terram in loco Fracta Majoris...", tracce importanti di queste cognominizzazioni le troviamo nel 1400 con il vescovo di Canne (BA), il napoletano Iacopo de Aurilia.
AURELIANI
AURELIANO
Aureliani è quasi unico, Aureliano, solo un poco meno raro, è panitaliano, dovrebbero derivare dal cognomen latino Aurelianus o da nomi di località, che essendo proprietà della Gens Aurelia potevano essere chiamate Ager Aurelianus, o in modo simile, come, a solo titolo di esempio, Aureliana di Capriata d'Orba nell'alessandrino.
AURIA Tipico della Sicilia sudoccidentale, è molto raro, potrebbe derivare dal nome di una località. (vedi D'AURIA)
AURICCHIO Tipico del napoletano dovrebbe derivare da una modificazione dialettale del nome medioevale di origine germanica Auricus.
AURIEMMA
AURIGEMMA
Aurigemma ha un nucleo a Monteforte Irpino (AV) ed un ceppo, probabilmente secondario, a Roma, Auriemma è tipico campano, soprattutto del napoletano, dovrebbero derivare dal nome medioevale Aurigemma che significa gemma d'oro, nome attribuito a bambine desiderate moltissimo.
AURIGA
AURIGHI
AURIGI
Auriga è quasi unico, Aurighi, estremamente raro, sembrerebbe dell'area lombardoveneta, Aurigi sembrerebbe specifico del senese, di Monteroni d'Arbia e Siena,  per questi cognomi si possono ipotizzare due possibili origini etimologiche, la prima da soprannomi basati sul vocabolo latino auriga (guidatore di carri, da guerra, da gara o da parata), la seconda dal nome medioevale Aurigus, di cui abbiamo un esempio con il pittore magister Aurigus Gallus, o dal nome germanico Auricus, di cui abbiamo un esempio in una Cartula vendicione del 1084 a Crema nel cremonese, che così si conclude: "...Ego Auricus notarius sacri palacii scripsi, postradita cumplevi et dedi.".
AURIGO Aurigo ha un piccolissimo ceppo a San Remo nell'imperiese, e dovrebbe derivare dal nome del paese imperiese di Aurigo, probabile luogo d'origine del capostipite.
AURISICCHIO
AURISIO
Aurisicchio è tipicamente napoletano, con un piccolo ceppo anche nella vicina Pozzuoli e ad Aversa nel casertano ed uno ad Ostuni nel brindisino, Aurisio è praticamente unico, dovrebbero derivare direrttamente o tramite ipocoristici dialettali dal nome medioevale Aurisius, probabilmente arrivato a Napoli dal Portogallo o dalla Spagna con gli Aragona.
AURITI Auriti è specifico di Guardiagrele e Orsogna nel teatino, dovrebbe derivare da un soprannome originato dal termine dialettale dell'Italia centrale aurito (vaso con anse a forma di orecchie), forse ad indicare nel capostipite un produttore di questo tipo di anfore o vasi.
AURNIA Aurnia è tipico del ragusano, di Modica in particolare, con presenze anche a Pozzallo sempre nel ragusano ed a Gela nel nisseno, dovrebbe derivare dal nome della Contrada Brizza Aurnia di Modica, probabile zona d'origine dei capostipiti.
AURORA Cognome a diffusione nazionale abbastanza omogenea, pur se con picchi nelle Puglie ed in Sicilia. L'origine dovrebbe essere beneaugurale.
AUSILI
AUSILIA
AUSILIO
Ausili ha un ceppo ad Ancona e nell'anconetano ed uno a Roma e Palombara Sabina nel romano, Ausilia è prativamente unico, Ausilio ha un ceppo a Napoli e Mugnano di Napoli nel napoletano ed a Casaluce, Aversa e Frignano nel casertano, presenta inoltre un ceppo a Campana nel cosentino ed a Cirò Marina nel crotonese, dovrebbero derivare dal cognomen latino Auxilius, Auxilia, di cui abbiamo un esempio nella Historia Brittonum quando parla di San Patrizio: "...Audita morte Paladii episcopi alius legatus Patricius Theodosio et Valentiano regnantibus a Caelestino papa Romano et angelo dei, cui nomen erat Victor, monente et suadente sancto Germano episcopo ad Scottos in fidem Christi convertendos mittitur. misit Germanus seniorem cum illo Segerum ad quendam hominem mirabilem summum episcopum Amatheam regem in propinquo habitantem. ibi sanctus sciens omnia, quae ventura essent illi, episcopalem, gradum Amatheo rege episcopus sanctus accepit et nomen quod est Patricius sumpsit, quia prius Maun vocabatur. Auxilius et Iserinus et ceteri inferiori gradu simul ordinati sunt cum eo. ..:".
AUSONI
AUSONIA
AUSONIO
Ausoni ha qualche presenza nel mantovano e nel Lazio, Ausonia, quasi unico, ha qualche rara presenza nel settentrione d'Italia, Ausonio ha presenze nel bresciano e nell'imperiese, dovrebbero derivare dal cognomen latino Ausonius, Ausonia, ricordiamo con questo nome il poeta latino di origini galliche Decimius Magnus Ausonius (~310–395).
AUSTONI Tipico lombardo, del milanese e bergamasco in particolare, deriva dalla contrazione del nome Augusto, abbiamo un esempio di quest'uso nel 1004 in un atto dove viene citato un certo Austone di Limbiate (MI).
AUTELLI
AUTELLO
Autelli è tipico dell'area alessandrino, pavese, di Garlasco e Robbio nel pavese e di Alessandria, Autello, praticamente unico, è dell'alessandrino, dovrebbero derivare dal cognomen latino Autellius di cui abbiamo un esempio d'uso in un'antica lapide latina nel senese.
AUTERA
AUTERI
AUTERIO
AUTERO
AUTIERI
AUTIERO
AUTUORI
Autera è caratteristico di Stigliano, San Mauro Forte e Matera nel materano, Auteri è specifico della Sicilia orientale, Auterio è assolutamente rarissimo, Autero, molto molto raro, è del salernitano, Autieri è tipico del napoletano ed alto salernitano, Autiero è decisamente del napoletano, Autuori è tipico del salernitano, dovrebbero tutti derivare dal nome medioevale di origine germanica Auterius, tracce famose di queste cognominizzazioni le troviamo agli inizi del 1300 con Petrus Auterii esponente del movimento Albigese (Catari): "... Perlis, quod ipse et Petrus Auterii coram Inquisitoribus mutuâ aadoratione sese invicem salutarunt; ac ambo unus alium mutuo coram ipsis proni in terram more haereticali adoraverunt,...".
integrazioni fornite da Fabio Paolucci
Autuori è un tipico cognome di Salerno, dove è molto noto soprattutto per essere il cognome di una vera e propria dinastia salernitana di pescatori e facoltosi commercianti di prodotti ittici.  Dal punto di vista etimologico dovrebbe derivare dai nomi di origine germanica di tradizione franca Altiero, Autiero e Ottiero, originati dalla fusione dei termini Alda, cioè anziano, saggio oppure audha, nel senso di potere, ricchezza e haria, ovvero esercito. Il nome di persona Auterius è documentato in Liguria, a Genova, fin dal XII° sec.
AUTILI
AUTILIA
AUTILIO
Autili, assolutamente molto molto raro, ha un piccolissimo ceppo a L'Aquila, Autilia, praticamente unico, è del foggiano, Autilio, estremamente raro, ha un piccoo ceppo a Marsico Nuovo nel potentino, dovrebbero derivare dal nome sia longobardo che normanno Autilia o Autilio, di cui abbiamo un esempio d'uso in un atto del 1521 nell'avellinese, dove vengono citati i coniugi Autilia de Guarino e Ranaldo de Rutulo.
AUTINO Autino è tipicamente piemontese, con un ceppo a Cigliano nel vercellese e nel torinese a Torino, Verolengo ed Ivrea, dovrebbe trattarsi dell'italianizzazione del nome francese Autin, probabilmente portato dal capostipite, una forma contratta del nome francese Augustin (Agostino).
AUXILIA Auxilia, assolutamente rarissimo, sembrerebbe tipico del napoletano, potrebbe derivare dal cognomen latino Auxilius, Auxilia, ma molto più probabilmente si tratta di un cognome attribuito a bambini abbandonati posti sotto la protezione di Maria Ausiliatrice. (vedi anche AUSILI)
AXIA
AZZIA
AZZOLINA
Axia è quasi unico, Azzia, molto molto raro, è tipico del catanese, di Catania, Fiumefreddo di Sicilia e Paternò, Azzolina ha un nucleo siciliano, soprattutto nella Sicilia orientale ed un ceppo nel genovese, dovrebbero tutti derivare direttamente o tramite un ipocoristico dal nome femminile latino Axia o dal nome della Gens Axia.
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Azzolina è un cognome siciliano che deriva dal vezzeggiativo del personale longobardo Azzilo.
AYMERICH Estremamente raro è cagliaritano di origini catalane, si tratta di un casato nobile aragonese che giunto a Cagliari vi prese dimora, detenne il marchesato di Laconi (NU) fin dal XV° secolo, la viscontea di Sanluri (CA), la baronia di Ploaghe (SS) ecc.  Nel 1470 il Re di Spagna Giovanni d'Aragona concesse a Pietro Aymerich la carica di console di Sicilia.
integrazioni fornite da Giuseppe Concas
AYMERICH: non è chiaramente un cognome sardo, ma ha la sua maggiore diffusione in Sardegna (in campo nazionale), sin dai tempi antichi. Non ne conosciamo con esattezza il significato e l'etimologia, ma crediamo che derivi dal nome Amerigo. Gli Aymerich di Sardegna appartengono ad una antica casata, del ceto borghese di Castel di Cagliari. La loro prima presenza in Sardegna ed esattamente a Cagliari risale alla metà del Trecento (erano mercanti catalani, probabilmente di Barcellona; si interessavano soprattutto di commercio). Nel XV° secolo divennero una delle famiglie più potenti della città. Estesero i loro traffici commerciali in tutto il Mediterraneo Occidentale. Nel 1486 acquistarono la Signoria di Mara, elevata a Contea nel 1641. Il loro primo titolo nobiliare risale al 1521, per investitura di Carlo V imperatore. Nel corso del XVII° secolo gli Aymerich entrarono in possesso del feudo di Villamar, del marchesato di Laconi, della baronia di Plaghe, del viscontado di Sanluri (Di. Sto. Sa. Di F. C. Casula). Non troviamo il cognome nei Condaghi, tra i firmatari della Pace di Eleonora del 1388, nelle Carte Cagliaritane, ma, nell'opera "De Rebus Sardois IV°" (di) Ioannis Francisci Farae - (pag. 234 cv. 10- 28), troviamo: "Anno deinde 1481 coniuncto insulae Sardiniae et Siciliane regno Aragoniae.in Calaiutana urbe (Calatayud - attualmente 18 mila abitanti circa - capoluogo della omonima Comunidad - della regione autonoma dell'Aragona - nord est della Spagna, non lontano dai Pirenei).eodem anno Eximen Peres prorex Sardorum (Ximen Perez vicerè di Sardegna), conventus, quos parlamentum  appellant, in Castro Calaris habuit, paesentibus Petro Pilares, archiepiscopo calamitano, Ioanne Fonesa, Iacobo Maraquis, Ioanne Fabra, Andrea Sunyero, Francisco Zunquello, Petro Martino de Ferrariis, Berengario Granello, Ioanne Rodo, Ioanne Andrea, Petro de Cervello, Petro Fortesa, Galcerando Iuliano, Petro Mara de Lacana, Salvatore de Sena, Ludovico Castelv', Iacobo Aragall et Petro Gomes praesulum, magnatum et civitatum (rappresentanti delle varie categorie cittadine), necnon (ed inoltre) Arnaldo Roca, Bernardino Margens, Ioanne Nicolao Aymerich, Antonio Martino et Antonio Aymerich Calaris consulibus (consoli di Cagliari)". . Separatamente dagli Aymerich di Cagliari, nella storia della Sardegna ricordiamo Amerigo Nicolò Aymerich, vescovo della Diocesi di Bosa dal 1351 al 1355, nel periodo della guerra tra il regno giudicale di Arborea ed il regno catalano aragonese di Sardegna. Dai documenti della diocesi di Bosa risulta  nativo di Maiorca. Ebbe molti impegni con la Curia Romana, pertanto si curò solo relativamente della Diocesi. Sono numerosi gli Aymerich che hanno marcato la storia medioevale e moderna della Sardegna. Noi del Medio Campidano ricordiamo mons. Aymerich Michele Antonio, vescovo della diocesi di Ales Terralba dal 1788 al 1806, figlio del marchese di Laconi, cagliaritano di nascita, laureato in diritto canonico e civile a Torino e nominato vescovo della suddetta diocesi dal papa Pio VI nel 1788. Si interessò molto ai problemi del Campidano e della Sardegna in genere. Sostenne sempre, tra l'altro, la necessità di conferire tutte le cariche religiose e civili solo ai sardi residenti in Sardegna. Fu senz'altro il degno successore di mons. Giovanni Maria Pilo. etc. Nella storia d'Europa è invece opportuno ricordare Nicolàs Aymerich ( 1320 - 1399) catalano di Gerone (città a nord di Barcellona), teologo cattolico dell'Ordine dei Domenicani, Inquisitore Generale della Corona d'Aragona, autore dell'opera "Directorium Inquisitorum", il manuale dell'Inquisitore, del 1376, che precede il "Formicarius"(1435) di Iohannes Nider ed infine il "Malleus Maleficarum", il vero e proprio manuale di "caccia alle streghe" (il Malleus contiene incredibili affermazioni contro la donna: leggere per credere- cerca nell'Web, Malleus Maleficarum), il cui testo fu redatto dai frati domenicani Jacob Sprenger e Henric Kramer nel 1486. Attualmente il cognome Aymerich è presente in 6 Comuni italiani, di cui 3 in Sardegna: Cagliari 13, Pula 6, Laconi 5.
AVAGLIANO Avagliano è tipicamente campano, molto diffuso nel salernitano, caratteristico di Cava de' Tirreni, con buone presenze anche a Salerno, Nocera Superiore, Pontecagnano Faiano, Battipaglia e Pellezzano, circa l'origine di questo cognome si possono formulare due ipotesi la prima è una derivazione dal nome latino, di origini galliche, Avalianus, ricordiamo il re dei Galli con questo nome che venne sconfitto in Aquitania da Costantino il Grande, la seconda, e più probabile,  propone una derivazione da un'alterazione dialettale del nome del paese di Avilianum (Avigliano) nel potentino.
AVAGNANO Avagnano ha un ceppo a Forino nell'avellinese, ed uno a Napoli e Torre Annunziata nel napoletano, potrebbe trattarsi di una forma dialettale originata da un'alterazione del nome del paese di Avigliano, o anche da un nome di località derivato dal nome latino Avanius, come potrebbe essere stato un non meglio identificato locus Avanianus o simili.
AVAGNINA Avagnina è tipicamente piemontese, del cuneese, di Mondovì, Fossano, Cherasco e Cuneo, potrebbe derivare da una forma ipocoristica originata dal nome latino Avanius, ma, la cosa più probabile è che derivi invece dal nome della frazione di Mondovì Sant'Anna Avagnina.
AVALDI Cognomi presenti quasi esclusivamente in Lombardia ed in provincia di Milano in particolare. La radice potrebbe essere celtica aballi (meli) cioè quelli delle mele.
AVALI
AVALIS
AVALLI
AVALLIS
Avali è quasi unico, Avalli è specifico di Milano, del milanese e del bresciano, Avalis, molto molto raro, è tipico di Pinerolo e Cavour nel torinese, Avallis, ormai quasi scomparso in Italia, è anch'esso piemontese, questi cognomi dovrebbero avere il significato di valligiani e derivare da un indicatore di provenienza composto dalla preposizione latina a (ab) con il significato di proveniente da e dal termine valli, vallis (vallata, valle).
AVALLONE Cognome specifico della Campania, e del napoletano in particolare, potrebbe derivare dal nome di toponimi antichi legati al termine osco abel o dal celtico aval (mela). Avallone sarebbe l'equivalente italico della mitica Avalon celtica.
AVANCINI Specifico del Trentino, in particolare della zona di Levico Terme (TN), dovrebbe derivare dal nome medioevale Avancius di un principio di questa cognominizzazione abbiamo un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia Medioevale in un Iuramenta hominum Civenne et Limonte dell'anno 1189: "...Ecce illi omnes qui iuraverunt: in primis Iohannes Gualdanna,.. ..Ambroxius de Giasse, Iohannes Avancius, Iohannes genero eius,...".
AVANTAGGIATI
AVANTAGGIATO
AVVANTAGGIATI
AVVANTAGGIATO
VANTAGGIATO
Avvantaggiato è una forma probabilmente dovuta ad errori di trascizione di Avantaggiato che è specifico del Salento, del leccese e di Corigliano D` Otranto in particolare, con diramazioni anche a Maglie, Melpignano, Castrignano Dei Greci e Taranto, Avantaggiati, molto molto raro, è tipico di Bari, Vantaggiato è anch'esso tipico del Salento, del leccese in particolare, Avvantaggiati, assolutamente rarissimo, parrebbe toscano, dovrebbero derivare, direttamente o tramite aferesi, dal nome medioevale Avantaggiato, attribuito come augurio al proprio figlio.
AVANTI Cognome con una distribuzione limitata al nord ovest con una concentrazione significativa in Lombardia nelle provincie di Milano e Lodi. L'ipotesi più accreditata  è che anche questo appartenga alla categoria dei nomi beneaugurali.
AVANZATI
AVANZATO
Avanzati, tipico del senese, è abbastanza raro, Avanzato è decisamente siciliano, tipico dell'agrigentino, di Canicattì, Palma di Montechiaro, Agrigento, Naro e Ravanusa, con presenze significative anche nell'ennese, a Piazza Armerina ed Enna e nel palermitano a Santa Flavia, Cefalù e Palermo, derivano da una variazione del nome beneaugurale medioevale Diotavanzi.
AVANZI
AVANZINI
AVANZINO
AVANZO
Avanzi ha un ceppo nel torinese ed uno nella zona che dal bresciano arriva al rovigoto e al ferrarese, Avanzini dovrebbe avere due ceppi, nel parmense e nella zona che comprende bresciano, mantovano e veronese, Avanzino, decisamente più raro è tipico genovese, Avanzo ha un ceppo nel rovigoto ed uno nel napoletano, dovrebbero tutti derivare dal nome  medioevale Avantius o Avancius di cui abbiamo un esempio a Mori (TN) con Avancius de Sano, in altri casi possono derivare anche da Avanzino ottenuto dall'aferesi del nome medioevale beneaugurale Diotavanzi (Dio ti faccia crescere bene). Tracce di questa cognominizzazione la troviamo a Como nel 1400 con il notaio Giorgio Avanzini e a cavallo tra 1400 e 1500 con il poeta Hieronymus Avantius Veronensis.
AVATI Avati, molto raro, ha un piccolo ceppo ad Aosta ed uno a Napoli, ma il ceppo principale è nel reggino, a Taurianova, Polistena e Cittanova, potrebbe derivare da una forma betacistica di Abati e riferirsi al fatto che il capostipite fosse una persona di rispetto o appartenente al clero, tracce di questa cognominizzazione le troviamo in Calabria a Polistena nel 1771 con Francesco Antonio Avati in qualità di Procuratore della locale Confraternita.
AVE Ave, molto molto raro, parrebbe veneto, del vicentino e del veneziano, dovrebbe derivare dal nome medioevale Ave derivato dal saluto latino ave (ti saluto e ti onoro) pensiamo al classico Ave Maria o Ave Caesar.
AVELLA
D'AVELLA
Avella è tipico del napoletano e salernitano ha un ceppo anche nel barese, D'Avella è specifico di Avella (AV) con un ceppo secondario anche a Napoli, dovrebbero derivare dal toponimo Avella (AV), il caso con la D' davanti può sia indicare una provenienza, sia, cosa più probabile in questo caso, indicare la famiglia di un figlio di un Avella.
AVELLINI
AVELLINO
Avellini ha un ceppo a Perugia ed uno a Roma, Avellino ha vari ceppi, nel nord della Sardegna, nel napoletano e salernitano, nel foggiano, nel cosentino ed in Sicilia, una possibile derivazione è dal toponimo Avellino in Campania, ma è pure possibile una derivazione da soprannomi originati dal termine arcaico avello (piccolo bacino, ma anche sepolcro) forse a caratterizzare la località di origine del capostipite o anche dal fiume Avello in Abruzzo.
AVELLONE Rarissimo è tipicamente palermitano, dovrebbe derivare dal nome medioevale Abelone o Abellone di cui abbiamo un esempio in un atto del 1408 a Bergamo dove viene citato un certo Abelone fu Giovanni de Suardis, e nella seconda metà del 1500 in un atto di investitura leggiamo di un'Investitura concessa dal Marchese Teodoro di Monferrato à favore di Abellone fu Giovanni di Cocconato, Avellone è un casato insignito del titolo di Barone, feudatario di Basciano in Umbria tra il 1500 ed il 1600 probabilmente giunto in Sicilia verso il 1700 dove acquisì diritti su alcuni terreni a Rocca Palumba (PA).
AVENI
AVENIA
D'AVENIA
DAVENIA
Aveni, tipico del messinese, ha un ceppo forse secondario a Roma, Avenia ha un ceppo tra napoletano e casertano, in particolare a Santa Maria Capua Vetere e Mondragone nel casertano ed a Napoli e Torre del Greco nel napoletano, ed uno nell'agrigentino, ad Agrigento e Favara, ed a Palermo, D'Avenia sembra avere un ceppo tra barese e materano, a Minervino Murge nel barese ed a Pisticci nel materano, uno a Napoli ed uno a Palermo, Davenia, molto raro, sembrerebbe specifico del foggiano, sicuramente meridionali, potrebbero avere avuto origini dal cognomen latino Avenius, Avenia direttamente o attraverso la forma patronimica o matronimica in D'-, ricordiamo il poeta e storico latino Rufus Festus Avenius, ma l'Avenia era anche una contea normanna nelle Orcadi, di cui si hanno tracce su di un epitaffio: "hic jacet domina Beatrix de Sinclair, (filia domini Henrici comitis Orcadum, domini de Sinclair) comitissa de Douglas et Avenia, domina Gallovidiae".  I D'Avenia ebbero il titolo di Marchesi fin dal 1600.
AVENTINO Estrememente raro sembrerebbe della zona tra Lazio ed Abruzzo, potrebbe derivare dal cognomen latino Aventinus di cui abbiamo un esempio in un'antica lapide dell'età augustea: "Aventinus Aug(usti) lib(ertus) - p(er)p(etuus) tabellar(ius) - basem marmorib(us) exornatam - ex voto posuit - c(uram) a(gente) Fructuoso collib(erto)", nome ancora portato del 1700 ad esempio dal conte Aventino Fracastoro, ma è pure possibile che derivi da nomi di località legati ad esempio alla valle del fiume abruzzese Aventino.
AVEROLDI Averoldi è tipico del bresciano, di Calvagese della Riviera, Brescia e Ghedi, deriva dal nome medioevale Averoldus, troviamo tracce di questa cognominizzazione nella seconda metà del 1400 con il Vescovo di Brescia Johannes Paulus Averoldus, patrizio bresciano.
AVERSA Tipico di Lazio, Campania e Calabria, dovrebbe derivare dal toponimo Aversa (CE).
AVERSANA
AVERSANO
Aversana è rarissimo, Aversano lo è molto meno, sono specifici del casertano, derivano dal toponimo Aversa (CE).  Traccia di questa cognominizzazione la troviamo a Salerno nel 1300, come si può leggere in un atto dell'ottobre del 1361, dove tra l'altro c'è scritto: "...In qua quidem causa, assumptis per vos Johanne Aversano de Salerno, et Herrico Melia de Neapoli militibus Juris civilis professoribus, certum didicimus vos fecisse processum in causa eadem, presentibus partibus,...".
AVESANI Avesani è specifico di Verona e del veronese, di Negrar, San Martino Buon Albergo, Sommacampagna, San Pietro in Cariano, Villafranca di Verona, Sona e Sant`Ambrogio di Valpolicella, il cognome dovrebbe derivare dalla frazione veronese di Avesa, indicandolo così come luogo d'origine delle famiglie, tracce di questa cognominizzazione le troviamo nella seconda metà del 1700 con l'abate veronese Gioacchino Avesani rettore del collegio in Verona .
AVESIO Avesio, quasi unico, sembrerebbe specifico di Irsina nel materano, dovrebbe derivare dal nome latino medioevale Avesius, di cui abbiamo un esempio d'uso nel Liber philosophorum moralium antiquorum di Giovanni da Procida: "...Avesius dixit: cum deteriorantur tempora, despiciuntur virtutes et decidunt; vilitates vero appreciantur plurimum et procedunt; et divitis timor pauperis timorem excedit. Et dixit: melior est nobilis obitus quam dominatio vilis. Et dixit: modicum mensurate expressum melius est plurimo inmoderate expresso. Et melius est hominem de bono exequendo diffidere, quam in suffragii peticione pendere. Et dixit: una ex felicitatibus hominum est bonum habere socium; igitur bonis associeris et eris unus ex eis. Et dixit: non est in mundo iniquius quam facere iniuriam impotenti. ..".
AVETA
AVETO
AVITA
Aveta è specifico del napoletano, di Napoli  e Melito di Napoli, e del casertano, di Santa Maria Capua Vetere , San Prisco e Maddaloni, Aveto, quasi unico, sembrerebbe del genovese, Avita è praticamente unico, dovrebbero derivare, direttamente o tramite alterazioni, dal nome medioevale latino Avetus, Aveta di cui abbiamo un esempio d'uso  in uno scritto del 1283: "..Avetus et Durantus fratres de Banchano pro compartito .I. facto terrarum Blancardorum imperiales ..".
AVI Avi è specifico del Trentino, di Baselga di Pinè, Trento e Pergine Valsugana, potrebbe derivare da una forma aferetica ed apocopaica del nome del paese di Lavis, forse ad indicare che il capostipite provenisse da quella località.
AVICOLLI Avicolli è specifico di Isernia, l'origine del cognome potrebbe essere da un soprannome corrotto dalla pronuncia dialettale del termine latino aviculus (uccellino, ma anche correggiato, termine utilizzato nella zona in epoca medioevale per indicare un arnese per trebbiare piccole quantità di cereali), forse attribuito ad un contadino.
AVIDANO Avidano è tipicamente piemontese, di Asti e dell'astigiano, dovrebbe derivare dal nome del paese di Avidano situato ad una decina di chilometri a nord della città di Asti.
AVIGLIANO Tipico dell'alto potentino, deriva dal toponimo Avigliano (PZ).
AVOGADRO
AVOGADRI
AVOGARI
AVOGARO
Tipici del bergamasco sia Avogadri che Avogadro e del veronese sia Avogaro che il rarissimo Avogari, derivano dal termine medioevale dialettale veneto avogadro o avogaro che serviva ad indicare non solo l'avvocato, ma anche il funzionario pubblico con responsabilità amministrative; a Brescia già nel 1200 erano chiamati Avogadri i membri di alcune famiglie nobili cui il vescovo aveva affidato la difesa dei suoi possedimenti anche con l'uso delle armi. Esempi di questa cognominizzazione si hanno a Venezia nel 1400 con un tal Rambaldo Avogaro da Treviso e nel 1470 a Bergamo con un  Emanuele Avogadro; nel 1600 gli Avogadro erano feudatari per conto del Vescovo di Zanano (BS) in Valtrompia. Personaggio famosissimo è stato il conte Lorenzo Romano Amedeo Carlo Avogadro di Quaregna e di Cerreto (VC) (9/8/1776 - 9/7/1856) ricordato per la sua leggeche afferma che: "volumi eguali di gas diversi a parità di pressione e temperatura contengono lo stesso numero di molecole".
informazioni fornite da Francesco Avogadro di Valdengo
il cognome Avogadro è tipicamente del vercellese | biellese dove la famiglia si stabilì intorno al 500, fu una delle prime famiglie cristiane e furono Advocatores della Chiesa da cui i successivi cognomi De Advocatis e infine Avogadro, che costituirono un consortile che arrivava a comprendere 140 feudi nelle zone di Vercelli e Biella.
AVOGLIO
AVOLI
AVOLIO
D'AVOGLIO
D'AVOLI
DAVOLI
D'AVOLIO
DAVOLIO
Avoglio e D'Avoglio sono praticamente unici, Avoli è tipicamente laziale, ha un ceppo a Roma ed uno più importante a Trivigliano nel frusinate, Avolio ha un grosso ceppo a Roma, uno ancora più importante a Napoli, con presenze significative anche nel napoletano a Marano di Napoli, Melito di Napoli, Mugnano di Napoli, Giugliano di Campania, Villaricca, San Giorgio a Cremano, Casoria, Pozzuoli, Casavatore e Casalnuovo di Napoli, ha un ceppo nel cosentino a Fagnano Castello, Cetraro, Corigliano Calabro, Acquappesa, Cosenza, Guardia Piemontese, Roggiano Gravina e San Marco Argentano, ed un ceppo in Sicilia a Siracusa, Palermo e Catania, D'Avoli è praticamente unico, mentre Davoli è molto diffuso in Emilia, soprattutto nel parmense, reggiano e modenese, nel romano e latinense ed in Calabria nel cosentino e catanzarese, D'Avolio ha un ceppo a Roma, uno nell'aquilano a Collarmele ed Avezzano ed uno nel foggiano, ad Ischitella, San Severo, Rodi Garganico e Foggia, Davolio è specifico dell'area che comprende il reggiano ed il modenese, dovrebbero tutti derivare, direttamente o tramite forme patronimiche in D'-, dal nome personale medioevale latino Avolius, tracce di queste cognominizzazioni le troviamo a Fermo nel Piceno con il il capitano di ventura, il visconte Giovanni Avolio.
AVOLA Tipico della Sicilia centro orientale, ha un ceppo anche nel napoletano, deriva dal toponimo Avola (SR), secondo un'altra ipotesi deriverebbe da una modificazione del vocabolo sicano Ibla (i Sicani erano antichi abitanti della Sicilia); questo nobile casato con titolo baronale risale almeno al 1300, si ricorda il matrimonio nel XIV° secolo tra Guglielmo de Aragon e Beatrice D'Avola.
AVONDO Avondo, abbastanza raro, è tipicamente piemontese, si Serravalle Sesia, Lozzolo e Varallo nel vercellese, di Novara e di Villa del Bosco nel biellese, dovrebbe trattarsi di un'alterazione dialettale dell'italianizzazione del nome latino Abundius. (vedi ABBONDI)
AVOSSA
D'AVOSSA
Avossa è tipicamente campano del salernitano, di Salerno, Vietri sul Mare e Pontecagnano Faiano, D'Avossa, molto più raro, è di Napoli, questi cognomi dovrebbero essere di origini spagnole e derivare dall'italianizzazione per betacismo del cognome sia spagnolo che francese Abos, la cui origine dovrebbe essere dal nome del Paese di Abos vicino a Pau in Aquitania. Le prime tracce di queste cognominizzazioni risalgono in Italia al 1600.
AVRAM Avram è quasi unico, probabilmente di origine ungherese o rumena, dovrebbe derivare da una forma betacistica del nome Abramo.
AZEGLIO Assolutamente rarissimo, di origine piemontese, deriva dal toponimo Azeglio (TO), personaggio di rilievo dell'ottocento è stato uno dei più noti scrittori e uomini politici del Risorgimento Italiano, Massimo D'Azeglio della famiglia feudale dei Tapparelli.
AZIANI Aziani, assolutamente rarissimo, sembrerebbe del paese, dovrebbe derivare da un nome antico di località. come quella citata nel bergamasco in una Cartula iudicati dell'anno 1097: "...Ideoque nos qui supra Lanfrancus et Ferlinda volumus atque iudicamus et per hanc paginam iudicati confirmamus ut presenti die et hora deveniant omnes res terretorie, quas habere visi sumus in loco et fundo Aziano et per eius singula vel vocabula loca in integrum in iure et potestate atque proprietate ecclesiae vel canonice Sancti Vincencii Pergamensis ...".
AZIMONTI
AZZIMONTI
Azimonti è specifico di Busto Arsizio e Castellanza nel varesotto, ai confini con il milanese, Azzimonti, più diffuso, è sempre specifico di Busto Arsizio, con buone presenze anche a Milano ed a Motta Visconti nel milanese, potrebbero derivare dal nome franco Hazemont o dal longobardo Hasmund, probabilmente portato dai capostipiti, ricordiamo con questo nome il Re citato da Saxo Grammaticus nel suo Gesta Danorum : "... permensus Asuithi forte tumulum appetebat; cui Sueones thesauros inesse rati ligonibus perfregere collem. Itaque maioris quam credebatur altitudinis specum aperiri conspiciunt. Ad quem perlustrandum opus erat eo, qui se in illum pendulo circumligatum fune demitteret. Delectus est sorte ex promptissimis iuvenibus unus; quem cum Asmundus sporta restim sequente intromissum aspiceret, protinus, eiecto eo, corbem conscendit. Deinde superne astantibus ac moderantibus funem abstrahendi signum porrexit. Qui ingentis pecuniae spe reducto corbe, cum ignotam extracti speciem animadverterent, inusitata facie territi defunctumque redisse rati, proiecta ..".
AZZALI
AZZALIN
AZZALINI
AZZELINI
AZZELLINI
AZZOLIN
AZZOLINI
AZZOLINO
Azzali è tipico del parmense, Azzalin è tipico della zona del delta del Po nel rovigoto, Porto Tolle e Porto Viro, Azzalini è della zona tra trevisano e bellunese, zona di Fregona e Vittorio Veneto (TV) e Tambre (BL), Azzelini, praticamente unico, è dovuto ad un'errata trascrizione di Azzellini, che è estremamente raro, ed ha un piccolo ceppo pugliese, in particolare nel Gargano, Azzolin è tipico del vicentino, di Molvena, Mason Vicentino, Marostica e Breganze con un ceppo anche in Lombardia nel bergamasco a Gorlago e Seriate, Azzolini sembrerebbe tipico del Triveneto, del Trentino in particolare di Rovereto ed Ala, e di Verona e Roana (VI), con un grosso nucleo anche in Emilia, ceppi nel pesarese, a Roma e nel barese, Azzolino, assolutamente rarissimo, ha un piccolo ceppo nel napoletao ed uno nel cosentino, dovrebbero derivare da modificazioni del nome Ezzelino, a sua volta originato dal nome medioevale germanico Ecelo, ricordiamo il famosissimo condottiero del 1200 Ezzelino da Romano.
AZZAN
AZZANI
AZZANO
Azzan, molto molto raro, ha un ceppo nel sudmilanese, che potrebbe derivare dal toponimo Azzano di Torlino nel cremonese o da Azzano San Paolo nel bergamasco, ed uno nell'udinese che probabilmente deriva dal toponimo Azzano di Premariacco (UD), Azzani ha un ceppo nel bresciano, che dovrebbe derivare dal toponimo Azzano Mella, ed uno nel modenese, Azzano è tipicamente friulano, ha ceppi a Pavia di Udine, Azzano Decimo ed Udine nell'udinese, a Cordenons e Pordenone nel pordenonese, ed a Trieste, dovrebbe derivare dal toponimo Azzano Decimo nel pordenonese, ma non si può escludere che in alcuni casi possano derivare dal fatto dall'essere il capostipite un liberto o un servo di una famiglia di un Attius (cognomen latino).
AZZARA
AZZARELLI
AZZARO
AZZARONE
Azzarelli ha un ceppo genovese, uno nel perugino a Foligno, Spello ed Assisi ed uno in Sicilia a Pozzallo, Modica e Comiso nel ragusano a Pachino nel siracusano ed a Catania, Azzara, tipico siciliano, Azzaro è tipico della Sicilia meridionale, ragusano e siracusano, Azzarone è specifico del foggiano, dovrebbero derivare, perlomeno i ceppi meridionali, da soprannomi, o da ipocoristici o accrescitivi, originati dal vocabolo arabo zahr (fiore) in mediooriente è abbastanza presente il cognome Azzahar (Mahmoud Azzahar è ad esempio un leader di Hamas), non si può comunque escludere una derivazione da soprannomi derivati dal termine azzar. (vedi Azzari)
integrazioni fornite da Giovanni Vezzelli
Azzara è un cognome siciliano, secondo Rohlfs 46 probabile corruzione del cognome Azzarà che riprende il cognome greco Psarás, dal vocabolo 'psarâs' = pescatore.
AZZARI
AZZARIO
AZZARONI
Azzari, molto molto raro, è del centronord, Azzario, estremamente raro, parrebbe essere del torinese, Azzaroni è del bolognese, l'origine di questi cognomi dovrebbe essere da un nome di mestiere, derivando da azzar (acciaio) quindi gli azzari potrebbero essere quelli che lavorano o producono gli acciai, ma è anche possibile che il cognome derivi da aza (ascia) quindi azzari sarebbero quelli che usavano le ascie o che le facevano.
AZZARITA
AZZARITI
AZZARITO
Azzarita, molto raro è di Molfetta nel barese, Azzariti, decisamente più diffuso, ha un ceppo sempre nel barese a Corato e Bari, un ceppo a Roma ed uno, molto piccolo, nel catanzarese, Azzarito ha un ceppo a Foggia ed uno a Brindisi, ed un ceppo, il più consistente, a San Pietro a Maida nel catanzarese, potrebbero derivare da forme etniche in -ita, -iti, -ito, riferite ai molti paesi chiamati Asar presenti in Turchia, vicino al Mar Nero, ma anche altrove, secondo un'altra ipotesi deriverebbero dal termine medioevale azzaro (acciaio) e starebbero ad indicare la professione di fabbro svolta dai capostipiti.
AZZATI Azzati, assolutamente rarissimo, è della zona tra varesotto e milanese, dovrebbe derivare dal toponimo Azzate nel varesotto, probabile luogo d'origine della famiglia, ma si individuano antiche tracce di questo cognome anche a Livorno ed a Sassari dove l'origine, toscana per entrambi, potrebbe essere da una forma cumulativa del nome medioevale Azzo (vedi AZZI), dove il suffisso -ati sta per i figli di, troviamo inoltre un ceppo, ormai scomparso, anche a Montecalvo Irpino nell'avellinese, in questo caso si potrebbe ipotizzare, oltre alla precedente, una derivazione dal nome arabo Azzedin (potenza ed onore nella fede).
AZZERBONI Azzerboni, molto raro, è specifico del fiorentino, di Borgo San Lorenzo e Firenze, si potrebbe ipotizzare un collegamento con il cognome Acerboni (vedi ACERBI), ma molto più probabilmente si tratta di un'alterazione di un nome composto dai nomi Atzero e Bono, che farebbero ipotizzare una lontana origine ebraica.
AZZI
AZZINI
AZZINO
AZZO
AZZOLA
AZZOLI
AZZONE
AZZONI
Azzi sembra tipico del mantovano con ceppi anche nel parmense e nel ferrarrese, e antiche presenze anche in Canton Ticino, Azzini è specifico della zona che comprende bresciano e mantovano, Azzino è praticamente unico, Azzo, quasi scomparso è emiliano, Azzola, decisamente lombardo, è soprattutto specifico del bergamasco, di Albino in particolare, ma anche di Pradalunga, Nembro, Bergamo e Cene, Azzoli è tipico del frusinate, di Cassino, Terelle e Villa Santa Lucia, con un ceppo anche a Terracina nel latinense, Azzone ha un ceppo a Roma ed è presente in misura appena apprezzabile in Puglia, nel materano e nel ragusano, Azzoni è ben diffuso in Lombardia nel milanese, nel cremonese e nel mantovano ed in Emilia nel parmense, derivano tutti, direttamente o tramite ipocoristici o accrescitivi, dal nome medioevale Atto o Azzo, o dal loro ipocoristico Azzolo, di questi nomi abbiamo un esempio nel 900: "...Atto fuit primus Princeps, astutus ut hidrus, nobiliter vero fuit ortus de Sigefredo Principe praeclaro Lucensi de Comitatu. ...", con Azzo d'Este e più tardi sono famosi Azzo da Correggio nato a Parma nel 1303, marchese di Correggio e signore di Parma, Berceto, Guardasone, Guastalla, Colorno e Brescello ed Azzo di Malaspina nella seconda metà del 1300. Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio a Bergamo agli inizi del 1600, in un atto di vendita un certo Giacomo fu Giovannino Azzola vende al monastero di Sant'Anna una terra casata murata copata, ossia un fondo terraneo con stanze superiori e loggia in contrada di Sant'Anna.
AZZILONNA Azzilonna ha un ceppo a Matera ed uno ad Altamura nel barese, dovrebbe trattarsi di un'alterazione dialettale del nome Assalonne, probabilmente portato dal capostipite, nome a sua volta derivato dall'ebraico Abishalom, con il significato di Padre della Pace.
AZZOPARDI
AZZOPARDO
Azzopardi è un cognome, rarissimo in Italia, Azzopardo, altrettanto raro, sembrerebbe triestino, sono caratteristici di un'origine ebraico safardita, i pochissimi rilevamenti non indicano alcun ceppo originario italiano, ma probabilmente sono indicatori di trasferimenti, forse temporanei, dall'isola di Malta. A Malta comunque non si rilevano elementi originari, ma si hanno documenti che ci informano di un arrivo da Toledano in Spagna. Le famiglie ebree spagnole, con l'editto di espulsione degli ebrei del 1492, si sono trasferite a Malta, si sono poi convertite al cristianesimo e di lì sono poi, in pochissimi casi, giunte in Italia. L'origine etimologica di questo cognome dovrebbe essere dal termine greco composto da σόω (razza) e da πάρδος (pantera) con il significato originato dall'alfa privativo posto davanti di combattente contro i saraceni (la razza pantera).  Tracce di queste cognominizzazioni le troviamo ad esempio nella prima metà del 1600 con Francisco Azopardo incaricato dalla Santa Inquisizione a Malta come Lettore di lingua Araba, come possiamo leggere in questo documento del 22 settembre 1637: "...Ref.ente Em.o D. Card. Albornotio l.tas R.mi Inquisitoris Melitensis de schola Arabica in ea Insula erigenda, et de D. Francisco Azopardo antea Collegij de Prop. Fide Alumno Lettore linguae Arabicae in ea deputando; Sac. Con. sen.tiam prefati Rmi Inquisitoris probans, censuit scholam p.tam esse in d.a Insula erigendum, et Lectorem deputandum, ac constituendum esse praefatu D. Franciscum;...".

cognomi_italiani_a.txt · Last modified: 2022/07/01 08:06 (external edit)